MaterialiCasa Mag-Book 1/2024 - PREVIEW

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MAG | BOOK | 1-2024 HOME + COLLECTIVE SPACES

Cover by Alessio Londi

“Le connessioni sono alla base di qualunque evoluzione. Siano queste tra umani e architettura, tra animali e oggetti di design, tra personaggi fantasiosi e parole, fanno da coordinamento al disegno.

Nessun limite prestabilito né confini dentro cui rimanere.

Il filo conduttore dell’opera diviene così un tributo alla continua capacità di aprirsi, di collaborare, di innovare, di pensare al di fuori, di aver fiducia in se stessi e negli altri.”

PEOPLE

08023 Architects

Valentina Autiero

Mandalaki Studio

Barker Associates Architecture Office

Marlene Uldschmidt

traverso-vighy architetti

Laboratorul de Arhitectura

Luisa Fontanella

Sierra + De La Higuera

Nabi.Interior Design

Rizoma Architetture

Bernardo Tori Associati

Icona Architetti Associati

Angelo D’Apolito

Alessandra Giglioni

Chiara Bruni

tono Inc.

Pelizzari Studio

Níall McLaughlin Architects

OBR - Paolo Brescia e Tommaso Principi

Alvisi Kirimoto

Studio Gemma

MMA Projects

Studio RAP

Mixtura

Antoni Pallejà Office Note Design Studio

James Turrell S+S Studio

COMFORT, LUCE

Barcellona

Il gres porcellanato effetto cemento definisce l’estetica moderna di una suggestiva residenza spagnola progettata da 08023 Architects.

E MINIMALISMO
ENG
ph. Simón García · arqfoto
Sorrentina
La casa Millerighe Penisola
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Una abitazione plasmata da un linguaggio architettonico geometrico, fluido ed essenziale. Come fil rouge dell’intero impianto progettuale, il tema “millerighe” in chiave materica.

ph. Carlo Oriente
ENG

Non un semplice collettivo di designer ma una vera e propria fucina di estro ad alto tasso di innovazione che fa della fusione tra design, arte e tecnologia il proprio mantra. È l’universo di Mandalaki Studio, fondato a Milano nel 2012, formato da Enrico De Lotto, George Kolliopoulos, Giovanni Senin e Davide Giovannardi, e distintosi fin dagli albori per l’esplorazione audace dei confini creativi e delle intersezioni tra discipline differenti seppur connesse. Il suo obiettivo?

Foggiare pezzi di indiscusso valore concettuale che si collocano all’incrocio tra processi industriali all’avanguardia e sapere artigianale.

Quali sono i tratti distintivi di Mandalaki e quale la sua filosofia?

Siamo un team interdisciplinare, ciascuno con i propri background ed esperienze passate:

abbiamo modalità di pensiero differenti e questo ci permette di affrontare le sfide progettuali da angolazioni diverse fino al raggiungimento di un’idea chiara e condivisa da tutti.

Le forme pure sono il nostro linguaggio, una lingua visiva che racconta la storia della nostra ricerca tecnica ed estetica. Ogni prodotto, ogni installazione e ogni struttura architettonica diventano veicoli per esprimere questa lingua, portando con sé non solo una funzione pratica, ma anche una narrazione visiva che comunica la nostra identità.

Anche la sostenibilità è al centro della nostra filosofia, guidandoci nella scelta di materiali, processi e soluzioni che rispettano l’ambiente. Crediamo che il design responsabile sia un dovere e un’opportunità per contribuire a un futuro più sostenibile.

Ogni progetto è quindi connesso l’un l’altro: dalle micro abitazioni modulari alle auto elettriche, dalle installazioni luminose ai complementi d’arredo; ogni lavoro è guidato dalla ricerca dell’essenzialità e della

funzionalità, così come della sostenibilità e delle performance.

È attraverso questa integrazione armoniosa che aspiriamo a lasciare un’impronta indelebile, contribuendo al progresso del design e ispirando nuove generazioni di creativi.

Cosa orienta le vostre idee e guida il vostro processo creativo?

Il nostro processo creativo è caratterizzato da principi chiave come l’essenzialità, la modernità, l’ergonomia, e una particolare attenzione ai colori e alle forme ed è strettamente intrecciato con la nostra ispirazione derivante dalla natura, maestra di essenzialità e di equilibrio. Questi principi agiscono come guide che plasmano e dirigono il nostro approccio alla progettazione, contribuendo a definire l’estetica e la funzionalità di ogni nostro lavoro. In natura ogni forma o funzione serve a uno scopo specifico e anche noi cerchiamo di distillare ogni concetto alla sua forma più pura, eliminando elementi superflui per concentrarci sull’essenza della funzione. Less is more.

di Sabrina Tassini ph. Mattia Zoppellaro
ARCHI-PEOPLE MANDALAKI Studio
RESIDENTIAL | 24

Rinfrescata dal tocco contemporaneo di Barker Associates Architecture Office, la Sackett Street Townhouse è una sofisticata dimora cittadina situata a Brooklyn, che incorpora perfettamente la fusione tra un design alto di gamma con incursioni retrò e sistemi funzionali al passo con i tempi.

L’ampio intervento condotto dagli architetti per la ristrutturazione dell’abitazione ha previsto l’aggiunta di un nuovo piano a un’ala preesistente, per dare vita a una sontuosa suite principale e a una terza camera da letto. L’adattamento delle aree, con la loro conseguente estensione, è stato guidato dalle mutevoli esigenze familiari, tra cui quelle scaturite durante le lunghe permanenze in casa durante la pandemia.

AMBIENTI E MATERIALI

La richiesta dei clienti di poter disporre di uno spazio aperto con separazioni ben definite è stata magistralmente interpretata dagli architetti che hanno puntato sulla definizione di ambienti semi-chiusi marcati e ben delineati attraverso l’uso sapiente di materiali, illuminazione e colori differenti. Il volume blugrigio dell’ingresso, si trasforma ad esempio in un elegante elemento rosso che separa la sala da pranzo adiacente. Dettagli accorti come un lampadario iconico di Anony sopra il tavolo da pranzo e una vetrina contenente ceramiche artistiche contribuiscono a creare un’atmosfera accogliente e personalizzata.

Il cuore della casa è la cucina, avvolta da una cornice in legno strutturato colorato, con tagli che offrono affascinanti prospettive su sala da pranzo e soggiorno. I mobili interni, in rovere bianco e piastrelle ceramiche a pattern, esprimono un equilibrio ideale tra estetica e praticità. Il living, con le sue ampie vetrate che lo affacciano sul cortile, è uno spazio definito da un lusso attuale: il divano Marenco di Arflex, il tavolino Hinterland in noce con gamba in ceramica, e il tappeto di Philippe Malouin per cc-tapis delimitano l’area conversazione con eleganza.

Curati nei minimi particolari sono anche gli ambienti privati della casa, a partire dai bagni. Quello di servizio, nascosto sotto le scale, è un piccolo gioiello in colorazione resinata blu

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Algarve ENG
CASA DOS MORES

Il fresco profumo marino, il suono rilassante delle onde e il pittoresco scenario della costa atlantica fanno da cornice ad una residenza circondata dalla lussureggiante vegetazione dell’Algarve, progettata dall’architetto portoghese Marlene Uldschmidt.

Annidata sulla scogliera con affaccio sull’oceano, Casa Dos Mores vanta una collocazione privilegiata, rimanendo protetta da intemperie e sguardi indiscreti grazie alla topografia del luogo, peculiarità che la progettista ha saputo astutamente ottimizzare dal punto di vista architettonico.

Tra le prerogative del progetto si contano, ad esempio, la presenza di finestre cielo-terra che permettono alla struttura di fondersi con l’ambiente limitrofo, e il tetto dalla punta angolata rivolta verso un pino secolare a simboleggiare la simbiosi tra natura e architettura.

Sono state inoltre adottate diverse misure nel nome della sostenibilità grazie alle più moderne tecnologie, tra cui la pompa di calore e i pannelli fotovoltaici e solari, affinché la casa risultasse completamente autosufficiente.

L’attenzione per l’ambiente va di pari passo con quella per il comfort abitativo, sia indoor che outdoor. Gli esterni includono una piscina privata, una cucina all’aperto, un invitante braciere e comode sedute; gli interni, inondati di luce naturale, si presentano equilibrati e rilassanti, con la complicità di legni e colori neutri ma anche di arredi dallo stile lineare.

ph. Renee Kemps

Il progetto residenziale curato dallo studio giapponese tono Inc. è emblema di una architettura olistica in perfetta armonia con la natura

SUMU

Yakushima

ENG

Il complesso residenziale Sumu, progettato dallo studio giapponese tono Inc. e situato sull’isola di Yakushima, si fa portavoce di una innovativa applicazione di idee rigenerative negli spazi del vivere: sebbene in passato sia già esistita un’architettura sostenibile in grado di preservare l’ambiente, questo progetto riesce a portare a pieno compimento l’ideale di arricchire l’ambiente naturale circostante attraverso la costruzione di edifici

Questa “architettura rigenerativa” è stata infatti interamente progettata con l’idea

non solo di ridurre i danni all’ambiente, ma anche di influire sullo stesso in modo positivo, migliorandone perfino il sottosuolo e creando un habitat idoneo alla vita di funghi e batteri.

UN’ARCHITETTURA OLISTICA

L’isola di Yakushima è un paradiso naturale nel sud del Giappone, dove le abbondanti piogge che cadono sulle vette di 2.000 metri nutrono fitte foreste che ospitano, fra gli altri, monumentali cedri giapponesi millenari.

Proprio in questo contesto nasce Sumu, il cui nome esprime il desiderio profondo di vivere esercitando un impatto positivo sull’ecosistema.

Il progetto, che vede protagonisti assoluti materiali naturali come il legno, adotta una visione olistica in cui l’architettura diviene parte integrante dell’intero bacino fluviale - dalle montagne al mare - fornendo un contributo positivo ai processi naturali, in un nuovo approccio che combina l’ingegneria civile tradizionale giapponese con la tecnologia contemporanea.

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Il progetto di Alvisi Kirimoto e Studio Gemma per una macrostruttura versatile e integrata nel verde del noto polo universitario romano.

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LUISS HUB Roma
ENG

In prossimità di Villa Ada, nel cuore del prestigioso quartiere Parioli di Roma, Alvisi Kirimoto e Studio Gemma firmano il progetto di un nuovo hub per il polo universitario LUISS Guido Carli.

Simile a un enorme cannocchiale che aggetta sul verde e vigila sulla piazza sottostante, la struttura ottenuta diventa il fulcro della vita del campus.

L’intervento, mirato a ottimizzare gli spazi e potenziare le aree verdi circostanti, si concretizza attraverso la demolizione di un capannone preesistente, sottoposto a vincolo paesaggistico, e la costruzione ex novo insieme all’ampliamento di un edificio didattico.

L’edificio, articolato su due livelli con una superficie complessiva di 1.500 mq, è strategicamente posizionato nel punto di

COLLECTIVE SPACES | 128

MMA PROJECTS

Entriamo nel mondo di MMA Projects, nel loro approccio alla progettazione degli spazi collettivi, focalizzato sull’integrazione di concetti contemporanei e sostenibili per creare ambienti che non solo soddisfano le esigenze funzionali, ma ispirano anche emozioni e connessioni umane.

Come conciliate il made in Italy con la spinta all’internazionalità?

In modo molto naturale, nel senso che è parte integrante della nostra identità e ci viene spontaneo. È l’elemento che ci distingue come italiani nel campo del design rispetto ad altre nazioni. Siamo ricercati per questo all’estero, proprio per il fatto di essere italiani. È facile trasmetterlo attraverso i nostri progetti, le scelte materiche e la qualità delle lavorazioni. Quindi il passaggio è agevole ed è ciò su cui puntiamo: il tailoring su misura, l’utilizzo della ricerca e l’innovazione costante sui prodotti e sui materiali.

Qual è l’approccio che utilizzate per la progettazione di spazi collettivi?

Riflettiamo innanzitutto sulla nuova percezione dello spazio condiviso: mentre una volta lo spazio pubblico veniva considerato come qualcosa di transitorio rispetto alla

vita trascorsa in casa, la realtà è oggi ben diversa. Da 25 anni lavoriamo per creare spazi all’interno dei quali vivere sia sinonimo di elevato benessere. Partiamo da un’adeguata dimensione degli ambienti, cercando di garantire comodità a coloro che li utilizzano. Nel post Covid abbiamo dovuto adattarci anche a nuove esigenze, come la trasformazione degli spazi di lavoro, che oggi devono offrire possibilità di riposo, di attività fisica, e di socializzazione durante le ore lavorative. Utilizziamo anche tecnologie che migliorano la vita condivisa. Tutto ciò è parte integrante del nostro approccio alla progettazione di spazi collettivi.

In che modo affrontate il tema della sostenibilità?

Ci concentriamo su diversi aspetti che vanno oltre il semplice concetto di “elemento verde”. La sostenibilità è un percorso al quale ci approcciamo fin dall’inizio del progetto e continua durante la fase di costruzione, con l’impiego di materiali riciclabili e l’utilizzo di risorse energetiche alternative. L’attenzione è rivolta soprattutto alla qualità dell’aria e a quella della vita degli individui all’interno dell’ambiente. Abbiamo realizzato progetti che hanno ottenuto certificazioni Platinum green,

il ché dimostra il nostro impegno verso il benessere e la sostenibilità. Utilizziamo forme architettoniche che massimizzano l’irraggiamento solare e filtrano la luce in modo da ridurre l’impatto degli impianti di raffreddamento e aria condizionata, contribuendo così a diminuire i consumi energetici. Inoltre, impieghiamo materiali performanti ed energie rinnovabili come i pannelli fotovoltaici. La sostenibilità è ormai una parte essenziale della filiera progettuale.

Come selezionate i materiali per i vostri progetti? Quali fattori considerate?

La scelta dei materiali - passo fondamentale nel nostro iter creativo - è un processo strategico e multi-sfaccettato che tiene conto di diversi fattori sia per i progetti residenziali che pubblici. Nei primi, l’aspetto estetico e la sensazione tattile dei materiali sono di primaria importanza. Cerchiamo di creare un’atmosfera di lusso e prestigio utilizzando materiali come pietra e marmo, spesso provenienti da aziende italiane che sono conosciute per la loro alta qualità. Anche materiali più semplici vengono valorizzati attraverso lavorazioni particolari che ne esaltano le caratteristiche. Il bilanciamento è un altro aspetto chiave. L’utilizzo di legno viene studiato accura-

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ARCHI-PEOPLE

EDITOR’S CHOICE

common spaces

ENG

Situato al piano terra del Palazzo dell’Arte, il Cuore – Centro studi, Archivi, Ricerca di Triennale Milano è pensato come un luogo flessibile e in continua evoluzione, nato per far emergere il lavoro di progettazione e ricerca che è alla base di tutte le attività della nota istituzione culturale. Il nuovo spazio di 400 metri quadri, curato da AR.CH.IT Luca Cipelletti, è concepito per valorizzare il dialogo tra architettura e allestimento, tra contenuto e contenitore, dando vita a un ambiente in cui gli elementi modulari sono destinati a rinnovarsi nel tempo.

L’intero progetto segue principi di sostenibilità e riciclo, nell’ottica di un minor impatto ambientale. Il materiale utilizzato per l’allestimento è legno rigenerato e il sistema di illuminazione porta a un’importante riduzione di consumo di energia. Nell’edificio, i serramenti limitano la dispersione termica e gli impianti sono volti all’efficientamento energetico.

Il concept architettonico ha prestato particolare attenzione alla valorizzazione dello spazio con il recupero del punto di fuga prospettico che, dall’atrio del Palazzo, permette allo sguardo di raggiungere la grande scala elicoidale progettata da Giovanni Muzio. L’intervento ha inoltre visto la riqualificazione degli elementi impiantistici, il rifacimento degli infissi e la chiusura superiore orizzontale con pannelli in vetrocemento che, oscurati da decenni, tornano ad essere una sorgente di luce zenitale.

L’allestimento instaura invece un dialogo tra il contenuto esposto e il contenitore architettonico stesso. Il sistema espositivo, allineato alle travi secondarie, è generato dagli elementi strutturali del luogo e contiene un sistema di elementi modulari realizzati da UniFor in metallo e vetro, estremamente flessibili, in grado di alloggiare contenuti, documenti e opere di diversa natura.

Lungo tutta la parete di destra dello spazio è presente un sistema di teche, armadiature e ripiani, rivestito dal Pannello Ecologico® di Saviola, realizzato attraverso il riciclo del legno post-consumo.

Al centro dello spazio, 12 tavoli LessLess di UniFor consentono l’allestimento di esposizioni temporanee mentre una seconda area, permette di consultare i materiali d’archivio e accoglie i ricercatori del Centro studi di Triennale.

IL “CUORE” DI TRIENNALE MILANO
161 |
ph. DSL Studio ph. Anique Ahmed

MATERIC

flagship store

DUBAI

Uno spazio commerciale di ispirazione neoindustriale che combina metalli e materiali naturali su 790 metri quadrati.

ENG
Douglas House Londra ENG

Come dovrebbe essere il workspace del futuro?

A proporne una lettura lungimirante, dinamica e orientata all’individuo è il progetto sinergico di Note Design Studio e TOG (The Office Group) che ha ripensato un edificio londinese sviluppato su sei piani e dislocato in Great Titchfield Street con l’obiettivo di renderlo un inappuntabile coworking.

Douglas House – questo il suo nome – intende infatti rappresentare un

COLLECTIVE SPACES | 176
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