Leggeri segnali di ripresa, si cominciano ad intravedere in città con l’avvicinarsi della prossima campagna elettorale. In città nuove associazioni e gruppi filopolitici muovono i primi passi cercando soluzioni ad una crisi che sembra non aver fine, e, soprattutto, soluzioni per la rinascita, sociale, economica e culturale della città di Lamezia Terme. Fra questi gruppi, uno dei più attivi è l’Associazione Città delle idee, ne parliamo con Andrea Falvo, presidente della sopracitata associazione. Per conoscere l’associazione “Città delle Idee” è fondamentale conoscere chi ne fa parte. Presentarsi al pubblico. Chi siete? Come è nata l’idea di creare questa nuova associazione? Perché questo nome? Siamo persone alle quali non piace lamentarsi, stanche di sentire solo polemiche, critiche e parole vane. I tempi sono duri, e se non si comprende che è arrivato il momento di passare ai fatti la nostra città rischia di peggiorare ancora. E’ necessario riscoprire l’importanza di ragionare con competenza, abbandonare il qualunquismo e trovare le soluzioni migliori per attirare ricchezza e benessere su Lamezia. Ma soprattutto, siamo lametini liberi, che amano la propria città e ritengono che è ora che si faccia avanti una nuova classe dirigente, un nuovo modo di pensare, programmare, costruire la città. In tutto questo, crediamo che ci sia bisogno di nuove idee, nuovi progetti, nuovi obiettivi e tanto lavoro. Da qui il nome Città delle Idee.
Quale è stato il comune denominatore che vi ha fatto riunire e credere di poter dare una svolta? Il momento storico. A livello nazionale e regionale stiamo vivendo anni di forte cambiamento, dettato dalla crisi economica iniziata nel 2010. Oggi la seconda Repubblica è finita, e con essa l’epoca del berlusconismo, dell’antiberlusconismo, degli slogan vuoti e delle promesse elettorali irrealizzabili. Ci sarebbe bisogno di nuovi e validi modelli di sviluppo, ma invece i partiti sembrano gongolare, cercano per lo più di governare il momento con le vecchie liturgie ed i soliti giochi di potere. I tempi però non lo consentono, è ora di darsi una mossa. Le persone hanno voglia di partecipazione e fatti concreti. Ad oggi ci sono stati fenomeni rabbiosi di risposta elettorale, come la lega ed il M5S, o di rassegnazione come l’astensionismo. Ma queste reazioni non possono essere soluzioni, perché con la protesta “polemica” non cambierà mai niente, e andranno avanti sempre i mediocri. Noi riteniamo che è inutile aspettare ricette o salvatori da fuori regione. Possiamo riscoprirci “orgogliosamente lametini”, e pensare direttamente a come superare il momento di stagnazione attuale, per “dare una svolta” all’inerzia di questi anni. In fondo, i nostri concittadini quando vanno fuori finiscono sempre per brillare e distinguersi: è ora di cominciare ad avere consapevolezza delle
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nostre capacità e lavorare per dare una nuova prospettiva alla nostra meravigliosa terra.
Città delle Idee è un’associazione no profit? Oppure riceve finanziamenti? Assolutamente no profit, per noi la politica deve essere un momento di condivisione, di contributo per il bene comune, non come un’occasione per ricevere e sfruttare risorse pubbliche a vantaggio di pochi. Dove è la vostra sede? E se qualcuno vuole associarsi, cosa deve fare? Ci riuniamo in studi o locali di associati, dove teniamo riunioni di presentazione (con l’ausilio di un videoproiettore), riunioni tematiche oppure incontri organizzativi. Chi è interessato a partecipare alle presentazioni può scrivere all’indirizzo cdi.cittadelleidee@gmail.com o mandare una mail alla nostra pagina ufficiale su facebook. Da statuto, inoltre, è previsto che i nuovi associati debbano essere presentati da almeno due associati, che di fatto finiscono per essere da garanti in merito alle qualità morali e personali dei nuovi. A breve comunque apriremo alcune sedi pubbliche.
L’associazione come prevede di svolgere le proprie attività? Riunioni, viaggi, incontri, oppure sarà improntata sulla tecnologia prevedendo solo contatti “via etere” tramite FB, twitter e mezzi simili? Molti incontri sul territorio, eventi, convegni e tutto quello che sarà necessario per far conoscere la bontà del progetto e l’ambiziosità dei nostri obiettivi. I confronti devono essere a voce, mettendoci la faccia, facendosi conoscere. La gente deve capire quanto ci teniamo a fare davvero un gran lavoro, deve capire quanta passione energia e determinazione scorrono nelle nostre vene. Solo così possiamo riuscire a coinvolgere lametini come noi, desiderosi di cambiare volto alla città con i fatti e con il proprio contributo. Ma ovviamente anche i social network sono oramai essenziali per veicolare i propri progetti ed essere facilmente raggiungibili.
In genere le Associazioni tendono a “celebrare” i giorni della memoria, che riguardi femminicidi, guerre, stragi o quanlivoglia altro motivo. Però una volta spente le “luci della ribalta” quel problema pare spegnersi con le luci, nel senso che sono poche le associazioni che poi proseguono in quello che apparentemente è un obiettivo da perseguire, cosa ne pensa di questo “costume” o “malcostume” delle varie associazioni? Noi siamo un’associazione politica, non abbiamo in mente particolari momenti celebrativi. Al più saremmo aperti ad un dibattito sulla vera storia dell’unità d’Italia e sui martiri di quell’epoca. Dopo più di 150 anni, sarebbe ora di rendere memoria e trasparenza ai fatti a volte atroci acca-
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Non esiste ricambio generazionale, se non di padre in figlio. E la conseguenza sono classi dirigenti spesso contestate, come è sotto gli occhi di tutti. Intere generazioni mancano nella rappresentanza politica, e questo è un grave male. La crisi del nostro sistema politico, l’assenza di valide classi dirigenti, è anche dovuta a questa stortura democratica. In conseguenza, i giovani vivono per lo più ai margini dei partiti storici, e quando non sono disposti a piegare la propria volontà a chi tiene ancorate le redini degli stessi, possono disinteressarsi della politica o cercare nuove strade per far valere le proprie idee e le proprie capacità. Come far riavvicinare gli elettori disillusi dal vecchio modo di fare politica? Rompendo gli schemi della vecchia politica. Senza promettere niente a nessuno, proponendo un nuovo metodo di partecipazione. Noi ci stiamo riuscendo. La politica deve riscoprire l’importanza di valori come onestà, lealtà e rispetto, ma soprattutto della leadership emozionale, ovvero del “guidare con l’esempio”. Le persone devono poter sentirsi ed essere parte attiva della macchina politico amministrativa. Il nostro progetto va in questa direzione e siamo sicuri che darà grandi soddisfazioni a tutti quelli che hanno aderito ed aderiranno.
duti allora. Ma ne parleremo più avanti, magari promuovendo l’apertura di un museo permanente a Lamezia Terme, che celebri e commemori tutto l’anno quella che era l’economia preunitaria della nostra zona, e le modalità con cui i piemontesi hanno colonizzato il ricco regno delle due Sicilie, facendo nascere la questione meridionale. Molta gente non sa neanche cosa prevedeva la legge Pica, cosa accadeva alla fortezza di Fenestrelle, o per quanto tempo fu bloccata la vendita di libri e giornali nel Regno delle due Sicilie.
La nostra città ha dato natali a persone di grande caratura intellettuale, ma non solo. L’Associazione ci ha presentato nel convegno di sabato 7 febbraio il prof. Giulio Riga, ma ci sono tante altre persone che per doversi affermare hanno dovuto lasciare la città di Lamezia, basti pensare ad Antongiulio Grande, nel campo della moda, al prof. Antonello Pileggi, in campo scientifico (ricordiamo che è stato da poco eletto come Presidente della “Miami Scientific Italian Comunity”). Come, o cosa si potrebbe fare per evitare questa “fuga di cervelli” dalla nostra città? Lamezia Terme ha dato i natali a tante persone eccellenti, oggi come ieri. In passato ricordo Dario Nucci, che sul finire degli anni ’80 con la sua GP Sud di Lamezia Terme produceva computer in concorrenza ad IBM o Apple! Negli anni ’90 lavorava sull’intelligenza artificiale, ricordo il suo programma di traduzione simultanea “Simply Trans”, e veniva intervistato da riviste scientifiche molto prestigiose. Sono questi gli esempi che devono infonderci il coraggio di osare, di credere in noi stessi e nelle nostre capacità. Lamezia deve diventare una città capace non solo di trattenere, ma anche
E’ stato da poco eletto il nuovo Presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Cosa ne pensate? Ci sembra una persona moderata ed equilibrata. Il giusto profilo di garanzia istituzionale per un Presidente della Repubblica in un momento storico come questo.
Cosa ne pensate inoltre, del Governo Renzi? Un Governo particolare, non uscito dalle urne ma che sta cercando di far bene in un momento molto duro e difficile. Renzi sembra essere un vulcano di energia, una persona dinamica che va a mille. Molto probabilmente è il miglior Presidente del Consiglio che possiamo permetterci in Italia, non vediamo possibili competitor per la carica. Tra lui, Foti, Alfano, Di Battista e Salvini non c’è partita. Merita fiducia a mani basse. E poi è un giovane di 39 anni, e se abitasse a Lamezia Terme siamo sicuri che aderirebbe a Città Delle Idee. Quindi non possiamo che averne un buon giudizio.
In queste ultime tornate elettorali, si è notato che la maggioranza degli elettori è formata dai più giovani, tutto ciò è certificato anche dalla nascita di numerose associazioni filo politiche. Perché, secondo voi, succede questo? Perché gli elettori sotto i 44 anni a Lamezia Terme sono 26500 circa. Tra i 45 e 65 abbiamo più o meno 19000 elettori, e gli over sono 12000. Questi numeri, però, non si riflettono all’interno dei partiti politici, dove invece esiste un’egemonia assoluta degli over o quasi over.
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di attirare cervelli, una città leader nella formazione post universitaria – che è il futuro della formazione – con un parco industriale dove far nascere e prosperare startup ed aziende d’avanguardia in tutti i settori. Attualmente ad esempio, ci sono lametini che stanno lavorando sullo sviluppo dei droni, che saranno i mezzi di locomozione del futuro. Vogliamo dargli le condizioni di mettere a frutto il loro genio qua a Lamezia, senza dover scappare chissà dove? Noi stiamo lavorando a tutto ciò, ad un grande parco industriale, e farà parte del nostro programma elettorale. Per altro verso, le persone di eccellenza dovrebbero avere il giusto riconoscimento in città, perché siano simbolo di cultura e modello per le nuove generazioni. Lamezia “ha superato” l’esame della Corte dei Conti, ed evitato il dissesto, secondo voi, cosa è cambiato in questo periodo? Purtroppo poco. Il piano di rientro è molto oneroso, le carte saranno anche a posto, ma la crisi economica è il vero problema di Lamezia. Circolano pochi soldi, meno che in passato. Gli esercizi commerciali languono, le aziende stentano, e la disoccupazione è galoppante. In questo contesto, pagare le tasse è difficile per sempre più cittadini, con pessime conseguenze anche per le casse del Comune, che di anno in anno vedono diminuire i trasferimenti pubblici. La prossima amministrazione dovrà avere come priorità attirare ricchezza sul nostro territorio. Le strade sono diverse, ma si deve lavorare con determinazione. Serve una progettazione europea di livello, rilanciare il commercio in città, agevolare la nascita di nuove aziende, e adottare un programma di sviluppo per tutti i maggiori settori produttivi della città, a partire dall’agricoltura.
L’Amministrazione Speranza, in questi anni ha varato numerose opere pubbliche, ne vogliamo ricordare qualcuna, i teatri, (il Grandinetti di Nicastro e il Politeama a Sambiase), il Bastione di Malta, il rifacimento di Piazza d’Armi, il lungomare, ecc, eppure, tante di queste hanno subito, e ricevono tutt’ora molte critiche. Cosa ne pensate? E cosa pensate dell’Amministrazione uscente? Sono stati interventi sufficienti, o avrebbe dovuto cercare di risolvere altre questioni? Per esempio, ogni volta che piove forte Lamezia si allaga cau-
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sando notevoli disagi non solo agli automobilisti ma anche ai cittadini. Noi abbiamo un’idea nostra di come amministrare una città come Lamezia, ma negli ultimi 10 anni nessuno di noi è stato nel consiglio comunale né ha avuto compiti amministrativi. In un contesto come quello di questi anni, noi riteniamo che la priorità per un’amministrazione dovrebbe essere quella di attirare ricchezza sul territorio, per generare un circolo virtuoso di lavoro e crescita, perché solo una sana economia di mercato può garantire il benessere reale dei cittadini. Nel merito della domanda, e dal nostro punto di vista, riteniamo che un teatro serva se poi lo si tiene aperto con una stagione teatrale degna di questo nome. E se i teatri sono due, gli eventi dovrebbero raddoppiare, magari coinvolgendo scuole di teatro locali, dando così la possibilità ai nostri artisti di crescere. Noi non spenderemmo tanti soldi per poi tenerli chiusi. Un lungomare è un’opera importante, come lo sono il mare pulito o l’idea di sviluppo economico che deve ruotarvi attorno. Chi amministra ha il potere di fare le scelte che contano, e spesso dipendono dalle opportunità del momento e dall’idea di città che ha l’amministrazione. Ad ogni modo, secondo noi un investimento pubblico deve sempre avere un ritorno pratico per la comunità, altrimenti sono risorse da non spendere o spendere diversamente. Chi critica, però, deve poi essere propositivo, altrimenti si fa solo polemica sterile ed improduttiva, mirata solo a fini elettorali e non al bene della
città. Ricordiamo, da cittadini, che l’amministrazione Speranza ha retto per tutto il secondo mandato anche grazie al fatto di non aver incontrato una opposizione consiliare forte e costante. Criticare solo a fini elettorali secondo noi non è serio. Bisogna avere la forza di assumersi la responsabilità delle proprie azioni, nel bene e nel male. Quanto agli allagamenti, sono un problema che ci si trascina da troppi anni. Come prima cosa andrebbe definito un piano degli interventi minimi essenziali per porre rimedio alle situazioni più assurde, come quelle che provocano allagamenti di case, o la regimentazione delle acque nei pressi delle scuole. A volte l’impegno a voler risolvere un problema è più importante delle risorse economiche disponibili.
Quali sono i punti cardine che dovrebbe provare a mantenere il futuro sindaco di Lamezia? Il prossimo sindaco dovrà amministrare in modo oculato, nella consapevolezza che le disponibilità economiche saranno pochissime. La trasparenza nelle spese dovrà essere un baluardo, anche perché solo politiche open data possono dare la giusta forza e legittimazione ad un sindaco chiamato ad amministrare tempi come questi. Noi proponiamo una commissione bilancio permanente, per dare la possibilità a chiunque abbia un minimo di competenze di poter accedere ai dati economici dell’ente. In un contesto come quello attuale, il comune dovrà essere gestito nel pieno rispetto della legalità, che per noi significa rispetto delle regole, di
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tutte le regole del legislatore. Il prossimo sindaco dovrà garantire la massima priorità alle politiche che possano aiutare le imprese a nascere o a crescere nel nostro territorio, fornendo tutta l’assistenza possibile. Le imprese devono diventare il fulcro dell’economia lametina, il principale strumento per dare lavoro ai cittadini di Lamezia. Sotto questo profilo, dovranno essere destinatarie di una politica amministrativa che abbia la consapevolezza del loro ruolo essenziale per portare benessere tra i cittadini. Un ulteriore, punto cardine devono essere le politiche per agevolare la partecipazione dei cittadini e delle migliori energie associative della città alla vita politico/amministrativa. Il metodo di città delle Idee, che proporremo venga istituzionalizzato, mira a questo obiettivo, prevedendo i settori che i 5 principali assessori devono seguire e far sviluppare alle competenze del territorio. Ultimo, ma primo per importanza, è il ruolo delle politiche culturali. La cultura, sia in termini di arti che di scienze, è la vera chiave di sviluppo di una comunità. Imparare a suonare, recitare, disegnare, può aiutare un bambino a crescere, e sfuggire da ambienti di vita a volte sbagliati. Conoscere la fisica quantistica può aiutare a superare le barriere della conoscenza ortodossa. Da tutti i possibili punti di vista, la cultura è la vera leva di sviluppo di una comunità. Un sindaco non può sottovalutarne la centralità, anche perché “non si vive di solo pane” (Matteo 4, 4 e Luca 4, 4). Conoscendo l’attuale situazione economica, le finanze non floride del comune, non è un rischio per il prossimo sindaco ricevere questa investitura? Oppure è vero il motto che la “necessità aguzza l’ingegno?”
Albert Einstein parlava della “crisi” come “la più grande benedizione per le persone e le nazioni, perché la crisi porta progressi”. “E’ nella crisi che sorge l’inventiva, le scoperte e le grandi strategie.” E proseguiva con: “ La vera crisi, è la crisi dell’incompetenza. L’inconveniente delle persone e delle nazioni è la pigrizia nel cercare soluzioni e vie di uscita. Senza crisi non ci sono sfide, senza sfide la vita è una routine, una lenta agonia. Senza crisi non c’è merito. E’ nella crisi che emerge il meglio di ognuno, perché senza crisi tutti i venti sono solo lievi brezze. Parlare di crisi significa incrementarla, e tacere nella crisi è esaltare il conformismo. Invece, lavoriamo duro. Finiamola una volta per tutte con l’unica crisi perico-
losa, che è la tragedia di non voler lottare per superarla.” È possibile dissentire da Einstein?
Cosa è per voi una buona politica? Una politica che riscopra ed abbia come obiettivo il bene comune, non i giochi di potere. Una politica che si preoccupi del benessere dei cittadini non in modo assistenziale, ma col pensiero rivolto ai più bisognosi di aiuto. Ma soprattutto, una politica che ambisca a tornare ad essere una guida per i cittadini, con i fatti e con l’esempio, non solo a parole. L’associazione Città delle Idee sembra avere le “idee” chiare su quale percorso intraprendere per potare Lamezia a quella importanza che le si addice. Da Lamezia verso il futuro, potremmo dire. La crescita della città, attraverso le sue imprese che, dovranno esser supportate dalla prossima amministrazione affinchè si crei sviluppo, lavoro, e soprattutto crescita economica.
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Lamezia, Catanzaro, Cosenza, solo per citarne qualcuna, città ricche di amanti della danza, almeno a giudicare dal proliferare delle scuole di danza classica e moderna e dagli inviti a spettacoli “di balletto” ai quali si viene invitati, eppure … Eppure, mi chiedo, come mai in città dove la danza impera, dove le piccole ballerine si muovono graziose su palchi anche importanti, come mai, ripeto, questa carenza di spettacoli di danza con la “S” maiuscola? Mistero!!!
Altra domanda che mi faccio è questa: ma dove sono insegnanti ed allievi quando quei pochi spettacoli riescono a calcare i palcoscenici dei nostri teatri? No perché i teatri, quando si parla di spettacoli di danza non è che siano strapieni! Altro mistero!!!
Tutto questo per dire che il 5 febbraio ho avuto il piacere di assistere, al Politeama di Catanzaro, al Balletto “Amarcord”, ispirato all’omonimo film di Federico Fellini, con musiche di Nino Rota, Glenn Miller, Marco Schiavoni, Alfred Schnittke ed alcune canzoni degli anni trenta. Quando è finito il balletto, dieci quadri senza interruzione, mi pareva impossibile che fossero passati più di dieci minuti.
ai quali siamo oramai abituati, abbiamo visto, sotto i nostri occhi, snodarsi gli eventi di un trentennio, scene che non avevano bisogno di carta scritta per essere intesi per come erano offerte a noi, favoriti dalla sorte, spettatori, in modo fluido, senza forzature. Mi spiace solo una cosa in questo frangente, non essere abbastanza brava con le parole, sì da fare capire quel che intendo, senza ripetere sempre gli stessi termini. I miei complimenti vanno a tutti, a Luciano Cannito che ha creato un’amalgama nella quale i ballerini si muovevano sapientemente, con fluidità, regalandoci autentiche emozioni. Grazie a lei ,a Rossella Brescia, ho apprezzato, non solo la sua bravura che ben conosco, ma anche la sua modestia, quel non voler primeggiare a tutti costi, quand’anche se n’abbia la possibilità, l’opportunità e, soprattutto, la capacità, ci fa capire che ci troviamo innanzi ad una Donna. Grazie a tutto il corpo di ballo, meraviglioso. Grazie anche a chi sta dietro le quinte perché il risultato di tanta maestria è sicuramente frutto di un gruppo bene affiatato che ama quel che fa e non vuole deludere, offendere, prendere in giro, lo spettatore, con spettacoli di scarsa qualità. Concludo dicendo: peggio per chi non ha voluto/saputo (non per chi non ha potuto) approfittare di questa magnifica occasione per godere di uno spettacolo degno di questo nome!
Bello tutto, piacevoli le musiche, sapientemente alternate con spezzoni di voci tratte dal film, belli, bellissimi i vestiti, incantevoli le scenografie che si adattavano ai vari quadri, e poi loro … i ballerini … tutti bravi, tutti. Assistere a questo spettacolo è stato un “dono”. Pur senza i trucchi tecnologici,
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ps: Ma si è capito che mi è piaciuto o qualcuno (dei pochi che leggeranno) ha ancora qualche dubbio?
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Tante sono le cose buone e belle che non si sanno della Calabria. Noi, più volte, abbiamo parlato di, e con, persone che hanno dato lustro alla nostra Regione con opere di importanza, non solo nazionale, ma anche Europea. Vogliamo, anche oggi, farvi conoscere una lametina d’adozione che è stata da poco nominata “Ispettore Onorario per i Beni Numismatici della Calabria”: Giorgia Gargano.
Stato è partito nel 2011 dall’istituzione dell’Osservatorio per i Beni Numismatici del MiBACT, diretto dalla dr. Serafina Pennestrì. Insomma, tante energie sono state convogliate in un’unica direzione e il risultato più visibile ne è quest’opera.
Giorgia Gargano, palmese di nascita, lametina “per amore e per scelta”, prima di parlare dell’importante evento che ti ha vista protagonista, vogliamo parlare un po’ di te ai nostri lettori? Come molti palmesi, sono fiera delle mie origini e contenta se, anche attraverso di me, si può diffondere la più vera identità della mia terra e della Calabria, fatta di gente che lavora con onestà e dedizione. Da circa quindici anni vivo a Lamezia che è, per me, una seconda madrepatria, non semplicemente un luogo di passaggio o di permanenza.
Chi è Giorgia Gargano e quale è stato il percorso che ti ha portato a scrivere i volumi che vedono la collaborazione ed il sostegno di importantissimi Enti Nazionali quali il Ministero dell’Economia e delle Finanze e l’Istituto Poligrafico e la Zecca dello Stato? Il progetto dei due volumi sul Medagliere del Museo Nazionale di Reggio Calabria è partito circa due anni fa per volontà della dr. Simonetta Bonomi, Soprintendente Archeologico della Calabria: la delicatissima fase in cui il medagliere, terminati i lavori di ristrutturazione, rientrava a palazzo Piacentini, è stata l’occasione per riprendere l’analisi di migliaia di preziosi e significativi reperti monetali custoditi nel museo ma ancora inediti. A livello nazionale, l’impulso allo studio dei materiali numismatici di proprietà dello
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Vogliamo parlare di questi due importanti volumi della nuova serie, “Medaglieri italiani” del Portale Numismatico dello Stato, di cui sei curatrice insieme a Serafina Pennestrì? La prospettiva nella quale abbiamo pianificato il lavoro è partita dalla volontà di restituire dignità e rilevanza a oltre cento anni di tutela del patrimonio numismatico in Calabria: a Reggio, infatti, venne istituito un museo civico alla fine del XIX secolo - secondo al museo provinciale di Catanzaro, che vanta una storia altrettanto gloriosa - , che è stato il nucleo fondante del Regio Museo della Magna Grecia.
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Intorno alla semplice raccolta e custodia di monete, che è il nostro filo di Arianna, si muove in realtà un mondo di funzionari statali, cultori, studiosi, archeologi, eruditi, politici, associazioni locali, che, nel silenzio e in qualche misura inconsapevolmente, sono stati i costruttori di un progetto molto più complesso, che nel 1907 ha portato Reggio ad essere la sede della Regia Soprintendenza Archeologica delle Calabrie e Basilicata, quindi il motore del coordinamento del lavoro per la protezione del patrimonio archeologico di tutta la regione, grazie alla determinazione e all’amore per la Calabria del grande archeologo Paolo Orsi. Per noi oggi si è trattato, dunque, di studiare le monete ma anche di prendere in mano e lasciar parlare i preziosi archivi della Soprintendenza Archeologica di Reggio Calabria: ecco perché con questi volumi la Direzione Generale Antichità del Mibact ha deciso di inaugurare la nuova prestigiosa collana sui Medaglieri dei Musei Nazionali italiani.
I volumi sono legati ad un sito web (www.numismaticadellostato.it/web/pns/patrimonio/vetrine/reggio-calabria): oramai la tecnologia fa parte della nostra vita quotidiana. Come spesso mi ritrovo a chiedere a chi scrive: non credi che la tecnologia possa togliere alla cultura con la c maiuscola, in favore di una cultura, forse alla portata di tutti, ma spicciola? No, io sono una convinta fruitrice del web e sono persuasa che dobbiamo confrontarci con strumenti e modalità di conoscenza a cui la nostra generazione non è stata formata. Naturalmente, il problema - nella vita come nel web - è riuscire a selezionare l’offerta in base alla qualità e in condizioni di autonomia di giudizio. La “cultura”, fin quando si arroc-
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spirito di servizio nei confronti del Mibact e della Soprintendenza calabrese.
ca su posizioni distanti dalla vita e in qualche modo gerarchicamente superiori, non produce quello che a me piace considerare “conoscenza”. La scommessa del Portale Numismatico dello Stato uno dei progetti di ricerca italiani che hanno riscosso maggior successo tra gli studiosi di tutto il mondo per la qualità dei contenuti multimediali, l’elasticità del sistema e la fruibilità delle informazioni - è quella di rendere alla portata di chiunque, a seconda del proprio livello di interesse, una parte del patrimonio tradizionalmente considerata “alta”. Invece, la struttura della visita virtuale al medagliere sul PNS è alla portata sia degli studiosi del settore sia dell’appassionato non specializzato, che semplicemente ama l’arte e la storia del proprio paese. Come ci si sente a pensare che il proprio nome resterà negli annali della storia archeologica del nostro paese in quanto facente parte dei volumi del Museo Archeologico di stato? E’ una grande responsabilità, che ho avvertito soprattutto dopo la nomina a Ispettore Onorario per i Beni Numismatici della Calabria, che vivo con umiltà, gratitudine e
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Sul tuo profilo FB ho letto “Si direbbe che l’archeologia è femmina”: è una considerazione legata allo specifico avvenimento o, in generale, le tue esperienze ti hanno portata a notare che sono più femmine che uomini ad interessarsi a questa affascinante materia? ... era una battuta legata ad una fotografia che è stata scattata il giorno della presentazione dell’opera sul Medagliere di Reggio: in effetti, la squadra del museo impegnata in questo progetto, coordinata dalla dr. Bonomi, era di sole donne! Mi permetti di citare i nomi delle funzionarie e dipendenti del museo senza il cui sostegno Serafina Pennestrì ed io non avremmo mai potuto portare a conclusione l’edizione? Beatrice Nucera è la responsabile del medagliere di Reggio Calabria ed è sostenuta dalla professionalità e la passione di
Silvana Cilione e Maria Teresa Vitale. Voglio ricordare anche Maria Luisa Munari, la direttrice dell’Archivio Storico della Soprintendenza, a cui si sono affiancate Maria Guerrera, Rosa Anna Lico e Sonia Tripepi. Last but non least, Rossella Agostino, la funzionaria che si occupa della tutela archeologica a Reggio Calabria, che ci ha messo a disposizione tutti i rinvenimenti di monete da Reggio e territorio. Ma il nostro lavoro di oggi, come ogni studio archeologico che si rispetti, si costruisce sul lavoro di altri prima di noi e in particolare del funzionario che per primo ha riordinato e catalogato il medagliere di Reggio negli anni ‘50 del Novecento: Giuseppe Procopio che, se non fosse andato via troppo presto, avrebbe certo curato lui un’opera di questo genere e della quale io sarei forse stata l’allieva. L’archeologia è strettamente legata ai Musei: a tuo avviso si potrebbe fare di
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meglio per avvicinare gli Italiani ad essere frequentatori più assidui di Musei? Si può sempre fare di meglio: certamente noi italiani dovremmo metterci al passo con i grandi musei europei nel campo della didattica e della divulgazione. Il nuovo Museo Nazionale di Reggio, per esempio, avrà un apparato informativo molto ... smart, proprio per agevolare e semplificare l’approccio di qualunque tipologia di visitatore con i reperti antichi.
Il tuo prossimo impegno lavorativo? Sono tra gli allestitori del nuovo Museo Archeologico Nazionale di Reggio: fino alla fine di aprile, quando se ne prevede l’apertura, non avrò molto tempo per altro, considerando che la mia attività lavorativa principale è, da qualche anno, l’insegnamento. Hai un sogno nel cassetto che riguarda l’archeologia o il tuo lavoro? Quante pagine abbiamo a disposizione per rispondere? Con questa domanda che lascia andar via la mente a nuove e importanti scoperte, ringraziamo Giorgia per questa interessante intervista e le auguriamo di riuscire a coronare tutti i suoi sogni, con la speranza di poter ancora scrivere, e soprattutto, parlare con lei.
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4 indirizzi curriculari: liceo linguistico, liceo delle scienze umane, liceo economico –sociale e liceo musicale. Due laboratori di musica dotati di sistema di insonorizzazione, sala percussioni, sala registrazione e un’ampia dotazione di strumenti musicali. Laboratorio linguistico, informatico, scientifico, corsi di preparazione per le certificazioni linguistiche di tutti i livelli riconosciute in ambito europeo e certificazioni informatiche Ecdl ed Ecdl Specialised. Queste alcune delle opportunità formative offerte dal Liceo “Campanella” di Lamezia Terme che sabato prossimo 14 febbraio a partire dalle 15 concluderà gli Open Day della scuola, durante i quali gli studenti dell’ultimo anno delle scuole medie e le loro famiglie hanno avuto la possibilità di visitare l’istituto superiore, conoscere docenti e studenti e confrontarsi con i “diretti protagonisti” sulla vita del Liceo e le opzioni formative per gli studenti che desiderano iscriversi per l’anno scolastico 2015-16. Una scuola “dai cancelli sempre aperti”, orientata a coniugare il respiro europeo dell’offerta formativa con un radicamento sul territorio e un’attenzione costante ai suoi problemi e alle sue opportunità. Questa la mission dell’istituto superiore diretto da Giovanni Martello che vanta alcuni punti di eccellenza nell’ambito del territorio provinciale: una classe di liceo linguistico dove è possibile conseguire, oltre al diploma, anche il “baccalaureato francese” sostenendo esami in lingua; una sezione musicale del Liceo Musicale e Coreutico che ha consentito alla città di Lamezia Terme già dall’anno scolastico 2012-13 di avere il primo liceo musicale statale e
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uno dei primi istituti superiori in ambito provinciale ad offrire questa opportunità agli studenti; partnership con importanti realtà formative e culturali internazionali, come il Goethe Institut che da quest’anno ha attivato una convenzione con il Liceo “Campanella” per l’insegnamento della lingua tedesca e le certificazioni linguistiche. Connessione tra scuola e lavoro, tra formazione teorica e pratica delle competenze acquisite rappresentano i punti di forza dei diversi indirizzi del Liceo. Al Liceo Linguistico i ragazzi hanno la possibilità di conversare già dal primo anno con esperti madrelingua che supportano l’attività dei docenti; confronto ed esperienza sul campo grazie alle collaborazioni del Liceo con realtà del mondo imprenditoriale e produttivo; forte investimento della scuola nei giovani talenti grazie all’ orchestra del Liceo “Campanella”, diretta dai Maestri Diego Apa e Giovanni Mazzuca, che negli scorsi anni è stata protagonista di diverse iniziative sia nell’ambito dell’istituto sia sul territorio. Particolare attenzione dal “Campanella” anche alla materie scientifiche, grazie all’ausilio di un laboratorio scientifico attrezzato e del Planetario, il primo Planetario fisso della Provincia, dove è possibile osservare l’illusione perfetta del firmamento stellato con 3500 stelle simulate sotto una cupola di 6 metri. “A conclusione dei primi due Open Day, ci riteniamo soddisfatti della risposta degli studenti e delle loro famiglie della città. Come gruppo Orientamento ci contraddistingue un lavoro di squadra tra docenti e studenti che deve far passare il messaggio di una scuola aperta al territorio, con un’offerta formativa completa e di qualità in grado di mettere gli studenti nelle condizioni di affrontare qualsiasi percorso universitario”, afferma la referente del gruppo Orientamento del Liceo “Campanella” Lina Serra in vista dell’ultimo Open Day in programma sabato prossimo. “Come scuola – dichiara il dirigente Giovanni Martello – siamo chiamati, anche alla luce degli indirizzi ministeriali, a fornire ai nostri studenti quelle competenze chiave che devono rendere i nostri ragazzi in grado di competere con i giovani degli altri paesi europei. Come Liceo “Campanella” cerchiamo di farlo in uno spirito di collaborazione e di sinergia con le famiglie e con tutte le realtà del territorio, consapevoli di avere un compito importante per tutta la comunità e che, soprattutto negli ultimo anni, ha visto la nostra scuola essere protagonista della vita di Lamezia arricchendo con le proprie iniziative la vita culturale e sociale della città”
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Birdcage... questo sconosciuto!!!
Nemmeno a dirlo il primo che ha riportato sulle teste delle spose la veletta è stato, già durante le sfilate del 2011 sua maestà Karl Lagerfeld, ma solo dallo scorso anno in realtà si sono iniziate a rivedere appoggiate sulle acconciature più disparate. L’ispirazione anni ’30 e ’40 nella moda degli abiti da sposa, ma anche e soprattutto in acconciature e make up ha fatto sì che la veletta tornasse ad essere un accessorio di grande impatto. La veletta può essere adatta sia all’abito vintage che al modello super moderno, con lunghezze alla caviglia oppure al ginocchio, l’unico no è dato dal pizzo francese, se c’è l’uno, l’altro è decisamente troppo. Oggi la veletta si chiama “birdcage veil” e, tra tutti i tipi di velo è senza dubbio quello che regala più fascino e mistero alla sposa. Il birdcage non può essere più lungo che sotto il mento, ma può salire all’altezza delle labbra, del naso, degli occhi o della fronte e può coprire entrambi o anche solo un lato del viso.
perle, in questi ultimi casi la parola d’ordine deve essere moderazione per evitare di somigliare più a una star dell’avanspettacolo che ad una sposina, o anche di pizzo, purché leggerissimo e, naturalmente, accompagnare un abito estremamente semplice e rigoroso.
La veletta può essere applicata direttamente sull’acconciatura, con l’aiuto di forcine invisibili, ma può anche essere agganciato ad un pettinino, ad una tiara o ad un piccolo cappellino a zuccotto. Negli ultimi anni sono molto in voga, pratici e di sicuro effetto i fascinator, cerchietti fermacapelli decorati nei modi più originali: la veletta appoggiata su un cerchietto di seta bianca, soprattutto per chi ha un taglio di capelli medio corto è la soluzione ideale per non dover ricorrere all’aiuto della parrucchiera per liberarsi della veletta al termine della cerimonia. Silvia Pirrotta
Reese Whiterspoon, nel film “Tutta colpa dell’amore”, andando all’altare, sfoggiava una impalpabile veletta semplicemente appoggiata sulla sua famosa chioma bionda raccolta con un effetto estremamente elegante. Può essere di tulle, di rete liscia o decorata con strass e
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Tre studentesse del Liceo “Campanella” tra le vincitrici del concorso scolastico europeo del Movimento per la Vita. Tre studentesse del Liceo “Campanella” di Lamezia Terme – Erika De Sensi, Palma Pallaria e Claudia D’Amico – sono tra le vincitrici del ventisettesimo concorso scolastico europeo promosso dal Movimento della Vita, sotto l’Alto Patronato del Presidente della Repubblica con il patrocinio della Presidenza del Senato, del Ministro dell’Istruzione e del Ministro delle Politiche Europee. “Abbiamo avuto la possibilità di visitare e di assistere a una seduta del Parlamento Europeo, un’occasione formativa importante per conoscere da vicino la vita delle istituzioni di quella che è la nostra casa comune: l’Europa”, hanno raccontato le tre studentesse che hanno vinto un viaggio premio dal 12 al 15 gennaio a Strasburgo, sede del Parlamento Europeo e del Consiglio d’Europa. Erika, Palma e Claudia hanno partecipato alla prima sezione del concorso riservata agli studenti che frequentano gli ultimi tre anni pre-universitari. Il concorso si è svolto in tutta Italia con selezione a livello regionale o provinciale. I lavori degli studenti sono stati valutati da una commissione, costituita in ogni regione, formata da personalità della scuola, della cultura, del giornalismo, dell’arte, della politica che ha avuto il compito di procedere alla scelta finale degli elaborati da premiare. Tema della ventisettesima edizione del concorso: “Matrimonio: vuoi unire la tua vita alla mia?” “Nel realizzare i nostri elaborati – spiegano le studentesse – abbiamo riflettuto a 360° sul valore e sul ruolo della famiglia nello
Quale anno di matrimonio festeggi?
Telefona al 3335300414, la prima coppia che telefonerà, si aggiudicherà una romantica cenetta per due presso il Ristorante Albergo “Il Borghetto”
Telefonando bisogna dire il proprio nome e cognome, l’anno che si festeggia, (cotone o platino non ha importanza, bisogna, ovviamente, essere SPOSATI) e sperare di essere i primi ad avere telefonato!
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scenario europeo attuale. La famiglia non è un pretesto ideologico del passato, ma una realtà umana naturale tutelata sia dalla Costituzione Italiana sia dalla Carta dei diritti fondamentali dell’Unione Europea. Ci siamo rese conto dell’importanza che la famiglia riveste oggi come comunità nell’educare le nuove generazioni, nell’assistere gli anziani sostituendosi in molti casi allo Stato, nel farsi promotrice di vincoli di solidarietà e sussidiarietà nella società. Abbiamo avuto la possibilità, inoltre, di riflettere sulla famiglia come progetto di vita, come scelta che ciascuno deve compiere con senso di responsabilità e da portare fino in fondo”. “Promuovere i valori della vita e della famiglia è il dono più grande che come docenti possiamo fare alle nuove generazioni – dichiarano le docenti Maria Pileggi, Lucia Paola e Rosa Palazzo ricordando che “il nostro istituto ormai da tanti anni partecipa al concorso scolastico europeo del Movimento per la Vita ed è vicina ai temi promossi dal movimento. Crediamo che diffondere tra i giovani un’autentica cultura della vita, invitarli a scoprire la bellezza della vita vissuta come “dono d’amore” per gli altri, sia uno dei modi per contrastare le tante pericolose illusioni prospettate ai giovani dalla società dai oggi, dai media e da una cultura del provvisorio e dell’apparenza che non fa guardare oltre le soddisfazioni del momento. Nel nostro piccolo, vogliamo raccogliere l’invito di Giovanni Paolo II, oggi Santo, che sollecitava i giovani a rimuovere “le maschere che rendono falsa vita” e a investire su stessi, sulla propria intelligenza per fare della vita di ogni persona “un autentico e personale capolavoro”
1º Anno - Nozze di cotone 2º Anno - Nozze di carta 3º Anno - Nozze di cuoio 4º Anno - Nozze di fiori 5º Anno - Nozze di legno 6º Anno - Nozze di zucchero 7º Anno - Nozze di rame 8º Anno - Nozze di bronzo 9º Anno - Nozze di ceramica 10º Anno - Nozze d'ottone o di latta 11º Anno - Nozze di acciaio 12º Anno - Nozze di corda 13º Anno - Nozze di pizzo
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14º 15º 20º 25º 30º 35º 40º 45º 50º 55º 60º 70º 75º
Anno - Nozze di avorio Anno - Nozze di porcellana Anno - Nozze di cristallo Anno - Nozze di argento Anno - Nozze di perle Anno - Nozze di corallo Anno - Nozze di rubino Anno - Nozze di zaffiro Anno - Nozze d'oro Anno - Nozze di smeraldo Anno - Nozze di diamante Anno - Nozze di ferro Anno - Nozze di platino
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Uno degli scopi di questo sito è quello di affrontare ed approfondire varie tematiche legate al complesso mondo della vocalità, fornendo una interpretazione certamente "personale" che riflette in qualche modo il punto di vista di Cheryl Porter, artista riconosciuta a livello internazionale e Vocal Coach di indiscussa competenza. L'intento è quello di fornire al lettore degli spunti di riflessione che possano aiutarlo a rafforzare una sua propria personale opinione e visione delle cose, nella certezza che una ricetta vincente per riuscire a conseguire quanto si desideri nella vita è poggiata sul delicato equilibrio tra due elementi, solo apparentemente in contraddizione tra loro: avere sviluppato un punto di vista sulla materia che si sta studiando, essere in possesso di una opinione che sia "forte" e "decisa" in merito a quando si sta facendo; l'umiltà: saper ascoltare, saper osservare il mondo che ci circonda, ed essere disposti a rivedere le proprie opinioni, ma senza indecisioni. Quale Vocal Coach scegliere? Come in tutti i campi dell'insegnamento, così pure nel canto non può esistere una persona in grado di soddisfare le esigenze di apprendimento di chiunque; è una questione non solo di approccio, di tecnica, o di stile o genere musicale, ma anche di compatibilità caratteriale. AVERE LE IDEE CHIARE La cosa importante da fare prima di scegliere un Vocal Coach è quella di prefissarsi degli obiettivi, decidere quali sono le cose che vorresti approfondire o imparare. Dopo i primi incontri, se avverti una sensazione di perplessità sul tipo di approccio dell'insegnante, sul metodo di studio che ti è stato proposto, o se ti sembra che l'insegnante voglia forzare il tuo percorso in una direzione diversa dagli obiettivi che ti eri prefisso senza che tu riesca a comprenderne veramente il motivo, allora è meglio sospendere, almeno temporaneamente, gli incontri con quell'insegnante e prendere in considerazione una alternativa. IL GENERE MUSICALE Con particolare riferimento alla figura del Vocal Coach, è molto importante tenere in considerazione il genere musicale che ti interessa approfondire; e, se l'insegnante ti dice che la sua tecnica vocale può funzionare per ogni stile, questo è probabilmente vero ma non basta... è lui capace a cantare in quello stile, applicando la sua tecnica? Se non riesci a trovare un suo CD in cui lui canta in uno stile simile e nemmeno su YouTube trovi niente, probabilmente quello non è il suo stile preferito (e non c'è niente di male in tutto ciò). Allora, non aver paura di metterlo alla prova chiedendogli di cantare qualcosa nel genere che ti interessa. Poi, poniti questa domanda: "Davvero mi piacerebbe cantare in modo simile a lui?". Se non pensi che la sua interpretazione possa offrirti almeno alcuni spunti interessanti, allora significa che
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devi cercare un altro Vocal Coach. QUANDO LA VOCE PUÒ CAMBIARE E' naturale che con gli studi il timbro della tua voce possa cambiare, come conseguenza di un modo diverso di utilizzare il proprio strumento vocale attraverso una particolare scelta di utilizzo della tecnica; si tratta certamente di una cosa positiva soprattutto se ora senti che la tua voce è diventata più "aperta", libera di volare e di esprimersi, ma potresti invece sentire che la tua voce è diventata più "chiusa" e forzata dentro uno schema che non senti tuo. Se la tua voce cambia, probabilmente la cosa al tuo Vocal Coach piacerà poichè il cambiamento avviene come conseguenza della direzione che egli ti ha fatto prendere... ma la cosa importante è, questo cambiamento deve piacere anche a te. E', quindi, anche una questione di gusti; al tuo Vocal Coach potrebbe piacere un timbro più scuro per la tua voce, mentre tu potresti preferirne uno più leggero, oppure lui potrebbe non essere un amante dell'utilizzo del vibrato in certi contesti, mentre tu sì... Pertanto, è importante trovare e scegliere un Vocal Coach che abbia più o meno lo stesso tipo di gusti che hai tu, o quantomeno che sia in grado di accettare e comprendere cosa ti piace e gli obiettivi che vorresti raggiungere, altrimenti sarà inevitabile che tu venga indirizzato in una direzione diversa da quella che vorresti prendere. COSA ASPETTARSI DA UN VOCAL COACH Un Vocal Coach non è un insegnante di canto, ma deve essere qualcosa di più: un esperto performer professionista, inserito e pienamente attivo nell'ambiente artistico e professionale di sua competenza. Questo perchè dovrà insegnarti le cose non "in teoria", ma con esempi pratici di immediata applicazione, e, come ben sai, nessuno può insegnare ciò di cui non ha già avuto diretta esperienza; in altre parole, nessuno può insegnare ciò che non sa fare. La sua attività non può limitarsi al Coaching, altrimenti invece di essere un coach, è, più propriamente, un insegnante di canto. Se è un solista concertista, dovrebbero trovarsi, su Google o su YouTube, numerose tracce del suo percorso concertistico come solista (e non come vocalist corista, non importa dove e con chi, nemmeno se per qualche importante Star). Se invece lavora prevalentemente in Studio di Registrazione, deve essere in grado di presentare una nutrita discografia come cantante solista (e non come vocalist corista, e non importa dove e con chi).?Tieni conto che se ha all'attivo uno o due CD soltanto, sono troppo pochi, e non importa se questi CD hanno ricevuto qualche ambito premio, nomination o riconoscimento di altro tipo... Tu stai cercando una persona che abbia una solida e reale esperienza alle spalle, e non soltanto del talento; il talento... beh, quello ce l'hai anche tu!. Perchè l'attività come vocalist corista non riveste un particolare valore credenziale? L'attività come corista implica una differente tipologia di ruolo, che si distin-
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gue nettamente da quella del cantante solista. Se tu intendi specializzarti soprattutto come cantante solista, devi ricercare un buon solista come Vocal Coach. Se egli non opera privatamente ma presso una struttura (es. Scuola di canto, Accademia musicale, ecc.) o se ha operato come Coach per eventi particolari (cast di un musical, trasmissione televisiva, ecc.), non lasciarti confondere dal prestigio della struttura stessa o del particolare evento, ma concentrati sempre e solo sul prestigio dell'insegnante, eseguendo ricerche per capire quante e quali siano le sue reali capacità ed esperienze professionali come performer. Non farti confondere da quello che gli altri dicono o scrivono di lui; sviluppa invece una tua coscienza critica basando la tua "personale" opinione, oltre che sul tuo gusto, su confronti e su fatti concreti frutto di una tua ricerca personale svolta su internet. Devi sceglierlo anche in base a cosa vuoi cantare tu, deve sapersi muovere con competenza ed esperienza nell'ambito musicale di tuo interesse; in altre parole, deve saper cantare quello che tu vuoi cantare. Inoltre, dovrebbe avere più o meno lo stesso tipo di gusti che hai tu, dovreste avere un simile modo di considerare la musica. Deve ispirarti fiducia; in fondo, gli stai affidando una parte molto delicata di te a cui tieni molto, la tua voce; ed anche qualcos'altro, i tuoi sogni, il tuo tempo ed il tuo futuro. Istintivamente, dovresti provare un profondo rispetto per lui, per quello che è umanamente, ed inoltre per la sua professionalità ed esperienza, per la sua conoscenza, per la sua sensibilità artistica. In questo campo di solito l'istinto non sbaglia; se non senti di provare fiducia e rispetto significa che probabilmente c'è qualcosa che non va. Non c'è niente di male a sospendere le lezioni se non sei soddisfatto, è un tuo pieno diritto soprattutto se consideri quanto stai spendendo in termini di energie, di tempo e di denaro. Quindi, niente di personale, è solo che tu hai bisogno di proseguire per la tua strada.?Cosa penserà di te per essertene andato? Niente di brutto, anche lui è stato studente e dovrebbe sapere che non si può essere allievi dello stesso insegnante per tutta la vita; e comunque, se egli dovesse proprio prendersela a male per questo, non è un problema tuo.?Allontana da te, dunque, ogni senso di colpa ed ogni timore di fare una "brutta figura"... la tua vita è più importante. Stai molto attento! Per il tuo bene, mantieni sempre un sano atteggiamento di iniziale diffidenza alimentata dal tuo spirito critico, e cerca di basare il tuo giudizio solo su fatti concreti e di diretta applicazione pratica. Diffida dei venditori di "aria fritta" che intendono approfittare della tua buona fede. Ringraziando fin d’adesso la testata “Lamezia e non solo” Ci aggiorniamo Il prossimo mese, con altre informazioni utili per lo studio del Canto Moderno. Per chi trova interesse a dialogare sulla Disciplina del Canto Moderno può contattarmi personalmente al seguente numero telefonico 329.4431577.
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Un viaggio alla scoperta dei tanti piatti della cucina delle isole caraibiche, è quello che voglio proporvi in questo primo nostro appuntamento Parlare di cucina caraibica è molto complesso anche perché ogni piatto viene influenzato dalla diversità culturale, una sorta di pentolone in cui si mescolano le tante anime delle popolazioni e delle successive colonizzazioni. Nasce così una cucina piena di influenze e storia, dalle aree settentrionali alle praterie argentine, che si differenziano proprio per la diversità di cultura sociale economica ed etnica. Oggi voglio parlarvi sei piatti tipici della tradizione venezuelana (Terra che mi ha dato i natali):
LA CARNE DESMECHADA, OVVERO LA CARNE DI MANZO A STRACCETTI. Ingredienti per quattro persone Costata di manzo da kg 1 Cipolle 2 Pomodori 4 Aglio uno spicchio Prezzemolo, q.b. Olio evo tre cucchiai Sale q.b.
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PROCEDIMENTO Pulire la carne del grasso in eccesso, preparare una marinata con il sale, mezzo spicchio di aglio, una cipolla, due pomodori lavati e tagliati a pezzi. Mettere la marinata sulla carne, coprire il tutto e metterlo nel frigo per un'intera notte a marinare. Trascorso il tempo di marinatura scolare la carne e metterla in una casseruola, coprirla con acqua e cuocere la fine quando la stessa non risulterà tenera. Scolate la carne e fatela raffreddare, una volta fredda ridurla a striscioline sottili. Potete aiutarti con una forchetta in modo da sfilacciare proprio la carne partendo dall'alto verso il basso. Nel frattempo mettete olio e gli aromi rimasti tagliati a pezzi e fare cuocere a fiamma dolce per 10 minuti. Aggiungere la carne sfilacciata precedentemente e soffriggere a fuoco medio per altri 10 minuti, avendo cura di mescolare spesso. A metà cottura aggiustare di sale pepe. Servire caldo. La carne desmechada viene utilizzata come ripieno tipico delle Arepas, tipico pane venezuelano, che avrò modo di spiegarvi in un'altra occasione. Il vino che consiglio per la carne desmechada, deve essere ben strutturato, di medio corpo mio, consiglio, un Rosso di Montalcino Toscano, oppure una birra rossa dal gusto persistente, come la Symphony, di Gladium, birra speciale prodotto in Calabria
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Stagione 1998/ 1998
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Club Rotary ed Interact Lamezia Terme e Reventino PER NON DIMENTICARE L’ORRORE DELLA SHOAH E DIFFONDERE LA CULTURA DELLA TOLLERANZA
Il 27 gennaio di 70 anni fa vennero aperti i cancelli di quel momento all’orrore che è stato il campo di Auschwitz-Birkenau e i Club Rotary ed Interact Lamezia Terme e Reventino hanno voluto celebrare questa ricorrenza insieme, con un evento speciale dedicato alla Giornata della Memoria, che dal 2000 è stata istituzionalizzata per ricordare le vittime della Shoah. “Un Rotary che ha tra i suoi principi fondamentali quello di promuovere la pace; un Rotary presente in tutto il mondo che opera per la difesa dei diritti umani e per realizzare l’integrazione tra i popoli: “questo Rotary” non poteva restare indifferente dinanzi alla straordinaria occasione offerta dalla Giornata della Memoria per ricordare e riflettere, ma soprattutto, per diffondere tra i giovani la cultura della tolleranza, il rispetto della dignità umana e delle diversità, il valore inestimabile della vita” – ha detto nel suo intervento introduttivo il Presidente del Rotary Club Lamezia Terme Raffaella Gigliotti. “Se comprendere è impossibile, conoscere è necessario, perché ciò che è accaduto può ritornare, le coscienze possono nuovamente essere sedotte ed oscurate: anche le nostre” - parole di Primo Levi, riprese da Giuliana Menniti, Presidente del Rotary Reventino per sottolineare quanto ancora sia importante ricordare quel passato di ingiustizie e pre-
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varicazioni, di torture e di disumanità, in un tempo in cui serpeggia ancora il timore di un antisemitismo sempre più vitale e la crescita di un terrorismo che dice di combattere in nome di Dio. Significativo il messaggio del Presidente dell’Interact. “Noi giovani – ha detto Greta Greco – dobbiamo ricordare sempre quanto è successo ad Auschwitz, perché la memoria di quel triste passato serva a ricostruire il presente e a rendere migliore il futuro; un futuro, dove possano convivere persone con ideologie diverse - senza pregiudizi razziali, ed in cui la tolleranza prevalga sempre sulle guerre e sulle violenze di ogni genere”. Ospite della serata l’Avv. Giuseppe Zupo, unico figlio di Antonio (classe 1908), direttore didattico di professione, uomo raffinato e colto. Antonio Zupo, dopo l’armistizio dell’8 settembre 1943 - proclamato dall’Italia e considerato dalla Germania un vero e proprio tradimento, resiste ai tedeschi che vogliono disarmare i militari italiani a Corfù. Preso prigioniero, viene internato nei lager nazisti, prima in Polonia ai confini con l’Unione Sovietica, poi nel Nord della Germania, e liberato dagli Inglesi ad aprile del 1945.Medaglia D’Oro della Pubblica Istruzione; Decorato con croce al Merito di Guerra e distintivo della Guerra di Liberazione; Medaglia d’Onore alla Memoria, con decreto del Presidente della Repubblica nel 2011. L’Avv. Giuseppe Zupo è intervenuto per presentare il suo libro, “Storia di IMI”, Storia di Internato Militare Italiano – di Antonio e Giuseppe Zupo; un volume corposo, scritto a quattro mani dal labirinto della memoria; un cofanetto prezioso di circa 200 pagine di ricordi, di lettere, di foto, di ricettari, che ci restituisce la storia, i sentimenti, i valori di una famiglia della vecchia Nicastro.
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Durante la serata le voci dei soci dei Rotary Club Lamezia Terme e Reventino, assieme a quelle dei giovani del loro Club Interact, hanno realizzato una suggestiva performance di musica e parole. Dopo la visione di uno stralcio del primo docufilm in 3D girato ad Auschwitz, prodotto da RAI scuola, “Le non persone” di Roberto Olla, sono stati letti testi di autori vari - da Levi a Borges, Lanzmann e Wiesel, dal diario di Anna Frank, dei bambini di Terezin – oltre ad alcune tra le pagine più significative del libro presentato dall’Avv. Giuseppe Zupo. Hanno partecipato alla performance: Giuliana Menniti, Carmela Dromì e Battista Folino per il Club Rotary Reventino; Caterina Restuccia, Claudio Sdanganelli, Giuseppe Senese per il Club Rotary Lamezia Terme; Greta Greco coi soci Interact; Pierfrancesco Senese e Giorgia Ferraiolo. Nel corso della serata si è svolta anche la cerimonia di ingresso di due nuovi giovani soci dell’Interact Club Lamezia Terme Reventino, Federica Donato e Giada Raso.
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Le conclusioni sono state affidate all’Assistente del Governatore del Distretto 2100, Massimo Sdanganelli, che nel suo intervento ha manifestato apprezzamenti per la buona riuscita della manifestazione, in occasione della quale i giovani interactiani - assieme ai soci dei Club padrini - hanno dimostrato maturità e sensibilità verso i temi dell’integrazione e della pace, che sono alcuni tra i principi cardine del Rotary International.
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Ieri 29 gennaio, presso la libreria Tavella si è tenuta la presentazione del libro “Il Cielo è azzurro come i tuoi occhi i neri”. Erano presenti l’Avv. Domenico Sorace, scrittore del libro e gli avvocati Graziella Astorino e Giancarlo Nicotera, i quali hanno conversato con l’autore. In questa occasione si è commemorata l’Ill.ma figura del Notaio Anania, uomo di grande prestigio sociale che la civiltà lametina ha trascurato di esaltare e di fare buon uso dei suoi insegnamenti culturali, spirituali e sociali. L’autore nell’esporre alcune caratteristiche peculiari dei protagonisti e nel colloquiare con i presenti ha dato risalto all’aspetto politico nazionale degli anni di piombo. Nel presentare il libro l’avv. Graziella Astorino, ha paragonato la vita, i concetti e il modus vivendi del notaio e i protagonisti della storia, ambientata nella terra calabra con lo sfondo culturale sociale degli 70-80. In tale periodo i due ragazzi sviluppano il loro modo di incamminarsi nelle diverse vicissitudini della loro esistenza tra scelte completamente diverse, di cui si fanno carico, ma accomunate dalla vera amicizia che li vede complici nel modo di servire la società. Si racconta del rapimento di Aldo Moro e degli accadimenti della politica nazionale ed internazionale. Aspetti che sono stati messi in connessione, dall’avv. Graziella Astorino, con la vita del Notaio proiettata verso la formazione politico,
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culturale e spirituale di soggetti che fossero capaci di attuare i principi cristiani nella loro vita quotidiana ma in particolare di uomini e donne politici, che li applicassero nel loro ruolo. A tal proposito è stata fatta ascoltare ai presenti un’intervista inedita al Notaio, posseduta dall’avv. Graziella Astorino, che dalla viva voce ha rimarcato l’esaltazione di Dio come Amore che penetra nel cuore degli uomini attraverso la bellezza della Verità. E’ stata data lettura di un articolo, dal titolo “Parlamentari nel Deserto” scritto dal Notaio sul giornale dell’UDC “Insieme” anno 2011, dove anticipava e denunciava lo stato attuale della politica, non più al servizio della collettività, definendo “Cammellieri” i parlamentari e tutti i politici attivi, sollecitando una rinascita spirituale e morale dei cattolici impegnati in politica e di un nuovo partito dei Cattolici. E’ intervenuto l’avv. Giancarlo Nicotera che ha esposto il periodo storico politico di Aldo Moro e del ruolo, tra i giovani, del Notaio Anania.
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