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Mensile di informazioni varie - anno 4 - n. 10 - Marzo 2015 Iscrizione al Tribunale di Lamezia Terme - n. 609/09 Rug. - 4/09 Reg. Stampa Direttore Responsabile: Antonio Perri Edito da: Tipolitografia Perri Lamezia Terme - Via del Progresso, 200 Tel. 0968.21844 - e.mail. perri16@gmail.com Stampa: Michele Domenicano - Allestimento: Peppino Serratore Redazione: Nella Fragale - Perri Antonio Progetto grafico&impaginazione: Tipolitografia Perri - 0968.21844 Come usare «lamezia e non solo» Le iscrizioni, per i privati sono gratuite; così come sono gratuite le pubblicazioni di novelle, lettere, poesie, foto e quanto altro ci verrà inviato. Lamezia e non solo presso: Tipolitografia Perri - Via del Progresso, 200 88046 Lamezia Terme (Cz) oppure telefonare al numero 0968/21844 Per qualsiasi richiesta di pubblicazione, anche per telefono, è obbligatorio fornire i propri dati alla redazione, e verranno pubblicati a discrezione del richiedente il servizio. Le novelle o le poesie vanno presentate in cartelle dattiloscritte, non eccessivamente lunghe. Gli operatori commerciali o coloro che desiderano la pubblicità sulle pagine di questo giornale possono telefonare allo 0968.21844 per informazioni dettagliate. La direzione si riserva, a proprio insindacabile giudizio, il diritto di rifiutare di pubblicare le inserzioni o di modificarle, senza alterarne il messaggio, qualora dovessero ritenerle lesive per la società. La direzione si dichiara non responsabile delle conseguenze derivanti dalle inserzioni

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Nel dormiveglia generale che precede la competizione elettorale, la città di Lamezia si appresta ad ascoltare tutti coloro che, per un partito o per un altro, si candidano a Sindaco della città di Lamezia Terme. Nei mesi scorsi abbiamo intervistato diversi esponenti politici, oggi, uno dei maggiori esponenti del centro destra è sicuramente l’avv. Paolo Mascaro. Paolo Mascaro, 52 anni, nato a Lamezia Terme, marito, padre, avvocato, è stato Presidente del Consiglio dell’Ordine degli Avvocati, è stato Presidente della Vigor Lamezia, ora candidato a Sindaco di Lamezia Terme con due liste civiche e con molti partiti dell’area di centro destra, la abbiamo presentata con poche parole, vuole dire qualche altra cosa di lei, per presentarsi a chi, dei nostri lettori, non la conoscesse?

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E’ stato Presidente dell’Ordine degli Avvocati, questa “esperienza” la ha cambiata in qualche modo? Se sì, come? Sono stato Consigliere in seno al Consiglio dell’Ordine degli Avvocati di Lamezia Terme ininterrottamente dal 1994 al 2014, quando ho deciso di non ricandidarmi, e considero un onore e un privilegio avere goduto in tutti questi anni della fiducia della mia categoria professionale. Non posso dire che questa esperienza mi abbia “cambiato”, ma certamente mi ha insegnato cosa significhi ricoprire un ruolo rappresentativo, dovere mediare pur non

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abdicando alle proprie posizioni, interloquire con i dirigenti degli uffici giudiziari per affrontare gli svariati problemi nell’organizzazione del Tribunale. Non posso non ricordare la battaglia combattuta per la “salvezza” del Tribunale di Lamezia Terme allorquando sembrava già irrimediabilmente decisa la sua soppressione. La vicenda del Tribunale è emblematica di quanto la passione e la determinazione possano consentire di raggiungere risultati difficili, a prima vista impossibili. E’ stato Presidente della nostra squadra di calcio, è difficile fare il Presidente della Vigor? Nulla è difficile quando lo si fa con passione. E’ stata un’avventura esaltante e gratificante. Non nascondo le difficoltà incontrate, i problemi quotidiani da risolvere, talvolta le delusioni, ma ho vissuto i sette anni di presidenza della Vigor con la costante determinazione di andare avanti, nella certezza di potere raggiungere risultati calcistici importanti, quelli che merita una città come Lamezia Terme. Così è stato. Oggi la Vigor è approdata alla serie C unica e disputa il campionato alla pari con squadre di blasone e storia di gran lunga superiori. Come ha iniziato ad occuparsi di politica? Da sempre mi occupo di politica se con questa espressione si intende l’interesse e l’approfondimento di un mondo che appare lontano ma con il quale, in realtà,

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troppo tempo attendono di esprimersi. E’ arrivato il momento di restituire alla città il suo ruolo e la sua dignità.

difesa dell’Ospedale, entrambi settori nevralgici nella vita di una comunità Lei è ritenuta una persona equilibrata, per come ha portato avanti i vari ruoli che ha ricoperto, riuscendo a gestire con buonsenso anche situazioni delicate, per esempio gli Ultrà per quanto riguarda lo sport, crede che questo suo modo di pensare possa aiutarla anche per questo nuova sfida? Credo che il buonsenso debba essere alla base di ogni comportamento in qualsiasi campo. Nel linguaggio giuridico si ritrova spesso l’espressione “buon padre di famiglia” quale modello rispetto a cui parametrare il comportamento molto diligente e scrupoloso dell’uomo. Ebbene, lo stesso parametro intendo adottare nell’amministrazione della città. Quello che voglio dire, in sostanza, è che operare secondo buonsenso significa, a mio avviso, mettere a frutto nel modo giusto le proprie competenze e la propria esperienza, da adattare sempre ai variegati casi concreti che si pongono davanti. Buonsenso vuol dire comprensione, capacità di mediazione, intelligenza nei comportamenti. Quali sono le ragioni che la hanno indotta a scendere in campo, tenendo conto che non è facile gestire una città come Lamezia Terme, specie nella situazione finanziaria in cui si trova? L’ho già detto tante volte ma lo ripeto. Ho deciso di entrare in politica per contribuire a dare alla mia terra un futuro migliore. L’ho fatto anche per i miei figli ed i miei abbiamo a che fare giornalmente, se non altro perché diretti fruitori, quali cittadini, degli effetti della politica, nel bene e nel male. La politica è una delle tante passioni della mia vita e oggi ho deciso con convinzione di candidarmi a Sindaco di Lamezia Terme per potere amministrare la terra che amo e farla crescere secondo le naturali enormi potenzialità di cui è dotata. Il mio impegno politico, inteso come decisione di mettermi in gioco per la candidatura a Sindaco di Lamezia Terme, risale al mese di febbraio del 2012; è stata una scelta meditata e sin dall’inizio ho rappresentato a chiunque la mia idea di concorrere con liste civiche, connaturate alla mia vita personale e professionale, supportate comunque da liste di partito.

nipoti e per tutti coloro che, come me, dovranno nascere e morire in questi luoghi stupendi. Riuscirò ad amministrare Lamezia Terme facendo si che tornino ad avere un contenuto tangibile la trasparenza, la professionalità e la meritocrazia nella gestione della cosa pubblica. Non amo, per indole, i progetti facili e non amo le improvvisazioni. Il mio obiettivo è anche quello di avviare progetti culturali di aggregazione della popolazione tutta e di creare in tal modo una maggiore compattezza e solidarietà sociale. A proposito della nostra città lei, da candidato sindaco e da cittadino comune, come vede in questo momento Lamezia Terme? Vedo Lamezia Terme come una città depredata, defraudata, spogliata e abbandonata. Una città che comunque, nonostante l’opera nefasta dell’uomo, riesce ancora a conservare le sue enormi potenzialità che da

Avrà sicuramente un progetto per convincere i lametini a sostenerla. Quali sono gli elementi di discontinuità rispetto al passato? E quali quelli di continuità, se mai ve ne fossero? Io opererò nell’esclusivo interesse del territorio e dei cittadini. Questo credo sia il principale elemento di discontinuità rispetto al passato. Non intendo fare altro che amministrare la città con spirito di servizio per la collettività. Elementi di continuità non ne vedo perché mi pare che sino ad oggi l’attività politica dell’amministrazione comunale sia stata carente, priva di concretezza con proclami e programmi rimasti spesso sulla carta. Questo modo di operare è lontanissimo da me, dalla mia storia, dal mio modo di concepire la vita e la politica Tasse, lotta agli sprechi e gestione conti pubblici, quale politica adotterà? La prima cosa che farò è rendere chiara alla popolazione lametina la effettiva situazione finanziaria. Mi sembra che ad oggi non vi sia ancora chiarezza su questo punto nonostante la paventata dichiarazione di dissesto del comune di Lamezia Terme e i numerosi dati a più riprese diffusi. Penso che questa che chiamo “operazione verità” sia fondamentale e doverosa per rispetto ai cittadini. La mia politica sarà improntata alla chiarezza dei conti. Si tratta di una premessa indispensabile rispetto a qualsiasi valutazione politica ed a qualsiasi azione amministrativa. Su cosa intende puntare per il rilancio della città? Intendo puntare su Lamezia Terme. Una città che ha

In cosa è consistita la sua attività politica in questi anni, prima di prendere la decisione di candidarsi a sindaco? Non ho mai avuto e continuo a non avere tessere ed incarichi di partito, quindi più che di attività politica in senso stretto posso parlare di attività a difesa del territorio di Lamezia Terme. Il mio connaturato spirito civico mi ha portato a condividere battaglie a difesa del Tribunale, come ho già ricordato, a

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“difficile”, oggi anche in Italia, dopo le elezioni, vediamo che le mogli affiancano il Primo Cittadino, in qualità di “First Lady”, per organizzare eventi e dare quel tocco di glamour che non guasta mai, possiamo sperare in una First Lady lametina? Le donne sono fondamentali nel percorso di vita professionale e personale di un uomo e sicuramente aggiungono un quid pluris di bellezza, intelligenza ed eleganza ad ogni cosa. Mia moglie è lametina come me e ama Lamezia come me. Come molte altre donne ha impegni di lavoro e familiari ma sono certo che riuscirà ad aggiungere quel “quid pluris” alla mia esperienza di Sindaco. la fortuna di avere potenzialità enormi in tutti i campi, commerciale, agricolo, turistico. Intendo far sì che a Lamezia sia restituita la sua centralità non solo geografica ma anche commerciale ed economica. Solo così potremo avviare il rilancio della città e, con essa, il rilancio della intera Regione Calabria. Bisogna capire che se il cuore della Calabria avrà finalmente il suo compiuto sviluppo sarà l’intera regione che ne beneficierà; in caso contrario, la nostra regione rischierà di continuare in una desertificazione abitatitiva e progettuale con conseguente inevitabile minore considerazione nel panorama nazionale.

Vuole rivolgere un appello agli elettori per convincerli a sostenerla? Dico agli elettori di votare un cittadino come loro, un cittadino che soffre nel vedere l’abbandono ed il degrado, un cittadino che sogna lo sviluppo ed il progresso ed

Prima di concludere l’intervista, un tocco “rosa”, la famiglia è importante quando si decide di intraprendere un percorso immagina una città evoluta anche da un punto di vista sociale e culturale. L’Avvocato Mascaro, presentandosi come candidato a Sindaco, ha le idee ben chiare su quello che dovrebbe, e potrebbe essere il futuro della città di Lamezia. Una Lamezia al centro della Calabria, non solo, ovviamente per la sua posizione strategica, ma soprattutto al centro dello sviluppo dell’intera Regione. Non ci resta quindi che attendere e vedere chi i lametini voteranno come Sindaco di Lamezia Terme Antonio Perri

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C’è una Lamezia che ci piace, fatta da persone che lavorano e che credono in ciò che fanno, non tanto per se stessi, quanto per gli altri. Per quanto oggi la dislessia sia stata riconosciuta come una disabilità, bisogna anche capire che non è facile riconoscerne i segni e, trovare, le giuste soluzioni. Per saperne di più, abbiamo intervistato la nuova Presidente dell’AID di Catanzaro: Daniela Riommi. Per cominciare, prima di parlare di questo nuovo prestigioso incarico, vogliamo far conoscere Daniela Riommi ad i nostri lettori? Può presentarsi brevemente parlandoci della sua vita di mamma, moglie e professoressa? Sono nata a Catanzaro, ma sono cresciuta e resiedo a Lamezia Terme. Sono sposata da oltre quindici anni e sono la mamma di uno splendido ragazzo di 13 anni di nome Andrea. Diplomata presso l’istituto Magistrale di Lamezia Terme, mi sono iscritta successivamente alla Facoltà di Lettere di Messina, dove ho conseguito la Laurea in Lettere moderne con indirizzo storico religioso. Nell’anno 2000 ho superato il concorso di abilitazione all’insegnamento delle materie letterarie per le scuole secondarie di primo e secondo grado. L’attività di insegnante è stata da me iniziata, come spesso succede, come precaria lavorando per circa dieci anni in varie Istituti scolastici della provincia di Vibo Valentia. Tra i vari incarichi del periodo, vi è stato anche quello presso l’Istituto penitenziario corret-

tivo di Vibo Valentia. Il passaggio di ruolo è avvenuto nell’anno 2010. Nell’anno 2008 ho frequentato corsi specialistici presso l’Università di Cosenza, ottenendo l’abilitazione all’insegnamento del sostegno. Successivamente nell’anno 2014 il Master di primo livello “Didattica e psicopedagogia per i Disturbi Specifici di apprendimento”. Durissimi sono stati i primi anni di attività, poiché tutti i giorni mi dovevo recare a Santa Maria Del Cedro, praticamente ai confini della Calabria, facendo ogni giorno più ore di treno che di insegnamento …. Fortunatamente da circa tre anni sono stata avvicinata alla mia residenza, avendo avuto assegnata come sede definitiva il Comune di Maida, pur riuscendo ad ottenere ogni anno l’assegnazione provvisoria nel Comune di Lamezia Terme, mia città. La sua famiglia come vede questo suo interesse per questo “settore” delicato? Mio marito ha sempre condiviso le mie scelte, incoraggiandomi ed appoggiandomi. Insieme siamo anche riusciti a far comprendere a nostro figlio l’attività che la sua mamma svolge, riuscendo ad ottenere anche da lui tutto l’appoggio che una madre chiede al proprio figlio, quando non riesce a dedicargli tutto il tempo che desidera, rendendolo peraltro orgoglioso del proprio genitore.

noscere il problema, basti pensare che sono stati fatti numerosissimi incontri personali e familiari con la psicologa della scuola che non è riuscita assolutamente a comprendere la situazione. Il problema è stato scoperto unicamente perché sia io che mio marito abbiamo effettuato una serie di controlli e visite a Roma e perché ho anche la fortuna di essere cugina diretta del Dott. Giacomo Stella, Professore ordinario di Psicologia Clinica presso il Dipartimento di Educazione e Scienze Umane dell’Università di Modena e Reggio Emilia, nonché Direttore scientifico di I.RI.DE. (Istituto di Ricerca Dislessia Evolutiva). Infatti dai controlli e visite effettuati è risultato che mio figlio possiede un’intelligenza nettamente superiore alla media dei ragazzi della sua età ma con lievi problemi di disortografia (difficoltà a tradurre correttamente i suoni che compongono le parole in simboli grafici) e disgrafia (disturbo specifico della scrittura nella riproduzione di segni alfabetici e numerici). Tali problemi aggiunti alla non conoscenza della problematica da parte degli insegnati, ha fatto sì che mio figlio fosse deriso dai suoi compagni o, ancora peggio, tacciato dal corpo insegnante come “vagabbondo”, “svogliato” ed “aggressivo”. Oggi, dopo aver affrontato seriamente il problema, mio figlio è più sicuro di se, ama la scuola e riesce ad ottenere buoni voti. Che cosa è la dislessia? Ho letto da qualche parte che non bisognerebbe definirla malat-

Leggo che lei risulta già attivissima, nella sua veste di docente, nell’aiutare ed assistere i genitori dei bambini dislessici, cosa l’ha portata ad interessarsi di queste problematiche? Perché tali problematiche sono state conosciute ed affrontate direttamente dalla mia famiglia. Infatti mio figlio ha vissuto il periodo delle elementari con forte disagio e solo l’affetto familiare e quello di qualche insegnante realmente amante del proprio lavoro, hanno consentito a mio figlio di superare indenne il periodo. Per far ben comprendere come sia difficoltoso rico-

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tia ma una caratteristica dell’individuo che ne è colpito. Sarebbe, in effetti, un disturbo dell’apprendimento di natura neurobiologica. Mi perdoni in anticipo se pongo domante in modo o con termini inesatti! I disturbi specifici dell’ apprendimento (D.S.A.), colpiscono ben quattro bambini su 100, i quali, pur non avendo alcun deficit cognitivo o intellettivo, hanno difficoltà a seguire le attività scolastiche, in particolare leggere e scrivere. Gli studi scientifici sull’argomento hanno evidenziato che queste difficoltà nascono da particolarità di funzionamento delle aree cerebrali coinvolte nel processo di riconoscimento dei fonemi, nella traduzione di questi in grafemi e, infine, nella lettura della parola scritta. Con il termine DSA si identificano: il Disturbo di Lettura, Dislessia: si manifesta con una sintomatologia plurima (lentezza, esitazioni, inciampi, sostituzioni, inversioni, invenzioni, perdurante sillabazione, attaccature, disordine generale, perdita del senso nell’a-capo, smarrimento, non comprensione del senso, ecc.) per cui il livello raggiunto dalla lettura è sostanzialmente al di sotto di quanto previsto in base all’età cronologica del soggetto, con conseguenze negative anche nella comprensione, pur in presenza di un’intelligenza nella norma ed un’istruzione adeguata all’età. L’anomalia descritta interferisce in modo significativo sulla fluidità della lettura associata ad un’alta e manifesta stanchezza laddove l’apprendimento scolastico o le attività della vita quotidiana richiedono la lettura, specialmente se a voce alta. Se è presente un deficit sensoriale, ad esempio una ipoacusia (il soggetto sente meno o per nulla) in tal caso la difficoltà di lettura non è specifica, ovvero non è prima causa della prestazione inadeguata, ma secondaria, ossia viene di conseguenza ad altra patologia, in questo caso la sordità. Il Disturbo del Calcolo, Discalculia: è inerente alle funzioni connesse alla matematica (ordinamento spazio-

temporale, numericità, calcolo, comprensione dei problemi, organizzazione geometrica) che risultano sostanzialmente al di sotto di quanto previsto in base all’età cronologica del soggetto, con conseguenze negative anche nella comprensione della relazione tra dati numerici e verbali, pur in presenza di un’intelligenza nella norma ed un’istruzione adeguata all’età. L’anomalia descritta interferisce in modo significativo con l’apprendimento scolastico o con le attività della vita quotidiana che richiedono la capacità di calcolo. Se è presente un deficit sensoriale, vale quanto detto per il Disturbo di Lettura. il Disturbo dell’Espressione Scritta, DisgrafiaDisortografia. La disgrafia si manifesta con una sintomatologia plurima (scarsa fluidità, lentezza, esitazioni, inciampi, sostituzioni, inversioni, invenzioni, attaccature, disordine generale, perdita del senso nell’a-capo, smarrimento, non comprensione del senso, ecc.), spesso associata alla Disortografia che si manifesta attraverso

consistenti e ripetuti errori ortografici nella scrittura, per insufficiente capacità di eseguire la scrittura in sequenza. Di conseguenza le capacità di scrittura sono sostanzialmente inferiori rispetto a quanto previsto in base all’età cronologica del soggetto, con conseguenze negative nel tratto grafico (che risulta irregolare per dimensione, spessore, ritmo, chiusura, spazio) e nella corretta ortografia, pur in presenza di un’intelligenza nella norma ed un’istruzione adeguata all’età. L’anomalia descritta interferisce notevolmente con l’apprendimento scolastico o con le attività della vita quotidiana che richiedono la composizione di testi scritti (per es. scrivere frasi grammaticalmente corrette e paragrafi

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da noi al Sud dove, oltre alla scarsa conoscenza di cosa sia realmente un DSA, alla scarsa conoscenza della problematica da parte del corpo docente, si aggiunge anche il timore delle famiglie che il proprio figlio sia “etichettato” come diverso, quando in realtà tale diversità, se vogliamo definirla tale, è molto spesso un valore aggiunto all’intelletto del proprio caro.

organizzati). Se è presente un deficit sensoriale, vale quanto detto in precedenza. 5) In cosa consiste l’operato dell’Associazione Italiana Dislessia? L’A.I.D. ha un triplice scopo: * sensibilizzare il mondo professionale, scolastico e la pubblica opinione sul problema sella dislessia; * promuovere ricerca e formazione nei diversi ambiti di intervento:servizi sanitari, riabilitativi e scuola; * offrire agli utenti un punto di riferimento certo e qualificato per ottenere informazioni e aiuto per consulenze e assistenza nell’identificazione del problema o per l’approccio riabilitativo e scolastico. L’AID prevede attualmente tre comitati di lavoro: 1) Comitato scientifico 2) Comitato per la scuola 3) Comitato per le problematiche sociali In Italia tutti i dislessici possono avere lo stesso supporto dal punto di vista scolastico e sanitario? Noi insegnanti quando abbiamo il sospetto che

un bambino possa avere un disturbo specifico dell’apprendimento abbiamo il dovere di avvisare i genitori, sono loro infatti che si devono rivolgere agli operatori sanitari. Ricevuta la diagnosi, la scuola si deve attivare per redigere il PDP (piano didattico personalizzato ) dell’alunno ed attivare tutti gli aiuti utili e necessari. C’è una legge che li tutela? Se sì, quale e come li tutela? Si, è la Legge 170 del 2010! La tutela consiste per prima cosa nel redigere il PDP adottando gli strumenti compensativi e dispensativi adatti al singolo allievo a cui il consiglio di classe si deve attenere per arrivare al fine ultimo che è

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l’apprendimento. La prevenzione è importante anche per la dislessia? Si bisognerebbe intanto formare il corpo docente in maniera adeguata, perché già durante la frequenza della scuola dell’infanzia ci sono dei campanelli da allarme come, ad esempio, alcune difficoltà legate al linguaggio orale, oppure ci possono essere difficoltà legate alle competenze motorie-prassiche o ancora uditive e viso spaziali. C’è la necessità che tutte le scuole si attrezzino per effettuare uno screening all’ingresso dei bambini in prima elementare , purtroppo, non tutte le suole sono attrezzate per fare un lavoro del genere, anche se va precisato che una diagnosi certa si può avere solo alla fine della seconda elementare. Una precoce rilevazione permette però di progettare una metodologia sia d’insegnamento, sia d’apprendimento che più si confà alle richieste del bambino, limitando i danni derivanti dalla frustrazione per l’insuccesso, con conseguente perdita di motivazione ad apprendere, basso livello di autostima, chiusura eccessiva o eccessiva esuberanza, problemi emotivi e relazionali. È intelligente, ma non si applica forse perché è un po’ troppo irrequieto” è spesso in questo modo che venivano etichettati, forse superficialmente, i bambini dislessici dai professori. Uso l’imperfetto perché la dislessia è un disturbo relativamente “nuovo” , quindi, quando non si conosceva era facile dare un simile giudizio, anche oggi è così? Si, purtroppo anche oggi è così ed in particolare

Fra i personaggi famosi, che soffrivano di questa “patologia”, troviamo nomi famosi, nomi di uomini e donne che oggi sono definiti geni, parlo di Mozart, Beethoven, Buonarroti, Raffaello, Picasso, Leonardo Da Vinci, Einstein, Galileo Galilei, Darwin, Marconi, Giulio Cesare, Napoleone Bonaparte, per arrivare ai nostri giorni con nomi altrettanto famosi: Lennon, Robin Williams, Mhoammed Alì, Tom Cruise, Jennifer Aniston, e questi sono solo una piccola parte, mi verrebbe da pensare che lungi dall’essere meno intelligenti sono, per contro, se capiti ed aiutati, più intelligenti degli altri, lei cosa ne pensa? Vorrei innanzitutto precisare che chi è dislessico non può avere un ritardo mentale e viceversa! Molto spesso vengono confuse le due cose, anche perché spesso i dislessici hanno un quoziente intellettivo superiore alla norma. Ovviamente come ho già detto prima, con gli

strumenti giusti possono arrivare a fare tutto ciò che desiderano e spesso meglio di soggetti non dislessici. Lei ora è Presidente dell’AID di Catanzaro, sente il peso di questa importante carica? Assolutamente si, anche se preferisco definirla responsabilità! Oggi, so cosa posso fare per aiutare i ragazzi e le loro famiglie perché sia evitato loro ciò che la mia famiglia ha vissuto in prima persona! La mia speranza che diventa la mia determinatezza sta nel fatto che chiunque si rivolgerà all’A.I.D. sarà personalmente seguito ed affiancato.

esempio : convegni itineranti con la partecipazione di figure altamente qualificate, corsi formativi specifici per il corpo insegnante, stampa e diffusione di materiale informativo da consegnare a tutte le scuole, creazione di un vero Help-Desk nella sede di Lamezia Terme per l’assistenza continua delle famiglie, etc. etc.. Fra le cose da fare in questo campo c’è anche quello di aiutare nella comprensione del disturbo chi lo ignora anche oggi, nonostante se ne parli ancora? Aiutare tutti nella comprensione del disturbo DSA è alla base degli obiettivi dell’A.I.D.! Solo la conoscenza del problema può aiutare tutti noi a superarlo! Il vero problema attuale è che non si conosce o vi è scarsa conoscenza del medesimo! Grazie per il tempo concessoci, le domande sono state a senso unico, in genere amo concludere le mie interviste con una domanda: “qual è la domanda che non le ho fatto?” A lei farsela ed a lei rispondere Intanto, La ringrazio per l’opportunità che mi ha offerto e per la possibilità di arrivare, con questo articolo, ad un maggior numero di persone! Tutte le domande da Lei fatte servono a meglio comprendere i DSA ed il loro mondo interiore ed esteriore! Forse la domanda che mi farei è “E’ sicura che un giorno si discuterà in tutte le Scuole del problema DSA con seria partecipazione e preparazione?” E la risposta sarà “Sono sicura che ciò avverrà ed anche in tempi relativamente brevi! Ne sono sicura per il sol motivo che i soggetti che dovremo aiutare ed assistere sono solo bambini o ragazzi! Sono il cuore pulsante dei loro genitori e sono anche il futuro della nostra Società che noi tutti amiamo sottolineare “Civile”!”. Ringraziamo la Presidente Riommi per averci spiegato meglio cosa sia la dislessia e quali sono i mezzi per poter aiutare chi ne soffre a vivere meglio la propria situazione. Le Auguriamo, inoltre, un buono e proficuo lavoro nel direttivo dell’AID.

Ha in mente qualche progetto da realizzare? I progetti a cui penso sono molteplici, come per

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ha letto ai presenti il messaggio di augurio inviato dal Coordinatore regionale dell’AIGA, avv. Giovanna Suriano, del foro di Palmi, ed ha sinteticamente esposto gli obiettivi che il nuovo Direttivo si sforzerà di perseguire per la durata del mandato. Del nominato Direttivo fanno parte, oltre al nuovo Presidente, avv. Andrea Parisi, e ai due past president avv. Rosa Petrone e avv. Antonio Battaglia, l’avv. Mara Larussa, l’avv. Domenico Zaffina, l’avv. Giuseppe Borrello, l’avv. Roberto Ascioti, la dott.ssa Giusy Arcieri e la dott.ssa Anna Caruso. In Calabria esistono ben 11 Sezioni di Aiga. La Giovane Avvocatura Calabrese under 45 è’ pienamente operante nei rispettivi Fori, sempre in prima linea per preparazione, impegno sulla formazione e di politica forense, al servizio degli associati e di tutta l’Aiga guidata dall’Avv. Nicoletta Giorgi. Il Coordinatore Regionale non può che esprimere i migliori auspici per il qualificato rinnovo del Consiglio Direttivo della Sezione di Lamezia Terme, già forte di tradizione e rappresentanza in Aiga, ringraziando per l’invito a partecipare all’Assemblea dei Soci; ringraSi è svolta ieri sera, presso la sede dello storico Circolo di Riunione di via Lissania, l’Assemblea della locale Sezione dell’AIGA – Associazione Italiana Giovani Avvocati-, in occasione della quale si è provveduto all’elezione del Direttivo che coordinerà per il prossimo triennio le attività del sodalizio lametino. Il Presidente uscente, avv. Rosa Petrone, nel cedere al suo successore, avv. Andrea Parisi, l’onere e l’onore di guidare la Sezione, ha ricordato ai numerosi presenti gli scopi perseguiti dall’AIGA –tra i quali quelli di tutelare i diritti dell’avvocatura, garantire ai praticanti e ai giovani avvocati una idonea formazione professionale, agevolarne l’accesso all’esercizio della professione forense, diffondere i valori della professione stessa-, ed ha richiamato la tradizione e il ruolo di primaria importanza che la stessa Associazione ha nell’ambito del foro lametino.

SCOPI ED ATTIVITA’ 1. L’Aiga si propone di : a) tutelare i diritti dell’avvocatura, garantire ai praticanti e ai giovani avvocati una idonea formazione professionale, contribuire per favorire la specializzazione dei giovani avvocati nonché agevolarne l’accesso all’esercizio della professione forense; b) vigilare sul

rispetto dei diritti fondamentali della persona ed in particolare sul diritto ad una effettiva difesa e ad un processo equo e di ragionevole durata; c) rafforzare la funzione difensiva sia nella giurisdizione statale che nelle modalità alternative di risoluzione delle controversie; d) diffondere i valori della professione forense, riaffermandone la rilevanza costituzionale e la specificità nei processi di integrazione con le realtà sociali ed economiche; e) promuovere lo sviluppo delle competenze forensi e l’armonizzazione delle norme professionali in campo internazionale, anche attraverso il coordinamento con l’AIJA; 2. Per raggiungere tali scopi, l’AIGA organizza, anche attraverso la costituzione di una fondazione, attività scientifiche e culturali; promuove e mantiene rapporti con le rappresentanze del mondo forense e giudiziario, istituzionali e politiche, sociali e culturali; studia, propone e sostiene soluzioni, anche normative, corrispondenti all’evoluzione della domanda di giustizia e della professione forense; promuove e sostiene la presenza della giovane avvocatura nelle istituzioni e negli organismi forensi e giudiziari Andrea Parisi

Il nuovo Presidente, dopo i sentiti ringraziamenti all’avv. Petrone per il lavoro svolto negli ultimi anni,

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zia anche il Past Presidente Avv. Rosa Petrone per il garbo e disponibilità sempre dimostrata in occasione dei lavori di Coordinamento. Sopratutto, augura fervidamente al neo Presidente Avv. Andrea Parisi, cui spetta il compito di operare con un gruppo motivato, giovane e pieno di energia e passione, un proficuo cammino in seno all’associazione, ed i migliori risultati per la classe forense under 45 lametina.

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Non mi perderei le serate de IL SABATO DEL VILLAGGIO, per nessun motivo, essendo, esse, per me, fonte di crescita e di rinnovamento culturale continuo. La passione di Raffaele Gaetano per la cultura è di vecchia data: da quando, ragazzi, discutevamo di migliaia di cose che ci incuriosivano. Dal mondo della musica, al giornalismo, alla storia, alla letteratura, Raffaele Gaetano, come moderno demiurgo, con la sua lungimiranza, ci regala attimi indimenticabili, fatti di personaggi illustri che non disdegnano conversazioni col pubblico e la gioia di mostrarsi autentici, oltre la cortina della popolarità che, a volte, sembra avvolgerli fumosamente. Le conversazioni de IL SABATO DEL VILLAGGIO, da anni, ormai, riempiono alcuni pomeriggi del fine settimana con l’alternativa culturale e intelligente contrapposta al solito sabato vissuto a ridosso di opzioni sempre uguali e mai vivaci, che si concludono, spesso, in locali dove il banale la fa da padrone... L’ascolto è importante a IL SABATO DEL VILLAGGIO. Si evita il protagonismo, l’esposizione gratuita e poco

rispettosa e ogni forma di polemica poco costruttiva. Si ascolta, appunto. Niente come l’ascolto, di questi tempi, può far crescere. Troppo abituati a blaterare, finiamo lontani da ogni concetto essenziale, per perderci nel pour parler che affossa ogni pensiero... A IL SABATO DEL VILLAGGIO, invece, riscopriamo l’intenso potere dell’ascolto, della conoscenza diretta, attraverso le parole, senza filtri, senza parafrasi: ci riempiamo di vita vissuta, come fosse nostra e nostra, infine, diventa: riversata da chi parla, nel nostro cuore assetato di cose che contano. Il 28 febbraio, IL SABATO DEL VILLAGGIO ha ospitato Barbara Serra. Un’emozione incredibile. Una donna che riempie interamente il palcoscenico: con la sua avvenenza, la sua intelligenza, la sua totale disponibilità alla comunicazione. Finalmente una donna dalla cultura schietta, dall’eloquio privo di sovrastrutture. Una donna intelligente, colta, dalla tempra sicura (senza mostrare sicumera), dalla personalità che ispira forza, con la quale le don-

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ne come me, si identificano facilmente. Esprime i suoi concetti con semplicità, ma tutto in lei dimostra fierezza, quel sostantivo italiano oggi quasi estinto e che, invece, è tutto da rivalutare e che, in lei, è portato con naturalezza, come un abito di immenso valore, ma semplicissimo. Ascoltandola, sembra impossibile credere che la bellezza stia negli occhi di chi guarda, tanto questa persona brilla di luce propria. Una donna che conosce il mondo intero e la Storia: sta dentro di essa, come in un abito elegante, ma senza inutili fronzoli. Così com’è abbigliata, così si pone nei confronti del pubblico, che non subisce, ma partecipa

al suo fascino, come guardando l’opera di un grande artista. Barbara Serra stupisce per questo: risponde con brio, ma con la stessa spontaneità con cui parla dei rivolgimenti del mondo e delle complicate complessità dello stesso. Parla con Raffaele Gaetano, come se fosse in un bel salotto familiare. Non esclude il pubblico, ma lo avvolge col calore delle sue idee. Mentre risponde alle domande non dimentica che ad ascoltarla sono in tanti e, lei che è abituata a parlare al mondo intero, dall’emittente Al Jazeera English, senza filtrare le notizie, qui da noi esprime il suo parere. Sull’Italia, sul mondo, sui sentimenti, sull’amicizia, sul suo libro, sulla vita, sulla gioventù, sulla vita a Londra, sui consigli ai ragazzi che lasciano l’Italia per trovare lavoro all’estero, sul giornalismo... Ed è un piacere ascoltarla. Sentire l’amore per il nostro Paese, sentirle ripetere, più e piùvolte, che l’Italia è amata ovunque, forse un po’ meno gli italiani, ma non così tanto. Ci sentiamo rivalutati dalle sue parole, affascinati dal suo modo frizzante di parlare. Tiene desta l’attenzione. Non perdiamo neppure una parola. La gente, io la guardo, sorride mentre lei parla.

E’ bella, ma non è solo quello che attrae: è la sua maniera di porgere, la sua sensibile e fine intelligenza, le sue parole mai fuori posto, ma non studiate, non alterate da sofismi né sofisticazioni. Al termine della serata, Barbara Serra s’intrattiene col pubblico, firma le copie del suo libro, ha per tutti una frase gentile, e noto che è sempre azzeccata, come se conoscesse tutti, anche quando parla con me e mi dice che io e lei siamo tutt’altro che pigre (il titolo del suo libro è GLI ITALIANI NON SONO PIGRI), come se stare con la gente fosse il suo ambiente privilegiato. Mi sembra quasi strano che una giornalista, abituata ad intervistare, sia intervistata a sua volta, ma lei è come

se amasse la gente col suo calore comunicativo, come se ci abbracciasse tutti: sorride sempre nelle foto che le chiedono ed è come se fosse una di noi. Ed è, in realtà, una di noi. Per il suo sorriso, per il suo entusiasmo, per la voglia di vivere e di operare nel mondo, che esprime con gioia. Una persona che non dimenticheremo. Una donna che ci resterà nel cuore. Tutti i ringraziamenti possibili al professore Raffaele Gaetano, per questi momenti memorabili e al giovanissimo Mattia Volpe, che li ha allietati al pianoforte con maestrìa singolare, che guarda ad un futuro luminoso. Maria Palazzo

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“Un premio consegnato dalle donne ad altre donne, da donne lametine a donne lametine ; a conferma dell’importanza di ri-conoscersi tra donne, del valore che ognuna di noi esprime; senza gelosie e inutili competizioni che frenerebbero l’ancora lungo cammino alla nostra emancipazione da conquistare insieme a fratelli , figli , mariti , compagni, colleghi … “ Cosi ha esordito Michela Cimmino,docente di Filosofia, amata dai suoi allievi e donna impegnata nel sociale, ringraziando la giuria, anche questa composta da sole donne, alla consegna del premio assegnatole dall’associazione Labor-Donne in occasione dell’8 marzo La prima edizione del premio “ Donne laboriose” si è tenuto nella splendida cornice dell’ex sala consiliare di Sambiase e, insieme alla Cimmino, sono state premiate altre cinque donne impegnate nei diversi ambiti di mestieri, professioni, arti, sport. Altre cinque eccellenze al femminile premiate, ha chiarito Francesca Zaccaro, portavoce delle Donne Labor. Dal mondo dello sport le giovanissime Martina Di Cello e Valeria Raccuglia; dal mondo dell’arte Antonella Rocca e Rosa D’Audino; fino alla lametina Francesca Ferrante, chiamata Franceschina dai suoi concittadini ai quali dispensa da 50 anni il “pane quotidiano” con competenza e laboriosità instancabile. “Il mondo è sempre più Donna, in tutti i campi la donna fa dono della sua straordinaria capacità, di cuore e di mente, per con-

tribuire a rendere il nostro pianeta, dal territorio che abita, un luogo più umano, una terra sempre più a dimensione di bambine e bambini ai quali abbiamo il dovere di lasciare un pianeta migliore di quello che ci è stato donato in prestito. Una” terra madre” che le donne, per loro vocazione, amano e rispettano con quella complicità e quella capacità di ascolto che si fonda , sin dalla notte dei tempi, nella relazione unica e speciale tra madre e figlia, in un ordine simbolico che racconta la storia. “ Ancora questa la testimonianza della Cimmino che abbiamo voluto intervistare per raccontare, tramite lei, un momento certamente importante per Lamezia. Una città che sta vivendo una fase di grande fragilità e delicatezza, in cui la rincorsa alla poltrona di sindaco della città , non ritrova tra le crescenti candidature a ricoprire il più alto scranno della città una rappresentanza di genere femminile. “E questo non per rientrare nel discorso sterile di quote rosa e azzurre, che pur sempre rappresenterebbero una parte rispetto al tutto maschile -obietta la Cimmino- ma che certamente lascia riflettere su una territorio che, evidentemente , poco conosce ancora regole e valori che dovrebbero essere alla base di un tempo nuovo e rinnovato per la città e la Calabria (regionali docent)” Alla nostra domanda a chi ha voluto dedicare il premio, la Cimmino ha risposto di aver pensato alle tante, troppe bambine

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che in tanti luoghi del pianeta non vedono riconosciuti i loro diritti, diritti che devono essere globali, in un mondo che si definisce tale. In un pianeta che finchè non renderà globali acqua, cibo, pace, diritto alla vita, alla salute e all’istruzione, non potrà essere chiamato globale. Ma ha dedicato anche un pensiero alle sue allieve e, in ultimo ma il più importante come pensiero, a sua madre alla quale deve non solo la vita, ma quello che è come donna. Una madre che ha rappresentato per il territorio una presenza

determinante per la sanità, da ricordare oggi ancor di più, in una fase di ulteriore spoliazione per Lamezia. Il premio “Donna laboriosa” procederà ogni anno, dopo la sua prima edizione, a ricercare e premiare le tante donne che con il loro lavoro, con amore e passione, si distinguono nella compagine produttiva della città di Lamezia. Le donne premiate hanno ricevuto delle sculture create dell’artista Maria Luisa Scaldaferri con i sassi del nostro mare.

Sono stati 18 gli studenti delle province di Catanzaro, Crotone e Vibo Valentia che giovedì 12 marzo al Liceo Campanella di Lamezia Terme hanno partecipato alle semifinali regionali delle Olimpiadi di Italiano, nell’ambito della quinta edizione della competizione nazionale e internazionale indetta dal Miur e inserita nel Programma annuale di valorizzazione delle eccellenze per l’anno scolastico 2014-15. I partecipanti hanno svolto le prove previste in contemporanea con gli studenti di tutte le regioni italiane - dalle ore 9:00 alle 10:30 i semifinalisti del biennio e dalle 11:30 alle 13:30 quelli del triennio – mentre in Calabria altre due sedi sono state individuate a Cosenza e Reggio Calabria. L’istituto superiore diretto da Giovanni Martello è stato scelto per ospitare le semifinali dai referenti regionali delle Olimpiadi di Italiano che hanno riconosciuto al laboratorio informatico del Liceo Campanella le caratteristiche di “funzionalità, imparzialità ed efficienza delle tecnologie” richieste per un corretto e trasparente svolgimento delle prove. Il Liceo Campanella, inoltre, ha partecipato alla competizione con due dei studenti: Evelina Longo per il biennio e Antonio Maruca per il triennio, entrambi studenti dell’indirizzo linguistico, classificatisi già ai primissimi posti nella graduatoria regionale. Incentivare gli studenti italiani ad approfondire lo studio della

lingua italiana, rafforzare le competenze linguistiche dei giovani e valorizzare a tutti i livelli la lingua e la cultura italiana: questi gli obiettivi delle “Olimpiadi di Italiano” che quest’anno vedranno la partecipazione di venticinquemila studenti in tutta Italia che si cimenteranno in prove di ortografia, morfologia, lessico, sintassi, punteggiatura e testualità elaborate da specialisti. Tra i criteri utilizzati nella valutazione degli studenti partecipanti, anche la gradualità nell’apprendimento dell’italiano attraverso le due sezioni, Junior per il biennio delle scuole superiori e Senior per il triennio. “In bocca al lupo a tutti gli studenti partecipanti da parte della docente referente del Liceo Campanella Licio Di Salvo per la quale “la scelta di far svolgere nel nostro istituto le semifinali regionali delle Olimpiadi di Italiano è motivo di soddisfazione per una scuola come la nostra che, in un’offerta formativa plurale e articolata, ha sempre ritenuto prioritario partire dalle “basi”: la conoscenza approfondita della lingua e della letteratura italiana e il rafforzamento delle competenze linguistiche da utilizzare nei diversi settori e nei diversi ambiti della comunicazione. Auguriamo ai nostri studenti di poter essere selezionati tra i 75 finalisti che si contenderanno la vittoria alla finale delle Olimpiadi di Italiano in programma a Firenze il prossimo 10 aprile”

NP

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Classe dirigente lametina e gran parte dei candidati alle prossime elezioni amministrative mostrano più interesse alla propria immagine che alla necessità di adottare misure per mitigare gli effetti dei cambiamenti climatici e di realizzare una politica di governo del territorio finalizzata alla tutela e valorizzazione dell’ambiente e delle risorse naturali disponibili nell’interesse generale. Poco o nulla si è fatto e si sta facendo per prevenire i danni dai fenomeni di siccità e desertificazione, l’aumento delle ondate di calore, precipitazioni brevi e intense dette “bombe d’acqua” e gli altri effetti connessi al cambiamento del clima in atto. Si continua con lo spreco e il saccheggio del territorio e delle sue preziose risorse naturali. E si continua a ignorare i dati del CNR e del Comitato Intergovernativo sul cambiamento climatico delle Nazioni Unite (Ipcc) sul mediterraneo che denunciano come, a partire dal 1930 in Italia il clima sta diventando più caldo e più secco nel Sud mentre nel nord sta crescendo l’intensità delle precipitazioni. Gli stessi dati evidenziano che le regioni meridionali, entro la fine del secolo, subiranno una riduzione delle precipitazioni stimata del 10% in inverno e del 3°% in estate. Il deficit idrico stimato, sempre per fine secolo, è notevole e dell’ordine di centinaia di milioni di metri cubi per le falde idriche di alcune regioni del BelPaese. E, quindi con effetti rilevanti anche sulla agricoltura. In particolare, in Calabria si è rilevato

l’aumento sia di periodi di siccità idrologica sia di precipitazioni brevi e intense e, quindi, una maggiore frequenza di alluvioni e piene straordinarie. Altri dati rilevati dall’Istituto di ricerca sul mare, Icram, evidenziano l’aumento di 2 gradi della temperatura del Tirreno: in pratica la temperatura media rilevata d’inverno nel Tirreno è risultata di 15 gradi contro 13 che si misurano abitualmente. Tra gli effetti di questo aumento, nel Tirreno calabrese e lametino si è registrato un calo del 30% della “produzione primaria”: in pratica il plancton vegetale e, quindi l’alimentazione delle specie marine si è ridotta bruscamente di circa un terzo rispetto al passato, con conseguenze sulla quantità di pescato e sull’equilibrio ambientale dell’intero Mediterraneo. Ancora più rilevanti gli effetti sull’Adriatico e sullo Jonio. Fenomeni preoccupanti sono stati rilevati nell’Adriatico: in particolare nel Golfo di Trieste dove la temperatura media invernale, già dal 2003, è aumentata fino 13°. Un aumento di sette gradi rispetto alla temperatura media invernale di 5° dell’ultimo secolo. Si comprende la rilevanza degli effetti di questo aumento se si considera che nello stesso Golfo di Trieste nasce una delle tre piccole “correnti del Golfo” mediterranee che condizionano la vitalità dello stesso mare. Questo riscaldamento delle acque profonde innesca seri motivi di allarme: sia per la diminuzione di produzione primaria e quindi di biomassa marina; sia per la diminuzione dell’assorbimento dell’anidride carbonica, il più impor-

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tante dei gas che alterano il clima; per la scomparsa della ‘corrente del Golfo’ di Trieste che potrebbe mettere in discussione l’equilibrio ambientale e climatico dell’intero Mediterraneo. Infatti, l’aumento della temperatura in superficie, che si propaga anche in profondità, rallenta il rimescolamento delle acque nell’intero Mediterraneo: la riduzione del differenziale termico tra il livello più superficiale del mare e quello più profondo riduce il movimento e quindi rallenta il meccanismo che provoca il rimescolamento delle acque nell’intero bacino. Una delle conseguenze: la scomparsa delle microalghe che rappresentano la base della catena alimentare marina (a causa della mancata risalita di nutrienti dai fondali). Molto importanti, secondo Rubbia, sono anche le conseguenze del cambiamento climatico sulla flora, sulla fauna e sull’agricoltura. Si potrebbe verificare, infatti, una progressiva disidratazione e una forte deforestazione nel nostro Paese. Lo stesso scienziato ha aggiunto: “dobbiamo aspettarci in Italia una desertificazione e una deforestazione progressive, dovute allo spostamento verso Nord della linea di demarcazione che al momento separa il clima delle zone sahariane e quelle dell’Europa del Sud.” Per quanto riguarda il mar Mediterraneo, inoltre, sono da temere particolarmente due effetti. Il primo si riferisce alla progressiva desertificazione, e alla conseguente mancanza di acqua, dovuta allo sposta-

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mento verso Nord dell’anticiclone delle Azzorre. Lo spostamento verso Nord dell’anticiclone delle Azzorre, dunque, sostituira` le condizioni climatiche tipiche della zona africana alle condizioni climatiche tipiche del Sud del nostro Paese. A causa dell’incremento della temperatura si prevede per i prossimi 30-40 anni un aumento del livello del mare, con valori compresi tra 50 e 290 mm. Tra gli effetti prevedibili sulla fascia costiera: - invasione di aree molto basse e delle paludi costiere; -accelerazione dell’erosione delle coste; -aumento della salinità negli estuari e nei delta a causa dell’ingresso del cuneo salino; -incremento delle infiltrazioni di acqua salata negli acquiferi della fascia litoranea; -aumento della probabilità di straripamenti e di alluvioni nel caso di forti piene. L’impatto sulle coste potrà essere ben più grave nelle zone soggette ad un incremento della desertificazione: un maggior emungimento delle falde acquifere in ambiente costiero, porterà ad un aumento della salinizzazione degli acquiferi profondi. Fenomeni, in Calabria, già molto diffusi e preoccupanti nelle tre più importanti pianure costiere di Sibari, Sant’Eufemia e Gioa Tauro. Rilevante è l’impatto anche sulla salute per l’incremento di malattie cardiovascolari, cerebro vascolari e respiratorie e delle morti causate dall’ondata di calore; e per

i casi addizionali di vettori, alimenti e acque contaminate, malnutrizione e malattie psicosociali associate ai diversi trend climatici. Basta pensare che l’ondata di calore che ha colpito l’Europa nel 2003 con 4-5° C sopra la media del periodo, associata a livelli elevati di inquinamento atmosferico, è coincisa in Italia nei mesi luglio-settembre con un eccesso di mortalità rispetto allo stesso periodo nel 2002 di 18.257 morti pari ad un aumento del 14,5%. I dati storici e le cronache del passato documentano, tra l’altro, fenomeni di cambiamenti climatici come quello in corso. Alcuni storici descrivono sia episodi di carestie si d’incremento della produzione agricola. Incrementi così rilevanti, ad esempio, da far crescere, tra il1000 e il 1300, la popolazio-

ne europea del 50%. Le fasce climatiche si erano spostate da quattro ad otto gradi verso Nord. Le conoscenze scientifiche e gli strumenti oggi disponibili ci consentono di contrastare e mitigare gli effetti dei cambiamenti climatici in atto. Per riuscirci c’è la necessità di iniziative e misure adeguate di “adattamento ai cambiamenti climatici” sia da parte degli Enti (comuni, regione, Governo) preposti sia a livello individuale.

Le Raccomandazioni contenute nello studio EUROSION voluto dalla Direzione Generale per l’Ambiente della Commissione europea per proteggere e valorizzare il patrimonio costiero dell’Unione europea: 1) Ripristino del bilancio sedimentario e messa a disposizione degli spazi per i processi costieri E’ necessario un approccio prevalentemente strategico e previsionale dell’erosione costiera per lo sviluppo sostenibile di zone costiere vulnerabili e la conservazione della biodiversità costiera. Nella prospettiva di un cambiamento climatico, è raccomandabile che la resilienza costiera sia incrementata attraverso: (a) ripristino del bilancio sedimentario costiero, (b) creazione di spazi utili alla fisiologica erosione costiera per permettere il libero gioco dei processi sedimentari costieri e (c) definizione di Giacimenti Strategici di Sedimenti. 2) Integrazione dei costi e dei rischi connessi all›erosione costiera nella pianificazione e nelle decisioni di investimento L›impatto, il costo ed il rischio dell›erosione costiera provocata dall›antropizzazione dovrebbe essere controllata attraverso una migliore integrazione economica dei problemi derivanti dall›erosione costiera in termini di pianificazione e decisioni di ordine finanziario. Le pubbliche responsabilità per i rischi derivanti dall’erosione costiera dovrebbero essere limitate ed una congrua parte dei rischi derivanti dovrebbe essere trasferita ai diretti beneficiari ed agli investitori direttamente interessati, anche tramite l›applicazione degli strumenti di Valutazione Ambientale. I rischi dovrebbero essere monitorati e mappati, valutati e integrati nella pianificazione e nelle politiche di investimento 3)Rispondere in modo responsabile all›erosione costiera La gestione dell›erosione costiera dovrebbe spostarsi da soluzioni frammentarie verso un approccio programmato basato su principi di responsabilità e ottimizzando gli investimenti sui beni a rischio, migliorando l’informazione pubblica e l’accettabilità sociale delle azioni in corso e tenendo aperte diverse opzioni per il futuro. Questa strategia dovrebbe essere guidata dalla necessità di ripristinare la resilienza costiera ed il bilancio sedimentario favorevole e dovrebbe essere supportata dai Piani di Gestione dei Sedimenti Costieri (PGSC - CSMP). 4) Rafforzare la conoscenza di base relativa alla gestione ed alla pianificazione dell›erosione costiera La conoscenza di base in materia di gestione dei processi erosivi e pianificazione degli interventi dovrebbe essere rafforzata attraverso lo sviluppo di strategie di gestione dell›informazione. Queste dovrebbero includere la diffusione delle «migliori pratiche» (cosa funziona e cosa no), privilegiare un approccio preventivo nella gestione dei dati e delle informazioni ed infine promuovere una leadership istituzionale a livello regionale. EUROSION definisce la resilienza costiera come la capacità intrinseca della costa di adattarsi ai cambiamenti indotti dalle variazioni del livello del mare, dagli eventi estremi e dagli occasionali impatti antropici, mantenendo inalterate le funzioni del sistema costiero sul lungo termine. Il concetto di resilienza è particolarmente importante nell’ottica della previsione dei cambiamenti climatici globali.

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L’11 dicembre 2012 è entrata in vigore la legge 23 novembre 2012, n. 215, volta a promuovere la parità effettiva di donne e uomini nell’accesso alle cariche elettive e ai pubblici uffici delle autonomie territoriali. Questa è la legge che sarà applicata alle prossime elezioni comunali della città di Lamezia Terme che dispone e dà l’opportunità all’elettore di votare contemporaneamente un uomo e una donna, la così detta doppia preferenza di genere. E’ arrivata l’ora delle donne o le donne hanno tenuto comportamenti fortemente politici e determinati nella vita pubblica di cui ci si dimentica facilmente? Ci si è dimenticati che la politica delle donne, di quelle che hanno canonizzato i diritti e fatto proprio il campo di azione è iniziata veramente molto tempo fa quando, durante la guerra, si sono dimostrate già forti di fronte ad un potere dittatoriale che “sequestrava” gli uomini per condurli in guerra. Un buon ricordo è quello delle donne Napoletane che al fine di ostruire i fascisti del tempo esse fecero un cordone umano attorno alla camionetta che stava deportando i loro uomini al fronte e li salvarono. Si sono inoltre rese indispensabili alla collettività partigiana: oltre che cucinare, lavare, cucire e assistere i feriti, partecipavano alle riunioni portando il loro contributo politico ed organizzativo. Ed allora ben venga questa legge che non toglie i diritti a nessun uomo ma condivide le rappresentanze di entrambi i sessi. Il fanalino di coda rimane il nostro governo regionale che ufficialmente è senza la rappresentanza femminile alla quale non è stato dato spazio durante la campagna elettorale. Si accusa la mancanza di una legge regionale che regolamenta la doppia preferenza di genere, come per i comuni. Ma è davvero con questa volontà che si vuole portare avanti la figura femminile o è la solita scusa di opportunismo politico e di strumentalizzazione del ruolo e di accuse. Se ci fosse stata la vera consapevolezza del

valore emergente delle donne nella politica, da parte delle varie forze politiche al tempo delle elezioni del Consiglio Regionale, le donne sarebbero state proposte ed elette ed oggi le avremmo viste tra i consiglieri regionali a rappresentare l’elettorato calabrese, riconoscendole il giusto ruolo e l’importanza del suo apporto, anche in mancanza di una legge. Che strana la nostra società, si presenta come evoluta rispetto ad un tempo storico non troppo lontano ma sul piano politico chiede l’incisività dello strumento legislativo obbligatorio. Per alcuni politici del genere maschile rimane un’usurpazione la doppia preferenza, un’invasione del territorio del campo politico all’insegna del potere tutto maschile. Perché parlar male di uno o dell’altro? Occorre saper scegliere tra chi si candida uomo o donna che sia. Nella gestione della cosa pubblica occorrono persone che siano capaci di rimanere incorruttibili di fronte ad un unico potere: i soldi. Mentre è del tutto sgradevole leggere dei facili costumi di uomini e di donne nei quali i primi vengono additati per la corruzione e le seconde che, per raggiungere scopi personali, accettano la richiesta di prestazioni anche sessuali per scalate al potere, entrambi discriminando e degenerando il loro stesso genere. Che dire poi delle pretese di certi uomini dell’ambiente politico che in forza del potere di cui si sentono investiti si rivolgono alle donne, al solo fine di riconoscerle un loro sacrosanto diritto o magari al lavoro, alla salute ecc. L’appello alle donne che si candidano o che appoggiano partiti e movimenti è: prendetevi i vostri rischi, e accettate le sfide - siate decise, chiedete risultati - siate fiduciose in voi stesse, rimanete voi stesse e dimostrate la vostra versatilità secondo fini rettamente morali! La Presidente Commissione pari opportunità UDC

Avv, Graziella Astorino

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