MAGAZINE DI PERSONE, EVENTI, AZIENDE, FATTI E NOTIZIE
EDIZIONE TICINO WELCOME SAGL
Svizzera CHF 8,00 / Italia € 6,80
N° 071 SETTEMBRE / NOVEMBRE 2021
EMILIO MARTINENGHI LA VOLONTÀ DI CAMBIARE
PRIMO PIANO
LEADER ALLO SPECCHIO
SPECIALE FISCALITÀ
SPECIALE BIT 2021
RAFFAELE DE ROSA Con la collaborazione si vince tutti insieme
BOAS EREZ Vivere senza contare
RAPPORTI SVIZZERA-ITALIA A che punto siamo?
SETTORE IMMOBILIARE Protagonista del rilancio economico
N° 038 GIUGNO / AGOSTO 2013
MAGAZINE DI PERSONE, EVENTI, AZIENDE, FATTI E NOTIZIE
MARCO BORRADORI SAPER ASCOLTARE LA VOCE DEI CITTADINI
Caro Marco, Si è parlato molto della tua morte; ma tu hai soprattutto vissuto! Hai lasciato un solco profondissimo della tua esistenza, come pochi grandi uomini riescono a fare in una vita intera o come molte vite insieme non riescono neppure sommandosi. Ti saluto con uno scritto di un altro grande uomo del Ticino: Piero Scanziani che vinse prestigiosi premi della Letteratura e fu addirittura candidato al Premio Nobel. “La vita è forza e insieme è amore. Chi più è forte, più ha vita, ma più vive chi più ama”. Ecco Marco, in queste parole rubate dal suo magnifico saggio “L’avventura dell’uomo” il senso della tua prematura scomparsa, ma soprattutto il perché della tua magnifica esistenza. Ciao Marco. Mario
Curated. Crafted. Collectable. Scopri di più presso la nostra concessionaria Bentley Lugano, BentleyMotors.com oppure potrà contattarci al numero +41 91 994 22 07 Continental GT V8 Mulliner Convertible WLTP drive cycle: fuel consumption, mpg (l/100km) – Combined 22.6 (12.5). Combined CO₂ – 284 g/km. The name ‘Bentley’ and the ‘B’ in wings device are registered trademarks. © 2021 Bentley Motors Limited. Model shown: Continental GT V8 Mulliner Convertible.
BENTLEY LUGANO
TICINO WELCOME / EDITORIALE
Vax POPULI EDITORE Ticino Welcome Sagl Palazzo Mantegazza, Riva Paradiso 2 CH-6900 Lugano-Paradiso T. +41 (0)91 985 11 88 info@ticinowelcome.ch www.ticinowelcome.ch RESPONSABILE EDITORIALE Mario Mantegazza COORDINAMENTO EDITORIALE, PUBBLICITÀ E PUBBLICHE RELAZIONI Paola Chiericati REALIZZAZIONE EDITORIALE Mindonthemove srls LAYOUT E GRAFICA Kyrhian Balmelli e Lorenzo Terzaghi FOTOGRAFIE Si ringraziano le aziende produttrici, amministrazioni, enti e istituzioni del Ticino. Foto di copertina: Davide Pucci
STAMPA FONTANA PRINT SA CH-6963 Pregassona SERVIZIO ABBONAMENTI (4 NUMERI) CHF 32.- (spese postali escluse) T. +41 (0)91 985 11 88 www.ticinowelcome.ch PUBBLICITÀ SVIZZERA TEDESCA E FRANCESE FACHMEDIEN ZÜRICHSEE WERBE AG CH-8712 Stäfa claudio.moffa@fachmedien.ch T. +41 (0)44 928 56 31 COLLABORATORI Benjamin Albertalli, Moreno Bernasconi, Paola Bernasconi, Elisa Bortoluzzi Dubach, Elena Busato, Joel Camathias, Paola Cerana, Rudy Chiappini, Franco Citterio, Silvano Coletti, Alessandro De Bon, Ariella Del Rocino, Roberto Giannetti, Keri Gonzato, Andrea Grandi, Eduardo Grottanelli De’ Santi, Marta Lenzi-Repetto, Dimitri Loringett, Manuela Lozza, Giorgia Mantegazza, Giacomo Newlin, Valentino Odorico, Patrizia Peter Pedevilla, Amanda Prada, Gerardo Segat, Fausto Tenzi, Fabiana Testori, Nicoletta Tomei, Alessandro Trivilini. DISTRIBUZIONE IN TICINO: Abbonamenti, Ticino Turismo, alberghi 4 e 5 stelle, studi medici e dentistici, studi d’avvocatura, studi d’ingegneria e d’architettura, banche e fiduciarie, aziende AITI (Associazione Industrie Ticinesi), aziende Cc-Ti (Camera di commercio, dell’industria e dell’artigianato e dei servizi del Cantone Ticino), Club Rotary Ticino, Club Lions Ticino, edicole del Ticino. IN ITALIA: Nelle fiere turistiche, Aeroporto di Malpensa, Hotel ed esercizi pubblici Provincia di Como e Lombardia.
DI MARIO MANTEGAZZA
M
ai nella storia dell’umanità si è stati chiamati a pagare un prezzo così piccolo per ottenere la libertà. Il costo è quello di un vaccino, ma nonostante questo impegno sia minimo, molti continuano a rifiutare di allinearsi a chi vuole vincere questa guerra, così diversa e, proprio per questo, così complicata. Se ne fregano di poter essere portatori di sofferenze e persino morte ai propri cari, agli amici, perché vittime della sola cosa che oggi conta: il terrorismo verbale prodotto ad arte da medici discutibili finalmente protagonisti, dal pettegolezzo di chi crede di sapere tutto, e dai social media che sono la testimonianza più evidente del decadimento di questa società. Sono quelli delle generazioni dopo la mia, quelli che hanno avuto la fortuna di nascere protetti perché noi ci eravamo vaccinati per loro senza se e senza ma. Certo, ognuno ha il diritto di fare le proprie scelte e quindi non contesto chi non si vaccina, nonostante questo comportamento manchi di rispetto a
chi ha sofferto o è addirittura scomparso a causa di questo virus infame. Non contesto nemmeno che tra gli uomini ci siano quelli più intelligenti e quelli meno; quelli responsabili e i delinquenti, quelli altruisti e i menefreghisti e gli egoisti. Ci mancherebbe! Li rispetto tutti! Ho però pieno diritto di esprimere il mio giudizio su questi uomini e donne così poco predisposti alla umana compassione e convivenza. Gli auguro di non mietere vittime intorno a loro, perché poi sarà tardi per pentirsi. Infine, ribadisco il mio stupore per il mancato risarcimento da parte di chi porta la colpa dello scempio virale che ci ha investiti; e per la mancata giustizia resa a oltre 4 milioni di morti: entrambi questi elementi dovrebbero pesare come macigni su una Cina totalmente assente o forse, peggio ancora, indifferente.
Mario Mantegazza TICINO WELCOME / SET - NOV 2021
5
SOMMARIO / N° 71
08
EMILIO MARTINENGHI La volontà di cambiare
12
RAFFAELE DE ROSA Con la collaborazione si vince tutti insieme
16
GLAUCO MARTINETTI Problemi e prospettive della sanità in Ticino
76
BANCA DEL SEMPIONE Cambiare senza tradire le proprie radici
Di Mario Mantegazza EDITORIALE 5 Vax populi Di Patrizia Peter-Pedevilla PRIMO PIANO 8 Emilio Martinenghi: La volontà di cambiare 12 Raffaele De Rosa: Con la collaborazione si vince tutti insieme 16 Glauco Martinetti: Problemi e prospettive della sanità in Ticino Di Manuela Lozza 18 Giona A. Nazzaro: Quando il cinema porta in luoghi sconosciuti By Dimitri Loringett 20 Alberto Plazzi e Lorenz Kueng: Real estate, how strong are the foundations? 24 Morena Ferrari Gamba: Non solo tecnologia GRANDANGOLO 26 Moreno Bernasconi: Rivoluzione digitale ed economia green non sono pulite Di Gerardo Segat LEADER ALLO SPECCHIO 28 Boas Erez: Vivere senza contare Di Paola Bernasconi INCHIESTA 30 Giovani: Un universo in continuo movimento LAC 34 Daniele Finzi Pasca: Abbiamo cucinato e apparecchiato, ora aspettiamo i commensali 36 Stagione 2021-22: In arrivo tante nuove produzioni 40 MASI Lugano: Autunno: si riparte alla grande 44 LuganoMusica: Il fascino intramontabile della grande musica CULTURA 46 Speciale Arte: Musei, collezionisti e mercato dell’arte dopo la pandemia Di Beatrice Garavaglia 52 IMAGO Art Gallery: Dal mouse al pennello e ritorno Di Dalmazio Ambrosioni 56 Irena Dragova: Opere in bronzo di grande modernità FINANZA 58 Speciale Fiscalità: Rapporti Svizzera-Italia: a che punto siamo? 66 Associazione Bancaria Ticinese: Banche e sostenibilità In Ticino 68 BNP Paribas: Creare valore aggiunto per i clienti 72 UBS Previdenza: Come trascorriamo il nostro tempo? 74 Credit Suisse: Competenza, passione e innovazione 76 Banca del Sempione: Cambiare senza tradire le proprie radici 80 Ceresio Investors: Un sistema alimentare sempre più sostenibile Di Roberto Giannetti 82 Lapis Asset Management: Un nuovo linguaggio per i propri assets TURISMO 84 Turismo e sostenibilità: Il volto nuovo delle vacanze 92 Dipartimento del Territorio: Trasporto pubblico in Ticino: ora la nuova offerta c’è! 94 Ticino Turismo: In Ticino in altalena 96 Lugano Region: Il Luganese, una destinazione dalle mille opportunità 98 Monte Generoso: Soggiornare a contatto con la natura 100 Ferrovia Monte Generoso: Liberi e non connessi 102 Funicolare San Salvatore: Un’estate in vetta 104 The Chedi Andermatt: Accoglienza perfetta nel cuore delle Alpi Di Paola Chiericati 106 Park Hotel Vitznau: Quando l’eleganza incontra l’eccellenza Di Giacomo Newlin 108 Park Hotel Vitznau: La quintessenza del piacere enogastronomico Di Paola Chiericati 110 Le Tre Vaselle Resort & Spa: Il piacere di un soggiorno umbro Di Marta Lenzi-Repetto GASTRONOMIA 112 Petronilla: «Siate padroni della vostra vita» 114 Il PATIO: Un angolo di relax per ogni momento della giornata Di Marta Lenzi-Repetto 116 S.Pellegrino Sapori Ticino 2021: Il Ticino incontra le Regioni italiane Di Marta Lenzi-Repetto 118 Ticino Land of Stars: Oltre il cibo, c’è di più Di Giacomo Newlin 122 Ticino Land of Stars: Ristorante “Ecco”: Sapori freschi e intensi
6
SOMMARIO / N° 71
84
TURISMO E SOSTENIBILITÀ Il volto nuovo delle vacanze
LUSSO 124 126 128 EVENTI 130 132 AUTO 134 136 138 140 SPECIALE BIT 2021 142 146 148 149 150 151 152 153 154 156 ARCHITETTURA 158 160 162 164 166 170 DOSSIER FONDAZIONI 172 176 180 182 184 AZIENDE 186 190 192 196 198 200 202 204 206 208 210 SPORT 214
116
S.PELLEGRINO SAPORI TICINO Il Ticino e le Regioni italiane
136
WINTELER Un binomio vincente
186
AIL Vogliamo essere un motore dell’economia locale
Moda autunno-inverno: Colori, viaggi e sostenibilità Di Valentino Odorico OMEGA: Orologi di lusso che hanno fatto la storia KURZ: Gioielli e orologi di prestigio Simonetta Rota – more than events: L’evento è marketing Garbo Management SA: Il business dell’empatia Maserati Ghibli Hybrid e nuovo Levante Hybrid: Il Tridente diventa ibrido Winteler: Un binomio vincente Garage Gardel American Moto SA: Tutta nuova la H-D Sporster S Garage Gardel Moto SA: Arriva lo scooter più innovativo Il settore immobiliare protagonista del rilancio economico Bauwerk Group AG: L’energia positiva del legno BIM Ticino: La migliore soluzione per efficientare e risparmiare in edilizia Capifid Valutazioni Immobiliari Sagl: Giovane con una grande esperienza alle spalle Itten+Brechbühl SA: Risolutori di complessità Jetika: Altissimo livello di eccellenza Living Italian Luxury: Arredi esclusivi ed etici OAK: Stile italiano nel mondo Verde Profilo: Vivere circondati dal verde Officine Cameroni SA: La forza di un’impresa familiare Wetag: Turisti immobiliari Fontana Sotheby’s International Realty: Il lusso non conosce crisi Arch. Claudio Lo Riso: La sostenibilità al primo posto MG Fiduciaria Immobiliare: La nostra empatia emotiva. Consolidare il successo. New Trends SA: Trent’anni di passione immobiliare Di Elena Busato Barbuio Sandro Sormani SA: I colori all’interno delle abitazioni private Elisa Bortoluzzi Dubach: La personalità delle fondazioni Di Elisa Bortoluzzi Dubach Emmanuele Francesco Maria Emanuele: Una vita da filantropo Alberto Quadrio-Curzio: Incoraggiare nel mondo la scienza, la cultura e la pace Di Elisa Bortoluzzi Dubach Dona Bertarelli: Ritratto di una filantropa Georg von Schnurbein: La nostra idea di filantropia Aziende Industriali Luganesi: Vogliamo essere un motore dell’economia locale SUPSI: Avanti tutta, nonostante l’emergenza Zürich Svizzera: La grande forza di una squadra vincente BELOTTI: 3 motivi per cui fare un esame dell’udito Residenza Rivabella: Ospitalità e assistenza a cinque stelle Develed Sagl: Il successo delle vendite e del marketing non convenzionale Gianni Simonato: Innamorarsi del cliente Di Amanda Prada Società Ticinese di Relazioni Pubbliche: Come cambiano le PR Casinò di Lugano: Tutelare il gioco responsabile Alfredo Baratella: Terrazze d’artista International School of Ticino: Una scuola che guarda al futuro Tradizione e stile sul green a Zurigo
7
PRIMO PIANO / EMILIO MARTINENGHI
LA VOLONTÀ DI CAMBIARE CONOSCIUTO NEL MONDO DELLA POLITICA PER ESSERE STATO SINDACO A CUREGLIA E ATTUALMENTE VICEPRESIDENTE DEL PARTITO LIBERALE RADICALE TICINESE, EMILIO MARTINENGHI SI OCCUPA ANCHE DI NUMEROSE ATTIVITÀ LEGATE AL SETTORE FINANZIARIO E IMMOBILIARE. PRESIDENTE DI WMM GROUP, IL TICINESE È APPREZZATO ANCHE PER IL SUO LATO ARTISTICO E PER LE TELE CHE DA ANNI DIPINGE. SPORTIVO, SALUTISTA ED ECOLOGISTA, MARTINENGHI HA UNA FILOSOFIA DI VITA CHE DA ANNI HA FATTO SUA: SVEGLIARSI PRESTO IL MATTINO, FARE DELLO SPORT, LAVORARE E CERCARE DI GODERSI OGNI ATTIMO, SENZA DARE NULLA PER SCONTATO. DI PATRIZIA PETER-PEDEVILLA
I È
ncontro Emilio Martinenghi in una delle location più belle del Ticino: Villa Principe Leopoldo. La giornata è calda, anche se la mattina ha piovuto. Pranziamo assieme ed iniziamo a chiacchierare di vacanze, famiglia, libri letti e non letti e poi ci soffermiamo a riflettere su come la vita ci riporta sempre là, in quei luoghi dove abbiamo ancora qualcosa da dare, vicino alle persone cui abbiamo ancora qualcosa da dire. un po’ che non ci vediamo. Sai che non pensavo saresti rientrato in politica? Ero convinta fosse un capitolo, come dire, chiuso… «Anch’io (divertito), ma le cose sono cambiate e sinceramente sono contento di aver fatto questa scelta. Sai quando ero giovane era diverso, c’era un sistema preordinato, quindi era abbastanza normale caderci dentro, sto parlando della politica di paese dove tutti si conoscono e dove ti senti parte direttamente coinvolta. Nutrivo sicuramente anche ambizioni a livello cantonale, purtroppo o per fortuna ho fatto parte di quella generazione che non trovava spazio facilmente nei giochi politici di allora». Quanti anni avevi? «Ne avevo venticinque ed ero appena rientrato dagli studi. Ho iniziato come molti e per finire, il tempo è volato, sono stato sindaco di Cureglia otto anni. Sinceramente, riprendendo la
domanda che mi ha fatto prima, ero effettivamente convinto che non mi sarei mai più occupato di politica». Ma cos’era successo? La politica, qualcuno in particolare, ti aveva deluso? «Nessuna delusione, anzi… il mio Comune, tutta la cittadinanza mi sono stato molto vicini negli anni, anche in quelli non sempre facili. Avevo militato per 28 anni tra Consiglio comunale e varie funzioni e pensavo fosse giunto il momento di lasciare spazio a chi veniva dopo di me, a chi ne aveva voglia. Non volevo più essere quello che doveva dire delle cose. Così per dieci anni non ho più pensato alla politica, naturalmente la seguivo, ma mai attivamente e mai esponendo in pubblico le mie idee. Poi, in modo quasi inaspettato, ho ricevuto una telefonata. Mi hanno chiesto se ero interessato a mettermi a disposizione per la presidenza del partito cantonale. Siccome nella vita si continua a dire che tante TICINO WELCOME / SET - NOV 2021
9
PRIMO PIANO / EMILIO MARTINENGHI
“Per crescere e consolidare il tessuto economico del Paese e soprattutto poter contare su uno stato socialmente forte, dobbiamo migliorare determinate condizioni.” cose vanno migliorate, ma concretamente si fa poco, mi sono ritrovato confrontato con me stesso. Ti dico la verità sarebbe stato molto più semplice declinare gentilmente l’invito, ma avrei tradito una parte di me». Immagino non sia stato facile rimettersi in gioco in un mondo, quello politico, molto cambiato nell’ultimo decennio… «Come tutte le sfide è stato impegnativo, non posso negarlo, ma allo stesso tempo ho imparato molto e ho conosciuto di persona la politica cantonale, riconoscendone anche un certo distacco dal mondo privato da cui provengo». Comunque alla fine sei rimasto lo stesso nel partito… «Mi ero detto che se non fossi diventato presidente avrei smesso. Ma poi mi hanno chiamato». Un’altra telefonata… (ridiamo) «Sì, sì è andata così. Mi ha chiamato l’attuale presidente del Partito Liberale Radicale, Alessandro Speziali, chiedendomi se avessi voluto fare parte dell’ufficio presidenziale. La scelta non è stata immediata, ho dovuto pensarci un attimo e riflettere… un mesetto, diciamolo, mai poi ho accettato. Ho detto sì sempre per lo stesso motivo: sono di una generazione che ama profondamente il nostro Paese, questo luogo che ci ha fatto nascere, crescere e che ci ha dato molto, noi lo sentiamo addosso nella pelle e tu lo sai bene, quindi a me interessa molto che il Ticino possa andare avanti, crescere, trovare quell’armonia che oggi abbiamo un po’ perso. Avere un partito è un punto di partenza per portare avanti le proprie idee, per concretizzare i propri progetti».
10
TICINO WELCOME / SET - NOV 2021
Pensi sia finita l’era dei partitoni? Che in futuro saranno sempre più i singoli a prendere i voti? «La persona è sempre più premiata rispetto al partito di appartenenza, ma questo non significa che non sia necessario avere una struttura solida, quindi i partiti resteranno anche in futuro un fondamento della nostra politica. Inoltre, secondo me, rappresentano uno strumento identitario, sempre che sappiano garantire una loro autenticità, evitando risonanze autopromozionali. Oggi, va detto, le divisioni non sono più polarizzate tra sinistra o destra, le contrapposizioni sono tematiche: ambiente, economia, città e campagna, anche se purtroppo prevale ancora una certa ideologia». Ma se riducessimo il numero dei partiti? «Tutto potrebbe funzionare, potremmo avere anche un solo partito se tutti noi volessimo andare nella stessa direzione. Però vai a dirlo ai ticinesi, così legati ai nostri credi (sorride)». Ti stai battendo molto per la crescita economica del Ticino… «Per crescere e consolidare il tessuto economico del Paese e soprattutto poter contare su uno stato socialmente forte, dobbiamo migliorare determinate condizioni. Una è sicuramente quella che interessa la fiscalità delle persone fisiche in Ticino. Questo è un aspetto della politica, che deve essere chiaro e dovrebbe essere capito da tutti. Dobbiamo avere il coraggio di ridurre le tasse, anche alle persone più ricche. Questo significa mantenere la progressività del carico fiscale riportandola però a livelli proporzionali
nella media degli altri cantoni confederati. Oggi il Ticino si trova nelle ultime posizioni per le fasce alte di contribuenti, è invece in media per quanto riguarda il ceto medio e molto attrattivo per i bassi redditi». Ma il ragionamento che la maggior parte dei votanti fa è: meno entrate dalle tasse, meno soldi a disposizione… «Riducendo le tasse, in particolare per chi oggi paga in modo cospicuo e preponderante, miglioriamo le condizioni per attrarre nuovi e ulteriori contribuenti importanti. Il gettito tenderà al contrario ad aumentare e permetterà allo Stato di assolvere ai propri compiti. In Ticino il 3% delle persone fisiche paga quasi il 40% di tutte le imposte. Basta questo dato a far riflettere sulla necessità di riformare il sistema tributario». Effettivamente ci basta vedere l’attrattività fiscale di altri Cantoni per capirlo… «Certo, questi Cantoni hanno capito che i buoni contribuenti non vanno fatti scappare. La ricchezza del singolo va a beneficio della collettività, crea indotto economico e, come ti dicevo, crea una forza ridistributiva a favore delle fasce economicamente fragili. Mi auguro che la politica sappia mostrare concretezza ed evitare contrapposizioni ideologiche». E sulle uscite? «Sicuramente il governo deve ottimizzare una certa spesa corrente, ma lo Stato non deve avere paura dei conti, deve guardare oltre, rilanciare progetti di investimento anche con un eventuale aumento del debito pubblico. Bisogna avere il coraggio di osare e fare, per questo mi scontro un po’ con una certa ortodossia di bilancio dei conti pubblici. Se non investiamo ora cosa ne sarà del nostro Paese tra vent’anni? L’esempio te lo do con il polo sportivo e gli eventi
PRIMO PIANO / EMILIO MARTINENGHI
della città di Lugano. Sono un convinto sostenitore di questo investimento. Perdere questa occasione significa restare fermi e discutere per altri 10 o 20 anni prima di avere delle strutture di interesse per tutta la collettività. Sarebbe un’altra occasione mancata. Peccato». Il tuo pensiero si rivolge molto ai giovani… «Si è vero. A noi stessi sappiamo badare, ai nostri cari anziani pure e lo penso affettivamente e non solo materialmente. Dobbiamo invece fare di più per offrire prospettive ai giovani. Sia nel campo lavorativo e formativo, sia per quanti - e sono in molti - si sentono esclusi da questi percorsi. Migliorare si può, cambiando anche alcune delle nostre convinzioni e promuovendo cosi una società più inclusiva e meno giudicante». Ti sento monto appassionato nei tuoi discorsi e soprattutto ci credi, questo è importante. Ma trovi ancora tempo per dipingere? «Sempre, dipingo sempre». Non ti capita che questi due aspetti della tua personalità, il creativo e il pragmatico, si scontrino? «Non sono due parti in antitesi, anzi (pausa), quando lavoro mi esprimo come mi esprimo nella pittura, in modo intuitivo e spontaneo, cerco di essere molto sincero con me stesso e con tutto quello che faccio. Quando dipingo un quadro non cerco la perfezione, cerco quell’energia, quella soddisfazione che mi da piacere, e la stessa cosa la cerco nel lavoro, un risultato che mi piaccia e che mi soddisfi, che risulti positivo, per il cliente e anche per me. Chiaramente nel lavoro mi affido maggiormente alla preparazione, mia e dei miei colleghi e dell’esperienza maturata». Immagino che per fare tutto quello che fai sei sempre un mattiniero…
«(Ride) sì ma la sera vado a letto presto, anche se qualche volta mi concedo un appuntamento sociale, ma l’alzarmi all’alba è un regalo prezioso al quale non rinuncio». E cosa farai nei prossimi anni? «Come ogni giorno mi lascerò sorprendere da quello che arriverà e come ogni giorno il mattino ringrazio qualcuno per il giorno nuovo». Sei religioso? «A modo mio sì (sorride)». Ho pensato molto al titolo di questa intervista perché desideravo rivelasse una caratteristica di Martinenghi, al di là della politica e della professione. La volontà di cambiare indica un suo tratto caratteriale, il sapersi mettere in gioco, ascoltarsi e soprattutto credere di poter cambiare, sé stesso e il mondo, in meglio. TICINO WELCOME / SET - NOV 2021
11
PRIMO PIANO / RAFFAELE DE ROSA
CON LA COLLABORAZIONE SI VINCE TUTTI INSIEME
INTERVISTA CON RAFFAELE DE ROSA, DA APRILE 2019 DIRETTORE DEL DIPARTIMENTO DELLA SANITÀ E DELLA SOCIALITÀ E CONSIGLIERE DI STATO. VIVE A LODRINO CON LA MOGLIE VANJA E I FIGLI MARCO E MARIE.
12
TICINO WELCOME / SET - NOV 2021
L
ei ha una specializzazione in economia politica e una lunga esperienza nella direzione di istituzioni pubbliche. Che problemi ha dovuto affrontare nel passaggio a Direttore del Dipartimento della sanità e della socialità? «Il Dipartimento della sanità e della socialità è un Dipartimento molto importante perché vicino al cittadino. I suoi ambiti di intervento interessano tutto lo spettro della società e, di riflesso, ciascun individuo. Penso alle prestazioni sociali, ai sussidi, agli assegni famigliari, a tutti quei contributi che sostengono la nostra popolazione. I servi-
zi non erogano soltanto sostegno finanziario, ma forniscono un supporto più ampio, in particolare a favore di chi si trova in difficoltà e sotto molteplici forme. Questo lavoro è possibile anche grazie alla rete di enti sul territorio, ritenuti dei veri e propri partner nei diversi ambiti: cito ad esempio quello dei giovani e delle famiglie, con gli asili nido, le famiglie diurne o i centri extrascolastici; oppure quello sanitario, con gli ospedali e le cliniche; o ancora quello degli anziani, con le case per anziani, i servizi di assistenza e cura a domicilio, i servizi di appoggio. Questa “fotografia” è necessaria in sede di premessa per far capire la complessità del Dipartimento che dirigo, in cui tuttavia ho potuto introdurmi molto rapidamente, anche perché sono stato molto ben accolto dai collaboratori dei diversi servizi, oltre che dai miei colleghi in Consiglio di Stato. Avevo peraltro già una parziale conoscenza dell’Amministrazione cantonale, sia per il mio trascorso professionale che per quello politico (l’esperienza di 16 anni in Gran Consiglio e il percorso a livello comunale, con infine la carica di sindaco del Comune di Riviera)». Dopo pochi mesi dall’inizio del suo nuovo incarica l’intero pianeta è stato travolto dalla pandemia. Come hanno reagito le strutture sanitarie ticinesi e quali principali problemi avete dovuto affrontare? «La reazione è stata esemplare. A partire dallo spirito di sacrificio da parte di tutto il personale, quello al fronte così come quello nelle retrovie. Lo spirito di solidarietà che ha contraddistinto tutta la società, soprattutto durante la prima ondata, è stato encomiabile e resterà un
PRIMO PIANO / RAFFAELE DE ROSA
ricordo indelebile di quei concitati e difficili momenti. Tutti i settori del sociosanitario hanno lavorato con questo spirito, non soltanto gli ospedali. Penso in particolare alle case per anziani e agli istituti per disabili». Quale lezione ritiene che la classe politica abbia appreso dal Covid e quali interventi pensa che debbano essere attuati al più presto per non essere travolti da una nuova emergenza? «Parlare di “lezione” non mi sembra opportuno. Direi piuttosto che da un’esperienza simile si maturano degli insegnamenti che auspico possano far parte del nostro bagaglio per il futuro. Penso alla necessità di dimostrare flessibilità e alla capacità di dare risposte in tempi rapidi alle esigenze, ai bisogni, ai problemi che man mano si pongono. Abbiamo avuto la dimostrazione che la collaborazione si rivela la forza trainante capace di mettere in campo soluzioni pragmatiche e efficaci, a beneficio dei nostri cittadini. Abbiamo imparato tanto e stiamo tuttora apprendendo molto da questa pandemia, che non ci siamo purtroppo ancora messi alle spalle. La malattia per certi versi rimane nuova, e quanto alle sue varianti conosciamo di per certo soltanto la grande incertezza che implicano. È per questo motivo che stiamo lavorando sull’orizzonte del prossimo autunno/ inverno, in particolare su quegli elementi che anche a mente del Consiglio federale devono rimanere sull’agenda politica, garantendo così di essere pronti qualora dovessero esserci dei nuovi aumenti dei casi positivi e delle ospedalizzazioni. I capitoli sono diversi e contemplano le capacità di test, quelle di tracciamento, quelle del sistema sanitario, così come la necessità di continuare a promuovere la vaccinazione anche fra le nicchie di popolazione più scettica. Se è vero che nel primo semestre di campagna vaccinale il Ticino si è distinto come Cantone con un’ottima velocità di somministrazione di dosi e
“Concepisco i “problemi” piuttosto come delle “sfide” a cui come Dipartimento abbiamo la possibilità di dare ascolto e seguito con risposte concrete.” un buon tasso di adesione, occorrerà continuare a informare i cittadini sugli effetti benefici che il vaccino può garantire. Non soltanto per noi stessi, ma anche per chi abbiamo al nostro fianco e alla società tutta». Sul piano personale che insegnamento ha tratto da questa drammatica vicenda? «All’inizio le incognite legate a questo virus erano innumerevoli ed è stato quindi molto difficile individuare gli interventi necessari e urgenti legati a una situazione nuova su scala mondiale. Questo contesto mi ha portato a riconfermare l’importanza di valori in cui credo molto, ossia quelli del lavoro di squadra e dello spirito di servizio. Solo condividendo le proprie riflessioni è peraltro possibile analizzare a fondo e approfondire i problemi, ampliare il proprio sguardo e considerare aspetti che magari inizialmente possono sfuggire, così da riuscire a proporre in tempi rapidi la risposta migliore per la popolazione. Con lo stesso spirito di condivisione abbiamo costantemente tenuto al corrente i cittadini, comunicando con regolarità, tempestività e trasparenza le informazioni e le decisioni, anche difficili, che ne conseguivano. Come Consiglio di Stato abbiamo sempre agito a favore del Bene comune, e continuiamo a farlo anche se l’emergenza sta assumendo una forma nuova». In questi ultimi mesi la campagna vaccinale ha richiesto risorse ed energie. Con che bilancio procede questa esperienza e quando la popolazione potrà ritenersi messa in sicurezza? «Il bilancio è più che positivo, sia perché grazie ai valori evocati sopra (in
particolare quello della collaborazione) il nostro Cantone è stato in grado di mettere a punto un dispositivo efficace e performante. Nel primo semestre di campagna abbiamo dimostrato di saper procedere a ritmi spediti, con il Ticino sempre fra i primi in termini di velocità di somministrazione di dosi. La limitazione per noi è infatti sempre stata quella della disponibilità di vaccino, che soprattutto all’inizio è arrivato col contagocce. La popolazione ha risposto bene e nel corso dell’estate raggiungeremo la quota dei due terzi di popolazione vaccinata completamente. Il nostro obiettivo rimane quello di aumentare ulteriormente questo numero, così da scongiurare i decorsi più gravi in caso di malattia. Cercheremo di stimolare gli indecisi e convincerli a compiere il passo, perché i due vaccini disponibili continuano a dimostrarsi efficaci e sicuri. È questa la misura principale per riuscire a uscire dalla pandemia e confidiamo che la popolazione possa approfittare di questa opportunità». Quali altri problemi relativi alla socialità si trova attualmente ad affrontare nell’ambito del suo Dipartimento? «Concepisco i “problemi” piuttosto come delle “sfide” a cui come Dipartimento abbiamo la possibilità di dare ascolto e seguito con risposte concrete. Le esigenze della popolazione sono molteplici: come DSS possiamo abbracciare tutta la collettività, come dicevo in entrata, rivolgendoci ai giovani, alle famiglie, agli anziani, alle persone con disabilità e a quelle più vulnerabili. Fra i temi prioritari vi è quello della conciliabilità famiglia-lavoro, con la volontà fra l’altro di completare TICINO WELCOME / SET - NOV 2021
13
PRIMO PIANO / RAFFAELE DE ROSA
la rete di asili nido introducendo anche un label di qualità; il tema della sfida demografica, che coinvolge certamente anche altri Dipartimenti, viene fra l’altro recepito nel DSS attraverso la pianificazione integrata del settore degli anziani (progetto posto in consultazione e su cui sarà presentato un messaggio entro la fine dell’anno) oppure con politiche a favore del reinserimento sociale e professionale, volte a ristabilire un sentimento di fiducia nel cittadino. Siamo poi impegnati sul fronte della prevenzione della violenza in ambito giovanile o domestico, con specifici programmi interdipartimentali. La collaborazione, come dicevo, è tangibile e si riscontra nei fatti». Come ha vissuta nell’ambito della sua famiglia l’esperienza degli ultimi mesi e il carico di responsabilità che ha dovuto assumersi?
14
TICINO WELCOME / SET - NOV 2021
«La carica porta con sé notevoli responsabilità a prescindere da una pandemia. Diciamo però che l’ottimo clima di collaborazione con i colleghi di Consiglio di Stato, con i collaboratori del Dipartimento, con i Comuni e con gli enti esterni ha aiutato molto durante questi mesi in cui il Coronavirus ci ha tenuti molto sotto pressione. Nella sfera privata posso dire che come per tutte le famiglie ticinesi anche per la mia si è trattato di un momento difficile e delicato, soprattutto durante la prima ondata con la chiusura fra l’altro delle scuole. Anche i bambini hanno vissuto qualcosa di completamente nuovo e abbiamo potuto vivere sulla nostra pelle quanto sia determinante garantire una continuità nell’insegnamento, non soltanto dal punto di vista prettamente didattico ma soprattutto per quei valori sociali, aggregativi ed educativi che la scuola offre e promuove ogni giorno. Le limitazioni in ter-
mini di contatti sociali, vissuti anche nei confronti dei nonni e delle persone vulnerabili più vicine, sono state emotivamente pesanti, soprattutto perché hanno circoscritto la nostra possibilità di dar loro una mano. La solidarietà espressa in molti modi è riuscita a supplire queste mancanze: come società ritengo abbiamo appreso a pensare prima a chi è più fragile, a chi è solo, a chi vive situazioni di precarietà. Anche questo è certamente stato un insegnamento che spero tutti, anche le generazioni più giovani come quella dei miei figli, potranno ricordare in futuro quando si troveranno a raccontare di “quell’anno in cui non siamo neanche potuti andare a scuola per un po’ di tempo».
Ci sono cose più belle della previdenza. Ma non così importanti. 2 ore ben investite. Consulenza previdenziale UBS per situazioni patrimoniali complesse: Pianificare al meglio la previdenza.
© UBS 2021. Tutti i diritti riservati.
ubs.com/pianificazione-previdenza
PRIMO PIANO / GLAUCO MARTINETTI
PROBLEMI E PROSPETTIVE DELLA SANITÀ IN TICINO ra più pressione sul sistema. Operativamente tutto era ben organizzato e funzionante, visto che la pandemia era arrivata già a febbraio 2020».
GLAUCO MARTINETTI HA ASSUNTO DA GENNAIO 2021 LA CARICA DI DIRETTORE GENERALE DELL’ENTE OSPEDALIERO CANTONALE E, DOPO LA PANDEMIA, È CHIAMATO AD AFFRONTARE UNA FASE DI PROFONDE TRASFORMAZIONI NELL’ORGANIZZAZIONE DELLA SANITÀ TICINESE.
16
TICINO WELCOME / SET - NOV 2021
L
a sua nomina è corrisposta nel tempo all’arrivo della seconda ondata della pandemia. Quali problemi ha dovuto subito affrontare? «La pandemia ha causato una voragine negli affetti personali più intimi dei nostri concittadini. Avere sempre presente questa drammaticità porta ad avere ancora più attenzione e concentrazione nel lavoro quotidiano. Lo spirito di dedizione che si respira all’interno dell’EOC a causa della pandemia è assolutamente straordinario e fors’anche unico. Chiaramente la pandemia porta con sé dei momenti decisionali molto brevi: dall’analisi del problema, alla presa di decisione e all’attuazione passano pochi istanti. D’altro canto anche i nostri collaboratori sono stati toccati in prima persona dalla pandemia (circa il 10% si è ammalato) e questo ha comportato anco-
Prima di occuparsi di sanità, lei ha maturato significative esperienze in ambito economico. Ritiene che le strategie adottate dalle autorità federali siano state complessivamente adeguate a contemperare salute ed economia? «Ogni strategia, soprattutto in ambito politico, ha valore solo se applicata. La migliore strategia del mondo serve a nulla se rimane chiusa in un cassetto o se non viene supportata dalla popolazione. In questo senso ritengo che le decisioni del Consiglio federale siano state adeguate, perché recepite e applicate dalla popolazione. Alcuni settori economici, penso alla ristorazione ma anche agli stessi ospedali, sono stati toccati economicamente in modo massiccio. Nel complesso però, e i principali indicatori economici lo mostrano, la Svizzera è uscita bene dalle prime due ondate pandemiche. Gli aiuti messi in campo per l’economia sono arrivati molto velocemente e con poca burocrazia, tipico della Svizzera. Ho un qualche dubbio sui prestiti che dovranno essere rimborsati da parte delle aziende. Il basso tasso di disoccupazione mostra però che le misure hanno funzionato bene e anche a livello di contenimento delle infezioni siamo riusciti a parare bene il colpo». Quali sono stati gli effetti della pandemia, che in Ticino si è manifestata con particolare virulenza, sui conti 2020 dell’EOC? «La chiusura di tutte le attività elettive decisa dal Consiglio federale a marzo
PRIMO PIANO / GLAUCO MARTINETTI
del 2020 ha portato lo scorso anno ad una pesante situazione economica. Oltre a questo EOC ha dovuto riorganizzare completamente il lavoro di tutte le sue sedi. Si è parlato nei mass-media, per quanto attiene all’EOC, prevalentemente della Carità di Locarno. In realtà per poter supportare Locarno con le dovute risorse, tutti gli ospedali hanno dovuto riorganizzarsi completamente. EOC ha quindi chiuso il 2020 con una perdita di 54 miliomi di franchi, in sintonia con gli altri ospedali svizzeri delle medesime dimensioni». Quali previsioni avanzate per il 2021 e come pensate di fare fronte alle necessità di finanziamento delle attività dell’EOC? «Durante i primi tre mesi del 2021 abbiamo sofferto molto la seconda onda del Covid. Le attività di degenza e ambulatoriali sono scese al minimo. Durante i mesi estivi abbiamo ripreso un buon andamento e abbiamo recuperato un buon numero di interventi. Ciò nonostante la flessione dei primi tre mesi non sarà totalmente recuperabile e quindi chiuderemo in perdita anche il 2021. Abbiamo riserve a sufficienza per assorbire anche questo contraccolpo. In complesso però è utile ricordare che i costi della degenza in EOC e le relative tariffe sono inferiori alla media nazionale: la gestione degli ospedali cantonali è quindi una gestione sana e finanziariamente oculata. Il problema di fondo rimangono i numeri che in taluni casi non giustificano più una presenza così puntuale sul territorio. Ad esempio in Ticino abbiamo ancora sei maternità aperte con una natalità fortemente in calo. Lugano e Locarno hanno addirittura due maternità attive per città». A che punto è il piano di vaccinazione della popolazione e quali le maggiori difficoltà incontrate? «Il piano vaccinazione non è definito da EOC. Mi sembra però che in Tici-
“Il piano vaccinazione non è definito da EOC. Mi sembra però che in Ticino la popolazione abbia recepito bene il messaggio e il piano abbia funzionato bene, dopo i primi intoppi iniziali.” no la popolazione abbia recepito bene il messaggio e il piano abbia funzionato bene, dopo i primi intoppi iniziali. È importante arrivare ad un tasso alto di vaccinazione (idealmente ill 90%) sulle classi d’età più a rischio». In che misura il quadro sanitario e quelle economico impongono una ridefinizione dei progetti futuri? «Il CdA di EOC ha dato mandato alla Direzione Generale nel 2020 di rivedere una serie di progetti sotto un’analisi denominata “Stress-Test”. Oltre agli elementi economici e sanitari del momento, ci si è anche chinati sull’evoluzione demografica futura del Cantone Ticino. È emerso chiaramente che il Cantone Ticino ha arrestato la sua crescita demografica (soprattutto la regione del luganese) e gli scenari di forte crescita sono quindi stati rivisti al ribasso. Al contempo la popolazione del Cantone Ticino continua ad invecchiare: il tasso di over 65 in Ticino è il più alto della Svizzera e secondo le previsioni è determinato a crescere ulteriormente. Questi ultimi elementi andranno a condizionare la progettualità in modo marcato. EOC è quindi impegnato per fare in modo di ridare un nuovo ciclo di vita a tre dei quattro ospedali. Per Bellinzona invece si progetta il nuovo ospedale della Salegginac». L’Ente ha molte eccellenze al suo interno in termine di competenze, istituzioni, servizi, ecc. Ritiene che la comunicazione sinora portata avanti renda adeguatamente conto dei meriti di questa istituzione? «Il tema della comunicazione in EOC è un tema molto sentito. Negli ultimi anni anche il settore della comunica-
zione ha vissuto importanti innovazioni e cambiamenti, che richiedono un adeguamento delle modalità e degli approcci comunicativi. In questo senso, già nel 2020 sono state condotte riflessioni, analisi e approfondimenti volti a rilevare le opportunità di miglioramento e le linee di indirizzo per una nuova strategia. A settembre 2021 ha iniziato la collaborazione in EOC il nuovo responsabile comunicazione: a lui il compito, lavorando in stretta collaborazione con la Direzione generale, di attuare la nuova strategia di comunicazione. D’altro canto i portatori di interesse (stakeholder) sono veramente molteplici: abbiamo il semplice cittadino sia quale possibile fruitore sia quale contribuente, abbiamo il personale interno (oltre 6 mila collaboratori), abbiamo inoltre i medici del territorio e abbiamo le classi di interesse speciali quali ricercatori. Non da ultimo abbiamo la politica. Ognuno ha dei bisogni chiaramente differenti di informazione. Sono convinto che la nuova persona responsabile della comunicazione, unitamente ad una nuova struttura organizzativa e a nuovi approcci comunicativi, sapranno darci belle soddisfazioni in futuro». Come sta procedendo l’integrazione del Cardiocentro nell’Ente? «Molto bene. Siamo molto contenti dell’avanzamento del progetto. Le persone da ambo le parti (EOC e Cardiocentro) dimostrano una voglia di collaborazione e di integrazione fantastica. Come in ogni progetto c’è la voglia di riuscire a fare tutto molto velocemente: in realtà il segreto è appunto la gestione del tempo. Dare il tempo affinché le situazioni maturino da sole». TICINO WELCOME / SET - NOV 2021
17
PRIMO PIANO / GIONA A. NAZZARO
LOCARNO FILM FESTIVAL: QUANDO IL CINEMA PORTA IN LUOGHI SCONOSCIUTI Ph: ©TiPress
ITALIANO, CON UNA LUNGA ESPERIENZA DI VITA IN SVIZZERA. CRITICO CINEMATOGRAFICO PER GRANDI QUOTIDIANI, COINVOLTO NEI PIÙ IMPORTANTI FESTIVAL D’EUROPA. DA QUEST’ANNO, GIONA A. NAZZARO È IL DIRETTORE ARTISTICO DEL LOCARNO FILM FESTIVAL, PRONTO AD AFFRONTARE L’INCARICO CON IDEE MOLTO PRECISE. DI MANUELA LOZZA
18
TICINO WELCOME / SET - NOV 2021
L
ei oggi può valutare l’argomento da una prospettiva panoramica. Come vanno le cose a livello europeo? Quale importanza ricoprono oggi i festival del cinema? Sono ancora una spinta, un pungolo, verso la qualità? «Premesso che ho preso una pausa da tutte le altre collaborazioni di questo tipo, proprio per potermi concentrare al 100% su Locarno, per me c’è una risposta netta alla domanda: non ci sarebbero i festival senza cinema, ma senza i festival il cinema sarebbe “meno cinema”. Come si traduce ciò a Locarno? Abbiamo pensato a un programma mosaico, che creasse un luogo al quale si può accedere da più punti contemporaneamente. Un festival dove lo spettatore può trovare sempre qualcosa che attivi in lui il piacere della scoperta, la gioia nel confrontarsi con qualcosa che non conosce. Nel Festival si trovano grandi blockbuster e pellicole molto personali e individuali di cineasti particolarmente creativi. Tutto da godere anche attraverso il ritorno all’esperienza collettiva del cinema. Spero così di riuscire a restituire il momento storico che stiamo attraversando: fino al 2019, non ci rendevamo conto che le cose stavano cambiando. La pandemia, colpendo le sale e i festival, ha fatto emergere lo schema della trasformazione del consumo delle immagini, dove basare tutto su un film dalla mega produzione, per il quale si sperano enormi incassi al botteghino, non basta più. Dove stanno i festival in questo sistema? Le kermesse hanno lo scopo di
rendere conto della diversità delle produzioni, di aprire possibilità di conversazioni potenziali». Qual è la caratteristica che rende il Locarno Film Festival diverso dalle altre manifestazioni legate al cinema? «Locarno è un festival internazionale dalla lunga storia, calato nel tessuto cittadino di un piccolo centro geografico del Ticino. Un festival internazionale che fa parte della vita dei cittadini e che diventa l’evento chiave di una regione. Così la manifestazione vive all’interno di un contesto locale, transregionale e internazionale. I divi sono calati nella città vivibilissima, a fianco delle persone, non nella grande macchina dei protocolli: vivibilità e prossimità fanno parte della storia di questo festival. Rapporti più umani e immediati, masterclass, chiacchierate… tutte cose che in altri festival con scadenze più serrate non sono possibili. A Locarno le persone sono rispettose, non assaltano i protagonisti, i giovani cineasti riescono a creare relazioni per il prossimo film, i personaggi più d’esperienza possono chiacchierare tranquillamente, senza cerimonie, con chi apprezza il loro lavoro». Anche tramite le sue pubblicazioni, Lei mostra interessi specifici in campo cinematografico, cosa porterà di queste passioni nelle prossime edizioni del festival? «Credo nella firma del curatore, non amo i programmi neutri “di tutto un pò”, per non scontentare nessuno. Contemporaneamente però sono certo
PRIMO PIANO / GIONA A. NAZZARO Ph: ©Locarno Festival, Gabriele Putzu
che quando si inizia a lavorare sul festival, pur portando il vissuto professionale e umano, sia necessario mettere i piedi fuori dal perimetro del proprio sguardo: il festival si inizia a pensare come discorso critico dal momento in cui ci si lascia tutto alle spalle. Sia gli organizzatori che il pubblico, quando provano piacere? Quando il film li conduce in un luogo che non conoscono, quando si perdono in territori nuovi. Questo nella pratica si traduce nel fatto che se un film mi accompagna su stra-
de che mi sono già famigliari, non lo porto al festival, anche se mi è piaciuto. Lo scopo è sempre perdersi in nuovi territori. Anche per questo, per dare spazio a un cinema dagli intenti più avventurosi, con espressioni singolari, abbiamo pensato al fuori concorso, dove trovano spazio anche le pellicole sperimentali. Così, la relazione è equa, anche noi ci mettiamo in una situazione di incertezza: scegliendo un film che ci conduce fuori dal perimetro, restiamo in attesa della reazione del pubblico,
che non può essere scontata. Questa relazione emotivamente equa mi appassiona moto, è base per il dialogo». Italia e Svizzera, un cinema d’immensa tradizione e uno giovane e vitale, che recentemente abbiamo visto incontrarsi in pellicole poi amate non solo dal pubblico ma anche dai “tecnici”. Dal suo osservatorio di critico d’esperienza, come vede il futuro di questo rapporto? «Io mi auguro che queste due realtà si incontrino sempre di più per creare un legame più stretto e di prossimità, in particolare tra Ticino e Italia: La Svizzera porterà questo desiderio e questa inquietudine di scrivere nuovi mondi e l’Italia un po’ del suo spirito avventuriero, quello che le ha fatto creare grandi capolavori del passato. In questa unione così vitale, ricca di spiriti tumultuosi, vedo la tempesta perfetta». TICINO WELCOME / SET - NOV 2021
Ph: ©Locarno Festival, Massimo Pedrazzini
19
PRIMO PIANO / ALBERTO PLAZZI E LORENZ KUENG
REAL ESTATE, HOW STRONG ARE THE FOUNDATIONS? ALBERTO PLAZZI IS FULL PROFESSOR OF FINANCE AT USI AND FACULTY MEMBER OF THE SWISS FINANCE INSTITUTE. HE HOLDS A PHD IN FINANCE FROM THE UCLA ANDERSON SCHOOL OF MANAGEMENT. HIS RESEARCH INTERESTS INCLUDE EMPIRICAL ASSET PRICING, REAL ESTATE, INSTITUTIONAL INVESTORS, AND FINANCIAL ECONOMETRICS. LORENZ KUENG IS SENIOR ASSISTANT PROFESSOR OF ECONOMICS AT USI AND FACULTY MEMBER OF THE SWISS FINANCE INSTITUTE. HE HOLDS A PHD IN ECONOMICS FROM THE UNIVERSITY OF CALIFORNIA, BERKELEY. HIS RESEARCH FOCUSES ON HOUSEHOLD ECONOMICS AND FINANCE, PUBLIC FINANCE, AND APPLIED MACROECONOMICS.
S
Alberto Plazzi
BY DIMITRI LORINGETT
Lorenz Kueng
20
TICINO WELCOME / SET - NOV 2021
imilar to business cycles or stock markets, real estate is also subject to up- and downtrends, which can be driven by a number of factors, namely demographics, economic growth or recession expectations and, most important, interest rates. Over the past decade and a half, in fact, the consistently low level of interest rates – which in some instances have even turned negative – has prompted large institutional firms (insurance companies, pension funds, etc.), who typically require low risk and adequate returns, to invest in real estate, becoming thus one of the main drivers of the current real estate market boom. But the ultra-low regime of interest rates is expected to end, eventually (the US Federal Reserve has already hinted at rate hikes in 2023), an event that, when coupled with the socio-economic effects of the pandemic and, not least, climate change, will certainly have an impact on the global commercial and residential real estate market. Real estate is indeed an asset class of its own, just other financial instruments, and therefore the subject of interest not only for market experts, but also to academics, like Finance professor Alberto Plazzi and Economics professor Lorenz Kueng, both at the USI Faculty of Economics and faculty members of the Swiss Finance Institute. Plazzi and Kueng share a few insights on the trends and risks in the commercial and residential real estate markets, which concern investors, lenders, and homeowners alike, in the wake of the pandemic and climate change, but also of digital innovation and interest rate expectations.
PRIMO PIANO / ALBERTO PLAZZI E LORENZ KUENG
H
ow does real estate differ from other classes of assets, such as stocks or bonds? «From a homeowner’s view, property is not only an investment, but also a product of consumption», says Lorenz Kueng. «Real estate does share many of the characteristics of stocks and bonds, in particular with respect to price swings and the risk premiums of equity. Nonetheless, one dimension where real estate differs considerably from stocks and bonds is the general absence of possibilities to short the market or to mitigate price risks». So, similar to financial markets, is real estate also at risk of “bubble-to-burst” events? «High leverage possibilities and the relaxation of lending standards, as recently observed in the U.S., mechanically lead to the risk of amplifying any potential shocks which may occur», says Alberto Plazzi. «Due to the low liquidity which typically prevails in the real estate market, as well as the quantity and quality of data available, we have limited oversight of what the current market price is and in which direction it is heading. The direct consequence is that it takes considerably more time to learn if a real estate transaction was a good one or a bad one, in comparison to trades on a publicly listed market, like for example stocks. In addition, because of the virtual nonexistence of hedging contracts and the fact that it is difficult to break down individual properties, we have very limited means of diluting an investor’s price exposure. The combination of these factors means that real estate investments are typically risky». What have been the recent trends in real estate markets? «Real estate prices worldwide have gone up significantly over the past 10 and more years, but we can
observe the same trend in the equity market. I believe the key driver behind this rise is the lowering of interest rates, which has mechanically pushed both real estate and equity prices up, and has pushed investors to go one step further, in terms of risk, when hunting for yield», says Prof. Kueng. «With concerns to the Swiss market, data show that the house-price-to-rent ratio (which is similar to the price-to-dividend ratio in the equity market) and the houseprice-to-median-income ratio have both gone up over the past 15 years, suggesting the possible creation of a price bubble. We must nonetheless look at these ratios with a critical eye, as data limitations are one of the key characteristics of the real estate market. Market heterogeneity is widespread, and we typically don’t observe the rental and sales prices of the same house simultaneously». Do technological innovations in finance have the possibility of disrupting the real estate market? «I don’t believe that financial technology (FinTech) can disrupt the real estate market per se», says Plazzi. «Its tangible brick-and-mortar dimension is here to stay, and experience shows that the possibility of developing financial instruments, such as options and futures, for real estate are largely limited. But I do believe that FinTech will nonetheless impact some parts of the real estate market». The commercial and residential real estate sectors are responsible for a combined 17.5% of all global greenhouse gas emissions. How will initiatives to curb such emissions impact the real estate market, and how should they be designed? «The real estate market has a huge potential to play in terms of curbing greenhouse gas emissions, in comparison to, for example, agriculture and forestry. The technologies to lower green-
WHAT IS THE SWISS FINANCE INSTITUTE? Swiss Finance Institute (SFI) is the national centre for fundamental research, post-graduate (PhD) training, knowledge exchange, and continuing education in the fields of banking and finance. SFI’s mission is to grow knowledge capital for the Swiss financial marketplace. Created in 2006 as a public– private partnership, SFI is a common initiative of the Swiss finance industry, leading Swiss universities, and the Swiss confederation. www.sfi.ch
house gas emissions in the real estate sector already exist (i.e., insulation, solar power panels, energy storage solutions, etc.)», replies Kueng, who adds, «I am quite optimistic that the real estate sector will adopt the appropriate technology and adapt rapidly. Government intervention, with respect to mandatory disclosures on emissions, could help accelerate this transition. Another nice point here is that the transition is not concentrated in the hands of a few players, but is largely in the hands of billions of homeowners». On this subject, Prof. Plazzi comments, «Data indeed show that energy efficiency labels have a clear impact on real estate prices. Public mechanisms, in particular taxes and subsidies, need to push harder to accelerate the energy transition of the real estate sector. I can imagine a dynamic tax system, similar to the one that exists regarding car emissions, for example, where owners of properties whose energy efficiency falls below some threshold would face an additional tax. Such a TICINO WELCOME / SET - NOV 2021
21
PRIMO PIANO / ALBERTO PLAZZI E LORENZ KUENG
system would launch a race among property owners to invest in energyefficient solutions, as the market’s average efficiency would mechanically improve over time». What does tomorrow’s mortgage market look like, and how should banks – and institutional investors – adapt to it? «Interest rates and mortgage rates alike are not expected to increase in the short run, nor in the medium run», says Plazzi. «With such low rates, margins tend to be razor thin, meaning that the scope for competition should not be fierce. Banks should focus on maintaining good relationships with their existing clients and monitoring their credit risk. As for institutional investors, and in particular pension funds, the focus is typically on the requirement to fulfil given investment quotas. Today’s financial environment, characterized by low interest rates and high real estate prices, is radically different from the one which prevailed 15 years ago, so from a general perspective, diversification is key when constructing a portfolio, which should occur not only across assets, but also across industries and geographic areas. In the specific case of real estate, we need to account for the age of the property, as increases in environmental scrutiny regarding the real estate sector will likely push the price of inefficient properties – which are numerous in Switzerland – downward. This gap, in terms of energy efficiency, between old and recent buildings, will generate a major price discount for old buildings and could ultimately pose a threat for pension funds». As mentioned, real estate is an asset class for investment. Also for homeowners, as such, for whom a residential house is typically the largest asset owned by a household. What does this mean in terms of portfolio diversification?
22
TICINO WELCOME / SET - NOV 2021
«Overall, investing primarily in real estate means that the household’s financial risk is poorly diversified and, worse, that this risk is highly leveraged», says Lorenz Kueng. «U.S. data show that real estate prices are positively correlated with wages, so when the economy is booming, rents go up and so do wages. This correlation implies that renting provides a natural hedge to changes in economic output – a hedge which homeowners give up. Interestingly, financial advisors tend to omit the hedging benefit of renting when they analyse the financial risk individuals are facing. Whether these US results apply to the Swiss market remains an open question. Nonetheless, many people believe that the risk in real estate is similar to that of government bonds, which is shockingly wrong. Real estate prices have dropped in the past and will drop again in the future». What would be your word of caution for households? «Owning real estate obviously has large benefits, but it also comes with risks, which people tend to minimize. Households need to run the numbers
and go beyond the figures of rent and interest payments; they need to be disciplined, when it comes to effective maintenance, and also consider debt amortization beyond the minimum that is required. Buying property is both a financial decision and an emotional one, which means that we need to view real estate decisions from multiple perspectives», concludes Prof. Kueng. More insights from market and industry experts are included in the full version of this interview published in the June 2021 issue of SFI Roundups.
omegawatches.com SO LO A L CI N EM A
JAMES BOND’S CHOICE Sulle tracce di un misterioso criminale, James Bond affronta una nuova missione in No Time To Die indossando un OMEGA Seamaster Diver 300M. Realizzato in leggerissimo titanio, questo modello è pronto all’azione e vanta la massima affidabilità Master Chronometer, con il suo alto standard di precisione e impareggiabile resistenza ai campi magnetici.
Tourbillon Boutique: Via Nassa 3 • Lugano
PRIMO PIANO / MESTIERI DEL FUTURO
IL MONDO CAMBIA E NON TI ASPETTA. MOLTE DELLE PROFESSIONI ATTUALI CONTINUERANNO AD ESISTERE MA SUBIRANNO DELLE TRASFORMAZIONI, COME TUTTO CIÒ CHE CI CIRCONDA. COSA FARE? COME ORIENTARSI? QUALE MESTIERE? DI MORENA FERRARI GAMBA
L
a preoccupazione è pressante e presente ed il precariato è dietro l’angolo. Ci vuole attenzione ed equilibrio come in tutte le cose e, paradossalmente, si scopre che nel mondo del lavoro c’è penuria di alcune figure professionali vecchie e nuove che potranno avere un futuro. Certo cambierà il modo di lavorare, ma non l’essenza del mestiere. Artigianato Farsi confezionare un vestito su misura, aggiustare una borsa, sistemare una poltrona, farsi fare un mobile, diventa sempre più difficile. Dove sono finiti gli artigiani? Un tempo non tanto lontano c’erano panettieri-artigiani, falegnami, sarte e ricamatrici (profili preziosi nel settore della moda), calzolai, tappezzieri, maniscalchi e altri lavori che oggi scarseggiano se non addirittura scomparsi. L’intelli-
24
TICINO WELCOME / SET - NOV 2021
NON SOLO TECNOLOGIA genza non è solo quella della testa ma anche quella delle mani! La capacità di riparare, rigenerare, ricostruire tipica del mondo artigiano, in verità, è un’arte più attuale e ricercata che mai. Certo cambierà, l’artigiano diventerà più tecnologico utilizzando nuovi strumenti di lavoro, ma le basi dell’arte rimangono quelle. Oltretutto se pensiamo a vere e proprie botteghe (artigiane) uniscono spesso il luogo di lavoro con l’abitazione e possono far rivivere la vita cittadina in centro e nelle periferie. Servizi alla persona Altri lavori, che non vedono crisi, sono quelli che riguardano i servizi alla persona: medici, infermieri, psicologi ma anche badanti, domestici, autisti, cuochi, camerieri, vigilantes, e ancora, insegnanti ed educatori in genere, insomma, tutti quei lavori che hanno a che fare con i servizi e il benessere della persona in senso generale. Infatti, con l’aumento dell’invecchiamento della popolazione e in un certo senso anche del benessere, con la crescita del disagio sociale, con le difficoltà nella gestione della famiglia e dei figli, sempre più persone richiedono un sostegno da parte di persone e di strutture esterne. Spesso non le troviamo sul territorio e a volte neanche nel bacino frontaliero. Tecnica e ambiente Da diversi anni si registra una carenza di personale specializzato in certi ambiti dell’informatica, della scienza, della tecnica e dell’ingegneria. Studi della Confederazione denunciano, con preoccupazione, come da diversi anni si sia registrata una forte diminuzione di studenti
orientati a quello che viene inquadrato come area MINT: matematica, informatica, scienze naturali e ambientali, scienze tecniche. Senza contare la carenza del genere femminile in questo ambito poiché la cultura della nostra società, per troppi anni, ha suddiviso i mestieri tra quelli adatti alle donne e quelli adatti agli uomini. Va pur detto che recentemente un piccolo vento di cambiamento in questo ambito lo si è costatato, ma ancora lontano nei numeri. La carenza di personale in alcune aree è sicuramente imputabile ad una insufficiente informazione e sensibilizzazione dei giovani sulla formazione e percorsi di studio, cosa che dovrebbe avvenire già durante i primi anni di scuola. Diversi studi dimostrano come gli anni più sensibili per appassionare e orientare un giovane siano proprio quelli tra gli undici e quindici anni e, guarda caso, sono gli anni della scuola secondaria, al termine della quale si debbono fare le scelte che determinano il futuro dei ragazzi. In un’epoca di cambiamento nella comunicazione, nella velocità di diffusione delle informazioni, nei valori e nelle priorità della società, è necessario percepire altrettanto velocemente le esigenze del mondo del lavoro e il modo di lavorare. Capirlo spetta prima di tutto a coloro che hanno una responsabilità politica o che sono legati al mondo della formazione, dell’educazione e dell’orientamento professionale. Dovrebbero infatti essere proprio loro i più veloci ad adattarsi a questi cambiamenti e trasmettere in modo positivo ai giovani che il futuro gli può offrire molteplici possibilità. Per far questo è però necessario essere più flessibili, aperti, creativi, dinamici e moderni, come lo sono i giovani.
GRANDANGOLO / MORENO BERNASCONI
RIVOLUZIONE DIGITALE ED ECONOMIA GREEN NON SONO PULITE OGNI RIVOLUZIONE ECONOMICA HA RICHIESTO UN ENORME CONSUMO DI ENERGIA E PRODOTTO EFFETTI PERVERSI DAL PUNTO DI VISTA AMBIENTALE. LA PRIMA RIVOLUZIONE INDUSTRIALE IN PARTICOLARE. CONTRARIAMENTE A QUANTO MOLTI PENSANO, ANCHE LA RIVOLUZIONE DIGITALE E LA COSIDDETTA SVOLTA ENERGETICA SOSTENIBILE NON SONO PER NULLA PULITE: AUMENTANO IN MODO ESPONENZIALE IL FABBISOGNO DI ELETTRICITÀ E NECESSITANO DI INGENTI QUANTITÀ DI MINERALI RARI LA CUI ESTRAZIONE È ALTAMENTE INQUINANTE. DI MORENO BERNASCONI
G
estire la “quarta rivoluzione industriale”, con i suoi grandi bisogni dal punto di vista delle fonti energetiche e raggiungere nel contempo la neutralità ambientale per far fronte ai cambiamenti climatici rappresenta una sfida estremamente complessa che non si vince con slogan velleitari e fughe in avanti ma individuando soluzioni differenziate e concertate su scala mondiale per evitare pericolosi squilibri geopolitici. Recentemente la presidente dell’Unione europea Ursula von der Leyen ha affermato quanto segue: «L’economia dei combustibili fossili ha raggiunto i suoi limiti. L’Europa è il primo continente che presenta un’archi-
26
TICINO WELCOME / SET - NOV 2021
tettura globale per realizzare le nostre ambizioni climatiche con una tabella di marcia. La rivoluzione verde è il nostro compito generazionale. Non c’è un compito più grande e più nobile di questo e l’Europa è pronta ad assumere un ruolo guida». Il piano FitFor55 indica gli strumenti per la rivoluzione verde, ovvero ridurre del 55% le emissioni di CO2 entro il 2030, con l’obiettivo finale di azzerarle nel 2050 e per farlo occorre fra l’altro bandire le auto a benzina entro il 2035 e sostituirle con quelle che consumano elettricità. Ma l’Europa è davvero “pronta ad assumere un ruolo guida”? Per raggiungere questo obiettivo molto ambizioso non basta applicare la ricetta cui la BCE
GRANDANGOLO / MORENO BERNASCONI
ha abituato gli europei dal punto di vista economico-finanziario: non curarsi dell’indebitamento e stampare moneta a colpi di migliaia di miliardi (cui non corrisponde più da decenni nessun deposito reale di ricchezza). I chilowattora con cui far funzionare le macchine elettriche e i computer non si stampano alla bisogna; occorre produrli concretamente. E sappiamo che l’UE non solo non è autosufficiente dal punto di vista del proprio fabbisogno energetico, ma dipende in larga misura dall’energia importata dall’estero. Nel 2019 era dipendente per il 60% dalle importazioni, soprattutto di petrolio e gas in provenienza dalla Russia. La dipendenza energetica della locomotiva economica dell’UE, la Germania, è addirittura del 67% e anche qui si tratta in larga misura di importazioni di energie fossili dalla Russia. Il paradosso è stridente: come si fa a dichiarare la volontà di svolgere un ruolo guida nel campo dell’economia verde e dipendere in modo preponderante (e crescente) dalle importazioni di energie fossili? A maggior ragione se - come ha fatto velleitariamente la Germania - si decreta la chiusura anticipata delle centrali che producono energia nucleare, una fonte di energia che non emette praticamente anidride carbonica. La Svizzera, che ha seguito troppo frettolosamente le orme della Germania, si è vista costretta a procrastinare la chiusura delle proprie centrali atomiche, senza le quali appare impossibile realizzare gli obiettivi ambientali della Strategia energetica 2050. Il fantasma della penuria energetica è ormai un problema riconosciuto e molto reale in Europa e dipendere dalla Russia per avere garantita l’elettricità necessaria per scaldare le case d’inverno e alimentare le macchine elettriche e l’insieme delle infrastrutture su cui poggia la rivoluzione digitale non è una prospettiva rallegrante. Come non appare rallegrante dipendere in larga misura dalla Cina per
rispondere al fabbisogno di minerali rari da cui dipendono le tecnologie sia delle energie alternative (turbine eoliche, pannelli solari…), sia dei cellulari, i tablet, le batterie delle auto elettriche e circuiti dei veicoli autonomi, sistemi radar, intelligenza artificiale e sistemi di cybersicurezza… La lista di queste terre rare essenziali per le tecnologie digitali e le energie rinnovabili sarebbe lunga: silicio, cobalto, bismuto, tantalo, prometeo… nomi emblematici che evocano la volontà dell’uomo di sostituirsi agli dei e di fare prodigi. Le loro proprietà catalitiche, elettroniche e ottiche sono “magiche”: l’indio permette ad esempio agli schermi dei cellulari di diventare tattili, ma per rendere i nostri smartphone i gioielli che sono ci vogliono una dozzina di metalli rari. La realtà è che la produzione di smartphone, di pannelli solari, microchip, magneti, veicoli elettrici, turbine eoliche… richiede l’estrazione di enormi quantità di materie grezze per trarne centinaia di migliaia di tonnellate di terre rare ogni anno. Per le turbine eoliche di ultima generazione e quelle off-shore del Mare del Nord (ma anche per i magneti utilizzati nei veicoli elettrici) viene utilizzato il neodym, molto raro e costosissimo, la cui estrazione è estremamente difficoltosa e provoca enormi danni ambientali a causa delle scorie tossiche e radioattive che vengono prodotte. Insomma, estrarre e raffinare questi minerali ha un costo ecologico elevatissimo, come dimostrano inchieste approfondite pubblicate negli ultimi dieci anni. La realtà è anche che il principale produttore di queste terre rare è la Cina (nel 2018 ne ha prodotto 120.000 tonnellate su 170.000, vale a dire più del 70%). Dall’inizio degli Anni Novanta del secolo scorso, Pechino ha investito massicciamente (e segretamente, con danni ambientali e umani devastanti per intere regioni del Paese, ad esempio nella regione di
Boatou, nella Mongolia interiore) in questo mercato conquistando un’indiscutibile posizione dominante. E proprio in forza di questa posizione dominante due anni fa, in replica alle minacce di Trump di bloccare l’esportazione di merci cinesi, Xi Jinping ha pubblicato i dati della produzione mineraria cinese (segnatamente quella delle terre rare) mandando a dire agli USA e al mondo che se l’Occidente non voleva ripiombare negli Anni precedenti la rivoluzione digitale, era meglio che non alzasse troppo la voce con Pechino. Come si vede, oggi come oggi il prezzo da pagare per la svolta energetica “green” e per la quarta rivoluzione industriale è elevatissimo in termini ecologici e foriero di pericolosi squilibri geopolitici. Non può non preoccupare il fatto che l’Unione europea che si proclama campione della svolta energetica ecologica – sia in realtà vieppiù dipendente dal petrolio e dal gas russo (anche perché alcuni suoi membri chiudono le centrali nucleari) e che il mondo intero, per garantire il fabbisogno di terre rare necessarie alle tecnologie digitali e a quelle per la svolta energetica, sia più dipendente ancora dalle miniere cinesi dove rifiuti tossici e radioattivi devastano interi territori e insediamenti umani. Una cosa è certa: anche dietro alle magnifiche sorti e progressive della svolta energetica ecologica odierna e della quarta rivoluzione industriale c’è una faccia oscura. Nella definizione delle scelte strategiche occorre tenerne conto adeguatamente.
TICINO WELCOME / SET - NOV 2021
27
LEADER ALLO SPECCHIO / BOAS EREZ
VIVERE SENZA CONTARE «Il ruolo istituzionale talvolta non lo permette al 100% ma è una scelta consapevole quindi non lo vedo come un limite. Mi capita di sorprendermi delle mie reazioni e, quindi, di essere fuori area di comfort ma so chi sono e cosa voglio. Dieci anni fa non avrei potuto fare questo lavoro, prima ho dovuto acquisire una chiara conoscenza di me stesso e ciò mi dà presenza, solidità, autenticità e allineamento all’USI».
«LO SCOPO DELL’UMANITÀ È APPREZZARE E PRESERVARE LA VITA DI OGNI ORGANISMO VIVENTE». «AMARSI GLI UNI GLI ALTRI PER IL MASSIMO BENE DELL’UMANITÀ». DI GERARDO SEGAT
“Alla leadership ticinese regalo la fiducia nella capacità collettiva di fare bene”. 28
TICINO WELCOME / SET - NOV 2021
L’
eccellenza, nelle sue competenze, conoscenze e abilità. L’autenticità, rispetto ai suoi valori, opinioni, identità e anche desideri, emozioni, fragilità. Lo scopo altruistico, il fine ultimo di ciò che fa, che esula da sé stesso e i suoi cari. A quale di queste tre spinte evolutive del leader desidera rispondere maggiormente in futuro rispetto a quanto già fa oggi? «Autenticità e allineamento con identità e valori dell’organizzazione per cui si lavora sono necessarie per essere un leader. A “eccellenza” preferisco la parola “qualità”, fare bene il proprio lavoro, ed è sulla qualità della mia leadership che mi focalizzo. In particolare, la capacità di ascolto e la creazione di consenso. Essere seguito e capito, non dandolo per scontato, e tirare fuori il meglio dai miei collaboratori. Su questi aspetti ho ancora da imparare e da affinare il metodo». Si parla molto di autenticità del leader e si fa molta fatica ad uscire dalla propria area di comfort. Fin dove la prima si spinge in lei come leader?
La vera e profonda autenticità fa paura e, quindi, si tende ad adottare comportamenti difensivi di varia natura. Comportamenti che si hanno e che si ricevono. Cosa nota nella leadership ticinese e in lei? «A livello ticinese mi piacerebbe che si andasse oltre al gioco dei ruoli, delle volte noto rigidità e protezione nonostante tenda empaticamente a comprenderli. In me stesso, effettivamente adotto comportamenti del genere ma saltuariamente, più per una questione di sopravvivenza». Cosa impediscono questi comportamenti? «Ci si dimentica l’interesse comune, il bene comune, fare squadra, la fierezza del successo altrui». In tutti c’è genialità: che ne pensa? «Non è vero, le piace pensarlo?». Mi piace constatarlo. In lei c’è genialità: che ne pensa? «No, di sicuro». Le porgo questo specchio. C’è lei e la sua immagine riflessa. Se io la guardassi come sta facendo lei, con i suoi occhi, cosa vedrei di diverso che da qui fuori non vedo? «Si viene giudicati sulle apparenze. Vedrebbe ciò che c’è dietro le rughe. Tutta la somma di esperienze, l’ap-
LEADER ALLO SPECCHIO / BOAS EREZ
prendistato, il lavoro su me stesso. Ad esempio, l’aver imparato a guardare in faccia le persone quando parlo». Immagini che questo specchio rifletta la sua anima. Com’è e come vorrebbe fosse diversa? «Coloro che riescono a vedere bene la mia anima sono contenti. È pura, generosa e amabile. E non vorrei che fosse diversa». Guardandosi allo specchio, cosa non vuole vedere di sé? «L’aggressività che talvolta esce e per cui mi dispiaccio, senza drammatizzarla perché è piuttosto comune».
dono della vita: sii contento. Lo scopo di tutti è preservarla, accudirla e favorirla. La vita di ogni organismo vivente, non solo degli esseri umani». Da Presidente, comunicandolo durante il suo discorso, desidera che ognuno apprenda gratuitamente e adotti il concetto che, secondo lei, ha maggior impatto positivo sull’umanità… «…sicuramente il valore dell’amore. Amatevi gli uni gli altri».
Cosa di lei la fa sorridere? «Che sono uguale sempre a me stesso».
Alla luce di scopo e concetto, desidera, infine, che ognuno si impegni a compiere un’azione concreta in tal senso e ritiene di voler dare per primo il buon esempio: quale azione intraprende? «Lavoro su una distribuzione più equa delle risorse alimentari e dell’acqua, correggendo una situazione dove questi principi non riescono a trovare applicazione».
Cosa di lei, invece, la intristisce? «Non essere riuscito a mantenere vive alcune relazioni personali molto importanti».
Immagini di avere tre mesi di vita. Cosa cambia della sua quotidianità? «Solo ciò che mi serve per salutare bene le persone a cui tengo».
Da cosa scappa? «Dalle banalità amministrative che consumano il mio tempo e mi infastidiscono».
Quale sogno tira fuori dal cassetto? «Non ho sogni nel cassetto. In tre mesi non cambia niente. Approfitterei delle ferie non ancora prese!».
Cosa, invece, vuole raggiungere? «Voglio vivere senza contare, che per un matematico come me è divertente».
A chi dà l’ultima carezza? «Ad un certo numero di persone a cui sono affezionato, tutte».
Lei è già molto rivolto verso la comunità. Estendiamola ulteriormente. È il neo-eletto Presidente della Terra: più di otto miliardi di persone vogliono sapere da lei, nel suo discorso di insediamento in mondovisione, quale è, secondo lei, lo scopo dell’umanità… «…il discorso è un inno alla vita e all’apprezzamento del dono. Hai il
Come vuole essere ricordato quando passerà a nuova vita? «Come una persona generosa».
Di intimo e rilevante per me, non sapete ancora che… «…niente che non si sappia già e desideri condividere. Non penso che interessi alla gente».
Quale è, secondo lei, il singolo modo ottimale per dare ai figli il miglior futuro possibile? «Fare in modo che scoprano quale è il loro desiderio, il loro scopo di vita, che ne siano consapevoli e che lo realizzino».
Che eredità desidera lasciare ai suoi figli? «Questo insegnamento, questa libertà, questo atteggiamento: la vita che hanno è un dono».
Le dono una bacchetta magica prepagata per uno specifico desiderio: quale nuova qualità regala alla leadership ticinese di tutti gli ambiti, non solo quello politico, che oggi non vede? «Alla leadership ticinese regalo la fiducia nella capacità collettiva di fare bene. La fiducia nelle proprie forze creative come territorio. C’è troppo piangersi addosso, troppa sfiducia e dipendenza dal più grande e dal migliore. Una specie di fierezza direi. E con questa, quindi, aprirsi all’altro e non chiudersi in difesa». Che domanda vuole che le faccia in dirittura d’arrivo? «L’ultima!». Che sensazioni e valore ha avuto da questa chiacchierata? «Avverto una certa stanchezza e altrettanta soddisfazione. È stato impegnativo, le domande sono inusuali e fanno emergere del nuovo. Preferisco più leggerezza normalmente. Ha rappresentato un’occasione utile di riflessione». Riprenda per favore lo specchio. In conclusione, cosa sussurra nell’orecchio della sua immagine riflessa? «Coraggio che è finita!». E in quello di chi la sta leggendo in questo istante? «Spero di non avervi annoiato troppo!».
TICINO WELCOME / SET - NOV 2021
29
INCHIESTA / GIOVANI
UN UNIVERSO IN CONTINUO MOVIMENTO GIOVANI PIENI DI PROBLEMI E BISOGNOSI D’AIUTO O GIOVANI AGGRESSIVI? DOMANDE CHE SORGONO SPONTANEE PENSANDO ALLE DIFFICOLTÀ DATE DA COVID E RESTRIZIONI (CON RELATIVI ASSEMBRAMENTI CHE HANNO CAUSATO QUALCHE GRATTACAPO ALLA POLIZIA), MA GUARDANDO ANCHE FATTI ECLATANTI COME QUELLI DEL MOLINO. DI PAOLA BERNASCONI
Karin Valenzano Rossi
30
L
o psicologo e psicoterapeuta FSP, Pierre Kahn, invita a non generalizzare una categoria estesa come quella dei giovani. Sul fatto che il Covid abbia influito sulla loro salute non ha dubbi. «Posso dire che quelli che necessitavano di una maggior socializzazione si sono sentiti “castrati” da nuove regole create dalle autorità, che si aggiungevano a quelle già imposte all’interno del sistema familiare. Altri adolescenti che facevano fatica a relazionare con i coetanei hanno tirato un sospiro di sollievo. Alcuni usavano già i social e si sono sentiti legittimati a socializzare con questi strumenti. Globalmente la pandemia ha peggiorato le cose, soprattutto se penso alla fascia universitaria». E prosegue: «Ho notato stati depressivi passeggeri e stati ansiosi, con angosce, paure, attacchi di panico, paura della morte per persone vicine, in particolare familiari, della malattia per gli ipocondriaci, ma anche stati di sofferenza relazionale che prima non erano mai emersi che
Marco Borradori
sono stati portati in superficie parlando con uno specialista». Secondo Fabrizio Sirica, co-presidente del Partito Socialista ed educatore attivo in ambito sportivo, «a influenzare il comportamento dei giovani, è una società precaria, non solo in termini lavorativi e di prospettive profesRoberto Torrente
Pierre Kahn
INCHIESTA / GIOVANI
sionali, ma anche incerta sotto molti punti di vista. Oggi, rispetto al passato, è molto più difficile immaginarsi il futuro e avere certezze». Che i problemi ci siano, è innegabile. Per qualcuno, oltre al Covid, contribuiscono senz’altro anche i cambiamenti sociali e familiari. Per la Capo Dicastero Sicurezza e spazi urbani di Lugano, Karin Valenzano Rossi, stiamo scivolando in una società con soli diritti e nessun dovere: se una volta in primis le famiglie rispettavano l’autorità e le istituzioni, riconoscendone la legittimità, oggi le mettono a priori in discussione: «Penso a chi si presenta a scuola con l’avvocato perfino per contestare un voto». Con lei concorda l’esercente luganese Guido Sassi. «Ai miei tempi i genitori si preoccupavano molto di più dei figli. Ora da quel che vedo succede molto meno, anche se ovviamente non si può dire che valga per tutti. Ma i giovani sono comunque il nostro futuro». Kahn però ammonisce sul non gettare le colpe sulle famiglie. «I giovani avevano problemi ieri, li hanno oggi e li avranno domani, indipendentemente dal sistema familiare», che è comunque cambiato negli anni. Dal canto suo, lo psicologo è convinto che ci sia una relazione, come è sempre esistita, tra sofferenza e aggressività. E qui si apre il largo capitolo dedicato dapprima agli assembramenti e anche
alle vicende legate al Molino. In entrambi i casi, tutti gli interlocutori hanno voluto precisare che non sono stati coinvolti solo giovani. Lo sgombero e l’abbattimento di parte dell’ex Macello, a cui sono seguite manifestazioni anche violente, hanno però influito sul rapporto tra categorie giovanili e autorità? Secondo il sindaco di Lugano Marco Borradori a breve termine probabilmente sì, se pensiamo all’esito della manifestazione di protesta del 5 giugno. «Poi però tutto si assesterà. Conosco tante galassie di giovani, di sicuro non tutti si riconoscono nell’autogestione dello CSOA, ognuno ha i suoi valori, i suoi scopi, i suoi percorsi». Su chi siano i giovani a Lugano ha le idee chiare Gerri Beretta Piccoli, di AIDA (Associazione Idea Autogestione): «I due gruppi che muovono Lugano a livello culturale sono quelli del Morel e quelli del Molino, che organizzano parecchie attività. Altre persone li seguono perché le proposte sono ascoltare musica e poter stare insieme senza controlli». A suo avviso, la società è troppo repressiva verso la gioventù. «C’è questa presenza da parte delle autorità per mostrare che si protegge la società ma ai giovani dà fastidio. Loro hanno bisogno di fare e non di essere bloccati dalla Polizia ogni due per tre, non devono sentirsi dire che fanno rumore. C’è una parte reazionaria che crede che qualsiasi cosa fatta dai giovani non va bene, li odia, li vuole rispettosi, quasi dei chierichetti». Disporre di spazi dove fare musica e potersi incontrare è la necessità maggiore delle giovani generazioni: lo sostengono in molti, compreso Fabrizio Sirica. Il Molino poteva essere uno di questi. Ma il Municipio di Lugano è più che disposto a fornire loro un nuovo luogo dove aggregarsi, sottolineano i Municipali. «Tra i primi atti dopo la serata del Macello c’è stato quello di riproporre la sede individuata sul piano della Stampa, lontana dalle abitazioni, dunque con la possibilità di far musica senza disturbare, servita dai
mezzi pubblici. Disponibile per tutti i giovani che si riconoscono in un modo o nell’altro nell’autogestione, non solo per quelli dello CSOA. Per ora non c’è stata alcuna reazione», precisa Borradori. E Valenzano Rossi: «Abbiamo capito che c’è chi ha una necessità di avere attività, momenti di svago diversi e spazi aggregativi diversi da quelli dell’offerta cittadina. È legittimo e la città deve saper rispondere a questa esigenza, sono senz’altro favorevole a farlo e anche il Municipio. Diverso è essere refrattari alle regole e alla convivenza civile e rispettosa, il pretendere delle cose che l’istituzione non può concedere: il dramma del Molino è questo, pretendere cose che la Città non poteva dare, stando al di sopra delle regole». L’apertura al dialogo da parte della Città di Lugano ci sarebbe, dunque. Ma i problemi coi cosiddetti molinari per i Municipali sono la mancanza di confronto, il non sapere con chi si parla e l’avere delle persone che non riconoscono le autorità come tali. Kahn concorda sull’ultimo punto? «Che sia in famiglia o in contesti più ampi ci sono giovani che faticano a riconoscere l’autorità prestabilita, da sempre. Il pericolo di un contesto come il Molino (i cui frequentatori sono più profilati a livello di società ideale rispetto ad altri coetanei) o di altri analoghi, è rappresentato dalla possibile creazione di zone grigie usate da certi individui per andare oltre i limiti, di cui il tifo sportivo ne è un altro esempio». Una ribellione alle autorità che secondo il Comandante della Polizia di Lugano, Roberto Torrente, non deve necessariamente sempre essere vista negativamente. «Il percorso di crescita e confronto di ogni giovane, passa spesso anche da una sana critica del ‘sistema’ che si traduce non di rado in una specie di ribellione e critica sia dell’adulto che dell’autorità. Questo però non vuol dire che ogni eccesso debba essere giustificato o tollerato». Fondamentale a suo avviso è il dialogo, TICINO WELCOME / SET - NOV 2021
31
INCHIESTA / GIOVANI
ascoltare per farsi ascoltare. «Laddove ci si rende contro che la divisa determina un ostacolo a tale lavoro proattivo, perché in qualche modo viene vista dal giovane come un elemento della sua contestazione, anche allora non desistiamo dal nostro intento e facciamo quindi capo a partner esterni quali ad esempio gli operatori di strada e di prossimità». Infine, il Comandante Torrente lancia un appello: «Credo nell’enorme potenziale dei giovani e nel loro instancabile entusiasmo e dinamismo alla ricerca di quei valori che spesso chi arriva in età adulta, ha purtroppo dovuto sacrificare per altri, dai contenuti meno ‘ideali’. Tuttavia è necessario che entrambe le parti possano e sappiano incontrarsi e discutere da ‘pari’, così da coniugare in modo efficace e proficuo per il futuro della nostra società tanto quell’enorme potenziale di energia dei giovani, che l’esperienza, la conoscenza e la maturità di chi questa vita l’ha già vissuta. In questo difficile esercizio, sarà comunque l’adulto che dovrà, come detto, avvicinarsi ai giovani, ascoltando e dialogando, magari ponendosi su di un piano più dinamico ed anticonformista». Gli agenti sono spesso confrontati con giovani che abusano di stupefacenti, alcool e qualche volta psicofarmaci, un tema sicuramente delicato. Per Kahn, è aumentato negli ultimi dieci anni, soprattutto per uso ricreativo. E in questo ambito è attiva l’Associazione Insieme contro l’uso ricreativo dei farmaci, creata dalla famiglia Marini in onore del figlio deceduto a causa di abusi di farmaci. «Lo scopo dell’associazione è informare prima di tutto le persone indipendentemente dalla loro età, del fenomeno dell’abuso dei farmaci e della sua pericolosità, e fare prevenzione, attraverso progetti che stiamo stilando e volti a sensibilizzare sia i giovani che gli adulti. Noi informiamo, la scelta sta alla persona», spiega Gioele Marini, vicepresidente. L’obiettivo è portare informazione in un contesto più informale rispetto alle
32
TICINO WELCOME / SET - NOV 2021
istituzioni e ai supporti terapeutici. Tra chi sfoga rabbia e pulsioni, c’è anche chi davvero sta male a livello psichico: una realtà di cui si parla poco. Abbiamo raccolto la testimonianza di Samuel Iembo, attivo nella Gioventù Comunista, che ha sempre parlato dei suoi problemi psicologi. «Viviamo in un’epoca ancora molto chiusa sull’argomento. Nonostante una considerevole parte della popolazione assuma abitualmente ansiolitici o antidepressivi, nessuno lo dice con semplicità per paura dello stigma, di non essere capiti e perché parte stessa delle condizioni difficili di salute mentale rende comunque sensibile la persona. C’è una tendenza di alcuni medici a dare facilmente dei farmaci, penso alle benzodiazepine, con troppa facilità. Non vale per tutti i medici e ho incontrato psichiatri e infermieri di cui nutro profondo rispetto». Samuel Iembo denota ben poco aiuto da parte del mondo del lavoro, e non solo, verso chi è in difficoltà. Per Beretta Piccoli, molti ragazzi che vivono momenti difficili vorrebbero solo essere ascoltati e non “gestiti” unicamente a livello finanziario. Borradori e Valenzano Rossi sono convinti che in città si faccia molto per i più giovani, ma entrambi sono dell’idea che si possa sempre migliorare,
anche se, come constata il sindaco, «non si può aiutare chi non vuole una mano, chi si sottrae continuamente al dialogo e al confronto». Concludiamo col parere degli operatori di prossimità che collaborano coi centri giovanili di Viganello e Breganzona: si fa abbastanza? «La città di Lugano ha sempre dimostrato grande sensibilità nei confronti dei giovani, storicamente con l’introduzione di un Ufficio giovani già nel 1992 e successivamente investendo – primo Comune in Ticino - in un Servizio di prossimità a loro rivolto che, unitamente ai Centri giovanili, forma il Settore comunale delle Politiche giovanili. Con l’emergenza della pandemia e delle conseguenti restrizioni che hanno avuto pesanti effetti proprio sui giovani, il Municipio ha dapprima sostenuto la creazione di un Gruppo di riflessione nell’ambito dell’unità di coordinamento UCCL in risposta all’aumento di episodi di disagio e violenza giovanile. L’Autorità ha successivamente approvato l’implementazione delle risorse umane dei servizi di sostegno e di presa in carico dei giovani e ha previsto dei contributi mirati a sostegno dell’occupazione giovanile». Quindi, città promossa, ma non per “Insieme contro l’uso ricreativo dei farmaci”, che ritiene ci sia ancora tanto lavoro da fare.
I momenti speciali non si creano nella comfort zone.
Momente sammelt man La nuova Macan. Si registri subito per in la prossima avventura. nicht der Komfortzone. Der neue Macan.
Per saperne di più: porsche.ch/NuovaMacan
LAC / DANIELE FINZI PASCA
ABBIAMO CUCINATO E APPARECCHIATO, ORA ASPETTIAMO I COMMENSALI 01
DANIELE FINZI PASCA RACCONTA COME LA SUA COMPAGNIA ABBIA TRASCORSO I LUNGHI MESI DI SOSPENSIONE DELL’ATTIVITÀ TEATRALE E ANNUNCIA I CONTENUTI DELLA NUOVA OPERA CHE DEBUTTERÀ AD OTTOBRE: NUDA. 01 Daniele Finzi Pasca Ph: © Viviana Cangialosi / Compagnia Finzi Pasca 02 Fête des Vignerons, 2019 Ph: © Viviana Cangialosi / Compagnia Finzi Pasca 03 Nuda, 2021 Ph: © Viviana Cangialosi / Compagnia Finzi Pasca
34
TICINO WELCOME / SET - NOV 2021
02
Q
uale è stata la genesi del libro Nuda e poi dello spettacolo? Mentre scriveva aveva già in mente la sua trasposizione teatrale o si è trattato di una scelta maturata in un momento successivo? «Da anni avevo annotato una serie di appunti ma è stato poi l’incoraggiamento ricevuto dall’amica Claudia Lanfranchi a darmi la spinta decisiva a riordinare le carte e dare corpo alla struttura del libro. Con l’uscita di Nuda, credevo che il lavoro si fosse concluso, ma poi, circa due anni fa, ho pensato che vi fossero le condizioni e fosse il momento giusto per farne una trasposizione teatrale e così ho curato
l’adattamento, lavoro che si è dimostrato abbastanza facile dato la particolare impostazione dei nostri spettacoli». Con quali semplici parole sintetizzerebbe le emozioni che lo spettacolo Nuda è capace di suscitare? «Parlerei di mistero e stupore, dove la storia di due gemelle si snoda tra profondità e abissi in un continuo dialogo con un mondo leggero e luminoso, fatto di piani che si sovrappongono e giocano tra loro. Cinque straordinari artisti (due attrici e tre acrobati) interpretano uno spettacolo in cui la potenza teatrale si sposa con una narrazione poetica dal sapore onirico, in assoluta armonia con il teatro fisico e la danza aerea. Lo spet-
LAC / DANIELE FINZI PASCA 03
che abbiamo cucinato un po’ di tutto, abbiamo apparecchiato lauti banchetti, ma poi anziché consumarli, abbiamo congelato tutto, in attesa di poter nuovamente aprire le porte a tanti commensali. Ora questo momento sembra essere finalmente arrivato e siamo pronti ad accogliere degnamente gli ospiti». Possiamo soffermarci su questo “sistema di volo” che costituisce un elemento particolarmente importante dello spettacolo. In che cosa consiste? «L’invenzione di macchine di scena costituisce un elemento importante di tutta la storia del teatro e nei nostri spettacoli vi abbiamo sempre fatto ampio ricorso. Nell’allestimento della cerimonia di inaugurazione dei Giochi Olimpici invernali di Torino ho addirittura fatto volare degli sciatori grazie all’utilizzo di particolari getti d’aria. In ogni spettacolo si può dire che cerchiamo di inventare qualcosa di nuovo o almeno di perfezionare soluzioni già adottate con successo. Dobbiamo inoltre tenere conto del fatto che il nostro è molto spesso un teatro itinerante e che dunque ogni sera i macchinari devono essere rapidamente smontati, imballati e ricostruiti poi in un altro palcoscenico».
tacolo, che debutterà a Lugano alla fine di ottobre e poi porteremo subito dopo in alcune città del nord della Francia, si svolge, secondo la tradizione e la vocazione artistica della Compagnia, attraverso un gioco acrobatico e teatrale reso possibile da un sistema di volo innovativo, insieme a un’installazione di luci interattiva intrecciati alla narrazione e un potente universo sonoro, che concorrono tutti a comporre insieme uno spettacolo magico e surreale».
Che cosa rappresenta questa realizzazione nel percorso creativo e artistico della sua compagnia? «Vorrei usare una metafora per raccontare i mesi passati quando a causa della pandemia tutti gli spettacoli sono stati sospesi. Inoltre i nostri artisti sono di venti nazionalità diverse e dunque molti erano tornati nei loro Paesi d’origine. Ebbene questo periodo è stato tuttavia fervido di idee, progetti, elaborazioni. Mi piace dire
Che risposta si aspetta da parte del pubblico di fronte alle tante novità presenti in Nuda? «Voglio raccontarle un piccolo episodio accaduto qualche giorno fa nel corso di una passeggiata in montagna in cerca di funghi. Incontro un altro cercatore, mi riconosce, scambiamo quattro parole, poi mi dice: “Sa, io ho visto tutti i suoi spettacoli al LAC, ho sofferto molto per questa sospensione dell’attività di un teatro che rappresenta un motivo d’orgoglio per noi ticinesi”. Ecco, vorrei dire a tutti che il rapporto di simpatia che ci lega al nostro pubblico non si è mai interrotto, siamo tornati e lo spettacolo può cominciare». TICINO WELCOME / SET - NOV 2021
35
LAC / STAGIONE 2021-22
IN ARRIVO TANTE NUOVE PRODUZIONI 01
PRESENTATA LA STAGIONE 2021-22 DI TEATRO, DANZA E MUSICA. DA SETTEMBRE A GIUGNO OLTRE 60 PROPOSTE CON LE QUALI, IN TUTTA SICUREZZA, “RIAPPROPRIARSI” DEL CENTRO CULTURALE LAC LUGANO ARTE E CULTURA E DELLA SUA BELLEZZA.
36
TICINO WELCOME / SET - NOV 2021
«Q
uesto tempo in cui l’eccezione si è fatta regola, ha portato con sé incertezza, paura, solitudine, fatica, lutti, ma ha anche saputo svelare, in modo potente e per certi aspetti sorprendente, la nostra voglia di relazione, la nostra solidarietà, il calore e il desiderio di bellezza. Il LAC è per noi questo: desiderio di vita e di bellezza, è un luogo necessario che dobbiamo cercare di frequentare quando e come ci sarà possibile. Non dobbiamo abbandonare il nostro desiderio di
arte, di bellezza, di poesia. Il LAC tornerà ad essere la nostra casa, il nostro spazio di incontro. Il luogo dove conoscerci e conoscere. È nostro diritto, ma anche dovere, ricordarcelo e lavorare tutti insieme tenendo bene in mente di poter godere del privilegio che il Canton Ticino ospita uno dei più bei teatri della Svizzera». Con queste parole il direttore artistico Carmelo Rifici introduce la stagione 2021-22, un programma ricco, articolato e colmo di novità il più possibile capaci di interessare un pubblico sempre più ampio.
LAC / STAGIONE 2021-22 02
La programmazione riparte dal bel successo del progetto digitale Lingua Madre – Capsule per il futuro, in cui lo stesso direttore artistico, affiancato da Paola Tripoli e da un comitato editoriale composto da Lorenzo Conti, Angela Dematté, Riccardo Favaro e Francesca Sangalli, durante la seconda chiusura forzata del LAC ha ripensato la creazione artistica sia concettualmente, grazie ad un manifesto declinato in dieci punti, sia nella prassi, producendo decine di creazioni audio, video e testuali. Vincitore del Premio Hystrio nella categoria Digital Stage, – la cerimonia di consegna si terrà il 12 settembre a Milano – Lingua Madre ci ha accompagnati nei lunghi mesi della pandemia e continuerà a farlo sia durante la 30esima edizione del FIT Festival Internazionale del Teatro e della scena contemporanea, sia nel corso della stagione 2021-22 di teatro, danza e musica. Una stagione ricca di nuove produzioni; due già annunciate e mai andate in scena, Fedra di Leonardo Lidi e La bottega del caffè di Igor Horvat, la nuova creazione diretta da Rifici il cui progetto è in fase di scrittura, gli attesi debutti di Trickster-p con Eutopia, di Daniele Finzi Pasca con Nuda, di Metastasis di Gabriele Marangoni qui
in forma compiuta dopo il preludio di Lingua Madre, di Bros di Romeo Castellucci, artista di cui Rifici segue con attenzione il percorso artistico, al pari di una performer come Annamaria Ajmone di cui vedremo La notte è il mio giorno preferito, di Oyes del giovane e promettente Stefano Cordella, di Kiss! (Loving Kills) secondo capitolo dell’indagine sui sentimenti condotta dal ticinese Collettivo Treppenwitz qui diretto da Camilla Parini e, in apertura di stagione, di Sogno di una notte di mezza estate, commedia shakespeariana riletta da Andrea Chiodi che dirige un cast vivo, brillante: la comicità come terapia, come rilascio dei pensieri più cupi. La danza attraversa la stagione in modo importante sia nell’interpretazione dei grandi ensemble sia in assoli o piccole creazioni coreografiche. La bella addormentata del Balletto Yacobson di San Pietroburgo e Lo Schiaccianoci nell’interpretazione della celebre Accademia di danza Vaganova, il Ballet du Grand Théâtre de Genève accanto alla Kibbutz Contemporary Dance Company e la prima internazionale di We Want It All, lavoro che riassume la storica collaborazione tra il coreografo Emio Greco e il regista Pieter Scholten. La scena coreo-
grafica svizzera sta rivelando talenti da seguire con attenzione come quelli di Alexandra Bachzetsis, Francesca Sproccati, Ruth Childs, Tabea Martin, Lea Moro. Insieme a Virginie Brunelle e Annie Hanauer, Lea Moro è tra le protagoniste della prima edizione di LAC Dance Project; il progetto nasce con l’obiettivo di porre le basi per creare un ponte culturale tra Svizzera, Europa e Nord America grazie alla creazione di tre lavori coreografici la cui prima assoluta sarà a Lugano a fine maggio 2022. LAC Dance Project intende valorizzare il rapporto tra arte, corpo e movimento, intuizione che nacque in Ticino, grazie all’esperienza del Monte Verità, consolidata e diffusa nel mondo nelle pratiche di Rudolf Laban. «La stagione è stata programmata superando le mille difficoltà della pandemia – ha dichiarato Rifici – ma nonostante ciò non nascondo la soddisfazione di poter annunciare che avremo la straordinaria occasione di vedere le
03 TICINO WELCOME / SET - NOV 2021
37
LAC / STAGIONE 2021-22 04
nuove creazioni di due protagonisti della scena teatrale mondiale come Christoph Marthaler e Romeo Castellucci, accanto alle prove d’attore di grandi interpreti: Massimo Popolizio, Ferdinando Bruni, Elio De Capitani, Sonia Bergamasco, Vinicio Marchioni, Valter Malosti, Giuseppe Cederna, Giorgia Senesi, Bruna Rossi, Massimo Dapporto, Antonello Fassari, Anna Foglietta, Ugo Pagliai, Paola Gassman, Paola Minaccioni, Daria Deflorian e Antonio Tagliarini». La stagione non manca di offrire occasioni di musica d’autore come quella di Giovanni Allevi e Goran Bregovic; di intrattenimento grazie a volti noti e amati come Giacomo Poretti, Lella Costa, Virginia Raffaele, Giorgio Panariello; i sempre amati Legnanesi, i grandi musical e il gospel natalizio; nel mese di aprile festeggeremo i Mummenschanz, pluripremiata compagnia elvetica giunta all’importante traguardo dei cinquant’anni di attività nel corso dei quali si sono esibiti in tutto il mondo grazie ad un linguaggio scenico di indiscussa originalità. La stagione è tutto questo e molto al-
tro grazie a numerose collaborazioni: continua il virtuoso e necessario rapporto con FIT Festival, per un teatro anticonvenzionale e capace di leggere il presente nella sua complessità, così come il percorso condiviso con la mediazione culturale per le proposte pensate per le famiglie nell’ambito del programma LAC edu, la Rassegna Senza confini – Teatro Pan e con PiazzaParola per per la letteratura. Prosegue inoltre il consolidato legame con la rassegna HOME al Teatro Foce, e la collaborazione, sempre al Foce, con il Centro Artistico MAT, diretto da Mirko D’Urso, per la costruzione di una rassegna di spettacoli dedicati agli artisti più giovani. Continua il sostegno a Luminanza, progetto di formazione per giovani autori teatrali, iniziativa che intende essere un vero e proprio “reattore per la drammaturgia contemporanea”. Prosegue la collaborazione con l’Orchestra della Svizzera italiana in occasione del concerto di San Silvestro e di Presenza, prima edizione del festival di Pentecoste di cui sarà protagonista la celebre violoncellista Sol Gabetta. Il programma dettagliato e tutte le informazioni su prevendita e misure di protezione e sicurezza sono disponibili all’indirizzo www.luganolac.ch.
05
38
TICINO WELCOME / SET - NOV 2021
01 Wahada (La Promessa) Ballet du Grande Théâtre de Genève Ph: ©Gregory Batardon 02 Le 5 Camille Lingua Madre - Capsule per il futuro ©2021 LAC 03 Chi ha paura i Virginia Woolf? Ph: ©Brunella Giolivo 04 Mummenschanz 05 La bottega del caffè ©2020 LAC
sosteniamo la cultura
Immagine Vananti Visual Communication, © AIL SA
naturalmente.
Aziende Industriali di Lugano (AIL) SA • CP 5131, 6901 Lugano • Centro operativo: Via Industria 2, 6933 Muzzano • Tel. 058 470 70 70 • www.ail.ch • info@ail.ch
LAC / MASI LUGANO 01
AUTUNNO: SI RIPARTE ALLA GRANDE 02
LA RIPRESA DELLA PROGRAMMAZIONE DEL MASI PRESENTA MOTIVI DI GRANDE INTERESSE CHE ANTICIPANO IL PIENO RILANCIO DELLE PROSSIME ESPOSIZIONI ARTISTICHE.
01 Cuno Amiet Autoritratto con la moglie 1899 Tempera su tela Museo d’arte della Svizzera italiana, Lugano Collezione Città di Lugano 02 Julian Schnabel Portrait of Albert Oehlen 1997 Olio, cera, resina e vernice su tela Ph: © def image © Julian Schnabel / 2021, ProLitteris, Zurich 03 Pietro Consagra Colloquio 1952 Bronzo Fusione a terra delle singole parti e saldatura 94.5 x 60 x 17 cm Collezione privata, Lugano © 2021, ProLitteris, Zurich
40
TICINO WELCOME / SET - NOV 2021
F
ino al 9 gennaio 2022 il Museo d’arte della Svizzera italiana ospita “Rovine”, di Nicolas Party (Losanna, 1980), la prima grande mostra dell’artista svizzero monografica allestita in un museo europeo. Un progetto immersivo che vede protagonisti dipinti murali site-specific, sculture policrome e luminosi dipinti a pastello, concepito dall’artista in relazione alla struttura della grande sala espositiva
situata al piano interrato del MASI. Cinque ambienti distinti sono dedicati ad altrettanti temi ricorrenti nell’opera di Nicolas Party: la natura morta, il ritratto, le vedute rocciose, le grotte e il paesaggio. Gli spazi espositivi sono stati trasformati dallo stesso artista, in collaborazione con Sarah Margnetti, grazie ai colori forti e decorazioni trompe l’oeil che imitano marmi policromi. Party in questo modo mette in scena le sue opere, dipinti e sculture,
LAC / MASI LUGANO
creando uno spazio in grado di attivare nuove possibilità di lettura delle opere, ponendole in relazione non solo le une alle altre, ma anche allo scenario nel quale sono presentate. L’esposizione ospita trentuno dipinti a pastello e quattro sculture dipinte (di cui una di grandi dimensioni collocata all’esterno del museo), realizzate tra il 2013 e oggi, che evidenziano la predilezione dell’artista per una gamma cromatica estremamente vivace e una figurazione semplificata. I suoi soggetti sono delineati da campiture di colore circoscritte e contrastanti, secondo una strategia che può essere in parte ricondotta al suo singolare apprendistato artistico, che ha preso avvio con la realizzazione di graffiti. Le composizioni di Party non sono frutto dell’osservazione del dato reale ma esclusivamente della sua immagi-
nazione. L’impostazione è priva di qualsiasi riferimento temporale o ambientale. I suoi soggetti, pur non avendo alcuna relazione diretta con la realtà, contengono tuttavia nelle loro forme essenziali elementi associabili a entità riconoscibili come volti, frutti o alberi. Party ricerca dunque un linguaggio universale e atemporale, sempre in dialogo con la storia dell’arte, di cui è attento e instancabile esploratore. Sono evidenti nei suoi lavori echi della pittura surrealista o scelte cromatiche dei Fauves, ma anche l’ideale perfezione dell’arte classica o la minuzia scientifica delle nature morte olandesi del Seicento. Oltre alla mostra dedicata a Nicolas Party, il MASI ospita, fino al 20 febbraio 2022, l’esposizione “Albert Oehlen – grandi quadri miei con piccoli quadri di altri”.
Per questo progetto Albert Oehlen è allo stesso tempo artista, curatore e collezionista. Dunque, per la prima volta in forma così estesa, alcuni capolavori di Oehlen sono esposti accanto a opere della sua collezione d’arte privata, in un percorso che permette non solo sorprendenti intuizioni sul suo lavoro, ma anche di scoprire, o riscoprire, una serie di artiste e artisti di grande valore. Il nucleo significativo di opere, attraverso il quale è rappresentata l’essenza della ricerca di Albert Oehlen, come pure la straordinaria occasione di ammirare parte della sua collezione privata in un contesto museale, permettono al pubblico di confrontarsi con la profondità e l’ampiezza della sua ricerca pittorica. Da anni Oehlen arricchisce la sua collezione con opere di artisti ai quali si sente legato, non per si-
PIETRO CONSAGRA IN MOSTRA PRESSO LA COLLEZIONE GIANCARLO E DANNA OLGIATI La retrospettiva, fino al 9 gennaio 2022, celebra la lunga conoscenza, forte amicizia, condivisione di intenti e amore per l’arte dei due collezionisti con l’artista siciliano. La mostra “Pietro Consagra. La materia poteva non esserci” è la prima dedicata all’artista in un’istituzione pubblica svizzera. Il rapporto dialettico con l’altro, al centro della ricerca, fin dalla serie dei Colloqui (dal 1952), la frontalità della visione e le sue mutevoli interpretazioni e il tema della città come luogo di pensiero e relazione con il vissuto, costituiscono il fulcro del progetto espositivo. La mostra, attraversando l’opera dell’artista dagli anni ‘50 fino ai primi ’70, pone in evidenza come il suo contributo non sia stato di fatto formale ma direzionato verso una parte-
cipazione, anche critica, alla società nella quale ha vissuto e lavorato. Le sessantaquattro opere in mostra testimoniano come, in maniera germinale prima e consolidata poi, Consagra ha tenuto sempre al centro della sua ricerca una forte attenzione per il valore dell’uomo e dell’arte al fine di costruire una società migliore. Consagra è uno dei rari artisti del ‘900 ad avere toccato tutti gli aspetti della creazione artistica: ha dipinto, scolpito, disegnato, creato gioielli, arredi e architetture urbane; ha sperimentato tecniche differenti su numerosi materiali, ha scritto molto, con raffinata vis polemica. La sintesi concettuale di tale percorso si può ravvisare nel titolo di una sua opera, in cemento armato, realizzata in Sicilia alla foce di una secca fiumara La materia poteva non
esserci, come a ribadire quanto importante fosse il percorso che dall’idea passa per il concetto e finisce nel rapporto dialogico con la comunità. 03
TICINO WELCOME / SET - NOV 2021
41
LAC / MASI LUGANO 04
militudine ma perché affrontano problemi e idee molto rilevanti anche per lui, spesso legati al concetto di pittura. Tuttavia, nonostante le opere in mostra rivelino ispirazioni e vicinanze, in alcuni casi anche molto evidenti, non bisogna dimenticare che l’artista rifiuta qualsiasi classificazione e analisi razionale della sua opera. Sin dall’inizio della sua carriera, Albert Oehlen si sottrae attivamente a metodi interpretativi che cercano di definire il significato di forma e contenuto o, più semplicemente, rifiuta un approccio incentrato sul desiderio di comprendere l’arte in generale. L’intento della mostra non è quindi quello di suggerire confronti tra l’opera di Oehlen e quella di altri artisti o di inserire il suo lavoro in una genealogia, ma di permettere al pubblico un eccezionale sguardo sulla sua collezione privata e confrontarsi, forse per la prima volta, con il lavoro di importanti artisti internazionali in un originale e appassionante percorso che racconta la storia dell’arte degli ultimi decenni dal punto di vista personale di Albert Oehlen. Il progetto espositivo presenta sia opere di celebri artisti, tra i quali Willem de Kooning, Mike Kelley, Paul McCarthy, Duane Hanson, Franz West, Julian Schnabel, Konrad Klapheck, Richard Lindner, Richard Artschwager, Daniel Richter, Malcolm Morley, sia opere di artisti meno noti al grande pubblico ma altrettanto stimolanti come Peter Brüning, Martha Jungwirth, Michaela Eichwald, John Graham, Eugène Leroy, Joyce Pensato, Christina Ramberg, Karl Wirsum, Ed Paschke, Gernot Bubenik o Gino De Dominicis. Con il titolo della mostra, volutamente provocatorio, Albert Oehlen svela sin da subito la sua attitudine irriverente e un senso dell’umorismo di chi guarda con serietà alla propria professione, ma gioca con il sistema dell’arte, prendendosi gioco delle condizioni che lo stesso spesso implica.
42
TICINO WELCOME / SET - NOV 2021
La proposta autunnale del MASI si completa con il proseguimento della presentazione delle collezioni “Sentimento e osservazione”, che rispecchia l’evoluzione della recente storia dell’arte ticinese. Dal XIX secolo, questa non è solamente improntata dalla comunità artistica regionale, bensì anche dagli artisti, collezionisti, commercianti e studiosi che hanno scelto il Ticino come patria d’adozione. In particolare, nelle collezioni viene rappresentata la caratteristica ambivalenza del Canton Ticino, con la sua identità culturale italiana da un lato e l’appartenenza politica allo stato federale svizzero dall’altro. La presentazione, arricchita da prestiti autorevoli, intende offrire una visione di come l’arte in Ticino – a partire dalla fondazione dello Stato federale svizzero nel 1848 fino alla fine della secon-
da guerra mondiale – si sia dinamicamente evoluta nel suo contesto culturale specifico, e quali siano state le influenze provenienti dal Sud e dal Nord che si sono affermate nella regione. Il percorso espositivo ne segue alcune tappe fondamentali: dal Realismo, all’Impressionismo fino al Post-Impressionismo; attraverso il Simbolismo, l’Espressionismo, la Nuova Oggettività e il Realismo Magico si giunge alle prime fioriture del Surrealismo.
04 Nicolas Party Still Life 2017 Pastello morbido su tela Museo d'arte della Svizzera italiana, Lugano. Deposito dell'Associazione ProMuseo Ph: ©Isabelle Arthuis © Nicolas Party
Piani di Accumulo in Fondi
Direzione Generale e Agenzia di Città Via Giacomo Luvini 2a, 6900 Lugano Sede Operativa Via Maggio 1, 6900 Lugano Succursali e Agenzie in Ticino Bellinzona, Biasca, Chiasso, Locarno Call Center 00800 800 767 76 contact@bps-suisse.ch www.bps-suisse.ch Banca Popolare di Sondrio (SUISSE) La vostra Banca, i vostri valori
Scansionate il codice QR per saperne di più.
Costruite nel tempo il capitale di risparmio in maniera sistematica, graduale e flessibile Desiderate una gestione dei risparmi lungimirante e personalizzata in ogni periodo della vostra vita? Con i Piani di Accumulo Fondi di BPS (SUISSE) pianificate investimenti diversificati e distribuiti nel tempo. Scegliete la soluzione di risparmio più adatta a voi.
LAC / LUGANOMUSICA
IL FASCINO INTRAMONTABILE DELLA GRANDE MUSICA 03
IL PROGRAMMA DI LUGANOMUSICA SI PRESENTA COME UN MOSAICO COMPOSTO DI GIOIELLI DIVERSI: GRANDI ARTISTI AFFERMATI A LIVELLO INTERNAZIONALE, ORCHESTRE PRESTIGIOSE, GIOVANI TALENTUOSI ED ESORDIENTI ACCOMUNATI DAL PIACERE DI PROPORRE AL PUBBLICO MUSICHE MERAVIGLIOSE. 01
L 02
01 Grigorij Sokolov 02 Riccardo Chailly 03 Charles Dutoit e Martha Argerich con la European Philharmonic Orchestra 04 Alexandra Dovgan 05 Krystian Zimerman
a stagione di LuganoMusica, torna nella sua pienezza al LAC di Lugano dal 14 settembre 2021 al 16 giugno 2022, e costituisce ancora una volta una vetrina musicale con tanti appuntamenti esclusivi che ospitano le migliori orchestre internazionali, grandi artisti e giovani talenti, tra programmi sinfonici e da camera, récital, incontri di approfondimento e musica contemporanea. La varietà è all’insegna del rinnovato programma del direttore artistico Etienne Reymond che ha voluto dare vita ad un cartellone - di cui qui si presenta la prima parte, fino al 6 febbraio 2022 - con una visione multiforme del panorama musicale del nostro tempo, proponendo una offerta ampia e di grande qualità in cui risalta il grande prestigio degli interpreti, direttori, solisti, grandi orchestre. Nel ricco calendario di appuntamenti spicca la programmazione di una serata interamente dedicata a Mozart, il 12 novembre, con la prestigiosa Mahler Chamber Orchestra – già re-
golare presenza ai tempi di Lugano Festival – e il ritorno di Leif Ove Andsnes in veste di direttore e di solista. I membri della Mahler Chamber Orchestra si definiscono un “collettivo nomade di appassionati”: 45 musicisti provenienti da 20 diversi paesi, riuniti per la prima volta nel 1997 da Claudio Abbado e poi tornati a suonare insieme per numerose tournée internazionali. Il suono di questo ensemble “libero” si riconosce per la sua impronta cameristica, emerge dalle relazioni tra le diverse personalità musicali che lo animano e si costruisce grazie a un approccio unico al repertorio classico. Nel 2012 Leif Ove Andsnes è stato il primo partner artistico della Mahler Chamber Orchestra, in occasione di un progetto quadriennale – il Beethoven Journey
04
44
TICINO WELCOME / SET - NOV 2021
LAC / LUGANOMUSICA 05
– con 70 concerti internazionali e l’incisione dei concerti per pianoforte e orchestra. Nel 2019 il pianista norvegese ha iniziato a lavorare a un secondo progetto, questa volta dedicato a un periodo molto fecondo e particolare della produzione mozartiana: tra il 1785 e il 1786, oltre ad altri lavori, Mozart scrisse Le Nozze di Figaro e sei concerti per pianoforte, ridefinendo il rapporto tra solista e orchestra e rivoluzionando in pochissimo tempo la storia di questa forma. Il programma, tutto mozartiano, si apre e si chiude con due tra i concerti più amati: per la brillantezza e l’intimo lirismo quello in la maggiore K 488, per i colori e il tessuto strumentale quello in do minore K 491. Un evento di straordinario interesse sarà sicuramente il 6 dicembre il concerto della pianista Martha Argerich con l’European Philharmonic of Switzerland e la direzione di Charles Dutoit. In programma musiche di Igor’ Stravinskij, Maurice Ravel e Antonín š Dvorák. Martha Argerich, condivide con Charles Dutoit un profondo rapporto artistico e personale. Come il pubblico di Lugano ricorda bene grazie al “Progetto Martha Argerich”, una reciproca fascinazione lega la pianista argentina alle nuove generazioni di musicisti: mito di tanti giovani pianisti, è stata instancabile nel cercare per loro occasioni di affermazione e crescita. Fondata nel 2015, l’orchestra unisce diverse “generazioni” di giovani musicisti dai 20 ai 35 anni di oltre 20 nazionalità, tanti già membri della GMJO (Gustav Mahler Jugend Orchester) e impegnati nelle principali orchestre europee. Come da tradizione, un ruolo di assoluto rilievo spetta alle grandi orchestre e ai suoi prestigiosi direttori. L’inaugurazione il 14 settembre con l’Orchestra Mozart che terrà un imperdibile ciclo di concerti sinfonici: sul podio Daniele Gatti, che dirige Apollon Musagète di Stravinskij e la Sinfonia n. 41 in do maggiore Jupiter di Mozart. Segue martedì 21 settembre la
Filarmonica della Scala con la direzione del suo direttore principale Riccardo Chailly al violino Emmanuel Tjeknavorian – che esegue il Concerto per violino di Sibelius e la Sinfonia n. 4 in re minore di Schumann. E, ancora, domenica 12 dicembre il tradizionale appuntamento natalizio ospita l’Amsterdam Baroque Orchestra & Choir diretti da Ton Koopman per un programma affascinante che propone il suggestivo e imponente Dettingen Te Deum per la vittoria di Dettingen di Haendel e il Magnificat in re maggiore di Bach, mentre il 6 febbraio 2022 torna la Gewandhausorchester di Lipsia guidata da Andris Nelson con la partecipazione di Sol Gabetta al violoncello. Nel primo récital della stagione, lunedì 11 ottobre 2021, Krystian Zimerman, icona del pianismo internazionale, torna ad esibirsi per il pubblico del LAC. Il programma verrà annunciato prossimamente sul sito luganomusica.ch. Altro atteso appuntamento, martedì 19 ottobre, è quello con Alexandra Dovgan, la giovanissima pianista quattordicenne che ha debuttato al LAC in occasione della presentazione della stagione 2019-2020. Alexandra esegue la Sonata per pianoforte n. 17 in re minore La tempesta di Beethoven insieme al Carnevale di Vienna di Schumann e le Quattro ballate di Chopin. Lunedì 15 novembre è la volta di Julia Fischer, la violinista tedesca già artista in residenza di LuganoMusica che torna accompagnata al pianoforte da Yulianna Avdeeva per un concerto che accosta la Sonata n. 33 di Mozart alla Sonata per violino e pianoforte n. 2 di Enescu, la Sonata n. 1 di Brahms e Tzigane di Ravel. Grigorij Sokolov, pianista in grado di immergersi nella musica svelandone le profondità nascoste, sarà a Lugano lunedì 29 novembre. Tre appuntamenti segnano il weekend dedicato alla formazione musicale che dal Settecento in poi ha costituito un punto di arrivo ideale per la scrittura di molti compositori, da Haydn a Mozart a Beethoven. Venerdì 28 gennaio 2022 la
rassegna si apre con l’americano Jack Quartet che si è conquistato un posto di primo piano assoluto nel panorama musicale. I quattro musicisti presentano un programma di autori contemporanei da Julia Wolfe a Wolfgang Rihm, dall’italiana Francesca Verunelli allo svizzero Heinz Hollinger. Sabato 29 gennaio è la volta dello spagnolo Cuarteto Casals. Richiesti dalle sale più prestigiose si presentano con un programma classico che accosta il quartetto op. 20 n. 3 di Haydn š ai Cipressi, quartetto d’archi di Dvorák. Chiude il ciclo il Quartetto Carmina, uno dei più celebri ensemble cameristici svizzeri: domenica 30 gennaio l’ensemble esegue pagine di Haydn, Mendelssohn e Schubert. Il LuganoMusica Ensemble è uno straordinario laboratorio musicale che coinvolge alcuni dei più significativi strumentisti legati alla nostra città. Riuniti in un gruppo coeso, versatile e modulare, in grado di affrontare un repertorio ampio che includa autori e brani poco frequentati e grandi pagine cameristiche, questi musicisti si misurano con programmi sempre originali e innovativi, con grande padronanza tecnica e stilistica. Al centro dei due concerti di questa stagione, in programma mercoledì 3 novembre e venerdì 5 novembre 2021 c’è la volontà di esplorare le innovazioni artistiche che hanno caratterizzato le avanguardie del primo e secondo Novecento fino al loro superamento nel nuovo millennio. In programma opere di Schönberg, Penderecki, Szymanowski, Stockhausen, Berio, Thomas Adès e tanti altri. TICINO WELCOME / SET - NOV 2021
45
CULTURA / SPECIALE ARTE
MUSEI, COLLEZIONISTI E MERCATO DELL’ARTE DOPO LA PANDEMIA
D
eloitte Private ha presentato un interessante rapporto dedicato all’analisi delle principali dinamiche che hanno connotato il settore dell’arte e dei beni da collezione nel corso del 2020. L’indagine ha interessato tutte le categorie di appartenenza al mondo artistico-culturale, ovvero musei pubblici e privati, case d’asta, gallerie d’arte, collezionisti, dealers e art advisor, fruitori e appassionati, artisti e imprese che operano sia in ambito legale e fiscale sia in applicazioni tecnologiche per l’arte. Incertezza e f lessibilità sono state le due costanti, indissolubilmente legate, di un mercato dell’arte che nel 2020 ha necessariamente incrementato la propria propensione al rischio, all’innovazione e alla sperimentazione per sopravvivere. Da un lato, infatti, l’incertezza derivante dall’imprevedibilità degli eventi e da un contesto globale in continua evoluzione come conseguenza della crisi economica e sociale internazionale ha messo a dura prova sia gli operatori del settore artistico, sia i collezionisti, gli esperti o i semplici appassionati d’arte, abituati a fare parte di un mondo fondato sull’esperienza “in presenza”. Dall’altro lato, la f lessibilità, intesa come capacità di adattamento di un mercato alle inedite sfide poste dalla pandemia, è stato l’altro elemento di sintesi che ha caratterizzato il 2020. La f lessibilità è stata dimostrata certamente sul lato dell’offerta, con operatori e professionisti del settore impegnati
46
TICINO WELCOME / SET - NOV 2021
a cercare sempre nuove soluzioni per tenere vivo il mercato, affidandosi alle piattaforme virtuali, per mantenere l’attenzione di collezionisti e investitori; ma anche sul lato della domanda, con collezionisti e appassionati disposti ad adattarsi e a volte a “cedere” ai compromessi dell’online, pur di mantenersi attivi nella ricerca e nell’acquisto di beni da collezione. La pandemia ha colpito tutte le categorie di stakeholder del settore: dagli artisti, alle gallerie, dalle case d’asta, ai musei, fiere d’arte ed altri enti espositivi, ovvero tutti i principali attori di un mondo tradizionalmente resistente al cambiamento, che si è scoperto di colpo vulnerabile. Una resistenza che in passato aveva già comportato il consolidamento di “prassi” peculiari, uniche e talvolta obsolete, se comparate con le dinamiche di molti altri mercati dell’economia globale. Il mondo dell’arte, che fino agli inizi del 2020 si basava su un fittissimo calendario di appuntamenti che spingevano collezionisti e appassionati di tutto il mondo a viaggiare da una parte all’altra del globo per prendere parte a fiere, mostre e aste di caratura internazionale, nel frenetico desiderio di “esserci”, è stato così messo completamente in pausa dalla pandemia, che ha, inevitabilmente, rimesso tutto in discussione. La forza e l’interesse dei collezionisti hanno consentito, soprattutto a partire dal secondo semestre del 2020, di ridare linfa vitale a un mer-
cato inizialmente messo in totale stand-by dall’avvento della pandemia. La riduzione dei volumi d’affari, rispetto al 2019, delle aste è stata determinata dalla scarsa propensione dei collezionisti a mettere in vendita lotti di elevata qualità in periodi di crisi. Nonostante la sospensione di molti appuntamenti in calendario, le piattaforme virtuali hanno rivestito e tuttora rivestono un ruolo importante nel tenere vivo il mercato, rivelandosi tuttavia solo parzialmente in grado di sostenerlo, data l’impossibilità di prendere parte fisicamente ai principali appuntamenti dedicati all’arte e ai beni da collezione. È divenuto dunque presto chiaro che la componente fisica nell’esperienza artistica e culturale, ivi inclusa la partecipazione a mostre, fiere e aste di settore, sia fondamentale e spesso imprescindibile. La pandemia ha tuttavia generato una nuova percezione dei canali digitali, che continueranno a rappresentare efficaci punti di contatto tra operatori, collezionisti, appassionati e semplici curiosi. Si segnala infine che alcune incognite di carattere politico, tra cui in particolare la Brexit, hanno avuto anch’esse la loro inf luenza sul mercato, già largamente impattato dalla pandemia. Si rafforza e si riconferma infatti la tesi di una futura crescita dell’importanza della piazza di Parigi per il mercato delle aste a livello internazionale, a seguito dell’uscita ufficiale del Regno Unito dall’Unione Europea.
CULTURA / SPECIALE ARTE
HANNO PARTECIPATO ALL’INCHIESTA:
TOBIA BEZZOLA (T.B.) Direttore MASI
DANIELE PESCALI (D.P.) IMAGO Art Gallery
STEFANO CORTESI (S.C.) Cortesi Gallery
DANIELE AGOSTINI (D.AG.) Galleria Daniele Agostini
PATRIZIA CATTANEO MORESI (P.C.M.) Direttrice di Artrust
DALMAZIO AMBROSIONI (D.A.) Giornalista, critico e curatore d'arte
D.P.: «Certamente il modo di fruire l’arte è cambiato, anche grazie a un uso sempre più specifico e avanzato della tecnologia, che ha permesso agli appassionati e ai collezionisti di godere dell’arte e spesso anche di acquistarla online. Tuttavia, nei periodi di maggiore flessibilità dalle restrizioni abbiamo notato che c’è una gran voglia di vedere l’arte dal vivo e di tornare a fruirne nelle modalità che tutti ricordiamo. In galleria sono molti i visitatori felici di poter fronteggiare e percepire la materialità di un’opera d’arte».
S.C.: «Durante la pandemia la fruizione dell’arte è stata in sensibile calo. Le restrizioni su aperture delle locations, di accesso e partecipazioni a eventi, di spostamento tra regioni e nazioni hanno inevitabilmente portato ad una forte contrazione del rapporto con il mondo dell’arte. Solo in parte sostituito da una crescita della trasmissione di informazioni ed immagini digitali. Dal punto di vista dei programmi, tutto è stato ovviamente modificato, le grandi mostre monografiche che erano organizzate da tempo, sono state cancellate a favore di espo
P
er sua diretta esperienza e per quanto attiene al suo settore o attività, quale è stata la fruizione dell’arte durante i mesi della pandemia? T.B.: «Durante i mesi della pandemia la fruizione dell’arte è continuata senza interruzioni ma attraverso canali differenti da quelli istituzionali, molti visitatori hanno deciso di continuare a seguire il MASI in modo virtuale».
TICINO WELCOME / SET - NOV 2021
47
CULTURA / SPECIALE ARTE
sizioni collettive che davano la possibilità di arrivare ad un maggior numero di collezionisti». D.AG.: «Essendo in primo luogo un appassionato d’arte, devo riconoscere che durante i lockdown, rallentando i normali ritmi della mia quotidianità, ho potuto dedicarmi alla contemplazione della mia collezione con uno sguardo via via più consapevole. Questa fortuna, inoltre, si è dimostrata molto importante perché mi ha consentito, anche all’interno delle mura domestiche, di trovare delle parentesi di gioia in un periodo complesso. Per quanto concerne la mia attività di giovane gallerista, durante i mesi di riapertura postlockdown, ho riscontrato un positivo incremento del pubblico dovuto in buona parte alla massiccia presenza di turismo interno». P.C.M.: «Durante i mesi di chiusura, ovviamente, l’unica modalità possibile è stata quella online e virtuale, ma chiaramente tutte queste soluzioni alternative non hanno potuto sopperire alla fruizione dal vivo dell’opera d’arte, che resta in questo senso insostituibile: non è possibile, infatti, paragonare la visione di un’opera a distanza su uno schermo bidimensionale, rispetto alla relazione che si instaura tra chi guarda e l’opera stessa, tra due corpi inseriti in uno spazio che dialogano tra loro. Detto questo, se parliamo di mercato dell’arte, la fruizione online ha permesso al settore di restare in piedi, generando tuttavia una forte polarizzazione. I grandi player che erano già attivi online - i grandi marketplace dell’e-commerce artistico per esempio - sono cresciuti a dismisura, mentre chi non era pronto ha dovuto adattarsi a soluzioni spesso improvvisate, nella maggior parte dei casi arenandosi con scarsi risultati».
48
TICINO WELCOME / SET - NOV 2021
D.A.: «La reazione iniziale dei mass media (radio comprese, più vivaci le TV) e del mondo della critica è stata di vuoto e perplessità. Abituati alla sovrabbondanza di proposte e a reagire secondo criteri tradizionali, sono stati sorpresi dalla nuova situazione. In pratica pensando “aspettiamo che passi, tornerà la normalità”, hanno tacitamente rilanciato la palla nel campo delle istituzioni culturali, mancando di capire e far capire i movimenti in atto. Più reattivo è stato il mondo dell’online, consapevole che quella situazione d’incertezza poteva offrire opportunità nuove sul piano creativo. Si è sentito svincolato dall’obbligo di limitarsi a seguire e comunicare gli eventi, e abilitato a finalmente diventare attore e “luogo” di creazione, di ricerca e invenzione. Alcuni, pochi critici e curatori hanno capito questa rivoluzione e ne sono diventati parte, accentuando l’attenzione ai nuovi media, alla creatività femminile, dei giovani… I mass media, dopo l’interruzione dovuta alla pandemia, sono invece ripartiti sulla strada della tradizione». Quali strategie, canali, nuove modalità di comunicazione si sono rivelati maggiormente efficaci per affrontare i mesi di sospensione di attività in presenza? T.B.: «Al MASI il calendario espositivo viene deciso con alcuni anni d’anticipo e questo ha spinto tutto il team del museo a trovare nuovi modi di comunicare e avvicinare (virtualmente) il pubblico al Museo. Per ogni mostra effettuiamo scansioni 3D dello spazio espositivo, tutti questi dati sono stati raccolti e riproposti come Digital Museum sul nostro sito web. L’installazione di Nora Turato è stata pensata in modo tale da consentire ai nostri visitatori di usufruire dell’arte senza dover accedere allo
spazio museale durante le settimane di chiusura imposte dal governo (dicembre 2020 – marzo 2021), e vorrei citare anche la mostra di Silvano Repetto che è stata proposta interamente in formato digitale. Grazie alle nuove tecnologie siamo riusciti ad adattare la nostra offerta espositiva». D.P.: «Come per tutti i settori, anche per quello dell’arte il fulcro dell’attività di comunicazione durante la pandemia è legato all’incremento del digitale, dai canali più tradizionali quali il contatto con i collezionisti via mail e newsletter, sino a quelli più innovativi come l’accrescimento di utilizzo delle piattaforme specializzate in tutte le loro sfaccettature: Online Viewing Rooms, 3D Tours di mostre presenti in galleria e informazioni specifiche su artisti e opere. Inutile sottolineare anche l’importanza dei social network, divenuti ormai canale preferenziale per il racconto di qualsiasi realtà: così è anche per il mondo dell’arte». S.C.: «Le piattaforme di vendita come ad esempio Artsy, così come il settore delle fiere d’arte online, hanno avuto una grande importanza sia a livello commerciale che di connessione, permettendo al loro bacino di utenti di entrare a contatto con le gallerie estere in un periodo in cui l’arte non era in movimento. I canali social e la comunicazione digitale hanno invece permesso un continuo scambio di informazioni con i collezionisti e gli amanti dell’arte, mantenendo vivi i rapporti sociali con questi ultimi. C’è stato inoltre il grande tentativo di digitalizzare gli spazi espositivi per permettere alla gente di “visitare” mostre online; a queste maquettes virtuali è possibile accedere tramite il proprio computer o smartphone, un modo comodo e pratico che permette al visitatore di spostarsi all’interno dello spazio
CULTURA / SPECIALE ARTE
architettonico osservando le opere allestite direttamente da uno schermo. Si tratta sicuramente di un’iniziativa molto interessante, ma che purtroppo non è paragonabile all’esperienza di una visita in prima persona. Queste strategie dunque hanno solo parzialmente sostituito l’attività in presenza». D.AG.: «Ammetto candidamente di essermi astenuto da quell’approccio cacofonico e sovente sterile che ha trovato sbocco nel digitale durante i mesi di chiusure forzate. Sicuramente gli attori culturali di rilievo sono riusciti a rimanere attivi con il proprio pubblico e a implementare la loro offerta attraverso il digitale, in primis con i social media e le piattaforme di videoconferenza, dando un’alternativa momentanea all’impossibilità dell’esperienza fisica. Ritengo però che la fruizione dell’arte debba avvenire, quando possibile, in presenza, il digitale può arricchire l’esperienza ma non può soppiantare la fisicità dell’opera. Non da ultimo i risultati di certe operazioni hanno dimostrato una certa superficialità da parte di al-
cuni attori, il cui approccio alla comunicazione digitale è stato piuttosto naïve: ricordiamoci che la comunicazione digitale è una professione». P.C.M.: «Se la fruizione dell’opera d’arte ne ha risentito in modo importante, gli strumenti di vendita e comunicazione online – le piattaforme e-commerce, il nostro sito web, ma anche le email, le chat, i social network – ci hanno permesso di mantenere i rapporti con i nostri contatti. Sono stati mezzi indispensabili per mantenere le relazioni umane e quelle commerciali, per conservare i rapporti one-toone, in alcuni casi rinsaldandoli o creandone di nuovi. Anche perché ai nuovi mezzi si è dovuta adeguare anche una fetta di popolazione che prima li utilizzava poco o per nulla – penso a tutta una fascia over 50 – che ora si è appropriata di questi canali e li utilizza in modo continuativo». D.A.: «È risultata evidente la distanza tra media tradizionali e l’online. I primi, in particolare la
stampa scritta e soprattutto i quotidiani, hanno assunto una posizione attendista, mancando di approfittare dell’occasione per indagare aspetti solitamente trascurati, come le opere d’arte ed i monumenti negli spazi pubblici, il rapporto con la storia, l’urbanistica e la gestione del territorio, o quanto andava velocemente maturando sullo scenario dell’online e nelle stanze chiuse dei musei. Qualcuno ha approfittato di questo “tempo sospeso” per preparare nuove proposte future, ritagliandosi un tempo parallelo ma non coincidente con quello che stava prendendo forma. Per i mass media quello della pandemia è un tempo perso, eppure per il mondo dell’arte è stato tra i più creativi in assoluto degli ultimi decenni». Quale è stato il ruolo dell’innovazione e della digitalizzazione in un mondo, non solo nel campo dell’arte, sempre più globalizzato? T.B.: «Il ruolo della digitalizzazione è stato fondamentale, come citato nelle risposte precedenti, ci ha TICINO WELCOME / SET - NOV 2021
49
CULTURA / SPECIALE ARTE
che ne attestano l’unicità), che personalmente guardo con qualche dubbio e poco interesse. Come individuo, l’innovazione digitale tout court ha sicuramente un impatto positivo sulla mia vita e lo svolgimento di varie attività, sebbene risulti per me essenziale il rapporto diretto con il pubblico e con l’arte, sia a livello professionale, sia nel mio quotidiano».
permesso di poter continuare ad offrire al pubblico un accesso “virtuale” al museo, attraverso scansioni, mostre online, installazioni site-specific e i nostri canali social dove abbiamo potuto condividere alcuni momenti dietro le quinte mostrando come il Museo non si è mai fermato, ma ha sempre continuato a lavorare per poter offrire una proposta espositiva che riesca a raccontare e a illustrare il mondo che ci circonda». D.P.: «Naturalmente il tema della digitalizzazione è sconfinato ed era preponderante ben prima della pandemia che – come già si è detto più volte – non ha fatto altro che velocizzare questo processo. Digitalizzazione e globalizzazione vanno di pari passo e si influenzano a vicenda: se infatti, da una parte, il continuo spostarsi delle persone ha fatto nascere l’esigenza di poter fruire di tutto anche a migliaia di km di distanza, dall’altra il fatto di poterlo fare ha permesso un sempre più forte scambio culturale. Questo processo era già molto avanzato prima della pandemia:
50
TICINO WELCOME / SET - NOV 2021
S.C.: «L’innovazione basata sulla digitalizzazione influisce oramai sulla vita quotidiana di tutti sia nella sfera privata che lavorativa. In un periodo in cui tutti utilizzavano dei canali di comunicazione digitale (social media, viewing room, newsletter…) si ha avuto la possibilità di intercettare una fetta di pubblico che altrimenti non sarebbe stato possibile raggiungere, se non con fiere o eventi mirati. Per quanto riguarda la nostra esperienza, con questo tipo di dialogo siamo riusciti a connetterci anche ai collezionisti oltre oceano».
P.C.M.: «Il ruolo dell’innovazione digitale è stato fondamentale. Ha permesso al mondo di rimanere connesso, evitando il completo isolamento, ha consentito di mantenere vive le relazioni, a livello umano ma anche in termini di business. In un’epoca pre-digitale una pandemia mondiale di questa portata avrebbe probabilmente segnato una crisi ancora più profonda e drammatica. Tuttavia, il digitale non può essere una soluzione per tutto, come abbiamo visto, anche nel settore dell’arte. In particolare, mi riferisco al settore fieristico: la fiera nasce come luogo di incontro, relazione, fruizione diretta e dal vivo delle opere. Ci sono stati parecchi tentativi di portare le fiere online, ma mi dispiace dover ammettere che pochi hanno avuto successo. A volte perché progettati in maniera frettolosa e non all’altezza, ma in generale, ritengo, perché non è possibile trasferire su una piattaforma digitale un’esperienza così complessa e coinvolgente come una fiera. Parlo anche per esperienza diretta: come galleria abbiamo partecipato ad alcune di queste fiere online, ma i riscontri in termini di visibilità e di vendite non sono stati cosi soddisfacenti».
D.AG.: «La digitalizzazione è in continua evoluzione. Nel mercato dell’arte, non a caso, proprio durante la pandemia vi è stato il boom della NFT art (opere digitali accompagnate da certificati di autenticità
D.A.: «Assolutamente decisivo. Proprio in quelle situazioni di emergenza il mondo digitale ha mostrato di avere una marcia in più quanto a reazione e spinta propulsiva. Ha letteralmente inventato nuovi spazi
proprio da qui la forte necessità di trovare vie nuove e sempre più avanzate per mantenere l’equilibrio e le possibilità di fruizione di qualunque bene anche con i confini chiusi».
CULTURA / SPECIALE ARTE
per l’arte creando curiosità e coinvolgimento nel pubblico ed anche negli operatori del settore, che hanno scoperto le possibilità creative e propositive della Rete, come conferma la mostra solo online del MASI con Silvano Repetto. In poco più di un anno il mondo digitale è stato capace di organizzare quel progetto, da tempo cullato anche se in termini per la verità vaghi, di diventare spazio d’arte, come conferma l’esplosione della Crypto Art, che ha aperto scenari tuttora solo in parte esplorati. Per le istituzioni ufficiali quali i musei, la piattaforma online è diventata uno strumento fondamentale per la ripartenza e un luogo dove “fare” arte». La normale, o quasi, ripresa delle attività cancellerà l’esperienza passata o i modi e i tempi del mercato dell’arte ne usciranno profondamente modificati? T.B.: «Come Direttore di questo Museo non posso prevedere cosa succederà nello specifico nel mercato dell’arte, ma sicuramente l’offerta museale mondiale è diventata più ampia e accessibile. Molti eventi e talk continueranno ad avere luogo in modo virtuale, le mostre saranno sempre più spesso accessibili simultaneamente anche attraverso contenuti digitali, ma credo che l’emozione che si prova quando si è circondati fisicamente da opere d’arte nelle sale del museo è assolutamente insostituibile e invito i lettori a visitare le mostre MASI presso le sedi di Palazzo Reali e del LAC». D.P.: «La durata elevata della situazione dovuta alla pandemia ha fatto sì che le abitudini di vita quotidiana e di consumo siano radicalmente cambiate: per questo è assolutamente plausibile pensare a delle conseguenze a lungo termine. Dopo questo periodo sarà, per esempio, nor-
male visitare mostre o acquistare opere direttamente dal web. Tuttavia, ritengo che l’arte non possa prescindere dalla presenza fisica e dalle sensazioni create dal contatto diretto con l’opera: per questo sono convinto che con la ripresa delle attività tornerà ad essere preponderante il contatto dell’opera con la persona, e dell’arte con la vita». S.C.: «Anzitutto occorre capire quando la pandemia, o comunque le restrizioni legate allo sviluppo dei contagi, saranno interamente superati. Nell’ultimo decennio si era arrivati ad un eccesso di offerta di arte. Si ripartirà in modo meno frenetico con meno eventi, meno operatori ma anche meno artisti. La qualità e la fruibilità ne beneficeranno. La nuova modalità di interazione e fruizione dell’arte, nata da questo momento storico, sembra persistere ed essere utilizzata dal pubblico anche ora che gli eventi in presenza stanno ricominciando ad avere luogo. Bisogna però aggiungere che niente può sostituire il piacere di andare a visitare una mostra in una galleria d’arte o un museo, sfogliare un catalogo e avere la possibilità di interagire direttamente con l’artista o con il gallerista». D.AG.: «Quest’esperienza ha confermato la necessità e il desiderio di coloro che seguono il mercato dell’arte, e in generale del pubblico che frequenta musei, gallerie, fiere, eccetera, di continuare a farlo, quindi non credo ci sarà un cambiamento profondo, bensì una forte consapevolezza dell’importanza che l’arte riveste nella vita». P.C.M.: «Se questa pandemia fosse durata tre mesi, l’avremmo vissuta come una semplice pausa e al termine avremmo ripreso la vita di prima senza particolari difficoltà.
Tuttavia, siccome non solo è durata molto di più, ma i tempi per uscirne definitivamente sembrano ancora lunghi, credo dovremo abituarci a quella che stiamo vivendo come a una nuova normalità. C’è stata una rottura definitiva e quello che verrà dopo non potrà più essere uguale a prima. Lo stop forzato ci ha costretto a fare i conti con noi stessi, a pensare a quello che stavamo facendo, come lo stavamo facendo e soprattutto perché. Dal mio punto di vista di gallerista che opera nel mercato dell’arte, questo ha coinciso con una diversa percezione di quello che è davvero importante, rispetto a quello che è semplice contorno. La rincorsa ai grandi numeri, i grandi eventi, la mondanità, e tutto il carrozzone che si muoveva intorno, avevano quasi fatto passare l’arte in secondo piano. È tempo di tornare al senso vero dell’arte, rimetterla in primo piano. Meno eventi (che durano poco e non lasciano nulla) e più sostanza artistica (che è quella che resta nel tempo)». D.A.: «Non solo quest’esperienza non verrà cancellata, ma costituisce già adesso una piattaforma di novità e di rilancio. Va dato atto al mondo dell’arte di essere stato, dopo l’iniziale disorientamento, reattivo e creativo nell’emergenza, considerandola non una parentesi ma un modo di manifestarsi della modernità. Ha trovato dentro di sé risorse nuove, che già erano sul punto di manifestarsi e che il tempo della pandemia ha accelerato. Le ripercussioni si vedono a tutti i livelli, compresi gli spazi tradizionali delle gallerie, fiere d’arte e attività d’asta. Non han perso la loro ragion d’essere, anzi la ribadiscono con nuove modalità di comunicazione, ma soprattutto aggiornando il concetto stesso di arte nel nostro tempo. Il che significa puntare con sempre più consapevolezza sull’arte contemporanea, comprese le sue acrobatiche, nuove manifestazioni». TICINO WELCOME / SET - NOV 2021
51
01
2984 LA MATERNITÀ VISTA DA ALESSANDRO MALOSSI
CULTURA / IMAGO ART GALLERY
DAL MOUSE AL PENNELLO E RITORNO 02
03
ALESSANDRO MALOSSI, CON LA SUA CREATIVITÀ FUORI DAL COMUNE, CONIUGA TRADIZIONE E AVANGUARDIA ATTRAVERSO UN MIX DI ANALOGICO E DIGITALE, SMUOVENDO IL PENSIERO DI CHI OSSERVA. DI BEATRICE GARAVAGLIA
L’
era digitale, dirlo pare scontato, ha cambiato capillarmente la vita e le abitudini di ognuno di noi: rivoluzione, questa, che non può che rif lettersi nell’arte, luogo della massima espressione della visione che l’uomo ha della vita, propria e collettiva. Per la nuova generazione di artisti, tesi tra il confronto con la tradizione e le nuove possibilità donate da supporti tecnologici sempre più all’avanguardia, è dunque inevitabile confrontarsi con il tentativo di dare un senso e di formare un’estetica anche per questo aspetto così preponderante della vita di tutti i giorni. Esempio emblematico di questo processo è incarnato in Alessandro Malossi, classe 1993, entrato a far parte degli artisti rappresentati da IMAGO Art Gallery da inizio 2020. Forte di un’importante base artistica maturata durante la sua formazione alla NABA di Milano e cresciuto in un mondo caratterizzato da una conti-
nua crescita tecnologica, Alessandro ha saputo mettere al servizio di quest’ultima la sua creatività senza riserve, facendo del digitale la cifra espressiva principale che gli ha permesso di farsi conoscere. L’intuizione ha dato vita alla serie NOAH, opere digitali che hanno come soggetto diversi animali composti da oggetti di brand di moda, dal cammello all’elefante, dalla giraffa alla tigre. L’artista, inoltre, intrattiene quotidianamente il suo pubblico sui social media, creando da fermi immagine reali opere d’arte che in fondo sono visioni distorte della realtà, che nascono con l’intento di voler smuovere lo spettatore – emozionalmente e razionalmente –, di mostrargli aspetti della realtà che sempre, chi guarda, aveva immaginato in modo differente: in una parola, surrealismo. Non finisce qui, perché Alessandro ha sfruttato la sua conoscenza del mondo virtuale per lanciare – insieme ad IMAGO – due NFT (Non Fungible Tokens), opere esclusivamente digita-
01 2984 Stampa Lambda 2021 80 x 70 cm 02 The creation Acrilico su tela 2021 70 x 50 cm 03 Tiger Stampa Lambda 2019 150 x 110 cm
TICINO WELCOME / SET - NOV 2021
53
CULTURA / IMAGO ART GALLERY 04
li che hanno portato scompiglio nel mondo dell’arte negli ultimi mesi. Malossi, si diceva, è un giovane artista di talento con una grande conoscenza del mondo dell’arte: da qui l’esigenza, riemersa nell’ultimo anno, di tornare alla pittura su tela, quel supporto così intramontabile da divenire prova necessaria volta ad aggiungere un ulteriore tassello alla sua ambizione. Nascono così degli acrilici su tela che emulano le sue opere digitali più affezionate e profonde, come “The Creation”, una Creazione di Adamo in chiave personale e moderna. A divenire exemplum di questo circolo virtuoso fatto di digitale e analogico che è il percorso artistico di Alessandro è un soggetto, quello dell’uovo che lacrima, divenuto anzitutto virale sui social come opera d’arte digitale, successivamente dipinto nell’opera “The Failure” e divenuto infine un NFT sotto forma di video MP4, tecnica che permette di mostrare la lacrima in movimento, rendendo all’opera il suo senso ultimo. Un giovane artista a tuttotondo, dunque, che grazie alla collaborazione con IMAGO Art Gallery sta entran-
54
TICINO WELCOME / SET - NOV 2021
05
do a pieno titolo nel folto mondo dell’arte contemporanea, trovandovi spazio grazie alla capacità di coniugare l’importanza di stare al passo con i tempi odierni e di riconoscere il rilievo di quelli passati, senza i quali tutto, arte compresa, perde di senso.
04 The failure Acrilico su tela 2021 70 x 50 cm 05 The failure Stampa Lambda 2021 64 x 50 cm
IMAGO ART GALLERY Via Nassa 46 CH-6900 Lugano T. +41 (0)91 921 43 54 info@imago-artgallery.com www.imago-artgallery.com
CULTURA / IRENA DRAGOVA 01
OPERE IN BRONZO DI GRANDE MODERNITÀ
C SCULTRICE DI ORIGINE BULGARA, VIVE E LAVORA DA ANNI IN TICINO. DI DALMAZIO AMBROSIONI
01 Falling Moon, bronzo, 2021 Ph: Jolie Zocchi 02 Hanged Man, bronzo, 2020 Ph: Jolie Zocchi 03 Da sinistra Femscale, bronzo, 2020 Pierluigi, bronzo, 2021 Impavida, bronzo, 2021 Hanged Man, bronzo, 2020 Ph: Jolie Zocchi
56
TICINO WELCOME / SET - NOV 2021
e ne fosse bisogno, ecco la conferma che l’arte va a braccetto con la vita. Compagna ma soprattutto maestra. In grado di indirizzare gli eventi, di tracciare la direzione, di scavare una traccia, di cavalcare un destino. Irena Dragova è nata a Burgas, cittadina turistico-industriale della Bulgaria sulla costa orientale del Mar Nero, attraversata dai fasti e nefasti della storia. Snodo cruciale sul piano geografico, ci sono passati traci, greci, persiani, macedoni, romani, ottomani, goti, bizantini e finalmente bulgari. Tutti hanno lasciato e preso qualcosa, dando vita ad un’identità stratificata e complessa ancora oggi, dove però «ogni volta che ci torno il canto dei gabbiani ed il panorama dei campi di grano che guardano sul mare, mi aprono il cuore». Proprio questo accenno di poesia e di nostalgia innestato su una storia fragorosa e che non fa sconti, come l’adolescenza sotto il regime comunista, connotano il presente di Irena Dragova, che dalla metà degli anni ’90 si svolge in Svizzera, in Ticino. Dove ha trovato modo intanto di posizionarsi sul piano professionale - laurea in economia aziendale, specializzazione marketing - e finalmente di dedicarsi all’arte, realizzando il sogno che si portava da sempre nel cuore. Ha seguito le tappe di una robusta formazione, corsi e stages tra Italia e Svizzera tra cui alla Scuola di Scultura di Peccia, ha iniziato a creare e a
perfezionare la sua strada («che mi ha permesso finalmente di esprimere al meglio il mio mondo interiore») dedicandosi alla scultura. «Amo quello che faccio, e lo faccio con grande entusiasmo e passione». Aggiungerei convinzione e competenza, visto che le sue sculture sono per così dire firmate. Ossia inequivocabili, fortemente sue, contraddistinte da tratti sicuri, inconfondibili. Nel gioco dei raffronti, nella ricerca di ascendenze e derivazioni, di punti di riferimento e di maestri, ne esce con i tratti della sua originalità. Evidentemente la Svizzera s’è rivelata per lei un ottimo punto d’osservazione sull’arte anche contemporanea, immersa com’è in una sua grande storia artistica e nell’attenzione critica a quanto le succede dentro e attorno. Anche qui Irena Dragova ha trovato quell’intreccio di conflitti e pacificazioni, quell’alternarsi di incontri e scontri che ne hanno definito l’identità. Ma soprattutto nel delicato equilibrio di questa nostra complessità culturale ha maturato la convinzione che sì, era possibile percorrere una propria strada espressiva, individuare attraverso l’opera d’arte una sorta di conciliazione tra i tanti elementi fra loro in conflitto. Che era ed è possibile mettere ordine all’interno di quel guazzabuglio in cui coesistono ragioni storiche e personali, emotive e razionali, e tutte cercano di manifestarsi, in qualche modo di prevalere.
CULTURA / IRENA DRAGOVA 03
I riconoscimenti ricevuti dicono che è sulla buona strada, ma ancor più lo conferma il fatto che continui a ricercare, ad approfondire la storia dell’arte, a sperimentare con accanimento, a credere che la speranza è nell’opera. Allora si butta sulla materia, creta, gesso o cera che sia. La lavora, la modella, la liscia, l’allunga, la comprime, ci lascia i segni. Poi la fonde in bronzo. Nella definizione mentale delle sue opere riesce ad inserire caparbiamente un elemento tattile, che diventa distintivo. Un fondamento manuale, artigianale molto forte, attraverso il quale conferisce un’impronta alla propria idea. Così che la portata simbolica ed interiore, sempre presente nelle sue sculture, abbia come un aggancio forte, indissolubile con la realtà, con i giorni e i luoghi, con il territorio (“Revenant”). Come quelle grandi, nodose mani allungate, (“Father’s Hand” ma anche “Femscale”) che ad un tempo creano contrasto ed equilibro nelle figure; quegli arti allungati, filiformi, braccia e gambe come fili sospesi, come lati ed angoli di figure geometriche (“Pierluigi”), come sostegni a teste schiacciate e volti attoniti che scruta-
no e cercano la direzione. Talvolta sostenuti da elementi circolari, da ragioni ben fondate, tali da permettere equilibri più stabili (“Hanged Man”). Poi le sue figure umane sono anche territori ed animali (interessante e coraggioso il caso di “Ibrida”), hanno in sé delle metamorfosi, viene in mente Ovidio e Kafka in quel continuo andirivieni storico, che è uno degli elementi fondamentali delle strutture in bronzo di Irena Dragova. Cosicché la tecnica del modellare il bronzo, in cui Irena Dragova si rivela finemente esperta, nelle sue opere trova una conciliazione formale ben equilibrata con elementi più essenziali e familiari come il cerchio, che mantiene la sua valenza simbolica mentre diventa un elemento strutturale assorbendo e distribuendo il tormento di un modellare intenso e profondo. Le sue figure sono corpi in evoluzione. Mentre diventano espressione di atteggiamenti e soprattutto di stati d’animo, di tormenti ed emozioni, di quella lotta quotidiana che è il vivere, al tempo stesso cercano conformazioni nuove, modi di esprimersi più confacenti, come alla ricerca di sottili equilibri all’interno dei quali prendono il
sopravvento parti precise della figura umana: il busto, il torso, il dorso, l’addome… Per dire che quella di Irena Dragova è sì una ricerca di tipo formale e strutturale (quei punti che sono teste, quei fili che sono arti, quelle mani che sembrano ventose e porzioni di territorio, quei dorsi lucidi e diversamente patinati che richiamano riferimenti tecnologici…), ma è soprattutto un approfondimento di tipo filosofico. È una risposta alle sue domande esistenziali. È la declinazione del suo continuo porsi domande (come nel caso di “Regret” o di “Man of the Moon”). È l’acrobatica soluzione strutturale ed anche un po’ poetica a temi eminentemente moderni come la solitudine (“Falling Moon”), le domande sul tempo e sullo spazio, sul desiderio e l’incapacità-impossibilità di vedere e capire le cose (“Blind Man”). I bronzi di Irena Dragova non cessano di interrogarsi, di cercare soluzioni, di trovare risposte per domande esistenziali. Sono eminentemente moderni proprio nella loro metodica ricerca di motivi per cui valga la pena di vivere e, vivendo, di realizzare sé stessi. www.dragova.art
02 TICINO WELCOME / SET - NOV 2021
57
FINANZA / SPECIALE FISCALITÀ
RAPPORTI SVIZZERA-ITALIA: A CHE PUNTO SIAMO?
L
a riforma fiscale svizzera, che è entrata in vigore l’1° gennaio 2020, sta portando a normalizzare i rapporti con l’Italia. Fra questi, si annovera anche la localizzazione di società holding in Svizzera senza più i dubbi sul regime fiscale del passato. La Svizzera per varie ragioni storiche ed economiche ha rappresentato un ideale hub per la localizzazione di headquarter e di società
holding a capo o lungo la catena partecipativa di gruppi multinazionali, per la collocazione geografica nel cuore dell’Europa, la governance flessibile, la burocrazia snella ed efficiente, nonché per alcuni regimi fiscali di favore. Proprio il regime delle società holding è stato oggetto di alcune recenti pronunce da parte dell’Agenzia delle Entrate, che ne hanno definitivamente eliminato le incertezze legate all’agevolazione fiscale.
HANNO PARTECIPATO ALL’INCHIESTA:
58
DIEGO ATTIVISSIMO (D.A.) Manager servizi fiscali e societari Studio Fiduciario Pagani SA
SYLVAIN PICHARD (S.P.) Head of Wealth Planning Solution Swiss Hub di BNP Paribas (Suisse) SA
SANDRO JAEGER (S.J.) Senior Manager Tax Services di Ernst & Young Ltd.
SIMONA GENINI (S.G.) Membro CDA Veco Advisory
GIACOMO GALLI (G.G.) Direttore Wullschleger Martinenghi Manzini Servizi Fiduciari SA
ALESSANDRO NEBULONI (A.N.) Direttore Multifiduciaria e Consulenza SA
TICINO WELCOME / SET - NOV 2021
RICCARDO MANDELLI (R.M.) Direttore Fiduciaria Fontana SA
FINANZA / SPECIALE FISCALITÀ
Q
ual è lo stato attuale dei rapporti tra Italia e Svizzera in merito alla localizzazione delle società holding?
D.A.: «Con l’abrogazione degli statuti fiscali privilegiati di società holding, società di amministrazione e società ausiliarie - in precedenza regolamentati agli art. 91 - 93 della Legge tributaria del Cantone Ticino (LT) – stabilita dall’introduzione della legge federale sulla riforma fiscale e sul finanziamento dell’AVS (RFFA), la Svizzera ha consolidato i rapporti con l’Italia e l’UE eliminando le incertezze del passato legate ai regimi fiscali privilegiati, qualificandosi come giurisdizione cooperativa ai fini fiscali. Le modifiche di cui alla citata legge fiscale RFFA, entrata in vigore a partire dal 1° gennaio 2020, hanno, a nostro avviso, rafforzato la piazza economica Svizzera la quale, abbandonando sistemi fiscali ormai obsoleti e controversi, si pone nello scenario europeo come un interlocutore serio ed affidabile pur mantenendo la tipica competitività elvetica». S.P.: «Con l’entrata in vigore della Legge federale svizzera concernente la Riforma Fiscale e il finanziamento dell’AVS (RFFA) il 1° Gennaio 2020, sono stati aboliti diversi statuti fiscali privilegiati quali le società holding, le società in amministrazione e le società ausiliarie. Tali modifiche si inquadrano nella generale tendenza a livello internazionale, nella quale si iscrive anche l’Italia, di fondare la competizione sulle scelte di localizzazione fiscale delle imprese, non più sulla concezione di meccanismi privilegiati, bensì su regole di trasparenza e di sostanza coerenti con i dettami definiti a livelli sopranazionale, OCSE e UE in primis, e su un livello accettabile di imposta sui redditi delle persone giuridiche».
S.J.: «L’approvazione della Riforma fiscale ha consentito alla Svizzera di adottare un pacchetto di misure coerenti con gli standard definiti a livello internazionale (c.d. parametri BEPS) e idoneo a salvaguardare la storica competitività del sistema fiscale elvetico rispetto al panorama internazionale. Un doppio beneficio che non deve essere sottovalutato in un’ottica di attrattività del nostro Paese riguardo la scelta di localizzazione delle holding di gruppi multinazionali esteri. Nonostante da un punto di vista tecnico il livello di tassazione delle holding sia rimasto molto vantaggioso anche dopo l’abolizione dei regimi fiscali privilegiati, l’approvazione della Riforma fiscale ha permesso alla Svizzera di uscire rafforzata da una fase di lunga contrattazione con le autorità fiscali internazionali sotto un profilo reputazionale e di certezza del diritto. Queste circostanze hanno di fatto avuto un impatto positivo anche nelle relazioni con l’Italia» R.M.: «Il quadro economico attuale è sempre più caratterizzato da una cooperazione fiscale tra Stati. A tal proposito la Confederazione Elvetica ha partecipato al progetto congiunto OCSE-G20, denominato BEPS (Base Erosion and Profit Shifting), volto a contrastare le politiche fiscali aggressive attuate dalle imprese al fine di erodere la base imponibile e trasferire gli utili verso giurisdizioni che applicano un’imposizione fiscale minima o addirittura nulla. Il risultato finale di tale cooperazione, pubblicato nel 2015, ha sancito da un lato la necessità di abolire gli statuti fiscali privilegiati al fine di ottenere una compliance agli standard internazionali e dall’altro quella di mantenere la piazza economica svizzera attrattiva per le imprese estere, tra cui anche quelle italiane. Il risultato di tutto ciò è sfociato nell’elaborazione da parte della Svizzera della Riforma Fi-
scale e Finanziamento dell’AVS (RFFA), la quale ha previsto diverse misure. Di particolare rilievo è l’abolizione, a far data dal 1° gennaio 2020, degli statuti fiscali privilegiati, agevolazione che non era vista di buon grado dall’Amministrazione fiscale italiana e più in generale dai paesi OCSE». S.G.: «A seguito della pressione internazionale la Svizzera ha abolito dal 1° gennaio 2020 le tassazioni privilegiate, tra cui figurava anche quello delle società holding a livello cantonale (si ricorda che questa rappresentava praticamente una tassazione zero per tutti i redditi non solo quelli da partecipazione a livello cantonale e comunale). Per contro il regime fiscale per l’imposta federale diretta è rimasto invariato nel tempo garantendo lo sgravio dei dividendi con la riduzione per partecipazione. Oggi, tutti e tre i livelli impositivi sono equiparati». G.G.: «La Svizzera ha fatto i compiti e con la Riforma fiscale e finanziamento dell’AVS (RFFA) ha introdotto in seguito ad accettazione in votazione popolare del 19.05.2019 con effetto dal 01.01.2020 alcune modifiche legislative importanti, come per esempio l’abrogazione delle norme sugli statuti speciali cantonali nella LAID. Sono venuti a cadere i privilegi fiscali delle società holding, società di amministrazione e società ausiliarie, adattamenti necessari per adeguarsi agli standard internazionali OCSE (progetto BEPS). Il governo italiano ha sicuramente apprezzato il nostro sforzo da un punto di vista legislativo, ma sul territorio l’informazione non è ancora passata e alcuni studi commercialisti della penisola continuano a parlare di paradiso fiscale, liste nere e società con regime fiscale benefico. Il processo di normalizzazione del rapporto fra i due paesi soffre di una certa inerzia e ci vorrà del tempo prima che tutto sia metabolizzato». TICINO WELCOME / SET - NOV 2021
59
FINANZA / SPECIALE FISCALITÀ
A.N.: «Con l’entrata in vigore della riforma fiscale svizzera e la conseguente abrogazione dei regimi fiscali privilegiati per le società holding, è venuta meno la problematica degli aiuti di Stato addotta dalla Commissione Europea nel 2007 e abbracciata in seguito dall’Agenzia delle Entrate italiana per negare l’esenzione da ritenute alla fonte sui dividendi distribuiti da società italiane a società holding svizzere. Queste ultime, in presenza di determinati presupposti, beneficiavano sino al 2019 di importanti agevolazioni fiscali a livello cantonale e comunale ora cadute a favore di un’imposizione ordinaria. I dividendi erogati dalle società controllate italiane alle proprie controllanti svizzere potranno pertanto beneficiare dell’esenzione da ritenute alla fonte prevista dall’Accordo sulla fiscalità del risparmio tra la Svizzera e l’UE. Ciò ha contribuito ad aumentare il consenso a livello internazionale (in particolare OCSE e UE) e a creare un contesto più certo nei rapporti tra Italia e Svizzera, comportando delle conseguenze fiscali e finanziarie interessanti per gli attori coinvolti». In particolare, quali aspetti fiscali vengono modificati in conseguenza dell’entrata in vigore della Riforma fiscale svizzera? D.A.: «Sul fronte elvetico la riforma abolisce, come testé menzionato, i regimi fiscali privilegiati introducendo nuovi interessanti strumenti di ottimizzazione fiscale in particolare per le società innovative, quali ad esempio il patent box, che permette una sensibile riduzione del carico fiscale sui ricavi da sfruttamento di brevetti o proprietà intellettuali. Sul fronte italiano questa riforma ha permesso di applicare l’esenzione da ritenute alla fonte sulle distribuzioni di dividendi in uscita corrisposti da una società italiana alla propria controllante residen-
60
TICINO WELCOME / SET - NOV 2021
te in Svizzera, ossia la cosiddetta madre-figlia, nel rispetto dell’accordo Comunità Europea-Svizzera». S.P.: «La riforma ha innanzitutto abrogato le norme applicabili alle società con statuto speciale cantonale. Tale misura nasce dalla necessità di allineare la normativa fiscale svizzera alle mutazioni in ambito internazionale volte ad evitare fenomeni di profit shifting. Le riflessioni sul minimum tax rate unico a livello globale e sulla base imponibile unica a livello europeo ne sono un esempio. Al contempo, al fine di garantire l’attrattività della Svizzera in un contesto economico sempre più marcato dallo sviluppo tecnologico e digitale, risultato ancora più evidente durante la pandemia, sono state introdotte nuove misure fiscali, miranti a promuovere l’innovazione e la ricerca e sviluppo in loco, con l’approvazione del nuovo patent box». S.J.: «La prima diretta conseguenza dell’approvazione della Riforma è stata l’abolizione dei regimi di tassazione privilegiata sia a livello federale sia a livello cantonale. Tale provvedimento, fortemente richiesto a livello OCSE e UE, è stato compensato con l’introduzione di nuove misure volte a incentivare l’attrattività del sistema fiscale elvetico. A titolo esemplificativo, è stata prevista una generale riduzione delle aliquote per le persone giuridiche, l’introduzione di incentivi in ambito di ricerca e sviluppo e la possibilità di dichiarare le riserve occulte in neutralità fiscale. L’effetto combinato di queste disposizioni ha l’obiettivo di riequilibrare la pressione fiscale tra le società ormai “ex-privilegiate” e quelle assoggettate a tassazione ordinaria, garantendo al tempo stesso un livello di imposizione tale per cui la competitività del nostro sistema fiscale non venga compromesso».
R.M.: «Sono stati aboliti i privilegi cantonali (statuto di Holding, Branch Finanziaria, società di amministrazione etc.) e conseguentemente tutte le società divengono ordinariamente imponibili, si ha inoltre la possibilità di dichiarare le riserve occulte al momento del trasferimento della sede da o per l’estero». S.G.: «L’Amministrazione finanziaria italiana con risoluzione n. 93 del 10 maggio 2007, per quanto atteneva la condizione soggettiva posta dall’art. 15 della fiscalità sul risparmio, aveva negato l’applicazione della norma nei confronti delle holding svizzere in quanto le stesse erano beneficiarie di esenzione ad almeno uno dei tre livelli. Prima dell’abolizione del regime privilegiato delle holding l’Agenzia delle entrate si era già espressa con risposta ad interpello nr. 57 del 15 febbraio 2019 e aveva evidenziato che, in presenza di una rinuncia ad uno statuto holding e alla conferma dell’amministrazione fiscale svizzera sull’applicazione della tassazione ordinaria nei confronti della società madre, alla società figlia italiana era applicabile la normativa che ne esentava l’imposizione alla fonte del dividendo in uscita. A questa conclusione si giungeva ricordando che la riduzione per partecipazione svizzera è da considerare al pari del regime italiano della cosiddetta “partecipation exemption”. Lo stesso (regime di riduzione per partecipazione), pertanto, è da non considerare un regime fiscale di favore. Per quanto attiene i rapporti all’interno dell’UE era in vigore dal 1° luglio 2005 l’Accordo sulla fiscalità del risparmio, il cui art. 15 stabiliva misure equivalenti alla Direttiva europea “Madre-figlia”, segnatamente l’esenzione delle ritenute/imposte alla fonte sui dividendi. Successivamente l’art. 9 dell’Accordo tra l’UE e la Svizzera
FINANZA / SPECIALE FISCALITÀ
sullo scambio d’informazioni, ripropone la medesima disciplina dell’art. 15 appena citato. Le condizioni d’applicazioni di questa normativa sono la detenzione almeno del 25% del capitale della società figlia per un minimo di 2 anni, la residenza fiscale negli Stati di appartenenza e entrambe le società devono essere assoggettate alle imposte dirette in modo ordinario (senza beneficiare di nessuna esenzione). A seguito dell’abolizione del regime cantonale privilegiato per le holding, l’Agenzia delle entrate, con risposta nr. 135 del 2 marzo 2021, ha confermato la soluzione di cui al precedente interpello, per tutte le holding, a far tempo dal 1° gennaio 2020, in quanto da tale termine tutte le società holding svizzere non godono più del regime agevolato previsto dalla normativa fiscale svizzera. L’Agenzia delle entrate ha quindi ritenuto applicabile l’art. 9 dell’Accordo sullo scambio d’informa-
zioni, ai dividendi che la controllata italiana distribuisce ad una controllante svizzera nel 2020, fermo restando il rispetto di tutte le altre condizioni previste e di cui si è detto». G.G.: «Come detto, sono venuti a cadere i privilegi fiscali delle società holding, società di amministrazione e società ausiliarie e per compensare gli svantaggi, come per esempio il passaggio a regime di tassazione ordinaria o la maggior esposizione alla concorrenza internazionale e intercantonale, si sono pensate soluzioni alternative, come la diminuzione delle aliquote fiscali, l’introduzione dei patent box, la super deduzione per spese di ricerca e sviluppo, la deduzione dell’interesse figurativo sul capitale proprio. Per controbilanciare le perdite di gettito fiscale è inoltre stata aumenta
l’imposizione dei dividendi da partecipazioni qualificate (a livello federale lo sgravio è stato portato al 30%, percentuale già valida in questa misura a livello cantonale dal 2018), oppure sono stati pensati due moltiplicatori d’imposta Comunali differenziati per persone fisiche e giuridiche. Sono inoltre state necessarie alcune modifiche dei rapporti tra Confederazione e Cantoni, poiché è stata modificata la quota IFD destinata ai Cantoni ed è stata rivista la perequazione finanziaria, Il Canton Ticino ha fatto dei primi decisi passi in ambito di fiscalità delle persone fisiche, per esempio con la riduzione del coefficiente d’imposta cantonale al 97% (precedentemente 100%) e l’introduzione di nuove aliquote relative all’imposta cantonale sulla sostanza, con sgravi sui redditi e sulla sostanza che riguardano brevetti o diritti analoghi così come una deduzione maggiorata inerente le spese
/ i f e . ch l s s i w s z ione a t i b a a p rop r
Finalmente a casa ! Vi accompagniamo nelle vostre quattro mura. E non solo. Vi aiutiamo a realizzare, passo dopo passo, il vostro sogno abitativo. In un colloquio di consulenza personale o in una videoconsulenza. Per vivere in piena libertà di scelta. Agenzia generale Svizzera italiana Via peri 18, 6901 Lugano, T 091 911 99 11, ag.svizzera-italiana@swisslife.ch, www.swisslife.ch/svizzera-italiana
0349_CHBMC_Inserat_Haus_Wohnen_284x194.indd 1
22.04.2021 17:04:24
FINANZA / SPECIALE FISCALITÀ
di ricerca e sviluppo. Occorre ora velocizzare il processo di miglioramento della fiscalità attuando altre importanti misure incisive». A.N.: «Per ridurre il rischio che il significativo gettito fiscale derivante dalle società con statuto speciale cantonale, unitamente al relativo indotto, venisse perso a favore di altri Stati, con la riforma fiscale svizzera sono state adottate delle misure a garanzia di un’elevata attrattività fiscale e competitività per la piazza imprenditoriale. In particolare, oltre a prevedere delle disposizioni transitorie per attenuare l’impatto dell’abolizione dei regimi privilegiati, sono state introdotte nuove misure agevolative quali il patent box, le deduzioni ulteriori per attività di ricerca e sviluppo o autofinanziamento, la riduzione delle imposte sul capitale per investimenti in attività finanziarie o immateriali, e le agevolazioni fiscali alle imprese che si trasferiscono dall’estero. Si è inoltre assistito ad una generalizzata e importante riduzione delle aliquote fiscali applicabili a livello cantonale e comunale per le persone giuridiche». In che misura e in quale modo le nuove disposizioni applicate potranno risultare attrattive nei confronti di società italiane? D.A.: «A nostro avviso, con la riforma RFFA, la Svizzera ha la possibilità di accrescere la sua attrat-
62
TICINO WELCOME / SET - NOV 2021
tività economica e di investimento in particolare per quelle società ad alto valore aggiunto che desiderano delocalizzare nel nostro paese attività innovative o di ricerca e sviluppo (R&S). Infatti queste realtà possono ora beneficiare di nuovi ed interessanti sgravi fiscali per investimenti R&S e per lo sfruttamento di brevetti, che si aggiungono agli strumenti di incentivo cantonali e federali per le società innovative. In questo contesto segnaliamo il già citato patent box, che permette una defiscalizzazione degli utili da brevetti sino ad un massimo del 90%, al quale si affianca la così detta “super-deduzione” che permette una detrazione aggiuntiva sino al 50% delle spese sostenute in ambito R&S. Ma anche sul fronte delle imposte dirette la nuova riforma ha indotto i Cantoni a migliorare la loro competitività mediante la riduzione delle aliquote fiscali sulle imposte sull’utile (valida per tutte le imprese con sede in Svizzera) come effetto dalla soppressione dei regime fiscali privilegiati. Ci teniamo tuttavia a segnalare che in tema di concorrenzialità, il nostro Paese non dispone unicamente di una fiscalità efficiente ma ha ben altri fattori che sono sempre più considerati dall’investitore per le sue scelte di investimento o delocalizzazione. Basti pensare alla stabilità politica, alla qualità dei servizi finanziari, alla sicurezza del Paese nonché all’efficienza dell’intero apparato di servizi elvetico che si è dimostrato performante anche durante la recente crisi pandemica che ha inciso significativamente l’economia dell’intero pianeta».
S.P.: «Alla luce di alcuni disposti recenti della normativa fiscale italiana, un esempio fra tutti la Risposta all’interpello n 57/E del 15/02/2019 dell’Agenzia delle Entrate, si evince che la riforma svizzera rispetta i disposti della normativa italiana. In effetti nella risposta all’interpello l’Agenzia aveva definito, tra le altre, quale conditio sine qua non per beneficiare dell’esenzione dell’imposta sui dividendi corrisposti dalla controllata italiana alla controllante svizzera, la rinuncia della società controllante alle agevolazioni previste per la Holding Svizzera e conseguente assoggettamento alle imposte cantonali, municipali e federali». S.J.: «Allo stato attuale non è possibile valutare le conseguenze che ne deriveranno né a livello federale né tantomeno a livello cantonale. La repentina evoluzione dell’attuale contesto internazionale non permette di fare valutazioni nel medio-lungo periodo. Vi sono tuttavia delle peculiarità del nostro sistema fiscale che sono particolarmente favorevoli per le società holding. A titolo esemplificativo, sotto un profilo dell’imposta sul valore aggiunto (IVA), la Svizzera consente in linea di principio alle società holding di assoggettarsi all’IVA e di dedurre l’imposta precedente sui costi relativi all’acquisto, la detenzione e l’alienazione di partecipazioni nonché per oneri relativi alle ristrutturazioni aziendali. Tale possibilità non è generalmente contemplata dalle legislazioni di molti Paesi esteri». R.M.: «In primis possiamo dire che con l’abolizione delle società a statuto speciale e con l’abrogazione dell’art.28 della legge sull’armonizzazione delle imposte dirette dei Cantoni e dei Comuni, non vi sono più ostacoli all’applicazione dell’art. 9 dell’accordo fra Svizzera e UE sullo scambio
FINANZA / SPECIALE FISCALITÀ
automatico di informazioni finanziarie, ovvero dal 1°gennaio 2020, sotto certe condizioni, i dividendi distribuiti (prescindendo dall’anno di formazione) dalle società figlie italiane alle società madri svizzere non sono soggetti a imposizione fiscale nello Stato di origine, come anche confermato dall’AdE italiana in una recente risposta a interpello nr. 135/2021. Sottolineiamo però che resta ferma l’applicabilità della clausola antielusiva e pertanto è possibile che l’autorità fiscale italiana adotti caso per caso i criteri interpretativi fatti propri dalla giurisprudenza. Altra previsione particolarmente interessante è rappresentata dalla progressiva diminuzione delle imposte ordinarie sull’utile delle società di capitali e cooperative che si assesterà nel 2025 in Ticino a circa il 16% dell’utile. Questo livello di aliquota, sancito internamente, trova anche riscontro in ambito di discussione internazionale come dimostra il recente accordo sulla global minimum tax. Anche le spese di ricerca e sviluppo rientrano nel progetto di rilancio della piazza economica svizzera. Sono stabilite agevolazioni fiscali che prevedono una superdeduzione (sino al 150% del costo) dei costi di ricerca e sviluppo sostenuti dalle imprese nonché un’imposizione ridotta dei redditi derivanti da brevetti e diritti analoghi già registrati alla data della richiesta del patent box». S.G.: «A seguito dell’abolizione dei regimi fiscali privilegiati, è importante sottolineare che il beneficio dell’esenzione da ritenuta sui dividendi in uscita si applica in Italia (quale paese della società figlia) a tutte le distribuzioni effettuate a partire dal 1° gennaio 2020 e ciò anche a prescindere dell’anno di formazione degli utili. Ciò sta a significare che oggi la distribuzione di dividendi dalla controllata italiana alla controllante svizzera avviene in esenzione anche per le vecchie riserve».
G.G.: «Stiamo parlando di misure valide dal 2020 che possono comunque essere superate velocemente nel corso del tempo. Si pensi per esempio alla riunione dei G7 tenutasi a Londra a inizio giugno 2021 dove gli Stati partecipanti hanno segnalato di voler introdurre un nuovo regime fiscale per le grandi società internazionali. Volendo evitare che il carico fiscale venga ridotto eccessivamente semplicemente spostando la sede statutaria in un paese vantaggioso, si propone di introdurre a livello di paesi OCSE un’imposta minima sugli utili aziendali, per esempio al 15%, inizialmente solo per imprese con una cifra d’affari superiore a 750 milioni di Euro. In Svizzera questo significherebbe che 18 Cantoni dovrebbero aumentare l’onere fiscale annullando parte del loro vantaggio competitivo. Le misure di carattere fiscale hanno sicuramente influsso sulla mobilità delle aziende, ma siccome la fiscalità è in continua evoluzione si può ritenere che non ci sia sempre un’immediata reazione». A.N.: «Le nuove disposizioni risulteranno molto attrattive per le società italiane e, più in generale, estere, in quanto permetteranno la collocazione in Svizzera di attività ad elevato valore aggiunto e a forte concentrazione di capitali intellettuali e finanziari, realizzando al contempo un significativo vantaggio sia rispetto alla fiscalità italiana che rispetto alla fiscalità di altri Stati e garantendo un maggior riconoscimento a livello internazionale delle norme in vigore a livello svizzero». Quale altre misure ritiene sia necessario regolamentare al più presto per definire i rapporti tra i due Paesi? D.A.: «Pensiamo che la Svizzera abbia già fatto significativi passi avanti in questo decennio per
armonizzare la propria fiscalità ed adeguarsi al diritto fiscale europeo, oltre alla citata riforma RFFA ricordiamo che abbiamo aderito allo scambio automatico di informazioni che ha di fatto annullato il segreto bancario elvetico per i cittadini stranieri. Con l’Italia in particolare, é stato negoziato un nuovo accordo sulla fiscalità dei frontalieri che ha però necessitato di lunghi anni di trattative per essere confermato dai due Stati, a testimonianza della difficoltà talvolta politica di voler raggiungere un accordo. Orbene alla luce di questi importanti cambiamenti elvetici, sarebbe oggi auspicabile, a nostro giudizio, che l’Italia riconosca il cambiamento dei tempi e la collocazione della Svizzera nei paesi virtuosi, ad esempio nel caso del trasferimento di residenza in Svizzera dei suoi cittadini, oppure la regolamentazione bilaterale che permetta agli operatori finanziari elvetici di poter offrire i loro servizi in Italia. Sarebbe un bel riconoscimento ed un importante passo avanti per le relazioni dei due Stati che potrebbero confrontarsi e cooperare alla pari». S.P.: «Già da qualche tempo, a partire dalla Roadmap del 23/02/2015, i due Paesi hanno deciso di intraprendere un percorso volto a regolamentare diversi aspetti delle loro relazioni e a migliorare la trasparenza finanziaria. Ricordiamo tra gli altri la recente firma nel dicembre scorso dell’Accordo sull’imposizione dei lavoratori frontalieri e del Protocollo che modifica la Convenzione contro le doppie imposizioni. Ma ancora molto resta da fare, in particolare con riferimento alla regolamentazione bilaterale dell’accesso ai mercati finanziari per gli operatori elvetici. Nel frattempo, molti operatori finanziari continuano a offrire i loro servizi nell’attuale quadro normativo. É il caso di BNP Paribas Wealth Management a Lugano che, oltre TICINO WELCOME / SET - NOV 2021
63
FINANZA / SPECIALE FISCALITÀ
all’offerta di servizi di finanziamento e di gestione della tesoreria a società Holding, offre servizi specifici rivolti alla clientela imprenditoriale e istituzionale. Fra gli altri, va sicuramente menzionato il servizio di Wealth Planning Solutions, all’interno dell’Hub internazionale di BNP Paribas Wealth Management in Svizzera. Un servizio ad alto valore aggiunto, composto da professionisti internazionali, capace di analizzare problematiche di pianificazione patrimoniale, corporate e family governance ad ampio raggio». S.J.: «Nel panorama postCovid sono emersi alcuni temi che necessitano una regolamentazione puntuale. Un esempio su tutti è quello legato al c.d. home-office e al corollario di nuove problematiche fiscali che ne scaturiscono: residenza fiscale, definizione di stabilimento d’impresa, allocazione dei profitti a livello internazionale, tassazione dei redditi di lavoro dipendente e contributi sociali, solo per citarne alcuni. Un altro argomento che dovrebbe essere affrontato è la revisione dell’attuale Convenzione contro le doppie imposizioni (CDI). Il tema non è limitato solo alla “nota” questione del regime fiscale applicabile ai frontalieri. Sarebbe piuttosto auspicabile un generale aggiornamento delle disposizioni CDI alla luce delle nuove necessità legate alla digitalizzazione e all’internazionalizzazione delle imprese». R.M.: «È importante continuare con gli sforzi da parte della Confederazione affinché la Svizzera sia cancellata dalla black list persone fisiche italiana in tema di trasferimento di residenza, in quanto questa situazione non solo pone l’inversione dell’onere della prova a carico del contribuente ma rappresenta anche uno svantaggio competitivo per banche e imprese».
64
TICINO WELCOME / SET - NOV 2021
S.G.: «Con riferimento alle tematiche che si potrebbero affrontare per rendere ancora più efficienti ed efficaci i rapporti economici tra le due nazioni ne citiamoalcune: • semplificazione relativamente all’imposta preventiva svizzera sui dividendi in uscita verso soci persone fisiche non residenti: nel caso specifico, ovvero socio persona fisica residente in Italia, la società holding svizzera applica/trattiene l’imposta preventiva del 35% sui dividendi distribuiti e non solo la ritenuta convenzionale del 15% (nemmeno a fronte di richiesta da parte del socio persona fisica) lasciando poi in capo al socio italiano l’onere di doversi attivare per chiedere il rimborso del differenziale (ovvero del 20%); • razionalizzazione della tematica italiana relativa alla c.d. tassazione con riferimento al “lordo” o “netto” frontiera (tematica che scaturisce con riferimento all’ipotesi di doppia imposizione e che cerca parzialmente di porre rimedio a tale antieconomicità ovvero all’impossibilità di recuperare le ritenute estere convenzionali essendo il dividendo tassato con ritenuta alla fonte/imposta sostitutiva del 26%)». G.G.: «Personalmente ritengo che i tentativi di regolamentare i rapporti tra i due paesi spesso non portano a risultati soddisfacenti, perché da parte Italiana le nostre richieste non vengono prese sul serio. Si pensi alla Road map del 2015 che prevedeva nel giro di 4 mesi un accordo sui frontalieri che di fatto è arrivato anni dopo, oppure al tema della reciprocità fiscale o lo stralcio dalle black list. Piuttosto di subire in modo frustrante un processo di regolamentazione a cavallo della frontiera, è più importante lavorare per rendere il nostro paese competitivo, continuando a far leva sulle nostre capacità e doti.
La fiscalità aziendale è sicuramente un tema importante, ma non è l’unico. Se si spostano delle persone da un paese all’altro è importante la fiscalità delle persone fisiche, come pure la qualità della vita e il livello dei salari. Ai lavoratori dipendenti frontalieri interessano relativamente poco le aliquote delle persone giuridiche, perché ragionano piuttosto sul livello del proprio salario netto o la qualità delle infrastrutture come per esempio vie di comunicazione efficienti. Per coloro che si trasferiscono ad abitare in Ticino è soprattutto importante il livello di sicurezza, la qualità delle scuole, ospedali e strutture per il tempo libero. Invece di subire il rapporto con l’Italia, dovremmo quindi concentrarci su quello che possiamo fare per essere migliori». A.N.: «La fiscalità non è o, meglio, non dovrebbe essere la motivazione principale delle scelte imprenditoriali; per questo motivo, benché le agevolazioni fiscali costituiscano un importante elemento da considerare per la pianificazione internazionale, altri aspetti quali l’attrattività in ambito di innovazione, tecnologie e valorizzazione del territorio rivestono un ruolo molto più importante: questi temi saranno centrali per lo sviluppo economico futuro ed è pertanto su di essi che si giocherà la partita più importante. In questo scenario, Svizzera e Italia dovranno cercare di collaborare per definire e rendere disponibile agli imprenditori un contesto favorevole alle nuove iniziative, da un lato garantendo la presenza di istituzioni e infrastrutture di supporto adeguate ed efficienti, e dall’altro favorendo la cooperazione per creare dei centri di eccellenza che sappiano sfruttare le peculiarità e il valore aggiunto specifici dei due Stati».
Gestiamo il patrimonio di Daniele derivante da da 53 invenzioni innovative. L’ingegnere lavora sodo per il suo capitale. Anche noi. bancamigros.ch/patrimonio
Ora e anche onlin a partire da CHF 5000
FINANZA / ASSOCIAZIONE BANCARIA TICINESE
BANCHE E SOSTENIBILITÀ IN TICINO
UNO STUDIO REALIZZATO DALLA SUPSI SU MANDATO DELL’ABT ANALIZZA I PUNTI DI FORZA E DI DEBOLEZZA DEGLI ISTITUTI PRESENTI SUL TERRITORIO IN AMBITO DI SOSTENIBILITÀ
66
TICINO WELCOME / SET - NOV 2021
L
a sostenibilità al giorno d’oggi è in cima alle priorità di molti settori economici e quello bancario non fa eccezione. Ormai da diversi anni nella piazza finanziaria svizzera è in atto un cambiamento che sta portando gli istituti bancari a considerare nelle loro attività anche aspetti ambientali e sociali e non solo economici. Questo approccio, per essere coerente, va applicato tanto ai servizi che la banca offre, dalla gestione patrimoniale ai crediti passando per il retail banking,
quanto alla gestione dell’azienda stessa, pensiamo in particolare al rapporto con i collaboratori e con il territorio. Se a livello svizzero Swiss Sustainable Finance fornisce annualmente una panoramica sull’evoluzione degli investimenti sostenibili, in Ticino mancava un quadro generale della situazione in rapporto alla diffusione di buone pratiche di Corporate Social Responsibility (CSR) nel settore bancario. Per colmare questa lacuna l’Associazione Bancaria Ticinese l’anno scorso ha dato mandato alle ricerca-
FINANZA / ASSOCIAZIONE BANCARIA TICINESE
trici SUPSI Jenny Assi e Caterina Carletti di effettuare uno studio con lo scopo di promuovere la tematica a livello settoriale, mappare le buone pratiche già attuate dalle banche presenti in Ticino, comprendere i punti forti e le fragilità delle strategie di CSR applicate e non da ultimo fornire agli associati ABT stimoli utili per migliorare il loro posizionamento. Lo studio ha ricevuto il supporto anche da Swiss Sustainable Finance. La raccolta di informazioni è basata su un campione di 28 banche che fanno parte dell’Associazione Bancaria. Le ricercatrici hanno effettuato un’analisi dei siti internet e dei rapporti di sostenibilità pubblicati, spedito un questionario per una prima valutazione delle tematiche maggiormente affrontate e infine effettuato interviste qualitative all’interno di 10 istituti bancari. Prodotti sostenibili in crescita, settore crediti da sviluppare Le conclusioni alle quali sono giunte le ricercatrici offrono diversi spunti di riflessione. La maggior parte delle banche ticinesi interpellate ha introdotto la sostenibilità nella strategia anche se a livelli diversi a seconda delle attività. Ad esempio, se per quanto riguarda gli investimenti sostenibili le banche sono già in grado di offrire una gamma diversificata di prodotti, dal lato crediti emerge ancora una certa fragilità, dovuta prevalentemente alla difficoltà di valutare la sostenibilità di un’impresa, specie se medio piccola. Ma anche nel caso degli investimenti sostenibili i problemi non mancano. Attualmente il tema più urgente riguarda l’adozione di un’unica tassonomia a livello internazionale che possa mettere al riparo l’investitore da azioni di green washing. Inoltre è importante differenziare gli istituti di dimensione medio piccola da colossi bancari con apertura internazionale. Se questi ultimi hanno le risorse per affrontare il cambiamento, le realtà
più piccole necessiteranno un maggiore supporto nelle attività di screening dei prodotti sostenibili, evitando di lasciarli soli nei confronti dello “tsunami” normativo e delle metodologie ESG sempre più complesse. Fondamentale puntare sulla formazione e sulla comunicazione Un elemento che accomuna tutti gli istituti, a prescindere dalla struttura e dalla tipologia di business, è l’importanza che viene riconosciuta alla formazione: dalle interviste emerge come solo attraverso un ampliamento delle competenze in materia di sostenibilità sarà possibile rispondere alle esigenze della clientela e promuovere un cambiamento di mentalità all’interno della banca stessa. Non a caso diversi istituti si sono dotati di una o più figure appositamente dedicate alla CSR. Per quanto concerne la clientela, interessante notare come tutti gli istituti intervistati abbiano riscontrato un’accresciuta sensibilità a temi ambientali e sociali non solo da parte delle nuove generazioni, come già si sapeva, ma anche da parte degli imprenditori. Permangono invece approcci diversi sulle modalità comunicative: non tutte le banche redigono un rapporto di sostenibilità, che rappresenta lo strumento principale per comunicare e pianificare la propria strategia di CSR. Alcune banche non hanno le competenze specifiche per realizzare il rapporto, altre perseguono una strategia che predilige una certa riservatezza su tematiche come l’impegno verso il territorio, la beneficenza o le buone pratiche adottate verso i propri dipendenti. Questo approccio, seppur comprensibile (il confine tra comunicare e ostentare è spesso labile), ha lo svantaggio di rendere più difficilmente misurabile l’impatto positivo che le banche hanno sul territorio. Dallo studio emerge infatti che il settore garantisce ancora benefit interessanti per i dipendenti, non solo a livello di salario ma anche di welfare, e soprattutto gioca
un ruolo fondamentale a livello di donazioni, sponsorizzazioni e collaborazioni con il settore non profit. Un impegno capillare e diffuso contribuisce a distribuire sul territorio importanti risorse che arricchiscono la vita culturale e sociale del Cantone. In conclusione, questo primo studio sul rapporto tra le banche del nostro territorio e il tema della sostenibilità ha permesso di fotografare lo stato dell’arte e di cogliere gli aspetti più rilevanti del tema. Lo studio è stato presentato in occasione dell’Assemblea generale ABT ed è disponibile sul sito web dell’Associazione.
ASSOCIAZIONE BANCARIA TICINESE Villa Negroni CH-6943 Vezia +41 (0)91 966 21 09 www.abti.ch TICINO WELCOME / SET - NOV 2021
67
FINANZA / BNP PARIBAS
CREARE VALORE AGGIUNTO PER I CLIENTI
C BNP PARIBAS È LA PORTA D’ACCESSO PRIVILEGIATA PER I PROPRI CLIENTI A LUGANO ANCHE IN AMBITO IMMOBILIARE INTERNAZIONALE DOVE L’ESPERIENZA, LA PROFESSIONALITÀ E LA PRESENZA GLOBALE DEL GRUPPO BNP PARIBAS SONO PIÙ CHE MAI FONDAMENTALI PER RAGGIUNGERE OBIETTIVI AMBIZIOSI. ENZO GIOVANETTI, CONSULTANT NEL TEAM INTERNATIONAL INVESTMENT GROUP DI BNP PARIBAS REAL ESTATE, DESCRIVE LA SINERGIA TRA LA BANCA SVIZZERA E I SERVIZI IMMOBILIARI DEL GRUPPO BNP PARIBAS, GRAZIE ALLA QUALE ANCHE I CLIENTI A LUGANO POSSONO SELEZIONARE, INVESTIRE, FINANZIARE E GESTIRE ATTIVAMENTE IL PROPRIO PARIMONIO IMMOBILIARE (RESIDENZIALE E COMMERCIALE) IN TUTTA EUROPA TRAMITE UN UNICO REFERENTE BANCARIO, BNP PARIBAS LUGANO.
68
TICINO WELCOME / SET - NOV 2021
ome si sviluppa la collaborazione tra BNP Paribas a Lugano e BNP Paribas Real Estate Group? «L’approccio «One Bank» è al centro della nostra strategia di Gruppo. BNP Paribas Real Estate si impegna in quest’ottica ad aumentare le sinergie con le altre filiali del Gruppo. BNP Paribas Wealth Management è il nostro partner storico; negli ultimi anni abbiamo ottenuto importanti successi con oltre CHF 2.2 miliardi di transazioni di asset immobiliari in tutta Europa. In questa relazione di lunga data, ci sono due principi fondamentali che hanno assicurato il successo: riservatezza e fiducia. Innanzitutto, la massima riservatezza è un prerequisito fondamentale. In Real Estate, siamo abituati a trattare le informazioni riservate con la massima attenzione in quanto trattiamo con istituzioni finanziarie pubbliche e private, gestori di investimenti, promotori immobiliari, operatori e simili. La fiducia reciproca tra cliente, Relationship Manager e professionista di Real Estate, è il secondo pilastro di questa collaborazione. Creiamo e manteniamo la fiducia attraverso il coordinamento, la vicinanza e i servizi best-in-class». In che modo questa collaborazione da valore aggiunto ai clienti privati? «Il cliente è al centro della collaborazione. Supportiamo le attività immobiliari del cliente ed offriamo i migliori servizi ed opportunità di investimento in base
al proprio profilo. Se il Relationship Manager rimane il punto di contatto centrale per il cliente, il consulente immobiliare diventa l’esperto nel settore che analizza i bisogni e propone i servizi e i prodotti di BNP Paribas Real Estate in Europa. Questo binomio è quindi in grado di espandere la larghezza e la profondità della ricerca al fine di soddisfare al meglio le esigenze uniche di ogni cliente». Dalla Vostra esperienza, che tipologia di clientela privata richiede i vostri servizi? «Ogni cliente è diverso. Tuttavia, suddividerei la clientela privata in tre tipologie principali. Imprenditori che hanno costruito ricchezza in diversi settori e che portano avanti da soli i loro investimenti immobiliari. Questi clienti hanno una net wealth che varia da qualche milione a decine di millioni, e rimangono in gran parte concentrati sulla loro attività principale. Lì, prima di discutere riguardo alle transazioni, affianchiamo il cliente per definire la propria strategia ad hoc insieme al proprio Relationship Manager. La seconda tipologia principale di clienti è composta da famiglie importanti e note, family office e multifamily office (che solitamente gestiscono importanti patrimoni) e che hanno un approccio strutturato e sofisticato alla gestione del portafoglio, con team dedicati per la maggior parte del tempo. In questi casi, possiamo attivare tutti i servizi BNP Paribas Real Estate per supportarli durante l’intero ciclo di vita del loro portafoglio immobiliare.
Supportiamo infine imprenditori e proprietari di attività immobiliari, clienti e prospects della banca, attivando le nostre capacità europee e le risorse a livello di gruppo BNP Paribas».
Fabio Spinelli Site Manager, BNP Paribas a Lugano Oltre alle attività di selezione, ricerca, valutazione di immobili commerciali e residenziali, i clienti di BNP Paribas hanno la possibilità di finanziare queste operazioni immobiliari direttamente in UK, Francia e Germania (oltre che in Svizzera) senza perdere tempo e risorse nel dover aprire relazioni con banche locali. In altri paesi (come ad esempio Spagna, Benelux, Montecarlo) operiamo con finanziamenti indiretti erogati da Lugano regolati da un unico termsheet creditizio, grazie alla collaborazione con le banche locali del Gruppo BNP Paribas che ci supportano nell’erogazione dell’ipoteca rispettando le normative domestiche.
Come BNP Paribas segue i propri clienti privati in ambito Real Estate? «Con oltre 100 anni di storia, BNP Paribas Real Estate è presente in 16 paesi, tra cui Dubai, Hong Kong e Singapore, dove supportiamo gli investitori nei loro investimenti immobiliari. La nostra presenza globale è rafforzata dalla nostra rete di alleanze in 16 paesi, inclusa la Svizzera, che si estende in tutta Europa e nel Nord America. BNP Paribas Real Estate fornisce servizi e soluzioni immobiliari leader in Europa per sviluppo immobiliare, transazioni, consulenza per utenti e investitori, valutazione, gestione immobiliare e gestione degli investimenti e per un’ampia gamma di beni immobiliari tra cui uffici, logistica, retail, hotel e residenziale. Sia che il cliente stia cercando la prossima sede della propria azienda, vendendo un immobile commerciale o resi-
denziale o ampliando il proprio portafoglio immobiliare, BNP Paribas Real Estate è a disposizione per fornirgli una gamma completa di soluzioni personalizzate in tutta Europa. I nostri team specializzati in transazioni in più di 30 paesi abbineranno la loro conoscenza del mercato ai requisiti del progetto del cliente. Offriamo un’ampio spettro di soluzioni e opportunità immobiliari, siamo adattabili e consigliamo ai clienti una strategia internazionale con una conoscenza locale senza pari. In qualità di consulente di fiducia durante l’intero processo di transazione immobiliare, iniziamo sempre con un’attenta valutazione delle esigenze per trovare opportunità che meglio corrispondano a obbiettivi strategici, al fine di orientarci sulla proprietà giusta da acquistare, vendere o affittare. Questo viene fatto in stretto contatto con i nostri
esperti locali che sono supportati dal nostro dipartimento di ricerca globale con precise informazioni, previsioni e analisi di ricerca specifiche del mercato al fine di aiutare nel processo decisionale». Ha un approccio specifico per il Ticino? «Il Ticino è sempre stato un cantone dinamico in Svizzera, fortemente legato con la cultura e la storia italiana, i suoi industriali e imprenditori; in espansione è però soprattutto il business internazionale in Ticino grazie anche alla crescente richiesta di servizi immobiliari. A Lugano, abbiamo una stretta collaborazione con Fabio Spinelli, Site Manager ed il suo team attraverso incontri mirati con clienti e prospects che cercano soluzioni integrate in linea con il nostro approccio «One Bank». TICINO WELCOME / SET - NOV 2021
69
FINANZA / BNP PARIBAS
Ben consolidati sono i rapporti con i colleghi nei paesi confinanti la Svizzera; in particolare, per il mercato italiano, collaboriamo attivamente sia in ambito residenziale sia commerciale direttamente con BNP Paribas Real Estate Italy».
Fabio Spinelli Site Manager, BNP Paribas a Lugano Tutto questo ci consente di offrire un servizio globale esclusivo di ricerca, gestione e finanziamento di patrimoni immobiliari complessi di privati, Family Offices ed Istituzioni finanziarie direttamente da Lugano.
BNP PARIBAS (SUISSE) SA Riva Caccia 1a CH-6907 Lugano T. +41 58 212 41 11 www.bnpparibas.ch
Partnership strategica tra Esker e DOS Group Esker, piattaforma cloud globale e leader nelle soluzioni di automazione dei processi guidati dall’AI a supporto delle funzioni finance e customer service, ha annunciato di aver stretto un accordo di partnership con DOS Group SA, società svizzera attiva nella vendita di servizi ICT, nella consulenza per infrastrutture IT più complesse e nello sviluppo software. Grazie a questa alleanza, le due aziende potranno valorizzare le rispettive competenze, creando sinergie per suppor-
70
TICINO WELCOME / SET - NOV 2021
tare i clienti che si affidano a DOS Group per la concretizzazione dei loro progetti di trasformazione digitale, con particolare attenzione all’implementazione e alla gestione delle tecnologie necessarie per garantire continuità delle attività di business permettendo la digitalizzazione degli acquisti, della contabilità fornitori, degli ordini e della contabilità clienti. «I servizi Esker si inseriscono perfettamente nella serie di soluzioni B2B offerte da DOS Group, che permettono alle
aziende di aumentare la propria competitività, grazie alla digitalizzazione dei processi» ha commentato Carlo Secchi, CEO di DOS Group SA. L’accordo di partnership, che riguarda la commercializzazione di tutte le soluzioni e i servizi Esker, si inserisce in una strategia di espansione e crescita di quest’ultima, che, insieme ai suoi partner, supporta le aziende ad aumentare l’efficienza, la precisione, la visibilità e il risparmio nei propri processi passivi (P2P) e attivi (O2C).
Swiss Advisors 1973
FINANZA / UBS PREVIDENZA
COME TRASCORRIAMO IL NOSTRO TEMPO? 01
28 ANNI DORMENDO, 11 ANNI AL LAVORO, PIÙ DI 500 GIORNI DEDICATI ALL’ATTIVITÀ SPORTIVA*. ECCO QUANTO TEMPO TRASCORRIAMO A COMPIERE DETERMINATE ATTIVITÀ. LA VITA DI UN CITTADINO O UNA CITTADINA SVIZZERI DURA IN MEDIA 734 000 ORE. QUESTI SETTE FATTI SORPRENDENTI MOSTRANO COME UTILIZZIAMO QUEST’ENORME QUANTITÀ DI TEMPO. E COME UNA SINGOLA ORA INVESTITA BENE PUÒ FARE LA DIFFERENZA.
L
a speranza di vita in Svizzera è pari a 83,75 anni, che corrispondono a 30 590 giorni, 734 000 ore, 44 milioni di minuti o 2,6 miliardi di secondi. Abbiamo quindi molto tempo a disposizione. Però quanto tempo dedichiamo complessivamente ad attività di pura routine? E quali conseguenze possono avere due ore investite per il nostro futuro?
*I numeri si basano su diversi studi, stime e proiezioni.
72
TICINO WELCOME / SET - NOV 2021
Dormiamo per 28 anni Un calcolo molto semplice: trascorriamo circa 8 ore al giorno dormendo. Dovrebbe essere questa la media svizzera, considerando anche i fine settimana. 8 ore sono esattamente un terzo del giorno. Ciò significa che, nel corso della vita, 28 anni li passiamo nel nostro letto.
11 anni al lavoro Presupponiamo di essere attivi professionalmente per 45 anni. Durante questo periodo contiamo 250 giorni di lavoro da 8,5 ore l’uno, il che dà come risultato quasi 11 anni trascorsi sul posto di lavoro. Resta comunque il fatto che dormiamo più di quanto lavoriamo. Come del resto si dice: «Il tempo è denaro». Soprattutto se si è coscienti di come ottenere il massimo dal proprio reddito, risparmiare a livello fiscale e accumulare nel modo giusto il patrimonio di previdenza, sfruttando il lungo orizzonte d’investimento. L’obiettivo è far sì che gli 11 anni passati a lavorare fruttino il più possibile e si arrivi al pensionamento ben preparati a livello finanziario. Già un’ora di consulenza previdenziale ben investita contribuisce allo scopo.
FINANZA / UBS PREVIDENZA
DUE ORE BEN INVESTITE Pianificare il pensionamento significa chiarire le proprie esigenze e gli obiettivi per gli anni della pensione e capire qual è il relativo fabbisogno finanziario. Insieme ai nostri specialisti in ambito previdenziale ponete le basi per un pensionamento sereno in tre passi:
Sport per un anno e mezzo Il sondaggio Sport Svizzera 2020 mostra che il 51% dei cittadini elvetici fa sport per almeno 3 ore a settimana. Riportato sul piano dell’intera esistenza, ciò corrisponde a circa 1,5 anni di sport. Senza dubbio del tempo investito bene. Lo sport non ci mantiene solo sani e in forma, ma allunga anche la nostra vita. Secondo il Copenhagen City Heart Study, lo sport può regalare fino a 9 anni e mezzo di vita in più. Un motivo ulteriore per investire nella previdenza. 140 giorni trascorsi a giocare con i figli In base a uno studio i padri giocano con i propri bambini “solo” 37 minuti al giorno (a titolo di confronto: per le mamme questa cifra è pari a 66 minuti). Considerando però che ciò valga solo fino all’età di 15 anni, il tempo speso giocando con papà ammonta a 140 giorni di spensieratezza. Inoltre, la vita familiare e la cura dei figli si protraggono comunque per tutta la vita, soprattutto nel caso in cui la famiglia pensi al futuro. Se, infatti, la situazione finanziaria è gestita bene, figli e genitori hanno una preoccupazione in meno. Il tempo trascorso a pianificare la previdenza è quindi speso bene.
18,75 anni passati in pensione Quale sarà l’effettiva età di pensionamento delle attuali generazioni di lavoratori è ancora poco chiaro. Consideriamo però i 65 anni di età. Ad oggi, ciò significa che restano in media 18,75 anni da vivere. Escludendo il sonno, dopo la pensione si hanno a disposizione circa 100 000 ore. Investirne una nella consulenza previdenziale è dunque una decisione molto saggia. Se infatti pianificate bene oggi, il futuro vi regalerà ancora più soddisfazioni. Le donne hanno 3,7 anni in più a disposizione Se l’aspettativa di vita degli uomini è pari a 82 anni, quella delle donne arriva quasi a 86. Ciò a cui non spesso si pensa: le donne devono accumulare risorse previdenziali per più anni rispetto agli uomini, ma incappano anche più spesso in lacune a causa di salari medi inferiori e di una percentuale più elevata di lavoro a tempo parziale. Anche per questo vale la pena tenere d’occhio la previdenza fin da subito, ad esempio con un’ora di consulenza previdenziale.
1. il primo ha lo scopo di comprendere i vostri desideri personali e i futuri obiettivi finanziari; 2. successivamente analizziamo lo sviluppo a lungo termine del vostro reddito, patrimonio e carico fiscale, con particolare attenzione alle ripercussioni sui vostri obiettivi; 3. sulla base di queste conclusioni, sviluppiamo insieme una strategia previdenziale personalizzata e un piano di misure concrete. In sintesi, UBS vi offre una pianificazione finanziaria e previdenziale individuale, per consentirvi di dormire sonni tranquilli prima e dopo la pensione. Consulenza previdenziale UBS per situazioni patrimoniali complesse: pianificare al meglio la previdenza.
AVV. GIORGIO FALCONI Responsabile Wealth Planning Regione Ticino giorgio.falconi@ubs.com T. +41 (0)91 801 68 84 Ulteriori informazioni su: www.ubs.com/pianificazione-previdenza
01 Pianificare il pensionamento per tempo conviene: chi si occupa ora della propria previdenza, può godersi la pensione in tutta tranquillità.
TICINO WELCOME / SET - NOV 2021
73
FINANZA / CREDIT SUISSE
FRANCESCO ANDREAZZI, RESPONSABILE WEALTH MANAGEMENT LUGANESE DI CREDIT SUISSE, E OHAN INIAN, SENIOR RELATIONSHIP MANAGER DI CREDIT SUISSE DESCRIVONO L’OFFERTA DEL CENTRO DI COMPETENZA PER LE FONDAZIONI DI PUBBLICA UTILITÀ DI CUI SONO AMBASCIATORI PER IL TICINO.
COMPETENZA, PASSIONE E INNOVAZIONE
L
e fondazioni di pubblica utilità sono una realtà importante, in particolare nel nostro Cantone. Per questo motivo Credit Suisse ha creato un proprio centro di competenza con l’obiettivo di sostenere le fondazioni nel loro impegno a favore dei rispettivi obiettivi sociali e filantropici. In Ticino il centro di competenza è rappresentato da due ambasciatori, Francesco Andreazzi e Ohan Inian, che si dedicano con passione e impegno in favore di questo importante settore. Il loro ruolo è di fungere da ponte tra le esigenze dei clienti e le vaste competenze a livello globale di cui dispone Credit Suisse. Per far fronte alle sfide e ai cambiamenti che stanno toccando le fondazioni di pubblica utilità, è importante disporre di un partner professionale e affidabile anche in regione. Francesco Andreazzi rileva: «Nel nostro Cantone, le fondazioni di pubblica utilità rappresentano un’importante realtà. Con oltre 800 fondazioni presenti sul territorio a fine 2020, il Ticino occupa il sesto posto a livello Svizzero per densità di fondazioni pro capite. Molte delle fondazioni presenti sul nostro territorio, tuttavia, sono di piccole e medie dimensioni e devono quindi affrontare con mezzi relativamente contenuti un crescente onere amministrativo e normativo. La nostra aspirazione, oltre a quella di sostenere le fondazioni nell’ambito degli investimenti, è anche quella di accompagnarle nelle varie fasi della loro esistenza come un vero e proprio partner». Il rapporto tra Credit Suisse e il mondo delle fondazioni di pubblica utilità
74
TICINO WELCOME / SET - NOV 2021
vanta una lunga tradizione a livello Svizzero e si sviluppa su più livelli. Tra questi, uno degli elementi centrali, è certamente lo sviluppo di competenze specifiche nel settore non profit. Da anni l’istituto bancario offre ai propri collaboratori un corso di formazione specialistico che permette a coloro che lo frequentano di utilizzare le conoscenze apprese a favore del settore non profit, per esempio assumendo un ruolo attivo in un consiglio di fondazione, come spiega Ohan Inian: «Vi è sempre stato un grande interesse per questa formazione anche se finora i collaboratori che volevano seguirla potevano farlo unicamente recandosi a Zurigo o a Ginevra. Nonostante le difficoltà dovute alla situazione pandemica, quest’anno per la prima volta abbiamo potuto organizzare questa formazione anche in Ticino, in collaborazione con la Fondazione Centro di competenze non profit - cenpro e al dipartimento
di Corporate Citizenship di Credit Suisse. Questo ha permesso a diversi colleghi di ampliare le proprie conoscenze nel settore non profit. Per noi è stata davvero una bella soddisfazione e visto l’entusiasmo e la grande richiesta, siamo già pronti a organizzare la seconda edizione del corso nel 2022». Un altro obiettivo del centro di competenza di Credit Suisse è permettere alle fondazioni di creare una rete di contatti con specialisti e con altre organizzazioni senza scopo di lucro. In Ticino, Credit Suisse ha deciso di perseguire questa ambizione supportando in qualità di sponsor principale la prima edizione della Biennale della Filantropia Strategica organizzata da cenpro che avrà luogo il 30 settembre 2021 al palazzo dei congressi di Lugano. «È la passione per la filantropia che ci muove ogni giorno e in ogni incontro con le fondazioni di pubblica utilità. Vedere con quanta passione, dedizione e visione i donatori e i
FINANZA / CREDIT SUISSE
membri dei vari consigli portano avanti lo scopo delle diverse fondazioni – anche in un contesto difficile come quello degli ultimi diciotto mesi - ci ha colpito molto e ci ha motivati ancora di più a sostenere questo importante evento legato alla filantropia che avrà luogo per la prima volta in questa forma nel nostro Cantone. Siamo convinti che la Biennale sarà un’occasione importante per creare rete e per confrontarsi sul ruolo della filantropia nella nostra società grazie agli spunti che forniranno i relatori di spicco e anche grazie ai numerosi workshop e ai momenti di networking previsti durante l’evento» commenta Francesco Andreazzi. La Biennale della Filantropia Strategica sarà una occasione per affrontare
alcuni dei mutamenti principali che sta vivendo il settore delle fondazioni di pubblica utilità. Se da un lato, un numero sempre crescente di persone sente il desiderio di essere coinvolto in iniziative benefiche, devolvendo una parte del proprio patrimonio a sostegno di una buona causa, dall’altro lato, sono cresciute rapidamente anche le sfide per una gestione efficiente delle fondazioni sia dal punto di vista della governance, che da quello della gestione del patrimonio. «In questi anni prosegue Ohan Inian - ci siamo resi conto che spesso le persone che hanno il desiderio di fare del bene supportando finanziariamente delle iniziative, non sempre dispongono del know-how specialistico necessario per intrapren-
INDIVIDUALE E SU MISURA Il nuovo centro di competenza per fondazioni di utilità pubblica vi sostiene con un’ampia offerta nel raggiungimento dei vostri obiettivi. COSTITUZIONE DELLA FONDAZIONE
GESTIONE DELLA FONDAZIONE
Pianificazione successoria Dalle donazioni benefiche alla costituzione di una fondazione propria
Direttive d’investimento Sostegno nello sviluppo / controllo delle direttive d’investimento
Consulenza sulla costituzione Prima consulenza legale
Contabilità titoli Tenuta della contabilità e redazione dei rapporti finanziari
GESTIONE PATRIMONIALE
FORMAZIONE E NETWORK
Sustainability Portfolio Check Analisi del portafoglio sulla base di criteri di sostenibilità
Eventi Specialistici Seminari regionali per una gestione efficace della fondazione
Soluzioni d’investimento Allocazione patrimoniale strategica e sviluppo di soluzioni di portafoglio tradizionali e sostenibili
Networking Rete di collegamento tra fondazioni affermate, progetti e donatori
dere questo percorso oppure ritengono una simile attività troppo onerosa e impegnativa in termini di risorse. Per questo motivo, nel mese di novembre organizzeremo un primo evento formativo che – sotto il nome Fit4Filantropy – sarà dedicato a tutti coloro che vogliono approcciarsi al mondo della filantropia, pensando per esempio di costituire una propria fondazione, ma che prima di farlo desiderano documentarsi e ricevere le nozioni essenziali che permettano loro di iniziare delle riflessioni più approfondite». Oggi il settore non profit sta attraversando una fase di profondo cambiamento. Malgrado il forte interesse e desiderio di fare del bene, le fondazioni di pubblica utilità devono confrontarsi con crescenti requisiti normativi in materia di management e di governance da un lato, e una maggior domanda di trasparenza da parte del pubblico dall’altro. Ciò vale in particolare per gli investimenti che la fondazione effettua. Credit Suisse offre soluzioni conformi ai criteri di sostenibilità, che puntano a conseguire rendimenti finanziari con un impatto sociale ed ecologico positivo. Più nel dettaglio, Credit Suisse propone una consulenza strategica insieme al cosiddetto «Sustainability Portfolio Check», che permette di riportare in maniera chiara al cliente la situazione corrente del suo portafoglio e, se del caso, apportare i correttivi necessari. «Questo significa - conclude Francesco Andreazzi - che oltre a passione e competenza bisogna anche saper innovare. Se pensiamo alla gestione patrimoniale, abbiamo constatato che un numero crescente di fondazioni desidera integrare criteri ambientali, sociali e di governance nel proprio processo di investimento al fine di conciliare la strategia d’investimento con lo scopo perseguito dalla fondazione stessa. Assicurando capitale di crescita per l’innovazione sostenibile, anche le fondazioni di pubblica utilità possono contribuire in maniera fattiva alla transizione già in atto verso un’economia più sostenibile». TICINO WELCOME / SET - NOV 2021
75
FINANZA / BANCA DEL SEMPIONE
CAMBIARE SENZA TRADIRE LE PROPRIE RADICI GIOVANNI CRAMERI (G.C.), PRESIDENTE, E STEFANO ROGNA (S.R.), DIRETTORE GENERALE, FANNO IL PUNTO SULLO STATO DELLA BANCA E DELINEANO LE STRATEGIE PER I PROSSIMI ANNI CHE VEDRANNO PROFONDE TRASFORMAZIONI DELL’INTERO SISTEMA FINANZIARIO.
Giovanni Crameri
Stefano Rogna
C
on quali risultati di bilancio Banca del Sempione esce da un anno che per tutti è risultato particolarmente difficile a causa della pandemia mondiale?
G.C.: «Effettivamente si è trattato di un anno difficile in quanto nessuno di noi ha mai operato in simili circostanze. Un evento, questo, che rimarrà fortemente ancorato nella storia. Le nostre vite, il nostro sistema basato su relazioni personali, le nostre abitudini nonché la nostra economia sono state stravolte. Ciononostante in Banca del Sempione abbiamo mantenuto un’ottima efficienza operativa grazie all’implementazione di appropriate misure, garantito la tutela e la salute dei nostri collaboratori e dei no-
76
TICINO WELCOME / SET - NOV 2021
FINANZA / BANCA DEL SEMPIONE
stri clienti, e ottenuto risultati economici più che soddisfacenti. La prima parte dell’anno è stata caratterizzata da mercati finanziari molto volatili e piuttosto negativi che hanno condizionato anche la redditività. La ripresa evidenziata nel secondo semestre ha permesso un sensibile recupero in tutte le società facenti parte del gruppo Banca del Sempione. A livello di conto economico consolidato abbiamo così potuto chiudere l’anno con un risultato in linea con quanto ottenuto nel corso del 2019, ossia un utile netto superiore ai 6 milioni di franchi svizzeri». In un’epoca segnata dal cambiamento la flessibilità sembra essere la condizione indispensabile per sopravvivere. Quali sono le grandi sfide che attendono Banca del Sempione nei prossimi anni? G.C.: «Entrata in vigore della legge sui servizi finanziari, digitalizzazione, sostenibilità degli investimenti, gestione dei rischi nonché la continua formazione del personale con particolare attenzione alla crescita dei giovani, sono i temi che più ci occuperanno nell’immediato futuro. Si tratta di tematiche che, se ben gestite, porteranno ad un’aumentata efficienza operativa che alla fine andrà a beneficio della clientela e di tutta l’organizzazione. Sarà inoltre fattore determinante ampliare il numero della clientela con la conseguente crescita delle masse in gestione». La digitalizzazione è un processo ormai irreversibile. A suo giudizio quale sarà un possibile equilibrio tra Banca reale e Banca virtuale? G.C.: «La banca virtuale già al giorno d’oggi gioca un ruolo importante. Tutta una serie di semplici transazioni si svolge senza l’intermediazione di una persona ma semplice-
mente sfruttando i vari mezzi tecnici moderni a disposizione. Ciò vale per tutti i generi di clientela ma soprattutto per quella retail. Questo modo di operare è da considerarsi indubbiamente in costante crescita. Non dimentichiamo però che siamo una banca attiva principalmente in ambito wealth management, attività per la quale considero indispensabile il contatto personalizzato tra cliente e consulente. Quello della vicinanza al cliente è un aspetto che caratterizza l’attività di Banca del Sempione, è il nostro valore aggiunto sul quale non mancheremo di insistere anche in futuro. Diventeremo anche noi sempre più virtuali e in questo senso abbiamo già fatto molti passi in avanti, ma sarà attraverso l’identificazione del giusto equilibrio che intendiamo incrementare il già elevato grado di soddisfazione della nostra clientela». Da qualche tempo molti istituti bancari hanno posto la sostenibilità al centro delle proprie strategie d’investimento e riguardo all’organizzazione interna. Che cosa significa per Banca del Sempione questa scelta strategica? G.C.: «Oltre che di una scelta strategica, si tratta di un adeguamento alla sempre più importante presa di coscienza generale che si debba finalmente fare qualche cosa di concreto per la protezione del clima. Un processo, questo, irreversibile, che guarda con maggior attenzione alla sostenibilità soprattutto nell’interesse e a favore delle generazioni future. Da parte nostra abbiamo già lanciato da tempo un interessante progetto denominato Green division. All’interno di Banca del Sempione si sta dando vita a un nuovo modo di fare banca, basato su una maggiore attenzione alle persone, all’ambiente e alla comunità. Presso la sede di Lugano vi sono stati alcuni interventi concreti anche sull’im-
mobile che ci ospita: un ufficio creato totalmente con materiali sostenibili in cui opera la suddetta neonata divisione e la creazione di un sistema per la generazione di energia sostenibile attraverso la posa di pannelli fotovoltaici sul tetto del palazzo. Questa filosofia di pensiero si ripercuote ovviamente anche nella scelta da parte dei nostri clienti di prodotti a tema. Rispondiamo a questa richiesta mettendo a disposizione prodotti da noi sviluppati e soluzioni appositamente selezionate di terzi». Di recente avete inserito la dott.ssa Silvana Cavanna quale nuovo membro del CdA, unica donna in questo ruolo. Che valore assume questa scelta e quali sono le sue specifiche competenze? G.C.: «L’assemblea degli azionisti si è trovata a dover identificare un nuovo membro indipendente all’interno del CdA. La scelta della dottoressa Silvana Cavanna è dovuta a meriti acquisiti, grazie alle sue capacità ed esperienze accumulate nel corso degli anni nel mondo della finanza, tra cui è doveroso segnalare la sua ultima esperienza operativa in qualità di Presidente della Direzione Generale di un istituto bancario a Ginevra. È comunque indubbio che il fatto di aver potuto accogliere una professionista donna in seno al Consiglio di amministrazione ci fa enormemente piacere». Dal suo osservatorio qualificato come giudica lo stato attuale del sistema finanziario svizzero in generale e del Ticino nello specifico? G.C.: «Il sistema finanziario svizzero è sicuramente all’avanguardia. Ha saputo adattarsi ai cambiamenti epocali intervenuti negli ultimi anni con la professionalità che lo contraddistingue. È riconosciuto universalmente TICINO WELCOME / SET - NOV 2021
77
FINANZA / BANCA DEL SEMPIONE
mercati esteri che considerano la Svizzera e il suo sistema paese con grande rispetto e colpiti da quelle che sono le certezze che possiamo assicurare in un contesto, non solo finanziario, difficile da interpretare. A questo aggiungiamo lo sviluppo della nostra Sicav in Lussemburgo che ricordiamo viene gestita in casa ed è una fabbrica prodotto molto apprezzata anche al di fuori del Gruppo Banca del Sempione». Il processo di rinnovamento di Banca del Sempione passa anche attraverso l’assunzione di giovani al di sotto dei 30 anni e l’attribuzione sempre maggiore di ruoli di responsabilità alle donne. Quali sono le strategie in proposito che state mettendo in atto?
come leader nell’attività di wealth management. Lo dimostra, fra l’altro, la costante e regolare crescita degli averi gestiti dalle banche svizzere. Anche in Ticino il passaggio verso la gestione di fondi ufficialmente detenuti presso di noi da clienti esteri si è svolto con grande capacità di adattamento alle mutate esigenze. Purtroppo l’assenza di un accordo italo-svizzero sul libero accesso al mercato italiano non ci facilita il compito». Ci aiuta a conoscere meglio la sua attività extra-professionale, raccontandoci come vive il suo tempo libero? G.C.: «Sono sempre stato un amante della montagna e dunque della vita all’aria aperta. Passo gran parte del mio tempo libero sulle montagne del Canton Uri e della valle Leventina. L’inverno lo trascorro sulle piste di sci di Andermatt e l’estate prevalentemente sui sentieri escursionistici dell’alta Leventina. Da qualche anno ho imparato ad apprezzare i van-
78
TICINO WELCOME / SET - NOV 2021
taggi di una bicicletta elettrica che sempre più mi appassiona. Coltivo altresì l’hobby della cucina, dove mi diletto con discreto successo. La lettura è pure una componente importante; oltre a ciò che riguarda il mondo della finanza, essendo un amante degli sport in generale, mi interessano le biografie e le imprese dei grandi campioni dello sport». Quali sono le principali linee di sviluppo lungo le quali avete impostato la crescita della Banca per i prossimi anni? S.R.: «La Banca ha una identità chiara che intende sfruttare maggiormente anche sul nostro territorio. Essere una banca privata con il potere decisionale in Ticino, non caratterizzata dalle logiche imposte nei grandi istituti, è un valore che desideriamo far percepire maggiormente alla clientela ticinese. Quindi per rispondere alla sua domanda guardiamo allo sviluppo nel nostro cantone con estremo interesse, affiancandolo a quello sui
S.R.: «In realtà siamo sempre stati piuttosto lontani dai preconcetti o dogmi che creano distinzioni tra uomini e donne, giovani o persone di esperienza. Semplicemente basiamo le nostre valutazioni sul principio meritocratico, nella crescita dei nostri collaboratori o collaboratrici. Si premia chi lavora con impegno, sacrificio e voglia di fare e innovare. Puntiamo molto su ragazze e ragazzi che dispongono dell’entusiasmo giovanile, utile e stimolante anche in banca. Per garantirci un futuro pieno di soddisfazioni riteniamo che sia fondamentale mixare al meglio i ruoli, le competenze, le attitudini di ognuno di noi, donne o uomini, giovani o meno giovani che siano». Quali sono i risultati già ottenuti attraverso l’attuazione del progetto Green Division? S.R.: «I risultati sono eccellenti ma soprattutto è soddisfacente il posizionamento di questa nuova divisione all’interno del gruppo. Operando in modo trasversale e sensibilizzando tutti gli uffici e i servizi
FINANZA / BANCA DEL SEMPIONE
stiamo creando una cultura diversa, più giusta e al passo con i cambiamenti che le esagerazioni passate impongono a tutti noi. Questo avviene senza dimenticare la necessità di contribuire alla generazione di ricavi che sostengano l’impegno negli investimenti e nei costi per le attività sostenibili. In questo senso mi piace ricordare il contributo nell’emissione di certificati a tema che hanno avuto molto successo, la creazione del “conto green” che investe esclusivamente in prodotti sostenibili e che destina una parte dei ricavi all’impegno sul territorio di associazioni che lavorano per renderlo migliore e infine l’impegno nella verifica delle nostre attività di gestione per adeguarle alle direttive ESG». Quali saranno le successive tappe e quali obbiettivi finali vi siete prefissati di ottenere? S.R.: «In realtà non ci siamo posti dei limiti ma l’obiettivo è di continuare sulla strada del miglioramento delle nostre attività, dei nostri servizi, dei nostri prodotti in una modalità maggiormente sostenibile. Non intendiamo dimenticare il passato ma solo impegnarci tutti in modo serio per contribuire a rendere migliore il nostro futuro e quello delle generazioni che verranno. Nel mentre desideriamo creare un ambiente di lavoro stimolante e generatore di idee e creatività, pensando al benessere di tutti quelli che ci lavorano». Una delle principali chiavi del successo di questo progetto riguarda il coinvolgimento del personale. Quale è stata la risposta di dipendenti e collaboratori? S.R.: «Il personale è il patrimonio della Banca e metterlo in condizione di lavorare al meglio è
nell’interesse di ogni azienda. Per rispondere alla sua domanda posso assicurarle che il risultato è buono ma non vogliamo su questo tema forzare le persone, ma arrivare con gradualità e rispetto delle sensibilità di ognuno a un coinvolgimento globale». Il Rapporto di esercizio 2020 è dedicato ai ghiacciai della Svizzera. Anche questa è una scelta di attenzione nei confronti di quel riscaldamento climatico che rappresenta uno dei temi più delicati per la tutela dell’ambiente? S.R.: «La decisione di evidenziare un problema che riguarda l’ambiente a noi più vicino fa parte di quel processo di sensibilizzazione che siamo convinti di sostenere nell’interesse di tutti. La Svizzera e il Ticino hanno una natura bellissima e invidiata da tutti e naturalmente le montagne ne sono una delle componenti più apprezzate. Far riflettere sul tema ci sembrava doveroso e rappresenta un atto d’amore verso il nostro territorio». Lei è impegnato nella gestione diretta della vita della Banca ormai da molti anni. Come è cambiato nel tempo il modo di “fare banca” in Svizzera e in Ticino? S.R.: «Sono in Svizzera da 25 anni ormai e in Banca del Sempione da quasi 16. Ho quindi avuto la fortuna di veder cambiare completamente il modo di fare banca. Alla fine per il sistema svizzero e quello ticinese nello specifico, è stato uno stimolo, una sfida che ha contribuito ad aumentare la qualità dei nostri servizi e del nostro approccio alla clientela. Sarà così anche con l’entrata in vigore della nuova Legge sui servizi finanziari. Mi sento di dire, senza presunzione, che come Banca del Sempione e più in generale come sistema bancario svizzero, siamo
stati in grado di affrontare le prove impegnative che ci sono state imposte e che lo saremo anche per quelle future. Questo, a mio modo di vedere, dipende da un modello operativo efficace e al riconoscimento della cultura, della tradizione e della professionalità delle banche svizzere nel mondo. Per il futuro dobbiamo aumentare la trasparenza delle nostre attività e ovviamente l’impegno per renderle più innovative e sostenibili». Il Direttore di una Banca è spesso immaginato sempre assorto tra numeri e bilanci. Quali sono in realtà i suoi interessi e passioni quando riesce per qualche ora a staccare dai suoi compiti alla guida della Banca del Sempione? S.R.: «La banca e le sue attività sono nella mia testa 24 ore al giorno. Non lo dico per cercare comprensione o vanteria, è probabilmente una questione di carattere che mi porta a cercare sempre di migliorarmi e a migliorare ciò che facciamo in Banca del Sempione. La fortuna è quella di avere una squadra in Direzione generale di grande qualità con la quale condividere questo impegno. Sono molto orgoglioso di tutto quello che riusciamo a esprimere e dell’impegno di tutti i collaboratori e collaboratrici. Così come, tornando alla sfera personale, sono orgoglioso della mia famiglia formata da Simona mia moglie che continua a sopportarmi dopo tanti anni e da Camilla che vive a Londra e Giacomo che vive a Berna. Con loro ci divertiamo a ritrovarci tutti assieme in Ticino, in Valtellina, mia terra di origine, o in Toscana, dove abbiamo una piccola proprietà. Per sfogarmi l’ideale è una partita a tennis al circolo TC Lido Lugano a cui seguono discussioni, bevute e prese in giro con gli amici e delle belle passeggiate nei bellissimi boschi ticinesi con i miei due cani, cercando di contenere i pensieri sulla banca!». TICINO WELCOME / SET - NOV 2021
79
FINANZA / CERESIO INVESTORS
UN SISTEMA ALIMENTARE SEMPRE PIÙ SOSTENIBILE
PRESENTATI I RISULTATI DELLA SETTIMA EDIZIONE DI FOOD INDUSTRY MONITOR, L’OSSERVATORIO DI RIFERIMENTO SUL SETTORE FOOD ITALIANO REALIZZATO OGNI ANNO DALL’UNIVERSITÀ DI SCIENZE GASTRONOMICHE DI POLLENZO, IN COLLABORAZIONE CON CERESIO INVESTORS.
80
TICINO WELCOME / SET - NOV 2021
L’
edizione 2021 è stata dedicata al rapporto tra performance economiche e scelte strategiche delle aziende agroalimentari in tema di sostenibilità e innovazione. L’osservatorio ha valutato le performance di 854 aziende con un fatturato aggregato di 66 miliardi di euro, ovvero il 75% di tutte le società di capitale operanti nel settore. Sono stati presi in esame 15 comparti, per ciascuno dei quali è stato selezionato un campione, rappresentativo dell’offerta, costituito da aziende di medie e grandi dimensioni, con sede strategica e operativa in Italia, nel periodo 2009-2020, facendo riferimento a quattro profili: crescita, redditività, produttività e struttura finanziaria. I comparti analizzati sono stati: acque minerali, birra, caffè, con-
serve, distillati, dolci e prodotti da forno, farine, food equipment (attrezzature), packaging, prodotti lattiero-caseario, olii, pasta fresca e secca, derivanti della carne, surgelati, vino. Nel 2020, il settore alimentare ha registrato una contrazione della crescita dell’1% (ROS -3,8%), rispetto al -8,9% dell’economia italiana. La flessione del settore è dovuta principalmente alla contrazione del segmento Ho.Re.Ca. e alla riprogrammazione degli investimenti in capacità produttiva, che sono stati posticipati alla fine dell’anno. Il 2021 e 2022, però segneranno subito una ripresa, con una crescita prevista di poco inferiore al 6% annuo (ROS 6,8%), un tasso superiore alla previsione di crescita del Pil italiano (4,5/5%). E la ripresa riguarderà anche l’export che nel biennio 2021-2022 si prevede in aumento mediamente del 3%. Cresceranno di più i comparti delle farine e del packaging, e quest’ultimo in particolare beneficerà della spinta del redesign sostenibile. I settori del caffè e del vino saranno interessati da crescite importanti, trainate dalla forte ripresa del segmento Ho.Re.Ca. Molto bene anche le previsioni per il comparto del food equipment, trainato dai nuovi investimenti stimolati dal piano di recovery. Per quanto riguarda specificatamente sostenibilità e innovazione, dall’analisi si rileva che l’81% delle aziende intervistate si ritiene sostenibile e il 56% ha già messo in atto una strategia di sostenibilità. Il 78% ha nella propria gamma uno o più prodotti sostenibili, ma la scelta non si limita ai processi produttivi: il 54% è intervenuto sul packaging e il 44% valuta la sostenibilità anche dei propri fornitori, nel mo-
FINANZA / CERESIO INVESTORS
mento in cui li seleziona. Inoltre, il 74% delle aziende ritiene che attuare una strategia di comunicazione sul tema abbia un impatto positivo sulle vendite, nonostante il 63% ritenga che processi produttivi sostenibili implichino un aumento dei costi aziendali. Dopo le testimonianze di interessanti casi di aziende fortemente impegnate nell’innovazione di modelli di business o sul piano della sostenibil0ità, Alessandro Santini, Head of Corporate & Investment per Ceresio Investors, ha portato la sua esperienza sulle operazioni M&A in ambito food&beverage, per chiarire fino a che punto, e in che modo, queste possono rivoluzionare il business di settore. «Un dato particolarmente significativo è quello relativo agli investimenti. Il 93% delle aziende dichiara di aver realizzato negli ultimi 5 anni investimenti in sostenibilità e l’80% effettuerà ulteriori investimenti nei prossimi 3 anni. Mediamente le
aziende italiane hanno incrementato i propri investimenti in sostenibilità del 38,8% negli ultimi 5 anni, a testimonianza dell’inizio di un trend di cambiamento strutturale». «Per il nostro Gruppo bancario queste attività rappresentano la punta di diamante», ha commentato Gabriele Corte, Direttore Generale Ceresio Investors, «non solo perché sono espressione del saper fare italiano e della qualità che tanto viene apprezzata all’estero, ma in quanto rappresentano uno dei settori a cui puntiamo maggiormente per investimenti e operazioni di finanza straordinaria». Dal dibattito è emerso come le aziende che hanno una strategia di sostenibilità formalizzata, che hanno incrementato gli investimenti in sostenibilità negli ultimi 5 anni e che comunicano in modo efficace le proprie scelte hanno performance di crescita decisamente superiori. Queste aziende han-
no inoltre un approccio proattivo all’innovazione, in particolare di processo, e questo si riflette sulle performance di crescita, sia nel medio che nel lungo periodo. Concludendo i lavori, è intervenuto Carlo Petrini, fondatore di Slow Food, che ha tenuto a sottolineare come il termine “sostenibilità”, forse ormai un po’ logoro, sarebbe opportuno sostituirlo con quello di “durabilità”: «Il paradigma oggi vincente teorizza la produzione di beni che deperiscano nel più breve tempo possibile. Questo appartiene ad un’economia che lascia spazio allo spreco e allo scarto. Ma le risorse del pianeta non sono finite e stiamo andando in sofferenza. Per questo la società civile comincia a chiedere risposte alla politica e all’economia. Abbiamo bisogno di un’economia di comunità, che abbia come interesse principale il riconoscimento della prossimità e la valorizzazione dei territori».
LEAD YOUR FUTURE IBC GRUPPO IL VOSTRO PARTNER SVIZZERO DA OLTRE 30 ANNI PER L’ANALISI ED IL CONTROLLO DEI VOSTRI RISCHI E LA PROTEZIONE DELLE VOSTRE RISORSE UMANE
IBC Insurance Broking and Consulting Lugano SA Via Serafino Balestra 22B Casella postale 5786 6901 Lugano t +41 91 911 55 55 w ibc-broker.com
PERCHÈ SCEGLIERE IBC L’esperienza 100 collaboratori qualificati e CHF 350 Mio di volume di premi La prossimità Con i nostri uffici di: Berna, Friborgo, Ginevra, Losanna, Lugano, Neuchâtel, S. Gallo, Sion e Zurigo La competenza internazionale Grazie al nostro partenariato con la più grande rete mondiale di intermediari indipendenti: www.AssurexGlobal.com L’esperienza multisettoriale Maturata nella ricerca di soluzioni taylor - made per la nostra clientela, attiva nei settori: dell’industria, dell’alberghiero e del turismo, dei servizi, dei trasporti, del commercio nazionale ed internazionale, come pure del servizio pubblico
I NOSTRI SERVIZI - analisi e controllo dei vostri rischi - messa in atto di soluzioni globali assicurative - consigli ed ottimizzazione della vostra previdenza professionale - applicazione di soluzioni innovative di riassicurazione - gestione della salute nell’impresa e dell’assenteismo I VOSTRI VANTAGGI - un solo interlocutore neutro ed indipendente dalle compagnie assicurative - la messa in atto di misure di prevenzione - l’assistenza, il monitoraggio e la difesa dei vostri interessi in caso di sinistro - la riduzione globale dei vostri costi
FINANZA / LAPIS ASSET MANAGEMENT
UN NUOVO LINGUAGGIO PER I PROPRI ASSETS
L Andreas Wueger fondatore di Lapis Asset Management
GLI INDICI LAPIS COSTITUISCONO UNO STRUMENTO STRAORDINARIAMENTE EFFICACE PER SELEZIONARE LE AZIENDE VERSO CUI ORIENTARE I PROPRI INVESTIMENTI AZIONARI. DI ROBERTO GIANNETTI
LAPIS ASSET MANAGEMENT LTD Via Collina 9 CH-6962 Lugano-Viganello T. +41.(0)91.971.1693 www.lapis.finance
82
TICINO WELCOME / SET - NOV 2021
a Lapis Asset Management ormai ha una lunga esperienza di investimento sui mercati finanziari. Di cosa vi occupate esattamente? «Siamo una società di gestione patrimoniale con sede a Lugano. Ci distinguiamo dalle altre strutture per un’offerta specializzata e strutturata nel reparto azionario per la nostra clientela privata ed istituzionale. Lapis AM ha creato e calcolato 23 Indici azionari (16 Indici Lapis Dividend Yield e 7 Indici Lapis Next Generation) che possono essere visionati nel dettaglio sul sito www.lapis.finance. Tutti gli indici adottano le stesse quattro regole: • Rule based, ossia regole ben definite • Qualità dei titoli • Titoli equiponderati • Ribilanciamento trimestrale. Questi indici rappresentano la base per la quota azionaria della nostra gestione patrimoniale. Se consideriamo che l’attuale livello dei tassi d’interesse nel mondo è poco remunerativo, un investitore si trova “quasi costretto” ad investire una parte del suo patrimonio in azioni per preservarne il potere d’acquisto». Come vengono utilizzati questi indici? «La Lapis utilizza gli indici per la gestione diretta dei clienti privati, direttamente con i singoli titoli per i clienti con un patrimonio superiore ai 500 mila franchi, e con Fondi d’investimento o certificati AMC per capitali inferiori, permettendo a tutti di potere usufruire di questa opportunità». Quali sono i vantaggi della gestione effettuata attraverso questi strumenti?
«I nostri indici danno la certezza al cliente che investire in una o più delle nostre strategie permette di disporre sempre di una vasta diversificazione e di seguire un programma disciplinato che aumenta moltissimo la probabilità di ottenere un ottimo risultato. Il cliente sa in ogni momento come sono investiti i suoi risparmi e sa che al processo di ribilanciamento vengono applicate regole molto precise, che non sottostanno a nessun conflitto né emotivo né tantomeno d’interesse». Come scegliete le società e i settori da includere in questi indicatori? «Prima di calcolare un indice viene sempre definito un universo d’investimento preciso che tenga in considerazione il settore strategico dell’indice, la capitalizzazione di mercato minima di ogni azienda (ad esempio 5 miliardi di dollari), e il flusso regolare di pagamento dei dividendi negli anni, che può essere di 5, 10 o 25 anni retroattivamente. In base a questa ‘Universe List’ viene scelta la ‘Lista Lapis’ dell’Indice basata sui seguenti criteri per ogni titolo: • 50% Dividend Yield • 25 % Market Cap • 25% Crescita del dividendo durante gli ultimi 5 / 10 / 25 anni. Le prime 25 o rispettivamente 50 aziende della ‘Universe List’, a dipendenza delle regole dell’indice, verranno selezionate e saranno la parte integrante dell’indice Lapis o del prodotto che verrà creato. Questo processo viene ripetuto ogni trimestre (ribilanciamento) e ogni azienda avrà la stessa ponderazione (equal weight)». Come mai i dividendi sono così importanti nella scelta delle società?
FINANZA / LAPIS ASSET MANAGEMENT
«Le aziende da noi scelte che pagano un dividendo regolarmente di solito creano dei prodotti desiderati dal mercato (vedi i casi Apple, Microsoft, e via dicendo), e durante anni «normali» generano un utile di cui una parte la pagano all’investitore. D’altra parte vi sono aziende di enorme successo come Amazon o Facebook che non hanno mai pagato un dividendo e hanno generato delle performance molto importanti per gli investitori, ma si dimentica però facilmente che vi sono migliaia di aziende che non diventeranno mai come queste due e l’investitore quindi potrebbe andare incontro a grandi perdite. Il segmento di aziende da noi scelto riguarda le compagnie con una crescita stabile che a sua volta risulta MOLTO pagante a lungo termine (vedi Nestle, LVMH, Roche, Coca Cola, e altre)». I dividendi sono sicuramente buoni indicatori per le performance passate delle società, ma lo sono anche per il futuro? «Certamente. Il modello economico di queste aziende di regola non cambia mai molto, quindi rimane un buon indicatore per il futuro. Vi sono aziende che reinvestono con grande successo in nuovi prodotti il loro Free Cash Flow. Abbiamo potuto notare che un’azienda che paga il dividendo regolarmente segue di solito un modello di business sostenibile, non troppo ciclico e meno rischioso. Il management solitamente è più disciplinato con le strategie d’espansione». Può farci qualche esempio di società che includete negli indici, e di che dividendi versano? «Dipende da indice a indice, solitamente i nostri criteri di selezione implicano che l’azienda abbia pagato per un determinato numero di anni il dividendo, senza riduzioni o interruzioni. Inoltre la capitalizzazione di Borsa della società può variare da un minimo di 2 fino a 25 miliardi di dollari».
I vostri indici includono aziende elvetiche? «In Svizzera abbiamo 3 società di successo e di caratura internazionale: si tratta di Roche, Novartis e Nestlé, che pagano dividendi da oltre 25 anni senza interruzione e sempre in aumento. Abbiamo poi nell’indice Lapis Medical Devices aziende come Lonza e Straumann, che pagano da oltre 5 anni dei dividendi regolari e in costante aumento. Complessivamente teniamo in considerazione all’incirca 800 società per la gestione di tutti i nostri indici». Voi avete creato anche un indice che riguarda le imprese a partecipazione familiare. Per quale motivo queste aziende sono più appetibili? «Abbiamo creato un indice e rispettivamente un fondo che raccoglie unicamente società con almeno il 20% di controllo o possesso da parte di gruppi familiari, con una capitalizzazione minima di 5 miliardi e un pagamento regolare del dividendo da almeno 10 anni. Questa strategia d’investimento ha fornito risultati eccezionali!!! L’idea delle aziende di investire a lungo termine e con maggiore prudenza è stata molto pagante e lo è tuttora». Può farci alcuni esempi di indici che avete creato? «Ad oggi, abbiamo creato 23 Indici Lapis che spaziano tra diversi settori e pensieri d’investimento, da indici per coloro che ricercano un rendimento dato dai dividendi (Lapis Global Top 50, Lapis Global Family Owned), a indici tematici di stretta attualità (Sustainable, Medical Devices, Water, Crypto). Un approfondimento e il dettaglio è visibile sulla nostra pagina internet. Abbiamo notato che i nostri indici sono riusciti a battere quasi tutti il ‘benchmark’ di riferimento, il che è notevole. Questo fattore è soprattutto dovuto al nostro sistema di calcolo che prende solo in considerazione aziende di qualità, la diversificazione e la disciplina di un ribilanciamento a scadenze regolari».
Con la vostra strategia la gestione del rischio migliora? «Investire a lungo termine su società di qualità è forse l’investimento meno rischioso che ci sia! Le previsioni della finanza solitamente non rappresentano un valore aggiunto per l’investitore, perché spesso conducono a prendere decisioni di investimento con un timing non opportuno e su titoli di scarsa affidabilità o a prezzi troppo cari». Quali sono le differenze rispetto a dei fondi di investimento convenzionali? «Disciplina, semplicità e chiarezza!!! I nostri indici, rispettivamente i nostri prodotti, permettono all’investitore di sapere cosa ha in portafoglio in ogni momento. Inoltre offriamo ai nostri clienti un pricing concorrenziale che non va ad incidere sulla performance». Qual è il vostro target di clientela e quali sono i vantaggi di rivolgervi a voi rispetto a normali fondi di investimento? «Il nostro modo di operare permette oggi a tutti i tipi d’investitore di avvicinarsi ai nostri prodotti, dal cliente retail, che troverà in noi un partner affidabile e un’offerta di strutture bancarie con tariffe interessanti, al cliente istituzionale, sia esso una struttura fiduciaria o una banca, dato che gli offriamo l’opportunità di creare un prodotto finanziario da proporre ai clienti in collaborazione con noi». Avete anche ceduto ad altre società il diritto di utilizzare questi indici? «Questo sta diventando per noi un business molto importante. Abbiamo avuto modo di creare, in collaborazione con altre strutture, dei prodotti su varie piazze, come Zurigo e Londra. Questa tipologia di business permette ai partner commerciali di trovare l’idea su misura per loro senza dovere investire economicamente sulla gestione, dato che il nostro supporto di advisory fornisce loro tutti i servizi necessari». TICINO WELCOME / SET - NOV 2021
83
TURISMO / TURISMO E SOSTENIBILITÀ
IL 2017 È STATO L’ANNO INTERNAZIONALE DEL TURISMO SOSTENIBILE. SE DUNQUE ANCHE L’ONU HA SENTITO LA NECESSITÀ DI RIBADIRE L’IMPORTANZA DI UN NUOVO APPROCCIO A UN SETTORE CHE OGNI ANNO GENERA UN VOLUME DI AFFARI DI QUASI 1.300 MILIARDI DI DOLLARI, VUOL DIRE CHE LA SOSTENIBILITÀ RAPPRESENTA VERAMENTE UN CAMBIO DI PARADIGMA IRREVERSIBILE.
Ph: © Patrick Federi on Unsplash
84
TICINO WELCOME / SET - NOV 2021
IL VOLTO NUOVO DELLE VACANZE
I
n realtà, il concetto di turismo sostenibile risale addirittura al 1988 e indica un nuovo modo di viaggiare: rispettoso del pianeta e dell’ambiente, letti sia dal punto di vista naturale sia dal punto di vista sociale e artistico. Un concetto che si sposa con l’evoluzione profonda che ha subito il turismo che negli ultimi anni è passato da un concetto di evasione al concetto di esperienza. Quest’ultima per essere genuina e reale deve basarsi su un nuovo rapporto tra il viaggiatore e l’intero sistema turistico che lo riceve (anche se mettere a sistema tutte gli attori della filiera turistica spesso rappresenta un problema non indifferente). Un nuovo rapporto che richiede anche una concordanza valoriale tra i vari attori; e tra questi valori non può che rientrare anche un reale approccio alla sostenibilità. Ma come si concretizza questa richiesta green? Gli utenti ripongono molta attenzione alla sostenibilità delle strutture ricettive (in particolare sul fronte del risparmio energetico); si focalizzano sull’impatto ambientale dei mezzi di trasporto, associano la visione green con il concetto di prodotti locali e a “km zero”. Inoltre, i turisti sono in generale molto interessati a soggiornare in una struttura eco-friendly. La sostenibilità rappresenta, quindi, un’opportunità concreta sia per gli operatori del turismo e per gli albergatori in particolare, sia per gli operatori della filiera dell’edilizia ricettiva. Resta evidente che, in questo contesto, la sostenibilità non possa essere
solo un problema di incentivi, ma dipenda da un nuovo approccio imprenditoriale e da una reale evoluzione del modello di business. Soprattutto in una prima fase, gli interventi saranno principalmente a livello di sostenibilità ambientale e questo presuppone, sul fronte alberghiero, un ripensamento del building sul piano del comfort climatico, dell’efficienza energetica (isolamento, infissi, lighting, impianti meccanici ed elettrici) nonché una rimodulazione della gestione idrica e dei rifiuti. Questi interventi non solo permetteranno di rispondere alla richiesta del mercato di una struttura eco-sostenibile, ma garantiranno consistenti saving sui costi di gestione delle strutture che tipicamente impattano in modo significativo sui bilanci. L’albergatore, però, non dovrà muoversi solo sul piano ambientale, ma anche sul piano sociale, rivolgendo una particolare attenzione sia all’accessibilità della struttura sia alla gestione dei rapporti col personale (la cui soddisfazione impatta in modo importante anche sulla qualità del servizio erogato agli ospiti che ovviamente si struttura in modo forte anche sul piano relazionale con gli operatori della struttura). In debita considerazione si dovrà tenere anche il rapporto con il territorio e la sua valorizzazione in quanto elemento fondante di una value proposition turistica molto più pregnante e appetibile, ma al tempo stesso elemento importante per la costruzione di un valore condiviso tra tutti gli stakeholders.
TURISMO / TURISMO E SOSTENIBILITÀ
HANNO PARTECIPATO ALL’INCHIESTA:
ANGELO TROTTA (A.T.) Direttore di Ticino Turismo
ALESSANDRO STELLA (A.S.) Direttore dell’Ente Turistico del Luganese
CECILIA CONFORTO GALLI (C.C.) WWF Youth
MONICA BESOMI (M.B.) Ferrovia Monte Generoso
n che modo può essere declinato il concetto di sostenibilità applicato al settore del turismo?
inibiscono lo sviluppo di altre attività sociali ed economiche”. Questa definizione risale a oltre 30 anni fa, ma rimane attuale. Le attività turistiche sostenibili possono contribuire alla valorizzazione del paesaggio e alla tutela delle nostre tradizioni. Oltre a questo, la sostenibilità in ambito turistico tocca anche aspetti economici, etici e ambientali. Oggi non è più possibile, per una destinazione turistica, non dotarsi di una strategia precisa in questo senso. Come Ticino Turismo, nel corso dell’ultimo anno e mezzo abbiamo lavorato molto sul tema della sostenibili-
I
A.T.: «È stata l’Organizzazione Mondiale del Turismo a definire, per la prima volta nel 1988, il concetto di turismo sostenibile. Secondo l’OMT, le attività turistiche sono sostenibili quando “si sviluppano in modo tale da mantenersi vitali in un’area turistica per un tempo illimitato, non alterano l’ambiente e non ostacolano o
NADIA FONTANA LUPI (N.F.) Direttrice Organizzazione Turistica Mendrisiotto e Basso Ceresio
tà e, di recente, abbiamo ottenuto il certificato “engaged” attributo da Svizzera Turismo (ST). L’ente nazionale ha lanciato a inizio 2021 il programma Swisstainable con l’obiettivo di promuovere il nostro Paese come “una delle destinazioni di viaggio più sostenibili” entro il 2023, grazie al coinvolgimento di oltre 4.000 imprese e organizzazioni». A.S.: «La sostenibilità nel settore del turismo coinvolge sia gli attori che operano e offrono servizi TICINO WELCOME / SET - NOV 2021
85
TURISMO / TURISMO E SOSTENIBILITÀ
agli ospiti di una destinazione sia coloro che ne usufruiscono, in quanto tocca la sfera sociale, ambientale ed economica di una destinazione. In questo senso, al fine di avere un impatto positivo a favore dello sviluppo di un turismo sostenibile è richiesto un impegno sia da parte di tutti gli operatori che beneficiano delle ricadute economiche del turismo, sia da parte della comunità locale che da chi la visita, creando un sistema turistico sostenibile». N.F.: «Innanzitutto credo che ogni stakeholder possa e debba dare il proprio contributo analizzando la propria situazione attuale, definendo un progetto e investendo per ottenere i miglioramenti che permettano al turista di percepire e di vivere concretamente un’esperienza turistica sostenibile. Quest’analisi è indispensabile se si vuole davvero agire consapevolmente e si vogliono conoscere e valutare i futuri benefici, più o meno percepibili da parte della clientela, come un processo evolutivo continuativo con il quale procedere verso il futuro. Se il settore turistico ticinese decidesse d’incamminarsi unito su questo percorso i risultati potrebbero davvero essere importanti e potrebbero essere comunicati con forza. Credo si possa ritenere che generalmente alcune misure sono considerate “normali” o quanto meno implicite e quindi attese da parte dei turisti, mentre noi dovremmo sorprenderli ed anche catturarli, dimostrando che ci stiamo veramente attivando su più fronti. Ritengo si debba quindi continuare ad intervenire sulle strutture e sugli immobili considerando le nuove fonti di energia, ambendo quindi ad una riduzione dei consumi importante, ma credo che si debba assolutamente andare oltre e ci si debba concentrare in maniera importante sulla riduzione degli spre-
86
TICINO WELCOME / SET - NOV 2021
chi, sul riciclaggio applicato con attenzione e sulla diminuzione dell’utilizzo della plastica per favorire materiali e sistemi di gestione dei processi sostenibili. La sostenibilità non è una moda, è una questione d’assunzione di responsabilità e di coerenza e non è quindi unicamente riconducibile all’ottenimento di un label turistico che potrebbe rappresentare un punto di partenza e non un punto d’arrivo. Abbiamo tutti la possibilità di consumare e proporre ai nostri ospiti prodotti locali, favorendo la micro economia locale e contribuendo a diminuire la movimentazione di materiale e di prodotti importati, ma dovremmo anche considerare maggiormente la stagionalità dei prodotti per dimostrare concretamente ai turisti di essere consapevoli della bontà della nostra scelta. Sono temi importanti e credo che queste attenzioni ci permetterebbero di distinguerci. Anche il tema dell’utilizzo dei trasporti pubblici potrebbe essere da considerare importante, ritenuto che in Ticino abbiamo molte stazioni ferroviarie si tratta di costruire una rete che consideri non solo i bisogni dei cittadini residenti, ma anche dei visitatori. Non vorrei dimenticare il tema dei lavoratori, dei collaboratori che sono la forza lavoro che contribuisce a costruire l’immagine di accoglienza del Ticino turistico, perché credo che anche la considerazione del personale sia tra i temi da affrontare, insieme con il tema della disparità salariale tra uomo e donna, come anche la mancanza di accesso ad alcune posizioni lavorative per le donne. Di lavoro da fare ce n’è molto e chiaramente serve una concertazione e una supervisione se vogliamo che non soltanto il singolo stakeholder risulti sostenibile, ma tutta la Destinazione Ticino! Gli sforzi, le idee e anche le necessità di chi vuole davvero migliorare la propria offerta per dimostrare la propria attenzione alla sostenibilità
dovranno quindi essere sostenuti dalle autorità, che chiaramente sappiamo essere sensibili al tema». C.C.: «Al giorno d’oggi si parla sempre più di “turismo sostenibile” e di “turismo responsabile”, approcci al turismo che si basano su tre pilastri: la salvaguardia dell’ambiente, il rispetto della cultura locale e il sostegno dell’economia del luogo. Dal momento in cui un turista programma le sue vacanze in modo sostenibile, dovrebbe innanzitutto scegliere una meta vicina a casa da raggiungere possibilmente con un mezzo di trasporto a basso impatto ambientale come il treno e svolgere attività a impatto nullo sulla natura. Oltre a questo, è fondamentale che il turista privilegi strutture ricettive che danno il loro contributo alla causa impegnandosi nella riduzione dei consumi e nell’utilizzo di prodotti a km 0. Per quanto concerne i principali sistemi di prenotazione online, è importante sottolineare che si sta operando sempre più in un’ottica ecosostenibile. Ad esempio, vi è Tripadvisor che con il programma Eco Leader classifica le strutture alberghiere attente all’ambiente; vi è Airbnb che promuove le esperienze con le comunità locali (dall’inglese “Meet the Locals”). L’impegno sostenibile nel turismo è diventato un elemento chiave e oramai sempre più strutture perseguono gli obiettivi di sviluppo sostenibile stabiliti dall’ONU nel 2015». M.B.: «Il turismo coinvolge molteplici aspetti e quando un’azienda turistica come la Ferrovia Monte Generoso, che gestisce prodotti diversi tra loro -una cremagliera, un camping, un ristorante, un self-service e una sala conferenza- decide d’impegnarsi in una delle più importanti sfide degli ultimi anni, la sostenibilità, le possibilità sono davvero tante. Inol-
TURISMO / TURISMO E SOSTENIBILITÀ
tre, essendo un tema d’ attualità, tutti gli attori del settore turistico (visitatori, partner, aziende ma anche residenti e collaboratori) sono sensibilizzati al tema e pronti a mobilitarsi per uno sviluppo sostenibile. Crediamo quindi che sia questa la nostra più grande opportunità: intraprendere attività, progetti e iniziative insieme a tutti gli attori coinvolti. Dopotutto si sa, l’unione fa la forza…». Quali iniziative avete intrapreso per adeguare sempre più la vostra offerta alle nuove esigenze di vacanze “green”? A.T.: «Oltre al lancio di ticino.ch/green, una piattaforma che mette in vetrina le eccellenze in materia di sostenibilità, abbiamo definito, in collaborazione con un’azienda leader del settore, un piano d’azione che permetterà al nostro Cantone di profilarsi come destinazione di punta nell’ambito del turismo sostenibile. Abbiamo sottoscritto una dichiarazione di impegno e definito tre obiettivi da realizzare nei prossimi due anni. Il primo riguarda l’attuazione di una strategia di decarbonizzazione che ci permetterà di rinunciare all’uso di combustibili fossili. Il secondo tocca da vicino la mobilità di tutto il Cantone e in particolare il Ticino Ticket. Vogliamo impegnarci per garantire la sua esistenza a lungo termine e, al contempo, renderlo completamente digitale. Il terzo obiettivo riguarda il potenziamento della comunicazione per incentivare comportamenti più sostenibili sia da parte dei turisti che dei nostri partner». A.S.: «Al fine di rispondere alla sempre più crescente domanda di vacanze “green”, Lugano Region sta perseguendo diversi obiettivi: sensibilizzare ed informare i pro-
pri partner privati ed istituzionali affinché vi sia una maggiore consapevolezza dell’importanza di avere proposte turistiche responsabili, e al contempo incentivare lo sviluppo di iniziative e di esperienze turistiche “green” e l’organizzazione di eventi che tengono in considerazione le differenti dimensioni della sostenibilità. In linea con la strategia Swisstainable di Svizzera Turismo, Lugano Region si sta facendo promotore del progetto legato al Global Destination Sustainability Index (GDS-Index), che permette di misurare la performance della città di Lugano in materia di sostenibilità rispetto a diverse città internazionali, definendone la strategia a medio e lungo termine». N.F.: «Credo che una delle misure più evidenti, quella che ritengo risulti particolarmente apprezzata dai turisti è il Ticino Ticket, che è frutto di una concertazione cantonale su più livelli, che ho da sempre ritenuto particolarmente importante e che come OTR abbiamo appoggiato da subito. La nostra OTR è membro dell’associazione svizzera WHES (World Heritage Experience Switzerland) e promuoviamo i valori dei patrimoni e la loro messa in rete a livello svizzero. Abbiamo la fortuna di avere nella regione 7 stazioni ferroviarie che cerchiamo di presentare come un vantaggio ai visitatori per raggiungere e visitare la regione, abbiamo inoltre supportato lo sviluppo del progetto dell’Albergo Diffuso del Monte Generoso e dell’unità abitativa ecologica che è stata inserita alla Bellavista del Monte Generoso, collaboriamo regolarmente con i produttori locali e con i comuni della regione per lo sviluppo dell’offerta bike a livello regionale su strada e fuori strada, proponiamo itinerari per visitare cantine vitivinicole ed abbiamo sostenuto lo sviluppo del progetto Bike’nWine,
che sta riscuotendo grande successo. Abbiamo inoltre recentemente inaugurato l’itinerario bike dedicato al campione paraolimpico Murat Pelit, pensato per essere percorso con bici a tre ruote destinate prevalentemente a persone disabili. Collaboriamo con produttori locali e siamo nel comitato direttivo del Centro di Competenze agroalimentari Ticino, che ha obiettivi specifici legati allo sviluppo del consumo di prodotti a km 0 e al marchio Ticino Regio Garantie. Abbiamo anche incaricato una studentessa della Hochschule di Lucerna di svolgere la tesi di bachelor proprio sul tema della sostenibilità della regione indagando l’interesse degli stakeholders per una collaborazione attiva sul tema, perché siamo consapevoli dell’importanza della condivisione del progetto. Gia da molti anni siamo inoltre attenti a diversi fattori che possiamo presentare come una parte dell’impegno diretto al tema della sostenibilità da parte della nostra Organizzazione turistica regionale. In generale il riciclaggio, l’utilizzo di materiali ecologici per la gestione dei sentieri, il consumo di prodotti locali, la diminuzione degli sprechi, la digitalizzazione dei documenti, la preferenza per le trasferte del personale con i mezzi pubblici, ma anche la parità di trattamento per i nostri impiegati e l’introduzione dell’homework sono misure che sono via via state introdotte e altre arriveranno a breve, perché le stiamo valutando proprio in questi mesi. Come detto, vi sono misure visibili e percepibili e altre non visibili, ma che ritengo comunque facciano parte di un processo di lavoro che è ampio, che deve essere sviluppato con coerenza e che non deve unicamente essere sviluppato considerandolo un tema da utilizzare per presentarsi alla clientela. Ad ogni buon conto il lavoro per presentarci come destinazione sostenibile da parte nostra è iniziato!». TICINO WELCOME / SET - NOV 2021
87
TURISMO / TURISMO E SOSTENIBILITÀ
Care’ della fondazione myclimate. Il progetto ci permette di investire insieme ai nostri ospiti dando loro la possibilità, con un contributo volontario di CHF 1 in aggiunta al prezzo del biglietto del treno e/o al pernottamento di compensare le emissioni di CO2 della loro vacanza. La somma viene poi raddoppiata dalla FMG ed investita in parte in progetti sostenibili internazionali e per la maggior parte sul territorio o all’interno dell’azienda. www.montegeneroso. ch/my-climate. Con i primi fondi sono stati installati 162 mq di pannelli solari sul tetto degli uffici di Capolago, che in soli 2 mesi hanno già permesso di evitare l’emissione di 2.967,6 Kg di CO2 equivalenti alla piantumazione di ben 89 alberi! Inoltre, sono state acquistate tre PET-Recyclingstation per la raccolta separata e consapevole dei rifiuti, e installate sia al Camping Monte Generoso che all’esterno del Fiore di pietra. Le iniziative intraprese hanno valso all’azienda l’importante certificato ‘Swisstainable’ di Svizzera Turismo e permettono soprattutto agli ospiti di prenotare attività e vacanze nel rispetto dell’ambiente». C.C.: «Noi, come WWF Youth, ci impegniamo a promuovere un turismo di prossimità che permette ai viaggiatori di vivere esperienze uniche e di contribuire a salvaguardare l’ambiente. I viaggi in treno in Svizzera sono un esempio calzante. Le Ferrovie Federali Svizzere dispongono di una delle reti ferroviarie più estese e capillari del continente europeo. È quindi fondamentale incentivare le persone a scoprire le bellezze del nostro paese attraverso il “Grand Train Tour of Switzerland”, un itinerario di 1.280 chilometri lungo il quale i treni panoramici conducono dalle città più affascinanti della Svizzera alle località imperdibili delle Alpi, passando per i beni del patrimonio
88
TICINO WELCOME / SET - NOV 2021
mondiale dell’Unesco. Altrettanto importante è promuovere gli spostamenti in treno in Europa. Il trasporto su rotaia è aumentato notevolmente negli ultimi anni. Anche durante la pandemia, mentre gli aerei sono rimasti fermi, i treni hanno continuato a viaggiare e per questo motivo l’UE ha deciso di designare il 2021 come l’Anno europeo delle ferrovie. È quindi importante continuare a promuovere il treno come mezzo sicuro e sostenibile». M.B.: «Siamo la prima risalita di montagna del Ticino e il Camping Monte Generoso è il primo campeggio di tutta la Svizzera ad aver aderito all’iniziativa ‘Cause We
In che modo operatori privati e amministrazioni pubbliche dovrebbero collaborare per arricchire l’offerta di proposte turistiche sostenibili? A.T.: «Per poter diventare una destinazione sostenibile riconosciuta a livello nazionale e internazionale, il Ticino deve anzitutto poter contare su un’adesione capillare dei partner al programma Swisstainable, aperto a tutte le aziende e le organizzazioni attive in ambito turistico. Per capire come far parte del progetto, abbiamo realizzato un breve webinar, della durata di circa 15 minuti, rivolto proprio ai partner. Per quanto riguarda il lancio di nuove proposte
TURISMO / TURISMO E SOSTENIBILITÀ
turistiche sostenibili, il coordinamento tra privati e organizzazioni turistiche è fondamentale. Proprio grazie alla collaborazione tra varie destinazioni svizzere è stato possibile lanciare progetti come “Ride the Alps” che promuove l’uso della bicicletta e crea al contempo un sostanziale valore aggiunto nelle regioni rurali e alpine, “Taste my Swiss City” che favorisce i produttori locali con l’obiettivo di preservare l’eredità culinaria svizzera e “Speciale bagagli”, iniziativa in collaborazione con le FFS che incoraggia i visitatori a lasciare a casa l’automobile». A.S.: «Lo sviluppo del turismo sostenibile prevede la stretta collaborazione tra il settore pubblico e quello privato; i promotori di proposte sostenibili dovrebbero beneficiare di incentivi a favore dello sviluppo di prodotti turistici che portano un valore aggiunto alla comunità locale, all’ambiente e alla regione del Luganese. Già da diversi anni, il nostro Ente si impegna a sostenere e promuovere lo sviluppo di cluster di offerte turistiche, che evidenziano le tradizioni e i prodotti locali, tra questi possiamo citare i prodotti più recenti quali “Sulla via degli Alpeggi”, che propone cinque escursioni che portano dalla vetta del Monte Lema al piano attraverso gli alpeggi in un suggestivo paesaggio naturale, e il progetto “La via dei sapori in Capriasca”. Quest’ultimo progetto è stato sviluppato dal Dicastero Cultura, Eventi, Sport e Turismo del Comune di Capriasca in collaborazione con Lugano Region e mette in rete diversi partner al fine offrire un’esperienza enogastronomica ed escursionistica indimenticabile». N.F.: «L’obiettivo di presentarci come destinazione turistica sostenibile, regionale e cantonale, è
un processo che non ha una fine, ma che dovrà svilupparsi, aggiornarsi, migliorarsi ed anche modificarsi nel tempo. Tutti gli stakeholders hanno un ruolo importante nell’ambito della strutturazione dell’offerta turistica, che è frutto di un ambiente in cui operano degli attori che si dicono intenzionati a sviluppare accoglienza e che si preparano per attirare e ricevere i propri ospiti con argomenti utili a sostenere l’immagine della destinazione e l’esperienza del visitatore. Tutti possono e devono quindi concorrere al successo dello sviluppo dell’offerta turistica cantonale e regionale, ognuno con il proprio ruolo e compito. Per quanto concerne il progetto di destinazione turistica sostenibile questa compartecipazione al raggiungimento dell’obiettivo comune risulta ancora più importante. Servono confronti, valutazioni e quindi decisioni strategiche ed operative che devono essere sostenute da decisioni politiche e con risorse e competenze che sono da definire. I singoli privati potranno fare molto nel loro singolo campo d’attività, potranno essere degli esempi per altri e di sicuro sosterranno con le loro azioni l’insieme del progetto. La stessa cosa faranno anche le amministrazioni pubbliche che risulteranno ancora più determinanti e che dovranno manifestare il loro sostegno formalizzando processi decisionali legati a strumenti che saranno determinanti per formulare i processi di investimento e di sensibilizzazione. Credo che in ogni caso serva dialogo e condivisione di un progetto che consenta alla popolazione di considerare il turismo sostenibile un’opportunità per tutti, ritenuto che l’impatto del turismo sostenibile su ambiente e qualità di vita di chi abita il territorio sono in fondo lo stesso tema». C.C.: «In questo caso il concetto di turismo esperienziale è centrale perché oggigiorno i pro-
dotti turistici non sono più vissuti in maniera tradizionale e statica, bensì in maniera attiva per sentirsi appieno coinvolti nell’esperienza. Un esempio di attività potrebbe essere la produzione di formaggi tipici nella quale si instaura una collaborazione tra ente turistico, la rete dei trasporti pubblici e il caseificio in questione. Altri esempi potrebbero essere la raccolta delle olive direttamente dall’albero e dunque la spremitura; ugualmente curiosa potrebbe essere la raccolta della lavanda direttamente dal campo, come pure l’esperienza di dormire in una casa sull’albero. In questo modo i turisti vivono un’esperienza autentica scoprendo i valori del luogo e adottando così la filosofia dello Slow Travel». M.B.: «Occorre una pianificazione strategica comune di tutto quello di cui è composto il turismo sostenibile ed innovativo: risorse, territorio, infrastrutture, servizi, accessibilità, marketing, formazione, etc. Iniziative come il marchio “Swisstainable” lanciato recentemente da Svizzera Turismo, è sicuramente un esempio di come si possono unire le forze. E per mantenere l’offerta turistica variegata, competitiva e rispettosa dell’ambiente la collaborazione deve continuare a rafforzarsi». A suo giudizio, in che misura la pandemia ha modificato le richieste e i comportamenti dei potenziali turisti, orientandoli verso tipologie di vacanze maggiormente a contatto con la natura e nel rispetto dell’ambiente? A.T.: «Ritengo che l’emergenza coronavirus abbia contribuito ad accelerare dei cambiamenti che erano già in atto. Penso in particolare all’attenzione per la sostenibilità in tutti gli ambiti e per il “Km 0” TICINO WELCOME / SET - NOV 2021
89
TURISMO / TURISMO E SOSTENIBILITÀ
nell’offerta enogastronomica. Vi sarà sempre maggior attenzione verso il turismo cosiddetto “esperienziale”. I visitatori già oggi chiedono di poter vivere esperienze con un forte coinvolgimento emotivo, sociale, intellettuale con le persone, la storia e le tradizioni del luogo. Questo favorirà i flussi turistici interni, la riscoperta dei valori e delle ricchezze che i nostri stessi Paesi hanno da offrire. Molti opinano inoltre che stiamo assistendo all’inizio della fine del turismo di massa, di quello mordi e fuggi, insomma che l’era post-Coronavirus sarà marcata da un turismo più lento e responsabile. Di questo non sono così sicuro. Tuttavia, da parte nostra, come destinazione continueremo a puntare ancora di più su un turismo di qualità, consapevole, responsabile e sostenibile». A.S.: «Sulla base dei dati del Monitor Svizzero del Turismo (TMS) del 2017, già prima della pandemia COVID-19 il visitatore della destinazione poneva al centro della sua vacanza il contatto con la natura. Questa tendenza si è accentuata maggiormente l’anno scorso e come indicato dai dati relativi al sentiment e al comportamento dei potenziali visitatori della regione del Luganese di The Data Appeal Company, la posizione della destinazione e la vicinanza al territorio rappresentano un valore aggiunto per chi vuole trascorrere una vacanza a Km 0. Da ultimo, un aspetto importante della sostenibilità è legato alla cura della rete dei sentieri escursionistici, che rientra nell’ambito dei compiti attribuiti dalla Legge sul Turismo (LTur) alle Organizzazioni turistiche regionali e come previsto dalla legge sui percorsi pedonali ed i sentieri escursionistici del 9 febbraio 1994 (LCPS). Per questo ruolo il nostro Ente si avvale della collaborazione di personale specializzato residente nel Cantone, al fine di
90
TICINO WELCOME / SET - NOV 2021
presentare al meglio i percorsi fruibili sia a chi vive nella regione del Luganese, che a chi la visita». N.F.: «I trend sono chiari, ma quanto è accaduto era del tutto inatteso e nuovi possibili sviluppi sono possibili, per questo sarà importante monitorare la situazione, ma ancor di più sarà importante consolidare le posizioni che abbiamo potuto guadagnare nei confronti dell’attuale clientela per fidelizzarla. La pandemia ha costretto la popolazione svizzera a diventare turista in casa propria, a rallentare e a cercare luoghi meno frequentati, da scoprire. Il bisogno di evadere, di conoscere e di svagarsi ha indotto la popolazione locale a considerare “casa propria” come un luogo da guardare e da vivere come un turista. Gli svizzeri si sono accorti che camminare, passeggiare, andare in bici può essere piacevole anche in Ticino, anche in Svizzera, senza quindi prendere un aereo per andare lontano. Si sono ritrovati in un paese bello, piacevole e il Ticino ha potuto godere di questo momento e di questa percezione di bellezza e di svago. Credo si sia trattato di un’esperienza bellissima che hanno apprezzato davvero in molti e che ha permesso di fare emergere appieno la voglia di natura e di prodotti locali. Il nostro Cantone è stato apprezzato e sicuramente una parte della clientela che ci ha recentemente “scoperti” resterà fedele alla destinazione Ticino, se saremo in «grado di ascoltare le esigenze della “nuova normalità” post Covid». C.C.: «Sicuramente il turismo di prossimità e il turismo lento sono due modalità di viaggio che hanno acquisito grande importanza a seguito della pandemia di Covid-19, modificando i comportamenti dei potenziali turisti e orientandoli verso
una tipologia di vacanza più vicina alla natura e all’ambiente. Lo spostamento verso borghi anziché verso grandi città, per evitare le folle e rallentare il ritmo frenetico a cui siamo abituati a vivere nel quotidiano, è sempre più frequente. Questa tendenza è stata favorita anche dal proliferare di opportunità alternative di sistemazione, vedi ad esempio Couchsurfing e Airbnb che danno la possibilità di vivere in piccoli villaggi a contatto con la comunità locale. In sostanza, la pandemia ha reso i nostri modelli di viaggio più sostenibili. I viaggiatori sono diventati più consapevoli dell’impatto ambientale dei trasporti e quindi hanno iniziato a comportarsi in maniera più responsabile, visitando luoghi poco affollati, adottando mezzi di trasporto a basse emissioni e soggiornando in infrastrutture verdi». M.B.: «Dopo l’isolamento sociale al quale non eravamo abituati, si è sentita la necessità di evadere dalle quattro mura di casa e dalle città. La natura, il desiderio di stare all’aria aperta, di fare attività fisica hanno avuto un forte richiamo e combinato alle restrizioni di viaggio, c’è stata una riscoperta delle destinazioni vicine, del proprio territorio. Il Monte Generoso ha attirato molti turisti e nel caso dei ticinesi, diversi hanno colto l’occasione per salire in vetta e scoprire il Fiore di pietra, inaugurato nel 2017, ma non ancora visitato di persona! Sicuramente la voglia di viaggiare lontano tornerà, ma con la consapevolezza che il nostro paese è ricco di bellezze naturali, di cultura e tradizioni. Le due tipologie di viaggio torneranno a coesistere ma il turismo di prossimità ha guadagnato punti. E chi ha lavorato bene in questo periodo è riuscito a fidelizzare nuovi clienti pronti a tornare, esattamente come sta accadendo per il nostro Camping Monte Generoso».
PARLI This Home is Yours
LUXURY REAL ESTATE & ARCHITECTURE LUXURY REAL ESTATE & ARCHITE ST.MORITZ ST.MORITZ
WWW.PARLI.SWISS FOLLOW US @PARLISWISS
INFO@PARLI.SWISS | +41 (0) 81 830 04 40 PARLI AG | VIA MEZDÌ 3 | CH - 7500 ST.MORITZ
TURISMO / DIPARTIMENTO DEL TERRITORIO
TRASPORTO PUBBLICO IN TICINO: ORA LA NUOVA OFFERTA C’È!
SONO DISPONIBILI DA SUBITO, AL SITO WWW.TRASPORTOPUBBLICO.CH, VENTIMILA CARTE GIORNALIERE GRATUITE DI PROVA
92
TICINO WELCOME / SET - NOV 2021
“S
postarsi in Ticino non è mai stato così facile!” È esattamente questo uno degli slogan che caratterizzano la campagna straordinaria di promozione del trasporto pubblico avviata dal Dipartimento del territorio lo scorso mese di luglio. Obiettivo: far conoscere ai non utenti e agli utenti saltuari del trasporto pubblico i dettagli della nuova offerta e mettere a loro disposizione ventimila carte giornaliere per testarne gratuitamente i numerosi vantaggi. Questa campagna è parte del messaggio del Dipartimento del territorio concernente l’offerta di trasporto pubblico 2021 (treni e autobus) in funzio-
ne dell’apertura della galleria di base del Monte Ceneri, licenziato dal Consiglio di Stato nell’autunno del 2019 e approvato dal Gran Consiglio nel mese di maggio del 2020. Lo stesso prevede un credito complessivo di 461,4 milioni di franchi. Un potenziamento, questo, per la cui realizzazione sono state assunte dalle imprese di trasporto diverse centinaia di nuovi collaboratori, tra autisti, macchinisti di treni e personale amministrativo. Il trasporto pubblico in Ticino e nel Moesano Il trasporto pubblico in Canton Ticino e nel Moesano è organizzato su tre livelli: la spina dorsale ferroviaria ga-
TURISMO / DIPARTIMENTO DEL TERRITORIO
rantisce i collegamenti portanti tra le principali regioni del Cantone, nazionali e internazionali. I servizi regionali garantiscono lo spostamento del flusso di passeggeri dai nuclei urbani e regionali verso la periferia e viceversa. Infine, i servizi urbani, con frequenze più elevate, svolgono un ruolo chiave all’interno dei quattro agglomerati urbani del Cantone. In Ticino e nella regione del Moesano è in vigore il sistema zona-tempo. Nelle zone acquistate è possibile muoversi su più mezzi di trasporto con un unico biglietto per un tempo limitato o liberamente con un abbonamento. Un nuovo modo di spostarsi e vivere il Cantone Grazie all’apertura della galleria di base del Monte Ceneri e alla successiva riorganizzazione dell’offerta di trasporto pubblico, oggi è possibile muoversi all’interno dell’intero territorio in modo più veloce e flessibile. Per esempio: abitare a Locarno e lavorare a Lugano, uscire a cena con i mezzi pubblici, come pure spostarsi tra i centri principali senza dover pianificare il proprio viaggio. In ogni caso, per godere dei benefici della nuova offerta, non è più necessario vivere in centro città o lungo la linea ferroviaria. La riorganizzazione interessa tutto il sistema di trasporto pubblico. A partire dai bus, praticamente raddoppiati in diverse zone. Non un semplice miglioramento dell’offerta, dunque, bensì una vera e propria rivoluzione senza precedenti: un nuovo modo di spostarsi e vivere il Cantone. Le cifre chiave del potenziamento Tra le cifre chiave del potenziamento figurano: un importante aumento dei treni al chilometro (+65%), 78 linee bus rafforzate e, in alcune regioni, addirittura raddoppiate, nonché il dimezzamento dei tempi di percorrenza tra Sopra e Sottoceneri: oggi, infatti, è possibile raggiungere Locarno da Lugano (e viceversa) in 30 minuti, oppure Lugano
da Bellinzona in soli 15 minuti. All’incirca, quindi, il tempo necessario nei grandi agglomerati svizzeri per spostarsi da un quartiere periferico al centro. Quanto al trasporto su gomma, con 1’700 fermate in tutto il Cantone, coincidenze migliorate e orari estesi è ora possibile spostarsi con grande flessibilità su tutto il territorio. Non da ultimo, si evitano sia lo stress del traffico, sia i costi del posteggio. Un bus o un treno ogni 15 minuti La frequenza dei mezzi nei centri principali è ora degna di una grande città: un bus o un treno ogni 10-15 minuti e ancora più corse nelle ore di punta. Il potenziamento non riguarda però unicamente i collegamenti cittadini; anche le regioni periferiche beneficiano di un incremento dell’offerta. Inoltre, grazie al nuovo orario, è possibile raggiungere il proprio centro di riferimento entro le 6 di mattina, partendo da qualsiasi stazione ferroviaria; mentre l’ultimo rientro dal centro più vicino rimane possibile dopo la mezzanotte.
La carta giornaliera gratuita di prova La strada più facile per comprendere la portata del cambiamento è sperimentarlo. Ecco che, in questo senso, il Dipartimento del territorio, in collaborazione con Arcobaleno e le imprese di trasporto pubblico mette a disposizione dei cittadini ventimila carte giornaliere gratuite valide per tutte le zone della Comunità Tariffale Arcobaleno. Grazie alla carta giornaliera - è sufficiente registrarsi al sito www.trasportopubblico.ch - si può provare per un giorno a propria scelta il trasporto pubblico su tutto il territorio cantonale e nel Moesano. Ma c’è di più: i dipendenti delle aziende possono richiedere una seconda carta giornaliera gratuita, a patto di essere impiegati presso una ditta attiva sul territorio cantonale. La promozione è valida fino al 31.12.2021 o fino all’esaurimento delle prove gratuite messe a disposizione.
www.trasportopubblico.ch TICINO WELCOME / SET - NOV 2021
93
TURISMO / TICINO TURISMO
LE “SWING THE WORLD” SI STANNO DIFFONDENDO IN TUTTO IL TICINO, DAI CENTRI CITTADINI FINO AGLI ANGOLI PIÙ PITTORESCHI DELLE VALLI.
IL TICINO IN ALTALENA
D
opo il successo riscontrato nel 2020, i giovani ideatori Elisa Cappelletti e Fabio Balassi hanno continuato a studiare e sviluppare l’idea che ha riscosso grande risonanza sui media svizzeri e esteri. Lo scorso anno il progetto ha ottenuto una nomination al Milestone, il più importante riconoscimento del turismo svizzero. Con l’obiettivo di
94
TICINO WELCOME / SET - NOV 2021
dare vita a nuove altalene su tutto il territorio, è stata siglata una collaborazione con Ticino Turismo. Dopo le ultime installazioni al Parco san Grato e a Morcote – che si sono aggiunte alle altre nove già realizzate nel 2020, è stata inaugurata una nuova “swing” ai monti Aula nelle Centovalli. Nelle prossime settimane sono previste nuove “apparizioni”: sul Monte Generoso, a Pila-Costa
TURISMO / TICINO TURISMO
(Intragna) e in Leventina. E altre seguiranno nel corso dell’anno. «Il successo ha superato le nostre aspettative – commentano Fabio Balassi e Elisa Cappelletti -. Ogni giorno veniamo sommersi dalle menzioni e dalle condivisioni sui social media. Il nostro obiettivo era proprio questo: far conoscere la nostra regione in un modo nuovo, che permettesse di entrare in simbiosi con il paesaggio e suscitare emozioni. Siamo stati contattati da tantissime persone, privati e aziende, interessati ad installare le altalene sul proprio territorio. Questo significa che il progetto ha il potenziale per crescere e diffondersi in modo capillare sul territorio». Posizionate sul lago, in cima a una montagna, vicino a una cascata o in una piazza, le “Swing the World” sono diventate una vera e propria calamita per i visitatori. Il direttore di Ticino Turismo Angelo Trotta esprime
la propria soddisfazione: «È stato interessante constatare come tante persone, che non si sono mai recate in un certo luogo, lo hanno fatto proprio per farsi immortalare sull’altalena. In questo modo anche angoli più periferici del nostro Cantone sono diventati dei veri e propri «luoghi instagrammabili”. È una proposta che mette d’accordo tutti, adulti e bambini». Il progetto ha già suscitato anche molto interesse Oltralpe. È prevista infatti l’installazione di alcune altalene fuori dai confini cantonali. «Anche questo è un aspetto interessante dell’iniziativa – prosegue Angelo Trotta -. Le altalene saranno brandizzate “made in Ticino” e, in questo modo, diventeranno delle vere e proprie ambasciatrici della “ticinesità” che tanto piace ai turisti». L’elenco di tutte le postazioni si può trovare su www.swinghtheworld.ch o su ticino.ch/swingsticino.
Prova gratis il trasporto pubblico
Cambia Più veloce. Più frequente. Più esteso. È iniziata una nuova era per il trasporto pubblico. Muoversi in Ticino non è mai stato così facile. Cambia il trasporto pubblico. Cambia il Ticino. Richiedi la tua prova gratuita su trasportopubblico.ch
Cambia il Ticino
trasportopubblico.ch trasportopubblico.ch
TURISMO / LUGANO REGION
IL LUGANESE, UNA DESTINAZIONE DALLE MILLE OPPORTUNITÀ
RIPRENDENDO UNA FAMOSA CITAZIONE DI AUDREY HEPBURN: “CI SONO VIAGGI CHE SI FANNO CON UN UNICO BAGAGLIO: IL CUORE.” QUESTA BEN ILLUSTRA L’IMPORTANZA DEL VIAGGIO E LE EMOZIONI CHE ESSO PUÒ SUSCITARE PER IL VISITATORE, CHE GIUNGE DA VICINO O DA LONTANO NELLA REGIONE DEL LUGANESE.
96
TICINO WELCOME / SET - NOV 2021
L
a vastità del territorio, la bellezza della natura e il feeling mediterraneo che caratterizza il Luganese, uniti all’ampia offerta culturale e all’eccellente enogastronomia contribuiscono ad attrarre gli ospiti, soprattutto confederati che anche quest’anno hanno scelto Lugano per la loro vacanza estiva. Sia per i visitatori svizzeri che per quelli delle nazioni limitrofe, la vicinanza delle città e dei villaggi alla natura, tra lago e montagne parchi e sentieri panoramici, ren-
dono il Luganese la meta ideale e facilmente raggiungibile, per una vacanza sicura e consapevole. Proprio per far fronte alla crescente domanda del mercato, Lugano Region sta puntando sulla messa in rete delle esperienze a basso impatto ambientale, a sostegno della comunità e dell’economia locale. Diversi sono i partner locali che hanno sviluppato delle proposte green nella regione. Le offerte spaziano dall’esperienze a contatto con la natura, quali i “green trails” sulle vette panoramiche e le escursioni
TURISMO / LUGANO REGION
lungo gli spettacolari sentieri per mountain bike, piacevoli passeggiate alla scoperta delle bellezze del territorio percorrendo uno dei tanti sentieri tematici della regione o ancora possibilità di alloggiare all’aperto sotto le stelle, ai gustosi tour enogastronomici nelle cantine e nel centro città, dove poter scoprire prodotti a km0 e sapori nostrani, o ancora interessanti visite culturali per immergersi nella realtà locale più autentica. Inoltre, si è voluto cogliere questo momento storico come un’opportunità per far scoprire questa destinazione: se da un lato le piattaforme digitali e i
social media sono strumento necessario per anticipare l’esperienza, condividere l’attimo o rievocare un momento indimenticabile, nulla si può sostituire alla scoperta di un luogo “off the beaten path” visto attraverso gli occhi di chi lo vive quotidianamente. Anche l’ospite che ricerca il lusso vuole avere la possibilità di vivere esperienze autentiche, locali ed inaspettate, usufruendo di servizi di qualità e del calore dell’accoglienza dei locali…come tutti gli altri target di visitatori. L’ obiettivo è far sì che l’ospite si senta speciale, diventi ambasciatore del territorio e possa così
essere fidelizzato per gli anni futuri. A questo proposito sul sito www.luganoregion.com verrà sviluppata una sezione dedicata alla sostenibilità per permettere al visitatore di scoprire l’autenticità della nostra destinazione e ciò che la rende unica rispetto ad altre. Dalla nuotata allo stand up paddle sul lago, dalla gita in bicicletta all’escursione in montagna, scegliendo un alloggio sostenibile e un ristorante che propone piatti autentici preparati con prodotti locali di alta qualità, anche l’ospite può dare il suo contributo alla sostenibilità durante il suo soggiorno nel Luganese. Il tema è d’attualità e sempre più strutture investono risorse sia a livello di infrastruttura che nei servizi offerti, a favore della sostenibilità che tocca diversi settori dell’economia, compreso quello della filiera agro-alimentare. Diverse aziende hanno già ottenuto il label Swisstainable di Svizzera Turismo, creato al fine di “far diventare la Svizzera la destinazione più sostenibile al mondo”. Da parte di Lugano Region l’auspicio è che sempre più partner locali colgano l’opportunità di essere tra i primi attori di questo cambiamento, che sarà sempre più la normalità piuttosto che un’eccezione. Un’opportunità per il Luganese, legata direttamente allo sviluppo sostenibile del turismo nella destinazione, è la destagionalizzazione, che può essere incentivata con la creazione di nuovi prodotti turistici in sinergia con i nostri partner locali per un turismo durante tutto l’anno. Non solo in estate ma già guardando all’autunno e ai mesi invernali, Lugano Region punterà sulla valorizzazione del territorio, e sulla promozione del patrimonio storico-culturale e delle esperienze in città, come ad esempio le eccellenze enogastronomiche e i tour autunnali alla scoperta dei “segreti” locali. Infine, in collaborazione con alcuni Comuni ed Enti Locali, è in progetto la realizzazione di nuovi sentieri tematici al fine di ampliare l’offerta di itinerari nella natura. TICINO WELCOME / SET - NOV 2021
97
TURISMO / MONTE GENEROSO
SOGGIORNARE A CONTATTO CON LA NATURA
I DOPO ANNI DI STUDIO E PREPARAZIONE È STATA FINALMENTE AVVIATA LA REALIZZAZIONE DI UN PROGETTO, COORDINATO DALL’ORGANIZZAZIONE TURISTICA REGIONALE, DEDICATO ALLA CREAZIONE DI UN ALBERGO DIFFUSO SUL MONTE GENEROSO.
98
TICINO WELCOME / SET - NOV 2021
l progetto nasce nell’ambito del Master Plan per l’analisi dell’esperienza turistica sul Monte Generoso e dalla necessità rilevata nell’ambito della valutazione condotta dall’OTR di creare un modello di gestione e promozione sinergica delle strutture ricettive presenti sul territorio del Monte Generoso, dal Signignola al Bisbino. La formula collaborativa concretizzatasi con la recente costituzione della Società di Gestione, permette alle prime quattro strutture ricettive, gestite dai promotori del progetto, di presentarsi al pubblico utilizzando una piattaforma comune. L’obiettivo del progetto e della Società di Gestione dell’Albergo Diffuso del Monte Generoso è quello di allargare in futuro il numero delle strutture. A Scudellate le prime due strutture ricettive ristrutturate nell’ambito del progetto sono pronte ad accogliere i nuovi ospiti: l’Osteria Manciana di Oscar Piffaretti e l’Ostello di Scudellate, gestito oggi dalla Fondazione per la salvaguardia dell’alta Valle di Muggio, presieduta da Claudio Zanini, già presidente della Società di Gestione dell’Albergo Diffuso del Monte Generoso, che promuoverà una terza struttura ricettiva (Foresteria) a Scudellate nel 2022. Il quarto partner del progetto è il patriziato di Castel San Pietro, che partecipa con l’obiettivo di ampliare l’offerta dell’Alpe di Caviano, e mettere in rete così una struttura rinnovata che potrà essere inaugurata nel 2023. L’Osteria con Alloggio Manciana, re-
centemente rinnovata, dispone di una sala atta ad accogliere fino a 40 persone e di due terrazze con vista mozzafiato sulla valle di Muggio. Dopo importanti lavori di ristrutturazione iniziati nel 2019, il nuovo Ostello di Scudellate ha cambiato faccia, grazie anche alla realizzazione di una terrazza esterna e all’inglobamento della vecchia cooperativa. Il grande dormitorio comune ha lasciato spazio a quattro camere, di diversa capienza e tipologia, adatte ad accogliere ogni genere di visitatore.
TURISMO / MONTE GENEROSO
Infine, nella parte orientale del paesino di Scudellate è in avanzata fase di sviluppo il progetto di ristrutturazione di due case del 1890 che diventeranno una Foresteria. L’offerta ricettiva sarà composta da 6 camere doppie con servizi, un ampio salone con camino e una cucina di servizio. All’esterno un’ampia terrazza e un giardino naturale che affacciano sulla valle permetteranno di godere del paesaggio e della natura della valle. Dopo l’ospizio del Passo del Gran San Bernardo, l’Alpe Caviano è il rifugio alpino situato più a sud della Svizzera. Da qui la vista spazia tra Milano (ben visibili il Duomo i palazzi più elevati della metropoli), passando per la Pianura Padana, il Monviso al confine con la Francia e l’intero gruppo del Monte Rosa. Dopo l’inaugurazione nel 2013 del rifugio (ex-stalla e fienile), per il patriziato di Castel Stan Pietro è emerse l’esigenza
di proseguire con la ristrutturazione della struttura e di integrarsi nel concetto di Albergo Diffuso. È nata così l’idea di lavorare sul corpo principale da adibire a scopi turistici mirati, sfruttando la posizione strategica per gli amanti della natura, delle escursioni e della tranquillità.
Osteria Manciana con alloggio B&B Foresteria Scudellate, 923 m.s.m
Scudellate, 923 m.s.m
Alpe Caviano 940 m.s.m
Ostello di Scudellate Scudellate, 923 m.s.m
Monte Generoso Monte Sighignola
Sasso Gordona
M
Mendrisio
La tua meta ideale per un Digital Detox Sai stare un giorno senza smartphone? Provaci e prenota con famigliari, amici o colleghi il tuo Digital Detox!
www.montegeneroso.ch/digitaldetox
TURISMO / FERROVIA MONTE GENEROSO
LIBERI E NON CONNESSI
I L’ESPERIENZA DIGITAL DETOX! FA PARTE DELLE NOVITÀ DELLA STAGIONE ‘GREEN’ PROPOSTE DALLA FERROVIA MONTE GENEROSO CHE, IMPEGNATA IN VARI PROGETTI SOSTENIBILI LEGATI AL TERRITORIO, INCORAGGIA I SUOI OSPITI ANCHE A PIANIFICARE UN DIGITAL DETOX DAY IN MEZZO ALLA NATURA DEL MONTE GENEROSO.
100
TICINO WELCOME / SET - NOV 2021
l lungo lockdown e il distanziamento sociale, senza la tecnologia sarebbero stati sicuramente molto difficili. Smartphone e tablet ci hanno salvato dall’isolamento sociale, professionale e scolastico, diventando i nostri compagni più fidati e presenti. Ma ora è arrivato il momento di riprendere in mano le redini della propria vita reale e di trovare il giusto equilibrio con quella virtuale. «La nuova società digitale non può prescindere da un percorso parallelo fondato sulla consapevolezza e la responsabilità nell’uso delle tecnologie digitali» spiega Alessandro Trivilini, Responsabile del Servizio Informatica Forense del Dipartimento Tecnologie Innovative della SUPSI e sensibile al tema delle dipendenze digitali. Ed è in questo contesto che la Ferrovia Monte Generoso lancia una nuova iniziativa che permette a tutti coloro che lo vorranno, di immergersi nella natura del Monte Generoso senza dispositivi elettronici. Alla biglietteria della stazione di Capolago sono stati infatti installati 14 Safe Box per depositare il proprio smartphone o tablet e dare inizio all’esperienza Digital Detox, per molti la prima in assoluto! Il Digital Detox Day al Monte Generoso inizia con la prenotazione online del proprio box, ma è proprio l’unica attività digitale richiesta. Perché una volta arrivati alla stazione di Capolago nel giorno prescelto per la propria pausa digitale, si sale a bordo del primo trenino della giornata (ore 09:25)
senza smartphone o tablet, ma accompagnati da un Kit Digital Detox composto da un blocchetto memo, una penna, una cartolina, un cordoncino a cui legare la chiave del box e un vademecum che fornisce brevi ma sensate indicazioni su cosa fare sul treno o in vetta, come rilassarsi, scrivere, leggere o semplicemente guardare fuori dal finestrino, esplorare, camminare, fotografare (con una macchina fotografica), meditare, gustare, conversare, etc. «L’iniziativa vuole dare la possibilità fisica di staccare, anche se solo per un giorno, dal proprio mondo digitale», sottolinea Monica Besomi, Head Sales & Marketing della Ferrovia Monte Generoso, «perché solo quando finalmente non si è più iperconnessi, ci si rende conto di quanto tempo sprechiamo sui nostri inseparabili smartphone e di quanto diventi importante tutto quello che ci circonda e le persone che ci stanno accanto! Persino i sensi diventano più ricettivi, i profumi, i colori, il silenzio sono essenziali, ed è giunto il momento di riscoprirli». Un’esperienza che tutti possono provare: famiglie che desiderano godersi dei momenti con figli o genitori social addicted, manager bisognosi di staccare la spina, amici che si sfidano a chi resiste di più senza smartphone, ma anche aziende che vogliono assicurarsi la piena concentrazione dei propri collaboratori durante un ritiro strategico. O ancora chi, più semplicemente, vuole recuperare il tempo per sé, senza distrazioni. www.montegeneroso.ch/digitaldetox
APPARECCHI CON REGOLAZIONE A DISTANZA REMOTE CARE
*All’acquisto di due apparecchi acustici, se riconosciuti dalla legislazione federale AVS.
PRENOTA IL TUO APPUNTAMENTO Inquadra il QR code con la fotocamera per selezionare uno dei nostri Centri.
TURISMO / FUNICOLARE SAN SALVATORE
UN’ESTATE IN VETTA
UN’ESTATE DENSA DI APPUNTAMENTI PER ANIMARE LA VETTA DEL SAN SALVATORE CHE È TORNATA AD ESSERE UNA DELLE METE TURISTICHE PREFERITE DEL TICINO.
D
opo un 2020 segnato dalla pandemia, che tuttavia ha registrato, nei periodi in cui la funicolare ha potuto funzionare regolarmente, una rilevante affluenza di visitatori, il 19 aprile di quest’anno è ripresa appieno l’attività che nei mesi estivi ha visto una marcata
102
TICINO WELCOME / SET - NOV 2021
presenza di turisti ticinesi, ma anche provenienti da altre regioni della Svizzera e, seppur in misura minore rispetto agli anni passati, anche dall’estero. Grazie alla possibilità di nuovamente proporre l’apprezzata offerta gastronomica del Ristorante Vetta, che dispone di uno spazio accogliente, con un servizio al tavolo curato e un‘atmosfera cordiale, gli ospiti hanno potuto godere appieno dell’offerta di destinazione. L’ottimo risultato conseguito è pure l’esito di una precisa volontà di offrire un’estate ricca di appuntamenti, in grado di soddisfare le esigenze di ogni tipologia di visitatori che nel ricco calendario hanno avuto la possibilità di trovare l’evento più vicino ai propri interessi. Alle iniziative già tenutesi nei mesi di giugno e luglio, un appuntamento da non perdere sarà poi la manifestazione prevista il prossimo sabato 11 settem-
bre “Una festa per tutti – giornata porte aperte”. Nel 2020 la Società avrebbe voluto degnamente celebrare la ricorrenza dei 130 anni di esercizio, ma la pandemia ha giocoforza obbligato a rimandare i festeggiamenti. Ora le condizioni quadro più favorevoli permettono di riproporre l’evento dalle 9 del mattino sino alle 17 sotto l’egida del 130+1 anni, quando si terrà l’evento con un ricco programma atto a sottolineare l’anniversario. Per l’occasione si potrà salire in vetta al prezzo d’epoca di soli 5 franchi (il ricavato da trasporto sarà devoluto in beneficienza). Per gli sportivi di ogni età l’occasione per ritrovarsi è prevista invece per domenica 26 settembre, quando avrà luogo il San Salvatore Trail. Alla gara competitiva farà seguito il programma “walking per tutta la famiglia” lungo un percorso che consente di ammirare lo spettacolare panorama che si gode dai sentieri del Monte San Salvatore. Posticipata causa COVID, l’Assemblea Generale ordinaria degli azionisti per l’esercizio 2020 si svolgerà mercoledì 6 ottobre. Quest’anno la chiusura stagionale è anticipata a domenica 17 ottobre per una pausa tecnica necessaria per la realizzazione di importanti lavori sulla linea della funicolare. Questi interventi permetteranno all’impianto di risalita di essere nuovamente in funzione da sabato 4 dicembre per l’esclusiva apertura invernale. Infine, a testimonianza della sensibilità dell’azienda nel sostenere la formazione di giovani operatori turistici, da ricordare la consegna del Premio Funicolare San Salvatore 2021 allo studente Stefano Iachetta di Lugano che ha ottenuto il titolo di Operatore Turistico diplomato e la miglior nota della sezione turismo della Scuola Specializzata Superiore Alberghiera e Turismo di Bellinzona.
RESORT COLLINA D'ORO Hotel, Apartments & SPA
A pochi minuti dal centro di Lugano, circondato da una suggestiva cornice con un panorama d'incanto che spazia dalle Alpi al lago, il Resort Collina d'Oro comprende un Hotel esclusivo con 16 camere doppie e 30 suites, un Centro SPA & Fitness con piscina interna ed esterna, un elegante ristorante e due moderne sale meeting. Completano la struttura numerosi appartamenti con servizi alberghieri, disponibili in vendita e in affitto per brevi o lunghi periodi.
WWW.RESORTCOLLINADORO.COM VIA RONCONE 22, 6927 AGRA, LUGANO
|
Tel. + 41 (0)91 641 11 11
|
INFO @RESORTCOLLINADORO.COM
TURISMO / THE CHEDI ANDERMATT
L’ELEGANZA ISPIRATA AL CONTESTO ALPINO FISSA NUOVI STANDARD DI DESIGN E OSPITALITÀ ALBERGHIERA. IL RESORT A CINQUE STELLE È STATO PROGETTATO DA JEAN-MICHEL GATHY ED È UN CONNUBIO DI STILE CHIC ALPINO ED ELEMENTI ISPIRATI AL MONDO ASIATICO, INTEGRATI IN UN RIUSCITO MIX DI TRADIZIONE E NATURA.
ACCOGLIENZA PERFETTA NEL CUORE DELLE ALPI
I
l resort a cinque stelle si trova nella Valle di Orsera nelle Alpi Svizzere, tra i 3 passi alpini dell’Oberalp, del San Gottardo e del Furka e la gola di Schöllenen, in una posizione facilmente raggiungibile da Milano, Monaco, Zurigo. Andermatt è nota da più di 100 anni come una delle stazioni climatiche e di villeggiatura più amate sia in estate sia in inverno. L’architettura degli edifici che compongono il The Chedi prende ispirazione dagli chalet e dai Grand Hotel d’Antan che contribuirono a coniare l’iconografia classica del buon vivere svizzero. The Chedi Andermatt si in-
104
TICINO WELCOME / SET - NOV 2021
serisce armoniosamente nel villaggio e il corpo dell’edificio, il tetto e l’arredamento degli interni richiamano l’architettura del luogo, facendo riscoprire materiali e colori tipicamente locali. La facciata è abbellita dal rivestimento in legno, proprio come i tipici chalet di montagna, reinterpretato in chiave contemporanea. Gli ospiti dell’hotel possono scegliere tra 123 camere e suite raffinate: 44 camere Deluxe e Grand Deluxe (con una superficie di 52-55 metri quadrati), 4 Junior Deluxe Suite da 90 metri quadrati, 50 Deluxe Suite da 110 metri quadrati, 23 Grand Deluxe Suite da 190 metri quadrati, una
TURISMO / THE CHEDI ANDERMATT
Gemsstock Suite con una superficie di 134 metri quadrati, la signature Furka Suite di 330 metri quadrati (con Spa privata) e la Gotthard Suite di 350 metri quadrati con bellissimo terrazzo affacciato sulla Valle di Orsena. Pavimenti di legno alpino scuro, morbidi divani e poltrone in pelle, finestre panoramiche e caminetti aperti catturano il paesaggio montano di Andermatt facendone un complemento d’arredo. Le sale da bagno sono dotate di una grande vasca, pavimenti in massello naturale riscaldati a pannelli e docce a pioggia separate. Un altro accattivante elemento del resort è la piscina coperta da 35 metri. L’area è completata da assi di legno chiari, tappeti e divani. E, mentre il fuoco scoppietta negli otto camini, gli ospiti si rilassano nella Tibetan Relaxation Lounge, la cui atmosfera è resa ancora più calda dall’impiego del legno alpino. Dal punto di vista gastronomico, l’hotel The Chedi Andermatt offre ai suoi ospiti la possibilità di scegliere tra 3 ristoranti diversi e 2 bar: The Restaurant, che propone cucina europea e svizzera e piatti di ispirazione
asiatica; The Japanese Restaurant, ristorante giapponese insignito di 1 stella Michelin a ottobre 2017; The Wine and Cigar Library con look alpino; The Bar and Living Room ideale per uno spuntino dopo lo sci; The Lobby, la sala esterna The Courtyard, The Pool e The Chalet (aperto solo nei mesi invernali). Ulteriori tocchi di raffinatezza del team di The Chedi Andermatt sono la The Wine and Cheese Cellar alta cinque metri e con un’ampia offerta di formaggi regionali e locali (più di 40 varietà), l’umidificatore di sigari, le quattro cucine atelier del ristorante The Restaurant e il bar sushi/sashimi del ristorante giapponese, The Japanese Restaurant. Da maggio 2018 Armin Egli supervisiona tutta l’offerta F&B di The Chedi Andermatt, ad eccezione del ristorante 1 stella Michelin e 16 punti GaultMillau The Japanese Restaurant, dove l’Executive Chef è Dietmar Sawyere. Il ristorante principale si chiama infatti The Restaurant (14 punti GaultMillau): qui le quattro cucine a vista celebrano rispettivamente la cucina occidentale, asiatica, gli antipasti e i dolci. Gli
chef di cucina e i loro team lavorano sotto gli occhi degli ospiti, offrendo un’esperienza che non si esaurisce con la sola degustazione. L’area The Spa and Health Club di The Chedi Andermatt si estende su 2.400 metri quadri e offre agli ospiti il luogo adatto per armonizzare corpo e spirito con la natura e l’ambiente circostanti. Un team di esperti terapeuti e personal trainer di grande capacità consigliano i trattamenti più adeguati e i programmi di allenamento più idonei. The Spa accoglie gli ospiti in cerca di relax: wet area con saune finlandesi e bio, bagno turco salino e aromatico, vasca idromassaggio e piscine con i percorsi di acqua calda e fredda rendono l’hotel una delle wellness destination migliori della Svizzera. A disposizione, un menu di trattamenti provenienti dall’Estremo Oriente eseguiti nelle 10 Suite Deluxe-Spa da terapisti di notevole esperienza, seguendo i principi curativi tradizionali asiatici. L’utilizzo di selezionati prodotti a base di piante e frutti (molti dei quali si ritrovano anche sulle montagne di Andermatt) arricchisce il valore dell’esperienza fruibile in The Spa. The Health Club è il centro fitness dotato di macchinari Technogym di ultima generazione. La Linea VisioWeb offre infatti pesi, un Kinesis Wall, macchine Power Plates e per il Pilates. In estate la località è un paradiso per gli escursionisti, gli amanti della bicicletta, della natura e o anche per chi predilige all’attività fisica il semplice relax. A partire dall’estate 2014 è ufficialmente aperto l’esclusivo campo da golf da campionato 18 buche par-72 disegnato dall’architetto Kurt Rossknecht, che dista solo pochi minuti dall’hotel. Andermatt è famosa nelle Alpi svizzere come regione a innevamento sicuro e offre fantastiche condizioni climatiche per gli sport invernali. La valle è perfettamente adatta a sport quali lo sci discesa e fondo, il curling e il pattinaggio sul ghiaccio. TICINO WELCOME / SET - NOV 2021
105
TURISMO / PARK HOTEL VITZNAU
IL PARK HOTEL VITZNAU, SITUATO IN UNA POSIZIONE STRAORDINARIA E AFFACCIATO SULLE RIVE DEL LAGO DEI QUATTRO CANTONI, OFFRE UN SOGGIORNO NEL RISPETTO DELLA PRIVACY, DELL’ESCLUSIVITÀ E DELLA DISCREZIONE. DI PAOLA CHIERICATI
QUANDO L’ELEGANZA INCONTRA L’ECCELLENZA
D PARK HOTEL VITZNAU Seestrasse 18 CH-6354 Vitznau T +41 (0)41 399 60 60 www.parkhotel-vitznau.ch
106
TICINO WELCOME / SET - NOV 2021
opo l’ultima ristrutturazione nel 2020, il Park Hotel Vitznau, membro degli Swiss Deluxe Hotel, è un vero gioiello dell’hôtellerie svizzera. Le facciate secolari di questo edificio storico costruito nel primo novecento, dopo avere incorporato la vecchia pensione Pfyffer costruita nel 1867, rievocano i tempi passati, ma entrando nella hall e immergendosi nei generosi saloni di accoglienza, ci si ritrova in un hotel moderno e lussuoso, con un design molto all’avanguardia. «Le diverse aree dell’hotel, così come le 47 residenze, suites e junior suites,
sono state progettate individualmente e hanno ciascuna un proprio tema che rispecchia l’universo dell’artista, dell’ingegnere, del finanziere, dell’inventore o del matematico», spiega Cem Celik, Director of Sales e Marketing. La Residenza Schumpeter in cui ho soggiornato, ad esempio, si ispira a Joseph A. Schumpeter (1883-1950), che percepiva l’economia come un movimento ondulatorio fatto di crisi e riprese, facendo riferimento al 1601 quando un terremoto provocò un potente tsunami nel Lago dei Quattro Cantoni che devastò completamente la zona lacustre con onde di quattro me-
TURISMO / PARK HOTEL VITZNAU
tri. Nonostante questo disastro, la regione divenne, nei secoli successivi, una popolare meta turistica con buone condizioni economiche. Di ben 91 m², la residenza 303 è composta da ampi spazi giorno e notte che sono separati, bagno in granito con luce naturale, vasca rotonda e cabina doccia, angolo cottura e un balcone affacciato sul parco e sul lago con ampie finestre panoramiche. Con grande attenzione ai dettagli, tutte le suites sono dotate dei più moderni comfort tecnici. Non a caso molte personalità del mondo della finanza e dell’industria, nonché molti artisti e celebrità anche hollywoodiane, sono venute a soggiornare al Park Hotel. E pochi sanno che alcune scene finali del famoso film “La morte ti fa bella” con Meryl Streep e Bruce
Willis, sono state girate proprio qui, per essere poi, purtroppo, tagliate dal regista Robert Zemeckis. Sul lago dei Quattro Cantoni sono possibili gite in battello o in catamarano oppure un’esperienza in montagna sul Rigi attraverso la ferrovia a cremagliera che già nel 1871 fece di Vitznau una calamita per il turismo emergente (e che sino al 7 novembre 2021 è raggiungibile anche grazie ad un’iniziativa chiamata 3-TOP-PASS, che include le tre ferrovie di montagna a cremagliera di Montreux-Oberland-Bahn (MOB), Rigi Bahnen e Ferrovia Monte Generoso, che promuovono insieme un’offerta turistica unica), o un’escursione sul Monte Pilatus. Per chi ama invece lo shopping, Lucerna è facilmente raggiungibile anche prima di una cena nei ristoranti stellati dell’hotel, il “Focus
Atelier” o il “Prisma”, rispettivamente insigniti di 2 e di 1 Stella Michelin. Durante il giorno, per chi vuole usufruire dei servizi dell’albergo, tra le varie attività non manca la possibilità di usufruire della SPA con un’area massaggi, una sauna finlandese, una piscina a sfioro esterna riscaldata e orientata verso le montagne, una vasca idromassaggio, un tepidarium, a corollario i prodotti di lusso “La Prairie” per tutti i trattamenti per il corpo e per il viso. L’atmosfera dell’area wellness è concentrata attorno all’acquario marino di ben 12 metri, dalle linee architettoniche eleganti, con le sue trenta varietà di pesci. L’area fitness con attrezzature Technogym, affacciata sulla piscina, permette di mantenersi in forma anche con l’ausilio di un personal trainer. E con il bel tempo, lezioni di yoga, pilates e bodypump sono offerte all’aperto. Se invece si vuole soggiornare a Vitznau per lavoro, è possibile disporre di ampie sale riunioni con grandi vetrate affacciate sul parco, mentre per gli eventi, i ricevimenti o i matrimoni non manca un team capace di stupire con affascinanti proposte. Park Hotel Vitznau è attrezzato anche con residenze per un ricovero presso la clinica adiacente Cereneo, specializzata in neurologia e riabilitazione.
TICINO WELCOME / SET - NOV 2021
107
TURISMO / PARK HOTEL VITZNAU
LA QUINTESSENZA DEL PIACERE ENOGASTRONOMICO LA RISTORAZIONE DI QUESTO STORICO ALBERGO ELVETICO COSTITUISCE UN’ESPERIENZA DAVVERO UNICA ANCHE PER IL PALATO PIÙ ESIGENTE. DI GIACOMO NEWLIN
T
Patrick Mahler
108
TICINO WELCOME / SET - NOV 2021
ra i grandi alberghi della Svizzera, ma non solo, il Park Hotel a Vitznau è quello che forse mi ha positivamente impressionato di più. Per tanti motivi, ma ne cito solo tre. Il primo è che una simile magnificenza non si trova propriamente tra le grandi mete del turismo elvetico come St. Moritz o Zermatt. Il secondo motivo è la sua incantevole posizione sul Lago dei Quattro Cantoni, con una vista pittoresca da tutte le residenze e le suites, capace di intenerire e commuovere anche il cuore più duro; poi, sapere che dietro, l’hotel ha la protezione della montagna più leggendaria della Svizzera, il Rigi, tramuta la commozione in gioia. Il terzo
Philipp Heid
TURISMO / PARK HOTEL VITZNAU
PARK HOTEL VITZNAU Seestrasse 18 CH-6354 Vitznau (LU) T. +41 (0)41 399 60 60 www.parkhotel-vitznau.ch
motivo, non meno importante anche se più pragmatico, è la cucina, con le due perle, ovvero i due ristoranti di questo storico albergo di lusso e di alcuni suoi punti di ristoro come il Bar o la Terrazza esterna. I due ristoranti sono: il “Prisma” che da due anni vanta una stella Michelin e 16 punti Gault&Millau e il “Focus” con ben due stelle Michelin dal 2018 e 18 punti Gault&Millau. Va da sé che una struttura prestigiosa come il Park Hotel a Vitznau abbia un executive chef per la supervisione ed il governo della parte gastronomica con i diversi modelli di cucina; questo compito, ormai da una decina d’anni, è svolto da Christian Nickel, un cuoco non ancora quarantenne ma di grande esperienza. Al ristorante “Prisma”, dove l’ambiente e l’atmosfera suggeriscono un’elegante informalità, opera lo chef stellato Philipp Heid, che propone un percorso culinario a sorpresa, con tante piccole delizie, dagli stuzzichini iniziali, ai piatti centrali e al dessert. Per dare solo una piccola idea ecco tre dei numerosi piatti che si ispirano ad uno stile sia asiatico sia occidentale che si può definire “fusion”: Ostriche funghi e formaggio in tempura; Fegato d’anatra con “unagi e yuzu”; Cuore di lattuga mango verde e basilico thai. Queste fusioni sono ricercate e studiate così da renderle filologicamente gradevolissime. Dalla
cucina del “Prisma”, escono anche i piatti di una carta particolare volta a deliziare quei clienti che desiderano consumare un pasto o al Bar o all’esterno sulla bellissima Terrazza al lago e la responsabilità è affidata ad uno specialista sia di tagli di carne sia di pesci e del grill, lo chef Felix Kattchin, diventato il primo “sommelier della carne” nella Svizzera centrale. Più formale ma senza affettazione è il ristorante bistellato “Focus” dove svolge la sua “missione” lo chef Patrick Mahler che prima di approdare a Vitznau ha lavorato nelle cucine del ristorante “Ecco” di Ascona e St. Moritz. Patrick, 38 anni, è una persona semplice e simpatica che offre la sua grande perizia di cuoco negli abbinamenti dei diversi elementi di una pietanza, nei suoi contrasti raffinati e nelle cotture perfette dei cibi, oltre che nell’estro delle mirabili presentazioni sui piatti. Le sue composizioni sono come dei brani musicali magistralmente eseguiti da una grande orchestra, rappresentata da una perfetta simbiosi tra la cucina e la sala, con gli ospiti che sono il pubblico e che alla fine del “concerto” applaudono con convinzione e gratitudine. La cucina del “Focus” è un viaggio attraverso un menu fisso di 8 o 12 portate, che ovviamente cambiano di stagione in stagione e che lambiscono la cucina classica francese e
le influenze giapponesi. Dello spartito degustato a fine maggio desidero ricordare tre dei 12 momenti goduti in ossequioso silenzio: Signature dish: Duck liver ice-cream beetroot beef tatar; Hiramasa kingfish; Asparagus lardo di Colonnata escabèche; Veal chop: artichoke lovage cream sauce vierge. Il servizio in sala era assicurato dalla deliziosa Julia Tritschler, mentre gli abbinamenti cibo-vino sono stati condotti con grande sensibilità dal sommelier Lukas Kroesen. Per appassionati e intenditori, in questa magica residenza da favola, c’è una sorpresa: i “caveaux” dei vini, dei veri forzieri con un sistema di sicurezza legato all’impronta digitale del sommelier responsabile, con il quale ho potuto godere della vista di bottiglie straordinarie, molte delle quali praticamente introvabili. Il “caveau” degli Champagne, quello degli Château d’Ykuem, quello dei vini francesi, italiani, spagnoli e di altre nazioni. Gli occhi brillavano alla vista delle annate più prestigiose, ricercate e rare dei vari Romanée-Conti, Petrus, Mouton Rothschild, Latour, Haut-Brion, Margaux, Ornellaia, Solaia, Barolo, Pingus e la lista è infinita, anche perché in questi “caveaux” riposano ben 32.000 bottiglie per un valore di circa 25 milioni di franchi, tutte vigilate discretamente da Sven Uzat, capo dei sommelier. TICINO WELCOME / SET - NOV 2021
109
TURISMO / LE TRE VASELLE RESORT & SPA
SORTO IN EPOCA ROMANA NEL CUORE DELL’UMBRIA, IL PICCOLO BORGO DI TORGIANO, A POCHI PASSI DA PERUGIA E ASSISI, IMMERSO FRA COLLINE DI ULIVETI E VIGNETI, DEVE OGGI LA SUA NOTORIETÀ ALLE ECCELLENTI PRODUZIONI CHE L’HANNO RESO UNA DELLE INDISCUSSE CAPITALI ITALIANE DEL VINO. DI PAOLA CHIERICATI
LE TRE VASELLE RESORT & SPA Via P. Tiradossi 28-40 IT-06089 Torgiano PG +39 075 988 0447 www.3vaselle.it
110
TICINO WELCOME / SET - NOV 2021
IL PIACERE DI UN SOGGIORNO UMBRO
T
orgiano è indicato come uno dei borghi più belli d’Italia e ha origine da un castello medievale, di cui non restano che poche mura diroccate, una torre e un palazzo d’epoca. Più di recente è stato destinato ad ospitare uno dei più famosi musei enologici in Italia, fortemente voluto dai Lungarotti, importante famiglia di viticultori della zona. Il museo fu fondato nel 1974 e ha sede appunto nel seicentesco Palazzo Graziani - Baglioni. Meglio conosciuto come MUVIT, il museo del vino è sicuramente la più completa ed importante raccolta delle tecniche di viticoltura e della cultura vinicola presente nella penisola. Comprende oggetti, documentazione, opere d’arte e artigianato sul tema del vino. Le Cantine Giorgio Lungarotti sono invece oggi l’esempio di come la valorizzazione di un territorio non passi solo dalla viticoltura di qualità, ma anche dalla capacità di co-
struire intorno al vino un circuito virtuoso fondato su ospitalità d’eccezione, tutela e valorizzazione del patrimonio storico e culturale, difesa della biodiversità ed esperienze autentiche a contatto con la natura. Oggi l’azienda, guidatata dalle figlie di Giorgio Lungarotti Chiara e Teresa e coadiuvate dalla madre Maria Grazia e dai nipoti Francesco e Gemma, conta in tutto 250 ettari di vigneti, dislocati tra la Tenuta di Torgiano e quella di Montefalco dove si pratica una viticoltura attenta alla sostenibilità e alla biodiversità, oltre che alla valorizzazione dei vitigni autoctoni intervallati da varietà internazionali come Cabernet Sauvignon, Merlot, Chardonnay e Pinot Grigio. Le due cantine producono in tutto 29 etichette, per un totale di circa 2,5 milioni di bottiglie in media ogni anno: un’offerta ampia e diversificata studiata per incontrare tutti i gusti, dalle espressioni più semplici ai vini più complessi e longevi.
TURISMO / LE TRE VASELLE RESORT & SPA 01
Un altro fiore all’occhiello di Torgiano è il Museo dell’Olivo e dell’Olio (MOO), anch’esso legato alla famiglia Lungarotti. Il museo conserva documenti, incisioni, recipienti d’epoca per la conservazione ed altri oggetti storici. Inaugurato nel 2000, rappresenta una naturale evoluzione del MUVIT. Ricavato da un antico molino ad olio e dalle abitazioni medioevali circostanti all’interno delle mura castellane, si articola in undici sale: un percorso affascinante che illustra le caratteristiche botaniche dell’olivo, le cultivar più diffuse in Umbria, le tecniche tradizionali e d’avanguardia di messa a coltura e di estrazione dell’olio, la storia e l’evoluzione delle macchine olearie, ma anche gli usi e le valenze simboliche, propiziatorie e curative attribuite all’oro verde nel corso dei secoli. Torgiano è sinonimo di buon vino e di olio eccellente e anche con il famoso Rubesco ed il pregiato EVO, è possibile vivere un soggiorno immersi nella quiete e nel piacere della tavola, vivendo emozioni uniche e indimenticabili. Se si vuole quindi pernottare per un weekend o per una vera e propria vacanza nel “cuore verde dell’Italia”, Le Tre Vaselle Resort & Spa è un elegante resort 5 stelle gestito dalla Six Hotel & Resort. Il connubio con le colline che lo circondano fitte di vigneti e uliveti si rintraccia in più spazi dell’hotel dipinto da Giampaolo Tomassetti con raffinati decori trompe oeil. Le 52 camere da
classic a junior suite sono ristrutturate nel pieno rispetto delle forme e dei materiali dell’epoca e dotate dei più moderni comfort, mentre i due ristoranti, di cui uno gourmet che è stato ricavato all’interno della hall padronale in un contesto esclusivo ed elegante, propongono piatti legati alla stagionalità e alle materie prime del territorio. Il wine bar e gli spazi per eventi sono molto generosi e si prestano alla celebrazione di cerimonie, mentre nella spa BellaUve è possibile farsi coccolare con trattamenti di vinoterapia che prevedono anche un’immersione nella vasca barrique con vino Sangiovese, cui segue un massaggio scrub drenante per terminare con un bagno turco privato e un massaggio con olio di semi di vinaccioli dal potere antiossidante e anti-age. All’interno della SPA, si trova anche una piscina riscaldata con idromassaggio e nuoto controcorrente,
un bagno turco cromo terapico, una doccia emozionale e una zona relax. La piscina esterna è immersa in un parco di ulivo e il contesto permette soggiorni legati al benessere, all’enoturismo e alle visite culturali.
01 Maria Grazia Marchetti Lungarotti con le figlie Chiara Lungarotti e Teresa Severini
111
GASTRONOMIA / PETRONILLA
«SIATE PADRONI DELLA VOSTRA VITA» UN NOME NOTO FRA GLI APPASSIONATI DI ENOGASTRONOMIA, CONOSCIUTO COME FIRMA STORICA DE LA DOMENICA DEL CORRIERE IN TEMPO DI GUERRA. SCOPRIAMO CHI SI CELA DIETRO QUESTO PSEUDONIMO. DI MARTA LENZI-REPETTO
N
ella seconda metà degli anni ’20 del secolo scorso il giornalista Eugenio Balzan affidò a una certa Amalia Moretti Foggia della Rovere, una delle prime donne a laurearsi in medicina in Italia, una rubrica di consigli medici che riguardavano dietetica, igiene personale, rimedi popolari e uso delle erbe, sull’allora diffusissima Domenica del Corriere. Nonostante l’eccezionalità del suo percorso accademico (in Italia all’epoca erano solo 3 le donne medico-pediatra!), fu costretta a celare la sua identità con lo pseudonimo maschile di “Dott. Amal”, con un esplicito riferimento al proprio nome di battesimo, fingendosi uomo per rendersi credibile come medico. Di lì a poco, visto il successo della prima rubrica, ne arrivò una seconda: esordì così Petronilla con le sue ricette, che saranno raccolte anche in libri di successo. Uno pseudonimo ispirato da un personaggio dei fumetti del Corriere dei Piccoli. Chi era realmente questa donna all’avanguardia? Un personaggio eclettico, studiosa, scrittrice, Amalia Moretti Foggia Della Rovere, nata a Mantova nel 1872, cresciuta tra alambicchi e libri di erboristeria, con il padre che era speziale, sin da piccola attribuì molta importanza al cibo e al mangiare in compagnia. La sua ricetta preferita era il vitello tonnato. Andata via di casa presto, prende due lauree, mantenendosi con le borse di studio, e si trasferisce a Milano
112
TICINO WELCOME / SET - NOV 2021
per esercitare la professione: una scelta per quei tempi decisamente coraggiosa, fatta soprattutto in favore dei poveri e delle famiglie operaie che porterà avanti fino alla morte avvenuta nel 1947. Donna poliedrica e di grande cultura, le sue doti di divulgatrice le permisero di estendere presto i suoi contributi ad ambiti tematici diversi, come l’economia domestica, sotto il nome di “Massaia” scrupolosa, la puericoltura, per cui si firmava “Una mamma” e ad altri supplementi del quotidiano. Oltre che con la Domenica del Corriere, collaborò con La Lettura, il Corriere dei Piccoli e il Romanzo mensile. Un modello di donna estremamente attuale che si è sempre dedicata ai più deboli, e in particolare alle donne, per trovare una cura ai loro malanni, migliorare le relazioni a tavola e fare fronte alle drammatiche ristrettezze della guerra. Una donna troppo moderna per i suoi tempi, che ha intrecciato la sua esistenza con grandi figure femminili del Novecento, da Anna Kuliscioff a Sibilla Aleramo, ad Ada Negri, ma anche con semplici operaie e mogli maltrattate che ha curato gratuitamente nel suo ambulatorio di Porta Venezia a Milano. Andava orgogliosa dei suoi libri che insegnavano, come diceva lei stessa, anima, corpo e spirito con il cibo e le buone erbe. Sosteneva che le donne hanno sempre bisogno dell’aiuto di altre donne e aveva un unico obiettivo: fare in modo che la vita fosse una esperienza positiva per il maggior numero possibi-
GASTRONOMIA / PETRONILLA
le di persone. Proprio per questo voleva che la sua storia fosse tramandata per essere di incentivo a tutte, immaginando che anche dopo 100 anni le donne avrebbero ancora avuto problemi di affermazione professionale. «Siate padrone della vostra vita», amava ripetere. Intere generazioni sono cresciute leggendo i consigli e le ricette, di cucina e di vita, di Petronilla. Pubblicò oltre 800 articoli di cucina e di economia domestica, che divennero ben presto la scuola per tante massaie che dovevano inventarsi ogni giorno il pranzo e la cena, barcamenandosi con poco per sfamare famiglie numerose utilizzando ingredienti semplici, poveri ed essenziali. Le sue ricette, mai complesse e con ingredienti facili da reperire, erano introdotte da aneddoti e ricordi che hanno fatto diventare il suo ricettario un qualcosa di diverso, ancora oggi. Amalia spiegava ai lettori i cambiamenti che il nostro organismo subisce nel corso degli anni, offrendo consigli pratici per mantenersi in forma, pillole sull’alimentazione, ma anche l’educazione fisica, ponendo l’accento sul valore dello sport e denunciando le cattive abitudini dell’epoca. «È molto Novecento farsi sempre trasportare dalla carrozza, dall’automobile, dal tranvai, dal treno. Comodo invero, e dolce, ed allettante e assai… Moderno, ma… Quanto contrario a ciò che esige la sovrana Natura!». Aveva instaurato un dialogo molto diretto e aperto con i suoi lettori. Creava
appositamente dei personaggi femminili fittizi come pretesto per i suoi articoli: è a loro che si rivolge nei suoi scritti, per aiutarli in cucina e assisterli nella realizzazione dei piatti più complessi. C’è la “cognatona grassa”, maestra di arte culinaria, Gemma, “arca di scienza friulana”, o ancora Giovanna, appassionata di carne in scatola, prodotto che considerava «uno dei più geniali ritrovati nella modernità». Sono i primi esempi di donne moderne, quelle che trascorrevano più tempo fuori dalle mura domestiche, dedicando diverse ore della giornata al lavoro. E che, una volta rincasate, passavano «dai libri mastri dell’ufficio alle pagnotte». Le ristrettezze economiche trasformarono radicalmente il modo di interpretare e approcciarsi alla cucina, fino al 1945. I suggerimenti gastronomici di Petronilla si dimostrarono quindi ancora più preziosi, quando «la cuoca che non fu mai cuoca», come lei stessa amava definirsi, illustrò la realizzazione di piatti composti da ingredienti poveri e indispensabili, ulteriormente ridotti dalla penuria alimentare di quel periodo. Destreggiandosi tra borsa nera, razionamenti e fame, Petronilla con molto buon senso iniziò a proporre pietanze sostanziose e nutrienti, in grado di fornire il giusto apporto calorico. A riprova che la Storia passa anche attraverso i ricettari, nel 1941 apparve Ricette di Petronilla per tempi eccezionali. Il libro non ha l’impostazione classica del ricettario, ma usa come pretesto le riunioni di una decina di signore di diversa origine geografica che chiacchierano, lavorano a maglia e che, sulla base delle loro esperienze, si scambiano suggerimenti su come preparare il pranzo e la cena, utilizzando e riutilizzando quel poco che c’è. Veri e propri esercizi di equilibrismo tanto che nell’indice le varie sezioni recitano fra parentesi: “Senza riso. Senza pasta”, “Un minimo di pasta”, “Con minimo o niente grassi”, “Con niente o pochissimo zucchero”. Poi le cose peggiorarono ancora e si arrivò ai Desinaretti per… questi tempi
nel novembre del 1944. Qui l’arte del destreggiarsi si affina ancora di più e si esprime al massimo negli incipit dei diversi capitoli-menù: «In uno dei giorni destinati ai salumi, ecco come potrete con le vostre razioni scarsette, allestire un pranzetto veramente ricercato, scicchetto e, per tutti quanti più che bastante»; «Siete agli sgoccioli delle vostre ‘razioni per minestra’ ma avete residui di pane e potete avere carciofi piccoli, teneri, novelli?»; «Ecco qua il modo di preparare un buon desinaretto quando, dal tesseramento, vi verranno concessi i fagioli secchi, o se, durante l’estate, ne avete seccati voi stesse». Dopo la fine della Seconda Guerra Mondiale, il ricettario finalmente cambiò, adeguandosi alla nuova atmosfera di ottimismo per la pace ritrovata, con la ricetta, ad esempio, della squisitissima ciambellona: «Grande allegria! La guerra è finita! Ora sai. Ora è certo. Egli ritorna». A conferma della popolarità di questa blogger ante litteram, negli anni ‘60 fu dato il suo nome ad una pentola-forno elettrica, corredata di un ricettario. Pentola talmente funzionale che ancor oggi si trova in vendita.
TICINO WELCOME / SET - NOV 2021
113
GASTRONOMIA / IL PATIO
UN ANGOLO DI RELAX PER OGNI MOMENTO DELLA GIORNATA APRE UN NUOVO SPAZIO POLIVALENTE DOVE SI FONDONO ACCOGLIENZA, ELEGANZA E BUON CIBO.
I
l ristorante META, fresco di Stella ricevuta dalla Guida Michelin e del premio di “Chef scoperta ticinese dell’anno” assegnato dalla Gault Millau, insieme a 15 punti, aprirà un nuovo spazio: il PATIO. Il nuovo locale, che prenderà il via a partire da settembre, sarà situato al piano -1 del Palazzo Mantegazza, e sarà capace di ricreare perfettamente un’atmosfera accogliente, con un arredamento comodo e caldo. Un ristorante dove l’eleganza si fonderà con la semplicità dei piatti che ogni giorno cambieranno offrendo sia un prodotto stagionale, sia una selezione di piatti veloci e adatti ad ogni esigenza. Il PATIO, questo nuovo “angolo di Paradiso”, proporrà una soluzione, che soddisferà ogni
desiderio gastronomico. Il ristorante sarà quindi una location dove poter passare un pranzo tranquillo con i figli, dal lunedì al sabato, o dove consumare un pasto veloce da condividere insieme ai colleghi, per un business-lunch da non dimenticare. Il ristorante META, insieme al PATIO, costituirà una proposta a 360 gradi, che vi farà sentire come foste a casa vostra.
01
01 Evelyn Mantegazza, Direttrice Ristorante META 02 Da sinistra a destra: Vincenzo Palmese, Luca Bellanca, Arturo Fragnito, Luca Primiano Ph: © Giorgia Panzera
114
TICINO WELCOME / SET - NOV 2021
GASTRONOMIA / IL PATIO 02
metamorphosis ristorante @metamorphosis_lugano Palazzo Mantegazza Riva Paradiso 2 CH-6900 Lugano-Paradiso +41 (0)91 994 68 68 marketing@metaworld.ch
metamorphosis www.metaworld.ch @Meta_Ristorante
TICINO WELCOME / SET - NOV 2021
115
GASTRONOMIA / S.PELLEGRINO SAPORI TICINO 2021
IL TICINO INCONTRA LE REGIONI ITALIANE PER L’EDIZIONE NUMERO 15 DELLA GRANDE KERMESSE IL 2 DIVENTA IL NUMERO PERFETTO: OSPITI D’ONORE DI ALCUNE DELLE LOCATION PIÙ INCANTEVOLI DEL CANTONE SARANNO GRANDI NOMI DELLA REALTÀ GASTRONOMICA ITALIANA CON 2** MICHELIN. DI MARTA LENZI-REPETTO
116
TICINO WELCOME / SET - NOV 2021
I
l nostro ricco territorio è pronto a ospitare la nuova edizione di S.Pellegrino Sapori Ticino che promette grandi sorprese tra il 10 ottobre e il 14 novembre prossimi. Diamo voce direttamente al patron Dany Stauffacher per capire meglio il tema di quest’anno: «In Svizzera il legame con l’Italia è sempre stato molto forte. Ho quindi voluto organizzare una sorta di viaggio virtuale tra il Ticino e l’Italia intera, volto all’interscambio turistico e culturale fra il nostro territorio e quello italiano per poter dare un contributo in termini di visibilità alla futura ripresa del mercato turistico attraverso l’enogastronomia. Il Ticino, da sempre, si contraddistingue come il Cantone dell’accoglienza e della collaborazione e riuscire a mettere in rete realtà così diverse potrà solo portare benefici al nostro territorio e darci la possibilità di promuoverlo ancor di più». Continua Stauffacher: «Con la scelta di questo tema desidero assolutamente fare un evento unico dedicato all’Italia e alle sue regioni che, dal mio punto di vista, racchiudono la migliore cucina al mondo, ma soprattutto mostrare come nell’enogastronomia moderna è fondamentale mettere all’interno dei piatti il proprio territorio, valorizzandolo e facendo degli chef i veri ambasciatori della cultura del luogo. E la prova che l’Italia sia un mercato interessante, lo prova il fatto che anche Svizzera Turismo ha lanciato una campagna promozionale dedicata a questa nazione». Come ogni anno il Festival inizierà con delle serate promozionali oltre Gottardo dedicate al Ticino, nelle strutture di alcuni membri del gruppo Swiss Deluxe Hotels, l’associazione che riunisce 39
fra i migliori e più esclusivi Hotel 5 stelle della Svizzera, dove affiatati gruppi di top chef ticinesi porteranno il loro estro culinario al servizio della promozione del Cantone. Si proseguirà poi in Ticino con il Grand Opening dedicato agli chef di Swiss Deluxe Hotels per poi continuare con le serate ufficiali. Ancora una volta S.Pellegrino Sapori Ticino si fa portavoce di un comparto che nell’ultimo anno ha risentito moltissimo della situazione senza mai dimenticare che la qualità è il valore aggiunto. Durante la manifestazione ci sarà la possibilità di degustare una varietà incredibile di sapori perché ogni singolo chef potrà ricreare nella sua serata parte del proprio ambiente e veicolare la sua esperienza: dalla cultura alla tradizione campana, in particolare ischitana, alle strade romantiche delle zone delle Langhe e del Roero che, assieme al Monferrato, sono entrate a far parte della lista dei beni del Patrimonio dell’Umanità, con colline e antichi borghi, vigneti e tradizioni gastronomiche che ci riportano ai nostri paesaggi ticinesi. Per non dimenticare le località sull’acqua, da Gargnano sul Lago di Garda alla mitica Venezia e Trieste fino a Cesenatico sul mar Adriatico, per poi scendere sul mar Mediterraneo siciliano di Licata. Gli chef ospiti saranno: • Michelangelo Mammoliti, Piemonte, La Madernassa, Guarene (Cuneo) • Francesco Bracali, Toscana, Ristorante Bracali, Ghirlanda (Grosseto) • Stefano Baiocco, Lombardia, Grand Hotel a Villa Feltrinelli, Gargnano (Brescia) • Donato Ascani, Veneto, Glam by Bartolini, Venezia • Matteo Metullio, Friuli Venezia
GASTRONOMIA / S.PELLEGRINO SAPORI TICINO 2021
Giulia, Harry’s Piccolo, Trieste • Anthony Genovese, Lazio, Il Pagliaccio, Roma • Alberto Faccani, Emilia Romagna, Magnolia, Cesenatico (Forlì Cesena) • Nino di Costanzo, Campania, Danì Maison, Ischia (Napoli) • Pino Cuttaia, Sicilia, La Madia, Licata (Agrigento) • Peter Girtler, Trentino Alto Adige, Gourmetstube Einhorn, Mules-Vipiteno (Bolzano) Grazie a tutti loro ci verrà svelato come i veri sapori dell’Italia sono unici, prodotto delle singole regioni, un connubio di ricette di cucina tra le più preziose ed originali. La bellezza e l’affascinante complessità dell’arte culinaria italiana risiedono nella sua ricca e antica storia, nell’estro tipico della sua cultura e nella qualità delle materie prime. Una cucina che si è evoluta con un continuo e fertile apporto di grandi chef e di grandi conoscitori. Il territorio gastronomico italiano si sviluppa in tanti luoghi disseminati da nord a sud, da est a ovest che rendono la cucina particolare nelle sue infinite differenze, ma con grande armonia. Una cucina elegante e tradizionale al tempo stesso, che vanta innumerevoli contrasti di sapore ideali per accontentare ogni gusto. Il diario di viaggio di S.Pellegrino Sapori Ticino permetterà di scoprire un’Italia del gusto che vuole raccontare un insieme di profumi e di colori, un paese che presenta più scenari, in grado di stupire, di coinvolgere, di emozionare profondamente, con ingredienti da conoscere e far conoscere agli ospiti. Anche in questa edizione molti chef hanno deciso di aderire al progetto con entusiasmo, sposando lo scopo della manifestazione e portando la loro professionalità al servizio degli ospiti del Festival, in un territorio sempre più votato ad un turismo enogastronomico completo, dove la cultura gastronomica è così ricca che si passa dalla tradizione all’innovazione, dai grotti ai ristoranti gourmet,
sempre con una grande influenza della cucina mediterranea. Teatro delle diverse performances stellari saranno le cucine di altrettante top location fra cui: Villa Principe Leopoldo (Lugano), Swiss Diamond Hotel (Vico Morcote), Grand Hotel Villa Castagnola (Lugano), Splendide Royal Hotel (Lugano), Ristorante Ciani Lugano, Blu Restaurant&Lounge (Locarno), Ristorante Meta (LuganoParadiso), Castello del Sole (Ascona), Villa Orselina (Orselina) e Hotel Eden Roc (Ascona). In questi magnifici luoghi, gli chef Cristian Moreschi, Giuseppe Buono, Frank Oerthle, Domenico Ruberto, Dario Ranza, Davide Asietti, Luca Bellanca, Mattias Roock, Riccardo Scamarcio e Marco Campanella offriranno ai colleghi italiani la tipica ospitalità ticinese, mettendo a disposizione la propria professionalità nella preparazione di cene uniche e irripetibili. Il Festival si chiuderà all’Hotel Splendide Royal di Lugano il 14 novembre con alcuni degli chef ticinesi emergenti più talentuosi. Particolari sa-
ranno anche le serate speciali fra cui una dedicata alle donne a cui il patron della manifestazione Dany Stauffacher ha sempre voluto dedicare un momento unico, questa volta ancor di più grazie all’abbinamento con una nuova location, la Tenuta Castello di Morcote della viticoltrice Gaby Gianini, e l’immancabile serata dedicata ai giovani presso il Seven Lugano The Restaurant con lo chef Claudio Bollini che ospiterà una serata fra prodotti di alto livello e inventiva in cucina con l’intento di avvicinare le nuove generazioni alla cucina gourmet. A completare questo ricco programma anche una serata dedicata alle storiche Osterie d’Italia, con l’Osteria della Villetta di Maurizio e Grazia a Palazzolo sull’Oglio per lanciare un segnale forte a tutto il mondo della ristorazione: anche quest’anno S.Pellegrino Sapori Ticino è presente con il classico entusiasmo e charme che lo contraddistingue. Lasciamoci quindi sedurre dalla forza dei sapori e dei profumi 2021, e onore al gusto italiano! TICINO WELCOME / SET - NOV 2021
117
GASTRONOMIA / TICINO LAND OF STARS 01
UN NUOVO VIAGGIO DI GUSTO TRA I RISTORANTI STELLATI TICINESI A SUPPORTO DEL TURISMO E DEL TERRITORIO. DI MARTA LENZI-REPETTO
OLTRE IL CIBO, C’È DI PIÙ
S
econdo l’ultimo Food Travel Monitor 2020 della World Food Travel Association, il più importante studio internazionale sul turismo enogastronomico, il 53% dei viaggiatori nel mondo si dichiarava turista enogastronomico. Il 71% delle persone in viaggio voleva vivere esperienze enogastronomiche che fossero memorabili. Si consolidava quindi l’interesse dei turisti verso l’enogastronomia con un incremento del 12% rispetto agli anni precedenti con i Millennials che guidavano il trend tra
118
TICINO WELCOME / SET - NOV 2021
le generazioni, mentre si affacciavano i nati della Generazione Z, viaggiatori frequenti che già mostrano un alto interesse verso il cibo. Nell’ultimo anno è però cambiato il mondo. Anche quello del turismo, con nuove tempistiche di programmazione e nuovi protagonisti. Cosa succederà? A riprendersi più velocemente saranno i consumatori con alto potere di spesa. La crisi economica non ha toccato quasi per nulla questa fascia che è un segmento limitato, ma produce dei volumi sproporzionati in termini
GASTRONOMIA / TICINO LAND OF STARS 02
di ricchezza, e può essere un veicolo di sviluppo regionale e di crescita economica, traino dell’intera filiera turistica. Il turismo di lusso fa bene a tutti, lascia cose importanti sul territorio, a chi ci vive e ci lavora. Nel nostro territorio le potenzialità per dare linfa a questo segmento sono infinite. E non solo per le bellezze del territorio, ma per le straordinarie eccellenze nel campo della ristorazione, per le strutture alberghiere e per tutti i servizi connessi. La pensa così Dany Stauffacher CEO di Sapori Ticino che da sempre crede fortemente nella valorizzazione della ricchezza territoriale e culturale della nostra regione, di cui il cibo costituisce un patrimonio fondamentale, e presenta un nuovo progetto dedicato ai ristoranti stellati: Ticino Land of Stars, una nuova occasione per supportare ed esplorare il mondo enogastronomico stellato. È consapevole che dopo il lungo isolamento, l’imperativo per tutti sarà uno
solo: tornare alla vita di prima. Un imperativo che per i big spender si tradurrà nel tornare a ciò cui da sempre sono abituati: una qualità dei servizi molto elevata, dai viaggi all’intrattenimento, dal wellness al food proprio perché possono permettersi comodità e maggiori standard di sicurezza. Il turismo di alta gamma ha sempre avuto una naturale vocazione per l’internazionalizzazione, ma la pandemia ci ha fatto capire che vanno coccolati pure i clienti locali e che una vacanza non necessita più del “paradiso lontano” per diventare esclusiva. Il concetto di lusso si è evoluto ed oggi è sinonimo di passioni, soddisfazione personale ed esperienze, tra cui viaggi ed enogastronomia, con molta attenzione alla sostenibilità. I consumatori sono sempre più consapevoli delle loro scelte e di come spendere il loro denaro. Fermo restando che uno dei lussi più importanti è il tempo, l’esclusività è diventata il potersi muovere liberamente scegliendo mete che siano sem-
pre più immerse nella natura e dove si possa trascorrere un soggiorno in sicurezza, arricchendo la vacanza con brevi esperienze, cercando sempre più motivazioni emotive. Anche la durata dei viaggi è differente: gli alto-spendenti allungano i soggiorni, e tornano in auge i long-weekend o le gite in giornata, con il cibo che diventa il modo più semplice per sperimentare la cultura del luogo. Gli scenari dei viaggi di lusso sono molteplici, con una previsione di crescita che varia dal +12% al +19%, a seconda dell’evoluzione del Covid 19, della velocità a cui si tornerà a viaggiare a livello globale e della ripresa di fiducia da parte dei consumatori locali. L’obiettivo di Ticino Land of Stars è quello di diventare uno strumento trasversale di condivisione per offrire esperienze gourmet incentivando il turismo nazionale ed internazionale. Inoltre c’è la volontà di mettere in evidenza la stretta e non scontata relazione tra lusso e sostenibilità, due concetti che sembrano slegati e lontani tra loro, ma che in verità si possono combinare in modo efficace. Lusso è anche distinzione nella cura e nella scelta dei particolari, inclusi quelli che potrebbero fare la differenza per il futuro del pianeta. Ambiente e sostenibilità sono temi molto attuali in ogni ambito del nostro quotidiano. Se li trasferiamo in cucina, diventano ancora più incisivi. Il turismo enogastronomico può rappresentare uno strumento per uno sviluppo sostenibile delle destinazioni e delle aree rurali limitrofe, avvicinando produttori, ristoratori, operatori del turismo e consumatori contribuendo ad accorciare la filiera agroalimentare e quindi generando benefici diffusi sul territorio. L’esperienza offerta deve caratterizzarsi e arricchirsi attraverso la creazione di un racconto che permetta al turista di sentirsi più coinvolto e di capire l’unicità del prodotto e la cultura del luogo, oltre che stimolarne la curiosità TICINO WELCOME / SET - NOV 2021
119
GASTRONOMIA / TICINO LAND OF STARS 03
per questo segmento di mercato, rappresentando allo stesso tempo un vero volano per il turismo in generale e un vantaggio per tutta l’enogastronomia ticinese. Perché il viaggiatore enogastronomico è una persona curiosa e di buon livello culturale, ha una maggiore propensione a spendere rispetto ad altri tipi di viaggiatori, si informa, pianifica e prepara il viaggio attraverso i canali web che conosce bene e durante il viaggio racconta la sua scoperta del cibo sui social». Questo il pensiero di Dany Stauffacher che ancora una volta ci sorprenderà.
e promuoverne le suggestioni. Sapori Ticino con il progetto Ticino Land of Stars vuole diventare narratore di questa realtà. Con tre nuovi ristoranti stellati, al Ticino è arrivata la definitiva consacrazione di un’area che dovrebbe essere in grado di calamitare, oltre ai tradizionali clienti, anche un buon flusso turistico di alta gamma legato al cibo, diventando l’angolo gourmand della Svizzera. Le stelle contano e la guida Michelin continua a interpretare un ruolo importante nel determinare le sorti più o meno favorevoli di un professionista della cucina, ma devono essere interpretate non più solo come il fine dell’attività, quanto piuttosto il mezzo, inteso come nuovo punto di partenza per sviluppare ulteriori obiettivi. Da Lugano con Cristian Moreschi di Villa Principe Leopoldo, Domenico Ruberto de I Due Sud presso l’Hotel Splendide Royal, Luca Bellanca del Ristorante Meta, Frank Oerthle del Galleria Arté al Lago del Grand Hotel
120
TICINO WELCOME / SET - NOV 2021
Villa Castagnola, passando per Bellinzona con Lorenzo Albrici alla Locanda Orico, sino ad Ascona con Marco Campanella al Ristorante Brezza dell’Hotel Eden Roc, Mattias Roock alla Locanda Barbarossa del Castello del Sole, Rolf Fliegauf del Ristorante Ecco dell’Hotel Giardino, e per finire Bernard Fournier e Giovanni Croce da Candida a Campione d’Italia, tutti devono essere orgogliosi del loro lavoro e consapevoli del loro ruolo, perché la guida Michelin si affaccia solo in destinazioni con una gastronomia rinomata, la cui offerta è convincente per qualità ed eccellenza. L’idea di Sapori Ticino è dunque quella di concentrarsi sul buon cibo e sul buon vino attraverso delle iniziative coordinate che coinvolgano la qualità. «Il lusso è una fetta di mercato importante con un indotto economico considerevole. In questo contesto le stelle possono giocare un ruolo fondamentale ed ecco quindi che il nuovo progetto vuole consolidare un’immagine del nostro territorio come meta
01 Il nostro limone Yuzu, limone yuzu - gelato allo yogurt - pistacchio. Piatto by Mattias Roock, Locanda Barbarossa, Castello del Sole, Ascona 02 Parlando di sostenibilità, Dany Stauffacher con la sua BMW i3 Full electric, partner di S.Pellegrino Sapori Ticino 03 Lamelle di astice blu e la sua chela in tartare, composta di avocado condita ai finger lime. Piatto by Lorenzo Albrici, Locanda Orico, Bellinzona
GASTRONOMIA / TICINO LAND OF STARS
Lorenzo Albricci
Bernard Fournier
Frank Oerthle
Marco Campanella
Rolf Fliegauf
Mattias Roock
Luca Bellanca
Cristian Moreschi
Domenico Ruberto
TICINO WELCOME / SET - NOV 2021
121
TICINO LAND OF STARS / RISTORANTE “ECCO”
SAPORI FRESCHI E INTENSI
LA RAFFINATEZZA DEL CIBO SI GUSTA CON I 5 SENSI + 1 PRESSO IL RISTORANTE “ECCO” DELL’HOTEL GIARDINO AD ASCONA. DI GIACOMO NEWLIN
122
TICINO WELCOME / SET - NOV 2021
A
scona è unica, piace per la sua bellezza commovente, piace però anche perché ha attirato artisti delle più varie ed estrose forme d’arte, compresa l’arte del pensiero. Artisti che soggiornarono nella zona che gli asconesi chiamavano Monte Monescia, nome che poi si è trasformato in Monte Verità. Il fascino di Ascona, da quei primi anni del ‘900 è aumentato esponenzialmente e ha attirato moltissime persone, soprattutto dal Nord delle Alpi e dalla Germania, che hanno stabilito ad Ascona la propria residenza o la propria seconda casa. Molti non l’avranno saputo o si sono dimenticati che quei personaggi degli inizi del
‘900, sul Monte Verità, basavano la propria vita sul veganismo, anticipando in un certo senso una delle tendenze alimentari odierne. Tuttavia Ascona si è evoluta ed è cresciuta gastronomicamente, tant’è vero che in questo piccolo borgo si mangia bene e le stelle Michelin sono 4. Oggi entriamo al ristorante “Ecco” dell’Hotel Giardino, dove opera da ormai 15 anni lo chef bavarese Rolf Fliegauf, 41 anni, che ha ottenuto la prima stella Michelin nel 2007 e la seconda nel 2009. Grazie alla sua solida esperienza precedente in strutture di prestigio, Rolf, con la sua semplicità e determinazione guida con successo la sua brigata di 8 giovani cuochi, in perfetta sinergia con la
TICINO LAND OF STARS / RISTORANTE “ECCO”
brigata di sala dove con eleganza opera la responsabile Jenifer, moglie dello chef. Chef che sullo stile della sua cucina ha, da quando lo conosco, idee molto chiare: «La mia è una cucina moderna, di tradizione francese, con tanti agrumi e sapori freschi e intensi. Sono aperto a prodotti di tutto il mondo, con un occhio attento anche ai prodotti autoctoni». L’esperienza da Rolf è stata completa e allora, dopo alcuni “start” che hanno iniziato a deliziare le papille gustative è arrivata una ricciola del Pacifico di altissima qualità, straordinariamente marinata e flambata e accompagnata da “ajo bianco”, una zuppa di origine andalusa che tra gli ingredienti ha ovviamente l’aglio. Non è il caso di citare tutte le portate del menù, tuttavia mi ha incantato il gambero rosso “carabinero” saltato e glassato con intorno cavolfiore e Yuzu. La differenza la fa sempre la materia prima, in questo caso di qualità senza compromessi, il resto lo fa lo chef e il risultato è semplicemente sublime e la bontà la si percepisce con tutti i cinque sensi più uno, che è la consapevolezza di un’esperienza di squisita raffinatezza. Mi è piaciuto an-
che l’intermezzo del tuorlo d’uovo biologico cotto leggermente e accompagnato da asparago bianco, piselli e prosciutto pata negra. Altra cottura delicata e magistrale è stata riservata al pesce San Pietro bretone, un piatto che da solo vale il viaggio ad Ascona. Non sono mancati due piatti di carne
davvero squisiti: la sella di cervo estivo con ciliegie sottaceto e “purple curry”, e la costoletta di vitello “holzen fleisch” con gallinacci, cipolla e miso. La pasticceria in conclusione è stata tutta una sorpresa e in questo senso vale la pena di dare piena fiducia alla chef patissière Antje Haaser, un vero talento. Per accompagnare adeguatamente questo menù mi sono affidato alle cure del sommelier Mauro Pacchioli per un abbinamento a calice su ogni pietanza risultato magistrale, da una cantina che può vantare circa 500 etichette. Un’ultima considerazione, non da poco, è che Rolf Fliegauf riesce a soddisfare le esigenze alimentari anche di chi è vegetariano. Forse non tutti sanno che Rolf Fliegauf, nella stagione invernale si trasferisce a St. Moritz, precisamente a Champfèr presso l’Hotel Giardino Mountain, portando con sé le sue due stelle Michelin. RISTORANTE “ECCO” DELL’HOTEL GIARDINO Via del Segnale 10 CH-6612 Ascona T +41 (0) 91 785 88 88 www.giardinohotels.ch/ascona
TICINO WELCOME / SET - NOV 2021
123
LUSSO / MODA AUTUNNO-INVERNO 01
COLORI, VIAGGI E SOSTENIBILITÀ 02
01 Canali 02 / 05 Cuoi di Toscana 03 Etro 04 Ermenegildo Zegna
DI VALENTINO ODORICO LA MODA GUARDA AL FUTURO, RACCONTANDO UNA FORTE VOGLIA DI RIPARTENZA, DI RINASCITA, DI NORMALITÀ.
L
a tendenza è quella di proporre idee che coniugano la vita indoor con quella outdoor. I tempi recenti hanno cambiato la percezione del lavoro, del muoversi e quindi anche del vestirsi. Ecco allora che i capi diventano decisamente più comodi, rilassati, senza costruzioni troppo accentuate. La vita dell’uomo si unisce con il suo spirito di adattamento; questa narrazione è ben presente nel percorso compiuto da Alessandro Sartori per Zegna: il (re)set, che denomina anche la collezione, appena iniziato crea un movimento fluido che fonde pubblico e privato e i relativi spazi in cui relax, vita privata e lavoro confluiscono spesso in un’unica attività e in una estetica univoca. Le forme sono fluide, confortevoli e versatili. Soluzioni che prendono spunto dai codici dell’abbigliamento da casa: i colli a 03
124
TICINO WELCOME / SET - NOV 2021
04
scialle, la disinvoltura delle pantofole in jersey cucite a mano, per un nuovo concetto di formale. “What is normal today?” è la domanda che si è posta Silvia Venutini Fendi. Ecco dunque proposte soluzioni anticonvenzionali dove i colori, anche molto accesi, sono protagonisti indiscussi. Tendenze che si mescolano, per una libertà che permette di esprimere al meglio ogni singolo gusto personale: giacche ampie, cappotti-vestaglia in lana e stretti da cinture in vita, creazioni versatili e reversibili. Anche per il brand Numero 00 un viaggio sensoriale prende forma e si concretizza con una capsule collection
tecnica, nella quale i tessuti di pile forniscono i mezzi necessari per esplorare attraverso le avversità e le difficoltà (sia climatiche che sociali) la ricerca della luce e della serenità. “Necessitiamo di colore!” è il motto per Etro: qui un senso di libertà imperversa nella collezione, in cui le regole imposte vengono rotte per creare un nuovo vocabolario, fresco e immediato, di pezzi iconici da mixare con una certa dose di spensierata sfrontatezza. Le barriere tra il giorno e la sera cadono, mentre funzione ed estetica si fondono. Canali si immerge nell’atmosfera degli anni ’70: la moda, figlia del gusto psichedelico e ribelle, incarna lo spirito di “sperimentazione” con cui si guarda al futuro, alla ricerca dell’affermazione di sé e della libertà nelle scelte estetiche. Una libertà che, fedele allo spirito anticonformista del periodo, mescola stili e culture diverse, creando un insieme di tratti distintivi che sono ancora fonte di ispirazione dopo mezzo secolo. La moda donna trova ampio risalto nella la collezione di Laura Biagiotti che tesse un dialogo tra moda, arte, danza, architettura e cinema. Appaiono immediatamente le donne della città, che indossano abiti di maglia in
cashmere riciclato, cappotti double, gonne godet, blazer senza il rever. L’iconica borsa monogram, con il manico che riproduce il logo LB, racconta nuovi stili di vita e viene declinata in forme mini da portare a tracolla per l’essenziale e più capienti per contenere nuove avventure. Cuoio di Toscana, famoso marchio di moda, entra nel womenswear dalla porta principale; Il nuovo progetto del brand si avvale del noto stylist ed artista Simone Guidarelli nel ruolo di direttore creativo della collaborazione, che ha disegnato per il brand Made in Tuscany, una selezione esclusiva di capi, calzature e accessori cool, dedicati ad altrettante blasonate eroine della storia d’Italia. Il brand è parte del consorzio ad esso legato: una concezione di moda sostenibile a 360 gradi. Il decalogo green del Consorzio che impegna tutta la filiera italiana del cuoio verso le soluzioni rigenerative naturali e verso la circolarità per un modello no-sprechi. Sette aziende associate al Consorzio, trasformano uno scarto dell’industria alimentare altrimenti destinato allo smaltimento, in un materiale di qualità, eccellenza simbolo di alto artigianato Made in Italy.
05 TICINO WELCOME / SET - NOV 2021
125
LUSSO / OMEGA
OROLOGI DI LUSSO CHE HANNO FATTO LA STORIA LA PRESTIGIOSA MANIFATTURA SVIZZERA PRESENTA ALCUNI NUOVI MODELLI CHE VANNO AD ARRICCHIRE LE SUE PIÙ ICONICHE COLLEZIONI, PROPOSTE A LUGANO DALLA BOUTIQUE TOURBILLON DI VIA NASSA 3. Antonietta Castelnuovo, Boutique Manager
F
ondata nel 1848, dopo circa un secolo, durante la seconda guerra mondiale, OMEGA divenne fornitore ufficiale della Royal Flyng Corps e nel 1948 la necessità di un orologio robusto e affidabile, con requisiti d’impermeabilità, portò alla nascita del Seamaster. Il successo di questa linea fu dettata dalle esperienze militari, adottando un fondello a vite, guarnizioni “o-ring” e un insolito movimento automatico a martelletto (Cal. 28.10 e 30.10). Il Seamaster AQUA TERRA 150M
126
CO‑AXIAL MASTER CHRONOMETER SMALL SECONDS 38 mm è un eccezionale tributo alla ricca tradizione marittima di OMEGA. In questo modello la cassa simmetrica è realizzata in acciaio inossidabile e il fondello sfoggia un design con bordo ondulato. Il quadrante verde scuro con finitura spazzolata a raggi di sole presenta un datario a finestrella a ore 6 e un contatore dei piccoli secondi con anello in oro bianco 18K. Il design è completato da lancette rodiate riempite con Super-LumiNova bianca e indici in oro bianco
LUSSO / OMEGA
18K la cui forma ricorda lo scafo di una barca a vela, con inserto in madreperla iridescente. Corredato da un bracciale lucido e spazzolato, questo segnatempo è animato dal calibro OMEGA Co-Axial Master Chronometer 8802, certificato dall’Istituto Federale Svizzero di Metrologia (METAS) secondo i più elevati standard stabiliti dal settore orologiero. Nel Seamaster AQUA TERRA 150M CO‑AXIAL MASTER CHRONOMETER SMALL SECONDS 41 mm, la cassa simmetrica è realizzata in acciaio inossidabile e il fondello sfoggia un design con bordo ondulato. Il quadrante argentato e blu con finitura spazzolata è decorato con motivo teak orizzontale, presenta un datario a finestrella a ore 6 e un contatore dei piccoli secondi opalino con anello rodiato. Il design è completato da lancette e indici azzurrati riempiti con Super-LumiNova bianca, e minuteria e secondi sul quadrante e sui contatori sabbiati. Corredato da un bracciale lucido e spazzolato, questo segnatempo è animato dal calibro OMEGA Co-Axial Master Chronometer 8916, certificato dall’Istituto Federale Svizzero di Metrologia (METAS). Entrambi questi modelli Seamaster sono disponibili nelle boutique da agosto 2021. Un altro modello di grande interesse è il De Ville TRÉSOR CO‑AXIAL MA-
STER CHRONOMETER POWER RESERVE 40 mm, disponibile nelle boutique a partire da ottobre 2021. Caratterizzata da un’elegante e sottile cassa, la linea TRÉSOR fu lanciata per la prima volta da OMEGA nel 1949 e racchiudeva il leggendario calibro 30 mm. Dopo oltre mezzo secolo, continua a conquistare gli appassionati grazie a uno dei movimenti meccanici ancora oggi più avanzati. Questo modello presenta una cassa in acciaio inossidabile lucido di 40
mm corredata da un cinturino in pelle grigia. Il quadrante bombato argento bicolore include un contatore della riserva di carica a ore 12; uno dei piccoli secondi a ore 6, oltre alle lancette e agli indici bombati in oro bianco 18K. Animato dal calibro OMEGA Co-Axial Master Chronometer 8934, questo De Ville Trésor è certificato secondo i massimi standard del settore in termini di precisione, prestazioni cronometriche e resistenza ai campi magnetici. TICINO WELCOME / SET - NOV 2021
127
LUSSO / KURZ
GIOIELLI E OROLOGI DI PRESTIGIO
L GIOVANNI FREY, DIRETTORE KURZ LUGANO PRESENTA TUTTO IL FASCINO, LA BELLEZZA E LA QUALITÀ DEI GIOIELLI E DEGLI OROLOGI PROPOSTI DALLA GIOIELLERIA KURZ, CHE DA POCHI MESI HA APERTO A LUGANO LA SUA PRIMA BOUTIQUE TICINESE.
128
TICINO WELCOME / SET - NOV 2021
a gioielleria KURZ è ora presente nel cuore di Lugano. Perché la scelta di estendere la propria presenza anche a sud del Gottardo? «È stata una decisione fortemente voluta dalla proprietà che corona nel miglior modo possibile un processo di crescita inarrestabile che dura ormai da molti anni. La Svizzera italiana mancava ancora nella rete di punti vendita sul territorio nazionale e dunque rappresenta una scelta strategica dopo il consolidamento e il successo ottenuto nelle regioni di lingua francese e tedesca. L’azienda familiare svizzera KURZ, fondata nel 1948 a Zurigo, ha sancito la sua presenza anche in Ticino con l’apertura di un negozio in una delle vie commerciali più esclusive della Svizzera. Siamo aperti da poco, ve-
niamo da un periodo di grandi difficoltà, ma i risultati ottenuti in questi mesi inducono all’ottimismo riguardo al successo di questa nuova impresa». Quali sono gli elementi che caratterizzano le collezioni di gioielli KURZ? «La gamma di gioielli KURZ comprende linee e collezioni esclusive di gioielli di alta qualità, realizzati con diamanti, pietra preziosa rispetto della quale vantiamo un’alta specializzazione, perle e gemme colorate, così come una collezione di fedi nuziali KURZ che rappresentano una sorta di “fiore all’occhiello” dell’azienda e un “must” per le giovani coppie di sposi. In tutte le sue boutique KURZ propone gioielli dal design contemporaneo e fornisce una
LUSSO / KURZ
consulenza completa in materia di stile. Oltre alle proprie collezioni di gioielli, KURZ propone a Lugano anche le marche di gioielli esclusivi Chopard e Pasquale Bruni». KURZ rappresenta anche importanti marche svizzere di orologi. Quali sono le principali? «Nella sua boutique a Lugano KURZ propone le marche di orologi Glashütte Original, Chopard, Franck Muller, Breitling, Longines, Rado e molte altre e costituisce un importante punto di riferimento per gli amanti e i collezionisti di orologi. Siamo in grado di fare fronte alle diverse richieste, garantendo ad ogni cliente, locale o proveniente dall’estero, l’orologio più adatto alle proprie esigenze e disponibilità» KURZ è specializzata nella progettazione e produzione di gioielli «single source». Che cosa significa e quali vantaggi comporta per i clienti? «KURZ è conosciuta per le sue offerte di diamanti e le sue competenze, che coprono tutta la filiera e vanno dal contatto diretto con il tagliatore di diamanti
alla progettazione e produzione di gioielli «single source». Il vantaggio speciale per i clienti è che i loro desideri personali possono essere accolti e realizzati». Qual è lo stato del commercio di lusso dopo la pandemia e cosa vi aspettate dal possibile ritorno di una clientela anche internazionale? «Non si può negare che la crisi legata alla pandemia abbia colpito tutta l’industria del lusso e il commercio dell’orologeria e della gioielleria ne ha indubbiamente risentito. Colpita maggiormente è stata, come noto, la clientela internazionale, ma ci sono state ripercussioni anche su quella locale. Realisticamente credo che una vera e propria ripresa si potrà avere solo nel 2023. In ogni caso, restiamo fiduciosi che la situazione possa riprendersi in tempi rapidi e accanto ai clienti locali, che al momento restano il nostro principale riferimento, ci attendiamo che i turisti tornino presto a frequentare in gran numero la città di Lugano e il Ticino. La clientela locale è sempre stata in primo piano per la gioielleria KURZ e sicuramente questo fatto ci ha avvantaggiato anche negli ultimi mesi».
KURZ Lugano si avvale di un team di vendita ben preparato, giovane e multilingue. Quali sono le motivazioni che l’hanno spinto, con la sua grande esperienza nel settore, ad accettare questa nuova sfida? «Ho apprezzato molto il fatto che la proprietà mi abbia lasciato la massima libertà nella scelta del team che mi affianca nella direzione di questo negozio. Ho così avuto modo di scegliere giovani preparati professionalmente ma soprattutto fortemente motivati e dotati di un grande potenziale di crescita. Per fare solo un esempio il nostro orologiaio è un figlio d’arte cresciuto da sempre nel mondo degli orologi. Entusiasmo, voglia di fare, empatia sono i sentimenti che si respirano entrando nella nostra boutique luganese». Con la sua grande esperienza nel settore del lusso, quali suggerimenti si sentirebbe di dare per il rilancio commerciale e turistico di Lugano e del Ticino? «Il mondo è cambiato e occorre prendere rapidamente consapevolezza delle trasformazioni in atto e di quelle che verranno nei prossimi anni. Tutte le grandi città, Londra, Parigi, Monaco, stanno ripensando la loro organizzazione cercando anche nuovi modi e tempi per la vendita di prodotti e servizi. Lugano rischia di perdere il treno del cambiamento ed essere condannata ad un progressivo isolamento. Proprio per questo la prima grande questione da risolvere e quella dei collegamenti. Seconda canna della galleria autostradale del San Gottardo e aeroporto (con voli non solo per Ginevra ma per le principali capitali europei) sono questioni che attendono da troppo tempo una definitiva soluzione. La ripartenza dopo la crisi che abbiamo vissuto richiede tanta intelligenza e una buona dose di coraggio».
TICINO WELCOME / SET - NOV 2021
129
EVENTI / SIMONETTA ROTA – MORE THAN EVENTS
L’EVENTO È MARKETING
UN EVENTO AZIENDALE, A DIFFERENZA DI QUELLO PRIVATO, SOLITAMENTE SI ORGANIZZA PER UN FINE DI MARKETING BEN PRECISO, COSICCHÉ ANCHE CIÒ CHE PUÒ ESSERE INTERPRETATO IN PRIMA ISTANZA COME PURAMENTE LUDICO, HA IN REALTÀ SEMPRE UN OBIETTIVO SPECIFICO. CE NE PARLA SIMONETTA ROTA.
130
TICINO WELCOME / SET - NOV 2021
L
a famosa “comunicazione di impatto”, che raggiunga subito il cliente, passa anche e soprattutto dall’evento, un’occasione di incontro in presenza, dove menti e cuori si connettono autenticamente e dove le emozioni proprie hanno spazio per esprimersi e abbracciarsi con quelle altrui. La comunicazione online è certamente fondamentale e contemporanea, ma non sufficiente a connettere
intimamente le emozioni. Il desiderio profondo delle persone oggi è unicamente quello di incontrarsi non più solo virtualmente. E così, l’occasione più idonea è l’organizzazione di un evento con la giusta scelta del fine di marketing e tutti i dettagli che durante il suo svolgimento rappresentino il brand. In tal modo, anche una convention tra professionisti o una cena aziendale, ha la stretta necessità di creare momenti di svago, emozione e coinvolgimento. Ora più che mai. L’intrattenimento diventa dunque l’ingrediente magico che fa la differenza e che permette di legare il nome del brand e dell’azienda a emozioni positive che si imprimono nella memoria, come l’allegria, la sorpresa, la meraviglia e la spensieratezza generando infine l’associazione inconscia: brand = Ho trascorso proprio una bella serata! Più l’intrattenimento “somiglia” al brand e ai suoi valori, più forte sarà il legame che gli ospiti instaureranno con esso.
EVENTI / SIMONETTA ROTA – MORE THAN EVENTS
Immagina il tuo brand come fosse una persona in carne ed ossa: chi è, quanti anni ha, cosa le piace fare, dove vive, cosa vuole esprimere, etc... La domanda che ti poniamo è allora: cosa adorerebbe fare il tuo brand durante un evento a lui dedicato? Da qui siamo partiti nell’organizzazione dell’evento per la nota azienda Plastifil SA di Mendrisio e con queste parole Martino Piccioli, Presidente di Plastifil SA, ha raccontato la sua esperienza: «L’evento che abbiamo organizzato con Simonetta Rota – more than events è stato per noi un importante veicolo di marketing e ha confermato in pieno quello che mi aspettavo: creare un momento che regalasse qualcosa di particolare ai nostri clienti, aiutando a dar loro una visione più completa dell’azienda, al di là del piano puramente lavorativo». La nostra passione ci spinge a ricercare artisti e creare esperienze uni-
che, cioè studiate appositamente per ogni azienda, coerenti con i suoi valori e fini, con l’obiettivo principe di coinvolgere gli ospiti lasciando in loro un ricordo entusiasmante e prezioso. «Per un’azienda è stupendo trovare qualcuno che organizzi un evento “chiavi in mano”, senza richiederti troppo impegno che tolga tempo al lavoro quotidiano. In Simonetta Rota abbiamo trovato una persona competente a cui affidarci, che ha capito le nostre esigenze e si è impegnata al massimo, assieme al suo team, facendo il lavoro per noi. E facendolo bene!» conclude Michele Matis, CEO di Plastifil SA.
SIMONETTA ROTA MORE THAN EVENTS Via P. Lucchini 10 CH-6900 Lugano info@simonettarota.com www.simonettarota.com
Fabrizio Vendramin è un vero Live Performer. I suoi ritratti in stile pop art sono un’esperienza emozionante da vivere! Se vuoi impreziosire il tuo prossimo evento con un suo show, contattare: info@simonettarota.com
TICINO WELCOME / SET - NOV 2021
131
EVENTI / GARBO MANAGEMENT SA
IL BUSINESS DELL’EMPATIA: “CI VUOLE GARBO” ROSSELLA GARGANO, FOUNDER & CEO GARBO MANAGEMENT SA PRESENTA L’ATTIVITÀ DI UNA SOCIETÀ CHE CON I RISULTATI E LA GENTILEZZA È ARRIVATA A RAGGIUNGERE GLI AMBIZIOSI PROGETTI CHE SI ERA POSTA: PER QUESTO “CI VUOLE GARBO”.
I
ngegnere gestionale, Rossella Gargano ha iniziato la carriera a Maranello in Ferrari, ottimizzando i processi delle linee di assemblaggio 8 e 12 cilindri. Poi il trasferimento in America, patria del marketing più all’avanguardia, dove ha assorbito quel dinamismo, rendendolo uno stile di vita privata e professionale. Rossella, sin dall’inizio della sua car-
132
riera, gestisce progetti speciali a contatto con una clientela di altissimo livello e siede ai tavoli importanti nel modo del lusso, comprendendo le esigenze dei billionaire in modo naturale. Alla base di tutto tre ingredienti: 1. portarsi dietro un patrimonio di relazioni in qualsiasi attività; 2. applicare un metodo collaudato nel tempo ma essere flessibile sul prodotto; 3. svolgere e ottenere il tutto con Garbo (gentilezza, cortesia, empatia). Garbo è infatti anche il nome della sua società costituita nel 2015 e BRAND*TRACTION il nome del metodo che prevede un obiettivo principale: posizionare o consolidare un brand come “star” sul mercato secondo la BCG Matrix. Da un lato ingegnere, che guarda i numeri e i risultati, dall’altra creativa e naturalmente “socievole” e comunicativa, Rossella Gargano ha creato un network nel mondo del
lusso e viene riconosciuta come Deal Maker, mettendo in contatto brand, aziende, persone di tutto il mondo e diventando un rifermento nelle pubbliche relazioni internazionali, dove non è solo il valore economico a crescere ma soprattutto il valore di un gesto semplice come un sorriso: “il business dell’empatia”. Dopo anni di investimenti su vari fronti, la sua azienda è pronta oggi a fare un salto: per questo sono in arrivo grandi novità per la Garbo Management SA, la sua creatura, che intende affermarsi sempre di più nel Branding e nella Digital Transformation. Altre delle sue creazioni sono in evidenza su: www.rossellagargano.com. Tra le iniziative spicca in Ticino l’ormai famoso "Executive Award", il premio creato dall’Ingegnere per premiare quei manager che si sono distinti (in Ticino e negli altri territori in cui si svolge l’evento) per aver creato valore secondo
alcuni criteri stabiliti da un'autorevole giuria. I vincitori della “special edition” 2020/21 saranno annunciati ufficialmente il 6 ottobre 2021 a Lugano. A rendere speciale questa edizione è il particolare momento che ha coinvolto ognuno in modo diverso. La pandemia ha infatti evidenziato alcune delle nostre debolezze e ci siamo ritrovati tutti uniti sotto un “giudizio universale” che ha rimescolato alcune carte. «Il lato umano è fortemente al centro dei dibattiti più disparati del mondo e pertanto questo è l’anno in cui prima di tut-
to è necessario premiare le persone che hanno messo in campo comportamenti virtuosi» - ha sottolineato la giuria. La selezione è partita l’anno scorso e le nomination sono state proposte non solo dalla giuria ma anche dagli “Alumni”, ovvero i premiati delle edizioni precedenti dell’evento. I vincitori sono uno stimolo per tutti a fare sempre meglio nella creazione di valore in Ticino non solo in termini economici, ma anche in termini di virtuosismo e sostenibilità. Per questo motivo rappresentano l’emblema delle 7 virtù umane: Fortez-
za, Prudenza, Temperanza, Giustizia, Fede, Speranza e Carità. Tra le novità di quest’anno: il patrocinio del Cantone Ticino, il lancio dell’edizione “Dubai 2022” in collaborazione con il Consolato Svizzero di Dubai, lo Swiss Business Council e la presentazione di Sara Bellini di Teleticino. È possibile far parte di questo network inviando una e-mail a pr@garbomanagement.com o compilando direttamente il form online: https://www.theexecutiveaward.com/ apply-tickets.
UN RICORDO DI MARCO BORRADORI SINDACO DI LUGANO «Questi sono giorni dolorosi per tutti noi. L’improvvisa scomparsa di Marco Borradori ci mette di fronte ad un nuovo mondo e ad un’altra Lugano. Negli ultimi due anni, avevo instaurato con Marco un rapporto di amicizia che andava oltre i semplici appuntamenti pubblici. Senza la sua presenza l’evento Executive Award non sarà più la stessa cosa. Egli, infatti, è stato esempio di tutte le virtù umane, insieme al suo innato garbo, la cortesia, la gentilezza e la naturale
predisposizione al prossimo. Grazie, Marco, per tutto quello che hai fatto per ognuno di noi, cercherò di portare avanti quella che tu stesso definivi “operazione di positività”, chiedendoti di aiutarmi a continuare anche l’opera di diffusione del garbo, che a te veniva in modo così spontaneo e semplice». Rossella Gargano, CEO della Garbo Management SA, organizzatrice dell’Executive Award
TICINO WELCOME / SET - NOV 2021
133
AUTO / MASERATI GHIBLI HYBRID E NUOVO LEVANTE HYBRID
MASERATI HA INTRAPRESO CON DECISIONE LA STRADA DELL’ELETTRIFICAZIONE DEI SUOI MODELLI E DOPO LA GHIBLI LANCIA IL NUOVO LEVANTE, ENTRAMBI ALIMENTATI DA UN MOTORE IBRIDO.
IL TRIDENTE DIVENTA IBRIDO 01
01-02 Maserati Levante Hybrid 03-04 Maserati Ghibli Hybrid
NUOVA SEDE MASERATI SHOWROOM Via Grancia 4 CH-6916 Grancia
G
hibli Hybrid: più veloce del diesel, più sostenibile della versione a benzina. Una corda tesa tra il petrolio e l’elettrico, tra la tradizione l’ambientalismo. Le stesse prestazioni, la stessa voce, lo stesso design. Sentendola cantare sulla superficie terrestre, non distingueresti la nuova creatura dai suoi antenati. Guardandola correre, nemmeno: 4 cilindri, 330 ca-
valli turbo. Tocchi di blu anodizzato confermano che questa berlina sportiva è una Maserati, non c’è dubbio. Disponibile in versione GranLusso e GranSport. Sedili proverbialmente comodi su cui godersi il viaggio verso il futuro. Solo radiografandola si possono notare le differenze degli organi interni. Le batterie, con 80 chili di vecchia energia in meno. E poi, il suo cervello di circuiti integrati. Un ecosistema multimediale di user experience, governabile da uno schermo più grande, ad alta risoluzione, simile a un tablet, altamente personalizzabile. Aggiornamento in tempo reale del software, le mappe che ricalcano i mutamenti del mondo, assistenza stradale per le emergenze, monitoraggio della salute del veicolo. Una connessione che permette di portare la propria galassia nell’abitacolo. Per sottolineare il concetto di dualità, 02
134
AUTO / MASERATI GHIBLI HYBRID E NUOVO LEVANTE HYBRID 03
Maserati ha successivamente presentato al mondo Levante Hybrid con una World Premiere sia reale, al Shanghai Auto Show, sia virtuale, con un evento digitale sul sito internet del marchio modenese (houseof.maserati.com). Con il primo SUV elettrificato del brand, la Casa del Tridente aggiunge un nuovo tassello nella strategia di elettrificazione già avviata con la Ghibli Hybrid. Il SUV Maserati, che ha già segnato la storia del brand raggiungendo numeri record, ora fa un salto nel futuro nel quale tutti i nuovi modelli del marchio saranno elettrificati. Maserati è innovativa per natura e con Levante, segue la filosofia che l’ha portata ad entrare nel mondo dell’elettrificazione: migliorare le prestazioni senza snaturare i valori del marchio, puntare sia alle performance sia alla riduzione
dei consumi, sottolineando la vocazione al piacere di guida e al lusso. Il risultato è un SUV ibrido che conserva il caratteristico sound di ogni Maserati. Levante Hybrid abbina al motore termico due litri a 4 cilindri un sistema Hybrid da 48 volt che permette di recuperare l’energia in decelerazione e in frenata. La vettura ibrida pesa meno della versione dotata di motore 6 cilindri (benzina e diesel): soprattutto ha una migliore distribuzione dei pesi, grazie al fatto che la batteria è collocata nella zona posteriore, senza compromettere la capacità di carico, bilanciando in maniera ottimale le masse del veicolo. Il tutto rende Levante Hybrid ancora più maneggevole e divertente da guidare. Grazie a 330 CV di potenza massima e a 450 Nm di coppia disponibile già a 2.250 giri, le prestazioni della nuova Levante Hybrid, che si presenta sempre con trazione integrale, sono di assoluto rilievo: oltre 240 km/h la velocità massima, 0 a 100 km/h raggiungibili in 6 secondi. Dal punto di vista estetico la versione di lancio di Levante Hybrid è caratterizzata da un nuovo colore tri-strato metal-
lizzato denominato Azzurro Astro, disponibile all’interno del programma di personalizzazione Maserati Fuoriserie. Altri dettagli, sia negli esterni, sia negli interni, ne rendono subito riconoscibile il design: alcuni particolari sono colorati di blu cobalto, tonalità utilizzata per connotare le vetture ibride e che Maserati ha già utilizzato su Ghibli Hybrid. Esternamente il colore blu personalizza le tre iconiche prese d’aria laterali, le pinze dei freni e il logo sul montante posteriore. La stessa tinta blu si ritrova negli interni della vettura, in particolare nelle cuciture che ricamano i sedili. Levante Hybrid è connesso grazie al nuovo programma Maserati Connect. Avere la propria Maserati sempre connessa, permette di tenere sotto occhio lo stato di salute della vettura e Maserati Connect informerà il conducente quando è il momento per fare la manutenzione ordinaria, migliorando l’esperienza di servizio al cliente. Con la Smartphone o Smartwatch si può restare in contatto con la propria vettura attraverso l’App di Maserati Connect, oppure da casa chiedendo all’assistente virtuale personale (Amazon Alexa & Google Assist).
04 TICINO WELCOME / SET - NOV 2021
135
AUTO / WINTELER
STEFANO WINTELER, DIRETTORE DELLA SEDE DI GIUBIASCO DEL GRUPPO WINTELER, SPIEGA LE RAGIONI DI UNA SPONSORIZZAZIONE CHE VEDE INSIEME LA NOTA CONCESSIONARIA AUTOMOBILISTICA TICINESE E IL RISTORANTE META DI PARADISO.
136
TICINO WELCOME / SET - NOV 2021
UN BINOMIO VINCENTE
C
ome nasce l’idea di una collaborazione tra Winteler e Ristorante META? «Da anni conosciamo la famiglia Mantegazza con cui abbiamo avuto più volte occasione di collaborare, a partire dalle sponsorizzazioni portate avanti a più riprese con l’Hockey Club Lugano. Il rinnovamento del Ristorante META e il ruolo che è andato assumendo nel panorama della ristorazione luganese hanno rappresentato un’interessante opportunità per unire ancora una volta i nostri marchi e apparire insieme lungo le strade della città».
Quali sono i comuni valori sostenuti e condivisi? «Sono numerosi i valori che ci uniscono idealmente al Ristorante META. Direi innanzitutto la dinamicità che caratterizza entrambe le aziende e la voglia di innovare che ci porta continuamente a sperimentare e proporre al proprio pubblico nuove soluzioni e prodotti all’avanguardia. Un altro elemento da non trascurare riguarda poi la “ticinesità”, che si esprime in un forte legame con il territorio e nella volontà di partecipare sempre intensamente alla vita e alla crescita del nostro Cantone».
Quali sono nel dettaglio i contenuti di questa sponsorizzazione? «Di comune accordo abbiamo deciso di mettere a disposizione una vettura Mercedes EQA che sarà vestita con i “brand” META e Winteler. La vettura sarà utilizzata dallo chef del Ristorante META, Luca Bellanca, di recente insignito da una Stella Michelin. La vettura viaggerà inoltre per le strade di Lugano e del Ticino veicolando il servizio di catering che rappresenta una voce importante delle attività del META». Perché la scelta della vettura da brandizzare è caduta su una Mercedes EQA? «La EQA è l’auto elettrica di “grande” volume per il gruppo Mercedes: una vettura che si può definire l’apripista di una generazione dedicata ma che, in realtà, parte delle tecnologie hardware e software che già lavorano silenziose su strada. Pur essendo un’elettrica con un pianale nato misto EQA racchiude il presente e il futuro del brand interpretando benissimo il ruolo per cui è stata pensata: 100% elettrica, 100% SUV».
Quali sono gli elementi che rendono la Mercedes EQA, una vettura particolarmente interessante e in linea con le attese del mercato? «Si tratta di una vettura ideale per il traffico in città, ma che si presta be-
nissimo anche per viaggi più lunghi. Unisce un design moderno, finiture di lusso e al tempo stesso è dotata di una tecnologia all’avanguardia per quanto riguarda l’assistenza alla guida. EQA si avvale infatti del sistema di navigazione Electric Intelligence, che supporta il guidatore e consente di calcolare l’itinerario più veloce per la destinazione valutando il livello di ricarica, il meteo, le condizioni stradali oltre al comportamento di guida personale. Questo permette anche a chi si approccia per la prima volta ad un veicolo elettrico di guidarlo con estrema facilità e senza stress. EQA può essere ricaricato con un caricabatteria fino a 11 kW in corrente alternata (CA); se si utilizzano invece le stazioni di ricarica rapida in corrente continua (CC) EQA si ricarica in circa 30 minuti portando il livello di carica dal 10 all’80%».
TICINO WELCOME / SET - NOV 2021
137
MOTO / GARAGE GARDEL AMERICAN MOTO SA
TUTTA NUOVA LA H-D SPORSTER S
H LA NUOVA H-D MONTA IL MOTORE 1250 REVOLUTION MAX IN VERSIONE DA 121 CV, PER AVERE PIÙ SPINTA AI BASSI E MEDI REGIMI, INSERITO NELLA CICLISTICA CON FUNZIONE PORTANTE. COME LA CROSSOVER PAN AMERICA, LA NUOVA SPORTSTER S HA UNA DOTAZIONE ELETTRONICA COMPLETA.
138
a il nome del modello uscito di produzione qualche mese fa, ma si tratta di una moto completamente nuova. Una splendida “sport cruiser”, come la definisce la casa stessa, di categoria nettamente superiore come prestazioni e dotazioni rispetto alla precedente Sportster (che in effetti era nata nel 1957 come “superbike” di casa H-D). Le linee sono praticamente le stesse del prototipo visto a EICMA nel 2019, decisamente aggressive. Compatta e massiccia, ha numerosi richiami estetici alla “dinastia” delle piccole H-D: il codino riprende le linee delle XR 750 da flat-track, l’avantreno massiccio somiglia a quello della FortyEight, il serbatoio stesso ricorda quello della Sportster XLH come forma e dimensioni (tiene 11,7 litri). Il motore Revolution Max 1250T da 1250 cm3 è lo stesso della Pan America, ma in questa versione la potenza è di 121 CV per offrire più coppia ai bassi regimi e soprattutto una curva di coppia praticamente costante su tutto l’arco di erogazione. A proposito di
erogazione, la zona rossa del contagiri ora inizia a 9.500 giri, molto più in alto che nei vecchi motori ad aste e bilancieri. Molto bello il doppio scarico rialzato, progettato per produrre un piacevole sound a bassa frequenza. Il gruppo propulsore ha funzione portante ed è integrato nel telaio, riducendo significativamente il peso della moto (che infatti pesa “solo” 227 kg). Le sospensioni sono Showa completamente regolabili, l’impianto frenante è Brembo: il freno anteriore singolo sfoggia una nuova pinza radiale monoblocco a quattro pistoncini e un disco da 320 mm di diametro; il freno posteriore, invece, è dotato di una pinza a due pistoncini e un disco da 260 mm di diametro.
MOTO / GARAGE GARDEL AMERICAN MOTO SA
La Sportster S vanta una dotazione elettronica completa e raffinata. Di serie ci sono tre riding mode preimpostati e selezionabili (Sport, Road e Rain), che regolano le prestazioni della moto e il livello di intervento dei vari sistemi di controllo, più altri due riding mode personalizzabili secondo i gusti del pilota in base alle diverse tarature. Di serie infatti è previsto il pacchetto Cornering Rider Safety Enhancements completo di piattaforma inerziale, che permette di sfruttare il controllo di trazione e l’ABS anche in curva. Un display TFT rotondo da ben 4” di diametro visualizza le varie informazioni e si connette allo smartphone e al casco attraverso la app Harley-Davidson. L’illuminazione è interamente a LED, con faro ovale simile a quello della Fatbob e della Pan America. Come da tradizione H-D, insieme alla nuova Sportster S è stata presentata una intera collezione di accessori dedicati. TICINO WELCOME / SET - NOV 2021
139
MOTO / GARAGE GARDEL MOTO SA
ARRIVA LO SCOOTER PIÙ INNOVATIVO
BMW CE 04 È LO SCOOTER ELETTRICO BASATO SUL CONCEPT BMW DEFINITION CE 04 CHE OFFRE POTENZA E AMPIA AUTONOMIA PER LA GUIDA IN CITTÀ E NELLE AREE URBANE, GRAZIE AL MOTORE DA 42 CV (31 KW) ED UN’ACCELERAZIONE DA 0 A 50 KM/H IN 2,6 SECONDI.
140
TICINO WELCOME / SET - NOV 2021
I
l design incarna la nuova forma di mobilità urbana su due ruote ed interpreta uno stile innovativo. Lo scooter è dotato di ruote piene con un look da ruota a disco e un cavalletto laterale integrato nello stile del design. Il nuovo scooter elettrico BMW CE 04 con batteria da 60,6 Ah (8,9 kWh), fornisce un’autonomia di circa 130 chilometri (versione a potenza ridotta: 100 km). La batteria agli ioni di litio viene caricata con il dispositivo di ricarica integrato, sia attraverso le normali prese domestiche sia nelle wallbox o nelle stazioni di ricarica pubbliche. Quando la batteria è completamente scarica, il
tempo di ricarica è di circa 4 ore e 20 minuti. Attraverso il caricatore rapido disponibile come optional con una potenza fino a 6,9 kW (2,3 kW è il livello standard), il tempo di ricarica si riduce ad 1 ora e 40 minuti con batteria completamente scarica. Se il livello della batteria è al 20 per cento e la batteria viene caricata all’80 per cento, il tempo di ricarica si riduce a soli 45 minuti attraverso il caricatore rapido opzionale. Il nuovo BMW CE 04 è dotato di serie di uno schermo a colori TFT da 10,25 pollici con navigazione a mappe integrata e funzioni di connettività. Per la prima volta, il nuovo schermo a colori
da 10,25 pollici rende possibile la visualizzazione di una mappa di navigazione nel quadro strumenti, non è quindi necessario un display aggiuntivo. Sullo scooter elettrico BMW sono presenti tre modalità di guida “ECO”, “Rain” e “Road”, con una quarta mo-
dalità “Dynamic” in optional, per un ulteriore miglioramento del piacere di guida. Maggiore stabilità di guida grazie al controllo dello slittamento per mezzo dell’ASC (Automatic Stability Control). DTC (Dynamic Traction Control) disponibile come optional. L’ASC limita la coppia del motore in relazione allo slittamento della ruota posteriore. Il Dynamic Traction Control (DTC), disponibile come optional, offre una sicurezza di guida ancora maggiore. Il DTC consente un’accelerazione ancora più sicura, soprattutto in posizione di banking. Nella parte anteriore, un freno a doppio disco assicura una decelerazione sicura, supportato da un sistema a disco singolo nell’area posteriore. Inol-
tre, l’ABS BMW Motorrad assicura un alto livello di sicurezza. L’ABS Pro, disponibile come optional, si spinge ancora oltre: tramite un sensore di banking, l’ABS Pro controlla anche la frenata in curva, offrendo così la massima sicurezza possibile.
ALCUNI DATI TECNICI DEL BMW CE 04 Potenza nominale 15 kW (20 CV) 31 kW (42 CV) Potenza massima Versione a potenza ridotta 11 kW (15 CV) o 23 kW (31 CV). Autonomia 130 km circa (versione ridotta: 100 km). Capacità del modulo batteria installato in modo permanente, 40 celle della batteria agli ioni di litio, 8,5 kWh Controllo dello slittamento tramite ASC (Automatic Stability Control) e DTC (Dynamic Traction Control) Tre modalità di guida “ECO”, “Rain” e “Road”. Modalità di guida “Dynamic” optional
Sospensioni direzionalmente stabili con telaio principale in acciaio tubolare Impianto frenante con ABS Pro con capacità di banking optional Schermo a colori TFT da 10,25 pollici di serie con navigazione a mappe integrata e ampia connettività. Unità di illuminazione a LED All-round. Adaptive Headlight Pro e funzioni di illuminazione disponibili come optional ex Vani portaoggetti laterali e vano laterale per il casco che può essere azionato da seduti. Vano per la ricarica del cellulare ventilato con uscita USB-C.
TICINO WELCOME / SET - NOV 2021
141
SPECIALE BIT 2021
IL SETTORE IMMOBILIARE PROTAGONISTA DEL RILANCIO ECONOMICO LA BORSA IMMOBILIARE TICINO (LUGANO 13-14 SETTEMBRE) SEGNA LA VOGLIA DI LASCIARSI DEFINITAMENTE ALLE SPALLE LE DIFFICOLTÀ DEI MESI SCORSI E AVVIARE UNA FASE DI CRESCITA DI TUTTA L’ECONOMIA DEL CANTONE.
Da sinistra a destra Paolo Caspani, Creart Communication Sheila De Lucia, L-EVENTO Emanuele Gianola, Capifid Valutazioni Immobiliari
I
l Palazzo dei Congressi di Lugano ospita la settima edizione di un evento, cresciuto di importanza nel corso degli anni, che vede riuniti, nel corso di due serate, oltre 1400 rappresentanti di tutti i comparti che fanno parte del settore immobiliare. Un’occasione davvero unica per fare il punto sul mondo delle costruzioni che ha risentito fortemente del blocco dell’attività nella prima fase della pandemia, nella primavera del 2020. I provvedimenti successivi hanno consentito la ripresa progressiva dei cantieri, sia pure con cautele e costi maggiori per la sicurezza e una diversa organizzazione del lavoro che ha rischiato di tradursi, inevitabilmente, in una minore produttività. L’impatto più profondo dell’emergenza sanitaria si è registrato sul versante della domanda nelle sue diverse componenti: residenziale, per uffici, ospitalità, commercia-
142
TICINO WELCOME / SET - NOV 2021
le, logistica, mentre una trasformazione della domanda a cui si assiste diffusamente, considerata ormai come non transitoria ma strutturale, riguarda gli effetti determinatisi sul binomio casaufficio. La definizione dell’evoluzione in corso si basa sull’osservazione che, come effetto dell’emergenza, le case tendono ad assomigliare di più ad uffici, dovendo ospitare postazioni di lavoro, e la conformazione degli uffici tende ad ispirarsi ai confort delle abitazioni. E, allargando lo sguardo alla dimensione complessiva dei fenomeni, si può anche dire che assistiamo ad una rivincita delle campagne sulle città, delle periferie sui grandi centri direzionali. Una sorta di discontinuità rispetto alla tendenza millenaria all’urbanizzazione, all’esodo verso i centri maggiori e all’esaltazione moderna delle downtown. Ma questa tendenza sta comunque lasciando un’impronta sulla
domanda residenziale, sia per la struttura delle abitazioni sia per la loro collocazione nel tessuto urbano. A fronte delle limitazioni dei movimenti che hanno colpito duramente l’attività scolastica e il tempo libero, la soluzione per le famiglie è ora quella di ricercare spazi domestici più vivibili; cresce, quindi, la domanda di case con giardini e terrazzi, tipologia che, poi, è più agevole e meno costoso trovare, magari nella stessa regione, ma in centri minori o in zone di campagna. La trasformazione, dettata dall’esperienza della fase di emergenza, non è però solo quantitativa. L’evoluzione determina per il settore immobiliare almeno due conseguenze: la prima è che la riduzione tendenziale degli spazi per uffici sarà moderata dall’esigenza di una loro più moderna e funzionale configurazione, attenta ai servizi alle persone e agli ambienti condivisi; la seconda
SPECIALE BIT 2021
è che per la riorganizzazione degli spazi e degli arredi si presenta una preziosa occasione di sviluppo da cogliere puntando sull’innovazione e, ovviamente, sulla tecnologia. Si apre, dunque, la prospettiva degli smart building, caratterizzati da un uso diffuso della tecnologia per la gestione degli edifici, che si accompagnerà opportunamente alla completa digitalizzazione del lavoro; la scelta delle aziende e delle persone tra il telelavoro e il lavoro in presenza non dipenderà, quindi, da vincoli tecnici e organizzativi ma dal bilanciamento delle diverse esigenze sociali e individuali e dall’obiettivo del buon funzionamento della macchina organizzativa. Di queste, e tante altre tematiche, si discuterà nel corso degli incontri che animeranno le due serate della BIT, in un clima di maggiore fiducia nel settore delle costruzioni, in particolare per il segmento delle ristruttura-
zioni e riqualificazioni e gli interventi dovrebbero riguardare diffusamente il settore immobiliare a partire dall’efficientamento energetico e messa in sicurezza del patrimonio edilizio pubblico e privato. Quello che è sicuro è che si è innestata una trasformazione profonda nel settore immobiliare. Rispetto al nuovo contesto, a fronte dell’evoluzione della domanda potranno affermarsi sul mercato nuovi players e nuovi brand, mentre la catena del valore nelle organizzazioni si sta già trasformando. Come sempre quando si aprono nuove prospettive nel mercato, nulla si realizza in modo automatico; sta agli operatori cogliere le opportunità e individuare la strada giusta per innovare e per adeguare l’offerta di prodotti alla nuova domanda, i cui contorni appaiono ormai, in ogni caso, ben delineati.
La capacità della BIT si interpretare, e se possibile anticipare, le tendenze in atto, si conferma anche quest’anno attraverso il ricco programma di conferenze e incontri tematici con il dichiarato intento di consentire ai partecipanti di conoscersi, confrontarsi, condividere, offrendo agli imprenditori ticinesi una piattaforma unica per avvicinare nuovi potenziali partner, allargare la propria rete di contatti e contribuire allo sviluppo di un intero comparto economico. A rendere ulteriormente qualificato il dibattito sarà la presenza del Consiglio di Stato, con la Divisione dell’economia del Cantone, e del dipartimento dell’ambiente costruzioni e design della Scuola universitaria professionale della Svizzera italiana SUPSI, che permetterà, nella serata di apertura, di introdurre temi centrali legati alla realtà attuale dell’intero settore delle costruzioni. TICINO WELCOME / SET - NOV 2021
143
SPECIALE BIT 2021
MONTECARLO OSPITA LA PRIMA EDIZIONE DEL MONACO ET SUISSE INVESTMENT FORUM
Il prestigioso Yacht Club de Monaco, affacciato in splendida pozione sul porto della città, sarà il prossimo 8 ottobre la rinomata sede di un incontro che, nella volontà degli organizzatori rappresenterà una straordi-
naria opportunità per il rilancio delle attività di aziende, imprenditori e investitori locali che da sempre vedono nello Swissmade un sinonimo di altissima qualità. Oltre a questo, il valore aggiunto che può offrire il Ticino è quello del turismo e delle numerose occasioni di business legate alla valorizzazione di un territorio che ha molto da offrire sotto tutti i punti di vista. L’ambiente raffinato dello Yacht Club, location esclusiva e inserita in un contesto di grande eleganza, avvicina gli espositori ad un pubblico di standing elevato e sicuramente interessato alle proposte del Cantone. Il Monaco et Suisse Investment Forum, che si tiene con il patrocinio del MEB (acronimo di Monaco Econo-
mic Board – Direzione Sviluppo Economico del Principato), ospiterà 12 aziende ticinesi e 12 monegasche. La manifestazione sarà l’occasione per mostrare tendenze immobiliari, stili, turismo, sostenibilità e altri temi legati al “futuro verde”. Durante la giornata si terranno degli incontri mirati, della durata di 20 minuti ciascuno, ai quali 10 visitatori accreditati potranno prender parte e partecipare così a discussioni e presentazioni di vari servizi e progetti. In chiusura non mancherà l’intervento di Guillaume Rose, CEO di Monaco Economic Board a cui seguirà una serata esclusiva all’Hotel Fairmont. L’evento può essere considerato come nuovo format da esportare al di fuori della Svizzera.
patrocini
Città di Lugano
organizzatori
partner e media partner
Città di Bellinzona
Città di Locarno
Città di Mendrisio
Città di Chiasso
sponsor sponsor
patrocini patrocini
Città di Lugano Città di Lugano
Città di Bellinzona Città di Bellinzona
Città di Locarno Città di Locarno
Città di Mendrisio Città di Mendrisio
organizzatori organizzatori
media partner e associazioni di categoria media partner e associazioni di categoria TICINO TICINO
partner partner
Città di Chiasso Città di Chiasso
SPECIALE BIT 2021 / BAUWERK GROUP AG
L’ENERGIA POSITIVA DEL LEGNO CON LA FUSIONE, NEL GIUGNO 2013, DI BAUWERK PARKETT AG E DI BOEN, BAUWERK GROUP AG È DIVENTATO UNO DEI PRINCIPALI PRODUTTORI DI PARQUET AL MONDO E IL NUMERO 2 NEL MERCATO EUROPEO DEL PARQUET.
Marcel Scheidegger, responsabile Bauwerk Parquet Ticino
B
auwerk Parkett AG, fondata nel 1944, è il più importante produttore svizzero di parquet e il più grande fornitore di parquet a 2 strati. Le radici di Boen, invece, affondano nel lontano 17°secolo, dove due segherie a Kristiansand, Norvegia, hanno gettato le basi per il fornitore leader di parquet a 3 strati di oggi. Bauwerk Group AG impiega circa 1.600 persone e vende circa 8,2 milioni di m2 di parquet all’anno. L’intera gamma di pavimenti in parquet nel segmento premium è venduta in oltre 50 paesi nel mondo. I principali mercati sono Svizzera, Norvegia, Germania, Austria, Inghilterra, Francia, Italia, Svezia, Cina e USA. Il gruppo Bauwerk gestisce impianti in Lituania, Croazia e Svizzera. La materia prima legno è un esempio di economia circolare. Bauwerk lo lavora tenendo infatti conto di tutti gli aspetti rilevanti dal punto di vista ambientale: l’uso del legno di provenienza controllata, lo sfruttamento ottima-
146
TICINO WELCOME / SET - NOV 2021
le della materia prima esistente e un uso ragionevole delle risorse naturali. Applicando il principio guida “Simbiosi tra uomo e natura”, Bauwerk si impegna costantemente ad apportare miglioramenti nei settori responsabilità ambientale, salute ed etica sociale. Bauwerk è un partner che va deliberatamente oltre i requisiti minimi di legge in questi ambiti e presta particolare attenzione al benessere dell’uomo e della natura in ogni fase della catena di approvvigionamento. Questi elementi si tramutano nei valori dell’azienda stessa. I quattro pilastri su cui poggiano etica ed identità aziendale sono: il benessere abitativo, il raffinato senso estetico abbinato alla costante ricerca della funzionalità, la tradizione svizzera che ha contraddistinto l’azienda sin dalla sua fondazione e che è sinonimo di precisione, affidabilità, elevata qualità e naturalezza e infine lo spirito di innovazione che è saldamente ancorato nel DNA aziendale. Con i prodotti Bauwerk si scelgono prodotti sostenibili, in grado di offrire un benessere abitativo al 100%, controllati secondo gli standard più eleva-
ti, che rispettano le norme più rigide e sono adatti agli standard di sostenibilità ambientale degli edifici. La natura e i suoi prodotti aiutano a trovare e a mantenere il nostro equilibrio interiore. Tutto questo vale anche per il pavimento di parquet in vero legno e per la sua unica sensazione tattile. Quale elemento d’arredo che occupa la superficie più ampia in una casa, un pavimento in legno riempie la quotidianità domestica con il suo calore, permeando ogni ambiente di una sensazione di sano benessere. L’essere presenti in tutte le fasi della progettazione, è un aspetto molto importante non solo per il cliente, ma anche per gli operatori del ramo. Il cliente riceve una consulenza personalizzata presso lo showroom “Mondo del Parquet” a Massagno dove viene identificata la soluzione conforme alle esigenze e ai desideri personali.
BAUWERK GROUP AG www.bauwerk.com
SPECIALE BIT 2021 / BIMTICINO
LA MIGLIORE SOLUZIONE PER EFFICIENTARE E RISPARMIARE IN EDILIZIA NEL CORSO DEGLI ANNI, SUPPORTANDO STUDI TECNICI ED IMPRESE NEL PROCESSO DI DIGITALIZZAZIONE, BIMTICINO HA STRETTO PARTNERSHIP IMPORTANTI CON ALCUNI SVILUPPATORI DI SOFTWARE BIM IN PARTICOLARE CON GRAPHISOFT, DIVENTANDO QUINDI FORNITORE DEI PRODOTTI UTILIZZATI NELL’ATTIVITÀ DI CONSULENZA.
B
IM, “Building Information Modeling”, è una metodologia internazionale definita dal National Institutes of Building Science come la “rappresentazione digitale delle caratteristiche fisiche e funzionali di un oggetto”. Il BIM è dunque un “contenitore di informazioni sull’edificio” che permette di avere tutti i dati rilevanti di una costruzione raccolti, collegati e combinati digitalmente all’interno dei più utilizzati software di progettazione. BIMticino è un portale di formazione ideato e organizzato da Tomasoni Architettura Sagl nel 2018. Tutto ha inizio nel 1991, anno in cui l’architetto Ferdinando Tomasoni ha fondato lo studio di progettazione. Innovare è stata la parola d’ordine fin dall’inizio, con una specializzazione in servizi di supporto e consulenza in ambito BIM per studi tecnici ed imprese di costruzione. La missione di BIMticino è quella di aiutare architetti e tecnici progettisti ad adottare i migliori strumenti software, con il miglior supporto possibile, attraverso la formazione
148
TICINO WELCOME / SET - NOV 2021
ed i servizi necessari all’implementazione BIM, offrendo gli strumenti necessari per il suo utilizzo come mezzo di progettazione moderno ed efficace. Tramite la metodologia BIM vengono ottimizzate la collaborazione tra i progettisti, l’interoperabilità dei software, l’integrazione tra i processi e la sostenibilità del design. Questo metodo di progettazione collaborativo consente di integrare in un unico modello tutte le informazioni utili alle fasi progettuali: architettonica, strutturale, impiantistica, energetica e gestionale. Questa integrazione garantisce maggiore efficienza e produttività, meno errori, meno tempi morti, meno costi, maggiore accessibilità, massima condivisione delle informazioni e un con-
trollo più puntuale e coerente del progetto, producendo dati interoperabili su vari software da parte di tutti i soggetti coinvolti. È inoltre più semplice programmare la manutenzione futura grazie all’elaborazione virtuale del ciclo di vita dell’edificio.
www.bimticino.ch
SPECIALE BIT 2021 / CAPIFID VALUTAZIONI IMMOBILIARI SAGL
GIOVANE CON UNA GRANDE ESPERIENZA ALLE SPALLE DINAMICA SOCIETÀ INDIPENDENTE SPECIALIZZATA IN VALUTAZIONI IMMOBILIARI PER CLIENTELA PRIVATA, ISTITUTI BANCARI E ASSICURATIVI, AL FINE DI AFFRONTARE CON COGNIZIONE E LUNGIMIRANZA QUALSIVOGLIA INVESTIMENTO IMMOBILIARE.
C
Emanuele Gianola
CAPIFID VALUTAZIONI IMMOBILIARI SAGL www.capifidvalutazioni.com
apifid Valutazioni Immobiliari, pur di recente costituzione, si pregia dell’esperienza decennale maturata e consolidata di Emanuele Gianola che da sempre opera in maniera altamente professionale ed affidabile sul mercato ticinese, svizzero ed internazionale. Gianola, che ha anche conseguito il Master in Real Estate Management presso SUPSI ed è un candidato RICS, ha assunto dal novembre scorso il ruolo di direttore di Capifid Valutazioni Immobiliari. Gli esperti della società sono partner competenti per svolgere attività di consulenza per divisioni ereditarie e societarie relative alla sostanza immobiliare; per eseguire perizie per danni immobiliari e assicurativi; per dare supporto in maniera trasparente e comprensibile a tutti gli interlocutori del progetto immobiliare; per allestire rapporti tecnici, studi di fattibilità e per gestire e monitorare lo sviluppo di progetti immobiliari in qualità di project e facility manager. I rapporti professionali elaborati dai consulenti di Capifid Valutazioni Immobiliari, detentori della certificazione personale ISO 17024/SEC 04.1 nell’ambito della valutazione immobiliare, sono orientati alla determinazione del valore di mercato secondo gli Standard di Valutazione Svizzeri (SVS), rispettando gli standard internazionali secondo i criteri delle asso-
ciazioni di categoria (SIV/SEC) e secondo le singole esigenze dei clienti. Capifid Valutazioni Immobiliari si sta facendo strada sul mercato immobiliare grazie ai servizi professionali ed articolati che la rendono partner affidabile, efficiente ed efficace per i suoi interlocutori privati e aziendali, nazionali ed internazionali anche in ragione del network di professionisti qualificati e accreditati con i quali collabora (tra cui, ad esempio, Fahrländer Partner) e dell’adesione a Capifid-Bullani SA, un Polo di consulenze con il quale può offrire nuove soluzioni innovative ed integrate.
TICINO WELCOME / SET - NOV 2021
149
SPECIALE BIT 2021 / ITTEN+BRECHBÜHL SA
RISOLUTORI DI COMPLESSITÀ STUDIO DI ARCHITETTURA TRA I PIÙ IMPORTANTI IN SVIZZERA, ITTENBRECHBÜHL PROVVEDE, SU MANDATO DEI COMMITTENTI, ALLA PROGETTAZIONE E ALLA CONDUZIONE DELL'INTERO PROCESSO DI REALIZZAZIONE FINO ALL'ENTRATA IN FUNZIONE DI UN COMPLESSO IMMOBILIARE.
Arch. Milo Piccoli Direttore succursale Lugano-Paradiso
ITTEN+BRECHBÜHL SA www.ittenbrechbuehl.ch
150
TICINO WELCOME / SET - NOV 2021
L’
attività di IttenBrechbühl contempla la progettazione e la realizzazione di edifici eterogenei come ospedali, laboratori e centri di ricerca, stazioni ferroviarie, complessi immobiliari ad uso uffici o impianti sportivi. L’azienda è presente con sette succursali in tutta la Svizzera e impiega attualmente una forza lavoro di circa 300 collaboratori. Nel 1922 Otto Rudolf Salvisberg e Otto Brechbühl fondano a Berna uno studio associato, gettando così le basi della futura IttenBrechbühl. Al 2012 risale l’inaugurazione della succursale di Lugano, diventando così l'unico studio di architettura svizzero ad essere presente in tutte le regioni linguistiche. La maggiore ambizione di IttenBrechbühl è quella di rispondere alle molte esigenze dei clienti progettando lo spazio in funzione delle necessità per cui è previsto, ottimizzando i processi ed i costi di gestione nella logica di un’edilizia sostenibile. Non meno importante inoltre è trasmettere emozioni, attraverso gli edifici progettati, creando un’identità spaziale per le persone che vivono e lavorano all‘interno. In quanto uno dei più grandi studi nel campo della progettazione – anche in collaborazione con architetti di fama mondiale – IttenBrechbühl realizza grandi progetti in modo affidabile, con mandato diretto o come partner per impresa totale, distinguendosi, nel rapporto con i committenti, come dei risolutori di complessità, con la determinazione e la competenza necessaria per supportare dei grandi progetti. La missione è dunque coordinare un pool di numerosi specialisti e progettisti set-
Centro Svizzero di Calcolo Scientifico (CSCS), Lugano Ph: ©RogerFreiZürich
toriali, gestire con sicurezza ed efficacia le interdipendenze nei processi di progettazione, consentire la comunicazione tra lingue e culture diverse, controllare costi, tempi e qualità. Fin dalla sua fondazione, IttenBrechbühl ha sempre messo alla prova la propria capacità innovativa e si è confrontata con le ultime tendenze e con le nuove possibilità offerte dalla tecnologia. Per questo è stato uno dei pionieri anche nell’impiego del BIM (Building Information Modeling) e ha ricevuto diversi premi per il suo utilizzo. L'architettura ha sempre un impatto sul paesaggio costruito ed incide sugli aspetti economici, sociali e ambientali. Di conseguenza, la sostenibilità nei progetti architettonici è un approccio e un processo integrato, unico, legato al contesto e completo, che viene perseguito fin dall‘inizio e definito in collaborazione con tutti gli utenti e i portatori d'interesse.
SPECIALE BIT 2021 / JETIKA
ALTISSIMO LIVELLO DI ECCELLENZA trasmettere i valori dell’azienda e al tempo stesso far comprendere l’impegno in termini di valore, tempo e di investimento finanziario. Il ruolo di Jetika è anche quello di sensibilizzare il cliente sulla professione di agente immobiliare, spesso non abbastanza valorizzata. Tra i numerosi servizi offerti spiccano i rendering fotorealistici, l’home staging, il declutternig. Inoltre, perizie stilate da un professionista certificato, oppure video realizzati tramite l’utilizzo di un drone. Un ulteriore servizio di grande impatto, e che forse meglio distingue Jetika, è un proprio magazine aziendale. Questo strumento cartaceo bilingue, inglese e italiano, semestrale, raggiunge la clientela più selezionata e con la forza economica necessaria per acquistare proprietà che richiedono investimenti importanti. È distribuito nell’aviazione d’affari, su circa 140 aerei privati a
JETIKA È UNA SOCIETÀ OPERANTE NEL SETTORE DELLA COMPRAVENDITA DI OGGETTI IMMOBILIARI CHE HA FATTO DELL’ECCELLENZA DEI SERVIZI OFFERTI E DELLA QUALITÀ DEL RAPPORTO CON I CLIENTI I SUOI ASSOLUTI PUNTI DI FORZA.
G
iovanna Margadant si è avvicinata all’immobiliare dopo un’esperienza di circa 20 anni nel settore dell’aviazione d’affari lavorando con profili di altissimo livello. Tornata in Ticino, si è chiesta come poter continuare ad offrire un eccellente servizio e ha deciso di inserirsi nel settore immobiliare, scegliendo ben presto di aprire una propria azienda, avvalendosi di un team dinamico di poche figure professionali, e con il supporto della sua famiglia. Il nome della società, Jetika, nasce proprio da Jet ed Etica: i jet volano a quote altissime e l’azienda persegue l’obiettivo che la sua eccellenza sia di livello elevatissimo e che l’etica professionale sia ineccepibile. Il gruppo di lavoro si divide tra Lugano e St. Moritz, dove è operativa una filiale. Il fatto che la famiglia Margadant sia originaria di St. Moritz ha contribuito a creare un rapporto di fiducia su tutto il territorio. A Lugano opera un gruppo di consulenti e collaboratori scelti per consentire una continua espansione dell’azienda: un web master, incaricato del posizionamento sulla rete, architetti, renderisti, che si occupano delle strategie marketing, e un film maker, tutti protesi a migliorare l’offerta in termini di valore e al contempo assicurare l’eccellenza nei servizi offerti. Il rapporto di fiducia instaurato con il cliente è alla base del lavoro. Particolarmente importante è
noleggio con scalo in tutto il mondo e anche nei terminali aeroportuali dedicati all’aviazione privata. Questo magazine include anche le proprietà all’estero del servizio Jetika International poiché i clienti comprano e vendono proprietà in tutto il mondo. Ai clienti è anche offerta la possibilità di acquistare beni immobiliari tramite pagamenti in crypto valute. 01 Da sinistra Patrizia Waschuth, Didier Assandri, Luigi Milanese, Giovanna Margadant
www.jetikagroup.ch
01
151
SPECIALE BIT 2021 / LIVING ITALIAN LUXURY
ARREDI ESCLUSIVI ED ETICI L’IDEA DI PORTARE NEL MONDO, GRAZIE ALL’ARREDAMENTO E AL GUSTO DEL BELLO, UN MESSAGGIO DI SOSTENIBILITÀ AMBIENTALE ED ETICA, COSTITUISCE LA PIÙ RECENTE EVOLUZIONE DI UNA AZIENDA ATTIVA FIN DAL 1940 NEL SETTORE DELL’ARREDAMENTO DI DESIGN ATTRAVERSO IL LAVORO DI TRE GENERAZIONI DI IMPRENDITORI.
Gabriele Boga, Managing Director
I
l mondo dell’arredo è sempre stato incentrato su grandi firme e designer più che sull’innovazione tecnologica verso la sostenibilità atta a ridurre l’impatto ambientale. La scelta di Living Italian Luxury si è dunque indirizzata verso la creazione di un’offerta che capitalizzi l’esperienza produttiva e di design acquisita dal-
152
TICINO WELCOME / SET - NOV 2021
la famiglia, unendola ad aspetti di sostenibilità, tesi a salvaguardare l’ambiente per le generazioni future e generare un impatto positivo verso i dipendenti, le comunità locali e tutti gli stakeholder, tematiche sempre più importanti per i consumatori globali. Oggi le innovazioni introdotte permettono di rispondere a queste esigenze dei clienti, garantendo arredi esclusivi con un ridotto impatto ambientale grazie a tessuti ecosostenibili di lusso; pelli vegane, con le medesime performance di pelli animali, fatte di materiali innovativi come ananas e uva; poliesteri provenienti da bottiglie riciclate; gomme poliuretane per le sedute degli imbottiti riciclate, riciclabili e compostabili. In sintesi, la strategia aziendale di LIL è tesa a garantire un prodotto sartoriale di lusso ma con elevati standard di sostenibilità ambientale ed etica. Dal punto di vista ambientale l’obiettivo è ambizioso: non solo di arrivare ad azzerare nel 2025 le emissioni di CO2, ma anche quello di compensare le emissioni di terzi contribuendo così, con la propria attività, a salvaguardare
l’ambiente. Sotto il profilo della sostenibilità etica, LIL ha promosso partnership con alcune delle più importanti ONLUS di cui ne condivide i valori e l’operato destinandone una percentuale dei propri profitti. Living Italian Luxury vuole raggiungere dalla Svizzera i mercati internazionali, supportando i suoi clienti nella valorizzazione dei diversi ambienti con un’offerta unica che spazia dalle cucine alle zone living, dalla zona notte ai bagni, arrivando a soluzioni di home office ed integrando elementi d’arte classici e moderni, per creare soluzioni ancora più esclusive. I clienti di LIL diventano poi dei veri propri ambasciatori diffondendo il concetto cardine del suo ethos: l’importanza di unire al gusto del bello la sostenibilità ambientale ed etica.
LivingItalianLuxury.com
SPECIALE BIT 2021 / OAK
STILE ITALIANO NEL MONDO
01 – Libreria Pentagramma, Design Nicola Gallizia, Metronome Collection, 2020 – Pouf in stile, Collezione Galleria, 2008 Ph: ©Tiziano Sartorio
OAK È UN'AZIENDA ITALIANA DI ARREDAMENTO CHE PROGETTA E PRODUCE INTERNI DAL 1979.
01
L’
azienda si trova a soli 35 km a nord di Milano, nel cuore della Brianza, sinonimo di arredi di alta qualità: il prestigio della sua produzione affonda le proprie radici in una lunga tradizione di sapienza artigianale caratteristica di questi luoghi. OAK è specializzata nella creazione di progetti completi d’interni che dalla progettazione alla produzione, installazione di mobili e accessori, logistica e montaggio, applicano un approccio sartoriale agli spazi: tutti gli arredi sono progettati, costruiti e consegnati pronti per l’uso. L’azienda ha una divisione creata per soddisfare le aspettative di qualità, prestigio e lusso nella contemporaneità. Le nuove collezioni incontrano infatti il gusto dei clienti che amano un arredamento moderno, elegante nelle forme e originale, capace di creare spazi raffinati e personalizzati. Questi prodotti costruiscono un immaginario attuale, di una casa che non rinuncia alla qualità dei dettagli, con ottime rifiniture e materiali preziosi: elementi classici rivisitati nella loro praticità. Per realizzare questa idea di modernità, OAK ha richiesto il contributo di designer internazionali quali Paolo Portoghesi, Ettore Sottsass, Luca Scacchetti,
Mario Bellini, Marco Piva e Nicola Gallizia: ciascuno ha messo a disposizione il proprio design e stile. Autori e oggetti che differiscono immensamente l’uno dall’altro: un caleidoscopio di soluzioni e approcci con un denominatore comune offerto dalla qualità del prodotto e dall’eleganza del progetto. OAK riscopre anche la memoria e il fascino del passato attraverso collezioni che evocano un gusto classico insieme ad una ricerca approfondita di nuovi materiali e finiture. L’offerta è ampia e strutturata per coprire tutte le tipologie abitative. Dal soggiorno al salotto, dallo studio alla camera da letto, tutti gli elementi hanno un alto valore decorativo e sono proposti negli stili più diversi. Tutti pezzi in cui la qualità della manifattura, la
selezione dei materiali e le linee preziose e raffinate danno origine ad elementi d’arredo che, grazie a una reinterpretazione di stili e forme tradizionali, valorizzano gli interni delle case contemporanee. L’artigianalità, abbinata alla ricerca e alla sperimentazione nel campo del design, permettono di modellare spazi prestigiosi, elevando il gusto del cliente a un’identità spaziale riconoscibile e di grande valore. L’approccio tradizionale alla composizione, unito alla sperimentazione con i processi del design, consentono una cura minuziosa del dettaglio e un servizio completo di elevata qualità. oakdesign.it – oak.it
02
02 – Poltroncine Melodia, Design Nicola Gallizia, Metronome Collection, 2020 – Tavolino Limited Edition, Mobile 5-D, Design Ettore Sottsass, 2002 Ph: ©Tiziano Sartorio
TICINO WELCOME / SET - NOV 2021
153
SPECIALE BIT 2021 / VERDE PROFILO
VIVERE CIRCONDATI DAL VERDE 02
VERDE PROFILO PROGETTA E REALIZZA SPAZI VERDI INTERNI ED ESTERNI CON I SISTEMI BREVETTATI VP-MODULO E MOSSWALL® CHE SFRUTTANO LE TECNICHE PIÙ RECENTI PER LA SOPRAVVIVENZA DELLE PIANTE. 01
01 KFC Luogo: Losanna Ownership: Lo Ummebules SA Losanna Studio Tecno Clima - Luca Giordano Lugano 02 RAS Project Management: Artech Project management SA Progetto: Luca Gazzaniga Architetti SAGL Ph: © Enrico Cano 03 Banca del Sempione Luogo: Green Division Banca del Sempione - Lugano Project: Federico Malnati Architect
154
TICINO WELCOME / SET - NOV 2021
I
l sistema di Giardini Verticali di Verde Profilo grazie al sistema brevettato VP-MODULO, certificato LEED, sfrutta le tecnologie più avanzate senza perdere di vista le più contemporanee esigenze di design e di creatività. Con i Giardini Verticali qualsiasi ambiente si trasforma in un’oasi di benessere e relax. Sono realizzati su misura e adatti all’arredo degli spazi esterni e interni. Il sistema VP-MODULO consente infatti di ottenere ottime prestazioni tecniche ed estetiche, grazie alla riserva idrica e all’utilizzo di vasche modulari in EPP che ga-
rantiscono un corretto attecchimento delle essenze utilizzate. La scelta delle essenze vegetali durante la fase progettuale viene eseguita dai progettisti in funzione dello specifico contesto ambientale, ponendo particolare attenzione all’esposizione solare, all’illuminazione naturale nonché all’aerazione del luogo, L’insieme della struttura di sostegno e dell’impianto di fertirrigazione non consentono il passaggio né di umidità né di acqua verso la parete su cui il giardino è fissato, preservando quindi il muro da eventuali infiltrazioni. L’intervento di Verde Profilo si artico-
SPECIALE BIT 2021 / VERDE PROFILO 03
la in tre distinte fasi: analisi del contesto, progettazione su misura, realizzazione chiavi in mano. Di grandissima importanza è lo studio dell’ambiente e della qualità della luce presente con particolare attenzione al clima in cui cresceranno le essenze, progettando un sistema in cui la natura delle piante sia pienamente rispettata. La selezione delle piante avviene con attenzione all’ambiente in cui cresceranno, inserendole all’interno del progetto nel rispetto del disegno di qualificati garden designer. L’assistenza è fornita su tutto il territorio della Svizzera. MOSSwall® è l’innovativo prodotto per realizzare Giardini Verticali indoor senza manutenzione. Consente di creare in poco tempo suggestivi rivestimenti naturali con colorazioni differenti totalmente naturali.
I pannelli di MOSSwall® sono predisposti per il fissaggio diretto a parete o attraverso un sistema di montanti, che consente di realizzare anche pareti a spinta o autoportanti bifacciali. Un rivoluzionario sistema di divisione degli spazi senza necessità di realizzare opere murarie. MOSSwall® è antistatico e antibatterico, costituisce un ambiente ostile alla riproduzione di insetti. MOSSwall® è un lichene naturale stabilizzato, che può essere usato solo in ambienti interni dove è possibile garantire un livello di umidità relativa nell’ambiente pari al 40%. Non deve essere esposto a luce solare diretta o a fonti di calore o alle intemperie. Dal Giardino Verticale classico ai diversi layout, dalle pareti in muschio stabilizzato MOSSwall® ai prodotti di Green Design, è facile trovare la solu-
zione più adatta alle proprie esigenze. Green Design è una linea di prodotti studiati da Verde Profilo in grado di integrarsi nella quotidianità delle persone e di adattarsi facilmente ad ogni ambiente indoor e outdoor, rendendolo ancora più accogliente e ricercato. Le soluzioni proposte, alcune delle quali nate dalla collaborazione con esperti designer, rispondono alle nuove necessità legate alla progettazione degli spazi della quotidianità, permettendo di arredare in modo originale i locali di uffici ma anche della propria casa. La continua ricerca ha permesso di creare prodotti innovativi, green e funzionali, che comunicano l’attenzione e la sensibilità eco- friendly dell’azienda. www.verdeprofilo.com TICINO WELCOME / SET - NOV 2021
155
SPECIALE BIT 2021 / OFFICINE CAMERONI SA
LA FORZA DI UN’IMPRESA FAMILIARE AZIENDA TICINESE A CONDUZIONE FAMILIARE PRESENTE SUL MERCATO DA OLTRE 60 ANNI, È ATTIVA NEL CAMPO DELLE COSTRUZIONI METALLICHE, INIZIALMENTE COME IMPRESA ARTIGIANALE SPECIALIZZATA NEL FERRO BATTUTO E OGGI CON UN VENTAGLIO MOLTO AMPIO DI PRODOTTI, CONCEPITI SU MISURA.
L’
avventura imprenditoriale ebbe inizio nel 1940 con il nonno Alfredo, fabbro di paese, quindi l’attività venne ripresa nel 1958 dal figlio Pietro, in un’epoca in cui era necessario fare molti sacrifici. La lunga esperienza maturata nel tempo ha permesso a questa azienda di crescere negli anni permettendole di affermarsi e consolidarsi, diventando una realtà apprezzata sul territorio, senza rinunciare alle proprie origini e allo spirito artigianale che ancora la contraddistingue. Dal maggio 1989 l’Officina Cameroni si è trasformata in società anonima e la conduzione amministrativa e tecnica è stata suddivisa tra i membri della famiglia. Oggi la dinastia, oltre a Pietro Cameroni, presidente ed amministratore
unico, è composta da: Claudio, responsabile della produzione in officina; Patrizia, Responsabile dell’amministrazione e Fabio, Progettista metalcostruttore, inoltre sono attivi anche Loris Cameroni, che ha terminato l’apprendistato da metalcostruttore, e Andrea, che quest’anno ha terminato il tirocinio come apprendista disegnatore metalcostruttore. Oggi le Officine Cameroni S.A. dispongono complessivamente di 30 dipendenti tra cui 3 tecnici qualificati una segretaria e una contabile federale. L’azienda si è dotata di tecnologie avanzate con importanti investimenti, tra cui un centro di lavoro per la pro-
duzione dei serramenti in alluminio. L’azienda è molto attiva, tramite l’associazione AM Suisse Ticino, nel campo della formazione, con corsi di aggiornamento professionale, e un’attenzione particolare alla preparazione dei giovani apprendisti metalcostruttori e disegnatori. La produzione è molto diversificata, iniziando dalla progettazione e concludendo con il montaggio, utilizzando materiali e prodotti di prima qualità provenienti da fornitori leader nel settore, privilegiando aziende ticinesi e svizzere, nel rispetto della puntualità. Principali settori d’attività riguardano finestre e porte in alluminio, serramenti scorrevoli e minimali, porte in acciaio, parapetti e scale, giardini d’inverno, verande, chiusure di balconi e opere da fabbro in genere.
OFFICINE CAMERONI SA www.officinecameroni.ch
156
SWISS MEDITERRANEAN
the finest real estate since 1973
Gentilino, rif. LUG1061
Ascona, rif. 88611
Castagnola, rif. LUG1058
Morcote, rif. LUG1060
PER SAPERNE DI PIÙ Scansioni il codice QR con la fotocamera del suo cellulare oppure ci visiti su www.wetag.ch Contatti +41 91 601 04 40 info@wetag.ch Fosano, rif. LOC1055
La nostra rete internazionale
ARCHITETTURA / WETAG
TURISTI IMMOBILIARI 01
Da sinistra: Philipp Peter e Ueli Schnorf
QUANDO LA RICERCA DI UNA CASA DIVENTA IL PRETESTO PER VISITARE PROPRIETÀ DA SOGNO IN TICINO
A
chi non piacerebbe curiosare al di là di quei meravigliosi cancelli che a volte si intravedono lungo le strade che costeggiano il lago di Lugano e il lago Maggiore? Ma se la maggior parte delle persone si accontenta di immaginare e sognare stupende proprietà, c’è chi - senza troppi scrupoli e con la scusa di voler acquistare la villa - cerca di entrarci. Diventa quindi indispensabile individuare immediatamente questa tipologia di clienti e congedarli.
portante che un venditore conosca la storia del territorio in cui opera. Ma torniamo alla signora, che da un momento all’altro è sparita, lasciandomi un ricordo che è durato a lungo nella mia macchina: l’odore del cane, che durante la visita di una proprietà in Valle Maggia, era stato poco bene…». Philipp Peter, comproprietario Wetag: «Ci sono diversi tipi di turisti immobiliari e possiamo riconoscerne tre tipo-
Ueli Schnorf, comproprietario Wetag: «Ricordo con un sorriso quella signora e quel suo cagnolino bianco, penso fosse un barboncino. Sono passati diversi anni e sinceramente credo che volesse realmente acquistare una casa, ma aveva le idee molto confuse e ha approfittato della mia gentilezza. Non so come avrei reagito oggi, ma allora mi sono ritrovato a farle da cicerone e taxista per diversi giorni. Andavo a prenderla al suo albergo, l’accompagnavo nelle location più esclusive, raccontandole aneddoti interessanti e affascinanti, anche a livello storico. È infatti molto im02
158
TICINO WELCOME / SET - NOV 2021
logie: il curioso, il presuntuoso e l’affascinante. Il primo, senz’altro il genere più comune, si indirizza ad un’agenzia perché interessato a vedere proprietà che non potrà mai permettersi. In poche parole nel suo tour vacanziero cerca di includere oggetti unici a livello architettonico, situati in posizioni altrimenti irraggiungibili e con viste mozzafiato. Il secondo, invece, cerca di far credere di avere grandi capitali e si serve di un’agenzia rinomata
ARCHITETTURA / WETAG 03
rizzo al quale avevamo spedito le informazioni era quello di una prigione in Germania e quando li contattavamo telefonicamente ci dicevano che non potevano darci troppe informazioni… ecco in questo caso siamo rimasti molto cauti, perché tutto, assolutamente tutto, faceva presagire il peggio!».
01 Modernità e lusso con zona fitness, spa, squash e simulatore di golf Carona, Lago di Lugano — rif. 88518 02 Vita esclusiva tra il lago e la natura Montagnola, Lago di Lugano — rif. 88438 03 Proprietà di lusso con dependance ospiti, piscina e molto spazio Orselina, Lago Maggiore — rif. 88424
per accrescere la sua credibilità e visibilità in società. Arriva al punto di firmare contratti di riservazione e riesce a procurarsi, illegalmente, certificati bancari firmati da direttori inesistenti. L’ultimo genere è normalmente legato ad una donna molto affascinante. L’uomo per far bella figura fa credere alla compagna di avere grandi disponibilità finanziarie, insieme visitano proprietà da sogno, ma al momento di concretizzare l’acquisto non si fa più sentire e non risponde al telefono. In poche parole, in tutti e tre i casi, questi personaggi spariscono nel nulla e se manca l’esperienza (incluso un buon sesto senso) si rischia di investire molto tempo per niente. Per questa ragione, anche per la vendita, è consigliabile rivolgersi sempre ad agenzie serie, professionali e con conoscenze adeguate, proprio per evitare di imbattersi in questi imbroglioni. Da parte nostra facciamo sempre delle verifiche: la prima, la più semplice, consiste nel mettere in nome del cliente in Google. Questo sistema è molto utile perché la maggior parte dei clienti fa-
coltosi fanno parte di grandi società. In ogni caso per le proprietà superiori agli 8 milioni richiediamo degli attestati di solvibilità (proof of founds). Ma bisogna anche stare attenti perché le apparenze possono sempre ingannare, ricordo un uomo molto semplice: scarpe da ginnastica, jeans, maglietta e capellino da baseball… il cui nome non appariva in nessun motore di ricerca; la prima impressione poteva essere di un tipico turista immobiliare ma poi, parlandoci assieme, ascoltando la sua vita e la sua carriera, si è dimostrato essere un multimilionario che ha sempre vissuto con un profilo basso. Questo per farci capire la complessità di un lavoro come quello dell’agente immobiliare». Ueli Schnorf: «Effettivamente non è sempre facile capire chi ci si trova davanti. Diversi anni fa sono arrivati due tedeschi che volevano visitare due meravigliose ville, si sono presentati con un vecchissimo Ford Taunus e sembravano usciti da un film gangster. Dopo un primo controllo risultava che l’indi-
WETAG CONSULTING Riva Antonio Caccia 3 CH-6900 Lugano Via Antonio Ciseri 13A CH-6600 Locarno Via Beato Berno 10 CH-6612 Ascona www.wetag.ch www.journal.wetag.ch info@wetag.ch +41 (0)91 601 04 40 TICINO WELCOME / SET - NOV 2021
159
ARCHITETTURA / FONTANA SOTHEBY’S INTERNATIONAL REALTY
GIANLUCA RIGHETTI, MANAGING DIRECTOR E DEBORAH FONTANA, SALES DIRECTOR DI FONTANA SOTHEBY’S INTERNATIONAL REALTY, SPIEGANO COME LA PANDEMIA NON ABBIA FERMATO LA CORSA ALL’ACQUISTO DI VILLE DI LUSSO, SEMPRE PIÙ APPETITE DA UNA FACOLTOSA CLIENTELA NAZIONALE E INTERNAZIONALE.
IL LUSSO NON CONOSCE CRISI
O
ra che il peggio sembra essere passato, è possibile iniziare a tirare le somme degli effetti determinati dalla pandemia, con riferimento in particolare al segmento delle ville di lusso? «All’inizio della crisi sanitaria abbiamo fortemente temuto che si potesse registrare un fermo delle compravendite e un forte rallentamento della dinamica
160
TICINO WELCOME / SET - NOV 2021
dei prezzi. Poi, con il passare dei mesi, ci siamo accorti che stava accadendo esattamente il contrario: la domanda di abitazioni era in forte crescita». Possiamo vedere nel dettaglio quali sono state le motivazioni all’acquisto enfatizzate dalla pandemia e dai periodi di forzato isolamento? «Le cause del fenomeno sono probabilmente molteplici. Di ordine economico,
ARCHITETTURA / FONTANA SOTHEBY’S INTERNATIONAL REALTY
franchi. Vista la situazione che riteniamo eccezionale e transitoria non abbiamo ritenuto opportuno modificare il prezzi di vendita. Gli oggetti disponibili spesso non vengono neppure immessi sul mercato, ma sono venduti attraverso trattative riservate. Per questo risulta fondamentale rivolgersi ad agenzie specializzate come la nostra, che grazie ad un forte radicamento nella realtà locale, dispongono sempre di informazioni aggiornate sull’andamento del mercato e sono in grado di trovare soluzioni in base a specifiche richieste» in relazione alla crisi di altri settori di investimento e alla ricerca di “beni rifugio” alternativi, con il ricorso al mattone come garanzia di stabilità e sicurezza. Ma anche di ordine psicologico, con il bisogno di affrontare i mesi di forzato isolamento in un ambiente familiare il più possibile confortevole. E, in questa prospettiva, le residenze con spazi aperti e verdi, attici, giardini privati e soprattutto ville sono diventati in breve tempo gli oggetti immobiliari più ricercati. Purtroppo, il patrimonio edilizio ticinese, soprattutto nel segmento del lusso, non dispone di un adeguato numero di oggetti di questo tipo, e dunque la scarsità dei beni richiesti determinerà a medio termine un aumento dei prezzi».
ginevrina dove, nella fascia di prezzo più alta, le case vengono vendute a partire da 36.000 franchi per metro quadrato di superficie abitabile. Scendendo di prezzo, troviamo la regione del lago di Zurigo (prezzi che partono da 25.000 franchi al m2), poi la città di Zurigo (22.000), Zugo e Wollerau». E per quanto riguarda l’Engadina? «L’Engadina si conferma un’area dove la richiesta di ville da acquistare è da anni molto sostenuta e dove la pandemia non ha certo interrotto questo trend, anzi se possibile l’ha ulteriormente accentuato. Nell’Alta Engadina, a St. Moritz, il segmento del lusso parte da un livello attorno ai 26.000
Da ultimo, cosa possiamo dire riguardo alla regione del lago di Lugano? «Nel Luganese i prezzi al metro quadrato per le top-locations si situano in una fascia tra CHF 15’000 e CHF 25’000. Nel Cantone i prezzi nel comparto lusso e super-lusso non sembrano essere aumentati in modo sensibile, mentre negli ultimi mesi si è accresciuta di molto la domanda. Alle motivazioni sopracitate si aggiunge la piacevolezza derivante dal poter vivere in una villa al lago, con i vantaggi che offre in termini di clima, relax, riservatezza, tutte qualità particolarmente apprezzate da una clientela nazionale e internazionale». www.fsir.ch
Alla luce di queste considerazioni, in che misura è mutato il mercato svizzero? «Secondo i dati riportati da UBS si stima che in Svizzera, nell’ultimo anno il numero di transazioni sia aumentato di oltre la metà rispetto all’anno precedente e di circa tre volte rispetto alla media quinquennale. I prezzi sono invece cresciuti mediamente del 9% nelle località più esclusive, cioè oltre il doppio rispetto alla media del +4,4% registrata per l’intero mercato immobiliare svizzero. Naturalmente, bisogna poi introdurre delle distinzioni tra le diverse aree e tipologie di immobili. I valori massimi si sono registrati nella regione TICINO WELCOME / SET - NOV 2021
161
ARCHITETTURA / ARCH. CLAUDIO LO RISO
Ph: © Gianni Vacca
DESIGN, INNOVAZIONE E SOSTENIBILITÀ
INCONTRO CON L’ARCH. CLAUDIO LO RISO, TITOLARE DI UNO STUDIO DI ARCHITETTURA, MOLTO ATTIVO IN TICINO E ALL’ESTERO, CHE HA FATTO DEL DESIGN, DELL’INNOVAZIONE E DELLA SOSTENIBILITÀ GLI IRRINUNCIABILI PUNTI DI FORZA PER L’EDILIZIA DEL FUTURO.
CLAUDIO LO RISO ARCHITETTO Via San Salvatore 2 CH-6900 Lugano-Paradiso T. +41 (0)91 923 15 71 www.loriso.ch
162
TICINO WELCOME / SET - NOV 2021
I
l vostro Studio di architettura è tra i più conosciuti in Ticino. Quali sono gli obiettivi su cui, nonostante la pandemia, avete concentrato i maggiori sforzi? «La ringrazio per la considerazione e quale premessa, dopo circa 30 anni di carriera, tengo a precisare che chi si rivolge al nostro Studio si rapporta con una realtà dai forti valori etici e professionali, sui quale abbiamo costruito insieme a tutti i collaboratori la nostra credibilità. Un importante e prioritario obiettivo intrapreso nei mesi scorsi è stato quello di strutturare lo Studio secondo il processo BIM (Building Information Modelling): la digitalizzazione del mondo delle costruzioni, le relative normative SIA e ISO, i protocolli e le procedure sono diventate un pilastro della nostra organizzazione. Ora siamo pronti a supportare clienti ed immobi-
liari nella stesura di strategie e documenti lato committente; ma anche a progettare architettura e interni organizzando la collaborazione tra più stakeholders all’interno di un CDE e disciplinata da un BEP scritto da noi». Quali recenti lavori avete sviluppato o concluso in Ticino? «Ci siamo soprattutto concentrati su realizzazioni di edilizia residenziale con alcune palazzine a Lugano (Residenza Sole e Palazzo Maurice) e a Viganello. Un progetto di grande interesse riguarda poi la ristrutturazione della Chiesa di Lamone, che stiamo portando avanti facendo ricorso a materiali particolarmente innovativi, come per esempio coppi fotovoltaici. Quello della ricerca di materiali che garantiscano un autentico risparmio energetico è un tema che mi affascina
ARCHITETTURA / ARCH. CLAUDIO LO RISO
molto e riguardo al quale da tempo vado concentrando le mie ricerche e le miei esperienze progettuali». Architetto ticinese, ma con lo sguardo rivolto anche all’estero. Quali sono i principali progetti che avete appena concluso o state attualmente realizzando fuori dal Ticino? «Abbiamo realizzato importanti edifici in Svizzera interna, come per esempio una Casa dello studente a Windisch nel Cantone Argovia, o impegnative ristrutturazioni di interni in Italia, tra cui un attico a Milano all’interno di un edificio progettato da Vico Magistretti. Oltre a questi prestigiosi progetti di interior design, altra materia nella quale ci siamo specializzati, nei mesi passati ci è stato confermato il mandato di Local Architect per uno studio internazionale in collaborazione con un’importante società di Project Management a livello mondiale: il nostro mandato terminerà a breve ma considerando la proficua collaborazione che si è instaurata il nostro auspicio è di continuare ad essere coinvolti anche su altri progetti».
Quali sono i problemi, ma anche i punti di forza che un architetto ticinese deve affrontare quando è chiamato a confrontarsi con un’agguerrita concorrenza internazionale? «Rispetto ad altre realtà operanti in ambiti territoriali più estesi e popolosi, la nostra visione e la nostra missione quotidiana sono quelle di diventare un punto di riferimento per i nostri clienti, locali o internazionali che siano, nella progettazione architettonica e d’interior fondata sui processi BIM e Project Management: siano essi in Svizzera o all’estero i nuovi strumenti consentono di coordinarsi e lavorare con efficienza anche restando basati in un piccolo Cantone quale è il Ticino, ma che da sempre vanta proficui rapporti di ricerca, sviluppo e collaborazione in tutto il mondo». Da tempo ormai si parla di architettura sostenibile per gli edifici del futuro. Quali sono le esperienze più valide e le tecnologie più performanti cui anche lei ha scelto di fare riferimento nella realizzazione dei suoi progetti?
«Voglio ricordare che la dimensione 7D del BIM è proprio relativa alla sostenibilità: data per assodata la modellazione 3D e i vantaggi derivanti dalla gestione dei tempi 4D, dei costi 5D e del facility management 6D (utilissima per le immobiliari), la dimensione 7D del BIM diventerà sempre di più un caposaldo del nostro settore, al fine di realizzare dei progetti che risultino sostenibili da un punto di vista ambientale, economica e sociale. Credo che gli anni che stiamo vivendo rappresentino, per quanto riguarda la sostenibilità, un vero e proprio punto di svolta: i processi di avanzamento della tecnologia e la ricerca sui materiali innovativi ci mettono di fronte alla concreta possibilità di passare dalla progettazione di edifici che garantiscano un risparmio energetico, alla realizzazione di edifici che producano essi stessi energia, pulita e rinnovabile, affinché architettura ed edilizia possano concorrere anch’esse, in modo concreto, alla salvaguardia del pianeta in cui viviamo».
TICINO WELCOME / SET - NOV 2021
163
ARCHITETTURA / MG FIDUCIARIA IMMOBILIARE
GIOVANNI MASTRODDI SPIEGA LE RAGIONI DEL SUCCESSO DI UN’AGENZIA CHE DA SEMPRE HA SCELTO DI METTERE AL CENTRO DELLA SUA ATTENZIONE L’UOMO, CON LE SUE PROFESSIONALITÀ, COMPETENZE ED EMOZIONI.
LA NOSTRA EMPATIA EMOTIVA. CONSOLIDARE IL SUCCESSO
Q
uali sono le ragioni che negli anni hanno consentito a MG Immobiliare di raggiungere una posizione di riferimento nella città di Lugano e in Ticino? «Siamo una società che vanta oltre 26 anni d’esperienza, maturata conservando sempre lo spirito “privato e familiare” della nostra impresa. Nel tempo, abbiamo continuamente aumentato il nostro fatturato, grazie alla fiducia dei clienti e anche dei promotori immobiliari, che hanno creduto nelle nostre capacità di vendita e di concretezza. Il successo continuo, costantemente alimentato dalle vendite, è frutto del lavoro del nostro team: infatti, abbiamo da sempre creduto e sviluppato il principio in base al quale oltre alle qualità personali vadano messe in gioco anche l’iniziativa, l’empatia, la capacità di adattarsi e di essere persuasivi». Nella vostra comunicazione fate riferimento al concetto di empatia emotiva. Di che cosa si tratta? «Tutti, non solo i clienti ma anche colleghi e professionisti con i quali entriamo in contatto, riconoscono la nostra empatia emotiva, cioè la capacità di provare le stesse emozioni del
164
TICINO WELCOME / SET - NOV 2021
01
cliente, ascoltandolo sempre associando anche l’empatia e ovviamente l’assertività. Proprio la capacità di comunicare il nostro pensiero o consiglio quando richiesto, ci ha permesso negli anni di mantenere relazioni di grande qualità sul piano umano e vincenti sotto l’aspetto professionale». Quali sono gli obiettivi principali che vi siete posti in un’ottica di sviluppo futuro?
«Vogliamo, nei confronti dei clienti così come verso i collaboratori, mantenere vivo l’entusiasmo e la motivazione personale con energia e partecipazione, migliorando le relazioni personali e professionali ed ovviamente l’efficienza tramite corsi, aggiornamenti, studi ed analisi. Abbiamo fatto in modo che, anche nei momenti difficili della pandemia, i nostri collaboratori potessero credere in loro stessi e nel futuro, alimentando la consapevolezza dei propri mezzi e della propria autostima e vivendo il rapporto con cliente, venditore e acquirente con gioia e serenità».
02
E per quanto riguarda le prospettive della vostra azienda? «L’obiettivo è quello di accrescere ancora la nostra capacità di elevare l’attenzione, il cosiddetto “focus” che ci viene trasmesso quotidianamente dai clienti con cui entriamo in contatto. Ciò permetterà ai nostri collaboratori e a noi stessi di trasmettere e riconoscere tutte le attenzioni che il cliente richiede, arrivando alla concretezza della efficienza operativa, grazie anche all’attività di “empowerment” ossia responsabilità, emancipazione e delega. Siamo infatti sempre più convinti che il nostro successo passato, presente e confidiamo anche futuro sia dovuto alle relazioni personali e professionali ottime, allo spirito di squadra che vige da sempre e alla consapevolezza del ruolo di ciascuno nel prendere le decisioni e nel coinvolgimento nelle operazioni di gestione fino ad arrivare al successo con la vendita». In sintesi, quali sono i punti di forza che distinguono MG Immobiliare dai suoi competitors? «La risposta è facile a dirsi, ma rappresenta il risultato di anni di duro lavoro.
Facciamo con passione questo mestiere, aiutando il cliente, mantenendoci preparati ed aggiornati professionalmente ed amando il nostro territorio, con intelligenza emotiva e empatia costruttiva con la continua ricerca di ville e appartamenti atti a soddisfare le tante richieste che ogni giorno ci pervengono da clienti svizzeri ed internazionali. Abbiamo affrontato le difficoltà dei mesi scorsi e ci siamo fatti trovare pronti alla ripartenza attraverso la preparazione e lo studio e analizzando tutte le forme di cambiamento che inducono una persona o una famiglia a desiderare e scegliere un immobile. Le nostre chiavi vincenti sono passione, empatia, intelligenza emotiva, amore per il territorio e capacità di trasmettere ai clienti il nostro piacere di ascoltarli e soddisfarli sempre. Come è stato dimostrato dalle recenti vendite concluse nel 2020 e 2021, ed il continuo coinvolgimento sia per la vendita di singoli appartamenti e ville che in nuove promozioni immobiliari».
01 Lugano Sorengo Moderna villa con giardino, terrazzi e piscina. Vista lago da sogno. 02 Lugano Comano Prestigiosa villa di carattere, con ampio giardino e piscina, immersa nel verde e nella quiete.
MG IMMOBILIARE FIDUCIARIA SAGL Via Pessina 9 CH-6900 Lugano T. +41 (0)91 921 42 58 www.mgimmobiliare.ch TICINO WELCOME / SET - NOV 2021
165
ARCHITETTURA / NEW TRENDS SA
LA SENSAZIONE È CHE «IL TEMPO SIA VOLATO»; EPPURE NEW TRENDS SA COMPIE QUESTO MESE 30 ANNI.
U
na veneranda età se si pensa che la media di vita delle aziende è scesa oggi a 12 anni. Esattamente l’opposto di quanto succede agli esseri umani (la cui media è salita ad oltre 90 anni). I giovani si sposano sempre più tardi e spesso a quest’età sono ancora singles. A noi piace pensare che siamo in una fase di maturità, non solo perché già da 20 anni due generazioni collaborano nella conduzione aziendale, ma perché abbiamo accumulato moltissima esperienza, imparando sempre cose nuove, anche nelle situazioni più difficili, riuscendo così a superare diverse crisi del settore. Abbiamo iniziato con l’intermediazione, 10 anni dopo abbiamo partecipato alla realizzazione di un complesso di 21 villette a Grancia per poi passare a palazzine di massimo 24 unità ed infine ad aprire il settore locazione: in breve, abbiamo coniugato
166
TICINO WELCOME / SET - NOV 2021
TRENT’ANNI DI PASSIONE IMMOBILIARE
l’attività commerciale con quella di progettazione e realizzazione, creando interessanti sinergie. E oltre a ciò? Abbiamo costruito un team affiatato di 12 persone, una rete di collaborazioni sia locali che nazionale ed internazionali, affinato dei processi di acquisto e di vendita standardizzati in modo da garantire una buona e costante qualità di servizio ed infine sviluppato la capacità di operare in sette lingue (risorsa indispensabile per il mercato internazionale). L’attenzione verso le novità ha spinto oltre venti anni fa New Trends SA ad essere tra le prime immobiliari in Ticino a creare un sito che non fosse solo un biglietto di visita ma un vero e proprio catalogo online completo di piani di costruzione, foto, planimetrie e descrittivo. Il desiderio di energia pulita ci ha fatto predisporre le prese per auto elettriche in autorimessa già 14 anni fa, ci ha fatto adottare sistemi
di riscaldamento “puliti” (pompa geotermica), pannelli fotovoltaici e nuove tecnologie per non sprecare enegia (p.e. il sistema di accumulo di elettricità in batteria virtuale, tipo “cloud”). Ma cosa ci ha dato più soddisfazione in tutti questi anni? Sicuramente l’aver aiutato centinaia e centinaia di famiglie a realizzare il sogno di una casa propria sia con immobili da noi concepiti e realizzati, sia con immobili da noi commercializzati. Senza dimenticare tutto il lavoro di squadra che abbiamo sviluppato con artigiani, architetti, ingegnieri, notai, avvocati, per non citare che le categorie più note. E, non meno importante, l’aver formato decine di professionisti principalmente in qualità di impiegati e venditori. In sostanza, New Trends SA è orgogliosa di aver dato un valido contributo al contesto sociale con le opere realizzate, con il lavoro creato e con i servizi resi. Cogliamo quest’opportunità per ringraziare pubblicamente tutti i nostri clienti, collaboratori e partners che in questi 30 anni ci hanno dato la cosa più importante per noi, la linfa vitale della nostra esistenza: la loro fiducia. E per il futuro? Stanno avvenendo cambiamenti epocali di cui ancora non percepiamo l’ampiezza. Nel nostro lavoro saranno sempre più importanti i motori di ricerca, le piattaforme, i social media, la realtà virtuale, la realtà aumentata, il digital marketing, il funnel; “le macchine”, i processi automatici e l’intelligenza artificiale conquisteranno sempre più spazio. E quindi siamo destinati a
ARCHITETTURA / NEW TRENDS SA
scomparire? Crediamo proprio di no e per diversi motivi: dapprima perché metteremo, come sempre, questi nuovi strumenti al servizio dell’uomo, secondariamente perchè la nostra è un’attività troppo complessa per essere gestita “meccanicamente” in quanto richiede una visione sincronica tra discipline molto diverse: marketing, edilizia, diritto, finanza,
negoziato e per finire perché ci sono sempre proprietà difficili da vendere (a seguito di divorzi, di scioglimenti di comunioni ereditarie ecc.). In tutti questi casi ed altri in cui il fattore umano è una risorsa determinante, noi siamo sicuri di essere particolarmente utili ai nostri clienti. Chi non si adegua al cambiamento non ha futuro. Di fronte alle sfide si può
avere paura e trincerarsi dietro le vecchie certezze. New Trends SA intravvede ancora una volta, invece, l’opportunità per trovare soluzioni nuove, usando esperienza e creatività ma lasciando comunque inalterati i suoi valori fondanti: il giusto equilibrio tra profitto ed etica, intesa come attenzione agli interessi di tutto quello che ci circonda: persone, natura, clima.
RESIDENZA OPTIMA, MONTAGNOLA Nostra realizzazione del 2020. Immobile totalmente ecologico (geotermia, pannelli fotovoltaici, prese per ricarica auto elettriche). 6 appartamenti di pregio di cui 2 con grande giardino, zona molto silenziosa.
RESIDENZA SYNTHESIS, VEZIA Nostra ultima realizzazione ultimata quest’anno. 8 appartamenti con cui 4 con grande giardino, 2 negozi e 2 uffici. Sistema ad accumulazione elettrica di tipo cloud, prima in Ticino.
TICINO WELCOME / SET - NOV 2021
167
ARCHITETTURA / NEW TRENDS SA
VILLA CONTIGUA INDIPENDENTE FRONTE LAGO CON GIARDINO, PISCINA E ACCESSO A POSTO BARCA Immobile più unico che raro in quanto situato direttamente al lago al quale i proprietari possono accedere direttamente dal giardino privato con una scala. Sito all’estremità di una Residenza di poche unità nel distretto di Lugano, l’interno è stato completamente ristrutturato nel 2012. Le dimensioni generose (circa 400 m2) lo rendono ideale anche per una famiglia numerosa o per chi vuole realizzare un ufficio direttamente a casa. Il prezzo, infine, è veramente competitivo.
DUE ELEGANTI ED INDIPENDENTI VILLE GEMELLE CON GIARDINO E PISCINA ALLE PORTE DI LUGANO Ogni villa ha 250 m2 coperti articolati su 3 livelli. 3 camere da letto, 3 bagni, grande living, 3 posti auto, ciascuna con giardino ad uso esclusivo e piscina che gode di massima privacy. Finiture di grande pregio. Oggetto raro che offre l’opportunità a membri di una stessa famiglia o a 2 famiglie di amici di avere ognuno un’abitazione indipendente ma con spazi che si possono condividere. Adatto anche per investimento: l’affitto di una villa copre i costi ipotecari di entrambe. Le ville sono vendibili anche separatamente.
168
TICINO WELCOME / SET - NOV 2021
ARCHITETTURA / SANDRO SORMANI SA
I COLORI ALL’INTERNO DELLE ABITAZIONI PRIVATE 01
IN QUESTI ULTIMI TEMPI CI SIAMO RESI CONTO DI QUANTO IMPORTANTE SIA STARE BENE ED IN ARMONIA IN CASA PROPRIA, E DI QUANTO L’AMBIENTE DOMESTICO INFLUISCA IN MODO SIGNIFICATIVO SUL NOSTRO BENESSERE ED EQUILIBRIO. LA DITTA SANDRO SORMANI SA DA MOLTI ANNI PRESENTE SUL MERCATO CON UNA VASTISSIMA ESPERIENZA E MOLTISSIME OPERE REALIZZATE È IN GRADO DI ACCOMPAGNARE IL PERCORSO REALIZZATIVO DI OGNI INTERVENTO. DI ELENA BUSATO BARBUIO
A Da sinistra Mattia, Sandro e Reto Sormani
170
TICINO WELCOME / SET - NOV 2021
bbiamo riscoperto il piacere di apportare cambiamenti per rendere i nostri spazi unici, curando ogni elemento di composizione e design così da realizzare lo spazio dei nostri sogni. Il colore è energia ed usato correttamente è uno strumento per potenziare il benessere sia mentale che fisico, quindi via libera a ridipingere pareti e superfici, anche le carte da parati potrebbero essere un’idea per trovare nuove soluzioni sia tecniche che decorative; ma non solo! Amo la tecnica Color Block adatta per qualsiasi ambiente moderno o classico. È un intervento veloce, pratico, in quanto può essere eseguito anche su una sola parete. Il Color Block, come dice la parola stessa, prevede la creazione di blocchi di colore come forme geometriche, elementi anche di piccola entità che possono dare effetti tridimensionali ed esaltare le forme architettoniche di un determinato ambiente.
Quindi, quando non si ha voglia di fare grandi interventi o di ridipingere tutta la casa o semplicemente si vuole prendere confidenza nell’uso del colore questa può essere un’ottima idea. Le nostre idee, il progetto dell’architetto o dell’interior designer, trovano forma e realizzazione nel processo esecutivo dell’applicatore. Una scelta poco accurata di chi ci accompagna nelle realizzazioni della nostra casa si riflettono negativamente talvolta sino a vanificare il risultato del nostro progetto. Ma nel nostro progetto è fondamentale anche la scelta del giusto colore e della gamma cromatica ottimale, quella che più si addice alla nostra personalità. Successivamente si deve orientare la scelta in base allo stile desiderato abbinando tessuti e materiali! Fondamentale è anche la valutazione dell’esposizione e dell’illuminazione della zona in cui si vuole fare l’intervento: sia la luce naturale che quella artificiale modificano significativamente i colori.
ARCHITETTURA / SANDRO SORMANI SA
Per aiutare ad individuare la vostra palette di colori, i materiali e lo stile che meglio combacia con la vostra personalità solitamente propongo dei test molto articolati ed una bella selezione di palette di colori e stili. Chi ama la leggerezza potrà orientarsi su delicati abbinamenti dai toni pastello prediligendo campiture lisce monocromatiche, texture come tele delicatamente colorate; ai più romantici potrei invece consigliare motivi floreali o bucoliche ambientazioni con richiami botanici od anche paesaggi esotici. Perfetto anche uno stile vintage, rétro ma alla moda con richiami, immagini e grafiche nello sfavillante stile degli anni ‘20, con qualche tocco dorato. Per chi ama la solidità ed il confort potrei suggerire selezioni di rivestimenti materici con trame simili alla juta, oppure la bellezza di strutturati ed avvolgenti tessuti damascati, tweed o sete marmorizzate. Anche colorazioni piene, ricche come il verde bosco, l’ocra gialla, l’arancio bruciato, il bordeaux e tutte le terre in generale, magari anche con dei dettagli bronzati/ottonati abbinati a colori della gamma autunnale. Una novità sono anche le carte che hanno l’effetto ruvido della pietra o “materiche” che hanno una resa straordinaria. Per chi ama la sobrietà, meglio avvalersi di palette dalle tinte polverose, bene quindi tutte le nuance dei grigi, dai perla chiaro allo scuro oppure la gamma dai blue navy alla carta da
zucchero, il rosa antico ed i verdi salvia; perfette le superfici opache abbinate agli acciai dagli effetti sofisticati ed eleganti. Molto belle anche wallcovering che ricreano la sensazione delle superfici come il legno, con effetto mogano. La personalità più eccentrica potrà invece trovare ampia scelta tra le carte da parati con effetti 3D, quelle dai colori stroboscopici dai o dalle geometrie rigorose. Affascinante e ricercato anche il black&white, lo scacco o la riga possono essere per questi un vero e proprio “must I have”. Si può anche optare per i contrasti coloratissimi e psichedelici degli anni ’70, un tripudio di colori e fantasie vintage davvero stupefacenti, anche le superfici lucide possono creare degli effetti molto ricercati. Dalle righe ai quadretti tutto è concesso per stupire ed ancora stupire! Le carte da parati oltre a dare un tocco unico e personale in ogni ambiente è anche un elemento pratico e intelligente per risolvere moltissime soluzioni tecniche e dona una veste totalmente unica alla vostra casa anche nella soluzione “on demand” che viene stampata in base alla stanza da decorare e su specifica richiesta! Carte da parati anche per rivestire i mobili secondo lo stile della casa, per far sparire ad esempio ante di armadi e mobili a parete. Le carte da parati hanno una buona durata nel tempo, addirittura fino a 10 anni, a differenza della tinteggiatura che è bene rinnovare ogni due o tre anni. Il Color Block ancora più semplice e veloce si adatta anche a solo pochi metri quadrati ad esempio se si vuole ripristinare o cambiare la parete della testiera del letto, nella camera dei bimbi o nell’area smart working ed è davvero semplice e rapido. Via libera quindi a maxi geometrie e stratigrafie di palette di colori diversi. Alcuni toni di giallo sono perfetti nelle zone di lavoro e studio - è il colore associato alla parte sinistra del nostro cervello che ne stimola il lato intellettuale - è il colore della creatività e della me-
moria visiva. Molto indicato anche nelle aree gioco dei bimbi (meno nelle camere da letto poiché troppo stimolante). Sappiate che in cucina e nelle sale da pranzo i celesti, i blu e gli azzurri riducono l’appetito, mentre alcune tonalità di arancio viceversa lo stimolano. I colori rossi sono empatici, favoriscono la conversazione, lo scambio interpersonale e le relazioni a differenza di alcuni blu che all’opposto calmano infondendo quiete e rilassatezza. Nelle stanze da bagno i celesti rappresentano l’elemento naturale dell’acqua; il rosa, come una carezza predispone alla cura del fisico ed è perfetto per il benessere. Il verde è adatto in molto ambienti (dipende dai toni) e spesso porta equilibrio e benessere. Il bianco non è adatto a tutte le personalità ed è meno neutro di quanto si possa pensare. Sono numerose le tipologie di carte esistenti, ciascuna con le proprie peculiarità ed i diversi materiali sono sempre più performanti come le fonoassorbenti o quelle green ed ecologiche in cellulosa, quelle viniliche, in tessuto non tessuto, le tridimensionale spesso adatte anche all’esterno o all’installazione in zone umide della casa, come all’interno dei box doccia. Le carte antigraffio, facili da pulire ed a lunga durata, belle e parimenti dotate di caratteristiche altamente performanti e tecniche. Tutte queste tecniche possono risolvere molte situazioni, ma per questo è fondamentale rivolgersi a professionisti di comprovata capacità che sappiano consigliare la corretta valutazione dei materiali e delle tecniche da impiegare, per il migliore risultato estetico e qualitativo. Carte da parati in TNT tessuto non tessuto (con una base sia in fibra tessile che sintetica) permettono alle pareti di traspirare e prevenire in questo modo la formazione di muffe, ha il grande pregio di essere perfettamente lavabile. 01/02 Progetti selezionati by Elena Busato Barbuio
02 TICINO WELCOME / SET - NOV 2021
171
DOSSIER FONDAZIONI / ELISA BORTOLUZZI DUBACH
LA PERSONALITÀ DELLE FONDAZIONI INTERVISTA A ELISA BORTOLUZZI DUBACH RIGUARDO AL MODO IN CUI LA RECENTE ESPERIENZA DI SINDEMIA (TERMINE CHE UNISCE IL PORTATO SANITARIO, SOCIALE, ECONOMICO E PSICOLOGICO DEL COVID 19) HA COLPITO PESANTEMENTE IL SETTORE ARTISTICO-CULTURALE.
P
uò fornirci uno scenario di quanto è avvenuto in questi ultimi mesi? «Non c’è dubbio che la crisi abbia avuto un profondo impatto a diversi livelli: economico e psicologico. Per mesi ci siamo confrontati con notizie che hanno suscitato paura e incertezza e, al momento, non vediamo ancora una conclusione definitiva. Tutto ciò ha influenzato e continua a influenzare pesantemente il comportamento degli artisti e di chi fruisce di arte e cultura. “Gli stessi operatori culturali sono, per definizione, soggetti a una solitudine lavorativa che diventa tanto più difficile quando non c’è la possibilità di presentare al mondo i frutti di un impegno creativo”. Come giustamente fa notare Massimo Vicari, docente di musicologia al Conservatorio di Lugano, non si tratta solo di una questione di reddito, ma anche di identità. Abbiamo un mondo artistico che non riesce a esprimere adeguatamente la propria identità e un pubblico che non è ancora pronto a godere della cultura. La crisi ha mostrato quanto sia diventata fragile la base economica del settore culturale: fondamentalmente, è in gioco la pluralità della creazione artistica. Dobbiamo affrontare questa sfida e ripensare a fondo i modelli di finanziamento culturale esistenti, trovare nuove vie che aiutino la cultura in Svizzera a lungo termine. Questo è un compito delle istituzioni pubbliche, del settore privato e della società civile nel suo insieme».
172
TICINO WELCOME / SET - NOV 2021
L’elasticità della filantropia e la resilienza delle fondazioni (spesso più agili delle istituzioni pubbliche e del mercato), hanno permesso di dare risposte immediate alle molte fasce di popolazione in difficoltà sia nei singoli territori sia a livello globale. Che cosa ci ha insegnato questa crisi? «L’operato delle fondazioni durante la crisi è stato ammirevole. Fra i tanti esempi mi vengono in mente i voli organizzati da Fondazione CRT che hanno permesso gli arrivi di centinaia di respiratori e mascherine all’inizio della crisi in Italia. Miracolosa è stata anche la capacità di molte fondazioni erogative a rivisitare la loro vocazione e trasformarsi in fondazioni operative al servizio dei territori in emergenza. Penso che le fondazioni escano da questo scenario con tante esperienze e molti learnings: hanno compreso di aver bisogno di un maggior grado di flessibilità e velocità per rispondere ai continui cambiamenti e alle sfide nelle loro aree programmatiche. La nuova situazione richiede più trasparenza su ciò che viene finanziato, processi più rapidi, tempi di decisione più brevi, drastica semplificazione del processo di richiesta di contributo per i richiedenti. Ma la cosa più importante è che, ora come ora, ai molti scettici della filantropia, i quali sulle pagine dei giornali ridiscutono la sua utilità pratica con toni polemici e affermazioni perentorie (spesso suffragate da cifre decontestualizzate e usate pro domo loro), è stato dimostrato in modo
DOSSIER FONDAZIONI / ELISA BORTOLUZZI DUBACH
lampante che la filantropia è un settore chiave per il benessere e la resilienza di una società civile». Se guardiamo al corpo sociale come a un ecosistema, sembra che le fondazioni rappresentino quell’elemento vitale in grado di inglobare e promuovere valori gentili, inclusivi e sostenibili. È possibile identificare la “personalità” di una fondazione? «Certo. Per personalità di una fondazione si intende l’insieme delle caratteristiche, comportamentali e visive, che definiscono gli asset distintivi che fanno di quella fondazione una realtà unica e inconfondibile. Come nel caso delle personalità umane, è la ricchezza di dettagli che fa la differenza. Individuare e comunicare la personalità di una fondazione è un processo delicato: si tratta di definire quale sia il nucleo portante di valori della fondazione, lo stile di comunicazione, il tipo di dialogo che si intende costruire con la società civile e con i richiedenti. Elementi che vanno dai dettagli visivi ai progetti fattuali, passando per i caratteri tipografici, le immagini, la narrazione, la trasparenza. Ed è così che, a seconda delle capacità visionarie di chi la guida, una fondazione può schiudersi come un bocciolo di rosa oppure inaridirsi e diventare una macchina burocratica per distribuire denaro più o meno strategicamente». Come si lega la personalità della fondazione a quella del suo fondatore e ai suoi membri direttivi? «Fra la personalità del fondatore e quella della fondazione c’è un legame indissolubile. Il fondatore compie un gesto creativo per eccellenza e costruisce la fondazione a sua immagine e somiglianza. Questo processo è legato anche a elementi di contesto, come l’esercizio delle libertà individuali e il sistema giuridico di riferimento. All’atto dell’istituzione della fondazione, il fondatore valuterà quale paese può
massimizzare le sue attese e potenzialità. Per esempio, può essere preferito un paese che permetta al fondatore di adattare e modificare lo scopo statutario dopo aver sperimentato per qualche anno esperienze diverse. In Svizzera, personalità straordinarie come Ernst Göhner o Andreas Reinhart, hanno lasciato un’impronta indelebile in questo senso. Se pensiamo ad altri organismi benefici, come il Percento Culturale della Migros, ci viene in mente quella personalità formidabile che fu Gottlieb Duttweiler il cui spirito filantropico vive ancora oggi, portando il bene nella vita di migliaia di persone. La sfida per il Consiglio di fondazione è innanzitutto quella di un gesto di umiltà, vale a dire di non sovrapporsi al fondatore ma di rivitalizzare continuamente e attualizzare l’attività della fondazione». Di quali valori e bisogni si alimenta una fondazione? «L’anima di una fondazione si esprime attraverso la sua cultura organizzativa, cioè quell’insieme di valori e orientamenti comuni in cui tutte le persone che collaborano all’attività della fondazione si riconoscono. Potremmo dire che si tratti della visione trasmessa dal fondatore all’atto dell’istituzione della fondazione, condivisa con le persone che vi operano e trasmessa all’esterno. Spesso, tuttavia, questa cultura organizzativa si costruisce nel tempo e si esteriorizza in ambiti come lo stile manageriale, le decisioni strategiche e quelle più operative. Una fondazione, poi, si alimenta dei bisogni della società civile e dei soggetti richiedenti. In base ai cambiamenti, alle disuguaglianze, alle sfide di natura sociale, si attiva con tempi e ritmi che vengono definiti dal suo management. Durante la pandemia abbiamo potuto assistere a come questi tempi e questi ritmi, che sembravano inesorabilmente fissati, addirittura marmorei nella loro consistenza, si siano polverizzati di fronte alle esigenze delle persone in
difficoltà e di fronte all’emergenza. Questo è un termometro potente di quanto sia necessaria anche una porzione di autoironia, di giusto distacco dall’operato della propria fondazione, per rendersi conto della fragilità di tanti processi ed essere pronti a reagire con flessibilità a tutti gli impulsi esterni». E se parlassimo di sogni? «Il sogno originario è quello del fondatore, o della fondatrice, e la sua personalità rimane sempre la principale fonte di ispirazione per la vitalità di una fondazione. Nel corso del tempo, però, anche altre figure possono incidere e determinare cambiamenti, come direttori generali e/o membri di consiglio di fondazione che con il loro carisma riescono ad attualizzare e rendere sempre il vivo il sogno di un fondatore moltiplicando e differenziando l’impatto di una fondazione sul territorio, rivitalizzandola e rendendola competitiva. A suo tempo Pier Mario Vello, Segretario Generale di Fondazione Cariplo, portò una visione innovativa in fondazione non solo modernizzandone tutti i processi, applicando metodi manageriali, ma rivisitando la cultura interna incentrata su valori quali la semplicità, ampliando a tutti i livelli delle gerarchie i processi di creazione dei nuovi progetti, la generosità nelle relazioni interpersonali e infine la gentilezza che ha permeato e contraddistinto ogni suo comportamento. Leggendo il libro Biologia della gentilezza (2020) di Immaculata De Vivo, docente di Medicina alla Harvard Medical School, e Daniel Lumera, che ha dato vita in Italia a un “Movimento per la gentilezza” coinvolgendo oltre 200mila persone, ritrovo molti dei principi che Vello, da precursore, aveva già adottato in Cariplo». Le persone sono vicine alle fondazioni? «Direi di no. Oggi le fondazioni erogative non sono ancora percepibili TICINO WELCOME / SET - NOV 2021
173
DOSSIER FONDAZIONI / ELISA BORTOLUZZI DUBACH
dalle persone comuni: appaiono come organismi lontani e astratti. Questo è dovuto al fatto che il settore è ancora poco trasparente. Basti pensare che in Svizzera solo una quota ridotta di fondazioni ha un sito internet e anche quando esiste molte informazioni continuano a rimanere celate. Le fondazioni che comunicano in modo chiaro dati precisi sulle loro erogazioni si contano sulle dita di una mano. Questo costringe i soggetti richiedenti a un lavoro immenso, del tutto eccessivo se pensiamo che le fondazioni esistono proprio per erogare contributi». E le fondazioni hanno bisogno delle persone? «Le fondazioni di pubblica utilità hanno senso solo se sono al servizio delle persone. In Svizzera esistono due ragioni sostanziali per estinguere una fondazione erogativa: se questa esaurisce il suo ai161971158515_215x138, TW (2021_05).pdf
174
TICINO WELCOME / SET - NOV 2021
1
patrimonio, oppure se risolve definitivamente il suo scopo, cioè se non ci sono più soggetti richiedenti nel suo ambito di intervento. È proprio la natura di utilità sociale a spingere gli stati a garantire situazioni legislative e fiscali favorevoli per le fondazioni. Per questo è bene che queste ultime di tanto in tanto facciano esercizio di autocritica e aumentino lo sforzo per avvicinarsi alle persone aprendo i loro uffici a chi ne ha bisogno, riducendo le distanze e chiedendosi sempre “siamo davvero al servizio della società e lo facciamo in modo adeguato ai tempi e alle circostanze”?». Per supportare lo sviluppo delle relazioni tra le fondazioni e le persone, come si può costruire un clima favorevole alla filantropia? «In una società regolata dall’agire economico e dalle dinamiche di interazione sociale, è importante che tutti si impegnino a promuovere azioni e pro29.04.2021
17:53:08
grammi che rispondano alla logica del dono. Questo vale per gli individui e le organizzazioni, ma soprattutto per quei soggetti del Terzo Settore che lo prevedono come scopo istitutivo, come le fondazioni erogative. Un clima favorevole alla filantropia si costruisce con la cooperazione, la comunicazione e la condivisione di un disegno strategico. Quando le fondazioni si allineano ai bisogni del loro territorio, espresse dalle amministrazioni pubbliche, dalla cittadinanza, dalle imprese, dalle organizzazioni non profit, allora possono supportare la società civile anche nei processi di capacity building, di networking e di creazione di impatto sociale positivo. Solo in questo modo la generosità può essere una potente scintilla di cambiamento e radicarsi in una comunità continuando a crescere con ramificazioni capaci di portare nutrimento e prosperità alle persone e alle generazioni future».
Piero Dorazio
and the International ZERO Movement
curated by Francesca Pola in collaboration with
1st September - 30th November 2021 Cortesi Gallery Via Morigi 8, 20123 Milano +39 02 36 517 547
info@cortesigallery.com www.cortesigallery.com
Piero Dorazio, Ognuno tesse le sue indulgenze VIII, 1960, oil on canvas, 93 x 102 cm
SPACES OF LIGHT
DOSSIER FONDAZIONI / EMMANUELE FRANCESCO MARIA EMANUELE
UNA VITA DA FILANTROPO
C
PROFESSORE UNIVERSITARIO, AVVOCATO CASSAZIONISTA, ECONOMISTA, ESPERTO IN MATERIA FINANZIARIA, TRIBUTARIA ED ASSICURATIVA, SAGGISTA, AUTORE DI LIBRI DI ECONOMIA E POESIA. DI ELISA BORTOLUZZI DUBACH
176
TICINO WELCOME / SET - NOV 2021
hi è Emmanuele Francesco Maria Emanuele e quali esperienze hanno avuto un ruolo decisivo nella sua scelta di impegnarsi nella filantropia? La Sua famiglia o una persona in particolare l’hanno ispirata in tal senso? «Io ho avuto il privilegio di nascere in una famiglia nella quale il culto dell’aiuto ai meno fortunati era l’essenza fondante. Mio padre medico era noto per essere chiamato “il medico dei poveri” perché tutte le sere, al termine della sua attività medica nella propria clinica, si recava nei quartieri più popolosi e sfortunati della mia città di origine, Palermo, per prestare gratuitamente l’aiuto alla popolazione bisognosa. Inoltre, sempre nella sua qualità di medico, peregrinava per le zone limitrofe alla città di Palermo, quelle più afflitte da malattie, conducendo anche me nel suo desiderio che io seguissi la sua strada, ad assistere i bisognosi di quei paesi abbandonati, privi di assistenza medica. Mia madre faceva parte della Compagnia delle Dame di S. Vincenzo e prodigava quotidianamente l’aiuto alle famiglie indigenti. Quindi, l’esempio è venuto direttamente, sin dalla mia fanciullezza e dalle mie frequentazioni delle scuole religiose alle quali debbo l’afflato che mi porta ad essere vicino, spiritualmente, a coloro i quali abbiano avuto dalla vita meno di quanto la mia vita mi abbia donato. Ed è stata, quindi, una scelta quando, arrivato ad un’età avanzata, ho voluto pensare di restituire il molto che la vita mi aveva dato attraverso l’attività professionale di docente, avvocato, amministratore, uomo di finanza, agli altri, partecipando alla
vita di fondazioni filantropiche e umanitarie nella quale ho avuto la possibilità di esplicarla nel modo migliore». Da ragazzo, ci sono stati momenti in cui il contatto con l’arte e la cultura l’hanno particolarmente toccato o ispirato? «L’arte e la cultura, fin da bambino, hanno costituito parte integrante del mio vivere perché mia madre, appassionata d’arte, nei giorni normalmente dedicati alla mia pausa dallo studio e al divertimento, mi portava a Palazzo Abatellis a visitare le opere d’arte ivi contenute, e io fui suggestionato, in particolare, da quelle di Antonello da Messina, che ha colpito la mia immaginazione sin da bambino, consentendomi di essere, forse, oggi colui che conosce meglio al mondo le opere di questo artista». Nel corso degli scorsi decenni lei ha attraversato da protagonista tutte le principali vicende del sistema filantropico italiano. Dal suo osservatorio privilegiato crede nella possibilità di una finanza etica e quali dovrebbero essere i suoi elementi fondanti? «La finanza etica è il punto fondamentale del mio credere e il libro da me scritto sull’argomento, “Il Terzo Pilastro motore del nuovo Welfare” ne è la testimonianza. Gli elementi fondanti devono essere la spinta al privato sociale senza interferenze burocratiche, partitiche, politiche e di organismi pubblici, per quell’afflato che deve essere proposto senza contropartite di tipo elettorale piuttosto che di benefici per l’attività che si svolge. Questo credo che sia l’elemento principale, tutti gli altri li troverà lungamente esplicitati nel mio libro».
DOSSIER FONDAZIONI / EMMANUELE FRANCESCO MARIA EMANUELE
Nel suo percorso professionale lei ha ricoperto importanti incarichi onorifici in molte istituzioni prestigiose della società civile. A suo giudizio come è possibile, in un’epoca segnata dai processi di concentrazione e digitalizzazione, assicurare quella libertà di opinione che è garanzia irrinunciabile di democrazia? «Il problema della crescita esponenziale della digitalizzazione ha trovato in me, da sempre, un cauto valutatore perché ho sempre ritenuto che la cultura non possa passare esclusivamente attraverso Google che la uniforma, sulla base delle indicazioni di coloro i quali la propongono, ma deve essere frutto di una interconnessione tra le proprie aspettative, le proprie visioni, la lettura e la conoscenza di ciò che la storia ci ha tramandato e le idee altrui. La libertà di opinione è la base, come Lei ben dice, della democrazia, ad essa mi ispiro da sempre e, nel corso della mia lunga esistenza, ne sono stato un testimone in tutte le circostanze, dagli studi universitari ad oggi, dove ancora continuo a professare questa concezione della libertà di opinione, elemento fondamentale della democrazia. Il timore che ho di una eccessiva digitalizzazione, di una estremizzazione dell’esperienza lavorativa causata dalle proroghe dello Smart Working, che isola impedendo la comunicazione tra esseri umani, la scuola non più umanizzata ma digitalizzata, la conoscenza filtrata attraverso strumenti precostituiti e non tramite acquisizioni personali è una cosa che costantemente mi preoccupa e che, a mio modo di vedere, dovrebbe essere temperata non da obblighi o da imposizioni ma lasciata fruibile, a chi ne abbia la possibilità, e consentendo a chi non la ha di avere i mezzi per farlo, di essere aiutato ad affrontarla anche in maniera diversa». Lei è stato nel tempo fondatore o membro di numerose fondazioni a carattere culturale o benefico: di cosa si occupa la Fondazione Terzo Pilastro – Internazionale di cui oggi Lei è Presidente?
«La Fondazione Terzo Pilastro-Internazionale si occupa nel Sud dell’Italia, nel Mediterraneo, in Africa, nel Medio ed Estremo Oriente, di Sanità, Ricerca Scientifica, aiuto ai meno fortunati, Istruzione e Formazione, e Cultura». Ci vuole raccontare quali sono state le principali iniziative promosse? «Le elenco le iniziative significative sviluppate, su mio impulso, dalla Fondazione Terzo Pilastro-Internazionale, esposte per aree tematiche di operatività: Per quanto riguarda l’area “Sanità e ricerca scientifica”, la Fondazione Terzo Pilastro è entrata da qualche anno a far parte della “Biogem”, eccellenza nel campo della biologia e genetica molecolare con sede ad Ariano Irpino, ed ha fondato a Malta l’ECRFM (“Emanuele Cancer Research Foundation Malta”), primario centro di ricerca sul cancro che porta il mio nome, in collaborazione con l’Università di Malta e la Presidenza della Repubblica di Malta. Stiamo inoltre collaborando con l’Università di Tor Vergata per la ricerca sull’applicazione clinica della Lattoferrina nella cura dei pazienti affetti da infezione Covid-19; in collaborazione con Emergenza Sorrisi, sosteniamo le spese per un intervento chirurgico in Iraq, nell’ospedale di Nassirya, a favore di 5 bambini provenienti da Paesi disagiati; inoltre, è attivo a Formia (LT) il “Polo Sportivo di Prevenzione Oncologica”, realizzato in collaborazione con l’associazione Nautilus, per la prevenzione e supporto post-operatorio dei tumori al seno attraverso la pratica del canottaggio; abbiamo donato un Ecocardiografo di ultima generazione al Policlinico Agostino Gemelli di Roma. Nell’area “Assistenza alle categorie sociali deboli”, per fronteggiare la crisi economica conseguente al Covid-19, abbiamo disposto la donazione di buoni pasto alle famiglie più svantaggiate dei Paesi del Sud Italia e a Malta; inoltre, stiamo realizzando a Malta il progetto “Music School Villabianca”, che prevede la creazione di una scuola di musica
per bambini autistici o con disturbi comportamentali; a Betlemme, abbiamo avviato il progetto “Care & Work” (in collaborazione con l’Associazione Pro Terra Sancta), che prevede la creazione del primo centro di orientamento al lavoro e aiuto alle persone del Governatorato; a Roma, portiamo avanti da anni il progetto “Scherma senza Limiti”, in collaborazione con l’Accademia d’Armi Musumeci Greco, per promuovere ed implementare l’accesso alle discipline schermistiche per gli atleti diversamente abili; parimenti, sosteniamo da anni l’attività delle federazioni aderenti alla Polisportiva Lazio con particolare riguardo agli atleti con disabilità; infine, replichiamo da diverso tempo il progetto “Le Sirene di Ulisse”, una serie di gare di canottaggio disputate da atlete e donne che hanno combattuto contro il tumore al seno. Per quanto riguarda il settore dell’“Istruzione e Formazione”, realizziamo l’importante “Progetto Mediterraneo” LUISS, in collaborazione con l’Università di Petra in Giordania, che coinvolge studenti provenienti da Paesi disagiati del Mediterraneo, al fine del loro inserimento nei percorsi di laurea offerti dall’Università LUISS Guido Carli; assicuriamo da anni il sostegno all’attività dell’Università Suor Orsola di Benincasa di Napoli; realizziamo, nelle scuole superiori del Meridione d’Italia, Corsi di Educazione Finanziaria in collaborazione con l’Associazione Nazionale per lo Studio dei Problemi del Credito; realizziamo il “Master in Lingue e Culture orientali”, in collaborazione con l’Università IULM; abbiamo dato vita ad un Dottorato di Ricerca in “Persona, diritti e sviluppo nel Mediterraneo”, in collaborazione con l’Università Europea di Roma; abbiamo istituito la Cattedra in “Pace e dialogo nel Mediterraneo”, in collaborazione con l’Istituto Jacques Maritain; abbiamo realizzato ad Alghero, e in prospettiva lo faremo anche in Sicilia, il progetto “MediterranEU”, avente TICINO WELCOME / SET - NOV 2021
177
DOSSIER FONDAZIONI / EMMANUELE FRANCESCO MARIA EMANUELE
l’obiettivo di formare una nuova classe di giovani imprenditori sociali esperti in sviluppo sostenibile; promuoviamo l’iniziativa “Learning language as a cultural bridge”, progetto di educazione ed integrazione culturale proposto dalla Jerusalem Foundation, che tende all’insegnamento della lingua ebraica nelle scuole arabe ed all’insegnamento della lingua araba nelle scuole ebraiche; infine, abbiamo disposto l’assegnazione di borse di studio agli studenti di famiglie in difficoltà a causa del Covid, che frequentano il Collegio Mayor Universitario Marqués de la Ensenada a Madrid. Quanto poi al settore “Arte e Cultura”, cito a titolo esemplificativo che sosteniamo da anni l’attività della Fondazione Whitaker, con sede a Palermo, che promuove la divulgazione dei valori artistici e culturali, lo studio e la conoscenza della civiltà feni-
cia-punica del Mediterraneo; abbiamo promosso e realizzato quest’anno la grande mostra “Chagall e la Bibbia” a Catanzaro, rendendola ad ingresso gratuito per tutte le scuole della Provincia, e la mostra di Andrea Pazienza a Bologna; analogamente, a Roma, su mio impulso, abbiamo recentemente inaugurato la mostra “La Scuola di Piazza del POPolo” a Via Margutta; sosteniamo da varie edizioni il Campus internazionale dell’associazione Narnia Arts Academy, che prevede la realizzazione di corsi di alto perfezionamento artistico per giovani in tutti i campi, con insegnanti provenienti dalle più importanti scuole internazionali, e realizza ogni anno a Narni il “Narnia Festival”; promuoveremo quest’estate la rassegna “Vivere nel sole. La poesia in viaggio al Sud”, manifestazione itinerante dal Lazio alla Sicilia, con la partecipazione di poeti, scrittori,
attori e musicisti, nei teatri più famosi delle città del Meridione; sosteniamo da svariati anni il “Talent Prize”, il Premio per i giovani talenti dell’arte che, in prospettiva, riguarderà sempre di più gli artisti emergenti dei Paesi del Mediterraneo e del Medio ed Estremo Oriente; infine, sosteniamo da molti anni la Conferenza Internazionale del Mediterraneo “Multaqa de las Tres Culturas”». Qual è la sua visione per la filantropia del futuro? «Per quanto mi riguarda, è l’essenza principe del vivere e ad essa bisogna fornire tutte le opportunità perché divenga il cardine essenziale del vivere di una società civile e quindi lo sforzo di uomini, istituzioni e soprattutto, se posso permettermi di dirlo, dello Stato nelle sue articolazioni anche periferiche, dovrebbero porre la filantropia come elemento fondante del loro esistere».
BEAUTIFUL IS RELENTLESS
astonmartin.com Aston Martin Cadenazzo, Via San Gottardo 27, CH–6593 Cadenazzo, TI +41 91 850 20 24 | cadenazzo.astonmartindealers.com | info@astonmartincadenazzo.ch
CO₂ EMISSIONS (IT-CH): Consumi ufficiali di carburante Aston Martin DBX: 14,3 l/100 km, emissioni di CO: 323 g/km, emissioni di CO₂ derivanti dalla messa a disposizione di carburanti e/o elettricità: 74 g/km, categoria d’efficienza energetica G. Media di tutte le automobili immatricolate per la prima volta: 169 g CO₂/km.
DOSSIER FONDAZIONI / ALBERTO QUADRIO-CURZIO
INCORAGGIARE NEL MONDO LA SCIENZA, LA CULTURA E LA PACE
C
INTERVISTA AD ALBERTO QUADRIO-CURZIO, PRESIDENTE FONDAZIONE INTERNAZIONALE PREMIO BALZAN “PREMIO”
hi era Angela Balzan e come e quando è nata la Fondazione? «Sono nel Consiglio della Fondazione Internazionale Balzan “Premio” dal 2006, Vicepresidente dal 2014 (allorché ero anche Presidente dell’Accademia Nazionale dei Lincei) e Presidente dall’anno scorso, quindi conosco molto bene questa istituzione. La storia di Eugenio Balzan e della Fondazione a lui dedicata è raccontata nella biografia elaborata da Renata Broggini, una ticinese molto colta, uscita nel 2001 e intitolata Eugenio Balzan – Una vita per il “Corriere”, un lascito per l’umanità. In breve, Angela Lina Balzan è la figlia di un amministratore del Corriere della Sera che, per sottrarsi all’ostilità crescente nei confronti dell’autonomia del giornale, si trasferisce nel 1933, in età pensionabile, in Svizzera, tra Zurigo, i Grigioni e Lugano. Alla sua morte improvvisa, la figlia eredita il suo cospicuo patrimonio. Eugenio Balzan, che muore di infarto proprio a Lugano, nell’allora albergo Croce Bianca nel 1953, è un mecenate che vuole realizzare numerosi progetti. Uno di essi passa “in eredità” alla figlia che, ispirandosi ai propositi del padre, destina il patrimonio a un’istituzione che ne onori la memoria: si tratta della Fondazione Internazionale Premio Eugenio Balzan, creata nel 1956, che, negli anni, adempirà a quel disegno». Quali sono gli scopi statutari della Fondazione?
180
TICINO WELCOME / SET - NOV 2021
«La Fondazione Internazionale Balzan “Premio”, con sede a Milano, ha lo scopo di incoraggiare nel mondo, senza distinzioni di nazionalità, di razza e di religione, la cultura e le scienze nonché le più meritevoli iniziative umanitarie di pace e di fratellanza tra i popoli. Vi provvede mediante l’assegnazione annuale di premi – la cui somma (attualmente ciascun premio è di 750.000 franchi svizzeri) è messa a disposizione dalla Fondazione Internazionale Balzan “Fondo”, con sede a Zurigo – e altre iniziative che si ritengono utili per il perseguimento dello scopo, come convegni e seminari interdisciplinari nonché tramite l’organizzazione di conferenze a cui intervengono i premiati». Oggi la Fondazione Balzan ha due sedi, una a Milano e una a Zurigo. Perché questa scelta e come sono suddivise le finalità e i compiti delle due fondazioni? «La ragione per la quale esistono due fondazioni è quella di voler tener separata la gestione del patrimonio, da una parte, dalla gestione scientificoculturale, dalla scelta dei premiati e da tutto ciò che li valorizza, come il conferimento dei premi e l’organizzazione degli eventi. Ciò avviene in armonia fra le due Fondazioni e i due Paesi, Italia e Svizzera. A riprova di ciò, va evidenziato che il Consiglio direttivo della “Premio” ha deciso di tenere la cerimonia annuale della consegna dei Premi Balzan – di norma quattro all’anno, due nelle scienze umanistiche e due nelle scienze natu-
DOSSIER FONDAZIONI / ALBERTO QUADRIO-CURZIO
rali –, un anno nella capitale italiana e l’altro anno nella capitale svizzera. A queste cerimonie nei rispettivi Paesi presenziano le massime cariche istituzionali. In Italia il Presidente della Repubblica, in Svizzera il Presidente della Confederazione o un Consigliere Federale. A sua volta, la Fondazione Internazionale Balzan “Fondo” sostiene sempre le nostre iniziative. Lo scopo della Fondazione Internazionale Balzan “Fondo” è di raccogliere, preservare e amministrare il patrimonio lasciato da Eugenio per mettere a disposizione della Fondazione Internazionale Balzan “Premio” i mezzi finanziari necessari all’attuazione della sua finalità». Parliamo del Premio Balzan: di che cosa si tratta e come selezionate le candidature? «Le candidature ai Premi Balzan vengono vagliate da un Comitato Generale Premi (giuria) al quale appartengono attualmente 20 accademici di tutt’Europa. Questo Comitato si rivolge alle istituzioni accademiche e culturali di tutto il mondo per richiedere candidature ai Premi dell’anno. Il riscontro è solitamente di oltre il 30% delle istituzioni contattate. Le candidature vengono vagliate durante diverse riunioni distribuite in cinque mesi per arrivare a settembre alla decisione finale dei vincitori dell’anno, seguita da un annuncio pubblico a Milano, alla Fondazione Corriere della Sera. Con un intervallo non inferiore a un triennio, la Fondazione Internazionale Balzan assegna anche un Premio per l’umanità, la pace e la fratellanza tra i popoli – l’ultimo è stato conferito all’associazione Terre des hommes. I lavori preparatori per arrivare a una rosa di candidature vengono svolti da una Commissione mista formata da membri degli organi della Fondazione che ne riporta il risultato al Comitato Generale Premi, unico organo incaricato di deliberare sui vincitori».
Secondo quali criteri identificate le materie? «Le materie vengono sempre identificate e decise dal Comitato Generale Premi: i criteri sono una certa rotazione delle materie, tenendo in considerazione anche i filoni di studio particolarmente specifici, innovativi o trascurati da altri premi internazionali. La rotazione annuale delle materie, all’interno di questi due ambiti, consente di privilegiare filoni di ricerca nuovi o emergenti, e di sostenere ambiti di studio importanti. In un certo senso la Balzan ha scoperto spesso temi fortemente innovativi e scienziati geniali che poi hanno successivamente ricevuto anche altri famosi riconoscimenti». Quali sono le ricadute del Premio e delle attività dei premiati per la società civile? Che impatto ha avuto l’attività della Fondazione negli ultimi vent’anni? «Premetto che negli ultimi 20 anni il numero dei premi annuali è aumentato per arrivare a un massimo previsto dagli Statuti, così come il numero dei componenti il Comitato Generale Premi e delle manifestazioni, grazie alla buona gestione del patrimonio a Zurigo. Inoltre, dal 2001, ciascun vincitore dal Premio Balzan è tenuto a destinare metà della somma al finanziamento di progetti di ricerca condotti da giovani umanisti e scienziati. A parte il premio speciale per l’umanità, la pace e la fratellanza tra i popoli – che indica il suo impatto civile nella sua stessa definizione, i premi annuali hanno un impatto significativo sul mondo della ricerca, della cultura e sulla promozione e delle scienze nel rispetto del dettato dei nostri Statuti. Grazie all’introduzione della clausola che permette di coinvolgere, attraverso i premiati, giovani ricercatori, abbiamo avuto modo di coinvolgerne un numero davvero notevole, ormai difficile da quantificare, e di mantenere dei contatti piuttosto regolari con istituzioni cul-
turali in tutto il mondo e con dei giovani talenti». Nonostante il fatto che i premiati siano personalità prestigiose e che il premio abbia una lunga tradizione, la notorietà dell’attività della Fondazione Balzan è ancora relativa non solo fra il largo pubblico ma anche nelle reti filantropiche. Quali sono le ragioni che spingono la Fondazione a tenere questo low profile? «È vero che fra il largo pubblico la Fondazione Internazionale Balzan ha un profilo diplomatico, ma mi sento di ribadire che il profilo accademico è eccellente. Siamo in contatto con le più importanti istituzioni accademiche in tutto il mondo, e autori e ricercatori di ogni angolo del mondo si rivolgono a noi chiedendo di poter accedere a documentazioni su premiati recenti nonché degli anni passati. Il mondo della scienza ci conosce benissimo: ben nove Premiati Balzan hanno successivamente ricevuto il Premio Nobel; un esempio concreto della lungimiranza e della capacità di visione del nostro Comitato Generale Premi. Infine, l’obiettivo della Fondazione Internazionale Balzan non è quello di investire in propaganda, relazioni pubbliche e costose agenzie di stampa, ma piuttosto di devolvere la rendita del patrimonio per la promozione e l’avanzamento del sapere scientifico e umanistico». Qual è la sua visione per il futuro della Fondazione e del Premio? «Spero che la Fondazione Internazionale Balzan possa mantenere i suoi criteri di serietà e saggezza e che il patrimonio continui come ora ad essere gestito – anche in tempi difficili – con grande prudenza e professionalità. Molto importante è che questa Fondazione “bicefala”, italiana e svizzera rafforzi altresì un nesso culturale generale tra due Paesi che da sempre hanno ottime relazioni». TICINO WELCOME / SET - NOV 2021
181
DOSSIER FONDAZIONI / DONA BERTARELLI
APPASSIONATA DI MARE, SPORTIVA DI PUNTA E FILANTROPA IMPEGNATA NELLA SVOLTA ECOLOGISTA DELLA FONDAZIONE BERTARELLI, È STATA OSPITATA DA SWISS FOUNDATIONS COME RELATRICE AL SIMPOSIO TOUS ENSEMBLE, TENUTOSI A GIUGNO 2021. DI ELISA BORTOLUZZI DUBACH
RITRATTO DI UNA FILANTROPA
U
na donna decisa, coraggiosa e visionaria, ma anche «appassionata, perseverante ed empatica», come lei stessa si definisce. Parlare di Dona Bertarelli, nata a Roma nel 1968, ma trasferitasi in Svizzera con la famiglia già negli anni Settanta, vuol dire spa-
182
TICINO WELCOME / SET - NOV 2021
lancare uno scrigno di qualità, e conoscere una persona dalle molte attività, che vanno dalla filantropia allo sport fino alla gestione di aziende e alberghi. Figlia di Fabio Bertarelli che con la sua casa farmaceutica Serono regalò, nel 1998, il benessere economico alla famiglia, Dona ha istituito, assieme alla madre, Maria Iris, e al fratello Ernesto, la Bertarelli Foundation, in memoria del padre. Per i primi dieci anni, la fondazione ha lavorato soprattutto per stabilire e sviluppare progetti sanitari basati sull’eredità della Fondazione Serono. Si è concentrata sulla promozione e condivisione di conoscenze tra i clinici e gli etici, in questioni riguardanti la salute riproduttiva e il trattamento dell’infertilità, un campo specifico in cui Serono ha ottenuto grandi progressi. La fondazione, nel decennio successivo, ha concentrato la sua ricerca su tre aree chiave di interesse per i suoi fiduciari: la scienza marina e la conservazione, la ricerca sulle scienze della vita e il sostegno alle comunità locali. La famiglia Bertarelli, ha infatti, da sempre, una lunga e profonda affinità con gli oceani, e Dona, che da tempo si occupa della loro salvaguardia, oltre a essere filantropa e investitrice, è una grande sportiva, detentrice tra l’altro del record femminile di velocità nel giro del mondo a vela senza scalo. Velista di valore, ha ottenuto lusinghieri risultati nella classe di catamarani Decision 35 con il suo “Ladycat” (nel 2010 e nel 2014 ha vinto il Bol d’Or) e poi con il trimarano Spindrift 2, quando ha tentato il record del giro
DOSSIER FONDAZIONI / DONA BERTARELLI
intorno al mondo, dopo aver vinto con la stessa barca il Rolex Fastnet nel 2013 e nel 2015, e stabilito il nuovo record della Discovery Route nel 2013. Dona Bertarelli è sempre in prima linea nella conoscenza e nella difesa del mare, e attraverso la fondazione ha sostenuto la tutela di oltre 2,7 milioni di chilometri quadrati di oceano. Nel 2015, Dona ha creato Spindrift for Schools, un programma educativo per gli alunni in Francia e Svizzera. Il programma è stato creato per condividere con oltre ottomila bambini la passione per l’oceano, e far migliorare la comprensione delle aree marine e delle molte specie a rischio che le abitano. Lo scorso anno Dona Bertarelli è stata nominata Consigliere Speciale per la Blue Economy dalla Conferenza delle Nazioni Unite sul Commercio e lo Sviluppo (Unctad), e da allora collabora per promuovere un’economia blu sostenibile, per assicurare l’utilizzo responsabile e rigenerativo degli oceani, dei mari e delle coste, stimolando la crescita economica, ma salvaguardando l’equilibrio degli ecosistemi oceanici. «Dipendiamo dall’oceano per tutto: per il sostentamento, il cibo, i trasporti, le attività ricreative, il turismo e persino per l’aria che respiriamo», sostiene Dona Bertarelli. «Ma i nostri oceani sono minacciati, e questo ha un impatto su tutti noi. È giunta l’ora di fare le cose in maniera diversa per preservare gli oceani e, al medesimo tempo, creare un’economia blu sostenibile e rigenerativa, che porti benefici a tutti, per le prossime generazioni». Ma il suo attivismo ambientalista non finisce qui. Tra le attività filantropiche intraprese, c’è il supporto a diverse iniziative dedicate alla tutela oceanica, cui partecipa in veste di appartenente a una comunità di sostenitori denominata Friends of Ocean Action del World Economic Forum. Inoltre aiuta i giovani nella creazione di progetti ecosostenibili e nella lotta al cambiamento climatico. Nell’ambito della filantropia, Dona Bertarelli si dice convinta dell’impor-
tanza della collaborazione virtuosa tra mecenate e beneficato. «Ho imparato in barca quanto sia importante la collaborazione. Penso che spesso corriamo il rischio di essere troppo settari in certi settori, dove tutto e interconnesso. E spesso le soluzioni vengono da un ambiente diverso o da altre persone, che hanno una differente prospettiva di pensiero. Lavoro con i partner sul terreno e poi anche a più alto livello, e spesso con i governi. Collaboro con ambasciatori, con persone che hanno importanti relazioni, con ministri o anche altre personalità, e anche con altre fondazioni e ONG che hanno accesso o hanno potuto collaborare con il governo», spiega Dona Bertarelli. «Per fare tutto questo dò vita a vere e proprie partnership. Collaboro anche con fondazioni attive nello stesso ambito, come per esempio la Fondazione Mava, la Fondazione Oak o la Wyss, Campaign for Nature». Quali sono dunque i principi che guidano la sua azione come filantropa? «È indubbio che sia in atto una forte professionalizzazione della filantropia. Impatto, rilevanza e responsabilità sono concetti cardine. Se si investe 1 franco, ci si augura di vedere il risultato di quel franco. La rilevanza è qualcosa che ho imparato in casa: essendo cresciuta nel mondo farmaceutico, ho imparato presto che la scienza è centrale per la protezione degli oceani. La scienza ci fornisce gli indicatori per misurare gli effetti di quanto facciamo. Poi naturalmente occorre che siamo responsabili, nei confronti della famiglia, dell’ambiente, verso i progetti e le persone che beneficiano o sono influenzate dalle nostre azioni». Dona Bertarelli sostiene anche come nella filantropia debbano esserci risorse economiche per una “proof of concept”, come si dice in inglese. Si possono usare i fondi anche come “seed money” per testare concetti e idee senza sapere quali saranno i risultati. È esattamente la stessa cosa nella scienza o nella ricerca sui farmaci,
dove non tutte le molecole studiate finiscono per diventare farmaci. Dona Bertarelli è anticonformista non solo nell’aspetto, un understatement che ha riproposto anche nella cornice del Simposio per il ventennale di SwissFoundations, dove ha parlato anche amabilmente dei suoi ricordi di figlia e di madre a contatto con la scoperta dei mari. La grande sportiva e filantropa è anche un’appassionata sostenitrice dell’emancipazione e dell’istruzione delle ragazze, sostenute in qualità di mecenate e fondatrice della Womanity Foundation, che lavora per accelerare l’uguaglianza di genere attraverso investimenti innovativi.
TICINO WELCOME / SET - NOV 2021
183
DOSSIER FONDAZIONI / GEORG VON SCHNURBEIN
LA NOSTRA IDEA DI FILANTROPIA Che cosa ha studiato e perché? «Ho studiato economia a Bamberg e a Friburgo con il programma Erasmus. Poi ho continuato a studiare scienze politiche all’Università di Berna come materia secondaria. Fin da giovane sono sempre stato interessato a comprendere i contesti economici, e a Friburgo è nato il mio interesse per la gestione del non profit. Ho trovato eccitante applicare approcci e metodi di gestione aziendale al Terzo Settore, dove la missione non è la ricerca del profitto, ma l’utilità sociale».
CONSIDERATO UN PIONIERE NELLA SCENA DELLE FONDAZIONI SVIZZERE, INCONTRIAMO GEORG VON SCHNURBEIN, FONDATORE E DIRETTORE DEL “CEPS CENTER FOR PHILANTHROPY STUDIES” DELL’UNIVERSITÀ DI BASILEA.
184
TICINO WELCOME / SET - NOV 2021
P
rofessore von Schnurbein, come si descriverebbe? «Sono uno scienziato a cui piace scambiare idee con altri professionisti». Dove è cresciuto? «Provengo da Regen nella Foresta Bavarese, una regione nell’est della Baviera che, come suggerisce il nome, è costituita principalmente da foreste. In Svizzera è soprattutto la regione del Giura a ricordarmi la mia casa».
È qui che ha capito che la filantropia avrebbe avuto un ruolo centrale nella sua vita? «Non ho mai pianificato di diventare un professore di filantropia! Il fatto che sia successo probabilmente ha più a che fare con le circostanze della vita. Nel 2007 avevo appena finito il mio dottorato ed ero uno dei pochi ricercatori che avevano lavorato nelle fondazioni svizzere. Quell’anno, SwissFoundations lanciò un bando per istituire un centro di ricerca sulla filantropia. Mi è stato proposto di elaborare l’applicazione per l’Università di Basilea e fortunatamente abbiamo vinto. Naturalmente, l’interesse per questo settore ha anche a che fare con il mio imprinting. I miei genitori sono sempre stati molto coinvolti nel volontariato e io stesso, fin dalla giovinezza, mi sono impegnato in vari progetti nei Boy Scout, nella chiesa o in organizzazioni studentesche». Nella sua vita ha avuto dei precisi modelli di riferimento, delle persone che l’hanno ispirata? «I miei professori a Friburgo sono stati certamente dei modelli importanti, so-
DOSSIER FONDAZIONI / GEORG VON SCHNURBEIN
prattutto Robert Purtschert ed ErnstBernd Blümle. Da loro ho imparato a studiare la scienza in relazione alla pratica e a rendere la ricerca comprensibile per la pratica. Oggi rimango sempre affascinato e colpito dalle storie personali dei filantropi che guidano le fondazioni».
tevole. Riguarda le donazioni, il volontariato, ma anche altre forme di impegno. La filantropia non è un privilegio dei ricchi: tutti gli individui possono avere una biografia filantropica».
Lei è il fondatore e direttore del CEPS Center for Philanthropy Studies all’Università di Basilea. Come è nato il CEPS? «Come già detto, il CEPS trae origine da un’iniziativa di SwissFoundations. L’associazione voleva creare un istituto di ricerca universitario per la filantropia e le fondazioni, perché fino ad allora in Svizzera la ricerca in questi ambiti era pressoché nulla. Il bando prevedeva cinque anni di finanziamento per il completamento della fase di start-up delle proposte progettuali. Dopo tre anni di vita del CEPS, è stata condotta una valutazione che ha portato l’Università di Basilea a istituire la mia cattedra e SwissFoundation a erogare un ulteriore finanziamento. Visto in questa luce, il CEPS è un buon esempio di come le fondazioni possono fattivamente creare qualcosa che supporti i processi di crescita del settore».
Di recente ha pubblicato il “Rapporto sulle fondazioni svizzere 2021”: quali sono i risultati più importanti? «Lo sviluppo del settore delle fondazioni in Svizzera è caratterizzato da due tendenze opposte: da un lato, ogni anno viene creato un numero molto grande di fondazioni; dall’altro, il numero di liquidazioni è in aumento. Questo significa che il sistema delle fondazioni si muove dinamicamente e allo stesso tempo si consolida. Un’altra constatazione riguarda invece gli sviluppi giuridici: in Svizzera, purtroppo, l’universo politico ha una comprensione molto obsoleta delle fondazioni e ha perso l’opportunità di porre le basi per uno sviluppo del sistema delle fondazioni orientato al futuro (cfr. la rinuncia a 6 degli 8 punti proposti dalla 14.470 IV.PA. Werner Luginbühl. Fondazioni. Rafforzare l’attrattiva della Svizzera. (CAG) Consultazione). Qualcosa deve cambiare in questo paese nei prossimi anni. La Germania, per esempio, ha appena aggiornato la sua legge sulle fondazioni».
Come è strutturato oggi il CEPS e quali sono i suoi obiettivi? «Il CEPS è un istituto interdisciplinare dell’Università di Basilea e riferisce direttamente al Rettorato. Questo significa che lavoriamo su progetti che coinvolgono anche altre facoltà e discipline di ricerca. In termini dimensionali, se le grandi facoltà universitarie sono petroliere, noi siamo un piccolo motoscafo: dobbiamo impegnarci a non essere trascurati. Questo la dice lunga sui nostri obiettivi. Vogliamo analizzare e comprendere la filantropia da diverse angolazioni perché, per come la intendiamo noi, la filantropia include qualsiasi azione volontaria privata con uno scopo carita-
A quali progetti state lavorando attualmente a Basilea e che cosa avete in mente per il futuro? «Attualmente stiamo lavorando a diversi progetti sulla digitalizzazione dei dati relativi alle NPO (Non Profit Organisations) e alle fondazioni. In particolare, quest’anno lanceremo l’NPO DataLab, che ha lo scopo di fornire un accesso semplificato a fatti e cifre sulle NPO. Stiamo iniziando in piccolo e puntiamo a integrare ancora più dati nei prossimi anni. Stiamo anche esaminando questioni come la governance e la responsabilità delle NPO, dato che le aspettative della società in materia di trasparenza, responsabilità e impatto sono in costante aumento.
Inoltre, stiamo studiando la possibilità per le fondazioni di fare investimenti sociali con l’impiego del capitale della fondazione. Più recentemente, stiamo lavorando a un progetto di ricerca sul volontariato durante la pandemia di COVID. Negli ultimi mesi si è registrata una grande volontà di aiutare le persone più in difficoltà: ci chiediamo se ciò è stato dovuto esclusivamente dalle circostanze o se, invece, ci sono persone che continuano a fare volontariato anche in uno scenario postpandemico».
TICINO WELCOME / SET - NOV 2021
185
AZIENDE / AZIENDE INDUSTRIALI LUGANESI
VOGLIAMO ESSERE UN MOTORE DELL’ECONOMIA LOCALE ANDREA PRATI, CEO DI AIL FA IL PUNTO SULLO STATO DI UN’IMPRESA DA SEMPRE PROTESA AL MIGLIORAMENTO DELLA QUALITÀ DEI SERVIZI OFFERTI E ORA FORTEMENTE IMPEGNATA IN UNA STRATEGIA DI SOSTENIBILITÀ ENERGETICA E AMBIENTALE.
M
ai come negli ultimi mesi la parola sostenibilità sembra essere diventata il principio guida delle strategie aziendali. Che cosa significa per AIL operare per la salvaguardia dell’ambiente? «Ci impegniamo a ridurre l’impatto ambientale legato allo svolgimento della nostra attività, contenendo il consumo delle risorse, alleggerendo la nostra impronta di carbonio, smaltendo correttamente i rifiuti e favorendo, dove possibile, il loro riciclaggio. Neutralizziamo infine le emissioni di CO2 residue tramite l’acquisto di certificati che finanziano progetti per la riduzione dell’impatto ambientale in Paesi in via di sviluppo. Promuoviamo la crescita della produzione e del consumo di energia elettrica e termica di origine
186
TICINO WELCOME / SET - NOV 2021
rinnovabile e locale e offriamo soluzioni innovative ai nostri clienti per l’utilizzo efficiente delle risorse energetiche e le fonti rinnovabili, in conformità alla Strategia energetica 2050 della Confederazione, al Piano Energetico Cantonale (PEC) e, più in generale, agli obiettivi di sviluppo sostenibile definiti dalle Nazioni Unite e ai contenuti dell’Agenda 2030, sottoscritta dai 193 Paesi membri dell’ONU nel 2015». Nella definizione della vostra strategia di sostenibilità avete introdotto la cosiddetta analisi di materialità. Di che cosa si tratta? «Abbiamo effettivamente distillato la nostra strategia di sostenibilità partendo da quella che la letteratura tematica definisce analisi di materialità, vale a dire il confronto delle aspettative dei nostri portatori d’interesse con le no-
AZIENDE / AZIENDE INDUSTRIALI LUGANESI
stre ambizioni, tramite il quale abbiamo identificato quegli aspetti materiali che hanno un impatto diretto o indiretto sulla nostra capacità di accrescere, mantenere o intaccare il nostro valore aziendale in termini economici, sociali e ambientali. Fatto ciò, abbiamo definito dei piani d’azione, attraverso i quali sviluppare la nostra progettualità, con un perimetro d’influenza sia interno sia esterno all’azienda. L’obiettivo di questi piani d’azione è di soddisfare equamente le aspettative di tutti i nostri portatori d’interesse: collaboratori, clienti, azionista, partner commerciali, istituzioni pubbliche e opinione pubblica». In un contesto di profondi cambiamenti che amplificano la complessità del settore in cui operate, che cosa significa essere un attore di primaria importanza nel panorama aziendale ticinese? «È indubbiamente una grande responsabilità verso tutti i nostri portatori d’interesse, che si aspettano che fungiamo da modello di ruolo. Ne siamo consapevoli e lavoriamo con tenacia e impegno per consolidare questa posizione. Analizziamo le tendenze generali in atto a livello sociale, economico e ambientale e le loro influenze sul nostro specifico settore d’attività e cerchiamo di anticiparne le possibili conseguenze, gestendo attivamente i rischi che ne derivano. Il cambiamento climatico, gli sviluppi a livello legislativo e regolatorio, la prospettiva della totale liberalizzazione dei mercati energetici, la spinta verso una sempre maggiore efficienza energetica, la crescente importanza delle energie rinnovabili e la progressiva digitalizzazione sono tra le sfide principali con le quali ci vediamo confrontati. Vogliamo inoltre cooperare con attori pubblici e privati attivi sul nostro territorio con l’obiettivo di sfruttare opportunità sinergiche e competenze peculiari nell’offerta di servizi al cittadino».
Negli ultimi anni avete investito molto in termini di responsabilità sociale. Con quali risultati? «Oltre che come datore di lavoro responsabile, vogliamo essere percepiti come uno dei motori dell’economia locale, capace di generare valore aggiunto anche nei momenti economici più delicati. Il nostro contributo all’economia regionale si esplica sotto forma di imposte, tasse, salari, pagamenti a fornitori di prestazioni, sponsorizzazioni e attività filantropiche. In quanto azienda di servizio pubblico, non possiamo ragionare esclusivamente in chiave economica. La responsabilità in campo sociale riveste per noi un’importanza fondamentale. Vogliamo essere un datore di lavoro attrattivo per giovani qualificati e motivati, che offre opportunità di crescita, compensi adeguati e una formazione di qualità in un ambiente basato sulla trasparenza, la fiducia e l’integrità, promuovendo l’inclusione e garantendo le pari opportunità a uomini e donne. Promuoviamo attivamente la sicurezza e la salute sul posto di lavoro e il benessere dei nostri collaboratori. Con la stessa convinzione, abbiamo moltiplicato il sostegno a iniziative a
favore di gruppi sociali meno fortunati del nostro territorio e non e ad associazioni sportive e culturali. Non da ultimo, collaboriamo con i Comuni del nostro comprensorio per continuare a promuovere soluzioni energeticamente più sostenibili ed efficienti che contribuiscono alla migliore vivibilità del territorio e al benessere della comunità». Quali novità si possono annunciare sul piano della digitalizzazione dell’azienda? «La progressiva digitalizzazione è uno dei megatrend che sta attraversando l’intera società e quindi pure il settore dell’energia. Ne siamo toccati su più fronti, sia nell’interazione con i nostri partner esterni sia al nostro interno nella gestione della nostra attività. L’obiettivo è di rendere i processi di lavoro e l’impiego delle risorse più razionale, a beneficio di un servizio di migliore qualità e a costi più contenuti. Assieme a tutte le aziende di distribuzione di elettricità del Cantone, all’Associazione degli installatori elettricisti ticinesi e a quella dei controllori di impianti elettrici della svizzera italiana stiamo per esempio portando TICINO WELCOME / SET - NOV 2021
187
AZIENDE / AZIENDE INDUSTRIALI LUGANESI
a compimento un importante progetto di digitalizzazione degli avvisi d’impianto e dei controlli di sicurezza, che dovrebbe portare a una tangibile riduzione della burocrazia lungo tutta la catena di creazione del valore, a beneficio del cliente comune in termini di costi, qualità e rapidità. La crescente digitalizzazione pone evidenti questioni di reputazione: internamente legate alla gestione discreta e in conformità alle leggi dei dati acquisiti e, esternamente, alla loro protezione da attacchi informatici, contro i quali è necessario investire in mezzi tecnologici ma soprattutto nella formazione e sensibilizzazione dei collaboratori ad assumere comportamenti responsabili». Con quali iniziative avete operato per accentuare la centralità del rapporto con il cliente? «Pur consapevoli della possibilità che il momento delicato che stavamo tutti vivendo avrebbe potuto influenzare il risultato dell’indagine, a fine estate 2020 abbiamo svolto, con la collaborazione della SUPSI, il sondaggio periodico teso a conoscere la soddisfazione dei nostri clienti verso i nostri servizi. I risultati mostrano un indice di gradimento complessivo (sia clientela privata sia clientela commerciale) del 77.7%, in crescita dell’1.8% rispetto all’ultimo rilevamento del 2017. Possiamo quindi affermare che ci viene riconosciuto un buon grado di soddisfazione delle aspettative da chi quotidianamente ci concede la propria fidu-
188
TICINO WELCOME / SET - NOV 2021
cia. Tra i principali spunti di miglioramento che ci sono stati suggeriti, menzioniamo la necessità di fare conoscere ancora meglio le nostre piattaforme online dedicate all’informazione sui propri consumi e al disbrigo delle formalità legate alla propria relazione contrattuale. In questo senso, abbiamo nel frattempo potenziato il team dedicato alla comunicazione aziendale. La pandemia da covid-19 ha in ogni caso fortemente condizionato l’interazione con la nostra clientela. Una delle prime misure che abbiamo adottato è stata la chiusura dello sportello di consulenza ubicato a Lugano presso il Punto Città e la concentrazione del contatto fisico con i nostri clienti esclusivamente presso la nostra sede di Muzzano. Questo ha portato all’incremento su base annuale del 14% delle chiamate in entrata al nostro servizio clienti e l’aumento dell’utilizzo dei servizi online. Lo stop di diverse attività economiche ha colpito anche la capacità della nostra clientela di fare fronte ai propri impegni finanziari. Abbiamo di conseguenza applicato una dilazione generalizzata dei termini di pagamento delle fatture di consumo, rinunciato all’emissione di spese di sollecito e allestito programmi di rateizzazione personalizzati. Un particolare occhio di riguardo è stato inoltre dedicato alle persone che rientravano nelle categorie particolarmente vulnerabili. La pandemia non ha al contrario fermato né la fornitura dei nostri servizi di base (acqua, elettricità, gas naturale ed energie termiche) né lo sviluppo della nostra famiglia delle soluzioni energetiche innovative. Per le economie domestiche abbiamo in particolare lanciato la soluzione ComfortBox, che consiste nella fornitura di energia termica in contracting a partire da centrali a gas naturale o termopompe posizionate direttamente negli stabili dei clienti. Ha continuato a rivelarsi molto apprezzata la realizzazione di impianti fotovoltaici con l’aggiunta di un sistema di accumulo virtuale dell’energia prodotta
grazie alla sottoscrizione della nostra soluzione ailSolarCloud, come pure il modello Smart Community, verso il quale si sono orientate oltre 200 economie domestiche per beneficiare individualmente dell’energia solare prodotta collettivamente sul tetto della propria abitazione plurifamiliare». Quali progetti avete in cantiere per i prossimi mesi sia per quanto riguarda le strategie aziendali che per quanto attiene ai servizi alla clientela? «Negli ultimi anni abbiamo investito parecchie risorse soprattutto nella crescita delle competenze interne all’Azienda, che hanno portato alla definizione e alla commercializzazione di nuovi prodotti e servizi per la nostra clientela a impatti ambientali ridotti. Continueremo a farlo anche in futuro, coscienti che la promozione dell’innovazione è l’unica soluzione per riuscire a dare risposte concrete alle mutevoli esigenze del mercato». AIL mantiene da sempre un forte legame con il territorio e con le comunità locali. Quali progetti avete in cantiere in termini di comunicazione e di sponsorizzazioni? «La pandemia ha colpito duramente i club e le associazioni che sosteniamo, la cui attività è stata pesantemente condizionata con rinunce spesso anche dolorose. Abbiamo cercato di non fare loro mancare il nostro sostegno e la nostra vicinanza anche in questi momenti delicati affinché la loro ricchezza, fatta di persone, impegno, dedizione e sacrificio, non andasse persa, bensì fosse pronta a ripartire con lo stesso vigore una volta conclusa la fase pandemica, questo soprattutto per i movimenti giovanili che rappresentano la migliore espressione del nostro territorio. Con questo obiettivo, proprio nel corso del 2021 abbiamo sviluppato una nuova campagna d’immagine legata alle diverse attività associative e sportive che sosteniamo».
AZIENDE / SUPSI
AVANTI TUTTA, NONOSTANTE L’EMERGENZA
I
l Presidente del Consiglio SUPSI Alberto Petruzzella e il Direttore generale Franco Gervasoni hanno presentato presso il Campus EST di Lugano-Viganello, il Rapporto annuale SUPSI 2020, che illustra l’attualità della Scuola nei suoi quattro mandati di attività (Formazione di base, Formazione continua, Ricerca applicata e Servizi di supporto al territorio) esprimendo la dinamicità e l’interdisciplinarietà che la caratterizzano. Aprendo l’incontro è stato sottolineato come in un anno caratterizzato in tutto il mondo dalla pandemia «la SUPSI e il sistema universitario più in generale, siano riusciti a dare un contributo prezioso e a tutto campo, non solo nel proprio fondamentale compito di formare i professionisti del futuro, ma anche nel supportare lo Stato, i responsabili politici, le organizzazioni e le aziende con attività
Da sinistra Alberto Petruzzella e Franco Gervasoni
IL RAPPORTO ANNUALE PRESENTA LE ATTIVITÀ DI FORMAZIONE E RICERCA SVOLTE DALLA SUPSI NEL 2020 IN RISPOSTA ALL’EMERGENZA SANITARIA, MA ANCHE I PROGETTI E LE INIZIATIVE CONDOTTE A SUPPORTO DI UNA SOCIETÀ PIÙ SOSTENIBILE.
190
TICINO WELCOME / SET - NOV 2021
di formazione continua, ricerca e consulenza diretta. Sin dalle prime decisioni di inizio marzo, prese con determinazione spesso in anticipo rispetto agli obblighi formali, abbiamo voluto salvaguardare la salute delle migliaia di persone che compongono la nostra comunità accademica e garantire nel contempo la massima qualità e continuità possibile dei nostri mandati istituzionali». La pandemia ha catapultato la formazione di base SUPSI in una situazione completamente inedita, caratterizzata da una didattica quasi totalmente a distanza. L’emergenza sanitaria ha richiesto a docenti, studenti e studentesse, assistenti e responsabili/e della formazione di ripensare il proprio lavoro, adottando strumenti digitali e abbandonando abitudini e pratiche consolidate negli anni. Allo stesso tempo, ha permesso di sviluppare nuove capacità e di ri-
AZIENDE / SUPSI
flettere criticamente sull’efficacia delle varie forme di apprendimento, imparando ad apprezzare le potenzialità legate all’utilizzo delle tecnologie nella didattica. Grazie agli sforzi profusi da tutto il corpo insegnante, all’importante lavoro di sostegno messo in campo dallo Sportello di ascolto e aiuto psicologico SUPSI e dal servizio Carriera, esperienza e orientamento, ma anche alle risorse di supporto tecnico, informatico, amministrativo e pedagogico-didattico attivate, la comunità SUPSI ha saputo affrontare la situazione emergenziale garantendo così la continuità della formazione. Per quanto riguarda la formazione continua il 2020 è stato un anno caratterizzato dall’impegno su vari fronti. L’accelerazione della digitalizzazione ha portato a una riconfigurazione di alcuni corsi in seminari virtuali. Un formato agile e accessibile a un vasto pubblico che ha contribuito ad avviare riflessioni su temi in linea con i cambiamenti che stanno investendo l’organizzazione del lavoro. Tra quelli maggiormente proposti e seguiti vi sono stati il lavoro flessibile
nelle sue dimensioni giuridiche, sociali e organizzative, il riuso degli spazi, la trasformazione digitale delle organizzazioni, l’inclusione, la salute nei luoghi di lavoro, la sicurezza dei dati e la mobilità. Sono stati anche revisionati alcuni programmi integrando nei contenuti le dimensioni della sostenibilità, del lavoro agile e della diversità, mentre gli interventi di formazione su misura per enti e aziende del territorio sono stati contraddistinti da un filo conduttore comune: l’accompagnamento al cambiamento. È stato anche un anno dove si è intensificato il lavoro fra dipartimenti e scuole affiliate per mettere in campo programmi sempre più trasversali. La stessa ricerca di sinergie ha coinvolto anche i partner del territorio e ha favorito l’avvio di proposte formative nuove e anche uniche. L’approccio all’apertura e alla collaborazione nei progetti è una delle quattro linee d’azione della nuova strategia della formazione continua. Il 2020 contrassegnato dalla pandemia ha rivoluzionato anche il modo di fare e di pensare di chi produce innovazione e conoscenza, registrando
tuttavia una sostanziale tenuta delle attività di ricerca, con un forte incremento dei progetti Innosuisse e molta dinamicità anche per quelli finanziati dal Fondo nazionale svizzero per la ricerca scientifica e dall’Unione europea. Evidentemente l’avvio di alcuni progetti, con l’accordo di tutti i partner, è stato rimandato originando slitta menti nella programmazione dei lavori e, conseguentemente, anche nella ricezione dei finanziamenti. Un altro fattore che ha influito sulle attività è stata la preparazione al trasloco nelle nuove sedi di Lugano-Viganello e Mendrisio-Stazione del Dipartimento tecnologie innovative e del Dipartimento ambiente costruzioni e design. Dipartimenti che contribuiscono alla ricerca in modo determinante e che, con questi trasferimenti, hanno potuto cogliere l’opportunità di rivedere nuovi concetti di collaborazione. Nel merito dei contenuti, si sono accentuate alcune tendenze in corso già da tempo: il consolidamento dei progetti multidisciplinari, la collaborazione tra gruppi di ricerca e l’orientamento ad attività e progetti con un impatto socio-economico ben definito. Gli aspetti di sostenibilità in quasi tutte le azioni di ricerca si sono fatti urgenti e presenti come non mai e anche l’istituzione ha iniziato un percorso volto ad assicurare un posto di rilevanza ai problemi connessi alla tematica. Tra i progetti istituzionali più rilevanti merita una sottolineatura il processo che ha portato ad ottenere l’Accreditamento istituzionale per i prossimi 7 anni, con decisione del Consiglio Svizzero di Accreditamento. Per il futuro sarà sempre più importante l’energia innovativa e pragmatica della SUPSI e un rafforzamento delle reti di collaborazione sull’importante asse europeo Nord-Sud, oggetto della Strategia 2021-24, nella prospettiva di uno sviluppo sempre più aperto della conoscenza legato al paradigma dell’Open Science. TICINO WELCOME / SET - NOV 2021
191
AZIENDE / ZURICH SVIZZERA
LA GRANDE FORZA DI UNA SQUADRA VINCENTE
Q SAMUELE DONNINI, HEAD TICINO DI ZURICH SVIZZERA, PRESENTA L’ATTIVITÀ DELLA PRIMARIA COMPAGNIA D’ASSICURAZIONE E CONFERMA LE RAGIONI DELLA PARTNERSHIP CON HOCKEY CLUB LUGANO.
uali sono le motivazioni che hanno determinato la scelta strategica di una collaborazione tra Zurich e Hockey Club Lugano? «Zurich si impegna nel sostenere progetti sportivi e culturali di rilevanza nazionale e regionale. Con le nostre partnership a lungo termine negli ambiti tematici sport, musica classica, opera e teatro, vogliamo offrire un valore aggiunto ai clienti, ai collaboratori e alla società. L’hockey su ghiaccio fa parte della cultura svizzera e rappresenta passione, spirito di squadra e perfezione, valori per i quali anche Zurich s’impegna giornalmente nei confronti dei propri clienti e collaboratori. In questa ottica la partnership tra HCL e la nostra compagnia è una delle più longeve nella storia del club e risale ormai a oltre 18 anni, devo dire con grande stima e soddisfazione da entrambe le parti. Inoltre, nell’ambito del nostro settore di competenza, siamo molto contenti di poter costantemente sostenere la dirigenza del Club nella valutazione dei rischi e delle misure da adottare nelle diverse dimensioni assicurative su cui si fonda il successo nel lungo periodo di un’impresa». In particolare, quali sono i valori etici e sociali che sentite di condividere? «I nostri valori incarnano dei principi che credo possano essere pienamente
192
TICINO WELCOME / SET - NOV 2021
condivisi anche da una realtà imprenditoriale quale l’HCL. In effetti, come Zurich vogliamo agire come una squadra e dare valore alle diversità e al potenziale di ciascun collaboratore. Siamo aperti alle nuove idee per superare le aspettative dei nostri clienti ed è importante per noi rispettare le nostre promesse difendendo ciò che è giusto. Con le nostre decisioni e i fatti contribuiamo alla sostenibilità della società e ci impegniamo per il benessere delle generazioni future. Attraverso i nostri impegni nell’ambito del raggiungimento degli obiettivi climatici che rientrano nell’”Accordo di Parigi sul clima” portiamo un contributo alla sostenibilità del pianeta. In questo contesto siamo molto contenti di aver risparmiato oltre due milioni di fogli di carta l’anno scorso grazie all’introduzione della postazione digitale di lavoro per noi e per i nostri consulenti alla clientela». Lo sport, con i suoi valori, rappresenta una straordinaria opportunità per trasferire all’interno della propria organizzazione modelli e comportamenti da utilizzare per fare fronte ad un mercato sempre più competitivo. Come avete deciso di affrontare le tappe di questo processo e con quali risultati? «La nostra ambizione è guidare la trasformazione tecnologica sul mercato assicurativo svizzero, posizionare Zu-
AZIENDE / ZURICH SVIZZERA
rich come assicuratore leader e orientare l’organizzazione verso crescita sostenibile, redditività e qualità dei ricavi. Per fare questo, così come nello sport, oltre ad avere una chiara visione bisogna saper riconoscere il potenziale delle proprie risorse, essere in grado di svilupparne le competenze, conoscere l’ambiente competitivo in cui operiamo e strutturare un’organizzazione efficace che possa lavorare in maniera sinergica e con chiare responsabilità. Ovviamente tutto questo può essere applicato unicamente se alla base vi è una grande passione per il proprio lavoro e forte senso di appartenenza. Infine, non certo per odine d’importanza, il fair play che rappresenta un valore fondamentale nello sport e nella vita. Per noi è altrettanto importante sottolineare l’importanza del fair play finanziario nella previdenza professionale attraverso maggior trasparenza e favorendo modelli equi, sostenibile e flessibili». Uno dei punti qualificanti che vi accomuna all’HCL è sicuramente il forte radicamento sul territorio. Come si esprime questa vostra presenza a livello locale e nazionale? «Zurich nasce nel 1872 e fin dai primi anni ha esteso la propria presenza globale; ed oggi rappresenta la più grande compagnia assicurativa svizzera. Crescita costante e innovazioni continue ci hanno permesso di sviluppare una rete globale, offrendo competenze e soluzioni ai nostri clienti in oltre 210 Paesi, attraverso circa 54.000 collaboratori. Ovviamente resta per noi molto importante l’home market con oltre 1,4 milioni di clienti in Svizzera che si affidano ai prodotti e ai servizi di Zurich grazie alle nostre 54 Agenzie Generali, tramite i nostri partners o direttamente scegliendo il canale online. Privati, ma anche piccole, medie e grandi imprese e istituti scelgono ogni giorno i nostri prodotti assicurativi, previdenziali e d’investimento; tutto ciò rappresenta per noi una grande re-
sponsabilità e una forte motivazione per continuare a fornire dei servizi altamente qualitativi. In Ticino è storicamente forte il radicamento della nostra società dove godiamo di un ottimo posizionamento sul mercato grazie alla forza del nostro brand e alle competenze che riusciamo a sviluppare per il tramite di una Direzione regionale, delle 4 Agenzie Generali, delle agenzie principali e dei nostri Help Point presenti nel Cantone. È fondamentale per noi garantire un’adeguata prossimità alla nostra clientela ma essere vicini ai clienti significa anche sviluppare delle soluzioni individuali, grazie ai prodotti personalizzati, e proporre un servizio sinistri attivo 24 ore». La pianificazione è alla base del successo di ogni impresa, quali sono a suo avviso le sfide più importanti che il settore assicurativo si appresta ad affrontare? «Sulla scia della globalizzazione, della trasformazione digitale e del cambiamento demografico, il mondo del lavoro è esposto a trasformazioni fondamentali. Intelligenza artificiale, apprendimento automatico o robotica modificano i processi operativi e interi profili professionali. Le aspettative dei nostri clienti e dei partner commerciali rispetto ai nostri prodotti e servizi aumentano e lo stesso vale per le esigenze delle nostre collaboratrici e dei collaboratori nei confronti dell’attività che svolgiamo. Ormai da tempo un mestiere non è più solamente una questione di lavoro. In primo piano ci sono l’utilità del nostro contributo, l’impiego effettivo dei nostri punti di forza, le capacità, nonché la possibilità di poter contribuire a realizzare qualcosa. Indubbiamente il settore assicurativo del futuro richiederà flessibilità, attitudine cooperativa, orientamento al cliente, dimestichezza con gli strumenti digitali e forte senso di responsabilità. La formazione e il perfezionamento rivestono un ruolo sempre più centrale:
collaboratori competenti sono indispensabili per il successo e la competitività delle compagnie assicurative. In questo contesto supportiamo il perfezionamento delle competenze tecniche, dirigenziali e la crescita della personalità mediante piani di sviluppo individuali, lavori di progetto, attività formative Academy, training, workshop, programmi di coaching e di mentoring, nonché interventi regionali o globali all’interno del Gruppo Zurich». Più in generale, quali sono state le principali tappe della sua attività di imprenditore che l’hanno portato ad assumere un ruolo di primo piano nel contesto economico ticinese? Trova il tempo per seguire l’hockey su ghiaccio? «Il mio background poggia le sue radici nel settore delle assicurazioni in qualità di perito federale, un segmento nel quale sono attivo da più di un ventennio e che mi ha permesso di consolidare una pluriennale esperienza, in particolare nei canali di distribuzione e nel management assicurativo grazie anche, parallelamente, ad una formazione specifica presso l’università di San Gallo e ai programmi dedicati ai senior leaders Fit For Future Leadership e Leading in the Digital Age del Gruppo Zurich. La mia carriera dirigenziale nasce dapprima nel segmento delle assicurazioni malattie ed in seguito nel contesto delle assicurazioni private che mi ha portato nel 2015 ad essere nominato Head Ticino di Zurich Svizzera. Dal 2019 sono presidente dell’Associazione Svizzera d’Assicurazioni – Sezione Ticino che è stata fondata nel 2017 per mirare a buone condizioni quadro per le attività del settore assicurativo e aumentare l’interesse dei giovani per le molteplici professioni in questo campo. Effettivamente, con una fitta attività professionale non è facile trovare un perfetto life-balance tra famiglia, lavoro ed hobby personali ma sotto questo TICINO WELCOME / SET - NOV 2021
193
AZIENDE / ZURICH SVIZZERA
punto di vista mi ritengo molto fortunato. Non manco di gustarmi anche dal vivo qualche partita di hockey presenziando saltuariamente alla Corner Arena nella nostra lounge unitamente a colleghe, colleghi e graditi ospiti». Da ultimo, come avete gestito nei mesi scorsi la situazione pandemica e quale è il supporto che una società d’assicurazione può dare alle PMI per permettere loro di avviare una duratura ripresa? «Credo che questo periodo, fortemente caratterizzato dalla crisi pandemica, abbia sottolineato ancora di più la centralità del ruolo delle assicurazioni nella nostra società, dove nonostante le difficoltà e il contraccolpo economico, abbiamo continuato a versare giornalmente sinistri e rendite riuscendo ad adattarci in maniera celere ed efficace a nuovi modelli di lavoro, mantenendo nel
contempo, anche da remoto, alti standard di qualità di servizio. Zurich Svizzera è leader nell’identificazione e nell’assicurazione dei rischi delle PMI svizzere. Questi rischi devono essere valutati in base alla loro probabilità ed entità; tuttavia questo compito non riguarda solo noi nel ruolo di compagnia assicurativa, bensì anche le PMI, le grandi aziende, i privati, la politica e l’amministrazione pubblica. Tutti noi dobbiamo guardare al futuro, soppesare i rischi, prendere decisioni tra prudenza e coraggio. Sviluppare la consapevolezza del rischio non è un impegno secondario. La crisi dovuta a Covid 19 e in particolare al lockdown hanno colpito duramente le imprese svizzere e ovviamente anche molti dei nostri clienti PMI. I piani di digitalizzazione dei rami d’attività e dei processi sono stati in parte accelerati a dismisura e le azien-
de che potevano permetterselo hanno rafforzato in tempi estremamente brevi la loro presenza in internet e realizzato online almeno una parte del proprio fatturato. Con grande rispetto abbiamo osservato la creatività con la quale gli imprenditori hanno agito in questa fase di emergenza, anche se purtroppo alcune realtà non sono state in grado di trovare una soluzione temporanea adeguata poiché molte attività hanno perso i mezzi di sussistenza dalla sera alla mattina. Gran parte delle imprese assicurate contro le epidemie con Zurich Svizzera hanno ottenuto da noi la completa copertura da Covid e con piacere abbiamo constatato come i clienti siano stati molto soddisfatti di questi parametri. Tra essi annoveriamo con molto piacere anche l’HCL che in diversi frangenti non ha mancato di sottolineare il nostro prezioso supporto e di questo non possiamo che rallegrarcene».
Harley-Davidson Lugano Strada da Igia, 6 • 6915 Pambio-Noranco +41 (0)91 940 11 61 • info@harley-davidson-lugano.ch www.harley-davidson-lugano.ch • Online Shop www.hdlstore.net
HarleyDavidsonLugano harleydavidsonlugano Harley-Davidson Lugano
Harley-Davidson® Sportster™ S Si apre un nuovo capitolo della lunga storia di H-D.
Network Night 2021 in collaborazione con
Grazie per aver reso speciale questo evento! Tenuta Castello di Morcote 08.07.2021
AZIENDE / BELOTTI OTTICAUDITO
3 MOTIVI PER CUI È IMPORTANTE FARE UN ESAME DELL’UDITO E COME SCEGLIERE L’APPARECCHIO ACUSTICO PIU’ADEGUATO I CONSIGLI DI BELOTTI OTTICAUDITO
D
iffondere la cultura della prevenzione è uno dei valori che da sempre ispira il lavoro quotidiano di BELOTTI OTTICAUDITO, perché l’importanza di diagnosticare in anticipo potenziali patologie è fondamentale. L’esame dell’udito è un esame profes-
196
TICINO WELCOME / SET - NOV 2021
sionale assolutamente non invasivo che BELOTTI svolge attraverso i propri tecnici specializzati. Esistono numerosi test dell’udito online, ma questi sono ben diversi dall’esame audiometrico che si può effettuare soltanto grazie ad attrezzature e ad un’esperienza clinica d’avanguardia che consente di ottenere
risultati altamente affidabili. BELOTTI applica infatti metodi di misura analitici e sceglie opportunamente tra numerosi esami disponibili, soggettivi e oggettivi, secondo un protocollo ben definito. Gli audioprotesisti BELOTTI ci hanno illustrato i 3 motivi principali per cui è importante fare un esame dell’udito.
AZIENDE / BELOTTI OTTICAUDITO
1) Il cervello dimentica alcune funzioni uditive. È ormai entrato nelle nostre abitudini programmare periodicamente alcuni controlli medici, che effettuiamo a scopo di prevenzione. Purtroppo però non è ancora così per l’esame dell’udito, a cui spesso dedichiamo attenzione solo quando il problema uditivo si è ormai manifestato. L’esame audiometrico rappresenta invece un vero e proprio strumento di prevenzione, permettendo di intervenire in tempo utile quando un’eventuale ipoacusia è ancora nella fase iniziale. Il cervello ha infatti bisogno dell’intero scenario sonoro per funzionare correttamente. Quando a causa di un disturbo uditivo, non riesce a recepire alcuni rumori, potrebbe addirittura disimparare a selezionare i suoni corretti. 2) Il 30% delle persone sopra i 60 anni soffre di ipoacusia. Le statistiche riportano che il 30% della popolazione sopra i 60 anni di età soffre di ipoacusia. Ma anche se non si rientra in questa fascia di età (i primi segnali di calo si possono manifestare già intorno ai 30 anni) è sempre il momento giusto per prendere l’abitudine di prenotare un esame dell’udito almeno una volta all’anno e questo è possibile farlo in tutti i Centri BELOTTI presenti in Ticino. È un piccolo gesto da compiere oggi per trarne grande giovamento durante la vecchiaia. 3) Se si è effettuato un esame da più di un anno, è il momento di prenotare un nuovo appuntamento. Gli audioprotesisti di BELOTTI ci hanno spiegato che spesso il calo dell’udito si manifesta in modo nascosto, senza indizi evidenti. Per questo è importante programmare una visita dell’udito una o due volte all’anno. Capita di accorgersi di avere una perdita dell’udito solo dopo che questa ha già avuto un impatto spiacevole nella
nostra vita, peggiorando la qualità delle nostre relazioni personali e professionali. Il consiglio più importante di BELOTTI è dunque quello di prenotare un esame dell’udito. È sufficiente un semplice gesto: con un click sul sito web BELOTTI è possibile infatti prenotare senza alcun impegno un esame gratuito. Gli audioprotesisti BELOTTI inoltre sanno esattamente quale apparecchio acustico è quello più adatto alle specifiche esigenze di ognuno. Ogni persona, infatti, ha uno stile di vita unico e l’apparecchio acustico deve rispondere a un preciso obiettivo: semplificare le attività quotidiane di chi lo porta. Qual è il migliore apparecchio acustico per te? Sul mercato esistono oggi varie tipologie di apparecchio acustici, che si possono suddividere in due grandi gruppi: apparecchi acustici retroauricolari e apparecchi acustici endoauricolari. I primi vengono portati dietro all’orecchio e nonostante la posizione possono essere molto discreti; sono la tipologia di apparecchi scelti più di frequente. Gli apparecchi acustici endoauricolari sono invece apparecchi acustici pressoché invisibili. Vengono collocati all’interno del condotto uditivo e vengono spesso realizzati su misura. Esiste poi l’ultimissima generazione di apparecchi acustici Oticon More™ di Oticon che rappresentano la soluzione più tecnologicamente avanzata disponibile sul mercato, perché supera il modello tradizionale e supporta l’accesso all’intero scenario sonoro e alle sue sfumature. È un apparecchio acustico ricaricabile che può risultare la migliore soluzione sia per chi non ha mai portato un apparecchio, sia per chi ha già provato altre protesi acustiche ed è disponibile in tutti i Centri BELOTTI presenti in Ticino.
DA BELOTTI UNA NUOVA LINEA DI PROFUMI ARTISTICI: THE HOUSE OF OUD - THOO Le fragranze artistiche sono in grado di descriverci come pochi altri elementi e l’esperienza olfattiva proposta dei Centri BELOTTI viene proposta attraverso una ricercatissima selezione di profumeria artistica, per esprimere il meglio della personalità di ognuno di noi. A partire dal prossimo mese di Novem-
bre saranno disponibili ne Centri BELOTTI tre nuovi profumi artistici della prestigiosa linea THE HOUSE OF OUD - THOO frutto del sapiente lavoro di ricerca del profumiere italiano Andrea Casotti e di un produttore di Oud di Giacarta, Mohammed Abu Nashi. Due appassionati d’arte, di viaggi e di profumi legati dal senso del bello e dalla passione per la ricerca. Le tre nuove fragranze THOO sono proposte in preziosi flaconi che si traducono in delle vere e proprie opere d’arte, frutto di artigianalità senza tempo. THE HOUSE OF OUD va ad affiancare gli altri prestigiosi brand di profumi artistici che ormai rappresentano una presenza consolidata nei Centri BELOTTI: LIQUIDES IMAGINAIRES, HISTOIRES DE PARFUMS e BLEND OUD.
TICINO WELCOME / SET - NOV 2021
197
AZIENDE / RESIDENZA RIVABELLA
OSPITALITÀ E ASSISTENZA A CINQUE STELLE ALEXANDRE ALEMAN, DIRETTORE DELLA RESIDENZA RIVABELLA DI MAGLIASO, PRESENTA UNA STRUTTURA CHE, DOPO I LAVORI DI RISTRUTTURAZIONE E AMPLIAMENTO RECENTEMENTE CONCLUSI, GARANTISCE UNA AMPIA GAMMA E UN’ELEVATA QUALITÀ DI SERVIZI AI SUOI OSPITI RESIDENTI.
198
Q
uali sono le principali caratteristiche della Residenza Rivabella? «Siamo una struttura di vita, riabilitazione e vacanza con servizi e reparto cure dove i residenti possono godere del privilegio di vivere in un luogo molto bello e tranquillo, ai piedi delle colline di questo angolo del Malcantone e con davanti la distesa del lago. Possono scegliere di soggiornare in diverse tipologie di camere o appartamenti. La casa di cura Rivabella garantisce agli ospiti totale indipendenza finché è gradita e possibile - completa libertà nell’organizzazione della propria vita - secondo i desideri e le aspettative di ognuno. Il reparto cure della residenza per anziani, con una grande dotazione di personale, il servizio alberghiero al top e personalizzato, il servizio cure a domicilio interno con il proprio personale per i clienti che vivono negli appartamenti, l’essere
sempre a disposizione anche per accompagnamenti privati sono parte integrante della nostra filosofia per sostenere e aiutare i residenti nelle loro esigenze quotidiane. Il personale di ogni reparto si prende carico con serietà e gentilezza di tutte le necessità e desideri dei clienti, che sia solo per un soggiorno di riabilitazione, di vacanza o per vivere la propria vita quotidiana in compagnia. I nostri clienti si devono sentire sempre a casa e attorniati d’affetto e sorrisi; certi che tutto il personale rispetti la dignità dell’essere umano sempre». Nei mesi scorsi avete portato a termine importanti interventi di ristrutturazione… «La riqualifica dell’intera struttura e l’ampliamento ha comportato la realizzazione di 13 nuovi appartamenti a disposizione degli ospiti e la creazione di una nuova ala di servizi, tra cui uno studio medico in cui operano vari
specialisti, e una modernissima SPA dotata di piscina, sauna, bagno turco, percorso Kneipp, stanza del sale e area massaggi. Inoltre, al piano terreno della residenza abbiamo creato una vera e propria piazza del paese con il parco e il lago di fronte, attrezzata con un bar (che la sera può diventare un piano bar) e diverse piattaforme direttamente sullo stagno nel parco dove è possibile incontrarsi, sedersi al sole, chiacchierare e socializzare. All’interno della residenza, nell’ala considerata casa anziani, la luce del sole penetra dal tetto a vetri e illumina il bellissimo giardino d’inverno. Tutte le stanze vi affacciano e vi si svolgono le attività ricreative durante i mesi freddi, nonché concerti, un’esposizione permanente d’arte e altre iniziative culturali. Le stanze sono tutte dotate di TV, telefono, internet, radio, cassetta di sicurezza, frigobar, aria condizionata, impianto di chiamata d’emergenza, terrazza o giardino, bagni con doccia senza ostacoli architettonici. I residenti possono decidere come arredare gli spazi, o portando i mobili da casa propria oppure scegliere tra le svariate possibilità di mobili che abbiamo in dotazione. Desidero in particolare ringraziare la famiglia di Gallo, gruppo proprietario della Rivabella e di tantissime altre strutture in Svizzera interna, che da anni mi danno fiducia, sostegno e che
hanno avuto la costanza e il coraggio di investire nonostante le difficoltà dell’ultimo anno». Oltre alla piazza non mancano ampi spazi verdi dove passeggiare… «Un grande prato scende dolcemente fino al lago, mentre una serie di percorsi pedonali sinuosi permettono un utilizzo totale e circolare del parco. Tutto il percorso attraverso il parco è accessibile facilmente ai mezzi ausiliari e praticabile da tutti. Piante e fiori allietano l’ambiente, che comprende anche un bellissimo stagno». Da oltre 10 anni avete affidato la ristorazione ad uno chef esperto e apprezzato come Ernesto Menegotto… «Ci piace viziare i nostri ospiti interni ed esterni con una cucina raffinata, privilegiando piatti sani ed equilibrati, tutti realizzati con cotture brevi e con materie prime di altissima qualità. I piatti del nostro chef si rifanno alla tradizione, ma vengono proposti in versione alleggerita, grazie all’aggiunta di ingredienti freschi e insoliti; il risultato è un mix inedito che soddisfa i gusti più forti e più decisi, ma non manca di convincere anche palati fini ed esigenti, sempre in cerca di sapori nuovi e di abbinamenti creativi. La Residenza Rivabella dispone anche di propri pasticceri, che preparano quotidianamente torte e dol-
ci e sono specializzati nella pasticceria dietetica e per diabetici. I dolci hanno un comprovato compenso psicologico, e aiutano sempre ad essere felici». Dunque, l’alta cucina non è necessariamente in opposizione ad una dieta bilanciata… «Al contrario. La gastronomia è arte e la cucina mediterranea è benessere e salute. Lo chef e la sua brigata creano piatti belli e squisiti, per soddisfare sia la vista che il palato, privilegiando gli ingredienti stagionali e curando con particolare attenzione le esigenze e i gusti personali. Negli ultimi anni la richiesta di prodotti Bio da parte di clienti era cresciuta molto e da circa un anno l’azienda ha deciso di privilegiare, quando possibile, l’acquisto di prodotti Bio e Demeter. La clientela è molto soddisfatta dalla qualità delle materie prime. Per i clienti che necessitano di regimi dietetici vengono cucinati piatti personalizzati, sempre di alto livello culinario, nel rispetto delle indicazioni mediche».
RESIDENZA RIVABELLA Via Ressiga 17 CH-6983 Magliaso T. +41 (0)91 612 96 96 www.rivabella.ch TICINO WELCOME / SET - NOV 2021
199
AZIENDE / DEVELED SAGL
IL SUCCESSO DELLE VENDITE E DEL MARKETING NON CONVENZIONALE
C
ampione nell’atletica ma, al contrario di molti sportivi professionisti, non ha mai rinunciato a studiare. Scelta vincente? «Sicuramente. Avere qualcosa oltre alla corsa su cui concentrarsi, mi ha dato la possibilità di vivere con più serenità lo sport e soprattutto l’aspetto agonistico. Inoltre, cementavo la consapevolezza di costruirmi un futuro post-atletica. Ora posso dire che lo studio, l’impegno nello sport e le esperienze all’estero che ho collezionato fin da giovane, hanno forgiato il mio e il nostro modo di lavorare».
SUPERARE GLI STANDARD, ELIMINARE I VINCOLI MENTALI E SFIDARE I LIMITI DELLA COMFORT ZONE: L’AZIENDA FONDATA DALL’EX CAMPIONE DI ATLETICA GIUSEPPE MAFFEI OFFRE SERVIZI PERSONALIZZATI, COMBINANDOLI CON L’INTRAPRENDENZA NEL PERCORRERE STRADE INESPLORATE. CON SUCCESSO.
200
TICINO WELCOME / SET - NOV 2021
C
ompetere nello sport ai massimi livelli e riuscire a trovare energie per completare il percorso accademico è cosa per pochi. Di questa élite fa parte Giuseppe Maffei, due volte olimpionico, laureatosi al Politecnico di Milano, che in seguito ha vissuto e lavorato in Spagna, Portogallo e infine oltreoceano, in Canada. Rientrato in Europa nel 2016, ha avuto l’intuizione di fondare Develed, azienda ticinese di digital marketing e consulenza commerciale, che oggi annovera importanti clienti internazionali. In Develed Maffei ha fuso tutte le sue esperienze: sportive, accademiche e lavorative.
I ricordi agonistici la sostengono nell’impegno odierno? «Sì, anche perché ho avuto la fortuna di tenere “diari di bordo”, da quando ho iniziato a fare agonismo. Riguardandoli oggi, mi rendo conto di come perseverare ed esplorare altre strade abbia fruttato anche nel contesto sportivo. Uscire dalla comfort zone, mettersi sempre in gioco, trovare la soluzione giusta, sono gli aspetti distintivi della nostra azienda». Come si traduce nel vostro approccio al lavoro? «Offriamo servizi personalizzati. Per farlo, dismettiamo ogni preconcetto. Certo, è più impegnativo, perché non è standardizzato. Ci confrontiamo quotidianamente anche con aziende di grande blasone che hanno necessità di un partner per sbloccare situazioni stagnanti da decenni. È indispensabile saper ascoltare per in-
AZIENDE / DEVELED SAGL
staurare il rapporto di fiducia necessario affinché insieme ci si incammini su un nuovo percorso. I successi poi arrivano e la loro felicità è evidente quando riescono a vendere bene in un Paese in cui il mercato gli era sempre stato ostile. Ma ci vuole coraggio, da parte nostra e da parte del cliente. Questo approccio sta funzionando egregiamente, siamo molto soddisfatti». Studi, successi sportivi, viaggi ed esperienze professionali poliedriche. Di questo ricco bagaglio, cosa porta in azienda a livello personale? «Il pragmatismo, grazie a cui vedo le cose in modo realistico. Ad esempio capire subito se un progetto, magari estremamente audace, funzionerà e, di contro, intuire che una soluzione più semplice invece non avrebbe successo. Questo pregio penso scaturisca dai viaggi intrapresi. Credo tanto
alla teoria dell’exposure: vivere molteplici esperienze arricchisce il proprio patrimonio, costituito da un sacco pieno di informazioni e capacità cui attingere nelle situazioni che si fronteggiano». Questo influisce anche sulla vostra scelta di avere in azienda un ampio mix di competenze? «Esattamente. Abbiamo tutti esperienze in diversi settori. Io per esempio ho iniziato come tecnico, poi commerciale e infine manager. Da 15 anni mi occupo anche di marketing e comunicazione. Questo carnet di competenze è la nostra forza, perché ci distingue dai competitor: in Ticino oggi siamo gli unici ad avere competenze ibride. Ci poniamo sul mercato con un posizionamento innovativo. Abbiamo percorso tutte le tappe: per l’imprenditore che ci ingaggia, questo è un enorme plus».
NUOVO BMW CE 04 THE SILENT REVOLUTION
Garage Gardel Moto SA
Strada da Igia 6 • 6915 Pambio-Noranco • T. 091 993 11 66 • bmw-motorrad-gardel.ch
AZIENDE / GIANNI SIMONATO
REALIZZARE UNA STARTUP DI SUCCESSO? GIANNI SIMONATO, CHIEF DIGITAL OFFICER MYACADEMY DI LUGANO PRESENTA LE STRATEGIE CHE NESSUNO RACCONTA.
V
uoi diventare uno startupper di successo? Allora smettila di fare e rifare il tuo business plan. Metterti a tavolino e produrre “numeretti” non renderà la tua azienda in grado di stare sul mercato. Ma anche i numeretti servono, specie se scritti in un bel Power Point, a colori, emozionale, con frasi ad effetto e gli slogan di Steve Jobs. I numeretti servono per le banche, per i finanziatori, per raccogliere capitali. Certo, la finanza è importante, e raccogliere capitali è ormai diventata routine per le startup. Quando incrocio i giovani imprenditori nei vari meeting, oggi spesso via Zoom, è una gara tra loro alla domanda: tu quanto hai raccolto? Primo errore da evi-
202
TICINO WELCOME / SET - NOV 2021
INNAMORARSI DEL CLIENTE tare: sedersi e pianificare fino a quando tutto è perfetto, in una sorta di enciclopedia del business ma che non ti fa fare le azioni giuste. Ciò accade perché tutto cambia alla velocità della luce e mentre scrivi i numeretti le condizioni attorno a te hanno già preso direzioni diverse. Primo passo da fare: immergiti nella pratica del tuo business, “sporcati le mani” e lavora con ciò che hai, ma fallo seguendo una direzione. La finanza non è una direzione, è solo il carburante per il tuo business. Quando inizio la prima sessione di Mentorship con gli statupper non proietto Power Point e non faccio fare business plan. Arrivo con una scatola di puzzle, pochi pezzi. Apro la scatola e dico: oggi ragazzi si gioca, perché se non siamo in grado di giocare già abbiamo un problema! Quindi dico agli startupper di assegnare ad ogni tessera del puzzle un ruolo aziendale. Il puzzle rappresenta il team, ed ogni tessera è un ruolo. Chi ci serve nel team? Prima di ascoltare la loro idea di business dico loro: ragazzi, conosciamoci. Dimmi chi sei, cosa fai e perché lo fai. Poi analizzo con loro chi dobbiamo portare ancora a bordo. In tutti i team trovo dei “buchi”: o team troppo sbilanciati sulla tecnologia, sul prodotto o sul marketing. In realtà il team è fine alchimia tra diversi ruoli che messi assieme sono il prodotto degli stessi, non la semplice somma. Dò quindi importanza al team, ai suoi componenti, a come si integrano tra loro, prima ancora di valutare l’idea di business. E da questo capisco qual è la “direzione” verso la quale vogliono andare. Non ti fermare quindi al “cosa” farai,
prodotto o servizio, né al “come” lo farai. Preoccupati invece di darti un forte “perché”, secondo consiglio. È questo il significato primo da ricercare nel tuo business, elemento di catalizzazione per fornitori, clienti, banche, collaboratori. Bill Gates voleva “mettere un pc su ogni scrivania e uno in ogni casa”, e questo era il suo forte “perché”. Tengo delle sessioni online, a volte a mezzanotte con gli Stati Uniti o alle 6 del mattino con Lugano, con i giovani startupper, tormentandoli sul loro “perché”. Molti ce l’hanno chiaro, altri confuso nel loro “dialogo interiore”, altri vogliono diventare degli unicorni già domattina perché hanno “l’idea vincente”. Avete capito come questi ultimi vadano a finire, è un film che vedo da anni ed il finale è sempre lo stesso. Terzo consiglio. Se il 90% delle startup fallisce e tutte hanno realizzato un business plan, ti sei chiesto come ciò possa succedere? Il business plan è perfetto, sono state fatte le stime sui clienti, stime sul fatturato, sul margine, sulle quote di mercato. Stime…appunto! È qui il vero problema: le stime non sono la realtà, sono delle semplici previsioni, molto spesso inadeguate perché le condizioni sulle quali poggiano cambiano rapidamente. Sarebbe come fidarsi delle previsioni meteo, prendendo con assoluta certezza quelle fatte una settimana prima. Ecco cosa insegno agli startupper: a non essere pignoli e precisi ma ad essere flessibili nelle loro scelte e pronti a cambiare in corsa. E per ottenere un mindset così elastico occorre allenarsi agli imprevisti, all’incertezza, all’instabilità.
AZIENDE / GIANNI SIMONATO
La cosa più curiosa che trovo nei giovani startupper è l’attaccamento alla loro idea imprenditoriale. Nei colloqui con loro vedo che si accendono in viso quando ne parlano, brillano gli occhi, l’eloquio diventa fluente. Sono innamorati del prodotto/servizio/soluzione, ma mai abbastanza innamorati del loro cliente, anche potenziale, anche latente. Non hai la certezza di convertire il cliente alla tua soluzione, ma non puoi neppure pensare che la soluzione, per quanto originale, rappresenti da sola il successo. Le startup falliscono perché non c’è un mercato pronto in tempi compatibili con le necessità di vita della startup. Quanto possiamo aspettare perché si formi un mercato? Un esempio di flop è Apple con il Newton, uno dei primi touch, ma non pronto per il mercato dell’epoca, quasi 30 anni fa. Eppure di cose ne faceva, e non possiamo dire che non fosse innovativo. L’approccio corretto è ascoltare i
clienti ed il mercato, anche quando non è pronto e maturo e sembra distante dal recepire le nuove soluzioni. Ma, caro startupper, ascolta i segnali deboli che catturi dal mercato. 3 domande potenti che ti devi fare: La tua soluzione genera un effetto wow? Quali problemi risolve? Come semplifica la vita ai tuoi clienti? A questo punto “tira fuori” la tua soluzione ma metti in conto la disponibilità a cambiare direzione. Preparati: nel 99% dei casi dovrai rivedere la tua soluzione di partenza, per adattarla al tuo cliente. Segui il modo in cui il tuo cliente viene in contatto con te: quali sono i punti di contatto? Un negozio online oppure fisico, il tuo sito web, i tuoi social, le referenze, gli amici degli amici… Fai una mappa di questi punti di contatto, e verifica quale esperienza provano i tuoi clienti. Ne hai abbastanza per cambiare o correggere la sintonia con il cliente. Non esistono clienti sbagliati,
Impiantistica e gestione razionale dell’energia
ma aziende non sintonizzate sul cliente! Un super consiglio finale: innamorati del “Tuo Cliente”, non del tuo prodotto. Il cliente è vita, evolve, cambia, e se sai interpretarlo avrai vita lunga adattandoti a lui. Il prodotto invece non vive di vita propria, è statico, invecchia. Se ti innamori del tuo prodotto: the end is near… Questa è la mia esperienza di mentore. Fammi sapere la tua a info@myacademypmi.com
REALIZZIAMO • • • • • • • •
impianti di climatizzazione e ventilazione impianti di riscaldamento convenzionali e con energie alternative installazioni idrosanitarie centrali termiche a vapore, acqua surriscaldata, olio diatermico centrali di refrigerazione reti di distribuzione per fluidi liquidi e gassosi impianti per il trattamento acque impianti fotovoltaici
OFFRIAMO • •
la competenza di ingegneri e tecnici sperimentati la consulenza per la gestione efficiente e razionale dell’energia
ASSICURIAMO • • •
il servizio riparazioni il pronto intervento 24 ore/24 la manutenzione
TECH-INSTA SA Via Industria CH-6807 Taverne Tel. 091 610 60 60 Fax 091 610 60 70 • info@tech-insta.ch www.tech-insta.ch • •
AZIENDE / SOCIETÀ TICINESE DI RELAZIONI PUBBLICHE
COME CAMBIANO LE PR
D PUBBLICHE RELAZIONI: DA ESPERTI IN COMUNICAZIONE A STAKEHOLDER MANAGER. UNA CHIACCHIERATA CON ALBERTO STIVAL, PRESIDENTE DI PR SUISSE DI AMANDA PRADA
D
opo avere presieduto la STRP Società Ticinese di Relazioni Pubbliche, nel 2020 Alberto Stival è stato eletto Presidente di pr suisse, la società mantello. Parallelamente con un amico ha fondato ALMA Impact: l’idea è di promuovere nelle aziende il concetto delle 3 P – profit, people, planet – e quindi sostenere le imprese che cercano di essere virtuose a livello finanziario, sociale e ambientale.
al suo osservatorio privilegiato a capo di pr suisse ci vuole dire cosa rappresentano per lei oggi le PR? «Sempre di più sono sinonimo di stakeholder management. Chi se ne occupa è spesso confrontato con la questione del riposizionamento strategico e della responsabilità sociale di un’azienda. Dovrebbe allora lavorare a stretto contatto con il/la CEO o il Consiglio d’amministrazione, essere coinvolto fin dal momento in cui si definisce la strategia dell’azienda, presenziare in tutto il processo per collaborare nella messa a punto di obiettivi e prodotti. Insomma, dovrebbe accompagnare lo sviluppo dell’azienda e non essere interpellato solo alla fine. Possiamo e dobbiamo poter dare degli input ad alto valore aggiunto perché siamo in contatto con i vari stakeholder. Questa visione è relativamente nuova: dà alle PR un peso maggiore rispetto al passato, anche a livello gerarchico». CdA e PR vanno quindi a braccetto? «Oggi la comunicazione è una competenza fortemente richiesta a chi ricopre certi ruoli, sia per l’esposizione mediatica sia per poter dialogare in maniera efficace con chi gestisce professionalmente le PR. Con ALMA Impact e il Centro competenze tributarie della SUPSI abbiamo ideato la prima edizione del corso Certified Board Member per fornire competenze e strumenti decisionali a chi fa parte di un Consiglio d’amministrazione. Non è un caso se in questo percorso è previsto anche un modulo sulla comunicazione». Il tema della reputazione delle imprese come si intreccia con le PR? «Ogni azienda si preoccupa del rischio, anche reputazionale. Non è un
204
TICINO WELCOME / SET - NOV 2021
valore semplice da quantificare, ma è diventato importante: il valore di tante aziende dipende ormai principalmente dal valore del proprio brand. Se in un’impresa c’è chi gestisce le risorse umane, la principale risorsa di un’azienda moderna, dall’altra parte dobbiamo comprendere che la reputazione è connessa con il valore dell’azienda stessa e va quindi anch’essa gestita professionalmente». Con pr suisse cosa state facendo nell’ambito della formazione? «Vogliamo riproporre dall’anno prossimo il diploma federale di specialista in PR, decaduto per parecchio tempo. Ogni anno, in effetti, una sessantina di persone ottengono l’attestato federale che può poi sfociare nel diploma federale. Al momento in Svizzera vengono comunque già dispensati centinaia di corsi sulla comunicazione, l’offerta aumenta quasi giornalmente. La formazione è determinante per lo sviluppo di una professione, ma a volte è difficile capire cosa ha realmente valore e cosa no. Con pr suisse stiamo pensando di fare un po’ d’ordine in quest’offerta attraverso un portale web dove trovare facilmente quello che interessa di più». Cosa possono portare le giovani leve alla professione? «Mi aspetto che prendano in mano la comunicazione digitale in maniera propositiva nelle aziende. Hanno la possibilità di occuparsi da subito di lavori interessanti, ma l’iniziativa deve anche venire da loro, perché a volte i loro superiori non riescono a riconoscere il potenziale della comunicazione digitale e quindi hanno difficoltà a stimolarli a svilupparla. Così facendo possono davvero portare un grande valore aggiunto all’azienda».
Relax & Recharge theviewlugano.com
Un olimpo di charme, dedicato al culto del benessere, pensato per gli ospiti dell’hotel, ma aperto anche ai visitatori esterni. Managed by PlanHotel Hospitality Group
AZIENDE / CASINÒ DI LUGANO
LA CASA DA GIOCO DI LUGANO HA SVILUPPATO UN SERVIZIO SPECIALIZZATO, MIRATO ALLA PROTEZIONE DEL CLIENTE RIGUARDO LA PREVENZIONE DI PROBLEMATICHE LEGATE AL GIOCO ECCESSIVO. NE PARLIAMO CON YULIYA CASTELLI GONCHARUK, RESPONSABILE F&C E COMPLIANCE DEL CASINÒ DI LUGANO.
U
n portfolio giochi tra i più vasti e diversificati in Ticino, con un parco slot di oltre 500 macchine - con ricchi e frequenti jackpot - e una proposta tavoli importante e variegata, in cui spiccano i giochi francesi, fra i più prestigiosi ed antichi praticati nell’area live gaming. Un’anima eclettica, dinamica e raffinata quella del Casinò di Lugano che si sviluppa anche online, grazie a swiss4win.ch, la piattaforma in cui potersi divertire ovunque, con i giochi più conosciuti ed apprezzati 24 ore su 24, 7 giorni su 7. Con uno spirito dedito all’accoglienza e alla cura del cliente, grazie all’ottimo servizio ristorativo, oltre alla sua accattivante offerta di gioco, il Casinò luganese è pronto a rispondere alla richiesta sempre più crescente di intrattenimento di qualità, cultura del gioco, eccellenza nello svago e nel confort. Espressione di un’operosità che vuole coinvolgere ed entusiasmare, ma anche, e soprattutto, tutelare i propri giocatori.
206
TICINO WELCOME / SET - NOV 2021
TUTELARE IL GIOCO RESPONSABILE
I
Casinò vengono spesso tacciati quali luoghi di perdizione, dove il cliente rischia di accumulare debiti e ritrovarsi in uno stato psicologico preoccupante. È davvero così? Come si comporta a riguardo il Casinò di Lugano? «Il rischio dell’insorgenza di ludopatia o dipendenza da gioco d’azzardo è reale e non va sottovalutato. Per questo motivo è importante l’impegno che si assume la casa da gioco luganese nel promuovere il gioco responsabile a tutela dell’utente. Al contrario di quanto percepito da fuori, è nell’interesse del Casinò stesso invitare i giocatori a mantenere un rapporto sano con il gioco, in modo che rimanga un’esperienza di puro divertimento e non si trasformi in una situazione di disagio o,
peggio, in una dipendenza vera e propria. Questo permette di proteggere i clienti, di evitare rapporti problematici con il gioco nell’ottica di una fidelizzazione a lungo termine della clientela. Per salvaguardare i propri giocatori la Casinò Lugano SA, che ha come azionista di maggioranza un Ente pubblico, ha quindi implementato il piano di misure sociali con la messa a disposizione della clientela di strumenti di sensibilizzazione, di auto-riconoscimento e di autocontrollo della propria attività di gioco. Questo attraverso un piano di informazione ben specifico sui rischi del gioco ed assistenza da parte del personale del Casinò, con colloqui riservati e consigli pratici, test di autovalutazione del giocatore, nonché il rilevamento precoce e l’analisi dei comportamenti che possono portare a rischio dipendenza.
AZIENDE / CASINÒ DI LUGANO
Se il periodo di sensibilizzazione e attenzione nei confronti di un giocatore, spronato ed aiutato a sviluppare azionilimite per mantenere un gioco responsabile, non porta ai risultati sperati ed il cliente perde il controllo dell’attività di gioco rispetto alle proprie possibilità, il Casinò ha l’obbligo di intervenire con un’esclusione nazionale dal gioco». Chi è coinvolto in questo processo di monitoraggio dei clienti? Voi avete anche da poco sviluppato un settore online, swiss4win.ch. Anche in questo caso esiste un piano di misure sociali? «Tutto il personale a contatto con la clientela, sia nel Casinò terrestre che nella piattaforma online, è coinvolto direttamente nel processo di monitoraggio e di assistenza. Per garantire un adeguato livello di prestazione vengono eseguiti corsi annuali di formazione, rafforzati da un affiancamento costante da parte dell’ufficio interno preposto a vigilare sull’implementazione del piano delle misure sociali».
servazione di atteggiamenti particolari del giocatore: un aumento smisurato di frequenza, di permanenza o cambiamenti comportamentali in sala, possono dare indicazione di una situazione negativa e determinare particolari accorgimenti da parte dei collaboratori. A seguito di questi, infatti, si sviluppa un processo di osservazione dell’attività di gioco del cliente, che viene assistito dal personale, per evitare che possa trasformarsi in un’esperienza dannosa o che possa mettere a rischio la propria situazione finanziaria. Nel settore del gioco Online, essendo il gioco accessibile ovunque e in ogni momento, è maggiore il rischio di sviluppare una dipendenza. Il rispettivo processo di monitoraggio riflette questa necessità accorciando i tempi della valutazione e un eventuale conseguente intervento. Il rilevamento degli alert è molto più diretto e rapido ed avviene attraverso un’analisi automatica e un controllo istantaneo delle varie transazioni ed attività effettuate dal cliente, fornendo elementi utili per una valutazione puntuale del comportamento di gioco».
Come avviene questo processo di rilevamento di giocatori a rischio nei due settori? «Nel settore terrestre gli indicatori si basano principalmente sul rilevamento del giocato di un cliente, sull’aumento eccessivo dello stesso, per esempio, o sull’os-
A che livello può avvenire un’esclusione per gioco d’azzardo? «L’esclusione da gioco per motivi finanziari avviene a livello nazionale. Il giocatore viene escluso da tutti i Casinò svizzeri e dall’offerta di gioco online (inclusi Swissloss e Lotterie Romande)».
Una volta che un giocatore viene escluso a livello nazionale cosa succede? È possibile fare una richiesta di revoca? «Se l’esclusione è stata voluta dal giocatore stesso, la revoca può essere richiesta una volta trascorsi tre mesi dalla data dell’esclusione; mentre per le revoche di esclusioni imposte dal Casinò, non esiste un termine minimo d’attesa. Nell’ambito della procedura di revoca, oltre alla valutazione della situazione finanziaria del giocatore è obbligatorio un coinvolgimento di uno specialista, riconosciuto a livello cantonale, che effettui un colloquio con il giocatore ed emetta una sua valutazione professionale con un’indicazione specifica relativa alla richiesta di riammissione». Con quali altri enti comunali o cantonali collaborate? «Oltre al personale interno della struttura, qualificato sul tema, per mantenere l’esperienza di gioco piacevole e divertente, il Casinò di Lugano collabora con Istituti importanti come l’IRGA, l’Istituto di Ricerca sul Gioco d’Azzardo e il Gruppo Azzardo Ticino, prevenzione. Si cerca, in questo modo, di combattere in maniera precoce gli scenari che potrebbero diventare negativi, prima che si trasformino in problematiche effettive». La concezione sociale ha altri compiti? «Uno dei compiti di grande rilevanza della concezione sociale è la formazione continua del personale e la verifica che il piano di misure sociali sia applicato correttamente. Inoltre, un altro compito importante è la valutazione regolare dell’efficacia del piano e, in caso di necessità, un adeguamento tempestivo dello stesso, previa approvazione della Commissione Federale delle case da gioco, Ente federale di supervisione del rispetto dell’adempimento degli obblighi legali in materia di gioco d’azzardo e di protezione sociale». TICINO WELCOME / SET - NOV 2021
207
AZIENDE / ALFREDO BARATELLA
TERRAZZE D’ARTISTA
Q
ALFREDO BARATELLA SPIEGA COME L’ALLESTIMENTO DI UNA TERRAZZA SIA SICURAMENTE UNO DEGLI SPAZI PIÙ DIFFICILI DA PROGETTARE. UNA TERRAZZA NON CONCEDE INFATTI MARGINE D’ERRORE NELLA PROGETTAZIONE E LO SPAZIO RIDOTTO METTE TUTTO IN PRIMO PIANO, IN OGNI PERIODO DELL’ANNO.
P
er avere un buon risultato ci vuole fantasia per osare soluzioni fuori dal comune, ci vuole un tema, una conoscenza delle piante che permetta di selezionare delle specie presentabili per un periodo dell’anno il più lungo possibile. Da non dimenticare poi l’illuminazione scenografica, fondamentale nella creazione di uno spazio così vicino all’abitazione. Una terrazza riuscita è senza dubbio il progetto paesaggistico più apprezzato dal committente.
208
TICINO WELCOME / SET - NOV 2021
uali vantaggi per la salute e il benessere delle persone possono derivare da una buona organizzazione di un terrazzo o di un giardino pensile? «Considero salute e benessere due stati fisici legati indissolubilmente tra loro: una permette lo sviluppo dell’altro, ovvero senza benessere, inteso come stare bene e sentirsi a proprio agio, la salute potrebbe risentirne, soprattutto nelle persone più sensibili. Nel vivere un terrazzo, la sensazione di benessere è ancora più accentuata. Nella progettazione va considerato il periodo in cui un terrazzo può essere un’oasi e lavorare su questi periodi. A seconda della posizione, un terrazzo potrebbe essere troppo caldo durante la massima calura estiva. A volte però non ci sono alternative, ovvero potrebbero non esserci spazi alternativi; è qui che la tecnica deve aiutare il progettista per trasformare una fornace in un luogo piacevole, giocando tutte le carte a propria disposizione, che possono essere davvero numerose». Verso quali piante e arbusti è consigliabile orientarsi per realizzare uno spazio verde domestico gradevole alla vista ma facile da mantenere? «Facile da mantenere è un concetto assolutamente opinabile, difficile, qualcosa che non si conosce a sufficienza. Diversamente, la riuscita di una piantagione di un terrazzo dipende dalla scelta che il paesaggista compie. Non deve essere il giardiniere che sceglie la pianta in base alle sue preferenze cercando in seguito di dare alla pianta la condizione migliore.
Piuttosto è la situazione che dovrà dare al creatore di spazi verdi l’indicazione sulla scelta delle specie da utilizzare. Solo se queste piante si svilupperanno bene anche con pochi interventi manutentivi allora la scelta si dimostrerà corretta». Quali sono per contro gli errori più comuni da evitare? «Da parte del professionista, gli errori più frequenti consistono nel proporre al committente delle fioriture concentrate nel momento della piantagione: io le chiamo “piantagioni ruffiane”. Piantagioni che hanno lo scopo di indurre il cliente a pagare la fattura del giardiniere pensando che abbia eseguito un buon lavoro, ma a seguito del periodo di fioritura, la terrazza assumerà le sembianze di una steppa senza forme e colori.
AZIENDE / ALFREDO BARATELLA
Un altro errore frequente è la mancanza di informazioni che il paesaggista dovrebbe trasmettere sulle peculiarità delle diverse specie e competenze che possano rendere il cliente sufficientemente capace di eseguire una manutenzione ordinaria. L’errore più frequente rimane comunque legato alla scelta delle piante che non coincidono con la situazione specifica della terrazza in quanto a ore di sole, temperature e sviluppo di chioma e radici. Errori grossolani potrebbero riguardare anche il portamento delle diverse specie le quali se non scelte con la dovuta accortezza e consapevolezza crescerebbero a dismisura rompendo l’equilibrio armonico che la piantagione aveva inizialmente» Perché è utile ricorrere all’intervento di un esperto almeno nella fase iniziate dell’impianto di un terrazzo o di un giardino pensile? «Un bravo giardiniere potrà dimostrarsi tale se il risultato ricalca le aspettative del cliente. Un esperto invece saprà orientare e proporre soluzioni che andranno a migliorare l’idea iniziale e ottimizzare lo spazio da
rinverdire. Se consideriamo il mondo dei giardini pensili, allora direi che ci vuole assolutamente la mano di un esperto: in questo caso, infatti, l’esperto dovrà occuparsi di questioni legate a portata della soletta, tipologie di substrato con le quali lavorare per ottenere la massima resa con il minimo peso, sistemi di irrigazione e scenografie. Non è da sottovalutare anche la questione ecologica di un giardino pensile, il quale diminuisce in maniera importante la temperatura massima di superficie. Se si rivestissero la maggioranza dei tetti di una città, queste ultime ne beneficerebbero in termini di minor calore, minor presenza di polveri fini, minor deflusso di acque meteoriche durante i temporali, senza dimenticare che se progettati bene donerebbero agli abitanti spazi gradevoli dove passare del tempo a contatto con la natura». Può raccontarci come ha organizzato qualche terrazzo che ritiene particolarmente ben riuscito? «Una delle belle esperienze che ho avuto modo di vivere è stata l’allestimento di una terrazza in un appartamento a Lugano. Il cliente desiderava avere una decorazione con fioriture di diversi colori e con un aspetto non troppo classico e strutturato: qualcosa, insomma, che in ogni stagione regalasse delle belle sorprese. In questa occasione è stata molto interessante la collaborazione con Leo Magatti, diverse volte medaglia d’oro a Giardina Zurigo, la più importante manifestazione-vetrina di istallazioni di giardini, e plurivincitore di Orticolario, rassegna molto conosciuta nel nord Italia che si svolge a Como nel mese di settembre. Leo ha saputo interpretare perfettamente il volere del cliente, e l’allestimento di questa terrazza ha creato una cornice alla stupenda vista di cui godeva l’appartamento. Il tipo di decorazione scelta permette di godere di un’atmosfera rilassante, una sensazione che si manifesta
quando ci troviamo in ambienti che non ricalcano geometrie o tendono all’eccessivo ordine o al disordine. Come in natura, un connubio tra disordine e ordine permette di apprezzare senza pretendere, di ammirare qualcosa di insolito e di farsi sorprendere da una semplice fioritura che non ci aspettavamo».
BARATELLA GIARDINI SAGL Via Antonietti 9 CH-6900 Paradiso T. +41 76 366 31 30 alfredo@giardini.ch TICINO WELCOME / SET - NOV 2021
209
AZIENDE / INTERNATIONAL SCHOOL OF TICINO
UNA SCUOLA CHE GUARDA AL FUTURO ABBIAMO INTERVISTATO IL PRESIDE DELLA SCUOLA, DOTT. ANDREW ACKERS, E ASCOLTATO IL PARERE DI DUE GENITORI TICINESI TESTIMONI DELL’APPROCCIO INNOVATIVO DEL METODO DI INSEGNAMENTO: PIETRO VERAGOUTH, DIRETTORE DEL SWISS INSTITUTE FOR DISRUPTIVE INNOVATION E ALESSANDRO MARCOLI, TITOLARE DI BAZZANA HOLDING SA.
G
lobalizzazione, assenza di barriere linguistiche e culturali, accelerazione in ogni ambito della conoscenza: il ritmo della vita attuale costringe le persone ad adattarsi velocemente al cambiamento, a essere competitive, ad avere le idee chiare sul cammino da intraprendere senza disperdere tempo. Soprattutto i ragazzi, i nostri figli, devono reagire attivamente e serenamente alle novità. Serenità data dalla consapevolezza di “essere pronti”, di possedere le competenze necessarie. Le nuove generazioni sono la risorsa più importante cui guardare con speranza e a cui dare fiducia. Doveroso, quindi, inserirli in un contesto educativo, scolastico, “nuovo”, funzionale ad arricchire non solo il personale bagaglio di conoscenze, ma capace di fornire le “competenze necessarie”, di proporre percorsi formativi qualitativamente eccellenti propedeutici ad un corposo ventaglio di opportunità lavorative. È proprio la novità dell’impostazione metodologica del piano formativo a rendere unica l’esperienza educativa dell’International School of Ticino che, sin dalla prima infanzia, offre ai ragazzi le conoscenze e le competenze indispensabili per af-
S Mr. Andrew Ackers
210
TICINO WELCOME / SET - NOV 2021
frontare preparati il futuro, scommettendo sulle loro attitudini. L’International School of Ticino è stata fondata nel 2014 - dal 2017 è entrata a far parte di Inspired (www.inspirededu.com), un’eccellenza nel campo dell’istruzione privata che educa oltre 45.000 studenti in più di 64 scuole in 5 continenti. Creata per ispirare gli studenti ad ottenere il massimo del loro potenziale in un ambiente stimolante e in continua evoluzione, Inspired è globalmente riconosciuta per la proposta di un nuovo standard nel settore dell’educazione privata premium. Standard che ha permesso ad IS Ticino di iniziare il suo percorso verso l’IB Continuum (certificazione delle scuole internazionali che offrono i programmi International Baccalaureate), offrendo ai propri alunni un curriculum ricco sia a livello locale che internazionale. Tra i punti di forza dell’International School of Ticino spiccano l’insegnamento in lingua inglese, l’introduzione di discipline co-curricolari solitamente relegate ad ambiti extra scolastici (tra cui: arte, musica, teatro, danza, sport, tecnologia, ecosostenibilità) e la preparazione eccellente del corpo docenti.
ignor Ackers, perché scegliere di inserire i ragazzi in una “Inspired school”? «Perché la nostra scuola è un posto davvero speciale! In primo luogo, è inserita in un contesto naturale meraviglioso, cosa a cui teniamo molto perché i ragazzi devono rispettare l’ambiente e convivere con esso in maniera simbiotica. Esattamente come devono imparare il rispetto reciproco e a porre in evidenza le proprie attitudini mettendole al servizio della comunità. Inspired è una metodologia di insegnamento che accomuna tutti gli Istituti del nostro network sparsi nel mondo: ogni singola scuola è progettata in modo da inserirsi nel proprio specifico
contesto territoriale, ma nel contempo rispecchia una filosofia didattica e culturale unitaria, aperta ad una prospettiva internazionale. Crediamo che l’esperienza formativa nel suo insieme permei il bagaglio di conoscenze, approcci, opinioni e valori che accompagna gli studenti nel corso della loro vita. In secondo luogo perché l’IST è unico nel metodo didattico». In cosa consiste l’unicità? «Siamo la prima ed unica scuola in Canton Ticino ad avere l’accreditamento da parte dell’International Baccalaureate (IB) per l’insegnamento dei Primary Years Programme (PYP). Più in dettaglio: lo scopo dell’organizza-
zione International Baccalaureate® è quello di formare giovani che siano desiderosi di apprendere, competenti e sensibili nei confronti di valori quali la creazione di un mondo migliore, pacifico, e la volontà di aprirsi all’Interculturalità e al rispetto dell’altro. La nostra scuola accoglie ragazzi dai 3 ai 18 anni, in un ambiente costruito intorno ai bisogni degli studenti ma nel rispetto dei requisiti didattici del Canton Ticino. A Settembre 2019, abbiamo inaugurato un nuovo splendido campus, nel comune di Cadempino. Il nuovo edificio è stato disegnato tenendo in considerazione i valori fondanti della nostra scuola, la missione dell’IB e la nostra visione: Shaping our Future Together. Il corpo insegnanti crede fermamente in tale visione e ha le competenze necessarie per seguire i ragazzi, sin dall’infanzia, nel loro approccio sereno e curioso alla vita di comunità». Dalla prima infanzia ai 18 anni: l’IST accompagna gli studenti lungo un arco di tempo fondamentale per lo sviluppo cognitivo, emotivo e motivazionale. Come sono scandite temporalmente le varie fasi della formazione? «Si inizia con la fase Early Years (dai 3 ai 5 anni), in lingua inglese come tutto il resto del percorso, con focus sul linguaggio verbale, espressivo, creativo e matematico. Il percorso è pensato per stimolare un processo di apprendimento motivazionale che stimoli la curiosità e la mantenga viva sino all’adolescenza. Si prosegue con la fase Primary (dai 5
agli 11 anni). Il Primary Years Programme (PYP) è un programma di studi interdisciplinare che mira all’apprendimento delle nozioni unito alla loro applicazione pratica all’interno del gruppo. Questo approccio metodologico favorisce sia lo sviluppo delle conoscenze sia le abilità pratiche trasversali alle diverse discipline. Poi c’è la fase Middle (dagli 11 ai 16 anni), tra le più importanti e uniche proposte dall’IST: il Middle Years Programme è creato per incoraggiare gli studenti ad acquisire fiducia in se stessi e nelle proprie capacità, a proporre e seguire percorsi di apprendimento autonomi. I ragazzi hanno modo di mettersi in gioco, testare la propria abilità, con l’aiuto dei laboratori scientifici, informatici e artistici. La didattica è arricchita da attività cocurriculari che mirano a favorire una visione “olistica” della conoscenza, a tirar fuori il meglio di sé, a vincere timidezza e insicurezza. Il nostro programma è mappato in base al requisito ticinese della scuola
media quadriennale. Ciò consente ai ragazzi una transizione senza interruzioni dalla nostra scuola a un programma scolastico pubblico, se si desidera intraprenderlo in futuro. L’apertura del nuovo campus ha permesso di affiancare la High School alla Middle School, con l’ulteriore accreditamento dell’IB Middle Years Programme (MYP) e del Diploma Programme (DP), dai 16 ai 18 anni. I vostri figli potranno completare un intero ciclo di studi presso l’IST, dai 3 ai 18 anni, alla fine del quale avranno libero accesso alle università di tutto il mondo». Signor Ackers, la vostra scuola è stata la prima in Ticino a rispondere tempestivamente alla pandemia di Covid-19. In una manciata di giorni avete portato tutto online… «Sì, abbiamo cercato di fronteggiare con tempestività la crisi. Bambini e ragazzi sono un ingranaggio fondamentale all’interno della filiera sociale. Se l’ingranaggio si inceppa, si ferma incredibilmente la catena produttiva della società. Compito primario delle istituzioni scolastiche, in un momento così complesso, è consentire alle famiglie di non modificare in modo traumatico le attività quotidiane creando ulteriori ansie ai figli. Continuiamo ad investire in tecnologia per garantire non solo il repentino, totale, rientro in presenza in tutta sicurezza (garantita dagli ampi spazi a nostra disposizione), ma anche il proseguimento della didattica a distanza, secondo standard qualitativi elevati, a tutti gli alunni impossibilitati a raggiungere la scuola». Signor Veragouth, lei dirige un Istituto che ha come principale focus la comprensione del futuro. Come considera, con sguardo da genitore, il modello di insegnamento dell’IST? «Il mondo cambia, ed è destinato a cambiare sempre di più e sempre più rapidamente. Dobbiamo fare i conti TICINO WELCOME / SET - NOV 2021
211
AZIENDE / INTERNATIONAL SCHOOL OF TICINO
con un contesto sempre più globalizzato, connesso, mutevole, privo di barriere e in costante accelerazione. In estrema sintesi, sempre più competitivo. Il vero problema è che determinare oggi quali competenze saranno necessarie tra 20, 30 o 50 anni non è facile, ma è nell’arco dei primi 20 anni di vita che si crea il mindset giusto per rispondere a un mondo che continuerà a cambiare. Una cosa però è certa: il modello d’insegnamento classico, ancora basato su vecchi paradigmi nozionistici è anacronistico e, a mio parere, non solo non forma nella direzione giusta ma è addirittura autolimitante perché inibisce lo sviluppo di tutta una serie di skills (quali ad esempio la capacità di trovare autonomamente soluzioni, la curiosità, il desiderio di scoprire, la leadership, l’abilità di parlare in pubblico o di esprimere concetti complessi, lo sviluppo di un pensiero critico, l’automotivazione e l’abilità di motivare gli altri, l’agire per obbiettivi, il desiderio di dare un contributo positivo) in futuro senza dubbio utili ad un approccio responsabile e motivato alla vita e imprescindibili nel mondo del lavoro. Nell’IST, invece, ho visto realizzarsi concretamente, con ottimi risultati, il nuovo modello didattico che fornisce ai nostri figli gli strumenti per passare dalla teoria alla pratica. Un altro motivo per cui mia moglie ed io siamo assolutamente contenti di aver fatto questa scelta è la capacità della scuola di “creare” persone felici.
212
Quando dico “creare” intendo: dare la possibilità ai ragazzi, sin da bambini, di far emergere con consapevolezza la propria personalità. È un lavoro difficile di costruzione di sé, ma diventa più semplice con l’aiuto di insegnanti preparati. Alla fine del percorso, se il lavoro è ben fatto, i ragazzi avranno maggiori chances di essere persone felici e realizzate per il resto della vita. Affronteranno le sfide quotidiane con minore ansia e minore frustrazione. Poi c’è un aspetto incredibilmente sottovalutato da molti genitori: l’apprendimento della lingua inglese. Non mi riferisco alla conoscenza delle regole grammaticali, al corso estivo di poche settimane o all’anno di apprendistato trascorso all’estero, ma intendo la capacità di parlare fluentemente la lingua, nella quotidianità, come fosse la propria lingua madre. È il passpartout del futuro. Raggiungere una simile padronanza della lingua è possibile soltanto convivendo a stretto contatto con insegnanti bilingue, o madrelingua, all’interno di un ambiente in cui si ascolti e parli inglese sin dall’infanzia. Comunque, entro e non oltre i 20 anni, età in cui il cervello inizia a perdere plasticità e diventa faticosissimo fare veramente propria una lingua. Quanti stranieri conosciamo che, pur vivendo e lavorando nel nostro paese da decine d’anni, non padroneggiano ancora la lingua? Con tutto ciò che ne consegue in termini di inserimento nella comunità e prospettive di carriera personale».
Signor Marcoli, perché ha scelto l’IST e che tipo di riscontro sta avendo da parte di suo figlio? «Abbiamo deciso di iscrivere all’IST nostro figlio Sebastiano già a partire dai 3 anni intraprendendo il percorso destinato agli Early Years, perché desideravamo offrirgli un approccio educativo multilinguistico e che avesse ambizioni internazionali. Nel corso degli anni, abbiamo conosciuto meglio, e nella sua interezza, l’approccio “Inspired” e devo dire che ne siamo entusiasti. Noi genitori, ma soprattutto nostro figlio. Uno degli aspetti che apprezzo, da genitore, è la capacità della scuola di far camminare di pari passo la disciplina con l’espressione individuale, senza che un aspetto prenda il sopravvento sull’altro ma permettendo ai bambini e ai ragazzi di definire la propria personalità nel rispetto delle regole e degli altri. In questo senso, ad esempio, ero piuttosto scettico sull’obbligo della divisa. In realtà mi sono accorto che con il giusto approccio, questo elemento non ha alcuna attinenza con l’affermazione di se stessi e delle proprie idee, anzi, crea un comune punto di partenza sul quale costruire la propria individualità. Un altro elemento importante per me è l’apertura al mondo e alle sue diversità. Il respiro internazionale dato sia dalla presenza e dalla valorizzazione di alunni di origini diverse, sia dall’appartenenza ad un gruppo presente in tutto il mondo, favoriscono un’atmosfera molto stimolante per i ragazzi e, onestamente, anche per i genitori che vengono sollecitati e invitati a partecipare a molte attività di conoscenza e scambio culturale. In conclusione, soprattutto pensando alla gioia e all’interesse con cui Sebastiano affronta le sue giornate scolastiche, non posso che consigliare l’International School of Ticino. Un buon modo per avvicinarsi a questa realtà è quello di partecipare ad un tour personalizzato della scuola».
SPORT / GOLF & COUNTRY CLUB ZÜRICH
TRADIZIONE E STILE SUL GREEN A ZURIGO
NEL SUO ITINERARIO ATTRAVERSO I PIÙ AFFASCINANTI CAMPI DA GOLF DELLA SVIZZERA, QUESTA VOLTA ARIELLA DEL ROCINO PRESENTA IL GOLF & COUNTRY CLUB ZURICH DI ZUMIKON.
214
TICINO WELCOME / SET - NOV 2021
I
l Club fu fondato negli anni ‘20 sul modello di un tradizionale golf club inglese per volontà del leggendario professionista di golf britannico Tom Williamson che progettò il campo nel 1929. Dalle sue origini e fino ai giorni nostri, il Golf & Country Club Zürich è rimasto un club privato dove i membri non devono prenotare i tee time per giocare. Inoltre, la clubhouse, progettata nel 1930 in stile Bauhaus, è esclusivamente a loro disposizione. A parte alcuni aggiustamenti apportati nel 1936 dai progettisti britannici di campi da golf Simpson & Co., il percorso, che si trova a 685 metri sul livello del mare, è rimasto pressoché invariato fino a quando è stato ridisegnato nel 1978-79 dal noto architetto di golf Donald Harradine. Riaperto nel maggio 1980, il percorso ha quindi superato la prova del tempo per al-
tri 35 anni. Dal 2015 al 2018, infatti, è stato completamente ridisegnato per la terza volta: il noto architetto di campi da golf Thomas Himmel ha progettato il nuovo percorso concentrando l’attenzione sul corretto posizionamento e sull’approccio ponderato ai green. La rimozione dei fairway originariamente in forte pendenza ha aumentato notevolmente l’equilibrio del percorso che presenta una lunghezza complessiva di 6564 metri. Oltre al campo da golf a 18 buche, il Golf & Country Club Zürich comprende una gamma completa di servizi, tra cui una vasta area di gioco breve, compresi i bunker pratica, un grande putting green, caddy master e un fornitissimo negozio con una vasta gamma di oggetti e attrezzi per dilettanti e professionisti. La club house del Golf & Country Club Zurich è stata costruita nel
SPORT / GOLF & COUNTRY CLUB ZÜRICH
1929 dagli architetti zurighesi Henauer & Witschi. Ispirato ad uno stile moderno, il complesso è caratterizzato dall’attento proporzionamento delle diverse parti dell’edificio, con aperture che creano un’interazione con l’ambientazione rustica ed elegante all’interno, ispirata ad esempi anglosassoni, ma anche alpini. Nel settembre del 2020 il Golf & Country Club Zurich ha ospitato il Campionato Europeo Dilettanti, organizzato dall’European Golf Association (EGA) nel pieno rispetto di tutte le norme di sicurezza anti Covid-19. La competizione che si tiene a rotazione sui più prestigiosi green del continente ha visto la partecipazione di atleti provenienti da Paesi di tutta Europa dando vita ad uno spettacolo sportivo di elevato interesse, in una cornice paesaggistica di grande fascino. TICINO WELCOME / SET - NOV 2021
215
TICINO WELCOME / ABBONAMENTI
COMODAMENTE A CASA TUA! SI, DESIDERO SOTTOSCRIVERE UN
SI, DESIDERO OFFRIRE UN
ABBONAMENTO POSTALE A TICINO WELCOME!
ABBONAMENTO REGALO A TICINO WELCOME!
ABBONAMENTO ANNUO
DA FATTURARE A:
A FAVORE DI:
(QUATTRO NUMERI):
Nome e Cognome:
Nome e Cognome:
Via:
Via:
CAP Località:
CAP Località:
Nazione:
Nazione:
Svizzera: CHF 32.- (spese postali escluse) SUPPLEMENTO SPESE POSTALI (QUATTRO NUMERI): Svizzera: CHF 9,60.-
Tel.: Data / Firma:
DA FATTURARE A:
Italia e Comunità Europea: CHF 38.Entro 10 giorni dalla ricezione del tagliando, riceverete il bollettino di pagamento e l’edizione di Ticino Welcome successiva. Salvo disdetta entro il 30 novembre l’abbonamento viene automaticamente rinnovato per l’anno successivo.
Nome e Cognome: DA INSERIRE IN UNA BUSTA E SPEDIRE A:
Via:
Ticino Welcome Sagl
CAP Località:
Palazzo Mantegazza, Riva Paradiso 2
Nazione:
CH-6900 Lugano-Paradiso
Tel.:
o da inviare via e-mail: abbonamenti@ticinowelcome.ch
Data / Firma:
SI, DESIDERO ABBONARMI ALLA NEWSLETTER DI TICINO WELCOME! Nome e Cognome:
E-mail:
MAGGIORI INFORMAZIONI: Ticino Welcome Sagl • Palazzo Mantegazza • Riva Paradiso 2 • CH-6900 Lugano-Paradiso • Tel. +41 (0)91 985 11 88 • info@ticinowelcome.ch • www.ticinowelcome.ch
PER UNA NUOVA GENERAZIONE. Provala subito
Giubiasco | Riazzino | winteler.ch
il Ticino è unico come il vostro patrimonio
Fondi d’investimento BancaStato: pensati e gestiti in Ticino
Il Gruppo BancaStato offre ai risparmiatori la possibilità di partecipare, anche con piccoli importi, a investimenti di alta qualità gestiti da esperti. In linea con il mandato pubblico BancaStato continua ad investire per sviluppare le competenze della piazza finanziaria cantonale.
Maggiori informazioni: bancastato.ch/fondi