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Periodico di informazione politico-sociale e culturale Chiuso in tipografia il 26/04/2010 di Alatri e della provincia di Frosinone Anno XVII n° 4 - Aprile 2010 Distribuzione gratuita - Tiratura 12.000 copie
PRIMO PIANO SCANDALO MURA CICLOPICHE Un concorso della Regione scatena la guerra tra Comuni pag. 3
NEWS DAL CAPOLUOGO Finalmente dopo anni Frosinone vede realizzata la "sognante" opera che collega la parte alta e la parte bassa della città in soli 2 minuti
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VARIE GENS CIOCIARA Documenti esclusivi su Cesare Baroni, partigiano e Croce D'Oro al Valor Militare pag. 17 SPORT Moriero esonerato, arriva Carboni
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Renata cancella Frosinone Sogni infranti per la Provincia di Frosinone, ignorata dalla neo Governatrice nel varo della Giunta Regionale del Lazio. Nonostante sia stata indispensabile per la sua vittoria, assieme a Latina, la Ciociaria rimane a secco e non guadagna neanche un assessore. “Contentino” per Abbruzzese che, però, agli elettori non basta. Questa è la considerazione che a Roma hanno dei nostri Politici. A pag. 5
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L’Apertura
L’editoriale POLITICA DEI PARTITI O POLITICA DEI NOMI? Non c'è dubbio che gli ultimi dieci anni in Italia abbiano visto una netta affermazione della politica personalistica e televisiva, con un notevole ridimensionamento del ruolo dei partiti politici sia a livello amministrativo, politico, sia a livello sociale. Non è un caso che il Popolo della Libertà, ex Forza Italia, abbia preso in mano le redini del Paese, segno evidente che la strutturazione e il radicamento sul territorio non sono più così fondamentali nella vittoria delle competizioni elettorali e nel gioverno del Paese. Una tendenza però, che si sta radicalizzando sempre di più e che sta portando, nell'uno e nell'altro schieramento a dare centralità al nome, al personaggio, piuttosto che alla struttura di cui fa parte e, perché no, ai valori da essa rappresentati. Tanti cani sciolti alla rincorsa di una poltrona, questo ci pare essere il nuovo "fil rouge" della politica, soprattutto a livello locale. Basti guardare alle recenti regionali, ma anche alle scorse provinciali, nelle quali competizioni si è scatenata una vera e propria battaglia non tanto contro l'avversario politico ma soprattutto contro i propri "alleati" di coalizione o addirittura di partito con l'unico risultato di aver fatto "perdere" la Provincia, rimasta a bocca asciutta nell'assegnazione delle Deleghe in Giunta. L'ormai ex "Deus ex machina" del PDL ciociaro, infatti, dopo aver vinto la corsa alla Presidenza della Provincia, si è trovato isolato tra due fuochi, quello della corrente ex alleanzina di Fiorito da un lato e quella interna a Forza Italia, centrata sul Cassinate, di Abbruzzese dall'altro. In Provincia Iannarilli ha tenuto duro, muso contro muso ha preteso che lo si lasciasse lavorare in pace, senza stravolgimenti e rimpasti che sarebbero stati davvero anacronistici a pochi mesi dalle elezioni. Ma ora, dopo il voto delle Regionali, non c'è dubbio che si sia aperta una guerra fratricida per ottenere rappresentanza nell'esecutivo regionale, lotta che non potrà che avere infausti esiti anche a livello provinciale. Crediamo fermamente che se non si metterà fine a questo gioco di potere, ad uscirne perdenti non saranno solo alcuni di questi "big" politici, ma soprattutto come sempre i cittadini e il territorio, che sono in balia degli eventi e della crisi da troppo tempo. Non sempre credersi autosufficienti e intoccabili paga. E non è che nello schieramento avverso la situazione non appaia migliore; basti guardare la lotta elettorale all'ultimo voto tra De Angelis e Buschini da un lato e Scalia dall'altro (vinta con notevole scarto da quest'ultimo), ma questa compagine ci siamo occupati anche troppo durante gli anni di governo provinciale e regionale di centro sinistra per cui focalizziamo l'attenzione sul centro destra ora che è ben saldo su tutti gli "scranni" del potere e che si deve confrontare con il governo del territorio. C'erano una volta i partiti…
L’Editore
NO ALLE CORRENTI Scontro Berlusconi-Fini, l’opinione dell’Onorevole Gianfranco Conte
In quello che da molti è stato definito il "giorno della verità" all'interno del Pdl, ovvero il giorno in cui si è riunita la Direzione Nazionale del partito, è andata in scena la presunta insanabile frattura tra Berlusconi e Fini. Una crisi condita da toni aspri e con Berlusconi che sembra aver dato il benservito all'ex leader di An, invitandolo a lasciare la carica super-partes di Presidente della Camera. Parole grosse e scherma-
alle ultime votazioni regionali, diventano un’ipotesi difficile ma non più impensabile. Una situazione complicata dunque. Aperta a tutte le ipotesi. Per chiarirci le idee abbiamo sentito L'On. Gianfranco Conte, Presidente della Commissione Finanze alla Camera ed esponente di spicco del Popolo delle Libertà. Onorevole Conte, da cosa nasce il contrasto tra Gianfranco Fini
L’Onorevole Gianfranco Conte con il Presidente Berlusconi
glie in versione "live" che di certo non hanno lanciato un messaggio distensivo agli elettori del Popolo delle Libertà. Alla fine di tutti gli interventi c'è
e il Presidente Berlusconi? Il contrasto tra Fini e Berlusconi nasce perché l'ex leader di Alleanza Nazionale vuole avere già da ora la garanzia di essere il suc-
stata la votazione sul documento conclusivo: un testo proposto da Berlusconi teso a verificare lo stato della sua leadership e l'eventuale "ammissione" di correnti interne al partito. I voti contrari sono stati soltanto 13 (1 astenuto) su 172 aventi diritto. Netta dunque l'affermazione del Presidente del Consiglio. Nonostante ciò, possibili scenari si sono comunque aperti. La Lega, con il suo leader Umberto Bossi, si è in qualche modo "risentita" in quanto tirata in ballo spesso negli interventi degli uomini del Pdl e ha minacciato la fine dell'alleanza con Berlusconi. Le elezioni anticipate, scenario impensabile in virtù dell'ulteriore prova di forza data dal governo
cessore del Cavaliere. In politica nominare un successore quando ancora si è saldi al comando è ovviamente un suicidio in quanto di conseguenza tutti inizierebbero a far riferimento al successore.
Questo contrasto interno inoltre infastidisce non poco Berlusconi memore di quanto accaduto nelle elezioni del 2006 con Follini che di fatto portò il centrodestra alla sconfitta per poche migliaia di voti. Il Presidente vuole evitare queste lotte interne anche a costo di andare alle elezioni anticipate. Il premier Berlusconi rimane comunque il leader incontrastato del Pdl. Contrastare l'inattaccabile leadership di Berlusconi significa far passare un messaggio di lotta interna all'elettorato. Avere dei dibattiti è giusto e normale. Fini può avere anche ragione a voler chiarire i rapporti con la Lega, ma questo bisogna farlo con dei progetti politici autonomi del Pdl senza rincorrere e discutere su quelli del Carroccio. E per parlare di politica bisogna rivolgersi al luogo adatto per farlo, ovvero il partito. Le correnti fatte per avere posizioni di contrasto ritengo che siano assolutamente un male. Lei prima ha parlato anche della possibilità di ricorrere alle elezioni anticipate. Sono oggi una possibilità concreta? Penso e spero che siano l'ultima opzione alla quale ricorrere. Il governo Berlusconi è forte. Potrebbero essere una logica conseguenza se lo strappo tra Fini e Berlusconi si dimostrerà insanabile. Se l'aspro dibattito è stato fatto per il bene del partito tutto si potrà ricomporre. Ma quando al partito vengono sovrapposti interessi personali allora il discorso è ovviamente diverso. Berlusconi è molto preoccupato della comunicazione alla gente che ne viene fuori da queste diatribe e se comunque dovesse ritenere che una corrente indebolisca il partito meglio arrivare dunque subito ad una risoluzione consensuale. Comunque dalla direzione nazionale Fini ne è uscito largamente sconfitto. Il Presidente Berlusconi è un unicum non c'è dubbio. Lo stesso documento che Fini ha fatto firmare, dove il responso dichiarato dai giornali è stato di cinquanta firme contro settantacinque con-
trari è un fatto da chiarire. Tra i cinquanta firmatari in molti lo hanno fatto per una cosa affettiva verso Fini. Nel caso in cui si dovesse parlare di uscita dal Pdl, i numeri di Fini sarebbero ancora più bassi. Quindi anche da Lei un secco no alle correnti. Le correnti interne possono essere un bene se tutte lavorano per
Il Presidente della Camera l’Onorevole Gianfranco Fini
un obiettivo. Prendiamo l'esempio di Frosinone nelle ultime elezioni regionali dove Fiorito, Roma e Abbruzzese hanno dato vita ad un "congresso anticipato" in quanto tutte le correnti del Pdl erano rappresentate. Il loro lavoro di portare voti al partito è stato premiato con il risultato finale. Ora però che non si inizi a fare il gioco delle spartizioni perché questo non fa il bene della gente. Il dibattito deve avere un fine politico: fare politica per la gente, per la comunità e per il territorio e allora le correnti hanno modo di esistere. Per dirne una, oggi Abbruzzese "capisce e comanda" forte della vittoria e mette in difficoltà il comune di Cassino. Queste sono spartizioni non politiche e quindi non fanno il bene della comunità. Il dibattito democratico deve prevalere su altre logiche. Riccardo Strambi
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Primo Piano
Gac: mura, fondi economici e... polemiche Le perplessità nell'assegnazione dei finanziamenti rallentano la crescita comune
Quando al Comune di Alatri hanno letto la ripartizione delle risorse destinate ai GAC (Grandi Attrattori Culturali) del Lazio hanno sgranato gli occhi ed esclamato: "Possibile tanta differenza?". E si è gridato al-
(vedi altro articolo in pagina, ndc); dall'altro il Comune di Ferentino, che da solo ha ottenuto 2,3 milioni di euro. Così, infatti, recita la determina regionale del marzo scorso che ha sollevato un polverone. Ad
vati alcuni aspetti che, in effetti, lasciano perplessi. C'è innanzitutto una disparità di trattamento che risalta in base alla graduatoria finale: la proposta della Provincia di Frosinone (comprendente anche Alatri), classificatasi prima, ha ottenuto 29 punti, quella di Ferentino la metà, 15, classificandosi quarta. Ora: com'è possibile accordare più fondi ad un'idea giudicata inferiore, valida meno della metà dell'altra? Prima questione. La seconda: nell'ambito dei GAC, dato che si parla di un progetto di ampie vedute, perché accordare più spazio e fondi ad un piano singolo anziché ad un
tima analisi, questa sorta di sbilanciamento crea un divario tra Ferentino e gli altri centri sotto molteplici profili. Innanzitutto, sotto quello economico: se ad una sola città arrivano 2,3 milioni di euro, ad altre ben poco, poiché Alatri (prendendo sempre questa città come esempio) beneficerà nel complesso di 400 mila euro o poco più. Poi culturale ed organizzativo: la valorizzazione delle mura poligonali dovrebbe essere un'operazione concertata che riguarda tutti i centri che vantano questo "capitale", invece si stanno creando pericolose sperequazioni che
Le mura ciclopiche di Alatri lo scandalo. Lo scandalo, lo diciamo subito, sta in una distribuzione dei fondi che appare, francamente, parziale ed ingiusta: da un lato Alatri e gli altri comuni ernici (con la Provincia di Frosinone quale ente capofila) che si sono visti concedere poco più di 2,1 milioni di euro per la proposta progettuale "La Pietra, il tempo e la storia" inquadrata nell'ambito del più ampio discorso "Mura poligonali del frusinate"
Alatri si è subito parlato di "farsa di regime", di politica di piccolo cabotaggio, di cosa meschina, tenendo presente che lo smistamento dei finanziamenti è stato deciso prima delle elezioni regionali. Idem, in altri comuni si è commentato la notizia in maniera negativa. Al di là delle "valutazioni" di natura squisitamente politica, farcite di inevitabili polemiche che hanno trovato larga eco nella stampa, vanno rile-
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Porta Sangunaria di Ferentino (foto Pro Loco di Ferentino) programma d'assieme? La peculiarità delle mura poligonali andava valorizzata meglio in un quadro generale, poiché la cultura e la civiltà erniche sono patrimonio di più centri e non di uno soltanto. Terza obiezione: nel piano di Ferentino viene messo in evidenza, in apertura, la valorizzazione del Teatro Romano, prima ancora di altro. Per carità: l'antico teatro ferentinate merita il massimo rispetto perché è un monumento significativo del periodo romano, ma cosa c'entra con il GAC che parla espressamente di "mura poligonali"? In ul-
possono rallentare la visione comune, la tutela e la promozione organiche, bloccando anche il processo (molto lontano, a dire il vero) che conduce al riconoscimento come bene protetto dall'Unesco. Su tutto questo la politica locale, intesa a livello generale dovrebbe riflettere a fondo, altrimenti continueremo a vivere ed operare tra sterili divisioni campanilistiche, lasciando spazio a chi saprà agire meglio, in maniera più ottimale. Pietro Antonucci
Grandi Attrattori Culturali, cosa sono GAC è l'acronimo che sta per Grandi Attrattori Culturali. Si tratta di luoghi di eccellenza di riconosciuto rilievo nazionale ed internazionale dal punto di vista archeologico, architettonico o paesistico sui quali la Regione Lazio ha deciso di iniziare a concentrare delle risorse. Poggiano su tre concetti ben espressi dal sostantivo e dagli aggettivi che li contraddistinguono: "Grandi" poiché esprimono un'idea di "polo" esteso a più realtà, di ampio respiro, non più limitato ad un singolo centro o a un territorio circoscritto; "Attrattori", inteso come tematiche di notevole interesse, elementi fondamentali della crescita civile, sociale ed economica dei nostri territori; "Culturali" perché interpretano il senso generale dell'identità storica di un determinato territorio. Fin dal 2006 la scelta di promuovere le eccellenze culturali nel Lazio è diventata legge. In conseguenza di ciò, nella elaborazione del terzo atto e del quarto atto integrativo dell'Accordo di Programma Quadro (APQ1) - che è lo strumento per il coordinamento gestionale fra Ministero dei Beni e delle Attività Culturali, Ministero per lo Sviluppo economico ed enti locali delle risorse del Centro Interregionale per la Programmazione Economica (CIPE) - si è cominciato, d'accordo con il Ministero per i Beni e le Attività Culturali, il MiBAC, a definire ed identificare le prime iniziative di valorizzazione e promozione degli attrattori culturali. Gli attrattori culturali sono stati identificati, uno per provincia, nelle seguenti emergenze culturali: i siti Unesco di Villa Adriana e Villa d'Este di Tivoli (Roma); il parco archeologico di Vulci e gli Etruschi (Viterbo); l'Abbazia di Fossanova (Latina); le Mura Poligonali (Frosinone); la Via del Sale (Rieti). Pie. Ant.
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Ambiente
Centrale ad olio, apertura vicina ma i dubbi restano Il sistema ambientale è a rischio. Le possibili soluzioni del Comune GUARCINO - L'8 aprile scorso il sindaco di Guarcino Giuseppe Di Vico ha preso in mano, per l'ennesima volta, carta e penna, chiedendo all'Amministrazione provinciale un sopralluogo congiunto nel costruendo impianto di cogenerazione ad olio di palma per "Verificare il rispetto di tutte le prescrizioni contenute nella VIA". La ragione della lettera è presto detta: la Beg, azienda proprietaria della nascente struttura, ha reso noto il piano di trasporto del combustibile che servirà ad alimentare la centrale: Come dire: siamo pronti ad iniziare l'attività,
prevista proprio in questi giorni di fine mese. E la comunità guarcinese, nella persona del primo cittadino, ha subito drizzato le antenne e ripreso la "battaglia" contro l'impianto che data ormai da 3 anni. Una "battaglia" in difesa del diritto di scegliere cosa sia meglio fare e cosa no nel proprio territorio (e quello circostante), con un pensiero rivolto alla salute dei cittadini, al loro stesso futuro e all'ambiente. Un confronto, quello con la Beg, fatto a suon di ricorsi al Tar e al Consiglio di Stato, proteste clamorose (chi non ricorda la consegna delle chiavi
di casa, da parte dei cittadini di Guarcino, sotto il Palazzo della Provincia a Frosinone?), raccolte di firme, pareri tecnici contrastanti, progetti contestati... Un terreno minato sul quale si scontrano diverse ragioni. Da un lato la società sopracitata che pensa in termini imprenditoriali, guardando ai profitti (ci sono milioni di euro in gioco) che ne derivano e garantendo il mantenimento degli attuali livelli di occupazione nella locale cartiera (gestita proprio dalla Beg) e la possibilità di creare altre opportunità di lavoro; dall'altro, i cittadini preoccupati per la possibi-
I costi, i problemi, i guadagni tutto quello che non sapete sull'impianto della Beg Sono tanti gli aspetti di questa vicenda che l'opinione pubblica dovrebbe conoscere. Partiamo dal progetto iniziale. La Beg (Bio Energia Guarcino) intende avviare una
appartenente ad altre due società anonime svizzere: la Laborex (50%) e la SPE (50%) che a sua volta è al 100% dell'Azienda Elettrica Ticinese, che l'ha costituita solo "per motivi fiscali esteri" (fonte: www.aet.ch). Società gemelle alla Beg (la Beo, Bio Energia Occimiano, e la Bec, Bio Energia Castellanza), sempre partecipate da Ceg hanno provato a realizzare centrali simili a Castellanza (Va) e a Occimiano (Al) (fonte: www.nopalmoil.it). L'investimento è teso ad autoprodurre vapore così da abbassare i costi energetici della cartiera, ma soprattutto energia elettrica incentivata da certificati verdi da rivendere alla Rete nazionale. Tenendo conto degli incentivi, la centrale produrrà 20x24x365 = 175.200 Mwh/anno, che frutteranno 19 milioni 447 mila 200 euro all'anno.
Servizio a cura di:
Pietro Antonucci centrale termoelettrica da 50MW per la produzione di energia elettrica (20MWe) e vapore (30MWt) con 3 enormi motori diesel alimentato ad olio di palma. La centrale brucerà 116 mc di olio di palma al giorno pari ad oltre 100 tonnellate che verranno trasportate tramite 6-7 autobotti giornaliere (fonte: www.ceg.va.it/nave.htm). L'olio di palma, contro il parere di molte associazioni ambientaliste, è considerato dalla legge italiana una "biomassa", quindi un'energia rinnovabile che viene incentivata dai Certificati Verdi e gode di incentivi statali (111 euro x MWh): viene importato dalla Birmania, dall'Indonesia e dal Ghana e poi bruciato in Italia con conseguente inquinamento per il trasporto e l'aumento dell'effetto serra in loco. L'impianto produrrà ossidi di azoto, polveri, CO, ammoniaca, metalli pesanti, IPA, ossidi di zolfo. Nel funzionamento normale dei 30MW termici solo 20MW verrebbero usati dalla Cartiera (ora anche meno, poiché una linea è ferma): questo significa che oltre 500 kg di vapore/ora andrebbero in atmosfera, alterando il microclima; qualora la cartiera fosse ferma (funzionamento in bypass, previsto) andrebbero in atmosfera 30MW termici sotto forma di 1,5 tonnellate di vapore/ora. La proprietà di Beg è al 20% di Cartiere di Guarcino, al 30% della Finanziaria Valentini (proprietaria delle Cartiere) ed al 50% della CEG, società
lità di vedere compromesso l'ecosistema del posto. Un ragionamento, quest'ultimo, che si basa su una dettagliata serie di relazioni e considerazioni. Si parte dalle prescrizioni (ben 27) contenute nella VIA, alle quali la Beg ha prestato fin qui poca attenzione, facendo infuriare il Comune: si va dall'altezza delle ciminiere (24 metri contro gli attuali 9 del progetto) ai filtri da inserire fino ai motori (di ultima generazione) che dovrebbero essere installati. Poi, c'è la questione delle emissioni di CO2 e polveri sottili che potrebbero danneggiare il bacino idrogeologico e le aree di concessione delle sorgenti "San Luca" e "Filette", dove si imbottiglia l'acqua oligominerale vanto della cittadina. La Beg in proposito ha sostenuto che nulla si può dire sull'effetto che tali contaminanti potrebbero avere sulle sorgenti, ipotizzando solo un post-monitoraggio per verificare eventuali alterazioni: ma a cosa servirebbe un'analisi tardiva? Da evidenziare anche che la centrale in funzione rilascerebbe nell'atmosfera 10MW di calore, una quantità tale di energia che potrebbe alterare il microclima e la stazione sciistica di Campocatino, pregiudicando un'ulteriore ricchezza della natura nonché e-
conomica. Infine, c'è la questione del trasporto di centinaia di litri di olio di palma, provenienti dal Sud-Est asiatico e il cui costo
di trasferimento ha un notevole impatto in termini ambientali. Il sindaco Di Vico sa che la sua è la voce di una piccola collettività, che può poco di fronte ad enormi interessi, ma ha ugualmente studiato un'alternativa ad una centrale vista come una "bomba ecologica": dal 2008 l'amministrazione comunale di Guarcino ha approvato la realizzazione di un parco eolico, per sfruttare i venti che soffiano sulle montagne attorno. Energia davvero pulita, del posto, gratuita. Va da sé che quel progetto sta chiuso in un cassetto e non interessi pressoché a nessuno...
Tutti i momenti della vicenda Della realizzazione di una centrale di cogenerazione alimentata ad olio di palma si iniziò a parlare nell'ottobre 2006, quando la Beg presentò un progetto per i lavori. Il primo a sollevare la questione fu Alessandro Gori, oggi vicesindaco di Guarcino, che il 13 gennaio 2007 fece conoscere i primi dettagli in consiglio comunale. Nell'aprile dello stesso anno si costituì il comitato "No alla centrale" e FonteItalia si dice contraria alla costruzione dell'impianto. A maggio il Comune pronuncia il suo "no" al progetto: manca la VIA e il piano non è sostenibile dal punto di vista ambientale. Nello stesso mese, oltre 200 guarcinesi protestano sotto il palazzo dell'amministrazione provinciale a Frosinone, invitandola a non approvare il progetto. Nel frattempo, viene interpellata la Regione Lazio per il rilascio dello screening della VIA. Nel giugno 2007, l'assessorato regionale attività produttive afferma che il progetto è incompatibile con la sorgente Filette. Si arriva al marzo 2008: il Comune invia delle osservazioni che evidenziano l'insostenibilità del progetto, il quale dovrebbe essere sottoposto alla VIA. Intanto Alatri, Vico nel Lazio e Trevi nel Lazio si schierano accanto a Guarcino. Nel maggio 2008, Regione e Beg
trovano l'accordo per sottoporre alla VIA il progetto, accogliendo le richieste di Comune e comitato. Poco dopo, la Beg fa ricorso al Tar contro la VIA sostenendo che lo screening si è concluso con il silenzio-assenso: il Comune si oppone e il 19 maggio la Beg presenta richiesta di VIA alla Regione. A giugno 2008 il Comune nomina una commissione tecnico-scientifica (Enea, Università del Molise, Istituto superiore di Sanità) per avere un parere sul progetto. Nell'agosto 2008, la Regione dà parere favorevole alla VIA con 27 prescrizioni. Il 14 ottobre 2008 la Provincia chiude l'iter e rilascia l'autorizzazione per la costruzione dell'impianto. Il 21 dicembre 2008, a seguito del ricorso presentato dai comuni di Guarcino, Alatri, Vico nel Lazio e dalla società FonteItalia, il Tar sospende l'autorizzazione provinciale alla centrale. Il 3 febbraio 2009 il Consiglio di Stato conferma la disposizione del Tar. Nell'aprile dello stesso anno la Regione Lazio autorizza nuovamente l'impianto: il Comune di Guarcino presenta un nuovo ricorso al Tar. Il 22 dicembre 2009, il Tar dà ragione alla Beg. Nel febbraio 2010, è storia di pochi giorni fa, il Comune di Guarcino avanza ricorso al Consiglio di Stato.
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Dalla Regione
Una Provincia maltrattata come mai in passato Le lotte interne al PDL e il tradizionale pregiudizio della Politica Romana verso la Ciociaria hanno escluso i referenti della provincia di Frosinone dall'Esecutivo Regionale. Una provincia indignata Quello che è avvenuto in provincia di Frosinone, assieme alle altre province che hanno consegnato la vittoria al Governatore della Regione Lazio Renata Polverini in quota al centro destra, è indicativo di un cambiamento radicale che ha investito il modo di fare campagna elettorale, e più in
Franco Fiorito
generale, di fare politica. A fare da padroni sono stati i Personaggi politici e non i partiti, tanto che i festeggiamenti o le sconfitte sono stati vissuti internamente alla cerchia di amici e sostenitori, più che a livello gene-
rale con gli elettori del proprio schieramento. Hanno vinto Fiorito e Abbruzzese, non il PDL; ha vinto Francesco Scalia e non il PD… e così via. Il problema principale di questo nuovo modo di fare, però, è che le lotte interne al PDL, in provincia ma anche a livello Regionale e Nazionale, hanno di fatto confermato quanto poco rispetto ci sia da parte dei vertici Capitolini del centro destra nei confronti dei colleghi Ciociari ma anche e soprattutto verso gli elettori della provincia di Frosinone che hanno contribuito decisivamente alla conquista della Regione da parte della Polverini. Dopo giorni e giorni di conferme e smentite, infatti, l'unica certezza che si aveva in provincia di Frosinone era l'assessorato per Fiorito, che con una mole di voti consistentissima era dato per certo all'Agricoltura o in un altro assessorato di prestigio. Ma così non è stato. Anche se il diretto interessato fosse d'accordo con questa scelta, in virtù di qualche altro "premio" promesso dalla neo governatrice (Capogruppo PDL o presidenza di enti collega-
ti alla Regione), questo non cambierebbe nulla nella delusione dei cittadini e degli elettori che si
Mario Abbruzzese
vedono depredati di un riconoscimento che era obbligatorio. Tutti quei voti di preferenza, che hanno portato Fiorito ad essere tra i primi eletti della Regione, non potevano non portare ad un Assessorato forte. Senza contare, poi, che altri candidati hanno registrato un risultato degno di nota, il che faceva presupporre anche almeno un'altra Delega, seppur meno pesante. Ma nulla.
Non vorremmo che la lotta interna tra i big provinciali e regionali del partito avesse portato alla fine ad un annullamento reciproco, con il solo riconoscimento di Abbruzzese, confermando lo strapotere attuale di Alfredo Pallone sugli altri. Ma queste sono valutazioni dalle quali tentiamo di restare fuori, avendo come obiettivo unico quello del "bene della collettività", che a quanto pare è l'unica a uscirne ferita. Non avere referenti provinciali in Giunta, infatti, non sarà certo un vantaggio per le centinaia di imprenditori, associazioni, privati cittadini che ogni giorno hanno a che fare con la macchina regionale, senza contare, poi, che la Provincia intera ne risentirà certo in materia di finanziamenti e opere pubbliche. Non possiamo nasconderci dietro un dito, infatti, e non dire chiaramente che i processi di assegnazione e "incanalamento" dei fondi regionali (ed europei) molto spesso seguono logiche campanilistiche. Ma questa, forse, è una lezione che i nostri rappresentati locali, nel PDL in particolare, dovranno tenere a mente. Qualsiasi sarà,
infatti, il collocamento dei tanti politici nelle varie strutture regionali, il problema nei confronti del cittadino-elettore rimane, perché non stiamo parlando di "premi" e riconoscimenti perso-
Renata Polverini
nali ai perfomers della campagna elettorale, ma di un riconoscimento verso una provincia che, assieme a Latina, ha consegnato la Regione in mano a Renata Polverini sopperendo al drastico calo di voti nella Capitale a seguito dell'esclusione della lista PDL romana.
L’analisi del voto
Il voto in Provincia di Frosinone
Analizzando un po' il voto, viene fuori senza ombra di dubbio che la nostra provincia ha ancora un netto "colore" di appartenenza, quello del centro destra, e c'è chi spera, vinte le provinciali e le regionali, di fare "scopa" con la conquista del Comune Capoluogo alle prossime amministrative. Intanto i vincitori si godono il trionfo personale, quello di Fiorito a nord e quello di Abbruzzese nel centro sud della provincia. Si lecca le ferite Adriano Roma, portato dal Presidente della Provincia Antonello Iannarilli, che seppure non è riuscito a reggere la competizione dei due "alleatiavversari", ha portato a casa più di 13000 preferenze, che non sono da buttare. Buon risultato di
Fabio Forte (UDC), che con oltre 8000 voti di preferenza non è entrato negli eletti per un meccanismo di calcolo che ha assegnato il seggio a Latina ma contro il quale, tra l'altro, ha fatto ricorso; bene Angelo D'Ovidio che ha sfiorato le 10mila preferenze ma è rimasto a bocca asciutta. Una storia a se l'ha fatta Alessandra Mandarelli, che nelle preferenze non è andata oltre le 2500, scontando forse il fatto di provenire dalla Giunta Marrazzo, cosa che agli elettori non sembra essere piaciuta. Ma con l'inserimento nel listino Polverini, la ritroviamo in Consiglio Regionale e, si spera, ricoprirà anche un ruolo in qualche ente o società collegati.
Un successo oltre le aspettative quello personale dell'assessore uscente Francesco Scalia, che ha registrato una notevole fiducia da parte degli elettori del Pd che lo hanno premiato con oltre 20000 voti, ben 5000 più del "delfino" di Francesco De Angelis, Mauro Buschini. Vera otusider della competizione elettorale 2010 è stata Anna Maria Tedeschi, dell'IDV, che ha portato il partito a quota 6%, ben 5 punti in più dall'ultima tornata del 2005, ottenendo più di 3000 preferenze. Enzo Di Stefano, che aveva già stupito molti osservatori per essersi riuscito ad inserire nella lista polverini, si è guadagnato l'elezione con oltre 4000 voti staccando di poco Maria Teresa Graziani di Alatri, che si è vista contestare 200 voti a causa di errore di scrittura in righe diverse da quelle della lista Polverini, segno evidente che questa legge elettorale va rivista perché troppo complicata. (il voto disgiunto oltre a confondere gli elettori presenta da sempre dubbi di legittimità o quanto meno di opportunità politica). Ultima ciociara da notare, non per importanza ma perché giova-
ne e poco nota ai più, è Annalisa D'Aguanno, di Cassino, che è stata eletta nel listino Polverini, rafforzando così le quote rosa nostrane alla Pisana e per la quale molti vedono un futuro brillante accanto alla Governatrice. L'ANDAMENTO DEI PARTITI DAL 2005 AD OGGI IN CIOCIARIA
sta sulla stessa cifra, decimale più decimale meno; un crollo di dieci punti percentuali dell'UDC, anche se nel 2005 fu una anomalia il boom che strappò il primato al PDL, per cui si è tornati all'era del CCD di Casini; grande ascesa dell'Italia dei Valori, con un incremento di quasi 6 punti percentuali, passando dall'1,3%
ELETTI IN PROVINCIA DI FROSINONE- PREFERENZE MAGGIORANZA Franco Fiorito (PdL) Mario Abbruzzese (PdL) Enzo Di Stefano (Lista Renata Polverini presidente) Alessandra Mandarelli (Listino Polverini)
26.133 22.144 04.546 Eletta nel listino bloccato del Presidente
OPPOSIZIONE Francesco Scalia (PD) Anna Maria Tedeschi (IdV) In linea generale l'andamento del voto in questi ultimi anni ha visto un incremento del centro destra (PDL) passato dal 27% del 2005 al 39% del 2010; una stabilità del centro sinistra che nel 2005 come Ulivo prese il 23% e oggi come PD+Socialisti si atte-
20.206 3.028 del 2005 al 6,3 di oggi; scomparsa quasi definitiva degli estremi di sinistra e di destra che si attestano paradossalmente su un identico 1,93% alle regionali 2010.
Servizio a cura di:
Andrea Tagliaferri
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News dal Capoluogo
Frosinone alta e bassa in soli 2 minuti!
Dopo anni di lunga attesa, lo scorso 3 aprile è stato finalmente inaugurato l'ascensore inclinato a Frosinone, un impianto modernissimo che collegherà la zona
bassa (via Aldo Moro) con il centro storico del capoluogo (Piazzale Vittorio Veneto). Alla cerimonia di inaugurazione il Sindaco Michele Marini oltre a tante autorità civili, militari e religiose. Dopo il rilascio del nulla osta tecnico da parte del Ministero delle Infrastrutture e Trasporti (Ustif), la Regione Lazio, Assessorato ai Trasporti, proprio nei giorni precedenti l'inaugurazione
ha autorizzato l'apertura al pubblico della struttura. Un'opera di importanza fondamentale per il rilancio del Centro Storico dì Frosinone e non solo.
vere al meglio la città. Si potrà infatti fare a meno di utilizzare l'automobile per recarsi nella parte alta di Frosinone. Sarà anche possibile mettere in atto la ztl nel centro storico, programmando una attenta sinergia tra le varie zone di Frosinone, essenziale per rilanciare uno sviluppo economico e turistico del capoluogo. Senza più l'assillo del traffico caotico e della mancanza di parcheggi, insomma, i cittadini potranno vivere la propria città in armonia. Gli abitanti del centro storico potranno raggiungere ed usufruire
dello spazio verde della Villa Comunale in pochi minuti.
Il Sindaco Marini, l’Assessore Dialmi e il Comandante F.F. Spaziani Testa
Per chi invece abita nella parte bassa sarà meno stressante recarsi nel centro storico, e grazie all'ascensore sarà facile e veloce. Dal punto di vista tecnico, la cabina dell'ascensore avrà una capienza di quaranta persone, con il tempo di percorrenza dalla stazione di valle a quella di monte che sarà di due minuti. Da via Aldo Moro alla stazione di valle, inoltre, è stato
L'ascensore, infatti, unito anche al parcheggio posto a ridosso della stazione di valle, con duecento posti auto, e il parcheggio Multipiano situato in viale Mazzini, permetterà a tutti i cittadini di poter vi-
realizzato un percorso guidato che permetterà anche l'attraver-
samento del fiume Cosa. Un percorso attrezzato di circa duecento metri che consentirà di po-ter tornare a vivere a pieno le sponde del fiume cittadino. L'utilizzo dell'ascensore sarà assolutamente gratuito, con la partenza prevista ogni quindici minuti. Dal lunedì al giovedì sarà utilizzabile dalle 7 alle 24, il venerdì e il sabato dalle 7 alle 2 di notte, mentre la domenica dalle 8 del mattino alle 2 di notte. Carlo Capone
Nuovo ospedale Spaziani VS vecchio ospedale Umberto I In attesa di capire se e quando verrà inaugurato ed attivato il nuovo nosocomio, vediamo qualche cifra…
senta notevoli vantaggi rispetto alla vecchia struttura in centro città. In attesa di capire se e quando verrà inaugurato o meglio avviato il trasferimento effettivo, visti i problemi di personale evidenziati da più parti e sui quali la Regione dovrà per forza di cose concedere una deroga alle assunzioni bloccate, analizziamo i numeri del
Il nuovo polo ospedaliero ormai pronto in via Fabi a Frosinone, realizzato dalla Regione Lazio nell'ambito della riorganizzazione della rete ospedaliera regionale, pre-
Superficie Posti letto
NUOVO OSPEDALE F. SPAZIANI
VECCHIO OSPEDALE UMBERTO I
40.000 m2
20.000 m2
367 (424 considerando la struttura adiacente già collegata)
Posti letto per stanza 1-2, con bagno interno Sale operatorie 11 Posti letto Reparto 11 Rianimazione Posti letto Reparto Terapia Intensiva Cardiologica
7
Posti letto Reparto Medicina
77 Nuovo Reparto di Pronto Soccorso all'avanguardia Nuovo Reparto di Neurologia Nuovo Reparto di Cardiochirurgia Nuovo Reparto di Chirurgia Vascolare Migliori servizi per il personale
nuovo ospedale, per capirne le potenzialità. Lo "Spaziani", questo il nome della nuova struttura, conta 44 posti letto in
camere multiple da 5 o 6 persone nel vecchio Umberto I, infatti, il nuovo ospedale contempla esclusivamente camere singole e doppie, con bagno interno, dimostrando finalmente la giusta attenzione nei confronti della dignità del malato e delle sue esigenze. Ci sono, poi, altri due aspetti particolarmente importanti, che depongono a favore della nuova struttura: la progetta-
323 5-6 5 7 4 60
In alto il nuovo opsedale F. Spaziani a dx il vecchio ospedale Umberto I
più rispetto all'Umberto I, che diventano 101 se si considera la struttura adiacente già collegata. Gli spazi sono di gran lunga più ampi, con una metratura complessiva raddoppiata e ben 11 sale operatorie, rispetto alle 5 del vecchio ospedale. Altro elemento di merito è la classificazione quale Dea di II livello, il primo nella provincia di Frosinone, che prevede l'attivazione di reparti specialistici come la Chirurgia Vascolare, la Cardiochirurgia, la Neurologia, oltre ad un nuovo modernissimo Pronto Soccorso ed ai reparti di Medicina, Terapia intensiva cardiologica e Rianimazione, sensibilmente miglioraticosì assicurano gli amministratori rispetto a quelli attuali, con l'aumento dei posti letto a disposizione. E proprio la disposizione dei posti letto rappresenta un ulteriore motivo di soddisfazione: a fronte di
zione di basamenti antisismici, che consentono la piena efficienza dell'ospedale anche durante un eventuale sisma (motivo per cui l'ospedale di Frosinone è stato portato a modello da Il Sole 24 ore nell'ambito di un'inchiesta sulle migliori strutture d'Europa) e la celerità nei tempi di realizzazione. La Regione Lazio, infatti, ha impiegato solo 4 anni per progettare e costruire il nosocomio frusinate, dandogli la massima priorità rispetto alle altre strutture regionali previste dal piano di riordino della rete ospedaliera. Andrea Tagliaferri
Provincia
"6 nazioni". Rispetto e sport vanno a braccetto CECCANO - Quindici gare di calcio a 7, senza nemmeno un cartellino giallo sventolato, sono le specchio fedele dello spirito che ha accompagnato la prima edizione del torneo 'VI Nazioni' AICS. L'evento, che si è svolto presso il Centro Sportivo Rio Ceccano, ha visto una rappresentanza di Italia, Romania, Albania, Tunisia, El Maghreb e Cuba affrontarsi in un mini torneo tralasciando il classico spirito da competizione a favore di incontri tesi alla socializzazione e all'integrazione tra culture diverse. Dopo la partite dunque, tutti insieme a festeggiare con il "terzo tempo", ovvero degustazioni alimentari a tema con prodotti tipici di ogni etnia partecipante al torneo, con lo scopo di unire diverse popolazioni grazie allo sport.
Partite disputate e risultati ITALIA ALBANIA ITALIA TUNISIA ITALIA ROMANIA ROMANIA EL MAGHREB CUBA ROMANIA CUBA CUBA ALBANIA ITALIA ROMANIA
ROMANIA EL MAGHREB EL MAGHREB ALBANIA TUNISIA EL MAGHREB ALBANIA TUNISIA ITALIA CUBA EL MAGHREB TUNISIA CUBA ALBANIA TUNISIA
1-2 2-0 1-1 2-2 2-0 1-1 1-2 1-1 0-3 2-1 0-1 0-2 2-1 2-1 6-0
Per quanto riguarda il calcio, nonostante tutti i giocatori siano stai premiati egualmente con una medaglia ricordo, una classifica seppur simbolica è stata stilata. La formula del 'VI Nazioni' ha previsto un'iniziale fase a due raggruppamenti con incontri di sola andata tra le squadre incluse nei rispettivi gironi. Successivamente tutte le formazioni hanno
CLASSIFICA FINALE PS SQUADRA Pt 1° ITALIA 1° ROMANIA 1° ALBANIA 4° TUNISIA 5° EL MAGHREB 6° CUBA
punti punti punti punti punti punti
10 10 10 5 3 0
avuto accesso alle gare finali e sono state inserite in un unico girone dove si sono scontrate in match di quindici minuti con i classici tre punti in caso di vittoria, uno per il pareggio e zero per la sconfitta. Al termine degli incontri a salire in vetta alla classifica sono state Italia, Albania e Romania con dieci punti ciascuno. Cuba invece è stato il fanalino di coda con nemmeno un punto conquistato. Per la cronaca l'Italia è scesa in campo con una formazione mista in quanto, a completare l'organico rappresentante il Bel Paese, ci hanno pensato le ragazze dell'Aranova Legno System, squadra femminile di Calcio a 5. Il fair play è stato il vero protagonista dell'evento. Al 'VI Nazioni' di Ceccano a vincere è stata l'armonia tra le diverse squadre e una lealtà sportiva sempre più merce rara nello sport dei giorni nostri. Riccardo Strambi
7 La nube vulcanica tiene in tensione il Liceo Scientifico CECCANO - L'applauso liberatorio che li ha accolti ha segnato la conclusione dell'avventura per i 100 allievi del Liceo di Ceccano, bloccati a Londra dallo top ai voli, imposto dalla nuvola di cenere vulcanica che si aggira per i cieli d'Europa. C'erano ad attenderli i genitori, i professori, gli amici, tutti preoccupati dall'ansia generata dalle tante notizie che i media riportavano sulla nube e sulle grandi difficoltà di spostamento nel continente. Gli allievi, accompanatid al preside, prof. Giuseppe Giacomobono, erano partiti il 9 aprile scorso per uno stage linguistico a Londra. Un altro gruppo di 10 allievi, con la prof.ssa Zorzi, aveva invece raggiunto cambridge per il Comenius Metamorphosis, con altre 5 scuole di tutta Europa. Tutto si era svolto nel migliore dei modi fino al momento della partenza quando, proprio mentre il gruppo si recava in aeroporto, la compgnia aerea comunicava l'annullamento del volo. Da quel momento, la vacanza è continuata per i ragazzi che hanno visitato Londra in lungo e in largo, ma ha richiesto grande impegno organizzativo da parte delle autorità scolastiche, che assistite dall'agenzia e dal consolato hanno adottato man mano le decisioni necessarie, fino alla partenza in bus da Londra al sabato 17 sera. Di grande aiuto è stato il sito del Liceo, che ha tenuto costantemente informati i genitori, registrando 6000 accessi in tre giorni. Il preside Giacomobono ha voluto ringraziare tutti gli insegnanti che sia a Londra che a Ceccano si sono prodigati per risolvere l'emergenza e nel tenere i contatti con i genitori. Pietro Alviti
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Provincia
Amministrative, conferma per Giuseppe Di Vico A Luciano Morini non riesce l'impresa di tornare alla guida di Guarcino Sindaco Di Vico, aveva previsto Vedo la seconda cosa assai improbabile. Da scendendo nel personale. una vittoria così larga? tre anni Morini non fa altro che dire e fare I suoi primi impegni da sindaco? Sinceramente, io ed i componenti tutto il contrario di quello che facciamo Innanzitutto, la redazione del bilancio della lista avevamo considerato noi, anche per il solo gusto di essere al- preventivo. Quindi, il potenziamento della un margine a nostro favore di 400 l'opposizione. E credo che continuerà su stazione sciistica di Campocatino e gli voti. Abbiamo sbagliato di qual- questa linea. aiuti alle famiglie più bisognose di che unità, ma le nostre attese Del resto, la stessa campagna elettorale è Guarcino. non sono andate deluse. stata impostata in maniera molto accesa, Pietro Antonucci È stata una campagna elettorale a dir poco aspra: su Giuseppe Di Vico e Giovanni Rondinara quali punti si è GUARCINO - Nessun ribaltone, nessun ri- giocata la partita? FUMONE - S'è svolta a Fumone sabato 27 e domenica 28 febbraio la cerimonia di premiazione del pretorno per compiere la "vendetta" (politica, Direi che il punto-chiave sia mio "GIORGIO BELLI", in omaggio al noto artista e ceramista di Fumone. Il concorso, svolto in collas'intende) sull'ex amico. Le elezioni comu- stato il dibattito sulla cen- borazione con la casa editrice "Il Molo" di Viareggio, ha visto numerosi partecipazione e presenze da nali a Guarcino hanno visto infatti la con- trale ad olio di palma. tutt'Italia. Il concorso giunto alla terza edizione, quest'anno introduce un'imminente novità: prende ferma di Giuseppe Di Vico, a capo della li- Morini ha sostenuto che vita il premio di poesia estemporanea "Sergio Caponera, Barone di Fumone", in omaggio al noto artista civica "Guarcino insieme", che ha bat- l'impianto non provocherà sta e ristoratore scomparso lo scorso anno e ideatore del premio Belli. tuto il suo antagonista Luciano Morini, al- inquinamento e creerà dei Ecco i vincitori del premio: al primo posto (ex equo) Stefania Del Monte con la poesia "Ode al Bala guida della lista "Per la rinascita di Gua- posti di lavoro, io ho affer- rone", e Dimitri Pezzini con la poesia "Oltre il velo della materia", seguono in classifica al secondo rcino". I due, come è noto, hanno condivi- mato il contrario eviden- posto (ex equo) Giuseppina Morrone con la poesia "Sulla Sabbia", e Adriano Amovazzi con la poeso gran parte del loro cammino politico del ziando i guasti per il terri- sia "Foglie", al terzo posto Giorgio Michelangeli con la poesia "Uomo Comune". Trionfatrice del prepassato, ma tre anni fa qualcosa si era in- torio che potrebbero deri- mio di poesia estemporanea "Sergio Caponera, Barone di Fumone" è invece Fiorella Longhi con la poeceppato, anzi interrotto e da amici sono varne. È stato come un refe- sia "Ieri, oggi e domani". Ma ecco il commento e l'autentica emozione di Stefania del Monte, l'artista diventati avversari, tant'è che quest'ultima rendum su questo argomen- ci dice commossa: "Sono davvero felice di aver contribuito, con la mia ode a Sergio Caponera, il Barone campagna elettorale è stata il terreno di to e la popolazione guarci- di Fumone, ad onorare questo grande personaggio, ideatore del premio Giorgio Belli. uno scontro più personale che altro. Il vin- nese si è espressa in mio fa- Io ho avuto la fortuna di poterlo conoscere, di collaborare con lui, e mi è sembrato naturale ricordarlo citore lo si conosce: Di Vico ha ottenuto il vore. tramite la poesia, una forma di comunicazione che egli amava tanto e di cui era maestro. Fumone deve 66,67% delle preferenze, il doppio di Mo- Passando ai rapporti con tantissimo al Barone perchè, attraverso il suo impegno, questo piccolo borgo medioevale è uscito dalla rini, fermatosi al 33,33%. Al rieletto sin- Morini: pensa che resteran- dimensione di tesoro nascosto e si e' affermato a livello internazionale. Sergio ha svolto, negli anni, daco di Guarcino abbiamo rivolto delle do- no freddi e difficili o ci sarà una grande opera di valorizzazione del territorio ed è dovere di tutti noi portare avanti queste iniziamande a distanza di qualche giorno dalla un margine per una collabo- tive, nel suo nome". Giuseppe Gatta sua nomina. razione amministrativa?
Premio Giorgio Belli: ecco i vincitori
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Provincia
Fiuggi, iniziata l'èra di Fabrizio Martini Nuova vita per la Selva Il neo-sindaco e le difficoltà che si troverà a gestire nel suo mandato FIUGGI - La strada è difficile ed i problemi sul tavolo sono tanti (due i principali, strettamente connessi tra loro: il rilancio del-
l'immagine della città termale e il conflitto con il consorzio Gaia). Detta così, di primo acchito, sembra in salita, per non dire proibitivo, il cammino che attende Fabrizio Martini e la sua "squadra", usciti vincenti dalla competizione elettorale dello scorso marzo. Ma si sa: negli ultimi anni Fiuggi ha conosciuto periodi oscuri, costellati da poche
idee e molte polemiche, per cui chiunque fosse salito nel Palazzo di Piazza Trento e Trieste si sarebbe trovato a gestire la classica "patata bollente". La popolazione fiuggina, ad ogni modo, ha voluto dare un preciso segnale, premiando questo giovane e ambizioso farmacista che ha posto alle basi della sua lista civica "Fiuggi Unita" la necessità di procedere ad un completo rinnovamento della classe dirigenziale locale. E la vittoria di Martini è nata dalla capacità di attrarre voti ovunque, consensi "catturati" anche alle altre componenti in lizza che, evidentemente, hanno scontato errori del passato ed errori del presente. La lista "Fiuggi Futura", di espressione centro-sinistra, ha pagato i dissapori interni e le divisioni legate alle
personalità più note (il candidato a sindaco Francesco Garofani e l'ex primo cittadino Giuseppe Celani), mentre dal PdL si è registrato un cospicuo travaso di preferenze che né la "vecchia guardia" del gruppo "Salviamo Fiuggi", né i nuovi ingressi, né il lavoro svolto dal candidato Antonio Maulu hanno saputo arginare. Per le aree politiche "storiche", dunque, una sconfitta che dovrà indurre in questa primavera a delle profonde riflessioni, le quali dovranno tradursi successivamente in una rinnovata azione politica. Intanto, da qualche settimana è partita l'èra targata Martini, con l'attenzione tutta rivolta alle prime indicazioni che il neo-sindaco darà: Fiuggi si attende molto, Fiuggi si attende che le precedenti stagioni restino solo un brutto ricordo, da cancellare al più presto. Pietro Antonucci
Una fiaccolata contro leucemie e tumori SERRONE - Si è svolta con una partecipazione notevole della gente la Prima Fiaccolata di Primavera, organizzata dalla sezione locale del Comitato per la Vita Daniele Chianelli e dedicata alla memoria del compianto Andrea Romano, morto giovanissimo a causa di una malattia incurabile ma che, con il sostegno di tutti, deve assolutamente essere sconfitta. Questo uno degli obiettivi delle manifestazioni e delle raccolte fondi organizzate da questi genitori, figli, amici che hanno deciso di mettersi in prima linea contro un problema che soffoca la realtà quotidiana di tutti noi. Molto emozionante, infatti, è stato lo spettacolo delle tantissime lucine che nel primo giorno di primavera hanno squarciato il buio da Serrone alle contrade de La
Forma e di Roiate, fino alla Chiesa di San Quirico a Serrone, dove si sono ritrovate centinaia di per-
Residence Daniele Chianelli
sone scese in strada per dire "anche noi ci siamo". L'associazione che appoggia localmente il comi-
tato Daniele Chianelli Onlus, operante dal 1990 grazie all'impegno di un gruppo di genitori che hanno vissuto in prima persona il dramma di perdite a causa di leucemie e tumori e che lottano per raccogliere fondi per sostenere la ricerca scientifica, e per donare assistenza alle famiglie dei malati, sempre più spesso dei bambini. Proprio grazie a questi fondi nel 2006 è stato inaugurato un centro-residence Daniele Chianelli, adiacente l'Ospedale di Perugia, per ospitare fino a 30 famiglie in mono abitazioni di 35 metri quadrati l'una per chi deve stare accanto ai propri figli che sostengono cure lunghe e per nulla semplici. Per maggiori informazioni www.comitatochianelli.com A.T.
PALIANO - Venerdì 16 aprile il Comune di Paliano ha illustrato il progetto per l'apertura del la Selva, prevista il 1 maggio, l'oasi naturalistica del principe Antonello Ruffo di Calabria, chiusa da anni per gravi difficoltà gestionali e messa in ginocchio dalla presenza della discarica di Colle Fagiolara posta a pochissimi metri. La Regione Lazio ha incaricato Bic Lazio e l'Arp (Agenzia Regionale per i Parchi) in collaborazione con il Comune di Paliano, di redigere un MasterPlan per la tutela, la promozione e la valorizzazione della Selva, che comprenda, da un lato la progettazione e la realizzazione di interventi di rispristino per la messa in funzione delle strutture e delle aree ambientali degradate ricadenti nell'area, dall'altro, attività di educazione e formazione, di ricerca scientifica interdisciplinare, culturale e ricreativa. Sono intervenuti all'incontro il dott Vito Consoli, direttore dell'Arp, gli amministratori di Paliano e dei numerosi sindaci dei paesi limi-
trofi come Acuto, Cave, Fiuggi, Piglio, Serrone, Torre Cajetani, Olevano Romano Genezzano e Valmontone. La serie di manifestazioni previste per la riapertura
cominceranno con il mercatino biologico e dei prodotti locali, una mini maratona, merende e letture animante il Primo Maggio. A seguire, il 2 maggio di sarà la domenica ecologica e un concerto di musica barocca; l'8 maggio Parcoanch'io, incontri sull'Astronomia, osservazione del Sole, Teatro, Musica Folk e così via fino a fine maggio con tantissimi incontri di ogni genere. Insomma un grande avvio per quella che si spera sarà la rinascita di una struttura naturale e sociale di eccellenza. Andrea Tagliaferri
Pierfilippo Schina subentra a Silvio Grazioli Intervista al neo-sindaco di Trevi nel Lazio
TREVI NEL LAZIO - Con 544 voti, pari al 39,39% delle preferenze, l'avvocato Pierfilippo Schina ha vinto la recente competizione elettorale a Trevi nel Lazio, lasciandosi alle spalle Silvio Grazioli (454 consensi, pari al 32,87%) e Stefano Maria D'Ottavi (383 preferenze, pari al 27,7%). A risultato acquisito, abbiamo sentito il neo-sindaco del paese simbruino, pochi giorni dopo la sua proclamazione ufficiale. Sindaco, innanzitutto congratulazioni. Il risultato - immaginiamo - la soddisfa in pieno. Le aspettative erano positive. Abbiamo svolto un lavoro chiaro, che ha convinto gli elettori. Cosa ha fatto la differenza tra lei e la sua lista rispetto agli avversari? Sicuramente, la differenza di contenuti, del programma. Inoltre, abbiamo dato la sensazione di avere una squadra più compatta ed affidabile.
L'ex sindaco Grazioli ha sostenuto che la vicenda Cara (il centro d'accoglienza per gli stranieri, ndc) istituito agli Altipiani di Arcinazzo ha avuto un peso importante nella competizione: è d'accordo? No, direi che questo tema ha avuto un'influenza relativa. Basta andare a rileggersi gli esiti delle urne: il voto del centro storico è stato simile a quello degli Altipiani. Nel suo programma un punto fondamentale è la Sanità: cosa farà? L'abbiamo scritto. Puntiamo all'istituzione di una guardia medica che è necessaria per Trevi nel Lazio. Qui ci sono morti che gridano vendetta. Serve anche un maggiore coordinamento con i centri vicini, penso a Filettino, Vallepietra, Arcinazzo Romano e Piglio. Lavoreremo con l'Asl di Frosinone per raggiungere questo obiettivo. Pie. Ant.
Hai fatti, disservizi, iniziative, foto notizie, eventi da segnalare? Scrivi a Gente Comune: gente.comune@email.it Oppure chiama o invia un fax allo: 0775 441344
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Provincia
Festeggiamenti in onore del Patrono 30 anni per il nuovo piano regolatore FERENTINO - Siamo di nuovo pronti per l'appuntamento annuale con la Festa del Santo Patrono Ambrogio Martire. Anche quest'anno, la festa cul-
minerà, come accade da quattrocento anni, con la solenne processione, nella quale il popolo ferentinate addobba le strade con fuochi, fiori, tappe-
ti, altari e luminarie. È una festa molto sentita e che richiama da sempre molti visitatori provenienti dai paese limitrofi e non solo. I festeggiamenti avranno inizio la sera del 30 aprile: i giovani incollatori, in saio amaranto, trasporteranno la Reliquia del Santo Patrono fino alla chiesa dei SS. Giovanni e Paolo, dove si crede sia stato imprigionato il santo. Al termine del percorso, come gesto inaugurante, si bruciano vecchi oggetti fuori uso in due grandi falò accesi a Porta Sant’Agata e in Piazza Santa Lucia. Il 1 maggio si svolgerà la chilometrica processione con l'apparire della
statua equestre del patrono che, posta su di una macchina lignea e, trasportata alternativamente da otto squadre di incollatori, genera sempre grande commozione tra la folla. Previsto, come di consueto, uno spettacolo serale con una star del mondo musicale e, quest'anno, sarà la volta del noto maestro d'orchestra della trasmissione "Ballando con le stelle": Paolo Belli & Big Band, alle ore 21 nella Piazza Giacomo Matteotti. Il 2 maggio alle ore 19, ci sarà la benedizione della città con la reposizione della statua, seguita da uno spettacolo pirotecnico. Fervono dunque gli ultimi preparativi e non resta che sperare in una splendida giornata di sole. Daniela Caliciotti
FERENTINO - Dopo ben 32 anni, finalmente, la città di Ferentino ha un nuovo Piano Regolatore, fortemente voluto dall'attuale amministrazione comunale presieduta dal Sindaco Piergianni Fiorletta. Era un qualcosa, tra l'altro, già presente nel programma elettorale del sindaco Fiorletta: quello cioè di mettere mano e revisionare un programma che, ormai, non era più adattabile ad una città che ha subito grandi cambiamenti dal punto di vista territoriale. Oltretutto, l'apertura recente di due importantissime infrastrutture (casello autostradale e superstrada), hanno fatto sentire ancora di più l'esigenza di apportare modifiche soprattutto dal punto di vista della Toponomastica con strade che richiedono interventi necessari. E' risaputo che la presenza di un Buon Piano Regolatore Generale è una delle prerogative in un Comune, se si vuole
che il suo sviluppo proceda di pari passo con l'evolversi della situazione del territorio. Fortunatamente risposte positive so-
no giunte dalla Regione Lazio: sono stati infatti, deliberati contributi per 78 mila euro in seguito alla richiesta, fatta nel 2009, dall'assessore all'urbanistica Amedeo Mariani ed è stato nominato un noto professionista, incaricato di occuparsi della revisione. Daniela Caliciotti
Arriva la Rotatoria sulla SR 155 per snellire il traffico della Superstrada ALATRI - FERENTINO Dopo l'apertura della Superstrada Sora-Alatri-Ferentino, arriva la buona notizia inerente la realizzazione della rotatoria sulla Strada Regionale 155 dove attualmente è posto un impianto semaforico temporaneo che sta creando qualche problema di viabilità alla zona. Il Comune di Alatri, infatti, ha visto riconosciute tutte le sue richieste dall'Astral, sostenute a dire il vero da anni, sia dall'Assessore Silvio Tagliaferri, sia dal Geom. Bruno Tagliaferri, Responsabile del Settore Edilizio Urbanistico, che hanno partecipa-
tale incontro preliminare l'Astral, nel riconoscere i propri errori procedurali commessi nelle precedenti Conferenze di Servizi del 26 gennaio 2009 e 23 marzo 2010, ha recepito in toto le eccezioni che il Comune di Alatri aveva sempre sollevato fin dall'inizio della procedura amministrativa da parte dell'Astral stessa, impegnandosi contestualmente a definire bonariamente le contestazioni in essere tra la stessa A- semaforico provvisorio. Nella stessa Conzienda stradale e il Comune di Alatri, ri- ferenza, poi, è stata depositata una richienunciando anche a tutti i ricorsi e a tutte sta del Sindaco Magliocca e dell'Assessore le controversie pendenti. Con la realizza- ai LL.PP. Addesse, finalizzata ad ottenere zione della rotatoria fini- dall'Astral sia opere di ripristino per danni I professionisti del Consultorio ranno così le lunghe code provocati che opere compensative per sopAntera Onlus aderiscono al di automezzi che attual- perire a modifiche o scompensi provocati MIP3. Durante il mese di mag- mente si verificano lungo sul territorio comunale con l'ultimazione gio si svolgeranno seminari, la S.R.155 a causa della della Superstrada. Andrea Tagliaferri convegni e conferenze su vari presenza dell'impianto ambiti della Psicologia, sarà anche possibile fissare un appuntamento per un colloquio psicologico. Periodico di informazione politico-sociale e culturale Tutte le iniziative del MIP sono Direttore Responsabile Riccardo Strambi gratuite. Nella provincia di Frosinone è Editore Filippo Strambi stato organizzato un incontro Stampa Tipolitografia ACROPOLI di gruppo dal titolo "paura, ALATRI - Via Mediana Chiappitto, 5 - Tel. 0775 442588 ansia, panico: che fare?" durante il quale verranno fornite Segretaria redazione Elisabetta Ciancone informazioni chiare per comprendere la natura di questi feResponsabile di redazione Andrea Tagliaferri nomeni e per affrontare al meImpaginazione e grafica glio le situazioni di disagio. Elisabetta Ciancone L'incontro avrà luogo Sabato 29/05/2010 dalle 11:00 alle Redazione: 13:00 presso la sede di Alatri Pietro Antonucci - Carlo Capone - Mariella Minnucci del Consultorio Antera Onlus: Paolo Fiorenza - Bruno Sbaraglia - Riccardo Strambi strada Statale 155 Magione anAndrea Tagliaferri golo via Pietra di Valle. Per parHanno collaborato tecipare è necessario prenotarsi Angela Rossi Patrizio Minnucci - Fabio Padovani entro il 20/05/10, telefonando Chiara Camperi - Daniela Caliciotti - Serena Sperduti al numero verde 800.129667 Erika Rossi - Giuseppe Gatta - Miriam Minnucci - Emilio Silvestri (solo da rete fissa) o allo Alfredo Salomone - Davide Strambi - Daniela Pagliaroli 06.45425425, dal lunedì al Numero chiuso in tipografia il 26/04/2010 venerdì dalle ore 10.00 alle ore 18.00.
to, su specifica delega del Sindaco alla terza riunione della Conferenza di Servizi presso l'Astral di Roma per l'approvazione, in via definitiva, del progetto della rotatoria nei pressi dei "Capannoni Zeppieri". Il parere favorevole, giunto dopo due precedenti pareri negativi (26/01/2009 e 23/03/2010), è stato espresso a seguito di uno specifico preliminare incontro tenutosi nella sede comunale Lunedì 19 aprile tra i legali dell'Astral ed il legale del Comune di Alatri Avv. Angela Costantini, alla presenza dei rispettivi apparati tecnici. In
Autorizzazione Tribunale Frosinone n°232 del 4/10/1994
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Il bullismo si combatte puntando sull'educazione SORA - Laddove esistono la violenza e il mancato rispetto delle regole esiste anche un ambiente che, in qualche modo, asseconda tutto ciò. Ed è proprio su quell'ambiente che bisogna soffermarsi se si vuole estirpare il problema della violenza alla radice. È partendo da questo assunto che molte istituzioni operanti a Sora si sono ritrovate attorno ad un tavolo per dare vita ad un coordinamento permanente per l'educazione dei ragazzi alla legalità,
eliminando le "piaghe" del bullismo e del vandalismo, fenomeni che, nell'ultimo periodo, hanno conosciuto una recrudescenza in città, riempiendo le pagine dei giornali locali. L'incontro si è tenuto nella sala consiliare del Palazzo Comunale di Sora ed ha visto protagonisti non solo l'Amministrazione comunale ma anche famiglie, docenti fino ad arrivare agli stessi ragazzi, che metteranno in atto progetti ed iniziative per arginare gli episodi
sopra citati. L'assemblea è stata
organizzata dal sindaco di Sora Cesidio Casinelli, dall'assessore alla pubblica istruzione Cesare Gabriele e dall'assessore alle politiche sociali Pietro Facchini. In quest'occasione è stata presentata l'iniziativa "Educhiamo alla legalità" del progetto "Help & Go", rivolta alle
Cresce l'amicizia con Bruck an der Mur Una settimana di scambio tra i liceali del "Sulpicio" e i pari età austriaci
Il Comune austriaco di Bruck an der Mur
VEROLI - È sempre più forte e saldo il sentimento di amicizia e fratellanza che unisce Veroli alla cittadina austriaca di Bruck an der Mur. Lo dimostra anche il recente scambio che si è concluso da pochi giorni e che ha visto protagonisti i liceali del "Giovanni Sulpicio" ed i pari età provenienti dall'Austria. Per un'intera settimana i ragazzi stranieri sono stati ospitati presso le famiglie verolane per
un'interessante esperienza di vita, apprezzando e conoscendo le tradizioni ma anche gli usi locali. I giovani austriaci hanno partecipato alle lezioni italiane e, insieme ai loro coetanei, hanno avuto modo di conoscere le bellezze storico-artistiche del nostro territorio e non solo: oltre ad una visita al centro storico di Veroli, la delegazione ospite è stata a Tivoli, a Roma, a Napoli e agli scavi di Pompei. Non sono mancati inoltre i momenti di svago e di shopping. I ragazzi sono stati poi ricevuti dal sindaco di Veroli, il professor Giuseppe D'Onorio, il quale ha chiaramente evidenziato l'importanza di questo scambio che rafforza, come detto, il gemellaggio tra la città ernica e quella austriaca, oltre a costituire un mo-
mento di crescita e di formazione umana per i più giovani. A coordinare lo scambio sono state le docenti Claudia Giralico, per il liceo "Sulpicio", ed Helga Bohmer, per l'istituto austriaco. Ricordiamo infine che Bruck an der Mur è un comune austriaco che conta più di 13 mila abitanti, dotato di status di città e situato nella regione della Stiria, non lontano da Kapfenberg. È il capoluogo ed il centro maggiore del distretto omonimo: ricca di una notevole storia, è considerata un modello da prendere come esempio grazie all'alta qualità della vita dovuta ad un centro curato, infrastrutture ben sviluppate, attrattive culturali e turistiche, una vasta scelta di servizi a disposizione. Pie. Ant.
due scuole secondarie di primo grado della città che offre una consulenza a supporto dei ragazzi da parte di uno staff composto da un avvocato, uno psicologo e vari esperti. L'idea è quella di combattere bullismo e vandalismo con programmi di intervento e di prevenzione delle violenze da parte di uno o più giovani aggressori nei confronti di un altro ragazzo, vittima indifesa della prevaricazione, il che implica ed implicherà l'attivazione di azioni e sinergie, di una rete di sostegno psicologico e sociale alle vittime, alle famiglie, alla comunità scolastica. Del resto, intervenire in questo campo significa prevenire comportamenti anti-sociali e a rischio di sviluppi delinquenziali, intervenendo su un terreno minato, un tessuto insicuro ed instabile, incapace di garantire adeguatamente un corretto e sano processo di crescita dei giovani. Per ribaltare tutto questo si comincerà con la realizzazione e la distribuzione di una brochure informativa che spiega il fenomeno e i rischi (anche penali) a cui i bulli possono andare incontro. Una risposta concreta ad un problema spesso dimenticato e liquidato come cosa di poco conto. Pie. Ant.
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Vita alatrense
Alla riscoperta delle nostre montagne attraverso il Cai Chi entra nel Cai ha passione per la montagna, rispetto per l'ambiente e attenzione alla natura. All'interno del club si trova un mondo ricco di storia, cultura e
può percorrere un sentiero per ritrovare la propria dimensione. La sezione di Alatri, sotto la guida del presidente Walter Sabellico, conta attualmente 220 soci ed è
dell'anno, nonché nel modo di arricchito rispetto agli anni pre- ra amalfitana e una settimana reaccogliere i nuovi partecipanti cedenti. sidenziale sulle Alpi nel mese di aiutandoli con consigli e soste- Alle escursioni domenicali effet- Luglio. gno nei momenti di difficoltà. La tuate in tutte le stagioni e sui Inoltre, l'impegno della nuova disicurezza in montagna si ottiene gruppi montuosi locali (Ernici, rigenza sezionale, appena rinnotrasferendo ai frequentatori un Simbruini, Cantari, Lepini) o su- vata, è quello di dotare la sezioconcetto basilare che è quello di gli Aurunci e nel Parco d'Abruzzo ne di mezzi moderni di comunicarispettarla e di temerla, non è ma anche sul Gran Sasso, la zione, quale un video proiettore, consentito avventurarsi in azioni Maiella, i Sibillini, il Pollino e che uno schermo per promuovere innon compatibili con le proprie coprono tutti i gradi di difficoltà, contri ricreativi, culturali e forcapacità fisiche e mentali e non sono state affiancate gite turisti- mativi a cui potranno accedere si possono prendere sotto gamba che culturali quali la visita alla tutti i soci. Una sezione dunque i rischi insiti nell'ambiente mon- reggia di Caserta, ai Sassi di Ma- in perenne movimento. tano". Una particolare attenzione tera, alle zone archeologiche del è stata sempre posta al coinvol- viterbese, escursioni sulla costieBruno Sbaraglia gimento dei giovani delle scuole superiori, grazie all'impegno degli istruttori Laura Capria e Rocco Torre. Presidente: Walter Sabellico Per l'anno in corso è stato Vice Presidente: Calogero Aulicino predisposto un programma Segretario: Carlo Santurro specifico di attività che riGabriella Rufo - Antonello Bianchi - Luciano guarda l'escursionismo estivo Consiglieri: Figliozzi- Sigismondo Giordani - Illuminati ed invernale, arrampicate e Maurizio - Massimo Tofani altro, sotto la guida esperta dallo specialista Giovanni Revisori dei conti: Rita Quattrociocchi - Dino Santurro - Rocco Torre Macrino. Il programma delle Fanno parte di diritto: Luigi Scerrato (Presidente CAI Lazio) attività per il 2010 è stato
Il nuovo direttivo del CAI
Il Cai di Alatri
tradizioni, perché la montagna è una meravigliosa "palestra" dove si allena il corpo ma soprattutto l'anima. È lo scenario ideale dove l'uomo può riscoprire se stesso e la solidarietà degli altri uomini, uno spazio immenso dove ognuno
proiettata verso una crescita notevole. "Il motivo della forte richiesta di nuovi iscritti - ci dice il presidente - probabilmente risiede nella peculiarità del nostro modo di promuovere e frequentare la montagna in tutti i periodi
Ma… chi sono questi cristiani evangelici?
Come avvenne la costruzione della chiesa di Santa Maria Maggiore
Ad Alatri in via mediana Chiappitto 7, da Novembre dell'anno appena trascorso vi è situato il Centro Evangelistico Missionario "Sua Gloria" . Il Rev. Massimo Canale, Pastore del centro, è impegnato oltre che nel lavoro all'interno della Comunità Evangelica anche in attività missionarie per i più bisognosi. In collaborazione con il Comune di Alatri, il pastore è già in azione, con un progetto di solidarietà utile a sostenere ragazzi e famiglie in difficoltà, con la distribuzione di generi alimentari ed indumenti. Alla vigilia della Settimana pasquale lo abbiamo incontrato e rivolto alcune domande per capire meglio chi sono i Cristiani Evangelici. Chi sono i cristiani evangelici? Gli Evangelici seguono gli insegnamenti di Cristo, studiano e applicano la parola di Dio, sulla lettura del nuovo e vecchio testamento. Vengono anche definiti "Cristiani del libro" in riferimento alla Bibbia. "Cristiani" perché credono in Dio, Figlio e Spirito Santo; "Evangelici" dai racconti della vita di Gesù descritti dai quattro evangelisti. Credono nell'uguaglianza tra gli uomini e in un futuro colmo di gioia e di fede. Perché gli evangelici vengono chiamati anche protestanti? Protestanti in riferimento agli insegnamenti di Martin Lutero, che disapprovano tutto ciò che non è parola di Dio, è "per grazia che l' uomo verrà salvato solo per grazia e solo per scrittura della Bibbia". Il favore di Dio non è qualcosa che si può guadagnare con le opere, non c' è uno scambio di "monete" per espiare i propri peccati, ma viene concesso a colui che apre il cuore al Signore. Non serve un tramite del clero poiché tra l'uomo e Dio c'è un contatto diretto, e per raggiungere il paradiso non serve fare buone azioni, bensì basta avere fede… le opere verranno di conseguenza! Come si svolge il culto? Il culto, quello domenicale inizia alle ore 10:30, con "lode e adorazione" costituiti da canti spirituali impiegati per glorificare Dio. All'interno del culto si predica la parola del Signore ed ogni uno può esprimere con le parole, il proprio riconoscimento direttamente a Dio. In fine, dopo l' offerta, si celebra la "cena del signore" con il pane e il vino, per ricordare la morte di Gesù.
Una delle chiese più belle di Alatri è la collegiata di Santa Maria Maggiore sita nella omonima piazza del centro storico. Chi e in che modo costruì lo splendido tempio delle origini? Tenteremo di rispondere. Fin dal basso Medioevo ad Alatri transitavano turbe di scalpellini e scultori: i comacini. "Comacino" deriva dal latino "cum macina", cioè operai, muratori che si erano organizzati ed esercitati a eseguire lavori di grande edilizia con macchine: trabattelli mobili, centine regolabili, gru e pontili azionabili. I comacini, detti anche maestri longobardi, scendevano dal Nord e venivano a insediarsi qui da noi per tutto il periodo necessario alla "fabbrica" di un de- La chiesa Santa Maria Maggiore terminato edificio. Di fatto, le colonne, i capitelli, le mille pietre di forma complessa che costituivano l'assetto della chiesa venivano tagliate e lavorate interamente nella cava, e tutto per evitare gli oneri del trasporto. Un masso dal quale bisognava cavare un capitello pesa circa il doppio del manufatto realizzato. In poche parole, tutta la massa degli operai scultori e tagliatori si doveva ritrovare li, intorno alla cava, dove l'intera costruzione veniva realizzata pezzo per pezzo per essere, poi, trasportata e montata nel luogo stabilito. I nostri avi trasportavano i prefabbricati ed aiutavano l'allestimento finale. Ad opera ultimata si festeggiava tutti insieme con riti sacri e banchetti imbanditi di leccornie. Patrizio Minnucci, storico
Intervista al pastore Massimo Canale
Quali attività si svolgono al centro? E quali missioni umanitarie sostenete attualmente? Le attività si svolgono il Mercoledì, il Venerdì e il Sabato alle ore 17:00 per: studio biblico, riunione di preghiera per i bisogni delle persone della chiesa e per gli ammalati, Riunione dei giovani per prove musicali, attività ludico creative e evangelizzazione. Per maggiori chiarimenti www.suagloria.it, il sito internet del centro. La chiesa evangelica è attiva ad opera sociale con: centro di ascolto e accoglienza per ragazze madri, tossico dipendenti e persone in difficoltà considerando anche la difficoltà nel bisogno materiale e spirituale. Nel Vangelo sec. Matteo è scritto: "Quando l'avrete fatto a loro, l'avrete fatto a me". La comunità evangelica si occupa anche di missioni umanitarie in Croazia e Burkina Faso sostenendo "Lisa e Umberto Trapi" una sorella e un fratello della chiesa evangelica residenti di Anagni. A Burkina Faso hanno predicato il Vangelo, costruito delle chiese, curato gli orfani e piantato alberi. IL loro sito internet www.mietereperafrica.it Qual' è il messaggio che predicate e che volete far conoscere? "L'uomo può essere riconciliato con Dio ricevendo Gesù come salvatore della propria vita… per ricevere la vita eterna. Gesù è l'unico mediatore e l'unico salvatore". Il pastore Massimo Canale pronuncia un invito: "vieni a vivere l'evangelo con noi… tutto è alla sua gloria, tutti per la sua gloria". E.R.
L’ampliamento di Alatri tra il VI-IV secolo avanti Cristo Le mura poligonali di Alatri, per quanto possenti, tra il VI - IV secolo a.C. non separavano l'abitato urbano dal territorio, reso accessibile attraverso le porte che si aprivano alle estremità delle strade assiali. Un legame di natura religiosa tra l'interno e l'esterno della città era poi rappresentato dalle necropoli situate sempre in zona suburbana, lungo le strade di accesso. All'avvento di condizioni di relativa sicurezza, dopo l'unificazione romana, Alatri cominciò a ingrandirsi fuori delle mura con nuovi quartieri, non più ora regolati dalla pianta a quadrato o a rettangolo, ma con sviluppi spesso casuali, per lo più lungo le strade di accesso o attorno a edifici esclusi dall'area urbana (tra questi gli anfiteatri, in quanto gli spettacoli che vi si davano comportavano versamento di sangue). Questa evoluzione, questo uscire all'esterno contribuì a modificare la nozione di Alatri - città fortezza, luogo di rifugio e di difesa: era la premessa all'avvento della città aperta. Tuttavia le cinte murarie megalitiche erano diventate emblema inseparabile dalla nozione di Alatri città e si continuò a costruirle ugualmente nelle nuove fondazioni o a restaurarle nelle vecchie con abbellimenti monumentali ancora oggi visibili. Patrizio Minnucci, storico
13 Le spoglie della beata Arnaldo Uspini “ecco perchè lascio il coro del miserere” Cimatti in Cattedrale Vita alatrense
Le favole, anche le più belle, finiscono. Purtroppo, in quest'occasione, il finale è amaro. Anche tri-
ste se vogliamo. E succede che, a distanza di ben 75 anni da quella che fu la sua prima apparizione nelle processioni del Venerdì Santo ad Alatri (rievocazione storica), Arnaldo Uspini, meglio noto come Nando il pittore, decida di porre fine alle sue "uscite" con il Rione Scurano, lo storico gruppo del Miserere colonna portante di ogni processione. Una decisione quanto mai triste. Un'amarezza grande almeno quanto la limpidezza della sua voce. Scelta sofferta ma ragionata. Nando è rimasto deluso dal comportamento di alcuni elementi dello stesso Mi-
serere, "ragazzi che ho tenuto in braccio e ho visto crescere". Una lettera scritta di suo pugno e inviata a noi di Gente Comune (manoscritto che custodiremo gelosamente) per spiegare la sua storia nel gruppo, qualche aneddoto e quelle motivazioni volutamente poco chiare "per non creare disagi con persone alle quali comunque voglio un gran bene". "Il mio è un tristissimo addio al coro Miserere Scurano che da sempre fa parte della processione da me tanto amata. Nel 1935 ebbi l'onore di partecipare al suddetto coro. Dopo due mesi di prove, che si svolgevano nel convento dei Cappuccini che io raggiungevo a piedi dalla mia abitazione presso Santa Lucia, mi fu comunicato che non avrei partecipato all'evento. Non fu un anno semplice, perché l'allora maestro del coro Giulio Pantano, mi mise da parte perché a suo dire il mio era un canto romano e non prettamente dialettale. Credetemi, quell'esclusione rappresentò per me una grande sconfitta in quanto consapevole della bellezza e nitidezza della mia voce. Fu un'esclusione che non do-
veva succedere ma che purtroppo successe. Passò soltanto un anno però, ed eravamo nel 1936, affinché fui riaccolto nel coro e trattato come uno di famiglia da tutti gli adulti e da allora sino a quest'anno, non è esistito un Venerdì Santo dove io non abbia partecipato alla processione sempre con lo stesso entusiasmo. Dopo il sogno, e per me ogni processione era come un sogno, c'è stato l'amaro risveglio. Pensavo, che tutti i miei colleghi cresciuti nel coro Scurano insieme a me, fossero come figli, nipoti e soprattutto fratelli. Pensavo che questi avessero una grande considerazione di me fatta soprattutto da affetto sincero. Ma sbagliavo. Un malinteso, che io consideravo nullo, ha fatto venir fuori tutto l'astio covato per anni. Non da tutti per carità, ma sono venute fuori tante cattiverie gratuite che mi hanno spinto a prendere questa dolorosa decisione. Ai miei mille perché non so dare risposta, ma penso che la causa sia una sola e cioè che Iddio mi ha donato una voce che altri evidentemente non hanno". R.S.
Alatri, un passato possibile
I Popoli venuti dal mare Abbiamo esaminato la volta scorsa in maniera rapida (lo spazio è veramente tiranno) la prima ipotesi della venuta nella nostra terra, in tempi antichi, di genti dal mare, che è quella relativa alla fuga da Ilio (Troia) dopo una delle periodiche distruzioni di quella città. Avvenimento narrato nell'Eneide di Virgilio. Accenniamo ora alla
seconda ipotesi: quei popoli non sono venuti dall'est ma dall'ovest, da una terra mitica ma molto reale: da Atlantide. Molti diranno: come molto reale se Atlantide rimane un mito e difficile la sua collocazione? Supponiamo invece che Atlantide non si sia trovata nell'Oceano Atlantico ma nel Mediterraneo e che addirittura ancora esista a
due passi da noi. Una terra mitica, unica, una testimonianza di popoli, architetture, caratteristiche naturali che non si trovano altrove: la Sardegna. Pensiamo anzitutto ad un fatto: esiste una tesi "alternativa" che si è conformata nell'articolata mostra Atlantikà, allestita al Museo di Scienze Naturali di Torino.
…tra le righe…
Ma non tutti si sono detti d'accordo sulla traslazione Il 26 marzo scorso un piccolo ma commosso corteo, aperto dalle suore ospedaliere della Misericordia, ha "accompagnato" le spoglie della beata Suor Maria Raffaella Cimatti (Faenza, 1861 - Alatri, 1945) dalla piccola chiesa di San Benedetto, nei pressi dell'ex ospedale, alla Cattedrale. Lo spostamento si è reso necessario per la criticità dell'antica sede (vi piove dentro) e il rischio che il corpo della religiosa, proclamata beata da Giovanni Paolo II nel 1996, venisse trasferito a Roma, con l'Ordine che l'aveva più volte "reclamata". Alla processione hanno preso parte, tra gli altri, il vescovo diocesano Monsignor Lorenzo Loppa, il sindaco Costantino Magliocca, l'assessore al centro storico Sandro Vicni, i consiglieri comunali Maurizio Cianfrocca e Franco De Santis, il senatore Oreste Tofani, oltre a tanti comuni cittadini, i più anziani delle quali hanno magnificato tra di loro le "doti" di pazienza, umanità e profondo senso religioso e professionale che hanno animato la vita e l'opera di Suor Cimatti. Non a caso, infatti, la suora si meritò l'appellativo di "Angelo dei malati" durante la Seconda Guerra Mondiale, collaborando anche con il vescovo Facchini nei momenti più difficili, come quando i tedeschi - dopo la ritirata dal fronte di Cassino - volevano far saltare l'ospedale alatrense per ritardare l'avanzata alleata: Suor Maria Raffaella si prodigò evitando la strage. Al termine della traslazione, Monsignor Loppa ha celebrato una santa messa ricordando, ancora una volta, l'esempio di Suor Maria Raffaella accanto ai più deboli e sofferenti. Ad ogni modo, va rilevato anche il fatto che, sullo spostamento delle reliquie, si sono alzate voci contrarie o quantomeno perplesse. A detta di molti, infatti, l'assenza delle reliquie nella chiesa di San Benedetto potrebbe portare ad una rapida chiusura della stessa e al suo progressivo abbandono, tenuto conto che questo piccolo edificio sacro, quasi nascosto agli occhi dei passanti, versa già in condizioni non ottimali come accennato all'inizio. Pietro Antonucci Immagini, cartine e ricostruzioni per sostenere la tesi che di fatto si basa su un'ipotesi controcorrente: le mitiche Colonne d'Ercole - oltre le quali veniva convenzionalmente posizionata Atlantide prima del loro spostamento a cura dei geografi antichi, erano poste nel Canale di Sicilia. Quindi vi è il sospetto che quel limite estremo, quando Pindaro ne parlò per la prima volta nel 476 a.C., in realtà fosse all'interno del Mar Mediterraneo. E qual è la grande isola, per tanti versi così diversa dalle altre terre vicine, che si incontra solitaria e
misteriosa oltre "queste" Colonne d'Ercole? La Sardegna appunto. Nel corso dei prossimi incontri vedremo le somiglianze fra la descrizione di Atlantide fatta da Platone e la Sardegna, i motivi che avrebbero spinto alla fuga la potente stirpe guerriera che la abitava, le similitudini orografiche, di tecnica costruttiva, di riferimenti astronomici con le nostre mura. Seguiteci con il racconto (ed un pizzico di fantasia) nei prossimi appuntamenti. 4 - continua Paolo Fiorenza
ALATRI DA (RI)SCOPRIRE
Questua o cresta?
Tutti in piazza, 1993: chi c'era?
Senza dare colpe ad alcuno (visto non possiedo prove materiali ma "solo" testimonianze disinteressate), vorrei riportare alcune segnalazioni giunte in redazione da parte di concittadini alatrensi alquanto alterati per una vicenda che, se fosse vera, darebbe molto da pensare. In occasione delle festività pasquali e dell'organizzazione della Processione del Venerdì Santo, sembrerebbe che la Pro-loco abbia affidato a non meglio identificati "personaggi" la raccolta fondi in giro per la città. Moltissimi concittadini, sempre legati alle tradizioni alatrensi e alla memoria storica della nostra comunità, oltre che fedeli devoti, sembrano aver partecipato con entusiasmo consegnando nelle mani di queste persone autorizzate dalla Pro-Loco delle somme di denaro, piccole, medie o grandi a seconda delle proprie disponibilità, accorgendosi però, una volta arrivati a casa, che la ricevuta rilasciata riportava la metà di quanto donato. Molti hanno pensato ad una svista, ma una volta che si è sparsa la voce, il dubbio ha cominciato ad assalirli, perché i cosidetti "errori" erano troppo numerosi. Se si considera, ad esempio, una raccolta ipotetica di 1000 euro, ben la metà, ovvero 500, non si sa che fine abbiano fatto. E credo che le cifre di cui si sta parlando siano anche superiori. A questo punto chiedo al Presidente della Pro-loco un chiarimento, consapevole che è stato già attivato e allertato del problema da alcuni concittadini ai quali, però, ancora non è stata data spiegazione. Filippo Strambi
Partiamo dalla foto del numero scorso: la processione per Sant'Emidio nel 1915. Grazie all'aiuto dei lettori (in particolare, Carlo Rossi) abbiamo individuato i sacerdoti che guidano il corteo: don Paolo Cipolla e don Giulio Alviti. Questa volta vi proponiamo qualcosa di molto più recente: il balzo è fino al 1993, 17 anni fa. Siamo in P. S. Maria M. ed è in corso la protesta studentesca per ottenere una nuova sede per l'istituto di Ragioneria. Tante adolescenti dietro gli striscioni e che oggi sono donne adulte: chi c'era? Vi riconoscete? Se volete ricevere la foto via e-mail, per ingrandirla e vederla meglio sul vostro computer, potete contattare la redazione di "Gente Comune" (0775-442588, e-mail: gente.comune@email.it) oppure guardatela sul nostro profilo Facebook. Pie. Ant.
15 Benacquista, talento nostrano Wu doppio, la "ricerca" di Cecilia Nocella Arte e Cultura
Tonino Benacquista, considerato oggi uno dei più brillanti scrittori e sceneggiatori francesi contemporanei, è figlio di immigrati italiani originari di Broccostella e stabilitisi a Vitry-surSeine dove il padre era operaio in un cantiere navale. Nato il 1.9.1961 a Choisy-le-roi, ridente cittadina alle porte di Parigi, durante la sua infanzia legge poco ed è affascinato dalla serie televisiva Gli Incorruttibili a cui farà spesso riferimento nel suo romanzo Malavita. Frequenta il liceo Romain Rolland di Ivry, dove conosce Maurice Dantec (scrittore di fantascienza) e JeanBernard Pouy (scrittore di romanzi neri). Studia letteratura e cinema, ma interrompe i suoi studi con l'intento di imparare la vita e diventare uno scrittore completo. Intraprende così diversi lavoretti che saranno poi fonte di ispirazione per i suoi primi romanzi neri: pizzaiolo, accompagnatore notturno per la Wagon-lit (L'uomo che dormiva troppo, adattato per la televisione e ribattezzato Cuccette express con Jacques Gamblin nel ruolo principale), appendi-quadri in una galleria d'arte contemporanea (Tre quadrati rossi su fondo nero) o parassita mondano (I morsi dell'alba, adattato poi al cinema da Antoine de Caunes). Nel 1997 abbandona temporaneamente il genere nero per interessarsi al conflitto dell'individuo con sé stesso pubblicando Saga, libro con cui si consacra scrittore di successo. La popolarità come sceneggiatore arriva invece nel 2001 con l'adattamento per il grande schermo de I Morsi
dell'alba realizzato da Antoine de Caunes. Sempre nel 2001 Benacquista pubblica Qualcun altro storia di due trentenni che per scommessa, decidono di cambiare la loro vita e diventare quel che hanno sempre sognato di essere. Nuovo successo di critica e pubblico. Durante un'intervista, alla domanda se gli piacerebbe cambiare vita, Tonino risponde: "No, perché scrivendo ho realizzato il sogno della mia vita. Faccio quello che speravo di fare da piccolo: raccontare storie, cercando ogni volta il genere più adatto al soggetto. Per questo scrivo romanzi, ma anche racconti, pièces teatrali o sceneggiature per il cinema. Mi piace sorprendere ogni volta i lettori". Nonostante la fama in Francia, Benacquista non è molto conosciuto in Italia, pur essendo numerosi, nelle sue opere, i riferimenti alla terra d'origine. La commedia dei perdenti, ad esempio, è quasi interamente ambientato a Sora. Il protagonista, Antonio, viene in Italia in indagare sull'assassinio dell'amico Dario, che gli ha lasciato in eredità una vigna priva di valore a Sora, terra d'origine dei suoi genitori. Le sue ricerche porteranno alla luce un intreccio di segreti e una clamorosa truffa, ma anche divertenti colpi di scena. Nella sua permanenza sorana Antonio troverà anche l'amore. Il libro è un giallo godibile e assolutamente consigliato, unica pecca, a detta di chi l'ha letto in francese, è la traduzione che non rende giustizia all'umorismo dello scrittore. Personalmente ho rilevato alcune imprecisioni descrittive che lasciano capire come l'autore si sia basato forse più su ricordi e racconti atavici che su una reale conoscenza del territorio. Un incontro con Tonino Benacquista a Sora e Broccostella sarebbe un evento di sicuro successo nonché un'occasione di arricchimento tanto per l'autore che per le due città. Serena Sperduti
Mobilio rustico: la cucina alatrense (ricerca a cura di Gino Maiello)
Lontani anni luce dai più moderni design, i mobili ciociari furono fabbricati soprattutto per la funzione per la quale erano stati concepiti. Il legno, materia prima delle strutture veniFOTO 1 va lavorato rozzamente con la scure. La funzionalità era requisito indispensabile. La cucina, oltre che luogo per la preparazione e cottura dei cibi fungeva anche come deposito degli attrezzi di lavoro (che venivano depositati in casse quasi sempre poste ai lati del camino) e come luogo per il pranzo. Il camino, mezzo simbolico aveva una triplice funzione; fungeva infatti da mezzo di riscaldamento, da mezzo di cottura dei cibi e da veicolo di discussione della vita familiare. Alla sera, dopo una lunga e faticosa giornata di lavoro si ci riuniva con la propria famiglia intorno al camino per discutere e raccontare la propria giornata. Elemento essenziale presente nelle cucine ciociare era il tavolo, in legno e di struttura semplicissima, affiancato da panche e sgabelli a tre piedi, antenati delle recenti sedie impagliate. La vecchia mastra (la madia; vedi foto 1) divisa in due parti, era usata, nella parte superiore per impastare il pane e per conservarlo dopo la cottura, nella parte inferiore per tenere cibi o utensili. L'arca (vedi foto 2) aveva quasi la stessa funzione, ma serviva anche per conservare i residui dei pasti, insieme FOTO 2 all'olio, al sale e alle spezie; la struttura ad incastro abbastanza singolare, non necessitava di chiodi o colla; si presume che questa sia la testimonianza e la certezza che l'arca sia l'arredo più antico. Un solo corpo apribile in alto fungeva da coperchio. Immancabile "gli ciocc", una sezione di tronco di quercia su cui si poggiava la tina, conca di rame, utensile indispensabile ed immancabile a casa di un ciociaro, usato come contenitore d'acqua è tutt'oggi il simbolo della Ciociaria in tutto il mondo. E sugli utensili ciociari verterà il nostro prossimo viaggio. Giuseppe Gatta
Tra realtà e illusione. Un continuo oscillare tra la quotidianità e il velo di Maya del teatro. Dopo "Dio fallito in partenza", Cecilia Nocella, tenace artista alatrense, in occasione della rassegna al femminile del Teatro comunale di Veroli, è tornata sul palcoscenico con "Cercando Wu doppio". Diretta e interpretata dall'attrice-regista nostrana e sostenuta dall'instancabile aiutoregia Luigi Ciccaglione, quest'ultima pièce teatrale rappresenta un ulteriore importante traguardo per Nocella e, al contempo, un piccolo grande barlume di speranza per quella cultura che in Ciociaria sembra lasciarsi morire. Lo spettacolo, andato in scena anche a Roma, è una studiata rielaborazione di "La misteriosa scomparsa di W" di Stefano Benni, testo scritto 16 anni fa e ancora tremendamente attuale. Il monologo è una divertente, angosciante satira della società moderna, con i suoi ritmi frenetici e le sue instancabili corse verso obiettivi troppo spesso insoddisfacenti. La storia è quella di Vu, una donna come tante che però ha perso un pezzo di sé, il pezzo decisivo per ricostruire il puzzle della vita: Wu doppio. In una scenografia semplice, abbagliante, candida fino all'inverosimile e un palcoscenico cosparso da oltre 7000 bicchierini di plastica, Vu ripercorre le proprie memorie, ma non c'è soluzione di continuità nei ricordi che affastellano la mente della ragazza. La protagonista sa con certezza che l'obiettivo della sua ricerca non è un'alternativa al pezzo mancante: è l'originale. Quel frammento è l'unico in grado di rimettere ordine nella sua vita, di ricostruire il giusto equilibrio di un'esistenza ormai sbiadita dal Calmadon, la droga del XXI secolo che illusoriamente attenua tutti i mali. "Quella di Vu - dichiara Cecilia Nocella - è un'insicurezza insana, alimentata dalla realtà in cui viviamo. La società attuale ci conduce verso un regime, offrendoci una falsa soluzione come il Calmadon". La rappresentazione mette in luce la nostra umanità, il riso amaro, il fragile e ridicolo esistere in un mondo che ci costringe ossessivamente a colmare il vuoto che abbiamo dentro: una vacuità spesso autoindotta e lontana anni luce dai beni materiali, dal consumismo di cui siamo schiavi. Esiste una possibilità di salvezza? "Troveremo sempre motivi di insoddisfazione, ma la ricerca della propria metà - afferma la regista - è sempre possibile. Il "Wu doppio" cambia, ma ciò di cui noi tutti abbiamo realmente bisogno sono gli stimoli, la ricerca. L'importante è essere sicuri di sé, senza fare troppo affidamento sull'esterno". Miriam Minnucci
Buoni Spesa €uroSic contro la crisi Il Progetto €uroSic mantiene le promesse. Nato con l'intento di sostenere e risollevare l'economia locale, continua a porsi come punto d'incontro tra il cittadino-consumatore, il commerciante e la Pubblica Amministrazione. "Iniziativa Sociale Anti-crisi" è il nome voluto per il gruppo, nato sul noto social network Facebook, che permette di ottenere ben 70 euro in Buoni Spesa, attraverso la semplice iscrizione! Questa nuova iniziativa anti-crisi, nata da soli 90 giorni già annovera oltre 2.500 richieste provenienti da tutta Italia e il tam-tam nella rete sta diventando inarrestabile. Ad oggi, oltre cento attività commerciali, accettano volentieri i Buoni Spesa €uroSic in una percentuale media del 10%. Ciò significa che il Buono allegato vale realmente 1 euro, se ritagliato e speso, in una qualsiasi delle attività convenzionate a fronte di una spesa media di 10 euro. L'elenco ufficiale degli associati è consultabile attraverso il sito www.eurosic.info Progetto patrocinato dalla Regione Lazio Ass. PMI e dalla Provincia di Frosinone. Riconosciuto dalla Camera di Commercio come "Progetto Innovativo" Daniela Caliciotti
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Storie e personaggi
La storia di Rodolfo Graziani, il generale e il politico La sua carriera trentennale di combattente sul suolo coloniale
Nato a Filettino l'11 agosto 1882 da una famiglia priva di tradizioni militari, Rodolfo Graziani, studiò presso il seminario di Subiaco, ma ben presto preferì la vita militare a quella monastica. Non potendosi permettere di frequentare l'accademia di Modena, svolse il servizio di leva nel plotone allievi ufficiali del 94° Fanteria di Roma e promosso sottotenente fu inviato
presso il 92 Fanteria di Viterbo. Nel 1906 divenne ufficiale effettivo nel Primo Reggimento Granatieri di Roma. Destinato in Eritrea, prese parte alla guerra italo-turca, guadagnandosi sul campo i gradi di capitano. Successivamente partecipò alla prima guerra mondiale, dove rimase più volte ferito e decorato con medaglia al valor militare. Nel 1918, a soli 36 anni, divenne colonnello, il più giovane della storia d'Italia. Divenuto un esperto di guerre coloniali, operò con efficacia e durezza nella riconquista della Libia (1921-31), nella guerra d'Etiopia e nella successiva guerriglia abissina. Se da una parte era stimato dai suoi uomini per il prestigio acquisito, dall'altra si era circondato di una pessima reputazione a causa di metodi sbrigativi adottati per domare le bande ribelli che insanguinavano la
Libia. Una leggenda non avvalorata da prove certe, ma che circolava tra i guerriglieri, era che usasse giustiziare gli insorti facendoli precipitare nel vuoto dall'alto di un aereo. Durante la seconda guerra mondiale divenne governatore e comandante superiore in Libia, ma venne duramente sconfitto dall'esercito inglese e quindi sostituito nell'incarico. Dopo un breve periodo di ritiro accettò da Mussolini la carica di Ministro della guerra nella costituenda Rsi, che mantenne fino al crollo finale del 1945, partecipando alla lotta contro la resistenza. Nella notte tra il 29 e il 30 aprile 1945, il Maresciallo Graziani si arrese a Milano presso il comando del IV Corpo d'Armata americano. Fatto prigioniero, fu trasferito ad Algeri, presso il campo P.O.W.211, come prigioniero di guerra in base alla decisione della Corte Internazionale Permanente, che aveva riconosciuto le truppe della Rsi come "combattenti regolari". Durante il pe-
riodo della detenzione Graziani scrisse e pubblicò tre volumi "Ho difeso la Patria", "Africa Settentrionale 1940-41", "Libia redenta". Ogni suo racconto risultava essere preciso, ricordando con esattezza fatti, nomi, episodi, date. Nel giugno 1948 fu davanti alla Corte d'Assise Ordinaria e rinviato a giudizio. Nel maggio 1950, durante un dibattimento Graziani affermò che la bandiera della Rsi fu sempre e solo quella della Patria e nelle stesse condizioni avrebbe rifatto le stesse cose. Rodolfo Graziani fu ritenuto colpevole del reato di collaborazione militare con i tedeschi posteriormente all'8 settembre 1943 e condannato a 19 anni di reclusione, dei quali 13 e 8 mesi condonati. Graziani fu dimesso dalle carceri nell'agosto 1950 e, dopo una breve sosta a Roma, si trasferì ad Affile dove trascorse il resto dei suoi giorni fino alla morte avvenuta l'11 gennaio 1955. Bruno Sbaraglia
TINA LATTANZI: una voce alatrense per le dive di Hollywood! Annunziata Costantini, nacque ad Alatri il 5 dicembre 1897, dal padre Ercole e dalla madre Geltrude Montosi. Nel 1919, sposò il professore Giovanni Lattanzi con il quale ebbe due figli (Glauco e Fiorella). "Boccoli bianchi, corpo sinuoso, uno sguardo che seduceva e una voce sospesa fra innocenza e malizia. Questa fu la fulgida Tina Lattanzi, star di secondo piano del cinema fascista, ai tempi in cui Cinecittà era la culla dei migliori registi italiani. In lei, Guido Brignone ha trovato il suo Paradiso, mentre noi, nel suo timbro, abbiamo trovato i primordiali abbozzi infantili di una cattiveria che risiedeva nella fiammante bellezza delle streghe dei cartoni animati della Disney. "Specchio, specchio delle mie brame, dimmi, chi è la più bella del reame?", chiedeva lei in sala di doppiaggio allo specchio incantato, animato nella pellicola… Iniziò a recitare nel 1923 con la compagnia dell'attrice e regista
Tatiana Pavlova, grazie all'aiuto di Vittorio De Sica. …L'esordio cinematografico risale invece al 1930 nella pellicola La straniera di Amleto Palermi e Gaston Ravel, seguita da Cinque a zero (1932) di Mario Bonnard, accanto all'amico De Sica. Poi, l'incontro con il regista Guido Brignone nel Rubacuori (1931), la spinse a lasciare il teatro e a dedicarsi a tempo pieno alla recitazione e al doppiaggio. In quest'ultima arte, fra gli anni Trenta e i Sessanta, Tina Lattanzi presterà la sua voce duttile e suadente ai grandi miti della cinematografia hollywoodiana come Joan Crawford, Rita Hayworth, Marlene Dietrich, ma soprattutto Greta Garbo, che si dice abbia affermato, dopo aver visto la versione italiana del suo Margherita Gauthier (1936), che sarebbe stata un'attrice migliore se avesse avuto la stupenda voce della Lattanzi. Voce che, lo ricordiamo, fu contraddistinta da quello che nel gergo tecnico viene definito "birignao", ovvero la pro-
nunzia nasale con un prolungamento delle vocali finali delle parole. Tornò a teatro solo nel 1936, quando recitò in "Carità mondana" di Giannino Antona, seguito da "Il dolce aloe" di Jay Mallory con la compagnia del Teatro di Milano. Per il resto, la sua carriera fu tutta donata al cinema specializzandosi perfettamente nei ruoli di aristocratica. Lattuada, Camerini, Riccardo Freda furono solo alcuni dei registi che ebbero la fortuna di dirigerla, benché in piccoli ruoli, nelle loro pellicole, fra i quali emerge perfino un film francese, diretto da Christian-Jaque, La Certosa di Parma (1948). Fenomenale nel ruolo della moglie del sindaco, accanto a Totò in 47 morto che parla (1950) di Carlo Ludovico Bragaglia, ma ancora più stupenda fu accanto a Silvana Mangano in Anna (1951) di Lattuada. Nel 1953, Mario Monicelli e Steno la vollero nel cast de Le infedeli e lo stesso anno, Matarazzo la dirigerà ancora una volta in Tormento (1953).
A cavallo fra gli anni Cinquanta e Sessanta, continuò a recitare e a essere una presenza riconoscibile nel cinema italiano e non solo: Luigi Zampa, Francesco Maselli, Jean Delannoy, Umberto Lenzi, ma soprattutto Luchino Visconti con il suo Gattopardo (1963) la investirono ancora una volta di quel lato nobile che il suo timbro le conferiva. Negli anni '70 ritornò sporadicamente sulle scene teatrali… ma si concentrò principalmente sui suoi ruoli ne La donna della domenica - dove interpreterà la madre di Jean-Louis Trintignant - e ne Il cuore di mamma (di Gioia Benelli che fu il suo ultimo film, accanto
a Ingrid Thulin, Massimo Girotti, Margarert Mazzantini e Lea Padovani" (Fabio Secchi Frau in MYmovies). Negli ultimi anni della sua vita, lontana dal mondo dello spettacolo, ormai semicieca, con le sue ripetute partecipazioni al Maurizio Costanzo Show si fece conoscere al giovane pubblico. Tuttavia, come ebbe a ricordare, Roberto Rombi ne La Repubblica del 26 ottobre 1997: "Niente ville, gioielli, oggetti preziosi per Tina Lattanzi. I fasti di una vita lussuosa erano stati spazzolati via dalla sua passione per il gioco d'azzardo. Ricordava le notti intere passate nelle bische di Roma con Anna Magnani, con Vittorio De Sica. Ricordava anche il suo litigio con Mussolini per non aver voluto doppiare una sua protetta in Scipione L'Africano, film di regime. E il suo contributo nel rendere più sensuale la voce della Haywort in Gilda. Anche a Tina Lattanzi era stato proposto di scrivere un libro di memorie ma lei aveva rifiutato:" Un conto è la cronaca, un altro conto sono i miei ricordi più segreti…". Per questo, fu per lei un sollievo economico, non di poco conto, la notizia che, nel 1992, le venne accordato il vitalizio della Legge Bacchelli. Morì a Milano il 25 ottobre 1997, all'età di 99 anni. Avv. Fabio Padovani
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IL Mestro CESARE BARONI, eroe antifascista "sui generis" Non crediamo certamente di poter esaurire in queste poche righe la grandezza della storia persona-
sempio di altissimo valore per tutti noi e per la nostra memoria condivisa. Non è un caso che importanti esponenti del mondo politico e professionale provinciale si stiano battendo per ottenere da Alatri l'intitolazione di una strada in sua memoria. Cesare Baroni nasce ad Alatri nel 1895 e diventa prestissimo uno stimato quanto temuto maestro elementare, per poi entrare a capofitto nella lotta per la Resistenza antifascista, come Socialista prima e come Comunista poi. Fu, infatti, tra gli organizzatori locali del Comitato di Liberazione Nazionale Doc. 1 - La tessera del Partigiano Baroni (documento 1). le di un alatrense come la Meda- Già da alcuni documenti ancora glia d'Oro al Valor Militare Cesare conservati, il Fascismo lo archivia Baroni, ma vogliamo contribuire quale "sovversivo incorreggibile" all'opera di riconoscenza iniziata e pertanto ne controlla passo da più parti verso questo concit- passo l'attività e la vita privata tadino che, seppur non compaia (documento 2). nei libri di storia tranne qualche Le ragioni di tutto questo accanicitazione nei Quaderni della Resi- mento, fatto anche di carceraziostenza Laziale, rappresenta un e- ni e torture, furono evidenti ed
ufficializzate nel 1944, in piena Liberazione, quando il Generale Bencivenga (Comandante Civile e Militare Italiano nella Roma appena liberata) concesse la Croce di Guerra al Valor Militare a Baroni, con la motivazione "Ardente e generoso patriota, in nove mesi di lotta clandestina fu instancabile nell'opera di propaganda, nell'azione di collegamento e negli atti di sabotaggio. Identificato come membro del CLN fu arrestato, ma calmo, sempre con altissimi spirito di sacrificio, non parlò. Rilasciato, continuò a sfidare con la sua opera l'ira fascista fino alla
Liberazione Settembre 1943 - Giugno 1944". (documento 3) Durante la sua azione sul territorio di contrasto al Fascismo, Baroni ebbe notevole supporto dal Vescovo Mons. Facchini, celebre per il suo dichiarato antifascismo, tanto che non ebbe paura di attaccare pubblicamente durante le SS. Messe anche il Prefetto di allora e
In alto Doc. 3 - La croce d'oro al valore A sx doc. 2 - La scarcerazione di Baroni
Storia della Massoneria Ciociara, il seguito... "Non c'è due senza tre. Faccio mio il detto e vengo al sodo. Lessi qualche tempo fa, con viva curiosità e per gentile dono del collega di lavoro, il vostro giornale e in esso l'articolo che concerneva la storia della Massoneria nella Provincia di Frosinone. Una storia ricostruita con precisione, scevra da condizionamenti, asettica. Cosa mi fece enorme piacere, tanto che chiesi al mio collega di poter conoscere l'estensore dell'articolo, magari per approfondire insieme l'argomento, e se possibile arricchirlo, per portarlo ai giorni nostri. Si, perché necessariamente quella storia si fermava a qualche decennio fa, alla costituzione della Loggia Giorgio Asproni, non potendo dar conto che da questa, per nor-
male gemmazione, si sono costituite altre due Logge, Il Vello d'Oro e la Numa Pompilio. La prima in Frosinone e l'altra in Casalvieri. Quale ex Maestro Venerabile della Loggia Giorgio Asproni sentivo, e sento, il dovere di dar conto del fatto che in Frosinone la Massoneria, come giustamente rilevato, esiste da tempo, dagli inizi dell'ottocento, ed ancora oggi è viva e vegeta nel territorio, sino al punto di aver formato diverse generazioni di uomini che hanno fruttato il sorgere di altre Logge. La seconda è stata l'articolo, dello stesso giornalista, su Antonio Paleario. Nostro conterraneo arso dall'Inquisizione come eretico, in quanto non riconobbe l'infallibilità papalina e biasimò, senza tema, la corruzione e lo sfarzo della Santa Sede.
ALATRI - Via Tel. 0775 407680
I due articoli convergono oggi su un punto che mi piace far rilevare. In Piazza della Libertà, a Frosinone, davanti al palazzo del Governo, fra questo e la chiesa di Sant'Agostino, è collocato un monumento dedicato appunto "Ai Martiri della Libertà". Un bronzo dell'artista Ernesto Biondi che ritrae una serie di personaggi caduti in nome di quella Libertà di Pensiero che fu il senso della loro vita. Tra questi, in una posa eloquente v'è il nostro Aonio Paleario che con piglio osserva la Prefettura, mentre alle sue spalle, mostrando il petto ai fucili papalini, il Nicola Ricciotti, altro nostro illustre conterraneo caduto per l'Italia e l'ideale della libertà di Patria, guarda verso la chiesa Romana. Convergono perché il monumento, che quest'anno compie i 100 anni dalla sua installazione, è una scultura che, come forse tutti non sanno, fu voluta dai Fratelli Massoni di Frosinone, uBasciano, 44 nitamente a - Fax 0775 403021 quelli di Cosen-
za e di Venezia, ed i lavori del bassorilievo furono eseguiti con la sovrintendenza di Ettore Ferrari, altro illustre scultore italiano ed allora Gran Maestro del Grande Oriente d'Italia. Quell'Ettore Ferrari che realizzò quell'altra opera d'arte in Campo dei Fiori, raffigurante Giordano Bruno, il Nolano giustamente ed universalmente innalzato a simbolo del Libero Pensiero. Oggi, per fortuna, l'uomo, almeno quello occidentale, si è sgravato dalla schiavitù, dall'intolleranza e dal condizionamento culturale, ed il processo della libertà di pensiero è ormai dato per acquisito. Ma quanto è costato, quante vite si sono immolate per consentire a noi oggi di poter essere degli uomini liberi; forse ogni tanto è anche bene ricordarlo, perché se tali siamo dobbiamo però imparare a fare di questa ricchezza una virtù. La Massoneria, che ha dato al tema i suoi migliori figli, continua ad essere la continuazione del loro pensiero, la scuola dove l'Arte della Libertà si esercita, fra uomini diversi, di credi diversi, di razze diverse, uniti da uno spirito uguale teso a dare un senso all'umano divenire". Emilio Silvestri
di esortare i cittadini di Alatri a resistere contro i tedeschi. Fu questo il motivo che portò, ad esempio, il Governo della Repubblica di Salò a scrivere alla Segreteria di Stato Vaticana con rimostranze contro Mons. Facchini, reo di "aver dichiarato ai fedeli durante la Santa Messa che era necessario mostrare ai Tedeschi i denti". Altro epidosio che lega Baroni, appena autoproclamatosi Commissario Straordinario governativo dell'Alatri liberata, al compianto Vescovo Facchini, fu la storia di un Carabiniere partigiano morto e al quale il monsignore dovette, per motivi che andavano al di la del suo potere e per indicazioni precise che provenivano da Roma, negare il funerale in quanto "comunista". Fu in quel momento che i partigiani presero le armi e minacciarono la Curia di portare la salma in Chiesa con la forza. Ancora una volta l'intelligenza del Maestro Baroni e la stima che tutti nutrivano per lui evitò il peggio. Baroni entrò nella sede vescovile e parlò a quattrocchi con Facchini ricordandogli tutte le battaglie fatte insieme contro i Fascisti e i Tedeschi. Uscì dalla casa episcopale con il foglio di dispensa in mano per la gioia di tutti, partigiani e familiari del Carabiniere morto. Per saperne di più, con un piccolo sforzo si può rintracciare lo scritto di Vincenzo Cerceo dal titolo "Baroni, un antifascista", dal quale abbiamo preso spunto per questa breve ricostruzione storica e umana. Andrea Tagliaferri
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Sport
Moriero esonerato, Carboni il nuovo tecnico Frosinone Calcio - E' finita come nessuno immaginava. O almeno come nessuno avrebbe ipotizzato appena un girone fa. Il Frosinone ha esonerato Francesco Moriero, tecnico emergente che tanto aveva fatto divertire e sognare i tifosi canarini. A ottobre il Frosinone era in testa alla classifica. Normale che si prospettassero scenari ben diversi. Oggi, dopo i cinque punti conquistati nelle ultime undici gare e lo spettro della retrocessione quanto mai vivo, c'è stata la scossa voluta direttamente dal presidente Stirpe. Decisivi il trend negativo nel girone di ritorno e la sconfitta di Bergamo contro l'Albinoleffe, dove i ciociari hanno gettato la spugna quasi prima di entrare in campo. Carenza di risultati a parte, l'involuzione tecnica è stata l'oggetto di maggiori critiche per l'ex tecnico leccese. La scelta di insistere sul modulo 4-2-3-1 si è rivelata, risultati alla mano, una mossa assolutamente controproducente. Il tempo del calcio champagne era terminato e forse puntare su un modulo più co-
perto e pragmatico sarebbe stato maggiormente utile vista la situazione. Moriero lascia a Carboni un gruppo sfiduciato. Al
Guido Carboni, nuovo allenatore del Frosinone
nuovo mister il compito di raggiungere la salvezza, obiettivo difficile ma fortemente cercato dal presidente Stirpe. "Auguro di cuore la salvezza al Frosinone che porterò sempre nel mio cuore" le parole d'addio dell'ormai ex allenatore canarino Moriero.
Ortoli-Graziani. Il tecnico di Arezzo, 47 anni, è stato presentato al Casaleno dopo che Stirpe aveva incontrato una delegazione di tifosi a dir poco arrabbiati vista la situazione della squadra giallazzurra. La scelta di Carboni, ex allenatore del Rimini retrocesso nella scorsa stagione (episodio non proprio ben augurante), è stata presa dal duo Ortoli-Graziani proprio nella notte dopo la disfatta di Bergamo. Una virata obbligata vista la scarsità di allenatori in circolazione in questo momento del campionato. Graziani aveva comunque già sondato il terreno con Carboni dopo il ko interno con il Vicenza. L'ex Rimini si era detto felice per questa possibilità. Guido Carboni. Prima della retrocessione con il Rimini, arrivata comunque dopo i playout contro l'Ancona, Carboni nelle due precedenti stagioni nella serie cadetta aveva avuto già una poco felice stagione con l'Avellino (poi retrocesso dopo aver comunque esonerato lo stesso Carboni) e prima ancora sulla panchina del Crotone,
dove era subentrato a Giustinetti a campionato in corso. Ha già lavorato con Basha, Cariello e Santoruvo e dalla sua ha nel curriculum una promozione dalla C1 alla B con la Viterbese
Francesco Moriero il tecnico esonerato
e un undicesimo posto con il Bari nella stagione 2004-'05. Cinque giornate per centrare la salvezza e quindi per prolungare di un altro anno la sua esperienza in Ciociaria, così come recita il suo contratto, sono la sua speranza e quella di tutti i tifosi ciociari.
L'Aletrium "vede" la Prima Categoria Trionfo degli allievi verderosa ASD Aletrium - "E se ne va, la capolista se ne va". Hanno cantato così gli ultras dell'Alatri, encomiabili come sempre, al termine dalla gara che ha visto la squadra ciclopica battere per quattro reti a uno il Serrone. Viatico fondamentale poiché i ciclopici, dopo il passo falso del Torrice sconfitto in trasferta dal Monte San Giovanni Campano, hanno riagguantato la
impressione vista la categoria. Dal canto loro i ragazASD Aletrium Settore giovanile - Splendido campionato della squazi in campo hanno sempre onorato i colori e alla fine, dra Allievi dell'ASD Aletrium Città dei Ciclopi che vince il proprio girone e chiude la stagione regolare con una striscia di sedici risultati nonostante una stagione che ha davvero dell'incrediutili consecutivi. I ragazzi allenati da mister Fanfarillo, infatti, a parbile, stanno raccogliendo i frutti di un lavoro iniziate un lieve calo di concentrazione che li ha portati a due sconfitte to ad agosto. Vedere mister e giocatori chiamati consecutive a metà novembre, da allora non hanno più perso, andan"sotto la curva" a raccogliere gli applausi dei supporter in quel di Serrone, è stato un premio al traguardo agguantato anche se, ovviamente, da completare. I protagonisti. Gran parte dei giocatori scesi in campo nelle ultime giornate non discostano molto rispetto a quelli d'inizio campionato. E allora elogi a Fabio Ceci, bravissimo a ricompattare un gruppo anche se forse lui stesso aLa formazione Allievi guidata da Fanfarillo veva contribuito a smantellare. do a vincere anche a Ferentino contro la Pro Calcio e a Morolo, le due Ha tenuto duro, non era semplicompagini che fino all'ultimo hanno conteso all'Aletrium la vittoria ce e molti meriti sono suoi. finale. Con queste due vittorie esterne contro le dirette inseguitrici i Applausi ai veterani. ragazzi dell'Aletrium hanno, di fatto, posto fine alla corsa a tre e si Capitan Graziani, che a fine ansono aggiudicati il titolo. Ben quadrata in tutti i reparti la compagino lascerà e visto il rendimento ne verderosa all'inizio della stagione è ripartita con la maggior parte altissimo tutti si chiedono il perdegli effettivi che l'anno scorso costituivano l'intelaiatura della squaLa formazione dell’Aletrium in campo a Serrone ché, è stato sempre fondamentadra che si era classificata seconda nel Campionato Giovanissimi, protesta della classifica del campionato di Seconda Ca- le. Stefano Tagliaferri stellare: tornato dall'infortuprio dietro la Pro Calcio, con l'inserimento di alcuni altri elementi tegoria. Due reti di Cretaro, una del solito Fanella e nio, ha iniziato di nuovo a "incartare" la palla agli sempre frutto del vivaio verderosa ma "di ritorno" dopo un'esperienla firma finale di Tagliaferri E. (Capello), hanno rega- avversari. Scardella un mastino instancabile. za di un anno in altre realtà. Questo gruppo di ragazzi, quasi tutti lato una giornata di festa alla società e ai tifosi ver- Dell'Uomo che corre ancora come un ragazzino. E a nati nel 1994, il prossimo anno saranno impegnati nel campionato derosa che ora, a due gare dal termine, vedono con- seguire tutti gli altri, ragazzi uniti e amici anche regionale. Grande soddisfazione per la società dei fratelli Tagliaferri che molto ha puntato sul settore giovanile. creta la possibilità di vincere il campionato e salire fuori dal campo. Dei presidenti Tagliaferri, persone direttamente in Prima Categoria, senza attendere il che mantengono sempre impegni e proresponso dei ripescaggi che, comunque, garantiscono messe fatte non si può che parlar bene. il passaggio di divisione anche in caso di secondo Se l'Aletrium andrà in Prima Categoria, Tipolitografia posto. campionato in prossimità di quelli più Il Fumone al "Chiappitto" e il Torre Cajetani in tra- ambiti, il merito sarà soprattutto loro. di Davide Strambi sferta, entrambe in piena corsa salvezza quindi for- Ora massima concentrazione. Si è primi mazioni motivate e agguerrite, sono gli ultimi osta- ma nulla è assolutamente deciso. Torrice coli prima della fine delle ostilità. è distante solo due lunghezze. Due parLe differenze qualitative e di blasone sono ben note, tite per sognare e continuare a salire ma dare tutto per scontato sarebbe un pensiero verso quello che società e tifosi dimoquantomeno irresponsabile. strano di meritare. Domenica tutti al Ultras Alatri. Superfluo ogni discorso sui tifosi ver- Chiappitto. ALATRI - Via Mediana Chiappitto, 5 derosa. Una passione unica. I ragazzi di Fabio Ceci Tel. 0775 441344 - 0775 442588 Pagina a cura di: sono stati sostenuti in casa e in trasferta praticamente sempre. Brigata Ciclopica e Gruppo Disturbo e-mail: tipografiaacropoli@email.it Riccardo Strambi sempre uniti con vessilli, sciarpe e tanta voce da far
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Sport
La città dei Papi conquista il Pass per la Serie A - Dilettanti ANAGNI - Dopo una splendida cavalcata nel girone C del campionato di B Dilettanti, la Romana Chimici Anagni ha conquistato il pass per la serie A Dilettanti, con la vittoria in casa della Tiber Roma che ha regalato al team di coach Luciano Nunzi la certezza matematica, a due giornate dalla fine della fase ad orologio, dell'approdo nel terzo campionato nazionale. Un traguardo storico per la società biancorossa, fortemente voluto dopo investimenti mirati che hanno permesso di costruire una squadra di altissimo livello, ma soprattutto meritato per quanto Bruni e compagni hanno fatto vedere sul parquet, mostrando fin da inizio stagione, nonostante qualche periodo di calo dovuto ad infortuni e altri tipi di problematiche, una
continuità e una cattiveria agonistica che nessuno ha avuto la forza di contrastare. Per questi motivi la vittoria della Romana Chimici non lascia spazio ad in-
suon di risultati ha dimostrato di essere la formazione più attrezzata. Ad esprimere tutta la sua gioia è poi uno degli artefici principali di questa promozione, coach
Un momento della partita con la Tiber Roma
terpretazioni o ad analisi di alcun tipo, con la squadra, che dal girone di ritorno in poi, ha conquistato la primissima piazza, e a
Luciano Nunzi, colui che ha fatto da collante nello spogliatoio continuando a lavorare duro anche nei momenti difficili, senza mai
alzare la voce e continuando a credere che la squadra prima o poi sarebbe uscita: "Siamo estremamente contenti per un traguardo che penso sia meritatissimo. Abbiamo sempre continuato a lavorare con grande volontà, consci del fatto che ce la potevamo fare e che sicuramente eravamo nel lotto delle squadre meglio attrezzate. Ho iniziato a credere che la squadra potesse avere le capacità di arrivare fino in fondo, nel momento in cui siamo riusciti a superare la lunga serie di infortuni. E li che abbiamo dimostrato di avere qualcosa in più soprattutto dal punto di vista mentale, a differenza invece di molte altre squadre che hanno perso soltanto tempo lamentandosi magari con gli arbitri, e non mettendo a fuoco invece il vero obiettivo, quello cioè di
un lavoro duro e costante che prima o poi avrebbe pagato". Parole di ringraziamento per tutti anche da parte del numero uno del sodalizio biancorosso, il Presidente Tommaso Di Palma: "E' una vittoria di tutti, di tutto l'ambiente. Ognuno deve sentirsi felice di ciò, perché ognuno è protagonista di questa vittoria. Un grazie sincero ad ognuna delle persone che ruotano intorno all'Anagni Basket: dai bambini ai genitori, dai giocatori ad ognuno dei tifosi, dai dirigenti, ai supporters, allo staff, agli allenatori, agli sponsor, alla Romana Chimici nella persona di Pasquale Specchioli. Ma permettetemi una piccola dedica per questa vittoria: al vicepresidente Guido Bettazzi, lui, volto e cuore intramontabile dell'Anagni Basket sin dalla sua nascita".
Ciclismo - 20 squadre da tutta Italia al MEMORIAL MARIO GRAZIANI
ALATRI - La dodicesima edizione del Trofeo San Sisto "Memorial Mario Graziani", organizzato dall'Unione Ciclistica Alatri con la regia di Giancarlo Rossi, ha registra-
e Puglia. La gara (circuito di 28 chilometri da ripetere 2 volte) valida come seconda prova dell'Oscar Tutto Bici Allievi, ha preso il via nello splendido scenario del Piazzale dell'Acropoli, ed ha visto anche una buona partecipazione di pubblico lungo il percorso. Dopo una gara senza grossi acuti, ai meno cinque dall'arrivo scatti con Pietravalle (Imperiale Grumese), Roganti (Pedale Toscano Ponticino) e Prosperi Il passaggio sulla SS 155 per Alatri (Intesa Bike), che hanto la partecipazione di 94 corridori in rap- no però mollato all'altezza dell'ultimo chipresentanza di 20 squadre provenienti da lometro stretti nella morsa della Guazzolini Lazio, Toscana, Abruzzo, Campania, Molise Coratti che ha piazzato il colpo vincente in
vista del traguardo in salita di Alatri: primo Luca Taschin, secondo Alessandro Andreozzi. Alle spalle della coppia della Guazzolini Coratti si è classificato con un ritardo di 4" Marco Tomi. Tempo del vincitore 1.26'00", dopo 56 chilometri di corsa alla media di 39,070 km/h. Tra le autorità presenti il Sindaco di Alatri Costantino Magliocca, il priore della Confraternita di San Sisto Aldo Fanfarillo, Carla Cappella vedova del compianto Mario, il vice-presidente del comitato provinciale di Frosinone FCI Ernesto Bastianelli, il consigliere del comitato provinciale di Frosinone FCI Gianni Bruni e il vice presidente del comitato regionale laziale FCI Tony Vernile. "La gara vuole celebrare come tradizione il nostro Santo Patrono - afferma il sindaco Costantino Magliocca - ma anche ri-
cordare l'amico Mario Graziani con un grande segno di affetto e considerazione. Voglio sottolineare la soddisfazione dell'intera città per questo evento che fa parte del programma religioso e folkloristico del nostro patrono e il successo che si aspettava è puntualmente arrivato". Alla Guazzolini Coratti-Fassa Bortolo è andato il Trofeo San Sisto consegnato dal sindaco Costantino Magliocca al direttore sportivo Carlo Appetecchia; il Memorial Mario Graziani, consegnato da Ernesto Bastianelli, è andato ad Alessandro Mizzoni (Anagni-Nereggi), 40° all'arrivo e primo atleta della provincia di Frosinone; riconoscimento speciale al priore della confraternita di San Sisto Aldo Fanfarillo consegnato da Giancarlo Rossi dell'Unione Ciclistica Alatri.
Prima Veroli Basket, il rush finale nelle parole del coach Cancellieri
VEROLI - Per la Prima Veroli è ormai arrivata l'ora del rush finale della regular season, e a raccontare il momento dei giallorossi è il coach Massimo Cancellieri: "La nostra squadra è quella vista con la Dinamo Sassari, e non sicuramente quella di Venezia. Se quest'anno abbiamo peccato in qualche occasione, è stato proprio nel fare certe partite, nelle quali abbiamo creduto poco in noi stessi nei momenti fondamentali. Questo si spiega anche con il fatto che in questo momento
è difficile tenere. Siamo a fine campionato, con la stanchezza che comincia a farsi sentire, abbiamo avuto tanti problemi e continuiamo a giocare spesso senza giocatori importanti, ed è difficile tenere di testa. Certe volte, quindi, quando ci si trova davanti delle squadre con delle extra motivazioni, come Venezia che si doveva salvare, forse lasciamo un pò andare. Ma sinceramente è stato un episodio, e non ho mai pensato che quello potesse essere l'inizio di una serie di partite di quel tipo. Soprattutto nel girone di ritorno, infatti, dopo momenti di difficoltà, ci siamo sempre compattati. Dopo Vigevano abbiamo vinto a Pistoia, la Coppa Italia è stata vinta dopo la sconfitta di Imola, e dopo Venezia è arrivata questa importante vittoria". Ancora una volta, dunque, la Prima si conferma squadra che ha bisogno di grandi obiettivi per rendere, e proprio in questa ottica i play off potrebbero vedere protagonisti Rossi e compagni: "I play off sono fatti per vincere, e questo si sposa ottimamente con la nostra mentali-
tà, e non ci fa paura, anzi, tutt'altro. Si giocherà ogni due giorni, con poco tempo per pensare, e molto invece si giocherà sulla condizione fisica e psicologica. Ci potrà essere una partita nell'arco delle cinque che si potrà perdere come accaduto a Venezia, ma nell'arco della serie questa forza mentale ci darà dei vantaggi". Per ultimo da parte del tecnico verolano, un giudizio sul primo verdetto stagionale, con Brindisi che con due giornate di anticipo sulla fine della stagione regolare, ha conquistato il pass per la massima serie: "Promozione meritata, parlano i risultati. Al di la della costruzione della squadra, di come giocano, e al di la di qualsiasi fattore, loro nel girone di ritorno hanno fatto quello che noi e Sassari abbiamo fatto nel girone di andata. Hanno scelto il momento giusto per essere vincenti, per darsi fiducia, per esempio nella vittoria con Udine, nella vittoria a Jesi, e nelle affermazioni in casa con Imola e Pistoia, vittorie di grandi proporzioni, che ad una squadra già forte, danno qual qualcosa in più per candidarsi alla serie A. E' l'unica delle squadre che occupano le prime posizioni, insieme a Casale Monferrato, che è partita male, ma che nel girone di ritorno è esplosa in positivo"
Pagina a cura di: Carlo Capone
Lavori in cemento armato in LocalitĂ Via America Latina - Frosinone
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Moda & Cinema
Scarpe e tacchi alti. Quanto fanno male? I tacchi alti, a lungo andare, fanno davvero male ai piedi? La risposta è si! L'abuso di tacchi alti, può causare gravi conseguenze a ginocchia, schiena e testa (se
parliamo di cefalee). Gli stilisti creano scarpe sempre più strane pensando alla bellezza e allo stile più che alla comodità. Lo stilista, Jimmy Choo realizza stivali e décolleté estremamente alti che sono al quanto dannosi per i piedi e per la schiena, questo accade perché il corpo è costretto ad assumere una postura alterata.
L'alluce valgo è uno dei problemi causati dall'eccessivo uso di tacchi alti per non parlare delle possibili infiammazioni del flusso sanguigno a causa della forte pressione ai nervi plantari. Il Dott. Giorgi, Podologo di Frosinone, spiega che: "il portare tacchi molto alti, assiduamente, può provocare patologie che possono peggiorare nel tempo. L' ipercheratosi (callosità), il dolore ai piedi, alle caviglie, alle gambe, alla schiena e la cefalea non sono sintomi da sottovalutare. Quando si hanno dolori prolungati bisognerebbe fare dei controlli, esami della postura e del passo chiamati: Esame Baropodometrico e il Bio - Postural Test, individuando il problema… si cerca di risolverlo". Anche se il tacco può provocare danni al cor-
R U B R I C A
po, resistere alle tentazioni che propone la moda è davvero dura! Nel 2010 la moda nel reparto calzature ci propone: le richelieu dette anche "francesine" dallo stile barocco con tacco colorato, sandali altissimi, décolleté con tacco alto e punta arrotondata; stivali rigorosamente sopra al ginocchio oppure alla caviglia da indossare sia con mini gonne o con pantaloncini. Lo stivale classico, quello sotto al ginocchio si trova anche con tacco basso, versione Biker, sportivo e casual. Lo stilista Alaxander McQueen con le scarpe scultura dette "armadillo" scatena una vera e propria ribellione delle modelle che presumibilmente avrebbero dovuto sfilare con il record dei 30 cm di tacco… le donne preferiscono forse la bellezza alla salute? Il tacco è una delle invenzioni più amate dalle donne: ha la capacità di sollevarti da terra e di slan-
ciare il corpo, rende più magre e più vestibili donando quel fascino ribelle allo sguardo dei maschietti. Ma non tutto è oro ciò che luccica! Quando si portano tacchi molto alti si rischia spesso di sembrare delle "equilibriste su di un filo" e purtroppo non tutte le donne sono in grado di gestire dei tacchi alti soprattutto se per abitudi neusano abitualmente scarpe da ginnastica! La bellezza è un fardello che bisogna anche saper sopportare egregiamente se si vuole risultare sexy e seducenti, altrimenti il risultato sarà solo "goffo". Non si può proprio dire che il tacco alto sia una benedizione, al contrario è giudicato come oggetto di peccato e più è alto, più diventa peccaminoso! Lady Gaga, famosa pop star, sfoggia con orgoglio nei suoi video clip musicali le molteplici scarpe, firmate Alexander McQueen dichi-
arando: "Preferirei morire che farmi vedere dai miei fan senza scarpe alte". Invece se le donne ascoltassero gli ortopedici dovrebbero calzare
scarpe "da suora" con tacco rigido di 3 cm. La moda purtroppo richiede il sacrificio dei piedi e le donne senza lamentarsi lo concedono volentieri! Il corpo perdonerà loro, un capriccio così doloroso? Erika Rossi
“IL CINEASTA” Film, cortometraggi, anteprime e interviste…
Forse non tutti sanno che la Basilicata si affaccia su due mari
Papaleo dal Tirreno allo Ionio Un vecchio film con Mastroianni si chiamava: "Permette? Rocco Papaleo". Invece l'attore omonimo del titolo, passando dietro la macchina da presa, rende omaggio ad un altro grande del nostro cinema, Gian Maria Volontè ed alla sua interpretazione in Cristo si è fermato ad Eboli. Per il suo esordio alla regia, Rocco Papaleo, interprete al cinema di tante commedie di successo, che in questi anni ha saputo coltivare la passione per il teatro canzone, ben prima della riscoperta da aprte dei molti imitatori di Giorgio Gaber, è voluto ripartire dalla sua terra, mostrandocela in scorci sconosciuti, volutamente lontani dai flussi turistici. Nicola (Rocco Papaleo) è un professore di matematica al Liceo Artistico, con un passato di grandi ideali rimasti tali. L'unica concessione alle aspirazioni giovanili è il gruppo musicale che condivide con Salvatore (Paolo Imbruglia) e Franco
(Max Gazzè). In questo gruppo, a volte, si inserisce solo come comparsa il cugino di Salvatore, Rocco (Alessandro Gassman), che ha avuto una breve notorietà televisiva anni prima. Le pale eoliche, questo è il nome del gruppo, vengono scelti per partecipare al festival musicale di Scansano Jonico e decidono di partire attraversando a piedi tutta la Lucania, dal Tirreno allo Ionio, accompagnati da un carro trainato da un cavallo. Il loro viaggio sarà raccontato da Tropea Limongi (Giovanna Mezzogiorno), fallita reporter di una tv locale ma soprattutto figlia di un onorevole, molto annoiata, disinteressata a tutto ciò che la circonda, insensibile a qualsiasi emozione per sopravvivere. Per questo gruppo scalcinato, il viaggio sarà un'occasione di esplorazione del proprio vissuto in cui ognuno troverà uno sblocco per ripartire ad una nuova vita. Fin qui tutto come nella tradizione del cinema on the road, cui ci ha abituato tanto cinema americano. Papaleo però utilizza il modello solito per mostrarci, prima di tutto, una terra quasi dimenticata di cui si conoscono soli poche loca-
lità come Matera, Maratea o Metaponto che invece presenta una varietà di paesaggio dal mare, alla montagna del Pollino, alla collina, fortemente permeata da una cultura contadina che però si è evoluta dando grande spazio allo sviluppo delle energie alternativa ad esempio, le pale eoliche che danno il nome al gruppo, pur nascondendo nel sottosuolo della Val d'Agri dell'ottimo petrolio. Anche nelle
scelte musicali, supportato dall'ausilio di una grande jazzista di livello internazionale come Rita Marcotulli, Papaleo ha evitato l'ovvio delle musica popolare come la taranta: Le pale eoliche suonano blues, rock, musica d'autore. I protagonisti del film vivono in uno spazio sospeso tra sogni giovanili che i casi della vita hanno ibernato, pronti a riprendere vita se riscaldati dalla scintilla giusta. Come nella migliore tradizione delle società contadine le figure più forti sono quelle femminili, sono loro a fare da catalizzatrici per favorire l'evoluzione di questi quattro maschietti imbranati, partiti in virtù di un'intuizione di cui non hanno compreso bene il significa-
to: sono alla ricerca di qualcosa che non sanno. Le donne dalla giornalista di Giovanna Mezzogiorno, a Claudia Potenza che interpreta la moglie di Nicola manager multilingue, alla Lucia nubenda che rivendica la propria libertà di scelte, interpretata con efficacia da Michela Andreozzi reggono le fila della storia. I protagonisti fanno il loro viaggio tra litigi e rappacificazioni, prove musicali e scoperte culturali della tradizione lucana ed alla fine riusciranno ad arrivare sul palco di Scansano Jonico. Papaleo nel realizzare questa sua opera prima si è circondato di colleghi/amici con i quali aveva già condiviso precedenti esperienze da Giovanna Mezzogiorno, all'esordio come cantante, che gli ha dato una spinta decisiva per portarlo all'esordio registico ad Alessandro Gassman, suo vicino di casa, a Max Gazzè, complice nell'avventura musicale di Papaleo che, in virtù dell'amicizia, qui lo rende muto per gran parte di questo suo esordio cinematografico, al giovane Paolo Briguglia che qui riscopre la passione adolescenziale per la musica. Inoltre Papaleo pur esordiente si concede dei virtuosismi tecnici giocando nel rinviare le immagini di frequente tra cinema e tv, quando porta sullo schermo le scene girate con la telecamera della reporter Tropea. La canzone dei titoli di coda "Mentre dormi" è di Max Gazzè ed è tratta dal suo prossimo album presto in uscita. Se volete scoprire una terra interna nonostante sia bagnata da due mari, andate al cinema rischiate anche di vincere un soggiorno in Basilicata. Alfredo Salomone
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Dalla parte della...
L’allontanamento del coniuge dalla residenza familiare "Il diritto all'assistenza morale e materiale è sospeso nei confronti del coniuge che, allontanatosi senza giusta causa dalla residenza familiare, rifiuta di ritornarvi", recita così l'art. 146, primo comma c.c., novellato dalla riforma del diritto di famiglia del 1975. Ebbene, se è ammissibile che la moglie o il marito si allontani, per una esigenza lecita, dalla residenza familiare fatto, questo, che non integra la violazione dell'obbligo della coabitazione - di contro, costituisce condotta illecita l'allontanamento ingiustificato. Il legislatore ha sostituito l'originario art. 146 c.c. - la cui rubrica recitava "abbandono del domicilio coniugale" - con l'attuale "allontanamento dalla residenza familiare", precisando che alla sospensione dell'assistenza morale e materiale non può darsi
luogo se l'allontanamento ha trovato ragione in una giusta causa. La sospensione non si attua improvvisamente e senza alcuna motivazione, ma consegue ad una crisi coniugale profonda, tale da indurre i coniugi, od uno di essi, a considerare la possibilità e la convenienza di giungere ad una separazione. La sospensione dell'assistenza morale e materiale deve però essere preceduta dalla richiesta esplicita, rivolta dal coniuge abbandonato all'altro, di fare ritorno alla residenza familiare, come è dato desumere dalla lettura del primo comma dell'articolo sopra richiamato. Quanto poi al rifiuto, non è necessario che sia espresso, potendosi estrinsecare nella mancata adesione alla richiesta. L'innovazione - che, peraltro, discende dalla nuova concezione dell'obbligo di mantenimento gravante, ove ne ricorrano i presupposti, su entrambi i coniugi - è data dalla circostanza secondo la quale la sospensione può essere attuata indifferente-
SOS CONSUMATORI
mente dal marito o dalla moglie abbandonata, mentre, invece, nel precedente testo, solamente il marito poteva sospendere l'obbligazione al mantenimento. Peraltro, l'allontanamento dal tetto coniugale deve essere volontario, non giustificato dal comportamento dell'altro coniuge e non sorretto dall'intento di porre fine definitivamente alla coabitazione. La volontarietà prescinde, quindi, dall'imposizione dell'altro consorte, da ragioni di intollerabilità della convivenza, da ragioni di lavoro e da cause di forza maggiore. L'allontanamento può essere imposto dal coniuge, direttamente, tutte le volte in cui costui costringa l'altro ad andarsene dalla casa coniugale o gli impedisca di farvi ritorno (ad es. usando violenza o rendendo impossibile il rientro); indirettamente, allorquando il coniuge, onde indurre l'altro ad abbandonare la residenza familiare, farà ricorso alle minacce, in ogni guisa realizzate. Ulteriore requisito necessario affinchè l'allontanamento sia rilevante ai fini
dell'art. 146 c.c., è rappresentato dall'animus dereliquendi, ossia l'intenzione seria, ferma e ponderata di porre fine alla convivenza, sottraendosi permanentemente al dovere della coabitazione. In definitiva, è essenziale avere riguardo ai motivi che hanno indotto il coniuge all'allontanamento; l'abbandono, pertanto, perde il carattere di illecito - e non può essere addotto a sostegno della domanda di separazione - se trova giustificazione nel comportamento dell'altro coniuge. Troppo spesso la vita matrimoniale si spezza per la diffusa mancata volontà di pazientare, senza considerare che anche la famiglia ha una storia con fasi alterne e con alterne vicende e che l'amore e la dedizione dei coniugi verso l'intero nucleo familiare, si misura nelle avversità, si cimenta nei sacrifici. Avv. Angela Rossi Mediatrice familiare studio@avv-angelarossi.it
The English Corner
Attenti a queste offerte I seguenti consigli sono validi per tutti ma in particolar modo per gli anziani, che sono i più soggetti alle truffe a domicilio o di altro genere. Lavoro a domicilio. Le offerte arrivano tramite lettere personalizzate e sono quasi tutte truffe che si riconoscono perché viene chiesto un deposito o una "cauzione" intorno ai 50 euro. Poi la ditta sparisce o con mille scuse non paga il lavoro. Investimento sicuro. L'annuncio sul giornale parla di un investimento sicuro per raddoppiare il capitale in un anno. Bisogna spedire un coupon per ricevere la visita in casa di un rappresentante molto loquace che propone l'istallazione in bar e locali pubblici di distributori automatici o apparecchi da divertimento, previa firma di un contratto e acconto di 10 mila euro. E' una truffa: fanno credere che si occuperanno di tutto loro ma non è vero, si tratta di un contratto-capestro dove dichiarano che se l'affare va male rimborseranno i soldi, ma non è vero, è tutto
congegnato per rendere l'anziano inadempiente e incamerare la caparra di 10 mila euro. Bollette "civetta". Si riceve una bolletta con allegato conto corrente intorno ai 150 euro che sembra la tassa sui rifiuti o altro tributo dovuto, invece è soltanto l'abbonamento a una rivista fantasma che imita le bollette da pagare veramente. Fare quindi molta attenzione all'intestazione perché, una volta pagata, non c'è più niente da fare. Telemarketing. Un simpatico interlocutore chiama al telefono per un sondaggio d'opinione e alla fine propone l'acquisto in contrassegno postale di un oggetto per una cifra molto contenuta, in genere tra i 20 e i 30 euro. Si tratta di raggiri: per esempio, un appendiabiti universale" è risultato un semplice chiodo con una grossa capocchia e un "essiccatore ecologico per biancheria" un filo con qualche molletta da bucato. Attenti dunque a questo tipo di offerte o ad altre similari. Paolo Fiorenza
Rubrica a cura di Daniela Pagliaroli
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Almanacco
Salute e malattia psicosomatica In questo numero approfondiremo l'approccio ai disturbi psicosomatici, prima di passarne all'esame alcuni specifici, per i quali diversi lettori hanno chiesto chiarimenti. Come accennato nell'articolo precedente, lo stress può indebolire l'individuo sia fisicamente che in un continuo logorio psicologico. Un programma di prevenzione- intervento sullo stress dovrebbe seguire diversi punti: individuazione degli eventi stressanti (stressor) e dei sintomi derivanti dallo stress (sensazioni fisiche, sentimenti, pensieri, azioni), sviluppo di capacità di rilassamento, promozione dell'esercizio fisico, una buona alimentazione, implementazione della rete sociale, promozione dell'autocura, agevolazione dei processi cognitivi in un'ottica di rielaborazione dei pensieri. Per quanto riguarda quest'ultima strategia ci sono due passaggi sui quali ci si può esercitare autonomamente, dei quali trovate i punti fondamentali negli schemi seguenti. Idee tossiche: individuazione delle proprie convinzioni negative. Esempi utili a orientare e stimolare la produzione del proprio pensiero: z Devo assolutamente essere competente e all'altezza sempre e comunque o almeno devo avere talento e competenza quando è davvero importante; z Devo avere chiare manifestazioni di approvazione e d'affetto da tutte le persone che ritengo importanti per me; z Lo svago è una perdita di tempo; z Prima di cambiare devo capire le ragioni
del mio comportamento; Se qualcuno mi ama veramente deve sapere di cosa ho bisogno; z Se sono gentile con gli altri sicuramente mi ameranno e mi tratteranno bene; z La vita dovrebbe essere giusta; z Sofferenza e duro lavoro forgiano il carattere; z Non bisogna mai perdere il controllo di se stessi. Imparare a porsi le domande giuste: ci si può allenare a rispondere ad una serie di domande mirate ad agevolare l'esame di realtà rispetto alle convinzioni irrazionali, es.: z A quale risultato porta questa idea? z Ci sono esperienze della vita quotidiana che dimostrano che questa idea è falsa o dannosa? z Sono presenti errori logici? z Sono presenti errori formali? (si individuano per la presenza di termini assoluti quali mai, sempre, devo, tutti, nessuno, etc.) z L'idea espressa è eccessivamente vaga? z L'idea espressa nasconde altre idee fondamentali? z L'idea espressa richiede la perfezione? z L'idea espressa condiziona e predetermina il futuro? Con la speranza che queste domande siano l'inizio di un percorso di gestione dello stress, buon relax! z
Rubrica di psicologia e benessere personale a cura della D.ssa Chiara Camperi - Psicologa chiaracamperi@libero.it
Pillole di storia Primavera 1944. Ciociaria violata Lo stupro di massa da parte dei "marocchi", com'erano chiamati con voce dialettale i soldati coloni francesi, è un capitolo che gli storici della seconda guerra mondiale solo ultimamente hanno cominciato a scrivere. Dopo lo sbarco alleato di Anzio e l'avanzata verso Roma nella primavera del 1944, in tutto il basso Lazio, nelle campagne e nei paesi della Ciociaria - da Esperia ad Artena, da Alatri a Ferentino - la popolazione visse nel terrore per le molte "marocchinate" che le truppe franco - algerine e i marocchini, nelle loro caratteristiche uniformi a strisce, perpetravano con cieca violenza. Riferisce la voce di un testimone alatrense: "I marocchini si gettarono su di noi come diavoli scatenati. Sotto la minaccia delle mitragliatrici, violarono bambini, donne, uomini giovani, dandosi frequentemente il cambio come tante bestie". In un programma televisivo di RAI Educational sulla battaglia di Cassino, andato in onda la mattina del 25 aprile 2007, le violenze dei marocchini sono spiegate in una riga: "Le truppe coloniali violentarono seimila donne". Punto. Invece lo storico Bracalini spiega che per due giorni, in Ciociaria, le "truppe coloniali" stuprarono donne e bambine, dagli otto agli ottant'anni, sodomizzarono gli uomini tra cui un prete, don Alberto Terrilli, parroco di Santa Maria di Esperia, che morirà due giorni dopo per le lesioni riportate. Gli uomini che tentarono di difendere le donne vennero impalati. I francesi si rifiutavano di intervenire dicendo che erano venuti per fare la guerra ai tedeschi e non ai propri coloni. Dopo la caduta di Cassino il generale Eisenhower inviò un messaggio al generale Juin, comandante del corpo di spedizione francese, "per congratularsi con lui per la superba prova fornita dalle truppe sotto il suo comando nella lotta contro il comune nemico". Le superiori ragioni della guerra sconsigliavano qualunque commento sulle atrocità commesse non solo sul "comune nemico". Patrizio Minnucci, storico
Salute e Prevenzione A cura del Prof. Alfredo Trocciola (consulente per il benessere)
I Nodi di Hartmann, un reticolo pericoloso Vitruvio, nel "De architetura" racconta che prima di edificare una casa o una città i romani lasciavano pascolare sul terreno scelto un gregge di pecore per poi esaminarne le interiora. Oggi si sa che queste pratiche che sanno di magia hanno una base reale. La terra, già immersa in un vasto campo di radiazione naturale, indispensabile per lo svolgersi della vita, produce essa stessa delle radiazioni; se in un luogo queste sono in eccesso, ne risentirà il funzionamento del fegato, che, regolando e filtrando il sangue, è la prima barriera che il corpo oppone ai raggi tellurici. Il primo che segnalò, nel 1937, al Congresso internazionale della stampa scientifica, la presenza sulla terra di un campo elettromagnetico a struttura reticolare simile a quella dei meridiani e dai paralleli geografici, fu Peyré. Le sue ipotesi vennero riprese e sistematizzate poi da altri ricercatori, in particolare da Ernst Hartmann, dell'università di Heidelberg, considerato uno dei pionieri della geobiologia. Hartmann parla di rete globale, o rete H, che sarebbe distribuita sull'intera superficie della terra e si innalza attraverso tutta la biosfera facendo supporre un irraggiamento proveniente dall'interno del globo. La maglia, che si restringe verso i poli e si allarga verso l'equatore, è composta da fasce larghe circa venti centimetri: determinare la loro posizione precisa è possibile ma difficile per la relativa instabilità, perché risente dell'influenza dei fattori geofisici e delle perturbazioni elettromagnetiche naturali e artificiali. Le fasce del reticolo hanno effetti negativi, soprattutto nei punti di incrocio, detti nodi H (Nodi di Hartmann o punti cancro), che sono energeticamente più attivi. Sarebbero veramente nocivi quando coincidono con altre perturbazioni dovute a fonti sia naturali sia artificiali: a rendere più attivi un nodo H è la presenza
nel sottosuolo di corsi d'acqua, faglie, masse magnetiche e strutture metalliche, che ne amplificano gli effetti nocivi. I campi elettromagnetici naturali possono essere modificati da campi artificiali. Nelle gabbie metalliche, come ad esempio un edificio costruito in cemento armato, può verificarsi assenza di campo elettrico naturale, fenomeno noto come gabbia di Faraday. Michael Faraday, chimico e fisico inglese, osservò che una qualsiasi struttura metallica a forma di gabbia funge da schermo: i corpi in essa contenuti vengono isolati dall'azione dei campi elettrici esterni, e rimane solo quella dei campi magnetici. La mancanza o le anomale variazioni di campi elettrici portano a stati di indebolimento generale, che arriva in certi casi a essere una vera sick building sindrome. E' stato infatti dimostrato che il campo elettrico naturale ha un ruolo fondamentale sul mantenimento della polarizzazione cellulare e sull'inibizione dei processi di proliferazione dei microrganismi: in sua assenza l'organismo ha meno difese. I RIMEDI. Tutte le strutture metalliche modificano le onde elettromagnetiche. E' meglio non collocare grandi strutture di metallo come librerie nelle camere o anche nei vani sottostanti: la caldaia e l'auto nel garage sotto la camera da letto possono avere un effetto amplificante. Per neutralizzare gli effetti delle radiazioni telluriche in camera da letto, si può ricorrere a materiali con proprietà schermanti: un rimedio efficace è il filo di rame intrecciato su stuoie e coperte di lana pura con maglie anche di carbonio; hanno inoltre proprietà parzialmente isolanti il legno, il sughero, il bambù e la lana. Uno dei migliori tessuti schermanti con messa a terra è senza dubbio il BIOMEDICAL Riccadomus che con la sua azione assorbente, cattura, canalizza e scarica a terra tutte le radiazioni ionizzanti presenti nel luogo del riposo, riposiziona la testa a nord per un totale sano riposo (come isegna saggiamente la medicina orientale, e il Feng Shui in particolare) e agisce su tutto il corpo con la magnetoterapia a circa 38 gauss di potenza per conferire gli www.riccadomus.com effetti benefici di questa terapia quali la ricalcificazione Responsabile di zona ossea, la rigenerazione del tessuto cartilagineo, la proAlatri - Via Aldo Moro, 19 tezione da molte forme infiammatorie, la ossigenazione Tel. 0775 447213 del sangue e dei tessuti. Cell. 3896974038 e 3387019043
Progetto Salute e Prevenzione
Lucia Saviano
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VERSI inVERSI SIENA Cavallo curioso che corri, e vola, sabbia su conchiglia, odor dolce di miele e pecorino; Turista che dal mondo giungi, immenso luogo di buon vino,
RUBRICA
settore salute e benessere (sistemi di riposo, inquinamento elettromagnetico)
Imminente torre Siena; cuor d'Italia; cuor d'un mito ma che… …in me schiudi la follia..
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