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L’intervista Due | 14 luglio 2007 | Numero 28
TIZIANO TERZANI E ANGELA STAUDE Domenica 15 luglio a Modena si celebra il Tiziano Terzani Day. Un’occasione per incontrare Angela Terzani Staude, moglie del giornalista-scrittore scomparso ormai quasi tre anni fa. Qualcuno ha parlato di «fenomeno Terzani», altri l’hanno definito« terzanismo». Ma sono solo etichette, per di più inadatte, che sono sempre andate strette a tutti. Soprattutto a Tiziano. La sua scomparsa nel luglio 2004, pochi mesi dopo la pubblicazione del libro che è il resoconto dell’ultimo grande viaggio di un uomo che aveva dedicato con passione la sua vita a capire e raccontare il mondo, ha suscitato un interesse sempre crescente per i suoi libri e un’ondata di affetto per il loro autore. La sua trentennale permanenza in Asia come corrispondente ed inviato ne aveva fatto il testimone più autorevole dei grandi eventi politici e culturali che si verificarono in quel continente. Un giornalismo «dal volto umano», partecipe e sensibile, non gridato, mai sensazionalistico. Mentre i suoi primi libri erano reportage di lontani viaggi di un grande giornalista che attraversava l’Oriente, con «Lettere contro la guerra» la sua voce si fa più personale e coinvolgente. Rinuncia alla pace delle montagne dell’Himalaya, dove si era ritirato a vivere, si unisce alle folle e interviene nel dibattito politico in seguito all’11 Settembre, incitando l’uomo a riflettere, a riappropriarsi del mondo in cui vive, a eliminare la violenza che vi regna, a rompere con il proprio passato. Ma è con «Un altro giro di giostra», seguito da «La fine è il mio inizio» – resoconto di una vita raccontato al figlio Folco e pubblicato nel marzo 2006 –, che Terzani ci prende con sé in un viaggio dentro la malattia che lo aveva colpito e alla ricerca di una cura. Un viaggio per giungere infine alla convinzione che la meta del viaggio e
Oltre un milione di persone ha letto i suoi ultimi due libri. Ad ogni manifestazione pubblica a lui dedicata accorrono grandi folle, i suoi lettori si consigliano i suoi volumi, li discutono e si sono riuniti in una delle più vaste community in internet. Tiziano Terzani la chiamava «L’organizzazione». Sono passati ormai tre anni dalla sua morte, ma Tiziano sembra più vivo che mai. Come si può spiegare un seguito di questo genere? «Io posso solo fare un’ipotesi – risponde Angela Terzani Staude, vedova di Tiziano -, ed è che Tiziano era un uomo del suo tempo e ha fiutato quel che c’era nell’aria. Come già in “Un indovino mi disse”, sentiva che grandi problemi umani pesavano sul cuore della gente, senza che nessuno ne parlasse o ne scrivesse. E siccome erano diventati problemi anche suoi, e lui ci aveva riflettuto a lungo, nello scrivere “Un altro giro di giostra” li ha voluti mettere in tavola per parlarne con chi avesse voglia di condividerli. Mentre Tiziano ha riconosciuto che gli stava capitando qualcosa che prima o poi sarebbe capitato a ognuno di noi, qualcosa di universale, i suoi lettori si sono riconosciuti in lui. E questa condivisione alla fine si è dimostrata catartica. Gandhi ha voluto chiamare la propria autobiografia “I miei esperimenti con la verità”. Non ha detto: ecco la verità, ora ve la racconto, ha semplicemente raccontato i suoi tentativi di scoprirla. E Tiziano, che ammirava Gandhi forse più di ogni altro personaggio del suo tempo, non ha fatto altro a sua volta che raccontare i propri “esperimenti con la verità”. A me è sembrato un atto di umiltà, anche di generosità, in cui forse sta la ragione per cui oggi per tanti Tiziano è diventato un amico». Il mondo dell’informazione è in crisi. Da una recente classifica l’Italia è risultata l’unica nazione dell’Europa occidentale definita «parzialmente libera». Come vede lei questa situazione e cosa ne penserebbe suo marito che è stato un esempio per chi ancora crede nel giornalismo? «La situazione è gravissima. Un Paese che si è fatto togliere la libertà di parola non è più un paese democratico. Se il giornalismo rinuncia ad essere libero, priva i cittadini del loro diritto all’informazione e diventa servo del potere, diventa inutile. Tiziano vedeva arrivare questo stato di cose già molti anni fa. E’ per questo che rinunciò a poco a poco a scrivere articoli di politica, per scrivere libri che riguardavano l’uomo. “Un indovino mi disse”, “Lettere contro la guerra”, “Un altro giro di giostra” non trattano dei problemi dei governi e degli Stati; trattano delle varie facce della vita di un uomo. Implicita-
della ricerca di ogni essere umano non è né orientale né occidentale, ma è qualcosa dentro ognuno di noi. E che la cura è quella di cambiare se stessi e, grazie a questa trasformazione interiore, dare il proprio contributo alla costruzione di un mondo migliore. Sempre leggero e sorridente, poetico e spiritoso, il suo linguaggio riesce a toccare le corde più profonde del nostro animo, riproponendoci la riflessione sulle domande semplici e fondamentali di sempre e incoraggiandoci, con la sua proverbiale risata, a vedere il mondo che ci circonda con uno sguardo diverso. Tutti conoscono l’antico detto che dice che dietro ad un grande uomo c’è sempre una grande donna. Nel caso di Tiziano non esiste verità più grande. Come ha scritto lui stesso al figlio Folco: «Tutto quello che sono diventato, tutto quello che ho fatto e tutto quello che ho disfatto è avvenuto con la benedizione, la comprensione, la generosità di questa tua stupenda madre che non mi ha mai chiesto perché, che mi ha lasciato la più incredibile libertà, sempre». Ma Angela ora sta facendo di più, sta facendo in modo di rendere reale un detto buddista che tanto piaceva a suo marito: «La candela si spegne, ma la luce continua». Avrebbe, dopo la sua morte, potuto mettersi da parte e rinchiudersi nel proprio dolore, invece ha deciso di continuare a parlare di Tiziano, di raccontare il suo modo di essere, di diffondere il suo messaggio di pace, di speranza, di cambiamento. Di continuare ad emozionarsi e commuoversi partecipando ad incontri, dibattiti, conferenze, proiezioni, in giro per tutta Italia. Angela ti mette subito a tuo agio, la sua voce decisa, entusiasta, giovane e sincera ti fa sentire come se parlassi ad un’amica: in questo caso è proprio vero, dietro ad un grande uomo c’è una grande donna.
mente, certo, oziosi e rassegnati. continuano ad “Gli imperi sorgoessere politici, no e tramontano...” nella misura in è come comincia cui non smetuno dei più celetono di sprobri romanzi cinesi nare l’individi molti secoli fa. duo a pensare Così è. L’Occidente con la propria tramonterà come testa, a sentipotenza dominanre col proprio te. Sopravvivrà, cuore. A vivere certo, ma debole e come vuole lui, insignificante. E un non come gli giorno, chissà, riimpongono di sorgerà ancora». E’ difficile parlare vivere i grandi di cancro e cominteressi ecoplicato scrivere nomici e finansul cancro qualcoziari che oggi sa che sia udibile governano il e non retorico. mondo». «Un altro giro di La famiglia giostra» vi riesce Terzani e perché non ci sono l’Asia, una stoluoghi comuni, ria lunga una cose piccole e mevita. Camboschine, recriminagia, Laos, Vietzioni, ma c’è una nam, India, ricerca. Spirituale, Cina, Giappofilosofica, giornane… Dai libri listica. Che porta di Tiziano ai a «partire dal cansuoi diari ave- In occasione del Tiziano Terzani Day di domenica cro», a compiere un te raccontato Modena,, Angela Staude, vedova del viaggio. Un’anaquesto magi- 15 luglio a Modena lisi lucida della co, misterioso giornalista-scrittore, racconta il suo impegno, i suoi propria malattia, e contraddiparole che sono torio conti- viaggi, le sue idee, la sua vita. Tutto condiviso. terapia, che hanno nente come di Andrea Palli fatto ritrovare a nessun altro. tanta gente la forza Un continene la voglia di continuare. te che sta cambiando, in modo nunciarlo, riconoscendo a ogni «Tiziano ne sarebbe stato felicisirrefrenabile, con la sua straorPaese il pieno diritto di riscattarsimo, ripagato di tante sofferendinaria forza produttiva capace si. Oggi l’Asia vuole batterci con ze, di tante delusioni, di tante di condizionare e minacciare le nostre stesse armi. Per farlo ci speranze che alla fine gli erano i modelli occidentali ed il suo ha copiato in ogni senso. Nelle sembrate irraggiungibili. Si sacontinuo sviluppo industriaistituzioni, nell’economia, nelrebbe commosso profondamente le ed economico. Come vede il l’industria, nella scienza, nella nell’accorgersi che nella sua vita cambiamento drastico di questa tecnologia non fa che imitare ciò era riuscito, anche se in piccolisregione in questi ultimi anni? che noi abbiamo inventato. Ed ora sima misura, a fare qualcosa per L’Asia che amava Terzani dove che noi ci siamo impigriti, l’Asia aiutare il mondo». finirà? ha preso la rincorsa per superarCon «Lettere contro la guerra» «L’Asia che amava Tiziano, e che ci, per batterci. E sicuramente ci Terzani, da inviato di guerho tanto amato anch’io, è già batterà. E’ un processo storico ra, diventa un «kamikaze delcambiata e questo forse non ci a mio avviso irreversibile. Non la pace». Sono memorabili gli piace. Certo dispiaceva a Tiziariusciremo ad arginarlo, anche scambi polemici di lettere con la no, che era anche un romantico, perché abbiamo perso la volontà concittadina Oriana Fallaci. Da uno che dei paesi e dei continenti di difenderci inventando nuove una parte l’alfiere della non vioamava la diversità. Amava le disoluzioni. Siamo diventati deboli, lenza e dall’altra la verse culture, le diverse reli- IL FUN CLUB, IL SITO «IMOLESE» E IL TIZIANO TERZANI DAY scrittrice con l’elmetto, entrambi gioni, le diverNell’autunno del 1999 un ragazzo di Milano, Massimo De Martino, acquistò per se tradizioni. E caso un libro in edizione super-economica. Costava tre o quattromila lire. L’au- toscani, entrambi senza dubbio tore gli era sconosciuto, ma la copertina gli piaceva, con quel signore che lo giornalisti-scrittoamava nei Pae- guardava con due baffoni bianchi, sorridendogli a mani giunte. Era «Un indovino ri-viaggiatori e tesi asiatici il loro mi disse» di un tale Terzani. Iniziò a leggerlo appena arrivato a casa e alle 5 del stimoni eccellenti essere rimasti mattino lo aveva finito. Da lì nacque l’idea di creare una pagina internet a lui de- di guerre, ciascuintoccati dal dicata, da lì nacque il fan club. Nell’estate del 2000 ci fu il primo incontro. Erano no con il suo stile “pr o g r e s s o”. in cinque, Tiziano fu cortese ma sbrigativo e fece capire che un fan club non gli e i suoi seguaci. Ma Tiziano era garbava molto. Allora decisero insieme per un «fun» club, un posto in cui scam- Ora che si sono rianche il pri- biarsi opinioni sui libri di Tiziano, ma in maniera non seriosa, un posto in cui ci trovati crede che la mo a rendersi fosse più divertimento (fun) che fanatismo (fan). Il sito oggi è diventato, grazie al- discussione starà conto che per l’apporto fondamentale dell’imolese Alen Loreti, lo spazio internet esistente più continuando? completo e dettagliato dedicato ad uno scrittore italiano. E’ nata anche Govinda, secoli l’Asia era la newsletter ufficiale del sito www.tizianoterzani.com. Attualmente conta circa «Devo dirle prostata messa in 18.000 iscritti in tutto il mondo, è gratuita e aggiorna su tutti gli appuntamenti che prio la verità? Per Oriana ginocchio dal- riguardano Terzani (novità editoriali, iniziative culturali, mostre, reading, ecc). Tiziano, l’ingordigia di Esiste anche un forum ufficiale, che è aperto a tutti ed è la parte attiva del fun era di pochissimo colonizzatori club, dove informarsi, condividere e conoscersi. L’appuntamento modenese del interesse. Non lo o c c i d e n t a l i , 15 luglio con il Tiziano Terzani Day vedrà la partecipazione, tra proiezioni, letture ha né preoccupato, e non ha mai e immagini, di Giovanna Botteri, Vincenzo Cottinelli, Ilaria Maria Sala, Mario Za- né l’ha presa molto sul serio. Tutto quel cessato di de- not e tanti altri. Per info: tel. 059/2032793, www.sosiapistoia.it/oltreigiardini
UN UOMO, UNA DONNA
che si dice sui loro tanti contrasti e litigi sono invenzioni della stampa. Quel che stava a cuore a Tiziano non era la Fallaci, era la gravità della situazione del momento. E se oggi la ritrovasse in Paradiso? Credo che non si ricorderebbe nemmeno di quell’episodio di cui sulla Terra si continua a parlare. La abbraccerebbe con una delle sue cordialissime risate... per ritornare subito dopo ai propri interessi e pensieri». Lei l’ha seguito in tutto il mondo. Scrittrice lei stessa, ha lasciato che il primo piano fosse del marito, gli ha permesso di essere quello che è stato con l’amore, il sostegno, la partecipazione e persino il distacco in alcuni momenti della vostra vita insieme. Non dev’essere stato facile rimanergli sempre vicino nella sua continua ricerca, nel suo continuo viaggio. «La ringrazio di tutto quello che dice di me, come se avessi fatto qualcosa di eccezionale. Per me è stato facile, è stato naturale. Ho riconosciuto fin da giovanissima che Tiziano era un uomo di idee, di iniziative, di coraggio, di inesorabili valori. E’ stata la mia fortuna potergli vivere accanto, potermi arricchire con tutto quello che mi portava in casa: persone, idee, libri, pensieri, grandi passioni. Tutte le vite hanno momenti difficili. Nel mio caso ogni difficoltà è stata ampiamente ricompensata da ciò che da Tiziano ho avuto». «Un indovino mi disse», il libro scritto da Tiziano dopo un anno di peregrinazioni, a piedi, in treno e in macchina, guardando il mondo con occhi diversi, è uno dei suoi libri più celebri. E presto diventerà un film per la regia di Mario Zanot. Lei sarà parte attiva del progetto? «I fi lm hanno tempi di incubazione molto lunghi. I motivi sono vari. Distillare da tutti gli incontri e avvenimenti che fanno una vita quelli più significativi, quelli decisivi, richiede un lungo lavoro di studio e riflessione. In questo, ma solo in questo, io potrò avere un piccolo ruolo». «Credo che c’è una vita unica, che ho sentito così forte, seduto sui contrafforti dell’Himalaya. La vedevo in un maggiolino, nelle formiche, nei fili d’erba, negli stupendi alberi di deodar. Quella vita che circolava lì era anche la mia. Per cui, quando la mia, la vita di questo corpo finirà... Continua la vita! Continua la vita...» Questa frase di Tiziano, con cui termina «Anam», è il suo messaggio più forte: guardare oltre, partire da questo per trovare la strada per cambiare, perché cambiare è possibile, un mondo migliore è possibile. «Non potrei dirlo meglio di Tiziano, né interpretarlo meglio di come lo ha interpretato lei». (foto Archivio Terzani)