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REGIONE
DOMENICA 9 FEBBRAIO 2020 LA TRIBUNA
15
pubblicato il resoconto 2019
Ai vertici Usl i compensi regionali più alti All’indennità annua di 155 mila euro si aggiunge il premio di risultato. Veneto Strade, a Vernizzi quasi 200 mila euro
Nicola Cesaro
I COMPENSI AGLI AMMINISTRATORI
VENEZIA. La retribuzione
Indennità lorda annua Agenzia regionale per la Prevenzione e Protezione Ambientale del Veneto (Arpav)
più alta, perlomeno come indennità lorda, è quello dei direttori generali delle Usl e delle Aziende Ospedaliere: 155 mila euro all’anno. La Regione Veneto ha aggiornato con l’ultimo Bollettino ufficiale i compensi degli amministratori degli enti strumentali della Regione, nonché di enti e aziende del Servizio sanitario regionale. È un prassi voluta dalla giunta regionale nell’agosto 2007: impone che ogni sei mesi venga reso noto quanto finisce in tasca agli uomini messi dalla Regione nei luoghi di comando. Sono in tutto un centinaio. In casa Arpav vanno leggermente ritoccati i compensi al commissario straordinario Riccardo Guolo e al direttore generale Luca Marchesi: il primo ha percepito una parte dello spettante, cioè 26.775 euro, poiché il suo mandato è terminato il 15 settembre; il secondo per il 2019 ha avuto 38.208 euro, visto che la nomina è arrivata il 16 settembre. Fabrizio Stella (Avepa) e Alberto Negro (Veneto Agricoltura) possono inoltre contare, oltre all’indennità lorda annua, anche su un premio del 10% che viene corrisposto in caso di raggiungimento di obiettivi specifici, e possono inoltre richiedere un rimborso spese per missioni e trasferte. In casa Esu, hanno rinunciato al loro compenso il presidente veneziano Bruno Bernardi e il consigliere veronese Stefano Peripoli. Tutti i direttori di Usl e Aziende Ospedaliere – a loro spetta l’indennità più corposa visti i 154.937,06 euro all’anno – possono trovarsi a fine anno una maggiorazione del compenso del 10%: anche in questo caso tutto è legato al raggiungimento di risultati di gestione. Unica eccezione è quella di Bortolo Simoni, che è commissario (e non direttore) nell’Usl 7 Pedemontana e quindi non gode della componente variabile della retribuzione. La maggiorazione (possibile) sale al 20% per Daniele Bernardini, direttore generale dell’Istituto Zooprofilattico Sperimentale delle Venezie, il cui compenso è però inferire rispetto ai colleghi della Sanità. Il 2019 è stato peraltro un anno di “costo zero” per la gestione di quasi tutti i Parchi regionali: ai commissari straordinari, che per anni hanno retto il vuoto “politico” in attesa della nuova legge sul governo dei Parchi, non è stata corrisposta alcuna indennità in quanto si trattava di dipendenti regionali. Pure Tiziano Baron, direttore di Veneto Lavoro, può godere di un incremento
Nominativo
Incarico
Data inizio incarico
Gettone per seduta
Riccardo Guolo Luca Marchesi
Commissario str. dal 01/01/2019 al 15/09/2019 € 37.800,00 Direttore generale 16/09/2019 € 131,000,00
-
Fabrizio Stella
Direttore
01/01/2017
€ 130.749,51
-
Alberto Negro Alberto Negro
Direttore Commissario
dal 22/07/2016 al 21/07/2019 22/07/2019
€ 130.749,51 €130.434,78
-
Agenzia veneta per i Pagamenti in Agricoltura (Avepa)
Agenzia veneta per l’innovazione nel settore primario ‘’Veneto Agricoltura’’
Azienda regionale per il Diritto allo Studio Universitario di Padova (ESU-ARDSU di Padova)
Giuseppe Agostini Matteo Milani Cosimo Cacciavillani Renzo Guolo Nicolò Silvoni
Presidente Cons. di Amm.ne Cons. di Amm.ne Cons. di Amm.ne Cons. di Amm.ne
22/11/2018 22/11/2018 22/11/2018 22/11/2018 22/11/2018
€ 11.115,68 € 5.557,90 € 0,00 € 0,00 € 0,00
€ 49,40 € 49,40 € 49,40
Azienda regionale per il Diritto allo Studio Universitario di Venezia (ESU-ARDSU di Venezia)
Bruno Bernardi Vittorio De Battisti Besi Tobia Ronco Stefano Munarin Matteo Baroglio
Presidente Cons. di Amm.ne Cons. di Amm.ne Cons. di Amm.ne Cons. di Amm.ne
14/08/2019 14/08/2019 14/08/2019 14/08/2019 14/08/2019
€ 0,00 € 5.557,90 € 0,00 € 0,00 € 0,00
€ 49,40 € 49,40 € 49,40 € 49,40
Francesca Zivelonghi Nicola Marson Michele Caneva Giorgio Gosetti Stefano Peripoli
Presidente Cons. di Amm.ne Cons. di Amm.ne Cons. di Amm.ne Cons. di Amm.ne
19/12/2018 19/12/2018 19/12/2018 dal 19/12/2018 al 25/10/2019 19/12/2018
€ 11.115,68 € 5.557,90 € 0,00 € 0,00 € 0,00
€ 49,40 € 49,40 -
€ 35.200,00 € 12.000,00 € 6.000,00
-
€ 39.800,00 € 12.000,00 € 6.000,00
-
€ 37.800,00 € 12.000,00 € 6.000,00
-
€ 37.800,00 € 12.000,00 € 6.000,00
-
Presidente 18/09/2018 Vicepr. Cons. Amm. 18/09/2018 Cons. Amm.ne 18/09/2018
€ 39.800,00 € 12.000,00 € 6.000,00
-
Presidente dal 18/09/2018al 4/02/2019 Presidente 22/10/2019 Vicepr. Cons. Amm. 18/09/2018 Cons. Amm.ne 18/09/2018
€ 37.800,00 € 37.800,00 € 12.000,00 € 6.000,00
-
€ 37.800,00 € 12.000,00 € 6.000,00
-
€ 154.937,06
-
Direttore generale 01/01/2015
€154.937,06
-
Direttore generale 01/11/2018
€154.937,06
-
€154.937,06
-
€154.937,06
-
€154.937,06
-
€154.937,06
-
€154.937,06
-
€154.937,06
-
01/11/2018
€154.937,06
-
Direttore generale 01/01/2016
€154.937,06
-
€154.937,06
-
€154.937,06
-
€ 106.254,91 € 14.832,99 € 12.360,83 € 12.360,83 € 12.360,83 € 12.360,83
-
Azienda regionale per il Diritto allo Studio Universitario di Verona (ESU-ARDSU di Verona)
Azienda Territoriale per l’Edilizia Residenziale di Belluno (Ater)
Ilenia Rento Presidente 18/09/2018 Francesco La Grua Vicepr. Cons. Amm. 18/09/2018 Massimiliano T. Caenazzo Cons. Amm.ne 18/09/2018 Azienda Territoriale per l’Edilizia Residenziale di Padova (Ater)
Gianluca Zaramella Gregorio Cavalla Massimo Petterlin
Presidente 18/09/2018 Vicepr. Cons. Amm. 18/09/2018 Cons. Amm.ne 18/09/2018
Azienda Territoriale per l’Edilizia Residenziale di Rovigo (Ater)
Guglielmo Ferrarese Pier Paolo Frigato Gianfranco Munari
Presidente 18/09/2018 Vicepr. Cons. Amm. 18/09/2018 Cons. Amm.ne 18/09/2018
Azienda Territoriale per l’Edilizia Residenziale di Treviso (Ater)
Luca Barattin Mattia Ierardi Oscar Borsato
Presidente 18/09/2018 Vicepr. Cons. Amm. dal 18/09/2018 al 24/10/2019 Cons. Amm.ne 18/09/2018
Azienda Territoriale per l’Edilizia Residenziale di Venezia (Ater)
RaŮaele Speranzon Fabio Nordio Maurizio De Crescenzo
Azienda Territoriale per l’Edilizia Residenziale di Verona (Ater)
Enrico Corsi Damiano BuŮo Giovanni Pesenato Claudio Righetti
Azienda Territoriale per l’Edilizia Residenziale di Vicenza (Ater)
Valentino Scomazzon Gilberto Trevisan Ingrid Bianchi
Presidente 18/09/2018 Vicepr. Cons. Amm. 18/09/2018 Cons. Amm.ne 18/09/2018
Azienda Ospedaliera di Padova
Luciano Flor
Direttore generale 09/08/2016
Azienda Ospedaliera Universitaria Integrata (Aoui) di Verona
Francesco Cobello Azienda Zero
Patrizia Simionato
Azienda Ulss n. 1 - Dolomiti
Adriano Rasi Caldogno
Direttore generale 01/01/2016
Azienda Ulss n. 2 - Marca Trevigiana
Francesco Benazzi
Direttore generale 01/01/2016
Azienda Ulss n. 3 Serenissima
Giuseppe Dal Ben
Direttore generale 01/01/2016
Azienda Ulss n. 4 Veneto Orientale
Carlo Bramezza
Direttore generale 01/01/2016
Azienda Ulss n. 5 Polesana
Fernando A. Compostella Direttore generale 01/01/2016 Azienda Ulss n. 6 Euganea
Domenico Scibetta
Direttore generale 22/06/2016
Azienda Ulss n. 7 Pedemontana
Bortolo Simoni
Commissario
Azienda Ulss n. 8 Berica
Giovanni Pavesi
Azienda Ulss n. 9 Scaligera
Pietro Girardi
Direttore generale 01/01/2016
Istituto Oncologico Veneto (Iov)
Giorgio Roberti
Direttore generale 01/11/2018
Istituto Zooprofilattico Sperimentale delle Venezie (Izsve)
Antonia Ricci Manlio Palei Giorgio Cester Valerio Giaccone Ernst Stifter Stefano Tamanini
Dir. gen. f. funzioni 13/04/2019 Presid. Cons. Amm. 20/04/2016 Vicepr. Cons. Amm. 16/10/2019 Cons. Amm.ne 20/04/2016 Cons. Amm.ne 20/04/2016 Cons. Amm.ne 20/04/2016
Comitato regionale per la Comunicazione (Corecom)
Gualtiero Mazzi Nerino Chiereghin Fabrizio Comencini Marco Mazzoni Nicoletti Luigi Perissinotto
Presidente Componente Componente Componente Componente
05/02/2016 05/02/2016 05/02/2016 05/02/2016 05/02/2016
€ 39.600,00 € 19.800,00 € 19.800,00 € 19.800,00 € 19.800,00
-
Direttore
01/09/2018
€120.000,00
-
Veneto Lavoro
Tiziano Barone
del 10% dei 120 mila euro di indennità, in caso di risultati e obiettivi raggiunti. In un altro documento, la Regione ha pubblicato anche i compensi degli amministratori inseriti nelle società partecipate. Sono poco più di venti. In Concessioni Autostradali Venete spa troviamo il presidente Luisa Serato, già presidente del consiglio provinciale di Padova, e la sua indennità lorda annua di 36 mila euro, seguita dai consiglieri Alessandro Maggioini e Renzo Ceron con 14.400 euro. In Finest spa il vicepresidente Paola Tombolato deve accontentarsi di 3.200 euro. E ancora, all’amministratore unico di Immobiliare Marco Polo srl spettano 22.500 euro, quindi a quello di Infrastrutture Venete srl, Gian Michele Gambato, quasi il doppio: 40 mila. Marco Grandi, presidente di Sistemi Territoriali spa, vanta un compenso di 25 mila euro, mentre 10 mila vanno rispettivamente ai due consiglieri Pako Massaro e Benedetta Bagatin. In Veneto Acque spa l’ammi-
nistratore unico Gianvittore Vaccari riceve 20 mila euro all’anno, mentre in Veneto Innovazione spa il corrispettivo di Guido Beghetto si ferma a 14.400. Gabriele Vencato, liquidatore di Veneto Nanotech scpa (appunto in liquidazione) ha un compenso di 15 mila euro. Nessuna indennità spetta al presidente di Veneto Strade spa Roberto Turri (deputato con la Lega Nord) e manco a Silvano Vernizzi, che è amministratore delegato ma anche direttore generale e per questo già riceve 194 mila euro all’anno. Ai due consiglieri Oscar De Bona e Quinto Piol finiscono in tasca invece 14.850 euro a testa. Fabrizio Spagna, presidente di Veneto Sviluppo spa, incassa 61 mila euro, quindi i due consiglieri Marialuisa Isi Coppola (ex assessore regionale) e Ada Imperatore 4 mila ciascuna. Queste nomine sono del 17 settembre scorso: prima di quella data i due compensi di consigliere spettavano a Simonetta Acri e Andrea Antonelli. —– © RIPRODUZIONE RISERVATA
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Lo scontro sull’ambiente
La rabbia di Zaia «Glifosate? Mai» Bufera sulla Docg e Nardi ci ripensa Zanette (Doc): «Innocente ha tradito la fiducia degli associati» La replica: «Noi primi a combattere il diserbante, non si cambia» Francesco Dal Mas CONEGLIANO. Il glifosate? «Io dico assolutamente di no, è un capitolo che deve essere chiuso». Luca Zaia, presidente della Regione, si sorprende - «con amarezza e con allarme» - che qualche produttore consideri con nostalgia il ricorso ai fitosanitari. «E Dio non voglia – dice – perfino sulle colline Docg». Per il governatore non ci sono né se né ma. «L’agricoltura, la coltivazione ed il vigneto del futuro sono a impatto zero. Non si può partire dal presupposto che dobbiamo mantene-
AncheConfagricoltura fa un passo indietro: «Non ostacoleremo il percorso della Docg» re presidi, fitofarmaci e anticrittogamici come il glifosate – aggiunge -. La lotta al glifosate è la madre di tutte le battaglie. In tutti i vigneti del mondo lo utilizzano? Bene, noi non lo dobbiamo utilizzare». E di questo è convinto, anzitutto, Stefano Zanette, presidente del Consorzio Doc. Che ha un diavolo per capello.«Non mi sorprende – mette le mani avanti – che il presidente di Confagricoltura abbia confermato la sua notoria posizione sull’uso della chimica. Semmai mi sorprende che lo abbia fatto a pochi giorni dall’ingresso nell’Associazione Colline Unesco, in-
gaggiando una battaglia con il presidente del Consorzio Docg, Innocente Nardi».«Ma – aggiunge Zanette .- considero un vero e proprio tradimento quello dell’amico Innocente. Perché lo immaginavo convintamente assertore della sostenibilità, fino ad usarla per vincere la candidatura Unesco». Sappiano, Giustiniani e Nardi – insiste il presidente del Consorzio Doc – che hanno perso la fiducia di gran parte dei loro associati, soprattutto i piccoli, di tutti i produttori Doc e pure dei sindaci che hanno voluto il regolamento che escludeva il glifosate, mentre loro, i produttori, nicchiavano. Per il presidente Zaia c’è una ragione in più ad escludere il ricorso ai fitosanitari. «Siamo nella zona del patrimonio dell’umanità, Unesco – ricorda -. È vero che l’Unesco non ci valuta sull’utilizzo del glifosate o altri pro-
dotti del genere, ma dobbiamo dare un segnale: quello che si fa nelle colline del Prosecco di Conegliano-Valdobbiadene, dei 9 mila ettari patrimonio dell’umanità diventa cassa di risonanza a livello internazionale. Da qui deve partire il segnale “no glifosate, no Folpet e no Mancozeb». Con che faccia – si chiede Zanette – ci presentiamo nel mondo quando stiamo asserendo da anni che il Prosecco si fa senza uso della chimica? E’ da insensati – accusa – aver lanciato un messaggio così controproducente». Marina Montedoro, presidente dell’Associazione Colline Prosecco, pone, dal canto suo, l’esigenza della massima chiarezza. «Quando si parla di Colline Unesco non s’intende affatto il Prosecco – precisa -. Non è il business la nostra mission, ma la protezione di un territorio straordina-
rio per paesaggio e civiltà. Quindi – aggiunge - il sito Unesco va tutelato sotto tutti i punti di vista, non da ultimo quello ambientale. I numeri certificano che l’area non va identificata unicamente come zona viticola. La “core zone” comprende circa 9.200 ettari, di questi il 70% è a bosco e il restante 30% a vigneto e si questo 30, meno del 40% è a Docg». Zaia in queste ore ha un timore: che riesploda quel conflitto socia-
le contro i produttori di Prosecco che la vittoria a Baku aveva sopito. Ed è la paura che avverte anche Stefano Zanette. «Non vorremmo rivivere la contrapposizione di qualche tempo fa – dice l’uomo Doc -. E se lor signori non faranno marcia indietro, siamo pronti a far valerci valere in sede Associazione Unesco non appena, fra tre mesi, ci sarà il rinnovo del Cda». Da parte sua Innocente Nardi, sotto pressione, ieri è
stato costretto ad una inversione a “U”. «Siamo stati i primi ha detto - a vietare il glifosate sul nostro territorio, non torneremo certo indietro». Paolo Casagrande, presidente del sindacato Anpa, è caustico. «Reintrodurre il glifosate mi pare assurdo perché già da due anni non si usa e i viticoltori hanno ormai intrapreso tecniche di lotta alle malerbe con mezzi meccanici». In Confagricoltura, intanto, il sostegno al presi-
dopo la minaccia di azioni legali
Il bancomat del Prosecco rimosso dalle vie di Londra TREVISO. Il bancomat delle
bollicine, comparso a Londra, è stato tolto, sotto l’incalzare delle proteste da Treviso e non solo. Era stato installato in una via centrale di Londra ad opera della vineria "Vagabond Wine". Il Consorzio di tutela del Prosecco Doc aveva annunciato azioni legali per frode verso i consumatori inglesi. Per i produttori di Prosecco Doc questo modo di somministrazione è in-
vece "contrario al disciplinare" in quanto il consumatore non può avere visione dell'autenticità del prodotto acquistato attraverso l'etichetta e la fascetta della bottiglia. Il Consorzio aveva preannunciato ieri iniziative legali «contro chiunque, in Italia e all'estero, continuerà a somministrare del vino alla spina vendendolo come Prosecco, cosa non ammessa in alcun modo dal disciplinare vigen-
te». E l’installazione, dopo queste minacce, è stata portata in magazzino. Anche se una raccolta di firme on line chiedeva: fino a quando i cittadini inglesi saranno privati del diritto di godersi un calice di spumante da distributori automatici in luogo pubblico? «Poniamo fine a questa ingiustizia e incentiviamo l'installazione di Automatic bubble machine nelle strade princi-
La via di Londra con il distributore di Prosecco e subitodopo la sua rimozione
pali», sollecitava la petizione. Ma, nonostante l’autonomia portata dalla Brexit, la vineria londinese ha inteso
mettersi al riparo da pericolose azioni legali, rilanciate anche ieri mattina dal presidente del Consorzio Doc, Stefa-
no Zanette, prima di venire a sapere di aver vinto la curiosa battaglia. — F.D.M.
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Lo scontro sull’ambiente la scheda
L’erbicida ammesso dalla Ue fino al 2022
Una panoramica sulle colline del Prosecco, in zona Docg A sinistra, il governatore del Veneto Luca Zaia
dente Giustiniani è pieno. Ieri, dopo le dichiarazioni del governatore Zaia ci si è posti qualche riflessione. Ed è stato lo stesso Giustiniani a ribadire di non voler far saltare nessuna scelta già fatta nei Consorzi Doc e Docg. «Siamo i primi a sostenere che qualsiasi sostanza che può far male al consumatore vada ovviamente evitata – interviene il presidente provinciale Giangiacomo Bonaldi – Però in questo caso abbiamo
semplicemente preso atto che le autorità scientifiche americane hanno riscontrato che il glifosate non è tossico, quindi non è dannoso» Bonaldi ribadisce che proprio nel rispetto delle evidenze scientifiche si fonda l’agricoltura a impatto zero, «Se poi ci sono produttori che precauzionalmente ritengono di fare scelte diverse, non saremo certo noi ad opporci», conclude. — © RIPRODUZIONE RISERVATA
TREVISO. «Nessuno stop all’uso del glifosato». A stabilirlo, il primo ottobre scorso, la Corte di Giustizia Ue. A riaprire il caso è stata la causa presentata dal Tribunale penale di Foix (Francia) dopo la protesta dei “Mietitori volontari anti ogm dell’Ariège”. Il gruppo ambientalista era stato accusato di aver danneggiato dei bidoni di Roundup, contenente glifosato, nella città di Pamiers. Da qui è seguita la domanda di chiarimenti alla Corte Ue da parte della giustizia francese sulla validità della normativa europea inerente l’utilizzo dell’erbicida. A Lussemburgo i giudici hanno passato in rassegna vari elementi della normativa. Dalla valutazione dei rischi derivanti dall'uso dei prodotti fitosanitari, alla procedura che prevede test e studi forniti dal richiedente di un'autorizzazione per l'immissione sul mercato, fino alla verifica di tali elementi da parte delle autorità competenti e l'accesso pubblico ai documenti. Il risultato? Non sussiste alcun elemento capace d'inficiare la liceità dell’uso del glifosato. Il glifosate è l’erbicida più utilizzato al mondo - conta quasi 5 miliardi di dollari di vendite è un diserbante non selettivo, dunque una molecola che elimina indistintamente tutte le erbe infestanti. Introdotto nel 1974, dalla sua immissione nel mercato ne sono state spruzzate sui campi milioni di tonnellate. Nel marzo 2019 la Commissione europea ha annunciato l’intenzione di nominare un gruppo di Stati membri correlatori della prossima valutazione del glifosate, che scade il 15 dicembre 2022. Nei regolamenti di polizia rurale dei comuni della Docg esiste però già il divieto dell’uso, ovunque, dell’erbicida. Il Consorzio Doc lavora in questo senso. —
Cosa c’è dietro l’improvvisa apertura di Confagricoltura alla reintroduzione dell’erbicida sdoganato in Usa da Trump
Le multinazionali cercano il traino dell’Unesco per il business bollicine
Lodovico Gustiniani, presidente di Confagricoltura Veneto
L’ANALISI
S
i gioca una partita nascosta sul Prosecco Docg. Il Consorzio Doc è stato il primo ad autotutelarsi, vietando il ricorso al glifosate. L’esempio è stato seguito dalla Regione e dai Comuni che hanno imposto in area Conegliano-Valdobbiadene un regolamento di polizia rurale condiviso. E che impedisce il ricorso a questo trattamento. Le multinazionali della chimica in agricoltura hanno avvertito subito il pericolo. Ed hanno ottenuto, grazie alla complicità di Trump, che l’agenzia per la protezione dell’ambiente Usa (Epa) escludesse qualsiasi pericolo per la salute umana derivante dall’utilizzo del glifosate, erbicida in uso particolarmente nelle tecniche di agricoltura conservativa. I grandi produttori di bollicine – ai quali interessa anzitutto
il business e che in questa prospettiva considerano anche il possibile traino dell’Unesco – non hanno trovato di meglio che rivolgersi al loro rappresentante più autorevole, Lodovico Giustiniani, perché nella veste di presidente regionale di Confagricoltura rilanci l’ammissibilità dell’erbicida. E, magari, perché lo faccia anche all’interno della go-
Fra tre mesi la governance dell’Associazione Unesco sarà rinnovato vernance dell’Associazione Colline Prosecco Docg, riconosciute patrimonio dell’umanità dall’Unesco. Un’evenienza urgente, da materializzare in tempi brevi, perché fra tre mesi il cda si rinnova e Giustiniani potrebbe anche non sedere più in questo con-
Fitofarmaci vicino alle case ma in regola, irroratore assolto sto a confine con la loro abitazione, come la presenza di forti odori chimici, disturbi alle vie aeree, l'impossibilità di tenere le finestre aperte o rimanere in giardino. Nelle denunce i cittadini chiedevano alla procura della Repubblica di Treviso di accertare eventualmente i reati di getto pericoloso di cose e di inquinamento ambientale. I residenti avevano inoltre richiesto più vol-
te l'intervento dei carabinieri e degli ispettori del servizio Igiene della Asl 2 della Marca. Interventi all'esito dei quali, però, non erano mai state rilevate irregolarità, né nell’effettuazione dei trattamenti né nella gestione dei registri di campagna. Il giudice, nonostante l'opposizione dei denuncianti, ha ritenuto che i trattamenti effettuati - di cui era stata verificata la regolarità negli
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accertamenti ispettivi dell’Asl - non potessero ritenersi non consentiti dalla legge e che pertanto non fosse sostenibile un'accusa per getto pericoloso di cose né per inquinamento ambientale, richiedendo quest’ultima ipotesi una compromissione significativa e misurabile delle acque, dell'aria e di porzioni estese di suolo o sottosuolo. Situazione lamentata ma non riscontrata. Da qui la decisione del giudice per le indagini preliminari di Treviso, Bruno Casciarri, di archiviare le denunce ed ha escluso che l'attività di irroramento delle viti costituisca reato di getto pericoloso di cose. —
dopo la denuncia dei residenti a cappella maggiore
CAPPELLA MAGGIORE. Archiviata la denuncia sporta contro il titolare di una ditta “contoterzista” che si occupa di trattamenti sui vigneti. L’uomo (assistito dallo studio Caldart - Arrigo & associati) era stato denunciato da due residenti di Cappella Maggiore, tra l’autunno del 2017 e l’estate 2018, perché lamentavano i disagi subiti a causa del trattamento del vigneto po-
sesso. Conosciute ed apprezzate come sono nel mondo, le bollicine sono oggi considerate il meglio della sostenibilità enologica. Ma pochi sanno che il glifosate è stato bandito. Se ritornasse in uso, le multinazionali potrebbero vantarsi anch’esse di un’eccellenza, brevettata addirittura Unesco, certificando che la chimica non compromette la salute, anzi la promuove. Fatto sta che il presidente della Regione Luca Zaia, da quando ha concepito questa candidatura, ha sempre sostenuto la “viticoltura a chimica zero”. E che da ministro dell’Agricoltura ha stoppato gli Ogm, entrando nel mirino delle multinazionali. E’ evidente, dunque, l’arrabbiatura di tutti in queste ore, non solo perché rischia grosso la maggior parte dei piccoli vignaioli Docg e, di riflesso, corre grossi pericoli il popolo dei produttori Doc. Ma anche perché il solo evocare il ritorno dei fitofarmaci mina la credibilità dei primi passi dell’Associazione. E della stessa Regione. Con la conseguenza sicura di riaccendere il conflitto sociale da parte dei sempre più numerosi Comitati che contrastano i trattamenti e, quindi, l’uso della chimica. Finanche della Diocesi di Vittorio Veneto che si è fatta paladina di questa sensibilità. I riflettori sono accesi in particolare sul vertice del consorzio Docg, per capire in quale misura il confronto molto duro sul rinnovo degli incarichi rischierà di compromettere un patrimonio di stabilità economica e sociale costruito con tanta fatica. Ricordiamo solo che il Consorzio Docg vale 90 milioni di bottiglie vendute per il 70% circa in Italia. — Francesco Dal Mas
L’irrorazione meccanica dei fitofarmaci
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Corriere del Veneto Domenica 9 Febbraio 2020
PD
Rovigo
NUMERI UTILI Municipio Questura
rovigo@corriereveneto.it
04252061 0425202518
Prefettura VigiliUrbani Carabinieri Polstrada
0425428511 0425204611 042529381 0425426611
Servizioveterinario CroceRossa Capitaneriadiporto Acquedotto
3495836327 0425361388 0426387055 0425363711
Ulss18 Ulss19 Emergenzainfanzia Radiotaxi
Campagnaelettorale«low-cost» Spesipocopiùdi46milaeuro Le 17 liste che si sono presentate lo scorso anno a Rovigo per la tornata amministrativa non hanno commesso alcuna irregolarità contabile nelle spese elettorali. Ma, soprattutto, hanno corso decisamente in economia. Lo dice il Collegio di controllo sulle spese elettorali della Corte dei Conti del Veneto che ha esaminato i rendiconti delle liste in lizza per il rinnovo del consiglio comunale rodigino, composto da 32 membri più il sindaco. Il tetto massimo di spesa per ciascuna lista era 42.181 euro ovvero gli aventi diritto al voto a Rovigo dello scorso anno. La normativa prevede una spesa massima di 1 euro per ogni elettore. Tutte le liste al di sotto della soglia, tanto che il totale delle spese elettorali non arriva nemmeno a 50.000 euro: 46.370 per l’esattezza, cifra distantissima dal plafond massimo che sarebbe stato di circa 717.000 euro. In caso di mancato deposito dei consuntivi delle spese elettorali i giudici avrebbero potuto applicare una sanzione da 50.000 a 500.000 euro. La più spendacciona, si fa per dire, la Lega che sosteneva il candidato Monica Gambardella poi sconfitta al ballottaggio. Per il Carroccio, il rendiconto è di 16.182 euro e quattro eletti: Michele Aretusini, Cristiano Corazzari, Valentina Noce e Lorenzo Rizzato. Al secondo posto il Pd che sostiene il sinda-
Un voto al risparmio In regola tutte le liste in lizza
co Edoardo Gaffeo: 15.576 euro e undici eletti in Consiglio: Graziano Azzalin, Benedetta Bagatin, Patrizio Bernardinello, Riccardo Bertacin, Giorgia Businaro, Nello Chendi, Angelo Montagnolo, Caterina Nale, Micaela Raise, Nadia Romeo, Giovanni Salvaggio. Al terzo posto la somma delle liste che appoggiava Silvia Menon: 8.243 euro complessivi per «Rovigo più», «Siamo Rovigo» e «Civica Silvia Menon sindaco». In tutto quattro eletti: Marco Bonvento, Silvia Menon, Mattia Milan e Damiano Sette. Appena fuori dal podio, con 5.138 euro, la
Lapropostadilegge controlapescaabusiva penalizzaiprofessionisti
«Federazione moderati di centro» che appoggiava il candidato sindaco Gianni Saccardin: nessun eletto. A seguire Fratelli d’Italia che appoggiava Gambardella con 870 euro e Mattia Moretto eletto, Forza Italia (Gambardella) con 221 euro e zero eletti, la civica «Monica Gambardella sindaco» con 140 euro e Gambardella ed Antonio Rossini eletti. Nutrita la pattuglia (in otto) di chi non ha dichiarato spese elettorali, comunque piazzando i restanti dieci consiglieri. Bene soprattutto le due liste civiche collegate al sindaco, «Forum dei cittadini» e «Con Edoardo Gaffeo perché cresca felice», con nove consiglieri. Per i primi in Consiglio Vanni Borsetto, Matteo Masin, Federico Saccardin e Gianmario Scaramuzza. I secondi hanno eletto Elena Biasin, Roberto Giannese, Giorgio Osti, Alessandro Romagnolo ed Elisabetta Traniello. Zero euro anche per M5S (candidato sindaco Mattia Maniezzo, eletto consigliere), «Forza Rovigo» e «Obiettivo Rovigo» (Gambardella e nessun eletto), Casapound (candidato sindaco Marco Venuto, non eletto), «Sindaco Conchi cambia Rovigo» e «Rovigo futura» (candidato sindaco Ezio Conchi e zero eletti). Antonio Andreotti © RIPRODUZIONE RISERVATA
Il malvivente entrato in casa di un pensionato e fuggito gettandolo a terra ROVIGO Nel novembre 2018, nel
tentativo di rubare nell’abitazione di un anziano rodigino, era stato scoperto. Per riuscire a fuggire non aveva esitato a scaraventare a terra il pensionato, commettendo così una tentata rapina. I carabinieri della Compagnia di Rovigo per l’episodio hanno denunciato un 54enne serbo, irregolare in Italia e con diversi precedenti di polizia per reati contro il patrimonio. Il 14 novembre 2018, entrato nell’abitazione di un 84enne del capoluogo, il serbo era sta-
Per le vittime delle foibe
to sorpreso dal padrone di casa. Per fuggire, il ladro aveva fatto cadere a terra l’anziano, ferendolo alla testa. Sul posto subito una pattuglia dell’Arma che riusciva a rinvenire e sequestrare un giaccone usato dal serbo che se l’era tolto in casa del pensionato e che aveva dovuto abbandonare a causa della precipitosa fuga. Il capo d’abbigliamento sequestrato era stato inviato ai carabinieri del Ris (Reparto investigazioni scientifiche) di Parma che hanno estrapolato un frammento del
Dna del serbo, già schedato per i suo precedenti. Invece le Volanti della Questura l’altro ieri a Rovigo hanno denunciato per tentata truffa due siciliani originari di Noto (Siracusa). Dopo che un marocchino residente in città aveva pubblicato online l’annuncio di vendita di un veicolo, i due denunciati hanno contattato lo straniero per acquistare il mezzo dandogli appuntamento per l’altro ieri all’ufficio postale in viale Tre Martiri. All’incontro i due siracusani hanno chiesto allo
La presentazione
042523016
di Luigi Migliorini
Lasciagiaccone,rapinatorescopertodalDna Tentata truffa Due denunciati L’allarme da un uomo che vendeva un veicolo
FARMACIE Comunale1
I segreti di Pulcinella
Comunali,lacifratotaledichiarataallaCortedeiContidalle17listeincompetizione AltoplaLegaconoltre16milaeuro,aruotailPd(15.576).Ottoleformazioniazero ROVIGO
04253931 0426940111 114 042523900
straniero di poter fotografare la sua carta Poste Pay, promettendogli di ricaricarla coi soldi dell’acquisto. Il marocchino si è opposto, sapendo che in quel modo avrebbe fornito anche il codice di sicurezza della tessera magnetica. I due siciliani poi hanno chiesto l’assicurazione del veicolo, col pretesto di andare a Rimini. Il marocchino, capito che era in corso un tentativo di truffa, ha chiamato il 113. Antonio Andreotti
I
l 19 dicembre scorso, su proposta di numerosi senatori leghisti, approvata dalla nona commissione permanente una proposta di modifica all’articolo 40 della legge 154/2016. Il testo è ora in commissione alla Camera. Il senatore leghista Simone Bossi, nel presentare tale proposta in conferenza stampa, ha affermato che si vuol «eliminare l’odioso fenomeno della pesca abusiva, vietando in modo definitivo la pesca professionale nelle acque dolci — canali e fiumi — del territorio nazionale». Per contrastare l’iniziativa è stato costituito il «Comitato pescatori acque interne del Polesine», secondo cui, se la legge dovesse passare, vi sarà un grave danno per centinaia di pescatori polesani che si troverebbero disoccupati, con le evidenti conseguenze economiche sulle loro famiglie. La motivazione di contrastare il bracconaggio pare solo apparente: è come se per evitare i furti d’auto si vietasse di parcheggiare sulla pubblica via. In realtà si ha l’impressione che si voglia agevolare i pescasportivi e i pescatori dilettanti, che sarebbero «disturbati» da quelli professionisti. Per anni mi sono dedicato a questa attività e ho constatato come possa svolgersi agevolmente, senza interferenza con quella dei professionisti: di spazio ce n’è in abbondanza. Oltretutto i professionisti si dedicano principalmente alla cattura di cefali e di carpe (pesce ricco di spine, che trova acquirenti soprattutto in zone della Lombardia). I pescasportivi gareggiano allamando carassi e altri pesci più piccoli praticamente incommestibili. Ma v’è di più: ad alcune cooperative bassopolesane sono iscritti, dotati di regolare partita Iva, pescatori romeni che si dedicano alla cattura di siluri, pesci che si trovano nei nostri fiumi e canali da alcuni lustri, che possono raggiungere fino a due metri di lunghezza e stanno distruggendo tutta la fauna ittica autoctona. In Romania sono culinariamente molto apprezzati e quindi il prelievo e l’esportazione di tali «mostri» ha anche un effetto positivo, più delle varie campagne anti-siluro promosse da autorità locali. In definitiva speriamo che la proposta di legge «si areni». © RIPRODUZIONE RISERVATA
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In testa al «Top 12»
«Giorno del ricordo» Figli di separati, Testa a testa, i rossoblù battono il Valorugby Domani le cerimonie via a gruppi di aiuto Tre le mete e sono «campioni d’inverno» ROVIGO In occasione del «Giorno del ricordo», domani, cerimonia in Provincia, in memoria della tragedia degli italiani vittime delle foibe, dell’esodo dalla loro terra degli istriani, fiumani e dalmati nel Secondo dopoguerra. Alle 9.30 in piazza Palatucci nel capoluogo corona d’alloro in onore del poliziotto-eroe Giovanni, medaglia d’oro al valor civile. Alle 10.15 a Palazzo Celio, il convegno dal titolo «Commemorazione del genocidio, dell’esodo degli Italiani dai territori istrofiumano-dalmati e dell’ultimo Questore di Fiume: Giovanni Palatucci». Dopo il saluto delle istituzioni interverranno Flavio Ambroglini, presidente del Comitato Palatucci che ricorderà la storia di tutti gli ebrei che il questore di Fiume salvò. E ancora Patrizia Lucchi, figlia di esuli da Fiume e Neresine-Venezia che parlerà di Arrigo Lorenzi e Norma Cossetto, del loro viaggio dal Polesine all’Istria ed a Fiume. Infine Daniele Milan, referente della delegazione di Rovigo dell’Associazione nazionale Venezia Giulia e Dalmazia. Na. Cel.
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ROVIGO «Gruppi di parola» per aiutare gratuitamente le coppie separate, pronti a partire nel capoluogo. Il progetto nasce a sostegno dei figli che vivono la separazione dei genitori, per offrire uno spazio fisico e di pensiero protetto dove trovare risposte agli interrogativi. Il programma verrà illustrato a cittadini e operatori delle istituzioni educative, sociali e sportive, domani alle 18 in Pescheria Nuova. L’incontro, patrocinato dal Comune, è sostenuto dalla Diocesi di Adria e Rovigo e dal Centro per la Formazione e la Consulenza della Coppia di Rovigo. Interverranno, al fianco delle conduttrici del progetto: Maura Bianco, Katiuscia Budri, Elena Capostagno e Giulia Ziviani, anche Mirella Zambello, assessore al Welfare (Politiche sociali e Famiglia) del Comune di Rovigo e don Christian Malanchin, direttore della Pastorale familiare in rappresentanza della Diocesi di Adria-Rovigo. Per info e iscrizioni telefonare al 3487556918 per Rovigo, 3463556704 (Trecenta), 3334751654 (Adria) e 3407309191 (Occhiobello). © RIPRODUZIONE RISERVATA (Na.Cel.)
ROVIGO La Femi-Cz Rugby Rovigo Delta è campione d’inverno: la vittoria casalinga di ieri contro il Valorugby Emilia fa chiudere il girone di andata del massimo campionato italiano della palla ovale ai rossoblù in vetta alla classifica con 46 punti. Chiuso 36 a 29 per i Bersaglieri il match dell’undicesima giornata del «Top 12» ieri pomeriggio allo stadio «Battaglini». Una sfida tiratissima, tra la prima e seconda in classifica in cui i rossoblù e i «Diavoli» si sono dati filo da torcere dal primo all’ultimo minuto. Il Valorugby ha dall’inizio cercato d’imporre il proprio dominio, segnando una meta con Vaeno e la trasformazione dell’ex rossoblù Farolini. Rovigo con Odiete ha poi segnato con un calcio piazzato i primi tre punti, ma i biancorossi hanno poco dopo allungato le distanze con un’al-
tra marcatura, stavolta con Mordacci trasformata sempre da Farolini. Al diciassettesimo minuto scatta la valanga rossoblù: Cioffi schiaccia l’ovale oltre la linea e Odiete trasforma. Le lancette si spostano di 13 minuti e Odiete mette a segno altri tre punti con un piazzato e nove minuti dopo, a un minuto della fine del primo tempo, Antl («Man of the
Protagonista Uno dei calci di Odiete
match») centra un drop tra i pali, mandando negli spogliatoi il Rovigo in vantaggio per 19 a 14. Nella ripresa gli ospiti cercano di recuperare con Farolini che segna al minuto 43 un piazzato, a cui i rossoblù replicano ugualmente al minuto 51 della partita con Odiete. Cioffi segna poi la seconda meta dei Bersaglieri, che il piede di Odiete non sbaglia, ma i «Diavoli» rispondono con una marcatura di Mordacci, non trasformata. Rovigo non si fa intimidire e Modena segna la terza e ultima meta di giornata al 66’ che Odiete anche stavolta non sbaglia. Gli uomini di Manghi provano a recuperare, ma nonostante la marcatura di Luus con Farolini che trasforma il match si chiude 36 a 29 per i padroni di casa. Natascia Celeghin © RIPRODUZIONE RISERVATA
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DOMENICA 9 FEBBRAIO 2020 CORRIERE DELLE ALPI
REGIONE
Autonomia: governo e Lega alla resa dei conti
Il ministro delle Regioni visita Padova Capitale europea del volontariato Riscritto l’articolo 2 del testo, M5s e Italia Viva impongono modifiche
All’Accademia della Lega di scena il governatore, i rappresentanti delle Regioni a statuto speciale e i giuristi della delegazione trattante
Boccia: finite le verifiche Zaia: mai intese al ribasso con il sì di Palazzo Chigi il referendum veneto la legge va in Parlamento è la nostra stella polare Albino Salmaso PADOVA. La pazienza è finita, basta con i veti di Renzi e delle truppe grilline. La virtù gandhiana che Zaia dispensa per tenere a bada il «popolo veneto in subbuglio per l’autonomia» viene evocata da Francesco Boccia che da Padova manda un segnale di speranza ai tre governatori di Veneto, Lombardia ed Emilia Romagna. «Il mio lavoro è finito, la legge quadro è stata riscritta con la modifica dell’articolo 2 sui Lep. Ho tenuto conto delle indicazioni del M5s e di Italia Viva. Conclusa la verifica dei partiti di maggioranza, il testo può tornare in Consiglio dei ministri e dopo il via libera di Conte approdare in Parlamento. Nel giro di 6 mesi emendato e approvato, per poi passare alla fase finale: la firma delle intese con le tre regioni che hanno avviato nel 2017 il percorso dell’autonomia differenziata. Il Veneto vuole le 23 materie?Così si rischia di finire fuori strada: lo decideremo al momento della firma». Basta per essere ottimisti? Mercoledì il ministro torna a riferire in Commissione per le questioni regionali ma l’ottimismo della volontà deve fare i conti con i veti di Renzi sulla giustizia. Ci sarà il via libera entro febbraio? LA VISITA A PADOVA
Boccia arriva a Padova per un dibattito con il forum del Terzo settore che gli presenta subito il conto: il volontariato si candida a gestire i servizi sociali, quella fetta di welfare da definire con i Lep che non sono un refuso della Costituzione, dopo la modifica del ti-
tolo V del 2001. E qui arriva la prima novità: l’articolo 2 della legge quadro è stato riscritto. I Lep riguardano l’assistenza sociale, i trasporti, la sanità e la scuola per l’infanzia (nidi e materne) e vanno definiti nel giro di un anno, dopo il via libera del Parlamento. Per bruciare le tappe, il ministro ha deciso di affidare al Ragioniere Generale dello Stato l’incarico di “Commissario per l’Autonomia” proprio per coordinare i tempi dei ministeri: chi tira i remi in barca e non fornisce i dati sui costi rischia il commissario ad hoc fino alla definizione dei Lep. Prendere o lasciare, basta con i rinvii. LA PAZIENZA È FINITA
Prima del meeting con il Terzo settore, Boccia ha spiegato la road map del federalismo ai dirigenti del Pd, alle prese con il rebus del candidato anti-Zaia. A fianco del ministro è rimasto il capogruppo Stefano Fracasso, che spera nell’investitura per le primarie. L’autonomia sarà il cavallo di battaglia Dem che spera di cavalcarne l’onda dopo il fallimento della Lega con il ministro Stefani, bloccata dai veti dei sei ministri 5 stelle. Boccia in otto mesi ha cambiato strategia e rassicurato il Sud che non teme più la secessione del Nord perché nella legge quadro si fa riferimento non solo all’articolo 116, ma anche al 117–18 e 19. E ha previsto un fondo di perequazione di 36 miliardi in 10 anni per garantire la stessa qualità dei servizi sociali. «Ho convinto Zaia ad ammainare la bandiera dei 9 decimi di tasse assegnati al Veneto, le resistenze più forti arrivano da Fontana che vuole gesti-
IL MINISTRO FRANCESCO BOCCIA CON L’ASSESSORE VENETO ALLA SANITÀ MANUELA LANZARIN
I ministeri sanzionati se perdono tempo I Lep previsti dalla Costituzione fin dal 2001 non sono stati attuati la manifestazione
Le sardine a Padova e poi a Roma Le sardine dopo aver trionfato a Bologna a fianco di Bonaccini hanno deciso di tornare in piazza domani sera per manifestare contro Salvini. Il sit in è fissato alle 18,30 al Portello, quartiere degli studenti di Padova. Sul palco Andrea Pennacchi, attore e volto Rai, per tutti il “pojana” leghista su La 7. Mercoledì le “sardine” saranno a colloquio con il ministro Francesco Boccia a Roma. Vogliono capire la riforma dell’autonomia.
re il personale della scuola in Lombardia. Ma non l’avrà mai. Ho convinto anche la Cgil di Landini: basta con le mediazioni. Manca solo il sì della maggioranza. O ce lo danno o ce lo prendiamo. Ne ho parlato con Zingaretti, il Pd è stanco di portare tutte le croci sulle spalle e abbiamo due strade: o la mia legge quadro viene approvata dal consiglio dei ministri entro febbraio, oppure diventa un ddl del Pd che la incardina alla Camera e poi si cerca la maggioranza in Parlamento con chi ci sta». — © RIPRODUZIONE RISERVATA
Filippo Tosatto PADOVA. C’è l’autonomia “moderata” del Friuli Venezia Giulia: «La meno speciale di tutte, ogni giorno dobbiamo difendere le risorse e i poteri del nostro statuto dai tentacoli di Roma», sbotta Barbara Zilli, l’assessore regionale alle Finanze. E quella “spinta” del Trentino: «Lo stato ci riconosce competenze complete su sanità, scuola, strade, agricoltura» riassume Maurizio Fugatti, il presidente della Provincia «ciò richiede decisioni just in time, i cittadini ci giudicano e non ci sono più alibi». Il Veneto? Tra referendum, promesse e trattative, arranca nella terra di nessuno: «Renzi e Gentiloni hanno provato a boicottare la consultazione popolare, Conte si è limitato alle chiacchiere, Di Maio voleva sottoporre l’intesa al giudizio degli accademici napoletani... Il ministro Boccia? Valuteremo dai fatti», scandisce il governatore Luca Zaia. OBIETTIVI E OSTACOLI
L’uditorio, affollatissimo, è quello dell’Accademia federale della Lega, la scuola di formazione politica orchestrata dal deputato Manuel Vescovi (padovano di nascita, toscano d’adozione) che ambisce a trasformare una generazione di volenterosi militanti in potenziali governanti capaci, all’occasione, di cavare un ragno dal buco. Si parla di autonomia differenziata e le testimonianze delle regioni confinanti confermano la complessità di un percorso che investe le fondamenta della Repubblica. «Il margine decisionale che ci viene riconosciuto è insufficiente», graffia Zilli «per
questo il presidente Fedriga ha avviato una rinegoziazione con il Governo. Quest’anno noi verseremo a Roma 716 milioni, che potrebbero aumentare del 10% in caso di “congiunture speciali”. Non sarà un’elargizione a fondo perduto: siamo pronti ad assumere maggiori responsabilità, esigiamo più competenze». «Noi tratteniamo il 90% delle tasse versate dai cittadini, che diventa 75% perché garantiamo mezzo miliardo di contributo annuale allo Stato», le parole di Fugatti, che ricorda come «ogni euro di gettito deve tradursi in migliori servizi alla comunità» e sollecita Zaia a non mollare perché «l’autonomia altrui legittima la nostra». IL DIALOGO E GLI INSULTI
Non solo slogan e parole d’ordine utili a scaldare il cuore della platea. A ricapitolare in punta di diritto le ragioni della causa veneta, provvedono Andrea Giovanardi e Ludovico Mazzarolli, giuristi attivi nella delegazione trattante guidata da Mario Bertolissi. Zaia, per parte sua, invita a svelenire i toni del confronto: «Appena ho citato la frase del presidente Mattarella circa il binomio “autonomia e sussidiarietà” qualcuno ha gridato buu. È triste svilire l’esito di un referendum che non appartiene a me e neppure alla Lega ma riflette le aspirazioni del nostro popolo. Io dico: attaccate i comportamenti, se volete, ma rispettate le idee. Vale per noi, vale per le Sardine, che fanno bene a manifestare in piazza ma sbagliano a insultare gli avversari sui social. La trattativa in corso? Abbiamo chiesto 23 materie non per capriccio ma in coerenza con
IL GOVERNATORE VENETO LUCA ZAIA E L’ASSESSORE ALLE FINANZE DEL FRIULI BARBARA ZILLI
Zilli (Friuli): «Anche noi lottiamo ogni giorno con Roma» Fugatti (Trento): «È una causa giusta e Luca la spunterà» Domani
Salvini al Geox di Padova su sport, turismo, atenei Domani alle 18.30 al Teatro Geox di Padova, dibattito pubblico a più voci su sport, turismo, università e agricoltura. Partecipano: il leader della Lega Matteo Salvini e il suo vice Lorenzo Fontana, il governatore veneto Luca Zaia, il campione di sci Kristian Ghedina, Marco Michielli di Confturismo e Federalberghi Veneto, Francesco Cavalla professore di filosofia del Diritto al Bo, Camilla Rossi Chauvenet, imprenditrice e Ceo di Massimago Wine.
quanto è scritto nella Costituzione, siamo pronti a dialogare con tutti ma non firmerò mai accordi al ribasso: la mia stella polare sono i cittadini di questa regione, rispondo esclusivamente a loro». FRECCIATA AI VENETISTI
Intanto il neonato Partito dei veneti punge a distanza l’amministrazione della Lega... «È o strano che gli indipendentisti attacchino me anziché il centralismo romano, se hanno qualche proposta la presentino anziché denigrare quelle altrui». — © RIPRODUZIONE RISERVATA
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Nordest
PRIMI CITTADINI CAMERIERI PER BENEFICENZA Il veneziano Luigi Brugnaro e altri 30 sindaci, addestrati dall’Associazione persone Down, hanno servito alla cena promossa da Sogedin per raccogliere fondi dopo l’Aqua Granda. Domenica 9 Febbraio 2020 www.gazzettino.it
Boccia: «Autonomia, fugati i dubbi» Il ministro: «Ho completato il mio lavoro, adesso i tempi li `Zaia sul mormorìo a Padova: «Che veneto è uno che la ritiene decide il premier Conte ma l’ultima parola è del parlamento» un disvalore? È una riforma che prescinde dalle idee politiche» `
LA RIFORMA TREVISO «Quando ho pronunciato la parola autonomia all’inaugurazione di Padova capitale europea del volontariato, tre o quattro persone si sono messe a fischiare. Ma che veneto è uno che pensa che sia un disvalore avere l’autonomia per la propria Regione?». È un Luca Zaia quasi incredulo quello che nella giornata di studio organizzata ieri dalla Cgia di Mestre a Roncade (Treviso) è tornato a parlare della quota di dissenso emersa, pur tra gli applausi, durante la cerimonia di avvio dell’anno europeo del volontariato, alla presenza del Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. «Stavo proprio citando una frase di Mattarella – spiega il governatore – solo un paio di mesi fa il Presidente della Repubblica ha detto che l’autonomia non mette in discussione l’unità nazionale. E, soprattutto, ha detto che è un valore costituzionale. Quindi non stiamo chiedendo cose strane. È fondamentale che i veneti restino compatti su questo fronte. Dopodiché ognuno vota chi vuole. Ma la filosofia deve rimanere valida. Al referendum del 2017 sono andati a votare oltre 2,3 milioni di persone. Non c’è un partito in Veneto che ha tutti questi voti. Vuol dire che si è andati a votare a prescindere dalle idee politiche». Fino ad ora il percorso post-referendum è stato più che accidentato. Zaia non lo nasconde. Anzi, fa l’elenco. «Abbiamo avuto degli interlocutori pessimi – dice – li abbiamo avuti nel governo Gentiloni, che è stato il primo governo dopo il referendum. Li abbiamo
avuti nel governo Conte 1, dove c’eravamo anche noi. È stato un pessimo interlocutore: non abbiamo portato a casa niente, se non l’apertura dei tavoli tecnici, questo va riconosciuto. Per quanto riguarda il Conte 2, il ministro Francesco Boccia dice che porterà all’intesa con una legge quadro, di cui non abbiamo ancora visto il testo definitivo. Questo governo ha due possibilità: o fa l’autonomia o gliela fa fare a qualcun altro. È un percorso iniziato. E arriverà alla fine. Inesorabile. La porteremo a casa. Ne è la prova il fatto che ci sono 17 Regioni su 20 che hanno votato per il processo di autonomia. Nessun Paese davanti a 17 Regioni su 20 può esimersi dal portare avanti il progetto».
questo accordo e tenere allo stesso tavolo i presidenti delle Regioni e i sindaci metropolitani è un dovere della politica. Quello che abbiamo fatto è stato ricostruire un clima di fiducia tra i diversi livelli istituzionali». «Il fondo di perequazione di 3,4 miliardi che prima non c’era e ora c’è – aggiunge – consente un intervento dello Stato su tutte le aree in difficoltà, non solo al sud ma anche al nord, come quelle interne e di montagna».
INCERTEZZA
SVOLTA VICINA A quanto pare ora si è davvero vicini alla svolta. Francesco Boccia, ministro per gli Affari regionali e le autonomie, ha annunciato di aver definito la legge quadro andata nel Consiglio dei Ministri. «Il mio lavoro l’ho completato – ha spiegato ieri a Padova – i tempi li deciderà il presidente Giuseppe Conte. Ora penso sia utile, giusto e corretto dare la parola al Parlamento». «Si è a buon punto – continua – è stato fatto un lavoro molto rigoroso in questi mesi. Il Consiglio dei Ministri ha avuto più di un’informativa e la settimana scorsa abbiamo trasmesso gli ultimi ritocchi. I dubbi sono stati tutti fugati. Siamo di fronte a una grande opportunità». Non per una singola Regione, ma per l’intero Paese. «Il tema è dare più competenze ai Comuni e alle Regioni, che però non devono diventare nuovi centri di potere – specifica il ministro – fare
AUTONOMIA Il ministro Francesco Boccia
La proposta
La Lega: «Niente tasse a chi riapre negozi chiusi» Nessuna tassa comunale, per 4 anni, per chi riapre un negozio chiuso, nei Comuni fino a 20mila abitanti. Dopo aver introdotto una norma specifica nel Decreto crescita, la Lega in commissione Finanze alla Camera, con un emendamento ad hoc, ha ottenuto anche l’ampliamento dei tempi per presentare la domanda per le agevolazioni: il termine è così
spostato dal 28 febbraio al 30 settembre di quest’anno. La misura è stata presentata da Lorenzo Fontana, deputato veronese, ex ministro e vicesegretario federale della Lega. La misura prevede un rimborso dei tributi comunali per quattro anni a chi amplia o riapre un locale chiuso da almeno sei mesi da destinare ad attività legate
all’artigianato, al turismo e al commercio al dettaglio. Sono comprese la somministrazione di alimenti e bevande al pubblico e i servizi destinati alla tutela ambientale, alla fruizione di beni culturali e al tempo libero. «Il commercio al dettaglio, soprattutto nei piccoli Comuni, è un presidio che ha anche un valore sociale», ha spiegato Fontana.
C’è ancora incertezza, però, sul numero della materie che potrebbero passare a una gestione diretta da parte delle Regioni. Si vedrà solo quando si arriverà alla firma dell’intesa vera e propria. «Questo discorso rischia di portarci fuori strada. Zaia ha fatto una proposta, io ho apprezzato la modifica di quella proposta. Il tema era dateci le materie, dateci i soldi e facciamo noi. Quell’approccio non c’è più. Sulle materie discuteremo quando firmeremo l’intesa – tira le fila il ministro Boccia – abbiamo costruito un tavolo che consente a tutti di sentirsi rappresentati. Quando firmeremo l’intesa, capiremo di quante materie c’è bisogno. Aver separato le materie Lep (Livelli essenziali delle prestazioni, ndr) da quelle non Lep agevolerà il confronto. Partire dalle materie non Lep significa accelerare i tempi». Il prossimo appuntamento è per il 12 febbraio, quando lo stesso ministro sarà protagonista nella commissione parlamentare per le Questioni regionali per l’illustrazione delle linee programmatiche. Mauro Favaro © RIPRODUZIONE RISERVATA
Venezia, Bugliesi getta la spugna Troppe spaccature nella sinistra CENTROSINISTRA Una candidatura sorta e passata sul viale del tramonto nel giro di pochi giorni, quella di Michele Bugliesi, rettore dell’Università di Ca’ Foscari, a candidato sindaco di Venezia per il centrosinistra. Un nome finito nel tritacarne dei veti incrociati di una coalizione che fatica a trovare il candidato che dovrà sfidare Luigi Brugnaro alle elezioni di primavera a Venezia. Un film a puntate che ha avuto ieri quello che pare un epilogo. Ma poiché, in politica, la parola “fine” non esiste, meglio non azzardare previsioni. Certo è che il rettore si è sfilato dopo aver annunciato la propria disponibilità a guidare un fronte ampio, che unisse i partiti di centrosinistra e i numerosi movimenti civici di area. Il rettore in un primo tempo aveva risposto sì alla chiamata di un fronte che pareva sufficientemente ampio da garantirgli una comoda investitura. Aveva anche messo a punto un suo program-
IL CANDIDATO ANTI-BRUGNARO RINUNCIA: «NON CI SONO LE CONDIZIONI, SERVIVA UN’AMPIA CONDIVISIONE»
ma per sfidare Brugnaro. Ma evidentemente quel consenso tanto ampio non era. Innanzitutto perché, anche all’interno del Pd, c’era chi inizialmente aveva manifestato una certa freddezza attorno al suo nome (come il deputato Nicola Pellicani o il deus ex machina Massimo Cacciari) poi perché i Dem si sono arrovellati attorno al tema “primarie sì, primarie no”.
SFIDA A destra il Rettore dell’Università di Venezia, Michele Bugliesi. A sinistra, il sindaco Luigi Brugnaro
CANDIDATO UNICO
Tutto questo mentre si moltiplicano gli appelli all’unità e a una candidatura non divisiva. Ma i fatti portano in un’altra direzione. Il risultato è che Michele Bugliesi si è stancato di aspettare e ieri ha vergato una nota in cui, presentando il proprio programma e la propria visione di città, dice espressamente: «Le mie sono idee per un progetto civico, da costruire e realizzare con il contributo di più persone competenti e rappresentative delle diverse sensibilità. Ma un progetto come questo ha senso solo se trova un’adesione ampia e unitaria.
Infatti, mentre per l’anti-Zaia in Regione il partito ha scelto questa strada, per il sindaco di Venezia è stato deciso di puntare su un candidato unico, scelto senza consultazioni preventive. Strategia che ha provocato la spaccatura con l’ala sinistra guidata dal sociologo Gianfranco Bettin che ritiene quella del rettore «una candidatura già vista e troppo istituzionale» e con alcuni movimenti tra cui quello creato da Giovanni Martini, presidente della Municipalità di Venezia, che per creare una sua civica si è dimesso dal Pd.
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Purtroppo, è del tutto evidente che quelle attuali non sono le condizioni per poterlo realizzare».
LA RESA DEI CONTI Come dire: mi chiamo fuori. Il Pd, attraverso il segretario comunale Giorgio Dodi e il segretario metropolitano Valerio Favaron, continua a credere nella candidatura di Bugliesi, nome a cui hanno già dato la benedizione anche altre forze, come Italia Viva, i moderati di Ugo Bergamo, Più Europa, Italia in Comune e qualche civica come il Gruppo 25 Aprile. Ma la resa dei conti sarà mercole-
dì prossimo a Mestre, quando i Dem, gli altri partiti della coalizione e i movimenti Civici si confronteranno. Da quella riunione, fanno sapere tutti, si dovrà uscire con il nome dello sfidante di Brugnaro. Il sindaco intanto, da parte sua, aspetta di capire le mosse degli avversari per mettere a punto la sua strategia, che al momento prevede un fronte il più ampio possibile, coinvolgendo in prima battuta la Lega che ha già fatto sapere, comunque, di non poter più accettare un ruolo di comparsa. M.Fus. © RIPRODUZIONE RISERVATA
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Mestre Marcon Mogliano
Domenica 9 Febbraio 2020 www.gazzettino.it
Navi “incagliate” Porto e istituzioni chiedono risposte Giovedì un vertice con Brugnaro, Musolino e gli operatori preceduto da un corteo di barche per la crisi dello scalo `
LA MOBILITAZIONE MESTRE Il porto scende in cam-
po e anche in acqua. Dopo il manifesto dell’anno scorso, firmato da decine di operatori per salvaguardare la seconda economia della città e del territorio dopo quella del turismo, giovedì prossimo, 13 febbraio, si riuniranno gli stati generali della portualità. E questa volta sono molti di più per chiedere al Governo, anzi ai governi, di finirla con le perdite di tempo e le prese in giro. Il fatto che non si riesca ad arrivare ad una soluzione lo dimostrano i temi della protesta e della riunione, che sono sempre gli stessi dell’anno scorso, dell’anno prima e di quello prima ancora, ma ogni anno la situazione peggiora perché le compagnie da crociera e quelle delle merci hanno sempre meno fiducia sul fatto che lo scalo riesca a riconquistare l’accessibilità in laguna e una tranquillità operativa.
L’APPUNTAMENTO Il convegno è fissato alle 10:30 nella sede di Vtp, la Venezia Terminal Passeggeri alla Marittima di Venezia, ma il ritrovo in realtà avverrà prima, quando gli operatori portuali si muoveranno con un corteo di barche da lavoro in centro città e poi si riuniranno con i lavoratori portuali per manifestare l’indignazione di 21 mila persone e delle loro famiglie verso una serie di Governi che dal 2012, anno del decreto Clini, hanno rinviato continuamente la soluzione per la grandi navi da crociera, e da anni stanno bloccando lo scavo dei canali portuali impedendo a un numero sempre maggiore di navi porta container di accedere alle banchine. Mentre il turismo di massa sta soffocando Venezia, e solo l’acqua alta eccezionale e i video che ancora girano per il web ne hanno rallentato la morsa, il porto sta soffocando per mancanza di decisioni.
L’ultimo esempio è quello del Protocollo fanghi, il documento che dovrà sostituire quello del 1993 per classificare i fanghi, in base al loro grado di inquinamento, da scavare per liberare i canali. Il Governo aveva promesso che sarebbe stato firmato ai primi di febbraio ma adesso si scopre che manca ancora l’esame ecotossicologico ad opera dell’Istituto superiore della Sanità, cosa che doveva essere
SCAVO DEI CANALI, PROTOCOLLO FANGHI E GRANDI NAVI I TEMI DA RISOLVERE PER RILANCIARE L’ATTIVITÀ Il lutto Morto a 44 anni Nicola Paccagnella LUTTO È morto a 44 anni Nicola Paccagnella. Il Porto è in lutto per il giovane funzionario che da una decina d’anni operava nella Direzione programmazione strategica, una delle aree dell’organico dell’Autorità di sistema portuale del mare Adriatico settentrionale (Adspmas). Era entrato nel 2011 con un contratto a progetto come collaboratore tecnico nell’ambito di Watermode che promuove il trasporto marittimo e fluviale per Adriatico, Balcani ed Est Europa: un’iniziativa cofinanziata dal Programma di Cooperazione Europea Comunitario “South East Europe”, che ha permesso di istituire Multilog, ossia una rete transnazionale di partner nell’area dell’Europa Sudorientale per la promozione del trasporto multimodale attraverso l’integrazione del trasporto marittimo e fluviale nella catena logistica.
fatta entro gennaio. Considerando che già i primi di febbraio era un rinvio da fine 2020, che a sua volta era un rinvio da novembre e che, tornando indietro col tempo, era un rinvio dall’anno prima, se ne ricava che rosso-verdi, giallo-rossi, rosso sbiadito del Governo Renzi e via di seguito non sono ancora riusciti a risolvere il problema; e intanto i fanghi restano in acqua, interrano i canali e, se sporchi, inquinano la laguna. «Non sono riusciti o non vogliono?» si chiedono gli operatori portuali che ricordano come il porto di Venezia produca 6,6 miliardi di fatturato diretto senza contare l’indotto.
CRISI Istituzioni mobilitate giovedì per sollecitare risposte sull’operatività del porto di Venezia
LA PROTESTA Giovedì mattina si parlerà, dunque, di tutto questo e si protesterà contro chi sta portando al collasso la seconda economia del territorio. Ci saranno il sindaco di Venezia Luigi Brugnaro, il presidente dell’Autorità di sistema portuale del mare Adriatico Settentrionale (Adspmas) Pino Musolino, il comandante della Capitaneria di porto Pietro Pellizzari, il presidente di Confindustria Venezia e Rovigo Vincenzo Marinese, il presidente della Camera di commercio Giuseppe Fedalto, i vertici di Confcommercio Venezia, Federsped, Confetra Nord-Est, Confitarma, Assarmatori, Assiterminal, i Sindacati, vertici di imprese portuali e, naturalmente, i promotori, ovvero Alessandro Santi, presidente dell’Associazione Agenti Raccomandatari e Mediatori Marittimi del Veneto e Gian Enzo Ducci, presidente di Federagenti. «Vogliamo far capire che siamo stufi di dipendere da scelte di soggetti che vengono sempre da fuori spiegano gli operatori -. Lavoratori e imprenditori che pagano le tasse e lavorano onestamente hanno diritto di fare scelte sul loro territorio, per il loro territorio e i suoi cittadini». Elisio Trevisan © RIPRODUZIONE RISERVATA
Rapina al supermercato Arrestato da un vigilante MOGLIANO Bloccato da una guardia giurata fuori servizio, intervenuta per impedirgli di rubare una notevole quantità di generi alimentari dall’Eurospin di via Ortigara a Mogliano, ha estratto una forbice e minacciato il personale prima di accasciarsi a terra, vittima di un presunto malore. Protagonista della tentata rapina un 38enne di origini marocchine che, con la complicità di un connazionale 28enne, aveva cercato di varcare le porte del supermercato dopo aver asportato generi alimentari per svariate centinaia di euro. L’uomo, dopo l’intervento dei carabinieri della stazione di Mogliano, è stato trasferito in ospedale a Treviso dov’è rimasto piantonato dai militari per alcune ore. Il complice, invece, è stato portato in caserma, in attesa delle disposizioni dell’autorità giudiziaria. Si tratta del secondo furto trasformatosi in rapina in meno di 24 ore a Mogliano, dove venerdì sera due uomini hanno tentato di svuotare il re-
gistratore di cassa del negozio di cosmesi “Hair Beauty”, ma hanno dovuto fare i conti con la coraggiosa reazione dei presenti. Il ladro, 45enne georgiano, dopo aver spintonato una commessa, si è visto sbarrare le porte ed è rimasto come un topo in trappola prima dell’arrivo dei carabinieri, che lo hanno arrestato. Il complice è invece riuscito a fuggire, braccato dai passanti che lo hanno pure spintonato contro un muro prima che riuscisse a dileguarsi. L’episodio è avvenuto verso le 19, quando all’interno del supermercato c’erano decine di clienti. I due magrebini avevano arraffato quanto più potevano, asportando dagli scaffali diversi
MINACCIATA CON UNA FORBICE LA GUARDIA GIURATA CHE AVEVA CERCATO DI BLOCCARE I DUE MALVIVENTI
generi alimentari. Avevano aggirato le casse ma invece di dirigersi verso l’uscita, si sono trovati di fronte alle porte d’entrata. Un intoppo non da poco visto che le fotocellule non si attivavano e, di conseguenza, le porte non potevano aprirsi. È in quel momento che un uomo, guardia giurata di professione ma in quel momento fuori servizio e in abiti civili, è intervenuto per fermarli. Quando si è visto parare davanti il vigilantes, il 38enne ha estratto dalla tasca della giacca una forbice, gliel’ha puntata contro e l’ha minacciato. L’uomo non si è fatto spaventare e ha bloccato senza tanti complimento il cittadino magrebino, immobilizzandolo. Il malvivente a quel punto ha detto di sentirsi male, e assieme ai militari dell’Arma, che hanno trattenuto il complice 28enne, è sopraggiunta anche un’ambulanza del 118, che ha trasferito in ospedale il rapinatore, dov’è rimasto piantonato in attesa delle disposizioni del pubblico ministero di turno. Alberto Beltrame
Luca Zaia incontra gli artigiani Cgia Il Comune tende la mano Sul tavolo il nodo delle infrastrutture a Venezia dopo l’acqua alta IL CONFRONTO MESTRE Il presidente della Re-
gione Luca Zaia è stato ospite ieri mattina degli Stati generali della Cgia di Mestre, l’incontro annuale con i dirigenti dell’associazione che si è tenuto al Castello di Roncade. L’occasione, con la presenza di oltre 50 dirigenti artigiani, ha permesso di fare il punto della situazione economica del nostro territorio. Lavoro, infrastrutture, sanità, burocrazia e autonomia sono stati gli argomenti trattati da Zaia a cui hanno seguito gli interventi del direttore del Censis, Massimo Valerii e di Andrea Colli, economista dell’Università Bocconi di Milano. A Zaia gli artigiani mestrini hanno sotto-
lineato soprattutto il tema delle infrastrutture da completare, a cominciare dalla Pedemontana Veneta, dai lavori per la realizzazione della terza corsia dell’autostrada Venezia - Trieste fino al Mose e alla definizione del sito che accoglierà le Grandi navi. «Tutti hanno ribadito - ha dichiarato al termine del confronto il presi-
dente della Cgia Roberto Bottan - che la crisi iniziata nel 2008 ha cambiato il mondo e anche il nostro Veneto è tutta un’altra cosa rispetto a come si presentava 12 anni fa. Certo, la congiuntura rimane difficile, ma il Veneto rimane ancora una regione trainante dell’economia del Paese con grandi margini di ulteriore crescita».
INFRASTRUTTURE Il governatore Luca Zaia a confronto con gli artigiani Cgia
MARCON È stato consegnato ieri dal Comune di Marcon l’ammontare della raccolta fondi organizzata presso lo spazio espositivo della biblioteca comunale di piazza IV Novembre, in occasione della mostra fotografica curata da Luigino Busatto intitolata “Venezia si rialza” e conclusasi proprio ieri. A consegnare il simbolico assegno di quanto è stato raccolto (520 euro) durante i venti giorni in cui la mostra è rimasta visitabile al vicepresidente del Consiglio comunale, Saverio Centenaro, c’erano il sindaco di Marcon, Matteo Romanello e il fotografo Busatto. L’esposizione, realizzata dal Comune di Marcon con
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la collaborazione dell’associazione Laguna Photografica, ha proposto una raccolta di immagini dal duplice significato: ricordare la sofferenza patita dalla città a causa dell’eccezionale acqua alta dello scorso novembre, stimolando, nel contempo, un atto di generosità da destinare al recupero delle parti di Venezia danneggiate dall’acqua. «A nome della Città di Vene-
CONSEGNATI I FONDI RACCOLTI IN OCCASIONE DELLA MOSTRA FOTOGRAFICA DI LUIGINO BUSATTO
SOLIDALI La consegna dei fondi
zia – ha dichiarato il vicepresidente Centenaro - desidero ringraziare il Comune di Marcon, gli organizzatori e il fotografo Luigino Busatto, per questo gesto di vicinanza verso la nostra città così duramente colpita il 12 novembre scorso». (mau.d.l.) © RIPRODUZIONE RISERVATA
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Nordest
LA POLEMICA VENEZIA Il convegno è fissato per il prossimo 22 aprile in una sala del Parlamento Europeo a Bruxelles: “Olimpiadi invernali 2026”. La bozza del programma cita il gruppo promotore (S&D, Socialisti e Democratici) ed elenca i relatori (in parte ancora da confermare), ma i politici italiani chiamati a intervenire su Milano-Cortina, insieme ai rappresentanti del Coni, sono tutti del Partito Democratico e del Movimento 5 Stelle (tranne il sindaco bellunese Gianpietro Ghedina, espressione di una civica dall’orientamento di centrodestra). Insorgono la Lega e Forza Italia, partiti che governano Veneto e Lombardia e cioè le Regioni che sono il motore della macchina organizzativa olimpica, ma che non risultano fra gli oratori dell’incontro, accusando il Pd di voler «intestarsi i Giochi», mentre l’eurodeputata dem Alessandra Moretti parla di «polemica senza senso».
Domenica 9 Febbraio 2020 www.gazzettino.it
Olimpiadi 2026, bufera sull’euro-evento del Pd Convegno a Bruxelles, fra i relatori italiani `Fi e Lega: «Scandaloso, è una vittoria di tutti» solo dem e grillini. Escluse anche le Regioni Moretti: «L’elenco non è ancora definitivo» `
Quando i giallorossi erano critici sul dossier
LA DIFESA
L’ABBOZZO La scaletta circolata prevede, al momento, i saluti istituzionali del presidente David Sassoli (Pd-S&D) e della commissaria Mariya Gabriel (Gerb-Ppe); poi una prima sessione con Giovanno Malagò (Coni), il ministro Vincenzo Spadafora (M5s), gli eurodeputati Pierfrancesco Majorino e Alessandra Moretti (Pd-S&D); quindi una seconda sessione con i sindaci Giuseppe Sala (Pd) e Gianpietro Ghedina (Sistema Cortina), Diana Bianchedi (Coni) e la campionessa Sofia Goggia; infine un cocktail. Postilla conclusiva: «Con la partecipazione di: xxxx». L’abbozzo non precisa se, al posto delle crocette, troveranno spazio gli amministratori regionali, che nelle maggioranze veneta e lombarda sono di centrodestra.
LE ACCUSE Tanto basta però perché la lista, finita in mano a forzisti e leghisti, scateni la furiosa reazione degli esclusi. Il primo ad andare
L’INCONTRO SI TERRÀ ALL’EUROPARLAMENTO, FRA GLI ORATORI PREVISTI I DUE SINDACI, IL MINISTRO E I VERTICI DEL CONI
IL VIDEO VENEZIA Non è la prima volta che il centrodestra polemizza con Pd e M5s sulle Olimpiadi. In particolare nel giugno scorso, nella notte dei festeggiamenti trasversali per l’assegnazione dei Giochi a Milano-Cortina, sui social era diventato virale un video che documentava la perplessità, se non addirittura la contrarietà, espressa nel 2018 dai futuri alleati giallorossi. Fra i dem, erano stati citati Alessia Rotta («Zaia non riesce a costruire le relazioni») e Roger De Menech («Il dossier Zaia non va oltre la cartella stampa»); fra i pentastellati, Jacopo Berti («Il dossier Zaia è una sbruffonata»). Da spiegare sono invece i cartelli in giapponese (in foto) esibiti dal Pd, nell’aula del Consiglio regionale, per dire «tanti saluti al governatore del Veneto», che era a Tokyo a presentare la candidatura: i dem avevano chiesto invano di rinviare il dibattito sul Bilancio, dedicato anche a Vaia, per attendere il ritorno di Zaia. (a.pe.) © RIPRODUZIONE RISERVATA
PROMOTORI Comuni, Regioni, Coni e Cip. Nel tondo Moretti
tacall’atchele co è MiZuin, coordinatore veneto di Fi: «È scandaloso. È un successo italiano, non del Pd. Se celebrazione deve essere, allora devono essere presenti tutti. Ed è una scorrettezza ulteriore il fatto che il convegno sia organizzato in piena campagna elettorale per le elezioni regionali». Il padovano Marco Marin, ex medagliato olimpico e ora deputato azzurro, afferma che l’esclusione «non fa giustizia della battaglia che l’Italia ha vinto giocando tutti insieme». Il coro di accuse oltrepassa
i confini regionali. L’ex presidente forzista Antonio Tajani twitta: «Giù le mani dalle Olimpiadi Milano e Cortina». Mariastella Gelmini, capogruppo di Fi alla Camera, auspica l’intervento di Sassoli «affinché venga corretta la rotta e questo momento di confronto possa essere davvero im-
parziale, istituzionale e con tutti gli attori protagonisti in campo». Dura è anche la delegazione della Lega all’Europarlamento: «È assurda la scelta di non invitare i presidenti Fontana e Zaia, tenuti all’oscuro della cosa. Per la sinistra, evidentemente, le due regioni che ospiteranno l’evento inter-
VENEZIA Se ne è andato a 76 anni Giuseppe Da Re, imprenditore trevigiano e creatore dei Bibanesi, metà pane, metà grissino, la sua opera d’arte, lui che di arte era un grande appassionato. Da Re ha trasformato il forno di famiglia in un’impresa ma soprattutto ha inventato un’icona finita sulle tavole d’Italia e non solo. «La mia grande passione era l’arte, ma l’attività dei miei genitori aveva bisogno di aiuto», raccontava in una recente intervista a questo giornale. Ultimo di nove figli, si mette al lavoro coinvolgendo nella sua impresa disegnatori famosi come Altan, Forattini, Mordillo, Giannelli e Nicoletta Costa. Si poteva rimanere ad ascoltarlo per ore in questo suo alternare gli elogi all’impasto, quello di un tempo senza additivi chimici e fatto con materie prime di altissima qualità, e i quadri che negli anni ha studiato e raccolto fino a diventare amico di Dario Fo, il Nobel della Letteratu-
ra e pittore di tutto rispetto che definì i Bibanesi quei «panetti arcaici». Che oggi escono dai due stabilimenti trevigiani, quello storico a Bibano di Godega e quello aperto nel Duemila a pochi chilometri di distanza, a Zoppè di San Vendemiano. Di strada ne ha fatta tanta, tantissima dagli anni ‘50. «I miei genitori avevano un panificio. Avevo già preso il diploma e stavo frequentando il liceo artistico a Venezia, pensando poi di entrare in Accademia spiegava Da Re, presidente della spa da una quindicina di milioni di fatturato in cui lavorava al fianco dei tre figli Nicola, Francesca e Armando - quando mi accorsi che la mia famiglia aveva bi-
VOLEVA DIVENTARE UN PITTORE MA FU “CATTURATO” DAL FORNO DI FAMIGLIA CHE FECE DIVENTARE UN’IMPRESA PER LAVORARE DI GIORNO
sogno di me». Orfano di padre da quando aveva undici anni e ultimo di nove figli, mette da parte tavolozza e pennelli e inizia ad infornare pagnottelle. «Avevamo una quindicina di dipendenti e facevamo il pane più buono del Nordest - rassicurava - negli anni Settanta ero stato in Russia e mi avevano corteggiato affinché investissi lì, ma ho rifiutato: non volevo allontanarmi dai miei tre figli piccolini». La crescita è arrembante. La fatui pure. E si arriva agli anni Ottanta. «A un certo punto i miei dipendenti hanno iniziato a dirmi che non sapevano per quanto avrebbero ancora resistito e anche per me iniziava ad essere dura - ricordava Da Re tutte le notti al lavoro e il venerdì addirittura con la doppia infornata per la domenica». E ha iniziato a pensare cosa avrebbe potuto fare per continuare a produrre pane, senza tradire la vocazione familiare, ma lavorando di giorno. Scartato qualche progetto, ecco che nel 1987 arrivano i Bibanesi lavorati un po’ a macchina e un po’ a mano. E in pochi an-
Ma la dem Moretti, promotrice dell’iniziativa insieme al collega Majorino, scatta in difesa: «Sarebbe bastato alzare il telefono, prima di lanciare critiche assurde. Il quadro delle presenze non è ancora definito, lo stiamo ultimando proprio in questi giorni, ma intanto bisognava prenotare la sala e indicare i primi ospiti. Sassoli è il presidente del Parlamento Europeo e quindi rappresenta tutti. La commissaria Gabriel è del Ppe, il gruppo conservatore con cui noi di S&D lavoriamo molto bene sui temi della sostenibilità ambientale che saranno al centro della conferenza, tutt’altro che celebrativa, mentre la Lega con l’Efd su questi argomenti si è autoisolata votando sempre contro tutto». Ma i politici italiani? «Innanzi tutto – risponde la vicentina – non tutti hanno ancora confermato la loro presenza. Aspettiamo una risposta da Ghedina, mentre Sala probabilmente sarà impegnato altrove per cui potrebbe mandare l’assessora Roberta Guaineri. Spadafora è ancora in ballo, ma siamo in contatto con il ministro Vincenzo Amendola e con il sottosegretario Andrea Martella (entrambi del Pd, ndr.). Perciò prima di polemizzare, bisognerebbe almeno aspettare il piano definitivo. In ogni caso penso che due europarlamentari del Pd abbiano tutto il diritto di organizzare un evento e di invitare chi ritengono». Ma allora i governatori Luca Zaia e Attilio Fontana, o altri rappresentanti di Veneto e Lombardia, sono stati intenzionalmente esclusi? Puntualizza Moretti: «Le Regioni sono nella lista degli invitati, non tra i relatori. Ma lunedì da Strasburgo contatterò l’assessore lombardo Antonio Rossi...». Angela Pederiva © RIPRODUZIONE RISERVATA
PERSONAGGIO Giuseppe Da Re, singolare connubio di industriale ed artista, nel suo studio di San Vendemiano
Addio a Da Re dei “Bibanesi” artista e industriale dei grissini IL LUTTO
nazionale non devono parlare, per lasciare spazio a esponenti politici del Pd. È inaccettabile: i giochi olimpici invernali sono un successo di tutti, non di una sola parte politica, un motivo di orgoglio per l’intero Paese, non qualcosa da usare per fare propaganda per un partito». Aggiunge l’eurodeputata leghista Silvia Sardone: «Proporre un evento sui Giochi Olimpici, politicizzandolo e non invitando né Fontana né Zaia, lascia veramente basiti. Il Pd e Sala, in mancanza di consensi reali in Italia e sul territorio, cercano di appropriarsi delle Olimpiadi per darsi un tono».
ni diventano un cult delle tavole, conquistando tutti gli scaffali dalla grande distribuzione alla bottega sotto casa. «Il segreto è l’eccellenza delle materie prime spiegava - olio extravergine di oliva, farine delle migliori, solo paste madri, e poi la linea bio». Ma non era ancora soddisfatto, mancava il tocco d’artista.
EDIZIONI SPECIALI «Quando qualche Bibanese usciva dal forno e assomigliava a un volto o a un animale lo dipingevo - rivelava Giuseppe Da Re - ho così pensato di realizzare delle edizioni speciali». Iniziano “Gli allegri Bibanesi” dai strani formati: è un Bibanaso se il naso è grande, ma diventa un Baronese se è nobile nel formato e via così. Seguono le edizioni a cui hanno collaborato i più famosi disegnatori italiani e di beneficenza. Ma quella che più di altre stava a cuore a Giuseppe Da Re era l’edizione dei Bibanesi “Danzanti” con disegni e dedica di Dario Fo. Da Nobel. M.Cr. © RIPRODUZIONE RISERVATA
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Rubrica di Gare, Aste, Appalti e Sentenze
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Rovigo
Domenica 9 Febbraio 2020 www.gazzettino.it
«Dimissioni? Io rispondo ai sindaci» Ivan Dall’Ara presidente da un anno a Palazzo Celio professa ottimismo e ribatte colpo su colpo alle critiche `
PROVINCIA IN CRISI ROVIGO L’Amministrazione pro-
vinciale di Ivan Dall’Ara non sta attraversando alcuna burrasca e il presidente rimane ben saldo alla guida di un ente che da sei anni si trova sempre più costretto a tirare a campare con le poche risorse erogate dallo Stato. L’istrionico Dall’Ara, come sempre straripante di ottimismo, rigetta al mittente qualsiasi accusa di attaccamento alla poltrona e conferma di sentirsi ancora a suo agio con il consiglio provinciale, nonostante effettivamente qualche scricchiolio in questo suo primo anno a Palazzo Celio si sia notato, soprattutto sulla questione dei diritti di pesca. Senza contare il tema Consvipo, dove si è sviluppato un aspro scontro con il sindaco rodigino Edoardo Gaffeo e il segretario provinciale del Pd Giuseppe Traniello Gradassi, il quale ne chiede le dimissioni. Intanto la seduta consiliare di venerdì, che avrebbe dovuto approvare il bilancio, è andata deserta. Presidente Dall’Ara è sicuro che sia stata solo l’influenza?
«Sì, solo influenza, anche se qualcuno sta paventando altri motivi - spiega il presidente -. La seduta era stata convocata su richiesta di alcuni consiglieri alle 10.30, proprio per venire incontro alle esigenze di uno di loro. Poi, Antonio Laruccia (sindaco di Trecenta, ndr) è mancato per problemi professionali improvvisi, Alberto Martello (consigliere di Canaro, ndr) si è scusato ma era a Confindustria a Ferrara, Valeria Toso (consigliere di San Martino di Venezze, ndr) infine ha avuto un’udienza a cui non poteva mancare. Nessun problema, quindi, anche perché il bilancio aveva già ricevuto l’approvazione unanime, quindi sarebbe assurdo che abbiano deliberatamente saltato quest’ultima seduta». Quand’è il prossimo appuntamento dell’aula? «Ho riconvocato il consiglio il 20 febbraio alle 12. Mi spiace per Rovigo. Ma quando ho parlato di “dilettanti allo sbaraglio” non l’ho detto a caso. (Luisa Cattozzo, in rappresentanza del sindaco Edoardo Gaffeo, non ha votato il bilancio provinciale durante l’ultima assemblea, ndr). Il loro gesto non blocca me, ma l’at-
Ai ferri corti col Pd e le Amministrazioni Gaffeo, Pizzoli e Siviero, è pronto a vendere le quote Consvipo al Comune `
tività dell’amministrazione provinciale, costringendola ad andare avanti per dodicesimi senza poter far partire ciò che serve. L’amministrazione rodigina sta deludendo sempre più non solo me ma anche altri cittadini». I rapporti con l’amministrazione Gaffeo e con i sindaci di Taglio di Po e Porto Tolle non sembrano migliori. «Assolutamente no. Il problema è che sulla pesca Siviero e Pizzoli hanno una posizione diametralmente opposta alla mia. Loro la ritengono corretta, ma decideranno altri se lo è oppure no. Solo su questo argomento abbiamo una visione diversa, non sul bilancio che anche loro hanno approvato». Traniello le sta chiedendo di farsi da parte. Cosa rispon-
de? «Lungi da me l’idea di polemizzare ma Traniello chi è? Non mi risulta sia un sindaco. Sono solo questi i miei interlocutori. Per quanto riguarda Gaffeo, se la cessazione di Consvipo a lui non va bene, si prenda le quote attualmente in capo alla Provincia e ne sarò lieto. Gliele do tutte, visto che parla tanto di area vasta. La Provincia uscirebbe volentieri dal Consorzio. Ma deve versare i soldi, altrimenti sarebbe difficile. Gaffeo è professore di economia ma qui si tratta di un semplice calcolo algebrico, non servono grandi intuizioni». C’è chi sostiene che il consiglio non le risponda più. «Non è vero. Abbiamo approvato tutto all’unanimità, tranne i diritti di pesca. Non mi risulta che ci siano prese di posizione diverse su certi argomenti. Tutto è stato approvato regolarmente, non mi pongo il problema. Per tranquillizzare Traniello, che mi chiede le dimissioni che nel modo più assoluto non darò, dico che qualora il consiglio avesse dei rigurgiti di favore mi comporterei di conseguenza». Alberto Lucchin
«NON MI PARE SIANO SORTI DISSAPORI IN CONSIGLIO, ECCETTO SUI DIRITTI DI PESCA. TRANIELLO? A PALAZZO CELIO È UN NESSUNO»
FERMATO A FERRARA AL VOLANTE SENZA PATENTE (R.Pau.) Due rodigini nei guai dopo un inseguimento con la Polizia locale in zona artigianale a Pontelagoscuro, al confine tra Rovigo e Ferrara. Protagonisti due ragazzi che, invece di fermarsi a un alt per un normale controllo si sono dati alla fuga. Il conducente è scappato nell’intento di far disperdere le proprie tracce, costringendo gli agenti a intraprendere un inseguimento. Una volta bloccati dalla polizia locale, la ragazza sul posto del passeggero ha finto un malore per tentare di giustificare le azioni del ragazzo, con una simulazione smascherata dal personale del 118. Il ragazzo cercava di mascherare un provvedimento di revoca della patente di guida. A quel punto gli è stata contestata la guida senza patente e l’autovettura è stata sottoposta a sequestro.
GIORNO DEL RICORDO FRATELLI D’ITALIA, INCONTRO DOMANI AL CORSOPOLITAN (R.Pau.)Il circolo Fratelli d’Italia di Rovigo si riunisce domani alle 18 al Corsopolitan in occasione del Giorno del ricordo, giornata commemorativa per le vittime delle foibe. Parteciperanno l’ex senatore Bartolomeo Amidei, coordinatore cittadino di Fratelli d’Italia Rovigo, Daniele Ceccarello, coordinatore provinciale, Daniele Milan, delegato di Rovigo dell’associazione nazionale Venezia Giulia e Dalmazia, Patrizia Lucchi, figlia di esuli da Fiume e Neresine, Giuseppe Bonfiglio, presidente del comitato scientifico Nino Bedendo, Bruno Malaspina, esperto delle vicende storiche istriane, e Giacomo Sguotti, dirigente del movimento e titolare del locale.
SOCIETÀ SPORTIVE GLI ASSESSORI PAVANELLO E ALBERGHINI PARLANO DI TARI
CONTESTATO Il presidente della Provincia Ivan Dall’Ara e una manifestazione di pescatori del Delta davanti alla sede della Provincia per rivendicare i diritti esclusivi
(A.Luc.) Mercoledì 12 febbraio, alle 18, nella Sala Gruppi di palazzo Nodari, si terrà un incontro sul tema della Tari per le società sportive. L’iniziativa è promossa dagli assessorati allo Sport, retto da Erika Alberghini, e da quello a Bilancio e Tributi, guidato da Andrea Pavanello. Sono invitate tutte le società sportive che gestiscono direttamente gli impianti del Comune di Rovigo.
Sanità, allarme di Rifondazione: «Troppi spazi ai privati» CONVEGNO REGIONALE ROVIGO «Ci stanno vendendo che
la sanità del Veneto è la migliore, ma la realtà è un’altra»: quella descritta da Rifondazione comunista e Sinistra europea è stata raccontata ieri al convegno regionale “La salute è un diritto di tutti, difendiamolo!”. All’hotel Regina Margherita ha coinvolto il segretario provinciale di Rifondazione Diego Foresti, la consigliera regionale Patrizia Bartelle, Guglielmo Brusco, Francesca Benvegnù del Comitato Difesa servizio sanitario Veneto orientale e Diego Caroli del Comitato Sos Sant’Antonio Padova, uniti per il “No alla privatizzazione leghista della sanità veneta”.
TROPPI SPAZI AI PRIVATI «Occorre dire la verità: Zaia è un privatizzatore - è partito in quarta Brusco, già assessore provinciale alla Sanità e vicepresidente della Provincia - Dal 2002 al 2019 la sanità pubblica in Veneto ha perso circa 3.600 posti letto, pari a una quota del 20%. Mentre nelle strutture private sono 517 i posti letto in più. In Polesine i posti letto nel pubblico sono diminuiti da 874 a 650, pari al -26%, e nel privato sono aumentati di 81 unità, con un +30%. Posso essere d’accordo sul fatto che un direttore generale dell’Ulss pensi che il numero di posti letto diminuisca in funzione di una minore ospedalizzazione dei pazienti. Ma allora lo stesso dovrebbe essere nelle strutture private». Brusco ha ag-
giunto: «Se cala il numero dei servizi, cala il personale» e invece «con i soldi risparmiati dalle convenzioni coi privati, si potrebbe assumere nel pubblico i dipendenti delle cliniche». IL DOSSIER Con quali risultati? Brusco, autore di un dossier sull’evoluzione della sanità in Veneto, ha preso «le indicazioni di risparmio che aveva presentato l’ex dg
«LA DIMINUZIONE DI POSTI LETTO NEL PUBBLICO VA DI PARI PASSO CON L’AUMENTO DI POSTI NEL PRIVATO»
EX AMMINISTRATORE Brusco è stato assessore in Provincia
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dell’Ulss 18 Adriano Marcolongo, mai smentite». Su queste modalità per ottimizzare la gestione economica dell’Ulss, Patrizia Bartelle, componente della commissione consiliare Sanità, aveva presentato il 25 marzo 2016 un’interrogazione: «Le relazioni di Marcolongo sui bilanci di previsione tra il 2009 e il 2012 - ha detto - evidenziavano come l’impegno nella riduzione dei costi di esercizio delle Ulss fosse fortemente condizionato dal rilievo riconosciuto dalla Regione ai privati preaccreditati del territorio». Inoltre, «esplicitavano che l’Ulss 18 poteva far fronte con proprie risorse alle degenze e alle prestazioni ambulatoriali erogate dalle strutture preaccreditate, permettendo, almeno a partire dal 2011, un risparmio annuo
di almeno 14 milioni». «La risposta della giunta regionale è arrivata dopo molte insistenze solo il 14 maggio 2019 ha continuato la Bartelle - e dice che le relazioni risalenti agli anni 2009-2012 non risultano essere state trasmesse in Regione. Che tuttavia afferma di aver adottato provvedimenti di razionalizzazione della spesa con cui ha realizzato, solo per il 2011, un risparmio di oltre 56 milioni rispetto all’anno precedente». «In realtà - ha concluso - Si continua a dire che la sanità veneta è la migliore, ma senza ascoltare gli utenti: non ho mai visto a un Pronto soccorso un consigliere leghista chiedere agli utenti che cosa ne pensano, aspettando il proprio turno». Nicola Astolfi