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Cover by Ana Popescu
“In questo disegno ho voluto rappresentare uno spazio domestico, che si trasforma all’occorrenza in spazio per la condivisione e per la convivialità, in cui l’interior e i suoi componenti giocano con luci e ombre, ma anche con il paesaggio circostante.
Proprio l’outdoor diventa parte integrante del living, a dimostrazione di come l'architettura sia in grado di costruire una relazione tra l'interno e l'esterno.”
PEOPLE
Jean Verville Architectes
chromastudio
Victoria Maria Interior Design
Studio Alexander Fehre
Roberta Borrelli
Bruno Vanbesien Architects
Studio Marco Piva
AUN Design Studio
Crossboundaries
Offstage
a25 architetti
De Voogt Naval Architects
Alessandro Falconio
Fabio Mazzeo Architects
Encore Heureux Architectes
Philippe Bonino
DAAA Haus
Arnaud Klein
Piuarch
Studio Adrian Chan Design & Research Office
Tekla Evelina Severin
Frigerio Design Group
Studio Svetti Architecture
i29
Studio Fabio Caselli Design
Lemanarc
Helen & Hard Architects
White Arkitekter
Paola Paronetto
Ariane Dalle
Andrea Margaritelli
RESIDENTIAL
ph. Maxime Brouillet, Maryse Béland 01 MEMPHIS TWIST Canada
Sedotti dall’approccio progettuale dirompente dello Studio Jean Verville Architectes, due eccentrici committenti, appassionati di arte e design italiano degli anni ‘80, hanno invitato il team di architetti a ideare e dar forma al proprio “rifugio” nella foresta: una casa-studio che potesse abbracciare la quotidianità con un’energia stravagante. Una sfida questa, in assoluta coesione con la filosofia dello Studio canadese.
ISPIRAZIONE MEMPHIS
Il progetto, dal carattere avveniristico, plasma un universo alternativo completamente customizzato e cucito sulle preferenze dei proprietari dell’abitazione, concepito con spirito ludico ma successivamente sviluppato con rigore
matematico architettonico. MEV - questo il nome della residenza - sfrutta l’associazione di geometrie e colori sotto la spinta del manifesto ribelle del gruppo italiano Memphis, antitesi alla monotonia e al design monocromatico del suo tempo. Costellato di citazioni che evocano quello stimolante periodo storico, il concept celebra l’originalità grazie ad un sistema di relazioni espressive a contrasto, che peraltro ben raccontano la personalità della committenza. Ne è un esempio il divario tra il rivestimento nero della facciata esterna e la presenza di nuance vivaci e giocose all’interno. Mentre La stravaganza si manifesta proprio
indoor, dove volumi e materiali si sviluppano e si avvicendano in una frizzante successione cromatica.
STILE ORGANICO
Quintessenza della fuga nella natura, la Foresta Laurenziana, importante ecoregione fra Canada e Stati Uniti, accoglie la casa-studio su un lembo di territorio rimasto irraggiungibile e per questo incontaminato. Per una ottimale integrazione della struttura nella natura, l’edificio presenta una forma organica curvilinea e un aspetto grezzo, vestendosi di listelli in legno
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scuro altamente performanti che lo mimetizzano con il bosco. Ininterrotto è il rapporto tra gli interni e lo scenario forestale: sul lato sud dell’abitazione, ad esempio, la disposizione lineare degli ambienti consente una visione costante del paesaggio e del corso d’acqua adiacente. Sul lato nord, due volumi distinti, collegati da un ingresso interamente vetrato, si presentano come una lunga facciata unificata da un cladding omogeneo. Mentre una logica stringente di massima funzionalità ed essenzialità, come in un diagramma booleano, porta all’abbandono di un concetto tradizionale di tetto, la sua forma è definita da uno spostamento dell’asse del colmo, che anima la silhouette della copertura, e dell’intero edificio, donandogli una inedita e accattivante com-
plessità architettonica che gioca con le percezioni visive, le texture, i colori e i materiali, sfruttando inoltre la luce naturale per ottenere riflessi caleidoscopici.
Materiali utilizzati
Piastrelle in ceramica: Mattonelle Margherita by Nathalie du Pasquier, Mutina
Rivestimento esterno in legno: Maibec
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chromastudio
L’ABITARE SCENOGRAFICO
La nostra filosofia progettuale, come il nostro nome “chromastudio” già indica, è focalizzata sull’uso del colore, come elemento di arredo e non solo. Crediamo fortemente nella sua potenzialità sia nell’ambiente domestico che commerciale, perché ha un impatto importante sull’aspetto emotivo/psicologico di ciascuno di noi: il sapiente utilizzo di colori specifici veicola infatti un messaggio immediatamente comprensibile in modo universale, che non conosce limite di lingua o di età e che viene percepito da qualunque essere umano dotato di sensibilità. È sufficiente dipingere una parete per rivoluzionare il look di un ambiente, in più gli accostamenti cromatici ci danno la possibilità di giocare in mille modi diversi.
Proprio per questo lo studio della palette è uno dei primissimi fattori che valutiamo, partendo spesso dall’ambiente preesistente sul quale andremo ad intervenire: spesso è la stanza che ci parla, sono gli elementi già inseriti che ci suggeriscono un piano d’azione, come un parquet da mantenere, una parete da recuperare o un’opera d’arte da valorizzare. Inoltre, ogni caso è unico, non esiste una regola generale, seppur la logica e l’esperienza ci suggeriscano delle macro linee guida: per un ufficio useremo dei colori che stimolino la concentrazione e la creatività; al contrario, per la progettazione di una sala da pranzo residenziale sceglieremo dei colori più vivaci, ideali per ravvivare un luogo di condivisione.
La scelta delle nuance non può peraltro prescindere dalla valutazione dei materiali, anch’essi caratterizzati da specifiche cromie. Pietre, legni, marmi sono infatti dotati, prima di tutto, di un colore, e necessitano di essere combinati in maniera armoniosa con le restanti parti del progetto. È interessante come molti materiali possano essere tinti e “customizzati”, per adattarsi allo schema pensato e riscoprirsi unici. Ci piace ad esempio lavorare con il colore sui legni o sulla resina per avere continuità cromatica tra le superfici.
Un altro aspetto che riteniamo fondamentale è il requisito tecnico di ciascuna materia, che valutiamo a seconda del progetto in questione. In linea di massima, tuttavia, prediligiamo l’utilizzo di materiali realizzati da aziende che pongono, sia in fase di produzione che nel prodotto finito, una grande attenzione all’ecologia.
Se però colore, materia e tecnica, sono le componenti grezze del progetto, per ottenere un risultato accattivante è indispensabile elaborare un disegno d’insieme coerente, che trova nella “scenografia” la sua più alta e adatta forma di espressione.
Ci piace pensare a qualunque ambiente come ad uno spazio scenografico, seppur non a tempo limitato ma duraturo, in cui sviluppare una storia, vestire un racconto. Quando ci approcciamo ad un progetto cerchiamo di carpire i tratti della personalità del cliente, quali esi-
genze abbia, quali siano le sue passioni e quale lo spazio ideale che lo faccia sentire meglio rappresentato. Giochiamo allora con qualche “effetto speciale”, ottico, che possa restituire magia all’interior rendendolo sorprendente. Il tutto, cucito sulla sua individualità. Così come sul palcoscenico di un teatro è possibile “far volare una città”, il nostro obiettivo è quello di non porci limiti creativi. Pensiamo che questo sia l’approccio giusto per aprirci a spunti mai usuali e offrire un concreto valore aggiunto agli interni che curiamo.
Giuseppe Albanese, Elga Ancona Founder chromastudio
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chromastudio è uno studio multidisciplinare creato da due giovani designer e artisti, Giuseppe Albanese ed Elga Ancona, che hanno unito le loro molteplici e diverse competenze – lui interior designer, lei scenografa - per avvicinarsi al mondo del design in modo totalmente innovativo. chromastudio crea spazi unici, memorabili e d’impatto, proponendo un design fondato sull’uso del colore e della materia, dove spazi neutri e bianchi non sono altro che tele neutre da riempire.
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TRA COLORE E MATERIA Milano
“Una casa dal gusto retrò, elegante ed esclusiva, un luogo dove il design ha un ruolo di rilievo e il gusto del bello non lascia spazio alle interpretazioni”. Così chromastudio introduce il risultato della ristrutturazione completa e radicale di un appartamento sviluppato su circa 90 mq.
L’intervento si è focalizzato sulla ridistribuzione delle aree nell’ottica di migliorarne la fruibilità: ottenere una zona giorno più spaziosa, un bagno più comodo e delle aree ripostiglio, per allinearsi ai nuovi standard abitativi. Il vecchio ha lasciato spazio al nuovo ma con un occhio al recupero, dove il colore e le sue geometrie, a contrasto con i toni neutri, identificano nuovi scenari, in un continuo gioco tra orizzontale e verticale, curvo e lineare. Percorrendo i vari ambienti della casa si attraversa un “racconto” in cui ogni area viene connotata da un gioco cromatico e il filo di congiunzione è il nero con i suoi derivati.
ph. Riccardo Gasperoni
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INTERNI E MATERIALI
Il cuore dell’appartamento è la zona giorno, con i suoi 35 mq, mentre la genesi del progetto è stata la cucina a isola in blu reale, un monolite cromatico realizzato da Cesar Cucine e fornito da Mo.1950, collocato nel mezzo della stanza in tutta la sua avvenenza.
Il team ha scelto di riprendere il colore della cucina anche per il corridoio di ingresso il cui passaggio è stato stondato a formare una volta a botte, che si configura così come un lungo e intenso tunnel color blu reale, quasi ad anticipare il racconto che seguirà. Il pavimento in legno di iroko del corridoio d’ingresso e della cucina è stato rimosso e sostituito con un materiale cementizio realizzato nella stessa tonalità di blu presente in quest’area, come un tappeto che identifica questo spazio funzionale senza limiti reali. La sua tonalità è stata realizzata su richiesta e posato dall’azienda Innovative Surface. Si tratta di un rivestimento altamente performante per resistenza e durabilità, pratico e personalizzabile.
Gli elementi geometrici e cromatici sono il cuore progettuale. Per il rivestimento della parete della cucina è stata scelta una piastrella 3d a sezione triangolare, la Rombini Triangle di Mutina, nella versione smaltata lucida dal colore brillante per esaltare l’aspetto artigianale di questo progetto dallo stile retrò, in cui si inserisce senza forte contrasto il frigorifero della Smeg color azzurro, un cult del design vintage-inspired.
Il living è un ambiente unico con la cucina, la configurazione della stanza, dagli alti soffitti, è rettangolare. Le pareti lunghe, più luminose, forate dalle finestre e dalle due porte di accesso alla zona notte, si colorano di cenere chiaro, contrapposto al verde Celadon utilizzato in chiaro per le pareti corte e in scuro per il soffitto. Esiste inoltre un gioco di contrapposizione tra tinte fredde e tinte calde, i toni delle pareti si contrappongono al color ruggine del divano.
Il fil rouge dell’intero progetto è costituito da richiami di colore nero, come la lampada di Flos “modello 265” che con il suo braccio disegna una linea prospettica nello spazio ripresa dal motivo decorativo del tappeto Blanco di Karpeta, in lana e cotone.
La cintura decorativa delle cornici in gesso che corre lungo l’intero perimetro, diventa il cappello di congiunzione tra la zona dedicata alla cucina e quella dedicata al living.
Spostandosi nella zona notte ci troviamo all’interno della camera da letto matrimoniale. Anche qui è stato fatto un lavoro di ridistribuzione, demolendo la cabina armadio in muratura e creando un’anticamera che funge da zona filtro tra il living e la camera vera e propria, allo scopo di dare maggiore privacy a questo ambiente. Questa zona si tinge del color argilla rossa, nascondendo due ripostigli molto comodi e capienti, uno in quota, l’altro a filomuro.
La camera si configura come un solido quadrangolare con i lati lunghi color cenere chiaro e una U rovesciata, composta dalle pareti corte e dal soffitto, che si colora di blu fiordaliso. La testiera del letto è stata arricchita da una boiserie in muratura alta 120 cm che ospita i due comodini.
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L’armadio, nella parete opposta, è composto da 6 ante a filomuro in tinta con il contesto.
L’argilla rossa, il blu fiordaliso e il cenere chiaro creano una palette morbida e armonica dall’effetto calmante e riposante.
La seconda camera dell’appartamento è la cameretta del bimbo, in questo caso il progetto si è basato sull’uso delle forme geometriche semplici e dei colori primari. L’alta boiserie in blu Savoia crea un angolo cromatico allo scopo di delimitare lo spazio dedicato al riposo, questo stesso colore è poi ripreso nell’archetto decorativo della cabina armadio e si contrappone al giallo ocra che dal soffitto scende leggermente sulle pareti come a delimitare un’area protetta e sicura.
Il bagno di questo appartamento è stato interamente pensato su misura secondo le esigenze stabilite della committenza, qui troviamo infatti un lavabo a doppia vasca della collezione “I Catini” di Ceramica Cielo completo di cassetto contenitore, la spaziosa doccia walk-in, la vasca da bagno ed una zona lavanderia inserita in un armadio realizzato su misura.
L’accesso al bagno avviene attraversando il corridoio d’ingresso, il blu reale ci accompagna all’interno di un ambiente disegnato dalla contrapposizione tra il terra di Siena chiaro e l’argilla rossa che suddividono lo spazio attraverso una vera e propria linea orizzontale che separa la doccia/vasca dal contesto.
I colori e i materiali scelti conferiscono un aspetto materico e sabbioso, garantito dall’uso del rivestimento cementizio continuo che caratterizza interamente questo ambiente attribuendogli le sembianze di una vera e propria
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sala da bagno.
Per la parete della doccia/vasca è stato scelto un rivestimento in carta da parati in fibra di vetro con una decorazione che sfuma i due colori principali dal più scuro al più chiaro. Anche questa è stata customizzata appositamente per il cliente dall’azienda Texturae, modificando i colori della loro carta Shadow.
ILLUMINAZIONE
Un ruolo decisivo all’interno dell’intero progetto è stato dato dall’illuminazione, i giochi di luce sono stati creati dall’inserimento di gole luminose, i faretti ad incasso diventano dei percorsi che conducono alla scoperta degli ambienti, le lampade iconiche del design sottolineano l’inconfondibile carattere glamour di questa abitazione dove nulla è lasciato al caso.
DECLINAZIONI ARTISTICHE
L’arte non può che essere un valore aggiunto nell’arredo di una casa: ecco il dipinto dell’artista Giorgio Pasqualetti e la lampada in vetro dell’artista Paola Croci emergere dalla parete di fondo del soggiorno, attribuendole valore. chromastudio ha infatti scelto il pittore astrattista Giorgio Pasqualetti e il suo “Rovell n.16”, un acrilico su tela che, che con le sue astrazioni geometriche restituisce tridimensionalità alla parete e investe l’ambiente di un’energia potentissima. I suoi solidi puri sono un viaggio attraverso l’immaginazione dove la bellezza delle geometrie astratte evoca memorie di una città investita dalla luce del sole.
Quando si parla di arte si guarda alla tela ma anche allo spazio, alla tridimensionalità. La lampada in vetro dell’artista Paola Croci racchiude all’interno del suo nome l’essenza stessa della sua arte, “L’Incluso”, raccontando una storia fatta di ricordi, di incontri, di colori e trasparenze.
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BRUTALISMO E CONTEMPORANEITÀ Zurigo
Un approccio artistico senza tempo ha contribuito a rendere l’architetto svizzero Ernst Gisel un modello per le successive generazioni di architetti. Perfetta espressione del suo lavoro è la casa che ha progettato nel 1988 a Erlenbach, sulle rive del lago di Zurigo.
Gisel impiegò oltre sessant’anni per realizzare questa abitazione che, nel corso della progettazione, ha assistito a numerose modifiche per rispondere alle esigenze dei committenti e armonizzarsi con il contesto e la topografia del luogo. L’espressivo cemento a vista e l’uso di materiali naturali come pietra, legno e ardesia caratterizzano l’insieme composto da due
case bifamiliari mentre la soluzione di Gisel al terreno in pendenza e allo spazio ristretto è stata quella di pensare a diversi livelli spaziali.
Nel progetto originale, infatti, mentre il piano terra fungeva da ingresso alla casa, gli spazi abitativi, con vista sul lago di Zurigo, si trovavano ai piani superiori. Aree frontali accentuate, giardini e terrazze tagliano lo spazio, combinando l’interno con l’esterno e creando diverse aree outdoor per trascorrere il tempo e divertirsi. Insolito per il contesto è l’uso di una copertura a botte, ma questa terminazione verso l’alto non è che la logica conseguenza della composizione spaziale.
Gli interni sono stati, in seguito, oggetto di completo rinnovamento da
parte dello studio Victoria Maria Interior Design, che ha reso “immortale” la residenza tramite accorgimenti progettuali strategici, seppur mantenendone intatto il fascino originario. La sfida per la designer è stata quella di combinare il brutalismo dell’architettura con il comfort e l’eleganza contemporanei. Il soffitto in cemento a vista altamente strutturato - peculiarità ed elemento di design del progetto originale - rimane sempre visibile come le nicchie, i caminetti e le lampade progettati per la casa.
Anche le rientranze e i tagli nei muri e nelle partizioni che Gisel ha scelto per la suddivisione in zone, le varie trame e i cambiamenti di materiale,
nonché le zone con luce incidente, continuano a svolgere un ruolo chiave per l’intero contesto abitativo. Congiunzioni di pareti rotonde, finestre in posizioni insolite, sfondamenti e una galleria aperta creano prospettive in continua evoluzione. Perno della casa è poi la scala centrale che collega tutti i livelli. Lo stretto spazio aereo elimina i confini spaziali tra loro e orchestra le relazioni visive per gli occupanti.
Per far fronte alle necessità odierne, i pavimenti preesistenti sono stati sostituiti con una superficie continua di stampo attuale, adatta per assicurare fluidità alla metratura e massima pulizia visiva. La cucina è stata ripensa-
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ta come ambiente open space che ritrova fulgore grazie alla presenza di ottone, pietra lavica verde smaltata e marmo Emperador, mentre i bagni, interamente ristrutturati, ospitano soluzioni d’arredo di nuova generazione, giocando sui contrasti.
Per le pareti, il pavimento e le superfici rialzate è stato scelto un travertino italiano chiaro, in opposizione con il soffitto originale in cemento a vista, altamente strutturato. La precisione cubica degli infissi divide l’area in zone, con i grandi specchi che dilatano lo spazio. Questa riduzione all’essenziale, proposta nei servizi, crea un’atmosfera minimalista ma senza rinuncia-
re all’inserimento di tocchi di grande impatto visivo, come la rubinetteria Dornbracht - modelli Tara e Meta - con finitura Dark Platinum spazzolato che controbilancia il candore dello schema materico scelto per le finiture.
L’equilibrio di materiali di alta qualità, il mix di colori tenui e intensi, i raffinati tessuti e le carte da parati mantengono lo stile dell’edificio e il suo carattere non convenzionale, risultando allo stesso tempo determinanti per raggiungere un risultato dallo charme contemporaneo. I nuovi elementi rispettano in modo naturale il pregresso, in linea con lo spirito di Ernst Gisel.
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VILLA LEITZ Stoccarda
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ph. Philip Kottlorz
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Villa Leitz è un edificio di inizio ‘900 situato a Stoccarda, rinato grazie al progetto d’interior dello Studio Alexander Fehre su richiesta di una committenza illuminata che intendeva far “scomparire” i muri all’interno dell’abitazione e propendeva per superfici chiare e minimaliste, ma senza rinunciare all’atmosfera accogliente e calda tipica di un contesto residenziale. L’approccio progettuale adottato dall’architetto per soddisfare la richiesta non ha implicato grossi interventi strutturali bensì la realizzazione su misura di tutte le componenti d’interior, in particolare, di un elemento architettonico fortemente caratterizzante e plasmato dal legno, che definisce il primo piano posizionandosi al centro: un imponente storage a forma di L e a tutta altezza che, grazie a morbide curve, scandisce ritmicamente la metratura rappresentando al contempo una struttura di separazione, di collegamento e di stoccaggio. In questo modo le sezioni e i supporti delle pareti sembrano dissolversi, diventando completamente invisibili.
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UN VOLUME SCULTOREO IN LEGNO
La costruzione funge da sostituta della parete e delimita le aree di cucina, lavoro, ingresso, pranzo e soggiorno. Mentre le nicchie integrate per le sedute e le aperture per i piccoli scaffali creano un’atmosfera familiare su un lato, una cucina dal gusto essenziale si trova sul retro del corpo della stanza. Così concepita, questa struttura dalle linee sinuose costituisce il fulcro del progetto d’interni, non solo per il suo aspetto multifunzionale: il rivestimento in doghe sottili e strette, tutte incollate singolarmente, stempera la pesantezza del volume e gli conferisce una dinamica leggerezza, rendendolo una vera e propria icona visiva della casa, dall’estetica elegante e piacevole.
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UN PROGETTO CUSTOM
BY ZITTURI
Per la realizzazione e il rivestimento ligneo di questo importante volume centrale, lo Studio Alexander Fehre si è rivolto alla manifattura altoatesina Zitturi, un tempo falegnameria classica ma da una decina d’anni specializzata nella progettazione di elementi custom per interni di alta qualità, soprattutto per clienti privati. Il team di Zitturi è infatti in grado di fornire supporto nella creazione di ambienti personalizzati, curando ogni fase della progettazione, dal disegno alla produzione fino all’installazione, offrendo un servizio chiavi in mano. Zitturi lavora principalmente con il legno. Tuttavia, vengono utilizzati anche materiali come la pietra naturale, il metallo o il vetro: le idee non hanno limiti. Pertanto, non è necessario scendere a compromessi quando si tratta di libertà progettuale. L’azienda può ad esempio fornire il pavimento in legno con lo stesso design degli infissi. La progettazione è affidata a un interior designer interno, ma il produttore altoatesino collabora attivamente anche con gli architetti di riferimento dei singoli progetti architettonici per incontrare le peculiari esigenze di ciascun contesto.
“L’abitare” è un concetto che si declina in maniera molto differente da persona a persona. Nel caso di Villa L., ad esempio - oltre all’assenza di pareti interne e di porte - non era richiesto un soggiorno classico con divano, piante e televisore. Il desiderio della committenza era quello di vivere in una casa accogliente e pratica, anche a misura di bambino. Per questo, l’interior è stato pensato in una chiave essenziale, funzionale e discreta, in cui trovano spazio pareti bianche, il rovere scandinavo oliato chiaro delle doghe del volume centrale e le tonalità del beige e del marrone, oltre ad accenti di colore più accesi. Completano l’ambiente un camino visibile da più lati e spazi di stoccaggio che diventano invisibili dietro frontali lisci. Le finestre sono state allargate, il terrazzo è stato ricostruito, il massetto è stato rimosso ed è stato installato il riscaldamento a pavimento. Ciò ha permesso di rinunciare ai radiatori a parete che avrebbero interferito con il look complessivo. Il risultato è contemporaneo e accattivante ma dal clima intimo e improntato al comfort. Con questo progetto, volevamo peraltro mostrare le potenzialità dell’interior design e di scelte materiche vincenti.”
Alexander Fehre
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MAKEYOURHOMESTUDIO
È il laboratorio di ricerca creativa nato nel 2012 dal desiderio di Roberta Borrelli di proporre un nuovo modo di vivere l’esperienza della progettazione, dal digital al cantiere, i nuovi strumenti del mestiere sono online ed emotivi.
Il percorso professionale inizia con un blog in cui Roberta canalizza idee, consigli e soluzioni progettuali.
Oggi lo studio lavora su diversi livelli, dalla consulenza d’interni al prodotto, dall’art direction allo styling, con una ricerca improntata all’interazione tra comunicazione, design e architettura.
La filosofia è la stessa degli inizi: linee pulite e una forte influenza stilistica che arriva dal nord europa.
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Quando penso ai contesti residenziali dell’oggi e del domani, immagino case progettate al di là degli schemi tradizionali, moduli abitativi con una standardizzazione meno rigida. Ognuno dovrebbe sentirsi libero di scegliere come abitare e trovare sul mercato diverse soluzioni adatte ai rispettivi - e diversistili di vita. È infatti evidente quanto sia cambiato il ruolo che ciascuno di noi attribuisce allo spazio domestico, le funzioni si sono amplificate, seppur a fronte di quadrature ridotte. Non possiamo più pensare che la casa sia una mera successione di forme geometriche dallo spazio minimo consentito.
Proprio di questo fattore dovrebbe tener conto l’architettura d’interni contemporanea. Nella mia filosofia progettuale, questa valutazione non solo rappresenta un fondamento, ma si traduce concretamente in uno studio meticoloso delle attività e dei gesti che chi abiterà lo spazio compie abitualmente. Entro intimamente a contatto con la vita dei miei clienti per comprendere appieno come vivono la loro quotidianità e su queste basi comincio a progettare.
Dalla riflessione sull’evoluzione del modo di abitare, ma soprattutto di pensare il contesto abitativo, è scaturito “Housing For Single People”, un progetto che intende ragionare sulla casa concepita come modello estetico/ antropologico.
Nasce dall’idea di Massimiliano Tuveri di fo-
tografare, in un’atmosfera sospesa, 10 persone che vivono la casa da sole. Io, da architetto, sono stata chiamata ad osservare i cambiamenti che la dimensione domestica sta subendo in questi ultimi anni. L’esperienza è stata entusiasmante: abbiamo selezionato 5 profili di sesso femminile e 5 di sesso maschile. 7 su 10 vivono a Milano, tutti svolgono la libera professione, molti sono creativi. Pur vivendo da soli, 3 di loro non sono single nella vita. 6 su 10 vivono in case tipologicamente progettate per la famiglia e riadattate alla vita da single.
Dall’analisi emerge che solamente 3 persone sul numero complessivo dei convolti sono felici e si sentono rappresentate dallo spazio che abitano. Tutte le case fotografate sono poi state riprogettate nel “Workshop Metafore Abitative”, in cui, attraverso lo studio dei profili e sotto la mia guida, dieci professionisti hanno ideato le rispettive case-tipo per i single di domani.
Ho voluto poi approfondire il tema dell’abitare analizzando il dinamismo dei nuovi stili di vita anche tramite la realizzazione di POETICA apt, una casa manifesto in cui vita e lavoro si intersecano e in cui racconto la mia “poetica dell’abitare” in spazi studiati tanto sulle mie esigenze quanto sulle riflessioni intorno alla dimensione domestica che avevo maturato durante la pandemia. Questo appartamento non intende promuovere una visione oggettiva di come sarà la casa del
domani, costituisce piuttosto un esperimento progettuale che trasforma i miei pensieri in casa. Uno dei temi fondamentali su cui ho lavorato è lo spazio di relazione (tra l’individuo e i componenti del contesto abitativo, tra l’individuo e la città e tra l’individuo e sè stesso).
È proprio per questo che i tre ambienti presenti sono sviluppati su diverse altezze, ottenendo così spazi pubblici, spazi privati e spazi segreti. Seguendo questo approccio, ho giocato peraltro sulla successione di materiali e texture differenti affinché ogni luogo potesse restituire emozioni specifiche: ecco che, ad esempio, si sale una scala avvolti da un tendaggio di velluto, per poi giungere in camera da letto e dormire sotto un cielo di wallpaper decorato.
Ciò che mi auguro però, anche passata l’ondata pandemica, è che non si smetta di parlare di case e di quanto lo spazio domestico influisce sulle nostre vite. In questi mesi, rileggendo diversi testi di ricerca sviluppati da Triennale Milano, ho scoperto come oggi ci poniamo le stesse domande di cinquanta anni fa, a dimostrazione di quanto poco sia cambiato finora a riguardo.
Se il dibattito sulla città è sempre aperto, quello sulla casa sembra infatti fermarsi spesso alla superficie di stili e tendenze.
Roberta Borrelli Founder MAKEYOURHOMESTUDIO
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MAG | BOOK | 1-2023
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