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sommario Guida al tempo libero & benessere - Insubria

since 1999

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by Night&Day

n.116 - tinotte.ch Osteria-Ristorante Bottani, Olivone

EDITORIALE & Impressum

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Monte San Salvatore 130 anni portati alla grande

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Angolo Osteria Bellavista, Cureglia Un’oasi di pace e di prelibatezze

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Rosy, 50 anni, sempre più +frizzante

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La Bottega del fornaio, Mendrisio Mastro Piff si racconta

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“Leoni a tavola” - La Guida Enogastronomica del territorio ticinese 33

BAMBini Fate Festa

9 Concorsi Concorso

Leo Leoni e i Gotthard Ispirazione dalla vita quotidiana

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Musica

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Oltre la superficialità Jasmine Giaquinto 14 Speciale Grotti

“A musical Journey” con Catherine Nardiello

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“Long Forgotten Road” di Scilla Hess

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Grotti in Ticino

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Tecnologia

A SPASSO PER IL TICINO Vallemaggia, alla corte dei laghetti

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Roberto Battiston la scienza tra ricerca e profitto

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VoIP un mondo di opportunità Per aver sempre voce in capitolo

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Blenio e dintorni Miss Tap Model 2020

18 2019

Comunicare Citare: tra necessità e piacere

Gastronomia

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Osteria-Ristorante Bottani, Olivone Una magia per tutti i gusti

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Osteria della Posta, Porza Alla maniera di casa nostra

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Ristorante Centro, Massagno Passione per la scoperta culinaria

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Motori Moto2 Thomas Lüthi sul podio

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Moto Zurigo come Ginevra

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L’Année Grands Prix Moto 2019

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editoriale

tinotte.ch

Con l’informazione non si scherza! Gentili Lettrici, Cari Lettori, Prima di tutto ci tengo a nome della redazione a ringraziare di cuore tutti coloro che ci hanno sostenuto in questo periodo molto difficile. L’affetto dimostrato - verso di noi - ci ha spinto ad andare avanti. Grazie. Dopo questo lungo letargo la redazione ha confezionato per voi un doppio giornale da un lato lo standard a cui siete stati abituati da oltre 20 anni con in copertina il grande Amico Leo Leoni… a lui dedichiamo con affetto e tanto Rock (anche per la musica ci sarà il comeback) la copertina del primo numero post Covid-19, visto che proprio lanciando l’indimenticabile concerto di fine millennio nasceva Ticino by Night... altri tempi ma noi ci siamo ancora! Contro ogni calamità è sempre la speranza alimentata da una informazione eticamente corretta e obiettiva, immune da ogni sensazionalismo (per questo motivo nello speciale Covid 19 non daremo “i numeri” ) ma positività con proiezioni sul dopo! Perciò TbyN&D vorrebbe contagiare i suoi lettori con il virus della responsabilità e della positività. Lentamente le giornate s’allungano, il sole ritempra il corpo e invogliano ad uscire di più, a stare all’aperto più a lungo, per godere con rinnovata gioia le bellezze

naturali del nostro Cantone (come ad esempio le nostre magnifiche montagne… in copertina il panorama dalla vetta del San Salvatore). Approfittiamo della situazione per riscoprire la nostra Regione. Anche il turismo dovrà puntare oltre che alla riconosciuta ospitalità e alla ns gastronomia proprio sulla morfologia del territorio visto l’annullamento di tutti gli eventi. Da sempre cavallo di battaglia della nostra Regione….e del nostro bimensile! Naturalmente anche TbyN&D, con tutta la sua squadra ricaricata a pieno ritmo, è pronta ad annunciare a voi tutto il meglio che il nostro Cantone propone in questi mesi di risveglio dal lungo lookout, perché ne siate protagonisti insieme a noi. Pagina dopo pagina, la nostra rivista vi accompagna come sempre in grotti e ristoranti (quanto ci sono mancati…), a ritmo di positività, sport, su per valli e capanne, aggiornandovi su tutte le novità, da quelle mondane a quelle più impegnate. Senza dimenticare di informarvi sui fatti più vicini all’attualità politica e sociale, in un utile mix di divertimento e cultura. David Camponovo Dir. resp. e giornalista RP Leo leoni e David posano con il n. 0 dell’allora Ticino by Night (dicembre 1999). Mentre salgono con la funicolare del San Salvatore. Un trio di anniversari: 130 della funicolare San Salvatore... dei quasi trent’anni di storia della leggendaria band Gotthard e il traguardo dei 20 anni superati della nostra rivista.

IMPRESSUM

n. 116 giugno-luglio 2020 Editore. A.R.T. Promotion SAGL

Amministrazione & redazione via San Gottardo 26 - CH-6900 Lugano Info-line Telefax E-mail Internet

+41 91 605 73 00 +41 91 605 73 04 info@tinotte.ch www.tinotte.ch

Direttore responsabile David Camponovo +41 76 328 60 90

david@tinotte.ch

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Guida al tempo libero & benessere - Insubria

by Night&Day Impaginazione e grafica A.R.T. Promotion SAGL Immagimedia grafica@tinotte.ch Fotografia CD-Media SAGL Fotogarbani

Sylvana Raschke dalla Chiesa Tipografia

www.fontana.ch Ticino by Night&Day

San Salvatore, Lugano-Paradiso: Leo Leoni, sin da adolescente aveva un sogno: suonare in una Rock Band. Oggi come allora, fedele alla sua passione musicale, è ancora innamorato del Rock ‘n’ roll. © fotomontaggio copertina Sylvana Raschke dalla Chiesa

Hanno collaborato

Doriano Baserga, Vanessa Bruseghini, Campus, Renato Carettoni, Sergio Cavadini, Paola Cerana, Leila Fedulov, Silvio Di Giulio, Miriam Maarouf, Marco Paltenghi, Claudio Palumbo, Marco Papagna, Stefano Pedraz­zetti, Paolo Pellegrini, Pier Paolo Pedrini, Alberto Polli, Sylvana Raschke dalla Chiesa, Claudio Rossi, Charlotte Saccomanno e Roberto Stefanizzi. Ringraziamento speciale: Prof. Dr. med Christian Garzoni, Felice Pellegrini e Leo Leoni.

Rivista apolitica e aconfessionale

© - Articoli e foto contenuti in questa rivista sono soggetti a copyright. Ogni riproduzione anche solo parziale deve essere esplicitamente autorizzata dall’editore.

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Monte San Salvatore 130 anni portati alla grande dà ai visitatori strumenti aggiornati per “leggere” il panorama.

Costituita nel 1888, la Società Funicolare del San Salvatore continua a dimostrare di essere trainante nell’ambito del turismo luganese e cantonale, come testimoniano gli oltre 18 milioni di passeggeri trasportati in vetta dalla sua entrata in esercizio il 27 marzo 1890, di cui oltre 200 mila solo durante il 2019. Escursionismo e storia Per l’escursionismo è stata realizzata la posa di ben 9 tavole sinottiche lungo il percorso realizzate in collaborazione con il Touring Club Svizzero, a cui si aggiunge il restauro delle due tavole del 1902 della “Pro Lugano” incise su rame, poste sul tetto della chiesa. Un’operazione che

me di protezione contro il Coronavirus. I gestori del ristorante Brigitte e Luca Mogliazzi (vedi foto) continueranno con Nel corso di stagiopiacere ad accogliere ne al Ristorante Vetta gli ospiti con una apOltre 18 mio di passeggeri sarà allestita la nuova trasportati dal 1890 a oggi, prezzata offerta gamostra fotografica stronomica nella co200 mila solo nel 2019 “San Salvatore 4x4” moda veranda o sulla frutto di un progetto panoramica terrazza. fotografico di Stefano Crivelli con suggestive immagini riprese attorno al monte, Dal 12 giugno inizio delle aperture sedalle sponde del lago alle alture e ai villag- rali estive di venerdì e sabato, per chi gi circostanti durante le 4 stagioni, dai 4 cena al ristorante funicolare al prezzo punti cardinali con infinite combinazioni. speciale di soli CHF 9.- prenotazioni al numero +41 91 993 26 70. Sull’arco di tutto l’anno sono state pianificate svariate iniziative temporanee e permanenti atte a sottolineare il 130o anniversario. Purtroppo a causa della pandemia Coronavirus diverse manifestazioni ed eventi sono stati annullati e posticipati a data da definire. Riapertura! Finalmente sabato 6 giugno si riparte! La destinazione del San Salvatore sarà nuovamente e comodamente accessibile da mattino a sera. Funicolare e Ristorante Vetta saranno in esercizio con “sicurezza ed igiene” nel pieno rispetto delle nor-

Ricordiamo, anche per il 2020, l’apprezzata ParadisoCard, la convenzione che l’anno scorso ha portato in vetta oltre 4500 residenti nel comune. Dal 6 giugno al 5 luglio offerta speciale sul trasporto in funicolare con uno sconto del 50%. Funicolare Monte San Salvatore SA Via delle Scuole 7 CH-6902 Paradiso Tel. +41 91 985 28 28 Fax +41 91 985 28 29 info@montesansalvatore.ch www.montesansalvatore.ch

Francesco Markesch, il presidente Eugenio Brianti e il direttore Felice Pellegrini - © tinotte.ch

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Abbonati e vinci Guida al tempo libero & benessere - Insubria since 1999

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dal 1999 o t n e m i t r e v i d l e la rivista d In palio per tutti

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© foto D.Camponovo

Spedisci il tagliando alla redazione: Ticino by Night&Day,Via San Gottardo 26, CH-6900 Lugano info@tinotte.ch - tel. +41 91 605 73 00 Sì, sottoscrivo l’abbonamento a 6 numeri di Ticino by Night&Day (bimensile). Bar

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Nome e cognome: (ev. ditta/e responsabile): Via: NPA/Località: Telefono: Mobile: E-mail: Luogo e data: Firma: Privato CHF 40.-

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Il negozio tutto dedicato al mondo delle feste

Gentili lettori, come sapete nel nostro negozio a Lugano trovate svariati articoli per realizzare qualsiasi festa, gonfiamo palloncini di ogni colore e tipologia e ci occupiamo di animare feste di compleanno ed eventi! Questa volta vogliamo parlarvi di un evento che per molti è un passo fondamentale nella vita: il matrimonio. Il prodotto più richiesto è il pallone a scoppio per gli sposi. Si tratta di un palloncino da 1m di diametro, trasparente, nel quale all’interno vengono inseriti 60 palloncini ad elio, solitamente a forma di cuore e di qualsivoglia colore. Il tutto viene decorato e abbellito da nastri, fiocchi e altri palloncini. È un prodotto che funziona perché con poco si ottiene una scena ad effetto e un momento tutto dedicato all’amore. In pratica ecco come funziona: gli sposi, una volta usciti dalla chiesa o dal comune, con l’ago da noi fornito, scoppiano il pallone grande che poi disperde nel cielo tutti i cuo-

ricini. Uno spettacolo molto romantico! Oltre al pallone a scoppio, possiamo realizzare decorazioni per chiesa, comune e location. Variano tra: centrotavola, ciuffi di cuori, archi, cuori incrociati, ecc…

Vi volete sposare e state organizzando il vostro matrimonio?

Accettiamo volentieri richieste e cerchiamo di soddisfare i nostri clienti per il giorno più importante della loro vita.

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musica

Leo Leoni e i Gotthard

dalla copertina

Ispirazione dalla vita quotidiana A cura di David Camponovo - foto Sylvana Raschke dalla Chiesa

Siamo con un vecchio amico di “Ticino by Night & Day”... addirittura parlavamo di Leo Leoni e del magnifico gruppo dei “Gotthard” nel numero zero del 1999. Era dicembre, un momento veramente storico perché entravamo nel nuovo millennio con un loro concerto memorabile in piazza a Lugano. Ricordo ancora che siamo usciti il 22 dicembre e abbiamo potuto dare anche il nostro contributo al lancio del loro concerto del 31/12. Leo Leoni è un personaggio che stimo molto, sia come artista sia come persona. In questo momento che per tutti noi è difficile, chi più chi meno, bisogna riuscire a trovare gli stimoli per andare avanti e diventare ancora più forti di prima. Leo Leoni ha avuto una splendida carriera che è cominciata con i “Krak”, poi dal 1992 con i “Gotthard”, una carriera costellata di grandi successi ma anche di momenti critici, pensiamo alla morte del trainante ed entusiasmante amico Steve. Qual è stato il tuo segreto per continuare quando tanti ti dicevano di mollare e che i Gotthard non ci sarebbero stati più? Avete fatto una pausa di riflessione e poi un casting impressionante grazie al quale avete incontrato un artista altrettanto bravo di Steve, ma non un nuovo Steve. Vogliamo mandare un messaggio di speranza ai nostri lettori? Sicuramente bisogna andare avanti, si incontrano sempre delle difficoltà da risolvere, ogni giorno abbiamo cose da sistemare, di conseguenza non volevamo che questa storia finisse così, con questa disgrazia. Partendo da questo presupposto abbiamo fatto il possibile per cercare una soluzione, e l’abbiamo trovata in estremis e ci ha dato la forza di continuare. L’importante è che convincesse noi prima dei nostri fans. D’altronde e successa questa disgrazia, cose che succedono tutti i giorni, ovviamente con diversa intensità, e così ci siamo rimboccati le maniche perché la vita è andare avanti, è continuare a seminare lungo il proprio cammino. Per qualcuno si ferma prematuramente, per altri va oltre ogni immaginazione, si spera sempre di ritornare su

questo pianeta... Questa è una cosa sulla quale si può discutere ma per andare avanti dobbiamo avere molta forza. Grazie a questa forza il gruppo ha ritrovato tutti gli elementi... e oggi possiamo presentare ai nostri lettori il nuovo disco. Dal 1992 ad oggi abbiamo prodotto 21 dischi: 13 in studio, 4 Live e 4 raccolte. Il nostro ultimo lavoro è il tredicesimo disco fatto in studio e per questo lo abbiamo chiamato #13. Dischi che hanno avuto fortuna in Svizzera, Europa inclusa la Russia, Stati Uniti e tanto successo pure in Giappone. Per tanti anni abbiamo portato la nostra musica nel nostro Paese e in giro per il mondo, sempre dimostrando rispetto per questo Paese bellissimo. Ecco perché, già partendo dal nome, siete un valido testimonial del nostro Paese. Uno dei lati positivi della pandemia di quest’anno è che i ticinesi riscoprano il loro fantastico territorio. In generale lo svizzero non conosce tantissimo la Svizzera. È un po’ un problema che vale per ogni nazione, quindi di conseguenza penso che la pandemia faccia in modo che si scoprano posti vicini, e

che facendo quattro passi in più dell’abituale si scoprano cose bellissime. Quindi spero che questa pandemia abbia portato almeno questa positività in tutto il suo disastro. Parliamo di te, cosa ti piace del Ticino? Qual è il posto che ti fa sognare? Il Ticino è bello in generale, abbiamo montagne bellissime, abbiamo i fiumi, i laghi, il sole, il cielo blu... quindi penso basti visitarlo. “Pick a spot and enjoy it” (“Scegli un posto e godilo”). Io ad esempio adoro il Tamaro. Andarci è inebriante, perché poi a 360 gradi puoi guardarti attorno ed è uno spettacolo bellissimo. Preferisco quindi quasi la montagna, ma anche il lago, abbiamo anche delle bellissime spiagge, dei piccoli lidi, che sono molto accoglienti. È bellissimo dappertutto. Sono sempre felice di tornare a casa. Quando mi chiedono come mai non vado mai in vacanza rispondo che quando torno a casa sono già in vacanza. Sorge spontanea una domanda: c’è una canzone che è nata grazie a qualche posto incantevole del Ticino? Sicuramente, alla fine siamo cresciuti qui, abbiamo vissuto e stiamo vivendo ancora qua. Quindi tanta musica è stata scritta e prodotta in questo paese. Ci ha ispirato tantissimo perché comunque i nostri bra-


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ni parlano della nostra vita quotidiana: sicuramente sono ispirati a quello che viviamo durante il giorno nel nostro Paese e anche ovviamente a quello che abbiamo vissuto in giro per il mondo. Cosa prevedi che cambierà nell’ambiente dello spettacolo nello scenario del post-pandemia? Prevedo che bisognerà adattarsi, capire cosa si potrà fare e cosa no, cosa è pericoloso e cosa no. Penso che sia un momento di cambiamenti molto importanti. Detto questo, che cosa succederà nei prossimi mesi non lo so perché anche noi stiamo aspettando e cercando di capire cosa si può e non si può fare. Il momento è difficile ma bisogna trovare un modo per superarlo, questa è l’insegnamento più importante. Molto probabilmente ci saranno più eventi piccoli e magari un po’ più sparsi e in spazi più grandi quindi con meno gente ammassata. Si farà ancora musica e si faranno ancora eventi, ci saranno ancora questi ritrovi ma penso meno di massa. Il gioco più importante lo fanno non tanto le nostre modalità ma piuttosto la collaborazione di tutti, se tutti si daranno una mossa e capiranno le dinamiche molto importanti e basilari - come ad esempio quella di lavarsi le mani e via dicendo - molto probabilmente si arriverà ad una soluzione molto più in fretta e in maniera migliore. Sono d’altronde regole che ci hanno insegnato i nostri genitori, dunque niente di nuovo, insomma lavarsi e disinfettarsi le mani prima e dopo ogni contatto. Questo sicuramente influenzerà come sarà il futuro di questi eventi. Bisogna responsabilizzare la gente ma è la gente soprattutto che deve mettersi in gioco. Mi ricordo 30 anni fa quando andammo in Giappone per la prima volta, loro andavano già in giro con le mascherine. Se una persona aveva il raffreddore metteva la mascherina proprio per non fare del male a qualcun altro. Le regole esistono già da tanto tempo e se le applichiamo molto probabilmente riusciremo a trovare una soluzione, la via d’uscita da questa pandemia.

Il vostro tredicesimo album è uscito pochi mesi fa e spesso come promozione si fa un tour. Per il momento c’è qualche indiscrezione o è tutto fermo? In realtà è tutto fermo perché comunque siamo usciti al 13 di marzo con il disco, e dovevamo partire il 13 di aprile in tour, ma è stato cancellato, come tutti i festival. Probabilmente la stessa sorte toccherà anche il tour di autunno. Si è perso tanto lavoro in questo senso, anche la possibilità di fare promozione e portare in giro il nostro spettacolo. Verrà posticipato, si spera, e vedremo come proporlo. Dovremo essere comunque motivati anche noi a portarlo in giro perché per gli spettatori sarà nuovo, ma non per noi perché è comunque uno spettacolo vecchio in stand-by. La musica dal vivo è poi ciò che ci porta il pane quotidiano, diciamo così, ma bisogna capire anche come potranno essere

fatti questi eventi, quanta gente potrà esserci. Se ci potranno essere solo 1000 persone potrà funzionare, ma solo fino ad un certo punto perché bisognerà anche coprire i costi dello spettacolo. Anche la parte finanziaria dunque, oltre a quella sanitaria, sarà dolorosa. Si capirà solo cammino facendo come noi artisti dello spettacolo affronteremo questa situazione. Collegato a questo momento drammatico, pensando alle tante canzoni scritte, quale canzone incarna meglio la situazione attuale? Penso che involontariamente (o profeticamente) c’è un brano su questo disco che si chiama No Time to Cry ed è il quattordicesimo dell’album, che tocca queste tematiche. C’è però da specificare che è una seconda versione perché di questo pezzo abbiamo due distinte versioni: una che è quella del disco ufficiale e la seconda è invece una versione demo. Si capisce da questo anche come i pezzi evolvono. L’idea che sta dietro a questa traccia è che la nostra madre Terra ci ha avvisato per tanto tempo, ma noi non l’ascoltiamo e facciamo di testa nostra e, così facendo, la stiamo distruggendo. Penso in realtà che è un po’ quello che sta succedendo in questo momento. -continua-

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musica

Leo Leoni “sono un tipo da grotto”... La madre Terra sta cercando di salvarsi poiché soprattutto negli ultimi 100 anni c’è stata una sua distruzione totale. La madre Terra ci dice che abbiamo sbagliato e che non c’è più tempo per piangere e neanche per gridare, ma è tempo di fare qualcosa. Il Covid-19, tra gli altri effetti, ha anche quello di farci finalmente capire che il tempo ormai è scaduto. Se non è ancora scaduto è molto vicino a scadere. Bisogna quindi darsi una mossa e cercare di rispettare queste piccole regole. Non ci costa niente aiutare soprattutto per ciò che riguarda il futuro. Noi siamo qua ancora per un po’ ma molto probabilmente le prossime generazioni avranno qualche problema in più da risolvere se noi non ci muoviamo. Noi siamo quelli che dovremmo insegnare alla prossima generazione cosa si può e cosa non si può fare. Soprattutto dovremmo dare l’esempio degli errori che sono stati fatti senza aver paura di ammettere cosa abbiamo sbagliato. È importante dire cosa bisogna fare, ma è altrettanto importante far capire cosa non bisogna fare e gli errori che non bisogna ripetere. Mi piacerebbe ora fare una domanda a Leo Leoni come persona e non come artista. Quando si siede a tavola, cosa gli piace mangiare? A parte ovviamente la cucina mediterranea, sono amante dei nostri prodotti: gli ottimi formaggi, gli ottimi salumi. Sono un tipo da grotto diciamo e apprezzo sicuramente tutto ciò che la nostra ristorazione ci offre. Penso che siamo molto

dalla copertina

fortunati in questo paese perché ci sono molti ristoranti che sanno fare il loro lavoro. Non sono amante della nouvelle cuisine e neanche del tofu però, e non sono vegano. Negli ultimi mesi la tua vita è cambiata grazie a un evento molto importante: sei convogliato a nozze. Sì, sono felicemente sposato: è bellissimo, era giusto farlo e sono felice di averlo fatto. Grazie al Covid-19 abbiamo passato più tempo assieme perché invece di essere in tour ero a casa in dolce compagnia. Il grande amore lo si può scoprire sempre e in qualsiasi momento della vita quindi. Penso di sì, ma bisogna dargli anche la possibilità di farsi scoprire però. Penso che questa sia la cosa più importante, no?

In che cosa, secondo te, hai colpito la donna che ha deciso di condividere la vita con te? Bisognerebbe chiederlo a lei penso, è la cosa più corretta. Sicuramente perché non ho difetti... [ride] Scherzo naturalmente. Siccome mio figlio è nato il tuo stesso giorno, il 6 aprile... quali sono le caratteristiche di chi è nato nel segno dell’ariete? Io penso che tutti i segni hanno delle caratteristiche simili, però è anche vero che il giorno ti lascia un segno e che poi siamo tutti esseri umani diversi... dopo si possono fare delle teorie, si può stare qua a discutere ore e ore per quello che può o non può essere. Chiaramente posso parlare solo per me stesso e per quelli che conosco... Mark e io per esempio

La spontaneità di Leo con il fan Fredy, in via Peri a Lugano - © foto D.C.


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Oggi siamo entrati in un’era dove grazie alla tecnologia è più facile comunicare, imparare a suonare e comporre, anche incidere un disco “non è più così arduo” come quando avete iniziato voi, allo stesso tempo però diventa sempre più difficile emergere. Sai penso una cosa... al passo con i tempi le tecnologie cambiano... il modo di essere, il modo di vivere, il modo di fare, fare musica è come fare altro, qualsiasi cosa cambia e questo sicuramente cambia.

abbiamo un giorno di differenza e siamo due caratteri completamente diversi. Visto che parliamo di Gotthard, detto questo penso che comunque siamo determinati, quando vogliamo fare qualcosa lo facciamo, però penso anche che siamo molto corretti nel senso che normalmente cerchiamo di stare sulle nostre e speriamo che ci lascino in pace, non siamo prepotenti... io faccio parte di questo carattere, sto dietro alle quinte... forse è una forma di difesa. Tuoi pregi e difetti. Interiormente non ho difetti, questo è anche un pregio del nostro segno... Approfittiamo dell’occasione per presentare il nuovo disco, ma mi farebbe piacere parlare ancora del personaggio che da tanti anni è sulla cresta dell`onda con tutta la sua umiltà, sebbene abbia scritto una bella e importante pagina della musica svizzera. Ci descrivici meglio il tuo carattere... non dico schivo, ma sicuramente riservato. Penso che l’aspetto più importante riguardi il riuscire a rimanere sé stessi. Quando ti rendi conto che il tuo hobby preferito diventa il tuo lavoro e ti porta notorietà e successo, è un sogno che si avvera! Tanto lavoro, nulla di costruito e una grande costanza che mi ha permesso, con il passare degli anni di rimanere me stesso. Il credere fino in fondo nei

propri valori, è ciò che appaga più di tutto. Se guardi quello che succede oggi, molti cantanti vengono costruiti seguendo mode e tendenze, e diventano personaggi che durano una/due stagioni e poi se ne vanno... tanto fumo e poco arrosto. Se invece guardi tutti, o quasi tutti, quelli restati sull’onda penso che siano sempre rimasti fedeli a sé stessi. Alla fine degli anni ‘80 il genere di musica che rappresenti, il rock, stava un po’ perdendo di gradimento... ma voi ci avete creduto. Non so se scendeva di gradimento, forse non era un momento “in”, comunque il rock da quando è nato è sempre restato... ha cambiato un po’ le forme e i colori, come i “Blue Jeans”: quando sono arrivati sul mercato sempre ci sono restati. Uno dei segreti è stato proprio credere in quello che veramente era il vostro destino. Assolutamente sì... se tu fai una cosa ci devi credere, altrimenti non ci crede nessuno. Molto semplice.

Questa domanda dovresti farla a uno giovane, dove molto probabilmente ti risponderà nella stessa maniera come ho risposto io tanti anni fa. Io penso sempre che volere è potere: se vuoi fare qualcosa e cerchi di farlo bene dovresti riuscire ad emergere e a fare quello che vorresti fare. La tecnologia è andata avanti e c’è la fortuna che è accessibile a tutti. Internet ti porta dappertutto finché viene utilizzato in maniera corretta. Una volta era un po’ più difficile, le tempistiche erano molto diverse e anche i budget a disposizione per fare i dischi erano differenti, ma forse la grande difficoltà è che in ogni caso devi mettere la qualità in ciò che fai. Chi poi resta è chi ci mette la qualità e non si improvvisa artista, chi è davvero bravo e si impegna al massimo in ciò che fa. Internet dà una mano, ma anche se ti metti a leggere dieci articoli su internet non diventi un professore o un maestro. Penso che internet aiuti, ma è il giovane d’oggi, come ieri, che deve darsi da fare. Molto probabilmente il giovane ha molta più dimestichezza per sapere come approfittarne. Comunque penso che la cosa più difficile sia avere la costanza che ti permetta di restare sempre sulla cresta dell’onda: nello spazio e nel tempo.

Antonio Melle direttore Via Sonvico 9, CH-6948 Canobbio (Porza) Tel. +41 91 942 88 19 - +41 91 942 58 58 info@ilmondodellamusica.ch www.ilmondodellamusica.ch

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musica

Oltre la superficialità Jasmine Giaquinto A cura di Marco Paltenghi [RSI] - realizzata il 24 gennaio 2020

da persone che non conosco mi hanno dato una grande carica motivazionale. Alcuni ascoltatori mi hanno contattata e mi hanno detto che le parole del mio primo singolo “Damn Tags” sono state di conforto in momenti difficili. E proprio in quel momento mi sono detta “wooooow, la musica è un bellissimo strumento e voglio sfruttarlo al meglio delle mie abilità”.

Quando hai capito che tu e la musica eravate fatti l’una per l’altra? Praticamente la musica ha sempre avuto un ruolo fondamentale nella mia vita accompagnandomi in diverse fasi. Infatti mia madre mi racconta che quando ero piccola mi sedevo ore ed ore di fronte ad una vecchia radio e ascoltavo diversi stili musicali, italiani e internazionali. Poi crescendo ho cantato in due band ticinesi, i “Centrocittà” e i “Sound Progress”. Questo mi ha permesso di sperimentare i miei limiti sul palco e di maturare una presenza scenica, che diciamola tutta, non è evidente. Nel 2011 ho vinto anche un concorso canoro ticinese, “Fattore Voce”. Credo che inizialmente vedevo la musica come un hobby individuale, che svolgevo per sfogarmi e rilassarmi. Ora è totalmente su un altro livello. È come se condividessi la mia passione con gli ascoltatori. È bellissimo trasmettere emozioni attraverso le mie parole, melodie e creatività. E devo essere sincera, i feedback che ho ricevuto da amici e

A novembre 2019 è uscito il tuo singolo “Damn Tags” cosa ci puoi dire? È il primo estratto del EP che uscirà prossimamente. L’ho composto e scritto in un mese e registrato in una sessione di studio. Il messaggio che vorrei far passare con questa canzone è di cercare di non farsi condizionare da cosa gli altri pensano di noi. Al giorno d’oggi valutiamo il prossimo su ciò che sembra invece su chi è realmente, e non guardiamo oltre agli strati superficiali, ed è un vero peccato. Parla anche di redenzione, di aiutare il prossimo e di lasciarsi aiutare. Qualche volta è difficile staccarsi dai propri errori. Arrivati ad un certo punto si tende a vedere tutto da una sola prospettiva, che purtroppo spesso è più pessimistica della realtà. Ed è proprio qui che entra in gioco l’aiutare e farsi aiutare. Molte volte anche solo parlare con qualcuno, del mestiere e non, ci permette di rivedere il tutto con degli occhi diversi. C’è una frase che meglio rappresenta questa tua canzone? Oh non ci avevo mai pensato. Su due pie-

di direi: “Let’s get rid of these damn tags, let’s get rid of this damn crap”. Traducibile con “liberiamoci di queste dannate etichette, liberiamoci di queste dannate cavolate”. Effettivamente riassume un po’ il concetto dell’intera canzone. Quali artisti hanno influenzato e ispirato il tuo percorso? Premetto che ascolto artisti di vario genere musicale. Come Eminem, Luciano Ligabue, Coldplay, Thomas Rhett e Nelly Furtado.Però l’artista che mi ha ispirato ed influenzato maggiormente è Ryan Tedder, il co-fondatore e cantante dei OneRepublic. Senza ombra di dubbio. È un mito! Non solo ha una voce stupenda, ma ha un talento indescrivibile. Negli States lo chiamano “The Undercover King of Pop” perché ha scritto, composto e prodotto tantissime canzoni famose. Peccato che non abbia la notorietà che si meriterebbe, soprattutto alle nostre latitudini. Prossimi progetti in cantiere? Cosa dobbiamo aspettarci per il 2020? Certo! In primavera rilascerò il mio primo EP di 6 canzoni inedite, scritte e composte da me. L’idea è quella di uscire e suonare dal vivo in giro per i locali. Ho appena fondato una band, siamo ancora in fase di rodaggio, ma sono molto positiva. Mi piacerebbe inoltre collaborare con degli artisti del luogo e co-scrivere delle canzoni. Il mio obbiettivo principale però rimane quello di divertirmi e di far divertire la gente. http://jasminegiaquinto.com/


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“A musical Journey” con Catherine Nardiello Catherine Nardiello, talentuosa pianista riconosciuta a livello internazionale, è nata a Middletown, nell’Ohio, e ha ricevuto il suo diploma universitario a Baltimora, nel Maryland. Dopodiché ha insegnato a Milano, Philadelphia e Washington D.C.

sità, oltre ad essere proposti alle emittenti radio. Attualmente Nardiello risiede permanente in Europa e si esibisce regolarmente sul palcoscenico internazionale riscuotendo grande successo. Mette il suo talento a disposizione di spettacoli anche come artista sostitutiva.

Catherine si è trasferita in Europa nel 1986 e si è esibita musicalmente in molti Paesi. In Europa è attiva come pianista freelance, solista e artista discografica. I suoi dischi vengono venduti nei migliori negozi di musica, in librerie, scuole e univer-

Il recentissimo album “A musical Journey – Part III”, è il suo primo disco insieme ad un quintetto di fiati, in una band che vede Theldon Myers come compositore. Si tratta della continuazione del volume I e II del 2017 e 2018.

La scelta da parte dell’artista di brani da solista riflette le sue preferenze per la musica contemporanea e per le compositrici femminili. Anche nel 2020 Catherine continuerà i suoi viaggi musicali in Ungheria, Inghilterra, Scozia e in Ticino, dove la attendiamo presto per ascoltarla con grande piacere.

Catherine Nardiello: Tel. Ita: +39 338 159 32 63 Tel. CH +41 76 471 39 92

“Long Forgotten Road” di Scilla Hess Venerdì 24 gennaio è uscito il nuovo brano di Scilla Hess con la casa discografica tedesca Dachsund Records, la quale pubblicherà un brano al mese sino all’uscita dell’album prevista per l’estate. “Long Forgotten Road” dalle note retro/ pop è stata scelta come canzone di chiusura dello spettacolo “Exodos” di Music On Ice 2020, proprio per il suo messaggio rivolto ai problemi odierni come il riscaldamento climatico, tema sottolineato all’interno dello show, dove ha ricevuto un ottimo riscontro.​

“Long Forgotten Road“ (La lunga strada dimenticata) è la strada della libertà, lo spazio pubblico della società, la strada verso un mondo migliore. Scilla dopo aver seguito la sua carriera a Los Angeles è stata la voce di Music On Ice, per il secondo anno consecutivo. Album più ultimi singoli disponibili su chiavette USB nei principali punti vendita delle stazioni City Carburoil in Ticino (Locarno, Castione, Rivera, Monteceneri, Vezia, Mendrisio).

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A spasso per il ticino

Vallemaggia, alla corte dei laghetti A cura di Paola Cerana

Spesso il paesaggio esteriore rispecchia quello interiore. O viceversa. Tant’è che l’aderenza dello stato d’animo al cospetto del panorama che si profila agli occhi diventa totale. Ho gustato questa sensazione una volta arrivata alla Corte dei Laghetti, in Vallemaggia. Dal tormentato srotolarsi della strada, che arranca vertiginosamente tra macigni lunari, si approda su una culla punteggiata di specchi d’acqua che bevono il cielo. Il contrasto tra l’immensità degli spazi che lo sguardo abbraccia fin oltre le vette e il severo contenimento dei laghi addomesticati dalla volontà dell’uomo suscita un sentimento di fragilità e di potenza insieme.

Siamo così piccole creature posate in mezzo a tanto infinito! E rivedendo con la mente questi luoghi ancora vivi in me, ritrovo un pensiero di Pessoa, pescato in qualche libro, che più o meno suona così: “per essere grande devi essere intero, sii tutto in ogni cosa, metti quanto sei nel minimo che fai…”.

per lo spirito che si intuisce già dalle sue primissime falde.

Questa è la più estesa tra le Valli del Canton Ticino e abbraccia la Bassa Valle, la Rovana, la Bavona e la Lavizzara, ognuna con caratteristiche proprie, come diverse femminee creature appartenenti allo stesso Ecco che allora, Fonte di vita, ma anche musa harem. Venendo da Locosì come un la- che invita a farsi ammirare e carno, oltrepassando Bighetto di montaliberare il pensiero dai lacci gnasco e proseguendo per Fusio, il paesaggio gna per quanto della routine... cambia bruscamente a piccolo racchiude tutto il cielo che in esso si specchia, partire da Ponte Brolla, varco che inanche l’animo per quanto umanamen- troduce nell’anima autentica della Valte limitato raccoglie in sé un’immensità maggia. Il fiume Maggia, che divaga giocoso tra le rocce e prende respiro tra inafferrabile che sfiora il divino. le folte macchie di vegetazione, rappreÈ un’esaltazione arrivare fino all’apice del- senta le vene dell’intera valle, linfa vitala Vallemaggia, un premio per gli occhi e le e purezza naturale.


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A guardare i rari nuclei abitati che animano qua e là queste pendici, è facile immaginare come sia stato l’uomo a piegarsi al carattere della natura, adeguando abitazioni e attività alla conformazione del territorio. Case in pietra e legno rimandano a una vita dura, fiera, di stretta alleanza con la montagna e i suoi

animali. Fusio ne è l’emblema, fiabesco villaggio ancora quasi interamente in pietra che evoca i ritmi di un’età arcaica, in cui la quotidianità ruotava attorno all’acqua, agli animali e alla zappa. I mulini sono ancora lì a raccontare la fatica e la genuinità di queste comunità tuttora profondamente legate alle proprie radici. Basti pensare che non lontano da qui, a Bosco Gurin, delizioso villaggio Walser incastonato nella pietra, si parla Schwyzerdütsch pur essendo in Canton Ticino. Ma è arrivando alla Corte dei Laghetti, appunto, che lo spirito della Vallemaggia si spiega nella sua completezza. Il

Lago Sambuco, a 1450 metri d’altezza, è lì ad aspettare il visitatore sputato fuori dalle brulle montagne, accogliendolo con le sue morbide sfumature di verdi e di blu accese dal sole. Una lingua asfaltata lo costeggia rendendolo percorribile anche in auto o, meglio ancora, in bike per raccoglierne con lentezza tutta la sua bellezza. L’incanto non si esaurisce all’epilogo del bacino, perché una volta percorso tutto il fianco del Sambuco si sbocca al lago Narèt, passando per il piccolo Lago Scuro, altra gemma naturale. Con i suoi 2310 metri d’altezza, il Narèt è stato trasformato in una delle dighe più maestose della Svizzera. Fonte di vita, dunque, ma anche musa che invita a farsi ammirare e liberare il pensiero dai lacci della routine, gustando l’aria frizzante delle alpi sulle gote. Con grinta nelle gambe si può inerpicarsi tra le curve rocciose che dalla diga salgono fin verso la Capanna Cristallina, rifugio dove trovare il meritato ristoro perché le ore di cammino dal Narèt a lì non sono davvero poche. Ma vale sempre la pena andare avanti, alla ricerca dei propri limiti, per scoprirli, accettarli, superarli. Così, stanchezza e vertigini si stemperano lungo il sentiero, passo dopo passo, dosso dopo dosso, strapiombo dopo strapiombo. E, mentre i Laghi Narèt e Sambuco alle spalle sembrano diventare sempre più piccoli, è bello pregustare quello che sarà il piacere del ritorno dopo tanto vagare. “Sii tutto in ogni cosa, metti quanto

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sei nel minimo che fai …” Forza, allora, vado avanti passo dopo passo, dosso dopo dosso, strapiombo dopo strapiombo, concentrando tutta me stessa in quell’immenso spazio che mi risucchia riversando la sua energia nella mia.

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blenio e dintorni

Bellezze fino a 168 cm 2019

Miss Tap Model 2020 Bellezze in passerella al Polisport di Olivone! A cura della Redazione - © foto Sylvana Raschke dalla Chiesa e Michele Bazzo L’incantevole Osteria Polisport di Olivone, sabato 4 gennaio, è stata teatro della prima semifinale di Miss Tap Model 2020. Il Concorso, giunto alla sua quattordicesima edizione, è creato e promosso dal bimestrale Ticino by Night&Day. Si è aggiudicato il primo posto “Miss Polisport” la gioiosa, sorridente Natasha Pagliaro, di Como che tra gli altri premi si è pure aggiudicata un paio di magnifici sci messi in palio da Sarci Sport. La fascia Miss Simpatia è stata vinta da Chiara Riassetto, di Giubiasco, mentre la fascia Miss Fotogenia, votata dal pubblico, ha arriso alla bellissima Matilde Luzzini, di Vernate. La giuria era composta da varie personalità ticinesi, tra cui il consulente vendite Jean-Louis Cazzato di Delea vini, di Losone, e il noto bleniese Tiziano Vescovi, che ha battuto il record mondiale di 269 km/h con la moto del suo team Kr-Race-team alla gara sul deserto salato di Bonneville (Utah, USA), velocità sul sale che corrispondono a circa 400 km/h sull’asfalto. Gli spettatori hanno anche potuto conoscere la giovane e promettente cantautrice Scilla Hess, già copertina del giornale. Durante il concorso le ragazze hanno dapprima sfoderato i bellissimi costumi da Befana messi a disposizione da Luca Apollo del negozio Apollo di Lugano e di seguito hanno sfilato in intimo e vestito da sera.

Per le acconciature delle modelle ha lavorato Carmine e il suo team del Salone Leon d’Oro, di Bellinzona. Ha moderato la serata Gustavo Marcano, coadiuvato dal Dj Andrea. Annotiamo, infine, che la manifestazione è gemellata con l’Associazione Svizzera Non Fumatori. Le foto della serata su: www.tinotte.ch

In alto la modella Kelly nel backstage. Sopra le vincitrici Matilde, Natasha e Chiara con Jean Louis Cazzato, Fulvia Caimi, l’organizzatore David Camponovo, Tiziano Solari dell’Osteria Polisport e Scilla Hess.

CH-6718 Olivone Tel. +41 91 872 12 37 www.polisportolivone.ch Polieventinprogress osteriapolisportolivone


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6 1) Durante la sfilata con il vestito da sera 2) La cantante Scilla Hess 3) La giuria 4) Le modelle in posa sul palco 5) Natasja, la vincitrice Miss Polisport 6) Il numeroso pubblico presente

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gastronomia

Eventi Comunicazione Manifestazioni Hostess

Cerchiamo Miss e Hostess per eventi, lavori in fiera e per foto pubblicità

Sofia Broggi, durante il casting al Rist. delle Alpi, via Strada Vegia 2, 6593 Cadenazzo Tel. +41 91 840 11 04

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Osteria-Ristorante Bottani, Olivone

Una magia per tutti i gusti Servizio a cura di David Camponovo Nella Valle del Sole, dopo alcuni mesi e dei lavori di ristrutturazione, ha riaperto i battenti lo storico Ristorante Osteria Bottani. Da sempre un punto di riferimento della Valle. L’idea dei promotori è di far riportare ai fasti di un tempo un locale comunque già ben posizionato. Abbiamo incontrato Laura e Renata. Fin da subito le promotrici ci accolgono con genuino entusiasmo e si vive immediatamente un’atmosfera particolare. Un locale caloroso arredato con gusto. Ma lo splendore arriva quando visitiamo le salette del piano di sopra. Fantastiche per poter realizzare una serata fiabesca. Le due donne hanno dimostrato il loro estro e la loro fantasia. Hanno tirato fuori i pennelli e creato un posto con un ambiente famigliare e confortevole. Detto dell’atmosfera, abbiamo provato la cucina. Fin dalla presentazione a voce, o sulla romantica lavagnetta a gesso, le padrone di casa preparano i sensi per vivere un’esperienza unica. Già dalla presentazione dell’insalata si vede il tocco di uno chef, Alessandro Gottardi, che non vuole dare nulla per scontato. Il risotto si fa apprezzare già dal profumo e al tatto con le papille gustative. Ci coccoliamo con un dolce, manco a

dirlo, fatto in casa e ci spiegano che ogni settimana ci sono dolci diversi a seconda del periodo in cui ci troviamo. Prossimamente al Bottani ritornerà il gelato artigianale come lo faceva la nonna di Renata. Sì, la nonna aveva creato la magia di questo locale. Intervistiamo il cuoco, il quale ci racconta che al Bottani si possono degustare anche menù vegetariani e vegani. La carta ad ogni modo è fatta di pochi ma curati piatti. Continuando nel racconto di questo nuovo punto di riferimento della Valle di Blenio, vi segnaliamo che la cucina è aperta tutti i giorni dal martedì alla domenica, il bar invece, è aperto dalle 08.30 di mattina. Geniale, inoltre, nel weekend la merenda dolce e salata dalle 14.00 alle 18.00 dopo aver magari vissuto un’avvincente giornata sciando o praticando trekking. Le signore ci confidano di essere coscienti che il successo di ogni cosa si costruisce con pazienza e determinazione e, fondamentali, sono le molte amicizie della Valle che le sostengono e permettono loro di procedere con entusiasmo. Ci tengono, inoltre, a far rimarcare che le due sale da pranzo del piano di sopra, piccole e raccolte al punto giusto, sono ideali per cene intime per famiglie o per occasioni speciali e si possono prenotare

come pure richiedere menù degustativi. Una sala più grande è invece a disposizione per riunioni o aperitivi aziendali. Ultima chicca, durante l’anno esporranno più volte quadri. Da febbraio si potranno ammirare i dipinti della famiglia Toschini. Il locale lo si trova sulle piattaforme virtuali Facebook e Google, mentre nella realtà vi aspetta nella bellissima Olivone.

Risotto ai mirtilli mantecato al Grana di Olivone

Osteria-Ristorante Bottani di Risto-Onice Sagl Via Lucomagno, CH-6178 Olivone Tel. +41 91 872 11 57 risto.onice@gmail.com Orari Ma-do .08.30-24.00 / Lu riposo cucina sempre aperta

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gastronomia

Osteria della Posta, Porza

Alla maniera di casa nostra Servizio di David Camponovo Pizzoccheri

Ha riaperto l’Osteria della Posta, storico locale di Porza, punto di ritrovo per intere generazioni. Dopo un breve periodo di chiusura, l’osteria è riaperta con una nuova gestione di tipo famigliare grazie all’entusiasmo dei coniugi Yvonne e Stefano. “Alla maniera di casa nostra” è lo slogan del nuovo locale che, grazie alla visione del proprietario Filippo Biasca, immobiliarista di Porza, ha saputo negli anni ritagliarsi uno spazio nel panorama dei migliori ristoranti del Luganese.

Alla riscoperta dello gnocco fritto La rivisitazione degli spazi ha prodotto la rinascita del bar che per lustri ha rappresentato punto di aggregazione sociale del comune. E così gli spazi si arricchiscono di un’accogliente enoteca da asporto e degustazione, di due sale ristorante e di

Quanto è importante essere figli di esercenti per poi scegliere questa impegnativa professione? Io sono nata e cresciuta nella ristorazione, ho fatto la scuola di esercenti così è stato naturale portare avanti questa tradizione. Per me è tutto… stare a contatto con la gente, coccolare il cliente, farlo sentire a casa propria.

Cucina semplice e raffinata La visione del team è quella di riproporre un tipo di cucina fortemente correlata alle prelibatezze del territorio, in abbinamento a pregiati vini locali e internazionali. Vino al bicchiere: si può! L’Osteria della Posta propone poco meno di cinquanta etichette di vini, perlopiù locali; tutte rigorosamente assaggiabili al bicchiere. Grazie all’innovativo sistema di spillatura CORAVIN i flaconi, una volta aperti, mantengono inalterate le loro caratteristiche organolettiche e i vini anche dopo giorni rimangono freschi e serbevoli. Consultate la nostra carta! I dolci di Yvonne: da provare! Sfoglie, paste frolle, soffici torte, cakes, muffin ecco il repertorio della nostra Yvonne, che con competenza e tanta passione saprà allietare il fine pasto o perché no: il vostro tea time. Prendetevi il tempo!

Lo chef Sergio Muggiasca, Yvonne e Stefano Caligari.

un winebar per un totale di una cinquantina di posti a sedere. Ai due neo imprenditori abbiamo chiesto alcune curiosità dapprima a Yvonne (la gerente-proprietaria).

La passione tramandata dai miei genitori mi ha convinto a percorrere questa strada e infine… il desiderio di aprire un mio/nostro (con il neo marito) è stato troppo forte.


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Nuova gestione Da sinistra: Pupattola di casa nostra e Zabaione con gelato margherita.

A Stefano abbiamo invece chiesto cosa spinge, in questo difficile momento, due imprenditori a buttarsi nella ristorazione? Nella vita ho fatto tanti lavori ma la passione per la ristorazione l’ho sempre avuta e in particolare l’amore per il vino e mi piace stare con la gente.

Via Cantonale 33, CH-6948 Porza Tel. +41 91 942 07 96 osteriadellapostaporza@hotmail.com Osteria-Posta-Porza

Per questo motivo ho abbracciato - con mia moglie - l’idea di aprire un locale… tra l’altro a Porza paese dove ho le mie origini e ho trascorso la mia giovinezza. A parte il difficile momento siamo contenti di questa scelta e la gente ci ha accolto subito bene.

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gastronomia

Ristorante Centro, Massagno

Passione per la scoperta culinaria A cura di David Camponovo

madre di mio figlio, la quale mi ha fatto fermare in questo paese che mi ha completato la vita. Adesso sono molto felice di lavorare e proporre qui il bagaglio acquisito durante i vari viaggi, senza escludere che ogni giorno aggiungo al menu una scoperta nuova. Ringrazio il destino che mi ha fatto conoscere i proprietari del Ristorante Centro, i quali mi hanno subito dato la fiducia per poter esprimere le mie capacità.

Lo chef Amodio Lietone Perché hai scelto di fare il cuoco? Raccontaci le tappe della tua carriera. Ho scelto di fare il cuoco perché questa è una passione che porto dentro di me fin dalla scuola alberghiera… il solo pensiero di poter andare in giro per il mondo mi rendeva felice. Così, appena terminata la scuola, sono partito per Ibiza per lavorare in un ristorante - pizzeria. Subito dopo quell’estate ho voluto approfittare della mia giovane età cercando di lavorare in hotel per far carriera, e sono partito per Capri, all’hotel di lusso Quisisana di 5 stelle. Siccome giravo il mondo mi sono anche trovato in Svizzera, dove la forza maggiore è stata la

Posso aggiungere che siamo tutti una grande famiglia e che con i colleghi formiamo un team affiatato. Così affrontiamo con il sorriso anche le giornate intense, ma quando a fine serata la soddisfazione supera la stanchezza allora abbiamo fatto ‘’il bingo’’, come dico io. Raccontaci la cucina che si può trovare al ristorante Centro calcolando che

è l’unico locale in zona aperto 7 su 7. Mi reputo uno chef di cucina con sani principi, fedele a una cucina semplice e creativa. Semplicità e creatività sono la base del nostro mestiere e questo potete trovare al Ristorante Centro. L’ingrediente che non può mancare? Personalmente non posso vivere in una cucina senza il mio sale speziato e il mio olio al basilico. Sono dei piccoli segreti che trovo molto utili. Novità aperitivo… raccontaci cosa si trova il venerdì a partire dalle 18.00? Venite a trovarmi il venerdì al Ristorante Centro: vi stupirò con novità culinarie. A presto per la ginnastica mascellare!


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Via Boschina 3 CH-6963 Pregassona Tel. +41 91 972 11 30 Fax +41 91 972 11 31 ecosystechsa@msn.com info@ecosystechsa.com www.ecosystechsa.com

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gastronomia

Angolo Osteria Bellavista, Cureglia Un’oasi di pace e di prelibatezze Cari buongustai, da alcuni mesi a Cureglia ha riaperto i battenti lo storico locale Bellavista (già denominato anni addietro ristorante Rotonda). Grazie all’intraprendenza della giovane e affascinante Catarina che ha assoldato lo Chef Alain Steffanina (già grand patron da oltre 20 anni del mitico Ristorante Reno), che proprio non ce la fa a non lavorare!

ri quando entrano nel nostro locale possano vivere momenti di spensieratezza e delle esperienze culinarie uniche. Nel nostro locale regna l’armonia. Lavoriamo con il cuore e cerchiamo di fare sempre del nostro meglio.

E dopo la giovane responsabile dell’accoglienza, abbiamo chiesto alcune curiosità all’esperto Chef. Qual è l’ingrediente che non può mai mancare nella tua cucina? L’amore. L’amore per quello che facciamo. Qualche anticipazione sulla carta primaverile... Ci saranno ricchi e fantasiosi piatti con asparagi e fragole.

Abbiamo voluto incontrarli per farci raccontarci questa nuova e promettente sfida: Cominciamo con l’imprenditrice, che dopo varie esperienze ha deciso di mettersi in proprio. A Catarina chiediamo qual è il suo motto. Il mio motto è La buona cucina, il buon gusto e la buona compagnia. Amo questo mestiere perché in mezzo alle persone sono felice. Il mio desiderio è che i miei avvento-

Catarina e lo chef Alain Steffanina © David Camponovo

Orari Lu 09:00-18:00 Ma- Ve 09:00-24:00 Sa 16:00-24:00 Domenica chiuso

Via Cantonale 9 6944 Cureglia Tel. +41 91 968 20 00 osteriabellavista@ticino.com www.osteriabellavista.ch

L’insuperabile Cordon Bleu...


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Rosy, 50 anni sempre i Fri zzantie A cura di David Camponovo

La bella e solare Rosy, vincitrice nel 2001 dello storico concorso Cameriera +Frizzante promosso dalla nostra rivista (quando lavorava per il Bar Rondine a Gravesano), ha proseguito con passione la professione di cameriera. Di strada la Rosy, con costanza, ne ha fatta tanta. Per ben sette anni, infatti, ha gestito il mitico lido San Domenico, a Castagnola, lungo il sentiero di Gandria. Posto che Rosy conserva sempre nel suo cuore. Dal 2017 la sempre +Frizzante Rosy intraprende una nuova sfida accettando di gestire da sola un piccolo locale sulla cantonale tra Vezia e Lamone-Cadempino, il Bar 1/2 Garage. Gestire oggi un locale pubblico non è un’impresa da poco, visto la pesante concorrenza, ma con grande entusiasmo Rosy è riuscita a creare un ambiente accogliente, punto di incontro tra amici. Giornata che inizia presto (07.00) con la possibilità di fare colazione sorseggiando l’ottimo caffè Chicco d’Oro. A mezzogiorno, o durante il pomeriggio, è possibile gustare uno squisito snack per dare più sapore alla giornata lavorativa. Non mancano gli appuntamenti con aperitivi straordinari, o eventi a tema come le mitiche feste anni Ottanta. Oltre a magiche serate che nascono spontaneamente... +frizzanti come Rosy!

Orari Lunedì-venerdì 07.00-20.00

via Cantonale 12 CH-6814 Cadempino rosymezzobar@gmail.com Bar-Mezzo-Garage

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CAMERIERI i

i Fri

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3 Round +Frizzanti 2019/20 Ricordiamo i nostri due concorsi.

1) Premio principale +Frizzanti voti conteggiati tramite e-mail e tagliando Care amiche e amici del giornale, continua il concorso che premia l’importante categoria dei camerieri con un premio di CHF 1’000.- in merce. Innanzitutto vi diamo il risultato del 2. Round 2019-20 e poi forza a votare i nuovi!

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Cristina

Osteria del Tennis Seseglio

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Natasha

Növ Matag - Mendrisio

3

e a nnnic Ivoro Ve

sa co di Bac - Savo l’Anagolo Bar Cub Viganello

Vince la seconda tappa del TBN 114 JELENA dello Snack Bar Indiana a Biasca. Segue al secondo posto LULU del Bar Reno a Lamone, e al terzo posto JESSICA di ILove Montana a Losone. Seguono in ordine alfabetico: ASIA dell’Osteria Tre Vie, a Motto Blenio, LEPA della Sosta dei Golosi a Contone e YUNAISY del Ristorante La Santa a Viganello. La classifica: con in testa sempre CASSY, della Birreria Bar Crazy Horse, seguito da JELENA del Snack Bar Indiana a Biasca, e al terzo posto KATIA, del Bar Apache, di Melano. Accanto potrete invece votare le nuove concorrenti del terzo round del concorso 2019/20. Forza non aspettate neanche un minuto ed andate a trovare i nuovi +Frizzanti 2019/20.

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andy

Piccolo Principe Molino Nuovo

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Pavlina

Ristorante Paradiso Lugano-Paradiso

6

lisa

Bar Carvina - Taverne

Premio tinotte.ch Ricordiamo che per i Click sul sito è previsto un premio finale speciale. Premio che sarà consegnato la sera della premiazione della Cameriera +Frizzante 2019!

2) Premio speciale +Frizzante WEB Preferenze espresse sul nostro sito web. www.tinotte.ch

Invitiamo a segnalarci candidati per i nuovi numeri. Telefono. +41 91 605 73 00 - info@tinotte.ch

Il premio speciale +Frizzante Web del TBN 114 viene assegnato alla solarissima: Lulu, Bar Reno a Gravesano.

tagliare e inviare a Ticino by Night&Day, via San Gottardo 26, CH-6900 Lugano

Cameriere(a) scelto Cameriere(a)+Frizzante. +Frizzante.Candidata/o Numero scelto

Nome: Via: Luogo e data:

E-mail (obbligatorio): Cognome: Località: Firma:

CONCORSO N° 116 112


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da

Regolamento

Il concorso Camerieri +Frizzanti offre due tipi di premi:

1. Partecipano al concorso camerieri, donne e uomini, dei locali della Svizzera italiana. 2. Nel corso dell’anno ogni locale partecipa una sola volta, rappresentato da un solo candidato(a). 3. La partecipazione al concorso necessita di un abbonamento annuale (CHF 70.-). 4. Ad ogni uscita bimensile della rivista concorrono sei candidati(e). 5. La votazione per ogni concorrente è di un’edizione. 6. Vince chi, in una delle sei tappe, ha totalizzato il maggior numero di preferenze, nei seguenti sistemi di voto: a) spedendo l’apposito tagliando b) via e-mail: info@tinotte.ch indicando nell’oggetto concorso +Frizzante, segnando la/il preferita(o) +Frizzante senza dimenticare il proprio nome e cognome. 7. È esclusa ogni forma di corrispondenza sul concorso. 8. Il locale vincitore si impegna ad organizzare una festa per la vincita del/della cameriere/a +Frizzante in cui lavorava al momento della partecipazione al concorso. 9. Premio speciale Per il premio +Frizzante on line, valgono i click sul sito: www.tinotte.ch. La/il vincitrice/ore riceverà un premio in natura.

un premio minore, risultato dei click fatti sul sito www.tinotte.ch/concorsi/camerieri-frizzanti. È possibile votare una volta sola.

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i

Il premio principale invece è il risultato dei classici e-mail e tagliandi compilati ed inviati. Come da regolamento la/il vincitrice/tore è premiata(o) con CHF 1’000.- in natura, ed è nel locale della/del vincitrice/tore che si terrà la premiazione-party.

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gastronomia

Speciale Grotti Ticino I Grotti Inizialmente i grotti furono concepiti come una specie di cantine per conservare prodotti agricoli locali quali il vino o il formaggio. I grotti, spesso ricavati da grotte naturali (da cui il nome), per essere tali devono possedere al proprio interno una fonte d’aria fresca proveniente dal sottosuolo. È questo, infatti, l’elemento essenziale che definisce un grotto, senza la presenza del quale siamo di fronte ad una semplice cantina. Col passare del tempo e col progredire di nuove tecniche di conservazione, le esigenze si sono modificate i contadini hanno spesso trasformato i grotti in locali per la degustazione dei vini e di altri prodotti di fattura artigianale propria fino a diventare, nel corso del XX secolo veri e propri esercizi pubblici e molti non si distinguono quasi più dalle trattorie. Oggi, sotto il termine di grotto intendiamo perlopiù un piccolo e semplice ristorante in un edificio tradizionale di pietra (con o senza una vera e propria grotta, ma quasi sempre con i caratteristici tavoli di granito), con cucina locale tradizionale e spesso aperto solo durante la bella stagione. Le pietanze più comuni nei grotti sono la formaggella, i formaggini, il salame e altri tipi di affettato serviti con sottaceti, il pesce in carpione e, quando c’è cucina calda (ormai nella maggior parte dei grotti), il minestrone e la polenta, perlopiù servita con strachin, con funghi, con merluzzo o con pietanze a base di carne. Le bevande tipiche sono il merlot, la grappa e la gassosa. I grotti rappresentano oggi uno dei prodotti tipici offerti al turista e alcuni di questi non hanno per nulla perduto il loro carattere genuino, nonostante l’evoluzione da semplici cantine a piccoli ristoranti. Nei pomeriggi e nelle miti sere d’estate ticinesi e turisti si recano volentieri e con piacere nei grotti per mangiare o anche semplicemente per bere un bicchiere tra amici.


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I Grotti della Valmaggia

Le Cantine di Mendrisio

II grotti della Valmaggia, costruiti con materiale probabilmente derivante da frana, sono stati per anni un luogo ideale per la conservazione di vino e formaggi. Gli anfratti naturali furono completati con opere di muratura che chiusero e completarono le cantine naturali. Naturalmente arieggiati da fiatatoi, che permettono all’aria di entrare ma anche di uscire, la temperatura ambiente si aggira costantemente attorno ai 12 gradi.

All’ombra del Monte Generoso, a nord del centro storico un ampio viale alberato porta alle Cantine di Mendrisio. Malgrado l’evolversi dei tempi e le riattazioni effettuate le Cantine hanno mantenuto nel tempo la loro funzione tradizionale di un ambiente caratterizzato per tutto l’anno da una temperatura e un’umidità relativamente stabili.

Quelli che sono stati restaurati sono visitabili anche internamente. Partendo dal Museo di Valmaggia sono facilmente raggiungibili grazie a una segnaletica chiara ed essenziale. Ovviamente i grotti non sono solamente curiosità paesaggistiche. Parecchi, grazie all’intraprendenza della gente del luogo, sono diventati veri e propri ritrovi pubblici e punto d’incontro e ristoro, soprattutto in estate e autunno, per gli amanti del cibo e del vino nostrano “conditi” da tanta frescura naturale.

I Grotti della Collina D’oro E vicino a Lugano, nell’incantevole Collina d’Oro, è pure possibile andare per grotti! A Gentilino la via dei Crotti è un po’ la via Nassa del posto con crotti che uno dopo l’altro offrono quasi tutti alla clientela del posto e di passaggio accoglienti sale interne o belle terrazze all’aperto. Vi si può gustare una cucina tipicamente ticinese ma nel segno dei tempi anche piatti... internazionali. Il tutto ovviamente innondato da tanti buoni vini! Citiamo lo storico Grotto al Bosco o il rinnovato Grotto Figini grazie all’apprezzata gestione di Alessia e Enrico.

Nella loro semplicità e modestia queste costruzioni addossate alla montagna continuano tuttora a essere una risorsa soprattutto per la conservazione e l’affinamento del vino. Le cantine private vivono soprattutto di sera e nei week-end, quando l’ospitalità dei proprietari vi convoglia amici, colleghi di lavoro e parenti. Accanto ai molti edifici privati, con l’immancabile “grottino” ideale per conservare vino, salumi e formaggi, alle Cantine non mancano ovviamente i ritrovi pubblici. Il Grotto S. Martino (da Mamo), il mitico Grotto Bundi, il raffinato Antico Grotto Ticino della famiglia Raith e La Lanterna offrono infatti la possibilità di gustare ancora tipici piatti nostrani, accompagnandoli con un buon bicchiere di Merlot e l’immancabile gazzosa.

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gastronomia

La Bottega del fornaio, Mendrisio

Mastro Piff si racconta A cura di David Camponovo

si produce il pane in maniera artigianale. I lettori potranno scaricare tali video anche dal ns. sito, ma come è nata l’idea? Oggi tutti si dilettano a preparare ogni A 22 anni sono rientrato in Ticino e mi sorta di pietanza. Mi è sembrato utile sono messo in proprio. A quell’età la vita in qualità di Gran Maestro Ticinese dei è differente e mai avrei pensato di arri- Cavalieri del buon pane - sensibilizzare vare dove sono adesso, superando co- sul fatto che ci sono dei parametri da munque non pochi ostacoli. La passione rispettare, perché una non conoscenza si è fatta sentire dopo i 30 anni, quando danneggia il nostro organismo. Inoltre si diventa più seri, ed è esplosa frequen- impastando a mano si deve sapere che tando i grandi paquello che i nostri pasticcieri internazioMi spingono a continuare nettieri creano tutte nali e partecipando le notti esige una forla passione e la voglia di ai concorsi dai quali trasmettere e condividere mazione seria. Il detho riportato diverse to nostrano “Ofele fa ciò che la vita mi ha insegnato ul to meste” è molto belle soddisfazioni. appropriato. Per 10 anni sono stato docente professionale a Trevano e negli ultimi 10 mi sono In futuro molti corsi dati da professionidedicato alle consulenze che mi hanno sti saranno sulle piattaforme dove si acportato a girare tutta Europa. Mi spingo- cederà con il pagamento di una quota, no a continuare la passione e la voglia di più bassa rispetto al corso dal vivo. Retrasmettere e condividere quello che la centemente ho partecipato, su invito di vita mi ha insegnato. un collega e amico spagnolo, ad un corso online sul panettone che ha coinvolto I problemi come imprenditore ai tempi una quarantina di professionisti collegadel corona virus. ti dalla Spagna, Bolivia, Perù e Messico. Sono gli stessi che affliggono un po’ Vorrei fare qualcosa di simile da noi, antutti venendo a mancare le certezze che per i non professionisti. che prima davi per scontato. Ora si sta uscendo da quella fase rallentata alla Noto una tendenza su FB che appena quale ci eravamo quasi abituati in que- qualcuno pubblica una foto di un prosti oltre due mesi, e i pensieri, che a dotto molti, senza neanche salutare, volte non mi fanno dormire, sono quelli scrivono: “ricetta please!”, dimenticando condivisi da tutti: “come sarà?”, “riusci- che dietro un prodotto c’è un percorso, remo a far fronte ai nostri impegni, a un lavoro e che magari qualcuno lo fa mantenere la struttura e chi ci lavora?”. anche per vivere, quindi smettiamola di pensare che tutto è gratis e dovuto. La In quarantena hai avuto l’interessan- maggior parte degli utenti però si comte iniziativa di mostrare a tutti come porta correttamente. A quei tempi non era un’impresa facile integrarsi in una realtà molto differente dalla nostra; in tutta franchezza negli anni ‘70 mi sentivo uno straniero a casa mia.

Caro Piff, spesso ti abbiamo intervistato perché ricopri vari ruoli associativi o organizzativi. Raccontaci come è nata la tua passione e che cosa ti fa continuare dopo oltre 40 anni di lavoro? Dopo aver vissuto un`infanzia super felice in quel di Ligornetto, all‘ombra del Museo Vela che ho avuto la fortuna di visitare molte volte grazie all’amico Lele (figlio del custode), ho frequentato il ginnasio a Mendrisio, dove ho conosciuto Mimi Steiger, docente di economia famigliare, che mi ha svelato un mondo nuovo. Al termine del ginnasio ho cercato un posto di apprendista con l`aiuto dell’indimenticato maestro e amico Nereo Cambrosio, del quale al momento del suo pensionamento ho ripreso il lavoro di consulente SMPPC. Assolto l’apprendistato con la miglior nota agli esami finali, sono partito a fare esperienza oltre Gottardo.


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“Leoni a tavola” La Guida Enogastronomica del territorio ticinese È disponibile la guida “Leoni a Tavola”, attività del Lions Club Lugano che, giunta al 30o anniversario, ha raggiunto un consenso di pubblico tale che gli organizzatori hanno deciso di cambiare il passo. Questo vademecum del dove mangiar bene nella Svizzera italiana e non solo lo si può trovare in selezionate librerie e punti vendita Migros/Manor del luganese al costo di CHF 9.- (l’introito sarà interamente devoluto in beneficienza tramite le varie activity del Lions Club Lugano, il primo di lingua italiana nel mondo!). Un’elegante copertina classic blue, piccola e comoda per dimensioni, ricca e varia per contenuti. Ideale compagna di viaggio a garanzia di una sosta dove si mangia e si sta bene. Redatta da un gruppo di soci del Lions Club Lugano con il supporto di 3 affermati gastronomi, presenta quasi 200 esercizi, da ristoranti «stellati» a grotti, osterie, pizzerie e ristoranti.

Con la guida si possono avere suggerimenti su locali del territorio scelti nel corso del loro “andar goloso”, conoscere i vini acquistabili tramite il Lions Club Lugano e contribuire all’aiuto dei meno fortunati sostenendo opere di beneficenza. Grazie al Lions Club Lugano il 100% delle dona-

zioni va a supporto delle cause sostenute. Nella foto il gruppo di lavoro del Lions Club Lugano, insieme al personale dell’Hotel Splendide, celebra la pubblicazione della guida.

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tecnologia

Roberto Battiston La scienza tra ricerca e profitto A cura di David Camponovo l’Italia ha un grande potenziale nella ricerca spaziale: ha sviluppato una filiera completa nel settore, dallo studio dell’Universo e del nostro Pianeta allo sviluppo della strumentazione scientifica, dall’attività degli astronauti sulla ISS allo sviluppo dei lanciatori, dalla capacità di gestire le telecomunicazioni allo sfruttamento dei big data generati dalle osservazioni spaziali. Roberto Battiston è uno dei maggiori esponenti di questo settore. Nato a Trento, classe 1956, sposato, padre di quattro figli, si è laureato in Fisica alla Scuola Normale di Pisa. Segue il Dottorato all’Università di Parigi IX, Orsay. Dal 1992 è Professore ordinario di Fisica Sperimentale, attualmente presso il Dipartimento di Fisica dell’Università di Trento.

Ci può esprimere una sua opinione sul 5G, tecnologia che a molti fa paura? Non capisco perché si debba avere paura di una cosa quando del 3G non abbiamo avuto paura, senza sapere bene cosa fosse, lo stesso vale per il 4G. Sappiate che ci sarà un 6G e un 7G. Il 5G in pratica è una forte integrazione tra capacità di calcolo e telecomunicazioni a banda alta. Il risultato è che saremo sommersi più di adesso da centinaia di elaborazioni e informazioni nelle vicinanze. Il 5G permette per esempio il controllo della robotica: un medico che sta in questa stanza potrebbe interagire con il malato che sta a mille chilometri di distanza.

Perché dobbiamo avere paura di queste cose? Si tratta semplicemente di una maggiore quantità di comunicazione che apre delle possibilità in cui i computer hanno un ruolo più rilevante di quanto fanno oggi. Quindi non c’è niente di drammaticamente diverso. E le radiazioni? I telefoni stanno consumando sempre meno, poi saltano continuamente da una frequenza all’altra. Nessuna azienda telefonica farebbe questo balzo senza assicurarsi che gli effetti siano minori e contenuti rispetto ai limiti attuali. La realtà è che si tratta di una rete più intel-

Da oltre 35 anni è impegnato in progetti di ricerca a livello internazionale nel settore della fisica sperimentale delle interazioni fondamentali: interazioni forti, elettrodeboli, ricerca dell’antimateria e della materia oscura nei raggi cosmici. Ha coordinato progetti scientifici di grande complessità, dal settore della fisica agli acceleratori al CERN, a Stanford e nello spazio. Assieme al premio Nobel Samuel C.C. Ting ha coordinato la realizzazione dell’esperimento per la ricerca dell’antimateria, installato sulla Stazione Spaziale Internazionale (AMS). Ha presieduto l’Agenzia Spaziale Italiana (ASI) per un quadriennio (2014-18), rappresentando l’Italia nei contesti spaziali italiani europei e internazionali. Si è impegnato per la divulgazione e l’utilizzo dei dati scientifici spaziali e, in particolare, dei temi dell’economia dello spazio contribuendo ad approvare il piano nazionale “Space Economy” basato sulla partnership pubblico-privato. Ha proposto e sostenuto lo sviluppo del primo fondo pubblico-privato di investimento italiano destinato allo spazio. Autore di più di 460 articoli pubblicati su riviste internazionali, interviene su invito a centinaia di conferenze nazionali e internazionali. Ha tenuto a lungo una pagina mensile su Le Scienze e, attualmente è editorialista de La Stampa e l’Adige.

Mauro Massoni (Console d’Italia in Svizzera), Guido Barosio (direttore responsabile di “Torino Magazine”), Michele Porfido (economista) e Roberto Battiston, durante la presentazione del libro “La prima Alba del Cosmo” il 14 gennaio c/o Consolato Generale d’Italia di Lugano - © D.C.

ligente, più sofisticata. È una conquista maggiore, perciò si ha timore di cose che non si sanno. È un pregiudizio. Il 6G sarà ancora più potente del 5G. A quanta gente serve il 5G? Probabilmente anche ai ragazzini per scaricare giochi e film, cioè servirà abbastanza a poco rispetto ai grandi problemi che abbiamo... Quindi può essere che sia maggiore la spinta della tecnologia che ci vogliono vendere rispetto alle reali esigenze della società. Ma queste cose le si capiscono a posteriori, non quando le si fanno.

In passato l’uomo ha fatto scelte che poi si sono rivelate pericolose con conseguenze terribili, un esempio su tutti l’amianto impiegato in maniera disinvolta fino alla fine degli anni ottanta. Questo rischio c’è sempre. Ora nel caso del 5G non sono le radiazioni il rischio, non penso sia fisico il problema perché siamo già talmente sommersi da informazioni. Se invece di averne 10 ne abbiamo 100 o 1000 riusciremo a trarne i vantaggi senza essere travolti dagli svantaggi? Io vengo dalla Cina dove tutto funziona con il riconoscimento facciale, che è una


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grande figata! Ma questo significa anche che tutti ovunque ti possano riconoscere, questo può essere un problema ma è anche una grande comodità. Dove sta il giusto equilibrio? Quindi le tecnologie ci stanno già circondando con la loro presenza, fornitaci o sottrattaci. Essere sotto un metro d’acqua o dieci metri d’acqua cambia molto? Siamo già sott’acqua, siamo già controllati o controllabili in mille modi. Col 5G saranno 2000 modi, cambia molto? La privacy non esiste praticamente più, quando telefoniamo, quando usiamo la carta di credito, quando facciamo ogni cosa. Quindi il discorso che ruota attorno alla tecnologia e al suo progresso dovrebbe essere piuttosto di etica, di morale, di filosofia, di giurisprudenza.

Dovrebbe partire un pensiero nuovo che ci permetta di gestire questa potenza enorme che stiamo fornendo al mondo. Tutte queste tecnologie posso diventare delle armi? Tutte le tecnologie sono coltelli a due lame, tutte. Bisogna scegliere di usare la prima lama positivamente, non saremmo qui a parlarne se non ci fosse la tecnologia. I Greci e i Romani sapevano trattare i loro schiavi con molta più efficacia di come noi sappiamo usare i nostri dati: per motivi di competizione noi stiamo dando ai nostri computer sempre più potenzialità, più livelli di sofisticazione, perché ci servono per vendere meglio. Siamo irrazionali in questo: identifico l’umanità che fa questo lavoro come il boscaiolo che sta segando il ramo dal-

la parte sbagliata, stiamo allegramente segando il ramo dalla parte sbagliata e così cadiamo col ramo. Io ho conosciuto esperti di intelligenza artificiale che sono venduti alle macchine. Io non mi preoccupo finché una macchina non proverà dolore e non proverà amore, finché rimarrà una macchina molto stupida rispetto a noi.

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tecnologia

Intervista a Roberto Battiston - continua -

Non si interroga nessuno su questo? Se serve una macchina che opera un malato e lo guarisce, bene. Ma perché creare una macchina che fa musica come Mozart? No, io voglio Mozart!

Ebbene questi esperti mi rispondono che stanno progettando delle macchine in grado di simulare la nostra originalità, la nostra creatività. Questo è pazzesco, perché le macchine sono fatte per servirci e non per batterci su tutto, perché se così fosse prima o poi staccheranno la spina e se ne andranno per conto proprio. Sembra quasi che vogliamo farci fregare dalle macchine, e questo è il mercato che spinge, non la ricerca, è il commercio. Mi permette un’analogia con gli scacchi: in vent’anni anche negli scacchi le macchine “vincono”, io che sono candidato maestro con la macchina ho 0 chances. Questo può essere traslato su cose più importanti… Lo so bene. Ultimamente è nata una macchina – Alfa 0 – che ha battuto Stock Fish 8 imparando da sola senza istruzioni in tre ore. Ecco tutto questo è solo una pallida imitazione di quello che sappiamo fare noi. Ci sarà molto di più di que-

sto, prima o poi le macchine sapranno fare, imitandoci, anche quadri, musica, poesia. Io questo non voglio che accada. E saranno anche cose belle ma a quel punto il guizzo dell’uomo, la creatività, l’innovazione, il colpo di genio saranno i imitati dalle macchine e fatti propri. Non c’è nessun motivo di creare tante macchine che messe insieme ci battono su tutto, perché farlo, qual è il guadagno? Se noi riteniamo di essere gli attori di questa commedia o tragedia, i padroni della scena, dobbiamo anche essere in grado di non trasformare gli oggetti da noi creati in qualcosa per farci fuori. Se invece siamo convinti di essere un’entità passeggera dell’evoluzione e che un domani il futuro dell’evoluzione umana sarà delle macchine in grado di pensare e agire per noi, benissimo allora siamo sulla strada giusta. Io penso che se una cosa serve, bene, se non serve, perché farla?

In conclusione: mettiamo l’intelligenza al servizio di quello che ci serve e magari possiamo anche rovesciare le cose. Guarda per esempio gli effetti sul clima: questi risultati sono il frutto della correzione di rotta di sette miliardi e mezzo di persone. Siamo noi che gestiamo il gioco, non c’è nessuno al di fuori di noi tranne la nostra irrazionalità che molto spesso si basa su meccanismi esterni di carattere economico. Chi ci sta rovinando è l’economia, la massimizzazione del profitto, non la scienza e la ricerca. Riflettiamoci!

Roberto Battiston

è ordinario di Fisica Sperimentale all’Università di Trento, dove si occupa di ricerche in fisica spaziale e astroparticellare, alla ricerca della materia oscura e dell’antimateria primordiale, in collaborazione con l’INFN e l’ASI. È autore di numerosissime pubblicazioni scientifiche. Ha diretto dal 2014 al 2018 l’Agenzia Spaziale Italiana. Editorialista per La Stampa e L’Adige svolge una intensa attività di divulgazione su Repubblica e Le Scienze. Ha scritto Dialogo tra un artista e uno scienziato (2017), La meccanica quantistica. Spiegata a chi non ne sa nulla (2018) e Fare Spazio (2019). Ha ricevuto numerosi premi e riconoscimenti tra cui il Premio Space Economy (2017), la Hall of Fame (2019) e il China National Science and Technology Award (2019). Nel 2017 gli è stato dedicato l’ asteroide 21256 Robertobattiston.


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VoIP un mondo di opportunità Per aver sempre voce in capitolo A cura di Marco Papagna (Direttore Ticicom) Con Ticicom, esperta in telefonia da 25 anni, entrate nel mondo della VoIP. Start-up, PMI e grandi aziende hanno esigenze tra loro diverse, ma anche punti in comune, come la crescente necessità di comunicare. La capacità di ascoltare e di interagire in ogni momento, in ogni luogo e in qualsiasi situazione sono fattori essenziali per il successo di qualsiasi forma di business. Se l’incontro interpersonale rappresenta spesso l’interazione più efficace, non è comunque detto che sia sempre l’approccio più economico e spontaneo. La “tradizionale” telefonata, verso uno o più interlocutori e ovunque essi si trovino, rimane e probabilmente rimarrà sempre l’alternativa più efficiente. La voce umana trasmette informazioni razionali ed emozionali: il suo tono è influente almeno quanto lo sono le parole che veicola. Ecco perché la spontaneità di una conversazione è spesso garante dell’autenticità di un rapporto. La voce è un mezzo di comunicazione insostituibile che va gestito in modo ottimale per ottenere risultati ottimali. La VoIP abbassa la barriera dei costi Oggi più che mai ci basta premere un tasto per stabilire una comunicazione telefonica quasi in tempo reale. Anche se il nostro interlocutore si trova dall’altra parte del mondo, la qualità acustica è paragonabile a quella di una chiamata verso una stanza vicina e l’unico limite che sembra restare, fuso orario a parte, è quello dei costi. Grazie alla tecnologia VoIP – Voice over

Internet Protocol – anche quest’ultimo ostacolo è stato superato. Con la tecnologia VoIP, il segnale audio analogico prodotto dalla nostra voce viene infatti convertito in segnale digitale, compresso e criptato, per poi essere trasmesso sotto forma di pacchetto di dati sulla rete informatica, la quale gli permette di viaggiare online ai costi di internet. I costi sono limitati alla porzione – generalmente locale – in cui il segnale deve utilizzare la rete PSTN – o rete telefonica generale. Tutti noi ne abbiamo fatto esperienza a livello privato e in molti siamo abituati ad utilizzare applicazioni come skype o whatsapp per “telefonare gratis” dal nostro cellulare o dal nostro computer. Ma come si può applicare questa realtà al business di tutti i giorni? Scalabilità, economicità e versatilità: la VoIP non è mai stata così vantaggiosa A livello funzionale, l’impresa, che sia in fase di startup, di transizione o in piena maturità, ha sempre bisogno di scalabilità, anche per quanto riguarda i collegamenti telefonici verso dispositivi fissi o mobili. Con la tecnologia VoIP non si ragiona più in termini di linee ma in termini di posti. Aggiungere o togliere un posto, adattandosi così all’evoluzione dell’azienda, diventa un processo più semplice rispetto a quando si aveva in dotazione una tecnologia non VoIP. A livello di produttività, la voce digitalizzata può essere trasmessa da sistemi informatici, coinvolgendo tutti tipi di dispositivi e di applicazioni, a moltepli-

ci interlocutori in diverse localizzazioni contemporaneamente, anche assieme a contenuti di formato diverso quali immagini, video, testi e documenti. La videoconferenza e il webinar sono due esempi particolarmente dimostrativi della versatilità e dell’enorme potenziale di miglioramento in termini di produttività aziendale offerti dalla tecnologia VoIP. Gestire le chiamate direttamente dall’applicativo CRM (Customer Relationship Management), organizzare e svolgere una riunione online, revisionare un documento di lavoro, e firmare a distanza e in tempo reale un contratto commerciale sono solo alcune delle attività ormai possibili, in tutta sicurezza grazie ai nuovi sistemi di criptazione dei dati, con grande affidabilità e a costi contenuti. A livello economico, a dipendenza della dimensione dell’azienda, lo switch tra il centralino tradizionale e la VoIP è un processo più o meno complesso, ma che garantisce sempre importanti risparmi spesso anche nel breve termine. Con la VoIP, una stessa azienda può collegare vari siti in una rete privata, azzerando il costo delle chiamate tra i suoi collaboratori indipendentemente dalla loro localizzazione. Con la VoIP, la distanza non è più un fattore discriminante per il costo delle chiamate: questo si limita alla porzione di rete PSTN che viene utilizzata, generalmente quella di una chiamata locale. I costi delle chiamate internazionali e delle chiamate verso le reti mobili diminuiscono quindi drasticamente.

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comunicare

Citare: tra necessità e piacere A cura di Pier Paolo Pedrini - www.pierpaolopedrini.ch

Arricchire le proprie affermazioni con delle citazioni è sempre stato un segno distintivo di autorevolezza e autorità, che è una delle armi della persuasione. Ad alcuni però un’argomentazione che contiene delle citazioni provoca sbigottimento in quanto dicono che se quanto appena detto dall’altro era già stato confermato in passato da tal filosofo, scrittore o premio Nobel, allora è sicuramente vero, innegabile, e il risultato è che ci si arrende dal continuare la discussione.

Su questa tesi si basa il recente libro di Stefano Lorenzetto, Chi (non) l’ha detto. Dizionario delle citazioni sbagliate, edito da Marsilio. Divertente e illuminante al tempo stesso.

chiarezza su molti commenti ai conflitti: “Quando scoppia una guerra, la prima vittima è la verità”. Ho letto il libro da cui la citazione si dice sia tratta, ma sorprendentemente simili parole Lord Ponsonby non le ha mai scritte! Ho cercato aiuto in Wikipedia, ma invece di trovare la soluzione è iniziato un bel dilemma: chi conferma che l’autore è Ponsonby, chi suggerisce il senatore americano Hiram Johnson nel 1917, chi risale alla modernità citando vari politici e chi si inabissa nell’antichità passando da Kipling e arrivando fino a Eschilo e Sun Tzu, ma senza mai citare lo scritto in cui l’affermazione giace.

E così scopro che il diffusissimo (chi non l’ha mai detto?) “errare humanum est, perseverare autem diabolicum” non è, come si crede, di Sant’Agostino, ma di Solitamente fare delle citazioni è una Cicerone; “L’importante non è vincere, fonte di autocompiacimento che au- ma partecipare” non è di de Coubertin, menta come detto la propria autorevo- bensì del suo conlezza e incentiva l’affidabilità e la credi- temporaneo Ethel“L’importante non è vincere, State dunque attenti al web e...leggete! bilità delle proprie parole. bert Talbot; “Follia è fare sempre la stessa ma partecipare” non è stata detta da de Coubertin Il bello è che in queNel complesso si appare più saggi per- cosa e aspettarsi risulsti giorni l’autorevoché si attinge dagli intramontabili pro- tati diversi” non è di verbi, da studi e da letture proprie, o an- Einstein, ma di Rita Mae Brown; “Eppur le The Guardian ha addirittura dato vita che più semplicemente da Wikipedia, si muove!” non è di Galileo, ma di Giu- a un forum per chiedere aiuto ai lettori l’enciclopedia a portata di tutti. seppe Baretti nel 1789; e così Gesù non e scoprire chi ha coniato questa frase. disse mai: “Lazzaro, alzati e cammina!”, Molti vi partecipano, perlopiù dagli Il pericolo è che se né Machiavelli: “Il fine Stati Uniti e dall’Inghilterra, fornendo ci si accontenta di giustifica i mezzi”, e il la loro opinione e presentandola sotto Le citazioni incentivano quanto si trova sul detto che crediamo forma di certezza, ma senza mai dare web si decontestua- l’affidabilità e la credibilità banale “Chi va con lo l’indicazione esatta da dove la citazione delle proprie parole. lizza la frase citata e zoppo impara a zop- sia tratta. Il punto finale alla questione spesso le si attribupicare” andrebbe ri- non c’è ancora e il giornale invita a conisce un significato che non era quello valutato poiché nasce nella classicità: ne tinuare nella ricerca. originale e si conduce all’errore. A volte parlavano sia Pindaro che Plutarco. Confrontati con una citazione speriamo è lo stesso web, e Wikipedia, a portare all’errore in quanto le citazioni propo- Recentemente ho letto una frase attri- infine che non prendiate “lucciole per ste sono sbagliate, attribuite a un auto- buita al pacifista Lord Ponsonby (1928) lanterne” perché “non è tutto oro quello re che quella frase non l’ha mai scritta. che mi è piaciuta molto in quanto getta che luccica”!


motori

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Moto2 Thomas Lüthi sul podio Dopo un deludente 2018 in MotoGP sulla Honda (che non gli ha portato la stessa fortuna di quando, nel 2005, nell’allora classe 125 si laureò campione mondiale), l’anno scorso Thomas Lüthi si è ributtato nelle Moto2. E in una classe a lui sicuramente più congeniale, che per due anni consecutivi (2016 e 2017) lo aveva già consacrato vicecampione mondiale, si è immediatamente riportato sul podio. Motorizzato Kalex il suo terzo posto finale è stato impreziosito dalla splendida vittoria nel GP delle Americhe, terza gara del mondiale 2019. © foto EPA/Kai Foersterling

Moto Zurigo come Ginevra Anche Zurigo si ritrova il suo... Salone di Ginevra! Dal 20 al 23 febbraio Swiss Moto ha offerto agli appassionati delle due ruote un’esposizione di elevatissimo livello. Vero e proprio focus di settore introduce da anni la nuova stagione proponendo soprattutto tanti nuovi modelli di moto. Ma non solo: ampi e accattivanti spazi sono pure dedicati al ricco mondo delle tute e degli accessori relativi. Sono stati quattro giorni... rombanti, nei quali ovviamente non sono mancati shows e sorprese. Nella foto l’attore Keanu Reeves (© SWISS-MOTO / MCH Group) durante la fiera 2019. www.swiss-moto.ch

LEggi che ti passa L’Année Grands Prix Moto 2019 Jean-Claude Schertenleib Editeurs Chronosports A cura di Sergio Cavadini

È un annuario in lingua francese, giunto ai 20 anni di vita, dedicato in tutto e per tutto alle due ruote... da pista. La carrellata illustra, con testi e -soprattutto- oltre 300 immagini mozzafiato e da repertorio, la funambolica vita di piloti, da titolo mondiale e no, che sicuramente lasceranno un segno indelebile delle loro prodezze!

In collaborazione con

Cartolibro A-Z s.a.

Negozio e uffici propri Libri per ragazzi Enciclopedie Saggistica Via Vela 6 CH-6830 Chiasso Tel. +41 91 682 83 29 Fax +41 91 682 49 88 cartolibro@azeta.ch

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Speciale Covid-19

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Editoriale

Comunicare per ripartire

La violenta pandemia con la quale siamo confrontati ha pesantemente messo in crisi il nostro assetto economico-sociale e pure quello sportivo. Ma il peggio sembra essersi allentato e quindi ora più che mai dobbiamo darci tutti una mossa per limitare i danni, riparare ciò che è riparabile e più in generale cercare di uscire dallo “sconforto” in cui siamo stati gettati. Lo stiamo facendo anche noi, con tanta modestia (ma altrettanta determinazione), utilizzando gli strumenti che meglio conosciamo e investendo tantissimo in una comunicazione che pur non prescindendo dai dati di fatto spinge con ottimismo soprattutto nella direzione di aperture e sblocchi. Così abbiamo deciso di dare voce alla gente comune, ai professionisti, agli imprenditori e ai politici con l’intento di accelerare verso un rilancio che con grande senso di responsabilità dovrà riconiugare usi e costumi che sembravano intoccabili e perenni. Siamo convinti che la ripartenza non potrà prescindere da una comunicazione franca, multiforme e rimodulata.

Nuovo coronavirus: allent amento dei provvedimen ti Dal 6 giugno aperti o co

nsentiti

Assembramenti di al massimo 30 persone (dal 30 maggio)

Una comunicazione pensata non solo per le grandi aziende ma per tutti: piccole e medie imprese, bar e ritrovi pubblici a conduzione familiare, produttori a chilometro zero, organizzatori di eventi e spettacoli e chi più ne ha più ne metta. Una comunicazione che ora più di prima dovrà essere di qualità ma soprattutto “umana e rincuorante”.

Teatri e cinema

Strutture per il tempo libero

Discoteche e locali notturni

Frontiere con D, A e F (dal 15 giugno)

Allenamenti di qualsiasi sport

Insegnamento presenzi ale nelle scuole medie supe riori, professionali e universit arie

Piscine e centri benessere

Impianti di risalita

Gruppi più numerosi nei ristoranti

Servizi erotici

Campi di vacanze (max. 300 persone)

Tuttora vietati

Assembramenti di più di 30 persone nello spazio pubblico

Finalmente dal 6 giugno potremo nuovamente sflogliare il nostro giornale preferito e Ticino by Night&Day gustando un buon caffé nel nostro locale pubblico preferito. David Camponovo, editore

Foto presso la © tinotte.ch

Zoo e giardini botanici

Campeggi

Va in questa direzione l’inserto speciale che siamo fieri di proporvi all’interno della nostra rivista che, ricordiamo a lettrici e lettori, da oltre vent’anni si configura come beneaugurante “guida al tempo libero & benessere”! Dalla Swissminiatur lanciamo l’appello di voler sostenere l’economia locale e perché no… anche per le vacanze riscopriamo la Svizzera italiana o la piccola grande Svizzera. Approfittiamo, ad esempio, dell’iniziativa Vivi il tuo Ticino! Sul prossimo numero daremo ampie informazioni.

Manifestazioni e dimostrazioni con al massimo 300 persone

Foto copertina c/o Clinica Moncucco di David Camponovo

Manifestazioni e dimonstrazioni con più di 300 persone

Competizioni sportive con contatto fisico stretto

Continua a valere quan

to segue

Tenersi a distanza

Usare la mascherina se non è possibile tenersi a distanza

Rispettare le regole d’igiene

Se possibile lavorare da casa

Stato: 27 maggio 2020

Tutte le interviste presenti in questo speciale hanno avuto luogo tra aprile e maggio.


Speciale covid-19

Sommario EDITORIALE

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gastronomia Take Away al Crotto dei Tigli XXVI Intervista allo Chef Claudio Panzeri XXVI Riaperto lo Snack-Bar Sosta XXVI Luca Mazzola, Birreria Növ Matag XXVII I primi 50 anni di Rosy XXVII Antonio Taglialatela, Osteria Odeon XXVIII Manuela Fadani-Eidenberger (Dir. Hotel Pestalozzi) Donato Cedola, Liquori del Paradiso XXIX Bettina Doninelli rapita dalla bellezza della Val Morobbia XXX Delea Vini - Disinfettante nostrano XXXI

Alfonso Reggiani, una professione che cambia V COVID-19:“unlockdown in progress” VI Come si sta vivendo il Covid-19 nella Repubblica Dominicana! VII Politica Presidente del Gran Consiglio Daniele Caverzasio VIII Sindaco di Mendrisio Samuele Cavadini IX Sindaco di Bissone Andrea Incerti X Municipale di Lugano Roberto Badaracco XI Sindaco di Bellinzona Mario Branda XII Sindaco della Riviera Alberto Pellanda XIII Sindaco di Biasca Loris Galbusera XIV Sindaco di Locarno Alain Scherrer XV

Vita in quarantena Intervista ai cittadini Coronavirus: tra fake, verifiche e riflessioni sociali

SALUTE Intervista al virologo della Clinica Luganese Moncucco, Dr. Christian Garzoni XVI Guarito dal Covid Paolo Beltraminelli XVIII E la vita ricomincia XIX Carmen Colucci, estetista di Quinta Essenza XX Vi siete comportati così mentre eravate forzatamente a casa? XXI

Nuovo coronavirus

Stato al 28.4.2020

Tenersi a distanza.

Raccomandazione: usare la mascherina se non è possibile tenersi a distanza.

XXII

Moreno Prati, About-X Macelleria Angelo Valsangiacomo

XXIII XXIV

XXII

XXXVI

XXXVII XXXVIII

Se possibile, continuare a lavorare da casa.

Sport e motori ALTRETTANTO IMPORTANTE:

Lavarsi accuratamente le mani.

Evitare le strette di mano.

Tossire e starnutire in un fazzoletto o nella piega del gomito.

In caso di sintomi restare a casa.

Prima di andare dal medico o al pronto soccorso, annunciarsi sempre per telefono.

Scan for translation

Rick Vinticinco, fondatore di iRotto? Al circolo medico del Mendrisiotto CHF 10’000.dalla Banca Banca Raiffeisen della Campagnadorna

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COSÌ CI PROTEGGIAMO

www.ufsp-coronavirus.ch

aziende

Risate al tempo del Covid: Roberto De Marchi Vignette COVID

Art 316.621.i

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Calendario Super League FC Lugano L’hockey ha senso solo con il pubblico L’HCL non dimentica gli abbonati della scorsa stagione Lo sport contro il degrado e lo spaccio di droga Luca Cereda, allenatore dell’HCAP Il COVID-19 appieda il mondo dei motori

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Alfonso Reggiani*

Una professione che cambia Da persona sempre a stretto contatto con l’informazione come vede il post coronavirus? Ci vorranno un po’ di mesi per ripartire, se non qualche anno, perché a livello economico subiremo una crisi di cui cominciamo a prendere coscienza solo ora. L’auspicio è che vengano supportate le attività economiche fondamentali e aiutate le persone che lavorano nei settori in cui sono poco tutelate. Spero che un giorno si possa tornare a sorridere, ma ora è difficile perché ci sono tanti decessi e tante persone toccate personalmente. Dopo questo momento si apriranno nuove opportunità.

esperienza speriamo si possa migliorare il nostro modo di vita e il sistema economico che erano in vigore prima.

Come vede il futuro del cartaceo? L’auspicio è che resista. Non so fare previsioni, posso solo sperare che si riesca ad andare avanti perché l’informazione svolge un ruolo fondamentale.

Potrebbe esserci un rilancio della professione di giornalista? La professione sta cambiando. Quel che mi aspetto è che il giornalista abbia sempre la responsabilità di verificare quello che scrive. Ci sono nuovi canali per veicolare informazioni, ma non è così importante purché rimanga il controllo e i giornalisti continuino a svolgere in un certo senso il ruolo di guardiani delle istituzioni.

Oggi la gente riscopre l’importanza dell’informazione curata. È d’accordo? Sì, sul virus se ne sono sentite di ogni e ciò ha generato confusione. L’invito è di far capo a canali e media ufficiali, in grado di svolgere un ruolo critico e di suscitare dibattito. Da questa

Il Ticino sta dando prova di sinergie anche trasversali. Penso alla politica, allo sport, ecc. Cosa ne pensa? Sono d’accordo, percepisco anch’io un forte senso di unità, anche se ogni persona e ogni famiglia vivono questo periodo differentemente, ma le regole e le restrizioni vengono rispettate con l’auspicio di velocizzare l’uscita dalla crisi. Bisogna puntare sul far sentire la popolazione unita.

* Giornalista de La Regione

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Speciale covid-19

COVID-19: “unlockdown in progress” A cura di Sergio Cavadini

i parziali annunciati il 29 In Svizzera agli sblocch quelli presentati dal aprile si sono aggiunti rso 27 maggio. Si Consiglio Federale lo sco tamenti di notevole tratta di ulteriori allen una situazione panentità, giustificati da lentamento e del demica in evidente ral Ne potete prendere tutto sotto controllo. il vademecum che atto leggendo con cura pubblichiamo a lato. Gli allentamenti indicati coinvolgono anche il Ca nton Ticino che però ha preferito mantenere lo “stato di necessità” fino alla fine di giugno. Come è stato sottolineato da l presidente del Consiglio di Stato Norman Go bbi nella conferenza stampa del 28 maggio, dopo avere raggiunto la cima della montagna è ora iniziata la fase più difficile, quella della dis cesa, notoriamente più impegnativa e non certa scevra da insidie. Cervino illumin ato © Zermatt.ch

n sono né chi sono in atto ma no Anche in Italia gli sbloc icazioni cabili linearmente. Le ind di facile lettura né appli ente qu fre di o pp si trovano tro del Consiglio dei Ministri eri sid de da itte le Regioni, affl in linea di collisione con eog om nte nie r “chiusura”- pe di apertura -e anche di to tut rat sop no sia a prevalere nei. L’impressione è che ese Pa un in e ch co-ideologica conflitti di natura politi o laCovid-19 sarebbe megli l da te toccato duramen e. on ezi dir ssa tutti nella ste sciar perdere per remare

LEggi che ti passa Spillover David Quammen Adelphi a cura di Sergio Cavadini Il libro è del 2012, è stato rieditato, e da quello che sta succedendo risulta essere di inquietante attualità. David Quammen, divulgatore scientifico, scrittore e giornalista del National Geografic non ha dubbi: i virus nascono nel mondo animale ma il “salto di specie” lo propizia l’incoscienza umana!

In collaborazione con

Cartolibro A-Z s.a.

Negozio e uffici propri Libri per ragazzi Enciclopedie Saggistica Via Vela 6 CH-6830 Chiasso Tel. +41 91 682 83 29 Fax +41 91 682 49 88 cartolibro@azeta.ch


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Come si sta vivendo il Covid-19 nella Repubblica Dominicana! A cura di Maurizio Colombo

Pure qui come in tutto il resto del mondo siamo confrontati dai primi giorni di marzo con il COVID–19. Con il primo discorso alla popolazione avvenuto il 18 marzo il presidente Danilo Medina ha comunicato che saremmo entrati in quarantena fino al 12 giugno. Per evitare l’espandersi del virus il Presidente ha imposto il coprifuoco in tutto il paese dalle ore 19.00 alle 05.00 da lunedì a sabato mentre la domenica dalle 17.00 alle 05.00, con controlli a tappeto da parte della Policia National e della SWAT; chi non rispetta il coprifuoco viene introdotto subito in carcere. Esonerato solo chi ha un’autorizzazione rilasciata dalle autorità competenti.

Le attività aperte all’inizio erano solo: supermercati, colmado (drogherie), farmacie, stazioni di benzina e banche. mentre dopo le 17.00 chi si dovesse trovare per strada o incappare in uno dei tanti check - point deve mostrare un’apposita certificazione rilasciata dal proprio datore di lavoro. Dal 18 maggio hanno iniziato ad aprire altre nuove attività quali saloni, negozi di cellulari, negozi di abbigliamento, fioristi e mercati, metre dal 3 giugno hanno riaperto anche le banche della lotteria. Tutte le attività citate applicano le adeguate precauzioni quali: la distanza soUn pattugliamento delle forze speciali della polizia.

ciale e l’uso di guanti e mascherine mentre i ristoranti potranno operare solo con il servizio delivery. Da Santo Domingo è tutto. Un saluto caloroso a tutti i lettori di Ticino by Night&Day. Le deserte “Av. Maximo Gomez” e “Av. 27 de Febrero”, Santo Domingo

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Speciale covid-19

Presidente del Gran Consiglio (dal 26.05.20)

Daniele Caverzasio

nitario che lavora nei nostri ospedali e cliniche, non è detto che non lo farà in futuro, con altre epidemie. È assolutamente prioritario che la politica affronti il tema della formazione dei giovani per colmare tale lacuna. Urge una strategia chiara, e un primo passo può essere quello di imporre agli stranieri assunti nei nostri ospedali di resiedere in Ticino. Non possiamo più sostenere, dal profilo sociale, strutturale e ambientale, una crescita incontrollata di frontalieri. Consumare prodotti locali sarebbe inoltre un ulteriore contributo alla rinascita del Ticino. Come pure, da parte delle aziende, dare lavoro ai nostri disoccupati, che sono aumentati a causa della crisi.

31.03.1975 Municipale di Mendrisio dal 2016

Dietro le quinte quali sono state le principali sfide? Questo maledetto virus ha imposto di modificare abitudini e stili di vita. Ci sono persone che più di altre sono in prima linea: infermieri, medici e tutto il personale sanitario, dalla cucina alla pulizia, ma anche categorie di lavoratori che garantiscono i beni e servizi di prima necessità, come pure la popolazione, che con il suo comportamento permette di salvare vite. A tutti è giusto dire GRAZIE. Finita la crisi ci saranno cambiamenti a livello strategico? Uno dei problemi emersi riguarda il personale sanitario. Non si può permettere che il settore ospedaliero, strategico per ogni Stato, dipenda in modo importante da lavoratori frontalieri. Se fino ad oggi l’Italia - con la tragica situazione vissuta da alcune province lombarde - ha deciso di non “requisire” il personale sa-

A titolo personale come ha vissuto questo periodo? Attenendomi alle regole sanitarie come tutti. Sono state settimane difficili in cui ci siamo confrontati con un virus misterioso che ci ha costretti a cambiare radicalmente stile di vita allontanandoci gli uni dagli altri; si è aggirato tra di noi senza una logica, e la medicina e la scienza ci sono sembrate impotenti. Abbiamo visto aumentare i contagi, i ricoveri e i morti. Molte persone che se ne sono andate senza una parola o uno sguardo di conforto dei propri cari, in solitudine. Io ho perso uno zio a me molto caro. Cosa vuol essere primo cittadino al tempo del Covid? Abbiamo dimostrato di essere animati da un profondo senso di solidarietà. E questa dobbiamo conservarla come un valore prezioso per il futuro perché ci aiuterà ad affrontare la crisi economica e sociale che ci attende. Fino a ora il Consiglio di Stato ha gestito l’emergenza e superato le tensioni e polemiche, ora tocca al Gran Consiglio ritrovare la sua centralità e tornare a svolgere il proprio ruolo istituzionale. Se vogliamo ricostruire, risalire la china, e vincere la battaglia contro il virus sul piano sociale, economico e politico, servono unità di intenti, condivisione, rispetto, umiltà, concretezza, e un grande senso civico da parte di tutti.


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Mendrisio

Samuele Cavadini I mo-mò per tradizione amano aggregarsi. Come avete reagito all’emergenza? Siamo gioviali, amiamo socializzare e vivere la comunità. Da noi l’offerta culturale e di tempo libero è ricca e ce ne rendiamo conto ora che è azzerata. Qualcuno ha continuato a ritrovarsi nei luoghi pubblici, ma le autorità hanno fatto capire che “stare a casa” è necessario per salvaguardare la salute pubblica. I cittadini hanno agito con responsabilità. Per mitigare il rammarico di non potersi incontrare hanno dato vita a iniziative virtuali: dalla musica al teatro ed altre ancora che dimostrano quanto sia arduo fermare la creatività. Quel che più mi ha colpito sono state le iniziative di volontariato e di solidarietà per aiutare le fragilità sociali. I mo-mò hanno un grande cuore e lo hanno dimostrato.

25.03.1979 Funzionario di banca Sindaco di Mendrisio dal maggio 2018 Una sua opinione sull’annosa questione delle frontiere. A suo parere andavano chiuse prima? Con il senno di poi molte misure potevano essere calibrate diversamente ma non è per nulla scontato gestire una pandemia. Le autorità si sono mosse bene anche se alcune decisioni non sono state perfette. La frontiera mostra quanto sia forte l’interdipendenza con l’Italia per il mercato del lavoro. Una delle discussioni che ha animato il dibattito sulla chiusura si è concentrata sui profili professionali attivi da noi nel sociosanitario: molti medici, infermieri e assistenti sono frontalieri e grazie a loro, assieme al personale residente, è garantito il funzionamento del sistema sanitario. Ma pure in altri settori esiste questo forte legame. Spero che il dopo COVID-19 possa farci trovare soluzioni per favorire il mercato interno.

Come si limiteranno i contraccolpi legati a questa situazione dopo la pandemia? “Non è la specie più forte o la più intelligente a sopravvivere, ma quella che si adatta meglio al cambiamento” disse Charles Darwin. Dobbiamo quindi imparare dalla crisi per migliorare il mondo attuale. Ci aspetta una crisi economica con conseguenze sociali, ma per fortuna il nostro Paese ha negli anni costruito una solida economia e dinamiche sociali forti. Dovremo far emergere la nostra “svizzeritudine” e lavorare coordinati nella ripresa. Confederazione, Cantone e Comuni dovranno essere complementari, aumentando così l’efficacia di ciò che si farà. Dovremo favorire il mercato locale, senza troppo protezionismo, concentrandoci sui settori strategici. Spero che la crisi migliori la consapevolezza dell’importanza della salute, del nostro territorio e del senso di Comunità. Essere “local” non è solo un aspetto economico, contribuisce anche a curare meglio le relazioni fra di noi. L’impegno sarà di tutti e confido nei sentimenti di empatia, solidarietà e responsabilità. Stiamo sviluppando misure di ripartenza sia per l’economia e la socialità; le risorse non sono illimitate per cui la partecipazione di tutti è determinante.

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Bissone

Andrea Incerti belli, in ordine, con una vista sul lago di Lugano unica. La piscina non riaprirà come la maggior parte delle piscine in Ticino, ma il lido sarà a disposizione dei nostri concittadini con una nuova gerenza. I nostri ristoranti e bar avranno tutta la nostra considerazione e impegno per sostenerli dopo questa forzata chiusura e non da ultimo metteremo i nostri sforzi sulla salute e benessere. Sei una persona molto attiva e dinamica che ti porta a non essere mai fermo. Durante il periodo di quarantena come ti sei organizzato? Il virus mi ha imposto e insegnato un nuovo modo di abitare la distanza. Ho riscoperto il valore del metro in più della vita quotidiana, sono stato costretto a ridefinire il mio galateo della prossimità e a riconsiderare lo spazio siderale che ormai divide finanza ed economia reale. La distanza tra i “soldi per fare altri soldi” e i “quattrini come indispensabile leva” per chi produce e lavora.

31.05.1948 Pensionato - Presidente ATAF (assistenti di farmacia) Presidente fondatore Fondazione Gabbiano Sindaco di Bissone dal 2016 Quali le difficoltà riscontrate da sindaco ai tempi del Covid? Questo virus mascalzone (splendida definizione dell’infettivologo Stefano Vella) ci ha fatto vedere che il nostro sistema era basato sui piedi d’argilla. Abbiamo passato una Pasqua strana e triste e difficile per tutti i miei concittadini. Ma è stato positivo vedere la reazione degli stessi: ordinati, con la mascherina, a debita distanza, in colonna per andare in posta, farmacia, supermercato e soprattutto aiutare chi aveva bisogno per la spesa, per le medicine o altro. È stato un onore essere il sindaco di questa meravigliosa comunità solidale. Quali le prospettive per un paese come Bissone nella “nuova” normalità? Le prospettive sono ottime. Abbiamo riscoperto i nostri sentieri

In parole povere ho scoperto un nuovo ritmo di vita; non solo cadenzato da riunioni, ristoranti, spritz, ma di trovare posto e la dovuta attenzione per vecchi ricordi e soprattutto vecchi amici che il ritmo infernale mi aveva fatto trascurare, se non dimenticare.


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Lugano

Roberto Badaracco tembre a dicembre di quest’anno a condizione che la situazione sanitaria lo permetta. Se la crisi perdurasse cosa farà Lugano in favore delle società sportive? Viste l’emergenza e le importanti spese il polo sportivo sarà ridiscusso? Già adesso siamo attivi per dare sostegno e consulenza a tutte le realtà sportive in difficoltà e stiamo valutando proposte per riaprirle e permettere allenamenti e partite. Me lo auguro di cuore perché lo sport non fa solo bene alla salute ma anche alla mente. Stiamo valutando misure puntuali di sostegno e certamente ci saremo per dare una mano! Il progetto PSE deve continuare la sua strada. Non possiamo permetterci di rallentarlo e gli investimenti previsti potranno servire alla ripresa di una realtà economica e sociale in piena crisi (funzione anticiclica degli investimenti dell’ente pubblico). Strutture sportive adeguate mancano in città e questo discorso è indipendente dall’odierna crisi sanitaria.

21.05.1965 Avvocato e notaio presso Studio associato Municipale e Capo Dicastero Cultura Sport ed Eventi Vediamo emergere una grande solidarietà, anche nell’amIl suo Dicastero è fortemente sollecitato da questa grave crisi. Quali le strategie per affrontarla? E se dovesse continuare in estate, alcuni eventi potrebbero arricchire l’autunno o l’inverno luganese? È sicuramente uno dei Dicasteri più colpiti della Città: sia le infrastrutture che le attività sono completamente ferme. Questo fa male e dispiace, ma occorre guardare al futuro con speranza e fiducia! Sottostiamo interamente alle disposizioni federali e cantonali e in questo momento regole in campo culturale, sportivo e degli eventi non ce ne sono. Quando arriveranno faremo le nostre valutazioni e ci adatteremo, confidando in una riapertura controllata degli eventi, in sicurezza e garantendo le distanze sociali e le misure igieniche adeguate. Moltissimi hanno comunque annullato gli eventi spostandoli all’anno prossimo, altri cercano invece date alternative da set-

bito associativo dove differenti gruppi cercano di aiutarsi. Pensa che questa Pandemia avrà altri risvolti “positivi”? Tutto ciò è bellissimo ed evidenzia che quando la società è in crisi affiorano realtà positive e impensabili in una situazione normale. Io sono convinto che dai momenti bui nascono sempre nuove opportunità. Unità, spirito di gruppo, sacrificio, solidarietà e responsabilità personale, solo per citare alcuni valori importanti, possono essere riscoperti e rivalutati. Mi auguro solo che, a crisi terminata, questi insegnamenti non scompaiano velocemente! Sto apprezzando questo periodo in cui la vita rallenta, tutto si svolge con più tranquillità, quasi con una dimensione spirituale che la nostra società secolarizzata aveva completamente dimenticato. Riscopriamo la bellezza e la ricchezza della natura e del territorio in cui viviamo. Questa situazione di crisi ci costringe a riordinare la nostra scala dei valori secondo la loro vera importanza. È forse questa l’eredità fondamentale che il Covid-19 ci lascerà, e non potremo più far finta di nulla!

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Bellinzona

Mario Branda quelle provenienti dal mondo della scienza e della medicina non erano sempre chiare né univoche. Va poi detto che era una situazione completamente nuova.

15.02.1960 Avvocato, già procuratore pubblico Sindaco di Bellinzona dal 2012

Come valuta il dopo Pandemia a livello sociale ed economico della sua Bellinzona e in generale per il Ticino. Qualche idea per limitare i contraccolpi legati a questa situazione straordinaria? Bisognerebbe capire: quando sarà il “dopo pandemia”? La situazione di incertezza o di rischio potrebbe durare ancora a lungo, minando le sicurezze e la stabilità di cui vi è bisogno per far funzionare bene le cose. Sarà comunque un periodo molto difficile; la vita sociale ed il piccolo commercio tipico della nostra città ne soffriranno molto. Contromisure possibili: non procrastinare gli investimenti previsti e ogni cittadino si faccia scrupolo di acquistare in città o comunque in Ticino. Bisognerà poi capire quali nuovi bisogni sociali emergeranno da questa crisi e non far venire a mancare neppure in futuro il senso di solidarietà che si è manifestato così bene in queste ultime settimane.

Come ha trovato la collaborazione tra Comune, Cantone e Confederazione? Dopo un inizio non ottimale, è migliorata. È fondamentale che su temi delicati dove le competenze dei tre livelli si incrociano, sia assicurato il necessario coordinamento. È molto importante in queste situazioni che le istituzioni diano dimostrazione di chiarezza e coerenza. Come si è mosso il consiglio di Stato e come hanno reagito i suoi concittadini? Il Governo cantonale, ma direi in generale le istituzioni, gli attori politici, i partner sociali, ecc., si sono mossi bene e con tempestività. Purtroppo le informazioni generali ma anche

Piazza Collegiata - © Bellinzona Turismo


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Riviera

Alberto Pellanda Per quanto riguarda il mio Comune posso affermare che la collaborazione interpartitica è presente e non solo in questo periodo. Se guardo a livello cantonale noto una maggior serietà a livello partitico. Ciò che non è invece il caso per certe persone o personaggi che con il loro modo di fare o di dire creano incertezze e insicurezze nella popolazione. Passata la crisi non so cosa resterà nella mente della gente; ci sarà sicuramente voglia di voltar pagina. Sarà il politico che dovrà invece ricordarsi di quanto è accaduto e trarne i dovuti insegnamenti per gettare nuove basi affinché aumenti il peso della manodopera indigena, in tutti i settori e a tutti i livelli; promuovere maggiormente l’acquisto di prodotti a km 0 e rivedere alcune priorità istituzionali. Dovremo inoltre riportare il nostro grado di autonomia ad una percentuale maggiore dell’attuale.

18.10.1957 Ex-Ufficio di tassazione persone giuridiche (2016) Sindaco di Riviera dal 2019 Quali sono secondo lei i principali compiti di un sindaco in una situazione così straordinaria come quella attuale? Unitamente ai colleghi di Municipio, il Sindaco deve dimostrare solidarietà, razionalità e coerenza e con l’aiuto dei propri collaboratori far fronte, nel limite del possibile, alle esigenze dei concittadini favorendo lo sviluppo di quei servizi sociali che permettono di superare situazioni di crisi straordinarie con i minori disagi possibili. Informare costantemente la popolazione su questioni di pertinenza comunale e mantenere i contatti con gli enti locali e cantonali che operano sul territorio. In un Cantone spesso litigioso in questo momento si nota una grande solidarietà. Penso anche alla collaborazione interpartitica. Secondo lei cosa resterà una volta usciti dalla crisi?

Un tema sicuramente caro al suo commune è quello dell’ambiente. Lei pensa che la terra abbia voluto comunicarci qualcosa? Diversi anni di esperienza e qualche capello bianco hanno contribuito a modellare il mio pensiero di sostenibilità e questo lo noto sempre più sovente anche nell’animo dei miei concittadini. Qualcosa sta cambiando e ora ci sono i mezzi per realizzare progetti a carattere ambientale che possono contribuire a migliorare la qualità di vita. Non so se la terra ha voluto comunicarci qualcosa e se lo ha fatto di proposito; se sì lo ha fatto senza approfittarsene. Una curiosità legata al “suo” territorio... A livello comunale abbiamo proposto la realizzazione di un bacino di demodulazione nella zona artigianale/industriale a nord di Osogna. Si tratta di un bacino che permetterebbe di regolarizzare il deflusso discontinuo di acqua nel fiume Ticino proveniente dalla centrale idroelettrica dell’OFIBLE. Questo progetto dovrebbe permettere la salvaguardia di aree boschive pregiate e la realizzazione di ulteriori misure ambientali sul territorio comunale. E questo è solo un esempio di cosa stiamo portando avanti nel Comune di Riviera.

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Speciale covid-19

Biasca

Loris Galbusera Mi parlava della stupenda collaborazione con ATTE… Con l’inizio della pandemia il Comune, grazie alla collaborazione con ATTE, ha da subito potuto avviare un’organizzazione di aiuto alle persone vulnerabili. Sul territorio sono nate anche diverse iniziative spontanee da parte di privati e associazioni a sostegno delle persone anziane.

27.06.1967 Capo ufficio acquisizioni del Dip. del territorio Sindaco di Biasca dal 2016

Come ha reagito la comunità di Biasca in generale? Dopo il primo momento di smarrimento ed incredulità sui provvedimenti decisi dal Consiglio di Stato all’inizio dell’emergenza sanitaria, in generale la popolazione di Biasca ha reagito in modo positivo alla situazione dando segno di responsabilità. Sono state comunque necessarie delle fasi di sensibilizzazione perché, come per tutti i cittadini, le prime raccomandazioni delle autorità sono state prese alla leggera. Con il passare delle giornate e con l’aumento dei contagi e dei ricoveri si è capita la vera gravità della situazione e quindi la gente ha rispettato le disposizioni emanate. Il municipio ha costantemente informato i cittadini sull’evoluzione pandemica e sulle misure da adottare a tutela della salute.

Per evitare di disperdere energie, per una gestione razionale del personale e dell’attività in modo uniforme su tutto il territorio, il Centro ATTE è diventato così il centro di coordinamento dei volontari che si occupano del centralino telefonico, della consegna pasti, della spesa, dei farmaci e altri servizi fondamentali. Personalmente si sente cambiato a causa della situazione surreale causata dal Corona Virus? E quale sarà un’abitudine di cui dovrà fare a meno nella fase post Pandemia. Personalmente non mi sento cambiato a causa del coronavirus. È vero che in questo periodo sono cambiate alcune priorità, la vita è meno frenetica e si ha un po’ più di tempo da dedicare a se stessi, ma personalmente i vari impegni non mi permettono di rallentare il ritmo e il livello di stress. Non ho particolari abitudini e quindi spero che dopo avere debellato definitivamente questo virus possa riprendere una vita normale. E quando tutto sarà finito? Alla fine della pandemia, siete tutti invitati a visitare la nostra regione che presenta un magnifico territorio ricco di monumenti e posti fantastici, le cascate di Santa Petronilla che sono le più alte del Ticino, la Chiesa dei SS. Pietro e Paolo di origine romanica (secoli XII e XIII), la Casa Cavalier Pellanda edificata nel 1586, il museo di Forte Mondascia, i grotti, solo per citarne alcuni.


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Locarno

Alain Scherrer Locarno è una città che direttamente e indirettamente, dipende molto dal turismo. Se non dovessero avere luogo i grandi eventi estivi cosa potrà fare il municipio per aiutare l’economia cittadina? Il Municipio di Locarno è da mesi impegnato a fronteggiare circostanze eccezionali. Quindi anche l’economia cittadina non è lasciata a se stessa. La salute dei cittadini, ci tengo a ribadirlo, ha la priorità assoluta. I cittadini sono parte della comunità e quindi parte anche di me. Non rientra nella mia filosofia un aiuto a innaffiatoio ma sicuramente potranno svilupparsi degli aiuti mirati, concordati con le parti, che desidero poter incontrare in tempi brevi.

28.07.1965 Ingegnere ETHZ in elettrotecnica Sindaco di Locarno dal 2015 Secondo lei come si sono mossi il CDS e Consiglio Federale? I mostri nel cuore si alimentano con l’inazione. Non sono le sconfitte a ingrandirli ma le mancate prese di posizione. Il CdS così come il CF hanno agito e quindi non hanno nutrito i mostri nel cuore. Come hanno reagito i suoi concittadini alle limitazioni imposte dallo Stato maggiore? Con dignità, responsabilità, consapevolezza e reciproca solidarietà, ricordandosi che la vita ha un senso, sempre, anche quando quel senso non ci piace. I miei concittadini hanno capito che più si impara a vivere con gli altri, a rispettare gli altri, ad aiutare gli altri, e più si contribuisce al risultato e ad un ritorno alla normalità, il prima possibile.

Penso alla riduzione dell’importo dovuto nel 2020 per pigioni di locali di proprietà del Comune, tasse suolo pubblico e tassa base rifiuti come pure alla creazione di un fondo per aiuti tangibili alle società confrontate con difficoltà economiche e previsioni incerte. Ognuno dovrà ricevere l’aiuto di cui profondamente necessita. Sarebbe interessante poter programmare, che vuol dire riflettere scegliere creare con le parti questo aiuto. Programmare deriva dal greco e significa pre-scrivere, dove il prescrivere non significa “dare ordini”, ma immaginare il futuro, provare a scriverlo in anticipo pensando a quello che ancora non c’è. Quindi programmare vuol dire riflettere, vuol dire interrogarsi vuol dire scegliere vuol dire condividere con le parti quello che effettivamente necessita. Sono e siamo pronti!

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Speciale covid-19

Intervista al virologo della Clinica Luganese Moncucco

Dr. Christian Garzoni A cura di David Camponovo Come prevede si muoveranno i contagi dopo le aperture generalizzate di negozi, di esercizi pubblici e delle scuole? Nessuno lo sa. È estremamente difficile fare delle previsioni sui tempi e i modi in cui i contagi cambiano. Sappiamo con certezza che il virus c’è. Ora abbiamo numeri molto bassi, i contagi però tenderanno ad aumentare perché il virus si trasmette tramite i contatti con le persone. Gli scenari sono grossomodo tre: • i numeri restano bassi perché le persone rimangono distanti, perché c’è un uso più generalizzato delle mascherine e perché il contact racing che parte in questi giorni permetterà di prendere i casi isolati positivi e i possibili contatti bloccando sul nascere i focolai; • tutto ciò non sarà sufficiente ma la curva di aumento è relativamente lenta. In questa fase è possibile, ma abbastanza improbabile, che nelle prossime settimane ci sia nuovamente un aumento esponenziale come abbiamo conosciuto all’inizio. Ciò perché la popolazione è rispettosa delle misure di contenimento e perché abbiamo messo in atto un sistema di monitoraggio che non permetterà di riavere una fase esponenziale. Questo è uno scenario plausibile e potrebbe essere una fase relativamente stabile con aumenti e diminuzioni piuttosto lenti; • è possibile che ci sia un aumento, ma non una fase esponenziale a breve. Grossi punti di domanda restano sull’effetto stagionalità, non tanto perché il virus si trasmetta meno con il caldo, ma perché le persone stanno molto di più all’aperto e meno in luoghi chiusi. Forse tutto verrà posticipato all’autunno dove invece le cose diventeranno ben più delicate. Alcune nazioni impongono l’uso delle mascherine, altre le consigliano solo. Lei cosa ne pensa? La mascherina riduce bene la probabilità di trasmissione del

virus. La decisione di renderla obbligatoria piuttosto che raccomandata come fa la Svizzera è solo politica. La Confederazione crede di più nelle raccomandazioni, che adesso sono di un suo uso in tutte le situazioni dove non è garantita la distanza tra le persone: nei mezzi pubblici, se affollati, uffici o nei luoghi chiusi dove anche se le persone sono magari sedute a distanza di due metri poi però interagiscono perché lavorano assieme. Quindi non c’è un obbligo, ma una consapevolezza che la mascherina serve per prevenire la diffusione del virus. Ricordo che serve primariamente a chi è infetto per non diffondere le “sue goccioline contaminate”. Sui cantieri, ad es., abbiamo notato che alcuni operai non hanno la mascherina, altri l’appoggiano sulla fronte o sul mento: come si possono sensibilizzare le persone? Questo è un tema ricorrente, cioè la sensibilizzazione delle persone nell’ambito delle misure di salute pubblica va attraverso le spiegazioni, l’educazione e la consapevolezza delle persone. È chiaro che il suo esempio è difficoltoso: posso immaginarmi che fare un lavoro fisico importante con la mascherina sotto il sole può essere un problema. Un operaio su un cantiere potrebbe però anche essere in una situazione dove la mascherina non l’ha bisogno perché è da solo o fa un lavoro all’aperto. Va ribadito però che la mascherina per essere efficace va usata in maniera corretta, non va continuamente toccata e soprattutto non va appoggiata né sulla fronte né sul mento. Cosa consiglierebbe di fare fra quanto non è ancora stato tentato nella comunicazione volta a responsabilizzare? L’aspetto comunicativo è estremamente importante. Per la comunicazione siamo molto influenzati dai messaggi dell’Italia, che non necessariamente corrispondono a quello che consigliamo di fare noi. Un esempio è lo stare a casa durante la fase esponenziale dell’epidemia. Il messaggio era in Svizzera: le persone non devono incontrarsi, bisogna restare nel nucleo


a n i t r e p o c a l l a d famigliare. Abbiamo consigliato di stare in casa, ma abbiamo anche detto che se uno esce da solo o con i membri del nucleo famigliare e va a camminare nei boschi può farlo. Nella vicina penisola le persone erano chiuse in casa con la polizia che verificava e ricevevano centinaia di euro di multa se venivano trovate per strada anche solo a camminare. La nostra raccomandazione era di pur uscire, ma con buonsenso. L’obiettivo era di non interagire con altre persone, ma di non impedire alle persone di fare movimento all’aperto, come ad esempio camminare nei boschi da soli. L’aspetto comunicativo è complesso: se lasci decidere le persone, non sempre il buonsenso viene utilizzato. Ma cosa significano i messaggi che arrivano da Berna quali “potete vedere e riabbracciare i nonni ma con moderazione o con attenzione”? Il tema più difficile è il compromesso tra riprendere i contatti più stretti, anche con categorie a rischio come i nonni o gli anziani, riducendo però il rischio di trasmissione del virus. Nello stesso tempo bisogna saper bilanciare l’aspetto sociale della solitudine degli anziani. Le autorità hanno chiuso i parchi; se esco con i figli a giocare in un posto asfaltato dove non c’è nessuno non violo la legge, in Italia invece mi multano. Al parco troverei altri bambini che non riescono a stare lontani tra loro. Quello che molti non hanno capito è che lo Stato non ha chiuso i parchi per non farci fare movimento. Hanno chiuso i parchi perché l’uomo è un essere sociale e ha bisogno di interagire e lo stesso vale per i bambini, solo che questi ultimi non hanno inibizioni. In realtà i parchi li hanno chiusi perché gli adulti vi andavano senza inibizioni e lì purtroppo la regola del buonsenso non veniva applicata. Prof. Dr. med Christian Garzoni - © D.C.

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Il 15 giugno riapriranno le frontiere, ma non verso l’Italia. Qual è il senso di quest’esclusione? (Molte regioni del centro-sud hanno pochi contagi). È una decisione politica basata sui dati epidemiologici, anche perché la presenza del virus in Italia è superiore alla Francia, la Germania o l’Austria. La scelta è dettata solo dai numeri. È vero che il Sud Italia ne ha pochissimi, ma non si può aprire a chi va in vacanza in Sicilia e non a chi va a Varese. In sintesi é una decisione politica e della politica, sulla base di dati epidemiologici. (...) Secondo Lei è quindi necessario riaprire le scuole, ma un bambino dell’asilo sa tenere le distanze? No, non sono in grado. In questa fase l’apertura è arrivata in un momento molto positivo visto che di virus nella popolazione non ce n’è quasi che circola o ce n’è molto poco. Quindi è un buon momento per permettere di far tirare il fiato anche ai bambini. (...) L’intervista integrale la potete trovare su tinotte.ch

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Speciale covid-19

Guarito dal Covid

Paolo Beltraminelli

che deve combattere. Nei casi gravi tutto il corpo è interessato dal virus, è molto più di una polmonite. I medici sono stati premurosi e onesti, non mi hanno celato le incertezze dovute alle poche conoscenze sui possibili danni. Anche dopo una settimana si può improvvisamente peggiorare con difficoltà respiratorie anche gravi. Per tre settimane non ho chiuso occhio, sia a causa della tosse persistente, sia per la paura di peggioramento. Una delle caratteristiche della malattia è la grande debolezza che mi ha accompagnato e che per parecchio tempo ti impedisce di lavorare.

20.09.1961 Ingegnere Politecnico di Zurigo Consigliere di Stato 2011-19 Ex-Direttore Dipartimento Sanità e Socialità

Quali sono stati i primi sintomi che ha avuto? Sono stato tra i primi ricoverati per Coronavirus, avevo una tosse secca per un giorno e la notte del 12 marzo sono svenuto a casa. Questo ha causato l’intervento d’urgenza e il ricovero per accertamenti. L’esito del tampone era positivo. La prima TAC ha rivelato la presenza del virus nei polmoni e quindi un principio di una polmonite rivelatasi molto aggressiva interessando tutti e due i polmoni. Fu così deciso il ricovero in isolamento. Come ha vissuto la degenza all’ospedale? Anche se sono fiducioso e disciplinato non è facile vivere isolato per 15 giorni, soprattutto in un clima d’incertezza riguardo l’evoluzione della malattia. Non ci sono medicinali, è il tuo corpo

Come dovrà orientarsi la politica nel post Covid-19? È una domanda chiave, non solo la politica ma la società tutta dovrà riorientarsi. Fino a quando non verrà trovato il vaccino tutti dovremo cambiare le abitudini e comportarci facendo attenzione alle norme igieniche e alla distanza tra le persone. Parlerei quindi di nuova normalità. In un attimo ad esempio è tornato in voga il monouso che sembrava definitivamente sul viale del tramonto anche per la protezione del clima. Gli assembramenti saranno probabilmente vietati a lungo con conseguenze gravi per lo sport, cinema, concerti, ristorazione e turismo. Il nostro modo di muoversi e viaggiare sarà condizionato, penso ai mezzi pubblici e agli aerei. Ci sarà più paura e diffidenza e chiusura su noi stessi, in particolare al lavoro e a scuola. Mi auguro non duri a lungo. Per la politica sarà una grande sfida, occorrerà un piano di rilancio che faccia ripartire l’economia e assicuri il benessere ai cittadini e ci vorranno parecchi soldi per aiutare chi è in difficoltà. Sono a rischio migliaia di posti di lavoro e si dovrà favorire il lavoro dei residenti. Prevedo anche pressioni sui salari con possibili conflitti con le parti sociali e difficoltà per le casse pensioni ad assicurare le rendite. Grazie alla disciplina finanziaria avuta negli ultimi anni da Cantone e Confederazione siamo messi un po’ meglio degli altri Paesi.


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Salute

E la vita ricomincia A cura di Leila Fedulov

21 febbraio: serata di gala a Palazzo reale di Monza … Al mattino incontro due amici medici di Milano e mi annunciano che ci sono i primi casi dichiarati di Corona Virus proprio lì vicino e di fare attenzione. Attenzione a cosa? Sorrido… Certo farò attenzione, ma ancora non mi era chiaro a cosa e soprattutto come proteggermi. Tutto era ancora così lontano e sconosciuto… Corona Virus… Questo nome che sentirò nominare più frequentemente del mio proprio nome. 22 febbraio: la Lombardia è dichiarata zona rossa… Da un giorno all’altro i casi di persone infette aumentano ad un livello esponenziale e ahimé ecco anche il primo decesso. Il primo di una serie che ha cambiato profondamente la vita di tutti noi. Da quel giorno cominciamo ad essere bombardati da notizie TG, social, amici e conoscenti. Si parla solo di questo: corona virus o covid -19. 23 febbraio: in farmacia ci confrontiamo per definire le priorità e come adeguarci a questa nuova situazione senza avere per il momento nessuna direttiva ufficiale. Comandiamo i disinfettanti per le mani, ma stranamente cominciano a mancare ai grossisti, idem per le mascherine. 25 febbraio: primo caso ufficiale di corona virus nel nostro Ticino, ed è panico… 26 febbraio: la gente si sveglia spaventata e ancora ignara di ciò che sta per succedere alla nostra vita… In farmacia la gente chiede le mascherine, i disinfettanti e i guanti monouso. Difficile rispondere alle richieste. Chiamiamo il nostro grossista ufficiale, ma non c’è ancora niente di disponibile. Tramite un amico troviamo e ringraziamo la drogheria “Ideal Chimique” di Ginevra che ci vende in via del tutto eccezionale 25 litri di disinfettante. Intanto i casi di covid-19 aumentano ogni giorno e si hanno i primi decessi. Il nostro Consiglio di Stato intima alla popolazione di rimanere a casa e il 14 marzo la conferenza stampa lascia tutti basiti: il nostro primo lockdown. Dobbiamo proteggerci e sconfiggere uniti questo virus: nasce lo slogan “Distanti ma vicini“. Tutto chiuso... tranne pochi commerci tra cui la farmacia. Mi sento invadere da una grandissima responsabilità mista ad emozione per cercare di essere il più vicino possibile ai nostri

clienti, tutelando la loro salute. Sembra di vivere durante un periodo di guerra, alcuni farmaci vengono centellinati. In seguito ad un focolaio proprio nel nostro paese decidiamo di seguire lo slogan alla lettera chiudendo le porte della farmacia e servendo i medicamenti tramite la finestra in modo da proteggere tutti da un’eventuale contagio. In collaborazione con il comune di Monteceneri e Isone offriamo la consegna a domicilio a tutti i nostri senior. Abbiamo vissuto 3 settimane in un’altra dimensione. Ogni giorno riceviamo proposte indecenti da parte di pseudo fornitori sciacalli che abusano del periodo di emergenza per proporre gli articoli richiesti a dei prezzi folli. Una vera giungla trovare fornitori seri, senza contare i blocchi delle mascherine in dogana. Un periodo di ansia, angoscia, notti insonni, ma cercando di donare sempre un sorriso o un consiglio a chi per puro caso o per necessità incontra il nostro sguardo. Sì, lo facciamo perché crediamo nella vita! E non è facile quando sui volti delle persone è impressa la paura e l’insicurezza per ciò che prima sembrava scontato: la salute, il lavoro, la festa con la famiglia e gli amici, l’abbraccio, la stretta di mano. Dove trovare la risposta ai tanti perché di chi è stato toccato di persona o ha perso uno dei suoi cari? Cosa fare per far ritrovare la luce che, qualche mese fa, brillava sugli stessi volti? E mentre l’inverno passa, ecco sorgere la primavera, noi in casa e lei fuori con i fiori colorati ed in festa. Ci ha colto di sorpresa questa vita tenera eppur fragile, auto-rivelatrice eppur misteriosa, debole eppur maestra di vita. Prendiamo esempio da lei per la speranza di una vita rinnovata. Piano piano ricominciamo a vivere. Soltanto avendo la primavera nel cuore possiamo pensare che ”tutto è possibile”- come canta Vasco Rossi - perfino credere che possa esistere un modo migliore. E come abbiamo sentito tante volte dal nostro consigliere di Stato Vitta: Uniti ce la faremo! Questo è l’augurio che faccio a tutti voi.

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Speciale covid-19

Biasca

Carmen Colucci, estetista di Quinta Essenza Si riapre! Ma quali sono le difficoltà concrete del post Covid-19 nell’ambito lavorativo? Nell’ambito lavorativo l’approccio con la clientela è sicuramente diverso perché si sa che l’estetista diventa la confidente, l’amica, quindi molte clienti (specialmente le prime) si tende ad abbracciarle, anche a salutarle con un bacio e questo vedo che ora manca. Magari la cliente d’istinto arriva e vuole ancora abbracciarti e tu devi fare un passo indietro e a livello empatico è molto diverso. A livello lavorativo sinceramente non c’è questo grande cambiamento. Nel senso che molti protocolli che ci sono stati dati, nel mio caso specifico, ma spero anche presso le altre colleghe, li seguivamo già: dalla sterilizzazione dei ferri alle mascherine per alcuni trattamenti particolari.

Quinta Essenza

via Lucomagno 22, CH-6710 Biasca Tel. +41 76 231 38 75 quintaessenzadicoluccicarmen

https://quinta-essenza.wixsite.com/website

Ovviamente la mascherina ora è passata da essere utilizzata solo per alcuni trattamenti ad essere utilizzata sempre. Però, come detto, questo veniva fatto parzialmente anche prima. Soprattutto per ciò che riguarda l’attenzione per la pulizia del locale, essa era alta anche prima ovviamente, ma non in maniera così accentuata. La disinfezione totale del locale la si faceva alla chiusura, ora invece tra un cliente e l’altro. Questo ovviamente porta via tempo prezioso, quindi si ha un lavoro maggiore e meno resa. Alla fine però nulla di eccezionale. L’intervista integrale su tinotte.ch


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Vi siete comportati così mentre eravate forzatamente a casa? A cura di Claudio Palumbo – Università degli Studi di Parma / Andare Oltre – C. Palumbo & Co. - Minusio Mi pare inutile che ripeta come un pappagallo i motivi per cui siamo stati tutti forzatamente a casa e mi guardo bene dal citarli. Piuttosto desidero far presente che seminare il panico e il terrore può contribuire ad abbassare le difese immunitarie delle persone. Inoltre, a forza di insistere sullo stesso argomento, c’è pure il rischio che qualcuno reagisca con la ben nota, in ambito psicologico, “reattanza psicologica” e si metta a fare il contrario di ciò che viene indicato a ripetizione, ritenendolo esagerato e adottando così comportamenti a rischio, o addirittura sfidando appositamente il rischio. Come evitare che l’essere obbligati a restare in casa si trasformi in una sorta di “arresti domiciliari”? “Occorre distrarsi”, è la risposta che viene da affermare subito d’istinto, soprattutto con attività manuali. L’azione permette di “non pensare”, mentre se mi metto a riflettere finisce che penso sempre alla stessa questione che ben conosciamo quasi alla nausea! Fin dal primo mattino conviene evitare di perdere le abitudini che caratterizzano la nostra normale vita quotidiana e cogliere l’occasione per far tutto con calma: alzarsi più o meno al solito orario, far colazione, prepararsi come se si dovesse uscire per andare al lavoro, a scuola o altro, continuare per quanto possibile a perseguire i propri obiettivi secondo modalità di breve periodo (cosa faccio oggi, domani, in settimana), di medio periodo (cosa farò entro il mese, tra due o tre mesi), di lungo periodo (cosa farò tra sei mesi, un anno o due anni). Meglio ancora se il tutto è poi preceduto da un po’ di movimento fisico regolare, senza esagerare in allenamenti come se si dovesse andare alle Olimpiadi (peraltro rimandate al 2021!). E se in casa si litiga? L’importante è non tirarla troppe alle lunghe ed evitare rancori. Il rischio maggiore che si corre in questi periodi è quello di restare incollati a televisione, smartphone

e computer per seguire passo passo l’andamento della pandemia. Ricordo che ci sono fior di psicologi e filosofi che sostengono da molti decenni che questa bramosia nei confronti degli eventi negativi è ambigua, sospetta e pure rischiosa: le disgrazie che capitano agli altri fanno sentire statisticamente “sopravvissuti” noi che le guardiamo, come degli eroi invulnerabili, proprio perché gli eventi negativi, per una sorta di connaturata autodifesa conservativa, riguardano sempre e prima di tutto gli altri! E per evitare la noia? Un consiglio valido anche nella vita quotidiana in tempi di normalità: ogni tanto creare dei diversivi alla routine della giornata tipo, perché ciò che nel tempo distrugge non è tanto il lavoro, ma la noia! Inoltre, fare sempre le stesse cose, occuparsi costantemente dei medesimi compiti, comporta notevoli rischi, poiché la routine è un fattore di rischio: un giorno posso compiere un errore clamoroso e inaspettato anche da persona esperta, con conseguenze imprevedibili e in certi casi anche molto gravi. Occorre dunque cambiare di tanto in tanto il programma della giornata, ma in modo imprevedibile e non programmato, ovviamente evitando di creare problemi a chi vive in casa con noi, per non procurarsi poi dei sensi di colpa, perché siamo adulti responsabili e non bambini! Cosa fare, allora? Dedicarmi ad attività che mi gratificano e che magari ho spesso rimandato per mancanza di tempo: leggere quel certo libro, imparare o perfezionare quella determinata lingua, avviare un’attività artistica, in definitiva estrarre finalmente dal cassetto quel sogno rimasto per troppo tempo a far compagnia alla biancheria intima! Andare Oltre – C. Palumbo & Co. www.andareoltre.ch

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Speciale covid-19

Massagno

a n i t r e p o c a l l a d

Rick Vinticinco, fondatore di iRotto? Le precauzioni che avete preso per contrastare il Corona Virus sono decisamente esemplari. Lei dimostra inoltre di aver ancora il piacere di fare il servizio con i clienti. Certo. Non è stato facile organizzare tutto questo sistema di sanità e distanza sociale però con l’aiuto di tante persone che ci hanno sostenuto in questa situazione siamo riusciti a organizzarci bene. Oltre a guanti, mascherina e disinfettante a portata di mano durante questo breve nostro incontro, altre misure precauzionali sono il non poter accedere nel locale e un recinto nel retro che blocca a chiunque la possibilità di passare. Possiede inoltre un apparecchio che usa anche dopo la riparazione del vetro degli Smartphones, di cosa si tratta? È uno sterilizzatore UV, un apparecchio che permette di disinfettare l’intero apparecchio in tre minuti rimuovendo chiaramente virus, batteri e tutto quello che è l’impurezza dell’uso quotidiano del telefono.

Il telefono è un grande portatore di virus perché viene appoggiato un po’ ovunque. Noi medesimi inoltre siamo in un certo senso potatori di virus poiché mettiamo spesso le mani dappertutto. Tornando all’apparecchio, l’ha comprato apposta in questo periodo o lo possedeva già? L’ho comperato per ovviare a questa situazione perché dal momento della consegna dell’apparecchio fino alla sua consegna vogliamo garantire che tutto sia ottimale, perfetto e pulito senza alcun tipo di rischio per il cliente. Noi infatti tocchiamo questo e tanti altri apparecchi all’interno del nostro laboratorio, ma vogliamo e garantiamo che quando il cliente toccherà il suo apparecchio sarà completamente pulito.

iRotto? Vinticom

Via Solaro 1, CH-6900 Massagno VintiCom

https://irotto.ch

Le aziende informano

Al circolo medico del Mendrisiotto CHF 10’000.- dalla Banca Raiffeisen della Campagnadorna A sostegno di tutto il personale del Circolo Medico del Mendrisiotto, Presieduto dal Dr. Med. Silvio Crestani di Stabio, la Banca Raiffeisen della Campagnadorna di Stabio con Agenzie a Novazzano e Coldrerio, ha donato negli scorsi giorni la somma di 10 mila franchi. Il gesto voluto dal CdA presieduto da Mario Ravasi e dalla Direzione è inteso come aiuto ai medici del Mendrisiotto per poter tutelare la salute dei cittadini. Il Presidente della Direzione Doriano Baserga ha voluto sottolineare: “gratitudine nei confronti del personale medico per il loro prezioso operato verso la comunità. Questo loro grande impegno ha permesso e permetterà di salvare molte vite umane contro questo virus insidioso. Tutti insieme ce la faremo.”

Banca Raiffeisen della Campagnadorna Via Boff 2, 6855 Stabio Via Monte Generoso 2, 6877 Coldrerio Via Boschetto 1, 6883 Novazzano www.raiffeisen.ch/campagnadorna


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Gravesano

Moreno Prati, About-X Quali le difficoltà di un imprenditore durante un lockdown? in questo periodo non è possibile visitare i clienti, i collaboratori sono prevalentemente in smart working. Questo non facilita le decisioni da parte dei clienti con i quali stavamo portando avanti progetti; le decisioni sono quindi rimandate. Ciò comporta sicuramente una importante contrazione della cifra d’affari anche se in questo momento deve essere preponderante il pensiero alla salute collettiva. È sicuramente una grande sfida per noi imprenditori, sono fiducioso e anche in questo momento di grande difficoltà dimostreremo di essere una realtà importante, sempre alla ricerca di nuove opportunità nonostente i cambiamenti del mercato. Quali problematiche incontrate nel dover garantire un servizio di picchetto 24/24? Il nostro servizio è da garantirsi dalle ore 8.00 alle ore 17.00 nei giorni feriali. Con il personale a tempo ridotto è chiaramente più complicato. Ed è soprattutto complicato garantire un fatturato che copra le spese; confrontarsi con la perdita è una grossa sfida, soprattutto perchè si è entrati in questa fase all’improvviso, senza poter pensare a nessuna strategia.

Restiamo il più possibile attivi avendo fiducia che il nostro buon nome, il lavoro di oltre 20 anni della nostra azienda, la nostra professionalità siano stati un investimento che in questo momento ci possa supportare. La situazione del momento ha cambiato le dinamiche all’interno del tuo team? Come gestisci questa situazione? In questo periodo la parte amministrativa e tecnica è a orario ridotto; la parte vendita è praticamente ferma. Ci siamo organizzati con lo smart working per stare tra noi distanti, come richiede la lotta a questa pandemia. Dove è possibile si fanno riunioni con strumenti tecnologici di videoconferenza o semplicemente si gestiscono i clienti con contatto telefonico o per mail. Laddove occorre visitare i clienti per installazioni o riparazioni abbiamo acquistato mascherine chirurgiche, guanti e liquido disinfettante istruendone all’uso il personale. Così ogni nostra eventuale relazione personale con i clienti è in totale sicurezza. Come vedi il post pandemia? Sono molto positivo di natura, ritengo sarà durissima ma sono fiducioso che sapremo creare delle opportunità anche da questa situazione diciamo estrema. Le idee innovative non ci mancano e con il supporto di tutto il team sapremo affrontare in maniera positiva la sfida che questa grave crisi ci ha proposto. Avremo la forza, come sempre, di uscirne rafforzati.


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Speciale covid-19

Mendrisio

Macelleria Angelo Valsangiacomo A cura di David Camponovo

Con la famiglia di Enrico Rezzonico di Sonvico, fondatori della Fattoria al Faggio, collaboro ormai da molto tempo. L’azienda Rezzonico, nata come caseificio e allevamento di capre, da sette anni a questa parte ha ritirato il porcile del gruppo Fela sul piano di Magadino e ha iniziato ad allevare maiali tradizionalmente come si faceva una volta. Vantano circa 1’800 maiali all’anno di cui noi, come salumificio, ne ritiriamo il 90%. Questo ci permette di aver il marchio Ticino ed essere fornitori ufficiali di carne ticinese a km0. A suo tempo, quando la Fattoria al Faggio ha deciso di intraprendere questa strada, è nata l’iniziativa di salvare il macello di Cresciano, ora Mati Ticino, distando solo 15 km dall’allevamento e intraprendere così la produzione di prodotti a km0. La mia azienda è dal ‘96 che produce salumi in collaborazione con la famiglia Rezzonico ed è un vero piacere essere produttori di prodotti a km0. Infatti le prime foto che giravano con il marchio Ticino erano le foto dei nostri salumi: luganiga, luganighetta, crudo, cotto, salami, salametti, cotechini... La mia azienda è formata da un salumificio in via Stella a Mendrisio e da un punto vendita in Via Motta, sempre a Mendrisio. Sono particolarmente legato alla mia attività e ancora di più al mio salumificio dove sono cresciuto. Ai tempi, vicino al salumificio una volta Brenni, io e la mia famiglia avevamo un allevamento di maiali, circa 100, e ogni tanto qualche maiale scappava per le vie del nucleo... bellissimi ricordi.

Sono il figlio maschio più giovane di cinque fratelli e vivendo così vicino al salumificio decisi di diplomarmi quale macellaio e il lavoro era a portata di mano, bastava solo che io aprissi la porta di casa. Così è nata la passione per questo lavoro. Nel ‘76 ho fatto l’apprendistato presso il salumificio Brenni, attivo dal 1926, sono stato poi 9 anni responsabile del macello a Mendrisio e da lì ho poi deciso di ritirare la macelleria di Spartaco Cattaneo fondando così la macelleria Angelo Valsangiacomo nel ‘91. In contemporanea però non ho abbandonato il salumificio diventando socio di Tino Brenni, e insieme abbiamo fondato il marchio “I Salumi del Pin” di prodotti a km0. Da molti anni Tino Brenni ha cessato la sua attività cedendo a me l’intero salumificio. Devo ringraziare i miei collaboratori che da tempo fanno parte della nostra grande famiglia, come pure Migros e Manor che credono nei progetti come questo dandoci un buon motivo per continuare al meglio il nostro lavoro. Il Covid ha contribuito a rivalutare i prodotti a km0? Penso proprio che questo virus abbia spinto le persone a considerare meglio questi prodotti. Già prima erano interessate, ma ora noto che sempre più persone e anche giovani si informano e mi chiedono tutto sul prodotto che acquistano. Questo fa piacere e spero vivamente che anche passato questo periodo ci sia lo stesso entusiasmo. Certo abbiamo perso per un bel periodo ristoranti e mense scolastiche, ma il lavoro in negozio ha ripagato comunque la perdita.


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Non ho vergogna a dire che poco tempo fa la crisi l’abbiamo sentita parecchio anche noi, come credo quasi tutto il commercio, e abbiamo fatto fatica: ho 23 dipendenti con famiglie che vivono per questo e ringrazio chi ha creduto in questi progetti perché ci ha dato il coraggio e la forza per continuare. A oggi sono contento del mio lavoro e della continuità che i miei figli daranno a queste aziende.

Macelleria Valsangiacomo Via Giuseppe Motta 51 CH-6850 Mendrisio Tel. +41 91 646 16 62 Fax +41 91 646 91 62

ul.macelar www.angelovalsangiacomo.ch

Da sinistra, Andrea Conconi e Angelo Valsangiacomo

In basso da sinistra: Angelo Valsangiacomo, la figlia Alice, Marco Borradori, Simona Caputo e Sibilla Quadri (coordinatrice CCAT)

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Speciale covid-19

Balerna

Take Away al Crotto dei Tigli Visto il momento piuttosto delicato Claudio Panzeri e Signora hanno deciso di mantenere il servizio take away o su consegna (da definire previo contatto), proponendo prelibati piatti con sconti speciali praticati sia a privati sia a ditte come già fatto durante il periodo di chiusura forzata.

Crotto dei Tigli Viale Attilio Tarchini 53, CH-6828 Balerna Tel. +41 91 683 30 81 crottodeitigli@bluewin.ch

www.crottodeitigli.ch

Intervista allo Chef

Claudio Panzeri Quali sono le problematiche generali durante la riapertura? Il problema più grande sarà gestire il cliente all’interno e all’esterno del ristorante. Quindi, quando arriva andrà accolto, invitato a sedere rispettando le regole di distanza e tutto quanto la legge prevede. Prima, cioè ora, dobbiamo capire quanti tavoli potremo mettere all’interno, come apparecchiarli per garantire la sicurezza del cliente e anche del personale. Gli antidoti per limitare i danni? In questo momento noi ci affidiamo alla politica;

fino alla fine dell’anno abbiamo la garanzia di avere il lavoro ridotto, quindi se lavoreremo meno una parte del costo del personale ci verrà rimborsato dalla Confederazione. Abbiamo i costi fissi che andranno gestiti, l’affitto è sempre quello, quindi bisognerà capire se riusciremo ad avere un margine. Una volta tolto il lavoro ridotto dovremo capire se possiamo mantenere tutto il personale o se dobbiamo licenziare qualcuno e dopo li starà a noi decidere. Terremo il take away che può essere un compendio alla cifra d’affari e quindi andare a cercare il cliente a casa invece che farlo venire nel ristorante.

Chiasso

Riaperto lo Snack-Bar Sosta Samy, Rosy e tutto il team dello Snack-Bar Sosta di Chiasso, il popolare ritrovo a due passi dallo stadio comunale e dal PalaPenz, sono di nuovo a disposizione della vecchia e nuova clientela. Oltre al servizio ai tavoli, ora ripristinato nel rispetto delle norme post-Corona in vigore, sempre in funzione anche l’apprezzato take away introdotto di recente.

Snack-Bar Sosta Via Soldini 38, CH-6830 Chiasso Tel. +41 21 558 49 19 Cell. +41 76 441 54 12

Snack Bar Sosta


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XXVII

Mendrisio

Luca Mazzola, Birreria Növ Matag Fedele amico della rivista, Luca Mazzola viene da una famiglia che di questa professione ha vissuto. Una situazione analoga non ti è mai successa, e il tuo motto è comunque: “non mollare”. Sei riuscito a differenziarti anche con la tua personalità e umiltà. Quanto vale quello che hai costruito oltre alla qualità che hai sempre servito? Conta molto, anche perché sono io che scelgo i prodotti da vendere, la direzione verso cui andare e come lavorare. Adesso c’è stata una lunga pausa, come ti aspetti la reazione del cliente? Ci vorrà del tempo. I clienti dovranno capire che le regole non le facciamo noi, ma che sono imposte dall’alto e noi dobbiamo solo rispettarle, pena la chiusura. Ogni cliente sa che se avesse un’azienda non permetterebbe che venisse chiusa, piuttosto perde il cliente che lo mette in difficoltà, e chi non ha rispetto non può entrare a casa mia. Si chiama esercizio pubblico ma l’affitto non lo paga lo stato neanche in questi due mesi che sono rimasto chiuso.

Hanno solo detto che se una buona parte delle persone si fosse ammalata di Covid-19, non ci sarebbero stati abbastanza posti letto né abbastanza macchinari all’ospedale poiché avrebbero “intasato” la sanità. I soldi che ci hanno dato li avrebbero dati comunque se avessimo licenziato quelle persone che sono ora in lavoro ridotto. Come hai vissuto questa quarantena? Benissimo: ho cucinato, fatto dei lavori a casa, delle belle passeggiate con amici e aperitivi intorno a tavolo all’aperto con salame, birre e del buon gin. Mi sono riappropriato un po’ anche dei miei tempi. Mi mancavano però i clienti e gli amici. Per me è questo il mio Instagram.

Birreria Növ Matag Via Gismonda 13, CH-6850 Mendrisio Tel. +41 91 646 86 96 fossa67@live.it

NÖV-MATAG-Birreria-Snack-bar

Come giudichi la reazione delle autorità? La Svizzera non ha ancora agito con il suo pragmatismo. È vero che dopo tre giorni avevo la tranquillità che i miei dipendenti potevano rimanere a casa con la garanzia dell’80% dello stipendio, ma a mio avviso non hanno fatto nulla di speciale perché le persone con un’indennità di lavoro ridotto, se fossero state licenziate, avrebbero dovuto pagarle lo stesso.

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Cadempino

I primi 50 anni di Rosy Rosy, 50 anni, proprietaria Bar 1/2 Garage: “Cari clienti e conoscenti, come avete letto su queste pagine ho raggiunto il traguardo del mezzo secolo e da sempre ho lavorato con amore e passione nel settore della ristorazione. Ora per fortuna abbiamo riaperto nonostrante il momento difficilissimo stiamo trascorrendo dei bei momenti sereni in compagnia rispettando le nuove regole.”

Bar ½ Garage Via Cantonale 12 CH-6814 Cadempino rosymezzobar@gmail.com

Bar-Mezzo-Garage


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Speciale covid-19

Lugano

Antonio Taglialatela, Osteria Odeon Siamo con Antonio, titolare del bar Odeon, che è venuto dal profondo sud della zona di Napoli, riuscendo ad integrarsi con facilità nel tessuto luganese e a conquistare la simpatia di molti grazie alla sua simpatia e anche alla sua voglia di conoscere una nuova cultura. Tant’è che quando si è ammalato ha ricevuto tantissimi messaggi di amici da un’emittente locale di Napoli perché avendo amici in comune sui social si sono sentiti tramite una video chiamata e gli hanno chiesto come se la passava a Lugano e com’era la situazione Covid rispetto a giù. Come hai vissuto il contagio del virus? Sono stato 9 giorni alla Moncucco e sono stato assistito bene. Mi ritengo fortunato perché oggi sono ancora qua a raccontarlo. Io volevo chiedere a te della rivista, anche tu hai fatto un po’ di quarantena, un po’ di riposo dovuto al lockdown. Insomma, una volta finita la serrata generale com’è stato ricominciare il lavoro? Io ho passato una settimana qui a Lugano e poi sono riuscito a tornare dalla mia famiglia a Napoli dove ho trascorso 15 giorni di quarantena più altri 15 giorni in famiglia, poi ho ricevuto la notizia di poter ritornare su. Ero contento perché stare senza lavoro non è facile, però è dura perché ho ancora dei postumi che si traducono in dolori e tanta stanchezza.

Poi iniziare un periodo così con la gente timorosa, impaurita e distante, non è facile. Stiamo un po’ subendo anche noi l’assenza delle persone. Hai vissuto in prima persona la pandemia e stai lentamente recuperando energie, ma come la vivono a Napoli? Mah! A Napoli non ho mai visto persone così rispettose delle distanze e ho visto scene apocalittiche del 25 aprile, di Pasqua e Pasquetta dove normalmente ci sono state milioni di persone in strada e quest’anno erano tutte chiuse in casa. Ancora oggi c’è l’obbligo della mascherina e di annunciare il proprio percorso quando si vuole uscire. Quello che vivono giù, purtroppo, è l’assenza di aiuti. Ci si aiuta con il vicinato e nulla più.

Osteria Odeon Via Peri 14, CH-6900 Lugano Tel. +41 91 923 16 21 - info@osteriaodeon.ch Osteria Odeon


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Lugano

Manuela Fadani-Eidenberger Direttrice dell’Hotel Pestalozzi

Costruito nel 1914, da quando lei lavora all’Hotel Pestalozzi? Sono 22 anni che gestisco l’Hotel Pestalozzi Lugano. In tutti questi anni abbiamo affrontato tante sfide e superato parecchi ostacoli. Come tutti non eravamo pronti per l’emergenza del Corona Virus e in meno di 10 giorni il settore alberghiero è stato capovolto. Bisogna essere capaci di trovare soluzioni,b dimostrare una buona dose di flessibilità e talento d’improvvisazione. E soprattutto si deve rimanere positivo, non solo per sé stessi ma anche per tutto il team di collaboratori. Previsioni future Effettivamente è difficile predire il futuro per il ramo alberghiero/ristorazione. Probabilmente siamo uno dei settori che verrà riaperto per ultimo e con diverse restrizioni da rispettare. Importante adattarsi alla nuova situazione e tenersi pronti.

Hotel Pestalozzi Lugano Piazza Indipendenza 9, CH-6901 Lugano Tel. +41 91 921 46 46 WhatsApp +41 79 458 58 33 – dalle 07.00 alle 22.00 info@pestalozzi-lugano.ch

www.pestalozzi-lugano.ch

Paradiso

Donato Cedola, Liquori del Paradiso Caro Donato in questo difficile periodo di pandemia un effetto positivo potrebbe essere quello della rivalutazione del prodotto a « km 0 » Sento che la gente si sta interessando di più ai prodotti artigianali del territorio e sta diventando più curiosa e competente su che cosa davvero beve o mangia. Questa presa di coscienza mi stimola ancora di più a mettere anima e corpo nella mia attività lavorativa. Svelaci un segreto di uno dei tuoi deliziosi liquori… Prima di tutto per me è fondamentale la materia prima che deve di essere di alta qualità. Ad esempio il mio bombardino

ma non è il classico grazie appunto agli ingredienti… ad esempio lo zafferano e il bacco di vaniglia.


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Speciale covid-19

Giubiasco

Bettina Doninelli rapita dalla bellezza della Val Morobbia A cura di David Camponovo Come imprenditori siete abituati ad adattarvi alle situazioni, ma come avete affrontato la fase Covid? Le circostanze e le decisioni che ne sono seguite non dipendevano da noi, per cui ci siamo adattati alle nuove disposizioni del Cantone. Grazie alla possibilità di introdurre il lavoro ridotto non abbiamo dovuto affrontare nessun licenziamento. Fintanto che le ditte hanno continuato a lavorare abbiamo ospitato diversi clienti i quali non avevano possibilità di ritornare al proprio domicilio. Con i nostri cuochi abbiamo continuato a garantire un servizio ai clienti dell’Hotel, ed affinato accattivanti ricette. Abbiamo approfittato del tempo per fare tutti i lavori che nella quotidianità passano in secondo piano, come per esempio l’oliatura del pavimento in legno. Il rapporto con il personale durante la quarantena? Abbiamo la fortuna di aver un gruppo unito e ben amalgamato, per cui abbiamo trascorso il tempo alimentando questo affiatamento. Da riunioni a piccoli gruppi sono nate idee innovative e speciali che ci stanno permettendo di apportare tante migliorie ai nostri servizi. Nelle giornate di bel tempo ci siamo avventurati a scoprire alcuni dei molti sentieri della Valle Morobbia, che in pochi conoscono. Guardando alla difficile stagione alle porte, basterà un territorio bellissimo come il Ticino e gli aiuti quali “Vivi Ticino”? Ogni gesto a favore della ristorazione e del turismo va naturalmente lodato, come quello citato. L’azione promossa dal DFE è da accogliere con un plauso. Già in passato la nostra struttura ha ospitato dei turisti a km 0. Amici del Mendrisiotto, ad esempio, ci hanno scelti per festeggiare un momento particolare; con una bella cena e degli ottimi vini, per poi farsi cullare nella nostra Suite La Tureta.

Parliamo dei vostri punti forti: ieri, oggi… e domani? Vantiamo una posizione centrale che ci consente di ospitare clienti con desideri diversi fra loro; coloro che amano la montagna e si cimentano in passeggiate quali per esempio; il Ponte Tibetano, la Via dell’Acqua, la Via del Ferro, la tradizionale Tamaro-Lema e via dicendo. D’altro canto accogliamo persone che ricercano l’aperitivo all’italiana, quattro chiacchere circondati da panorami mozzafiato come quello della Piazza Grande di Giubiasco, la quale ha la stessa grandezza dell’omonima piazza di Locarno. Ci dica infine qualcosa sulla gastronomia, il vostro fiore all’occhiello. La nostra cucina giovane, creativa ed originale coniuga il rispetto della tradizione con un pizzico di fantasia, creando combinazioni capaci di conquistare anche i palati più raffinati. Applicando gli insegnamenti ricevuti dallo Chef ticinese Pietro Leemann, rinomato per la sua cucina vegetariana, sono nate nuove ricette e prodotti fatti totalmente in casa.

A mezzogiorno offriamo un menu giornaliero che varia in base alla stagionalità dei prodotti, mentre la sera le confesso che sono fiera del menù basato sui quattro elementi. Sfogliando la carta le posso citare ad esempio i tortelli all’alga spirulina con coda di rospo e piselli (piatto del menù dell’acqua), l’angus svizzero con paté di aglio nero, spugnole al timo e asparago (piatto di terra). La location davvero speciale, è ideale anche per incontri di lavoro.

Hotel La Tureta Bellinzona Piazza Grande 43 CH-6512 Giubiasco - Bellinzona Tel. +41 91 857 40 40 hotel@latureta.ch laturetabellinzona

www.latureta.ch


tinotte.ch

Losone, Delea Vini

Disinfettante nostrano Quando la necessità aguzza l’ingegno... Vista la scarsità di prodotto nel territorio nazionale, Delea ha creato dalle vinacce di grappa ticinese di loro produzione, un disinfettante per le mani che diventerà un compagno indispensabile da tenere sempre a portata di... mano. L’azienda ci comunica il grande successo (apprezzata la qualità, il profumo ed il fatto che è a km 0) e, grazie alla riduzione dei costi di produzione, ad offire il prodotto a prezzi convenienti. Il disinfettante è disponibile in bottigliette PET da 100, 250 e 500 ml. Vendibile anche in bidoni da 5, 10 e 25 litri. Maggiori infomazioni sul prodotto Tel. +41 91 791 08 17

www.delea.ch/products/disinfettante

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Speciale covid-19

Vita in quarantena A cura di Sara Nocito e la Redazione

Va da sé che i servizi previsti per questo numero hanno lasciato spazio ad altri, infatti, essendo stati annullati, causa COVID-19, tutti gli eventi di cui la nostra rivista abitualmente si occupa, ci siamo domandati come riempire le nostre pagine. Da qui l’idea di trattare un argomento, o meglio,” l’argomento”, perchè ormai solo di questo si parla, affrontandolo dall’unico punto di vista che ci fosse realmente possibile. Quindi non mettendo in discussione la discussa - mi piace il gioco di parole - origine, nè tantomeno dal lato sanitario-scientifico o politico o complottistico. Ma chiedendo direttamente alle persone come stanno vivendo questo momento, persone appartenenti alle le più svariate fasce di età e di stile di vita, persone che possono essere lo specchio di ognuno di noi, perchè nessuno è escluso dall’impatto del COVID-19 sulla quotidianità.

Abbiamo dunque scelto dei soggetti che rappresentassero i macrogruppi di cui la nostra società si compone e a tutti abbiamo chiesto di: 1. presentarsi brevemente 2. descrivere la propria giornata in quarantena 3. di cosa o di chi sentono di più la mancanza 4. quale sarà la prima cosa che faranno a quarantena finita 5. cosa di positivo sta dando loro questa situazione. Nella vita a.C. (avanti Covid... qualcosa mi dice che diventerà un acronimo di uso comune) intervistare a distanza era una scelta pratica e dettata spesso dalla mancanza di tempo, invece, per assurdo ora che ho il tempo di percorrere chilometri per incontrare le persone in carne e ossa non ne ho la possibilità. Ecco ciò che più a me manca: il contatto umano, diretto, vivo e che, ora come ora, sostituisco con rapporti contactless, filtrati da uno schermo, ma che comunque mi scaldano il cuore.

Giorgia Morgani (sposata)

Cameriera 1983 - Seseglio

1. Mi chiamo Giorgia Morgani, abito a Seseglio e faccio la cameriera all’Osteria “Ul Furmighin” a Sagno, che è a conduzione familiare e mia madre è la gerente. Attualmente sono a casa e sto facendo la mamma a tempo pieno. 2. I tempi sono cambiati, nel senso che dormiamo un po’ di più, verso le 9 facciamo colazione e, dopo esserci lavati e vestiti, Vasco ed io, facciamo un po’ di compitini dell’asilo. Poi con entrambi i bimbi, porto a spasso i cani, e rientriamo per pranzo. Nel pomeriggio Vasco gioca nel parco della residenza e, mentre Jenny dorme, mi occupo delle faccende, cucino, pulisco, cucino, pulisco :-) Arriva finalmente la sera, ceniamo tutti insieme e, dopo aver messo I bimbi a letto, verso le 9, arriva il mio tanto atteso momento di relax con mio marito Roberto. 3. Grazie alla tecnologia riesco a sentire e vedere tutti, dunque non mi manca nessuno. Mi manca la mia roulotte e non vedo l’ora di andarci, con i miei bimbi e mio marito. 4. La prima cosa che vorrei fare è andare ...nella mia roulotte. 5. Di positivo è il tempo da dedicare ai miei bambini, a mio marito e alla casa, che prima, per stanchezza e lavoro, non avevo. Ora sto riscoprendo l’essere mamma e casalinga a tempo pieno, ma anche le passeggiate nella natura e tante altre belle cose.


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Bruno Dagani (sposato) Imbianchino indipendente 1958 - Chiasso 1. Mi chiamo Bruno, sono imbianchino e lavoro come indipendente a Chiasso. Lavoro prevalentemente in case abitate e dunque, vista la situazione, attualmente sono fermo. 2. Eccetto qualche passeggiata, la giornata la passo per lo più a casa e sto usando il molto tempo libero per sistemare il mio magazzino, per aiutare mia moglie nei lavori domestici, e coltivare i miei hobby: suono la chitarra e dipingo. Da questo ne deriva che sono molto più rilassato. 3. Essendo amante dei viaggi ciò che mi manca di più è la libertà di spostarmi: me ne sento privato sia fiscamente che emotivamente. 4. Un viaggio 5. Trovo molto positivo l’aver frenato quella corsa folle in cui si agiva senza avere il tempo di pensare e questo incide su di noi, dandoci il tempo per fare introspezione e ragionare sull’ambiente migliorando notevolmente la qualità dell’aria.

Christian Cantù (single) Indipendente 1972 - Balerna

1. Mi chiamo Christian, abito a Balerna dove ho anche la mia attività: sono proprietario del garage “Special Cars”, e dunque sono un lavoratore indipendente. 2. Al momento siamo chiusi, se non per le emergenze, e la situazione non è molto positiva dal punto di vista lavorativo. Mi sveglio comunque presto e vado in officina a sbrigare qualche lavoro d’ufficio. 3. Sul mezzogiorno ero abituato ad andare in palestra che, essendo chiusa, ora ho sostituito con dei lunghi giri in bicicletta. 4. Essendo single, la cosa che mi manca di più sono gli amici, con cui trascorrevo serate nei locali. E dunque la prima cosa che farò a quarantena chiusa sarà uscire tutte le sere. 5. Di positivo in questa situazione c’è che non uscendo più la sera, sto risparmiando e imparando a cucinare.

Anna e Giuseppe De Giorgi Pensionati 1953 e 1948 - Seseglio

1. Sono Giuseppe, ho 72 anni e sono pensionato, e lei è Anna, 66 anni, pensionata. 2. Principalmente chiusi in casa, soprattutto I primi giorni, ora qualche passeggiata la facciamo. Anna si sveglia per prima, prepara un buon caffé, legge il giornale, guarda un po’ internet poi inizia a preparare qualcosa di buono per pranzo. Io mi alzo dopo di lei e inizio a rompere le scatole ad Anna, ma pure lei rompe:-)) Scherziamo molto. 3. Ci mancano i nipoti e i figli. Li vediamo quando ci portano la spesa, ma a distanza, senza un abbraccio…ne stiamo soffrendo. 4. Ovviamente uscire e andare ad abbracciare I nipoti. 5. Di positivo non c’è molto, tempo insieme ne avevamo già prima e ora è anche troppo. Abbiamo un po’ paura, sia per la salute, sia per l’avvenire.

Dante

Scolaro 2012 - Seseglio 1. Mi chiamo Dante, ho 8 anni, frequento la seconda elementare a Chiasso. Vivo con la mia famiglia, felici :-) 2. Mi sveglio, faccio colazione, mi lavo e mi vesto, faccio i compiti e ho un’ora di videogiochi. Poi gioco tutto il giorno, fuori e dentro casa. 3. Mi manca vedere il mio maestro e i miei compagni e gli amici e vedere cose che stando a casa non posso vedere. 4. Stare una settimana dai nonni. 5. Secondo me è come se Dio mi stesse dicendo che il mondo deve cambiare.

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Speciale covid-19

Daniele Bedeschi Rivera (divorziato)

Indipendente settore moda 1981 - Como 1. Sono un papà separato con i figli oltre la frontiera. Ho una piccola azienda “Laboratorio Tessile” Sono un lavoratore indipendente, attivo e con tanti interessi: faccio motocross, muay thai e suono con la mia band, I BLUE MARTINI. 2. Come la maggior parte delle persone, la cui vita era scandita da ritmi frenetici, ho bruscamente rallentato, passando a ritmi latini: mi sveglio tardi e ciò ritarda tutto il resto, pasti e attività. Ora che i bambini sono con me ho una giornata più regolare: passeggiamo, giochiamo sia all’aperto che al chiuso, facciamo i compiti, leggiamo, guardiamo la TV. Alla sera siamo inevitabilmente stanchi e andiamo a nanna presto. 3. Divisi dalla dogana io e i miei figli non abbiamo potuto vederci per più di un mese. Ora quello che più mi manca sono gli affetti del resto della famiglia. 4. La prima cosa che farò a quarantena finita sarà di passare una serata con la mia band. 5. Di positivo c’è che ora posso fare tutto quello che non avevo tempo di fare prima… godere gli affetti e la casa, o solo semplicemente fermarmi per rivedere e rivalutare le priorità della mia vita, i valori e le persone a cui dedicare il tempo.

Patrizia Rusponi

(single) Pensionata 1943 - Morbio inferiore 1. Mi chiamo Patrizia, sono over 65, vivo sola e finalmente sono in pensione. Me la sto godendo: ho tempo per I nipotini, per la casa, per fare le cose con tranquillità… 2. Di giorno faccio qualche pisolino e quindi la sera vado a letto tardi. Di conseguenza al mattino dormo un po’ di più e così la giornata è più corta. E poi... faccio ogni giorno le solite cose, mi baso sulla luce, perché non ci sono più i giorni e gli orari. Mi sento sospesa. Per fortuna ho la casa grande, ho il giardino, quindi c’è tanto da fare… 3. Mi mancano i miei nipotini, mia sorella e tutta la famiglia che è in Italia, le amiche...Mi mancano I contatti, anche con i vicini, perché ora siamo tutti a distanza.Mi manca uscire, comprare un libro. Essendo nella fascia over 65 mi sento molto penalizzata, ma posso dire che non ho mai avuto il frigo così pieno. 4. Vorrei andare dal parrucchiere, a fare la pedicure, a fare le cose rimaste in sospeso… 5. Mi dedico completamente e pigramente a me stessa, faccio telefonate e leggo molto.

Luigi Russo

(coppia divisa dalla frontiera) Illustratore indipendente 1965 - Balerna 1. Mi chiamo Luigi, sono libero professionista e lavoro come illustratore per la pubblicità. 2. La mia giornata non è cambiata granchè, mi sveglio quando voglio, faccio attività fisica e poi mi metto alla scrivania per il resto della giornata. 3. Mi mancano gli affetti, che ahimè, ho tutti oltre frontiera, compagna inclusa. 4. Dunque la prima cosa che farò a quarantena terminata, e sperando nella riapertura delle frontiere, è raggiungere la mia compagna, i miei familiari ed i miei amici. 5. Di positivo c’è senz’altro che ho più tempo per me, per leggere, per allenarmi, per cucinare, per fare tutto ciò che ho rimandato per mancanza di tempo.

Diego Riva (single)

Studente universitario 2000 - Seseglio 1. Mi chiamo Diego Riva, ho 20 anni e sono studente al primo anno di Scienze Politiche a Losanna. Ma vista la situazione sono rientrato dalla mia famiglia in Ticino. 2. Le giornate sono tutte molto simili. Mi sveglio e dopo aver fatto colazione studio fino all’ora di pranzo. Gioco un po’ con i miei fratelli, studio ancora un po’ e poi mi rilasso, ascoltando la musica, leggendo, prendendo il sole... 3. Mi manca il mio gruppo di amici, mi manca vederli, parlarci e uscire con loro. 4. Sicuramente far festa con I miei amici. 5. Molta calma e tranquillità, e tempo da trascorrere con la mia famiglia.


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Marisa Bellè (mamma)

Disoccupata 1980 - Melano

1. Mi chiamo Marisa, ho 40 anni, sono separata da 3 anni e sono alla ricerca di una professione. 2. Ho un figlio di 10 anni e ci alziamo abbastanza presto, ci rilassiamo ancora un pochino: io leggo un libro o le notizie sul telefono, ascolto musica mentre mio figlio gioca con Nintendo o guarda un video su Youtube. Colazione e poi si inizia la scuola a distanza. Pranzo e si riprende con lo studio fino alle 15. Si va in giardino: lui gioca, io prendo il sole. Rientriamo e prepariamo un dolce, la pizza e poi ceniamo. Infine guardiamo un film o un cartone che piace ad entrambi. 3. Mi manca la libertà di muoversi senza restrizioni e mi mancano i miei genitori che vivono in Veneto; il non avere idea di quando li vedrò mi rattrista. 4. A quarantena finita farò la mia festa di compleanno con gli amici. 5. Ricordo la mia infanzia, quando mi divertivo con poco; ora con poco devo fare una giornata ricca di emozioni e pure la noia diventa costruttiva. Sto spesso da sola ma ho riscoperto questo piacere coccolandomi e curandomi. Prima non avevo tempo di stare ad ascoltarmi o con mio figlio. Quando torneremo alla normalità questa tranquillità mi mancherà. Penso che la cosa più importante è capire che la vita è preziosa e tutti dovremmo rispettare sia noi che gli altri. Seguite Marisa su Ticino by Night&Day.

Felipe Aragona Schmid (single)

Studente 1998 - Dino, Lugano 1. Ciao, sono Felipe, ho 21 anni. Studio Hotel Management a Zurigo . 2. La mia giornata essenzialmente consiste nel dormire fino a tardi, stare in giardino se possibile, andare a camminare col cane, giocare ai videogiochi e poi in serata chiamare amici. 3. Sento la mancanza di poter uscire di casa, fare le cose essenziali senza necessitare una mascherina e guanti. 4. Probabilmente la prima cosa che faró sarà uscire con i miei amici e andare al bar tutti insieme. 5. Mi sta dando tempo per riflettere e per riposarmi per poi riprendere con il massimo delle mie energie.

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Speciale covid-19

Coronavirus

Tra fake, verifiche e riflessioni sociali A cura di Pier Paolo Pedrini

Sull’origine del covid-19 ne abbiamo sentite molte: dal pipistrello alla poco scrupolosa attività dell’uomo contro l’equilibrio della natura, dalle simulazioni di una guerra batteriologica fatte in Cina all’attacco statunitense volto a destabilizzare lo sviluppo commerciale di quest’ultima, fino al mutamento energetico del pianeta che sarebbe avvenuto con l’introduzione del famoso 5G (di cui più nessuno parla...), senza infine sapere nulla di certo, se non che nella testa della gente aleggia molto smarrimento e paura. Guardando il fenomeno da un raggio più ampio, vediamo che da sempre l’uomo combatte contro i virus e che nel mondo periodicamente se ne sviluppano di talmente potenti che provocano danni alla stabilità poiché ancora sconosciuti. Nel 1997, ad esempio, un nuovo virus influenzale, l’H5N1, causò dapprima la morte di un bambino a Hong Kong e poi l’insorgere di violente epidemie in estremo Oriente che provocarono la morte del 58% della popolazione contagiata. Da allora il mondo scientifico si è allarmato per una possibile pandemia nel ventunesimo secolo perché, semplicemente, prima o poi sarebbe arrivata anche da noi. La Sars di qualche anno dopo fu un ulteriore avvertimento a cui i paesi asiatici seppero rispondere adeguatamente, sebbene in modi e tempi diversi. In Occidente invece non c’erano ancora veri e propri piani per affrontare una pandemia e poco si è fatto per formare i sanitari, per preparare gli ospedali e per informare la popolazione dei possibili rischi di una crisi simile. Vero è che senza l’esperienza diretta non si è mai abbastanza pronti per sviluppare strategie di contenimento a priori, e ci si è limitati a reagire a quanto stava avvenendo a seconda della gravità della situazione.

Basta pensare che lo scorso 31 gennaio è stata dichiarata l’emergenza in Italia, un Paese che non si trova agli antipodi rispetto a noi, ma il nostro governo – che certamente sapeva che la quasi totalità dei contagi di un virus respiratorio avviene tra persone che hanno rapporti diretti, ravvicinati, in ambienti chiusi - ha pensato di prima lasciar finire il Carnevale di Bellinzona e altri improcrastinabili appuntamenti prima di reagire – comunque almeno un mese dopo - anche con intelligente audacia rispetto al volere di Berna. Molti cittadini non vogliono però adeguare il loro comportamento a quello che credono essere “immensi sacrifici”, perché vivono il nuovo stile di vita come “fake”, e reagiscono continuando a cercare, nel possibile, di vivere come prima, con il pensiero fisso che “tanto a me non succede”. Così, pur di non adeguarsi alle ponderate misure restrittive dei politici, o pur di non separarsi dalle rassicuranti consuetudini, c’è chi organizza aperitivi o cene con gli amici, dicendo di comunque tenersi a rassicurante “distanza sociale”, di farlo “perché dei miei invitati mi fido” tanto per mettersi il cuore in pace con una certa (ir-)razionalità. È sempre una questione di fiducia, e in questo gli amici vengono prima dei politici. Da sempre. Nella forzata separazione dagli altri ci accorgiamo di quanto i rapporti umani ci manchino, e che i contatti online non compensano affatto l’assenza di fisicità. Il grande insegnamento è che ci riscopriamo umani, forse più umani, con un grande bisogno di cose vere, con la certezza che ogni crisi è una opportunità per migliorare, per avere più responsabilità, solidarietà e disciplina. D’altronde, come si legge su di un murale cileno, “non torneremo alla normalità, perché la normalità era il problema”.


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Risate al tempo del Covid

Roberto De Marchi

Roberto, ti ritroviamo a casa in un periodo particolare, in un mondo diverso da quello solito di serate e di pubblico che assiste ai tuoi show… che fa in questi casi un comico? Cerca di dare un sorriso agli altri attraverso il Web... e wubbè! E rubando una frase del grande Totò vi dico: “manda qualcuno su questa terra (in questa pandemia) capace di far ridere a me, come io faccio ridere gli altri!” Dato che io sto così da cani che quando piscio alzo la gamba! Chi sei? Che domandina poco semplice... recluso con tutta la famiglia ti rispondo citando sempre qualcuno, e in questo caso il grande Shakespeare: “essere o non essere”. In questo periodo di quarantena si comprende di più ciò che non sei, piuttosto ciò che sei! E io ho capito con fermezza e durezza che a casa mia sono io che porto i pantaloni... a mia moglie quando me li chiede. Cosa rappresenta per te la comicità? La comicità è la lente deformante della vita! È la chiave che permette a noi comici di sopravvivere alla nostra sensibilità! Senza la comicità avrei come sorella la depressione. E ritengo e sostengo che il genere comico che ho scelto, il Cabaret, sia il Jazz del teatro. Cosa facevi prima di entrare nel mondo dello spettacolo? Dal batterista Jazz al ballerino di Break Dance e Il Cameriere nel tempio del Cabaret Milanese “il Derby”. E lì ho conosciuto e vissuto tutti i grandi e da loro ho umilmente imparato questo meraviglioso mestiere. Ho avuto Maestri della comicità come Gianni Caiafa, (una delle spalle di Totò) Walter Valdi che disse di me: “questo è un comico mica da ridere!” Da qui, come hai fatto a trasformarti in comico? Comici si è dentro in qualsiasi lavoro o rapporto umano che hai. Farlo è solo comprendere e utilizzare ciò che sei per renderlo una missione nella propria vita. Quale altro mestiere avresti potuto fare? Il batterista, il pittore, e dato che, come dice mia moglie, ho sempre la testa tra le nuvole anche l’astronauta. In un’epoca dominata dalla televisione, perché ritornare a fare le piazze e i teatri? La televisione non potrà mai sostituire il vero contatto con il pubblico che si ha solamente Vis à Vis. La percezione di una battuta o di una situazione, sia che tu sia il comico o lo spettatore, è supportata dall’energia, è il collegamento che trasmettiamo agli altri e ne percepiamo l’autenticità. Ma questo vale per tutte le forme d’arte non solo nella comicità, per esempio:

tra i miei pezzi faccio le pipì nel mondo è una volta ho trasmesso così tanto che una s’è pisciata sotto! Da spettatore, rideresti alle tue battute? Un comico ride sempre alle sue battute, chi non lo fa non è un comico, è un interprete. Il ricordo più bello della tua carriera? Ne ho più di uno: dal festival di Loano seguito da Antonio Ricci e Beppe Recchia, dove arrivai secondo; passando da Fantastico 7 dove vinsi ed ebbi l’onore di conoscere Pippo Baudo il quale mi insegnò come fare televisione; tra i concorrenti c’era una collaborazione umana e un aiuto notevoli; il rapporto con Alberto Bevilacqua e tutto il cast di “Tango blu”; e come posso scordare di essere stato il primo comico a lavorare con Michelle Hunziker a Paperissima Sprint? Come potrei dimenticare il Guinness World Record ad Adora dove, con altri 9 comici, abbiamo fatto uno spettacolo di 35 ore senza mai scendere dal palco? Ancora imbattuti. Non potrei mai scordare quella risata di 15 mila persone e nemmeno il brano scritto con Roberto Turati per scherzo che vendette 15 mila copie in una settimana e diventò lancio azzurro a 105 Network; e il Cactus d’oro come miglior poeta a Colorado Caffè! Sono molte le esperienze che hanno reso la mia (non ancora finita) carriera artistica degna di essere vissuta. Quello più imbarazzante? Ce n’è uno che non dimenticherò mai, ma perché descriverlo per sentirmi ancora imbarazzato? La tua più bella. Credo che per un Comico non ci sia mai una battuta in particolare che ci faccia più o meno ridere, è il pubblico che con la sua risata sceglie per noi la battuta più bella.


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Speciale covid-19


tinotte.ch Fotografato a Caslano...

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Speciale covid-19

Calendario SUPER LEAGUE 2019/20 Post Lockdown

www.fclugano.com

Sa 20.06.20 FC Servette

FC Lugano

Ma 07.07.20 FC Lugano

FC Lugano

FC Lucerna

Do 28.06.20 FC Lucerna

FC Lugano

Me 01.07.20 FC Lugano

FC Basilea

Do 05.07.20 Young Boys

FC Lugano

Do 26.07.20

FC St. Gallen

Sa 11.07.20

Me 24.06.20

Ma 14.07.20 FC Lugano

FC Lugano

FC Lugano

FC Servette

Do 02.08.20 FC Thun

Sa 18.07.20 FC Sion

FC Basilea

Me 29.07.20

FC Lugano

LUZ

www.sfl.ch

FC Lugano

FC Xamax

FC Lugano

Le date indicate in questa tabiella non sono state ancora fissate ufficialmente.

Ma 21.07.20 FC Lugano

FC Zürich

Helvetia Coppa svizzera 2019/20 In seguito alla decisione della SFL (Swiss Football League) di proseguire la stagione, il Comitato centrale dell’Associazione Svizzera di Football ha deciso che anche l’Helvetia Coppa Svizzera 2019/20 verrà portata a termine. Secondo un piano provvisorio per la Raiffeisen Super League, la brack.ch Challenge League e l’Helvetia Coppa Svizzera, i restanti tre turni di Coppa Svizzera si dovrebbero svolgere subito dopo la fine del campionato.

I 1/4 di finale si giocheranno probabilmente il 5 e 6 agosto 2020 e le semifinali l’8 e il 9 agosto 2020. La finale dell’Helvetia Coppa Svizzera si svolgerà mercoledì 12 agosto 2020 a Basilea.


tinotte.ch

Lugano e Ambrì hanno bisogno dei loro tifosi

L’hockey ha senso solo con il pubblico A cura di Doriano Baserga

Sport bloccato dal Coronavirus ripartirà ma come? Anche lo sport, bloccato dal Covid-19, per ricominciare ha bisogno che si trovi il vaccino per sconfiggere la malattia. Impensabile giocare a sportelli chiusi. La scena dell’ultimo derby andato in onda su Teleticino il 29 febbraio scorso senza pubblico ha ridimensionato di molto l’agonismo e sottolineato il valore del pubblico. I tifosi sono indispensabili per lo sport e per le società. Due i fattori fondamentali: le società hanno assolutamente bisogno degli introiti che genera il pubblico e una partita senza la presenza del calore delle persone perde notevolmente il suo fascino. Questo lo hanno capito subito i dirigenti dell’hockey svizzero che hanno immediatamente annullato i play-off, i mondiali e ora, a quanto sembra, si inizierà la prossima stagione solo se si potrà avere il pubblico alle piste. Ci sembra una decisione saggia che sposiamo in pieno e che permetterà anche alla gente di ritornare ad una certa normalità dopo questo brutto e difficile periodo. E come dice l’esperto virologo dr. med. Christian Garzoni, direttore della clinica di Moncucco, un tipo che a livello medico lo definirei un top player per la sua bravura e semplicità nello spiegare le cose, senza fronzoli e con grande saggezza, non si può abbassare la guardia proprio ora che siamo sulla strada verso minori contagi. E se lo dice lui che dovremo convivere con il virus fintanto che non si trova il vaccino, dobbiamo credergli e sperare che la politica e lo sport lo seguano. Detto questo vediamo cosa sta succedendo tra le formazioni di hockey in Svizzera. Il Lugano, a detta del suo direttore sportivo Hnat Domenichelli, chiuderà il roster con gli ultimi acquisti entro la fine di giugno. Mancano ancora due difensori, uno dei quali sarà sicuramente uno straniero con spiccate doti da playmaker. Al capitolo arrivi

di giocatori importati vi è il nome di Marc Arcobello. Un signor giocatore che con il danese Mikkel Boedker, 12 stagioni in NHL, 30 anni proveniente da Ottawa Senators formerà un tandem vincente. Sì perché i giocatori stranieri in Svizzera fanno ancora la differenza. Boedker è un autentico leader sia sul ghiaccio che negli spogliatoi, con grande esperienza e che conosce perfettamente l’Europa e le sue piste essendo danese e avendo giocato in Scandinavia. È velocissimo e ha una grande visione del gioco. Sono partiti Klasen, Posma, Chiorny, mentre Lajunen (contratto pesante), è attualmente fermo ai box per un infortunio all’anca. Sappiamo che riprendere dopo questo tipo di operazione non è mai facile, quindi Domenichelli lo rimpiazzerà con un altro colpo. Nel frattempo è arrivata la conferma di Serge Pelletier sulla panchina; decisione saggia e giusta da parte dello staf tecnico bianconero, soprattutto dopo quanto mostrato dal tecnico svizzerocanadese nei primi mesi del 2020. Pelletier predilige il gioco difensivo con spiccate accelerazioni che mettono sovente in difficoltà gli avversari e il fatto di aver puntato su uno straniero velocissimo come Boedker non è certamente un caso. Sul fronte svizzeri al momento sono arrivati Marti, Herburger, Traber, Wolf e i giovani del vivaio Alessandro Villa e Nicolò Ugazzi, due difensori prelevati dal settore giovanile che potrebbero fare il percorso di Riva. Staremo a vedere... intanto, ad un anno dal suo insediamento quale direttore sportivo Hnat Domenichelli ha già piazzato dei colpi interessanti e altri ne ha in canna. L’Ambrì dal canto suo a livello di giocatori svizzeri ci siamo. Il roster è fatto. Dopo le conferme di Matt D’Agostini (due anni) e Brian Flynn (un anno), su Plastino e Novotny attendiamo news. Paolo Duca ha le idee chiarissime (gran colpo l’arrivo dal Berna di Grassi) e a breve comunicherà il roster completo. L’Ambrì partirà con 5 stranieri. Anche perché il sogno della Spengler potrebbe continuare, Covid-19 permettendo.

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Speciale covid-19

L’HCL non dimentica gli abbonati della scorsa stagione

Le recenti comunicazioni del Consiglio Federale vanno fortunatamente nella direzione di un allentamento delle misure restrittive dovute al COVID-19 anche nel settore degli eventi sportivi. Fiducioso che questa tendenza possa trovare conferma nelle prossime settimane e nei prossimi mesi, l’Hockey Club Lugano ha il piacere di informare gli abbonati della stagione 2019/20 su quanto deciso in merito alle partite cui essi non hanno potuto assistere a causa dell’obbligo di giocare a porte chiuse. In vista del nuovo campionato la società bianconera ha così deciso di mettere a disposizione degli abbonati della stagione

2019/20 un importo che, in proporzione a quanto era stato pagato per l’acquisto della tessera per la stagione 2019/20, equivale al valore delle tre partite cui non era stato possibile assistere a causa delle restrizioni dovute al Coronavirus: il derby giocato a porte chiuse il 29 febbraio 2020 e le due partite casalinghe sicure dei ¼ di finale dei playoff. Questo importo potrà essere utilizzato per l’acquisto di singoli biglietti per la stagione 2019/20. Le modalità di accredito dell’importo saranno comunicate a ridosso dell’inizio della stagione regolare. A maggior ragione nell’attuale contesto ricco di incognite, il sostegno morale e il supporto economico degli abbonati rappresentano la linfa vitale per l’Hockey Club Lugano. Per questa ragione l’HCL si augura che la tifoseria bianconera possa apprezzare questo gesto di ringraziamento e vivere con positività ed entusiasmo il periodo di tempo che ancora ci separa dall’atteso ritorno alle emozioni della Cornèr Arena. #FORZALUGANOFORZA

Lo sport contro il degrado e lo spaccio di droga Lo sport come scuola di vita, come occasione d’incontro e di svago, come ponte per favorire la socializzazione e la comprensione reciproca e come elemento di dissuasione nei confronti dello spaccio e del consumo di droghe Con questo spirito l’HC Lugano e il suo attaccante Alessio Bertaggia hanno fatto visita alla sede dell’Associazione Besso Pulita durante una lezione online di danza curata da DMC Studio nell’ambito della campagna #FORZALUGANOFORZA che intende dare visibilità alle associazioni benefiche della comunità luganese. Nata oltre 13 anni orsono per contrastare lo spaccio e il degrado nel quartiere, Besso Pulita ha sviluppato negli anni la sua attività ed è oggi promotrice di eventi e manifestazioni come pure di corsi di formazione per giovani e persone anziane. Al centro dell’impegno di Besso Pulita, anche in epoca di pandemia, l’aiuto alle fasce di popolazione del quartiere più deboli in collaborazione con la Divisione della socialità della Città di Lugano. Con la sua simpatia e la sua energia contagiosa Alessio Bertaggia (Sono felice di aver preso parte ad un progetto che tiene i giovani lontano da brutte faccende. Se posso aiutare Besso Pulita anche solo pochissimo, lo faccio molto volentieri) si è trovato perfettamente a suo agio nell’ambiente e ha condiviso i valori

dello sport con Danaé Cancelli, educatrice, insegnante di danza e volontaria di Besso Pulita. Ugo Cancelli (Pres. di Besso Pulita): Senza dimenticare l’attenzione al territorio e alla qualità di vita, Besso Pulita è oggi impegnata su diversi fronti e il suo progetto è stato presentato anche in altre città come Losanna, suscitando interesse. È veramente bello, sensibile e sociale quello che sta facendo l’HCL ed io sono fiero di essere a Lugano e di contribuire a rendere bella la Città. Forza Lugano Forza. https://tv.hclugano.ch/ugo-cancelli-associazione-besso-pulita/


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Ambrì Piotta

Luca Cereda, allenatore dell’HCAP Un allenatore deve seguire e conoscere i propri giocatori. Come ha fatto in questo periodo confrontato con la gestione “virtuale” dei giocatori? Ha trovato nuove soluzioni che potrebbero essere implementate in futuro? Abbiamo consegnato un piano individuale ad ogni giocatore per i mesi di aprile e maggio. Durante queste settimane avremo anche degli allenamenti online: ci collegheremo tutti assieme e svolgeremo una parte di allenamento in comunità. Non credo che ci saranno tecniche di allenamento implementate anche in futuro ma sicuramente stiamo conoscendo meglio tutta la tecnologia che ci permette di avere un contatto stretto con i giocatori anche a distanza e questo potrebbe servirci anche in futuro. Qual’è ora la difficoltà maggiore della pianificazione di allenamenti, partite, tattiche ecc? Questo periodo per il giocatore di hockey serve di solito a mettere le basi fisiche e mentali su cui costruire durante i mesi di campionato tra agosto ed aprile. Per cui la più grande difficoltà è stata quella di sapere in effetti quella logistica: cosa hanno a disposizione i ragazzi e come lo possono usare. Qui tutto il nostro staff ha svolto un lavoro egregio preparando il tutto in tempo così da informare i nostri ragazzi. Da adesso in avanti sarà importante per noi avere una deadline di inizio sul ghiaccio e delle partite così da preparare bene anche la preparazione sul ghiaccio. In questo periodo come ha gestito il suo tempo L.Cereda nel dopo lavoro? Ero tanto a casa, per cui tanto tempo passato con la famiglia, nei lavori di casa e giardinaggio e tanta lettura. Ho cercato di

Radicata nel territorio, orientata al futuro

Banca Raiffeisen della Campagnadorna 6855 Stabio - Sede - Banca di Consulenza 6883 Novazzano - Via Boschetto 1 6852 Genestrerio - Piazza Baraini 6877 Coldrerio - Via Mte Generoso 2

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non cadere nella trappola della troppa informazione e soprattutto di seguire le regole dettate dal nostro governo. Qual è stato il miglior allenatore della sua carriera? Ne ho avuti tanti bravi. Sia da professionista ma anche e soprattutto nel settore giovanile. Credo che ogni allenatore è diverso e abbia, come tutti noi, dei pregi e dei difetti, ma tutti a loro modo ti insegnano qualcosa e ti permettono di migliorare come giocatore e come persona. Quali sono le 3 caratteristiche che un giocatore deve avere per poter seguire il suo credo hockeytisco? Una squadra è composta da tanti giocatori e tutti sono importanti nella loro diversità. Non si possono creare delle squadre e dei gruppi con tutti i giocatori uguali. Bisogna invece creare un buon mi con tante qualità e caratteristiche. Credo però che alcune debbano essere comuni per il bene di tutti e penso soprattutto a passione, umiltà e spirito di sacrificio/gruppo.


Il COVID-19 appieda il mondo dei motori A cura di Sergio Cavadini

Il Covid-19 non sta facendo sconti a nessuno. Se ne è accorto anche il mondo dei motori. La Formula E e il Campionato Mondiale Rally (WRC) hanno dovuto interrompere i rispettivi campionati, la Formula 1 e il MotoGP non lo hanno nemmeno cominciato!

Formula E La sesta edizione del campionato... elettrico è iniziata l’anno scorso. In Arabia Saudita (22-23 novembre 2019), Cile (18 gennaio 2020), Messico (15 febbraio) e Marocco (29 febbraio) le gare sin qui disputate e 4 quelle già rinviate: Roma (4 aprile), Parigi (18 aprile), Seul (3 maggio) e Giacarta (6 giugno). Il campionato, che per la prima volta ha visto debuttare due colossi dell’automobilismo

come la Mercedes e la Porsche, dopo le restanti gare a rischio di Berlino (21 giugno) e New York (11 luglio) si dovrebbe concludere a Londra il 25-26 luglio. Ma il condizionale è assolutamente d’obbligo perché è quasi inevitabile che il campionato non possa assolutamente concludersi in modo normale. © the-race.com

WRC Il Campionato Mondiale Rally è iniziato regolarmente il con il Rally di Montecarlo (26 gennaio). È continuato con il Rally di Svezia (16 febbraio) e quello del Messico (15 marzo) ma a causa del propagarsi della pandemia ha dovuto essere sospeso. Al momento tra le tappe “giustiziate” dal Covid-19 il Rally d’Argen-

ky.it

Speciale covid-19

© foto sport.s

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tina (26 aprile), il Rally del Portogallo (24 maggio) e quello d’Italia, in Sardegna (7 giugno). Restano in programma ancora “ben” sette Rally ma per la loro disputa (ed eventuali recuperi) al momento anche il mondo dei rally sta navigando a vista, in attesa di tempi migliori. © www.wrc.com

Formula 1 È sicuramente, nell’ambito degli sport a quattro ruote, il campionato che nel bene e nel male appunta su di sé gli sguardi della stragrande maggioranza degli appassionati di automobilismo sportivo. È anche quello di gran lunga più dispendioso e nel quale gravitano interessi che vanno molto aldilà della pura competizione tra piloti di grido e costruttori di marca. Ed è quello che sta pagando lo scotto maggiore: non è ancora iniziato e non è per niente chiaro quando e se potrà partire.

Per il momento si è solo confrontati con tante indecisioni, proposte di svolgimento/recuperi piuttosto surreali e “gare” virtuali online! © www.digital-news.it

MotoGP La classe regina delle moto condivide suo malgrado gli stessi problemi della Formula 1. Niente avvio, gare che si tende a mantenere in calendario fino all’ultimo ma che poi, impietosamente, devono essere annullate. Nel motociclismo le ruote che contano (oltre ai piloti ovviamente) sono solo due ma i problemi che lo riguardano non risultano certo... dimezzati. © www.motogp.com

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