RASSEGNA STAMPA DEL 21 MARZO 2020

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TREVISO

SABATO 21 MARZO 2020 LA TRIBUNA

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la grande opera

Pedemontana, i cantieri si sono fermati Gli operai meridionali sono tornati al Sud Da giorni è terminato il via vai di camion. I responsabili del progetto: «Cercheremo qui manodopera di rimpiazzo» I sindaci interessati se n’erano accorti da qualche giorno: meno camion sulle loro strade, meno operai di passaggio. Il cantiere della Superstrada Pedemontana Veneta (Spv) si è fermato. Anche una delle opere più grandi di tutto il paese deve pagare il conto al coronavirus. Gli operai al lavoro nel trevigiano erano perlopiù del sud, pendolari dei cantieri che lavorano per le aziende spesso in subappalto. Quando l’emergenza coronavirus è scoppiata, e quando le ordinanze hanno cominciato a farsi sempre più stringenti, sono tornati a casa dalle loro famiglie. In molti casi finendo in isolamento per quindici giorni, ma almeno stando vicini ai loro parenti, al sud. TUTTO FERMO

Il ritorno a casa ha però lasciato sguarnite molte parti del cantiere della Pedemontana. A Povegliano i lavori sono fermi da alcuni giorni, e anche negli altri tratti della Marca trevigiana si muove poco o nulla. A Spresiano, Villorba, nella zona più a ovest della provincia, l’attività è assente. La direzione del cantiere sta correndo ai ripari, cercando forza lavoro locale per ripartire, ma ci vorrà del tempo. Di previsioni nessuno si azzarda a farle. «Difficile che si riparta veramente prima di maggio», confessano dal cantiere. Il risultato è che l’opera rallenta ancora, proprio nel momento in cui invece sembrava procedere a tutta velocità. IL PERCORSO

Nella nostra provincia per esempio il tratto Montebelluna-Povegliano è in dirittura d’arrivo. Prima dello stop forzato dei lavori si parlava di inizio 2021 per l’apertura del casello; previsione simile anche per il tratto Povegliano-Villorba, dove il sottopasso alla statale Pon-

tebbana sta solo attendendo il collaudo e l’asfaltatura. In questo caso la Spv sperava addirittura di aprire a fine 2019, una previsione poi smentita dai fatti; ma lo scenario temporale non è comunque molto lungo. Un po’ più indietro invece i lavori al casello di Spresiano e al raccordo della A27, dove di certo ci vorrà più di anno per vedere il termine del cantiere. Ora, con questo nuovo ritardo, l’orizzonte rischia di spostarsi ulterior-

cittadino di Spresiano, e Rino Manzan, sindaco di Povegliano, sono i più preoccupati dall’ipotetica apertura a fine anno del casello di Povegliano. Senza raccordo con l’A27 – che difficilmente sarà pronto così rapidamente – il traffico si sarebbe infatti riversato sulla Pontebbana e sulle via di accesso a Povegliano; oppure verso Montebelluna. Preoccupazioni che restano, ma che, come i lavori, cambiano orizzonte. IL VERTICE SALTATO

L’emergenza coronavirus ha fatto saltare scadenze e tempistica mente più in là. Sia chiaro, tra i sindaci dei Comuni interessanti dalla Pedemontana Veneta nessuno si sta stracciando le vesti per questo ulteriore stop. Anzi la preoccupazione di molti era proprio legata all’apertura per scaglioni di alcuni tratti. I TEMPI

Marco Della Pietra, primo

Quindici giorni fa avrebbe dovuto tenersi un incontro in Regione, con tutti i sindaci, l’assessore regionale Elisa De Berti e i vertici di Spv per fare il punto sulla situazione; sciogliere anche i dubbi attorno al cronoprogramma del cantiere e avere previsioni precise sull’apertura per stralci della Pedemontana. Tutto rinviato per l’emergenza del contagio da coronavirus, che vieta assembramenti di ogni tipo. Se ne riparlerà forse, ben che vada, a maggio. — FEDERICO CIPOLLA © RIPRODUZIONE RISERVATA

la scheda

Una striscia di asfalto di 94,5 Km Investimento salito a 3 miliardi La Pedemontana Veneta sarà una superstrada a pedaggio che collegherà l’A4 a Montecchio Maggiore all’A27 tra Spresiano e Villorba. Una striscia di asfalto lunga 94,5 km, che nella provincia di Treviso interessa i Comuni di Loria, San Zenone degli Ezzelini, Riese Pio X, Altivole, Vedelago, Montebelluna, Trevignano, Volpago del Montello, Giavera del Montello, Povegliano, Villorba e Spresiano. L’opera, dal costo di poco inferiore ai 3miliardi

di euro, viene realizzata in project financing. Solo un tratto della Superstrada è stato già aperto nello scorso giugno, quello nel Vicentino tra la Valdastico e Breganze. Il tracciato è realizzato per il 65% in piano campagna e per il 35% in trincea. Cinque i caselli in provincia di Treviso: Riese , Montebelluna ovest, Montebelluna est, Povegliano, Spresiano, oltre all’innesto con la A27 all’altezza dell’area di servizio Piave Ovest. —

Tre immagini dei cantieri della Superstrada Pedemontana Veneta. I lavori, a causa dell’emergenza coronavirus, hanno subìto una battuta d’arresto a causa del fuggi fuggi di molti operai meridianali, che soto tornati al Sud. E ora si cerca nuova manodopera per continuare sulla scaletta dei tempi

regina del monomarca “calzedonia”

Fatture false, sotto inchiesta l’imprenditrice Scarabellotto Una società del Bassanese che emetteva false fatture creando i presupposti per un’evasione fiscale su larga scala. È quella che è convinta di avere individuato la procura di Vicenza che ha chiesto e ottenuto che il giudice di Treviso emettesse un’ordinanza di sequestro dei beni - per un valore di alcune centinaia di migliaia di euro - a carico di “Dinamiche srl”, impresa con sede a Castelfranco Vene-

to, nota anche per gestire i negozi affiliati a catene monomarca nel settore dell’intimo, fra cui “Calzedonia”, per la provincia di Treviso. La titolare trevigiana, Dina Scarabellotto, è indagata per evasione fiscale. Ora, con l’avvocato Aldo Meyer che la tutela, potrà chiedere al tribunale del Riesame il dissequestro dei beni, che sono stati congelati in attesa della loro confisca, in caso di condanna

in sede penale. L’indagine dei magistrati vicentini però è molto più ampia ed è partita da Bassano, dove è stata individuata una società che presentava, dall’esame delle banche dati, una serie di alert; dalle verifiche era emerso che le fatture emesse dalla ditta, che però non era in regola con il pagamento dell’Iva, erano farlocche, poiché non aveva gli strumenti operativi per svol-

L’interno di un negozio Calzedonia

gere un volume d’affari del genere. Le fatture che emetteva a favore di altre aziende, pertanto, come “Dinamiche”, avrebbero avuto lo sco-

po unicamente di creare dei falsi passivi per i beneficiari della frode, e far abbattere loro l’imponibile, tanto che pagavano meno tasse del dovu-

to. Gli inquirenti, attraverso l’esame della documentazione, avrebbero individuato le varie imprese che avevano registrato in contabilità, negli ultimi anni, le fatture della “cartiera” bassanese, e che quindi hanno commesso il reato di avere utilizzato i documenti per operazioni inesistenti. Fra l’altro, hanno potuto grazie al meccanismo di frode di scaricare i costi relativi all’Iva, generando un ulteriore abbattimento dei ricavi, in maniera illecita. L’indagine in questi giorni è in pieno svolgimento e Scarabellotto non è l’unica iscritta sul registro degli indagati. C’è anche la posizione di diversi titolari di ditte da verificare.— © RIPRODUZIONE RISERVATA


Primo Piano 9

L'ARENA

Sabato 21 Marzo 2020

All’Esselunga canalipreferenziali

Esselunga ha istituito nei suoi supermercati, tre dei quali si trovano a Verona, canali preferenziali per il personalesanitarioeperivolontari indicati dai Comuni e dagli enti

presenti sul territorio. L’obiettivo, spiegal’aziendainunanota,è«permetterelorodifarelaspesaeconsegnarla in maniera veloce alle famiglie che ne faranno richiesta».

Per tutti gli altri clienti, l’accesso per la spesa resta contingentato e protetto grazie all’adozione di misure di distanziamento delle eventualicode.

Perquantoriguardalaspesaonline, anche per questa catena continuanoaesserciimportantiritardi– nel Veronese la media è di sette-diecigiorni–nellaconsegnadel-

la spesa a domicilio. «Le richieste sonocresciutedal4%al20%,motivo per cui i tempi di attesa sono inevitabilmente più lunghi e alcune spese potrebbero non essere con-

segnate con la consueta puntualitàecompletezza»,informa l’azienda,sottolineandoche,«nonesistono problemi di rifornimento di alcungenerealimentare». F.L.

ILBLOCCODECISO DALVENETO. Ilgovernatore:«Lostopalle corsette invece èpiùche sicuro»

«Domenica chiuso tutto» Peroral’ordinanzaresta Ilgovernononhaconfermatoladirettivaemanata ieri dalla Regione maZaianonl’ha ritirata:l’ultima decisioneoggi con espertielegali Piero Erle

“Domenica chiuso”. L’ultima parola la dirà stamattina dopo aver riunito tecnici ed esperti legali, il governatore Luca Zaia; c’è un’ordinanza del Governo e, Costituzione alla mano, bisogna fare bene i conti per capire dove arrivano gli spazi di autonomia della Regione. Ma a ieri sera non aveva affatto ritirato la sua ordinanza, firmata la mattina e già uscita nel Bollettino ufficiale il pomeriggio, che costringe a chiudere i battenti per domani anche a tutti i supermercati e i negozi di alimentari. Le uniche che

possono tenere aperto di sicuro sono edicole, farmacie e parafarmacie, come del resto era già nella notte dei tempi. È stata un’altra giornata convulsa, quella di ieri, e non soltanto per la terribile emergenza sanitaria che il Veneto e l’intero pianeta stanno affrontando. Come aveva preannunciato il giorno prima, infatti, Zaia a metà giornata ha annunciato di aver già emesso l’ordinanza che dà lo stop praticamente totale anche a chi esce di casa per fare una corsetta o un giro in bici lungo le piste ciclabili. Niente da fare: l’ondata di contagi è così alta, e il terribile conto quotidiano dei morti così tra-

Nonèunatto diprivazionedella libertàmaperla salutedeiveneti: nonhoalternative

LUCAZAIA PRESIDENTE DELLA REGIONE VENETO

gico, che il Veneto e non solo hanno deciso di ridurre il più possibile le occasioni di contagio tra cittadini, specie nel week end. LANORMA. L’ordinanza di Za-

ia è chiara: «Al fine di evitare non indifferibili e urgenti assembramenti, idonei a determinare la diffusione del contagio, sono chiusi, all’accesso di persone, parchi e giardini pubblici o aperti al pubblico o analoghi ambiti che si prestino all’intrattenimento di persone per attività motoria di qualsiasi natura, siti nel territorio regionale». In un colpo solo quindi si è andati ben oltre le singole ordinanze emesse dai vari sindaci: fermi tutti, ovunque. Anche le bici, o i monopattini e il resto dei veicoli senza motore, non possono essere usati se non per andare al fare la spesa, o per andare al lavoro per motivi di salute o situazioni di necessità. E chi vuole fare attività motoria o portare fuori il cane? Niente da fare, può

farlo solo nei pressi di casa, “al massimo nel raggio di 200 metri”, scrive l’ordinanza di Zaia. E su questo, va detto subito, non c’è problema neanche con l’ordinanza emessa ieri sera dal ministro della salute Roberto Speranza: anche lui chiude parchi e aree gioco e stabilisce che l’attività motoria è possibile solo “in prossimità della propria abitazione”. LE CHIUSURE DI DOMANI. Sia

Veneto che Governo, poi, chiudono i consumi di bevande e cibo anche nelle stazioni di servizio nelle città e lungo le strade principali fuori dagli abitati (e devono chiudere alle 18 quelle lungo le strade minori). Zaia però è andato più in là: la domenica è stop all’apertura «degli esercizi commerciali di qualsiasi dimensione per la vendita di generi alimentari» che sono invece lasciate aperte dal decreto del governo che scade mercoledì (compresi gli esercizi minori interni ai centri com-

Ivigili si preparanoa fermareanchechi faattivitàmotoria lontanodacasa sua

merciali). Inoltre ordina che in qualsiasi luogo di vendita al pubblico si possa entrare e restare dentro solo uno alla volta («salvo comprovati motivi di assistenza ad altre persone»). Tutti questi divieti, ribadisce, sono dovuti a «ragioni ed esigenze di sanità pubblica e di igiene, con conseguente applicazione di tutte le norme, anche penali, poste a presidio delle predette esigenze». Qui casca il punto: l’ordinanza emessa ieri sera dal ministro Speranza invece vieta che nei week end si possano raggiungere seconde case in vacanza fuori città, ma non chiude affatto supermercati e rivendite di alimentari. CONFLITTO DI POTERI. Ieri se-

ra c’era chi raccontava che prima di giungere all’emana-

zione dell’ordinanza del Ministero c’è stata una lunghissima tele-discussione tra il Governo (nella figura soprattutto del ministro Francesco Boccia) e i governatori. Tanto che il presidente emiliano Stefano Bonaccini, del Pd come Boccia, avrebbe addirittura “sbroccato” di brutto per far capire che le ordinanze di chiusure domenicali non nascevano certo da capricci delle Regioni ma dal terribile avanzamento dei contagi. Non c’è stato nulla da fare: Speranza non ha dato l’alt alle aperture di festa nonostante avesse le richieste di Veneto, Emilia, Lombardia, Piemonte e Marche. Che ordinanza vale allora in Veneto? Va detto che il provvedimento di Zaia indicava già ieri che «le disposizioni della pre-

sente ordinanza perdono efficacia a seguito dell’entrata in vigore di disposizioni statali più restrittive». Ma l’ordinanza del Governo non è più restrittiva, e in più non è un decreto Dpcm che di sicuro prevarrebbe sulle Regioni. Per questo il governatore veneto ieri sera non ha ritirato la sua ordinanza e ha detto: «Per le attività all’aperto, l’ordinanza del ministro è sostanzialmente in linea con quella della Regione. Per quanto riguarda invece le attività commerciali, rimando alla valutazione nel merito del provvedimento che effettuerò con lo staff del servizio legislativo e dell’avvocatura regionali». Se ne riparla oggi, quindi Ma per ora in Veneto è“domenica chiuso”. • © RIPRODUZIONERISERVATA

CATEGORIEEMISURE. Siglatoil nuovo accordoquadro senza limitialnumero didipendenti

Nuovo patto aziende-sindacati «LaCiginderogaèpertutti» LaCameradi commercioprorogai bandi suinnovazionee mercati Si allunga di ora in ora la lista degli interventi presi a favore di lavoratori e imprese in crisi a causa dell’emergenza per l’epidemia del covid19. Ieri, in Regione, Cgil, Cisl, Uil e Ugl hanno firmato con le organizzazioni dei datori di lavoro e alla presenza dell’assessore al lavoro, Elena Donazzan, il nuovo Accordo quadro per la Cassa integrazione guadagni in deroga e per la concessione dell’indennità di lavoro autonomo, che attua l’intesa del 10 marzo scorso. I firmatari si sono impegnato per semplificare le procedure che riguardano da ora tutti i lavoratori delle aziende private a prescindere dal numero degli addetti impegnati. «Auspico che il governo assicuri la copertura totale di questi provvedimenti: stimiamo una necessità di risorse superiore rispetto alla dotazione disponibile», ha commentato in una nota il segretario generale veneto dell’Ugl, Sebastiano Costalonga. Intanto, a Verona, la Camera di commercio ha modificato i regolamenti di due bandi, riguardanti gli incentivi per l’innovazione e per l’internazionalizzazione, prorogando i termini di presentazione

Unoperaioallavoro in unafabbricametalmeccanica

delle rendicontazioni e operando slittamenti di scadenze. L’obiettivo è aiutare le imprese in difficoltà a ottenere i contributi finalizzati alla partecipazione a fiere e manifestazioni in Italia e all’estero, anche se questi eventi hanno

subito cambiamenti di programmazione, purché si svolgano entro l’anno. «Delle rassegne oramai rinviate ci occuperemo con un altro bando per l’internazionalizzazione nel 2021», annuncia Giuseppe Riello, pre-

sidente della camera di commercio, «Le imprese in questi giorni si vedono posticipare importanti occasioni di business per le quali hanno già sostenuto costi e sulle quali hanno investito tempo e risorse. Siamo consapevoli inoltre del caos organizzativo che affrontano in questo momento le aziende», sottolinea Riello, «alle prese con l’ordanizzazione del lavoro agile, con un andamento anomalo degli ordinativi, caratterizzato da picchi improvvisi di produzione o cali drastici». Una situazione molto difficile da gestire «cui l’ente camerale non vuole aggiungere ulteriori oneri per la reportistica e la rendicontazione delle spese ammesse ai contributi per l’innovazione e l’internazionalizzazione”, aggiunge Riello. La giunta cameraleha così prorogato al 30 giugno la rendicontazione per il bando sugli incentivi per l’innovazione tecnologica e all’1 febbraio 2021 la scadenza del bando che mette a disposizione risorse per l’internazionalizzazione. Informazioni e testo dei nuovi regolamenti, sono sul sito www.vr.camcom.it. Per domande: contributi@vr.camcom.it. • Va.Za. © RIPRODUZIONERISERVATA

Costruttorieterziario su «CuraItalia»

Ance:stopatuttiicantieri Turismovenetoindefault «Serveun’unicaregia»

Lavorifermiin uncantiere edile Sulfermo richiesto daAnce nazionalee provincialeper tutti icantieriedilinon arrivano segnalidi rispostadal Governo. «Nelnostro settorequindi si navigaa vista»,commenta il presidentedeicostruttoridi Verona,Carlo Trestini, chenelle scorseore haribaditol’appello delpresidentenazionale, GabrieleBuia. Intantoi cantierisono nell’impossibilitàoggettiva di rimanereapertiperchéper i lavoratorimancano tuttii dispositividi protezione individuale,dallemascherine ai liquidiigienizzanti.«Vorremmo potercontinuarel’attività, salvaguardandolasalute degli addettiela filiera economica,

maèsempre piùdifficile. Attualmentel’80%dei cantieriè bloccato,il 15% èinestrema difficoltàesolo il5% èingradodi continuare.Elo stopforzatonon dureràdicerto poco», prevede.In meritoal previsto nuovo«Piano Marshall»dellaUe inaiuto all’Italia,Trestini precisache «questerisorse servirannoa fare unoscatto inavantinelpost crisi Covid-19solose il nostro Governoemaneràun nuovo provvedimentoriservato alla filieradelle costruzioni,che rappresentail 20%del Pilitaliano, connorme disemplificazionee rapidoutilizzo dellerisorsepur nel rispettodelle gare». Sel’ediliziasi avvicina alla paralisi,il turismo ègiàin default.

IeriinRegionel’assessore FedericoCanerhafatto il puntoin videoconferenzacon le categorie delsettore econgli organismi di gestionedelladestinazione (Ogd) sulleazionidaattuare subito a sostegnodiaziende elavoratorie, superatal’emergenzasanitaria,su promozioneerilancio dell’offerta. «LaRegionehacostituito una taskforce con esponentidelle categorie,analistied espertidi marketingchesi interfacceràcon tuttele componenti delsettore perpromuovere il giocodi squadraenon lasciareindietro nessuno»,annuncia.«Coni colleghi alloSviluppoeconomico eal Lavoro,MarcatoeDonazzan, stiamoportando al Governole richiestedeglioperatori: strumentifinanziariadeguatiper impedirela chiusura delle imprese,laperdita di professionalitàconsolidateedi capitaleumano», afferma.L’ideaè dimettereafattor comunele risorsediStato,Regioni, Camere diCommercio, anche riconvertendoi finanziamenti europei,per dare sostegnoal creditoecostituiredei fondi sostanziosichesoddisfino le esigenzediliquidità immediata. «Servedilazionare il pagamento deglionerifiscali eprevidenziali – proseguel’assessore–e sospenderele tassechegravano suattivitàorachiuse. Prioritariaè anchelatutela, attraverso ammortizzatorisocialiealtri interventi,deidipendenti, dei lavoratoristagionali, deiliberi professionisti»,prosegue, testimoniandol’insoddisfazione deipartecipantiper i contenutidel «CuraItalia»,chesostanzialmente ignorail turismo.«Per affrontare il dopoemergenza occorrerà lavorareconuna regiaunica», conclude. Va.Za. © RIPRODUZIONERISERVATA


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PRIMO PIANO

SABATO 21 MARZO 2020 CORRIERE DELLE ALPI

L’allarme globale: la sanità

Linea dura di Zaia, Speranza più soft Ordinanze rivali tra Venezia e Roma Ministro e Regione concordi su chiusura parchi e freno alle passeggiate ma il governatore vuole lo stop domenicale ai negozi del 25 marzo il Governo dovrà comunque emanare un nuovo decreto». Che succede allora? Se la volontà ribadita da Roma e Venezia è quella di evitare ogni conflitto istituzionale, Palazzo Balbi fa sapere che i “suoi” provvedimenti, in vigore dalle 16 di ieri ed estesi fino al 3 aprile, restano in vigore alla luce di una clausola che ne condiziona la decadenza «all’entrata in vigore di disposizioni statali più restrittive»,al momento assenti.

Filippo Tosatto / VENEZIA

Ore di passione, discussioni convulse mentre il contagio avanza minaccioso, con il suo corollario di malattie e vittime. In Veneto, a metà giornata è Luca Zaia a battere un colpo, con un’ordinanza d’urgenza che limita a 200 metri da casa il raggio delle passeggiate; sbarra l’accesso a parchi e giardini pubblici; vieta il commercio domenicale di alimentari in negozi supermercati e centri commerciali – uniche aperture festive autorizzate quelle di edicole, farmacie e parafarmacie – conferma la distribuzione di cibi e bevande h 24 nei bar delle aree di servizio auto-

D’INCÀ, SALVINI E L’ANCI DI CONTE

Questioni di lana caprina, non fosse l’emergenza dettata dalla violenza del contagio. Che spinge il mini-

Giornata convulsa Palazzo Balbi: le nostre restrizioni restano in vigore, Oggi vertice

Il Veneto vuole vietare la vendita alimentare nei festivi, autorizzate solo edicole e farmacie

stradali e nei distributori di carburanti extraurbani, proibendola invece in quelli collocati nei centri abitati.

stro 5 Stelle dei Rapporti con il Parlamento, Federico D’Incà, a condividere la linea del governatore leghista «Mi sembra un’iniziativa corretta, in alcune regioni, quali la Lombardia e il Veneto, misure del genere posso risultare utili alla prevenzione, la spesa alimentare sarà comunque garantita per sei giorni alla settimana perciò il sacrificio richiesto è accettabile». Scontato il plauso di Matteo Salvini: «Caro Luca, Sostengo la tua linea di fermezza e rigore, questo non è tempo di mezze misure, è giusto chiudere il più possibile». Un sì convinto alla sospensione dello sport all’aperto arriva anche dall’olimpionico Marco Marin, parlamentare di Forza Italia: «Mettiamoci tutti la maglia azzurra, per vince-

UN CONFRONTO AGITATO

Una stretta che va oltre i provvedimenti fin qui adottati dal Governo, illustrata nel corso di una lunga e agitata videoconferenza tra i governatori (in primis l’emiliano Stefano Bonaccini, fermo nel reclamare dall’esecutivo decisioni rapide e stringenti), il ministro-mediatore agli Affari regionali Francesco Boccia e il suo collega alla Salute, Roberto Speranza. Ed è proprio quest’ultimo, alle otto della sera, a lasciare il segno con un’ordinanza – è il leit motiv giornata – in vigore da oggi al 25 marzo. Che riflette, ma solo in parte, le restri-

Con la mascherina a fare la spesa nell’ipermercato di un centro commerciale

zioni varate dal presidente veneto. Nel dettaglio: è confermato il divieto di accedere agli spazi verdi; è consentita l’attività motoria «in prossimità della propria abitazione, purché nel rispetto della distanza di almeno un metro da ogni altra persona»; proibita la vendita di cibi e bevande nelle stazioni ferroviarie nonché nelle aree di servizio e rifornimento carburanti lungo le autostrade (limitatamente

ai prodotti da asporto da consumarsi al di fuori dei locali), autorizzata invece negli ospedali e negli aeroporti. IL TEMPO STA PER SCADERE

Ancora: «Nei giorni festivi e prefestivi, nonché in quegli altri che li precedono o li seguono, è vietato ogni spostamento verso abitazioni diverse da quella principale, comprese le seconde case utilizzate per vacanza».

LA REGiOnE: «APPROVViGiOnAMEnTO in EMERGEnZA»

Truffe, speculazioni, incette Scarseggiano anche i farmaci VENEZIA

Accaparramenti, speculazioni e truffe sullo sfondo dell’emergenza sanitaria più grave in età repubblicana. «C’è un’emergenza totale nell’approvvigionamento sanitario», rivela il governatore Luca Zaia «stiamo setacciando i mercati di tutto il mondo e ci imbattiamo in delinquenti senza scrupoli, in Svizzera il carico di mascherine che ave-

vamo prenotato è sparito all’improvviso, in Cina avevamo concordato l’acquisto di uno stock di respirato e ce l’hanno soffiato offrendo una valigetta di contanti, sulle trattative per gli schermi di protezione si parte da un euro e si arriva a quattro, ci chiedono il 100% di anticipo, senza gara né garanzie che la merce arrivi davvero. Attendiamo 102 ventilatori per la rianimazione dal ministero,

abbiamo ordinato 100 mila kit per i test veloci, speriamo bene. Poi leggo che un’azienda bresciana, nella provincia sconvolta dall’epidemia, vende agli Stati Uniti mezzo milione di tamponi anziché offrirli alla nostra sanità. Vi pare normale? Noi siamo amici degli americani, per carità, ma prima di tutto dobbiamo fronteggiare l’emergenza che abbiamo in casa». A proposito di mascherine,

La reazione a caldo di Zaia? «Prendiamo atto dell’ordinanza ministeriale, per quanto riguarda le attività all’aperto, l’ordinanza è sostanzialmente in linea con quella della Regione. Sul versante delle attività commerciali, invece, rimando alla valutazione nel merito del provvedimento che stamani effettuerò con lo staff del servizio legislativo e dell’avvocatura regionale. Certo è che alla scadenza

parte dell’opposizione di sinistra ha criticato la distribuzione dei 2 milioni pezzi realizzati da Grafica Veneta, e donati da Fabio Franceschi, con il marchio leonino della Regione... «Sono allibito, il prodotto non ha bisogno di difensori d’ufficio ma possibile che in questo Paese se uno fa un’opera di bene significa che vuole guadagnarci? L’abbiamo fatto, gratuitamente, pensando alla povera gente che non può permettersi di acquistale a prezzo maggiorato. Chi non ha nulla da fare e in questi momenti drammatici si dedica a soffiare sul fuoco delle polemiche, non offende me ma tutti coloro che stanno lavorando giorno e notte per salvare vite umane».

Esaurita la sfuriata, resta la scarsità crescente di materiali. I tamponi, anzitutto: «Stanno via via scomparendo dal mercato, invito la Guardia di Finanza a monitorare la situazione, se c’è un cartello che specula al rialzo, va subito spezzato». Anche sul versante dei medicinali,

Caccia a tamponi, kit respiratori, mascherine Mantoan corre d’urgenza all’Aifa inclusi i preziosi antivirali, si profilano segnali di penuria, al punto che ieri Domenico Mantoan - il direttore della sanità del Veneto che presie-

re questa battaglia bisogna restare a casa». In ambito locale, «pieno sostegno» alla Regione arriva da Mario Conte, il sindaco leghista di Treviso che presiede Anci Veneto. «Chiudere i supermercati la domenica, annunciandolo il venerdì pomeriggio, è una scelta irrazionale e pericolosa, provocherà code e affollamenti», obietta invece Gianfranco Bettin, il presidente rossoverde della municipalità di Marghera. «Le limitazioni aggiuntive rispondono ad esigenze reali e impellenti», è la nota del gruppo consiliare di Fratelli d’Italia «suggeriamo semmai al Parlamento un ulteriore deterrente: a chi venga sorpreso alla guida senza valide ragioni sia ritirata la patente». «MOMENTO DRAMMATICO»

In mattinata, Luca Zaia aveva motivato la stretta con l’esigenza di restringere il più possibile le occasioni di contatto tra le persone, fonte prima del contagio, rallentando così la crescita delle infezioni e la pressione conseguente sul sistema sanitario. «A me spiace firmare queste restrizioni, ma l’andamento dell’epidemia ci preoccupa», le parole del governatore «mai avrei voluto assumere una decisione del genere ma non abbiamo alternative, chiedo ai veneti di accoglierla non come una privazione di libertà ma come un efficace strumento di difesa della salute individuale e collettiva. Abbiamo dovuto agire così e forse ancora non basta». Che altro? I report della sanità mettono i brividi, ogni braccio di ferro istituzionale, in questi frangenti, risulterebbe surreale. — © RIPRODUZIONE RISERVATA

de l’Agenzia nazionale del farmaco - è volato a Roma per una riunione d’urgenza volta a rafforzare i canali di fornitura.Non solo cattive notizie su questo versante: sono otto gli ospedali veneti che hanno aderito alla sperimentazione del farmaco Tocilizumab per curare il coronavirus. Lo studio sul trattamento innovativo con questa sostanza dei pazienti affetti da polmonite COVID-19, coordinato dall’Istituto Nazionale Tumori Pascale di Napoli e approvato da Aifa, coinvolgerà le Aziende universitarie di Padova e Verone nonché i presìdi ospedalieri di Verona Vicenza, Bassano e Santorso, Rovigo, Villafranca e Negrar. — FILIPPO TOSATTO


PRIMO PIANO

SABATO 21 MARZO 2020 CORRIERE DELLE ALPI

17

L’allarme globale: la politica analisi sull’elettorato

INTENZIONI DI VOTO-ANDAMENTO DEI PARTITI PRINCIPALI

INTENZIONI DI VOTO-ITALIA

Lega

17 MARZO 2020

10 MARZO 2020

3 MARZO 2020

25 FEBBRAIO 2020

18 FEBBRAIO 2020

11 FEBBRAIO 2020

4 FEBBRAIO 2020

28 GENNAIO 2020

Lega

27,0

27,0

27,2

27,7

27,5

28,0

28,0

28,2

28,7

34,3

Partito Democratico

22,5

22,5

22,0

21,6

20,5

20,1

19,8

20,0

19,9

22,7

Movimento 5 Stelle

14,9

15,6

15,7

15,4

14,9

14,9

15,2

15,9

16,1

17,1

13,0

13,4

13,4

13,7

12,9

12,7

12,4

12,0

11,3

6,6

6,1

6,2

5,9

6,9

6,7

7,0

6,9

7,3

8,8

La Sinistra

3,8

3,3

2,8

2,5

3,2

3,0

2,8

2,9

3,1

1,7

Italia Viva

2,4

2,6

2,8

3,0

3,0

3,2

3,2

3,6

3,9

+Europa

2,4

2,3

2,3

2,6

2,8

2,8

3,0

3,2

3,4

3,1

Europa Verde

1,6

1,9

2,2

2,0

1,8

2,0

2,4

2,4

1,9

2,3

Azione

1,0

1,1

1,5

1,7

1,4

1,2

1,6

1,3

1,4

Cambiamo!

0,7

1,0

0,9

0,6

0,7

0,9

0,8

0,6

0,6

Altri

4,1

3,2

3,0

3,3

4,4

4,5

3,8

3,0

2,4

3,5

38,1

38,1

38,5

38,3

38,8

38,7

36,8

36,1

34,7

43,9

Indecisi/Astenuti

27% 22,7%

13% 6,6% 2,4%

6,5% 2,9% EUROPEE 2019

2019

2020

INTENZIONI VARIAZIONE DI VOTO MARZO 2020/ POLITICHE EUROPEE 2018 2019 (MARZO 2020) EUROPEE 2019 Lega PD M5S FdI Forza Italia La Sinistra Italia Viva Più Europa Europa Verde Azione altri

29,4 16,8 23,7 4,2 10,1 3,0

45,6 19,1 8,7 6,4 5,8 1,2

2,8

3,4 3,3

10,1

6,6

famiglia. Conte la incarna e a nulla valgono i rilanci, gli atteggiamenti sfidanti, le giravolte alla ricerca dei consensi, i passaggi dall’accusa di allarmismo alla richiesta di maggior fermezza. Sparisce Renzi dal palcoscenico e a reggere bene, incassando gran parte dei voti in uscita dalla Lega, è la formazione della Meloni, che fa da calamita alla destra ‘vera’ quella senza se e senza ma, quella che non ha mostra-

QUANTA FIDUCIA HA IN GIUSEPPE CONTE?

QUANTA FIDUCIA HA NEL GOVERNO CONTE BIS?

Valori %-Riportati a 100 al netto dei “non sa” (5%)

Valori %-Riportati a 100 al netto dei “non sa” (4%)

FIDUCIA 45%

33

30

25

FIDUCIA 43%

36

33

24 12

NESSUNA

POCA

ABBASTANZA

7

MOLTA

NESSUNA

Serie storica 49

49

POCA

ABBASTANZA

MOLTA

Serie storica 39 39

48

49

48

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44

39

41

40

GIUGNO 2018

39

40

42

17/03 2020

ITALIA

TRIVENETO

12 33 45 30 25

7 33 40 30 30

Molta fiducia Abbastanza fiducia MOLTA + ABBASTANZA Poca fiducia Nessuna fiducia

si è trattato di minacce reali, in altre di fantasmi destinati a essere sostituiti da altri, più intensi o semplicemente nuovi. LE TENDENZE

I sondaggi - come quello Ixè di cui potete vedere gli esiti più recenti - non hanno pretese di precisione, ma di approssimazione della realtà; i sondaggi si limitano a registrare le tendenze, le pulsioni, in taluni casi anche i dati di fatto. La paura, dicevamo, come grande propulsore degli atteggiamenti politici degli italiani, quella stessa che Salvini in pri-

40

45

mo luogo, e tutta la Nuova Lega in seconda battuta, hanno saputo sfruttare in modo magnifico, fino ad arrivare al 34% dei voti alle elezioni Europee, oggi soffia contro di loro. A ben vedere il trend discendente inizia prima, diciamo a inizio novembre, e da allora non si arresta, accelerando a partire dall’avvio dell’epidemia legata al coronavirus. Specularmente nelle ultime tre settimane sale la fiducia nel Governo e sale soprattutto quella del Primo Ministro Giuseppe Conte. Se ne possono trarre due di-

38

37

36

36

34

32

32

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35

37

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34

33

35

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35

35

37

37

40

43

17/03 2020

SETTEMBRE 2019

ITALIA

TRIVENETO

7 36 43 33 24

3 36 39 31 30

Molta fiducia Abbastanza fiducia MOLTA + ABBASTANZA Poca fiducia Nessuna fiducia

verse e distinte conclusioni. In primo luogo, la fortuna di Salvini era legata al suo ruolo di Governo, lontano da quel ruolo e quella dimensione d’ordine che tweet, passaggi televisivi, rilanci sui social, sembravano inverare, Salvini perde forza, perde consensi personali e ne fa perdere al suo partito. In secondo luogo, lo scatenarsi dell’epidemia genera una preoccupazione diffusa, dapprima moderata, poi sempre più forte che genera una domanda di rassicurazione, di indirizzo e la richiesta di un tono di voce riconoscibile, da padre di

17/03 2020

INTENZIONI DI VOTO-TRIVENETO

Salvini destinato a perdere consensi, Conte premiato dalla domanda di rassicurazione Zaia fra paternalismo e necessità di essere in sintonia con gli strappi del suo leader iustamente qualcuno potrebbe obiettare che i nostri lettori presi da ben altre preoccupazioni in questa drammatica fase della vita nazionale - faranno una certa fatica a ritrovare, non dico entusiasmo, ma semplicemente il consueto legame che mantenevano con la politica, quello dei leader, dei partiti trionfanti, di quelli sconfitti, la politica dei duelli mortali (anzi no!) come quello disputatosi appena due mesi fa in Emilia Romagna. In realtà – al di là delle personali convinzioni che sfumano ma non si cancellano – un legame fra questo infinito tempo emergenziale che stiamo vivendo e il tempo di “prima” esiste, è forte e, a ben vedere, sia pure in una veste diversa, è della stessa natura della sostanza che ha scandito questi ultimi anni di politica nazionale. Una sostanza definita dalla paura: da pericoli veri o immaginati, reali o fantasmatizzati, comunque pervasivi e capaci di plasmare i nostri comportamenti civici e le nostre scelte politiche. Sotto forme diverse, è stata la paura a dettare l’agenda dell’opinione pubblica italiana e a determinare la fortuna - fausta o infausta - di movimenti, leader, partiti, istituzioni: paura dell’Europa, paura dei migranti, paura di uscire dall’Europa, paura delle tasse, paura di impoverirsi, paura della criminalità. In taluni casi

22,5% 14,9%

17,1% 8,8%

Sondaggio Ixè: paura da virus la Lega resta forte ma arretra ROBERTO WEBER

ITALIA VIVA

34,3%

6,5

Forza Italia

FORZA ITALIA

FRATELLI D’ITALIA

M5S

CROMASIA

Fratelli d’Italia

21 EUROPEE GENNAIO 26/05 2019 2020

PD

to ambiguità con l’M5S, quella antica che pareva sepolta. PRIMO ROUND

Cala dunque la Lega e cala anche nel Triveneto, ma complessivamente – data la sua capillarità, data la profondità del suo radicamento, il suo rappresentare vastamente il senso comune diffuso – resta fortissima e ben distante dai suoi potenziali avversari. Più controversa – anche se non abbiamo dati demoscopici che lo segnalino – appare in tutto ciò la figura di Zaia, sospeso fra il tradizionale paternalismo con una spruz-

39,1 18,4 7,7 13,2 5,4 3,4 2,3 1,9 2,1 2,1 4,4

-6,5 -0,7 -1,0 6,8 -0,4 2,2 2,3 -1,5 -1,2 2,1 -2,2

zata di autonomismo vecchia maniera e la necessità di stare in sintonia con gli strappi inconsulti del padrone del suo partito. Questo dunque ci dicono i dati ed è probabile che il lungo round legato all’emergenza sanitaria e sociale continuerà a rafforzare le tendenze in atto, premiando quindi le forze di Governo e penalizzando la Lega di Salvini. SECONDO ROUND

Il Pd e i suoi alleati possono guardare quindi al futuro con relativa serenità? Nemmeno per sogno, perché sarà solo quando l’emergenza odierna finirà che incominceranno i guai veri. Guai legati allo sviluppo, all’occupazione, al gravame del nostro debito, alla non-sostenibilità di alcune riforme (da quota 100 al reddito di cittadinanza), alla necessità di sostenere un numero elevato di persone economicamente e socialmente sofferenti, alla tenuta del nostro comparto produttivo, ai nostri giovani, al meridione d’Italia, mai uscito dalla grande crisi del 2008-2009, una somma di guai che chiameranno in causa in primissimo luogo il nostro rapporto con l’Europa. È probabile quindi che chi governerà, qualora non metta in campo la stessa radicalità e la stessa fermezza usate finora per contrastare il coronavirus, rischi di dover affrontare una nuova – e a questo punto giustificatissima – ondata di “rancore” che potrebbe agevolmente fare a pezzi l’odierno quadro politico andando ad intaccare anche quello istituzionale. In buona sostanza verrà messa in questione la nostra partecipazione alla Ue, la ragione profonda del suo essere, e agli uomini del Pd, quelli del M5S e quelli dell’accozzaglia (detto senza intento denigratorio) di sigle che a ben vedere valgono fra il 10 e il 12% dell’elettorato, spetterà di dare una risposta convincente. — © RIPRODUZIONE RISERVATA


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Primo Piano

Sabato 21 Marzo 2020 www.gazzettino.it

L’emergenza Covid-19 LA STRETTA VENEZIA Cinque ore. Tanto è durato il divieto in Veneto di fare passeggiate oltre i 200 metri dalla propria abitazione, mentre la chiusura dei supermercati e dei negozi di generi alimentari annunciata per domani è finita in un limbo: scatterà il divieto di apertura domenicale o no? L’ordinanza firmata ieri dal governatore del Veneto Luca Zaia e pubblicata sul Bur nel primo pomeriggio è diventata “sospesa” poco dopo le 20, quando il ministro della Salute Roberto Speranza ha emanato un provvedimento valido sì su tutto il territorio nazionale, ma molto più blando. Per dire: il ministro ha chiuso i parchi ma ha tolto il limite dei 200 metri. Ossia: la corsetta si può fare ma solo «in prossimità della propria abitazione». Quanto ai supermercati, per il governo possono stare aperti. Ma lo saranno? Zaia si è riservato di decidere questa mattina dopo essersi consultato con l’ufficio legislativo della Regione. L’orientamento dei tecnici è che l’ordinanza di Zaia possa restare valida per due motivi: il primo è che da Roma non c’è stato un Dpcm, cioè un decreto del premier, che nella gerarchia delle fonti avrebbe rango superiore, ma “solo” un’ordinanza di un ministro; il secondo motivo è che solitamente hanno valore le norme più restrittive e quindi Zaia potrebbe tranquillamente chiudere la domenica i supermercati. Ma c’è un altro aspetto che lascia intendere che l’ordinanza di Zaia potrebbe essere dichiarata decaduta: i nuovi limiti di Speranza valgono da oggi al 25 marzo quando decadrà il Dpcm #IoRestoaCasa e saranno rinnovate le restrizioni. E nulla esclude, come invoca da giorni anche la Lombardia, che le misure possano essere inasprite. Oggi come oggi, però, un disorientamento generale dei cittadini è scontato: ci dite cosa possiamo e non possiamo fare?

LE MISURE REGIONALI Ecco cosa prevederebbe, da ieri e fino al 3 aprile, l’ordinan-

ACQUISTI DIFFICILI IL GOVERNATORE CONTRO CHI SPECULA «CHIEDO ALLA FINANZA DI SCOVARE GLI APPROFITTATORI»

IL RETROSCENA VENEZIA Raccontano sia stata la teleconferenza più tesa da quand’è scoppiata l’emergenza sanitaria, con il ministro Francesco Boccia a redarguire le Regioni che si sono mosse in maniera autonoma, emettendo ordinanze con i più disparati divieti. «Non potete fare ordinanze per conto vostro», avrebbe detto il responsabile agli Affari regionali. Sollevando però le ire dei governatori, a partire dal collega di partito dem Stefano Bonaccini, che ha parlato non solo come presidente dell’Emilia Romagna ma anche come coordinatore delle Regioni. Durissimo il governatore della Lombardia, Attilio Fontana: «State lasciando morire la gente». E poi è intervenuto il presidente del Veneto Luca Zaia: «Non è che facciamo le ordinanze perché vogliamo fare i fighi, avete vostri illustri rappresentanti sul territorio che ci dicono

COSÌ ZAIA «Mi spiace ma i dati ci fanno preoccupare non c’è alternativa: il mio primo obiettivo non è il consenso ma la nostra salute» «Emergenza totale negli acquisti In Svizzera superati da chi ha in mano la valigetta con i contanti» «Le offese a me sono ai tecnici ma io sono come il San Sebastiano del Mantegna con le frecce»

È caos sui divieti: il governo stoppa la linea dura di Zaia La Regione ordina la chiusura dei negozi alla domenica `Passeggiate (anche con il cane) soltanto vicino a casa Ma alla sera arriva la direttiva nazionale: restano aperti Ma sparisce il limite dei 200 metri previsto dal Veneto `

za di Zaia: 1) chiusura di parchi, giardini pubblici o “analoghi ambiti che si prestino all’intrattenimento di persone per attività motoria di qualsiasi natura”; 2) la bicicletta può essere utilizzata solo per andare al lavoro o a fare la spesa; 3) la passeggiata non è vietata, ma dev’essere fatta sotto casa e lo stesso dicasi per chi porta fuori i cani “e comunque a distanza non superiore a 200 metri”; 4) nuove disposizioni per i bar nelle stazioni di rifornimento di benzina: aperti sempre in autostrada; dalle 6 alle 18 lungo le strade extraurbane secondarie; chiusi nei centri

abitati; 5) chiusura la domenica di tutti i negozi di generi alimentari; 6) l’accesso ai negozi è consentito a una sola persona per famiglia “salvo comprovati motivi di assistenza ad altre persone” (l’anziano con la badante, la mamma con il bambino). L’ordinanza del ministro Speranza firmata ieri sera dice più o meno le stesse cose di Zaia (si veda l’articolo a pagina 3), tranne che nella parte relativa al 200 metri e ai supermercati. Dopo aver letto il testo ministeriale, Zaia ha preso tempo: «Prendiamo atto dell’ordinanza del ministro Speranza. Per quanto

riguarda le attività all’aperto, l’ordinanza è sostanzialmente in linea con quella della Regione del Veneto. Per quanto riguarda invece le attività commerciali, rimando alla valutazione nel merito del provvedimento che domani mattina (oggi, ndr) effettuerò con lo staff del servizio legislativo e dell’avvocatura regionali. Tenendo conto che entro il 25 marzo il Governo dovrà comunque emanare un nuovo Dpcm».

LE POLEMICHE «Mi spiace - aveva detto Zaia annunciando l’ordinanza - ma i

dati ci fanno preoccupare, non abbiamo alternative, il mio primo obiettivo non è il consenso ma la salute dei veneti. E forse è ancora poco». Il governatore aveva riferito «l’angoscia dei lavoratori» e la preoccupazione degli imprenditori e, prevedendo la chiusura spontanea di tante imprese perché l’export è impossibile con le frontiere chiuse, aveva auspicato un intervento del governo. Il provvedimento di chiusura domenicale dei supermercati era però stato criticato: «La nuova genialata provocherà code e intasamenti, quindi affollamenti, come sta

già accadendo in queste ore, quindi rischi inutili per migliaia di persone», aveva detto il sociologo e presidente della Municipalità di Marghera, Gianfranco Bettin.

LE TENSIONI ESPLOSE IN TELECONFERENZA DOPO IL MOLTIPLICARSI DEI DIVIETI LOCALI FONTANA: «VOI LASCIATE MORIRE LA GENTE»

stro della Salute, Roberto Speranza - che avrebbe uniformato i divieti in tutta Italia. Un provvedimento per certi versi doveroso visto che in questi giorni si è visto di tutto e di più: a Udine i droni per controllare i parchi cittadini e gli spostamenti sul territorio comunale; ad Asiago

EMERGENZA Ieri il presidente della Regione ha lanciato l’allarme per la difficoltà di reperire il materiale. «C’è un’emergenza totale nell’approvvigionamento - ha detto - Il carico di respiratori che attendevamo dalla Svizzera è stato dirottato verso altri lidi, quello dalla Cina ci è stato soffiato da chi può arrivare con le

Scontro governo-Regioni L’ira di Boccia: «Non potete fare per conto vostro» Adria

Gara di ballo su Facebook, con premio Un ballo “lento” contro il Covid- 19. L’iniziativa in streaming è dell’ex sindaco di Adria (Rovigo) Massimo Barbujani. «Domani, a partire dalle 18.30, farò ballare i miei concittadini - spiega l’ex disc jokey di Radio Adria - Dalla mia pagina Facebook proporrò una serie di lenti: le canzoni che ci hanno fatto innamorare, soffrire e piangere». Collegato al pomeriggio in musica, ci sarà anche un concorso. «Invito tutti a farsi una foto con il loro

lui o la loro lei, ma anche con i figli e a inviarla sul mio profilo social. Per chi non ha nessuno accanto vale anche la foto con il proprio animale da compagnia o con una scopa. A tutti gli scatti verrà abbinato un numero. Tra 15 giorni verrà estratto un vincitore o una vincitrice. In palio c’è una settimana a Marileva per due persone offerto dalla associazione Aribo di Bottrighe. Vi aspetto numerosi come ai vecchi tempi». G.Fra.

che dobbiamo fare noi le ordinanze». Riferimento al sottosegretario veneto Achille Variati, sempre Pd, che aveva invitato Zaia a emettere un’ordinanza come già fatto dal collega campano Vincenzo De Luca e poi dallo stesso Bonaccini. Una riunione tesa anche perché i presidenti di Regione hanno messo in fila le promesse del governo non mantenute. «Il Veneto non ha ancora avuto i respiratori che ci avevate promesso», ha detto Zaia. Fontana ha fatto un elenco puntuale di quanto doveva fare Roma e non ha ancora fatto.

LA DISCUSSIONE Poi si è parlato dell’ordinanza nazionale - poi emessa dal mini-

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Primo Piano IL CARTELLO Luca Zaia ha fatto stampare i numeri dell’emergenza sanitaria in Veneto

Sabato 21 Marzo 2020 www.gazzettino.it

Limiti alle case di vacanza e alle attività all’aria aperta La mini-stretta del ministro della Salute valida `Ma le Regioni e le Province a statuto speciale fino al 25 marzo: ecco cosa non è più consentito possono non applicare le disposizioni di Speranza `

LA NORMATIVA VENEZIA Con 627 morti in un giorno e le Regioni che avevano cominciato a muoversi in ordine sparso vista l’inazione del governo, alla fine a Roma si sono dati una mossa. Ieri sera il ministro della Salute, Roberto Speranza, ha firmato una ordinanza che fissa nuovi divieti su tutto il territorio nazionale. E anche se le Regioni del Nord, dove si continua a morire di coronavirus, si aspettavano misure più restrittive, il provvedimento ha quantomeno il merito di uniformare i divieti. Ad esempio: da oggi nei parchi e nei giardini pubblici non si potrà entrare. La corsetta e la passeggiata non sono vieta-

valigie piene di soldi. Ci sono trattative per le mascherine che partono da un euro e arrivano a quattro. Ci chiedono il 100% senza gara. Chiedo alla Finanza: dobbiamo scovare chi se ne approfitta». E ha citato il cargo americano partito da Aviano con un carico di 500mila tamponi fatti a Brescia: «A noi li consegnano col contagocce, ma vi pare normale?». Zaia si è mostrato poi irritato dalle polemiche sulle mascherine donate da Grafica Veneta: «Questo non è uno straccio di carta - detto sventolando la mascherina - Tra niente e questo è meglio questo. Possibile che in questo Paese se uno fa un’opera di bene significa che deve guadagnare? Lo facciamo per la povera gente che non può permettersi le mascherine». L’assessore Gianpaolo Bottacin ha specificato che ne sono arrivate 72mila giovedì sera e 120mila ieri mattina: «Immediatamente sono partiti i furgoni per ogni provincia, le priorità sono le case di riposo. In tanti hanno scritto “vergogna” perché hanno il simbolo del leone dicendo che è campagna elettorale. Non è così, il leone di San Marco è il logo dell’azienda che ce le ha regalate». Alda Vanzan © RIPRODUZIONE RISERVATA

te, ma solo nei paraggi di casa. La novità, semmai, riguarda le seconde case: nel fine settimana non si potrà andare nell’appartamentino di montagna o del mare.

IL DETTAGLIO Ecco i quattro divieti ordinati dal ministro Speranza «allo scopo di contrastare e contenere il diffondersi del virus Covid-19». Parchi: «È vietato l’accesso del pubblico ai parchi, alle ville, alle aree gioco e ai giardini pubblici». L’ordinanza però non chiarisce: potranno essere aperti e non accessibili o dovranno essere chiusi? Jogging: «Non è consentito svolgere attività ludica o ricreativa all’aperto; resta consentito

e prefestivi, nonché in quegli altri che immediatamente precedono o seguono tali giorni, è vietato ogni spostamento verso abitazioni diverse da quella principale, comprese le seconde case utilizzate per vacanza».

IN VIGORE L’ordinanza del ministro Speranza è in vigore da oggi e fino al 25 marzo, ma nelle Regioni a statuto speciale potrebbe non trovare applicazione: «Le disposizioni si applicano alle Regioni a statuto speciale e alle Province autonome di Trento e di Bolzano compatibilmente con i rispettivi statuti e le relative norme di attuazione». Al.Va. © RIPRODUZIONE RISERVATA

SUPERMARKET

GIOCHI E CORSA

SECONDE CASE

STAZIONI & AUTOGRILL SUPERMERCATI

Vietato spostarsi Via libera allo sport nei fine settimana ma vicino a casa (così l’uscita col cane) o per vacanza

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vietato l’accesso del pubblico ai parchi, alle ville, alle aree gioco e ai giardini pubblici: recita cosí l’ultima ordinanza emessa dal ministero della Salute. Ma più che un nuovo divieto è la conferma di quanto già attuato dalle amministrazioni locali che, già da giorni, avevano stabilito di chiudere i cancelli degli spazi verdi e di mettere vigili urbani a controllare le aree non recintate. Ma le moltissime immagini ritraenti gruppi intenti a fare picnic o jogging, ha reso necessario ribadire il divieto aggiungendo l’obbligo a non allontanarsi da casa anche per la passeggiata necessaria per i bisogni del cane. Non c’è invece l’obbligo di rimanere entro 200 metri da casa previsto dal Veneto.

(foto ANSA)

nione in teleconferenza si è capito che la chiusura domenicale dei supermercati e dei negozi di generi alimentari prevista dal Veneto non sarebbe stata avallata. Il motivo? Pare per consentire al personale delle forze dell’ordine e al personale medico di poter fare la spesa. E si è capito che sarebbe stato tolto il riferimento ai 200 metri per passeggiate e uscite col cane perché la libertà di movimento è un diritto costituzionalmente garantito. E quindi invitare la gente a stare a casa sì, multarla perché sfora i paraggi di casa no. Ma che fine faranno le norme in contrasto tra loro? E cioè: i veneti potranno fare footing oltre i 200 metri da casa? E domani troveranno i negozi aperti per andare a fare le spese? Solo oggi la Regione deciderà se ritirare le proprie oppure se aprire un conflitto di competenze con Roma. Una notte per evitare il caos normativo. Al.Va. © RIPRODUZIONE RISERVATA

Bar chiusi, via libera Fare la spesa solo per quelli dentro sabato e domenica ospedali e aeroporti resta possibile

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iene ribadito che gli spostamenti sono vietati, ma in questo caso si fa anche specifico riferimento alle seconde case. È vietato recarsi «nei giorni festivi e prefestivi, nonché in quegli altri che immediatamente precedono o seguono tali giorni” (praticamente sempre, ndr) verso abitazioni diverse da quella principale, comprese le seconde case utilizzate per vacanza». In questo periodo di quarantena, infatti, si sono riaccese molte luci nelle case al mare o in montagna, segno che, nonostante le limitazioni già imposte in precedenza, la gente ha continuato a lasciare le città e le zone esposte al virus. Un tema “caro” ai sindaci bellunesi.

DISTANZE In fila davanti al supermercato nel Milanese

(Vicenza) divieto di uscire di casa dopo le ore 20 per le strade interpoderali; a Torre del Greco (Napoli) divieto ai fornai di vendere pizze «al fine di evitare lo stazionamento all’interno ed all’esterno dell’esercizio». Ma che ulteriori divieti avrebbe imposto il governo? Nella riu-

svolgere individualmente attività motoria in prossimità della propria abitazione, purché comunque nel rispetto della distanza di almeno un metro da ogni altra persona». Bar: «Sono chiusi gli esercizi di somministrazione di alimenti e bevande, posti all’interno delle stazioni ferroviarie e lacustri, nonché nelle aree di servizio e rifornimento carburante, con esclusione di quelli situati lungo le autostrade, che possono vendere solo prodotti da asporto da consumarsi al di fuori dei locali; restano aperti quelli siti negli ospedali e negli aeroporti, con obbligo di assicurare in ogni caso il rispetto della distanza interpersonale di almeno un metro». Seconde case: «Nei giorni festivi

IMPRENDITORI MOBILITATI VENEZIA Si moltiplicano le donazioni di imprenditori e cittadini veneti alla Regione e agli ospedali per l’emergenza coronavirus, spesso in maniera anonima. Ieri un nome è “scappato” al presidente Luca Zaia: «Ennio Doris ha donato 5 milioni di euro alla Regione per sostenere l’emergenza Coronavirus. Lui non voleva che lo dicessi ma credo che gli debba essere riconosciuta la stima e il ringraziamento da tutti i veneti per un grande segnale, che avrà duplice effetto. Primo, quello di aver donato una cifra importante, vuol dire almeno 150 postazioni di terapia intensiva; il secondo è che fa da grande apripista a tutta una serie di imprenditori, stimolati a seguire questa strada. Non importano le cifre, ma che la “macchina veneta” si è sempre distinta nelle gradi tragedie». Il finanziere padovano di Tombolo che controlla Banca Mediolanum

L’

ATTIVITÀ FISICA Sì al footing ma i parchi (nella foto Padova) rimarranno chiusi

ordinanza stabilisce anche la chiusura degli esercizi di somministrazione di alimenti e bevande, posti all’interno delle stazioni ferroviarie e lacustri, nonché nelle aree di servizio e rifornimento carburante (gli autogrill), con esclusione di quelli situati lungo le autostrade. Questi infatti possono restare aperti ma possono vendere solo prodotti da asporto da consumarsi al di fuori dei locali. Restano aperti, invece, i bar che sono all’interno degli ospedali e degli aeroporti, con obbligo però di assicurare in ogni caso il rispetto della distanza interpersonale di almeno un metro.

Nuove donazioni gli imprenditori in prima linea è stata subito affiancato da un’altra grande famiglia d’impresa trevigiana, gli Zoppas, che attraverso le società attive in regione - Acqua Minerale San Benedetto, Irca e Sipa - hanno donato un milione a favore della Regione Veneto per l’acquisto di 15 unità complete di terapia intensiva destinate a tutti gli ospedali della regione. «Di fronte all’emergenza che sta at-

traversando l’Italia intera sentiamo il bisogno di contribuire al sostegno della sanità Veneta - dichiarano i presidenti delle società Gianfranco ed Enrico Zoppas -. A nome di tutti i collaboratori delle aziende di famiglia, vogliamo esprimere il nostro profondo ringraziamento a tutti i medici e infermieri che, giorno e notte, danno un contributo concreto nella lotta contro il Covid-19».

DA ENNIO DORIS 5 MILIONI, DALLE SOCIETÁ DELLA FAMIGLIA ZOPPAS UN MILIONE, IN CAMPO ANCHE STEVANATO E LAGO

IMPEGNO

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Si muove anche l’azienda d’arredamento padovana Lago, che dopo aver contribuito alla raccolta fondi indetta da Assindustria Treviso-Padova che ha superato gli 800mila euro, donerà 50mila euro per l’acquisto di tre ventilatori meccanici destinati ai reparti

N

ell’ordinanza non viene fatto specifico riferimento a supermercati, ipermercati e alimentari in generale. Rimane quindi possibile fare la spesa anche nel week end, almeno nei luoghi dove le decisioni delle amministrazioni locali non abbiano imposto condizioni diverse. La volontà è di uniformare le decisioni a livello nazionale per evitare l’assalto ai banchi. Non c’è quindi la chiusura dei negozi la domenica, come previsto dall’ordinanza del Veneto. Nel milanese resteranno aperti con orari ridotti i supermercati: Esselunga chiuderà alle 20, Carrefour alle 19 ed entrambi la domenica caleranno le serrande alle 15.

di terapia intensiva e rianimazione degli ospedali veneti. Il presidente del gruppo dei supermercati padovani Alì Francesco Canella ha donato un milione a favore dell’Azienda Ospedaliera di Padova, ringraziando medici, infermieri e personale sanitario «che stanno lavorando senza sosta con competenza e impegno per fermare l’emergenza». E il gruppo di Piombino Dese Stevanato ha varato uno stanziamento iniziale di 500.000 euro a sostegno di ospedali e di una pluralità di enti e associazioni che operano nel settore sanitario nelle provincie di Padova, Venezia e Treviso, utilizzato per donazioni e per l’acquisto di attrezzature, dispositivi medicali e di protezione personale. I cacciatori veneti rinunciano al contributo regionale stanziato per il mondo venatorio (300mila euro) per destinarlo alla sanità regionale. La battaglia contro il virus dalla trincea dell’impegno sociale è a buon punto. M.Cr. © RIPRODUZIONE RISERVATA


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Primo Piano

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L’emergenza Coronavirus L’EPIDEMIA ROVIGO Il contagio si allarga ancora, inesorabile, a macchia d’olio. Ieri, altri casi: 7 in più a mezzogiorno, saliti a 10 cinque ore dopo. Nuovi casi che aumentano di ora in ora, portando con sé ramificazioni di contatti con conseguenti isolamenti domiciliari. La marea, similitudine utilizzata dal direttore generale dell’Ulss Antonio Compostella, sta montando: «Ci attendiamo nuovi casi. Dire quando la marea toccherà l’apice è difficile. A livello generale, siamo in piena emergenza: Zaia ha detto che ci troviamo in una situazione di guerra. Oltre ad allargarsi la numerosità, infatti, abbiamo anche casi clinicamente più impegnativi».

IL BOLLETTINO In tutto, alle 17 di ieri, i ricoverati risultavano 15. Con un 66enne altopolesano, già ricoverato, che è peggiorato: è stato intubato e poi trasferito a Trecenta, in condizioni gravi perché ha una multipatologia importante di fondo, terzo ricoverato nella Terapia intensiva del San Luca, hub Covid-19 per il Polesine. Ma situazioni complesse sono anche quelle di due rodigini, un 53enne, ricoverato dal 17 marzo, e un 55enne, che sembrerebbe aver contratto il virus nel Ferrarese, perché lavora in un’importante struttura della logistica in quella provincia. Fra i nuovi casi, anche un 90enne, ricoverato in Malattie infettive, che risulterebbe contagiato da un familiare che lavora in Emilia.

I NUOVI POSITIVI Ci sono, poi, i nuovi positivi che, invece, hanno sintomatologia assente o non grave e che quindi sono in isolamento domiciliare: una 46enne altopolesana che lavora in una struttura sanitaria in provincia di Mantova; un’altra operatrice sanitaria, 45enne, che lavora invece in una struttura in provincia di Padova; un 30enne di Adria, che risulterebbe essere stato contagiato da una persona residente in provincia di Verona; un 25enne altopolesano, che lavora alla Cargill e che era in isolamento già dal 17 marzo; un altro operatore sanitario, dell’Ulss Polesana, 65enne, residente in Medio Polesine, che risulterebbe contagiato dal paziente il cui comportamento era stato stigmatizzato da Compostella, innescando una discussione a distanza con il datore di lavoro dell’uomo che aveva indicato come l’uomo fosse stato casomai contagiato in una struttura sanitaria.

PRE-TRIAGE Le tende nelle quali avvengono le selezioni delle persone che si presentano al Pronto Soccorso dell’ospedale Santa Maria della Misericordia di Rovigo

I malati aumentano e diventano più gravi Dieci nuovi casi in poche ore. Il direttore dell’Ulss Compostella accusa gli “irresponsabili” che escono nonostante si trovino in isolamento `

RISCHI ECCESSIVI

zione dei laboratori. Rovigo afferisce alla Microbiologia di Padova, dove pur avendo raddoppiato i turni e operando senza pause, i tempi si sono allungati: «L’andamento del numero di casi quotidiani, più che ad aspetti clinici è soggetto a questi fattori tecnici, della capacità di analisi dei tamponi. Le polemiche non le trovo sensate. Fra l’altro, il caso sospetto, nel momento stesso in cui è tale, viene posto in isolamento o ricoverato. E l’Ulss si è attivata per analizzare i tamponi in proprio, attendiamo l’arrivo di una nuova macchina e ne abbiamo aggiornata una».

«Avevo additato quel caso – ribadisce il dg dell’Ulss - come esempio di persona che aveva zigzagato e qualcuno aveva polemizzato con me: ribadisco che quando qualcuno ha anche il minimo sospetto di essere in una situazione a rischio, la prima cosa da fare è porsi in autoisolamento». Fra l’altro, le positività accertate ieri si riferiscono ai tamponi eseguiti il 17 marzo, mentre ci sono ancora 51 tamponi in attesa. Senza contare quelli di “screening”.

SCREENING SUI SANITARI Accanto ai casi sospetti, infatti, sono stati avviati anche i test agli operatori sanitari. Nel primo blocco di 200 tamponi non sono emerse positività, ma altri 300 circa sono in attesa. Il problema, infatti, con l’allargarsi dell’epidemia, è la satura-

L’ACCUSA A fronte di un quadro simile, Compostella attacca «gli irresponsabili che non sembrano aver coscienza della situazione. Due persone che erano in isolamento domiciliare e sono

A Canaro il sindaco convoca la Giunta su Whatsapp COMUNE SMART CANARO Primo caso di Coronavirus a Canaro. Si tratta di una donna che lavora come Oss, operatore socio-sanitario, in un ospedale dell’Emilia Romagna. A rivelare pubblicamente l’identità della persona positiva al Covid 19 è stata la sorella, che ha scelto i social, venerdì pomeriggio, per informare la comunità. Il sindaco Nicola Garbellini, in un lungo videomessaggio su Facebook, poche ore prima, aveva invece preferito proteggere questi dati sensibili. «Non è una comunicazione semplice quella che sto per fare, devo tutelare il diritto alla riservatezza e allo stesso tempo la tutela dell’ordine pubblico. L’Ulss 5 di

Rovigo mi ha avvisato che nel nostro paese c’è un caso di Coronavirus - precisa subito il sindaco - È un caso isolato, non esiste alcun focolaio, non c’è alcuna emergenza, il virus non è stato contratto nel territorio di Canaro. Questa persona ora è in quarantena, assieme ai familiari, nella sua abitazione e si trova in buone condizioni di salute. La situazione è sotto controllo, comune e azienda sanitaria sono già operativi per quanto riguarda il monitoraggio».

COMPORTAMENTI A RISCHIO Il primo cittadino striglia alcuni compaesani e invoca un maggior rispetto delle regole: «Vedo ancora troppa gente che gira. La spesa non va fatta tutti i giorni, non si esce di casa ogni mattina per acquistare un sin-

CATENA DI CONTAGIO

golo prodotto. Le uscite vanno notevolmente ridimensionate, anche l’attività motoria deve essere fortemente limitata. Volete fare stretching? Sgranchitevi le gambe davanti al portone di casa, fate due esercizi e poi rientrate. Non voglio ledere gli interessi degli sportivi o negare l’importanza della motoria, ma dobbiamo renderci conto che siamo davanti a una condizione di vera emergenza».

VIDEOMESSAGGIO PER INFORMARE I RESIDENTI DELLA POSITIVITÀ RISCONTRATA IN UN’OPERATRICE SOCIO-SANITARIA

Il primo cittadino ribadisce: «Bisogna interrompere la catena del contagio e limitare i contatti sociali». E porta il positivo delle istituzioni locali: “Stiamo utilizzando le piattaforme online, facciamo le giunte su WhatsApp per evitare contatti, anche l’attività delle istituzioni è stata completamente stravolta. Ma dobbiamo andare avanti. Il comune ha attuato lo smart-working, la maggior parte dei dipendenti lavora da casa. Negli uffici è rimasto qualcuno, ma non possiamo ricevere le persone in municipio. In caso di necessità potete chiamare, le linee telefoniche sono sempre attive». SINDACO SMART Nicola Garbellini, sindaco di Canaro

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PROTEZIONE CIVILE Nicola Garbellini ringrazia

gli “Angeli gialli” della Protezione civile: «Il gruppo di volontariato continuerà a percorrere in macchina le strade del paese per ribadire alla comunità, con appositi avvisi, la necessità di rimanere in casa”. Il sindaco consiglia ai cittadini: «Rinviate tutte le visite mediche che non sono urgenti, muovetevi solo per motivi di lavoro o in casi di estrema necessità». Garbellini vuole comunque rassicurare la comunità di Canaro: «Lo Stato c’è, uniti ce la faremo, uniti supereremo questa emergenza epocale. Continuiamo nella consegna a domicilio di generi alimentari e medicinali. La pandemia è stata dichiarata a livello mondiale e le nostre vite, ora, sono ridimensionate», conclude il sindaco. Alessandro Garbo


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Primo Piano

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Terzo caso alla Cargill Il sindacato: «Ora basta: tutti a fare il tampone» Nei giorni scorsi era stato isolato il laboratorio, ma ora si chiede di valutare la chiusura dell’impianto di Castelmassa `

ROVIGO Il terzo caso alla Cargill porta i sindacati a chiedere la chiusura integrale dello stabilimento con sanificazione integrale di tutti gli ambienti, come già avvenuto per il laboratorio dove lavorano i primi due casi risultati positivi, tampone per tutti i dipendenti e cassa integrazione per tutto il periodo di interruzione delle attività.

to, hanno richiesto una fermata tale da consentire la sanificazione di tutto lo stabilimento e hanno insistito con l’azienda perché si ottengano approfondimenti tramite tampone sullo stato di salute di tutti i dipendenti. Alla richiesta di fermo l’azienda ritiene di non dover dare seguito e ha dichiarato di rimanere in attesa delle disposizioni sanitarie senza procedere al fermo profilato dalle Rsu e Rls».

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TAVOLO DI CONFRONTO

Il polo Cargill di Castelmassa, già Cerestar, che produce dolcificanti e amidi derivati dal mais, ha circa 300 dipendenti diretti. Già prima della scoperta del primo caso positivo erano state attivate misure a tutela dei lavoratori, come l’accesso regolamentato a mensa e spogliatoi. La parte di uffici è stata praticamente svuotata, con il ricorso allo smart working. Ma la produzione è andata avanti, anche perché si tratta di un’azienda che opera nel settore alimentare. Dal controllo dello Spisal è emersa la corretta applicazione delle prescrizioni. Tuttavia, il terzo contagio, di un dipendente che lavora alla manutenzione di un altro reparto, diverso dal laboratorio dove sono occupati l’uomo e la donna già risultati positivi, crea preoccupazione. La positività della 50enne, primo caso scoperto fra i dipendenti, è stata accertata domenica, anche se aveva eseguito il tampone il 13, ed anche il marito, fra l’altro, è dipendente Cargill, anche se in un altro reparto.

Quindi i sindacati, unitariamente, chiedono che venga convocato con urgenza un tavolo di confronto invocando la chiusura dello stabilimento per una sanificazione integrale e il tampone a tutti i dipendenti. All’azienda, invece, «di attuare tutte le procedure necessarie per attivare gli ammortizzatori a sostegno del reddito da utilizzare durante il fermo nelle modalità previste dalla normativa vigente». «Siamo in presenza di un focolaio? Assolutamente no – spiega il direttore generale dell’Ulss Antonio Compostella - Quando noi dentro un’azienda individuiamo un caso sospetto e facciamo il tampone, facciamo subito la ricostruzione dei contatti e i dipendenti potenzialmen-

LE AZIENDE

SPERIMENTAZIONE ANCHE IN POLESINE Rovigo è stata inserita tra le città sedi di ospedale del Veneto nelle quali verrà avviata la sperimentazione del farmaco per la cura del Covid-19 finora uato per la cura dell’artrite reumatoide

andate in pronto soccorso, senza avvertire e senza mascherina, pur sapendo di essere a rischio perché chi è in isolamento vuol dire che è a rischio e rischiando così di contagiare altri. Una delle due, fra l’altro, era anche già stata sottoposta a tampone, quindi era un caso ancora più a rischio e non poteva non saperlo. O un altro signore, da porre in isolamento: quando abbiamo chiamato a casa, la moglie ha detto che era uscito per un giretto. Ora ci occupiamo di curare, poi denunceremo questi comportamenti irresponsabili. Chi rimane a casa riduce del 50% i rischi di contagio». Francesco Campi

SONO 15 I SOGGETTI RICOVERATI: SI SONO AGGRAVATE LE CONDIZIONI DI UN 66ENNE DELL’ALTO POLESINE

Terapia sperimentale

Anche a Rovigo arriva il Tocilizumab «Il piano per fronteggiare l’emergenza è pronto anche in Polesine: quelli che erano i criteri per la normalità non sono più applicabili: a situazioni straordinarie dobbiamo rispondere con azioni straordinarie». Anche l’Ulss 5, spiega il direttore Compostella, è pronta a fronteggiare l’arrivo del picco. E anche a prendere parte alla sperimentazione del Tocilizumab, farmaco prodotto dalla Roche per il trattamento dell’artrite reumatoide, utilizzato anche per altre malattie infiammatorie, nei casi più gravi di Covid-19, nei quali i danni polmonari sembrano essere provocati da una risposta infiammatoria esagerata. Dove le sperimentazioni sono state già avviate, i risultati sembrano incoraggianti. Un piccolo

segnale di speranza. E se ieri si è registrato anche il secondo caso di guarigione certificata in Polesine, mentre il Cup dell’Ulss 5 ha superato la fase di ingolfamento dovuta alla necessità di far fronte allo spostamento di tutte le visite non urgenti, tornando quindi al consueto orario, la Regione ha comunicato che fra gli ospedali veneti che hanno aderito e che riceveranno il farmaco, oltre all’Azienda ospedaliera di Padova, all’Azienda ospedaliera universitaria integrata di Verona ed a quelli di Vicenza, Bassano e Santorso in provincia di Vicenza, e di Villafranca e Negrar in provincia di Verona, c’è anche Rovigo. Lo studio sul trattamento con Tocilizumab è stato approvato il 18 marzo dall’ Aifa, l’Agenzia italiana del farmaco.

te a rischio li teniamo fuori e li mettiamo in isolamento, già prima dell’arrivo del risultato dai laboratori».

SPISAL ATTIVATO In queste ore sarebbe proprio quello che è successo anche in un’azienda chimica bassopolesana e nella cucina di una struttura, sempre nella stessa zona. Sul fronte dei controlli da parte dello Spisal, anche ieri gli ispettori hanno visitato altre 11 aziende, che impiegano in totale 774 dipendenti, verificando, spiega l’Ulss 5, «una corretta osservanza delle norme previste», come già in un’altra ventina circa di realtà produttive di grandi dimensioni controllate in settimana. Fra l’altro, anche sul fronte Poste Italiane nelle ultime ore sembrano essere rientrate parte delle preoccupazioni che erano state manifestate nei giorni scorsi. In particolare, quelle evidenziate da Maurizio Cagnoni, portalettere e Rsu del Centro Primario di Distribuzione di Adria, che lamentava una situazione di difficoltà nell’approvvigionamento di mascherine e gel e ritardi nelle sanificazioni degli ambienti: «L’azienda ha già provveduto a risolvere le problematiche», precisa. F.Cam.

COMITATO DI VIGILANZA Ieri si è tenuta la riunione del Comitato di vigilanza e applicazione del Protocollo Covid-19, che è stato istituito all’interno dell’azienda, nella quale, spiegano Enrico Rigolin della Femca Cisl, Federica Franceschi della Filctem Cgil ed Enrico Crescenzio Uiltec Uil, «le rappresentanze dei lavoratori, per poter avere maggior garanzia di tutela per la salute e sicurezza dei dipendenti, alla luce dal nuovo caso presentatosi in un diverso repar-

INDUSTRIA ALIMENTARE Lo stabilimento Cargill di Castelmassa

Secondo caso a Badia, via alla sanificazione delle strade `Il sindaco Rossi:

«La persona si trova in isolamento» SECONDO CASO BADIA POLESINE Secondo caso di Coronavirus a Badia Polesine. Ad annunciarlo ieri mattina è stato il sindaco Giovanni Rossi che, come per il primo caso di contagio ufficializzato ad inizio settimana, ha scelto di comunicare la notizia ai cittadini attraverso il sito internet comunale, prima di diffondere la nota attraverso i canali social dell’ente. «Sono stato informato dall’azienda Ulss Polesana, competente per territorio, che

nel nostro Comune una seconda persona è risultata positiva al Covid-19 – fa sapere il primo cittadino - È in isolamento domiciliare sottoposta a sorveglianza attiva». Rossi, nella stessa comunicazione ribadisce l’impegno a tenere informata la cittadinanza, sempre attraverso canali ufficiali. «Sono in costante contatto con le autorità sanitarie competenti per gli aggiornamenti della situazione – prosegue il sindaco del centro altopolesano - Rinnovo l’invito a tutti i cittadini ad applicare scrupolosamente le misure igieniche e di comportamento per la prevenzione, restare a casa e uscire solo se strettamente necessario: per motivi di lavoro, salute ed effettiva necessità. Sarà mia cura tenervi aggiornati sulla situazione, attraverso le

informazioni provenienti dai canali ufficiali e dalle autorità competenti: vi invito pertanto a consultare il sito internet del Comune o in alternativa la nostra pagina Facebook».

mana, ovvero un’opera di sanificazione che interessi sia le strade del centro che della periferia, sulla scia di quanto già fatto in alcuni paesi per provare a prevenire ulteriormente il rischio contagio.

L’OMAGGIO Ieri intanto c’è stata una sorpresa per alcuni passanti. In piazza Vittorio Emanuele II due persone, un uomo e una donna cinesi, hanno distribuito mascherine chirurgiche a coloro che in quel momento transitavano nel cuore della città per fare la spesa. «Ho chiesto loro se dovevo qualcosa – racconta un passante – e mi è stato risposto che si trattava di un dono della comunità cines». Nel frattempo l’amministrazione comunale dà seguito a quanto anticipato dal sindaco Rossi ad inizio setti-

SANIFICAZIONE

BADIA POLESINE Lunedì inizierà la sanificazione delle strade

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«Il Comune di Badia Polesine – si legge in un avviso dell’ente municipale - con la collaborazione di Ecoambiente, si sta adoperando per svolgere nei prossimi giorni un servizio di sanificazione, tramite una ditta specializzata, delle vie del centro del capoluogo e delle frazioni”. «Credo potremo partire a breve - spiega l’assessore con delega alla Protezione civile Stefano Segantin - forse già alla volta di lunedì o martedì della prossima settimana. Intanto an-

diamo avanti con il servizio di consegne a domicilio organizzato con i volontari per le persone anziane, fragili o senza una rete familiare. Speriamo che questo momento difficile per la nostra comunità e per l’Italia intera passi il prima possibile. Anche qualora si manifestassero altri casi bisogna continuare ad impegnarsi e a osservare le regole - sottolinea l’esponente della giunta - Pure le passeggiate possono rappresentare un rischio di contatto con altre persone, quindi è bene restare nelle proprie abitazioni: si tratta dell’unico modo che abbiamo per bloccare questo virus». Anche a Badia infatti, come in altri centri, resta la difficoltà di alcuni a rispettare l’osservanza delle disposizioni. Federico Rossi


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Primo Piano

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IL BILANCIO

Sars-Cov2 in Veneto

n mese dopo, è ancora Vo’. Era il 21 febbraio quando, in contemporanea al focolaio di Codogno, l’emergenza Coronavirus scoppiava in Veneto con la morte di Adriano Trevisan, che alle pendici dei Colli Euganei ha ottenuto sepoltura giusto ieri. Proprio nel giorno in cui il paese-epicentro, che da una settimana pareva Covid free, è tornato a registrare un caso di positività: maledetta primavera, quella che comincia portandosi sul groppone l’ultimo bollettino d’inverno, con tutti i suoi numeri e tutte le relative preoccupazioni.

U

LE MISURE Su quel “+1” nel cluster-simbolo, il professor Andrea Crisanti è lapidario: «Questa nuova positività dimostra bisogna stare a casa, punto. Si tratta di una persona che era negativa, è uscita e si è infettata, entrando a contatto con qualcun altro che a sua volta non è rimasto fermo». Al giro di boa del primo mese, il direttore di Microbiologia e Virologia dell’azienda ospedaliera di Padova ieri ha illustrato sul Guardian il modello Vo’, consigliandolo per il Regno Unito dove l’epidemia è ancora gestibile: «Identificare e isolare i focolai, mettere in quarantena tutti i contagiati, tracciare i loro contatti recenti e isolarli a loro volta, che abbiano sintomi o no». Aggiunge poi al Gazzettino: «Un mese dopo, rimane il rammarico dei troppi sbagli commessi in Italia. Le autorità prima non si sono rese conto che un 3% di popolazione contagiata, come a Vo’, era un’enormità. Poi hanno insistito a effettuare i tamponi solo sui sintomatici. Quindi hanno rinviato le restrizioni temendone gli effetti sull’economia. Anche se in Veneto siamo stati più bravi, non bisogna abbassare la guardia. Per esempio a Verona, che sta diventando il cluster più preoccupante, bisogna isolare fisicamente alcuni quartieri: esercito fuori dai palazzi e nessuno esce di casa».

Analisi per fasce d'età

197

140 decessi

isolamento domiciliare

1165 pazienti attualmente ricoverati

768

517

246 in terapia

611

intensiva (area critica)

5,8%

0-14 anni

9,3% 18,4%

14,3%

25-44 anni 65-74 anni

39,7%

<45 anni

62

15-24 anni 45-64 anni

14,3%

Ricoverati complessivi

1054

3,1%

12,7%

35% 65%

75-84 anni

4.000 3.500 3.000 2.500 2.000 1.500

Numero pazienti ricoverati

800 600 400 200

45-54 anni 55-64 anni

Numero di casi diagnosticati per Provincia di residenza

18,2%

25,8%

23,2%

65-74 anni 75-84 anni +84 anni

+84 anni

1.000

82 anni 43,0% dei deceduti aveva più di 85 anni

827

1,1%

14,1%

Età media dei pazienti deceduti:

Età media di tutti i pazienti attualmente ricoverati: 68 anni Il 22,1% dei pazienti è ricoverato in terapia intensiva Età media dei pazienti attualmente ricoverati in terapia intensiva: 67 anni

239 dimessi

Numero di casi positivi per Sars-CoV-2

25/2 26/2 27/2 28/2 29/2 1/3 2/3 3/3 4/3 5/3 6/3 7/3 8/3 9/3 10/3 11/3 12/3 13/3 14/3 15/3 16/3 17/3 18/3 19/3 20/3

Terapia intensiva

Altri reparti

25/2 26/2 27/2 28/2 29/2 1/3 2/3 3/3 4/3 5/3 6/3 7/3 8/3 9/3 10/3 11/3 12/3 13/3 14/3 15/3 16/3 17/3 18/3 19/3 20/3

500 0

0

Deceduti

Terapia intensiva

Ricoverati

Dimessi

Non ricoverati

Vo’, il paese senza tregua: nuovo caso dopo un mese Da prima zona rossa, ai tamponi per tutti, fino `Il virologo Crisanti: «È la prova che bisogna stare alla liberazione dal Covid-19. Che ieri è tornato a casa, se necessario chiudendo anche i quartieri» `

dallo strazio di non poterli assistere. Alcune vittime erano già note, come il magistrato Francesco Saverio Pavone e l’ex ciclista Luciano Rui; altre lo sono diventate loro malgrado, perché dietro i numeri c’erano nomi, cognomi, storie, vite. Quasi sempre si è trattato di persone anziane, un dato anagrafico diventato un allarme epidemiologico: nella sola casa di riposo di Merlara, sono risultati positivi 63 ospiti su 73 e 24 operatori. Osserva al riguardo Ivan Bernini, segretario regionale della Fp

Cgil: «Quello è il caso più clamoroso, ma ce ne sono anche molti altri da Puos d’Alpago a Casale sul Sile, da Bassano del Grappa a Zero Branco. Siamo preoccupati non solo per l’oggettiva mancanza di mascherine, ma anche perché la quarantena di un numero crescente di lavoratori rischia di determinare la temporanea chiusura delle strutture e il conseguente ricovero dei degenti negli ospedali, già sovraccarichi di lavoro». Lo sa bene Francesco Benazzi,

Autorità di Sistema Portuale del Mare Adriatico Settentrionale ESTRATTO AVVISO DI RETTIFICA BANDO DI GARA E PROROGA DEI TERMINI

GLI ANZIANI È stato un mese tragico per tante famiglie, provate dal lutto per la perdita dei congiunti e pure

MAGLIA NERA RIMANE ANCORA TREVISO: DOPO GERIATRIA ORA SI FRONTEGGIA ANCHE IL FOCOLAIO DEI GIOCATORI DI CARTE

Ad oggi sono stati ricoverati complessivamente 1424 soggetti positivi per Sars-CoV-2

SARS-CoV-2

LO TSUNAMI Quante ne sono successe, in queste quattro settimane. Il 22 febbraio Vo’ diventa zona rossa: il 25 febbraio scatta la chiusura di scuole, cinema, teatri e altri luoghi di aggregazione in tutto il Veneto; nella notte tra il 7 e l’8 marzo vengono blindate le province di Venezia, Treviso e Padova; l’11 marzo parte l’ordine “io resto a casa” con la serrata di tutte le attività ritenute non essenziali; il 20 marzo viene imposto ai veneti di non uscire per più di 200 metri dalle loro abitazioni. Nel frattempo i bollettini quotidiani mostrano che la curva del contagio si impenna e i modelli matematici prevedono che gli ospedali vadano in sofferenza. Così a tempo di record ne vengono riaperti 5 che erano stati dismessi e altri 9 diventano Covid Hospital, tanto che il piano di emergenza Coronavirus arriva a contare 3.835 posti letto, mentre la Cgia calcola la perdita di 127 milioni di fatturato solo per ristoratori e acconciatori. «Ci è arrivato addosso uno tsunami – sintetizza per tutti Giuliano Martini, sindaco-farmacista di Vo’ – ma nel nostro piccolo abbiamo dimostrato di saper rialzarci. Adesso però torna la paura di una ricaduta per questo nuovo caso di contagio».

Ricoverati Covid-19

Finora sono stati diagnosticati nel territorio di tutta la Regione Veneto 4237 casi di infezione da

2607 soggetti in

FONTE: REGIONE VENETO

L’emergenza a Nordest

VO’ EUGANEO Un posto di blocco in paese

Procedura aperta telematica (che si svolgerà attraverso l’utilizzazione del sistema telematico denominato “Sintel” di proprietà di ARCA Lombardia), inalizzata alla conclusione di un Accordo Quadro con un solo operatore economico, ai sensi dell’art. 54, comma 3 del D.Lgs. n. 50 del 2016, avente ad oggetto i lavori di escavo dei canali portuali di grande navigazione al porto di Venezia ed al porto di Chioggia, di cui al Bando di gara pubblicato sulla quinta serie speciale della Gazzetta Uficiale della Repubblica Italiana n. 24 del 28/02/2020. CIG 82212641AD - ID SINTEL 121898413. Quest’Autorità rende noto che, in considerazione dell’intervenuta variazione al bando ed al disciplinare di gara in merito alla non obbligatorietà del sopralluogo, come di seguito speciicato “In conformità alle prevalenti disposizioni di cui ai decreti del presidente del consiglio dei ministri 04 marzo 2020, 08 marzo 2020, 09 marzo ed 11 marzo 2020, il sopralluogo sulle aree oggetto dell’intervento non è più obbligatorio, la stazione appaltante non rilascia alcuna attestazione di sopralluogo, la busta telematica A – documentazione amministrativa non contiene il documento “attestazione rilasciata dalla stazione appaltante circa la presa visione dello stato dei luoghi”, il termine di ricezione delle offerte, già issato entro le ore 17:00 del giorno 23 marzo 2020, è differito alle ore 17:00 del giorno 15 aprile 2020. L’avviso di rettiica del bando e proroga dei termini in versione integrale è pubblicato sulla Gazzetta Uficiale Repubblica Italiana, V serie speciale relativa ai contratti pubblici n. 31 del 16/03/2020, sul proilo di committente al sito www.port.venice.it - sezione “Amministrazione Trasparente”, sul sito informatico del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti/Servizio Contratti Pubblici e sulla piattaforma SINTEL: www.sintel.regione.lombardia.it. Venezia, 12 marzo 2020 Il Direttore tecnico ing. Andrea Menin

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direttore generale dell’Ulss 2 Marca Trevigiana, che nel solo Ca’ Foncello ha registrato 38 morti, primato nero di queste quattro settimane. «Sfortunatamente – commenta – la prima fiammata del focolaio è stata accesa da qualcuno che è entrato in un cluster di persone anziane e pluripatologiche qual era Geriatria. Ora quella situazione è stata spenta, ma dobbiamo fronteggiarne un’altra particolarmente virulenta, legata a un gruppo di pensionati che giocavano a carte. Ma da tutto questo dramma è uscito anche qualcosa di buono: ci resteranno posti di Terapia Intensiva in più, una volta passata la tempesta».

GLI EROI Ma per il momento continuano a grandinare contagi e ricoveri, così i sanitari devono continuare a vestire i panni degli “eroi”, anche se si accontenterebbero di indossare mascherine adeguate in misura sufficiente. «Apprezzo molto le decisioni prese dal governatore Luca Zaia – dice Giovanni Leoni, vicepresidente nazionale della Federazione degli Ordini dei medici – anche di fronte alle resistenze che ha incontrato nell’attuare le restrizioni. A nome dei professionisti della sanità che stanno pagando un prezzo altissimo in termini di sacrifici, ora chiedo uno sforzo industriale. Se non ci saranno interventi a livello internazionale, occorre che il Veneto diventi autonomo nella produzione dei dispositivi. Abbiamo un mese alle spalle, è vero, ma ne abbiamo altri due davanti...». Angela Pederiva © RIPRODUZIONE RISERVATA


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PRIMO PIANO

SABATO 21 MARZO 2020 IL MATTINO

L’allarme globale: la sanità nel Padovano

Ospedale, reparti ormai al limite «Pronti ad aumentare i posti letto» Il dg Flor: «Determinati a tenere la situazione sotto controllo anche con misure straordinarie. Cure garantite a tutti» Elena Livieri / PADOVA

Il perfido virus che sta condizionando il mondo ha infettato ormai oltre 4 mila veneti sta mettendo a durissima prova le strutture sanitarie. L’Azienda ospedaliera universitaria di Padova, da subito indicata dalla Regione Veneto come hub di riferimento per il corona virus, cui si è aggiunto inseguito il Covid Hospital nella sede dell’Usl 6 Euganea di Schiavonia, a quattro settimane dall’inizio dell’epidemia ha fatto ieri mattina il punto della situazione. Seria, grave, ma non drammatica si potrebbe riassumere. Il rafforzamento delle Terapie intensiva e sub intensiva e del reparto di Malattie infettive a cui si è aggiunto il contributo delle tende approntate dalla Protezione civile per i tamponi, hanno finora retto l’onda d’urto dei contagi. Ma la tenuta è al limite. A rassicurare, tuttavia, sulle potenzialità di ulteriore rafforzamento è lo stesso direttore generale dell’Azienda ospedaliera, Luciano Flor. «Siamo determinati e impegnati al massimo per garantire la salute dei malati e anche dei sani, perché tali debbano rimanere» il messaggio ripetuto dal manager di via Giustiniani.

«abbiamo attivato 14 posti letto di Terapia subintensiva e 40 nuovi posti di Terapia intensiva dedicati al Covid 19. Contribuiscono poi altri reparti, come la Clinica medica 3 con 29 posti letto e la Medicina generale con altri 20. La disponibilità è tale da essere in grado di garantire risposta alla richiesta di ricoveri e siamo pronti ad espanderci, dato che siamo ormai al limite.

L’ORGANIZZAZIONE

IL PERSONALE

Al direttore sanitario Daniele Donato il compito di illustrare la riorganizzazione a cui è stata sottoposta la struttura per rispondere al meglio all’emergenza: «In queste quattro settimana l’Azienda ha cambiato pelle, dando corso a modifiche organizzative importanti a partire dall’acces-

La Direzione dell’Azienda è ben consapevole che il personale, tutto, è oggi il bene più prezioso e indispensabile a cui va garantito di lavorare in sicurezza: Dal 22 febbraio stiamo fornendo indicazioni precise per le misure di prevenzione» assicura il direttore sanitario, «sia per chi lavora a diretto contatto con i pazienti infetti sia per tutti gli altri. Se si ammala il personale chiudiamo l’ospedale, questo va assolutamente evitato. Forniamo 13 mila mascherine chirurgiche al giorno e 5 mila dispositivi di sicurezza più evoluti, oltre a camici e visiere. I 45 dipendenti risultati positivi e in isolamento non hanno contratto il virus in ospedale, come accertato dalle indagini epidemiologiche effettuate per tracciare i contatti. Al personale sono già stati fatti 1.500 test primari, che arrivano a 5 mila contando quelli effettuati nella sorveglianza a 5, 10 e 14 giorni».

Il ds Daniele Donato: «Distribuiamo oltre 13 mila mascherine al giorno al personale»

SICUREZZA PER TUTTI

«Con impegno ed estrema attenzione cerchiamo di mantenere l’ospedale sicuro per chiunque abbia bisogno di cure» ha sottolineato Flor, «e adottiamo tutte le precauzioni per evitare i contagi. Ogni persona in entrata viene sottoposto a valutazione, con rilevazione della temperatura ma anche con accorgimenti sulla pulizia. A chi ha febbre o altri sintomi riconducibili al Covid 19 viene fatto subito il test. È importante ricordare che l’ospedale continua a es-

sere operativo con la medesima efficienza e qualità per tutte le urgenze ed emergenze che si dovessero presentare: per fratture, ictus, infarti, la riposta che siamo in grado di garantire è quella di sempre e in condizioni di sicurezza. Ricordo poi che in ogni aspetto, dall’assistenza all’organizzazione, lavoriamo insieme all’Università, con le sue strutture e competenze».

I vertici dell’Azienda ospedaliera riuniti e sopra l’arrivo di malati Covid-19 a Padova

so al Pronto soccorso, l’isolamento dei malati e i percorsi dedicati a loro e ai potenziali contagiati. Le 11 tende allestite nel parcheggio accanto a malattie infettive si sono rivelate utilissime: dalle 8 alle 14 chiunque sospetti il contagio può accedervi per chiedere di essere sottoposto al tampone. Sono già stati effettuati oltre 3.800 test e il personale di Microbiologia, operativo senza sosta, ne ha processati finora oltre 70 mila. Sono numeri straordinari che richiedono un lavoro straordinario di cui siamo grati a tutti i nostri dipendenti». Imponente anche il rafforzamento dei reparti cruciali per la cura dei malati di Covid 19: «Malattie infettive ha portato i suoi posti letto da 29 a 92» rileva Donato,

«Casi gravi e pazienti giovani Intubato un uomo di 44 anni»

PADOVA

La conseguenza più grave che deriva dal contagio da Covid 19 è la polmonite: l’infezione dei polmoni comporta nei casi più gravi che il paziente venga

intubato e quindi ricoverato in Rianimazione. «Finora abbiamo avuto trenta polmoniti da corona virus» sottolinea il direttore della Rianimazione centrale dell’Azienda ospedaliera universitaria di Padova, il professor Ivo Tiberio, e ad oggi i ricoverati sono 18. Quattro di questi mostrano segni di miglioramento e hanno ripreso a respirare autonomamente. Per un paziente stiamo valutando la dimissione». Se è vero

che l’età media dei pazienti in Terapia intensiva è alta - 69 anni - non mancano le eccezioni: «Abbiamo un uomo di 44 anni intubato» conferma Tiberio e ne vediamo sempre di più giovani. La durata media del ricovero in Rianimazione è tra gli 8 e i 9 giorni. Sono pazienti impegnativi, non facili da trattare. L’insufficienza respiratoria acuta è gestibile solamente in Terapia intensiva con la ventilazione meccanica. Uno solo

«È straordinario il momento e sono straordinarie le misure che siamo pronti ad assumere» ha concluso il dg Flor, «purtroppo registriamo in queste ore una escalation di ricoveri e dovremo aumentare la capacità ricettiva, ma siamo in grado di farlo. La situazione è sotto controllo e intendiamo mantenerlo». —

dei nostri pazienti non è stato intubato. Inoltre è necessario un controllo clinico stretto e ravvicinato. Le complicanze sono determinate dal tempo di risposta, dalle patologie associate e dall’età del soggetto». L’équipe della Rianimazione si è riorganizzata per rispondere al meglio al delicato lavoro cui oggi più che mai è chiamata, dovendo rispettare straordinarie misure di sicurezza. Ma non solo: «Anche tenere i contatti con i familiari, solo per via telefonica, è un’incombenza delicata» fa notare Tiberio, «perché dobbiamo essere in grado di rappresentare un quadro chiaro senza creare allarmismi alimentando fiducia e speranza che sono le sole armi contro la paura». —

terapia intensiva

Il direttore della Rianimazione Ivo Tiberio: «Finora 30 polmoniti da coronavirus, i ricoverati oggi sono 18, quattro hanno ripreso a respirare autonomamente»

MISURE STRAORDINARIE

Il direttore della Rianimazione Ivo Tiberio

E.L.


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