Lamezia mese marzo

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Il Comune di Lamezia Terme continua a non recepire, le proposte culturali di grande spessore artistico che il Lamezia Jazz, Il Conservatorio di Musica “Tchaikovsky, propongono e di conseguenza la Cultura si trasferisce in altri luoghi lasciandosi alle spalle la città di Lamezia. Quel che più fa rabbia però non è il rifiuto da parte del Comune lametino, non è neppure la constatazione di un’amministrazione totalmente disinteressata a percorrere l’unica possibile strada di riscatto internazionale e turistico della città. Quel che più fa rabbia è accorgersi del motivo per cui si sperpera denaro come è successo poco tempo fa nel passato mese di dicembre e il diniego da parte dell’Ente riguardo gli spazi culturali. In definitiva la città nei suoi spazi comuni e nei suoi servizi pubblici (la cultura tra questi) muore. Muore non solo la città in sé, ma lo stesso concetto di città. Scompare. Ci si ritrova in un assemblaggio (peraltro disordinato e neppure in modo divertente) di case, strade e persone che è altro da ciò che si definisce comunemente città. 
 A Lamezia Terme non basta il danno di perdere soldi, si assomma anche la beffa di una città imbruttita da un mix atroce di ignoranza dove, proprio per conseguenza della bruttezza, mancano poi a valle le risorse per produrre bellezza e cultura. Il 18 marzo p.v. alle ore 10,00 presso l’Ateneo della Filarmonica di Nocera Terinese, la International Drum Accademy di Massimo Russo, Lamezia Jazz il Direttore Artistico Egidio Ventura e Conservatorio di Musica “Tchaikovsky di Nocera Terinese (cz) faranno rete per realizzare assieme un grande evento, unico in Italia, con ingresso gratuito. Per la prima volta in Italia “The Session”, un eventomasterclass completamente gratuito, in cui gli artisti di fama internazionale condivideranno esperienze e segreti per fare della Musica un vero e proprio business. Un percorso verso il successo: marketing, networking, artist relations, promozione, leggi sull’intrattenimento. I temi trattati: Tecniche e strategie per ottenere contratti e lavorare nel business della Musica; Leggi sull’intrattenimento:conoscerle e applicarle; Strategie di marketing e di self.promotion per costruire e mantenere la propria immagine di artista; Relazione finale degli artisti.

I Docenti Frederic Macarez (Percussionista classico di grande fama), Dom Famularo (Docente di grandissimo successo), Paul Quin (Avvocato) Joe Hibbs (Artist Realations oer batterie Mapex), Christine Ohlmann (Vocalist del Saturday Night Live TV Show), Liberty De Vitto (Batterista di Billy Joel per 30 anni). The Session considera le strutture e il funzionamento dell’industria musicale, esamina e analizza alcune delle principali organizzazioni, i ruoli e gli organi professionali coinvolti. Sono inoltre esaminati competenze di business e di management e vi è un’analisi delle modalità in cui possono essere identificate le opportunità. Si analizzano gli effetti legati che la globalizzazione e l’avvento delle tecnologie digitali hanno avuto sul mondo della musica ed si esplorano i modi in cui l’industria ha risposto a tali cambiamenti. Si vuole raggiungere una conoscenza del business e della gestione delle carriere, esplorando gli aspetti finanziari, giuridici e organizzativi del lavoro autonomo nel mondo della musica. Al termine di questa masterclass gli studenti devono dimostrare di comprendere come l’industria della musica sta cambiando il suo funzionamento, dal lavoro autonomo a quello delle società multinazionali. L’incontro inoltre, insegna, spiega e dimostra agli allievi cosa ci sia dentro e più ancora al di fuori dello show business degli anni duemila. Dalla comunicazione vista con l’occhio del giornalista musicale, sino alle metodologie utilizzate da chi si occupa degli uffici stampa di artisti/ concerti/reti televisivi e/o programmi tv; dal mondo della radiofonia sino all’uso e allo sviluppo delle nuove tecnologie legate alla produzione, alla realizzazione e alla vendita della musica. La Masterclass permette allo studente di calarsi totalmente nell’universo musica/comunicazione, attraverso un approccio pragmatico e interattivo con il docente. Ai partecipanti della Masterclass verrà rilasciato 2 CFU per chi è iscritto ai corsi AFAM. L’Evento terminerà con una grande perfomance di tutti i relatori, e una sorpresa per gli studenti del “The Session”. Per le iscrizioni rivolgersi sul sito www.massimorussodrum.it.

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Il risveglio culturale di una città, passaattraverso i suoi cittadini più rappresentativi. Fra questi, uno degli esponenti più autuorevoli è certamente Raffaele Gaetano, il quale, nel corso degli anni, non solo ha scritto saggi importanti e riconosciuti anche in ambito accademico, ma ha portato in città, con i suoi “appuntamenti”, vari personaggi della letteratura italiana. Sono passati un bel po’ di anni dalla sua prima intervista a «Di tutto un po’». Raffaele Gaetano si può dire che siamo stati “profetici” e che vedevamo, nell’allora giovane ma già affermato intellettuale, una persona di notevole carisma, destinata a successi sempre maggiori. Se dovessi giudicare dal profluvio di attività: dai programmi televisivi, a quelli radiofonici, alle rassegne, agli eventi culturali, ai tantissimi libri scritti, direi che ha proprio ragione. Ma la mia maggiore felicità è di aver dato forma ai miei sogni. Parafrasando la poetessa russa Marina Cvetaeva, sono uno che ha percepito l’universo con la pelle non meno che con l’anima. Raffaele Gaetano è professore, scrittore, giornalista, editore, autore di programmi televisivi. Chi la conosce la ammira, la definisce un personaggio eclettico… Vogliamo proseguire quest’intervista con una domanda stile Marzullo? «Chi è Raffaele Gaetano?». Si dia una risposta.

Sono una persona che ha conservato intatto il gusto per lo stupore. Un uomo curioso, sempre inquieto, avido di novità. Questa semplice inclinazione ha dato vita nel tempo a percorsi ricchi di incontri con istruttive fermate (o si dica pure «incursioni») nelle stazioni più importanti dell’avventura intellettuale italiana.

Così ho potuto conoscere le menti più fervide del panorama culturale (letterati, filosofi, artisti, musicisti, giornalisti). Da tutti ho attinto qualcosa, forse lasciato qualcosa, convinto, con il mio amato Bergson, che la vita è slancio vitale, un continuo divenire pronto a esplodere nelle direzioni più inattese. La professione di insegnante ha influenzato quella di studioso? Non di rado mi capita di discutere con gli studenti di temi apicali della mia riflessione (estetica ed etica

del paesaggio, estetica del sublime, estetica e critica leopardiana, forme e relazioni del linguaggio poetico, fenomenologia dell’arte, storia delle idee e della cultura), chiamati diligentemente in causa per informazioni puntuali, più spesso per scambi di idee. In questi casi posso dire che il professore e lo studioso di Estetica convivono fecondamente, stimolando la versatile intelligenza degli allievi. In fondo, se mi passa la similitudine, uno studente è un po’ come un blocco di marmo nelle mani di uno scultore: prima lo sbozzi, poi man mano gli dai forma assecondando le venature, infine, a opera conclusa, vive di luce propria. Professore, cosa pensa della scuola italiana? Sono anni che il sistema scolastico italiano attraversa una crisi d’identità. Decadenza che fa ancora più specie se si pensa che il nostro Paese vantava una delle scuole in assoluto più formative e in cui il liceo classico aveva un ruolo giustamente preminente nella formazione delle classi dirigenti. Tutto ciò appare oggi come uno sbiadito ricordo e molti professori, smarrita la centralità dell’insegnamento, si arrovellano tra griglie di valutazione e calcoli infinitesimali. Crede che le nuove tecnologie siano utili per gli studenti oppure rappresentano delle distrazioni? Come ben sapeva Aristotele, la virtù è nel mezzo, sì che eccessi e difetti finiscono sempre per vanificare la ricerca della verità. Per essere chia-

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ri, dipende dall’uso che si fa della tecnologia. Sbaglia per esempio il professore che volesse utilizzare strumenti didattici come i video bypassando completamente l’insegnamento tradizionale. Allo stesso modo erra lo studente che prende congedo dal libro cartaceo, dal suo profumo, dalle mille pieghe impregnate di fecondo lavorio intellettuale. Quanto e com’è cambiato il mestiere di professore durante la sua carriera? In generale, un professore si adegua alla materia prima che ha a disposizione, inseguendo spesso i propri studenti per non risultare obsoleto. In tutti questi anni il mio sforzo è stato quello di anticipare i fermenti presenti nella società al fine di rendere proficua l’attività didattica. Da sempre si prodiga per far arrivare grande cultura in Calabria e a Lamezia, attraverso eventi e rassegne sempre nuove e originali. In particolare quanto è difficile operare nella nostra città? Credo che le mie rassegne ed eventi testimonino la maturità di Lamezia Terme e della Calabria nel pensare e proporre una cultura alta e riconoscibile, in grado di farsi spazio anche a livello nazionale. Il problema è che le istituzioni non sempre sostengono le iniziative più rimarchevoli, che in taluni casi addirittura svaniscono nel nulla. Le ragioni? Negligenza, apatia, incapacità progettuale da parte di chi amministra. Bisogna allora rim-

boccarsi le maniche e andare avanti avendo ben ferma una certezza: è la cultura che plasma e rende migliore la politica. In questi ultimi anni, l’Amministrazione comunale ha provato a dare il proprio contributo con la ristrutturazione del Teatro Politeama a Sambiase, il ripristino del Teatro Grandinetti a Nicastro, oltre al già fruibile Teatro Umberto. Le strutture ci sono, cosa manca? Impulsivamente mi verrebbe da rispondere: riempirle! In realtà, il problema va ben oltre quest’asserzione lapalissiana. Bisogna trovare il coraggio di ritornare a investire in cultura, promuovendo iniziative che, tesaurizzando le strutture, innalzano e di molto la qualità della vita. Nelle sue rassegne ha dialogato con tantissimi personaggi famosi, ognuno di questi, si può dire, è un’autorità nel suo campo… Quale incontro l’ha sorpreso di più? E per quali motivi? Le mie rassegne rappresentano le tarsie di un grande mosaico policromo, dove tutto contribuisce sinfonicamente al delinearsi di un sapere alto e riconoscibile. Lo sforzo in tutti questi anni di attività culturale è stato di far conoscere anche agli altri questa ricchezza. La cultura è un bene comune, essere colti è un percorso personale.

D. La rassegna “Il sabato del Villaggio” ha esordito anche quest’anno con grandissimo successo al Teatro Grandinetti. Lo scorso anno abbiamo potuto gustare anche un altro importante cartellone da lei ideato: “A Spasso con le Idee”. “Il Sabato del Villaggio” è da tempo un marchio di qualità. Chi ama la cultura non può fare a meno di partecipare agli incontri e in realtà ogni evento è sempre caratterizzato dalla presenza di un pubblico strabocchevole. “A Spasso con le Idee” forse ritornerà anche nel 2015. È piaciuto il

format ispirato alle grandi idee che hanno cambiato la storia della televisione. A riguardo, come dimenticare gli incontri con Roberto Giacobbo di “Voyager”, Michele Mirabella di “Elisir” o Antonio Lubrano di “Mi manda Lubrano”? Lei è autore di moltissimi e importanti libri, alcuni dei quali dedicati alla nostra Regione. Da cosa nasce la passione per la ricerca sulla storia calabrese? Sono principalmente uno studioso di Estetica. Attraverso questa spe-

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cola mi sono occupato di sublime, di paesaggio e nei miei ultimi libri del rapporto tra sublime, pittoresco e storia del viaggio in Calabria. Un’esperienza esaltante che mi ha portato all’ideazione e stesura di alcune opere che hanno incontrato un larghissimo successo di pubblico se è vero che sono giunte tutte alla

seconda edizione. Fra i libri che lei ha scritto, ci sono alcune opere dedicate a Giacomo Leopardi. Come nasce la passione per questo autore e soprattutto è ancora viva? Prende forma al liceo e si cristallizza negli anni universitari. Mi laureai, infatti, con una tesi sulla formazione del concetto di natura nella filosofia di Leopardi. Mi guidava il mai dimenticato Elio Matassi, studioso di Estetica tra i maggiori in Italia negli ultimi decenni. L’indirizzo da lui impresso al mio lavoro è ancora oggi dinamicamente operoso. Chi legge i miei libri coglie in filigrana una grande passione per la bellezza che si esprime anche attraverso uno stile di scrittura particolarmente ricercato. Culmine di questo percorso è Giacomo Leopardi e il sublime, del 2002, opera complessa e innovativa

alla quale ho lavorato diversi anni, che mi ha dato innumerevoli soddisfazioni (premi, presenza nelle più importanti biblioteche europee e americane, addirittura l’adozione nella prestigiosa università tedesca di Heidelberg).

voluto partecipare in prima persona proprio per l’amore e la passione che nutro per questi temi. Sono libri in tiratura numerata che si rivolgono prevalentemente al mercato dei collezionisti e dei cultori del bello… Che stante alle vendite, sono molti.

Dopo il Leopardi, poi, ha pubblicato i saggi sull’estetica e sulla poetica tra ’700 e ’900. Ce ne vuole parlare? Talune di queste opere sono contemporanee al filone degli studi leopardiani. Mi piace ricordare soprattutto Della filosofia leopardiana. Dialogo fra un filosofo giobertiano e un razionalista, uno scritto pressoché sconosciuto di Giuseppe Chiarini che ho ritrovato nel Fondo Francesco Fiorentino della Biblioteca Comunale di Catanzaro e che ho pubblicato per la prima volta in edizione critica con un ampio saggio introduttivo che mette a fuoco la personalità di questo colto intellettuale dell’800 italiano, conosciuto soprattutto come amico di Carducci.

Lei ha lavorato anche per la televisione, ideando e conducendo programmi di grande successo quali “Libraria”, “Bibliopolis” e “Agrilibro”. Quest’esperienza ha inciso sul suo lavoro di studioso? Direi il contrario. L’attività di studioso ha finito per fecondare anche queste mie prolungate incursioni nel settore televisivo (“Libraria” è stato il più longevo e originale magazine culturale della televisione calabrese, con una programmazione durata circa vent’anni). Piuttosto l’esperienza televisiva ha in qualche modo influenzato le mie rassegne ed eventi nei teatri. Insomma, il dialogo con l’ospite in un ambiente raffinato era un format che utilizzavo già ai tempi di VL7 Cinquestelle e Telespazio Calabria nei primi anni ’90. È bastato semplicemente innalzare il livello degli ospiti, ora personalità di primo piano non solo nel nostro Paese.

Su cosa si baserà il suo prossimo libro? Vedrà la luce a breve. È una monografia sul viaggio nel lametino che copre un vuoto del tutto ingiustificato nella storiografia locale. Il tema, ovviamente, è declinato in chiave estetica con ampi riferimenti ai dibattiti culturali tra ’700 e ’900, specie quelli legati alla filosofia dell’arte e del paesaggio.

Tempo fa ho letto che alcuni suoi colleghi scrittori affermano “Io non leggo, scrivo”, personalmente trovo bizzarra quest’affermazione, lei la condivide? Se è così piacerebbe anche a me

I libri che ha scritto, a che tipo di pubblico si rivolgono? Non posso dire che i miei siano libri da comodino. La gran parte esigono un retroterra culturale ampio, debordante, trasversale. Altre opere sono più accessibili, pur afferendo alla sfera dell’Estetica e dunque alla Filosofia. Gli ultimi, in particolare, presentano una cura editoriale certosina alla quale ho

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Sedute di Vocal Coaching con Gessica Giampà.

raggiungere tale status. Ma la perfezione è sempre ascensionale, frutto cioè di percorsi complessi in cui intervengo variabili a volte anche impreviste. In letteratura questi percorsi sono quelli del sapere, che non si possiede a priori, ma si costruisce con fatica. Pensare di scrivere senza aver divorato caterve di libri è come pensare di leggere senza conoscere le lettere dell’alfabeto. Per concludere qualche domanda “personale”: ha degli hobby? Il bello della mia vita è che mi occupo di ciò che ho sempre sognato. Forse è per questo che ci metto tanta passione, curando i dettagli in modo a volte maniacale. Di conseguenza, lavorare significa per me divertirmi, vedere sempre il lato positivo del mio impegno culturale. In questa visione sinfonica rientrano l’amore per l’arte nelle sue forme più diverse: Filosofia, Storia dell’arte, Musica, Cinema, Teatro. Digradando, mi piace anche correre all’aria aperta. Meglio se sotto la pioggia, mi dà il senso della libertà, del contatto panico con la natura. Sarà per questo che sono cronicamente raffreddato. Quando scrive ha bisogno di silenzio o ascolta della musica? Ascolto musica, anche tanta. Affer-

mava Schopenhauer che le note musicali sono nell’aria come i concetti. La mia mente è prensile: quando inseguo una sequenza armonica di note disegno con l’immaginazione un’idea che sempre si trasforma poi in qualcosa. Chi mi vede lavorare sulla tastiera del mio Mac dice che è come se suonassi il pianoforte. È così. Ascolto musica scrivendo come se suonassi.

Quanto è importante il ruolo della sua famiglia per poter affrontare e superare al meglio i suoi innumerevoli impegni? Non c’è un mio libro che non sia dedicato a un familiare. La famiglia è l’orizzonte della mia vita. Tutto nasce da essa, tutto in essa si sublima. Per concludere una domanda che generalmente si rivolge alle donne, più raramente agli uomini: lei è un bell’uomo, ritiene che il suo aspet-

to abbia contribuito a spianarle la strada del successo? La domanda mi imbarazza e onestamente non saprei cosa rispondere, specie per il riferimento alla sfera estetica. Certamente se nella mia vita ho raggiunto dei traguardi, lo devo ai miei genitori che, con sacrificio, mi hanno permesso di completare gli studi superiori e universitari. Poi la gavetta, le delusioni, i primi consensi. Insomma, ciò che aiuta a forgiare una personalità e la mia è la sintesi di molteplici esperienze con un comun denominatore: una smisurata passione per il sapere. Ecco, credo che ciò che conti nella vita sia proprio questo. Avere passione migliora, avere passione fa belli… Dentro. Per concludere la nostra intervista, non possiamo che augurare al Professore Gaetano di avere sempre questa passione, questa cura per la ricerca, questa voglia di conoscere e soprattutto di far conoscere, ai suoi studenti in primis, ma anche a noi cittadini lametini. Steve Jobs, durante un suo discorso a Standford disse ai suoi studenti “Siate affamati, siate folli”. Forse, un augurio migliore, per chi come lui è sempre alla ricerca, non si può certamente fare.

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Sei un cantante alla ricerca di nuovi stimoli e motivazioni per rompere il senso di “stagnazione” che stai provando ultimamente?

Vuoi perfezionare le tue capacità tecniche e di interpretazione applicandole ai brani del tuo repertorio, oppure trovare e studiare in modo approfondito nuovi brani da aggiungere al tuo bagaglio di cantante solista?

Oppure, hai bisogno di prepararti adeguatamente per una importante audizione, per il casting di un musical, oppure ancora devi sostenere un provino per una selezione?

È giunto il momento di avvalerti della sensibilità musicale, dell’esperienza, della creatività, della versatilità della Scuola di Canto Bequadro di Lamezia Terme di Gessica Giampà Vocal Coach americana di indiscussa competenza; molte persone lo hanno già fatto traendone beneficio in modo rapido e tangibile, consolidando la propria tecnica e raffinando le proprie capacità interpretative, vincendo numerosi concorsi, superando provini e audizioni, e, nel lungo termine, ben collocandosi a livello professionale. OGNI VOCE E’ DIVERSA 
 Le lezioni di Canto Moderno alla Scuola di Musica Bequadro sono in grado di capire, ascoltandoti al primo incontro, quali sono le caratteristiche più belle del tuo strumento vocale (le zone di miglior risonanza, le qualità del timbro, l’estensione, ecc.), e quali sono i punti forti e quali i punti deboli della tua vocalità e della tua tecnica.
Come cantante solista, è in primo luogo importante acquisire una consapevolezza delle proprie caratteristiche, in modo tale da saper valorizzare ed esprimere al massimo le proprie migliori potenzialità, evitando di imboccare quei percorsi senza via di uscita che portano ad esporre le qualità minori; cosa che torna utile anche quando la forma vocale non è ottimale a causa di un raffreddore o di un affaticamento.
Ogni persona è diversa, e così pure ogni voce è unica e personale; le mie lezioni rappresentano una guida competente all’uso del tuo unico e personale “strumento”, in modo da metterne il più possibile in risalto le qualità espressive.

 UNA SOLA MUSICA, TANTE FORME E GENERI 
 siamo in grado di dare consigli adeguati per una gamma molto variegata di generi musicali: quindi, non solo Gospel, Blues e Soul come si potrebbe essere portati a pensare.
Grazie ad una conoscenza musicale davvero ampia, ti può essere d’aiuto per canzoni sia in Italiano che in lingua Inglese, ed oltre ai vari generi di diretta derivazione Afro-Americana o Black Music (Blues, Soul,

Reggae, RnB, Rap...) si possono includere brani da Musicals, oppure brani dal repertorio Classico, ed inoltre Rock, Pop, Hard Rock, ed altri ancora.
 
 LA SCELTA DEI BRANI 
 Oltre ai brani che sono già nel tuo repertorio e a quelli che ti piacerebbe studiare, ti consiglieremo di volta in volta, sulla base delle tue caratteristiche personali e dei tuoi obbiettivi, lo studio di alcuni brani che si possono ricondurre a due categorie distinte.
Nella prima, sono i brani che possono aiutarti a valorizzare, esprimere al meglio e potenziare tue migliori qualità; brani che ti faranno sentire relativamente “a tuo agio” mentre li esegui, per i quali tuttavia non mancheranno spunti per migliorare ed imparare. Inoltre, se hai in programma di sostenere delle audizioni o se svolgi una attività come cantante solista questi brani potranno assumere un ruolo molto importante nel tuo repertorio.
Nella seconda, sono i brani scelti con lo scopo di abituarti a confrontarti con gli aspetti interpretativi o tecnici che hai meno approfondito; brani che probabilmente non avresti mai voluto scegliere, e che percepirai appunto come “difficili” ma che ti aiuteranno ad irrobustirti là dove ne hai più bisogno.

 SENSIBILITA’, VERSATILITA’, PROFESSIONALITA’ E SIMPATIA 
 La Scuola di Canto Bequadro è in grado di percepire il tuo stato d’animo e ti dà supporto, è molto seria e professionale nel lavoro ma al contempo trova sempre il modo di farti sorridere e di incoraggiarti nei momenti più difficili dello studio, per aiutarti ad affrontare le difficoltà in relax, ma con consapevolezza e concentrazione.
La Scuola di Canto Bequadro è sempre disposta a proporre o a considerare diverse soluzioni in risposta al problema di un passaggio non consono alle tue caratteristiche, e ti propone vari modi alternativi per rendere l’interpretazione meno ripetitiva, più scorrevole ed interessante.

 MASSIMIZZARE LE TUE POTENZIALITA’ L’approccio è volto a massimizzare i talenti, non impone quelli che sono i limiti propri o altrui alle tue capacità, il suo scopo è quello di farti arrivare al “tuo” meglio seguendo un percorso costruito su misura per te. E’ sempre molto diretto e pratico, finalizzato alla applicazione diretta ed immediata della tecnica al brano, il tutto fatto con umiltà, al servizio Tuo e della Musica.
Potete contattarmi al seguente numero telefonico 329.4431577.

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La POLITICA senza coraggio, senza passione, senza vicinanza e conoscenza dei problemi che vive la società amministrata, è vuota, non è credibile e si presenta distinta e distante dal territorio che ne ha votato la rappresentanza. E’ inutile dire che oramai, sopratutto sul piano nazionale, noi abbiamo parlamentari nominati e quindi Senatori e Deputati scelti dai segretari di partito, nonché Premier e governi, senza indicazioni del popolo elettore. Insomma la seconda o terza Repubblica che si vuole, nasce e si moltiplica senza consenso. Infatti oramai è conclamato un astensionismo stabile, che dovrebbe far preoccupare la democrazia e le istituzioni governative. Con tale premessa, affacciandomi per un attimo alla disarmonica nostra terra Calabra, grido con dolore un abbandono atavico, che perdura fino ai giorni nostri. In una sola parola i governi passano e le nostre miserie rimangono e sono più evidenti in forza ad un confronto che giornalmente si evince con le altre regioni. La sanità ne è un emblema, dalle nostre parti, non si offrono i servizi in quanto il riordino sanitario impone tagli orizzontali e verticali, per obbligare da qui, una emigrazione sanitaria che costa comunque alle casse regionali e ad intere famiglie costrette ad emigrare. Bella contraddizione!!! Non c’è mai fine alle nostre lamentele, siamo stati da sempre colonizzati, così come nei contenuti letti nel libro del giornalista scrittore Pino Aprile, in quale con più argomenti afferma: il sud in genere è stato sempre una sorta di colonia del nord” E richiamando la sua espressione estrema: “forse si stavamo meglio quando c’erano i Borboni a governare, in quanto l’Unità d’Italia a noi è costata lacrime e sangue, tanto dare e tanto poco ricevere”. Basta ricordare lo smantellamento della Ferdinandea Calabra, l’industria d’armi più grande d’Europa, a noi “rubata” per

vederla istituita nel nord. L’autostrada del mare iniziata dai Borboni di cui non si è mai parlato; le nostre autostrade, non tali dopo 150 anni. Stessa cosa le ferrovie, i servizi, ecc, per poi, ai tempi d’oggi, sentirsi chiamare terroni, implorare i terremoti per la distruzione del sud, ritenendoci zavorra, per poi in modo contraddittorio qualcuno, oggi, pensa addirittura di allearsi con una politica leghista che vede il sud come un fastidio, abitata da uomini della preistoria, dimenticando invece il nostro dare per la crescita del nord, con le nostre maestranze, i tanti figli dati in massa alle forze dell’ordine, medici, universitari, ingegneri ecc. Cambierà la Calabria ?? Solo se cambieranno gli uomini !!! QUALE VOCAZIONE HA LAMEZIA? Lamezia è città dei servizi, è Turistica - è Termale - è Archeologica - è città del florovivaismo - dei trasporti - della convegnistica e sicuramente merita un governo stabile, un programma efficiente, una politica adulta e legata ai cittadini per una nuova “speranza” che non sia sono nel nome. Insomma nel mentre cresce l’area CSRende, e a sud RC come città metropolitana, Lamezia stenta e CZ capoluogo si arrocca e non si applicano politiche convergenti con servizi diversificati, per una grande area al centro della Calabria. LAMEZIA: QUALI SONO STATI I RISULTATI DEL GOVERNO SPERANZA? Disattesi condizioni di sviluppo del territorio, il quale ha perso visibilità centralità e riferimento per il corollario dei paesi limitrofi, i quali si rivolgono sempre più verso l’area cosentina e catanzarese. QUALE E’ STATA UNA NUOVA IDEA DI CITTA’? Un’area senza identità caratterizzata da fontane, rotatorie intransitabili, restringimento di strade)

L’OCCUPAZIONE È DIMINUITA? Tutt’altro è aumentata, la MULTISERVIZI: ingessata e a rischio futuro dal punto di vista occupazione e gestionale) NELLA SACAL QUALE INCIDENZA HA AVUTO IL COMUNE IN QUANTO SOCIO DI MAGGIORANZA? Mera comparsa.. nessuna proposta di politiche alternative, e di progettazione che colleghi l’area alla città, come se l’aeroporto appartenesse a tutti ma non a Lamezia. SUI ROM QUAL E’ IL RISULTATO? Dopo venti anni di governi di centro sinistra - ed imposizioni da parte della Magistratura e da Sua Eccellenza Sig. Prefetto - ecc, dei Nomadi, poche famiglie con le valigie in mano, a parte la mancanza di un censimento e i fumi che continuano ad inquinare. E SUL PARCO TERMALE? Una retorica espressione, divenuto stancante parlarne, mentre è la vera prospettiva di Lamezia, in altri luoghi è motivo di vanto e di sviluppo, da noi oltre alla “storica gurna” qualche staccionata divelta, l’incuria, il degrado, le pulizie e le proteste dei comitati spontanei, sono all’ordine del giorno). AREA COSTIERA? La solita solfa di un marciapiede chiamato “attrattiva turistica,” seppur in presenza di corposi finanziamenti regionali che potevano stravolgere l’area turistica lametina. PORTO TURISTICO? Nemmeno la traccia, come più volte segnalato dal mondo turistico. SULL’ENTE FIERA? In questi anni ha depauperato la sua storia, riducendola ad un mercatino di quartiere senza alcuna prospettiva propulsiva. SULLA PROTEZIONE CIVILE? Esiste solo sulla carta. SUL PSC? cito volutamente quanto dice il centro sx: 27.11.13: direttivo del circolo Primerano, PD, prendono le distanze e rigettano

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l’eventuale approvazione del PSC, “non è interprete dell’attuale momento storico non è strumento di salvaguardia del territorio e più in generale dell’ambiente geografico e sociale. ANCORA SUL PSC lacunoso, ingessante, il progetto viario della città è inadeguato, così come il collegamento tra le aree montane e limitrofe non è garantito -non garantisce i vincoli idreologici ed ambientali- non vi è interazione tra i piani di emergenza e di Protezione Civile, 16.3.14 PSC: anche il Progettista e il circolo Primerano prendono le distanze rispetto alla faglia sismica di S. Teodoro o addirittura sulle altre faglie non considerate non si capisce come si colloca? Una strada pedemontana, degna di tale scelta non è prevista, manca un recupero di disegno di città; sulla tratta della metropolitana di superficie non vi sono azioni in atto nell’area aeroportuale non vi sono attenzioni; i paesi del corollario non ritrovano Lamezia quale area di interesse; il Psc-con il Piano spiaggia e il porto, non hanno una idea interagente; la perimetrazione dei centri storici, è esagerata o si dovevano garantire anche abbattimenti utili alla comunità? L’area API, è scollegata dal resto della città e quindi risulta come area amorfa; lo sviluppo della fiera non è tenuto in debito conto l’ex comune di S. Eufemia, non trova sinergia con il resto della città e degli ex comuni le migliaia di case abusive non si sa che fine faranno; La vocazione agricola- artigianale- commerciale non è stata sviluppata; strade nuove “direttissime” (pedemontana) di circonvallazione e centrale, non sono state previste; a partire via centrale di Via Marconi, la quale non ha una alternativa Cittadino: “Sul Psc” vi è l’opera del cerchio magico di Gianni Speranza, a sostegno della sua approvazione. In realtà il PSC che il Sindaco vorrebbe fortemente approvare serve a caratterizzare il suo mandato rispetto al nulla Cittadino ancora Il sindaco vuole nascondere i fallimenti tanto propagandati dell’API, di Rotoli, dello Zuccherificio, del Piano Spiaggia, del Piano per le Terme, o del Porto. Dove sono andati a finire gli 800 milioni di Euro assegnati dalla regione dei fondi europei, e i 40 milioni della campagna elettorale. Solo parole, solo propaganda, solo bugie, per nascondere una incapacità culturale ancorché amministrativa, 4.3.14 G.S.: PD, non voteremo mai un PSC scollegato e non rispondente alle esigenze della città ACCADIMENTI: TANO GRASSO “se ne va sbattendo la

porta per una disamministrazione complessiva; Tano Grasso dopo aver lanciato “Trame”, lascia l’incarico di assessore e la sua nuova creatura, sbattendo la porta, per presunte divergenze con Speranza; DALLA STAMPA: si manda avanti l’antimafia di facciata” Qualcuno ricordava Trame. Certo. Ma i fatti ci dicono che dobbiamo cambiare registro che queste manifestazioni hanno senso se lasciano una traccia nelle coscienze, non un articolo di giornale o una foto, ma un traccia nelle coscienze. Lamezia è una città malata. GIOVANNI IUFFRIDA: Lamezia, preda del neoliberismo più sfrenato, l’urbanistica è stata da tempo “bandita” e non registra un livello di salute tranquillizzante per il futuro; ELVIRA FALVO: PROGRESSIVA SELLIZZAZIONE, così come sostenuto nel centro sx. Pd Tonino Barberio, Speranza? “come Travers” !!! la città vive nella precarietà e mancanza di prospettiva e mal si lega al PSC L’avvocato Alfredo De Grazia la multiservizi è diventata “la gamba elettorale” del comune (Q 24.6.10) L’ON. REALE CONTRO SPERANZA SULLA MULTISERVIZI Una società in preda ad una seria e grave crisi di liquidità, costi che non sono coperti dagli incassi, numero dei dipendenti superiori alle capacità di servizio offerto, una gestione che lentamente ha strangolato la struttura; bilancio in rosso con 900,00 mila euro di esposizione. IL CONSIGLIERE AIELLO: “la deriva della Multiservizi, l’oscuramento di qualsiasi iniziativa politica, Speranza: un Berlusconi di sinistra, assenza di iniziative concrete nel settore lavori pubblici, dell’edilizia privata, sulla gestione del personale, oltre alla miriade di contratti ad personam, che sempre a suo parere, impazzano nel governo Speranza - Fiera Agricola: in continuo decadimento che fine farà? STRUTTURA DIRIGENZIALE VERTICISTICA costosa, amica del Sindaco, piramidale è schiacciante per l’apparato LAMEZIA UN MALCONTENTO È DIFFUSO; • Scordovillo, mancata attuazione dell’ordinanza di sgombero e smantellamento del campo rom, • Ciampa di Cavallo”, alloggi popolari, • Piazza Mazzini, scontro continuo con i cittadini, • il rifacimento di Via Adda, • Borgo Antico,

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le Terme di Caronte, il lungo mare non ancora ultimato, la questione “Lamezia Multiservizi”, l’area Zuccherificio,

PATTO PER LO SVILUPPO è stato sbagliato non portare avanti il patto per lo sviluppo (500 milioni pubblici e 500 privati) sottoscritto nel 2009 da Regione, Provincia e Comune. Ognuno ha le proprie responsabilità. competenza esclusiva del Comune di Lamezia Speranza e le sue Giunte hanno disatteso la parte piu’ importante del progetto relativo agli investimenti privati. Non sono stati attivate le progettazioni preliminari di propria competenza entro i 60 giorni dalla stipula del protocollo; Non sono stati promossi i processi di cooperazione, integrazione e gestione associata dei servizi, tra la città di Lamezia e i Comuni limitrofi, e con la città di Catanzaro e i restanti Comuni dell’Istmo, così da far venire meno gli obiettivi strategici ai sensi della normativa nazionale e regionale sulle forme associative e le gestioni associate; E’ stato disatteso completamente il punto fondamentale del protocollo e di competenza sempre del Comune di Lamezia, laddove si fa accenno a “contribuire finanziariamente all’eventuale costituzione di partenariati pubblici-privati anche per la realizzazione degli interventi previsti nel Progetto di finanza”. “Disatteso, nella redazione del Piano strutturale” – Gli investimenti maggiori, dunque, quelli inerenti l’impegno del Comune a incentivare risorse attraverso Progetti di Finanza, dovevano attivarsi tramite l’impegno concreto della Amministrazione comunale guidata da Speranza. E qui basta citare il fallimento del Comune progetto del Porto turistico (il Comune non ha fatto nulla per incentivare investimenti pari a 82mln di euro); Del Centro polifunzionale destinazione direzionale con annesso nuovo teatro (mancati investimenti per ad altri 82mln); Il progetto di finanza per il Polo fieristico regionale (mancati investimenti per 10mln); l’Area Polifunzionale Integrata o Piano Api. Qui il Comune doveva investire 10mln e non l’ho fatto oltre a non adoperarsi per investimenti privati pari a 292mln. Salvatore De Biase

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“Per Maria, altro che pigre!”: questa la dedica che Barbara Serra, autrice del libro GLI ITALIANI NON SONO PIGRI, mi ha scritto sul frontespizio del volume, edito da Garzanti. Beppe Severgnini, di lei, scrive: “Barbara Serra ha una mamma siciliana, un papà sardo, un’infanzia danese, una formazione britannica e un lavoro arabo. Un’italiana vera. Una donna con la mente lucida, il cuore caldo e la capacità di raccontare.” E la capacità di raccontare è insita, infatti, in Barbara Serra, nell’eloquio naturale e sicuro, dal vivo, ma anche nella sua maniera di scrivere. Nel suo libro è racchiusa tutta la sua personalità: quella di una donna vera, che non aspira a sterili quote rosa (di questo pensa che possa essere solo un avvio all’incremento dell’occupazione femminile e al darsi da fare delle donne), ma fiera del suo lavoro: del suo operare giorno per giorno, più che del suo successo e dei suoi risultati. Già dall’introduzione al testo, traspare il suo incitamento agli italiani. La volontà di fornire speranza ai giovani, perché guardino con forza d’animo oltre la crisi. Il libro di Barbara Serra, attraverso la narrazione delle sue esperienze, dei suoi incontri, si pone come esempio, come vessillo per non rinunciare mai ai propri talenti, alle risorse che si presentano, alla voglia di fare e al sentire, poi, persino all’italianità come a una felice opportunità da

sfruttare. Mi piace come la Serra riesca a trattare argomenti delicati come famiglia, fallimento, ambizione. E altri spinosi, come meritocrazia, competizione, privilegio. Per finire in bellezza (cfr. pag. 161) per parlare con intelligenza delle donne e della questione femminile. Il confronto delle sue idee con quelle di personaggi di spicco nel mondo del giornalismo, dell’impresa o di altri ambienti , a tutto tondo e a tutto globo, ci offre una visione incredibilmente ampia dei problemi su cui ci facciamo mille domande. E, quasi magicamente, le risposte affiorano spontanee, per noi, attraverso il suo sguardo attento, come se tutti i dubbi sparissero, guardandoli col cuore della narratrice. Sa raccontare, Barbara Serra, come afferma Severgnini: sa raccontare e sa narrare. Raccontare le sue esperienze e narrare le sue vicende umane, le sue idee, il suo modo di pensare. E sa parlare, Barbara Serra, con quel modo affascinante, non tipicamente accattivante di ogni donna, ma profondamente colmo di calore della gente leale. Ed è stato un onore conoscerla, leggere e approfondire, attraverso i suoi scritti, gli argomenti trattati alla manifestazione IL SABATO DEL VILLAGGIO, in una serata indimenticabile. Maria Palazzo

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Il nuovo Dipartimento di Musica Jazz del Conservatorio Tchaikovsky è nato nel 2013 istituendo la prima cattedra di Percussioni Jazz, quest’anno si aggiunge una nuova classe di Pianoforte Jazz. I Corsi hanno attirato da subito l’interesse di molti studenti desiderosi di intraprendere un percorso formativo a contatto con importanti professionisti del settore. L’intenzione del Conservatorio è quella di aprire a breve altre due cattedre di Sassofono e Basso elettrico. I Corsi di nuova istituzione ovviamente rientrano negli anni pre-accademici con la proiezione di avviare a breve il diploma accademico triennale. Il responsabile dei Dipartimenti di Jazz è stato affidato al M° Egidio Ventura concertista di musica jazz e Direttore Artistico di Lamezia Jazz e Jazz Loci. I corsi di Musica Jazz si terranno nella sede di Lamezia Terme, giorno 3 novembre sono già iniziate le lezioni per l’A.A. 2014/15. Il valore aggiunto offerto dal Conservatorio Tchaikovsky è dato, oltre che dalla qualità dei docenti, da un’efficiente logistica, da ambienti accoglienti che facilitano interazioni musicali, dalla volontà dell’istituzione di investire energie e risorse in ciò che è considerato “settore didatticamente strategico”. Diverse sono le opportunità di esibizione create per gli studenti, sia in ambito interno all’istituto sia all’esterno, grazie anche a rapporti consolidati con enti, istituzioni private e prestigiosi festival tra i quali, ad esempio, “Lamezia Jazz Festival” e “Peperoncino Jazz Festival”. Proficuo è anche il livello d’integrazione con il settore “classico”, con il quale si condividono alcuni insegnamenti, e non di rado si ha l’opportunità di interagire nell’ambito della produzione con gruppi provenienti dalle classi di musica da camera.

che porta ai diplomi accademici del conservatorio, predisposta dal conservatorio stesso. • Una scuola di musica privata puo’ tenere corsi, ma questi non assicurano allo studente crediti formativi spendibili presso un Conservatorio o Universita’; I corsi pre-accademici dell’ Istituto Superiore di Studi Musicali P.I. Tchaikovsky applicano crediti e debiti formativi riconosciuti dalla legge. Gli attestati di frequenza annuali dei Corsi Pre Accademici dall’ Istituto Superiore di Studi Musicali P.I. Tchaikovsky sono validi per la richiesta di crediti scolastici, per l’esame di maturità negli Istituti di scuola secondaria. Pensiamo sia importante incominciare a informare e fornire strumenti di studio a tutti gli allievi che vogliono intraprendere un Corso di Studio per arrivare come obiettivo di raggiungimento di un Titolo legalmente riconosciuto dalla Legge e che sia equipollente ad una Laurea. Per informazioni sulle iscrizioni rivolgersi al seguente numero telefonico 331/3418192

Le differenze tra i corsi delle Scuole di Musica private e i corsi di Studio Pre Accademici Pre- Afam istituiti dal Conservatorio “Tchaikovsky” sono le seguenti: • Una scuola di musica privata insegna ciò che vuole non ha l’obbligo di basarsi sui programmi ministeriali; I corsi pre-accademici dell’ Istituto Superiore di Studi Musicali P.I. Tchaikovsky rilasciano titoli di studio legalmente validi. • Una scuola di musica privata rilascia un semplice attestato, che di regola non ha alcun valore legale; I corsi pre-accademici dell’ Istituto Superiore di Studi Musicali P.I. Tchaikovsky rilasciano titoli di studio legalmente validi. • Una scuola di musica privata non puo’ promettere allo studente che lo fara’ ammettere in Conservatorio; I corsi pre-accademici dell’ Istituto Superiore di Studi Musicali P.I. Tchaikovsky sono la strada naturale

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Conclusa settimana dello studente al Liceo “Campanella” con la testimonianza del gospel rapper Shoek Laboratori di arte, artigianato, videomaking e giornalismo. Seminari sui temi della salute e del benessere, cineforum, dibattiti su argomenti di attualità, momenti di approfondimento sulle singole materie studiate tutti i giorni e confronti interdisciplinari. E tre ospiti d’eccezione: lo studioso e noto conduttore televisivo Alberto Angela, il geologo lametino di fama internazionale Giulio Riga, la testimonianza del gospel rapper Shoek. Si è appena conclusa una settimana particolarmente intensa per il Liceo “Campanella” di Lamezia Terme che come ogni anno, nella pausa didattica a cavallo tra primo e secondo quadrimestre, ha organizzato una settimana pensata “dagli studenti per gli studenti”, con contenuti e modalità didattiche innovative. Tra gli obiettivi dell’iniziativa: approfondire temi e argomenti spesso per ragioni di tempo non trattati nei percorsi didattici ordinari e stimolare il protagonismo degli studenti nell’organizzazione della vita della scuola. Sono stati gli stessi del Comitato Studentesco, coordinati dalla docente Michela Cimmino, a definire il programma delle attività della settimana dello studente confrontandosi con tutti i docenti e gli studenti dell’istituto superiore e coinvolgendo figure e realtà associative esterne alla scuola, che hanno offerto gratuitamente il loro contributo. “Come Comitato studentesco – dichiarano i rappresentanti degli studenti Reuel Lento, Alessandra Ariosto, Francesco Colelli, Pietro D’Ippolito, Roberto Adamo, Gianmarco Costanzo e Mariasole Sacco – siamo soddisfatti del programma organizzato anche quest’anno per la settimana dello studente e della risposta positiva dei 1100 studenti del Campanella, che hanno partecipato attivamente sia all’organizzazione della settimana sia alle diverse attività proposte. Ringraziamo tutti i docenti

dell’istituto per la collaborazione e il sostegno e le figure esterne intervenute, che hanno arricchito il programma con i loro contributi stimolando interesse e voglia di approfondire i diversi temi. La settimana dello studente per noi non è un fatto episodico, da ripetere una volta l’anno, ma rientra nello spirito e nella mission di una scuola come il Liceo “Campanella” dove tutti i giorni, nel rispetto dei differenti ruoli, si sviluppa una collaborazione virtuosa tra studenti e docenti e tra la scuola e il territorio”. “Il coinvolgimento e il protagonismo degli studenti nell’organizzazione annuale di questa settimana fortemente voluta dal dirigente Giovanni Martello – dichiara la docente Michela Cimmino – ci dà la prova di cosa significa fare “buona scuola”: significa mettersi a servizio del territorio, aprire gli orizzonti della didattica e, pur ribadendo il valore insostituibile della scuola pubblica, avviare sinergie virtuose con tutti i soggetti attivi sul territorio che possono arricchire il percorso formativo dei nostri ragazzi”. A chiudere la settimana dello studente, la testimonianza del rapper Shoek, all’anagrafe Thomas, che ha parlato a tutti gli studenti in auditorium della sua vita, di un cammino di rinascita che lo ha portato dalle gang sudamericane all’incontro con Cristo. Una vita, quella di Shoek, pioniere del gospel rap in Italia, che ha conosciuto inferno e paradiso, la strada e la comunità, la morte spirituale e la rinascita. E che agli studenti del Liceo “Campanella” ha lasciato un messaggio: “non sprecate la vostra vita e non mettetevi addosso delle maschere che negano la vostra autenticità, che non vi fanno essere felici. Spendete la vostra vita per ciò per cui vale davvero la pena vivere: l’amore, la speranza, la salvezza. Tutto questo ha un solo nome: il nome di Gesù Cristo”

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Salmone in salsa di mango e zenzero … continua il nostro viaggio nel mondo della cucina etnica parlando anche in questa puntata di Sudamerica, una cucina che, volendo usare un termine piuttosto recente, potremmo definire “fusion per antonomasia” In questo secondo viaggio di “chef a domicilio” andremo alla scoperta di un abbinamento facile e delicato, come molti di voi sanno nella cucina del centro america è rinomato l’uso della frutta in cucina, tante sono le varietà che provengono dalle terre Sudamericane, tra le più usate papaya ananas, guava, banane, mango. Proprio quest’ultimo sarà il protagonista di questa ricetta: salmone con salsa di mango e zenzero

ingredienti per 4 persone 4 tranci di salmone, 2 manghi maturi 1 cucchiaio di zenzero 1 tazza di fumetto di pesce 2 limoni, 3 spicchi d’aglio, 2 cucchiai di dragoncello secco 4 scalogni 2 pomodori 50 grammi di burro sale e pepe quanto basta

PROCEDIMENTO Mettete i tranci di salmone in un piatto piano spruzzateli con il succo di limone e unite l’aglio sbucciato e schiacciato, il dragoncello, il sale ed il pepe, coprite e mettete in frigo per un’ora. Nel frattempo mettete nel mixer gli scalogni puliti e tritati grossolanamente, il pomodoro lavato ed il mango anche questo lavato e tagliato a pezzi, frullate finchè non otterrete un composto liscio ed omogeneo, aggiungete ora il fumetto di pesce e lo zenzero frullate ancora e mettete da parte a questo punto riprendete il salmone dalla marinatura e cuocetelo nel burro in una padella x 3 minuti su ogni lato aggiungete la salsa di mango coprite e fate sobbollire per 5 minuti quando vedrete che il salmone si sfalda allora avrete ottenuto la cottura perfetta Posizionate ora a specchio un po’ di salsa di mango ed adagiatevi sopra la fetta di salmone, guarnite con rametto di aneto n.b la salsa posizionata sul piatto a specchio dovrà essere ben calda Vino consigliato: dovrà essere un bianco con grande struttura e corpo, può andar bene uno Chardonnay Riserva Mendoza Argentina oppure un Terre di Franciacorta bianco

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Quando un individuo adulto decide di condividere la propria vita con un’altra persona, è arrivato il momento di costruire la propria famiglia staccandosi da quella di origine. Questo è, quantomeno, il percorso naturale attuato nelle famiglie della società che precedevano la nostra. Oggi, però, si può affermare che questo non si verifica, da quanto emerge anche dalle indagini sociologiche. Un’indagine dell’OCSE (Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico) rileva, infatti, che in Italia vi sia il primato per la più alta percentuale di giovani che permangono a vivere nella famiglia d’origine anche in età avanzata, rispetto agli altri Paesi industrializzati. La famiglia può essere considerata un sistema in continua evoluzione, dato che i ruoli dei membri al proprio interno vengono messi costantemente alla prova, al variare delle esigenze dei soggetti che la compongono. Ogni qualvolta, un soggetto mette in atto azioni di cambiamento all’interno del contesto familiare, anche gli altri membri reagiranno con dei mutamenti. La famiglia rappresenta il primo contesto di evoluzione per l’individuo. Il compito naturale di una famiglia dovrebbe essere di creare e formare individui adulti e autonomi, capaci di staccarsi dalla famiglia stessa e andare per la propria strada. Almeno ciò era quello che accadeva in passato, oggi ciò diventa sempre più difficile. Il rapporto genitori-figli si chiude sempre più in un circolo vizioso e, quanto più i genitori tendono a sostenere i propri figli allo scopo di facilitargli la vita, tanto più i figli permangono in famiglia, alimentando la complicità dei genitori che giustificano tali situazioni con spiegazioni di natura sociale (non c’è lavoro), economica (non riescono a pagarsi l’affitto), e così via. E, col passar del tempo, si crea una sorta di rapporto basato sul non poter fare a meno gli uni degli altri in una logica né con te, né senza di te. Questo nuovo status familiare, ha messo in discussione il modello tradizionale sostituendolo con quello più moderno, dove però si innescano delle dinamiche familiari a volte disfunzionali. Ciò che si è venuto a creare è un ribaltamento che ha visto la messa in discussione della cultura e dei modelli educativi del passato, troppo autoritari e deprivanti affettivamente e relazionalmente, verso un modello educativo democratico, amichevole e impron-

tato al permissivismo. In ultima analisi, i nuovi genitori, per farsi ascoltare e seguire dai propri figli, non utilizzano più il ruolo e l’autorità, ma chiedono spiegando. Spesso si cade nell’errore di voler mettere i genitori ed i figli sullo stesso livello in maniera orizzontale, così come avviene nei rapporti sociali, ma nel contesto familiare deve vigere il rispetto della gerarchia. Il rapporto tra genitori e figli si è trasformato, passando da verticale e strutturato con al vertice i genitori e alla base i figli, a un rapporto antiautoritario mascherato in democratico, che sfocia nel permissivismo più assoluto ove i genitori si astengono da un qualunque tipo di intervento o, se tale intervento c’è, è alquanto debole. A volte questo porta i figli a decidere inconsapevolmente sulle proprie scelte senza, però, avere la giusta dose di consapevolezza e bruciando le tappe evolutive ed il gusto della conquista quando raggiungono l’obiettivo. Lo stile educativo tradizionale, basato sull’autorità e di tipo patriarcale era quello più diffuso, poneva il capo famiglia al centro di tutto ma era anche il punto di riferimento della famiglia, mentre il resto dei membri (moglie, figli, nonni e altri eventuali familiari che vivevano tutti nella stessa casa) in sudditanza alle sue decisioni …questo modello ha delle criticità in quanto non consentiva il confronto e la scelta. Attualmente la tipologia familiare più estesa è quella di tipo mono-nucleare, dove sono presenti al proprio interno la coppia genitoriale ed un figlio; i nonni di solito vivono in un’altra casa e rappresentano spesso un sostegno a cui appoggiarsi in caso di necessità. Ora la struttura familiare pone tutti allo stesso livello con uno stile educativo che non educa ma che costruisce personalità arroganti, insicure, prepotenti e incapaci di assumersi le proprie responsabilità. Il rapporto genitori-figli non può esser basato sulla reciprocità, l’amicizia, sull’avere dai figli adeguamento a compiti e doveri senza però chiedere, ma sul dover dare per poi aspettarsi di avere. Il genitore non è e non può essere l’amico o il compagno: può solo essere colui che guida. Ai figli servono delle regole, le quali hanno il doppio ruolo da una lato quello di guidare e dall’altro quello di contenere le ansie e le paure…le regole però vanno stabilite insieme ai figli, spiegate e modificate in base alle tappe

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evolutive. Le regole devono essere tali, ma le eccezioni servono a non essere troppo schematici o rigidi, senza però correre il rischio che le eccezioni diventino il ribaltamento delle regole. Oggigiorno, i figli sono iper-stimolati rendendoli cognitivamente più veloci e perspicaci ma più fragili se lasciati a se stessi. I genitori dobbiamo avere il coraggio di assumerci delle responsabilità, altrimenti apparremmo poco affidabili, rendendoli irresponsabili a loro volta. La nostra presenza non deve essere basata sulla quantità, se poi non è interattiva, ma è importante puntare alla qualità e alla fiducia e quest’ultima va conquistata. Il ruolo dei genitori è quello di crescere i figli dando loro gli strumenti necessari per renderli autonomi, costruire delle radici stabili consentirà ai ragazzi di crescere aprendo le ali verso l’alto…lasciando che i figli vadano incontro alle cose, ricevendo quei piccoli colpi che rendono forti. Tante piccole difficoltà servono a formare e rafforzare il carattere. Per i genitori è più semplice dire di si, cosa più facile e gratificante, che rende simpatici e fa ottenere approvazione ed entusiasmo. Quanto più sapranno dire di

no, tanto più i figli dovranno ribellarsi e dovranno criticare i genitori stessi. Questo sarà il segno della forza e della salute del rapporto. Il figlio che si ribella alle direttive del genitore è un figlio che si comporta secondo l’ordine mentale delle cose; una persona che lotta per cercare di ottenere i benefici senza fatica, impegno, doveri e fatica con genitori deboli che cedono e danno senza richiedere alcun impegno, permettono al proprio figlio di imparare l’arte di ottenere solo chiedendo e facendo la voce grossa. L’amore responsabile dei genitori deve essere un amore molto controllato, che tenga sempre conto dei ruoli e che funzioni da orientamento e guida. Laborit (1982) sostiene: “la felicità è la successione della capacità di desiderare, di agire per raggiungere lo stato desiderato e, infine, dopo aver goduto dell’averlo raggiunto, il desiderio di ricominciare”. dott.ssa Maria Mirabelli Psicologa clinica-Psicoterapeuta Viale Michelangelo, 25 Lamezia Terme Contatti: 339.5919310 mariamirabelli@libero.it

Dopo 10 anni

“DIMARTEDÌCULTURANDO”

chiude le sue rappresentazioni.

La famosa rssegna culturale del CAVALLINO BIANCO, curata da INES PUGLIESE e TOMMASO COZZITORTO, dopo dieci anni chiude un ciclo intenso e variegato. Tanti gli spettacoli cullturali proposti in questi anni: D’ANNUNZIO, ISABELLA ALERAMO, MADAME BOVARY, BAUDELAIRE, SALGARI E I SUOI ROMANZI DI AVVENTURE, IL MISTERO DEGLI ANGELI, LE POESIE DI PETRERCA, LA SIGNORA DELLE CAMELIE di DUMAS ecc. ecc. Vogliamo inoltre ricordare i numerosi spettacoli sulle poesie di Ines Pugliese e sulle riflessioni scritte di Tommaso Cozzitorto. Tanti gli ospiti che si sono esibiti al dimartediculturando: TONINO FALVO, GIANCARLO DAVOLI, DAVIDE GALLI, SALVATORE DE BIASE, TULLIO CALFA, LUCIANA PARLATI, ANGELA DESENSI FRONTERA, GIOVANNI BUFFONE, FILIPPO D’ANDREA. Tanti gli artisti che ci hanno accompagnati da protagonisti in queti anni: MARIA MATTEA PAGANI, ROSA

D’AUDINO, MONICA SDANGNELLLI GIOVANNI CIMINO, ANTONIO BIFULCO, CHIARA D’ANDREA. Ringraziamo con grande affetto il gestore del CAVALLINO BIANCO, TONINO LOMBARDO e non ultimo il pubblico che ci ha seguito con attenzione e partecipazione assidua nel corso di questi anni. Un affettuoso pensiero ad ANTONELLO MICELI ricordando quando, insieme, abbiamo coniato il titolo della rassegna. Da parte nostra, carichi di bellissimi ricordi, e, sicuri, di aver dato nel nostro piccolo un contributo di qualità alla partecipazione culturale della città di Lamezia valorizzando soprattutto i talenti della nostra terra, salutiamo tutti. Ines Pugliese, Tommaso Cozzitorto

Appuntamento ad una nuova idea.

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Una giornata all’insegna della bellezza quella che si è svolta il 02 marzo all’Auditorium del Liceo “Tommaso Campanella” di Lamezia Terme per l’esclusivo appuntamento Passion – evento di trucco e acconciatura organizzato da Franco Calidonna, direttore della SCUOLA APPE di Lamezia Terme, rinomata scuola professionale per acconciatori, estetiste e tatuatori. Protagonisti dell’evento gli allievi dei corsi per acconciatore ed estetista dell’APPE che hanno realizzato sapientemente acconciature e trucchi su modelle che, sfilando con bellissimi abiti da quello da tempo libero a quello da sposa, si sono affidate alle loro mani per far risplendere ancora di più la loro femminilità. E così le estetiste hanno realizzato trucchi da giorno, da sera e da sposa, mentre gli acconciatori hanno realizzato, su capelli tinti con i colori moda rame e pastello, acconciature alte, semi-raccolti con aggiunta di extension. Gli allievi si sono cimentati nell’esecuzione di lavori su pedana per dimostrare ai numerosi presenti, circa 600, la preparazione che la scuola è riuscita a dare. Ed ecco un taglio maschile, un taglio moda femminile, un trucco fantasia, una dimostrazione di ricostruzione unghie fino alla tecnica dell’invecchiamento molto utilizzata nel cinema o a teatro. È seguita una sfilata di body painting, tecnica assai particolare e fantasiosa in cui il corpo diventa una tela al di sopra della quale si mescolano colori diversi, da quello più tenue a quello più acceso con un effetto a dir poco entusiasmante. Ed ecco la “Foresta amazzonica” che con colori accesi richiama la vegetazione e gli animali

di questo affascinante luogo, l’“Angelo” dai colori tenui e rilassanti, la “Notte stellata” che riproduce il famoso quadro di Van Gogh e lo “Zombie” i cui colori richiamano il macabro. In particolare in quest’ultima creazione oltre alla tecnica del body painting sono state utilizzate le diverse tecniche del trucco cinematografico ed effetti speciali e così si sono simulati una ferita con spada infilzata da una parte all’altra del corpo, diversi colpi di arma da fuoco e ferite sanguinanti con un effetto ottico abbastanza realistico. A rendere ancora più particolari le creazioni, ci hanno pensato gli acconciatori che hanno realizzato acconciature artistiche alte e cotonate con l’aggiunta di sfiziosi posticci e di accessori fantasiosi. La sfilata ha avuto un grandissimo successo ed ha messo in evidenza le eccezionali doti degli allievi dell’APPE che si sono preparati all’evento come dei veri professionisti. Ancora una volta l’APPE ha dimostrato di essere all’avanguardia e di essere sempre un passo in avanti grazie ai contenuti innovativi dei propri moduli didattici capaci di dare agli allievi non solo le conoscenze base dell’acconciatura e dell’estetica ma anche aspetti innovativi come il trucco cinematografico e gli effetti speciali. È grazie a questo che la scuola dopo vent’anni è ancora una delle più belle realtà calabresi

nel campo della formazione, ed è motivo di orgoglio alla luce dell’elevata preparazione acquisita dagli allievi, supportati oltre che da esperti docenti da un direttore, Franco Calidonna, instancabile e pignolo che ha espresso particolare soddisfazione. Il Direttore ha sottolineato che “questo evento, uno dei tanti organizzati dalla scuola, rappresenta uno stimolo per migliorare sempre più e continuare a lavorare con l’umiltà, l’impegno e la professionalità che da sempre contraddistinguono l’APPE. In vent’anni di attività abbiamo costruito molto per sviluppare la qualità della formazione offerta; alimentiamo giornalmente la passione per il mondo dell’acconciatura e dell’estetica in generale e la trasferiamo a tutti gli allievi che scelgono i nostri corsi”. La Scuola APPE, continua il Direttore, “non è solo formazione in aula ma anche visite guidate e stage esterni. Il 15 marzo le allieve dei nostri corsi per estetista saranno impegnate in uno stage di 2 giorni nei più importanti centri benessere e SPA della Puglia, il 22 e 23 marzo saremo presenti come ogni anno alla fiera COSMOPROF di Bologna dove i nostri allievi si cimenteranno nell’esecuzione di lavori su pedana quali tagli, acconciature, trucchi e quant’altro ancora”. Il Direttore conclude “ho sempre investito e continuo ad investire nella formazione affinché i giovani che frequentano i nostri corsi, riescano ad acquisire quella professionalità e preparazione che permetta loro di affermarsi nel mondo del lavoro. Ritengo che i giovani rappresentano il futuro della nostra terra e su di loro bisogna puntare!”

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Febbraio 2015 A Cosenza al Museo MAM, curatori Mimma Pasqua e Maria Rosa Pividori, Friuli e Calabria si incontrano nella amicizia che legò Francesco Leonetti a Pasolini, sul tema del partire e del restare, allargato a senza limiti e confini. In viaggio con Antonio. Mi ritrovo a guardare altra mostra di Tornare@Itaca, dedicata a Calogero e Merini, nel 2011, e insieme al filo, alla Guglia sono nello spazio di Vertigo Arte, stasera. Cucire il tutto stamani impossibile è. Come se avessi in mano molti pezzi di colori diversi, di tessuto diverso, in un paniere, Panaru, che altra mostra è. Dalla finestra di Silvia Puija, suo lo sfogliare di un tempo di legami fra un io e i suoi vicini… Voglio però ritornare al Tempo che tu mi hai regalato, Antonio, quan-

do studente al Liceo di Vibo Valentia, nelle ore che non eri in classe, andavi a trascorrere al Palazzo Gagliardi, allora Museo archeologico, ad osservare le testimonianze, le fonti, i resti, i cocci di quello che fu un passaggio di genti. Passare in tanti lasciando orme sul terreno, ti direbbe il poeta Mastroianni. Un viaggio che facciamo nella testa, prima di prender auto, valigia e andare. Tu non hai parole, dici, eppure le tue parole da un viaggio ad un altro, compongono un tessuto, civile, di chi ha studiato, di chi ora osserva come il ribaltamento di conoscenze approssimate e farraginose sia ora preferito ad impegno e competenza. “Liberare parole perché nessuno punisce non vuol dire che questa abbondanza liberi. Soffoca invece. Liberare parole uccide la libertà di espressione che ha bisogno di limiti e confini, di riferimenti e studio, di serietà, per esistere.” Questo ci diciamo in una serata piena di incontri e doni, di racconti e immagini. Est ovest da dove si arriva. Ex stasi da fuori mi sta dicendo Orazio Garofalo. Con suo video che proietta

le ombre sul muro fuori dallo schermo. Ombra sei, come non ti vedi mai. Tua ombra, le spalle. Est ovest, mi sta dicendo stasera Antonio, con sua opera, davanti due immagini di confini, segnati, affrontati da est e ovest con correnti marine e correnti di cielo, linee azzurre sporcate da ossido di piombo. Stesso colore usato in stoviglie di terracotta che rilasciava veleno. Veleno che man mano nutriva, avvelenando umore. Mondo rivoltato. Prospettiva rivoltata. Stasera. Come racconto di Saverio sul grosso pesce appena pescato che saltella morente e bimba meravigliata saltellante sorpresa. Su una spiaggia in cui un pescatore

anziano osserva continuando suo fare e uomo giovane sorride della scoperta di sua bimba. Un capovolgimento che vita è. Morte per uno e felicità per altra. Stasera poi tanti altri capovolgimenti impediranno il tornare ad Itaca. Che mai si torna da nessuna parte. Restano qui accanto i libri di Franco Araniti. Di quel via vai... D’amore- che mi accingo a leggere. Inizio modulo

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Studio condotto da James Hudziak, docente di psichiatria negli Usa: “Durante la crescita si modifica lo spessore della corteccia cerebrale. La pratica musicale influenza tale spessore nelle aree legate alla memoria di lavoro e all’organizzazione mentale. I bambini che familiarizzano con uno strumento musicale fin da piccolissimi sembrano ottenere dei benefici che vanno ben oltre il fatto di saper suonare Mozart, Beethoven o Bach. A dimostrarlo è una recente ricerca statunitense apparsa sulla rivista Journal of the American Academy of Child & Adolescent Psychiatry, secondo cui suonare uno strumento musicale fin dalla tenera età favorirebbe un miglior controllo delle emozioni e una migliore capacità di attenzione, abbattendo la tendenza a soffrire di disturbi d’ansia. Lo studio – considerato la più vasta indagine relativa all’associazione tra sviluppo cerebrale e interesse alla musica nei bambini – è stato condotto da James Hudziak, docente di psichiatria dell’Università del Vermont, che ha preso in esame le risonanze magnetiche di 232 ragazzi di età compresa tra i 6 e i 18 anni, analizzando lo sviluppo cerebrale nel tempo. In base alle ricerche effettuate dallo stesso Hudziak e dal suo team, infatti, durante la crescita la corteccia cerebrale dei bambini andrebbe incontro a una modifica del suo spessore e il suo assottigliamento in determinate aree cerebrali sarebbe da ricollegare direttamente ai disturbi d’ansia, dell’attenzione e ai

comportamenti aggressivi negli adolescenti. Dalla ricerca attuale è emerso che la musica avrebbe il potere di alterare lo sviluppo delle aree motorie cerebrali, probabilmente per via dei movimenti coordinati che richiede il fatto di saper suonare uno strumento. Ancor più importante, la pratica musicale influenzerebbe lo spessore della corteccia nelle aree legate alla memoria di lavoro e all’organizzazione mentale, con un importante influenza sul controllo e la gestione delle emozioni. “Tali statistiche – spiegano i ricercatori – sottolineano l’importanza vitale di trovare nuovi modi innovativi per rendere la formazione musicale più ampiamente disponibile ai giovani, a partire dalla prima infanzia”. Già da tempo le ricerche scientifiche hanno mostrato i numerosi benefici della pratica musicale sin dalla tenera età: uno studio della Harvard University ha mostrato che avere a che fare con le note potenzia le capacità mentali dei bambini, rendendo il loro cervello più “flessibile”, mentre una ricerca sull’autorevole Journal of Neuro Science ha fatto vedere come praticare musica da giovani garantisce un cervello più svelto e reattivo da anziani. Per consigli sullo studio del Pianoforte potete contattarmi al 331/3418192 Egidio Ventura

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