Mensile di informazioni varie - anno 3 - n. 6 - ottobre 2014 Iscrizione al Tribunale di Lamezia Terme - n. 609/09 Rug. - 4/09 Reg. Stampa Direttore Responsabile: Antonio Perri Edito da: Tipolitografia Perri Lamezia Terme - Via del Progresso, 200 Tel. 0968.21844 - e.mail. perri16@gmail.com
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Con l’avvicinarsi della prossima tornata elettorale, in questo numero, intervistiamo Pasqualino Ruberto, Presidente della Fondazione Calabria Etica, che, in passato, si è cimentato diverse volte nello scontro politico.
Come nasce la passione per la politica? La passione per la politica nasce da lontano, fin dalla frequentazione delle scuole dove ho spesso rivestito il ruolo di rappresentante degli studenti e poi durante gli studi universitari. Ho sempre avuto la passione di essere parte attiva della vita pubblica e non di essere solo critico spettatore. Il bene comune come dovere. Cosa ricorda delle sue prime campagne elettorali? La prima candidatura a soli 26 anni, una campagna elettorale da inesperto ma bellissima perche caratterizzata da entusiasmo e dall’aiuto di tanti giovani come me. Fui inaspettatamente il primo eletto in citta’ e da consigliere “anziano” ebbi l’onore di presiedere il primo consiglio comunale.
Tornando al presente, cosa ne pensa di questa amministrazione Comunale? E’ stata un’amministrazione assolutamente deficitaria sotto ogni aspetto. Speranza ha avuto dieci anni di tempo per cambiare la città: io credo che non solo non lo abbia fatto, ma che sia anche peggiorata. Sicuramente c’è stata la complicità della crisi economica mondiale, ma non ricordo nessuna iniziativa importante e caratterizzante, quindi maggiori condizioni economiche di crisi anche rispetto al ciclo economico stesso. Il risultato sono decine di negozi chiusi e di locali sfitti. Per non parlare della gestione finanziaria dell’ente: pur venendo da una condizione ottimale, con debiti azzerati a seguito della
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gestione commissariale, questa amministrazione ha portato le casse sull’orlo del collasso. Viviamo un dissesto finanziario di fatto senza una dichiarazione di dissesto di diritto. Poi guardate la città: al di là delle tragicomiche considerazioni sulle decine di rotatorie, non c’è un Psc, un piano spiaggia, una qualche idea di riqualificazione della zona industriale. Eppure di tempo, per lavorare soprattutto a pianificazioni strategiche, ne hanno avuto.
Ultimamente, sono molte le critiche che l’attuale amministrazione sta ricevendo, ad esempio per Piazza d’Armi ormai divenuta ritrovo di extracomunitari, e senza possibilità, per i commercianti di poter lavorare tranquillamente, vista la mancanza di parcheggi, la mancanza di servizi per le aziende che si trovano nelle vicinanze. La polemica scatenata sui buoni libro un altro tema altrettanto scottante. Le domande sul lungomare, è finito? Non è finito? Le strade piene di buche, senza considerare tutti i soldi spesi per opere pubbliche non ancora adeguatamente (o per niente) sfruttate, parlo, ad esempio del Teatro Grandinetti, del Bastione di Malta, ecc., Lei le ritiene corrette? Qual è il suo pensiero in merito a queste perplessità dei lametini? Hanno in larga parte ragione. Sul lungomare sono più comprensivo, in fondo Lamezia prima non lo aveva e adesso invece c’è: almeno qualcosa si è provato a fare, resta la perplessità di non avere subito immaginato i servizi e come renderla vivo durante il periodo estivo. Sul resto però come dare torto ai cittadini? Piazza d’Armi è stata totalmente stravolta rispetto all’origine, come si fa a non tener conto della storia di una piazza? Il teatro Grandinetti chiuso da quando acquisito, il Bastione di malta acquisito ed ancora non messo a patrimonio culturale fruibile, le Terme valorizzate con una “insegna” (triste ma vero),
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sono tutti elementi di incapacità gestionale che misurano negativamente la lungimiranza di questa amministrazione.
Il Campo sportivo “Carlei” non ritiene, visto l’inutilizzo da ormai parecchio tempo che è rimasta un’opera incompiuta? Una, cosiddetta, Cattedrale nel Deserto? Il Carlei è un impianto provinciale, è importante ricordarlo. Sono convinto che non vada abbandonato a sé stesso. Questa amministrazione aveva avuto una buona idea, con il lotto sportivo che avrebbe portato il nuovo Palasport a fianco al Carlei. Fu il cavallo di battaglia della loro campagna elettorale del 2010: dopo quasi cinque anni è tutto come prima. Con la fine delle competenze provinciali, il Carlei dovrebbe diventare di proprietà del Comune di Lamezia: bisognerà sfruttarlo.
Il calcio, in questi ultimi tempi, sembra aver perso molto dal punto di vista etico. Spesse volte notiamo comportamenti al di sopra delle righe, sia da parte dei calciatori che da parte dei tifosi. A Lamezia, la Vigor, quest’anno, ha raggiunto un traguardo molto importante, a domeniche alterne, si giocherà con le squadre avversarie, un’ordinanza del Sindaco, nei giorni in cui avverranno queste partite, ha imposto la chiusura delle scuole lametine e la chiusura al traffico di buona parte dell’area intorno allo stadio, per evitare problemi fra i tifosi. Io spero che, quando il giornale sarà nelle edicole, l’ordinanza sarà stata “riveduta e corretta” ma la domanda rimane: Non le sembra un po’ esagerato tutto ciò? Non so se sia esagerato o no, sicuramente però bisogna farsi qualche domanda sulla gestione urbanistica di questa città, se basta una sola strada chiusa per causare tutto questo trambusto. Secondo lei, il prossimo sindaco cosa dovrebbe fare per Lamezia e per i lametini? Ricominciare da zero, non c’è molto in eredità. L’esempio delle scuole chiuse per via di una partita di calcio è esemplare: occorre pensare a nuovi impianti
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urbanistici, a nuove soluzioni per il traffico, che non siano le solite indiscriminate rotatorie. Lamezia va ripensata, bisogna avere il coraggio di osare, di programmare, di investire, anche cercando finanziamenti al di fuori dei fondi dello Stato, rivolgendosi alla Comunità Europea. Bisogna dare una città ai lametini, una città che abbia servizi e che dia risposte. Pensi che se oggi una persona dal centro storico di Nicastro deve arrivare al Municipio nuovo non può fare affidamento sui mezzi pubblici. E’assurdo. Ed è solo un esempio. Parlando di lei, come è diventato Presidente della Fondazione Calabria Etica? Sono stato nominato dalla giunta regionale nel dicembre del 2010, un riconoscimento politico ed un attestato di fiducia nella mia attività amministrativa dell’allora Presidente Scopelliti.
Ci può dire brevemente di cosa si occupa questa Fondazione? Calabria Etica è il braccio operativo dell’assessorato regionale alle Politiche Sociali. Attraverso l’utilizzo di fondi, in gran parte comunitari, cerchiamo di dare risposte alle esigenze sociali della popolazione calabrese. Abbiamo avviato decine di progetti, tutti con ottimi risultati. E’ una Fondazione che è in attivo di bilancio e che non pesa sulle casse della Regione. Gestisce progetti che vanno dal Credito Sociale al Mantenimento dei livelli occupazionali, dai Centri per la Famiglia alla educativa domiciliare familiare, dagli aiuti ai non autosufficienti al progetto contro la segregazione sociale, prima regione d’Italia ad avviare un progetto simile. Tanto altro che è dettagliatamente riportato sul sito di “www fondazionecalabriaetica.org”.
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all’anno e una decina di collaboratori a progetto, questo anno chiuderemo a circa 110 milioni di euro e tanti calabresi che ci lavorano . Ecco, questa è la buona politica. Io sono per la politica che misura i risultati con i numeri e non con le chiacchiere.
Cosa ci può dire riguardo a tutte le polemiche che sono nate dopo l’accordo con la Fondazione Trame? Ho parlato poco nella circostanza, vorrei continuare a farlo.
Crede che, in qualche misura, tutte queste “intromissioni” abbiano danneggiato l’una o l’altra fondazione o, in alternativa, solo la città di Lamezia? Sicuramente chi ci ha perso qualcosa è stata, come al solito, la città. A noi resta l’orgoglio di poter dire che con i fatti continuiamo a sostenere chi è vittima della criminalità. Gli altri hanno voluto la esclusiva della comunicazione antimafia, bene cosi.
Quali sono i prossimi obiettivi della Fondazione di cui lei è Presidente? Continuare a realizzare progetti con fondi comunitari che creano occupazione, miglioramento della qualità della vita dei cittadini e sostegno alle fasce deboli. Poi la ambizione di portare su Lamezia una scuola di formazione post laurea per specializzazioni su terzo settore ed economia sociale, ci sto lavorando da tempo e spero di riuscirci. Una domanda che mi piace fare a chi, come lei, si impegna in politica, è “cosa è per lei una buona politica”? E’ la politica del fare, dell’azione, dei risultati. E’ la politica che ti porta a sfruttare al massimo le occasioni. Prima parlavamo di Calabria Etica: quando mi è stata affidata, aveva un volume di attività di 400 mila euro
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Cosa ne pensa dell’attuale Governo Renzi? La situazione in cui opera è difficilissima, il contesto economico ed il debito pubblico sono un macigno per chiunque va a governare. Ad oggi non gli darei la sufficienza ma neanche una bocciatura senza appello. Le riforme, il lavoro, la delega fiscale e lo sblocco degli investimenti saranno nei prossimi mesi il banco di prova determinante. Però bisogna correre e non camminare.
Per concludere la nostra intervista, la ringrazio per avercela concessa e le chiedo: ha un messaggio che vuole dare, anche attraverso il nostro giornale ai lametini? Tenete duro ancora per poco, la città avrà la sua svolta.
In questo clima di incertezza per il nostro futuro, allora, non ci resta che aspettare e vedere cosa succederà. Non solo, a livello locale, le elezioni ormai si avvicinano. Ci sarà un cambiamento radicale, oppure le cose rimarranno così come sono? Ma anche, e soprattutto a livello nazionale. Il futuro che ci apprestiamo a vivere sembra abbastanza nebuloso, e con la scure della “crisi economica” sul capo di molte aziende. Speriamo, al più presto di vedere un raggio di sole spuntare fra le nuvole, segno che il futuro sta cambiando in meglio. Antonio Perrri
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E’ particolare l’intervista ad Emma Lucibello, particolare perchè è una lametina che ha realizzato il suo sogno: diventare una ballerina, particolare perchè l’ho vista muovere i primi passi, crescere, maturare, per poi librarsi in volo, in questo mondo difficile e, a volte, crudele, che è il mondo della danza. Mi commuove vedere i suoi video su youtube, le sue foto su FB e noto che diventa sempre più brava. Io spero di vederla danzare sui palcoscenici lametini, per regalarci le emozioni che la danza, specie se interpretata da persone a noi care, riesce a trasmettere. Ne approfitto quindi, per invitare gli operatori del settore spettacolo di lamezia terme di contattare la Compagnia Vienna Festival Ballet, della quale Emma fa parte e di invitarla ad esibirsi nella sua città. Magari sfatiamo un’altra leggenda metropolitana, quella che recita che il detto “Nemo Profeta in Patria”, calza come un guanto alla nostra città che bistratta i lametini che diventano famosi. Ciao Emma, come ti sei avvicinata al mondo della danza? E a quanti anni? Ho iniziato veramente piccola, forse troppo, a 3 anni per caso ad una festa mi notarono ballare la “macarena” e chiesero a mia
madre di iscrivermi a scuola di danza, tutto cominció per gioco. Fin da subito, ho capito che la danza era qualcosa di speciale per me, mi trasportava in un'altra dimensione surreale, mi faceva sentire bene ad a mio agio, non ho mai pensato di smettere neanche per un giorno, per cui ho continuato il mio percorso nelle scuole di Lamezia.
Ti è dispiaciuto non avere tentato di entrare nel Teatro alla Scala, quando, pur ancora piccolissima, ti venne chiesto, per le tue innegabili doti? Si ovviamente ho rimpianto di non aver colto l'occasione di andare a studiare nel royal ballet school o alla Scala, ma la superprotezione della mia mamma, nella tenera età me lo ha proibito, ma questo non mi ha impedito di continuare il mio percorso, e di credere in ció che facevo; anzi ha fatto di me ció che sono.
Quando hai capito che la danza poteva, anzi, doveva, diventare la tua professione? Quando dopo uno degli annuali esami (e lei saprà bene quale signora Nella!!!), ho capito che non potevo più farne a meno, io e la danza siamo in simbiosi, piano piano ho dirottato tutta la mia vita in funzione di questa!
Come è stata la tua giornata da “ballerina in Calabria” e come da “ballerina inserita nel contesto di una compagnia”? Le mie giornate sono cambiate radicalmente. In Calabria dovevo dedicare tempo e concentrazione al liceo, I miei genitori hanno sempre insistito perchè lo terminassi pur appoggiando totalmente il fatto che la mia passione fosse ballare, non perchè studiare non mi piacesse, anzi adoro ed adoravo lo studio, (La letteratura italiana in particolare). Ma la danza ha sempre occupato il primato nel mio cuore e nel mio spirito. La mia giornata di oggi è interminabile ed a volte 24h non bastano purtroppo, lezione e prove prove e lezione. Quali sono stati i momenti che ritieni particolarmente importanti per il tuo percorso nel mondo della danza? Fu determinante per me lasciare l'Italia, una svolta radicale. Il mio modo di vivere il mondo della danza cambió totalmente, è un mondo nuovo, con nuova gente intorno a me.
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In cosa la danza ti è servita da insegnamento nella vita ? La danza è disciplina, e con essa sono stata in grado di fronteggiare difficoltá e superarle con coraggio. Mi ha insegnato che non sempre si ha una seconda possibilitá, ho imparato a curare l'impulsività e l'orgoglio da "donna del sud".
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A chi dedichi i tuoi successi nella danza? La danza mi ha chiaramente insegnato ad apprezzare i doni che la vita mi ha offerto, "LA MIA FAMIGLIA" in primis, a cui dedico ogni mio successo, ogni singola soddisfazione. E' tutto merito dei miei due angeli custodi, i miei genitori.
per l’amore? Per l'amore c'è sempre posto, sempre e solo se di amore vero si tratta, la danza non lascia troppo tempo e spazio libero, c'è posto solo per le cose AUTENTICHE.
Ora come ora, qual è stata l'esperienza che ti ha dato più soddisfazione? Nella mia compagnia Londinese, il direttore (Yat-Sen Chang), ha da subito creduto in me, affidandomi i ruoli principali nelle sue coreografie e nel repertorio, per cui ho dovuto dimostrare che avrei realizzato il mio sogno con valore, mi sono messa in gioco, era arrivato il momento di credere in me stessa. Il mio primo ruolo fu Clara in Schiaccianoci.
Cosa hai in progetto per il futuro prossimo ? Il mio futuro avrei piacere di vederlo impegnato in nuove produzioni, arricchendo il mio repertorio classico e non, e chissà avere l'onore di ballare nei teatri di Lamezia come ospite e in giro per le compagnie del mondo come artista invitata. Che opinione hai oggi, della Danza in Italia, confrontandola con le esperienze che ti sei fatta con la danza, in giro nel mondo? La danza italiana è in pericolo, oserei dire a rischio estinzione, abbiamo splendidi teatri, emergenti talenti, ma nessuno che li valorizzi e supporti al massimo. Il danzatore è un lavoratore che va remunerato come qualsiasi altro!!!! Come ogni lavoro del mondo!!! Non ha nulla in meno anzi, noi oltre che la mente utilizziamo il corpo!!! E’ un mondo duro e selettivo, c’è posto
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E per l’amicizia “sincera” c’è posto? Oppure è vero che ogni ballerina sogna che chi le sta davanti faccia un bel capitombolo? Io nel mio percorso ho avuto la fortuna di incontrare persone splendide, che tutt'ora oggi con la distanza di migliaia di km in mezzo mi sono sempre vicine. Mi ritengo fortunata, ma ho dovuto imparare a mie spese che la sinceritá e l'onestà sono due valori estremamente rari. La competizione è forte, Ma sinceramente non ho molto tempo per pensare che chi mi stia difronte inciampi, sono sempre molto concentrata su di me su superare me stessa ogni giorno dando il massimo, essendo super egocentrica. Sfatiamo un’altra leggenda metropolitana che vuole tutte le ballerine anoressiche o presunte tali, cosa c’è di vero? Premettendo che io non ho mai visto un'Odette in sovrappeso, sfatiamo un pochino questo mito, le ballerine non siamo tutte anoressiche!! L'anoressia esiste nel mondo della danza, come in altri campi. Si lavora h24 di fronte a specchi, sei costretto a guardarti e automaticamente ti confronti con le altre ragazze. La danza ha dei canoni che devono essere rispettati, le ballerine non posso essere in sovrappeso, ma questo non vuole assolutamente dire che debbano passare ad essere anoressiche. Tocchiamo un argomento di cui si potrebbe discutere
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ore ed ore, io vi posso assicurare che le ballerine mangiano ed anche tantissimo!!!! È molto relativo c'è chi più di altri deve guardarsi e c'è chi non ha regole, ma non mette un kg!! Beati questi ultimi!!! Per concludere, a cosa deve rinunciare chi, come te, vuole vivere sulle punte? Le rinunce sono tante e costanti chi decide di intraprendere questa carriera, deve esserne convinto al 100%, consiglio di fermarsi a pensare prima, focalizzare prima di partire, essere pronti a sacrificare tempo ed affetti, vita sociale perchè una volta partiti non ci si DEVE fermare più; nella danza sono ammessi solo ed esclusivamente passi avanti, non c'è tempo per rinunciare a domani se non si è abbastanza convinti meglio lasciare spazio al altri.
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Che consiglio daresti a chi volesse fare la tua stessa esperienza? Chi ama danzare e vuole fare della danza uno stile di vita, deve perseguire il suo sogno, difendendolo da ogni ostacolo, non bisogna fermarsi davanti a chi non apprezza il tuo corpo, a chi ti dice che sei troppo bassa alta, senza piedi, il lavoro duro e costante ripaga sempre, insieme all'umiltá che è fondamentale, detto questo, BALLERINI NON PERDETE TEMPO E NON USCITE DALLA SALA PROVE SENZA AVER PORTATO A TERMINE L'OBIETTIVO DEL GIORNO, LA PRATICA E L'ESPERIENZA VI ACCOMPAGNERANNO LONTANO. Concludiamo l’intervista con questo ottimo consiglio che la nostra Emma dà a chi vuole intraprendere la carriera di danzatore ma che, con piccole modifiche, può adattarsi a tutti i settori. Piccola, saggia, timida, determinata, forte, e potrei continuare a descrivere Emma con tanti aggettivi, alcuni apparentemente contrastanti con altri, ma Emma è tutto questo e lo ha dimostrato con scelte dure, difficili, decidendo di lasciare la casa nella quale era amata e coccolata e nella quale avrebbe potuto continuare a vivere senza fatica, con calma, confortevolmente, per partire verso una meta sconosciuta che avrebbe potuto portarla a diventare una ballerina di fila o una prima ballerina,. Brava Emma e, in attesa di vederti calcare le scene lametine, ti auguriamo di diventare una Etoile! https://www.facebook.com/emma.lucibello.1 passo a due http://youtu.be/x2Hl6YvEMbEhttps://www.facebook.com/video. php?v=10203429846098921&set=vb.1595581626&type=3
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Una redazione messa in piedi dagli studenti che si è occupata di coordinare la comunicazione della scuola, di curare l’organizzazione di eventi e manifestazioni. Un ufficio stampa fatto da giovani cronisti che, con taccuino o tablet alla mano, hanno imparato sul campo i fondamenti della comunicazione giornalistica, le dinamiche dell’informazione, ponendo le basi per la creazione di una web radio d’istituto. Questi i risultati del progetto “Scuolainforma” attivato lo scorso anno al Liceo “Campanella” di Lamezia Terme, cofinanziato dal Fondo Sociale Europeo nell’ambito del Programma Operativo Nazionale “Competenze per lo Sviluppo” a titolarità del M.I.U.R. Un progetto che ha rappresentato una novità nel panorama degli istituti superiori lametini, sia sul piano operativo, portando il Campanella ad essere il primo istituto superiore lametino a dotarsi di una struttura fissa orientata alla comunicazione; sia sul piano della didattica, stimolando gli studenti a una riflessione critica e propositiva sul giornalismo di ieri e di oggi, sul rapporto con i nuovi media, sull’ “etica dell’informazione” come presupposto di ogni evoluzione tecnologica della comunicazione. 50 ore di laboratorio, un docente tutor affiancato da un esperto esterno che si occuperà di definire il piano delle attività didattiche e di seguire gli studenti delle classi del triennio nella fase operativa: questi gli elementi essenziali di un percorso che ha visto gli studenti dell’ istituto superiore di Via Bachelet diventare i protagonisti della comunicazione dell’istituto, cuore pulsante di una scuola che si mette in relazione con il territorio. E per raccontare alla città i risultati del buon uso dei fondi europei all’istituto superiore lametino, non poteva esserci altro modo che una conferenza stampa, organizzata proprio dai ragazzi di Scuolinforma, che
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ha visto la partecipazione di tutti i partner istituzionali del Liceo. “In tempi in cui l’investimento dello Stato nelle scuole è sempre minore, il nostro Liceo dimostra di saper spendere bene i fondi strutturali europei destinati all’istruzione, non solo per accrescere l’offerta formativa dell’istituto ma anche offrendo alla città cultura a costo zero”. Così il dirigente Giovanni Martello ha parlato dei Progetti Pon attivati al Liceo Campanella di Lamezia Terme nell’ anno scolastico 2013-14: oltre al laboratorio di giornalismo e comunicazione, progetti extradidattici per l’approfondimento
dell’italiano e della matematica, un corso per acquisire le competenze di base della catalogazione bibliotecaria, certificazioni linguistiche, patente informatica europea (Ecdl). “Mai come oggi” – ha affermato il dirigente Martello – “comunicare è importante e attraverso questo laboratorio abbiamo voluto trasmettere agli studenti sia delle competenze di base della comunicazione giornalistica, sia un approccio critico rispetto alla grande quantità di informazione che riceviamo ogni giorno dai vecchi e nuovi media, dando ai ragazzi delle chiavi ermeneutiche per discernere ciò che ricevono dalla comunicazione e scegliere con la propria testa”. Un anno scolastico, quello del Liceo
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Campanella, caratterizzato da incontri con giornalisti della stampa regionale e nazionale, testimoni della lotta alla criminalità organizzata, il coinvolgimento diretto in iniziative promosse dalle istituzioni. “La rivoluzione culturale della nostra società parte dalla scuola e le iniziative che hanno visto protagonisti i nostri studenti in questo ultimo anno fanno di questo istituto una cittadella del buon governo”, ha affermato la docente Michela Cimmino che ha sottolineato il lavoro di squadra portato avanti dalla scuola insieme alle realtà del territorio e indicato gli studenti come “i veri protagonisti di tutto ciò che si è fatto durante l’ anno”. Per gli esperti esterni del progetto, Susanna Mannella e Salvatore D’Elia, “Scuolinforma nasce dalla volontà di dotare questa scuola di una realtà strutturata finalizzata alla comunicazione, unendo le competenze tecniche e professionali alle idee originali degli studenti, facendo la differenza rispetto all’improvvisazione e all’estro creativo che spesso contraddistingue la comunicazione delle istituzioni pubbliche”. “Con questo progetto avete dato tanto non solo alla scuola ma a tutta la città” ha affermato l’assessore alle politiche giovanili Rosario Piccioni sottolineando la sinergia tra la scuola e il Liceo Campanella in diverse iniziative promosse dall’amministrazione comunale. Apprezzamento al lavoro svolto dalla scuola da parte del Presidente della Fondazione Calabria Etica Pasqualino Ruberto, dal direttore dell’ufficio comunicazioni sociali della Diocesi di Lamezia Terme Don Roberto Tomaino, dal direttore del sistema bibliotecario lametino Giacinto Gaetano, dal segretario dell’associazione antiracket Tommaso De Pace, dalla presidente dell’associazione culturale Theodora Manuelita Iacopetta.
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Pastelli e collage su carta vetrata di Caterina Luciana da Be Cause via Enrico Toti Lamezia Terme- 13 settembre 2014 fino ad Ottobre inoltrato. Da una idea di Ippolita Luzzo.
Un periodo cieco, con occhi di bimbi chiusi, un momento storico di maschere, apparenza e sostanze piramidali, appartenenti a pochissimi. Il restringimento di beni comuni, la predazione, il
Lettera aperta Con tutto l'amore che posso. “E se non puoi la vita che desideri cerca almeno questo per quanto sta in te non sciuparla” Kavafis Dall'ignoranza che schiaccia l'insetto, ignorando un turbinio di vita simile, al mantra del Siamo tutta luce, conosciamo se c'è luce, luce e ombre. Senza ombra niente luce. Senza luce niente ombre. Dal piede che schiaccia, passando per tutte le modificazioni che riti sociali ed educazione hanno elaborato per piagare coscienze e costruito ordine, alla confusione incredibile di un tempo senza apparenti regole e confini.
nuovo ordine mondiale basato sulla sottrazione, con l'abbuffata di fotografie vuote, di stimoli basici su corpi putrefatti e terribilmente siliconati. Il nulla dell'offerta, come uno sciame che acceca, come cavallette che divorano e zampettano sui raccolti distruggendo affetti, desideri, sacrificio, parentele, come acari, zecche, vermi e sanguisughe, bevono sangue fino a schiattare, così il nostro momento ora. E se non puoi la vita che desideri... Mettila su carta, Trasformala, elabora simboli, e diventa profeta di un tempo nuovo. La rinascita Dalla sapienza del” Siamo tutta luce” la spes unica dea, dalla Sapienza a noi, a Caterina Luciano, alla sua semplicità, alla sua umiltà, al grande lavorio e impegno di denuncia verso tutti gli irresponsabili e invertebrati, a Paola Bottero, una macchina da
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guerra, un motore sempre con acceleratore pigiato al massimo, ad Alessandro Russo, la sua dolcezza e la sua pazienza, l'abnegazione, a Luciano Pesce, titolare di Be Cause, alla sua carica umana, l'accoglienza, la disciplina, e un grande bacio ad Angela, sua splendida compagna, da tutto questo sono nati #?vivonotranoi?, orgogliosa di esservi vicina
La x delle lucciole- siamo tutta luce L'incognita che cerchiamo in tutte le equazioni. Quando ero alunna, davanti a problemi algebrici, risolvevo di fantasia, e le stesse equazioni difficilmente mi davano risultato simili, ogni qualvolta risolvevo la x. Una incognita sempre diversa mi si svelava. Nessuna sorpresa dunque sulle tante dinamiche interpersonali che hanno risolto questa equazione del #vivonotranoi a Lamezia Terme Noi siamo tutta luce Il mantra dei nostri giorni difficili. Siamo tutta ombra. Insieme Senza ombra niente luce CosĂŹ fra ignorare e non guardare fra silenzi e lontananze appaiono nuove lucciole. Le lucciole della comprensione
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Con puro intento celebrativo ed evocativo, lasciamo a qualche immagine e alle parole di Maurizio Calvesi il racconto dell’opera di uno degli artisti più interessanti del panorama dell’arte calabrese e italiana, Lorenzo Albino. “Lorenzo Albino è stato tra i pittori attivi nel mezzogiorno d’Italia uno dei più notevoli. La rispondenza tra il pittore ed il suo luogo è profonda ma non ci si aspetti di vedere costiere, marine o barche nei quadri di Lorenzo. Vedrà solo l’altra metà del suo scenario, quella più grave e quotidiana, calcata dai passi della gente; potrà vedere le rughe della terra e delle mura contro
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cieli gravidi di luce.
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In questa luce vedrà il tempo e le stagioni e gente dalle forme sfatte ma indelebili in un flusso che la pittura ha arrestato prima della cancellazione. I contadini dipinti da Lorenzo, dalle vesti sformate e rudi come il saio, dello steso colore della terra, dai passi pesanti e magnetici di grosse calzature, sono gli abitatori di un tale tempo d’immemorabili origini, riprodottosi nel ritmo tenace del lavoro rurale. Nei soggetti egli acciuffa per gli ultimi lembi un repertorio contadino in accelerato processo di scomparsa, aiutando l’acutissima percezione con il richiamo di anni non lontani, in cui Tropea ed il suo entroterra erano ancora così,
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con i mercati luccicanti di pesci o affastellati di rosse e gialle cassette di pomodori e di limoni, le coppole e i fagotti dei braccianti, ceste e sporte di donne incupolate da grandi fazzoletti sulle tonache nere, il transito solenne delle mucche e trotterellare dei somari, o le camicie dei pescatori aperte sulle pelli conciate, d’un bianco che rimbalza dai brillii del cielo. Molti anni fa si sarebbe parlato di “realismo”, ma è termine che di certo non si addice alla leggerezza ruvidamente pesante di Lorenzo, a una sua schiettezza d’umanità che non è programmaticamente fotografata dal di fuori, come spettacolo popolare o populista, ma che esprime dal di dentro, come combaciante impulso dell’artista verso il proprio tema. Vista dalla terra, in effetti, l’arte di Lorenzo appare come una voce che scaturisce spontanea e “necessaria” da questo assolato prodigio della natura, e da que-
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sto felice progetto abitativo dell’uomo, che è il grembo verde o roccioso di Tropea. Vista dal contesto dell’arte italiana, la sua pittura è quello che si dice, e infatti è stato detto, un “caso”. Un caso significa un’emergenza a se stante benché valida, che non si spiega con gli altri parametri se non interni a se stessa; ma interni poi anche a quel
suo particolare ambiente, rispetto al quale il “caso” torna ad apparire un’espressione del tutto naturale. Nella pittura di questo artista la cultura contadina esprime se stessa, senza deformanti filtri intellettuali, e prende le mosse da un linguaggio già largamente codificato, quello del post-impressionismo. Per esprimere questa cultura in dissolvenza dell’autentico, e propagarla e rispecchiarla nell’arte, Lorenzo ha scelto d’istinto di dare una vita a un linguaggio
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anch’esso “perduto”, dissolto e ritrovato, moderno e antico, capace di far da ponte tra le audaci ottiche del moderno e le densità d’impasti, le aderenti corposità di una pittura che ha matrici addirittura seicentesche. In termini tecnici, il tocco impressionista elimina le ombre per intensificare la vibrazione della luce; Lorenzo invece esalta la luce, a macchia e non a filamenti, nel contrasto con l’ombra. L’impatto scrosciante della luce sul dorso della terra, sulla porosità delle mura, sui volumi affastellati e sghembi delle figure, degli asinelli caricati di soma e degli uomini caricati da un domestico e credente destino di vita, di operosità e di trapasso, è questo che Lorenzo dipinge, con una tavolozza-mortaio in cui sembra pestare gli elementi: l’aria, il sole, la polvere, il fango e i succhi amari e dolci delle piante e dei campi.” Tratto da “ALBINO LORENZO” parole di Maurizio Calvesi
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Il piacere di leggere ci porta, spesso, per strade inusitate... Di solito amo i grandi romanzi o i saggi difficili, la Storia narrata come un racconto fantastico, la poesia più estrem... Eppure, ogni tanto, la mente ha bisogno di leggerezza, di un nulla poco impegnativo che distragga, che non impegni, che non dia troppo da pensare. Proprio come un film-commedia, che rallegra, lasciando una traccia tal quale a quella che lascia un aereo nel cielo... Così mi son trovata fra le mani il libro di Valeria Luzi, Ti odio con tutto il cuore: un simpatico, grazioso racconto moderno, che un po’ ci fa sorridere sul modello dei nuovi trentenni che ci propone. L’ambiance e quella dei ristoranti: oggi va molto di moda parlarne e, dicono, che la professione di chef sia definita la più sexy, fra le giovani donne che si affacciano sul terrazzzo del Terzo Millennio... I personaggi sono italoamericani: il loro fascino sta in quella mistura di antico e moderno che li caratterizza un po’ tutti: commistione, appunto, di tradizione e innovazione, con un po’di superficialità e nostalgia che tanto ci piace nei nostri connazionali trapiantati in America. Ti odio con tutto il cuore è una commedia, più che 14
un romanzo: tiene col fiato sospeso, nella speranza di un lieto fine e va letto tutto d’un fiato, appunto, per non pensare troppo, per poter sorridere, per poter distrarsi senza riflettere. La vera piacevolezza, però, a parer mio, sta nella lingua italiana bene utilizzata: i verbi e i tempi al posto giusto e nel momento giusto, la consecutio temporum esatta, gli aggettivi adeguati e le espressioni fluide, in parte ricercate. La trama è quella di una moderna Cenerentola, che si trasforma per amore, ma senza dare importanza solo ad esso; traccia, dunque, il ritratto di ciò che si vorrebbe, oggi, per donna realizzata: donna, amante, amica, moglie lavoratrice e madre. Forse un percorso di ingenua folle, ma che vuole ancora credere in un sogno. La giovane scrittrice si afferma, dapprima, su Internet, poi, finalmente, varca la soglia della carta stampata e il successo continua. Certo, i personaggi non presentano grandi profili o approfondimenti psicologici di vasta portata, ma il pregio è quello di una leggiadra voglia di sorridere e magari sognare, fra le braccia intriganti di Cupido... Provare per credere e... buona lettura.
editore: tipolitografia perri - lamezia terme
Maria Palazzo
lamezia e non solo
EVENTO IMPORTANTE quello svoltosi nella serata di Mercoledì 10 settembre dalle ore19,00 in poi a Villa Amalia. Momento d’incontro con alcuni bravi artisti e letterati calabresi, organizzato dalla Prof.ssa Giovanna Assisi, proprietaria della Villa, che con la sua dolcezza, cortesia e affabilità, ha reso MAGICO. Situata sulle colline che guardano il Golfo di Sant'Eufemia, la Villa accoglie i propri ospiti nel suo grande giardino, rigoglioso scenario per ogni tipo di eventi. In tale occasione ha accolto anche alcuni amici,cui ha offerto l’occasione di ritrovarsi, assaporando insieme, il gusto per l’arte nelle sue svariate forme: pittoriche, fotografiche, letterarie e musicali. Dislocati in un ampio spazio accogliente e aperto, o su dei comodi sofà, si ha avuto modo di assistere alle diverse e interessanti proposte degli artisti presenti, quali: Pasquale Allegro, Antonello Aracri, Ippolita Luzzo, Daniele Natali da Caminia, Ulderico Nisticò, Daniela Rabia, Daniele Rizzuti. Alcuni hanno recitato i versi delle proprie poesie, altri hanno esposto le loro creazioni fotografiche altri ancora i propri dipinti. Queste creazioni artistiche, così come gli ospiti, siamo tutti stati allietati dalle note soavi e delicate della musica dal vivo di una
bravissima band. Dopo aver gustato con immenso piacere tutte queste bellissime creazioni artistiche, la Prof.ssa Giovanna Assisi, sempre con la sua estrema gentilezza, ci ha ospitato all’interno della sua Villa dove abbiamo avuto modo di gustare dei piatti prelibati e delicatissimi
Un pomeriggio estivo
Da qui,l'orizzonte lo si può toccare con mano. Una collina degradante verso il mare, delimita lo spazio fra cielo e terra.Su di essa, gli alberi,ad uguale distanza l'uno dall'altro lasciano allo sguado la possibilità di pensare che il mondo non finisce lì dietro, lontano altre genti, altre cose. Le nubi si posano su di essi,come per un riposo momentaneo. Presto riprenderanno il loro cammino, ma già,spinte dal vento, lasciano la collina,per posarsi imbronciate sui tetti delle case. Una goccia,due, tre, tante... Si sciolgono le nuvole dando refrigerio alla terra assetata. Improvvisamente un odore di cose antiche -Terra e acqua,asfalto rovente e acqua.-
lamezia e non solo
Il mugolio dei tuoni nell'afa calda e umida della siesta fa riaffiorare favole passate ('u nonnu arruazzula i varrili) Intanto la collina a sinistra s'ammanta di grigio; di fronte, nel cielo,uno squarcio di luce ospita due nuvole bianche. La strada è vuota. E' l'ora della siesta, per di più è agosto, la città è disabitata. Nell'aria c'è un chè d'aspettativa. Il rumore dei tuoni ha cambiato direzione, ora non è più sul tetto della casa, va verso il mare. Meno male non piove più... Improvvisamente uno stridere di freni,urla, voci concitate. Il suono di una sirena squarcia in due l'incantesimo di un caldo pomeriggio estivo. E' quasi un lamento, un grido disperato,
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Annamaria Davoli
una ribellione alla lieve fragilità della vita... VIVRA'? Ines Pugliese 22-9-2014 Venni qui.Una pena, nel cuore, infinita, il desiderio di morire senza uccidere la vita: così finire per una breve vena spezzata nel cuore. Chiamai, folle,piangendo,un nome di donna!...ah!..la Vita!.. Mi chino, ti guardo, sogghigno; ma ho gli occhi bagnati di pianto, e penso che devo morire. Franco Berardelli
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