MaterialiCasa Mag-Book Collectible 2022

Page 1

Direttore responsabile GIAN PAOLO CRASTA | g.crasta@tiledizioni.it

C o-Direttore responsabile SABRINA TASSINI | s.tassini@tiledizioni.it

Art direction SILVIA GATTI Redazione info@tiledizioni.it

MAG | BOOK ENJOY WITH SOUNDTRACK
COLLECTIBLE

HO.RE.CA.

Ho.Re.Ca. Bucket list

10 destinazioni design

Pavimenti in cotto rivisitato, carte da para ti in movimento da osservare con occhia li 3D, superfici in resina senza soluzione di continuità ma anche complementi di foggia artigianale e opere d’arte realizzate con scarti di mais messicano: avanguardie materiche e iconici elementi d’arredo mo dellano gli ambienti evoluti di strutture ri cettive e ristoranti destinati al più attento e fiorente turismo esperienziale sulla rampa di ri-lancio.

Dall’Italia del design sartoriale alla Cali fornia dei numerosi “wow-effect” passan do per le stravaganze di un Giappone ultra high-tech, vi guidiamo attraverso un vero e proprio on the road internazionale che volge uno speranzoso sguardo al futuro, alla scoperta di proposte hospitality e risto rative d’alta gamma, tutte caratterizzate da una fervida multisensorialità.

Dieci location che fanno dell’interior eclettico, di piacevoli melting pot e mate riali customizzati la propria bandiera, fiere rappresentanti di un comparto colpito ma non affondato che intende presentarsi con rinnovata vitalità al primo appuntamento con la cosiddetta nuova normalità, acco gliendo la clientela in spazi dall’alto valore estetico e dal concept sorprendente.

01
Sabrina Tassini

DESIGN “A PASTELLI” NEL CUORE DELLA CITTÀ ETERNA

Leon’s Place | Roma

Il Leon’s Place è un boutique hotel della catena alberghiera Planetaria Hotels, situato nel cuore pulsante di Roma. Una location elegante e di tendenza nata dal progetto di restauro dell’antico Palazzo Fabi Altini. L’architettura che la caratterizza mescola ambienti classici e moderne contaminazio ni ricorrendo all’armonia cromatica delle tinte pastello. A spiccare tra gli spazi è il cafè nel giardino “dipinto a mano”, arre dato con i complementi delle gamme Pe drali. La sedia Tribeca, proposta nella co lorazione rosa e disegnata da CMP Design

reinterpreta in chiave moderna le classiche sedute da terrazza anni Sessanta attraverso nuovi materiali: un solido telaio tubolare unito all’elasticità di un profilo in mate riale plastico ordito verticalmente. I tavoli Ikon, di Pio e Tito Toso, definiti da una base conica in polipropilene, completano ciascuna postazione con delicati toni neu tri, mentre le lampade wireless Giravolta, disegnate da Basaglia Rota Nodari e ispi rate alle lanterne di un tempo, implemen tano un’atmosfera sofisticata durante le ore serali.

05 |

UNA CHIESA RICONVERTITA IN STRUTTURA RICETTIVA

Bunk Hotel | Amsterdam

È l’ex chiesa di Santa Rita ad Amsterdam la cornice del secondo BUNK Hotel in Olan da. Progettato da Alexander Kropholler e riconvertito dall’architetto Rob Salemans (Raumkultur), l’edificio monumentale ospita oggi 107 camere e 52 pod privati. Un progetto che rispetta profondamente l’architettura originale: l’esterno è rimasto intatto, così come archi in mattoni e ca priata in legno. Le camere di questo ec centrico ho(s)tel sono ricavate all’interno di blocchi bianchi prefabbricati con pareti in HPL che sembrano galleggiare nell’aria. Tra le sezioni ricavate all’interno del la navata: una scala segreta che conduce a una collezione di vinili e uno studio di registrazione/stazione radio, una terrazza affacciata sul quartiere Nord della capitale olandese e spazi comuni che chiamano alla condivisione, con bagni gender-neutral e grandi tavoli conviviali nell’area ristorante. Non manca un monumento commemora tivo per rendere omaggio alla storia della chiesa bombardata nel 1943.

| 06 HO.RE.CA.

RESINA CONTINUA

D’O | Cornaredo

Dal 2003, il ristorante D’O dello chef stellato Davide Oldani, si tuato a San Pietro dell’Olmo (Cornaredo, Milano), accoglie i commensali in uno spazio che fonde il gusto della sua innovativa cucina POP con l’accessibile e l’essenziale. Trasferitosi nel 2016 in un ambiente più ampio, a pochi passi dal precedente, e ripensa to nei suoi interni dall’architetto Piero Lissoni, il locale ha assistito di recente ad un rinnovamento parziale, condotto a seguito dell’e mergenza sanitaria legata al Covid-19. Il tema del distanziamento sociale, che ha implicato un ripensamento della disposizione degli interni, unito ad esigenze di igienizzazione e pulizia, ha dato il via alla ristrutturazione della pavimentazione e delle pareti tramite l’uso della resina del sistema KDH Kerakoll Design House, dai numerosi vantaggi funzionali ed estetici. Il restyling materico ha visto l’im portante coinvolgimento dell’azienda Resìn, che ha messo in campo la propria expertise nella lavorazione e posa della resina all’interno del ristorante. Il risultato è un ambiente che lo chef ama chiamare “casa”, forgiato da un elegante design anni ’70, in cui stile, sicurezza e soprattutto facilità di igienizzazione, concretizzano una vincente formula di ristorazione moderna.

07 |

IL MESSICO A LONDRA

KOL | Londra

Due piani e quattrocento metri quadrati di stile messicano calato nella pittoresca Seymour Street di Londra: si tratta di KOL, il nuo vo ristorante del noto chef Santiago Lastra, che mescola ingredienti provenienti dal Regno Unito con vini biodinamici e il tipico mezcal. Il design degli interni, curato dallo studio londinese A-nrd, mira a dare corpo allo spirito del Messico attraverso la materialità, l’artigianato e la sua intrinseca autenticità, e appare fortemente ispirato al lavoro dell’architetto Luis Barragán, con una palette cromatica calda e vibrante che richiama le vivaci strade messicane. Da KOL, le pareti in stucco di diverse tonalità e un pavimento in lastre di cemento abbracciano un banco reception su misura in rovere cesellato a mano, isole centrali in legno di quercia e una gamma di mobili creata in collaborazione con artigiani italiani e inglesi, influenzata dall’estetica modernista propria del Messico e giocata sull’alternanza di travertino argentato levigato e legno di quercia piallato a mano. Il tutto, arricchito dalla scenografica opera d’arte di Fernando Laposse con intarsio di bucce di mais messicano recuperate.

| 08 HO.RE.CA.

IL LEGNO INGEGNERIZZATO

Hotel Aristeo | Cagliari

Nel fulcro storico e culturale della città di Cagliari, la personalità stilistica di una pic cola struttura ricettiva con vista sul por to turistico rinasce grazie all’intervento di ristrutturazione ad opera dell’architetto Mauro Soddu e dell’ingegnere Luca Andreoni.

L’Hotel Aristeo, situato al terzo piano di un palazzo d’epoca, è stato sapientemente rinnovato con l’impiego di materiali e soluzioni dal gusto moderno, privilegiando to nalità fresche e di tendenza che agevolano la circolazione della luce naturale e alline ano l’interior all’attuale gusto del mercato. Protagonista materico del progetto d’in terni è il legno potenziato Lumbertech di Skema, utilizzato per la pavimentazione di tutti gli ambienti, dall’ingresso alle camere per gli ospiti, e come rivestimento conti nuo e decorativo nell’area colazione.

I 300 mq di Lumbertech Canapa Oak verniciato combinano la naturale bellezza del rovere dalla superficie strutturata con l’importante resistenza del brevetto Wood Powder con cui è realizzato. La posa a correre dei listoni conferisce inoltre di namismo agli spazi che veste, anche nella versione a parete, e garantisce un piace vole contrasto con le piastrelle ceramiche bianche esagonali sia nelle aree comuni che nelle stanze private.

09 |

UN RESORT FRA LE DIMORE DI PIETRA

Sharaan | ALUla

Situato nelle montagne della Sharaan Nature Reserve di AlUla, l’oasi culturale nel nord-ovest dell’Arabia Saudita, il resort Sha raan, progettato dall’architetto Jean Nouvel, attinge alle vicine meraviglie nabatee di Hegra, il primo sito UNESCO Patrimonio dell’Umanità nel Paese. L’opera architettonica intende valorizzare l’eredità storica della regione lasciata dai Nabatei che lavorarono con estrema maestria la millenaria roccia di arenaria locale.

“AlUla è un museo a cielo aperto – racconta il progettista per sotto lineare l’importanza di preservare un paesaggio così unico - Ogni wadi e costone, ogni tratto di sabbia e profilo roccioso, ogni sito geo

logico e archeologico merita la massima considerazione. È fondamentale mantenere tutte le peculiarità e conservare l’attrattiva della zona che si basa in gran parte sul suo carattere remoto e a tratti arcaico.”

Per far convivere tradizione e contemporaneità, adattando gli usi del passato al mondo odierno e riducendo al minimo l’impatto sui pae saggi naturali e urbani, Nouvel ha così impiegato l’astrazione e scol pito all’interno del paesaggio stesso piuttosto che competere con esso. Agli occhi dell’architetto, il resort incarna l’opportunità di dare vita ad una forte esperienza dimensionale, sensoriale ed emotiva ai confini dell’architettura e dell’arte, dove la musicalità, la consistenza, la poten za e la complessità della natura sono ovunque tangibili. Tutto questo, garantendo un lusso sostenibile trainato da energia senza emissioni secondo i più attuali standard di ecocompatibilità.

| 10 HO.RE.CA.

OSPITALITÀ IMMERSIVA

W Hotel | Osaka

Collocato su Midosuji Boulevard di Osaka, un nuovo grattacielo di 27 piani, progettato da Nikken Sekkei e con una facciata supervisionata da Tadao Ando, è la sede del primo W Hotel del Giappone. I suoi interni, interpretati dall’eclettico studio olandese Concrete, si ispirano alle molteplici sfaccettature della città, accogliendo gli ospiti in una dimensione stravagante e “immersiva”. Il concept alla base della struttura ricettiva attinge alle peculiarità della tradizione locale, dalla semplice bellezza dei fiori di ciliegio e degli alberi di ginkgo che costeggiano le strade, al vivace paesaggio urbano illuminato da inse gne al neon del quartiere Dōtonbori. L’esperienza sensoriale offerta alla clientela inizia nel lungo tunnel dell’ingresso principale, caratte rizzato da più di 3000 cerchi in metallo tagliato al laser ispirati all’arte dell’origami, per proseguire nella hall dove l’iconico pattern Asanoha è stato proposto su soffitto, pavimento in granito e scale, culminando poi nelle camere plasmate da un accattivante tema cromatico. L’hotel include anche una suite “Extreme Wow” situata al 27 ° piano con affaccio sullo skyline metropolitano, progettata come una sequenza di 5 stanze divise da imponenti portali in rovere con pannelli shoji scorrevoli con cui schermare o connettere i diversi spazi.

11 |

IL RESTYLING DI 28 POSTI

28POSTI | Milano

In occasione del suo sesto compleanno, 28 POSTI, il ristorante di cucina mediterranea con temporanea situato in Via Corsico a Milano, ha ridisegnato i suoi interni con l’obiettivo di renderli ancor più accoglienti ed enfatizzare l’atmosfera conviviale senza snaturarne i tratti stilistici distintivi legati ad autenticità e semplicità. A curare il restyling, Cristina Celestino, che ha focalizzato l’intervento sui concetti chiave di matericità, texture, colore (spesso tono su tono), mantenendo volutamente continuità con l’immaginario associato al locale da parte della clientela. Il progetto ben esprime l’eclettico approccio della nota designer milanese: la moodboard individuata gioca con le nuance polverose della terracotta di Fornace Brioni, con l’eleganza del legno in diverse finiture, con il ferro naturale cerato a cui si aggiungono un az zurro desaturato ed un colore vinaccia terroso, oltre al bianco gesso delle pareti longitudinali. L’illuminazione è lasciata alle lampade a sospensione in lamiera microforata dell’azienda spa gnola Arturo Alvarez, alla vista leggere come la carta ma dalla forte tattilità.

| 12 HO.RE.CA.

PARETI E SOFFITTI COME OPERE D’ARTE 3D

Stereoscope | Newport Beach

Siamo a Newport Beach, in California, dove la caffetteria Stereoscope progettata da Wick Architecture & Design, in collaborazione con LAND Design Studio, at trae la clientela con l’opulenza e il carattere “ipnotico” degli interni. Un luogo creato per generare entusiasmo e stupore, il cui concept decorativo, nato dalla volontà di rivisitare il tipico approccio artistico del Rinascimento italiano con le sue maestose cupole affrescate - grande fonte d’ispirazione per i designer –, recupera la tecnica multidimensionale della stereoscopia, an tesignana della moderna tecnologia 3D, applicandola a soffitto e parete. “Abbiamo contattato l’artista Christy Lee Rogers, ri nomata per la sua straordinaria fotografia subacquea in stile rinascimentale e barocco - racconta David Wick – con l’intenzione di utilizzare la sua opera “The Reunion of Cathryn Carrie and Jean” e trasferirla poi in 3D su rotoli in vinile da applicare come carta da parati alle superfici”. A bilanciare questa audace idea ornamentale sono invece materiali caldi come il rovere su tavoli e piani d’appoggio, neutri come il cemento della pavimentazione e tradizionali come

la ceramica bianca delle piastrelle che ve stono in retro del bancone. 20 paia di oc chiali consentono infine agli avventori una coinvolgente esperienza di osservazione del rivestimento tridimensionale durante la consumazione.

IL COTTO UMBRO SI RISCOPRE NON CONVENZIONALE

Uva

Nel pieno centro di Modena, a soli 150 metri dal Duomo, si colloca un ristorante dalla forte connotazione design che intercetta le nuove tendenze d’interior facendo leva su effetti materici inediti seppur strizzando l’occhio alla tradizione.  Uva d’oro deve la sua attuale anima al re cente intervento di ampliamento e restyling condotto dallo studio modenese Martino Design, che si è affidato a Stepping Stone, showroom di progettazione ricerca e sviluppo di materiali e superfici situato a Bologna, per la selezione di finiture di alta qualità. La sfida progettuale ha avuto come obiettivo trasmettere e imprimere un’armonia di colori, sensazioni e matericità a tutto il locale ed è partita con l’individuazione di un materiale naturale, capace di dialogare con la pavimentazione in legno già presente. La scelta è ricaduta su un’originale linea di cotti umbri disegnata dallo studio bolognese stesso: un cotto tondo, uno a stella e uno quadrato. Lavorazioni, frutto della collaborazione con un piccolo laboratorio artigianale di Castel Vi scardo, località ricca di argilla, dove il cotto è ancora realizzato secondo la tradizione medie vale. Con la complicità di una posa non convenzionale e di un mix&match dal forte impatto visivo, pavimenti e rivestimenti si riscoprono indiscussi protagonisti degli interni.

13 |

FLORIS GREEN SUITES Alto Adige

02

Case sugli alberi tra architettura e natura

Da molti anni il Parc Hotel Florian, situa to ai piedi del paesino di Siusi allo Sciliar, in Alto Adige, offre con le sue confortevoli camere un’esperienza di vacanza perfetta sia d’estate che d’inverno. Il fiore all’oc chiello della struttura è il parco, compren sivo di alberi secolari, un idilliaco laghetto e una piscina all’aperto. Di recente il complesso è stato integra to con dieci nuove suite, concepite sotto forma di corpo indipendente che si collega all’edificio esistente e lo amplia, regalando all’insieme una ventata d’aria fresca grazie al linguaggio architettonico innovativo del lo Studio noa* network of architecture.

IL CONCEPT ARCHITETTONICO

Due le sfide progettuali affrontate dal team: da un lato, la necessità di preservare al meglio l’orgoglio dell’hotel - il parco uni co nel suo genere -, dall’altro un contesto cantieristico che, con l’adiacente casa uni familiare, il parcheggio e l’hotel, richiedeva un approccio coerente e sensibile. L’idea originale era quella di mantenere l’e dificio con i nuovi locali sollevato da terra, per non compromettere la piena estensio ne del parco e occupare la minor superfi

cie possibile. Un concetto che tuttavia non avrebbe portato alla creazione di semplici stanze bensì ad un raggruppamento ordi nato di piccole case sull’albero a sé stanti con affaccio sul verde sottostante. Al con tempo vi era un crescente desiderio che gli ospiti non si limitassero a “vivere” nelle nuove suite, ma che diventassero parte in tegrante del parco stesso.

Con questi presupposti ha così preso vita il progetto concreto, votato all’originalità: lungo un corridoio di collegamento, che come una spina dorsale unisce i moduli del nuovo edificio alberghiero, si sviluppano i due piani delle suite, ciascuno con cin que camere, tutte orientate verso il parco. Per rendere ancora più vivace l’ensemble architettonico, le suite sono state sovrap poste, non a combaciare perfettamente, ma con un leggero scostamento, per dare l’impressione di una struttura cresciuta “naturalmente” e preservare la vista circo stante, consentendo peraltro agli ospiti di trascorrere il soggiorno in un piccolo nu cleo indipendente.

GLI INTERNI

Ribattezzate “Floris Green Suites”, le nuove stanze risultano tanto spettacolari all’esterno quanto all’interno. La classi ca suddivisione degli spazi in zona giorno, zona notte e bagno è stata reinterpretata in modo insolito. La zona giorno centrale termina in un balcone a tetto, da cui si può ammirare il magnifico paesaggio monta no – uno dei grandi vantaggi offerti anche dalle ampie vetrate della zona notte. Qui tutto si fonde in un flusso armonioso: le stanze, le funzioni, gli spazi esterni e gli interni. Solo la toilette con bidet è stata concepita come un ambiente chiuso. Pun to cardine d’impatto è un lavabo autopor tante con specchio, che può trasformarsi in piccolo scrittoio. È proprio qui che la zona bagno si fonde con la zona giorno, meravigliosamente progettata con que sto mobile ibrido. L’ambiente più intimo è pensato nella parte posteriore della suite, senza affaccio sul parco, dove si trova an che l’ingresso: un’elegante doccia aperta è sapientemente affiancata da un lato dalla cabina chiusa con WC e bidet e, dall’altro lato, da una sauna finlandese esclusiva, ad uso esclusivo degli ospiti della suite, senza

ph. Alex Filz
| 16 HO.RE.CA.
17 |

limiti di tempo.

Oltre alle numerose vedute, le suite vanta no un altro punto di forza: un patio aperto, ma protetto, con vasca esterna.

LO SCHEMA MATERICO

E CROMATICO

Parte essenziale di questa idea olistica sono i rivestimenti in tessuto, le piastrelle e le superfici verniciate che creano un le game indissolubile fra interno ed esterno, il tutto uniformato da un pavimento in rove re fumé e arricchito da arredi e sanitari in sobrio nero.

Il design interno delle stanze è inoltre do minato da un verde tenue inframmezzato da sfumature di grigio, in perfetta sintonia con la sensazione di casa sull’albero auspi cata dagli architetti.

L’armoniosa concezione cromatica degli interni, ma anche la coerenza progettuale dell’architettura – ad esempio il connubio degli intradossi delle suite rivestiti in legno di larice e l’irregolarità discreta, ma volu tamente studiata, delle “case sull’albero” –reinterpretano radicalmente la qualità del soggiorno per gli ospiti dell’Hotel Florian.

“Nella nostra filosofia progettuale, i materiali e le superfici, così come il colore, risultano sempre determinati dal contesto originario della realizzazione. Solo in questo modo l’architettura può diventare un tutt’uno con il paesaggio.

In questo caso, l’area circostante è caratterizzata da due tipi di paesaggio: il parco esistente dell’albergo e le ripide pareti rocciose del massiccio dello Sciliar. Le superfici dei volumi sopraelevati sono dunque state scelte per inserirsi armoniosamente nel parco, enfatizzandone l’importanza.

Per raggiungere questo obiettivo, abbiamo privilegiato materiali quali il legno e l’intonaco verde.”

| 18 HO.RE.CA.

noa* è l’espressione essenziale di un’etica di lavoro concettuale: un giovane team di architetti e designer, diretti dai due fondatori Lukas Rung ger e Stefan Rier con sede a Bolzano e Berlino, esamina ed esplora metodi di design interdisciplinari, che si svi luppano e si modificano in continua zione a seconda delle pretese pro gettuali.

19 |

AMBER Modena

03
| 22 HO.RE.CA.

Direzione healthy-living

Uno spazio poliedrico dedicato al benessere e alla convivialità, a metà tra ristorazione d’alta gamma, fitness e socialità. Un luogo condito da un design ricercato e sartoriale che strizza l’occhio alle più attuali tendenze del settore.

Questo è Amber: non un locale come gli altri, ma un ambiente trasversale dedicato all’heal thy-living a tutto tondo, che punta su un nuovo modo sostenibile e responsabile di intendere l’offerta gastronomica, rispondendo al desiderio di una committenza sempre più attenta di vivere in sintonia con il proprio corpo a 360°. Un concept innovativo nato durante il lock down e portato avanti da quattro giovani intraprendenti: l’imprenditore Filippo Bottura, il personal trainer Marco Farina, il cantante Benjamin Mascolo e la chef Cecilia Montano. Personalità variegate che si sono unite per dare vita ad un concept ben radicato nel territorio ma dal respiro internazionale, com’è logico che sia, dal momento che coinvolge un artista pe rennemente in giro per il mondo e una chef argentina cresciuta nello staff della Francescana.

23 |

I 3 LUOGHI DEL “BEN-ESSERE” SECONDO AMBER

Amber Fitness è uno studio funzionale guidato dal personal trainer Marco Farina e offre percorsi di allenamento dedicati. L’obiettivo è insegnare alle persone a uti lizzare la forza del proprio corpo senza l’uso di macchinari, migliorando le prestazioni e aumentando la consapevolezza.

Amber Café prende ispirazione dallo stile americano e dalle nuove esigenze legate allo smart working: uno spazio dove andare la mattina a lavorare al pc mentre si ritro va il piacere di fare colazione con un piatto di pancake caldi o di uova strapazzate. Al co-working space e alla caffetteria si ag giunge una proposta di pranzo che affianca il servizio di palestra: in menu sono presen ti, quindi, anche piatti nutrienti e bilanciati, studiati per rispondere alle esigenze di chi ha appena terminato una sessione di alle namento.

Amber Lounge è il bistrot moderno all’in segna della sostenibilità guidato dalla chef argentina Cecilia Montano che per diversi anni ha lavorato nelle cucine di France schetta58. I valori alla base della proposta di ristorazione sono “from farm to table”: ingredienti freschi accuratamente sele zionati che favoriscono una rete di piccoli produttori locali e seguono il ciclo delle stagioni; cotture semplici, per valorizzare le proprietà degli ingredienti ed esaltare i sapori. La riscoperta di una cucina antica, nel rispetto del ciclo della natura.

| 24 HO.RE.CA.
25 |

AMBER PEOPLE

Filippo Bottura, Manager

“Amber nasce dal desiderio di creare uno spazio multifunzionale in cui conciliare diversi aspetti. Primo fra tutti - e lo dice proprio il suo nome che per noi è un omaggio alle api e al mondo naturale - un modo più consape vole e responsabile di concepire il cibo, incen trato su territorialità e sulla stagionalità dei prodotti. Allo stesso tempo volevamo creare un luogo aperto a tutti, dove le persone po tessero ritrovare il benessere, sia fisico che mentale, lavorare o leggere un libro in libertà.

Il nostro obiettivo è stato trasmettere tutti questi aspetti attraverso il cibo e l’ambiente. Sul fronte food è stato semplice: la cura e l’amore con cui la Chef prepara ogni singolo piatto parlano da soli. Per quanto riguarda gli spazi, invece, il primo passo è stato scegliere dei collaboratori che condividessero i nostri valori: lo studio di interior ‘l’Olmo e la Terra’ e l’architetto Filippo Franchini ci hanno aiu tato a trovare soluzioni coerenti con il con cept, con particolare attenzione ai materiali usati e alle lavorazioni. La pittura impiegata per decorare le pareti, ad esempio, è realiz zata con prodotti completamente naturali e sostenibili.

L’intero concept del locale è stato sviluppato da Wabisabi Studio, studio di comunicazio ne formato da ragazzi giovani che, oltre a costruire il nostro brand, ci ha guidato nel le scelte relative all’allestimento degli spazi. Come un unico team, abbiamo poi lavorato per definire i dettagli, tra cui la scelta di va lorizzare l’albero di ulivo centenario al centro del déhor, intorno al quale abbiamo allestito un tavolo conviviale in legno che ne marcasse l’importanza. Questo senza perdere di vista la funzionalità: le postazioni sono dotate di

| 26 HO.RE.CA.

prese elettriche per consentire alle persone di lavorare in smartworking.

Lo spazio esterno è stato poi ricoperto da più di 200 piante di gelsomino, per rendere la natura vera protagonista del progetto.

Per quanto riguarda la scelta degli arredi in terni, invece, ci siamo affidati a Cerasarda, uno dei marchi del Gruppo Romani, che ha fatto dell’artigianalità e dell’eccellenza i prin cipali punti di forza. Nascono così il bancone, realizzato con piastrelle dipinte a mano sulla gamma colori del nostro brand, e le piastrelle dei bagni, che hanno un forte rimando alla natura e ai suoi elementi. Gli scarti delle pia strelle utilizzate per i bagni sono stati riciclati per realizzare i sotto-posate da tavola, per valorizzare quei concetti di sostenibilità e cir colarità che non toccano soltanto l’aspetto food ma la totalità della nostra offerta.

Amber nasce perciò dalla passione e dalla professionalità di diverse figure accomunate dal desiderio di creare qualcosa di nuovo, che rompa gli schemi e sia un invito a riflettere e ad agire. Ogni complimento che ricevo da clienti entusiasti è una soddisfazione enorme, perché mi rendo conto che riusciamo a co municare la complessità del nostro progetto attraverso la genuinità delle nostre scelte.

Il mio desiderio? Che qualcuno senta il biso gno di avere un posto come Amber in un’altra città al di fuori di Modena.”

27 |

AMBER PEOPLE

“Il mio ruolo, in quanto chef, è quello di riusci re a comunicare, attraverso i piatti, la cura e la ricerca che si celano dietro le nostre scelte. Per farlo io e la mia squadra abbiamo bisogno di un ambiente che, oltre a essere funzionale, risponda alle nostre esigenze e bisogni. Molti pensano che le cucine, con le loro li nee nette, siano degli ambienti freddi e spo gli, quando in realtà rispondono a un bisogno di ordine e pulizia che nel nostro lavoro sono fondamentali. Si pensi all’importanza della luce: nel nostro caso siamo fortunati, perchè lavoriamo con la luce naturale che ci permet te di vedere il verde al di fuori della finestra e ci è di ispirazione ogni giorno.

Quando il cliente assaggia un piatto viene in vestito da una serie di emozioni che non sono legate unicamente al cibo che gli viene servi to. Si pensi alle stoviglie: sono a tutti gli effet ti un ingrediente del nostro menu. Forme, co lori, cromie, texture, sono tutti elementi che dobbiamo considerare in funzione di ciò che viene servito, perchè andranno ad influenzar ne la percezione finale. Quando penso a un nuovo piatto, il primo passo del processo cre ativo è immaginare il risultato finale, quindi procedo a ritroso e cerco gli elementi neces sari a valorizzarla al meglio. In autunno, ad esempio, abbiamo un menu che rappresenta un omaggio ai suoi colori, e abbiamo scelto

dei piatti in grado di valorizzarne al massimo sfumature e singoli ingredienti. Poniamo attenzione anche al tema della sostenibilità che parte dai nostri piatti rea lizzati a scarti-zero, ma viene poi enfatizzato dall’acqua microfiltrata che i ragazzi servono in sala o dai sottopiatti realizzati con gli esu beri delle piastrelle.

La sfida di Amber è proprio quella di comu nicare un messaggio a 360°, un’armonia che parte dalla cucina ma che non potrebbe mai esprimersi appieno senza il supporto della sala e dell’ambiente in cui viene contestualizzata.”

29 |
| 30 HO.RE.CA.

Ceramiche su misura by GRUPPO ROMANI

Amber ha scelto Gruppo Romani come partner per la personalizzazione della location di Modena.

Per risolvere le esigenze stilistiche del locale, Gruppo Romani ha realizzato, attraverso le divisioni Custom di Cerasar da e Cir Ceramiche, superfici “su misura” che declinano in scala cromatica il colore giallo del logo. Per il bancone dell’Amber Cafè sono state scelte le caratteristiche esagone di Cerasarda, collezione Sardinia, customizzate ad hoc, mentre per le pareti dei bagni e per il rivestimento di elementi di arredo, l’esclusivo soggetto decorativo effetto wallpaper di Cir Ceramiche, collezione Chromagic Floral, altrettanto custom. Il brand Atelier Cerasarda ha inoltre creato in esclusiva le proposte coordinate per la mise en place.

beamber_ita wearewabisabistudio

Amber Via Sibilla Aleramo 60, Modena
31 |

ARCHI-PEOPLE

Parisotto+

Formenton Architetti

04

“Il settore hotellerie

è in forte crescita”

Il settore hotellerie vive un periodo di grande crescita tra riconversioni e nuove aperture. I trend trainanti? Architetture ed interni di grande ricercatezza e di gusto contemporaneo, esperienze tailor made legate al territorio, servizi curati nei minimi dettagli. I luoghi dell’ospitalità sono conce piti con i comfort e l’atmosfera di una di mora privata, che ricerca ambienti sempre più accoglienti, tagliati su misura, ideati at torno agli abitanti con spazi vitali, luce, aree outdoor anche in città.

Un focus sull’attività di Parisotto + For menton Architetti in una intervista dop pia ai fondatori Aldo Parisotto e Massimo Formenton.

Com’è cambiato il vostro lavoro dopo il pe riodo di emergenza Covid?

In trenta anni di attività professionale ci siamo abituati a fronteggiare molti cam biamenti nei comportamenti, nel gusto, nelle esigenze dei clienti, nel modo di la vorare. Negli ultimi due anni crisi globali di diverso tipo hanno modificato repenti namente e in misura molto importante la situazione economica e sociale. Abbiamo visto arrivare numerose richieste per pro getti di residenze periurbane, extraurbane e in località di villeggiatura per un accre sciuto desiderio della committenza di spazi interni più generosi e di connessione con la natura. Abbiamo purtroppo anche visto progetti rallentare o fermarsi per la crescita esorbitante dei costi delle materie prime, una problematica che dovremo affrontare ancora per un tempo, probabilmente piut tosto lungo.

Come vi immaginate la casa del futuro in termini di ambienti, spazi, materiali e tec nologie utilizzate?

Che tipo di relazione instaurate con i com mittenti e quanto li trovate disposti a spe rimentare?

La casa è un tema privilegiato per gli archi tetti, il progetto per eccellenza. Oggi come ieri e come sarà ancora di più in futuro, la residenza è il luogo più affascinante e più difficile da progettare, perché è necessa rio entrare nell’intimità del committente e stabilire una relazione di conoscenza e fi ducia. Le nostre case sempre più saranno accoglienti, tagliate su misura, concepite attorno agli abitanti con spazi vitali, luce, aree outdoor anche in città. L’ibridazio ne tra gli spazi e dei momenti del lavoro e quelli della vita privata - che già era emersa nell’ultimo decennio e che ha avuto un’ac celerata nel periodo pandemico - delinea la necessità di case fluide attrezzate per garantire a tutti i membri della famiglia, anche di generazioni diverse, ambienti per la privacy e la convivialità, il relax e la con centrazione.

Per quanto riguarda il settore horeca, quali differenze riscontrate tra la committenza italiana e quella internazionale?

Nella nostra storia professionale, sin dagli inizi, abbiamo sempre lavorato con l’estero, realizzando progetti in tutto il mondo. A li vello internazionale la professionalità del progettista architettonico (per non parlare di altre professioni parallele come il lighting designer) è sicuramente maggiormente apprezzata e rispettata e gli standard della qualità del lavoro oltre che dei compensi sono molto più alti.

Quali regole seguite per il settore horeca? Come cambia il vostro approccio al proget to da una casa a uno spazio retail, da spazi dedicati alla ristorazione a quelli dedicati alla ricettività?

Progettare per il settore residenziale o ho reca richiede un approccio simile: sempre più gli spazi per l’ospitalità sono concepiti con i comfort e l’atmosfera di una dimora

| 34 HO.RE.CA.
35 |

privata e anche il cosiddetto “arredo con tract” ha ormai proporzioni, ergonomie e dettagli dei prodotti domestici. Il nostro processo parte sempre, indipendente mente dal tipo di progetto, dallo studio del territorio, dell’esposizione, dei materiali e colori locali per creare architetture uniche e radicate al luogo in cui sorgono.

Come si sta evolvendo questo settore? E quali sono secondo voi i trend che più lo influenzeranno?

Il settore hotellerie è in forte crescita ed il trend è ripreso con forza dopo lo stop forzato degli ultimi anni. Assistiamo ad una richiesta sempre maggiore da parte dei viaggiatori di qualità dei servizi, di bellezza, di comfort eccezionali e nel nostro paese specialmente c’è grande spazio soprattutto per il settore del lusso. Il nostro straordina rio contesto territoriale attira sempre più investitori stranieri del settore per ricon versioni e nuove aperture. Immaginiamo che i trend trainanti saranno architetture ed interni di grande ricercatezza e di gusto contemporaneo, esperienze tailor made legate al territorio, servizi curati nei minimi dettagli.

Nell’ultimo periodo avete progettato Casa di Langa (nelle pagine seguenti n.d.r), nuo vo resort del lusso sostenibile nel cuore delle Langhe, in Piemonte. Quali sono le peculiarità del progetto? Avete riscontrato delle sfide tecniche particolari? Il progetto, per il quale abbiamo collaborato con i colleghi di GaS Studio, è stato ricco di sfide. Il resort riutilizza una preesistenza non completata dei primi anni 2000 - im mersa in una vasta tenuta sui colli del ter ritorio patrimonio Unesco dell’Alta Langa - che abbiamo riqualificato. Il progetto è partito dal riuso dell’impianto originale mai completato, trasformandolo radicalmente per razionalizzare percorsi, affacci e volu metrie, con l’obiettivo di riqualificare l’ar chitettura dal punto di vista estetico, fun zionale e della sostenibilità ambientale. La matrice dell’intervento è il massimo rispet to del territorio: l’architettura interpreta la

tradizione delle architetture rurali locali utilizzando  elementi vernacolari come portici, ballatoi esterni, protetti da filtri in mattoni, i tetti in coppi di laterizio con un approccio contemporaneo e si inserisce su un pendio collinare aprendosi verso il pa norama circostante; i materiali sono prin cipalmente naturali e di provenienza locale, le cromie si ispirano ai colori organici della natura e delle architetture vernacolari del le Langhe. L’intero DNA di Casa di Langa, dal progetto alla costruzione, alla gestione del resort, è improntato alla sostenibilità e al rispetto della terra e degli abitanti delle Langhe.

Quali pensate possano essere le strategie per uno sviluppo architettonico sostenibi le in ambito horeca?

Sicuramente un tema importante è la valorizzazione del legame col territorio: sia nella scelta di materiali locali che nel la progettazione di servizi ed attività che sfruttino al meglio le potenzialità dei molti luoghi italiani ancora da scoprire e abbia no ricadute positive economiche e sociali. Inoltre, un argomento che amiamo molto ricordare quando parliamo di sostenibilità è il concetto di “timeless”: cercare di dise gnare architetture o prodotti che abbiano un’estetica senza tempo, slegata dai trend passeggeri e dalle mode del momento, è un atto per così dire ecologico, perché consente di generare concetti capaci di durare nel tempo, che non stancano e che non devono essere sostituiti velocemente perché obsoleti.

37 |

CASA DI LANGA

05

Lusso sostenibile nel cuore del Piemonte

| 40 HO.RE.CA.

Inaugurato a giugno 2021, il resort Casa di Langa, progettato da GaS Studio e Parisotto+Formenton Architetti, ha già raccolto importanti riconoscimenti internazionali che testimoniano l’alta qualità del pro getto, l’attenzione all’ambiente e al rispetto del territorio. Vincitore del prestigioso Architect Honor Award 2022, nella sezione Ho spitality, assegnato da Architect magazine, rivista ufficiale dell’AIA - American Institute of Architects, si è aggiudicato anche l’ambito Mipim Award 2022, nella categoria ‘Best Hotel & Tourism Resort’. Affacciato su oltre 40 ettari coltivati a vigneti sui pendii di dolci colli ne, il boutique hotel è dotato di 39 camere e suite, e unisce un design che si ispira alla tradizione piemontese con progettazione sostenibile ed esperienze ideate su misura per un soggiorno di lusso autentico.

IL PROGETTO DI RECUPERO

L’intervento ha previsto la riqualificazione di una preesistenza im mersa in una vasta tenuta estesa su colli con manto boschivo e col tivazioni a vigneto. Il progetto attuale è partito dal riuso dell’impianto strutturale originale, realizzato nella prima decade del 2000 e mai portato a compimento, trasformandolo radicalmente per raziona lizzare percorsi, affacci e volumetrie, con l’obiettivo di riqualificare l’architettura dal punto di vista estetico, funzionale e della sosteni bilità ambientale. Il fil rouge dell’intero intervento è il rispetto del territorio, che può essere seguito attraverso una lettura trasversale a tutte le scale del progetto, da quella paesaggistica fino alla cura dei singoli complementi ed accessori, selezionati ad hoc.

41 |

Dal punto di vista architettonico, il nuovo corpo di fabbrica si inse risce su un pendio collinare e si articola in tre ali principali con for ma a C, attorno ad un cortile centrale, concepito come un giardino digradante verso valle, con una serie di ampie terrazze. I portici, i ballatoi esterni, protetti da filtri in mattoni, i tetti in coppi di laterizio, richiamano la tradizione delle architetture rurali e vernacolari locali, interpretata attraverso un approccio contemporaneo.

Il concept cromo-materico riveste grande importanza nel progetto e parte da uno studio delle cromie prevalenti nell’Alta Langa, nel paesaggio attraverso le stagioni, nelle architetture tradizionali locali, nei materiali presenti nella zona. Laterizi, pietre, intonaci, pavimenti e tessuti sono stati scelti per declinare i colori organici delle ter re, dei manti arborei e dei contrappunti cromatici del foliage prima e dopo la vendemmia.

Tutto rimanda alla natura e all’architettura vernacolare: i materiali, le tattilità ruvide e imperfette delle superfici, la forte dominante dell’e lemento verde vivo e mutevole in cui il complesso ricettivo è immerso e compenetrato fino al suo interno. E infine, la grande corte centrale che incornicia il panorama, nato in stretto dialogo con il paesaggio circostante, anch’esso sapientemente forgiato dall’uomo. Dal punto di vista cromatico, negli esterni domina il timbro rosso dei muri, dei coppi tradizionali dei tetti a falda, delle trame permeabili delle man dorlate in mattoni; negli interni, la pietra, gli intonaci naturali e mate rici, il legno di rovere e le travi delle capriate a vista, contribuiscono a restituire un’atmosfera calda ed accogliente, sia nelle stanze private come nelle aree comuni a disposizione degli ospiti.

| 42 HO.RE.CA.

RISPETTO DELLA NATURA E TUTELA DELLA BIODIVERSITÀ

Casa di Langa è un resort concepito nel rispetto dell’ambiente e della sostenibilità fin dalla genesi del concept progettuale e ha pre so forma mantenendo questo obiettivo intrinseco al suo “DNA”, dalla fase progettuale alla sua costruzione: dal riuso virtuoso di una struttura abbandonata, mai ultimata, al riutilizzo di materiali esisten ti nel sito della costruzione o alla loro re-immissione nel circuito dei fornitori locali, così come per le nuove forniture di materiali per gli esterni e per gli interni, sono stati privilegiati prodotti e materia li locali, riducendo al massimo gli sprechi, nel rispetto del contesto paesaggistico e favorendo pratiche di economia circolare.

Dal punto di vista energetico, Casa di Langa si è inoltre posta l’o biettivo della riduzione dei consumi ricorrendo all’utilizzo esclusivo

di fonti di energia sostenibili al 100%, che comprendono un mix di energia solare, un impianto geotermico e fotovoltaico funzionali al riscaldamento e al raffrescamento, ed energia rinnovabile certifica ta. La lotta agli sprechi della risorsa idrica è un ulteriore asset della struttura ricettiva: il 100% del consumo di acqua all’interno del re sort, viene riciclato in acque grigie e dopo adeguati trattamenti di depurazione, utilizzato in tutta la proprietà e nei vigneti per l’irriga zione, integrando l’acqua piovana proveniente dall’apposito sistema di recupero.

Nell’ambito del progetto di architettura e di interior design, la Pietra di Luserna, una roccia antica che proviene dalla zona, è stata scelta insieme alla terracotta riciclabile al 100% e agli intonaci (Matteo Brioni) a base di terra cruda, per contribuire a migliorare il micro clima degli spazi interni, mantenendo il livello di umidità costante e ottimale per tutto l’arco dell’anno.

43 |

Tutti gli elementi in legno sono certificati privi di formaldeide e pro venienti da foreste certificate dal Forest Stewardship Council, che promuove la gestione responsabile delle foreste nel mondo. Gli ar redamenti sono stati accuratamente selezionati tra marchi storici ed iconici del miglior “Made in Italy”, mentre le camere sono dotate di materassi, realizzati a mano in Italia, utilizzando materiali naturali tra cui cotone, lana e seta. Casa di Langa si è impegnata a ridurre al minimo l’impatto sull’am biente anche grazie alle attività di rimboschimento con alberi e piante autoctoni per aumentare il manto arboreo della proprietà. Ha inoltre introdotto quaranta alveari per contribuire all’impollina zione naturale e per la produzione di miele da utilizzare all’interno della struttura ricettiva. Presso il ristorante Fàula, i rifiuti della cu cina vengono compostati e utilizzati nell’orto biologico per allinearsi ulteriormente con l’approccio “KM zero” e per ridurre al massimo la “Carbon footprint” degli alimenti utilizzati nell’hotel. A livello ope rativo, il resort si è impegnato ad eliminare l’utilizzo di plastica mo nouso, ad eccezione della plastica riciclata e biodegradabile che è incorporata nel programma di riciclaggio.

AUTENTICITÀ E VALORIZZAZIONE DEL TERRITORIO

I 42 ettari di terra di cui gode la tenuta, all’interno dei quali lo studio Land ha disegnato il progetto di landscape design costituiscono uno straordinario contributo al patrimonio paesaggistico, che si esprime in un articolato art garden, nei belvedere per contemplare il panora ma, e negli innumerevoli sentieri creati per passeggiate tra i vigneti e i noccioleti sui pendii delle colline. Obiettivo del progetto paesaggi stico firmato da Land è raccontare le peculiarità del luogo, metterne in risalto i processi e invitare i visitatori dell’Hotel a esplorarli più da vicino. Il progetto è strutturato con un gradiente di naturalità che, partendo dallo spazio centrale dell’edificio - più costruito -, sfuma verso l’esterno e verso le parti agricole, con interventi più rustici.

LIGHTING DESIGN: UN APPROCCIO COERENTE

Coerentemente con l’approccio site specific che caratterizza tutto l’intervento, per il progetto illuminotecnico è stata coinvolta PSLab che ha interpretato il tema luce con grande rispetto per il conte sto. Il concept, frutto del continuo dialogo tra i diversi progettisti e la committenza, definisce un gradiente luminoso dall’interno verso l’esterno, dagli edifici verso il paesaggio. La luce in relazione all’ar chitettura degli edifici valorizza le caratteristiche tipiche delle co struzioni rurali delle Langhe - archi e filtri in mattoni - creando un pattern tra pieni e vuoti, in cui la luce filtra dall’interno, gli edifici si fanno lanterna, comunicando un senso di calore e accoglienza. La luce evoca emozioni ed un senso di accoglienza e intimità nelle zone conviviali esterne, mentre si è scelto un approccio più spon taneo e discreto in relazione al paesaggio per evitare inquinamen to luminoso e offrire agli ospiti una fruizione naturale del contesto paesaggistico. Anche il progetto illuminotecnico si basa su principi di sostenibilità ambientale ed efficienza energetica, tutti i corpi il luminanti sia tecnici che decorativi sono equipaggiati con sorgenti led che consentono un consumo energetico estremamente limitato pur garantendo, grazie alla qualità delle ottiche, un ottimo comfort visivo e un’atmosfera calda e rilassante.

| 44 HO.RE.CA.
45 |

Design4Food

Soluzioni d’arredo dal concept creativo mescolano i propri sapori promuovendo una ricetta contempora nea prêt à manger, da “servire” sia negli ambienti domestici che nei nuovi luoghi di culto della ristorazione. Inediti arredi e accessori sfiziosi dalla duplice anima, funzionale e artistica, che fanno del design il con dimento migliore per i più attenti spazi dedicati al cibo e alla convivialità, rivolti ai foodies dell’oggi e del domani.

06

ECLETTISMO PER PRANZO

La DoubleJ presenta una elegan te collezione homeware contraddi stinta da due set molto particola ri: Miniscalchi, un’audace e moderna riedizione di uno storico design d’ar chivio e il decisamente più pop Slin ky, ispirato a stampe vintage anni ‘70. Completano la linea un ampio ventaglio di nuovi oggetti per la casa tra i quali i bicchieri da acqua o da Amaro soffiati a mano in cinque sfumature per essere abbinati e combinati al resto della col lezione di bicchieri, frutto della ormai storica collaborazione con Salviati, e per la prima volta i vassoi in legno di betulla, laminati con stampe tratte dalla gamma prêt-à-porter del brand.

MINI-CUCINE CUSTOMIZZABILI

Very Simple Kitchen nasce come rivisitazione contemporanea del classico arredo cucina. Le cucine proposte sono il risultato di com binazioni di moduli leggeri realizzati in acciaio inox, ottenuti con la tec nologia di taglio al laser e piegatura della lamiera. Ogni modulo può es sere colorato su misura, attraverso la scelta dei pigmenti; la verniciatura avviene con il processo “a polvere”, la finitura più resistente che si pos sa avere su un materiale metallico. I piani di lavoro sono disponibili sia in materiali naturali (marmo, quarzo…) che in materiali più tecnici (Fenix, acciaio inox…). A disposizione del cliente, inoltre, un configuratore on-line che in pochi semplici passi permette di definire in autonomia un primo progetto.

47 |

IL MEDITERRANEO IN TAVOLA

Un viaggio tra i sapori e le tradizioni di terre mediterranee si può vivere anche a tavola, cimentandosi nella preparazio ne di ricette tipiche ma anche grazie ad una mise en place a tema, proprio come quella proposta dalla linea Tile di Weis sestal. Con le sue forme che ricordano preziose maioliche decorate, non solo omaggia il fascino della cultura maroc china, ma dona un tocco di eleganza contemporanea alla tavola.

I caratteristici disegni geometrici dello zellige, come viene definita nel mondo arabo la piastrella in terracotta, tagliata e smaltata, sono, infatti, ripresi nei vari elementi. Piatti, bicchieri, vassoi, insala tiere, tazzine da caffè e mug, presentati in tre tonalità passepartout: la purezza del bianco, l’eleganza intramontabile del grigio, la delicata armonia del blu.

UNO SGABELLO IN STILE “CAMPARI”

Campari Soda e Marco Oggian – arti sta appartenente alla piattaforma Pocko – presentano DUO: lo sgabello #sen zaetichette “nato per essere condiviso”. La particolarità esclusiva di questo og getto risiede nella possibilità di divider lo in due metà perfettamente identiche all’occorrenza, creando due sedute au tonome. Una rivisitazione di un elemen to d’arredo nato al bar e oggi presente in moltissime case, simbolo di unione e convivialità, in pieno stile Campari Soda. Lo sgabello, per sua natura, richiama la forma della bottiglietta realizzata nel lontano 1932 dal futurista Fortunato Depero. In quell’anno, infatti, Davide Campari creò il primo aperitivo mono dose della storia e chiese all’artista di di segnare l’inconfondibile bottiglia a forma di calice rovesciato da 9,8 cl.

PUNTARE SUI PATTERN… SENZA PENSIERI

Realizzate solo con materiali naturali, eco-compatibili, privi di PVC e certifi cati, per rispondere a qualsiasi esigenza decorativa, le grafiche WallPepper®/ Group sono ideali per personalizzare qualsiasi ambiente, anche le pareti della cucina, a contatto con l’acqua e il calore dei fornelli.

Il Sistema WP/H2O è infatti un mate riale tecnico resistente ad acqua, calore, vapore e umidità.

Dotato di elevata resistenza meccani ca e ai graffi, l’innovativo rivestimento, composto da teli in fibra di vetro e da uno speciale protettivo, è caratterizzato da proprietà ignifughe e assicura una fa cile pulizia.

| 48 HO.RE.CA.

L’ORDINE SECONDO ADRIANO DESIGN

Un elemento innovativo per cucinare formato da due piastre a induzione cir colari che lasciano libero il piano cuci na: quando serve è possibile prenderne una o entrambe, per poi riporle nuova mente a muro una volta terminato l’u tilizzo. Le zone di cottura indipendenti l’una dall’altra permettono di utilizzare in contemporanea due pentole anche di grandi dimensioni – mentre con i fuo chi convenzionali la distanza tra le zone risulta molto vincolante. Ordine, ideato dallo studio torinese Adriano Design, rappresenta una soluzione salvaspazio altamente flessibile che per la sua con notazione freestandig può facilmente migrare tra gli ambienti anche nel caso di riconfigurazioni di spazi e arredi, cam biamenti del layout interno, ecc. Dispo nibile in versione appesa e da appoggio.

LA LUNCH BOX PER UN “EVERYDAY PLEASURE”

24Bottles, iconico brand di design so stenibile nato nel 2013 dall’estro di Gio vanni Randazzo e Matteo Melotti, pre senta una vera e propria Lunch Box dal design accattivante, il cui concept mira a ricreare l’esperienza di un ristoran te stellato anche durante una qualsiasi pausa pranzo.

Non importa cosa nasconda, se un pasto perfettamente bilanciato, gli avanzi della sera prima, oppure un panino: la calotta esterna si alza proprio come una cloche e rivela quel “piacere quotidiano” che offre la possibilità di cambiare il gusto di un momento ordinario per renderlo più interessante. La doppia sicurezza con chiusura a vite e

le guarnizioni assicurano una tenuta er metica al 100% senza paura di eventuali perdite, anche se posizionata in vertica le, mentre il design compatto e funzio nale prevede diversi comparti per orga nizzare cibo e accessori. La Lunch Box comprende un vasetto per i condimenti e uno spazio separato in cui poter riporre posate, tovagliolo, pane o altri snack.

49 |
07 La “Wallpaper Collection” di Devon&Devon veste Velluto | Botanique Eclectique

Situato nel cuore di Bologna, a due passi da Piazza Maggiore e dalla Basilica di San Petronio, Velluto | Botanique Eclectique è un nuovo concept store e cocktail bar che trasporta in un mondo fantastico chi lo frequenta per una colazione, un pranzo o un aperitivo.

Lo studio di architettura e interior design Atelier Avanzi lo ha ideato come un viaggio nel tempo e nello spazio in cui ispirazioni jungle, atmosfere urban ed echi dello sti le coloniale si fondono con sorprendente armonia tra loro e con elementi squisita mente classici, come i soffitti a volta stuc cati e i pavimenti in marmo e in legno. All’insegna del più riuscito eclettismo sono inoltre l’audace accostamento di arredi in materiali naturali (legno, rattan e pietra) e tessuti multicolore, ma anche di pian te vere e preziose carte da parati firmate Devon&Devon.

Le varianti, scelte dalla “Wallpaper Col lection” del brand e disegnate da Vito Ne sta, stilizzano elementi vegetali e floreali e li declinano in texture e palette cromatiche inaspettate. In particolare, Botanica Ma keup presenta un tripudio di fiori, piante e frutti esotici in un’insolita e sorprendente versione extra-large, Costarica Purple il lustra una vivace foresta esotica traccia ta dalle geometrie organiche delle foglie di banano, mentre Bamboo Sky raffigura la più flessuosa delle piante trasformata in un compostissimo motivo geometrico dall’occhio ironico e anticonformista del designer.

| 52 HO.RE.CA.
53 |

MT. ISTHMUS LODGE Nuova Zelanda

ph courtesy of: The Lindis Group

08
| 56 HO.RE.CA.

Rovere affumicato tra i monti dell’Otago

La Nuova Zelanda offre delle straordinarie esperienze nella natura, spe cialmente nella solitaria regione montuosa dell’Isola del Sud. Il lussuoso Mt. Isthmus Lodge crea una combinazione suggestiva tra natura allo sta to puro, esperienze di vita esclusive e viste mozzafiato.   Questa villa esclusiva si trova su 7.000 ettari di terreno tra le montagne della regione di Otago, che salgono fino a 2.000 metri e si affaccia no direttamente sul lago Hāwea, un lago glaciale dalle acque cristalline. L’edificio, che si fonde delicatamente con l’ambiente circostante, è ar redato con i materiali più pregiati. 1.700 mq di parquet plancia rovere affumicato Sauvage di HARO sono stati posati nelle molte prestigiose

camere della villa, nonché nelle quattro suite esclusive. L’effetto ottico speciale del parque plancia rovere affumicato di HARO conferisce alle stanze del Lodge un tocco speciale, soprattutto perché il parquet è stato usato come un rivestimento di design per pareti e soffitti.  Mt. Isthmus Lodge fa parte del gruppo Lindis hotel ed è stato progettato dal premiato architetto Tony Butel per offrire agli ospiti ogni lusso immaginabile. Cucina a cinque stelle, ampie aree per il wellness e una sala idromassaggio con vista diret tamente sulla maestosa regione montuosa offrono agli ospiti relax, delizie culinarie e ristoro ai massimi livelli.

57 |

MATERIC CREATIVITY

09
| 58 HO.RE.CA.

ROSSO MATTONE PER IL TAKE AWAY 2.0

JPG coffee & LAB burger | Guangzhou

Sotto il denso grappolo di torri in vetro luccicante che caratterizza la fiorente Zhujiang New Town di Guangzhou, la parte più moderna e futuristica di Canton, i mattoni rossi del JPG coffee & LAB burger, creano un piccolo angolo di tradizione e un elemento di rottura con i grattacieli e gli edifici dalle forme architettoniche audaci. Il mini ristorante da asporto ha una superficie complessiva di soli 38 mq a cui però il cliente non ha accesso. Una facciata esterna rive stita di mattoni in laterizio estrusi, grezzi e leggermente irregolari, funge da take away, in controtendenza col moderno contesto urba no per il suo estremo minimalismo. A progettarlo è stato lo studio di

architettura Geom Design, di Guangzhou, che ha scelto il laterizio non solo per le sue intramontabili qualità estetiche, ma anche per l’alta componente ecologica insita nell’argilla.  I mattoni, realizzati a mano, sottoposti a un processo di cottura in forno e incastonati senza l’utilizzo di calce visibile, potranno essere in futuro facilmente frantumati e riciclati per produrre nuovi materiali, con grandi bene fici in termini ambientali.

Dalla facciata sporgono una coppia di banconi neri con cornici in alluminio lucido dello stesso colore, uno per l’asporto di caffè, l’altro riservato agli hamburger. I due elementi creano un senso di profon dità e introspezione all’interno del caos cittadino, mentre l’eleganza lussuosa dell’alluminio produce un piacevole contrasto con il rosso acceso del mattone.

RIVISITANDO IL “BACARO”

Terrazza Aperol a Venezia è il nuovo locale dello storico brand Ape rol di Campari Group. Uno spazio di oltre 200 mq - di cui 90 mq in esterno - situato in Campo Santo Stefano, a pochi passi dal Ponte dell’Accademia. Il progetto di interior, curato da Vudafieri-Saverino Partners, si fa portavoce dei valori veneziani e dei codici distintivi del marchio, interpretando in un solo gesto sia l’eredità lunga un secolo che la natura contemporanea dell’aperitivo con Aperol Spritz. Terrazza Aperol, infatti, si ispira e rivisita il tradizionale bacaro - la tipica osteria veneziana - proponendo un locale di impronta cosmo polita, in un continuum fluido fra ambientazioni dal differente carat tere, tra interni ed esterni. Nel rispetto del peculiare tessuto urbano

che lo circonda, il locale è stato progettato sposando un concept volto all’utilizzo di materiali di recupero, contribuendo a generare un impatto positivo sull’ambiente.

Spiccano, così, specchi veneziani che divengono monitor digitali per condividere foto con gli altri locali Aperol nel mondo, stucchi fatti a mano che ricordano i colori e le atmosfere dell’acqua della Laguna, arricchiti da tessere di mosaico di vetro di Murano, ma anche un soffitto a travi con giunti decorati restaurato e illuminato, pavimen ti in legno recuperato dalle “bricole” veneziane (pali di quercia che segnalano i canali navigabili in laguna) con fughe arancioni, un ban cone rivestito con pannelli di policarbonato riciclato stampati in 3d e, infine, panche le cui forme classiche si combinano con tessuti dai toni neutri e dallo stile contemporaneo. In omaggio al colore iconico del marchio, sono poi molteplici i dettagli arancioni che caratteriz zano l’atmosfera estetica del locale: dai bordi delle sedute al bagno total orange, dalle mensole agli specchi.

COMFORT ED ESTETICA CONTEMPORANEA

Antefora | Pralormo

In provincia di Torino, lo studio Alberto Zanetta Design & Con sulting ripensa il layout e il design del ristorante Antefora dell’Ho tel Lo Scoiattolo.Il format ideato da Hotel Guru, società di consulen za alberghiera e ristorativa, per trasformare l’offerta f&b, ha previsto l’inserimento della pizzeria gourmet con delivery, imponendo una redistribuzione degli spazi e dei flussi all’interno della sala ormai data ta. Da ristorazione rivolta esclusivamente ai clienti dell’hotel, il nuo vo Antefora si apre così al mondo esterno e al territorio circostante divenendo un biglietto da visita e un veicolo di comunicazione per attrarre nuova clientela. Con la precisa richiesta di contenere i costi, in un momento così complesso per il settore, sono state privilegia te soluzioni che migliorano il comfort ambientale quali l’armonia tra luce, materiali e colori, oltre alle variabili soggettive che ne definisco no l’atmosfera quali la temperatura percepita, le sensazioni olfattive e le sollecitazioni acustiche.

Per le pareti è stato scelto un rivestimento di Elitis della collezio ne Asterè, che attraverso l’illusione di nicchie ancestrali scolpite nella roccia e contenenti oggetti preziosi e curiosi, invita ad entrare in una dimensione onirica, dove il tempo rallenta per lasciar spazio al pia cere.

I divanetti e le sedie New York di Calligaris rivestiti in tessuto vellutato verde bosco, riprendono le tonalità delle pareti e, come i tavoli, sono impreziositi dagli accenti di luce delle finiture ottonate.

Per ridurre il tempo di riverbero sono state inoltre installate tende a rullo di Mottura con tessuto fonoassorbente Soltis Touch di Serge Ferrari unitamente ai pannelli acustici Soudflex di Giovanardi rivesti ti con lo stesso materiale e sospesi in modo apparentemente casuale con il preciso obiettivo di uniformare visivamente un soffitto molto irregolare.

UN RISTORANTE SOSPESO TRA TERRA E MARE

Caracol | Bacoli

Una terrazza panoramica che consente d’immergersi nei colori e nei profumi del mare: è questo il biglietto da visita di Caracol, il noto ristorante gourmet a base di pesce, posizionato a Bacoli, nei Campi Flegrei. La sua proposta culinaria originale e raffinata è legata all’e stro di Angelo Carannante, vulcanico chef che nel 2019 si è aggiu dicato una stella Michelin. Abbarbicato sulla collina, il locale è intimo e ricco di fascino e inserito alla perfezione nel contesto del pae saggio e nella natura circostanti, grazie all’impeccabile progettazione dell’Architetto Francesca Maione. Per la finitura del ristorante sono state selezionate superfici di pregio moderno e ad alto tasso di funzionalità. Sia per gli interni che per la terrazza, è stata scelta la superficie opaca e materica al tatto della collezione X-Beton di Cotto d’Este, con spessore 14mm e dagli ef fetti cromatici delicati e la marcata sensazione di profondità che è in grado di trasmettere. Il leggero effetto di patinatura rende questo rivestimento morbido e avvolgente, dunque particolarmente idoneo al mood del locale. La nuance è il grigio tenue Dot 50 che esprime al meglio l’ispirazione della collezione al cemento rullato, in perfetta sintonia con le tendenze più attuali dell’architettura. La collezione X-Beton, peraltro, fa parte della linea antibatterica Protect® ad al tissime performance, a garanzia di un’esperienza sana, sicura e pro tetta, essenziale in un ristorante di questa portata.

MYRTO

Porto Cervo

10

Un tributo all’essenza della Costa Smeralda

Il progetto di restyling del ristorante Myrto di Porto Cervo cu rato da Studio WOK diventa uno strumento materico, etereo ed essenziale per raccontare la Costa Smeralda, terra di rocce granitiche modellate dal vento e scaldate dalla luce del sole e dai riflessi del mare cristallino. In un continuo dialogo con il verde della macchia mediterranea. La matericità malleabile della pietra diventa architettura da abitare.

Lo spazio interno assume i tratti di una caverna dalle forme si nuose e dalle tinte della terra Sarda, che rendono l’atmosfera do mestica ed ovattata e riportano alla mente un’idea arcaica della mediterraneità. Anche il patio esterno si trasforma in un interno, una grotta sottomarina con un tetto leggero che reagisce al ven

to e alla luce del sole e lascia intravedere il cielo. In questi spazi astratti e sinuosi, arredi e volumi colorati giocano a contrasto e danno vita ad una palette di verdi che riprende le tinte della ve getazione.

Allo stesso tempo l’approccio di Myrto è ugualmente innovativo con un concept in cui la pizza gourmet e l’alta cucina dialogano in modo sinergico, intrigante e unico. I materiali, i colori e gli arredi del ristorante sono stati scelti e ide ati appositamente per questo progetto per il quale Studio WOK si è avvalso della collaborazione di aziende di alta qualità: dall’illu minazione Flos agli arredi Belca fino alle finiture ricercate, come Zer04 di La Calce del Brenta per il rivestimento a parete, Mapei Ultratop Loft utilizzato per il pavimento e il cotto smaltato, in una cromia custom, di Fornace Brioni.

| 64 HO.RE.CA.

“Che cos’è la Costa Smeralda, qual è la sua essenza? È questa la prima domanda che ci siamo posti. Ettore Sottsass diceva: ‘L’architettura si abita mentre l’arte si guarda; questa è una differenza fondamentale. L’architettura è un’esperienza fisica e sensoriale perché ci si va dentro”

65 |
| 66 HO.RE.CA.

STUDIO WOK

Studio WOK è Marcello Bondavalli, Nicola Brenna e Carlo Alberto Tagliabue. Dal 2012 focalizzano la ricerca sull’architettura, il design e il paesaggio ponendo grande attenzione alla qualità dell’abitare. Partecipano a diversi concorsi nazionali e internazionali, grazie ai quali ottengono diversi premi.

I loro lavori sono stati esposti in mostre significative, tra cui Stanze, altre filosofie dell’abitare durante la XXI Triennale di Milano e Invisible Architecture al Museo Carlo Bilotti Aranciera di Villa Borghese a Roma. All’attività professionale di progettazione affiancano l’impegno accademico tenendo lezioni e workshop in varie università, in Italia e all’e stero: Politecnico di Milano, SUN Seconda Università di Napoli, ICSTE Istituto Universitário de Lisboa e Domus Academy. La ricerca di Studio Wok, è guidata dal concetto di habitat, inteso come qualità dell’abitare. Una qualità che nasce e deriva da una costan te, attiva e puntuale ricerca: architettura, design e paesaggio sono gli elementi fondanti di una pratica progettuale che intende generare con coerenza e attenzione, dalla scala residenziale a quella urbana, progetti dedicati.

67 |

BRIX un Brew Pub all’insegna dei contrasti eclettici

BRIX è il progetto di riqualificazione curato da Unprogetto e Studio Bulbus, che ha trasformato una fabbrica di lucidatura metalli di Col legno (Torino) in un moderno Brew Pub con cucina destinato ad una clientela giovane e cosmopolita.

Freschezza, eleganza e creatività sono le direttrici che hanno guidato il team progettuale nella realizzazione della location, fortemente in centrata sull’alternanza di maschile e femminile, antico e moderno, naturale e industriale.

Tessuti delicati come il velluto si accostano a strutture in ferro, lam pade sferiche di ispirazione anni ’50 illuminano le piante che invadono l’intero locale, colori neutri e morbidi sono la base per un arredamento su misura colorato e vivace. Anche per le finiture d’interni è stato privilegiato un approccio stilisti co votato al contrasto. A pavimento sono state adottate le superfici ceramiche Ghost di ABK nella versione Rope: un effetto intonaco delabré nei toni caldi della polvere, come se l’industria precedente fosse stata abbandonata, con le tracce del tempo impresse sulla pa vimentazione.

In accostamento, sono state poi impiegate due diverse declinazione della linea ceramica Play Labirinth di ABK: Clay e Sage, una rivisita zione grafica e moderna delle vecchie cementine, ancora a rinforzare questa dualità antico e contemporaneo. Con Play Labirinth Clay sono stati rivestiti il corridoio d’ingresso, il palco e i tavoli da degustazione, mentre Play Labirinth Sage si rivela la base perfetta per una terrazza giocosa, in cui natura e stile industrial si fondono alla perfezione.

11
| 68 HO.RE.CA.
ph. Davide Buscaglia

COLLEZIONE PLAY

Un piccolo quadrato è il grande protagonista del progetto ceramico PLAY, re-interpretato in mille modi e capace di diventare elemento caratterizzan te di ogni spazio, attraverso pattern, grafiche e colori. Nell’universo PLAY convivono soluzioni stilistiche ispirate alla tradizione delle cementine e delle maioliche, ma allo stesso tempo trovano spazio proposte dal design con temporaneo, ricercate e di tendenza. Nell’unico formato 20x20 in gres porcellanato, PLAY è un prodotto trasversale per molteplici destinazioni d’uso.

I pattern più tradizionali confluiscono in CLASSIC da posare come mix o in 4 differenti texture geometriche. LABYRINTH reinterpreta le cementine con l’effetto di un tratto a mano libera e anche in questo caso i soggetti grafici possono essere distinti o in miscela random.

RE-USED, insieme al fondo HERITAGE, ricreano l’estetica di antiche ma ioliche riscoperte dopo un’operazione di restauro. CARPET porta nel mon do della ceramica gli elaborati disegni dei tappeti orientali, in un patchwork dalla grafica particolarmente originale. Più contemporaneo lo stile di EDGE che si esprime attraverso campitu re astratte di colore su una base grigia dal sapore cementizio. Prettamente contemporaneo anche STRING, che forma trame dai toni ricercati creando vere e proprie superfici di design. Grafiche dal sapore tribale sono invece alla base di ETNO, caratterizzato da un delicato effetto pennellato handmade. Lontana dal mondo delle geometrie, ma ugualmente suggestiva, conclude la collezione OXIDE, che propone un nuovo concetto di decorazione legato alla variabilità grafica e cromatica delle lastre in metallo verniciate e corrose dall’azione del tempo.

COLLEZIONE GHOST

Il gres porcellanato GHOST di ABK si ispira all’estetica degli intonaci dela brè, per creare pavimenti e rivestimenti che conciliano le memorie del pas sato con le tendenze stilistiche del momento.

GHOST riprende l’effetto visivo dei muri scrostati con un andamento gra fico bilanciato e gradevole. Questa nuova espressione materica si sviluppa su un supporto leggermente strutturato ed è impreziosita da tracce lucide a contrasto, che donano alla superficie un carattere speciale.

Tre le tonalità più neutre, Ivory, Rope e Grey, nella cui declinazione cro matica rientrano sensazioni di pietre e cementi consumati, oltre a 2 nuan ce pastello (Sage e Clay) e 2 colori più intensi (Jade e Taupe). Il concetto della boiserie usurata ad effetto tridimensionale è presente sia nel formato lastra 120x270 cm che nella dimensione 60x120 cm. Nello stesso forma to il soggetto evanescente “Oasis” diventa un originale wallpaper dallo stile shabby-green. A completare la proposta anche un nuovo formato da pressa (11,5x23), che riproduce l’effetto vintage di una parete in mattoni scrostata.

69 |

LIGHTS ON THE SUSHI CLUB

12

Un Sushi Club “vincente” con ceramiche Made in Italy

stesso di esperienza gastronomica asiatica, inserendola in un contesto estetico e for male del tutto inedito. Si tratta di un caso esemplare nella fabbricazione di esperienze di “lusso accessibile”, attraverso l’esclusiva originalità dell’ambiente costruito e delle sue atmosfere. Un approccio architettoni co capace di restituire agli ospiti il senso di una nuova appropriazione di luoghi riqua lificati.

IL PROGETTO DI INTERIOR

Uno spazio immersivo con cromie scure, linee di luce e un uso sapiente della cera mica: per queste e altre prerogative il Sushi Club di Cesano Maderno, curato dall’Ar chitetto Maurizio Lai, si è aggiudicato la vincita nella categoria Commerciale del concorso “La Ceramica e il Progetto”, il premio che seleziona le opere architettoni che più meritevoli per originalità e impiego strategico del materiale ceramico italiano. La giuria, composta dall’Architetto Mario Cucinella, dal Prof. Fulvio Irace e da Aldo Colonnetti, direttore scientifico di IED, ha infatti riconosciuto l’utilizzo innovativo delle piastrelle di Ceramica Sant’Agostino e DSG Ceramiche-Decoratori Bassanesi che hanno contribuito alla valorizzazione del suggestivo progetto di architettura di interni.

IL CONCEPT

Il design inteso non solo come esperien za, generatore di forme e atmosfere, ma anche come strumento che concorre alla creazione di un marchio riconoscibile. È questo il concept alla base di Sushi Club, nato dall’incontro tra un giovane impren ditore del food e la capacità di Maurizio Lai di dare forma nuova a un genere di con sumo sociale, alla ricerca di un luogo e di un interprete. Arrivato oggi alla sua quinta espressione – dopo Cesano Maderno, Sa ronno, Corbetta e Castellanza, è attual mente in corso di completamento il Sushi Club a Lipomo (Como) - la costellazione dei Sushi Club ha modificato il concetto

Maurizio Lai ha pensato gli ambienti del Sushi Club di Cesano Maderno come vera e propria quinta scenografica, scegliendo di prediligere un linguaggio compositivo che si risolve nei dialoghi materici, nel disegno dei volumi, nel lighting diffuso che culmina nella grande installazione luminosa centra le. Il ristorante si sviluppa in uno spazio di circa 1000 mq, distribuiti su due livelli. Gli interni si caratterizzano per una con tinuità cromatica che privilegia i toni caldi e scuri, a contrasto l’utilizzo scenico della luce. Sulle superfici verticali inserti lu minosi definiscono una precisa metrica, accresciuta dalle installazioni a soffitto e ulteriormente amplificata dagli specchi a parete della sala principale. La dicotomia scuro/chiaro si risolve in ambienti eleganti, accoglienti e raffinati.

Al piano terra una distribuzione flessibile degli arredi lascia spazio a diverse com posizioni, mentre al piano superiore am pie vetrate panoramiche contribuiscono a rendere l’atmosfera ancora più suggestiva. Il dialogo tra materiali e luce accompagna tutti gli ambienti, comprese le scale e le zone di passaggio, dove viene mantenuta la stessa atmosfera immersiva che si re spira nel resto del locale. Nelle realizzazioni di Lai, gli arredi mobili, i corpi luminosi e le scenografie degli allestimenti sono proget tati dall’autore e realizzati artigianalmente su disegno.

ph. Andrea Martiradonna
| 72 HO.RE.CA.
Matteo Guidetti
73 |

L’USO DELLA CERAMICA

Alla ceramica viene affidato un ruolo cen trale, non solo per l’efficacia delle pre stazioni, ma soprattutto per la capacità di contrastare il progetto di lighting espanso, attraverso le scelte compositive e cromati che. I rivestimenti a pavimento in gres por cellanato seguono le tonalità calde e scu re del locale: sia le piastrelle effetto legno invecchiato di Ceramica Sant’Agostino, collezione BLENDART Gray, che ricrea no un effetto verniciatura sovrapposto alle venature del legno, sia le piastrelle effetto cemento di DSG Ceramiche - divisione di gres porcellanato di Decoratori Bassanesi - nella collezione CONCRETE, scelte nel grande formato per i rivestimenti dei corpi scale e degli sbarchi al piano.

LE INSTALLAZIONI LUMINOSE

Lo spazio vede la presenza costante di se gni luminosi ortogonali, che accompagna no l’ospite a partire dall’ingresso: da qui si procede verso le sale in un’atmosfera te atrale definita da sottili linee luminose in tegrate nelle pareti. Al centro dello spazio un’installazione inserita nel vuoto ottenuto tra i due livelli diventa la protagonista degli ambienti: la scultura quasi a tutta altezza, realizzata con lame di vetro extra light re troilluminate, è abbracciata da specchi che ne amplificano la percezione in ogni dire zione.

| 74 HO.RE.CA.

MAURIZIO LAI

Architetto, scenografo e designer, Mauri zio Lai è interprete originale di un’estetica contemporanea, in cui la luce gioca un ruo lo fondamentale. Studia a Venezia e a Mi lano, dove si laurea. Progetta inizialmente per la televisione e la moda, per estendere rapidamente l’attività al settore commer ciale e turistico. Hospitality e Retail, sono teatro di una ricerca espressiva, che si ma nifesta nel costruito come impatto visivo e creazione di esperienza, trasferendosi con delicatezza nella progettazione residenzia le privata. Lo Studio fornisce soluzioni di design esclusive e personalizzate, su scala internazionale, avvalendosi di una rete di produttori collaudati, secondo i principi di Design Excellence.

75 |

Tuscany Selection

Secondo vari sondaggi la Toscana è tra le mete preferite di tutti coloro che hanno già in pro gramma di intraprendere un viaggio, non appena sarà possibile. Piace l’idea del relax tra le dolci colline, gli ulivi e i vigneti, con la possibilità di esplorare i borghi e le città d’arte, viaggiare lentamente e scoprire anche tutti i prodotti tipici locali. Il luogo ideale da cui dare inizio ad un tour toscano è senza dub bio Firenze, la culla del Rinascimento, che con i suoi musei, palazzi e chiese ospita alcuni dei più importanti tesori artistici del mondo.

Entriamo nel backstage di un Luxury Boutique Hotel fiorentino per intercettarne i punti di forza, in linea con le tendenze del momento del settore hospitality, raccoglien do le voci dei professionisti di riferimento.

13

Il ritratto dell’eleganza firmato Ferragamo

Portrait Firenze, con il suo bistrot Caf fè dell’Oro, è uno degli hotel della catena Lungarno Collection della Famiglia Ferragamo che si è aggiunto nel 2014 al gioiello capitolino Portrait Roma in via dei Con dotti.

Un hotel votato all’eleganza, un omaggio alla città, Firenze, dove nel 1951 è nata l’al ta moda italiana (con la sfilata organizzata il 12 febbraio 1951 dal pioniere della moda italiana Giovanni Battista Giorgini, presso Villa Torrigiani in via dei Serragli e replica ta poi alla Sala Bianca di Palazzo Pitti). 34

suite, tutte diverse per dimensione, da 40 a 130 mq, che affacciano sull’Arno e che hanno Ponte Vecchio come dominatore della scena.

Non poteva mancare un intero piano dedicato a Salvatore Ferragamo.

L’esclusiva struttura ricettiva offre un senso di calma e tranquillità tipico di un’elegante dimora. La cura degli spazi e la scelta dei materiali, dal legno ai marmi di massima qualità, insieme all’alto livello d’artigianali tà e Made in Italy, rendono il Portrait Firen ze un tributo alla raffinatezza senza tempo.

77 |

L’hotel porta la firma dell’importante ed eclettico architetto fiorentino Michele Bönan, riconosciuto a livello internaziona le. Bönan è riuscito a mescolare sapiente mente stile classico e contemporaneo con gusto raffinato e tipicamente italiano.

Un tratto molto interessante del progetto si rivela l’associazione del notevole comfort offerto dagli spazi alla possibilità di far vi vere al viaggiatore anche un’esperienza sto rica.

Il concept di ogni piano del Portrait Fi renze è infatti stato realizzato pensando alle sfumature più artistiche e culturali di Firenze, città di teatri e dell’Opera, di giar dini e di ville, ma anche culla del jet set degli anni 50. La ‘sala bianca’ è dedicata a Giovanni Battista Giorgini.

Intrigante è l’accostamento di colori e materiali diversi: il pavimento in parquet scuro si abbina alla tinta grigio opaco delle pareti e ad un soffitto bianco ottico. Un contrasto che si ripete fra acciaio e il me tallo dorato e il legno, ricercando al tempo stesso tessuti rilassanti e ‘caldi’, piacevoli da sfiorare.

Gli arredi sono stati realizzati e personalizzati da Tosconova, azienda di alta artigianalità toscana. Divani e poltrone in velluto, tappeti, arredi in legno e lampade particolari, contribuiscono a creare un’at mosfera intima e “timeless”.

Le grandi finestre accolgono in quantità la luce naturale che contribuisce a valorizzare ulteriormente i materiali, le texture, i colo ri e tutto l’ambiente.

Il bagno delle camere è in marmo bianco di Carrara, prestigioso e raffinato, sinonimo di quella bellezza universale ed eterna che la pietra naturale da sempre rappresenta.

Portrait Firenze propone il meglio in fatto di tecnologia e comfort: TV ultra piatto, WiFi, sistema Bluetooth per la diffusione della musica e per la visione di film, iPad a disposizione, docking station, librerie mu sicali e DVD, impianto stereo, controllo avanzato della temperatura. Ogni camera è

provvista di un elegante “kitchenette” dove è possibile trovare tutto il necessario per la preparazione di un cocktail, di un tè ma anche di uno snack.

Al piano terra si trova inoltre il prestigioso ‘Caffè dell’Oro’, bar e ristorante, aperto anche agli ospiti esterni.

Grazie alle sue caratteristiche, il Portrait Firenze, sembra un abito fatto a mano, di quelli made in Italy di una volta, sofisticati e preziosi, nella loro classicità senza fine e nel loro lusso non ostentato.

E il reale concept del Portrait è proprio questo: il ritratto dell’eleganza.

| 78 HO.RE.CA.

VALERIANO ANTONIOLI

Che cos’è la Lungarno Collection?

Lungarno Collection è la compagnia di gestione alberghiera di proprietà della Fa miglia Ferragamo nata per perpetuare la cultura dell’ospitalità tanto cara a Salvatore Ferragamo e da lui trasmessa ai figli. Lun garno Collection conta 4 proprietà a Firen ze, una a Roma e una a Milano. Portrait rappresenta il BRAND fiore all’occhiello della compagnia e al momento la “Portrait Collection” vede 3 proprietà: Portrait Roma, Portrait Firenze e Portrait Milano.

“Portrait”, come nasce questo nome?

Portrait seguito dal nome della città…è l’incontro di due ritratti: quello dell’ospite e quello della città che lo accoglie.

Quali sono le peculiarità del ristorante Caffè dell’Oro e cosa lo distingue dagli altri ristoranti di Firenze?

Tra le più importanti peculiarità del Caffè dell’Oro troviamo la sua location prestigio sa: proprio davanti a Ponte Vecchio! Dai suoi sette salotti esterni, gli ospiti possono infatti godere di una vista unica. Si affaccia su un tratto di strada pedonale che Lungarno Collection ha contribuito a finanziare, regalando a Firenze una delle passeggiate più romantiche di tutto il cen tro storico.

Deve il suo nome alla vicinanza con le bot teghe orafe del Ponte Vecchio che fanno parte del patrimonio artigianale della città di Firenze. Questa vocazione preziosa si esprime attraverso i suoi arredi sofisticati, i divani e le poltrone dalle linee vintage: materiali come il legno, il marmo, la pietra nera, gli ottoni bruniti voluti dall’Architet to Michele Bönan, conferiscono al decòr stile e personalità.

Caffè dell’Oro è un posto dove si respirapiù che l‘atmosfera di un ristorante- quella

di una bella casa italiana. Cucina italiana, tocco internazionale, accoglienza e calore fiorentino.

Come possiamo definire un “boutique hotel”?

Un luogo intimo, piccolo, sicuro (oggi è un nuovo aggettivo che entra nel mondo del lusso) dove il team e l’atmosfera quasi familiare che vi si respira, permettono di aiutare l’ospite a costruire un suo itinerario perfetto per conoscere ed apprezzare la de stinazione al meglio; noi al Portrait diven tiamo, se l’ospite lo desidera, i suoi “private concierge”, per contribuire a ottimizzare il suo tempo e godersi al meglio ogni mo mento della sua vacanza. Crediamo che ogni ospite debba lasciare il Portrait con una shopping bag piena di esperienze e di bei ricordi.

L’ospite al Portrait lo conosciamo e lo riconosciamo. Lo aiutiamo quindi a entrare in contatto con la destinazione nella quale si trova (il ritratto della città che incontra il ritratto del cliente).

Le nostre camere nascono per accogliere i nostri ospiti e i loro ospiti (la zona notte separata dalla zona giorno). Il nostro mini bar non è MINI…è una vera e propria ki tchenette che dà la libertà all’ospite di pre pararsi un caffè o un cocktail in autonomia e le sue dotazioni possono cambiare in base ai gusti e alle esigenze del singolo cliente.

Una caratteristica molto importante degli hotel di Lungarno Collection è l’attitudine artistica. Ce la può spiegare?

L’arte fa parte del DNA dei nostri alberghi, anche se in modo diverso gli uni dagli altri. Per quanto riguarda il Portrait l’arte è parte integrante del suo stile sofisticato e aiuta a rendere gli ambienti ancora più piacevoli e belli da vivere.

Vis a vis
79 |

Abbiamo una sensibilità particolare per il bello che abbiamo la fortuna di avere an che affacciandosi da una delle finestre delle nostre suite. Portrait nello specifico acco glie arte fotografica: a Roma le fotografie raccontano la Dolce Vita di Salvatore Fer ragamo. A Firenze le foto (prese da alcuni tra gli archivi più importanti della città) raccontano il lifestyle di anni splendidi in cui fu lanciata l’alta moda italiana nel mondo… e naturalmente Salvatore Ferragamo era presente.

La vocazione fashion è dunque uno dei valori aggiunti che vi contraddistingue. In che modo?

L’attenzione al dettaglio è sicuramente un retaggio Fashion. Ad esempio, noi sia mo una delle poche compagnie alberghiere al mondo ad avere un ufficio stile. L’Uffi cio stile è un ufficio centrale di ogni casa di moda, in grado di creare un’immagine che sia coerente con i valori del marchio, ma anche innovativa, migliorandola co stantemente alla ricerca di nuove linee, materiali e finiture. Lungarno Collection eredita dalla vocazione fashion della fami glia Ferragamo questa divisione e la decli na nel mondo dell’ospitalità. Un’ulteriore garanzia del rispetto e del mantenimento dei valori del Brand. Ma questo è solo uno degli esempi.

Come avete gestito la pandemia? Che servizio avete offerto ai vostri clienti in quei mesi difficili?

Abbiamo offerto sicurezza in primis (ab biamo dato vita a procedure di accoglienza e sanificazioni incredibili), sempre accom pagnata dal sorriso, che al Portrait non può mai mancare, anche se sotto la mascheri na! Sicurezza è sinonimo anche di “private experience”, che vuol dire: cene private sul proprio terrazzo vista Trinità dei Monti o Ponte Vecchio, oppure tour privati in bi cicletta nella campagna toscana sulle vie della storica Eroica (gara di bici con bici con biciclette e abbigliamento, tutto rigorosamente d’epoca, che taglia le strade bianche del Chianti, n.d.R). Tutto dipende

dai desideri del nostro ospite.

Come deve essere, secondo lei, la camera d’albergo ideale?

Proporzionata e flessibile per ospitare co modamente sia una coppia che una fami glia, facile ed intuitiva da gestire (come, ad esempio, il tasto ‘buona notte’ per spegne re tutte le luci prima di coricarsi), elegante in modo che diventi ispirazione, con una vista stupenda sulla città che si sta visitan do. Sarò di parte, ma è per questo che le ca mere dei nostri Portrait sono camere ideali.

Come cambierà a suo avviso l’hôtelllerie a breve e lungo termine?

Sicuramente il nostro mondo dovrà adat tarsi alle nuove circostanze create dal Co vid. Credo che gli alberghi che si trovano in località di villeggiatura e nelle città d’ar te torneranno presto a prosperare, mentre gli alberghi che in passato si basavano prin cipalmente sul turismo corporate avranno una ripresa più lenta. Credo che tutti noi ci siamo abituati a lavorare da casa, alle video call e di conseguenza viaggeremo magari meno per affari, ma questo in parte verrà compensato dai viaggi turistici leisure che ritorneranno velocemente a buoni livelli. Gli alberghi nei luoghi più belli e centrali – e soprattutto quelli che negli anni hanno saputo consolidare un legame con la pro pria clientela - torneranno in auge prima di altri. Tutti noi hotelier dovremmo rivede re di conseguenza il nostro approccio alla distribuzione, ai servizi che offriamo, alla fidelizzazione dei nostri ospiti. Ritengo che - come conseguenza positiva della pandemia- si avrà sicuramente una consapevolezza diversa: tutto il mondo dell’hotellerie, dal cameriere, al receptio nist, al direttore, alle persone addette all’ housekeeping sono oggi molto più co scienti del valore dei propri clienti. Per ultimo credo che la tecnologia continuerà a sviluppare soluzioni per rendere tutto il processo di ricerca, prenotazione, check-in / check-out, guest experience sempre più facile, veloce ed efficiente, ma nello stes so tempo credo che lo Human Touch e in generale le esperienze che riusciremo a far vivere ai nostri ospiti nelle nostre destina zioni sarà sempre più decisivo nel mondo dell’alta gamma e il principale criterio per

implementare la fiducia da parte dei nostri amati clienti.

Credo molto nel trend del Workation, os sia la possibilità di poter lavorare a distan za, quindi anche in vacanza. Questo im plica spazi generosi per il cliente, terrazze, camere spaziose. Tecnologia performante (possibilità di condividere i proprio con tenuti mediatici), centralità della location (per ottimizzare le tempistiche).

| 80 HO.RE.CA.

MICHELE BÖNAN

Progettista Lungarno Collection

In questo progetto ha prediletto materiali naturali. Ci spiega il motivo?

Sono sinonimo di semplicità e forza e ca paci di evocare una sensazione emotiva che dura nel tempo. La nobiltà del marmo, come segno di una creatività illimitata e irripetibile della natura. Il legno, antico e puro, che trasmette un senso di calore e le game con la natura. Sono materiali meravigliosi e appropriati. Così come la persona più elegante è quella vestita in maniera più sobria.

Quali sono i principi cardine del suo stile? Io cerco di avere stile, ma non ho uno stile. Mi discosto da quelle che molti vorrebbero sublimare a tendenze e che per me sono soltanto mode: preferisco seguire la mia sensibilità, mettere al centro l’armonia. Quindi spero di essere riconosciuto at traverso lo stile e non attraverso uno stile, magari attraverso alcuni dettagli che rappresentano il mio DNA, la mia storia. E poi c’è il Genius loci e quindi dipende da dove sono posizionate le opere, hotel o abi tazione privata che siano: quindi vengono usati materiali che sono sempre coerenti con le strutture. Ma il mio approccio crea tivo è sempre lo stesso. Ci sono dei concet ti, ci sono delle sinergie: si deve ascoltare chi è il padrone di casa e cercare di fare di un luogo magico e funzionale. Non c’è una tendenza, il mio luogo ideale è senza tempo e si deve aggiornare con dei piccoli ritocchi, anche dopo decenni. Ogni nuovo progetto per me è un film diverso. Le mie sono sceneggiature che si manifestano attraverso dei disegni, delle opere.

E come riesce a creare questo film? Con la mia creatività, che è sempre la stes sa ma cresce giorno dopo giorno attraverso gli eventi della vita. E mescolando sugge

stioni, tendenze e stili con armonia, coe renza e ironia.

Ironia?

Prendersi troppo sul serio non fa bene, bisogna sempre saper giocare. Credo proprio che coerenza e ironia siano le chiavi del mio successo come progettista. Insieme come dicevo all’armonia, che consiste nel mettere insieme tutto in modo equilibrato.

Quando per lei un ambiente è ‘bilancia to’?

Quando l’estetica si combina con la fun zionalità. Un ambiente, se è di per sé bello, poi va reso funzionale. La luce è importan te. È come un grande puzzle, se i tasselli si mettono nel posto giusto funziona, altri menti no.

Vis a vis
81 |

DEMO

Design Emotion

14

L’hotel che riscrive l’hospitality italiana

Risvegliare il senso della meraviglia e creare un’esperienza d’accoglienza memorabile è l’obiettivo di DEMO, un progetto visionario concretizzato a Rimini, nel cuore pulsante del litorale romagnolo. La sua realizzazione, partita dal recupero di una pensione locale in disuso, ha visto il coinvolgimento di quat tordici studi di architettura, con il coordi namento dell’architetto Laura Verdi, e un centinaio di eccellenze del design made in Italy, tra superfici all’avanguardia e arreda mento d’alta gamma.

regole dell’hotellerie italiana. DEMO Desi gn Emotion, infatti, non rappresenta sola mente un hotel innovativo completamente autogestito che cela una progettazione vir tuosa e sostenibile, ma si pone come vero e proprio “hub di sperimentazione sia per gli architetti coinvolti che per le aziende partner” – come spiega Santinato. “Un laboratorio creativo dove si concentra il nuovo dell’ospi talità. È un messaggio forte non solo per la città ma per tutto il settore alberghiero. C’è bisogno di rinnovamento”.

Nata da un’idea di Mauro Santinato, presi dente della società di consulenza alberghie ra Teamwork Hospitality, la struttura porta con sè una ventata di novità, riscrivendo le

DEMO si compone di nove suite, una lob by, un’area co-working, una lavanderia e servizi al piano terra. Ogni spazio ha una propria identità, anticipata dal titolo del

| 84 HO.RE.CA.

progetto d’interior, e accoglie gli ospiti ap passionandoli con mise en scène uniche e «sartoriali».

LE AREE COMUNI

Gli esterni e le aree comuni identifica te dall’incipit di una nota canzone italiana, “Cerco l’estate tutto l’anno”, sono proget tati dallo studio CaberlonCaroppi che ha ideato un concept basato sul colore, ca ratterizzando ogni piano con una differente tonalità.

Scenografiche le soluzioni esterne con ba laustre in vetro colorato e una parete in carta da parati per outdoor che riprende un motivo a mattoni e dot fuori scala. Suppor

to per il landscape viene dallo studio iPro gettisti, specializzato nell’architettura del paesaggio. Chiara Tabellini, founder di Li ght8Space, ha curato gli aspetti illumino tecnici degli esterni, oltre ad aver coordina to le scelte degli apparati luminosi.

Al piano terra, il biglietto da visita di ogni ambiente pubblico: la restroom. Dal nome poetico Drama, è studiata da Lau ra Verdi che ha voluto dedicare l’ambien te alle eroine delle opere liriche italiane - un omaggio a Verdi e Puccini – evocate ognuna da un differente motivo alle pare ti rivestite in wallpaper. E, come a teatro, si va in scena con una playlist studiata ap positamente che ripete in loop le arie più

famose delle opere selezionate mentre ci si specchia in un magic mirror che rimanda immagini emozionali ed evocative. Tutto è studiato per esaltare la femminilità, dai ter moarredi di design ai lavabi freestanding. Sempre al piano terra, si apre la realtà stu diata da Ovre.design, Spin the wheel: la vanderia per gli ospiti e spogliatoi. Un tri pudio di ceramica in bianco e nero, sia a pavimento che a rivestimento.

LE SUITE

Uniche nel loro genere sono le nove sui te di DEMO. Con uno o due bagni, han no una zona living, attrezzata in alcuni casi con funzionalissime kitchenette, e una zona

85 |

L’intuizione vincente è giunta in concomitanza con un evento fortunato, Rooms, ideato da Teamwork e realizzato in occasione di una manifestazione fieristica di settore. Il concept, sviluppato in due annate consecutive nel 2018 e nel 2019, ha previsto la realizzazione di camere di hotel progettate ognuna da un differente architetto che ha dato voce alla sua personale idea di hospitality. Il successo del format, c he ha riscontrato numerosi consensi sia da parte dei visitatori che da parte dei professionisti coinvolti, ha poi portato alla sua concretizzazione al di fuori dei padiglioni con il presupposto di riproporre la formula in uno showroom permanente ambientato in un vero e proprio hotel. “I progettisti, tutti specializzati nel settore dell’hotellerie, hanno aderito con entusiasmo all’iniziativa perché era per loro un’occasione di potersi esprimere liberamente e rappresentare la loro idea di ospitalità”racconta Santinato. “Non esiste in Italia un altro esempio del genere, è un’esperienza unica che vuole essere attrazione nella destinazione e puntare a far sì che soggiornare nella struttura sia un’avventura emotiva ed esperienziale grazie alla sua originalità.”

| 86 HO.RE.CA.

notte che talvolta ospita persino due ca mere da letto.

Al primo piano troviamo Circle Room, pro gettata da Silvia Ticchi: uno spazio fluido senza barriere fisiche, con tendaggi al po sto delle porte e ante scorrevoli. L’interior è studiato sulla forma del cerchio, vaga mente retrò, lo stile è casual e accogliente, profondamente armonico. Segue SMO OVE!! di FDA Fiorini D’Amico Architet ti, organizzata su un elemento trasversale allo spazio, una parete che alterna le normali attrezzature di una moderna e confortevole camera d’hotel a una completa dotazione per lo sport e il benessere psicofisico.

Al secondo piano, con il concept Una vita da (A)mare lo studio Galimberti realizza una suite legata al genius loci caratterizzata da colori mediterranei, l’ottanio e il sab bia. L’interior è volutamente neutro, fles sibile e versatile, pronto a essere ‘vestito’ con accessori che andranno a identificare e personalizzare lo stile. Di fianco, Colour Episodes di Hub48 inneggia al colore, con superfici fluide e volumi che vengo no definiti da differenti tonalità, nei quali gli arredi si inseriscono per la loro forma e funzione. Fragment Hospitality crea invece un’esperienza immersiva giocata sull’ele mento fluido acqua. È una suite comple tamente accessibile ed è progettata con la consulenza di Roberto Vitali di Village for all. Il concept si chiama In a Light Wave e, oltre ad avere un bagno con doppio la vandino a differente altezza per garantire flessibilità di utilizzo a un’utenza ampliata -

anche ai più piccoli -, dispone di una area wellness che promette all’ospite un’expe rience allargata.

Al terzo piano si cimenta Contract Lab con Just like home, che ha voluto cre are uno spazio multifunzione che rispon desse alle esigenze di relax ma anche di adattabilità. Living e zona cucina possono diventare postazioni di lavoro, separate vi sivamente da una libreria sospesa, come anche le camere da letto, materiche e po liedriche. Una suite smart e green.

Tropicana Club di Rizoma Architetture rac conta poi una storia fatta di divertimento e colore. Un’esplosione di forme che ammic cano ad atmosfere pop giocate su materiali industrial e tonalità accese. La zona living ha una kitchenette realizzata come un vero e proprio angolo bar, il letto è una citazione di un baldacchino e mixa elementi grafici con superfici metalliche.

Into the cloud, disegnata dallo Studio Van nucchi, è invece un invito alla leggerezza e a prendersi cura di sé espresso con un format ripetibile.

Non manca una penthouse, al quarto e ultimo piano, studiata dallo Studio Bizzar ro per presentarsi come un’esperienza gra tificante fatta di luce, effetti tattili, profumi e colori rassicuranti. Sea Suite è dotata di una grande terrazza che mette in comu nicazione il dentro e il fuori, un living con kitchenette a scomparsa, una double room con annessa una zona doccia multisenso riale.

87 |

ARCHI-PEOPLE

La luce che diventa materia, sostanza da plasmare per costruire spazi e modellare superfici. Gli specchi che utilizzano il potere della luce per amplificare la metratura, moltiplicare i livelli, definire le aree. Bel lezza e funzionalità, grazie alla firma di Simone Micheli, vengono tra dotte in forme fluide, rotonde, avvolgenti, sensuali. I progetti di Si mone Micheli Architectural Hero diventano icone dal forte spessore comunicativo. Le sue creazioni, sostenibili e sempre attente all’am biente, hanno l’obiettivo di esaltare la sensorialità umana, lasciare spazio all’emotività. Un nuovo concetto di lusso che non è opulenza, sfarzo, abbondanza, ma essenzialità di contenuti, attenzione alle ri sorse, negazione degli sprechi.

Simone Micheli

15
Chiara Poggi

Quali aspetti possiamo rintracciare nelle sue architetture?

Tradurre la complessità dell’epoca contemporanea in semplicità è il fil rouge che sottende il mio fare progettuale. Forme fluide, avvol genti, affascinanti sono il risultato della sintesi di bellezza e funzio nalità che avviene attraverso la combinazione di volute dissonanze e contraddizioni che costruiscono inedite armonie. L’obiettivo delle opere architettoniche a cui do forma è quello di trasformare l’ospi te nel protagonista indiscusso di una scena costruita proprio per lui. Generando, quindi, risposte modulabili sulla base delle cangianti esi genze dell’uomo, grazie all’impiego di tecnologia d’avanguardia.

Nei suoi lavori emergono molto i temi “hospitality” e ristorazione. Come definirebbe il suo approccio a questi tipi di progetti?

Scevro da stereotipi e preconcetti. Basato sulle concrete necessità dell’uomo di oggi. Sui desideri del committente e sulle caratteristi che del contesto sia fisico, sia sociale ed economico, in cui le ope re prendono forma. I luoghi dell’ospitalità sono cambiati molto negli ultimi anni perché sono diventati sempre più frequenti e comuni gli spostamenti degli esseri umani che manifestano diversificati approc ci all’esistenza. L’ibridazione delle funzioni e la necessità di ampliare le prospettive hanno influenzato anche la creazione degli spazi dedicati al food, che immagino come opere in cui esaltare la sensorialità degli individui, favorire lo sviluppo della soggettività e una pura relazione con l’altro.

I suoi progetti ci portano in una dimensione dove oggetti futuristici dialogano con contesti antichi. Come riesce a stabilire questa con nessione?

Grazie ad analisi e approfondimenti volti a conoscere appieno le ca ratteristiche dei differenti contesti in cui ciascuna opera prende vita. Solo chi conosce la tradizione può permettersi di osare, infrangere le regole precostituite, superare il consueto. Attraverso l’utilizzo sa piente della dissonanza costruisco nuovi scenari, irriverenti, che dal passato traggono insegnamento e fondamento. E volgono lo sguardo verso l’altrove, il futuro, anticipandone alcune frammenti nel «hic et nunc»

Colori, angoli smussati, forme fluide, luce… in che modo riesce a far “giocare” insieme questi elementi? Le luci rappresentano il fil rouge di tutti i suoi progetti? Può raccontarci cosa significa per Lei il colo re? Come sceglie i suoi accostamenti?

La luce per me è una sostanza da plasmare che, alla stregua della materia, costruisce gli spazi, modella le superfici, definisce i livelli e i luoghi. Il colore, affascinante manifestazione di luce, è indispensabi le elemento costitutivo dell’opera d’arte. Trae sostegno e acquisisce energia attraverso la biunivoca corrispondenza che si genera con la forma a cui appartiene e insieme all’oggetto o edificio di cui è parte. Non c’è uno standard da seguire, non una regola da rispettare, ma conoscenza, cultura, esperienze determinano le forme innovative che, di volta in volta, l’espressione acquisisce.

Quali sono i materiali ai quali non rinuncia mai nelle sue architetture? Tra i materiali ai quali non rinuncio mai c’è sicuramente lo specchio. Superfici levigate e riflettenti che utilizzano il potere della luce per amplificare gli spazi, moltiplicare i livelli, definire le aree. Moltiplicano le possibilità di azione e di reazione sia dei protagonisti sia degli ele menti che compongono la struttura, contribuendo alla fondazione di luoghi ibridi, altamente contaminati, mai uguali. Capaci di generare situazioni di volta in volta differenti sulla base delle contingenze che determinano la scena.

Quale sarà secondo lei il ruolo dell’architetto e quali mezzi utilizzerà per svolgere il proprio lavoro nel prossimo futuro? Rimangono vivide e valide le stesse caratteristiche che contraddi stinguono il progettista fin dagli albori della civiltà: la capacità di co struire oggetti, edifici, opere in grado di migliorare le esistenze degli esseri umani. Non di uno standard rigido o di un modello astratto ma degli individui reali. Con l’obiettivo di combinare la tensione ininterrotta verso la bellezza con le funzioni e le esigenze pratiche di ciascuno, nella vita quotidiana. Ogni opera è un «esistente», ca rico di responsabilità che non terminano con la fine del ciclo vitale usuale ma si protraggono oltre, per coprire anche lo smaltimento e la trasformazione in altro. L’architettura è una traccia univoca che gli esseri umani lasciano nel tempo, come manifestazione tangibile e duratura dei paradigmi culturali che caratterizzano le epoche. La pizzeria 3dddì di Firenze (nelle pagine seguenti n.d.r.), è uno spa zio dedicato al food che dal bianco trae la sua essenza. Ci può raccon tare qualcosa in più riguardo a questo progetto? Si tratta di un luogo immaginato per rivoluzionare il concetto stan dard di pizzeria. Bianco perché principio, nuovo inizio, energia.

Bianco perché è composito, ed al suo interno raccoglie tutti i colori dello spettro luminoso. Bianco perché, in un luogo arguto e saga ce, il bianco funge da sfondo ed esalta l’intorno. Ma non solo bianco ovviamente. In quanto le immagini di volti lungo le pareti del locale esaltano la componente sociale dell’essere umano, il suo desiderio di condivisione ed empatia. Per dare vita a uno spazio che è nutrimento non solo fisico ma anche mentale e psicologico per i visitatori. Come vede il ristorante del futuro? Un luogo ibrido in cui le funzioni si contaminano e gli spazi sono abili nell’assumere valenze differenti. Con l’obiettivo di esaltare la sen sorialità umana, lasciare spazio all’emotività. Permettere all’ospite di prendere il tempo necessario a scoprire e scoprirsi. Affinché si generi un nuovo concetto di lusso che non sia più conseguenza di opulen za, sfarzo, abbondanza. Ma essenzialità di contenuti, attenzione alle risorse, negazione degli sprechi. Luoghi in grado di portare la mente umana al di fuori dello spazio-tempo convenzionale, oltrepassare il conosciuto per offrire momenti di irripetibile, unico, benessere.

| 90 HO.RE.CA.

Quale progetto sta seguendo adesso?

Sono molti i progetti che sto seguendo in questo momento, sia in Italia sia all’estero. Alcune sono idee che prenderanno presto forma, altre sono opere già in fase di realizzazione effettiva. Tra questi c’è Palazzo Gatto, una struttura poli-esperienziale dedicata all’ospitali tà, nel cuore di Trapani, nella meravigliosa terra di Sicilia. Un luogo, unico, ibrido, altamente iconico pensato per esaltare il potere della parola e creare un confronto intelligente tra passato, presente e fu turo. Pronto per accogliere gli ospiti e regalare esperienze irripetibili, complete, coinvolgenti, destinate a trasformarsi in proficua e attiva memoria, guida per conoscere l’ignoto che deve ancora sopraggiun gere.

“L’architettura è una traccia univoca che gli esseri umani lasciano nel tempo, come manifestazione tangibile e duratura dei paradigmi culturali che caratterizzano le epoche.”

Simone Micheli fonda lo Studio d’Architettura nel 1990 e nel 2003, con Roberta Colla, la società di progettazione Simone Mi cheli Architectural Hero con sede a Firenze, Milano, Puntaldìa, Du bai, Rabat e Busan. La sua attività professionale si articola in plurime direzioni: dai master plan all’architettura e interior, dal design al vi sual passando per la grafica, la comunicazione e l’organizzazione di eventi. Le sue creazioni, sostenibili e sempre attente all’ambiente, sono connotate da una forte identità e unicità. Numerose sono le sue realizzazioni per le pubbliche amministrazioni e per importanti committenze private connesse al mondo residenziale e della col lettività. È curatore di mostre tematiche - contract e non solonell’ambito delle più importanti fiere internazionali di settore. In col laborazione con Roberta Colla ed il suo team di professionisti, tiene master, conferenze, workshop e lecture presso università, istituti di cultura, enti ed istituzioni di molte città del mondo. I suoi lavori sono stati presentati nell’ambito delle più importanti rassegne espositive internazionali. Molte sono le pubblicazioni su riviste, magazine, quo tidiani italiani ed internazionali.

91 |

L’essenza del bianco

In un antico palazzo situato nel cuore di Firenze è nato uno spazio dedicato al food che dal bianco trae la sua essenza. Il pro getto, disegnato dall’architetto Simone Micheli offre come risultato un gioco di rimandi, riflessi e corrispondenze elaborato grazie alle superfici specchiate, ai metalli e alle immagini di volti che riempiono lette ralmente le pareti.

Un luogo dedicato al cibo buono, genuino, e ad esaltare lo spirito conviviale dell’uomo contemporaneo.

Bianco perché principio, nuovo inizio, ener gia. Bianco perché è composito, ed al suo interno raccoglie tutti i colori dello spettro luminoso. Bianco perché, in un luogo ar guto e sagace, il bianco funge da sfondo ed esalta l’intorno. Le fotografie dei volti, scattate con cura da Daniele Fattorini sono racchiuse all’interno di candide e morbide cornici che assottigliano il confine tra arte e vita, mondo delle idee e quotidianità.

Un luogo circondato dallo splendore ne cessita di offrire bellezza a chi vi entra e piacere a chi si sofferma, deducendo da autenticità e gusto la sua ragion d’essere.

3dddì sono i tre giorni necessari alla lievi tazione della pizza affinché questa, oltre ad essere squisita, sia anche leggera, digeribile, genuina. 3dddì, quindi, come sinonimo di

3DDDÌ Firenze

ph. Jurgen Eheim

pazienza, cura, attenzione all’originalità, alla natura ed al benessere dell’essere umano sempre più connesso a quanto conosciamo ogni giorno.

3dddì di Firenze è il primo centro nevral gico di un nuovo concept dedicato al good and healthy food destinato ad avere grande successo e a prendere forma nelle più im portanti città del mondo. La prossima aper tura è già prevista a Tirana.

16

“Nei recuperi architettonici, di qualsiasi tipo essi siano, cerco sempre di salvaguardare l’esistente, lavorando con la logica del restauro filologico, per poi introdurre tematiche estetiche, formali e prima ancora contenutistiche performanti per chi deve vivere gli spazi. In 3DDI’ ho progettato uno spazio aperto, libero, volto alla valorizzazione di un legame nuovo e genuino tra l’uomo e ciò che mangia. Un luogo destinato a divenire manifesto di un approccio consapevole ed essenziale all’alimentazione, abile nell’esaltarne la qualità.

Gli elementi che ho creato per questo concerto visivo e funzionale sono dei veri e propri artifici progettuali, sono come fantasmi rispettosi che si avvicinano delicatamente alle pareti.   Le superfici a specchio amplificano lo spazio in un unicum coinvolgente, il gres porcellanato (ispirato al marmo Palisandro) con le sue ipnotiche venature e variazioni di colore rendono armonico il pavimento contribuendo a creare con i piani in legno dei tavoli il reale senso di questo rinnovato insieme contenutistico.”

Simone Micheli Partner di 3dddì Armonia Interni  Barel Ceramica Rondine  DMP Electronics  iGuzzini illuminazione  Inox Metal Ponzi
93 |
Vetraria Bergamasca Tecnovetro

Radisson Collection Hotel Palazzo Nani tra storia e design

17succedute varie proprietà e il palazzo ha cambiato più volte destinazione d’usoresidenza privata, caserma Austriaca e, in fine, scuola. Durante i lavori del cantiere sono stati rinvenuti oggetti e documenti che testimoniano le vite precedenti del palazzo, e tra questi, i reperti più interessanti, recuperati e opportunamente trattati, sono andati ad arricchire l’arredo delle sale e del giardino.

La facciata è scandita da un gioco di ar chi ed eleganti stemmi in pietra d’Istria che sembra siano dovuti all’intervento di Alessandro Vittoria, che ha contribuito a sottolineare e a valorizzare la preziosità del palazzo.

getto dello Studio Marco Piva, che ha ide ato un concept di arredo ‘box-in-the-box’ teso a mantenere intatta la forte identità storica del palazzo, arricchendola con un linguaggio di elegante contemporaneità. Gli spazi sono ampi e luminosi, alcuni hanno l’affaccio sul Canale di Cannaregio e propongono tonalità cromatiche che richiamano le nuances dei soffitti affresca ti, in combinazione con sedute dai colori intensi che rimandano alle espressioni e ai valori del territorio, alle cromie dell’acqua, ai riflessi del vetro, agli interni delle gon dole.

Il Radisson Collection Hotel Palazzo Nani si trova nel cuore del sestiere di Can naregio, una zona particolarmente sugge stiva di Venezia, un percorso fondamen tale per l’impianto urbanistico della città fin dal Medioevo: il Canale di Cannaregio costituiva infatti l’ingresso alla città per co loro che vi giungevano da terra, da Padova o da Treviso, attraverso i percorsi lagunari. Ricca di ristorantini e di ‘bacari’, di negozi e boutique artigianali sorge non lontano dal Ghetto ebraico, con la quiete delle sue calli e la sua inconfondibile impronta ar chitettonica.

L’edificio che ospita l’hotel è un palazzo storico signorile del Cinquecento apparte nuto all’antica famiglia Nani, attiva nella vita politica, sociale e culturale della Se renissima. Nel corso degli anni, si sono

Brand prestigioso dell’ospitalità nel mon do, Radisson Group ha voluto trasformare questa dimora storica in un incantevole hotel di 52 camere e suites e 3 appartamenti privati, entrato a far parte della catena Radisson Collection, dove l’ospitalità trova la sua massima espressione nell’offer ta di strutture iconiche, che riflettono il ca rattere del territorio e del luogo, coniugan do le atmosfere di un soggiorno dal sapore ‘autentico’ con il comfort di un design di alto profilo.

TRA STORIA E ATTUALITÀ

Il progetto ha visto il coinvolgimento di Concreta, azienda specializzata nel con tract d’alta gamma per alberghi, spazi com merciali e aree residenziali. La particolare natura di questo antico palazzo veneziano e la complessa logistica che richiede l’esecuzione di lavori in laguna, hanno rappresentato una sfida, affrontata e vinta attra verso il binomio ‘attenzione al dettaglio’ e ‘globalità nell’approccio’.

Per questo hotel, l’interior contractor Concreta ha realizzato tutti gli spazi comuni su pro

La realizzazione delle aree comuni in que sto progetto assume un significato del tutto particolare, in quanto l’hotel è stato concepito come un luogo di ospitalità non chiuso ed esclusivo ma, al contrario, aperto alla città e fruibile da parte di coloro che desiderano godere del Ristorante, dell’incantevole giardino ‘segreto’ - come lo sono molti dei giardini veneziani - e del relax del lounge bar e delle lobby.

INTERNI E MATERIALI

In tutte le aree comuni del Radisson Col lection Hotel Palazzo Nani si legge il segno di un equilibrio formale di decorativismo, per lasciare la vista libera di fruire di que sti spazi e di raccogliere le suggestioni che provengono dalla città lagunare.

L’ingresso principale dell’hotel situato al piano terra accoglie la consolle-reception e dà accesso ai due ristoranti e al lounge bar/ breakfast room.

Per il Private Restaurant è stata scelta una boiserie in vetro cannettato bianco latte per ritmare lo spazio fra le sedute, rivestimen to impreziosito da una retroilluminazione integrata. Nel ristorante principale il focus point è costituito da uno scultoreo mono

95 |
ph. Andrea Martiradonna

lite-filtro, una grande panca in marmo con interno imbottito in un morbido velluto color ottanio. Un bancone bar curvilineo domina la scena e segue le isole a pavimen to. Il rivestimento è un tappeto materico di marmo bianco Venezia e marmo Para digma che lo contrasta in una tonalità più scura. La dominante cromatica degli spazi è il verde laguna declinato nelle sue varie sfumature.

Nel lounge bar - che è anche sala colazioni - si è optato per colori molto scuri che corrono da parete a soffitto per creare un’atmosfera immersiva, avvolgente e per enfatizzare preziosi elementi custom in metallo – come la bottigliera a parete - con una boiserie in legno scuro cannettato che dà ritmo alla parete, il cui motivo viene ri preso dal rigato dell’imbottito color rubino che ricorda l’interno di una barca. Le due lobby nei ‘saloni nobili’ al piano B e C si caratterizzano per essere spazi elegan temente affrescati, con marmorini, muse dipinte negli ovali sopra le porte del salone del secondo piano, soffitti con Apollo, Venere e Cupido ed Orfeo in Olimpo. Spazi che hanno richiesto particolare impegno per armonizzare l’intervento attuale con le esigenze di una dimora storica che esprime le sue bellezze e le sue fragilità. Così, al pavimento in seminato storico recuperato e ripulito, si è affiancato un arredo mobile custom-made disegnato dallo Studio Marco Piva, della medesima tipologia ma in colori diversi in dialogo con i cromatismi degli affreschi, con sedu te lounge realizzate in collaborazione con Natuzzi, affiancati da tavolini, tavoli da la voro e da meeting sempre su disegno dello Studio.

La palestra, situata al piano C, è ricavata in una sala affrescata ripulita con l’intervento di una società specializzata in restauro di opere d’arte la quale ha seguito il ripristino di tutti gli apparati decorativi del palazzo. La particolarità di questo spazio consiste nella presenza di grandi cilindri self-stan ding, alti quasi a soffitto, realizzati artigia nalmente in metallo curvato da Concreta e completamente attrezzabili, con una parte

| 96 HO.RE.CA.

alta con funzione decorativa e di separa zione e una base con funzione cabinet per contenere asciugamani, prodotti, piccoli attrezzi e accessori e con una originale ma glia in metallo pensata per separare mante nendo la leggerezza di una superficie forata attraversata dalla luce. In prospettiva l’area accoglierà anche una sauna.

Il progetto illuminotecnico comprende sia apparecchi custom e sia brandizzati. Le luci tecniche sono state realizzate ad hoc in collaborazione con Artemide e completate con grandi lampadari circolari e sculture luminose a LED di brand di primo piano come Italamp, Flos e Vibia. L’illuminazio ne decorativa è stata curata da Concreta. Spicca il grande lampadario formato da sfere di vetro opalino disegnato specifica mente per questo progetto. L’effetto opa lescenza attraversa come un fil rouge le stanze e gli spazi comuni e sempre le luci rimandano alle trasparenze e ai riflessi del vetro, per sottolineare ancora una volta il legame forte con il territorio.

Anche i tessuti giocano un ruolo di primaria importanza. La declinazione degli elementi tessili e le scelte cromatiche stan no in relazione diretta con il comfort delle sedute e la resa scenografica del contesto. La maggior parte dei tessuti che vestono gli spazi dell’hotel sono di produzione Ru belli, storico e prestigioso brand veneziano. Di Rada Tessuti sono i brillanti velluti e di Besana Carpet Lab i colorati tappeti che dialogano con le textures dei pavimenti e regalano contrasto e movimento.

97 |

BISTRO BERGSTEIGER

Dolomiti

18

Tra modernità e natura

Collocato al centro del Patrimonio Naturale Unesco delle Dolomiti di Sesto, in una zona pro tetta e in una posizione adibita ad hotspot turistico, il Bistro Bergsteiger si inserisce adegua tamente e con attenzione nel suo contesto naturale e costruito. Il bordo di un terrapieno, collocato lungo un sentiero escursionistico ben battuto, viene utilizzato per inserire il nuovo volume ed integrarlo nella topografia circostante. La vista dall’ingresso della valle sul paesaggio montano che le fa da sfondo a sud non viene ridotta dall’inserimento Il nuovo volume, così come esso non interferisce visivamente con l’edificio esistente tutelato.

Le dimensioni vengono ridotte il più possibile e le geometrie si adattano alle presistenze. Bi stro Bergsteiger si orienta da un lato verso la vista della cima 12 a sud, dall’altro verso gli edifici circostanti: in pianta, vengono ripresi gli allineamenti con il volume tutelato, mentre le altezze ridotte sono definite per rispettare il disegno del prospetto complessivo degli elementi costru iti. Il risultato è un’architettura “appropriata” al contesto, che tuttavia si sviluppa con carattere. La superficie del tetto a doppia pendenza e trattata con verde intensivo si innalza verso la vista principale, e vetrate a tutta altezza permettono allo sguardo di spaziare sul paesaggio monta

| 100 HO.RE.CA.

no. L’interno offre a quanti più visitatori possibile una vista indisturbata sulle montagne; la sala principale è suddivisa spazialmente nel bancone, nello spazio di circolazione, e nelle due aree ristorante distinte, che creano intimità, tranquillità e consentono un’ampia visuale grazie alla differenza di quota tra i piani. La facciata vetrata che dà sulla terrazza può essere aperta, e con il bel tempo lo spazio esterno si può estendere verso l’interno. In termini di materialità, l’edificio si ispira alla vicina preesistenza: intonaco a spruzzo all’interno e all’esterno, e riproposizione in chiave contemporanea dei motivi del caratteristico rivesti mento decorativo in legno di larice. Massetto a vista e intonaco con inerti di pietra e sabbia, prelevati direttamente in loco, nonchè l’utilizzo di pietra dolomite e legno di larice locale negli arredi, intensificano la contestualizzazione del progetto. Nomen est omen: i proprietari del bi stro sono i discendenti dei pionieri dell’alpinismo Michl e Sepp Innerkofler, la documentazione della loro prima salita fa parte del design degli interni. Il dialogo con il contesto e la moderazio ne nell’intervento definiscono un progetto che si realizza nella sua “appropriatezza”.

101 |

PARADISE for archi-foodies

19

ITALIA INCONTRA GIAPPONE

Oriental Areadocks | Brescia

Oriental Areadocks non è il «solito giap ponese», ma un ristorante dedicato alla cucina nipponica ortodossa, aperto negli spazi di Areadocks, hub di intrattenimen to e servizi made in Brescia. Un’esperienza intersensoriale che avvicina Italia e Giap pone nel cibo, nel design e nella cultura. Una connessione che emerge attraverso un approccio purista alla tradizione gastronomica giapponese con ingredienti importa ti direttamente dal Giappone e da tutti i mari del mondo. Come mission: allargare gli orizzonti del sushi, facendo sperimen tare alla clientela i tantissimi piatti della cucina giapponese ancora sconosciuti.

L’esperienza di haute cuisine è esaltata da gli interni, curati dal team di Arredo e Ar chitettura. Quaranta coperti sono ospitati in uno spazio dalla vocazione minimalista, che strizza l’occhio alle ambientazioni zen care alla cultura giapponese, con comple menti d’arredo in legno naturale trattato a mano. Protagonista l’ulivo, un legno soli do e volitivo, profumatissimo, dalle nuance gialle-brune. Le poltroncine dei tavoli, con bordature in ottone, sono in tessuto arancione, il color Orenji, simbolo di gioia e spiritualità. Speciali tendaggi filtranti e una musica personalizzata isolano lo spa zio dal flow circostante, per garantire un’e sperienza totalmente immersiva nel cibo e nel momento. A completare il quadro, una sapiente regia di luci, una ieratica armatura di samurai antica e un’installazione di om brellini in carta di riso al soffitto.

103 |

BALLETTI SOSPESI

Café Constance | Montréal

Nell’edificio Wilder del centro di Mon tréal, sede dei Grands Ballets Canadiens, si cela il Café Constance, un ambiente fantasioso concepito dall’Atelier Zébulon Perron come un fantastico sub-univer so, accogliente e stravagante nel cuore di uno stabile istituzionale contemporaneo. Ispirato al design concept del Bar Luce, la caffetteria milanese situata all’interno di Fondazione Prada, il Cafè si avvale di elementi dal forte impatto visivo che evo cano scenografie teatrali e oggetti a tema. Ne sono un esempio le iconiche lampade “tutù” posizionate ritmicamente a scandire la metratura, prendendo ispirazione dalle famose sequenze in stop motion di Muybridge. Ciascuno dei tutù in crinolina color cipria ha una forma leggermente di versa, per ricordare un senso di movimento etereo e flessuoso, mentre un antico tavolo in massello di noce canaletto dalla forma eccentrica restituisce un senso di dinami smo e giocosità, quasi ad imitare una sorta di danza. Sgabelli rivestiti in pelle colorata e paralumi sfrangiati, contribuiscono ulte riormente ad enfatizzare il magico univer so del Café Constance, avvolto nel caldo abbraccio di vivaci tappezzerie floreali.

| 104 HO.RE.CA.

Bogen | Bolzano

Un’antica bottega si nasconde sotto la polvere della storia, lungo una delle stra de più antiche della Bolzano mercantile. Studio noa* trasforma questo spazio in un accogliente bistrot, in bilico fra eredità storica e finezza contemporanea, in cui è stata accentuata al massimo l’architettura originaria delle arcate che lo stesso locale omaggia con il nome “Bogen” (in tede sco “arco”). Il tutto, con l’aggiunta di un tocco romantico e bohémien incentrato sul tema floreale. Elemento cardine degli interni è un accogliente bancone lungo 7 metri disposto sotto un soffitto di cesti di fiori. Questa suggestiva composizione, che sembra riversarsi dal soffitto, è la personale ed eclettica creazione della padrona di casa Roswitha Mayr. Fra i fiori trovano posto anche lampade pendenti in rattan che richiamano il motivo del cesto. Allo spazio partecipato del grande bancone si contrappone l’intimità dei tavolini disposti lungo il lato sinistro del bistrot, al riparo degli archi e con vista sul vicolo esterno paral lelo all’edificio. La sensazione di privacy è ulteriormente marcata nella prima coppia di archi, dove le pareti sono rivestite da un tessuto con una raffinata stampa floreale e le sedute sono ricavate nelle rientranze del muro. In continuo dialogo fra passato e presente, anche per le sedie è stata privile giata l’alternanza tra nuovi pezzi in legno e stoffa e sedie vintage riverniciate.

105 |

KAIYŌ Rooftop | San Francisco

KAIYŌ Rooftop è un bar e ristorante panoramico affacciato sul lungomare di Mission Bay, a San Francisco. Il progetto, curato dallo studio californiano William Duff Architects, mescola elementi di design riccamente strutturati e una vegetazione lussureggiante che rende il locale un vero paradiso green. Il bar è il punto focale di KAIYŌ e presenta un bancone metallico progettato su misura che incornicia la scaffalatura posteriore. Piastrelle realizzate artigianal mente in colorazione verde vibrante, un piano in quarzite lumine scente e lampade intrecciate definiscono il look tropicale del locale che evoca una sensazione di evasione e leggerezza, con la complicità di divanetti e tavoli integrati e parapetti in vetro che massimizzano le splendide viste sulla città.

TREDICI PIANI DAL MOOD BOHÉMIEN

TORNI | Helsinki

Sin dalla sua fondazione nel 1931, l’Hotel Torni con i suoi tredi ci piani, ha rappresentato un importante punto di riferimento per la città di Helsinki. Nel 2018 la struttura ricettiva ha subìto una ristrutturazione completa ad opera dello studio Fyra che, guidato dalla storia dell’iconico immobile, ha ripensato gli ambienti in con tinuità con il passato ma aggiungendovi elementi contemporanei e dall’appeal sorprendente. La storia di Torni, come luogo di incontro per diversi influencer culturali finlandesi, si riflette nell’atmosfera bohémien dei bar e del ristorante. Al 13° piano dell’hotel è situato il leggendario Ateljee Bar, che offre viste in quattro diverse direzioni sui tetti di Helsinki ed è stato oggetto di rinnovamento con mate riali coerenti e superfici a specchio adatte per valorizzare le vedute sulla città. Il ristorante OR, situato al livello della strada, presenta una stratificazione di stili diversi e un uso audace del colore per creare attinenza con le opere d’arte in primo piano. L’American Bar, infine, è stato riportato alla sua posizione originaria sotto la cupola al centro dell’hotel, la cui forma è ripresa dal nuovo bancone. Qui pervade un’atmosfera avvolgente e sofisticata, esaltata dalle lampade di Paavo Tynell.

UN’OASI GREEN SUL ROOFTOP
| 106 HO.RE.CA.

SULLA STRADA DEGLI ARTISTI

Nel cuore di Roma sorge un palazzo di prestigio che affaccia su via delle Muratte, lungo il percorso che collega il Pantheon con il Parlamento e la Fontana di Trevi. Anticamente conosciuta come ‘La strada degli artisti’, qui gli atelier dei pittori convivevano con i negozi degli antiquari e i laboratori da cui uscivano creazioni di alto artigianato. In questo contesto, RPM Proget ha realizzato un importante progetto per un cinque stelle lusso, il Maalot Hotel, svi luppato sui circa 3000 metri quadrati dell’elegante palazzo storico in cui peraltro, fra il 1828 e il 1837, soggiornò il compositore Gae tano Donizetti. “Don Pasquale” - una delle più fortunate opere del compositore bergamasco - è il nome scelto per il ristorante gourmet capitanato dal giovane chef Domenico Boschi e concepito come un vero e proprio salotto tra i vicoli del centro storico romano. Non a caso, sedute, divani e complementi d’arredo creano un’immagine di residenza privata. Le sale appaiono come un’elegante galleria d’arte dove artisti noti nello scenario contemporaneo sono protagonisti alle pareti. I tavoli del ristorante sono in ceramica ricamata porto ghese, protetti da un vetro che conferisce riflessi dorati e che - insie me al ricco corredo degli specchi - crea un ambiente scenografico di grande coerenza espressiva. Anche la reception è pensata come un salotto, con tanto di caminetto e sedute. Non manca un elegante studio che contiene una ricca selezione di libri a disposizione degli ospiti.

RICERCATEZZA, CURA E INNOVAZIONE

ACQUA Restaurant | Varese

ACQUA Restaurant ad Olgiate Olona, in provincia di Varese, nasce dalla volontà di dare forma concreta alla ristorazione contempora nea creando un’esperienza multisensoriale in cui l’arte del ricevere, la ricerca delle materie prime, la cura delle ricette e lo studio dell’am biente sono alla base del progetto. Una meta per gli appassionati del gusto che vivono il ristorante come “ospiti”, più che clienti. Il pro getto si contraddistingue per la ricercatezza, la cura e l’innovazione, tre parametri declinati nel menù, negli spazi e nel servizio. Il pescato è il protagonista in tavola, mentre le cantine private raccolgono una collezione di oltre settecento etichette.

ACQUA si trova all’interno di una moderna struttura che ricorda la forma di una nave. Da un punto di vista architettonico, il ristorante si sviluppa in differenti spazi caratterizzati da esclusività e ricercatezza, restituite grazie all’impiego di materiali naturali, quali legno, pietra e acciaio. Gli ambienti creano un percorso sensoriale avvolgente, ispirato alle sensazioni trasmesse da scenari marini, in cui elementi autentici, luci funzionali ma non invadenti e preziosi dettagli di arredo disegnano la cornice ideale per abbandonarsi alla convivialità.

Entrando si raggiunge la sala principale, lo Chef Table, oltre ad un accesso riservato per la Secret Room. Lo spazio dove sono accolti gli ospiti è caratterizzato da una teca bioclimatica che contiene al suo interno un pezzo di giungla, concepita per infondere alle diverse zone una vitale varietà nel corso delle stagioni.

107 |

GREEN BUILDING

WASP WASP WASP WASP WASP WASP

WASP

Dalla maker economy al benessere collettivo

Nel 2012 Massimo Moretti, tecnico elettronico romagnolo, insieme a un gruppo di 7 neolaureati ha dato il via al progetto Wasp (World’s Advanced Saving Project). L’obiettivo? Stampare case per tutti con materiali ecocompatibili a km0, per favo rire lo sviluppo di una società fondata su un’idea di parità, meritocrazia e benessere condiviso. Avere quindi una casa come di ritto di nascita, realizzata con un’edilizia a basso impatto, a basso costo e anche con fortevole.

Una sfida che il team di WASP affronta ogni giorno, lavorando (oggi con 40 col laboratori), per divulgare le tecnologie più avanzate e incentivare l’autoproduzione tramite lo sviluppo di innovative stampanti 3D.

Massimo, ci racconti il vostro inizio? Ormai 10 anni fa abbiamo cominciato con qualcosa di piccolo, per imparare, co struendo la prima stampante per stampare argilla con componenti acquistati dal fer ramenta. Il nostro primo obiettivo è stato questo: se fossimo riusciti a raddoppiare

di anno in anno le dimensioni della casa, nel giro di 4 anni saremmo stati capaci di stamparne una vera e propria. Così il 6 e 7 ottobre 2018 a Massa Lombarda abbiamo presentato al mondo Gaia, la prima casa realizzata con terra cruda locale, una piccolissima percentuale di calce, acqua e scarti della lavorazione del riso (paglia e lolla di riso), in classe A4 e senza neces sità di riscaldamento. Addirittura dove abbiamo preso la terra per costruire Gaia si è formato un piccolo ecosistema: è nato un laghetto con i pesci, i quali producono azoto e a loro volta alimentano un giardino verticale stampato con plastiche riciclate. Gaia è stato il nostro primo successo vero, la prima conferma che il processo si può fare. È protetta da un tetto, è lì ormai da 5 anni ed è stabile.

Guardando Gaia vengono in mente le ve spe vasaie… Sì. Abbiamo preso come esempio la vespa vasaia ed anche per questo ci chiamiamo Wasp. Diamo forma a ciò che si trova su un determinato territorio in base alle pro prie esigenze e alle materie prime presenti.

Adesso stiamo lavorando in Nordamerica, in una zona con un terreno ricco di basalto, che sarà quindi il principale materiale che utilizzeremo per la costruzione. La nostra è una vespa vasaia meccanica controllata da un computer. Partendo dalle stampanti 3D di piccole dimensioni, abbiamo sviluppato quelle grandi, che possono arrivare anche a una decina di metri d’altezza.

Puoi descriverci queste stampanti 3D? Nonostante la grandezza - l’ultima stam pante realizzata potrebbe essere paragonata ad una gru impiegata nei cantieri - essendo controllate da un computer, garantiscono una precisione millimetrica tramite i si stemi di estrusione. Con la stampante 3D posso decidere dove e come depositare un determinato materiale e anche la sua quantità tramite una macchina. Il materiale che la stampante andrà a stampare poi potrà essere anche tritato e stampato di nuovo, utilizzando lo stesso prodotto. Le nostre stampanti sono continuo oggetto di evo luzione e sono anche il risultato di osserva zioni. Si tratta di un sistema che è poten zialmente infinito come dimensioni perché

01
| 112 GREEN BUILDING
Chiara Poggi
113 |
| 114 GREEN BUILDING

è costituito da moduli. Quando si utilizza una stampante 3D si può estrudere calce, ma anche altri tipi di materiali. Noi abbia mo spostato la nostra ricerca sull’estrusio ne di materiali compositi, ovvero formati da più materiali con caratteristiche diverse.

Quali sono le principali differenze tra Gaia e Tecla, il progetto in collaborazione con Mario Cucinella Architects?

Gaia è stata una ricerca prevalentemente di materiale. Per questa prima realizzazio ne avevamo stampato una forma tonda, molto semplice. Poi è arrivata la sfida di Tecla, dove abbiamo alzato enormemente l’asticella a livello tecnico. Non è più un muro che sale ma è una forma a doppia cu pola che si compenetra ed è stampata con due stampanti che lavorano in maniera collaborativa senza mai andare ad urtarsi. Stampanti molto più performanti, tecni che, avanzate. Di solito le cupole si fanno con le armature, noi ne abbiamo eretta una prevalentemente con terra stampata, riuscendo anche a terminare il progetto con un grande risultato estetico. È un progetto comunque provvisorio, che cambierà ancora.

Alla base del progetto c’è un forte credo sull’economia circolare, giusto?

Sviluppiamo processi di costruzione basati sui principi dell’economia circolare e della fabbricazione digitale. Il progetto è nato con autofinanziamento. È la nostra visione a generare il progetto, che si trasforma poi in prodotto, il quale a sua volta alimenta e finanzia la visione. Infine, la nostra visione promuove i prodotti stessi creando un cir colo perfetto. Abbiamo sviluppato macchine fatte apposta per trasformare rifiuti in risorse. Tritare rifiuti e farne oggetto.

Avete incontrato delle problematiche nel vostro settore in Italia?

I principali problemi sono di natura nor mativa e burocratica. La casa stampata 3D,

115 |

che è sperimentale, secondo la normativa è inaccettabile: non si possono fare espe rimenti sulle case. È difficile uscire dalla sperimentazione perché ci sono normative molto restrittive che dovrebbero tenere più conto della velocità delle innovazioni. Le nostre case, tanto per dare l’idea, sono fat te di terra, paglia e sole. E in Italia terra e paglia vengono considerati rifiuti.

Quali sono, invece, i paesi più ricettivi attualmente?

In questo momento sicuramente Dubai, Emirati Arabi; con l’Expo 2020 questi paesi hanno avuto un boom per il nostro mercato. Contemporaneamente ci sareb bero migliaia di richieste alle quali non ri usciamo a rispondere, in attesa di capire gli sviluppi della normativa.

Oltre all’edilizia, quali sono gli altri cam pi di azione in cui è attiva WASP? Fare le cose in maniera digitale, quindi depositare la materia nella forma necessaria, può essere declinato in infiniti campi trasversali. Lavoriamo per il diritto al cibo, alla salute, all’energia, al lavoro e alla cultura. Un settore molto importante sul quale stiamo puntando è il medicale. La stam pa 3D è particolarmente adatta per creare prodotti che si adattano perfettamente al corpo umano. La fabbricazione digitale co adiuvata dalla stampa 3D riguarda perciò tutti gli ambiti che possono aiutare l’uomo a provvedere alle proprie necessità e mi gliorare le proprie condizioni di vita.

Siete nati a Massa Lombarda, nell’entro terra romagnolo e siete arrivati a un livello internazionale. Come ci siete riusciti? Tenere sempre alta la visione su un obiettivo così grande, così “irraggiungibile”, ci ha portato a fare dei passi, delle scelte apparentemente insostenibili per le grandi aziende. Abbiamo scoperto che invece ge neravano una economia ancora più sana. È stata una sorpresa anche da parte nostra vedere che ci siamo riusciti.

Avete anche un e-commerce? Riuscite a

vendere bene online prodotti così inno vativi?

Sì. Chiaramente i prodotti di alta fascia servono più che altro per farci conoscere. Ma le macchine più piccole si vendono, i pezzi di ricambio anche. Sono cose innova tive ma è anche vero che al momento pro dotti come i nostri si trovano solo da noi.

Avete qualche altra case history per quanto riguarda il settore delle costruzioni?

In Germania abbiamo appena realizzato una casa/opera d’arte, “The House of Dust” la prima ed unica opera d’arte tem poranea, vivibile e sostenibile interamente stampata in 3D a base di materiali natu rali. È stato piacevole rappresentare l’Italia nel paese della meccanica.

Avete collaborato anche con il Burning Man, Festival, che si svolge ogni anno dal 1991 presso Black Rock City, nel deserto del Nevada. Come è stata questa collabo razione?

È una delle iniziative più simili a noi: un gruppo di persone che si trovano in un posto e creano bellezza, servizi reciproci e poi se ne vanno e lasciano quel posto pulito come quando sono arrivati. Quindi quando ci hanno chiesto di collaborare per noi è stato un onore. Abbiamo fornito la stampante per il “cuore” del Burning Man Temple, uno dei luoghi più significativi del festival. Gli elementi sono stati stampati in 3D con materiali bio plastici ricavati dal mais”.

Può la tecnologia di stampa agevolare la bioedilizia?

Ci sono grossi interessi in questa direzione, quindi non è solo una cosa auspicabile ma anche possibile e gli obiettivi sono sempre più grandi. Impostare un altro modo di costruire anche con il concetto apparente mente tabù - il cui superamento implica diversi passaggi culturali - dell’imperma nenza degli oggetti. Perché una casa deve durare per sempre? Si potrebbe realmente costruire una casa che dura quando vo gliamo, per riciclarla basterebbe togliere

| 116 GREEN BUILDING
117 |

la protezione e lasciarla sciogliere. Come sarebbe un abitato che non lascia rovine? Questa è tutta innovazione che stiamo cercando di dimostrare sul campo. Una nuova edilizia deve essere per prima cosa non impattante per il territorio. Adesso stampiamo con l’ausilio della calce, ma andando avanti stiamo provan do a fare stampe interamente in ter ra. La casa deve poter diventare di nuovo terra coltivabile.

| 118 GREEN BUILDING
119 |

TECLA

02

Un’abitazione ecosostenibile in terra cruda stampata in 3D

ph. Iago Corazza

Ispirato metaforicamente a una delle città invisibili di Italo Calvino – la città in continua costruzione –, il nome TECLA evoca il forte legame tra passato e futuro unendo la materia e lo spirito di antiche dimore senza tempo con il mondo della produzione tecnologica del XXI secolo.

Nata da un progetto di Mario Cucinella - Fondatore e Direttore Creativo di Mario Cucinella Architectse da una visione di Massimo Moretti - Fondatore di WASP -, TECLA risponde alla sempre più impellente emergenza climatica, al bisogno di abitazioni sostenibili a km 0 e al grande tema globale dell’emergenza abitativa cui si dovrà fare fronte, specie nei contesti di crisi generati ad esempio dalle grandi migrazioni o da catastrofi naturali.

Sita a Massa Lombarda (Ravenna), TECLA si propone come innovativo modello circolare di abitazione in cui confluiscono le ricerche sulle pratiche costruttive vernacolari, lo studio del clima e dei principi bioclimatici, l’uso di materiali naturali e locali. È un progetto a emissioni quasi zero: il suo involucro e l’utilizzo di un materiale totalmente locale ha permesso di ridurre sprechi e scarti. Questo e l’uso della terra cruda fanno di TECLA un esempio pionieristico di abitazione a basse emissioni di carbonio.

Mario Cucinella Architects ha esplorato soluzioni abitative non soltanto in termini estetici formali ma studiando la forma dell’edificio in relazione al clima e alla latitudine. La composizione della miscela di terra risponde alle condizioni climatiche locali e il riempimento dell’involucro è parametricamente ottimizzato per bilanciare la massa termica, l’isolamento e la ventilazione a seconda delle necessità imposte dal clima. 123 |
| 124 GREEN BUILDING

“Ci piace pensare che TECLA sia l’inizio di una nuova storia, sarebbe veramente straordinario dar forma al futuro attraverso la trasformazione di questa materia antica con le tecnologie che abbiamo a disposizione oggi.

L’estetica di questa casa è il risultato di uno sforzo tecnico e di materia, non è stato un approccio solo di natura estetica. É una forma onesta, una forma sincera.”

125 |

TECLA è una composizione di due ele menti continui che attraverso un segno fluido e ininterrotto fino alle coperture culminano in due lucernari circolari che veicolano la luce zenitale. La forma pecul iare, dalla geometria di insieme alle creste esterne, ha permesso l’equilibrio struttur ale della costruzione, sia durante la fase di stampa 3D dell’involucro che una volta completata la copertura, dando vita ad un design organico e visivamente coerente.

Con un’area di circa 60 metri quadrati, accoglie una zona giorno con cucina e una zona notte con servizi annessi. Gli arredi, in parte stampati in terra locale assieme all’involucro e integrati nella struttura in terra cruda, e in parte studiati per essere riciclati o riutilizzati, rispecchiano la filo sofia di modello circolare di abitazione.

La ricerca tecnologica di WASP, specializ zata nella stampa 3D di terra a Km0, ha por tato alla tecnologia di stampa 3D collabo rativa denominata Crane WASP, la prima al mondo modulare e multilivello proget tata per costruire in maniera collaborativa opere edilizie. TECLA è dunque il primo modello innovativo di abitazione costruito impiegando simultaneamente due bracci stampanti sincronizzati nell’ambito di una costruzione, il tutto grazie ad un software in grado di ottimizzare i movimenti evitan do collisioni e garantendo l’operatività in simultanea. Il sistema viene configurato in base alle esigenze di progetto e definisce la struttura di un cantiere sicuro ed efficiente. Ogni unità stampante ha una superficie di stampa pari a 50 metri quadrati e rende quindi possibile la costruzione di moduli abitativi indipendenti, in pochi giorni.

L’involucro di TECLA può essere sintetiz zato in: 200 ore di stampa, 7000 codici macchina (G-code), 350 strati di 12 mm, 150 km di estrusione, 60 metri cubi di materiali naturali per un consumo medio minore di 6 kW.

| 126 GREEN BUILDING
127 |

MC A - Mario Cucinella Architects

Fondato nel 1992 a Parigi da Mario Cu cinella, lo studio MC A -Mario Cucinella Architectsha oggi sede a Bologna e Milano ed è composto da oltre 100 professionisti. MC A è specializzato nella progettazione architettonica che integra strategie am bientali ed energetiche, avvalendosi di un dipartimento di R&D interno, che indaga i temi della sostenibilità secondo un ap proccio olistico.

Lo studio ha realizzato progetti in Europa, Cina, Africa del Nord e Centrale, Medio Oriente e Sud America.

MC A ha in corso di progettazione e/o co struzione circa una cinquantina di proget ti. Fra i quali: il nuovo Centro direzionale Unipol, Il Progetto residenziale e ad uso misto SeiMilano; il Museo Etrusco Fon dazione Rovati, il nuovo Polo chirurgico e delle urgenze dell’Ospedale San Raffaele, tutti a Milano. E’ inoltre in corso il progetto del Polo Universitario della Valle D’Aosta ad Aosta e due torri ad uso residenziale e uffici “Viertel Zwei” a Vienna, due progetti residenziali a Tirana e vari progetti privati nel Middle-east.

Nel 2015 Mario Cucinella ha fondato SOS - School of Sustainability, un centro di formazione post laurea per creare figure professionali nel campo della sostenibili tà. SOS collabora in sinergia con MC A.

Nel 2018 è stato lanciato MC D - Mario Cucinella Design specializzato sul tema del riciclo e dell’economia circolare con all’at tivo numerose collaborazioni con le più note aziende del Made in Italy.

Partner di TECLA

Partner Istituzionale Comune di Massa Lombarda, Ravenna In collaborazione con SOS – School of Sustainability - : Ricerca di Ecosostenibilità Capoferri Serramenti: Serramenti Cefla: Soluzioni Elettriche Frassinago: Progetto di Allestimento del Verde Imola Legno: Finiture in Legno Lucifero’s: Progetto di Illuminazione Mapei: Ottimizzazione Miscela Involucro in Fase di Stampa 3D Milan Ingegneria: Ottimizzazione Geometria Costruttiva per Struttura Auto-Portante

Officine Tamborrino: Sedute di Cartone Riciclato Orange Fiber: Tessuti di Arredo Primat: Pavimentazione in Terra Cruda

Rice House: Bio-Materiali Termoisolanti Involucro, provenienti dagli scarti della coltivazione del riso - lolla di riso e paglia di risoSaib: Tavolo su Misura in Legno Riciclato

Ter Costruzioni: Impresa di Costruzione con WASP

129 |

SUNOO TEMPLE HOUSE Mumbai

03

Un luogo d’incontro tra uomo, ambiente e spiritualità

Una casa con un tempio privato nel giardino e un tetto verde che diviene parte del paesaggio naturale, un luogo nel quale la relazione tra l’uomo, la spiritualità e l’ambiente è ridefinita ar monicamente: è Sunoo Temple House, il risultato di due anni di lavoro a firma dell’architetto internazionale Saket Sethi, di Saket Sethi Design & Archilogics Design.

Sunoo Temple House è un prototipo di casa nel quale è possibile produrre il proprio cibo e generare l’energia necessaria per coprire i consumi. L’edificio si trova nella periferia di Mum bai, circondato da risaie e con un giardino non sul tetto, ma come tetto. Con i suoi rampicanti sviluppati tutt’intorno all’edificio come tende, Sunoo Temple House è un contesto residenziale in cui la natura contribuisce al comfort interno: il giardino, ad esempio, consente di mantenere la temperatura sempre piacevole, anche durante i giorni più caldi. A pochi passi di distanza si erge l’originale tempio dalla forma ovale, con una struttura interna a spirale che richiama il concetto dell’indivisibilità. La superficie esterna, ispirata ai colori delle galassie, è realizzata con mosaico Bisazza.

Gli ambienti della casa sono impreziositi da manufatti provenienti da viaggi condotti tra l’Italia e Bali e antichità già in possesso del cliente. Gli arredi dal design contemporaneo convivono armoniosamente con mobili d’antan riportati a nuova vita, nel rispetto della filosofia sostenibile che ha guidato l’intero progetto e del concetto di upcycling. Non mancano elementi creati su misura, come il tavolo da pranzo concepito da Saket Sethi appositamente per Sunoo Temple House usando componenti metallici tagliati a laser, come pezzi di un puzzle che si incontrano in un incastro perfetto. Ogni elemento all’interno della casa è studiato per rivelarne una parte del carattere, senza che esso sovrasti l’atmosfera dettata dal paesaggio circostante.

Il progetto ha segnato l’inizio di una lunga serie di case green per Sethi, che racconta: “Dob biamo tutti iniziare ad ascoltare la natura, in qualsiasi modo possiamo. Anche con un piccolo ap pezzamento di terra, vivere in modo sostenibile è una strada possibile”.

| 132 GREEN BUILDING
133 |
| 134 GREEN BUILDING

Sake Sethi è il fondatore e direttore di Archilogics, un collettivo di designer con sede a Mum bai, Barcellona e presto anche a Milano. È l’unico architetto indiano a condurre due show televisivi simultaneamente: “Luxe Interiors” di NDTV GoodTimes e la seconda stagione dello show di makeover “Design HQ”, di Fox Life.Facendo incontrare in un unico linguaggio l’e stetica e la cultura indiana, Saket Sethi trasforma ogni ambiente in un dialogo tra il mondo materiale e quello spirituale. Saket è laureato in Architettura presso la Woodbury University, LA; ha studiato Digital Design alla UC Berkeley e Interior Design alla NYU. Ha fatto tirocini con Eric Owen Moss, Frederick Gibson e KMD Architects.

135 |

RICEHOUSE

dagli scarti del riso alla casa

04

Creare materiali per l’edilizia e l’architettura dai sottoprodotti della coltivazione del riso è il core business di RICEHOUSE, star tup piemontese fondata nel 2016. Tutto il processo parte dalla natura e non produce rifiuti, inoltre pone l’uomo al centro di un ciclo produttivo etico e sostenibile. Un’idea che guarda ai materiali naturali del passato per ripensare le abitazioni del futuro. Abbiamo intervistato l’Architetto Tiziana Monterisi – CEO & Co-Fouder della star tup.

Ci racconta più nel dettaglio la vostra atti vità e com’è nata?

L’idea di RICEHOUSE è nata molto prima della sua nascita. Sono una nativa ecologica e da quando ho iniziato la professione di ar chitetto, ho sempre cercato di indirizzarmi verso una architettura che potesse essere sana per l’uomo e per l’ambiente. Nel 2008 mi sono trasferita a Biella e osservando le risaie intorno e gli scarti della produzione risicola che rimanevano sui campi, destinati a essere bruciati perché inadatti all’alleva mento, ho pensato che potessero essere utilizzati in edilizia. In fondo negli Stati Uniti già da tempo veniva usata la paglia di altri cereali in questo ambito. Da questa idea nel 2016, per volontà mia e del mio compagno Alessio Colombo, geologo per formazione, è nata la nostra realtà imprenditoriale, che trasforma gli scarti del riso in materiali per la bioedilizia adatti a tutti i tipi di costruzioni. Da allora abbiamo brevettato e industrializ zato circa 20 prodotti che vanno dai ter mo intonaci agli isolanti, dai telai in legno e paglia di riso alle finiture in lolla-calce, alle malte e ai massetti alleggeriti. In poche parole tutto ciò che serve per un edificio, tranne la parte strutturale. Infatti, a cau sa delle norme antisismiche, la Normativa Italiana non consente di utilizzare la paglia come struttura portante, bensì è obbliga torio progettare una struttura portante in cemento armato, in acciaio o in legno (che noi prediligiamo essendo un materiale na turale) ed utilizzare le balle di paglia come isolante”.

I vostri materiali hanno ricevuto tutte le certificazioni previste?

Tutti i nostri materiali sono certificati a marchio CE. Il mio impegno di questi anni è stato quello di riuscire a fare dialogare il materiale naturale con il mondo e con le regole di un cantiere di edilizia, un ambien te da sempre molto tradizionalista. I pro fessionisti devono avere tutti i valori tecnici certificati e dall’altra parte il costruttore ha tutte le certificazioni che gli servono per essere sereno e garante di quello che sta costruendo”.

Le aziende agricole forniscono e stoccano la materia prima, poi ci sono le aziende di produzione che realizzano le linee del pro dotto. Fate tutto in Italia? Sì. L’agricoltore e il risicoltore che ci forni scono paglia e argilla sono tra Biella e Pa via perché in questa zona c’è il 92% della produzione italiana di riso. La riseria Riso Gallo ci fornisce alcuni sottoprodotti. Poi abbiamo i centri di produzione che ad oggi si localizzano nel nord Italia tra Varese, Ve rona, Modena. Imprese italiane attive da tantissimi anni, con le quali abbiamo messo a punto il processo industriale per il nostro prodotto marchiato RICEHOUSE”.

In che modo RICEHOUSE rappresenta un esempio concreto di economia circolare? Ci impegniamo a prendere le materie pri me dall’ambiente, trasformarle, utilizzarle, smaltirle, per poi re-immetterle nell’am biente stesso da cui sono state prelevate. Un futuro sostenibile si costruisce attra verso l’utilizzo di materiali che siano a zero impatto ambientale, sfruttando quello che la natura e i sottoprodotti delle lavorazioni primarie mettono a disposizione. Ogni et taro di risaia produce sette ettari di riso e dieci tonnellate di scarti, quindi non sottra iamo niente al nutrimento ma utilizziamo gli scarti, la materia grigia è a bilancio zero”.

Avete già ricevuto dei riconoscimenti? Ricehouse è tra le vincitrici di “Be Heroes”, programma promosso da Intesa Sanpaolo,

ed è sostenuta da Impact Hub. Siamo una società benefit per statuto e siamo in attesa della certificazione B Corp”.

E per quanto riguarda i costi?

Le nostre case non costano il doppio dei materiali chimici. Sono simili a quelli dei materiali standard. La casa può costare mediamente un 5 per cento in più sul pro dotto finale, ma con risparmio nel lungo termine sui costi di gestione della casa. Un costo irrisorio pensando ai benefici”.

Come siete strutturati?

Siamo un team di 16 persone che si oc cupano di tre unità: progetto, prodotto e open innovation. Chi si occupa di progetto lo fa perché oggi l’utente chiede a noi di se guire realmente il “chiavi in mano”. Ades so ne abbiamo in essere una ventina, che vanno da case unifamiliari a riqualificazioni di palazzi. Grazie al 110% siamo lavorando moltissimo all’efficientamento energetico. Chi si occupa di prodotto gestisce la filiera, quindi la raccolta dello scarto e la produzio ne, oltre alla ricerca e alla messa a punto di nuovi materiali. L’open innovation invece è un gruppo di ricerca che lavora con grandi imprese che cercano di capire come diven tare sostenibili e come noi con i nostri scarti possiamo rendere il loro lavoro più soste nibile.

Quali sono i vantaggi di questi sistemi? Ci sono dei vantaggi innanzitutto tecnici perché i nostri materiali sono molto effi cienti dal punto di vista energetico e quindi le case non hanno bisogno di un riscalda mento in inverno o di un condizionatore in estate. Questo vuol dire riduzioni di costi di gestione. Gli altri vantaggi sono di benes sere personale perché realizzando l’edificio in questo modo la casa è molto sana, non si forma quell’inquinamento interno che purtroppo è dato dai materiali sintetici. Dal punto di vista ambientale i benefici sono tantissimi perché riduciamo l’estrazione di materie prime vergini e il consumo di acqua potabile. Inoltre ad oggi la paglia la bruciano

| 138 GREEN BUILDING
139 |
| 140 GREEN BUILDING

in campo, quindi emettendo c02. Utiliz zandola per creare materiali edili, ne evitia mo l’immissione.

Può citarci qualche esempio di vostro pro getto?

Cito sempre casa nostra che è stato il pri mo grande edificio dove abbiamo speri mentato tutto. La casa è fatta con gli scarti del riso. Si tratta di una abitazione ristruttu rata e portata in classe energetica A grazie al cappotto in paglia di riso che abbiamo fatto nelle zone più fredde esposte a nord, mentre per la parte a sud abbiamo preferito un cappotto in intonaco in calce e lolla, cioè la pelle del chicco. La casa non ha riscal damento né impianto di condizionamento e né allaccio gas, ma con il cappotto alle fi nestre a triplo vetro e il fotovoltaico siamo ad impatto zero.

Poi abbiamo il caso zero in Valle d’Aosta a Chamois, a 1.816 metri di altezza. Battez zata Casa UD, non necessita né di riscal damento, né di un impianto di condiziona mento pur essendo a più di 1.800 metri, perché, così come casa nostra, mantiene al suo interno una temperatura conforte vole durante tutto l’anno. Un progetto di cui andiamo particolarmente fieri e che ha vinto molti riconoscimenti tra cui il Premio Sostenibilità 2017 nella categoria Edilizia Ristrutturazione/Restauro.

Altro progetto molto interessante, nato dalla collaborazione con WASP, è stata la realizzazione della prima casa ecosostenibi le stampata in 3d, Gaia. L’utilizzo di mate riali naturali come la terra cruda, il legno e scarti provenienti dalla filiera produttiva del riso, ha permesso di ottenere un modello altamente performante, poi replicato con Tecla, nata dalla collaborazione tra Mario Cucinella Architects e WASP.

Siete più orientati verso il cliente privato o contract?

Al momento verso il “biocliente”, ovvero il cliente privato che chiede al proprio co struttore, al proprio architetto di voler co struire con i nostri materiali. E quindi poi il costruttore ci chiama.

L’Italia è un paese ricettivo da questo pun to di vista? Che risposte avete sul mercato internazionale?

L’Italia è un paese culturalmente non così avanti verso l’edilizia sostenibile ma c’è un’attenzione verso le costruzioni in legno per cui al momento siamo al quarto posto in Europa. Abbiamo intrapreso una aper tura dei mercati verso la Svezia, paese già culturalmente pronto a recepire questa ti pologia di materiali e tecnologie insieme a Francia, Germania e agli altri paesi nordici, fino addirittura al Giappone. Da quest’an no, ad esempio, la Francia impone che il 50% dei materiali in tutti gli edifici pubblici debba essere di origine naturale.

Quali sono le sfide di Ricehouse per il fu turo?

Con i nostri prodotti miriamo a diventare un punto di riferimento internazionale per il mondo della bioedilizia e dell’architettura sostenibile. Ricehouse è la dimostrazione concreta che gli scarti della filiera produt tiva, lungi dall’essere privi di valore, possono essere riutilizzati con consapevolezza e in telligenza per dare vita a prodotti innovativi capaci di trasformare e migliorare un setto re consolidato come quello dell’edilizia.

141 |

CASA NEMINI TENERI

05

Una residenza siciliana rivestita in sughero

Immersa nella campagna tra carrubi e alberi di ulivo, Nemini Teneri è la prima residenza in Sicilia interamente rivestita con pannelli di su ghero, dotata di un lago artificiale che fornisce acqua depurata e una piscina naturale.

Il progetto preliminare e definitivo nasce dalla penna dell’arch. Gio vanni Benedetti con ErranteArchitetture (Arch. Sarah Becchio, Arch. Paolo Borghino), mentre il progetto esecutivo, il progetto strutturale, la scelta dei materiali, la progettazione degli impianti, la progettazione di tutti i dettagli architettonici e strutturali, il disegno degli arredi e degli spazi esterni e la direzione dei lavori hanno visto la collaborazione di una serie di professionisti locali tra cui l’Ing. Giorgio Scrofani, l’Ing. Raffaele Giannone, l’arch. Francesco Giunta, l’archi tetto Tommaso Verdesca di progettazione Monbois e lo studio di ar chitettura Darch2 degli architetti Viviana Pitrolo e Danilo Demaio. Il sughero regala all’involucro architettonico un aspetto pulito, rigo roso e ben integrato con la natura circostante, restituendo la massi ma efficienza energetica. La struttura è realizzata in legno con tec nologia X-LAM, in linea con la sensibilità architettonica della famiglia proprietaria che mira ad ottenere una residenza a basso impatto energetico, capace di garantire un ottimo isolamento acustico e una superiore capacità di resistenza sismica. Il legno come materia prima rinnovabile e naturale, offre un comfort abitativo unico grazie all’altissima tenuta all’aria, al buon isolamen to termico in tutti i periodi dell’anno, alla totale assenza di emissioni tossiche ed ad una buona regolazione del livello di umidità in tutti gli ambienti in quanto capace di assorbire o rilasciare la quantità di vapore necessario. Architettonicamente, la casa mostra il suo carattere estremamente minimalista accostando e fondendo tra loro materiali come legno, sughero, cemento, pietra e ferro, che rivelano la loro matericità sen za compromessi e senza finzioni, esternando la forte influenza stili stica propria delle architetture della scuola BauHaus tanto a cuore alla famiglia proprietaria. Tutti i materiali utilizzati per la costruzione si presentano cosi come sono, lasciando che la loro funzione “strut turale” faccia trasparire in modo puro l’essenza stessa del progetto architettonico, fedele al concetto di “less is more”. I due setti curvi in cemento armato volutamente lasciati a faccia vista sono da inten dersi come una vera e propria scultura che si pone in contrasto con l’involucro in sughero, la natura circostante e la pietra locale, altro elemento caratterizzante del progetto. Internamente tutti gli spazi sono concepiti per essere abitati e vissuti nella quotidianità, così come gli arredi che vengono pensati e messi in opera evitando ornamenti eccessivi, riportando all’interno i materiali

| 144 GREEN BUILDING
145 |

utilizzati esternamente come il ferro e il legno, questa volta trattato con cera d’api naturale per nobilitarne maggiormente la superficie. Grande cura e sensibilità viene inoltre posta per i rivestimenti in terni sui quali si adagiano strati di juta e calce naturale trattati ma nualmente, che offrono all’insieme un aspetto morbido, distinto ed accogliente che magnificamente giocano in contrasto con la pavi mentazione realizzata in cemento industriale elicotterato e con la parete della zona cucina rivestita interamente in ferro. Tutti gli ambienti interni sono serviti da un impianto di ventilazione meccanica controllata, che assicura il regolare ricambio dei flussi d’aria e regola l’umidità garantendo un’altissima qualità della stessa. Il risultato è un ideale equilibrio termico e igrometrico a vantaggio di una maggiore efficienza ed il conseguente risparmio energetico La posizione e l’esposizione della struttura hanno indotto la proprietà

a scegliere di non installare un impianto di refrigerazione artificia le, in modo da poter godere di una casa al mare su un’isola dove la ventilazione esiste ed è naturale. La struttura della casa è pensata per ricevere un ulteriore scambio d’aria naturale grazie alle correnti incrociate che vengono a crearsi per la presenza delle grandi vetrate poste sui due fronti dell’immobile. È così possibile assorbire il clima Mediterraneo lasciando aperta la casa, trovando riparo dal sole an che all’interno di essa negli spazi cucina e veranda, senza barriere con la bellezza della natura esterna.

L’impianto architettonico, la posizione della struttura, le ampie ve trate e gli affacci sono stati pensati per mantenere il contatto visivo con il mare ed il panorama circostante. In qualsiasi posizione ci si trovi all’interno della proprietà si viene infatti rapiti dalle bellezze naturali del luogo.

| 146 GREEN BUILDING

Il progetto nel suo insieme è stato pensato per creare una vera oasi di biosostenibilità e relax: il lago, la piscina, il giardino e il verde cir costante seguono tutti la stessa filosofia di rispetto della natura e si integrano al fine di ottenere un ecosistema utile a se stesso.

La costruzione del lago, oltre a diventare un tutt’uno con il giardi no, diventa strumento di fitodepurazione dell’acqua della piscina, un couloir de nage di 20 metri di lunghezza per 3,10 metri di larghezza, dove si può nuotare in totale privacy godendo del piacere di un’acqua non trattata con nessun agente chimico o altra sostanza, che lascia una straordinaria sensazione di freschezza sulla pelle.

La vegetazione scelta per ornare il giardino, segue il concept del pro getto ed è stata scelta in modo da evitare lo spreco d’acqua, utiliz zando piante endemiche di tipologia arido – resistente, che necessi tano di poca o in alcuni periodi di nessuna irrigazione.

Materiale utilizzato

Pannelli CORKPAN MD FACCIATA sp. 4cm Tecnosugheri

147 |

ARCHI-PEOPLE

Paolo Asti

06
ph. Andrea Cherchi

NUOVA VITA AL PALAZZO

Poter riqualificare “per pezzi” Milano, la città dove sono nato, nel tenta tivo di rigenerarla, è sempre stata la molla principale della mia attività di architetto. La mia storia professionale sostanzialmen te si sviluppa proprio sull’esistente, nel contesto estremamente stratificato della città storica.

Il contesto e il riuso sono due temi fondamentali su cui confrontarmi; i miei in terventi milanesi, circa 70 progetti, recu perano - attraverso il progetto - la presenza storica degli edifici, magari anche demo lendoli e ricostruendoli ex novo, però, di fatto, ricuciono un tessuto urbano che a vario titolo ha la necessità di essere riequili brato negli usi, nelle forme e nei materiali. Il tessuto urbano, proprio perché è “tessu to”, non ha bisogno di strappi. L’eccezione e la gestualità progettuale, a mio parere, rappresentano un momento di debolezza nel tessuto.

Mi piace definire il mio modo di progettare come “architettura gentile”, ovvero che non contrasta mai in maniera eccessi va, che utilizza materiali locali, che prova a reinterpretare le basi compositive della facciata italiana, un’architettura legata in qualche modo alla mia persona (mi ritengo una persona gentile come approccio).

Nel mio lavoro mi occupo di real estate, di ristrutturazioni immobiliari: tutte le mie architetture sono dei prodotti mirati alla vendita o all’affitto

che devono essere resi appetibili al cliente attraverso una logica di controllo, di con tenimento dei costi sia in termini di can tiere sia in termine di “post vendita” intesa come “vita del palazzo” che secondo me è diventato il dato più importante della fase di progettazione.

Migliorare la “qualità del palazzo” signi fica valorizzarne l’estetica, considerare gli aspetti tecnologico, prestazionale, la crescita degli investimenti di chi ci abiterà, l’utilizzo dei materiali e delle tecnologie che mettano in condizione di avere un rappor to ecologicamente intelligente con l’intor no, dove i primi beneficiari saranno i pro prietari dell’immobile e i paralleli fruitori saranno i cittadini che ne avranno quanto meno un godimento estetico. Milano è una città il cui attivismo im mobiliare è talmente alto che vale la pena mantenere gli immobili e investire nel le ristrutturazioni. Abbiamo concluso lo scorso anno il progetto di riqualificazione dell’iconica Torre Tirrena progettata negli anni Cinquanta dai fratelli Soncini, ora Liberty Tower, sviluppato da Hines Italy, che ha restituito al centro storico - insieme al flagship store Apple di Foster + Partnerla nuova centralità di piazza Liberty, a due passi dal Duomo. Più di recente abbiamo recuperato gran parte dell’isolato, denso di storia, compreso tra via Moscova e via Solferino: da sede della Società cooperativa delle sete era stato convertito in una Banca. Il nostro progetto, sviluppato da Savills In vestment Management SGR, oggi ridise gna il fronte strada, la grande corte coperta e la nuova copertura vetrata.

| 150 GREEN BUILDING
151 |

Un altro esempio emblematico è la riqua lificazione della Torre Velasca, opera dei BBPR, fino dalla sua edificazione dal 1956 al 1958, simbolo di Milano e della ripresa post-bellica, che costituisce una icona ar chitettonica da sempre parte integrante del panorama architettonico milanese. Dopo oltre due anni di progettazione da parte del nostro studio - in costante confronto con la proprietà, Hines, e con la Soprintendenza Archeologica, Belle Arti e Paesaggio – 20 mesi di lavori, analisi materiche, studi documentali storici, recentemente è stata restituita alla città di Milano dopo lo smantellamento dei teli che l’avevano rico perta per consentire il delicato e comples so lavoro di restauro. Poi continueranno i lavori al suo interno che si concluderanno entro il 2023.

In questo caso, la preesistenza è l’espres sione dell’essenza stessa della rinascita Ar chitettonica (e non solo) della Milano del dopoguerra, una responsabilità importante che mi riempie di orgoglio e di stimolo a restituire a Milano il suo gioiello riportan-

dolo agli antichi fasti. Dal 1958, la Torre Velasca non era mai stata oggetto di opere di risanamento, ma nutenzione e riqualificazione. Gli agenti atmosferici degli ultimi 70 anni hanno tuttavia profondamente deteriorato la fac ciata dell’edificio che ormai aveva perso i colori originari, caratterizzati da tonali tà cangianti in grado di variare a seconda della luce nelle diverse ore del giorno. Per riuscire a restituire la tonalità autentica che dominava lo skyline milanese alla fine degli anni ‘50, il team di lavoro ha condotto analisi scientifiche materiche sull’intona co, studi sul campo, ricerche storiche do cumentali e recuperato testimonianze per ripristinare tutti gli elementi che costitu iscono la facciata. L’intonaco individuato è stato successivamente studiato con Ma pei al fine di creare un legante ad hoc, che prende proprio il nome di legante Velasca, in grado di restituire quel particolare colo re “rosa-grigio” finale atteso.

La riqualificazione degli edifici e del tes suto costruito fa parte del concetto stesso

di architettura intesa come un organismo vivente. “Ridare vita a un edificio” è un’o perazione che in futuro diventerà sempre più importante: credo che il nuovo busi ness italiano, infatti, non sia più quello di costruire il nuovo ma di dare un senso al patrimonio edilizio esistente.

| 152 GREEN BUILDING
ph. Giacomo Albo Stefano Gusmeroli

Paolo Asti nasce a Milano il 4 settembre 1963 e si laurea in Architettura al Politecnico di Milano nel 1990. Dopo la pri ma esperienza progettuale presso Gregotti Associati, nel 2004 fonda a Milano lo studio “Asti Architetti” oggi in via Sant’Or sola 8, nel cuore della città. È l’architetto del real estate, della committenza privata, dalle banche alle assicurazioni, ai grandi operatori immobiliari che vedono negli investimenti in città grandi opportunità di business, ma è soprattutto un professionista attento e sensibile che si occupa della ristrutturazione e della ri-funzionalizzazione di palazzi storici cercando di interpretare al meglio le norme urbanistiche vigenti e le esigenze attuali dell’abitare che si è ritagliato un ruolo di tutto riguardo come “riqualificatore e trasformatore dell’esistente” nell’intento di riportare gli edifici a nuova vita e nella convinzione che gli immobili abbiano una loro potenziale continuità storica, che non debba necessaria mente passare tramite la demolizione. Nel corso degli anni, infatti, l’attività di Asti Architetti si è andata specializzando proprio verso il recupero del patrimo nio edilizio puntando a dare nuova dignità architettonica ad edifici preesistenti. In questo senso sono già numerosi gli im mobili di pregio siti nel cuore di Milano che sono stati oggetto di un restyling che rispondesse alle esigenze di un rinno vamento architettonico e di un adeguamento funzionale pur nel rispetto della specificità originaria dell’edificio come per esempio l’ex Palazzo delle Poste in piazza Cordusio, ora sede di Starbucks, il recupero

dell’ex Banco di Roma in piazza Edison, la riqualificazione della vecchia struttura anni Trenta in via Fabio Filzi 29, op pure il restyling della ex Torre Tirrena degli anni ’50 in Piazza Liberty e il restauro della Torre Velasca. L’attività dello studio che attualmente conta un nucleo opera tivo di circa 60 persone, spazia dal residenziale alla progettazione di uffici, al commerciale e si concentra in particolare su operazioni di riqualificazione di interi fabbricati storici realizzati tra gli anni Trenta e Sessanta nel cuore di Milano. Le scelte progettuali sono caratterizzate da un forte rispetto ed una spiccata sensibilità per le linee delle aree limitrofe, con un occhio attento a dare un’immagine di modernità attraverso l’uso di materiali e soluzioni tecnologiche d’avanguardia ed ecocompatibili al fine di assicurare un deciso miglioramento del livello di qualificazione energetica dell’edificio sia in termini di bassi costi di gestione che di prestazioni energetiche elevate, nel rispetto di tutte le normative di riferimento.

153 |

COLLECTIVE SPACES

ph. Graziella Vigo

Vudafieri

01
Saverino Partners ARCHI-PEOPLE
| 158 COLLECTIVE SPACES

PROGETTARE

“UN’ESPERIENZA OLISTICA”

Con un approccio spiccatamente mul tidisciplinare e un costante slancio verso l’innovazione – a tratti disruptive - lo stu dio Vudafieri Saverino Partners vanta un ampio portfolio di progetti architettoni ci e d’interior internazionali, per ambienti commerciali, luxury, horeca e residenziali d’alta gamma.

Una indiscussa leadership costruita nel tempo a suon di successi, quella della practice con sede a Milano e dal 2012 a Shanghai, che fa della progettazione sar toriale, di un solido know-how e dell’atten zione al dettaglio – anche materico – una vera conditio sine qua non. Di questo e dell’evoluzione del settore alla luce delle annate non convenzionali appe na trascorse, abbiamo parlato con i fonda tori dello studio, Claudio Saverino e Tiziano Vudafieri.

Con quali presupposti nascono i vostri pro getti d’interni?

Ogni luogo ha una sua anima e possiede il suo genius loci. Solo dopo aver compreso questi elementi si può decidere se con trapporsi a essi o assecondarli. Per esempio il nostro progetto di Terrazza Aperol a Ve nezia si ispira e rivisita il tradizionale bacaro - la tipica osteria veneziana - proponen do un locale di impronta cosmopolita, in un continuum fluido fra ambientazioni dal differente carattere, tra interni ed esterni. Un mix che, partendo dalle tradizioni ve neziane più autentiche, aspira a diventare motore di vitalità e convivialità per l’intera città.

Dall’horeca al retail, gli spazi che realizza te sembrano raccontare storie. Cosa ispira

159 |
Sabrina Tassini

ciascun “storytelling”?

In ogni progetto proviamo a raccontare la storia del committente. Un concetto che nell’ambito del retail è intuitivo perché raccontiamo i valori del marchio, ma che diventa più interessante quando si applica al progetto di un’abitazione privata: la sto ria si sviluppa studiando ogni volta a fondo il cliente e la sua famiglia, le sue abitudini, le sue passioni. In ogni ambito del nostro lavoro tendiamo a dare forma concreta e visiva a racconti, suggestioni, emozioni. Per questo non amiamo definirci esclusi vamente story teller, ma soprattutto story listener.

Progettare ambienti residenziali, commer ciali e pubblici nel post-pandemia: cos’è cambiato e di quale insegnamento farete tesoro per il futuro?

La pandemia ci ha insegnato tantissimo. Abbiamo capito che molte cose nel pro getto dello spazio privato devono cambia re: le case dovrebbero essere pensate per favorire la socializzazione e il rapporto con l’esterno, e non per essere “cellule abitati ve” come erano intese invece nella cultura novecentesca.

I luoghi di aggregazione e quelli commer ciali dovranno essere invece dotati di so luzioni “fisiche e reali” che comportano, dal punto di vista progettuale, flessibilità di spazi e layout. Già prima del Covid era in atto l’inserimento di più funzioni all’inter no dei punti vendita, servizi ed esperienze che puntano a intrattenere, informare e fidelizzare il cliente. Negli spazi retail l’en gagement sarà fondamentale: l’obiettivo da centrare sarà il coinvolgimento del con sumatore, incrementando una tipologia di esperienza olistica.

Avete sede a Milano e Shanghai. Qua li macro differenze o analogie riscontrate dall’Italia alla Cina?

La Cina ha subito negli anni una grande trasformazione ed è ora un Paese real mente diverso, estremamente avanzato per molti versi. Sono cambiati i commit

| 160

tenti, ora più maturi e un po’ più rispettosi della proprietà intellettuale e del valore del nostro lavoro come architetti e designer italiani. Il mercato dei prodotti di design sta diventando sempre più importante, più colto e attento. Oggi, soprattutto a Shan ghai, la concorrenza e la qualità dei proget ti è uguale se non superiore a quella che si trova per esempio a Milano, Londra o New York.

In base alla vostra esperienza, quali trend in ambito commerciale si stanno delineando sul panorama italiano e quali su quello in ternazionale? Potremmo dire che il vostro recente progetto retail “Miracle Living” li racchiude tutti? (nelle pagine seguenti n.d.r.)

Gli spazi commerciali si stanno evolvendo in ogni parte del mondo, con un’accele razione dovuta agli effetti della pandemia. Se da una parte stanno emergendo i nuo vi modelli di acquisto virtuale, dall’altra gli spazi fisici rappresentano ancora un must per i consumatori – che non sono invita ti a comprare solo un prodotto ma un’e sperienza. La vendita dei prodotti è offerta con un mix di servizi, come food & beve rage, beauty, concierge, entertainment, eventi, incontri, uffici e spazi per lo smart working: un aspetto fondamentale con cui i progettisti dovranno sempre più confron tarsi per progettare uno spazio retail. Per far sì che il cliente approfondisca il rapporto con il brand, l’offerta retail si sta facendo sempre più versatile e coinvol gente. Uno spazio come Miracle Living ben rispecchia questa tendenza e diventa un esempio imprenditoriale nonché il trami te per far riscoprire l’esperienza in-store, restituendo ai clienti il piacere di essere fi sicamente presenti, dando loro una rispo sta accurata e basata sul concetto di retail esperienziale che, per quanto le tecnologie immersive si stiano sviluppando, non si po trà mai dare in digitale.

Nello showroom Miracle Living a Shan ghai, realizzato a quattro mani con Hangar Design Group, è proprio il retail esperien

161 |

ziale a trasmettere sensazioni di benessere al cliente. In esposizione ci sono prodotti tessili, ma non solo: è presente una galleria d’arte contemporanea e un relax corner in cui è stato ricavato un bar.

Parliamo di materiali, che ruolo rivestono nella vostra filosofia progettuale e quali requisiti non possono mancare a quelli che impiegate?

Il materiale assume una funzione primaria all’interno del progetto, considerando che è proprio l’”interfaccia” con cui gli utenti instaurano un legame visivo e tattile. Amia mo molto i materiali naturali, più sostenibili e in grado di rispondere alle caratteristiche di rinnovabilità e riciclo a differenza di quelli artificiali. Durevolezza e qualità sono fon damentali, soprattutto per i progetti pub blici – spazi retail, ristoranti, hotel. Per noi il materiale perfetto è funzionale ed este ticamente piacevole, ma come già citato, anche il tema della sostenibilità è centrale e determinante.

In quali progetti siete impegnati attual mente?

Tra le realizzazioni più recenti e stimolanti che ci vedono coinvolti segnaliamo senza dubbio il progetto retail della prima bouti que Delvaux - il brand di pelletteria di lusso - a Dubai, all’interno del Dubai Mall.

| 162 COLLECTIVE SPACES
163 |
| 164 COLLECTIVE SPACES

Vudafieri-Saverino Partners è un atelier del progetto il cui lavoro spazia tra architettura, design d’interni, retail, hotellerie e ristora zione. Con sede a Milano e Shanghai, lo studio fondato e diretto dagli architetti Tiziano Vudafieri e Claudio Saverino, in venti anni di carriera ha sviluppato progetti pressoché in ogni paese e continen te, adottando un approccio attento a confrontarsi con i grandi temi del presente, della città, del paesaggio e della società. Ogni spazio

progettato - residenziale, commerciale, industriale o ad uso mistoesprime lo stretto rapporto tra i valori del committente e quelli del contesto, mettendo in scena una attenta composizione tra forma e funzione, segno e dettaglio. Il risultato è un metodo di progetto capace di coniugare il senso dell’identità dei luoghi a una precisa “strategia di racconto”.

165 |

MIRACLE LIVING Shanghai

02

The new shopping experience

Fluidità ed eclettismo, ma anche contaminazione e coinvol gimento emotivo. Sono questi gli ingredienti di un innovati vo spazio retail polifunzionale progettato a quattro mani da Hangar Design Group e Vudafieri-Saverino Partners, in cui i prodotti in vendita convivono con opere d’arte selezionate per mostre temporanee, riscrivendo così le regole della shopping experience.

Situato lungo Tongren Road, nel centralissimo e prestigioso Jing’an district, il più importante distretto economico di Shanghai, Miracle Living, infatti, non è solo il nuovo indirizzo dedicato al leisurewear e alla biancheria per la casa, ma un vero e proprio concept store di 320 mq distribuiti su due livelli: ol tre alle collezioni in seta firmate Silky Miracle e a quelle dello storico brand italiano Frette, è possibile ammirare opere d’arte contemporanea esposte nella galleria e sostare nel relax corner in cui è stato ricavato un bar.

Uno spazio come Miracle Living, che punta su un’offerta re tail versatile e coinvolgente, arriva dunque a rappresentare un esempio imprenditoriale di successo, in grado di far riscoprire ai clienti il piacere dell’esperienza fisica in-store.

IL CONCEPT ARCHITETTONICO

Il concept del progetto, ispirato alla morbidezza tattile e al mo vimento flessuoso della seta, è stato messo a punto all’interno di uno spazio che in precedenza accoglieva una galleria d’ar te, con lo scopo di ottimizzarne i flussi. A firmarlo è lo studio multidisciplinare di design strategico Hangar Design Groupfondato a Mogliano Veneto nel 1980 dagli architetti Alberto Bovo e Sandro Manente, oggi con sede a Milano, New York e Shanghai - che segue la brand expression di Silky Miracle in ogni suo aspetto.

Vudafieri-Saverino Partners è intervenuto per dare profondità e struttura al progetto di architettura di interni, grazie anche all’inserimento della nuova iconica scala di connessione tra i due piani, partendo da suggestioni sempre rispettose del genius loci e del contesto.

MATERIALI IN DIALOGO E CROMIE TENUI

Il progetto retail mette in dialogo materiali pregiati come il marmo, la pietra e l’ottone che, con le loro texture diventano elementi strutturali, sobri, mai prorompenti. Accanto ad essi sono stati scelti con cura elementi più ruvidi, come le resine o la fibra di vetro, altri più impalpabili come i velluti, o performanti come i tessuti firmati Kvadrat e Maharam, e ancora, dal sapore

artigianale come il legno di recupero della cinese Imondi: in un sapiente gioco di equilibri tutti questi materiali assumono un nuovo carattere donando una tattilità sensuale e un’atmosfera calda, seppur deli cata, all’intero spazio.

L’idea dei progettisti è stata quella di creare un ambiente neutro all’interno del quale i tessuti in esposizione, con i loro colori e le loro sfumature, potessero essere i veri protagonisti del racconto, senza rinunciare però a un certo grado di riconoscibilità sti listica e a un linguaggio raffinato nell’uti lizzo e nella scelta degli elementi d’arredo, funzionali all’esposizione del prodotto e al racconto dei brand.

È stata quindi selezionata una palette di colori molto tenue, prevalentemente opaca e femminile, in contrasto con i toni lucidi delle collezioni tessili in vendita, esposte su scaffalature leggere ed essenziali, imprezio site da rimandi in ottone.

UN INTERIOR “SINUOSO”

Le linee curvilinee del gesso sui soffitti, dell’illuminazione e della scelta dei pezzi d’arredo accompagnano i clienti in movi menti fluidi, donando loro la confortevole sensazione di un abbraccio, soffice come i capi di biancheria proposta.

| 168 COLLECTIVE SPACES

Dal divano imbottito Julep, dalla forma ricurva in stile anni ’50, del designer sve dese Jonas Wagell per Tacchini alle sedute dalla silhouette ondulata Etcetera, scelte nella cromia sand beige; dalla poltroncina Getlucky, disegnata da Patricia Urquiola per Moroso alla seduta Ico, firmata da Ora Ito per Cassina. Ogni elemento è in linea con il concept basato sulla morbidezza e i movimenti sinuosi, che si notano anche nei tavolini tondeggianti e nelle testate dei letti adagiate su rivestimenti murali dall’ef fetto tridimensionale, ottenuti utilizzando la carta da parati Carrelage di Arte.

Le stesse linee incurvate si ritrovano nell’il luminazione per mezzo di pezzi scultorei, come la lampada a sospensione in ottone Itaca di Morghen Studio e la lampada da soffitto con anelli decorativi Say Yes, dise gnata da Studio Pepe per Baxter.

IL SECONDO LIVELLO

La scala che collega i due piani dello showroom, avvolgente come un bozzolo, si sviluppa a partire dalla colonna principale salendo a spirale per affacciarsi su una parete impreziosita dagli stucchi e da mensole in marmo chiaro. Oltre a una vip lounge, al secondo livello si trovano due spaziosi camerini racchiusi da tende in velluto ver de salvia rivestiti dalla carta da parati Yoku,

169 |

firmata da Christian Benini per Wall&decò, con texture in 3D che creano effetti di colore cangianti tra platino, oro e argento oltre ad un gioco di pieni e vuoti. Davanti a una boiserie in legno ondulato, è stato ricavato un relax corner con un bar riservato agli ospiti. Tappeto in viscosa di bamboo, fasci a fibre ottiche che creano l’effetto cielo stella to, pannelli a specchio, un blocco di marmo chiaro dai bordi smussati e tondeggianti adibito a bancone: tutto è pensato per regalare un’ulteriore sensazione di comfort offrendo una shopping experience più lenta e rilassante.

Qui è situata anche una piccola galleria d’arte che ospita col lezioni e mostre temporanee. In continuità con il concept del piano inferiore, lo spazio è volutamente neutro, pensato per far risaltare le opere esposte, definito e contraddistinto dalla scelta del parquet in rovere a pavimento. Un ambiente versatile, in grado di trasformarsi in diverse occasioni per far vivere ulterior mente lo showroom con nuovi progetti o installazioni.

| 170 COLLECTIVE SPACES

“La shopping experience si sta evolvendo rapidamente, soprattutto in un paese come la Cina e in particolare a Shanghai dove la tecnologia e l’e-commerce sono parte della quotidianità delle persone. È quindi fondamentale il saper attribuire ai luoghi un significato più ampio, e la capacità di diventare il paesaggio fisico dove le persone possono vivere le proprie emozioni. Le proprie scoperte. Con Hangar Design Group condividiamo la cultura e la comune propensione a esplorare nuovi percorsi narrativi.”

“La cultura e la cura del progetto che ci viene riconosciuta fa leva anche sulla nostra italianità, un atout che resta importante nei confronti di quei brand cinesi che vogliono posizionarsi nel segmento medio-alto del mercato”, afferma “Siamo molto felici di aver realizzato questo pro getto in collaborazione con Vudafieri-Saverino Partners, in uno scambio virtuoso di competenze che ha dato un importante valore al progetto, realizzato in un breve lasso di tempo.”

171 |

CANTINA PIEROPAN Soave

03

IL TRATTAMENTO DELLA PIETRA NATURALE

La famiglia Pieropan, da oltre due secoli interprete d’eccellenza della tradizione vitivinicola di Soave, rappresenta un punto di riferimento internazionale del settore. L’azienda ha deciso di lasciare la sede storica – Palazzo Pullici, edificio del XV secolo nel centro del paese – e di acquistare un fondo nel cuore dei vigneti di Soave, idoneo per costruire una nuova cantina dotata dei requisiti di spazio e logistica indispensabili per la crescita della produzione. Unico per innovazione e integrazione con il territorio, il progetto sviluppato dall’architetto Moreno Zurlo di AcMe Studio ha richiesto la realizzazione di una struttura molto ampia, cir condata da vigneti e interrata sotto la collina ad eccezione del fronte.

FILA Solutions è stata interpellata dalla Stone Company Grassi Pietre proprio per trattare le colonne in pietra di Nanto che determinano il ritmo della facciata. Un materiale naturale dunque, che proprio come il vino vive le stagioni e si modifica nel tempo, richiedendo una cura adeguata.

| 174 COLLECTIVE SPACES

Per la pulizia preliminare si è scelto di utilizzare il detergente neutro ad effetto naturale CLEANER PRO, particolarmente indicato per il lavaggio della pietra naturale. A base di ingredienti biodegradabili, il prodotto può essere utilizzato regolarmente per la manutenzione di superfici delicate, in questo caso però, è stato impiegato più concentrato, per la pulitura in preparazione al trattamento protettivo. Su richiesta del committente, desideroso di conferire un effetto riflettente alla materia e proteggerla da eventuali macchie, le superfici sono state successivamente trattate con WET, protettivo consolidante ideale per pietra, marmo, graniti grezzi e tufo. Capace di impartire alla materia un effetto bagnato modulabile a seconda del numero di applicazioni, il prodotto non ingiallisce e non si scrosta in alcuna condizione ambientale e di invecchiamento. La nuova cantina è un’opera complessa, con una ricerca importante dei materiali utilizzati che, anche grazie al contributo di FILA, sono in grado di esprimere al meglio il proprio valore.

175 |

AEROPORTO GAGARIN Saratov

04
| 178 COLLECTIVE SPACES

È l’avventura umana nello spazio a ispira re la vip lounge di 1.044 mq dell’aeroporto internazionale di Saratov realizzata da Vox Architects, un progetto in cui sono state utilizzate per i pavimenti e parte dei rivesti menti (in una logica di total look) le finiture I Naturali - Bianco Statuario Venato (nello spessore 5+) prodotte e commercializzate da Laminam Rus, la filiale di Laminam in Russia.

Non poteva essere altrimenti il mood degli ambienti che costituiscono la sala d’aspet to vip dei viaggiatori in partenza o in tran sito: l’aeroporto infatti, con una superficie totale di oltre 23.000 mq, è intitolato a Yuri Gagarin, il primo uomo nella storia dell’umanità che ha volato nello spazio il 12 aprile del 1961.

“Il cosmo e la sua esplorazione  – spiegano gli architetti Boris Voskoboynikov e  Maria Akhremenkova, fondatori di Vox Archi tects – sono stati il nostro riferimento nel concepire l’immagine architettonica del pro getto. Il tema dello spazio è perciò presente sia metaforicamente che concretamente.”

Il disegno architettonico, dal punto di vi sta concettuale, è stato strutturato sia per rappresentare i viaggi interplanetari sia per riprodurre la luminosità del cielo e del cosmo. “Un risultato che è stato perseguito attraverso una precisa scelta di illuminazione degli spazi e una selezione di materiali e colori particolarmente funzionali  – precisano - a riprodurre anche solo su un piano simbolico le conquiste sci-tech raggiunte dall’industria e ricerca aerospaziale.”

“Il progetto illuminotecnico – spiegano an cora Boris Voskoboynikov e  Maria Akhre menkova  - cerca di suscitare l’inquietudine che provoca nell’uomo lo spazio profondo così pieno di segni enigmatici e permeato di brillanti raggi di luce”. La soluzione colori stica di oggetti, pareti e pavimenti si basa su una combinazione di celeste e di bianco con varie sfumature di blu. Gli ambienti, cromaticamente così definiti, sembrano riprodurre una base aerospaziale sulla terra o, in un futuro non così lontano, su un altro

179 |

pianeta così come è suggerita dall’immagi nario della fantascienza. “Nello stesso tempo, gli spazi sono pervasi da un’atmosfera eterea che ricorda le nuvo le stagliate in un cielo azzurro mentre sono solcate da un razzo sparato nella mesosfera”. La suggestione estetica ha anche un altro obiettivo: “indurre nelle persone le emozioni di svolta, miracolo, superiorità che il primo viaggio nello spazio ha suscitato nelle perso ne dell’epoca.”

Agli aspetti emozionali Vox Architects ha aggiunto anche dei segni concreti e cele brativi dell’avventura nello spazio “con un ritratto in rilievo di Gagarin per omaggiarne la figura e la riproduzione di una capsula di rientro degli astronauti sulla terra concepita come stanza dei giochi per i bambini in viag gio con i familiari.”

I due livelli della sala VIP sono collegati tra loro da un atrio con una facciata in vetro che dà sull’esterno, un ascensore al cen tro e una scala galleggiante circolare, “una complessa struttura architettonica che si staglia nello spazio come una colonna lumi nosa verticale.”

Al piano terra si trovano una reception e una porta d’imbarco, spazi pubblici aperti, un ristorante, un bar, saloni pubblici se parati, una sala giochi. Al secondo piano gli spazi sono più appartati, essendo stati strutturali come singole capsule di lavoro semiaperte. Completano l’elenco dei vani a disposizione dei viaggiatori una sala confe renze con angolo cottura, un salotto ufficio e vari salotti privati.

| 180 COLLECTIVE SPACES

“Grazie all’organizzazione della lounge su due livelli – concludono Boris Voskoboynikov e Maria Akhremenkova - è stato possibile disperdere il flusso di traffico passeggeri in base alle proprie esigenze mentre staziona no nella vip lounge e utilizzare al massimo il potenziale dello spazio con finalità diverse.” Laminam ha supportato l’intero proget to mettendo a disposizione di Vox Ar chitects tutto il know how degli ingegneri dell’azienda in una logica di affiancamento costante ad architetti e costruttori in fase di realizzazione, uno dei caratteri distintivi esportati anche all’estero dalla multinazio nale italiana che ha ormai numerose filiali e partner sparsi per il mondo.

ph. Sergey Ananiev
181 |
Materiali utilizzati Laminam  I Naturali - Bianco Statuario Venato 5+

Un viaggio itinerante che parte da Du bai e culmina in Texas per esplorare nuo vi concept progettuali nel segno dell’i bridazione funzionale, del recupero sostenibile e dell’innovazione materica.

COLLECTIVE SPACE 2.0

05
Sabrina Tassini

UN MODERNO “FIGHT-CLUB”

Attraverso l’incorporazione di elementi di design brutalista, illusioni ottiche e si stemi d’illuminazione all’avanguardia, lo studio VSHD Design porta all’interno della futuristica Springs Warehouse Gym di Dubai l’atmosfera retrò di un vecchio fight club, ma con l’aggiunta di sofistica ti accenti contemporanei e attrezzature di ultima generazione. Specchi riflettenti, pavimenti e piastrelle dai toni vigorosi e giochi prospettici che stuzzicano la per cezione sensoriale dialogano con muri,

colonne e travi in cemento grezzo ed un soffitto a cassettoni caratterizzato da pozzi di luce artificiale che enfatizzano ulterior mente il clima underground dello spazio. A giocare un ruolo fondamentale è inol tre il fattore illuminazione: “A differenza di una palestra tradizionale illuminata in maniera uniforme - spiega Rania M Ha med di VSHD Design - abbiamo voluto creare variazioni di intensità luminosa per stimolare una gamma più variegata di stati d’animo nei fruitori degli ambienti. La psi

cologia dell’allenamento si è infatti evoluta anche in virtù di una maggiore attenzione dei clienti nei confronti dello spazio stesso e delle sensazioni che suscita”.

183 |

UN WORKSPACE OLANDESE ISPIRATO A UN FIENILE

Un workspace dal sapore “residenziale”, strutturato a immagine e somiglianza di un tipico fienile olandese. È il concept del progetto realizzato da Studio Piet Boon a Oostzaan, in Olanda, che trae ispirazione dalle fattorie ubicate nell’area rurale cir costante reinterpretandone i tratti distin tivi per la differente destinazione d’uso. Il complesso è suddiviso in blocchi con tetto a falde e pareti in mattoni rivestite con listelli di legno, collegati tra loro da “scatole” in muratura con copertura piana. I materiali per gli interni sono stati scelti con grande attenzione alla consistenza, utilizzando abbondante pietra naturale. Ne sono dimostrazione i lavabi, le dispense, il camino e la pavimentazione che si alter na al parquet in legno chiaro della cucina e dello spazio ufficio principale. In tutto l’edificio, il team di progettazione ha selezionato nuance tenui e insature. Le pareti intonacate in stucco chiaro mettono in risalto il colore naturale delle travi in legno. Fiore all’occhiello della sede è infine il pa tio outdoor perfettamente simmetrico e in stretta connessione visiva con l’indoor, al lestito con elementi in grado di implemen tare la distensione e il benessere psicofisico dei lavoratori.

| 184 COLLECTIVE SPACES

UN CO-HOUSING TRA PREGIO STORICO E CONTEMPORANEO

Nel pieno centro di Torino, DAP studio ri converte e valorizza i sette piani di un pa lazzo storico di metà Ottocento per farne una residenza universitaria al di sopra dei consueti standard architettonici e compo sitivi. L’opera ha coinvolto in profondi tà l’intero edificio di 2.500mq, compresi i sottotetti e il piano interrato, ed è consi stita nella completa revisione della distri buzione degli spazi interni e nel recupero delle facciate di pregio. Lo strip out iniziale ha eliminato tutte le partizioni interne non strutturali, recupe rando l’impianto originario, già oggetto nel Novecento di diversi interventi edilizi, e riportato alla luce elementi di qualità ri coperti da tempo, come i soffitti a botte e a crociera, e le murature a mattoni pieni, prima soffocate dagli intonaci. L’intervento di DAP studio ha previsto che gli spazi comuni e di relazione si concentrassero al piano terra, nel cortile interno - trasforma to in spazio di socialità - e al piano interrato, nel quale sono stati realizzati una pale stra, la lavanderia, una sala studio e un’area relax, oltre ai locali tecnici. Il dialogo tra la struttura storica e i nuo vi interventi è enfatizzato, negli spazi co

muni, dalla preminenza delle murature in mattoni faccia a vista cui è stato accostato il ferro nero, sia nel rivestimento delle pareti sia nei parapetti. Questi e altri interventi architettonici puntuali – innesti cromatici e illuminazione in particolar modo - e di significativo impatto hanno raggiunto l’o biettivo di conferire una precisa identità al palazzo. Grande attenzione è stata inoltre posta ai temi del comfort abitativo, coniugando tecnologie impiantistiche non inva sive dalla marcata performance energetica che consente di abbattere il carico termico estivo e invernale in un’ottica generale di contenimento di costi e consumi.

185 |

RIVISITARE UN PROTOTIPO ARMENO DI 1.400 ANNI

La nuova chiesa armena di San Sarkis a Carrollton (Texas) progetta ta dal premiato architetto newyorkese David Hotson si ispira all’an tica chiesa armena di Santa Ripsima, che si trova tuttora nei pressi di Erevan, l’odierna capitale dell’Armenia. Il rapporto del nuovo edi ficio di culto con questo antico prototipo fornisce un collegamento al retaggio dell’Armenia quale prima nazione cristiana al mondo e rispecchia la fede e la resistenza del popolo armeno lungo diciassette secoli di sfide e sconvolgimenti.

La massa totalmente grigia dell’esterno della chiesa, rinzaffata con materiali moderni, fa riferimento al carattere scultoreo monolitico delle antiche chiese armene, che erano costruite interamente in pie tra. L’accostamento dell’architettura monocroma alla ricca e variopinta vegetazione, immaginata e realizzata dalla paesaggista Zepur Ohanian, richiama alla memoria la forte relazione fra architettura e paesaggio verdeggiante, tipica degli antichi edifici di culto e com plessi monastici ancora esistenti in tutta la madrepatria armena. Il progetto elaborato da Hotson coniuga le antiche tradizioni ar chitettoniche e artistiche dell’Armenia con tecnologie digitali di progettazione e fabbricazione contemporanee. La più eclatante di queste innovazioni è la facciata occidentale della chiesa, che svolge la funzione di discreto ma potente monumento commemorativo degli 1,5 milioni di vittime del genocidio armeno del 1915. La facciata rappresenta una croce tradizionale armena –o “albero della vita”composta di motivi botanici e geometrici intrecciati tratti dall’arte armena. Man mano che il visitatore si avvicina alla facciata, il di segno complessivo si dissolve in 1,5 milioni di minuscole icone (o pixel) ispirate ai simboli circolari che ricorrono in tutta la tradizione artistica armena. La realizzazione della facciata ha visto il coinvolgi mento di Fiandre Architectural Surfaces che ha sviluppato il sistema DYS, in grado di eseguire stampe personalizzate per esterni ad altis sima definizione, resistenti ai raggi UV, sui materiali di rivestimento ceramici per facciate ventilate di grande formato di Fiandre. Oltre alla facciata dell’edificio commemorativo, Fiandre ha fornito l’intera gamma di finiture ceramiche per intradossi, pareti e pavimenti in terni ed esterni utilizzate in tutto il complesso di San Sarkis.

UNA SHOWROOM CON SALA DA TÈ

“The Space of Stone and Lotus” è uno spazio espositivo con sala da tè, costruito attraverso un uso attento di superfici, luci e ombre, capaci di modellare le architetture e definire scene dal carattere spettacolare. Il progetto, firmato dallo studio Minax a Shanghai, nasce dalla volontà di creare ambienti funzionali arricchiti di simboli culturali della tradizione, come la pietra e il loto, per veicolare un’esperienza immersiva e del tutto unica. Ad ispirare il concept, il termine “zhai”, che indica le sale studio dei letterati cinesi e che, secondo la tradizione, richiama elementi di meditazione e introspezione. Per l’intero progetto, sono state utilizzate le lastre sottili in Kerlite di Cotto d’Este: Vanity, nel formato 2600x1200mm e nel colore Dark Brown è protagonista dell’intera sala espositiva, stessa scelta anche per le colonne poste al centro dello spazio e per il piano del tavolo della sala da tè. Al suo interno, uno stagno con un fiore di loto formato da lastre della stessa collezione ma presente qui nella variante bianco sta tuario, e della collezione Pietra D’Iseo nei formati 2600x1200 mm, proietta piccole ombre in un gioco dinamico di forme. Le pareti sono rivestite da lastre della linea Cement Project dai colo ri cangianti che, insieme all›illuminazione, generano movimento nello spazio. La sala da tè è invece rivestita con le superfici del la collezione Exedra nel colore Travertino e scelta nel formato 3000x1000 mm, le cui venature vengono rese con una tridimen sionalità in grado di trasmettere estrema profondità visiva. Per i gradini quadrati e rettangolari sul pavimento si è optato per la li nea Forest, nella variante Cembro e nel formato 3000x1000 mm, scelta anche per la decorazione murale ma nella tonalità Noce, in grado di riprodurre differenze di rugosità e di rilievo tipiche del legno invecchiato e piallato artigianalmente.

| 186 COLLECTIVE SPACES

MATERIALI HI-TECH PER LO YACHT EVO V8

EVO V8 è la nuova ammiraglia ultra tecnologica progettata da Valerio Rivellini per Evo Yacht, brand del cantiere Blu Emme Yachts. Con i suoi 24 metri dal design minimal e ricercato, pre senta all’esterno ampie aree aperte - suddivise in Main Deck, Roof Top e Lower Deck - mentre al suo interno, si compone di una grande zona living e dining, tre cabine riservate alla zona notte, quattro postazioni di guida, due percorsi differenti per rag giungere il Main Deck e un’area lounge. Quest’ultima, che precede la cabina armatoriale, è “racchiusa” tra due grandi porte-finestre scorrevoli che trasformano lo spazio, attribuendogli una duplice funzione: quando aperte, infatti, le porte-finestre convertono la lounge in un patio en plein air per ripararsi dal sole e vento, mentre una volta chiuse, creano un sa lotto privato, intimo e raccolto, per l’armatore. All’interno dell’a rea lounge, un piccolo corner è riservato alla zona bar, con pensili posizionati anche in altezza e un lavello integrato in un piano realizzato in Solid Surface HIMACS. Le caratteristiche tecniche di questa pietra acrilica la rendono particolarmente adatta per ap plicazioni nel settore nautico. L’assenza di giunti visibili assicura un risultato estetico omogeneo e impedisce a sporco, batteri e virus di annidarsi e proliferare sulla superficie. HIMACS è inoltre in possesso di certificazione IMO MED (Marine Equipment Di rective) per i moduli B e D dell’organizzazione Marittima Inter nazionale IMO, che certifica l’idoneità del Solid Surface nell’am bito dell’utilizzo navale.

187 |

TREEHUGGER

Bressanone

06

Un volume scultoreo in cemento

Situato al limite del centro storico della città altoatesina, accanto al Palazzo Vescovile, l’edificio in cemento bocciardato che ospita l’Ufficio di Informazioni Turistiche della città di Bressanone (Bolzano), è l’ultimo episodio di una serie di architetture che si sono susseguite dal 1800 fino agli anni ’70. TreeHugger, questo il nome del progetto curato da MoDusArchitects - riprende le qualità spaziali e la leggerezza delle strutture antecedenti, anch’esse dedicate all’accoglienza dei visitatori, grazie a elementi come colonne sottili, logge profonde e aggetti misurati. Con slancio, la struttura si stacca da terra, offrendosi alla città sotto forma di spazio pubblico. Si creano così nuove connessioni visive, non solo con l’edificio principale del Palazzo Vescovile, ma anche con i due padiglioni cinese e giapponese, di dimensioni più contenute, disposti agli angoli dei giardini signorili. Le curve insolite e sinuose dei padiglioni vengono reinterpretate nell’edificio che si trasforma nel nuovo portale d’ingresso per la città di Bressanone. L’area è caratterizzata dalla presenza di un monumentale platano di notevoli dimensioni che modella le linee guida del design. TreeHugger si avvolge attorno all’albero a suggellare un’u nione indissolubile tra natura e architettura. Le qualità estetiche e tattili delle pareti ruvide in calcestruzzo bocciardato a vista, sono in giustapposizione con la corteccia del platano e si imitano reciprocamente.

| 190 COLLECTIVE SPACES

Sfruttando il tronco come fulcro, cinque campate ad arco liberano l’edificio da terra, e abbrac ciano l’albero incorniciandone la chioma. Al fine di ottenere continuità con il guscio esterno in cemento, le pareti a tutt’altezza sono state gettate con un unico gesto e in sezioni successive formando così un anello continuo alto 9 metri, all’interno del quale sono state inserite le lastre di cemento. La curvatura delle pareti, insieme al solaio, genera una composizione sinergica in cui forma, struttura e facciate diventano un’unica entità.

Per consentire la massima trasparenza e permeabilità, il piano terra, che ospita gli spazi pubblici e i banchi informativi, è quasi interamente vetrato. Mentre l’ingresso, nettamente individuato dalle finestre rientranti e dal grande aggetto, si apre verso la nuova piazza. Infine, la sequenza di pareti convesse dona al piano superiore, che contiene gli uffici amministrativi, un carattere introverso ed ermetico.

Con le sue curve invitanti, mitigate dalla tettonica decisa del cemento, TreeHugger accende un dialogo con il contesto storico e, come un nuovo fulcro dedicato alla condivisione della cultura locale, attrae un pubblico eterogeneo di visitatori e passanti.

191 |
| 192 COLLECTIVE SPACES

Materiali utilizzati

Pavimenti in ceramica e pietra: Bernardi & Figli Pavimenti in tappeto: SAXL Bodenbeläge Facciata vetrata e finestre: Huber Hannes Bocciardatura calcestruzzo facciavista: Designtrend Massetto e intonaci: Winkler-Verputz Lavori a secco e tinte: Cimadom Décor Isolamento e cartongesso: Cimadom Décor

193 |

CASA DEL GRANO tra le campagne dello Jutland

07
| 196 COLLECTIVE SPACES

Spicca con tonalità calde e delicate tra i campi dorati del comune danese di Hjørr ing, nello Jutland Settentrionale, in per fetta armonia col paesaggio circostante. È la Kornets Hus, o Casa del Grano, proget tata dallo studio di architettura norvegese Reiulf Ramstad Arkitekter (RRA) che, mixando tra tradizione e contemporaneità, ha riprodotto una struttura evocativa della cultura popolare celebrando il ricco patri monio agricolo della regione scandinava.  Il nuovo centro si ispira infatti alle forme degli antichi forni dei panettieri e vuole es sere d’ispirazione a visitatori locali, studenti e turisti, offrendo un luogo d›apprendime nto pratico dove condividere ricette tradi zionali, modalità di lavorazione antiche, ma anche nuove sperimentazioni. Con una pianta a forma di L circondata da un ampio giardino, la Kornets Hus si svi luppa accanto a una fattoria e un panificio esistenti, ed è il risultato di un’approfon dita ricerca architettonica in linea con la tradizione costruttiva locale e il contesto naturalistico. Gli spazi per la didattica, per le mostre tematiche e i laboratori sono po sizionati alle due estremità del suggestivo edificio, sotto due svettanti pozzi luminosi che richiamano le antiche fornaci e forni scono alle aule una grande quantità di luce naturale. Nel cuore dell’edificio gli spazi pubblici si posizionano intorno a un gran de forno. Le ampie vetrate che partono da terra e raggiungono il soffitto fanno da cornice a una splendida vista sulla distesa di campi di grano che può essere apprezzata anche dalla terrazza dell’edificio.

Kornets Hus è totalmente rivestita con Pantheon Nordic Red (o SK1N Terra) a forma di U di Fornace S.Anselmo, punto di riferimento a livello internazionale nel mercato del facciavista. Il prodotto, che riveste completamente sia le pareti, sia il tetto dell’edificio con tavelle dalla calda tonalità dorata, è caratterizzato dal fascino senza tempo della terracotta mescolato alle tecniche ceramiche e colorazioni contemporanee. Pantheon Nordic Red è una soluzione che permette di spaziare con la creatività offrendo diverse tipologie di applicazione, come in que sto caso, dove il suo impiego crea un continuum metrico tra le facciate e le linee distintive del tetto.

Il DNA di SK1N Terra è connesso all’artigianato europeo iconico e senza tempo. La bellezza duratura della terracotta, combinata con le colorazioni ceramiche contemporanee e con la qualità che contraddistingue i prodotti Fornace S.Anselmo, fa di SK1N un prodotto versatile, unico del suo genere con linee pulite e uniformi. Sk1n è un rivestimento ventilato in cotto che si adatta a qualsiasi tipologia di involucro edilizio, dalle pareti ai tetti a due falde. Progettato per essere installato su una struttura impermeabilizzata, gode di un’elevata semplicità di montag gio: ogni unità viene fissata mediante viti su battenti orizzontali in alluminio o legno. I giunti orizzontali sono sovrapposti, mentre quelli verticali sono sfalsati per massimizzare l’effetto vi sivo.

197 |

08 UN CENTRO SPORTIVO COME LANDMARK URBANO

ph. Daniele Pavesi

Il progetto del nuovo Centro Sportivo di Rozzano, situato nel circondario di Milano, a cura dello Studio SBG ARCHITETTI, ha previsto la realizzazione di un piccolo cen tro per il gioco del calcio amatoriale e ago nistico destinato ad ospitare manifestazioni di carattere locale con presenza di pubblico nei giorni festivi.

La peculiare struttura dell’edificio e il suo inserimento nel contesto verde della cam pagna, conferiscono al nuovo polo il ca rattere di landmark urbano, ovvero di una

“porta” per il Parco Agricolo Sud di Milano. Dal punto di vista distributivo, l’edificio si articola in due volumi: una “torre” destinata a bar e un volume in linea riservato agli spo gliatoi degli atleti. Lo spazio di cerniera tra i due volumi identifica l’ingresso pubblico del centro sportivo, mentre per gli atleti è pre visto un ingresso separato. Il progetto distingue l’articolazione dei vo lumi tramite l’utilizzo di materiali differenti. La “torre” è rivestita con piastrelle in mate riale ceramico di diverso formato e finitura iridescente Casalgrande Padana Diaman te Boa. Il volume degli spogliatoi presenta, lungo il fronte nord-ovest, un tamponamento in pannelli di lamiera forata a taglio laser realizzati su disegno e verniciati alle polveri

di colore grigio-blu ral 5008. Il risultato della sovrapposizione di un doppio strato di fogli di lamiera, adeguatamente forate, genera un particolare disegno di facciata. La decorazione del fronte così concepita produce effetti di tridimensionalità e dina micità del disegno con lo spostamento del punto di osservazione. Il tamponamento in pannelli di lamiera è previsto per la chiusura degli ambienti non riscaldati e, con la copertura in calcestruzzo a vista, rappresenta l’elemento di connessione dei due volumi che costituiscono l’edificio. Il fronte degli spogliatoi prospiciente il campo da gioco è intonacato di colore grigio. Tre setti paralleli alla facciata nascondono e se parano gli ingressi agli spogliatoi dal campo.

Gli spazi esterni delimitati dal rivestimen to in pannelli in lamiera forata, sono illu minati anch’essi dall’alto, con luce natu rale indiretta ottenuta tramite opportune schermature solari integrate ai lucernari. Lo studio dell’illuminazione del corridoio di distribuzione di colore giallo segnale è parte integrante del progetto della facciata prin cipale dell’edificio. Il traforo del rivestimen to, permette di percepire l’intensificarsi della luce in prossimità degli ingressi agli spogliatoi. Tale effetto contribuisce ad ac centuare la tridimensionalità e il dinamismo della decorazione dei pannelli di facciata. Lo studio dell’illuminazione artificiale del corri doio è stato pensato per riprodurre i mede simi effetti nelle ore serali.

| 200 COLLECTIVE SPACES

IL MATERIALE CERAMICO

Il progetto di rivestimento della facciata utilizza un unico formato (10x20cm) di piastrella Boa Casalgrande Padana nei di versi pattern disponibili disposto con geo metria verticale sfalsata di metà lunghezza. Sono stati utilizzati tutti i pattern disponibili della piastrella sia nel formato a Diamante che nel formato liscio punto per la compo sizione della facciata è stata utilizzata una specifica regola matematica di disposizione delle piastrelle con lo scopo di randomizzare la successione dei diversi pattern e creare una superficie il più pos sibile variegata che riflettesse la luce e i colori del paesaggio evitando le ripetizioni dei riflessi della piastrella rispetto a quelle vi cine.

Il risultato è quello di una vibrazione dei co lori e della luce riflessa dalla caratteristica iridescente delle piastrelle Boa che arric chisce la qualità del prospetto e il suo inserimento ambientale. La colorazione scelta è Argento, per abbinare il colore della facciata con la tinta blu scuro del re sto delle facciate del complesso in lamiera forata.

Tutti i pavimenti e rivestimenti interni degli spogliatoi e del bar sono rivestiti con piastrelle tecniche R11 Casalgrande Secura 30x30 New York di colore grigio antracite.

201 |

09 HOUSE OF MUSIC Budapest

Situata all’interno del parco cittadino di Budapest, la House of Music rappresenta un innovativo e iconico polo dedicato al mondo della musica, parte del più grande sviluppo culturale d’Europa - il Liget Bu dapest Project - che mira a trasformare l’esperienza culturale della città, creando nuove opportunità di svago e aree verdi. L’ambizioso progetto architettonico porta la firma dell’Architetto Sou Fujimoto, il cui obiettivo è stato quello di mostrare l’espe rienza della musica attraverso l’interazione tra natura, suono e luce.

Esteso per 9.000 mq, l’edificio compren de sale da concerto, spazi espositivi e un palcoscenico all’aperto. Al piano terra si trovano due sale per gli spettacoli, mentre il piano superiore comprende aule, una bi blioteca e spazi per uffici, tutti collegati da una scala a chiocciola. Ai livelli sotterranei si trovano invece spazi espositivi dedicati alla storia della musica europea e unghe rese, con un’attenzione particolare alla musica pop ungherese dal 1957 al 1993. La Casa della Musica ospiterà anche un’ampia programmazione di musica dal vivo di ogni genere, dalla classica al pop, dal folk al jazz, a cui si aggiungeranno esposizioni e pro grammi didattici dedicati a chiunque voglia suonare e sperimentare la musica.

UNA COPERTURA EYE-CATCHING

Paesaggio, architettura e allestimento, con al centro la musica e la potenza del suo no: l’House of Music di Fujimoto cancella ogni confine, creando un ambiente fluido in cui tutto comunica ed è in armonia con il resto. Particolarmente di spicco è la co pertura: un tetto ondulato intervallato da aperture di dimensioni variabili simili a cra teri, a rappresentazione delle onde sonore provocate dalla vibrazione di un oggetto, l’aspetto chiave del percorso compositivo. Sono oltre 100 i fori che consentono agli alberi di passarvi attraverso, incanalando la luce fino ai livelli sottostanti dell’edificio: questo crea un’atmosfera unica, lascian do ai visitatori la percezione di camminare sotto alle chiome.

| 204 COLLECTIVE SPACES

SUPERFICI LUCIDE E CONTINUE

Per le superfici interne della House of Music è stata infatti scelta una soluzione lucida, elegante e dal pregio marmoreo: Lixio®+ Ideal Work®, il rivestimento cementizio che riprende l’antica tradizione del pavimento alla veneziana, qui scelto in tre diverse varianti di colore. Unendo estetica alle massime prestazioni tecniche, quali la resi stenza all’abrasione causata dal traffico e la facilità di manutenzione, Lixio®+ si è rivelata la soluzione perfetta per questo progetto. Per continuità con le superfici interne, gli esterni sono stati rive

stiti con Sassoitalia®, la pavimentazione Ideal Work® che rievoca la tradizione italiana del “sasso lavato”, ideale nei contesti storici e naturali perché l’utilizzo di materiale naturale di provenienza locale consente un’ottima integrazione paesaggistica. La presenza delle graniglie rende inoltre la superficie ruvida e quindi antiscivolo, ed è infine molto durevole nel tempo.

205 |

La sensazione di essere nella natura è ul teriormente rafforzata dalle oltre 30.000 foglie d’albero incastonate nel controsof fitto e fissate in una struttura in acciaio composta da 1.000 elementi a nido d’ape. Ma la caratteristica più iconica dell’edifi cio, considerata una novità in tutto il mon do, è la cupola sonora emisferica, ispirata dal compositore del 20° secolo Karlheinz Stockhausen, noto per aver creato la pri ma esperienza uditiva 3D sotto forma di una sala da concerto sferica all’Esposizione Universale del 1970 a Osaka, in Giappone. Progettata per un’esperienza completa mente immersiva, permette a 60 visitato ri di sperimentare l’audio surround a 360 gradi, emesso da ogni direzione da più di 31 altoparlanti, creando pareti sonore “simili a un ologramma”.

ATTENZIONE ALLA SOSTENIBILITÀ

Se il legame con la natura è forte, lo è an che con la sostenibilità: per la House of Music di Budapest sono state installate 120 pompe di calore poste a 100 metri di profondità per fornire energia geotermica all’edifico, mentre la restante richiesta di energia elettrica proviene da un’ulteriore fonte di energia rinnovabile. Il sistema di raffrescamento è altrettanto interessante: si tratta di un sistema a lunga distanza che in estate cattura energia dalla capacità in eccesso della vicina pista di pattinaggio su ghiaccio. Grazie a questi sistemi, il proget to ha ottenuto la certificazione BREEAM.

| 206 COLLECTIVE SPACES

I MATERIALI IN FOCUS

Lixio®+ è la variante di Lixio® che ripren de la più classica delle pavimentazioni alla veneziana. Si caratterizza per un’estetica differente data dalla maggiore dimensione della graniglia (5-12 mm) e da una proce dura di stesura diversa che ne aumenta di poco lo spessore. Dalla scelta della gran dezza delle graniglie, alla scelta del colore, le combinazioni che offre Lixio®+ lo ren dono un prodotto completamente perso nalizzabile al gusto ed allo stile che si vuole adottare.

Sassoitalia® È una pavimentazione naturale per esterni ed interni che rievoca la gran de tradizione italiana del “sasso lavato”. È ideale nei contesti storici e ambientali in cui esistono dei vincoli particolari perché l’utilizzo di materiale naturale di provenien za locale consente un’ottima integrazione paesaggistica.

SassoItalia® necessita di uno spessore di getto di soli 3 cm. Ne risulta un’ottima duttilità che lo rende ideale per rinnovare pavimentazioni già esistenti e quindi negli interventi di ristrutturazione

La sporgenza della graniglia impiegata ren de la superficie ruvida e anti-scivolo, rive landosi la soluzione perfetta per realizzare rampe, strade con pendenza e marciapiedi esposti a nord. Un vantaggio per il traffi co dei veicoli, ma anche per evitare cadute accidentali delle persone.

La pavimentazione ha una lunga durata nel tempo grazie alla sua resistente struttura a blocco unico realizzata mediante una colla che consente un ancoraggio perfetto con il fondo esistente. Per mantenerne l’aspetto nel tempo, la superficie di SassoItalia® può essere trattata con speciali resine protetti ve, antipolvere e antiassorbimento. In aree particolarmente fredde o a diretto contat to con acqua marina, sono disponibili dei sigillanti particolari, che rendono il pavi mento completamente inattaccabile dagli agenti esterni.

207 |
| 208 COLLECTIVE SPACES

Lo Spazio del Galateo Roma

10

Se la protezione e la valorizzazione degli spazi domestici e individuali hanno gioca to un ruolo cruciale durante il lockdown, oggi, al contrario, emerge sempre più forte il desiderio di socialità e di ritorno al con tatto con gli altri. In tal senso, l’elemento cromatico svolge da sempre una funzione importantissima perché è capace di in fluenzare positivamente la percezione degli spazi e, di conseguenza, le sensazioni e le emozioni di chi li vive.

Proprio questo è stato l’obiettivo alla base del progetto cromatico studiato da Sigma Coatings, brand di PPG Architectu ral Coatings Italy, per lo Spazio del Gala teo, il nuovo concept conviviale ispirato al design degli anni ’40 dell’Accademia Italia na di Buone Maniere, Galateo e Costume, situata a Roma, a cura di Samuele Briatore e Francesca Martinelli con la supervisione dell’architetto Giacomo Zanelli.

Un intervento pienamente coerente con la strategia del colore Voice of Colour, attra verso la quale il brand di pitture si impegna a promuovere un uso più consapevole del colore, elevandolo a elemento funzionale, sostenibile e abitabile nonché vero abilitatore di benessere negli spazi abitativi.

IL CONCEPT CROMATICO

Vivibile e accessibile a tutti, lo Spazio del Galateo si fa portavoce di una perfetta fusione dei concetti di buon gusto, acco glienza e bellezza nel cuore del Pigneto, borgata storica della Capitale che, grazie ai sapienti interventi di riqualificazione degli ultimi anni, si è trasformata in un vivace e prezioso punto di aggregazione culturale e artistica.

Un contesto urbano dove il colore ha già una valenza simbolica fortissima che ora, grazie a questo nuovo spazio, viene tradotta nel linguaggio raffinato del Galateo, dando vita a un perfetto connubio di fun zionalità ed estetica.

Un equilibrato mix di tonalità rilassanti e vitaminiche - Enchanting Eggplant, Blu Odyssey, Ancient Forest, Blackberry Jam, Antique Suede e Starless Sky – in armoni co contrasto con gli altri elementi e arredi

| 210 COLLECTIVE SPACES

presenti nell’appartamento, costituisce la palette scelta da Sigma Coatings per valo rizzare gli ambienti di quello che è destina to a diventare un luogo di incontro unico nel suo genere.

IL MATERIALE IN FOCUS

Sigmapearl Clean è la pittura per interni estremamente resistente al lavaggio, super pulibile e opaca grazie ad Easy Clean Te chnology, l’innovativa formulazione a base di resine speciali e oleofobiche. L’elevata resistenza all’abrasione umida si abbina alla capacità di ridurre il c.d. “effetto po lish”: le pareti trattate non si lucidano una volta lavate, garantendo un colore perfettamente uniforme nel tempo. Sigmapearl Clean è pittura E.L.F. totalmente esente da emissioni di sostanze nocive e solventi, certificata ISEGA per l’utilizzo in ambien ti alimentari e certificata Dubokeur come pittura dal minor impatto ambientale. Per fetta per spazi con elevato transito di per sone.

211 |

RESIDENTIAL

LA MACCHINA STUDIO

Dalla collaborazione tra Gianni Puri ed Enrica Siracusa nasce a Roma nel 2013, La Macchina Studio che si divide tra pratica pro gettuale e ricerca, partecipando a numerosi concorsi internazionali ed esposizioni. La Macchina Studio ha un approccio multidiscipli nare grazie al quale architettura, teatro, musica e illustrazione con fluiscono nell’idea di progetto. Una delle principali caratteristiche dello Studio è l’utilizzo della rappresentazione grafica come metodo di indagine: collage, illustrazione, diorama e plastici sono strumenti di progettazione e non solo di rappresentazione. Il processo progettuale si muove attraverso addizioni e sovrappo sizioni di contenuti provenienti da differenti contesti e sorgenti culturali. Le architetture sono ricche di riferimenti onirici e fanta siosi, provenienti tanto dal bagaglio culturale dello Studio, quanto da quello del cliente, incoraggiato a riferire le proprie suggestioni attraverso uno sforzo immaginativo che viene tradotto formalmen te in progetto.

La Macchina Studio risponde all’incertezza del contemporaneo at traverso un approccio adattivo che include gli aspetti mutevoli della vita e del quotidiano, al fine di produrre scenari sorprendenti.

01

ARCHI-PEOPLE

LA VITA DOMESTICA COME RAPPRESENTAZIONE TEATRALE

La crisi pandemica che ha travolto il pianeta nell’ultimo anno ha costretto la popolazione mondiale nelle proprie case e ha obbligato tutti, soprattutto i professionisti, ad una riflessione intor no allo spazio domestico. Mai come negli ultimi tempi le attività da svolgere all’interno delle proprie abitazioni si sono ibridate trasfor mando salotti in aule studio per bambini e ragazzi, stanzini in uffici o cucine in sale riunioni, seppure la contrazione delle funzioni all’in terno dello spazio domestico sia un fenomeno con cui ci si confron ta già da diversi anni: basti pensare ad alcune categorie professiona li, dai creativi alle partite iva, che possono lavorare da remoto, le cui case coincidono spesso con i luoghi di lavoro. Le nuove necessità hanno tuttavia contribuito a rilanciare l’atten zione sul tema abitativo, con la complicità dei social network che hanno reso interessante l’intimità delle nostre vite, e di conseguenza anche gli spazi in cui queste si svolgono. Ci è capitato spesso, come nel nostro ultimo lavoro Retroscena (nelle prossime pagine n.d.r.) di dover soddisfare diverse esigenze all’interno di un unico ambiente, proprio per venire incontro alle esigenze della vita contemporanea che attribuisce ai contesti residenziali ruoli che fino a qualche de cennio fa non appartenevano alla sfera domestica. Il nostro approccio è quello di immaginare i diversi scenari che pos sano avere luogo all’interno dello spazio abitativo e rappresentarli. Questo passaggio, oltre ad essere uno strumento comunicativo è anche progettuale, poiché ci permette di focalizzarci sugli elementi che andranno a costituire il nostro set domestico e intorno ai quali scriveremo la sceneggiatura. Non a caso la maggior parte delle no

stre influenze vengono dal mondo del cinema, della pittura e dell’il lustrazione: dalla Scuola Senese a David Lynch, da Katsumi Koma gata a Prince.

Ci piace rimanere aperti ad ogni tipo di stimolo creativo. Il risultato che ci interessa ottenere è quello di conferire importanza a qualsi asi azione si possa svolgere all’interno dell’abitazione, nobilitandola. Immaginiamo la vita domestica come una rappresentazione tea trale, creando delle ambientazioni scenografiche che diano valore al quotidiano e trasformino i nuovi abitanti in veri e propri attori. Anche il semplice passaggio da una stanza all’altra, se sottolinea to da un efficace cambio di pavimento, da un contrasto di colori o da una particolare porta progettata su misura può non essere solo l’attraversamento di una soglia ma la transizione verso un altro mon do-scenario.

La risposta alle occorrenze della contemporaneità è sicuramente la flessibilità che però non pensiamo sia giusto declinare - come spesso è stato fatto in passato - attraverso soluzioni folding o a scomparsa che frequentemente si rivelano davvero poco funzio nali, incredibilmente bloccate nella loro interpretazione. Al contra rio, la lettura che diamo della flessibilità è di tipo magico-simbolica, per cui il solo gesto di tirare una tenda trasforma uno spazio per la convivialità in un ambiente più raccolto e intimo dove è possibile, ad esempio, vedere un film. Pensiamo infatti che la chiave per so pravvivere alla modernità sia nella capacità di ciascuno di adattarsi e di adattare lo spazio attraverso soluzioni apparentemente semplici ma cariche di significato simbolico. Pensiamo che la soluzione sia nell’immaginazione.

217 |
| 218 RESIDENTIAL
219 |

RETROSCENA

02
ph. Paolo Fusco

Una casa dagli scenari ironici

A Roma, nel cuore del quartiere Appio Lati no a pochi passi dal Parco della Caffarella, il duo romano La Macchina Studio trasforma un appartamento anni Cinquanta in un set surreale dove realtà e finzione convivono come all’interno di una scena teatrale. Grazie all’approccio multidisciplinare dei due fondatori, lo studio celebra il segno gra

fico in un progetto che coniuga architettu ra, teatro, musica e illustrazione. In accordo con la giovane coppia di commit tenti, gli architetti hanno da una parte recu perato il pavimento in battuto di terrazzo alla veneziana preesistente con l’aiuto di mae stranze locali artigiane, dall’altra stravolto completamente la distribuzione interna per dare il via a una nuova narrazione.

Il progetto parte dall’inserimento a terra di nuovi materiali in corrispondenza delle tracce delle divisioni originali: la zona living è definita da una fascia netta in marmo nero e botticino, l’area lungo il corridoio ripren de il disegno originale della pavimentazione

con un legante rosato a base di polvere di pozzolana, la camera da letto si tinge con le nuances calde del microcemento rosso mattone. Il risultato è un accostamento di disegni, differenti grane e cromie che crea un effetto “collage”, in contrasto con il bianco assoluto delle pareti intonacate.

“Con Retroscena abbiamo voluto esaltare la natura irriverente e surreale del racconto architettonico, che si lega indissolubilmente a quello fotografico giocando con contrasti cromatici, motivi grafici e incursioni inaspet tate” raccontano Gianni Puri ed Enrica Si racusa.

| 222 RESIDENTIAL

L’appartamento si sviluppa longitudinal mente lungo il muro di spina, che rappre senta il limite tra spazio privato e di rappre sentanza e crea un paesaggio ritmato da tre diversi elementi.

Un armadio a ponte laccato bianco nascon de un piccolo studio: il rifugio del lettore, uno spazio intimo, silenzioso, isolato dal re sto dell’abitazione. Una porta filomuro gri gio-blu che sembra disegnata sulla parete, dà invece accesso alla salle de bain rivestita in mosaico bianco con fughe a contrasto, tagliata da un passaggio ogivale attraverso il quale si intravede la parete di fondo in smal to color pavone e il lavabo free standing.

Infine, una porta ad arco in legno laccato classic blue guida verso la zona notte dal le linee nette e l’atmosfera accogliente. La porta, con il suo profilo in legno che aggetta di 70cm verso la sala da pranzo, è il fulcro della zona giorno e nasconde alla vista i mo bili della cucina.

Il living è lo spazio più ampio della casa: una tenda di colore giallo corre lungo la giacitura del tramezzo demolito, delineando gli ambiti e tracciando un confine morbido tra le di verse funzioni.

Retroscena propone una visione giocosa e fantastica della casa. Scelte di colore audaci e piccoli trucchi progettuali donano perso

nalità agli interni, puntando i riflettori sugli abitanti, protagonisti di una pièce teatrale — e architettonica — ricca di sorprese.

Materiali utilizzati

Pavimenti in battuto di terrazzo alla veneziana Pavimenti in microcemento

Arredi e lavorazioni artigianali in legno laccato Rivestimenti in mosaico di ceramica e smalto murale

223 |
03
RECUPERATO
IL LEGNO
fa rivivere l’interior
| 226 RESIDENTIAL
227 |

Elementi antichi e design contemporaneo convogliano in un sug gestivo contesto residenziale situato a Santa Margherita Ligure, re centemente rinnovato con grande attenzione al dettaglio ed effet tuando scelte materiche vincenti in grado di donare nuovo fulgore a tutti gli ambienti domestici. Indiscusso protagonista dell’abitazione, infatti, si rivela il pavimento MF Design in legno noce nazionale, re cuperato da una villa storica nei pressi di Napoli e posato con incol laggio a disegno, pezzo per pezzo. I listoni presentano uno spessore totale di 15 mm, con una cartella nobile di 4,5 mm, e sono dotati di incastri femmina/femmina al fine di consentire la selezione dei pezzi più idonei per colore e fibratura. Il parquet è stato inoltre trattato a cera con una profumazione all’ambra, aroma richiesto dal com mittente, per un risultato multisensoriale e duraturo nel tempo. Tra gli elementi rinnovati che hanno contribuito alla valorizzazione degli interni si contano anche i parapetti della scala, preesistente nell’a bitazione, riportati a nuova vita grazie ad una sapiente operazione di restauro.

Mf Design ha sede a Sedico, nel cuore delle Dolomiti Bellunesi, Patrimonio dell’Unesco, dove l’amore per il legno e la capacità di trasformarlo in emozione vengono tramandati, da generazioni, da padre in figlio.

Nel laboratorio dell’azienda si pensano e si creano soluzioni perso nalizzate per ogni progetto, residenziale o Ho.RE.Ca, sia che si tratti di pavimento o di rivestimento o ancora di un complemento d’arre do: si personalizza perfino il profumo dell’olio utilizzato per proteg gere il legno.

Da molti anni il core business di MF Design è lavorare, con sapiente artigianalità e innata passione, il legno recuperato per riportarlo a nuova vita in location al passo con i tempi. Salute e benessere, inoltre, rappresentano nella filosofia aziendale i primi valori da tutelare, e proprio per questo ogni lavoro realizzato rispetta rigorosamente i principi di sostenibilità ambientale. L’etica con cui MF Design opera è peraltro ufficialmente ricono sciuta: PEFC, che certifica la provenienza dei legni nuovi da defo restazioni controllate, FSC, che promuove la gestione responsabile di foreste e piantagioni, LEED che certifica il basso impatto am bientale degli edifici grazie all’utilizzo dei prodotti idonei, hanno ri conosciuto ad MF Design i requisiti necessari per ottenere le omo nime certificazioni.

| 228 RESIDENTIAL
229 |
04 PRIVATE LUNAR CLUB

Immaginiamo di percorrere una tran quilla via di Debrecen, in Ungheria, ed entrare all’interno di un palazzo dalla facciata neoclassica, del tutto simile a quelli che lo circondano, in cui si viene catapultati in uno spazio alienato dal mondo reale. Una sorta di realtà parallela costituita da pareti glaciali, dal fascino lunare ed etereo.

| 232 RESIDENTIAL

Ci troviamo in una club room privata, un ampio e luminoso open space con tavoli da gioco e angolo bar. L’idea della designer, Ber nadett Fazekas, era quella di realizzare un luogo nel quale potersi astrarre da tutto ciò che ci circonda, in un’atmosfera rilassata e di stesa. Per fare questo ha scelto arredi contemporanei e minimalisti, dalle linee sinuose e accoglienti. Creatività in vetro Le decorazioni scelte sono essenziali ma di forte impatto: sulla pare te di fondo un grande mosaico artistico con inserti in Vetrite delle collezioni SICIS, “Saturno Contro Blue”, che con le sue forme geometriche arrotondate riprende le stesse tonalità di blu che si ritrovano anche nelle poltrone, unico tocco di colore concesso nell’argento che riveste tutte le superfici. L’angolo bar si presenta come un’astronave luminosa su questo pia neta di ghiaccio. È completamente rivestito in Vetrite, innovative lastre di grandi dimensioni brevettate da SICIS, qui nella tonali tà Pergamino Grey. Una scelta non casuale questa. Vetrite infatti, data la sua elevata resistenza a urti, umidità e temperature estreme e

grazie alle sue proprietà autopulenti e antibatteriche, è la soluzione ideale per coniugare estetica e funzionalità. La semplicità di taglio e posa inoltre, anche direttamente in cantiere e con strumenti manua li, costituisce un vantaggio anche per i posatori. I sapienti giochi di luce qui creati dall’illuminazione a led ne esaltano i riflessi cromati contribuendo a caricare l’ambiente di atmosfera. Ripercorriamo ora il nostro viaggio a ritroso, per andare infine in contro alla meraviglia che accoglie i visitatori e li accompagna nel loro cammino verso questo mondo fuori dal tempo e dallo spazio. La parete centrale della scala che conduce al piano inferiore è rivestita da un meraviglioso mosaico artistico, sempre opera di SICIS. Realizzato a mano nel grande laboratorio di Ravenna, in Italia, il mosaico è basato su un’opera di Viktor Friedl Kiss che ritrae alcu ni uomini con ombrelli e cappelli, elementi ricorrenti nei dipinti del pittore ungherese. Gli esperti maestri mosaicisti, con infinita pazienza e cura per il dettaglio, hanno saputo cogliere ed enfatizza re al meglio l’energia dell’opera, dove ogni tessera rappresenta una pennellata di colore.

233 |

Villa Lea Costa Azzurra

Adagiata su un parco di 4.500 mq che si sviluppa su una serie di terrazzamenti colle gati e arricchiti da una fitta vegetazione me diterranea, Villa Lea fronteggia le splendide insenature della Costa Azzurra in prossimi tà di Monte Carlo. La celebre cittadina del Principato dista infatti pochi chilometri ed è visibile dal giardino e dalle enormi vetrate della residenza, che offrono una visuale pa noramica sul golfo e sul territorio.

05

Pietra sinterizzata protagonista

Il rapporto tra interno ed esterno, così come la volontà di raggiungere una perfetta in tegrazione con il paesaggio, determinano i principali contenuti di questo progetto, curato dai due architetti Massimo e Mar co Donizelli dell’omonimo studio milanese: affiancata da tre dependence, la morfologia della casa padronale risulta infatti plasmata a partire da una parete rocciosa preesisten te. Lo sperone di puddinga avvolge l’edificio dall’alto verso il basso ed è utilizzato come un basamento grezzo corrispondente a una porzione del piano terreno, sul quale pog

giano il primo e il secondo livello. Ne risulta una particolare dicotomia tra naturale e ar tificiale e tra il profilo casuale, non lavora to della roccia, e la geometria rigorosa del volume costruito, con le linee marcate dei terrazzamenti, gli spigoli netti, i parapetti trasparenti in vetro, i colori puri dell’involu cro e i listelli metallici dei brise-soleil. Il grande tetto terrazzo, arredato con divani e sedute, definisce la sommità di Villa Lea e accoglie l’ingresso dalla strada: questo può avvenire tramite l’ascensore panoramico o attraverso una scala esterna, che segue la

sagoma della casa e porta al piano primo, con la zona giorno composta da una sala da biliardo, una cantina vini, un patio con giar dino zen in miniatura, il living di 150 mq, una stanza per la preparazione professionale dei cibi e la grande cucina, dove è ripresa la ci fra stilistica della residenza. L’isola centrale è infatti caratterizzata da elementi posti su differenti piani e incastrati tra loro, come il blocco in marmo che si innesta sul volume chiaro con piano di lavoro a sbalzo, realizza to in pietra sinterizzata Lapitec, nella nuan ce Bianco Polare e finitura Satin. Proprio la pietra sinterizzata prosegue il dualismo ricercato da Studio Donzelli, rap presentando innovazione e contempora neità: è l’anima tecnologica, essenziale, ad alte prestazioni, il risultato di un processo produttivo coperto da 25 brevetti, abbinato all’estetica decorativa del marmo. Come rivestimento dell’isola e come top, garantisce la massima resistenza grazie alla superficie priva di pori - quindi inassorben te e perfettamente igienica -, alla sua resi stenza a graffi, urti, temperature, raggi UV, prodotti chimici e acidi.

Le vetrate a tutta altezza incorniciate da sottili serramenti, curate da Sky-Frame, costituiscono poi l’unico elemento che se para lo spazio living e cucina dalla terrazza; se aperte, danno origine a uno spazio flui do e facilmente fruibile, completamente orientato a garantire il rapporto visivo con l’orizzonte.

Un concept che prosegue allo stesso modo al livello superiore, dedicato alla zona not te, dove si trovano l’ampia suite padronale, due bagni, due cabine armadio separate e uno studio privato. Al livello 0, parzialmen te interrato, sono invece ricavate due ca mere con bagno dedicate agli ospiti, la sala cinema, la SPA completa di idromassaggio, Hammam e doccia emozionale, una pale stra, un locale pilates e una pool house con cucina e living, direttamente affacciata sulla grande piscina esterna a sfioro, con posta zioni idromassaggio.

UNA PISCINA AFFACCIATA SULLA BAIA

La vasca è circondata dalla ricca vegetazione del giardino, da numerosi angoli conversa zione, relax o dining outdoor ed è costellata, sul perimetro, da piccoli spot incassati nella pavimentazione. L’illuminazione è prevista anche al suo interno, grazie a corpi illumi nanti con cromoterapia funzionanti durante le ore serali e notturne, che ne enfatizzano i rivestimenti di colore scuro, a contrasto con la pavimentazione circostante, di colore beige.

Le superfici della piscina sono anch’esse interamente in Lapitec nella nuance Terra Ebano e finitura Vesuvio, qui sapientemen te lavorato da Freri e Brignoli per sfruttare appieno le potenzialità del materiale. Alta lavorabilità, riduzione della tensione e for mato XXL (fino a 1500x3365 mm) hanno infatti consentito di ridurre al minimo i segni di giunzione (più soggetti a manutenzione) e realizzare gradinate curvilinee ed elementi a taglio 45 gradi.

| 236 RESIDENTIAL

IL MATERIALE IN FOCUS

A tutta massa e realizzato con una miscela di minerali 100% naturali, il Lapitec è per fetto per un’applicazione anche in immer sione e la sua predisposizione a fresature, tagli, incisioni ecc. agevola l’introduzione dei tradizionali elementi di canalizzazione e im pianti usati nelle vasche. La pietra sinteriz zata, infine, è associata a alti coefficienti di attrito e anti-scivolo, fino a R13 e nel pieno rispetto della normativa DIN 51130, e assi cura quindi non solo durabilità e resistenza, ma anche massima sicurezza per le persone.

237 |

TRA CAMPAGNA E CITTÀ

06
ph. Serena Eller Vainicher
| 240 RESIDENTIAL

Immerso nel verde eppure in piena città, a pochi minuti da luoghi simbolo della Roma contemporanea come l’Auditorium - Parco della Musica di Renzo Piano e il MAXXI - Museo nazionale delle arti del XXI secolo di Zaha Hadid, lo studio Alvisi Kirimoto firma gli interni e il progetto degli spazi verdi di un casale ricostruito sulla volumetria dell’edificio preesistente, saldamente ancorato su una collina che af faccia sul parco dell’Inviolatella Borghese, a nord della capitale. Priorità dei proprietari era disporre di un’abitazione ben integrata nel paesaggio, con ambienti luminosi e una forte connessione con l’e sterno, dove godere della natura senza rinunciare al ritmo incalzante della città. Una casa accogliente, aperta, pensata principalmente per i momenti di convivialità con gli amici, ma anche per ospitare al suo interno l’atelier della proprietaria, Antonella di Opificio Lauchli, che si dedica alla realizzazione di complementi e mobili su misura, alla deco razione d’interni e alla trasformazione di vecchi arredi. La forma archetipa del casale è bilanciata dalla contemporaneità degli interni, che si sviluppano su tre piani, dove gli architetti hanno voluto esaltare la sensazione di libertà e spazio, sfruttando l’altezza dei soffit ti, limitando il numero delle pareti e lasciando il perimetro permeabile con una serie di porte finestre che conducono a un ampio giardino di pertinenza.

“Abbiamo articolato lo spazio su tre livelli, lavorando sul ‘cielo’ di ciascuno, per restituire tre esperienze diverse. Al piano terra abbiamo usato il bian co e il cemento; al primo abbiamo scelto la luminosità del giallo; infine, all’ultimo piano, abbiamo lasciato la struttura in legno a vista. L’elemento di continuità che accompagna il visitatore in questa sorta di promena de architecturale, è la scala. Pensata come un pezzo unico, è realizzata in lamiera stirata, consentendo alla luce di filtrare in un gioco di riflessi e ombre. La casa ha una sorprendente anima rock, come i proprietari. È uno spazio omogeneo e dinamico, dove materie e superfici cambiano, estendendo l’emozione dall’esperienza visiva alla dimensione tattile ”.racconta Junko Kirimoto, co-fondatrice dello studio.

INTERNI E MATERIALI

Il piano terra è pensato come uno spazio informale, con un grande soggiorno che ospita un’area TV con una libreria progettata su mi sura in legno naturale e sostegni in ferro nero, una zona pranzo e una cucina a vista interamente in acciaio inox con isola centrale nera, schermata da una vetrata. Su tutto domina, in posizione centrale, la scala scenografica, realizzata interamente in ferro naturale trattato con un esile cosciale centrale di sostegno e un unico foglio di lamiera microforata che costituisce i gradini ed il parapetto. Leggera e tra sparente, la scala con la sua pelle permeabile, regala prospettive ine dite e permette di apprezzare tutto il vano scala ,  che all’ultimo piano culmina con un ampio lucernario. Completano il layout il laboratorio della proprietaria, e una serie di spazi accessori, tra cui la lavanderia e il bagno degli ospiti, trattato con una finitura in micro cemento effetto corten che introduce un ulteriore elemento materico al piano terra, dove soffitti e pareti bianche mettono in risalto la struttura dei pilastri lasciati in cemento a vista.

241 |

Le stesse scelte cromatiche e finiture si ripetono al primo piano, de dicato ai figli, caratterizzato da una nota di colore in più, i soffitti di colore giallo. Attorno ad un corridoio a ballatoio affacciato sulla scala, si aprono le porte a scomparsa dei bagni e delle quattro camere da letto, con i loro raffinati arredi disegnati su misura, dalle librerie alle scrivanie, dalle pareti lavagna alle appenderie. Salendo ulteriormente, si accede a un’estesa area soggiorno e stu dio con un bagno per gli ospiti, che fa da filtro alla zona riservata alla coppia, con una camera da letto matrimoniale con arredi su misura in OSB trattato con laccatura verde lucida, un bagno e una cabina armadio. L’ultimo livello ha un carattere fortemente materico: il pa vimento, come negli altri piani in micro cemento di colore grigio, si contrappone al tetto a falda con capriate in legno e pianelle a vista .  Un nastro in OSB naturale, trattato con protettivo trasparente, e con il ripiano superiore rivestito in ferro nero trattato, si snoda lungo tutta

la sala, cingendola su tre lati. Da mobile sospeso per la TV, il nastro si trasforma in portariviste, diventa una panca, si piega per prendere le forme di una chaise longue, si rialza per farsi piano di lavoro, poi anco ra piano a ribalta che nasconde una cucina con lavello e piano cottura, infine, piegandosi a 90°, diventa il rivestimento dell’anta apribile di un mobile.

L’OUTDOOR

All’esterno, il portico, pensato con una zona living e un’area pranzo in prossimità della cucina, rende labili i confini tra interno ed esterno. Il giardino con prato all’inglese da un lato si affaccia su una terrazza verde dall’altro ospita l’orto con vasche in corten, che si staglia sul panorama urbano. Ed è proprio qui, che si compie l’estrema sintesi della versatile proposta dello studio Alvisi Kirimoto, che coniuga ritmi cittadini e uno stile di vita più green .

| 242 RESIDENTIAL

Alvisi Kirimoto è uno studio internazionale che si occupa di architet tura, urbanistica e design. Fondato da Massimo Alvisi e Junko Kirimo to nel 2002, si distingue per l’approccio sartoriale alla progettazione, l’uso “sensibile” della tecnologia e il controllo dello spazio a partire dal la manipolazione di “fogli di carta” – The Hands Work. Il dialogo con la natura, la rigenerazione urbana e l’attenzione ai temi sociali rendono i loro progetti unici nel panorama dell’architettura internazionale. Fon dendo la sensibilità italiana a quella giapponese, lo studio ha realizzato numerosi progetti in Italia e all’estero.

243 |
ph. Ilaria Magliocchetti Lombi

HOME JUNGLE

La casa-atelier di un floral designer

Nel cuore del Mandrione, il verace quartiere di Roma-Est tanto caro ad attori e poeti, si nasconde tra gli archi dell’Acquedotto Felice la casa-atelier di Dylan Tripp. È proprio qui, immerso nel verde, che il noto floral designer romano di origini americane si rifugia per dare vita alle sue creazioni, dopo anni di collaborazione come stilista per brand noti come Valen tino e Fendi, e come talent scout per le re sidenze artistiche di Paraphernalia, uno dei primi concept store della capitale.

L’abitazione riflette la sua vocazione di de signer tout-court, integrando perfettamen te spazi dedicati alla quotidianità e angoli pensati per dare sfogo alla creatività, con il lussureggiante giardino a fare da sipario tra

07
ph. Serena Eller Vainicher

la dimensione domestica e la vivace vita di quartiere.

“È molto rilassante toccare la terra, accarez zare petali e piante, stabilire un forte legame con la natura, è come entrare in un mondo ancestrale. Volevo che lo spazio domestico e familiare fosse legato alla mia idea di creazione e connessione con quello che ci circonda ogni giorno” racconta Tripp.

Elementi storici si fondono con linee più contemporanee, insieme a ricordi di viag gio, come le cornici dorate di cartapesta del Settecento siciliano comprate a Noto, e a pezzi di modernariato scoperti in giro per mercatini italiani e non — primo tra tutti il Porte de Clignancourt di Parigi.

Dal giardino si accede alla luminosa zona living, dove un tessuto trompe l’oeil pro veniente da una residenza provenzale gioca con il mix di arredi anni Cinquanta, la col lezione di libri fotografici di moda, i nu merosi oggetti di famiglia e i vasi in ceramica di Umberto Mantineo e dell’olandese StudioErikGutter.

Le visioni floreali di Dylan Tripp, quasi come sculture vive al profumo di lisian thus, eucalipto, rosa canina, dalia e ce losia, animano la cucina, la zona living e gli ambienti più privati, caratterizzati da interventi sartoriali di recupero come l’in serimento nel pavimento in resina delle cementine originali della casa e da oggetti contemporanei e artigianali. Tra gli altri, il Clay Table with Drawer di Maarten Baas, le Etch Pendant di Tom Dixon, i vasi mul ticolore di Gaetano Pesce e le ceramiche amalfitane di Reinaldo Sanguino per Made in EDIT, tutti tesori scovati dalla galleria romana MIA.

Così, la natura, si riflette negli interni e, come un motivo decorativo continuo, ac carezza le venature di materiali, stimola il dialogo di colori, fra i tessuti vissuti e le cangianti foglie di una monstera variegata.

| 246 RESIDENTIAL
247 |
08 CHALET JOUX PLANE 007 style
ph. Stephan Gautier

Nel cuore delle Alpi Francesi, in una posizione riservata e soprae levata a pochi minuti di auto dal centro della nota località sciistica Morzine, si colloca il suggestivo e prestigioso Chalet Joux Plane. Sviluppato su 680 m2, offre una vista panoramica delle mon tagne adiacenti da tutti gli spazi abitativi e dalle aree comuni. Lo chalet può ospitare fino a 14 persone in 5 lussuose camere e una camera con letto a castello ideale per famiglie con bambini. Tutte le camere sono dotate di terrazze appartate con vasche freestan ding per il massimo relax.

TRADIZIONE ALPINA RIVISITATA

Il progetto architettonico, firmato dallo studio Marullaz Archi tectures, e l’interior design curato dal team di Shep & Kyles, hanno privilegiato un mix stilistico e materico improntato alla rivisitazione della tradizione alpina in chiave minimalista e con temporanea. Razionalità strutturale, ampiezza visiva e dialogo tra interni ed esterni spiccano come tratti distintivi di questa “casa da film” che ricorda l’abitazione di James Bond nel film “Spectre”. Gli alti soffitti e le grandi finestre a tutta altezza consentono inoltre allo chalet di integrarsi armoniosamente nel paesaggio montano cir costante.

INTERIOR DESIGN E MATERIALI

Gli interni sono caratterizzati da numerosi elementi in vetro im piegati per scandire la metratura e da un arredamento in legno dal gusto nordico disegnato ad hoc dai designer, il tutto com pletato dalle eleganti finiture scelte tra le collezioni proposte da PORCELANOSA Grupo.

A far risaltare le prerogative di simmetria e luminosità che con traddistinguono complessivamente la location, giocata sulle to nalità intense del marrone e del grigio, è il parquet Advance 1L Natural di L’Antic Colonial, che corre lungo tutta la metratura dello chalet uniformando pareti e pavimenti per un effetto este tico senza soluzione di continuità.

Al piano superiore è situato il soggiorno con due aree funzionali, una destinata alla lettura con divani XXL in tinte scure, abbinate alle travi di legno massello, e una alla sala da pranzo. Al piano di sotto è collocata l’area ricreativa, composta da una palestra, una sala per il cinema, una galleria d’arte, una sala giochi, una spa con Jacuzzi,  hammam e piscina interna rivestita con il gres porcella nato Stuc Grey Texture di XTONE® che attinge al fascino della pietra arenaria.

| 250

Per l’area spa, in particolare, il team di progettazione ha punta to su uno schema di materiali con texture ossidate abbinate al pavimento Ferroker dall’effetto metallico di Porcelanosa. Queste lastre resistono ai graffi, agli urti e alle alte temperature, e con sentono di unire concettualmente questa zona con l’hammam. L’ingresso è invece rivestito con la collezione in pietra Globe di L’Antic Colonial, che esalta l’atmosfera sofisticata dello spazio.

Gli interni dell’hammam, dalla forma concava, sono stati poi ri vestiti totalmente con il mosaico metallizzato Imperia Mix Silver Blue Backs di L’Antic Colonial. Le piccole tessere bianche, gri gie e blu accentuano ulteriormente il clima avvolgente e intimo dell’ambiente, con la complicità dei faretti installati nella parte superiore.

I bagni adiacenti alla spa, infine, sono stati rivestiti con la linea di superfici Argenta Antracita di Porcelanosa e con il gres porcella nato XLIGHT® Nox Corten di Urbatek. Per i lavabi è stata scelta la finitura Habana Dark di L’Antic Colonial mentre le lastre in gres porcellanato a tutta massa di Porcelanosa costituiscono il pavi mento generale della doccia, intervallato dal rivestimento Moka Anticato di L’Antic Colonial.

251 |

Casa Puntara Ragusa

09

Architettura organica con materiali naturali

A Casa Puntara la modernità incontra gli elementi tipici dell’archi tettura mediterranea in un connubio di design e tradizione. La villa, situata nella periferia di Ragusa e progettata dallo studio dell’archi tetto Vincenzo Leggio, si contraddistingue per uno sviluppo su tre piani fuoriterra sfalsati tra di loro, che godono di tre viste differenti. “Nel progetto - spiega l’architetto Leggio - i volumi sono configurati da forme essenziali, lo spazio è dilatato attraverso l’uso di piani e super fici e gli interni sono studiati per essere semplici e funzionali, reinterpre tando gli elementi della tradizione e conservando le identità culturali e sociali del sito.”

La pietra bianca lavorata a spacco, tipica del territorio ibleo, le su perfici intonacate di bianco, le grandi vetrate, i pannelli frangisole scorrevoli realizzati con profili in Rhinowood™ di sezioni diverse si armonizzano perfettamente con la vegetazione caratteristica della macchia mediterranea del giardino. “Siamo sensibili al ruolo dei dettagli e dei materiali, che vengono sele zionati con cura - prosegue Leggio - Il carattere unico di pietra, ce

| 254 RESIDENTIAL

mento, legno e vetro viene maggiormente definito attraverso l’uso della luce. Vogliamo un’architettura che interagisca con l’ambiente circo stante, sensibile alle relazioni che intervengono tra lo spazio antropico e lo spazio naturale, attenta alla geo-morfologia del sito e al rispetto dell’ambiente circostante”.

IL MATERIALE IN FOCUS

In particolare, Rhinowood™, distribuito da Ravaioli Legnami, trova in questo progetto un ambito ideale che ne esalta la venatura eviden te e lo inserisce in maniera perfetta nell’ambiente circostante. Un materiale innovativo ottenuto da Pino Radiata di origine sudafricana, che si caratterizza per i suoi toni caldi e che unisce all’estetica grande stabilità dimensionale ed estrema resistenza grazie al processo pro duttivo brevettato a cui è sottoposto, che consiste in un trattamento termico seguito dall’impregnazione a pressione con un mix di cere naturali. Un legno che a fine processo raddoppia la sua densità dive nendo incredibilmente resistente ad ammaccature, graffi e danni in superficie.

255 |

Una teca sulla collina

10

Custodire l’uomo e le sue emozioni

Concepito con un approccio minimal-na turalista, Teca House è un edificio contem poraneo che nasce dall’amicizia profes sionale tra Federico Delrosso, architetto e designer milanese di origini biellesi, e il committente, Alberto Savio, imprenditore tessile della zona.

Il progetto, che consiste nel recupero di un piccolo fabbricato rustico nella splendida cornice delle colline di Biella, si basa su un intervento di inversione compositiva, che porta all’esterno, smaterializzandolo, un

piccolo volume rustico preesistente dando vita ad una nuova funzione sul territorio. Dalle “radici” di un passato agricolo, or mai in disuso, di cui si mantengono i segni, nasce un’opera contemporanea, radicata nel territorio e in equilibrio con esso, ma al tempo stesso permeata di nuove possibilità di utilizzo.

L’edificio, che prende ispirazione dalla Glass House di Philip Johnson ha una superficie di circa 80 mq che si estende di altri 50 aprendo le pareti vetrate scorrevoli che

| 258 RESIDENTIAL

circondano interamente il volume. La fles sibilità del progetto, rende questo spazio, ideale per riunioni od ospitare un cocktail di lavoro ma è anche un rifugio intimo per la lettura o per la pratica dello yoga. Può anche trasformarsi in una foresteria per gli ospiti occasionali del padrone di casa e di sua moglie che vivono poco distante, in una villa collocata ai piedi della collina. Teca House è stato concepito come un prezio so contenitore culturale, un landmark con l’intento di creare nuove possibilità di rela zione con territorio biellese.  “In questo progetto la Teca custodisce l’uo mo e le sue emozioni. - racconta Federico Delrosso -  Un punto di vista privilegiato e poetico, una totale immersione nella natura, quasi come se il fruitore fosse sospeso nel vuoto. Contestualmente essa lavora in ne gativo: lo sguardo è infatti rivolto dall’interno all’esterno, ad indicare la centralità dell’esse re umano”.

Il rapporto tra passato e presente e tra “opera” e contesto viene bilanciato senza alterare gli equilibri dimensionali del luogo, andando altresì ad esaltarne la valenza am bientale e divenendo punto di riferimento non solo culturale ma anche visivo. L’im pianto murario rurale diventa il basamento, la connessione con il territorio dal quale nasce il nuovo intervento, leggero e tra sparente: una struttura in calcestruzzo che si apre verso il paesaggio con due grandi ali orizzontali ed una pelle di vetro completa mente apribile che ne racchiude il volume. L’impianto architettonico nasce con l’in tento di favorire i corretti apporti solari: la conformazione dei solai che si proten dono allungati oltre la teca di vetro hanno lo scopo di proteggere dall’irraggiamento solare estivo, favorendone invece quello invernale.

Oltre al recupero della pietra originale proveniente dal rustico, sono stati impie

gati materiali sostenibili e lasciati a grezzo, come il calcestruzzo per struttura e pavi menti ed il multistrato di betulla per arredi e rivestimenti.

Le sofisticate soluzioni architettoniche e strutturali, pur non visibili esternamente, hanno consentito di integrare l’edificio con soluzioni e materiali altamente performanti volte all’eliminazione e correzione dei ponti termici. L’impiantistica affiancata agli in terventi di isolamento portano l’edificio in classe energetica A4. La realizzazione di un impianto di climatizzazione mono energia in pompa di calore aria/aria abbinato a sistemi radianti a pavimento, e ventilconvettori, il sistema VMC e l’impianto fotovoltaico ad alte prestazioni, garantiscono il comfort ambientale, in tutto l’arco dell’anno e con qualsiasi condizione climatica esterna.

259 |

“Quando ho acquistato il piccolo rudere ed il terreno in cui ora sorge Teca House, non avevo idea di cosa sarebbe potuto diven tare. Il confronto con Federico Delrosso, a cui mi lega un sincero rapporto professionale e di amicizia, la sua visione dell’architet tura e del ruolo che essa può e deve avere, mi ha affascinato e persuaso circa l’opportunità che questo luogo mi stava offrendo: poter lasciare un segno che rimanesse al di là del tempo mio e della mia famiglia. Con questa consapevolezza ho accolto le pro poste progettuali. È stata una sfida accompagnare il processo creativo di Federico: dietro ogni dettaglio ci sono disegni, pensieri, soluzioni scartate in favore di ciò che poi si è realizzato. Un approccio corretto, onesto e di buon senso. Un’attenzione assoluta al paesaggio, agli spazi, ai materiali e alle finiture. Un segno diventato un sogno”

| 260 RESIDENTIAL
Alberto Savio

Federico Delrosso

Architetto e designer di origini biellesi, opera a livello internazionale dal 2001 nel suo studio di Milano Federico Delrosso Architects, occupandosi di architettura, Interior e product design. Nell’ambito del design firma importanti collezioni di arre do e illuminazione per brand come Davide Groppi e Henry Timi. La lampada da parete Mima (2007, per Davide Groppi) riceve la segnalazione per il XXI Compasso d’Oro 2008 ed entraa far parte della collezione permanente dell’ADI (Associazioneper il Disegno Industriale). La lampada da terra Hashi, progettata per Davide Groppi, è stata selezionata per l’ADI INDEX 2019 e concorrerà per il Compasso d’Oro 2020. Hashiha anche vinto il premio Excellence In Lombardia 2019. Nel 2012 entra nella rosa dei finalisti del prestigioso premio Best of Year Award, organizzato dalla rivista In terior Design(USA), grazie al progetto del Ristorante Notime a Montecarlo, analogo riconoscimento ricevuto nel 2016 per la categoria kitchen con la Cucina Trapezio, oltre a numerose altre menzioni legate al settore product design.

261 |

NEW IN TOWN

La collezione di parquet proposta da Stile è basata sul concetto del “saper fare”, espresso nel modo migliore con una parola ereditata dal greco antico, TEKNE (Τέχνη). Geometria e linee si fondono insieme ai nuovi gusti estetici e alla ricerca di nuove combinazioni decorative. La gamma di pavimenti TEKNE mira alla linearità, sinonimo di coerenza, pulizia e ordine da mettere in accostamento con fantasia, sperimentazione e imma ginazione. Logica e irrazionalità si fondono così in un parquet dal sapore spiccatamente contemporaneo, pensato per decorare sia ambienti residenziali che commerciali.

| 264 NEW IN TOWN
Tekne | STILE

Seletti 4 | CERAMICA BARDELLI

Dall’incontro tra il design figurativo di Seletti e il know-how del prodot to ceramico di Ceramica Bardelli prende vita il progetto materico Seletti 4 Ceramica Bardelli. La capsule collection Tiles (R)evolution si compone di superfici per pavimenti e rivestimenti dal forte impatto estetico pen sate per la casa, il contract e l’hotellerie. Le serie proposte danno origine a pattern dall’anima contemporanea e fuori dagli schemi con cui creare ambienti sorprendenti.

Distortion è una piastrella in gres porcellanato – con finitura super-opaca grazie agli smalti no reflex – che nei motivi e nelle geometrie reinterpreta l’iconico pattern bianco e nero di Seletti traendo ispirazione dall’immagi nario di Maurits Cornelis Escher e dalle prospettive paradossali, i pattern ipnotici, i cortocircuiti percettivi caratteristici delle sue opere. Distortion è ideale per applicazioni a pavimento in cui si esprime al massimo l’effet to ottico di “distorsione”: attraverso la combinazione di moduli quadrati di formato 14x14 cm e moduli romboidali dalle dimensioni 14x24 cm – mon tati su rete in fibra di vetro – l’immagine della classica dama viene così trasformata permettendo di realizzare una varietà infinita di composizioni e

inaspettati effetti ottici.

Diamond è una piastrella tridimensionale di formato 10x40 cm in cera mica monoporosa disponibile con finitura lucida – nei colori bianco, nero, arancione, senape e rosso – e in vetro con finitura a specchio nella versione Mirror.

Black&White è un mosaico – in mono presso cottura con finitura lucida e opaca – in cui si esprime la consolidata expertise di Ceramica Bardelli nell’immaginare soluzioni che permettano di superare i tradizionali confini della decorazione, unita al visionario approccio di Seletti. La linea è disponi bile in un kit composto da 12 fogli (ciascuno di dimensioni 30x30 cm) che permette di dare origine a una parete di 140x240 cm.

Elements vede protagonista la natura e i suoi elementi, l’acqua e le nuvole: grazie al grande formato 60x120 cm delle piastrelle (combinabili a pattern A+B e realizzate grazie a tecnologie di stampa digitale a “terzo fuoco” ad alto valore aggiunto) è possibile realizzare ambientazioni immersive portan do nell’interior la magia del mondo esterno.

265 |

Da sempre conosciuta per le sue collezioni in mosaico di vetro, l’a zienda introduce un nuovo materiale, il marmo, nei decori in mosai co della linea MARMOSAICO, design Carlo Dal Bianco. I pattern che compongono la collezione sono disponibili in due va rianti cromatiche e realizzati con tessere di marmo, accuratamente tagliate a mano dai mosaicisti dell’Atelier Bisazza, secondo la tradi zionale tecnica artistica. Ogni decoro rievoca l’atmosfera raffinata degli interni dei palazzi borghesi del centro di Milano, ricreata grazie ad una meticolosa ricerca estetica e ad un accostamento cromati co di marmi pregiati quali: Bianco Thassos, Crema Botticino, Giallo Verona, Nero Assoluto, Verde Guatemala, Marrone Kaiser, Rosso Verona e Grigio Bardiglio. Da una rilettura contemporanea, che trae ispirazione dai pavimenti dei palazzi disegnati da Giovanni Muzio, Emilio Lancia, Piero Portaluppi e Giò Ponti, prendono così vita dieci pattern, composti da diverse figure geometriche che dialogano tra di loro. Il nome di ogni decoro della collezione, che è un omaggio a Milano e alla sua architettura dei primi decenni del ‘900, richiama alcuni dei più noti luoghi milanesi: Brera, Borgonuovo, Belgioioso, Galleria, Montenapoleone, Piazza Scala, Piazza Scala con Cameo, Solferino, Triennale e Verri.

CARTEdition | WALL&DECÒ

Su idea e curatela di Giovanna Felluga e il coinvolgimento degli ar tisti Fabrice Hyber, il collettivo LABINAC, Liliana Moro, Riccardo Previdi, Francesco Simeti, Donatella Spaziani e Patrick Tuttofuo co, CARTEdition è un progetto di ricerca nato con l’intenzione di indagare il rapporto fra arte contemporanea e wallcovering. Parte della linea Wall&decò Editions — il raccoglitore di capsule collection sviluppate insieme a protagonisti di prestigio del mondo del design, lifestyle, moda e arte — con CARTEdition la carta da parati, ol tre che elemento di decoro diventa anche strumento artistico, un medium utilizzato per estendere il percorso di ricerca verso nuove frontiere della produzione e fruizione dell’arte, arricchendo gli am bienti di stimoli culturali e nuove ispirazioni. Una collezione destinata ad ampliarsi di anno in anno, “unlimited” ma numerata. I progetti artistici non sono pattern ma immagini a tutta ampiezza proposti in grande formato — 5,40 x 3,60 metri — per un effetto immersivo di grande impatto scenico.

| 266 NEW IN TOWN
Marmosaico | BISAZZA

Dicroico | ARTELINEA

Una inedita collezione di lavabi freestan ding disegnati da Davide Vercelli, costru iti con quattro lastre di vetro stratificato. Il nome “Dicroico” deriva dall’utilizzo di una particolare pellicola nella laminazione delle lastre di vetro che lo costituiscono. Essa interagisce con la luce in modo diverso in base al suo grado di incidenza, cambiando la sua colorazione a seconda del punto di vista dell’osservatore, modellando un’om bra colorata differente a seconda di come la si guardi.

La scelta di Vercelli è di grande impatto visivo creando un perfetto equilibrio tra il lavabo, geometricamente rigoroso e di grande semplicità, e il gioco di luci e pro spettive. La forma delle lastre segue, nella sua geometria triangolare, il diagramma delle forze, mantenendo il minor materiale possibile.

Dicroico è disponibile con le dimensioni 41,6 x 41,6cm con 85cm di altezza e in due colori: trasparente e bianco. Completa la collezione una colonna a mensole verticale.

267 |

Saint Remy | ASCOT

La nuova linea di superfici Saint Remy at tinge al puro limestone francese, ricamato con dettagli che solo una pietra dal since ro vissuto può vantare. Con questa serie, Ascot Everytile inaugura un nuovo per corso di evoluzione delle proprie collezio ni ceramiche: per la prima volta vengono impiegate colle digitali, il tutto combinato alla tecnica della lappatura, per portare le superfici ad un livello di resa realistica sen za precedenti.

La collezione è disponibile nei formati mo dulari standard 30x60, 60x60 e 60x120, compresi i 10x60 e 90x90. Completano la proposta i formati per spazi esterni, 60x60 in finitura Out Dry e il 90x90 presentato nell’extra spessore 20mm.

Ad arricchire la gamma di Lineadeko - il sistema di rivestimento su pannelli in legno di betulla applicabili come boiserie o rive stimento totale a parete - è la collezione Groove, che coniuga i linguaggi di arte e architettura in una serie di decori creati in collaborazione con lo Studio Lucchesede sign. I nuovi spunti portano su materia un effetto visivo tridimensionale scandito da un susseguirsi di segni e armonie. Groove è il ritmo scolpito nei solchi di un 45 giri dove è incisa una magia, ma è anche l’alternanza di chiaroscuri e sfumature che, in architet tura, simulano un ritmo di volumi vuoti e pieni. Ritmo e tridimensionalità diventano così i leitmotiv delle 8 nuove decorazioni pensate per trasformare le superfici in ele menti d’arredo protagonisti.

| 268 NEW IN TOWN
Groove INKIOSTRO BIANCO

It don’t mean a thing (if it ain’t got that swing). Proprio nelle parole della canzone di Duke Ellington, datata 1931, si nascon de lo spirito di “Swing”, la collezione ideata dal designer Fabio Fantolino per Ex.t che punta a rompere gli schemi e tradurre in un linguaggio contemporaneo le forme e le suggestioni del passato alternando linee spezzate e curve.

L’utilizzo di materiali senza tempo quali il legno si combina ad esempio con la pre senza di elementi in LivingTec, restituendo dinamicità ed espressività all’ambiente. La vasca, ispirata alla forma delle prime tinoz ze in metallo, reinterpreta in chiave mo derna le strutture delle primissime versioni di fine ‘800 e inizio ‘900, mentre il design dei mobili con lavabi in appoggio prende spunto dagli antichi lavatoi, le cui forme vengono spogliate e armonizzate per ren derle più attuali. La possibilità di abbinare i colori vivaci all’essenza di noce permette infine di giocare con i dettagli personaliz zando lo schema d’arredo.

269 |
Swing | EX.T

Dopo aver rivoluzionato il concetto di rivestimento creando una varietà di superfici innovative a soluzione continua, tutte contrad distinte da una ricetta pura ed ecocompatibile a base di acqua, terre e pigmenti, il colore diventa il filo conduttore del progetto HDsurface, nato in collaborazione con il designer David Lo pez Quincoces. La nuova palette ColorSystem by D.L.Q. è de clinata nelle quattro collezioni di superfici di maggior successo: PerfectCombination, un rivestimento a metà tra resina e cemen to costituito da malta colorata a base acqua; CoverHD, una na noresina ad effetto coprente in grado di rivestire qualsiasi superfi cie rispettandone le qualità e le vibrazioni naturali; GeoTexture, un rivestimento monolitico pronto all’uso, facile da applicare che non richiede miscele, né catalisi offrendo nuove possibilità nella realizza zione di superfici “fai da te”; GeoOutdoor, una malta pronta all’uso calpestabile e carrabile proposta per rivestire terrazzi, cammina menti e zone bordo piscina in ambito privato e pubblico.

LA FORNASA

“La bellezza è scritta nella pietra” è il principio alla base di tutte le proposte materiche La Fornasa, realtà trevigiana specializzata nella creazione di rivestimenti in pietra versatili, ideali per la connotazione di ambienti interni ed esterni di nuova costruzione ma anche per il re styling di contesti in via di ristrutturazione, votati alla sostenibilità e ad una sobria eleganza.

Ogni collezione è espressione di una filosofia aziendale che punta sul la lavorazione artigianale e sulla disponibilità di interpretare le esigenze dei clienti trasformando ogni composizione in un pezzo unico, in gra do di conferire agli spazi desiderati un carattere del tutto personale. Tutte le collezioni del brand sono diversificate in base alla scelta dei materiali, alle loro naturali peculiarità e alle trame decorative applica te. Nascono così soluzioni creative che vanno dalle texture più classi che e senza tempo a trame di design al passo con le attuali tendenze d’arredo.

ColorSystem | HDSURFACE | 270 NEW IN TOWN

In spagnolo significa mandorla e nella visione di Patricia Urquiola rappresenta l’organismo perfetto che incarna il connubio tra natura e meccanica. Proprio alla completezza e all’armonia dell’“Almendra” si ispira il nuovo sistema di illuminazione “gentile”, modulare, per sonalizzabile ed estensibile, concepito dalla nota designer per Flos. Progettando in modalità quasi biofilica, la Urquiola ha pensato a un modulo la cui forma ricorda quella di due gusci di una man dorla aperta, collegati da un perno centrale. È da qui che, grazie a una fonte a LED, si diffonde una luce estremamente confortevole, “come quella che accarezza le foglie di un albero fuori dalla finestra di casa”.

Il modulo, che assemblato a un fusto lineare o curvato dà vita a una serie di soluzioni - a 3, 4 o 6 luci, posizionabili verso il basso o ver so l’alto - cela inoltre un cuore sostenibile. È stato realizzato, sia nella faccia opaca che in quella trasparente con un policarbonato derivato da un sottoprodotto della produzione della carta: tallolja in svedese e tallolio in italiano (letteralmente olio di pino). Questo

liquido vischioso, che fuoriesce in modo naturale durante il proces so di estrazione della cellulosa dal legno durante la produzione della carta, viene utilizzato da anni per produrre inchiostri. Grazie a tec nologie di recente invenzione, però, è ora sfruttato per ricavare un policarbonato che ha tutte le caratteristiche di quello tradizionale. Almendra è quindi prodotto con un materiale proveniente da risorse rinnovabili di origine naturale (la carta), ma che non consuma inu tilmente terreno e acqua con coltivazioni specifiche, come invece avviene per tante altre bio-plastiche.

L’intero ciclo di vita di Almendra, dall’origine dei materiali allo smal timento, è definito secondo i rigorosi criteri stabiliti dalle norme ISO in materia di LCA (Life Cycle Assessment). Questo è possibile grazie a una progettazione che non prevede alcuna parte incollata ma solo viti, tutte invisibili.

Il fusto e l’apparecchio illuminante su cui vengono posti i moduli sono invece realizzati in alluminio estruso, 100% riciclabile.

Almendra | FLOS
271 |

Active Surfaces® IRIS CERAMICA GROUP

Per rispondere alla sempre crescente esigenza di salubrità negli interni dome sici Iris Ceramica Group propone Active Surfaces®, le innovative superfici cerami che ad alte prestazioni, progettate secon do i più elevati canoni qualitativi.

La tecnologia di Active Surfaces® sfrutta le proprietà fotocatalitiche del biossido di titanio che, combinato con l’argento, tra sforma la lastra ceramica in un materiale eco-attivo con proprietà antibatteriche e antivirali (anche anti-Covid-19), antinqui namento, anti-odore e autopulenti.

Inoltre, due importanti certificazioni in ambito “food contact” attestano come questi materiali possano essere utilizza ti a contatto diretto con gli alimenti con la massima sicurezza, indipendentemente dalla tipologia e formulazione del cibo con cui entrano in contatto.

I riconoscimenti sono stati rilasciati da un laboratorio accreditato BELAC, Istituto certificatore per i Paesi dell’Unione Eu ropea specializzato nell’esecuzione di test su materiali usati in ambito alimentare, e dimostrano come Active Surfaces® sia un perfetto alleato non solo in architettura, ma anche in tutti i settori in cui vi è pre senza di sostanze alimentari.

La ricerca condotta mette in evidenza i risultati eccellenti relativi alla capacità di Active Surfaces® di essere impiegato in settori industriali e professionali in cui vi sia una lavorazione del cibo che richie de elevati standard di sicurezza ed igiene. A tale proposito, lo studio certifica che questi materiali rimangono igienici e sicuri anche dopo svariate ore dal contatto con gli alimenti, a differenza ad esempio dei materiali polimerici che possono danneg giarsi con l’utilizzo dei coltelli sulla superfi cie diretta. Ciò dimostra come la ceramica Active Surfaces® di Iris Ceramica Group sia idonea anche all’impiego prolungato come materiale per i piani di lavoro in ho tel, ristoranti e bar.

| 272 NEW IN TOWN

CO.DE03 JANNELLI&VOLPI

La linea di carte da parati CO.DE03 del brand CO.DE Contemporary Design by Jannelli, si avvale della collaborazione di Marta Cortese, Sarah Edith, Karin Kellner, Federica Perazzoli e Claudia Scarsella, chiamate a interpretare l’idea di wallco vering di ispirazione contemporanea con il sostegno dell’esperienza produttiva di Jannelli&Volpi. Le proposte da rivestimen to scaturite da questa interessante sinergia creativa si fanno bandiera di un universo tutto femminile specchio dell’arte con temporanea, del progetto e del disegno nel senso più autentico del termine.

273 |

Ell | AGAPE NEW IN TOWN

Benedini Associati progetta per Agape la nuova versione freestan ding di “Ell”. Concepito come oggetto grafico e leggero, il lavabo è frutto di una ricerca nel segno della sottrazione che prende ispira zione da quegli “appunti per una metodologia progettuale” raccon tati da Bruno Munari nel suo celebre “Da cosa nasce cosa”. Punto di partenza è infatti il concetto di “semplificare”, che incoraggia a cercare di risolvere il problema eliminando tutto ciò che non serve alla realizzazione delle funzioni. L’intero piano, integrato completamente dalla funzionale griglia frangigetto, annulla la presenza del catino ed estremizza il doppio utilizzo come lavamani e superficie d’appoggio per il sapone e qua lunque altro oggetto.

Loop | LISTONE GIORDANO

Firmato dall’eclettico architetto Sebastiano Canzano, il parquet “Loop” nasce da una profonda riflessione su come superare il con cetto di limite degli oggetti dando vita a un elemento piacevolmente ingannevole. Alla base della nuova collezione, un concept ingegno so: ottenere un pattern unico e apparentemente casuale attraver so la ripetizione seriale di un unico elemento compositivo. Da qui il termine #loop, per comunicare una sensazione di moltiplicazione della bellezza per un parquet sia da pavimento che da rivestimento in cui l’elemento generatore è irriconoscibile e scompare all’interno del pattern generale. Il risultato è la percezione di una superficie infinita e senza soluzione di continuità, frutto di un importante lavoro di razionalità e sintesi. Il pattern infinito è infatti raggiunto attraverso la ripetizione di un unico singolo elemento posizionato nello spazio sempre con un’uni ca direzione, con enormi vantaggi sia dal punto di vista industriale e produttivo che di complessità di posa.

La purezza formale di Ell freestanding esalta inoltre la bellezza dei materiali. Il piano è in Corian® bianco o deep caviar come la griglia frangigetto, oppure in marmo bianco di Carrara, grigio Carnico o nero Marquina e la colonna in acciaio verniciato a polvere in colore bianco o scuro. | 274

The Floor Is Lava | CARPET EDITION

È la potenza del vulcano ad ispirare i tappeti della collezione The Floor Is Lava di Carpet Edition, concepita da PLACéE, design edi tor di pezzi ricercati e sperimentali, in aperto dialogo con l’arte e la cultura contemporanea. Sei modelli dalle forme anticonvenziona li, interpreti in chiave pop e bicromatica della reazione e trasfor mazione delle superfici, dopo che la forza vulcanica esplode in un fiume caotico di magma e lapilli. Così, la trama dei tappeti sembra

sciogliersi dall’estremo calore, creando un design dall’effetto melted riprodotto attraverso linee scomposte e sagomate. Realizzati me diante la tecnica della taftatura a mano, in Lana Nuova Zelanda e Tencel, i tappeti esprimono la loro energia con colori vivi e intensi presi in prestito dalla natura, ma anche con gradazioni più accese, che arrivano dal mondo gaming e digital.

275 |

White Label RELAX DESIGN

Una collezione di lavabi, vasche, piatti doc cia e accessori che si distingue per le forme minimali e i dettagli ricercati, frutto della direzione artistica di ZeTae Studio e art di rection di Plasma.

Ogni oggetto, dal gusto contemporaneo, è pensato per creare contrasti cromatici interessanti e giochi di geometrie. Il colore diventa così elemento di sperimentazione e permette di disegnare lo spazio-bagno esprimendo la personalità di chi lo vive. I prodotti della collezione “White La bel” vengono presentati in Luxolid® e nel nuovo materiale Lumenit®: entrambe solid-surfaces, prodotte nei laboratori Relax Design, iniettate in stampo a tutta massa.

| 276 NEW IN TOWN

Metamorfosi RAK CERAMICS

La “Metamorfosi” di RAK Ceramics com bina il fascino materico delle lastre in gres porcellanato effetto resina con molteplici colori vivaci e decorazioni audaci.  Una serie dall’appeal moderno che pre senta un sorprendente spettro di forme e colori ispirati alla natura. Dai vivaci toni blu, avorio e rosa come colori di base alle lussureggianti foglie tropicali e variopinti fiori come motivi decorativi. I movimenti superficiali sono splendidamente resi sul la piastrella di ceramica, come applicati a mano con una spatola, in una rivisitazione attuale delle tecniche di intonaco vene ziane. Disponibile in 9 colori e 11 decori, questa collezione eclettica offre una mol titudine di applicazioni e combinazioni di interior design sia in ambienti residenziali che commerciali.

277 |

Fragment | BUDRI

Fragment è la collezione di arredi e superfici dall’anima sostenibile, progettata per l’azienda dal designer Gwenael Nicolas di Curiosity Tokyo. Il nome stesso della linea ne racconta l’essenza: nasce, infat ti, dall’idea di recuperare dalle bacchette di lavorazione del mosai co e da lastre derivanti dai processi di lavorazione, sottili frammenti, di larghezze e lunghezze e spessori diversi. Accostate tra loro e fuse ad un componente brevettato dall’azienda che le rende estrema mente resistenti, formano pattern longitudinali e orizzontali di sfu

mature monocromatiche o multicolore. La collezione è un inno alla “leggerezza” del marmo grazie all’inno vativa tecnologia BUDRI SLIM MARBLE ™ (acronimo di SUSTAI NABLE LIGHT INNOVATIVE MARBLE), utilizzabile non solo per la realizzazione di arredi e complementi ma anche per super fici come pavimenti, rivestimenti e ceiling con materiale low wei ght, grazie a un’ulteriore tecnologia avanzata, il BUDRI SLIM SY STEM™,  studiato soprattutto per l’ambito contract e commerciale.

| 278 NEW IN TOWN

Liquid | VITRA

Liquid, la collezione completa per l’am biente bagno VitrA, è il risultato di una collaborazione esclusiva tra l’azienda turca e Tom Dixon. Nel segno del minimalismo espressivo del designer inglese, la serie evoca un senso di continuità e armonia gra zie a forme leggere e arrotondate ottenute tramite l’utilizzo di un materiale resistente come la porcellana bianca. La collezione si declina in tutto l’ambiente bagno e com prende vasi, lavabi e bidet, per completarsi con la rubinetteria, gli accessori per la zona shower, i mobili contenitivi e una gamma di piastrelle da pavimento e rivestimento che punta su cinque colori per le superfici lu cide e quattro diversi modelli di goffratura. Liquid si adatta perfettamente a conte sti residenziali, di hospitality così come ad ambienti commerciali e contract. Le linee che contraddistinguono la collezione sono inequivocabilmente contemporanee, ma allo stesso tempo richiamano un senso di durevolezza e di classicità che rimanda all’era vittoriana – appartenente allo stile dello stesso designer.

Con Liquid l’azienda estende inoltre l’ap plicazione della ceramica scultorea al di là delle tradizionali soluzioni di lavabo e sani tari, presentando un originale sgabello an ch’esso dai contorni tondeggianti e pratici ripiani e mensole in ceramica monoblocco ad integrare la serie.

279 |

@materialicasa www.materialicasa.it

Turn static files into dynamic content formats.

Create a flipbook
Issuu converts static files into: digital portfolios, online yearbooks, online catalogs, digital photo albums and more. Sign up and create your flipbook.