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Si chiama Saskia, lavora nella moda con Victoria Beckham. Però è la figlia di Tiziano Terzani. Genitore ingombrante, faticoso, a volte duro. Ma le ha regalato un’infanzia speciale. E un’eredità morale

V

PoRtAtile in gReMbo, PRonto A MAndARe un Pezzo Allo SPiegel, veStito di biAnCo: uno dei RitRAtti Più noti di tiziAno teRzAni

Foto: S. Roubaud, Abbas - Magnum Photos / Contrasto

Di Gloria aUra Bortolini ictoria Beckham non ha mai letto un libro di suo padre. Lei non ha mai pensato di regalargliene uno. Saskia Terzani è sales director della stilista inglese, ma il rapporto finisce lì: vuole mantenere separata la vita privata da quella professionale. Ma l’ex Spice Girl conosce Tiziano Terzani? «Non credo. Non ne abbiamo mai parlato». Saskia vive a Londra, ha 43 anni, è sposata con un inglese, ha tre figli maschi. Ha scelto Londra per le opportunità che offre e perché «non è alienante, qui se vuoi puoi fare vita di quartiere». Ma dal padre ha ereditato l’indole del viaggiatore: non passa mese che non prenda un aereo. Viaggi avventurosi in paesi inesplorati? No, la moda la porta nelle capitali internazionali, tra

passerelle e hotel di lusso. «Il babbo non ha mai approvato questa mia scelta. Ma io non mi sono lasciata condizionare da lui». Tantomeno dal suo cognome. Da Tiziano Terzani, del resto, la figlia ha appreso la libertà di pensiero: «Ognuno deve vivere la vita in cui si riconosce». Così lei è passata dalla scuola comunista cinese a una carriera nel mondo della moda. Scelta insolita, per una persona con questo nome.

«Il babbo non ha mai approvato. Era una cosa su cui discutevamo in maniera piuttosto accesa: non condivideva la mia scelta professionale, si sentiva molto lontano dalla moda, dal mondo delle grandi aziende, dei brand... In realtà, non è che io avessi proprio l’intenzione di lavorare in questo mondo, il primo lavoro nella moda mi è capitato perché ho sostituito un’amica incinta che lavorava da Gucci. Poi, nel ’97, è

successo che io volevo andare ad Hong Kong, era il momento in cui la città da colonia britannica ritornava alla Cina. Sapevo che Prada aveva molti uffici in Oriente, ho presentato la mia candidatura, è andata bene. È andata così. La cosa bella di questo lavoro è che mi fa viaggiare ovunque». Un altro viaggiare rispetto a suo padre.

«Completamente diverso. I suoi viaggi erano avventurosi, complicati, spesso doveva proprio inventarseli. Ma penso che in ogni viaggio c’è qualcosa di speciale, anche nei miei che sono spesso solo tra un aeroporto, un hotel e una riunione. Colori, sapori, altre lingue… tutto mi emoziona, quando visito un paese straniero».

È la vita che voleva fare?

«Da bambina sognavo di diventare veterinaria. Poi attrice. La recitazione rappresenta la possibilità di essere tante persone. E più uno si conosce in tutte le proprie 30 ottobre 2014 |

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sfaccettature, più vede il potenziale di essere tante persone diverse. Io credo che nel presente di ognuno di noi c’è il proprio passato, il percorso che ti ha portato qui fino all’oggi, ma c’è anche il futuro, il tracciato che vuoi percorrere. Come un filo leggero, che ogni tanto ti tira in una direzione. Quello che si è oggi non è mai definitivo né completo. Sennò saremmo fermi». Che ricordi ha della sua infanzia?

«Non mi rendevo conto di quanto fosse speciale: da bambino ti adatti a tutte le situazioni. Alcuni passaggi però sono stati uno choc, come la scelta di andare a vivere in Cina. Venivamo da Hong Kong, dove mio fratello Folco ed io frequentavamo la scuola inglese. In Cina il babbo, vista la sua passione per la cultura cinese, ha voluto iscriverci alla scuola comunista. I primi mesi per noi era come stare in un acquario. Non parlavamo una parola di cinese, la storia era proibita, le sole materie erano Cinese e Matematica. Molto duro, sì. Però riconosco un merito a quell’insegnamento cinese: disciplina. Ancora oggi sento familiarità con quel popolo».

Una cittadina del mondo.

«In realtà mi sento molto italiana. Come tutti gli emigrati, sono nostalgica dell’Italia, forse la amo più degli italiani che ci vivono. Quando vivi all’estero hai un legame forte col tuo paese d’origine. Poi però torno in Italia e mi accorgo che sono un po’ diversa. C’è sempre qualcuno che mi ricorda che non sono un’“italiana doc”. Da bambina mi piaceva dire che ero italiana, ma quando pronunciavo il nome Saskia non sembravo più credibile. A volte passo per straniera in Italia, ma il motivo è semplice: carnagione chiara e capelli biondi, eredità del ceppo materno della mia famiglia».

E da suo padre, cos’ha ereditato?

«L’avere un pensiero e un giudizio indipendente, lui incoraggiava sempre me e mio fratello a questo. Spero che i miei figli riescano a fare, come lui, una vita in cui riconoscersi, non una vita imposta da qualcun altro. Spero che abbiano ereditato dal nonno curiosità, gusto dell’avventura e della scoperta. E auto-

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nomia di pensiero. In poche parole, quegli ingredienti indispensabili a fare una vita interessante, non incasellata in canoni imposti da altri». Ma Terzani ha conosciuto i suoi nipoti?

«Ha conosciuto Niccolò, il mio primo figlio. Lui è nato a maggio, il babbo è morto a luglio. A tutti e tre racconto la mia vita, legata ai viaggi del nonno. Ogni tanto gli mostro i suoi libri, le foto. Ora partecipano alle serate dedicate al nonno e cominciano a farsi un’idea di chi fosse, ma io non posso mettermi lì e raccontare tutto d’un fiato chi fosse il loro nonno. Cerco di dargli degli indizi, in attesa che lo capiscano, un giorno, quando leggeranno meglio l’italiano e si metteranno a leggere i suoi libri».

E lui com’è stato come padre?

«È stato un padre fuori dagli schemi. Per lui non aveva senso organizzare la sua vita in funzione dei figli: ci costringeva a vedere i musei che interessavano a lui, a sorbirci serate di discussioni sulla politica. Ci portava al casinò di Macau a osservare i giocatori che, in mezzo a nuvole di fumo, sperperavano fortune. Per lui era una lezione di vita, un modo per educarci facendoci diver-

tire allo stesso tempo. I miei figli vivono sicuramente una realtà più ovattata rispetto a quella che ho vissuto io, ma spero che la mia infanzia si rifletta in qualche modo anche nelle loro vite». Per Tiziano la moglie, Angela Staude, è stata una presenza fondamentale. Lei cosa deve, a sua madre?

«Mia madre ha capacità di grande empatia con gli altri. È attenta alle caratteristiche di ogni persona, si immedesima, cerca di capire chi ha attorno. Ma io ammiro soprattutto il fatto che lei, nonostante avesse accanto un uomo molto forte, con le sue idee, ha sempre avuto sicurezza in se stessa, una sua vita, un carattere autonomo e forte. È stata capace di portare avanti la sua vita, i suoi interessi, i suoi libri, senza prendere spazio a mio padre. Ha dimostrato forza e coraggio. E credo che questo fosse l’unico modo possibile per riuscire a stare accanto a una persona complessa, vitale e intensa come era mio padre. Se non sai tener testa non c’è scambio, non è un rapporto. Rischi di diventare un pubblico che batte le mani e basta».

Ma Tiziano Terzani è anche stato, e molto, un personaggio pubblico.

«Mio padre è diventato un personaggio pubblico soprattutto dopo la sua morte. Il suo nome si è diffuso con i suoi libri, ma durante la nostra infanzia lui era“soltanto” un giornalista e per me era un padre con delle idee molto forti, sì, ed esuberante e trascinante, ma questo non ci sembrava speciale. Eravamo abituati a vederlo così».

Uno dei libri più famosi di Tiziano Terzani è “Un indovino mi disse”, in cui racconta la decisione di seguire per un anno la profezia di un indovino e non fare perciò più viaggi in aereo. Cosa pensaste della sua scelta quando ve lo annunciò?

«A me è sempre sembrata una scelta originale e audace. Non solo si era immerso in un mondo tutto nuovo di indovini, chiromanti, veggenti, stregoni, ma aveva anche annunciato al suo giornale che non avrebbe viaggiato in aereo -cosa che per un corrispondente abituato a precipitarsi per primo nel luogo dove accadevano i fatti, dove nascevano le notizie, sembrò assolutamente insolito. Inopportuno. È che il babbo aveva un fortissimo senso del dovere, ma mai a scapito del suo innato senso di libertà. Appena sentiva che la vita diventava costrizione, cercava un modo per tornare ad esserne padrone».


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SaSkia teRzani con il maRito e i loRo tRe Ragazzi. nella Foto accanto: col padRe in cambogia, ad angkoR

Come ha vissuto la sua assenza in quell’anno?

«Noi ragazzi eravamo già grandi, facevamo l’università, non eravamo più a casa. Ma i suoi viaggi - le partenze, le assenze, i ritorni - venivano sempre vissuti con grande partecipazione familiare.Non erano mai periodi di stacco totale: lettere, fax, cartoline, telefonate da cabine pubbliche arrivavano regolarmente. Per esempio, quando ha concluso il lungo viaggio attraverso l’Unione Sovietica in transiberiana, eravamo tutti ad aspettarlo alla stazione più vicina ad Orsigna. Le poche valige che aveva erano piene di regali per noi: stoffe, cappelli, colbacchi».

Foto: S. Roubaud

Oggi c’è il progetto di fare un film tratto da “Un indovino mi disse”. Che cosa rappresenta questo libro per te?

«Quel libro è nato dal suo desiderio di riequilibrare, reimpostare la sua vita. La profezia dell’indovino non era la ragione per la quale il babbo ha passato un anno senza viaggiare, ma era l’opportunità di farlo. La scusa, in un certo senso, per potersi prendere tempo. Per poter vivere diversamente. Un esempio di come lui modellava la vita come più desiderava, cercando di fare il meglio di quello che gli veniva pre-

sentato. Sia la profezia dell’indovino che il cancro, diversi anni dopo, potevano essere vissuti come maledizioni: invece lui ha cercato di tirare fuori la poesia nascosta in quelle “maledizioni”. Invece di opporsi, le ha accolte. Ci ha fatto amicizia». Quanto le manca dialogare con lui?

«Il confronto per noi era molto importante. Sono partita da casa a 17 anni e ci siamo sempre tenuti in contatto, prima con le lettere, poi con le email. Mio padre aveva

l’esigenza di dare un significato profondo a tutto. Nemmeno a tavola si poteva parlare del più e del meno, per lui era tempo sprecato. Bisognava analizzare, snocciolare, pianificare. Mi chiedeva spesso: “Sei felice?”. La sua assenza in questi dieci anni non ha interrotto il nostro dialogo. Il ricordo di una persona cara non è un’immagine o un ritratto, ma altro. «Con lui continuo a conversare, e lo farò sempre». n

Una vita come un film A 10 anni dalla morte (28 luglio 2004) il ricordo di Tiziano Terzani non si è certo affievolito. Anzi: lo scrittore fiorentino, giornalista di Der Spiegel, è diventato un’icona dei nostri tempi e i suoi libri più famosi, “Pelle di Leopardo” e “Giai Phong! La liberazione di Saigon” (Feltrinelli), o “La porta Proibita”, “Buonanotte, signor Lenin”, “In Asia” (Longanesi), continuano ad essere letti, amati, discussi. Due, in particolare, restano nella memoria: “Un indovino mi disse”, dedicato all’anno 1993 in cui, dopo la profezia di un indovino che lo aveva messo in guardia dal prendere aerei, Terzani per mesi percorse le vie dell’Asia in barca, bus o treni, entrandovi dentro come forse mai prima; e “Un altro giro di giostra”, pubblicato da Longanesi nel 2004, cronaca del cancro che lo uccise lo stesso anno. Libro in cui scrisse “Avevo preso la malattia come un altro viaggio: viaggio involontario, non previsto, per il quale non avevo carte geografiche, per il quale non mi ero in alcun modo preparato, ma che di tutti i viaggi fatti fino ad allora era il più impegnativo”. Da “Un indovino mi disse” il regista Mario Zanot intende trarre un film, che sarà girato nel sud-est asiatico. Per i fondi si ricorrerà in parte a finanziamento popolare; è anche stato costituito un comitato di raccolta fondi (info su www.unindovinocidisse.it). V.P. 30 ottobre 2014 |

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Poste Italiane s.p.a.sped.in A.P.-D.L.353/03(conv.in legge 27/02/04 n.46)art.1comma 1-DCB Roma - Austria - Belgio - Francia - Germania - Grecia - Lussemburgo - Olanda - Portogallo - Principato di Monaco - Slovenia - Spagna € 5,50 - C.T. Sfr 6,60 - Svizzera Sfr. 6,80 - Inghilterra £ 4,70

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n. 43 anno lX

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nuove lobby all’assalto tramontata l’era di luigi bisignani, cambia la rete di chi opera nell’ombra per promuovere nomine, finanziamenti, aziende. ecco la mappa degli affaristi alla conquista del palazzo. che corteggiano il cerchio magico di matteo renzi prigionieri della germania berlino continua a imporre i suoi diktat all’europa p. 66

tagli alla sanità c’è la crisi, gli italiani non si curano più p. 58

serie tv se ne fanno troppe. il mercato rischia di scoppiare p. 86


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Sommario 30

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Editoriale

29 / e tutti credono a matteo superstar di Luigi Vicinanza

Primo Piano

30 / nuoVe Lobby aLL’assaLto Finita l’era Bisignani, cambia la rete di chi opera nell’ombra per promuovere nomine e aziende. E tutti corteggiano una “trinità” vicinissima al premier. Ecco chi sono di emiliano Fittipaldi 36 / LeopoLda pigLiatutto Evento mediatico? No: raduno delle persone che oggi contano in Italia di marco damilano 40 / e casini Frana suLL’ambiente Il fedelissimo Staderini alla guida della società delle bonifiche. Ma il premier si infuria e lo esclude dai fondi per il dissesto di marco damilano 43 / un danno aL processo sentire napoLitano I rischi dell’udienza al Colle sulla Trattativa di Lirio abbate

Attualità

44 / L’uomo deLLa strage È eritreo, sta in Germania. Ed è accusato di avere organizzato il viaggio per l’Italia di 243 profughi. Finiti in fondo al mare di Fabrizio gatti

Rubriche 5 / per esempio di Altan 7 / L’antitaliano di Roberto Saviano 9 / questa settimana di Bruno Manfellotto 11 / satira preventiva di Michele Serra 13 / potere&poteri di Piero Ignazi 15 / riservato di R. Bocca e S. Livadiotti 16 / ecce bobo di Sergio Staino 18 / top e flop di Marco Damilano 22 / pantheon di Denise Pardo 57 / settimo cielo di Sandro Magister 63 / avviso ai naviganti di Massimo Riva 72 / senza frontiere di Uri Dadush 26 |

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49 / schiaVe a ragusa Braccianti romene violentate dai padroni. Dopo l’inchiesta de “l’Espresso” i carabinieri aprono un’indagine di giovanni tizian 50 / appaLti e mazzette, adesso accuso io Riccardo Fusi, il costruttore della Cricca, è stato fatto fuori. Ora vuota il sacco sui lavori pubblici. In Toscana e non solo. di gianfrancesco turano 53 / queL FiLo segreto tra Lega e robLedo Il pm di Milano intercettato con l’avvocato di Maroni. E l’antimafia lo denuncia di paolo biondani 54 / iL poVereLLo di paLermo Ha rinunciato a tutto e da 25 anni vive per gli ultimi. Oggi Biagio Conte assiste mille persone. E la sua storia diventa un film di roberto di caro

Dossier 58 / questi tagLi sono mortaLi Quattro miliardi in meno alle Regioni. Che non tagliano gli sprechi ma i servizi. Con conseguenze serie per la salute di tutti di Luca carra e cristina da rold

Mondo 66 / prigionieri deLLa germania Berlino continua a tenere in ostaggio l’Europa. Perché la sua economia, anche se in flessione, resta solida. E può imporre la legge del più forte di Federica bianchi 68 / cara itaLia non sei sotto attacco colloquio con marcel Fratscher di s. Vastano 71 / iL diFFiciLe equiLibrio con parigi di claudio Lindner

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Cultura 86 / sarà una boLLa seriaL Quattro storie sulla Casa Bianca. E medici, mafiosi, poliziotti. Le produzioni tv sono raddoppiate. E il mercato rischia di scoppiare di Lorenzo soria 90 / grattacieLi di Legno Non solo chalet ma torri, ponti, centrali elettriche. E il cemento perde colpi di stefano Vastano 94 / itaLia beLLa e sFregiata Alluvioni a Genova. Navi a Venezia. Paesaggi assediati. L’appello di uno storico dell’arte di cesare de seta 96 / sciacaLLi da ridere Videomaker. Autori di spot. E soprattutto parodie. Da Napoli il fenomeno The Jackall di michele azzu 99 / Van gogh a strisce Gli ultimi anni di Vincent. La musa di Picasso. Bacon illustrato. In fumetti i grandi dell’arte di oscar cosulich

Scienze 102 / Va in taVoLa iL tempo pazzo Caldo anomalo. Piogge torrenziali. E aumento della CO2. Cambiano il contenuto degli alimenti: dalla pasta alla carne di elisa manacorda 106 / napoLi riparte daL mare Con una mostra su storia ed ecologia del Mediterraneo, torna la Città della scienza di elisa manacorda

Tecnologia 108 / big data, riVoLuzione a scuoLa L’enorme quantità di informazioni digitali è un patrimonio per l’istruzione del futuro. Parla il guru Viktor Mayer-Schönberger di Fabio chiusi

Reportage

Economia

76 / com’è gLobaL La mongoLia Dopo millenni di isolamento, il Paese asiatico ha scoperto la modernità. E un popolo di pastori si sta trasformando di marco restelli

116 / caccia aL ricco In Svizzera un referendum vuole cancellare i privilegi fiscali per i milionari stranieri. Tra cui molti italiani, da Marchionne a Nibali di Vittorio malagutti


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n. 43 - 30 ottobre 2014

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76 122 / Finmeccanica Reloaded Moretti dice: per eccellere il gruppo deve ripartire da zero. Ma i critici non mancano di luca Piana e Gloria Riva

Società 128 / mio PadRe teRzani Si chiama Saskia, lavora nella moda con Victoria Beckham. Però è la figlia di Tiziano Terzani. Genitore, ingombrante, a volte duro. Ma le ha regalato un’infanzia speciale di Gloria aura Bortolini 132 / PRoFessione wwooFeR Giovani, figli della crisi, girano il mondo nelle fattorie bio. E lavorano in cambio di ospitalità di daniela condorelli 137 / tRucchi da BamBina Smalti e rossetti come le adolescenti, ma sono più piccole. Boom del “baby make up” di marina cavallieri

Passioni

140 / cinema 141 / spettacoli 142 / musica 143 / arte 144 / libri 147 / Beauty 148 / moda 150 / la tavola 151 / Viaggi 152 / motori 158 / lettere

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i programmi per bambini, i prodotti e le ricette da tutto il mondo. Nello speciale della sezione Food&Wine sul Salone del Gusto e Terra Madre in scena a Torino fino al 27 ottobre la maGniFica PaRiGi di Boldini Le opere di Giovanni Boldini sono in mostra a Milano fino al 18 gennaio 2015. Nella sezione Visioni, alcune immagini dei capolavori dipinti tra il 1871 e il 1920 nella capitale francese

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