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rAFFAELE AmEtrANO
from Calcio2000 n.246
by TC&C SRL
DOVE SONO FINITI? Raffaele Ametrano
di Thomas Saccani
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IL RACCATTAPALLE DI MARADONA
Ha giocato in grandi piazze, lasciando sempre un bel ricordo. Due chiacchiere con Raffaele Ametrano
La carriera di Raffaele Ametrano è stata lunghissima e, considerato che ha deciso di cimentarsi nel mestiere di allenatore, non si è ancora conclusa. Ha giocato in piazze prestigiose e si è sempre distinto per la grande professionalità. Tutto è partito da Castellamare di
Stabia. Era un ragazzino e faceva il raccattapalle, al San Paolo, quando Sua Maestà
Diego faceva impazzire i tifosi del Napoli…
Un centrocampista arretrato, una vera e propria diga in mezzo al campo. Oggi è un allenatore rampante, voglioso di imparare e trasmettere la sua grande esperienza da calciatore…
Raffaele, come nasce la tua passione per il calcio?
“È iniziato tutto a Castellammare di Stabia.
Il pallone mi è sempre piaciuto. A 13 anni sono stato scelto dal Napoli. E, in quel momento, è cominciato tutto. Devo dire che non
è stato semplice. Lasciare casa, mettersi in gioco a certi livelli ma ne è valsa la pena”.
È vero che facevi il raccattapalle al San Paolo quando regnava il grande Diego Maradona?
“Sì, è vero. È stato un onore. Poter vedere Diego da vicino è stato qualcosa di magico. Lo vedevo anche in palestra, quando si preparava per le partite. Sono stati momenti davvero significativi. Li ricordo con grande piacere. Se poi penso che, a Napoli, ci sono pure tornato e ci ho giocato con quella maglia…”.
Sei diventato grande all’Udinese, dove sei rimasto per tre anni…
“Bellissimo triennio. L’Udinese mi ha dato una grande occasione, dopo avermi visto giocare con la Rappresentativa nazionale della Lega Pro (allora Ametrano giocava ad Ischia, n.d.r.). Abbiamo fatto benissimo. Ho
Ametrano ha giocato con tantissimi campioni, compreso un certo Zidane
giocato con grandi compagni, come Carnevale, Pinzi, Calori, Rossitto, Bertotto, Poggi, solo in Serie B, poi in Serie A gente del livello di Bierhoff, Helveg, Calori. Gente che mi ha insegnato moltissimo”.
Nel 1996 finisci alla Juventus…
“Alla Juventus non puoi dire di no, anche se avevo preso casa a Udine e pensavo di restarci. È stata un’esperienza positiva, anche se ho giocato poco, avendo davanti giocatori
SEMPRE DI CORSA
Raffaele Ametrano è stato un centrocampista dinamico, di quelli che non si fermano mai. Uno alla Bonacina (nome non a caso, Ametrano l’ha indicato come il suo incubo peggiore, tra gli avversari che ha affrontato in carriera). Nato a Castellammare di Stabia il 15 febbraio del 1973, a 13 anni viene “chiamato” dal Napoli. Si fa le ossa ad Ischia (due anni), in Serie C, poi passa, nel 1994, all’Udinese, dove resta per tre stagioni, collezionando 61 presenze, con due reti all’attivo): “Non dimenticherò mai la prima rete in Serie A. Giocavo nell’Udinese e ho fatto gol contro il Padova. È stata una gioia immensa, non capivo più nulla, ero solo felice”, racconta, a distanza di tanti anni. Nel 1996 va alla Juventus con la quale partecipa alla finale di Coppa Intercontinentale vinta contro il River Plate. Si trasferisce al Verone e, nel 1997, torna alla Juventus ma sempre per pochissimo tempo. Piccola curiosità: indossa quattro volte la casacca della Juventus, una in campionato (Juventus-Inter) e tre volte in Coppa Italia. Seguono le esperienze a Empoli, Genoa, Salernitana, Cagliari, Crotone, Napoli, Messina, Avellino Potenza e, infine, alla Juve Stabia, la squadra della sua città, società con cui chiude con il calcio giocato a 37 anni. Si rimette subito in pista, nel ruolo di allenatore. Dal 2014 al 2018 allena a Udine (giovanili), ora è il secondo di Sullo al Padova. Siamo solo all’inizio…
di una classe immensa. For- nell’allora Coppa Uefa e, nel se sono arrivato un po’ troppo campionato italiano, il livello presto ma, ripeto, è stata una era altissimo. Ora non è più grandissima esperienza che così ma io mi auguro che si mi ha dato tantissimo. Quando possa tornare a quei livelli il arrivi alla Juventus, ti senti in prima possibile. Hai citato alparadiso. Parliamo di un club cuni giocatori, con cui ho gioal top, il sogno di qualsiasi gio- cato, fantastici. Penso anche a catore. Non importa se non ho Fabio Cannavaro, un altro top avuto spazio. Ripeto, alla Ju- player o a Fabian O’Neill, uno ventus non puoi dire di no”. che, se fosse stato più fortuHai giocato poco ma ti sei tolto nato, avrebbe potuto fare tanto la soddisfazione di partecipare ma tanto di più Ripeto, allora alla finale di Coppa Interconti- c’era un livello qualitativo alnentale del 1996, quella decisa tissimo in Italia”.
da una magia di Del Piero con- Hai smesso di giocare nel tro il River Plate… 2010, a Castellammare di Sta-
“È stato fantastico. Primo anno bia, la tua città natale, come che non c’erano le trombette… mai? (Ride, n.d.r.). Quella Juventus “L’avevo promesso a mio paera fortissima. Il River Plate ci dre e ho mantenuto la parola. ha fatto soffrire ma l’abbiamo È stato bellissimo, ho chiuso portata a casa”. Si ringrazia Panini per la gentile concessione delle immagini con una promozione. Ci tenevo So che hai sempre avuto un a chiudere davanti ai miei condebole per Roby Baggio… cittadini, è stato meraviglioso. “Vero, è sempre stato un mio idolo. Quando, Era il momento giusto per smettere, l’ho con l’Udinese, ci ho giocato contro, quando deciso io e l’ho fatto nel posto che volevo”. lui giocava al Milan, gli ho chiesto la maglia. E ora sei dall’altra parte, ti sei dato al Pensa che la conservo, gelosamente, anco- ruolo di allenatore… ra oggi”. “Era meglio fare il giocatore (Ride, n.d.r.). Udinese, Juventus, Napoli, Genoa, Verona, A parte le battute, io volevo restare nel Cagliari… Hai avuto la fortuna di giocare in mondo del calcio, on ho mai avuto dubbi in grandi piazze… proposito. Devo ringraziare l’Udinese che “ Sì, non mi sono fatto mancare nulla, dire mi ha permesso di cimentarmi con i giovache ho fatto un bel giro dell’Italia del pallo- ni e ora a Mister Sullo, al quale faccio da ne. E’ stato bellissimo vestire maglie così secondo a Padova. Un’esperienza che mi prestigiose e vivere in città tanto affasci- sta gratificando moltissimo”. nanti. Ne vado orgoglioso”. Che ne pensi dei giovani d’oggi? Sono
Hai giocato nell’Under 21 con Totti, hai molto cambiati rispetto a quando eri tu giocato con Del Piero, Zidane e tanti al- una giovane promessa…
tri… In quegli anni, il calcio italiano era “È vero… Oggi si presentano con le cuffie, davvero al top? con i cellulari. C’è meno vissuto nello spo“Certamente. Lo si capiva anche in Europa gliatoio ma è il mondo che è cambiato, non dove vincevamo spesso. Avevamo squadre solo il calcio. Bisogna adeguarsi ai tempi, capaci di vincere in Champions League e non c’è altra via”.