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Periodico di informazione politico-sociale e culturale Chiuso in tipografia il 21/02/2011 di Alatri e della provincia di Frosinone Anno XVIII n° 2 - Febbraio 2011 Distribuzione gratuita - Tiratura 15.000 copie
L’APERTURA
ELEZIONI
Valle del Sacco o valle dell'inferno? Tra novità poco rassicuranti e polemiche ecco le ultime notizie sull'inquinamento del nostro territorio pag. 3
VARIE
Alatri al voto in primavera per le comunali. Tra vecchie conferme e volti noti, spunta un vero out-sider, donna e preside. pagg. 10-11
FERENTINO Scoperte venti tombe romane con scheletri risalenti al I° secolo a.C. La città in fermento. pag. 17 VIDEOCON Altro suicidio tra gli operai cassintegrati. Indignazione, amarezza o rassegnazione? pag. 23
Mai come oggi l'Italia deve "risorgere"… Tante verità e piccole curiosità sul periodo dell'Unità d'Italia delineano una situazione ben diversa da quella rappresentata dagli storiografi ufficiali. Ecco un primo tentativo di lettura critica del risorgimento con un occhio alla nostra terra. A pag. 3
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Apertura
L’editoriale Dalle ciocie al gesto dell'ombrello… Ciociaria terra di grandi tradizioni, storia millenaria e personaggi illustri. Alatri terra di grandi tradizioni politiche e culturali oltre che storiche. Un tempo forse. Dopo decenni in cui abbiamo dovuto sopportare il fardello di stereotipi legati a "simboli" non troppo edificanti che rappresentano la nostra terra in giro per il mondo, come la Tata Francesca, Martufello, la pubblicità semidialettale di Mc Donald e tante altre cose di questo "tenore", la Ciociaria ha segnato un ultimo autogol di tutto rispetto. Anzi, a farlo, è stato un personaggio di spicco della politica locale, Deputato e Presidente dell'amministrazione provinciale, l'on. Antonello Iannarilli che da anni rappresenta prima la città di Alatri al di fuori del comune, poi la provincia in tutte le sedi nazionali, fino al luogo più alto della Politica, il Parlamento. Il Deputato del PdL, infatti, preso da un momento di fervore politico incontrollabile e in spregio di tutte le regole democratiche e del vivere civile, davanti a tutti i colleghi Deputati e alle Telecamere (quindi a centinaia di migliaia d'italiani) si è lasciato andare a un gesto veramente deprecabile come quello dell'ombrello, rivolto agli avversari politici (o, peggio, alla Vice Presidente della Camera Rosy Bindi), a seguito del voto sulla richiesta della Procura di Milano che voleva perquisire lo studio di Giuseppe Spinelli, contabile del premier Silvio Berlusconi, nella vicenda del "Rubygate". La notizia ha fatto il giro del Paese in poche ore visto che, la foto, è stata pubblicata il giorno seguente in seconda pagina dal quotidiano La Repubblica. Il tentativo di risposta di Iannarilli inviato a tutti i media locali e nazionali, non è stato da meno visto che, del gesto, non ha chiesto scusa ma anzi ha continuato a sottolineare la scorrettezza degli avversari politici che tentano di "boicottare" il Presidente del Consiglio e l'attività del Governo, senza fare neanche menzione della figuraccia che l'ha visto protagonista a danno non solo della sua persona, ma anche e soprattutto della sua Terra. Proprio in virtù dei pregiudizi sulla ciociaria di cui sopra, infatti, i media non si sono lasciati sfuggire l'occasione di proiettare il giudizio negativo su tutti i conterranei di Iannarilli, cioè noi. Per non parlare, poi, della ferita inferta alla sua città natale, Alatri, che ancora non crede a quanto successo, giacché da anni l'onorevole ha guastato già il clima politico cittadino e provinciale con continui scontri e imposizioni. Ma almeno sul fronte della buona educazione non si deve oltrepassare il limite. In un paese civile per una cosa del genere si darebbero addirittura le dimissioni. l’Editore
La valle del Sacco, la valle dei veleni La situazione è sempre grave, acuita dal decesso di numerosi animali
Pare essere lontano dalla soluzione definitiva il problema dell'in-
quinamento della Valle del Sacco, salita "all'onore" delle cronache
anche a livello nazionale. L'ultimo episodio riguarda Colleferro e la moria di animali: l'emergenza torna alla ribalta con la testimonianza di un allevatore che descrive la strage dei capi di bestiame decimati dai veleni assorbiti nel luogo in cui vivono. Da qui si scatenano le polemiche e gli esposti sia da parte di Legambiente che del Partito Democratico e dei Verdi, il cui dirigente Angelo Bonelli parla di bomba ad orologeria ecologica nella quale le vere vittime sono i cittadini della Valle del Sacco che saranno costretti a vivere sotto monitoraggio costante, poiché,
Diossine, cadmio, piombo: ecco tutte le sostanze tossiche Nostra indagine su cosa si respira (e si mangia) nell'area contaminata La vicenda della cosiddetta "collina della morte" di Colleferro ha portato nuovamente alle cronache l'emergenza ambientale della Valle del Sacco: i territori a ridosso del fiume sono impregnati di materiali altamente tossici e inquinanti, nonostante le procedure di bonifica vennero (erroneamente, a quanto pare) considerate concluse. Sostanze inquinanti, infatti, sono ancora presenti in quei terreni e rappresentato una bomba ecologica che minaccia seriamente la salute dei cittadini. Da un'indagine epidemiologica è emerso che nel sangue di adulti e bambini della zona sono presenti sostanze altamente tossiche: alfa/beta/gamma-esacloricloesano, policlorobifenili, diossine e metalli pesanti come cadmio, piombo e mercurio. L'esaclorocicloesano (HCH) viene utilizzato come insetticida ed è stato per lunghi anni prodotto nello stabilimento industriale di Colleferro, sede di una importante industria chimica. Ampie zone dell'area sono state utilizzate come discariche incontrollate di rifiuti industriali e la conseguente contaminazione dei terreni agricoli prossimi al fiume ha permesso che sostanze nocive venissero trasferite all'uomo attraverso la catena alimentare. L'HCH, infatti, è altamente dannoso, si accumula nei tessuti grassi e può rimanere imprigionato a lungo nell'organismo: il sistema nervoso è il principale bersaglio, ma si possono riscontrare anche probabilità di disturbi del fegato, reni, cuore, sistema immunitario e neu-
rologico, tiroide e altre ghiandole endocrine. Le diossine e i policlorobifenili (PCB), invece, sono due delle dodici classi di inquinanti organici persistenti riconosciute a livello internazionale e sono riconosciuti come tossici sia per l'ambiente che per l'uomo: si accumulano negli organismi viventi e sono difficilmente degradabili. Gli effetti tossici di queste sostanze giungono all'uomo attraverso la respirazione e attraverso gli alimenti: vegetali, carni e derivati contaminati. Le diossine, così come i PCB hanno un potente effetto cancerogeno. Anche i metalli pesanti, in particolare mercurio, cadmio e piombo, sono altamente tossici per l'uomo: bioaccumulandosi determinano effetti nocivi a breve e lungo termine. A seconda del tipo di metallo, i danni possono intaccare i reni, il sistema nervoso o il sistema immunitario e, in alcuni casi, avere effetti cancerogeni. Insomma, alcuni tra i maggiori agenti inquinanti invadono e pervadono le nostre zone. Conoscerli, conoscere i loro effetti e le loro conseguenze ci permette di capire cosa stia realmente succedendo da anni, spronandoci a un'azione concreta: rimboccarci le maniche per risolvere una situazione in continuo degrado, affinché nessuno si approfitti più di noi, uccidendo le nostre coltivazioni, i nostri animali e arrivando a colpirci direttamente al cuore. Mir. Minn.
come risulta dall'indagine epidemiologica condotta dall'Asl RmE, RmG, dall'Asl di Frosinone e dall'Istituto Superiore di Sanità, sono stati riscontrati alfa/beta/gamma-esacloricloesano, policlorobifenili, diossine e metalli pesanti come cadmio, mercurio e piombo nel sangue dei cittadini e persino dei bambini: si tratta di persone che dovranno essere monitorate per tutta la vita. Nel 2005, dopo che emersero i primi inquietanti casi, la Valle del fiume Sacco fu commissariata e si avviò un programma di bonifica, che prevedeva lo smaltimento della terra inquinata: con trasferimenti nelle discariche tedesche, ma proprio la gestione de parte delle istituzioni preposte viene duramente criticata, oggi, dagli ambientalisti, secondo i quali da parte delle istituzioni arrivano messaggi rassicuranti come le dichiarazioni del Commissario per il fiume Sacco, Pierluigi Di Palma, che nell'ottobre scorso ha affermato che 'La Valle del Sacco’ è bonificata. L'episodio dell'allevatore Raimondo Fadda ci dice che ciò è palesemente falso. I veleni della Valle del Sacco sono ancora lì e l'inquinamento continua. Risale intanto al 21 gennaio scorso il piano di monitoraggio messo a punto dalla Regione Lazio sulla presenza di esaclrocicloesano nelle matrici di origine animale e destinate all'alimentazione animale prodotte nella Valle. Per le aziende di latte bovino e ovicaprino già interessate dalla vicenda nel 2005 la delibera prevede un campionamento di latte mirato con cadenza trimestrale; per le altre il monitoraggio sarà semestrale. La situazione appare lontana da una soluzione definitiva e pertanto continueremo a seguirla molto da vicino. Alessandro Arcese
Legambiente e Codici: servono risposte immediate Le reazioni subito dopo il nuovo caso che ha riaperto il tema inquinamento Da anni l'inquinamento della Valle del Sacco non è più un problema circoscritto, ma ha e deve assumere rilevanza nazionale. L'interminabile dramma ecologico del basso Lazio è stato riproposto all'attenzione mediatica dall'allevatore di Colleferro, Raimondo Fadda e ne sono seguite dichiarazioni di ogni genere da parte di organi di stampa ed enti pubblici. Entro cinque mesi, infatti, la Giunta della Regione Lazio dovrà approvare la dichiarazione di area a elevato rischio di crisi ambientale per il territorio del bacino del fiume Sacco. Numerose, infatti, le richieste di chiarimenti: è necessario fare luce su quanto accaduto e su quanto sta accadendo, accertarne le responsabilità e correre al più presto ai ripari. In prima linea il Codici, l'associazione a tutela dei diritti dei cittadini, che, già dallo scorso 30 giugno, si è costituito parte civile in un proces-
so contro il disastro della Valle del Sacco: tra il 2003 e il 2004, infatti, è stato prodotto e distribuito un latte di carico sostanze altamente inquinanti a seguito dello sversamento di materiali tossici nel fiume: dalle analisi sono emersi alti valori di cadmio, mercurio, piombo e di β-esaclorocicloesano. "Il disastro è sotto gli occhi di tutti - ha commentato Ivano Giacomelli, segretario Nazionale del Codici - e la situazione è così drammatica che restiamo basiti di fronte al fatto che la Regione Lazio, indicata nel procedimento come parte offesa, non si sia costituita in un processo di tale portata, i cui fatti toccano la salute dei cittadini". Forti dichiarazioni anche da Legambiente: "La nuova situazione di inquinamento emersa a Colleferro è davvero grave - dichiara Cristiana Avenali, direttrice di Legambiente Lazio -, serve una risposta immediata dalla Regione, analizzando gli inquinanti che si stanno diffondendo, i terreni e le acque, procedendo alla immediata sicurezza di un'area che è fuori dai siti già perimetrati. Bisogna intervenire tempestivamente per fare luce su quanto sta accadendo". Miriam Minnucci
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Primo Piano
Risorgimento, tutta un’altra storia
La ricorrenza del 150° anniversario dell'Unità d'Italia è occasione privilegiata per compiere una rilettura del nostro Risorgimento, al fine di ristabilire una verità storica ben diversa da quella che la storiografia ufficiale ci ha fino ad ora presentato, una storia nella quale vanno ridimensionati o meglio rivisti non tanto gli avvenimenti storici quanto i ruoli di chi vi ha partecipato e le motivazioni che li hanno originati. Dai nuovi studi emerge ad esempio una Casa Savoia poco interessata ad una reale unità dell'Italia quanto ad
una vera e propria annessione seguita da una forzata imposizione di strutture amministrative, modi di pensare ed altro completamente alieni alla variegata realtà dell'Italia. Un’organizzazione dello Stato non necessariamente migliore di quelle che venivano soppresse ma sicuramente non adatta e controproducente: in sintesi una vera e propria colonizzazione culturale e politica. Quest’unità ha avuto poi un peccato d'origine che ne ha segnato molto - in maniera negativa - gli sviluppi futuri: essa è stata connotata da un violento
anticattolicesimo (originato da molte appartenenze massoniche in seno al parlamento sabaudo) che si è espresso in una serie di leggi ed altri atti amministrativi gravemente limitativi - quando non direttamente soppressivi - della libertà di culto, dei diritti della Chiesa in tutte le sue espressioni, delle stesse libertà personali degli appartenenti ai vari ordini religiosi e delle opere caritative diffuse sul territorio, tanto che venne a mancare il vitale sostegno a tutte le situazioni di povertà esistenti che queste realtà garantivano. Tutto questo - insieme alla leva forzata che impoverì le campagne, al mancato coinvolgimento delle masse nella vita della neonata nazione portò, secondo il giudizio di alcuni storici - ad un tale impoverimento della società da originare il triste fenomeno - prima sconosciuto dell'emigrazione. Scarsa è stata poi - di conseguenza l'attenzione dimostrata verso il contributo di idee che i cattolici portarono alla formazione dello stato unitario:
ricordiamo solo la grande idea di uno stato federale che - pur legata nelle formulazioni ai tempi in cui è nata dimostra comunque una lungimiranza oggi finalmente più apprezzata. Se l'Italia fosse nata federale e rispettosa dunque - pur nella sua unità - delle diverse tradizioni, non avremmo oggi tanti problemi legati a mire secessioniste od a rivendicazioni corporative e forse lo stesso Sud non avrebbe tutti i problemi che oggi vive sulla propria pelle. In chiusura di queste brevi riflessioni è doverosa una precisazione: la necessità di controbilanciare una "verità" storica per troppo tempo unilaterale non esime comunque dal dovere di stabilire un dialogo che porti insieme - laici e cattolici a riscrivere una storia del Risorgimento che diventi patrimonio comune e base delle motivazioni dello stare insieme. E' questa l'altra occasione che ci viene offerta dal 150° anniversario dell'Unità d'Italia. Paolo Fiorenza
Un “addio” ai vecchi stati tra entusiasmi e nostalgie E a Bauco ci fu l'ultimo sussulto "legittimista" L’avvento del Regno d’Italia fu salutato con sentimemti diversi
L'occasione offerta dai 150 anni dell'Unità d'Italia si prefigura anche come momento per capire, con onestà intellettuale, come fu vissuto quell'evento storico nella nostra provincia anzi, per meglio dire, nel nostro territorio. Nessuno, infatti, dimentica che la provincia di Frosinone è istituzione molto più tarda rispetto all'Unità (venne creata nel 1927) e che, all'epoca di quest'ultima, mentre il territorio settentrionale apparteneva allo Stato pontificio, quello meridionale era Regno delle Due Sicilie. I tempi di adesione al nuovo Regno d'Italia furono quindi diversi (prima l'area Sud, quindi l'area Nord) e differenti furono anche i sentimenti con i quali il nuovo governo venne accolto. Lontano dai risultati che alcune ricerche storiografiche hanno a lungo divulgato, storcendo un po' la realtà dei fatti e restringendo il tutto ad una generica ed entusiastica partecipazione ai moti risorgimentali, va detto che, su entrambe le sponde, furono le élite intellettuali e liberali ad incarnare l'anelito italiano (tra i primi eletti ciociari al Parlamento ci furono l'avvocato Giuseppe Polsinelli di Arpino, il professor Giustiniano Nicolucci di Isola del Liri e il senatore Ernesto Capocci, astronomo di Picinisco), mentre la stragrande maggioranza della popolazione visse la circostanza in maniera più travagliata e con meno trasporto. Parliamo, in effetti, di aree, sia quella pontificia che quella dell'Alta Terra di Lavoro, dove erano presenti tradizioni di attaccamento al potere, rispettivamente quello papalino e quello monarchico, fortemente radicate. In questo contesto, va rilevato come poche
notizie si abbiano dei plebisciti d'annessione al Regno d'Italia (in alcune città neppure si tennero) e come i vecchi simboli del passato venissero rimossi con cautela, di notte, per non eccitare gli animi. E, ancora nel 1863, Pio IX compiva un viaggio nelle terre che gli erano rimaste, ricevendo una festosa accoglienza, segni dell'affetto e della fedeltà che si nutrivano nei confronti del Papa. Ugualmente, in occasione della Breccia di Porta Pia, le guarnigioni papali erano formate da giovani soldati originari di Vico nel Lazio, a testimonianza di un legame molto profondo. Parimenti, bisogna notare come il fenomeno del brigantaggio post-unitario, tollerato e in qualche caso anche sostenuto da clero e popolazione, sia stato ristudiato dalla storiografia moderna e come esso vada inquadrato - anche qui senza lasciare spazio ad esiti troppo arditi - sì come una rivolta contro la monarchia sabauda, fomentata soprattutto dai Borboni in esilio, ma che ebbe comunque durata e proporzioni meno ampie rispetto a quanto verificatosi con la presenza francese del XVIII-XIX secolo. Il discorso, tanto affascinante quanto complesso, non si può esaurire qui: le considerazioni espresse andrebbero ampliate per affrontare, aldilà della ricostruzione condivisa del percorso che portò all'unificazione italiana, le problematiche che investirono il nostro territorio ciociaro attraverso un esercizio di riflessione sugli anni finora trascorsi di storia nazionale e sulla questione, sempre aperta, delle divisioni culturali ed economiche. Pietro Antonucci
I piemontesi, visti come invasori, furono sconfitti in una battaglia improvvisata BOVILLE ERNICA - La battaglia di Bauco, combattuta sotto le mura dell'attuale Boville Ernica, è passata alla storia come la sola che sia stata combattuta a favore dell'esercito borbonico di Francesco II e l'ultimo episodio bellico del Risorgimento. Avvenne il 28 gennaio del 1861, poco prima della proclamazione del Regno d'Italia: le truppe piemontesi si stavano dirigendo da Gaeta in Abruzzo per vincere le ultime resistenze quando, a Sora incapparono nei soldati filo-borbonici guidati dal colonnello alsaziano Théodule Emile De Christen e dal capobanda Luigi Alonzi detto "Chiavone". Questi ultimi, per evitare lo scontro, si rifugiarono prima nell'abbazia di Casamari e poi tra le mura dell'allora Bauco, in territorio pontificio. I piemontesi valicarono il confine, danneggiarono l'abbazia e inseguirono i nemici fino a Bauco. All'alba del 28 gennaio la contesa ebbe inizio. I granatieri sabaudi, su ordine del generale de Sonnaz, aprirono il fuoco, ma l'assalto fu respinto con vigore. Seguì un cannoneggiamento delle mura dalle 6 del mattino fino a mezzogiorno, ma non sortì gli effetti sperati e De Sonnaz ordinò, a quel punto, un nuovo assalto. Quando i piemontesi, però, provarono a sfondare furono respinti con energiche scariche di fucile, lasciando sul terreno molti morti. Vista l'impossibilità di entrare, allora De Sonnaz decise di scalare le mura. De Christen, per far economia di munizioni, ordinò di non sparare e di tirare le pietre, precedentemente ammassate. Sotto la gragnola dei colpi i piemontesi retrocedettero disordinatamente. Fu lì che De Sonnaz bloccò la battaglia e intavolò delle trattative: provò ad imporre delle condizioni, ma il vantaggio accumulato da De Christen portò ad un accomodamento accettato da entrambi le parti: il generale De Sonnaz sarebbe uscito subito con tutta la sua divisione dal territorio pontificio, dando la parola d'onore che non vi avrebbe rimesso più piede; De Christen si impegnò a non prendere le armi né in Abruzzo né in Calabria fintanto che il re delle Due Sicilie difendeva Gaeta, libero però di portarsi in armi in qualunque altra parte del Regno; la truppa napoletana aveva facoltà di agire come meglio credeva. Circa 500 uomini, asserragliatisi dentro le mura di una cittadina, avevano respinto l'avanzata di 3500 soldati sabaudi, ma quell'episodio non cambiò il corso degli eventi. Poco mesi dopo, a settembre, De Christen fu fatto prigioniero a Napoli, morendo poi nel 1870 dopo aver provato a riprendere la lotta a Roma; Chiavone fu catturato l'anno successivo e giustiziato in un bosco vicino a Trisulti. Pie. Ant.
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Dal Parlamento
Nuova linfa alla collaborazione parlamentare Italia-Emirati Arabi Uniti L'incontro è stato aperto dal Presidente della Camera on. Gianfranco Fini e chiuso dal Presidente della Commissione Finanze alla Camera on. Gianfranco Conte ROMA - La Sala dei Busti di Montecitorio ha ospitato, il 24 e il 25 gennaio, la prima riunione del Gruppo di collaborazione parlamentare tra Italia ed Emirati Arabi Uniti, Gruppo costituito sulla base del Protocollo parlamentare firmato ad Abu Dhabi dal Presidente della Camera, on. Gianfranco Fini, e dal parigrado degli Emirati Arabi on. Al Ghurair, in occasione di una visita nel 2009 della terza carica dello Stato italiano negli Emirati. I lavori, aperti proprio dall'on. Fini con un breve indirizzo di saluto, si sono concentrati su temi che le parti hanno precedentemente concordato di dibattere durante la riunione: si è parlato, infatti, dello sviluppo dei rapporti politici tra Unione europea e Consiglio di Cooperazione del Golfo; dei rapporti economici proprio tra Italia ed Emirati Arabi Uniti; dello sviluppo delle rela-
On. Gianfranco Conte
zioni culturali tra la realtà italiana e quella del Golfo arabo. E' bene precisare che la collaborazione tra i due Paesi ha conosciuto negli anni uno sviluppo crescente, che ha portato, tra l'altro, a importanti convergenze nella lotta alla criminalità organizzata e al terrorismo e al soste-
gno degli Emirati alla candidatura di Milano per l'Expo del 2015. Inoltre, in molte missioni di peacekeeping, le truppe degli Emirati si sono trovate a fianco di quelle italiane e che il territorio degli Emirati ospita parte dei comandi della missione in Afghanistan. Nel corso degli incontri è stato affrontato il tema di un coinvolgimento dei fondi sovrani arabi nel sostegno alla patrimonializzazione delle piccole e medie imprese italiane. La conclusione dei lavori di questo primo fondamentale meeting, da parte italiana, è stata eseguita dall'on. del PdL Gianfranco Conte, Presidente della Commissione Finanze alla Camera dei Deputati. "E' stato per me un piacere e un onore - ha esordito il Presidente Conte in occasione del discorso risolutivo dei lavori - concludere la prima riunione del Gruppo par-
lamentare di collaborazione tra la Camera dei Deputati italiana e il Consiglio Nazionale Federale degli Emirati Arabi Uniti". "L'avvio delle attività del nostro Gruppo è un gran risultato, oserei dire di portata storica, certo fondamentale per il futuro dei nostri Paesi. Al di là delle distanze geografiche e culturali, le nostre Camere hanno posto le basi per una collaborazione che è destinata a durare negli anni, proseguendo quello che era l'obiettivo dei Presidenti delle rispettive Camere, l'on. Gianfranco Fini e l'on. Al Ghurair, quando sottoscrissero nel febbraio del 2009 il Protocollo di collaborazione parlamentare, un documento fondamentale che delinea il quadro in cui il nostro Gruppo si muoverà promuovendo l'amicizia tra i nostri Paesi e i nostri popoli". "Le relazioni bilaterali - ha proseguito l'onorevole in forza al Pdl -
hanno infatti registrato negli ultimi anni un consolidamento e un'estensione che ci rallegrano, ma che desideriamo sostenere con più intensi contatti a livello parlamentare. La sintonia tra queste realtà in ambito internazionale si palesa sugli scenari di crisi, prima di tutto in Afghanistan. Con l'occasione ringrazio inoltre i colleghi degli Emirati per l'appoggio alla candidatura della città di Milano per ospitare l'Expo 2015". "Infine - ha concluso l'on. Conte all'ennesimo incarico governativo di assoluto prestigio internazionale - vorrei rivolgere il mio pensiero agli italiani residenti negli Emirati Arabi Uniti che, onorando il nostro Paese con la qualità del loro operato, favoriscono così ulteriori possibili sviluppi nelle relazioni tra queste due importanti realtà". Ricc. Stra.
Ambiente
Agrimercato Frosinone: una filiera tutta ciociara Prosegue il nostro viaggio insieme a Enzo Sperduti, segretario provinciale di Terranostra, alla scoperta delle associazioni promosse da Coldiretti per garantire la qualità dei prodotti che arrivano sulla nostra tavola. Questa volta parliamo di "Agrimercato Frosinone" che riunisce i produttori agricoli iscritti al Registro delle Imprese della provincia di Frosinone. L'associazione, che aderisce alla "Fondazione CAMPAGNA AMICA", ha come riferimento il manifesto di Coldiretti per una "filiera tutta Italiana" che accorci le distanze tra il
produttore ed il consumatore. I prodotti venduti provengono da aziende locali e sono esclusivamente di manifattura provinciale. L'attività di vendita viene svolta in giornate appositamente istituite e pubblicizzate attraverso i mass media, in luoghi sempre diversi per unire alla genuinità dei prodotti la scoperta dei luoghi caratteristici della provincia. Fino al mese di giugno, a piazza Gramsci a Frosinone, Agrimercato sarà una presenza fissa ogni prima e terza domenica del mese. All'interno del mercato vengono rigorosamente rispettate tutte le disposizioni in materia di vendita diretta e salute pubblica. I prodotti sono identificati da apposito cartellino riportante il prezzo e il logo di Campagna Amica e Coldiretti. Periodico di informazione politico-sociale e culturale Ogni impresa aderente firma i propri prodotti assumendosi la responsabilità di adesione ai Direttore Responsabile Riccardo Strambi principi di Coldiretti. Editore Filippo Strambi L'agricoltura italiana, a causa dell'alta qualità della sua produzione, non può competere con i Stampa Tipolitografia ACROPOLI prezzi delle produzioni mondiali. Ha bisogno ALATRI - Via Mediana Chiappitto, 5 - Tel. 0775 442588 quindi di investire sull'esclusività e sulla distintività educando la clientela alla genuinità e Segretaria redazione Elisabetta Ciancone alla non omologazione.
Responsabile di redazione Andrea Tagliaferri Coordinamento Pietro Antonucci Impaginazione e grafica Elisabetta Ciancone Redazione: Pietro Antonucci, Carlo Capone, Mariella Minnucci, Paolo Fiorenza, Bruno Sbaraglia, Andrea Tagliaferri, Riccardo Strambi, Daniela Calicciotti, Serena Sperduti, Patrizio Minnucci, Miriam Minnucci, Angela Rossi, Chiara Camperi, Giuseppe Gatta, Alessandro Arcese, Fabio Padovani, Erika Rossi, Davide Strambi, Franco Malandruccolo, Stefania Del Monte, Alfredo Salomone, Francesca Ludovici Numero chiuso in tipografia il 21/02/2011 Autorizzazione Tribunale Frosinone n°232 del 4/10/1994
Per esempio non troverete mai verdura fuori stagione in Agrimercato. Attraverso l'uso del logo CAMPAGNA AMICA le produzioni agricole italiane si presentano ai consumatori
Manifestazione “Campagna Amica”
come veri prodotti "made in Italy". Accreditandosi a CAMPAGNA AMICA ogni azienda riceve, oltre alla possibilità di utilizzare il logo, un codice identificativo che diventa la carta d'identità dell'impresa. Tutte le imprese agricole, gli agriturismi, le cooperative, le società agricole e i consorzi agrari possono fare richiesta per utilizzare il logo che, oltre a garantire il made in Italy, assicura qualità, freschezza, tracciabilità e prezzi assolutamente convenienti. Per altri appuntamenti o informazioni visitate il sito di Coldiretti (tel. 0775-8768313) oppure scrivete a agrimercatofr@coldiretti.it Serena Sperduti
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News dal capoluogo Intanto l'associazione e il comune promuovono lezioni nelle scuole del capoluogo con un "campionato" a punti
I familiari delle vittime su strada in continua lotta per la vita Lo scorso 20 febbraio è tornata la fiaccolata dell'AIFVS di Frosinone per la sicurezza stradale fatti, si è tenuta la tradizionale
Anche quest'anno, ricordando Roberto Cocco (che il 20 febbraio di sette anni fa perse la vita sulla "Monti Lepini") e tutte le vittime della strada, l'AIFVS ha manifestato la legittima volontà di avere strade sicure, "per sentire la propria voce alle istituzioni e alle forze politiche, di governo e di opposizione, troppo spesso latitanti su questo argomento", come cita il volantino distribuito nei giorni precedenti l'evento. Con notevole partecipazione, in-
aderito in molti, cittadini privati
Fiaccolata dell'AIFVS di Frosinone
fiaccolata e la seguente Messa nel quartiere Cavoni a cui hanno
e istituzioni, tra cui il Comune e l'ACI di Frosinone. L'associazione,
tra l'altro, sta portando avanti lezioni sulla sicurezza stradale in due istituti scolastici del capoluogo ciociaro, promosse dal Comune di Frosinone (Assessorato e Comando della Polizia locale). Docente, Pietro Giannitti, ispettore superiore della Polizia locale di Frosinone, allievi i ragazzi della scuola media "Frosinone 3" (D.S. Beniamino Lisi, referente progetto Bruna Ceci) ed i bambini del secondo circolo didattico (D.S. Ruggero Mastrantoni, referenti progetto Silvana Balzano e Graziella Gneo). Gli incontri si inquadrano in un progetto più ampio, denominato "Strada più sicura con la cono-
scenza", consistente in una sorta di "campionato", tra le ultime classi di ambedue le scuole, in cui si gareggerà preparando e ponendo domande alle squadre avversarie sul tema del codice della strada e della sicurezza stradale. Le due classi della "Frosinone 3" che avranno totalizzato, nel "campionato" interno all'istituto, più punti, si scontreranno, per il primo posto, il 27 maggio 2011, presso la Villa Comunale di Frosinone, nell'ambito della mostra e premiazione relative al Premio Roberto Cocco. E lo stesso faranno le due classi "più forti" del 2° circolo didattico. Andrea Tagliaferri
Contromosse della questura di "In Strada e in Pista vincono le regole" Frosinone alle infiltrazioni mafiose Corsi di guida sicura al Fornaci Village il 31 marzo con l'ACI di Frosinone, ACI Sport e Sara Assicurazioni
Dopo l'allarme dei vertici della Corte d'Appello di Roma sulle infiltrazioni mafiose in Ciociaria e nel cassinate, "terre privilegiate" da camorra e ndrangheta per i loro investimenti, la questura di Frosinone ha annunciato le contromosse. Per la prima volta parliamo di elevato grado di penetrazione nel tessuto economico che il questore di Frosinone, Giuseppe De Matteis, rivela interessare anche la zona del capoluogo e dintorni. C'è un' evidente avanzata verso nord di camorra e ndrangheta, di cui la prima specula sul 70% degli investimenti, la seconda sul restante 30. La strategia per combattere tale preoccupante fenomeno criminale, ha spiegato il questore, sarà di innestare nella struttura della questura di Frosinone investigatori specializzati nella lotta alla criminalità organizzata e nel contrasto alle infiltrazioni. Si tratta di più uomini - continua il questore - che arriveranno presto: lavoreranno sul territorio, direttamente nelle zone ritenute maggiormente a rischio. Il loro
compito sarà quello di occuparsi esclusivamente di clan criminali. Dalle parole del dottor De Matteis si deduce che il potenziamento in questura sarà composto da investigatori della Dia (Direzione investigativa antimafia) di cui potrà disporre il questore stesso, che sottolinea: "Dobbiamo puntare le nostre risorse per verificare fenomeni di riciclaggio, soprattutto nel cassinate. Anche se, ormai, il problema riguarda anche Frosinone, quindi trasversalmente nord e sud della provincia. Le organizzazioni mafiose da anni hanno superato il concetto di territorio. Il fenomeno riguarda l'acquisto di terreni, immobili o di altro, anche se già sono state effettuate operazioni con la Dia che hanno portato al sequestro di ingenti patrimoni riconducibili ai clan". Il questore conclude con un'affermazione chiara e piena di speranza per gli onesti: "Col nostro impegno non ci sarà mai da parte delle mafie il controllo del territorio". Patrizio Minnucci
SE NON ORA QUANDO? Anche a Frosinone, nonostante il blocco del traffico, le donne hanno fatto sentire la propria voce Anche Frosinone il 13 febbraio ha voluto partecipare a SE NON ORA QUANDO? l'evento nazionale che ha chiesto alla gente di dimostrare amicizia e solidarietà verso le donne. L'appuntamento era per le 10,30 a Largo Turriziani. Il blocco del traffico, in atto nella stessa giornata, non ha consentito a tutti di partecipare; nonostante ciò un nutrito gruppo di persone è riuscito a raggiungere la piazza per portare il proprio sostegno. Largo Turriziani è stato addobbato con pannelli a tema realizzati dagli alunni del liceo artistico. L'intento della manifestazione era di rivolgendosi soprattutto ai giovani, più vulnerabili all'influenza mediatica che associa il raggiungimento del successo alla bellezza esteriore. Scendere in piazza è stato un modo semplice e chiaro di proporre modelli alternativi di realizzazione femminile senza peraltro voler criticare le scelte di nessuno. La manifestazione infatti, come indicato dagli organizzatori, "non è fatta per giudicare altre donne, contro altre donne, o per dividere le donne in buone e cattive" ma "è fatta per esprimere la nostra forza e la nostra determinazione". Serena Sperduti
Riparte il progetto "In Strada e in Pista vincono le regole" per sensibilizzare i giovani sul tema della sicurezza stradale. L'incontro gratuito si terrà il 31 marzo al Fornaci Village (partner ufficiale della manifestazione) con la lezione teorica e i test drive rivolti agli studenti delle classi quinte degli Istituti superiori di Frosinone. L'iniziativa, voluta ed organizzata da ACI Sport e Sara Assicurazioni con la collaborazione dell'Automobile Club di Frosinone, viene replicata per il quinto anno consecutivo dopo il grande successo delle scorse edizioni che ha visto la partecipazione di oltre 14.000 studenti provenienti da diverse città italiane. Il progetto trae la sua forza dall'incontro di due mondi in cui l'aspetto formativo è prioritario: la scuola e lo sport. L'idea chiave è quella di utilizzare la figura del pilota sportivo che per l'occasione sarà Valentina Albanese come esempio di guida corretta, per testimoniare e dimostrare ai giovani in età di patente, quanto siano importanti la prudenza e l'attenzione al volante, nel rispetto delle regole sulla strada per la sicurezza propria ed altrui. Il progetto "In Stra da e in Pista vincono le regole" è finalizzato alla massima sensibilizzazione dei giovani neo patentati o prossimi alla patente, verso la sicurezza stradale. Gli studenti che parteciperanno all'incontro, avranno dunque la possibilità di confrontarsi con il pilota e gli altri relatori. A.T.
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Fare chiarezza su Piano regolatore e progetto lampioni Le richieste del candidato Scerrato all'Amministrazione comunale uscente
FUMONE - I toni della campagna elettorale per le amministrative non sono mai soft, neppure nei centri più piccoli. Accade anche a Fumone dove il candidato a sindaco Stefano Scerrato ha chiesto informazioni, tramite tre consiglieri comunali all'opposizione
(Franco Mocci, Massimo Padovano e Mario De Carolis), sul Piano regolatore generale e sul progetto di installazione dei lampioni. Scerrato denuncia come l'attuale sindaco, insieme al segretario comunale, abbia deciso di negare l'accesso agli atti pubblici. La motivazione ufficiale fornita dall'Amministrazione è che la richiesta "… rappresenta per la struttura del Comune di Fumone la creazione di una mole di lavoro che porta alla paralisi dell'ufficio tecnico e la riproduzione degli elaborati del Prg comporta l'impiego di ri-
Il centro destra si prepara alle comunali e punta sui giovani
sorse economiche abnormi per le esigue casse dell'Ente". Scerrato replica parlando di "giustificazione ridicola" perché significa che "fare le copie del Prg comporterebbe la paralisi dell'Ufficio, che non brilla certo per produttività e per attivismo, ed i costi connessi per fare le fotocopie non possono essere sostenuti. Come dire: stiamo talmente messi male che non ci possiamo permettere nemmeno di fare le fotocopie". Ricordato che la consultazione degli atti pubblici è un diritto, il candidato
a sindaco Scerrato sottolinea che non ci sono intenti ostruzionistici e che la ragione della richiesta sta nel verificare "Lo stato di attuazione del Prg e del progetto lampioni, per elaborare eventuali proposte o anche critiche, e per svolgere con cognizione di causa, da parte di Mocci, Padovani e De Carolis, il lavoro di consiglieri comunali". Per Scerrato è "Evidente l'interesse di tenere nascosti i ritardi e l'inadeguatezza del piano regolatore, nonché gli evidenti favoriti-
smi o penalizzazioni nell'installazione dei lampioni. È sotto gli occhi di tutti il ritardo e l'inadeguatezza dell'assetto urbanistico del territorio di Fumone, dovuto esclusivamente ai ritardi e alle inefficienze dell'Ufficio tecnico comunale". E saranno questi alcuni degli argomenti del confronto elettorale che, già da queste avvisaglie, si preannuncia come una vera e propria "battaglia" politico-amministrativa. Pie. Ant.
Giovani promesse …quando la passione per la cucina diventa arte FUMONE - Ci riceve tra fornelli e file di pentolame Emanuele Gatta, giovane chef, promessa della cucina italiana. Dopo aver conseguito il diploma I.P.S.S.A.R, nonostante la sua giovane età vanta già un curriculum professionale di tutto rispetto. "Ho fatto molta esperienza in giro per l'Italia", ci confida lo chef. Cosa la spinge a dedicarsi cosi appassionatamente ad un'arte cosi nobile come la cucina, perché in fin dei conti la cucina è un'arte, vero? "Un lavoro ma soprattutto una passione. La cucina è un'arte unica, inimitabile, un'arte a cui dare e da cui ricevere tanto". Qual è il segreto del suo successo? "Creare sempre delle novità, costruire piatti inimitabili e unici, utilizzare materie prime di grande qualità che ci offre la nostra terra. Un grande chef è colui che riesce a creare un piatto nobile con semplici ingredienti quali, ad esempio il pomodoro e il basilico". Cosa ne pensa di alcuni abbinamenti, come dire un po' stravaganti?
"La cucina è innovazione, è stile, è elemento che differenzia e unisce noi cuochi. La particolarità nel ricercare nuove tendenze e nuovi ingredienti è caratteristica imprescindibile del nostro lavoro", Un'ultima domanda e poi la lasciamo al suo lavoro. Qualche consiglio sulla presentazione dei piatti? "La presentazione è un elemento fondamentale in questo ambito. Presentare un piatto è come dipingere un quadro, deve esserci colore e immagine, ma fondamentalmente deve trasmettere passione. Anche, e soprattutto l'occhio qui vuole la sua parte." Giu. Ga.
Fumone chiama Madagascar in nome dei bambini COLLEPARDO - Il centro-destra del piccolo paese ernico ha scelto il suo candidato a sindaco per la sfida al centro-sinistra di Venturi e Bussiglieri. Alle amministrative di maggio sarà Maurizio Carpentieri che avrà l'onore e l'onere di essere il candidato unico di tutta la coalizione alla massima carica municipale, per tentare di portare una nuova giunta di diverso colore alla cittadina ernica. Dopo ormai più di due lustri di amministrazione di sinistra, Carpentieri e i suoi puntano sul far capire ai propri concittadini che gli anni precedenti di "stagnazione comunista", hanno solo danneggiato la comunità e che, quindi, sia tempo di cambiare - ed in meglio -. Un programma chiaro ed in pochi punti per ridare a Collepardo quella credibilità politica ed istituzionale - continuano dal comitato elettorale - via via svanita con perdita di introiti derivanti dalla bassa affluenza turistica, che la sinistra non è riuscita a risollevare. Le politiche della giunta uscente hanno danneggiato l'ambiente ed i monumenti, e solo un progetto di "pulizia" e conseguente rivalutazione in questi ambiti potrà far tornare appetibile meta turistica la città di Collepardo. Oltre a ciò il centro - destra nella prossima campagna elettorale punterà molto sui giovani della "Giovane Italia" e dei "Giovani PDL", che daranno la spinta decisiva per la vittoria con i loro progetti e programmi. In questo settore è da rilevare la presenza della brillante Fabiana Testana, che si è già distinta con proposte intelligenti ed originali. Dunque Bussiglieri per il centro-sinistra e Carpentieri per il centro-destra, ai quali auguriamo una buona campagna elettorale. Patrizio Minnucci
È stata ideata a Fumone una coinvolgente iniziativa di beneficenza e solidarietà. Nel periodo antecedente la Pasqua sarà attuata nelle scuole del paese una raccolta fondi da destinare ai bambini del Madagascar. L'iniziativa, nata da un'idea della "Foedus Ars", associazione culturale da sempre impegnata nella promozione e realizzazione di eventi culturali, in collaborazione con Suor Loreta - suora missionaria originaria di Fumone prevede con i fondi che saranno raccolti l'acquisto di materiale scolastico e di vestiario da destinare ai bambini del Madagascar. Suor Loreta, entrata in congregazione nel 1967, gestisce tutt'oggi con successo più di cento adozioni. Il suo impegno costituisce uno spiraglio di luce, costituisce un obiettivo nobile che con il contributo dei fumonesi sarà posto in essere e realizzato con successo. Per informazioni, semplice interesse o curiosità potete consultare il sito dell'associazione no profit di cui fa parte Suor Loreta: www.lacometaonlus.eu Giuseppe Gatta
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Provincia
Ritrovamenti importanti per la città "STORICA" d.C. Gli esperti della Soprintendenza ai Beni Archeologici, hanno circoscritto l'area e stanno procedendo all'analisi delle antiche sepolture, sulle quali, vige il massimo riserbo. Tra le tante notizie trapelate, si parla di antiche sepolture cosiddette "alla cappuccina", frequenti soprattutto in epoca romana, con il loculo dotato di un sottofondo e una copertura in tegole di terracotta e, il tutto, veniva ricoperto con terra. Affascinato dal ritrovamento, il Sindaco, Fiorletta Piergianni, spera di poter presto dare avvio ai lavori per poter realizzare un Museo, che sorgerà nei locali inferiori del Martino Filetico, che ospiterà tutti i reperti sparsi sul territorio ferentinate. Ovviamente, si spera anche in una ripresa tempestiva dei lavori per la realizzazione di un parcheggio con circa quaranta posti auto, situato in posizione strategica, posto a ridosso del percorso turistico (Porta S. Agata-Porta Sanguinaria-Porta Casamari), dove, proprio in questi giorni, si stanno ultimando i lavori per la realizzazione di un sentiero "storico", ai piedi delle antiche mura ciclopiche, che condurrà i pedoni e i turisti, al centro della città, evitando palazzi e traffico. La cerimonia inaugurale del tratto, si terrà nella giornata del 27 marzo e, per l'occasione, ci sarà www.riccadomus.com una divertente maResponsabile di zona nifestazione di mountain-bike.
FERENTINO - Da tre mesi a questa parte, la città è protagonista di scoperte storiche sorprendenti. Sono stati infatti rinvenuti presso la località Santo Nicola, resti antichi di una necropoli romana, proprio durante gli scavi per la realizzazione di un parcheggio. Si tratterebbe, con più precisione, di una ventina di tombe con didascalia scheletri di adulti e bambini risalenti tra il I sec. a.C. e il I sec.
Progetto Salute e Prevenzione
Lucia Saviano
Alatri - Via Aldo Moro, 19 Tel. 0775 447213 - Cell. 3896974038 e 3387019043
Daniela Caliciotti
Sportivi nostrani DOC Eddy La Marra al Mondiale F.I.M. Supertstock Classe 1989, Eddy La Marra si prepara ad affrontare un'altra stagione in pista, calcando le orme di quella precedente e puntando sempre più in alto. Eddy, nasce a Ferentino e, fin da piccolo, grazie anche ad una passione innata per le moto del papà Giuseppe, sale in sella alle minimoto, dimostrando da subito la sua determinazione e voglia di affermarsi. Dopo aver vinto vari titoli, prima a livello regionale e poi nazionale, vincendo nel 2005 il titolo di vicecampione Coppa Italia classe 125, scavalcherà i confini italiani, arrivando a disputare i Campionati Europei: corre l'anno 2006 e conquisterà un meritato 4° posto nel Campionato Europeo Superstock 600 e Trofeo Yamaha. Continuerà la sua discesa versò il successo, debuttando nella stagione 2010 nella Coppa del Mondo Superstock 1000 Fim Cup dove risulterà migliore tra gli esordienti e conquistando a Vallelunga il 1° posto di Trofeo del Centauro. Nella nuova ed attesissima stagione, Eddy parteciperà con la sua moto Honda CBR 1000 alla Coppa del Mondo F.I.M. Supertstock, supportato dal Team Lorini Honda. Categoria considerata tra le più difficili nel panorama internazionale e che, apre la strada alla partecipazione del Mondiale SuperBike e moto GP. Orgogliosi di avere tra i nostri giovani concittadini, ragazzi che si dedicano allo sport con passione, speriamo vivamente che l'impegno venga ripagato con i migliori risultati. Daniela Caliciotti
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Le terme di Fiuggi nella "storia" L'Associazione EHTTA ha riconosciuto l'alto valore della struttura anticolana e l'ha inserita nella rete di gemellaggi FIUGGI - Le terme di Fiuggi annoverate tra le European Historical Thermal Towns Association, ovvero tra le terme storiche europee. L'EHTTA è una associazione senza fini di lucro basata sulla necessità di promuovere, tutelare e valorizzare il patrimonio termale, artistico e culturale in tutta Europa. Tra gli obiettivi dell'associazione vi è quello di creare una forte rete di gemellaggi fra città e le terme, promuovere scambi di esperienze tra i diversi operatori culturali della città inserite nel circuito, favorendone così il sistema a livello europeo. Inoltre l'EHTTA si prefigge lo scopo di incoraggiare lo sviluppo la ricerca, gli studi e le statistiche nel settore termale, in particolare per quanto riguarda il patrimonio storico, culturale e artistico. Per fare questo l'EHTTA si avvale della col-
laborazione delle istituzioni attraverso il sostegno dei programmi e dei finanziamenti europei. L'amministrazione comu-
l'iscrizione all'EHTTA nel corso del consiglio comunale del 18 ottobre 2010. Conscia, che i requisiti richiesti per l'ac-
nale della cittadina termale aveva deliberato di proporre la propria candidatura per
cesso a questo che a tutti gli effetti può definirsi un club esclusivo, erano numerosissimi e non di poco conto. Invece alla metà del mese di gennaio è arrivata la lieta novella, che fregia la città del prestigioso riconoscimento. Si è infatti svolto a Parigi il più importante convegno sul benessere e termalismo, nel corso del quale un direttivo apposito è chiamato a deci-
Esuberi per i lavoratori dell'imbottigliamento, è sciopero I lavoratori dell'imbottigliamento in agitazione contro gli esuberi annunciati dall'azienda. I dipendenti dello stabilimento però sono in buona compagnia difatti anche i lavoratori delle terme e del golf non concordano con le decisioni che la società di gestione ovvero la terme di Fiuggi spa e golf srl, intende assumere nei loro confronti. Due fronti caldi che rischiano, se non verranno tamponati quanto prima di paralizzare l'economia cittadina. Nessuno però vuole rivivere i drammatici 100 giorni di sciopero del 1993 che fermarono l'attività produttiva, e tagliarono fuori dal competitivo mercato delle acque oligominerali il marchio "Fiuggi", e nessuno vorrebbe che si ripetessero le manifestazioni di protesta dei lavoratori delle terme che hanno caratterizzato le ultime stagioni turistiche, ad eccezione di quella del 2010, provocando, oltre alla paralisa dell'attività un malcontento generale da parte dei fruitori dei parchi termali e un calo dell'immagine di Fiuggi per la quale gli operatori turistici stanno ancora pagando lo scotto. Le soluzioni per ambo i casi sembra si possano trovare con interventi risolutivi da parte della regione Lazio, chiamata ancora una volta a districare l'ingarbugliata matassa. Intanto la Sangemini sembrerebbe aver ritirato la procedura di mobilità inizialmente annunciata, che doveva riguardare 11 lavoratori sui 48 attualmente in forza. Anche se le maestranze dell'imbottigliamento sono ancora scettiche sull'attendibilità della notizia. Per quanto riguarda le terme invece, si è già svolto un incontro in regione al quale hanno presenziato le RSU, il comune e la società di gestione, nel corso del quale da parte dell'ente è stata ribadita la necessità di conoscere il piano industriale dell'azienda. Un nuovo incontro dovrebbe tenersi entro la fine di febbraio coinvolgendo questa volta anche gli assessorati alle attività produttive e ovviamente quello al turismo. I tempi comunque stringono perché tradizionalmente l'apertura della fonte Bonifacio VIII è prevista nel mese di aprile. Una soluzione rapida quindi è quanto mai necessaria.
dere sulle domande di ammissione all'EHTTA. Al termine della riunione del direttivo avendo questo riscontrato che la cittadina termale ha i requisiti richiesti, è stato comunicato al sindaco, Fabrizio Martini che le terme di Fiuggi sono state inserite in questo importante circuito europeo. "sono molto soddisfatto - ha sottolineato il primo cittadino - appena presentata la domanda siamo stati subito accreditati. Prevede ci saranno effetti benefici per il turismo? "non porterà grande benefici nell'immediato, ma nel tempo sono sicuro ci darà grandi soddisfazioni. Anche perché in Italia sono solo cinque - ha concluso il sindaco - le città termali annoverate nel circuito quali Montecatini, Salsomaggiore Acqui Terme i bagni di Lucca ed ora Fiuggi. Grazie a questo riconoscimento sarà più facile per la cittadina termale anche accedere all'assegnazione di fondi europei, poiché le terme storiche europee sono riconosciute dall'unione europea che ne valorizza la promozione. Francesca Ludovici
Fiuggi e i suoi primi 100 anni Quest'anno ricorre il centenario dal passaggio del nome della città da Anticoli di Campagna all'attuale Fiuggi. Nel 1911, infatti, il Consiglio Comunale dell'epoca decise di cambiare il nome della cittadina termale. La tradizione vuole che il nome Fiug-gi venne scelto tenendo conto della vegetazione (Felci), che popolava la località dove sgorgava la famosa acqua che da allora è chiamata Acqua di Fiuggi. Altri lo ritengono invece attribuibile al nome di un'antica città Ernica (Felcia). Per festeggiare degnamente questo importante ap-puntamento storico, l'amministrazione ha ideato un bando per l'ideazione del "logo del centenario". Bando che ha riscosso un grande successo tanto che entro i termini stabiliti, sono pervenute all'amministrazione ben 122 proposte. Il logo, secondo le direttive del bando, doveva contraddistinguere in maniera unitaria l'eccezionale avvenimento, rispondendo ai seguenti requisiti: fare riferimento ai cento anni di storia, essere rappresentativo della città (i cui colori sociali sono il rosso e il blu) prendendo spunto dalla storia recente e passata. Dalle tradizioni culturali e turistiche le-gate al termalismo ed al benessere. Infine essere utilizzabile su tutti gli stampati e tutti i mezzi comunicativi del Comune. Alla fine è stata Claudia Carrone, di Pula ad avere la meglio su gli altri 122 partecipanti al concorso. Seconda si è classificata Elisabetta Masnada di Fiuggi e terzo Petrelli Francesco di Napoli. La commissione giudicatrice, presieduta dall'Assessore alla Cultura Alessandro Terrinoni, ha decretato il logo vincitore scegliendo il progetto che, secondo i giurati, meglio ha risposto alle richieste del bando, valutando il lavoro alla luce di caratteristiche quali l'originalità, l'estetica e la forza comunicativa. F.L.
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Alatri: Verso le amministrative...
Amministrative, inizia la corsa verso il Palazzo Magliocca tenta il bis, la sfida della Martina, il Pd sostiene Di Fabio, mentre Lisi... Costantino Magliocca a caccia del secondo mandato. Maria Grazia Martina che tenta l'avventura politica dopo tanti anni di servizio nel mondo della scuola. Fabio Di Fabio che cerca la definitiva consacrazione. Fausto Lisi che riprova la scalata. Gianfranco De Santis che rilancia un progetto differente. Paolo Pietrobo-
no ovvero l'outsider, la sorpresa, l'incognita. Il quadro - salvo ripensamenti e cambiamenti dell'ultim'ora - dovrebbe essere questo: una corsa a sei per salire nel Palazzo di Piazza Santa Maria Maggiore con le elezioni comunali che si terranno sabato 15 e domenica 16 maggio (eventuale ballottaggio il 28 e il 29).
Una competizione che si annuncia come un confronto infervorato, acceso già dalle polemiche che hanno animato il lavorio dei partiti e dei movimenti civici. Partiamo dal centro-destra: mentre andremo in stampa, il PdL presenterà all'elettorato il suo candidato, che risponde al nome del sindaco uscente Costantino
Ma le divisioni l'hanno fatta da padrone... I partiti e le liste civiche che concorreranno a queste elezioni amministrative 2011 arrivano all'appuntamento alla fine di un periodo attraversato da dubbi, litigi e polemiche. È vero che, adesso, l'attenzione sarà concentrata nella campagna elettorale, ma non dobbiamo dimenticare quanto accaduto fin qui, perché gli strascichi del passato faranno sentire i loro effetti fino a maggio e, forse, anche dopo. Iniziamo dal centro-sinistra, divisosi in due. La candidatura di Di Fabio ha spaccato non solo l'area, ma anche il suo stesso partito, il Pd. Sostenuto dalla componente cristiano-cattolica, la vecchia Margherita, le velleità di Di Fabio hanno ricevuto una sorta di ricusazione dall'ala afferente ai Ds. La ricomposizione successiva della situazione non ha comunque cancellato il senso di divisione e di scarsa compattezza che circonda Di Fabio. Divisione che è palese e certificata con la lista civica "Programma
Alatri", la quale correrà da sola con Maria Grazia Martina candidata a sindaco. Ma anche nel centrodestra ci sono stati problemi. L'ufficializzazione della candidatura di Magliocca è giunta solo nelle ultime settimane, dopo aver fugato più di qualche titubanza e perplessità. Il sindaco uscente si troverà però a competere, nella sua stessa area politica, con Fausto Lisi e Gianfranco De Santis, che cercano rivincite, dopo abbandoni ed estromissioni, provando a "pescare" nello stesso bacino elettorale e che non esiteranno a togliersi qualche sassolino dalla scarpa, puntando il dito su quanto (e come) ha fatto o non ha fatto la maggioranza, dato che hanno visto ed operato dall'interno della macchina amministrativa. In tutto questo, si parla di nomi e, finora, di poche idee e di pochi progetti. Ma è un'altra storia, che tratteremo prossimamente. L'editore
Magliocca. L'investitura avverrà nei locali del "Tre Stelle" dove i big del partito si ritroveranno per confermare la loro fiducia e il loro sostegno al primo cittadino che prova il bis e che sarà appoggiato forse da tre liste civiche. Per questa nuova campagna elettorale, Magliocca ha scelto come slogan "Alatri chiama chi ama Alatri", giocando sulle assonanze e l'affetto per la città. Nella sua stessa area, il PdL troverà un fiero antagonista in Fausto Lisi che, scottato dall'esperienza non positiva trascorsa in maggioranza, si rigetta nella mischia: a sostenerlo ci saranno due movimenti politicoculturali quali "Progetto Alatri" (come nel 2006) e "I love Alatri" (guidata da Giorgio Ceccarelli). Al centro ecco l'indomito Gianfranco De Santis, anche lui in cerca di rivincite dopo la brusca interruzione del suo mandato come vice-sindaco: ad appoggiarlo ci sono l'UdC e il movimento "Alatri Oltre" creato alcuni mesi fa. Nel centro-sinistra si marcerà divisi.
Il Pd, nonostante qualche resistenza interna legata ai dubbi espressi dalla vecchia ala Ds, candiderà Fabio Di Fabio, che alle spalle ha esperienze da vicesindaco e assessore ai servizi sociali: accanto al simbolo ufficiale del partito anche la lista civica "Alatri nel cuore". Sullo stesso fonte ecco la prima novità, il dirigente scolastico Maria Grazia Martina, che ha ceduto al lungo pressing esercitato sulla sua persona candidandosi sotto le insegne di "Programma Alatri", lo storico movimento civico presente sullo scenario locale da 17 anni: ad appoggiare la Martina anche la lista "Donne insieme per Alatri". Infine, Paolo Pietrobono, una sorpresa nel panorama politico alatrense che cercherà di intercettare il voto dei delusi e di quanti non guardano con benevolenza né da un lato né dall'altro. La sua lista, infatti, si chiamerà "Alatri 011 - La svolta": come si diceva una volta, un nome che è tutto un programma. Pietro Antonucci
Donne in politica, il caso della Padovani e della Cremaschi
Costantino Magliocca
Fabio Di Fabio
La candidatura di una donna nel panorama politico locale è un evento raro, ma non unico. Tutti ricorderanno, sicuramente, che nelle elezioni comunali del 2002 la violinista Vanessa Cremaschi, divenuta nota anche per alcuni sketch con Teo Teocoli in un'edizione di Sanremo, si candidò a sindaco con l'appoggio di Rifondazione Comunista riportando un modesto risultato: fu esclusa dal secondo turno, al quale ebbero accesso Giuseppe Morini (poi eletto primo cittadino) e Costantino Magliocca. Andando ancor più a ritroso, al 1993, va ricordata la figura di Lucia Padovani, della Dc, che ha ricoperto la carica di sindaco per soli 120 giorni: era il periodo di "Mani pulite" in Italia e il sistema partitico tradizionalmente conosciuto si stava sfaldando; ad Alatri, la Dc era alle prese con molte faide interne, risolte temporaneamente nella nomina a sindaco (a quel tempo eletto dal consiglio e non direttamente dalla popolazione) della Padovani, la cui esperienza fu però molto breve. Tornando a stagioni più vicine, nell'Amministrazione comunale ci sono state diverse donne che hanno ricoperto la carica di assessore (Claudia Fantini, Mara Tagliaferri, Mariuccia Muzzopappa, Ilaria D'Onorio, Ivana Nari, Colombina Giovannetti, Danila Fontana) e di presidente del consiglio (Bianca Maria Evangelisti).
Al voto vanno 28 comuni in tutta la Ciociaria Maria Grazia Martina
Gianfranco De Santis
Fausto Lisi
Paolo Pietrobono
Le elezioni comunali in programma per la prossima primavera interesseranno, in tutta la provincia, 28 comuni. Le realtà più grandi dove si voterà sono Cassino, Alatri e Sora, ovvero sia la seconda, la terza e la quarta città della Ciociaria per numero di abitanti. Gli altri centri chiamati a rinnovare i loro consigli comunali sono: Acquafondata, Alvito, Arpino, Campoli Appennino, Casalattico, Castelnuovo Parano, Castrocielo, Castro dei Volsci, Ceprano, Collepardo, Esperia, Filettino, Fumone, Monte San Giovanni Campano, Pastena, Patrica, Pignataro Interamna, Roccasecca, Supino, Terelle, Torre Cajetani, Trivigliano, Vallecorsa, Vicalvi e Viticuso. Novità, da quest'anno, ci sono in merito alla composizione dei consigli comunali e delle giunte: al fine di contenere le spese, il Consiglio dei Ministri ha decretato il taglio del 20% del numero dei consiglieri e del 25% delle giunte. Nei centri minori, il consiglio comunale scenderà quindi a 10 persone ed il sindaco avrà accanto solo 3 assessori, pur potendo affidare incarichi diretti e particolari ad un consigliere di fiducia; nei centri maggiori (Alatri è tra questi) i consiglieri scenderanno a 16 e gli assessori a 4. Pie. Ant.
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“Primo impegno se sarò eletta? La porta del comune sempre aperta...” Intervista con il vero candidato out-sider delle prossime elezioni comunali, Maria Grazia Martina, preside dell'Istituto Comprensivo “Egnazio Danti” Suona la campana che sancisce la fine delle lezioni presso l'Istituto Comprensivo Egnazio Danti, ed ecco un gruppo di bambini festosi che entrano nell'ufficio della Preside intenti a tributare al dirigente scolastico un saluto, un abbraccio, altri un semplice sorriso. Scene tutto sommato "anomale". Non è cosa di questi giorni avere tale facilità di contatto con i "superiori". Nonostante, infatti, si tratti pur sempre di una scuola ed è ben noto che la figura del Preside rappresenti un'istituzione imponente, la porta dell'ufficio della professoressa Maria Grazia Martina è sempre aperta. Sì perché, a farle visita, non sono solo bambini spensierati. E' facile che capitino da lei anche persone, in qualche modo legate all'Istituto, con problemi di svariato tipo. Il tempo ha mostrato alla gente co-me sia facile contare sulla sua sensibilità o affidarsi al fatto che sicuramente la Preside Martina, nel limite delle sue possibilità, un sostegno non lo neghi mai a nessuno. Una fiducia contagiosa che si è costruita con gl'anni. Con i suoi modi trasparenti, efficaci e anche rigorosi quando necessario. Agire per il bene comune. Questa è la filosofia della Prof. Maria Grazia Martina. Fino a poco tempo fa principalmente in riferimento ad alunni e rispettive famiglie. Oggi, invece, cercando di allargare il cerchio. Da poco, infatti, è stata ufficializzata la sua candidatura a sindaco nella lista civica Programma Alatri, spinta a questa scelta dall'ex primo cittadino di Alatri Pa-
trizio Cittadini, uno dei tanti ad aver apprezzato da subito il suo modo di operare in tanti anni di onorato servizio scolastico. Il primo incarico da Preside della Prof. Martina fu nel 1987, in un istituto di Olevano Romano, dopo una formazione giovanile presso le Suore Mariane di Frosinone ("dove è stato semplice sviluppare un senso di giustizia sociale") e una successiva laurea a pieni voti in Lettere presso l'Università La Sapienza. Poi un lungo girovagare sino ad arrivare ad Alatri. Città che sente sua - pur essendo nata a Frosinone visto che, dal 1994, ricopre il ruolo di Preside scolastico passando prima dalla "Giovanni XXIII", poi per la "Dante Alighieri", sino ad arrivare all'Istituto Comprensivo "Egnazio Danti", a detta di molti una sua creazione. Oggi, come detto, vuole mettere a disposizione le sue riconosciute capacità per l'intera città di Alatri. Vuole essere al servizio della gente lasciando sempre la "porta aperta" che, metaforicamente, sta a significare semplicemente chiarezza, disponibilità e desiderio di rendersi utile. Vuole divenire il primo cittadino della Città percorrendo "..una battaglia politica difficile, ma che non mi spaventa visto che a me, le sfide, piacciono molto". Signora Preside, Lei è molto apprezzata nel suo istituto per il suo essere sempre a servizio di alunni e famiglie. Come conce pisce la scuola? La scuola deve essere assolutamente concepita come servizio. La mia trasparenza vuol essere portatrice di un messaggio im-
portante: l'istituzione è sempre raggiungibile. Ci vuole disponibilità specie quando si ha a che fare con i bambini. E' bene che passino sempre segnali di inclusione. Con l'"Egnazio Danti" l'approccio è stato molto duro. Il primo discorso è stato quello relativo alla "legalità": la dicotomia tra centro e periferia era forte, ma noi abbiamo avuto il merito di cogliere la voglia di partecipazione di questo territorio. Nonostante le difficoltà nel gestire tre ordini di scuola (la "Danti" comprende asilo, scuola elementare e media ndr) in pochi anni siamo passati da circa settecento a milleduecento alunni. La scuola è cresciuta in quantità e qualità perché molte delle attività che propongo vanno nella direzione dell'inclusione e dell'appartenenza. Non ho steccati ideologici e due anni fa ho gestito anche la scuola media di Alatri "Dante Alighieri" per dimostrare che il concetto di scuola è unico, senza contrapposizioni territoriali. Con la candidatura a sindaco vuole mettere a disposizione della città tutta la sua esperienza professionale. Ma cos'altro l'ha spinta ad accettare una sfida così importante? Per due motivi principali: il primo per la stima e l'amicizia con l'ex sindaco Cittadini e i suoi collaboratori e secondo perché sono molto indignata per il presente di questa città. L'indignazione è un sentimento che mi spinge per la prima volta a fare politica attiva. Voglio provare a denunciare questo malcontento generale. Alatri ha bisogno di cambiamento. C'è bi-
sogno di ricostruire qualcosa che è mancato negli ultimi anni. Alatri è una delle città più rilevanti della provincia. E' consapevole delle forti responsabilità che si hanno nel governare un territorio così importante? Conosco bene quale sia l'impresa. Le responsabilità non mi spaventano, non le ho mai delegate. Oggi fare il sindaco è una scelta quasi impopolare, ma sono convinta che se si rende il giusto servizio al cittadino ci si possono togliere soddisfazioni. L'onestà è un mio assoluto prerequisito. I progetti dovranno essere pochi ma trasparenti e verificabili dai cittadini. Penso poi che il lavoro sia sacrosanto. Non dico che se diventerò sindaco darò lavoro a tutti per ovvi motivi. Però, come faccio con il mio istituto sempre in prima linea per creare occasioni di impiego (sono molte le convenzioni con le Università per tirocini ai giovani ndr), farò altrettanto in sede amministrativa. Lei non è nata ad Alatri. Crede che questo rappresenti uno svantaggio? Lavoro e sto a contatto con questa gente da diciassette anni. Alatri la sento mia e ho dato e ricevuto molto da questo territorio. Ho già deciso di trascorrere la mia senilità qui, ma se dovesse accadere ciò che mi auguro accadrà, anticiperò i tempi del trasferimento. La sua porta, nel caso, rimarrà sempre aperta anche al Comune? Assolutamente sì.
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Vita alatrense
Nuovo slancio per i lavori pubblici viari Tra la rotatoria per lo svincolo della Superstrada sulla SR155, i lavori per la riqualifica dell'ex Stazione e altri dodici interventi viari, la città sarà un cantiere a cielo aperto per mesi ALATRI - Il consiglio Comunale ha dato l'ok all'atteso progetto della Rotatoria sulla SR 155 in corrispondenza dell'uscita della Superstrada Sora-Ferentino, all'altezza della località Le Pigne, oggi sede di un semaforo lampeggiante che ha garantito, comunque, una discreta organizzazione e moderazione del flusso veicolare. La rotatoria, arrivata dopo un lungo (ma non troppo) iter tra Comune, Regione e due distinte Conferenze di Servizi, porrà fine alle polemiche ma soprattutto snellirà, si spera, il traffico all'altezza dell'incrocio tra la SS155 e l'uscita della Superstrada Ferentino Sora nato da un anno appena. Al di là dei distinguo emersi nell'Assise, con la minoranza che ha criticato sul ritardo dell'approvazione del progetto e la maggioranza che ha risposto che si è trattato di un doveroso approfondimento vista la complessità dell'opera, tutti concordi nella utilità della futura infrastruttura che sarà realizzata dall'Astral, troppo importante per lo snodo viario e di fondamentale importanza in termini di sicurezza. Sempre in tema di rotatorie, inoltre, via alla procedura negoziata per lavori straordinari per interventi complessivi di circa un milione di euro, che interesseranno dodici arterie cittadine (tra cui la Tangenziale di via Aldo Moro
dall'ingresso della Statale 155 fino all'incrocio di Bitta; la realizzazione della nuova arteria di via delle Ginestre, quella che collega l'area di Chiappitto a Colleprata passando dietro l'ospedale) ma, soprattutto, la zona dell'ex Stazione ferroviaria, snodo d'ingresso alla città sulla Statale 155. Le imprese invitate avevano tempo fino alle 13 del 10 febbraio per presentare la propria offerta agli uffici competenti. In particolare i lavori di sistemazione e riqualificazione dell'area ex Stazione avranno importo pari a 219.637,76 euro. Il progetto era stato approvato nel 2008 dalla giunta e prevede la realizzazione di una rotonda con zona a velocità particolarmente limitata e la riqualificazione della piazza e di strade con la creazione di percorsi pedonali. La zona interessata (che misura circa 8.250 metri quadrati) costituisce un accesso storico alla città tristemente nota anche per i frequenti e numerosi incidenti che vi si registrano, legati al fatto che l'innesto principale tra questa strada e la strada provinciale è fatto "a raso" e in corrispondenza di un dosso. Per ovviare al problema, nel massimo rispetto dei vincoli di natura ambientale, il progetto prevede la realizzazione di una rotatoria centrale per lo smistamento vei-
ALATRI DA (RI)SCOPRIRE
Alunni negli anni '50: aiutiamoli ad incontrarsi
Partiamo come sempre dalla foto pubblicata nell'ultimo numero: era quella della squadra di calcio di San Gennaro nel 1961. Gli atleti: Claudio Celebrini, Giuseppe Fiorletta, Mauro Fiorletta, Patrizio Cittadini, Antonio Fiorletta, Gianni Minnucci, Mauro Scerrato, Pietro Bernardini, Maurizio Mangili, Bruno D'Alatri e Sisto Pietrobono. Questo mese proponiamo uno scatto messoci a disposizione dalla signora Laura Tarquini: è la sua classe terza (scuola elementare "Luigi Ceci") negli anni '49-'50. Chi è l'insegnante? Chi si riconosce? La signora Tarquini vorrebbe incontrare di nuovo le sue compagne per una simpatica rimpatriata: aiutiamola. Se volete ricevere la foto via e-mail per ingrandirla e vederla meglio sul vostro computer, potete contattare la redazione di "Gente Comune" (0775-442588, e-mail: gente.comune@email.it) oppure guardatela sul nostro profilo Facebook. Pie. Ant.
colare. Un piccolo tratto della statale verrà deviato sulla sede della vecchia ferrovia mentre, sul lato della chiesa della Donna, verrà realizzato un marciapiede che agevolerà l'accesso stesso alla chiesa. Nello spazio dell'attuale piazzale non interessato dalla nuova viabilità verrà conservata una area parcheggio e gli attraversamenti pedonali si snoderanno intorno alla rotatoria. Discorso a sé è stato fatto per quanto riguarda la riqualificazione dell'area adiacente alla chiesa della Donna dove attualmente insistono le attività commerciali.
In questa zona, che sarà resa totalmente pe-donale grazie ad un unico marciapiede che si accorda alla scalinata della chiesa, verrà realizzata una nuova pavimentazione su più livelli raccordati da rampe di collegamento che permetteranno un accesso diretto alla chiesa anche ai portatori di handicap. Il progetto prevede anche varie zone destinate a verde (aiuole, pavimentazioni speciali, siepi con alberi di medio fusto). Andrea Tagliaferri
Tarsu - Istruzioni per l’uso Negli ultimi tempi stanno arrivando in molte case non solo degli alatresi ma di cittadini di altri comuni - avvisi da parte del comune con la richiesta di pagamento di un conguaglio - relativo agli ultimi cinque anni - concernente la Tarsu. La motivazione della richiesta di conguaglio è determinata - secondo le amministrazioni - da un ricalcolo della superficie delle case e dei negozi legata all'incrocio dei dati in possesso del Comune con quelli dell'Agenzia del Territorio. Quasi tutti questi ricalcoli sono peggiorativi nei confronti dei contribuenti ed anche se spesso le quote da integrare non sono alte, è doveroso comunque controllare se quanto richiesto sia veramente dovuto. Come fare? Si tenga presente che alla base di tutto questo vi è una legge - la 311 del 2004 - che all'art.1 comma 340 stabilisce che, a partire dal 1° gennaio 2005, per le unità immobiliari urbane di proprietà privata a destinazione ordinaria, la superficie di riferimento per il calcolo della tassa rifiuti urbani non può essere inferiore all'80% della superficie catastale: il che non significa automaticamente che possa o debba essere superiore ma solo non inferiore. Più di ogni discorso vale però una dimostrazione pratica: allegate al presente articolo troverete due esempi di calcolo di superficie ai fini Tarsu, uno per le abitazioni ed uno per i negozi. Fate i vostri calcoli e decidete se l'eventuale comunicazione del Comune di appartenenza sia giusta o meno e se dunque convenga fare ricorso. Paolo Fiorenza
Vita alatrense
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Alatri su Voyager e Mistero. Basta che se ne parli? Alatri, oggetto di mezz'ora di trasmissione divisa in due puntate su Rai 2 in prima serata e, subito dopo, su Italia Uno, è un evento straordinario che in sé ha rallegrato ed inorgoglito tutta la popolazione alatrense.
Ma, da un'attenta analisi del programma di Giacobbo e di quella di Marcco Berry e Raz Degan, si sono notate delle discrepanze tra il reale e l'irrazionale che hanno lasciato basiti non pochi studiosi della nostra città. Il primo appunto va fatto al regista di Voyager che con "stacchi" improvvisi tende a disorientare i telespettatori. Le interviste stesse risentono di questa tecni-
In piazza con lo skate ed è polemica! Ad Alatri, in pieno centro storico, un gruppo numeroso di ragazzi dell' età tra i 10 e i 13 anni, che giocavano con gli skateboard, hanno protestato perché cacciati da alcuni vigili urbani. I ragazzi in questione hanno realizzato dei manifesti attaccandoli in diverse zone del centro, anche sulle mura del Comune… e subito è stata polemica! Su Facebook, è stato pubblicato un articolo sul problema puntualizzando il fatto che si divertivano sul sagrato della chiesa di Santa Maria Maggiore. Sull'argomento sono state fatte molte pubblicazioni e molte domande. A prescindere che non si può praticare uno sport sulla scalinata di una chiesa, una protesta è pur sempre una protesta! La domanda importante è... protestare per cosa? Purtroppo per l'Amministrazione comunale, Alatri è uno dei pochi paesi della provincia di Frosinone ad avere un alto tasso di giovani, che per fortuna, hanno ancora la voglia di divertirsi, purtroppo è stato dato loro molto poco. E' possibile che ad Alatri i ragazzi non abbiano un parco, un luogo dove poter giocare senza disturbare le orecchie di nessuno? Si fa presto a lamentarsi, ma bisogna andare in fondo al problema prima di sentenziare! A questo proposito bisogna parlare del Palazzetto chiuso per "lavori in corso" da mesi; l' unico luogo per lo sport è stato trascurato. Il parco giochi di Civita, altro luogo abbandonato a se stesso con i "giochi" arrugginiti e il terriccio al posto dell'erba; il campo di Basket sotto il girone è stato trasformato in un parcheggio per autovetture! Questi ragazzi si sentono esclusi e rifiutati e questo è davvero ingiusto! Ma, al contrario non si può neanche dare torto ai Vigili Urbani che cercano solo di fare il proprio lavoro. Infatti è strettamente vietato girare con biciclette, skate, moto e motorini nel centro storico, anche perché è pericoloso, dato che il passaggio è aperto alle auto. Allora, dove devono andare i ragazzi? Questa è l'unica domanda che dobbiamo porci! Senza contare che, in vista delle prossime elezioni comunali, un nutrito gruppo di mamme stanno programmando una raccolta firme per chiedere ai candidati a sindaco un impegno per la creazione di un parco per bambini (questa volta si parla di prima infanzia ma le due cose potrebbero benissimo coesistere). Gente Comune sposerà questo tipo di iniziative. E. R.
"Insieme per noi", cena di solidarietà Con largo anticipo diamo notizia che domenica 20 marzo prossimo, presso il ristorante "Tre Grana" in Via San Francesco si terrà una cena di solidarietà organizzata dall'associazione "Insieme per noi". All'incontro saranno invitati anche quanti avranno ufficializzato la loro candidatura a sindaco per le pros-
sime elezioni amministrative, al fine di far loro conoscere le attività dell'associazione. La "Insieme per noi" opera infatti da diversi anni in aiuto delle famiglie più disagiate. Per informazioni e prenotazioni, contattare il numero 333 5694003
ca di regia, risultando vieppiù "manipolate". Malgrado la vetrina del presentatore Giacobbo metta in risalto le nostre mura e il "Cristo nel labirinto" ritrovato nel chiostro di San Francesco, alla fine della trasmissione il caso Alatri rimane irrisolto. Gli studi e gli sforzi del ricercatore Ornello Tofani non sono stati evidenziati come meritavano. Sostanzialmente, agli occhi degli studiosi, il programma ha rilevato solo la lontananza e l'incomprensione tra gli studi archeologici, rappresentati dal dottor Attenni, e quelli storici ed archeoastronomici di don Giuseppe Capone e del professor Giulio Magli. Diversa disamina, sempre a livello di tecnica di regia, meritano le ricerche sul misterioso "Cristo nel labirinto" descritto dal ricercatore Giancarlo Pavat. Quest'ultimo infatti ha avuto la telecamera pressoché puntata su di lui, e il discorso ha potuto svilupparsi in modo più lineare ed esaustivo. Si tratta senza dubbio di un unicum nella storia dell'arte -ha spiegato Pavat - e la concomitanza di labirinti presenti in Europa dove è documentato abbiano soggiornato i cavalieri Templari è da tener presente per le ricerche future. I dieci minuti dedicati all'affresco del chiostro di San Francesco hanno dato ai telespettatori un'immagine senz'altro più chiara sull'andamento degli studi in quest'ambito specifico. Tuttavia la sensazione negativa sulla trasmissione che ha turbato molti studiosi rimane intatta. Voyager ha dato la netta impressione che la collaborazione tra studiosi dei diversi ambiti non ci sia. Niente di più falso. Anzi, abbiamo notato che, grazie alle nuove scoperte sulle mura me-
galitiche, il ricercatore Ornello Tofani ha stabilito nuovi contatti con studiosi di alto livello come il professor Giovanni Feo e la professoressa Luisella Veroli, che hanno trovato gli studi di Tofani "affascinanti e convergenti in molti punti" con i loro. Tofani, felice per questi autorevoli riscontri, ha annunziato "nuove piacevolissime sorprese". Va altresì segnalato che da qualche tempo il ricercatore è supportato dall'imprenditore alatrense Enzo Tebi.
Il sostegno degli imprenditori è fondamentale per la ricerca anche e soprattutto in un periodo di tagli alle attività culturali. Ed ecco un altro motivo di gioia che si allaccia alle nuove scoperte: la rinascita dello storico "Archeoclub" dell'archeologo Amilcare Culicelli, che da anni è appassionato studioso di Alatri antica, specialmente delle mura ciclopiche e della "triplice cinta" di esse, ritornata in auge. Stesse considerazioni, seppur meno evidenti vista la durata "lampo" del servizio, vanno fatte su Mistero che ha mandato in onda un servizio sul Cristo nel Labirinto nel consueto spazio del direttore della rivista Fenix Adriano Forgione che, però, è stato più tecnico, quindi, preciso. Buono e proficuo studio a tutti. Patrizio Minnucci, storico
La cappella di San Sisto e la balaustre pagate dagli emigranti Luglio 1932, il vescovo Toccabelli scrive agli alatrensi negli Usa Alle solenni celebrazioni per festeggiare l'ottavo centenario dell'arrivo di San Sisto in città, cadute nel 1932, concorse, ognuno secondo le proprie possibilità, tutta la gente di Alatri, compresi quanti erano emigrati negli Usa. E furono proprio i nostri concittadini d'oltreoceano che pagarono, in particolare, le balaustre che ancora oggi adornano la cappellina del Patrono all'interno della Cattedrale. Solo che, come spesso accade, i costi lievitarono ed ecco che il vescovo alatrense, Monsignor Mario Toccabelli, si sentì in dovere - nel luglio di quello stesso anno - di comunicare agli alatrensi d'America che era necessario continuare con le offerte. Un avviso (ed un invito) che apparve sulle colonne del periodo italoamericano "Il Lazio", stampato a New York. Toccabelli ricordò, nella lettera, la soddisfazione per come era stata eseguita l'opera, ma aggiunse: "Però, dal primo progetto in semplice marmo di Carrara, siamo Il Vescovo Toccabelli andati a tre marmi diversi: viola per i pilastri e rosso per le riquadrature e quindi anche il prezzo è salito a toccare le 7.500 lire". Dovendo poi rendicontare il tutto, "Non vorrei - precisò il vescovo - che gli alatrini d'America si dichiarassero quasi offesi di non esser stati avvisati della differenza tra il prezzo progettato ed il prezzo di esecuzione della balaustra; differenza che non avrebbero avuto difficoltà a colmare". Del resto, sottolineò ancora Toccabelli, il comitato era alle prese con tanti problemi, era finito in deficit ed avrebbe ben gradito un ulteriore sostegno economico proveniente dall'altra parte dell'Atlantico. "Ad ogni modo - concluse il vescovo - resta fissato quanto già d'accordo sia per l'incisione del nome dei due comitati sulle balaustre, come del quadro con l'elenco degli offerenti". Non ci fu bisogno di aggiungere altro e gli alatrensi d'America misero nuovamente mano al portafogli. La loro generosità e la loro fede sono ancora incise, come precisò Toccabel-li, sulle balaustre che guardano San Sisto. (2 - continua) Pietro Antonucci
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Arte e Cultura
"Video Arte", un premio per il miglior filmato originale Il concorso è indetto dall'associazione "Eta beta" guidata da Maurizio D'Andria SORA - Parola d'ordine: creatività. E originalità, inventiva, capacità di saper raccontare una storia con un inizio ed una fine. Ecco la base del concorso per la produzione di un "Video Arte" ideato dall'associazione culturale "Eta beta" e riservato ai ragazzi con un'età compresa tra i 14 ed i 35 anni. Il video da realizzare può interessare qualsiasi ambito artistico (cinema, pittura, moda,
musica, animazione, web design) purché presenti le caratteristiche di essere stato girato e montato dagli autori che siano dimostrabili. Infatti, i video devono essere obbligatoriamente originali sia nella produzione che nel contenuto: non possono essere copiati o prelevati dalla rete internet, neppure in caso di assemblaggi parziali, e devono possedere un filo conduttore, ossia un minimo
di sceneggiatura. I video possono essere girati con qualsiasi mezzo, dal cellulare alla video camera, dal disegno alla computer web art, e devono avere una durata minima di 3 minuti e massima di 15. I video presentati in concorso entreranno nelle disponibilità dell'associazione sorana, che li pubblicherà sul proprio sito web all'indirizzo www.etabetasora.it, nonché per realizzare
Reciproche Visioni Mostra fotografica di Maria Novella De Luca, dal 14 Febbraio presso lo Studio Dentistico Canegallo - Alatri "Viaggiare in Mozambico è un'esperienza interessante ed affascinante ed una delle cose che, probabilmente, contribuisce a rendere questo paese splendido ed unico è il numero incredibile di bambini che lo popolano: bambini che corrono, sorridono, piangono e scappano, che chiedono soldi o solo regali di cui non hanno bisogno. Bambini bellissimi che regalano sorrisi sinceri ed impagabili, bambini poverissimi ma felici, bambini tristi"
Da lunedì 14 Febbraio sarà possibile visionare parte delle foto della mostra fotografica Reciproche Visioni di Maria Novella De Luca stando seduti nella sala di aspetto di un noto studio dentistico di Alatri. La mostra fotografica presenterà 15 fotografie realizzate nella città di Quelimane da Maria Novella De Luca e dai ragazzi della casa famiglia "Promover o Homen" ai quali sono state donate delle macchine fotografiche usa e getta e ai quali, la fotografa ha chiesto, dopo un breve seminario sull'utilizzo della macchina fotografica, di esprimere il loro personale punto di vista dei luoghi in cui vivono, del rapporto con la famiglia e con i loro coetanei. La mostra fotografica, nata come iniziativa di carattere didattico e sociale è il risultato di una ricerca
personale sulle potenzialità comunicative dell'arte fotografica e si propone come il racconto di un mondo diverso e delle molteplici possibilità di vederlo. Iniziative di questo genere, nuove nella zona, sono invece ormai realtà nelle grandi metropoli internazionali, come a Roma. La mostra è già stata presentata nel 2007 ad Alatri, città natale di Maria Novella De Luca, presso il Pub Spanky , nella città di Ceccano ad Albisola Superiore in Liguria, Sicignano degli Alburni in provincia di Salerno, a Montescaglioso in Basilicata e a Roma durante la Notte Bianca di San Lorenzo. Durante la mostra sarà possibile acquistare anche delle cartoline che ritrarranno alcune delle più belle fotografie della mostra. Il ricavato della vendita sarà devoluto in parte alla Cooperativa Sociale "Pro-
mover o Homen" di Quelimane. Lo studio dentistico ha voluto, con questa iniziativa, sostenere la cooperativa e il lavoro della fotografa Maria Novella De Luca che da anni segue il mondo della cooperazione internazionale, ha partecipato a progetti in Gabon, Mozambico e in Bosnia. Andrea Tagliaferri
una rassegna da presentarsi al pubblico mediante proiezione su appositi supporti: in tutte le circostanze, il titolare del video sarà citato come produttore del video medesimo. Per la presentazione dei video, occorre pubblicarli su Youtube, mentre il relativo link di visione dovrà essere segnalato all'indirizzo e-mail dell'associazione (eetabeta.officina culturale.sora@gmail.com). I partecipanti al concorso dovranno allegare al link del video anche un breve curriculum vitae artistico con l'indicazione dei dati personali e di contatto. I video in concorso dovranno essere realizzati e segnalati entro e
Punto dopo punto, drappi di stoffe differenti si uniscono in scintillanti abbigliamenti. Febbraio è stato protagonista della moda romana e la passerella di AltaromAltamoda, dedicata ai più grandi stilisti contemporanei, ha voluto dare spazio anche alle future promesse. Il fashion design nostrano si è espresso attraverso le creazioni e i concept di Marta Ascenzi, Federica Delli Cicchi e Lidija Stanojcic, che hanno giocando con i "Fili d'identità sospesa", il progetto multimediale dell'Accademia di Belle Arti di Frosinone. Il tema dell'identità è stato reinterpretato con ago e filo, mettendo a nudo diverse concezioni della realtà e del modo in cui quotidianamente ci rapportiamo ad essa. Le coreografie degli allievi dell'Accademia Nazionale di Danza, con musiche e luci surreali hanno accompagnato lo sfilare degli abiti, Marta Ascenzi frutto dell'immaginazione delle tre allieve dell'Accademia frusinate. La passerella ha accolto abiti realizzati con i più disparati materiali: una fusione di lana, gomma e plastica per mettere a nudo un'identità spesso insoddisfatta e incerta (come nel caso di "Re_plastic Camouflage" di Marta Ascenzi) o rigida e disagiata (è il caso di "F/M" di Federica Delli Cicchi) o ancora sofferente e guerriera ("The War" di Lidija Stanojcic). I tessuti si mescolano per dare voce a un mondo che non ci appaga e che di frequente si rifugia in colori cupi o in metamorfosi chirurgiche. I "Fili d'identità sospesa" sono approdati a Roma: manifesto modaiolo di una realtà che si cuce, indelebile, sulla nostra quotidianità. Miriam Minnucci
Presentato il libro di Gianluca Mazzara, giovane poliziotto e scrittore nostrano, che narra di misteriori delitti nella città ernica Il romanzo rientra nella collana "Yellow" di Ferrari Editore e parla di un giovane investigatore romano, figlio di poliziotto, che pensa di trascorrere le sue ferie estive nella città ernica dove, però, si imbatte immediatamente in una serie di efferati omicidi apparentemente non collegati tra loro. L'alternarsi dei delitti si intrec-
cia costantemente con la storia della setta di Asmodeo, demone biblico e padrone del servo Cifro, che, in un certo senso, fa da quinta a tutto il romanzo. Nel corso delle intricate vicende delittuose Marco Mazzara, il protagonista, affianca le indagini dei Carabinieri del posto, guidati dal maresciallo Coccia, amico e collega di suo padre, morto già
Pietro Antonucci
La moda dei "Fili d'identità sospesa"
"Uccidete Castore e Polluce", un giallo ambientato ad Alatri ALATRI - È stato presentato domenica 13 febbraio in biblioteca il romanzo di Gianluca Mazzara "Uccidete Castore e Polluce", Ferrari Editore 2010. Sono intervenuti il giornalista televisivo Giorgio Stirpe, Achille Gussati, l'editore Settimio Ferrari, l'Assessore alla Cultura del Comune di Alatri Dott. Giulio Rossi e l'autore Gianluca Mazzara.
non oltre il 30 marzo prossimo; quelli che giungeranno oltre tale limite non verranno presi in considerazione. La giuria, composta da un minimo di 3 componenti, premierà i vincitori, presso la sede dell'associazione a Sora, il 30 maggio prossimo. I premi in palio: per il primo classificato 300 euro, per il secondo 200 e per il terzo 100. Il concorso è patrocinato dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri, dalla Regione Lazio e dall'assessorato alle politiche giovanili del Comune di Sora. Cari ragazziregisti, cosa aspettate?
da alcuni anni. Il perché tutto avvenga proprio in una tranquilla cittadina ciociara lo sapremo solo alla fine del libro, quando "Castore e Polluce" sveleranno il loro segreto. Non ci resta che leggere il libro e … riparlarne con una recensione più accurata. Andrea Tagliaferri
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Storie e personaggi
Quando la grangia di Tecchiena passò ai privati... Ecco le vicende che portarono i certosini di Trisulti a lasciare il complesso ALATRI - Quando, nel 1795, i certosini di Trisulti celebrarono il quarto centenario della loro venuta a Tecchiena non sapevano che di lì a poco le cose sarebbero cambiate a seguito di vicende a dir poco incredibili. Già nel 1810 Napoleone soppresse gli enti religiosi e, con l'Unità d'Italia, la tenuta di Tecchiena passò al Demanio. Senza il suo granaio, Trisulti non poteva certo sopravvivere ed ecco che si rese necessario studiare un modo da parte dei certosini per rientrarne in possesso. Dopo un po' ne divennero proprietari, a nome della certosa, il priore don Michele Duca e il dinamico don Benedetto Giovannangeli. Nello spazio di appena 9 anni, quest'ultimo riuscì a liberare la certosa dai debiti contratti. Sembrava, quindi, che tutto fosse rientrato nella normalità e che si potesse sperare in giorni sereni, da occupare, come prima, tra lavoro e preghiera. Purtroppo, però, nel giro di 8 mesi, tra il febbraio e l'ottobre 1887, morivano i titolari della grangia di Tecchiena. Altre noie
burocratiche, altre spese per il passaggio dell'eredità al nuovo intestatario e, soprattutto, altra
mano dal defunto suo parente, nel quale veniva dichiarato erede d'ogni avere Andrea Giovannan-
inattesa diabolica macchinazione contro il buon diritto dei monaci sulla tenuta. Il nuovo erede, don Vincenzo Renzi, aveva appena pagata l'ingente tassa di successione allorché si presentò in Alatri un cognato del Giovan-nangeli, un certo dottor Raffaele Scaramucci, con un testamento che egli diceva scritto di propria
geli, fratello del monaco defunto. Senza entrare nel merito della lunga vertenza giudiziaria, basti dire che il testamento era falso: a scriverlo era stato un litografo e calligrafo peritissimo. Tutta la vicenda ha del romanzesco, poiché il calligrafo si accusò dell'imbroglio e, per convincere il giudice, dovette ricorrere ad uno
San Silverio da..., storia di un papa conteso Ceccano e Frosinone tornano a discutere sulle origini del pontefice FROSINONE - San Silverio papa, originario di... Ceccano o Frosinone? È il dilemma, mai risolto definitivamente, che è tornato ad agitare i rapporti tra il
capoluogo di provincia e il vicino centro. A rilanciare la diatriba è stata la pubblicazione di un calendario artistico realizzata a Ceccano e promossa da un consigliere comunale del luogo insieme con l'associazione "L'altra Ceccano". Sfogliando i vari mesi, si arriva a maggio-giugno, dove è stata stampata un'immagine di Papa Silverio con la nota "Nativo di Ceccano". Apriti cielo, qualche chilometro più a Nord, a Frosinone, non ci hanno visto più... Silverio, figlio di Papa Ormisda (caso unico nella storia della Chiesa), è infatti venerato come patrono dai frusinati, che hanno protestato per un'operazione di "acquisizione e di attribuzione poco corretta" dal punto di vista storico. Il fatto è che ben pochi sono gli elementi che possono aiutare a chiarire la questione, anche perché parliamo di un personaggio nato nel 480. C'è innanzitutto la tradizione che av-
valora il legame tra la figura di Silverio e Frosinone: lo si vuole nativo di Frosinone, come il padre. Altre fonti lo danno come "oriundo di Frosinone" o, più genericamente, come nato nella Campania romana. Di una semplice origine "campana" parla anche il volume sui pontefici di Claudio Rendina. La storiografia frusinate non ha comunque dubbi in proposito: su tutti, basti leggere le note di Giuseppe De Matthaeis sulle vicende del V secolo con la ricostruzione della casata dei due pontefici. Considerazioni che, però, a Ceccano, perdono valore e consistenza: nel testo di Michelangelo Sindici dal titolo "Ceccano, l'antica Fabrateria", quest'ultimo storico sostiene che Silverio abbia avuto i natali proprio a Ceccano e le incertezze fin qui maturate sarebbero dovute al fatto che, nel periodo già indicato, la cittadina stava cambiando nome, da "Fabrateria Vetus" a Ceccano, rendendo le ricerche sulla nascita del Santo da parte degli storici più difficile. E ancora: viene portata a testimonianza una bolla di Papa Gregorio XVI, in cui si elevava a collegiata la Chiesa di San Giovanni Battista in Ceccano e nella quale si parla di San Silverio come nativo in contrada Campo Troiano, oggi corrispondente all'odierna zona della Cantinella (nei pressi della contrada San Paolo, a confine proprio con Frosinone). E non tralasciamo qui altre fonti che vogliono San Silverio nativo, a varie riprese, di Venafro, di Avella, di Troia. Eterne lotte di campanile, resuscitate alla prima occasione e che difficilmente si dirimeranno adesso. In conclusione, ricordiamo solo che Silverio cadde vittima degli intrighi della corte bizantina, fu esiliato in Licia e, una volta tornato in Italia, morì nell'isola di Palmarola, presso Ponza, dove si trovano le sue reliquie. Ecco, sul luogo della morte, non ci sono discussioni. Pietro Antonucci
stratagemma: gli presentò un foglio di cui aveva contraffatto calligrafia e firma in modo cosi abile che il magistrato non seppe distinguere lo scritto autentico da quello falso. L'annosa vertenza fu esiziale per la tenuta: i monaci persero l'autorità morale e la volontà di continuare nella secolare gestione; inoltre, la popolazione dei coloni si infittiva e diventava sempre più gravoso l'esercizio degli usi civici del legnatico e del pascolo. Intanto il numero dei monaci agricoltori ed allevatori di bestiame si era assottigliato. La Certosa di Trisulti dovette perciò affrontare una grave decisione, angosciosa e nello stesso tempo ineluttabile, quella di vendere la grangia di Tecchiena, la "perla" dei suoi possedimenti terrieri. Date le circostanze, si trattò più d'una svendita. L'acquirente, Arturo Pisa, uno scaltro mercante ebreo, l'acquistò sborsando meno di un quarto del prezzo reale e stimato. Con atto notarile del 2 marzo 1918, entrò in possesso del castello e della tenuta, di ben 969 ettari, con quanto in essi "di attività e di passività e di ricche suppellettili e di attrezzi e di macchinari e di scorte si conteneva" e assunse su di sé le liti e gli oneri. Da accorto uomo di affari, il Pisa si affrettò a rivendere il tutto, a prezzo maggiorato, al mercante di campagna Vincenzo Munzi, e lo fece per privata scrittura, non registrata né trascritta. Il Munzi, poi, "spogliò completamente il castello e il tenimento delle sup-
pellettili, degli attrezzi, dei macchinari e delle scorte", e lo rivendette a prezzo più alto al conte Domenico Antonelli, ancora con privata scrittura, né registrata né trascritta. Ma poi, il 25 ottobre 1926, l'Antonelli ne assumeva la proprietà con istrumento pubblico rogato dal notaio Ermenegildo Peruzzi. Il 9 settembre 1939, nuovo passaggio di proprietà, nelle mani dei fratelli Giuseppe e Salvatore Minotti di Frosinone. Come si vede, la già operosa e prospera tenuta era diventata oggetto di baratti, di spoliazioni, di liti, promosse, queste ultime, dagli abitanti di Tecchiena che reclamavano di non essere impediti nel godimento degli usi civici previsti dagli antichi Statuti e consacrati da consuetudini secolari. Il 7 maggio 1940 si ebbe l'ultimo passaggio di proprietà, dai Minotti ai fratelli Carlo, Enrico e Giulio Gra. Ma ormai il comprensorio dell'antica tenuta si era ristretto, cambiando la sua fisionomia. Infatti, al posto delle secolari selve vi sono ora campi coltivati, disseminati di villette occhieggianti tra alberi e vigneti. A guardarla da lontano, sembra molto ben conservata, anche se è difficile cogliervi segni di vita. Solamente con l'immaginazione si può evocare l'incessante via vai dei monaci che, per oltre mezzo millennio, andarono e vennero dai campi. Ora tutto tace, e si ha l'impressione di passare dinanzi ad una casa deserta. Bruno Sbaraglia
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Gens Ciociara
Addio a Ranaldi, lo scultore che tentò di ricostruire il Colosso di Rodi Se ne è andato ad ottantasette anni un artista apprezzato in tutto il mondo
ALATRI - La sua fama fu tale che un giorno venne chiamato a Rodi per studiare la possibilità di realizzare una statua che fosse la ricostruzione del mitico Colosso, una delle sette meraviglie del mondo. Il progetto non si fece, ma questo aneddoto dice tutto sulla figura di Giuseppe Ranaldi, apprezzato scultore a livello mondiale, venuto a mancare alla fine di gennaio ad Alatri, nella sua casa del quartiere Piagge. Nato ad Arpino il 23 settembre 1923, Ranaldi iniziò giovanissimo la sua carriera nello studio dello scultore Domenico Mastroianni in Via Margutta a Roma. Già nel 1947 espose alla Galleria Nazionale di Valle Giulia. L'anno seguente una sua statua equestre venne acquistata dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri. Dal 1953, iniziò un percorso che lo vide all'opera in varie parti dell'America Latina, specie in Vene-
zuela, per circa un decennio, dove eseguì il monumento di Simon Bolivar e diverse opere per il Presidente della Repubblica e per il Governatore del distretto di Ca-
I Lottatori di Ranaldi
racas. Realizzò inoltre le statue dei quattro evangelisti alte 6 me-
tri e di San Pietro all'interno dell'altare maggiore della Cattedrale di "San Pedro" a Caracas. La sua produzione di opere pubbliche continuò in Brasile e Argentina prima di far ritorno in Italia nella prima metà degli anni '60. Si stabilì a Latina dove aprì un immenso laboratorio di scultura con annessa fonderia. In questo periodo brevettò dei "pannelli" che per infiltrazione creano bellissimi e singolari giochi di luce e di ombre, che Fellini utilizzò per la scenografia del film "Giulietta degli Spiriti". Molte le città in Italia e all'estero da Alatri, a Pompei, Montefalco, Fiuggi, Latina, Avezzano, Roma, Sabaudia, Isola del Liri, Ferrandina, Matera, Catanzaro, Nettuno, Albano, Brescia, ma anche Beirut, Sidney, Isola del Cimitero (Grecia), Rodi, Cleveland che conservano opere del Maestro. Da citare anche Firenze, dove ricevette il premio
"Leone d'oro" per l'opera dedicata alla tragedia di Longarone del 1965. Tra le più significative rea-
Giuseppe Ranaldi
lizzate a Latina, troviamo: il monumento ai Bersaglieri in Piazza Roma, il monumento a Santa Maria Goretti, il monumento agli invalidi civili, il monumento al seminatore, il busto di
Giovanni Paolo II, al quale aveva già fatto dono di un bozzetto in cui lo stesso Papa spezza le catene dell'odio e ingiustizia. Nella sua Ciociaria ha realizzato la statua dell'Immacolata a Falvaterra, un portale in bronzo e le statue per la facciata della chiesa di San Lorenzo ad Isola Liri, il monumento all'emigrante ad Arpino. Innumerevoli altre sue opere sono sparse nel mondo in possesso di gallerie d'arte e collezionisti privati. Sempre alla ricerca della perfezione e delle motivazioni artistiche, sui materiali della scultura, sui procedimenti tecnici l'artista collaborò con le fonderie Guastini di Vicenza, la Bonvicini e la Tarocco di Verona. I funerali si sono svolti nella Chiesa di San Silvestro dove, ugualmente, sono presenti sue opere: il portale in bronzo e le stazioni della Via Crucis, realizzati nel 1991. Pie. Ant.
Quegli alatrensi al servizio del Vaticano nella seconda metà dell'800 ALATRI - La città di Alatri aveva tra i suoi figli tantissimi cittadini che si gloriavano d'aver combattuto per la difesa della Santa Sede. Tra di essi ci piace ricordare Tommaso Latini, caporal maggiore che prese parte alla difesa dello Stato Pontificio nella guerra del 1870: dopo la presa di Roma fu fatto prigioniero e venne condotto a Caserta, ottenendo comunque la libertà in pochissimo tempo. Ricordiamo ancora il tamburrino Carmine Vinci che fu decorato al valore per aver preso parte alla battaglia di Mentana oltre ai fratelli Nicola e Gervasio Tagliaferri, maresciallo il primo e Brigadiere il secondo, i quali il 20 settembre, dopo la presa di Roma, si ritirarono in Vaticano alle dipendenze del Generale Kanzler contribuendo alla sicurezza del Santo Padre Pio IX. I fratelli Tagliaferri, facendo onore alla loro città Guardia nobile del Vaticano natale fecero una rapida e brillante scalata alla carriera militare diventando uno comandante e l'altro sotto comandante dei gendarmi pontifici. Ambedue per i loro meriti, ottennero onorificenze, specialmente Nicola, il quale fu prima promosso Cavaliere e poi Commendatore dei vari ordini cavallereschi pontifici ed esteri. Nel 1900, Papa Leone XIII, volendo dare un nuovo attestato della sua personale benevolenza a Nicola Tagliaferri, comandante della Gendarmeria Pontificia per il lungo ed onoratissimo servizio sin dal 1850, aveva reso alla Santa Sede, lo decorò dell'insigne Placca di San Gregorio Magno. Bruno Sbaraglia
Irisonlus.alatri@libero.it
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Sport
Alatri Calcio: Continua il malcontento dei tifosi Dirigenza, allenatore e squadra verderosa, semifinalista in Coppa Lazio e nel gruppo di testa in campionato, contestata dai supporter
Un’immagine del pubblico dell’Alatri
Clima infuocato dalle parti del Chiappitto. La macchina organizzativa del malcontento si è messa in moto durante l'insipido pareggio casalingo contro il Santopadre. Le molte assenze tra i verderosa, il fatto che gli avversari seppur staccati dal gruppo di testa - avessero ottime individualità (Morris Manolo Ripa tanto per citarne uno) e fossero partiti con l'intento di vincere il campionato, non sono stati dati oggettivi serviti a far stemperare gli animi: la squadra, l'allenatore e
la società (presidenti Tagliaferri ovviamente esclusi) sono divenuti oggetto di aspre contestazioni. Non che si trattasse di lancio di oggetti o cose simili. Ci mancherebbe pure. Una contestazione civile, per alcuni argomenti giusta, ma era stato fin troppo facile prevedere che più di qualcuno avesse "gridato" la sua delusione, il suo dissenso, la sua rabbia per "una squadra che quest'anno tale non lo è mai stata" (parola dei tifosi). "Si è partiti con un progetto e in corso d'opera si è cam-
biato tutto, segno evidente di errori di programmazione - dice indignato uno dei capi ultras dell'Alatri -. Ogni settimana va in campo un giocatore nuovo, non c'è un assetto di squadra che, chiaramente, ci mette anche del suo visti i molti giocatori che non tirano fuori gli attributi. La dirigenza sembra assente e la nostra stima va solo ai Presidenti Tagliaferri che da tre anni investono molto per la città e per il calcio alatrense". "Da domenica gli fa eco un altro tifoso verderosa - i nostri striscioni saranno girati (segno pacifico di contestazione ndr), ma continueremo comunque a seguire la squadra come abbiamo sempre fatto. Domenica, sul campo dell'Anagni, prevediamo una diaspora del tifo verderosa in un derby per noi molto importante. Speriamo che la squadra risponda a dovere". Malumori che si allargano a macchia d'olio. Trattandosi sempre e comunque di una Prima Categoria, il nuovo clima non aiuta di certo la squadra che, è bene ricordare, è in piena corsa sia in campionato (solo due punti di
distanza dalle prime della classe ex aequo Techna e Broccostella) sia nella Coppa regionale dove i ragazzi di Ceci disputeranno le semifinali nel mese di marzo. Entrambe le competizioni possono garantire il passaggio di categoria all'Alatri, ma sembra evi-
Fabio Ceci, tecnico dell’Alatri
dente che essere in lotta per ambedue gli obiettivi non basti più. Aspettarsi di vincere il campionato a mani basse, concetto già ribadito su queste righe in
altre occasioni, è assolutamente sbagliato. Il tecnico Fabio Ceci, anche lui preso di mira dai tifosi, ha voluto, come sempre, metterci la faccia e rispondere ai malumori dei supporter verderosa: "Sono il primo a essere amareggiato per la situazione creatasi con i nostri tifosi. Li considero sempre una risorsa importante per noi. Spesso il loro supporto è stato fondamentale per alcuni risultati della squadra e vorrei che si continuasse in questo senso perché sono consapevole, come i miei ragazzi, che il loro aiuto può divenire un'arma in più". "Quello che voglio sottolineare - ha continuato il giovane mister dell'Alatri - è come l'impegno sia massimo da parte di tutti. Accettiamo le critiche ma non sbaglia chi non decide. Essendo in corsa per tutti gli obiettivi - ha concluso Ceci auspico il sostegno di tutti lasciando al termine della stagione eventuali processi nel caso le cose non dovessero andare per il verso giusto". Ad maiora. Riccardo Strambi
EURONICS CUP Gaetano D’Aponte
SQUADRA
PUNTI
Happy Hour/SIAL Costruzioni Eurogold Ledifer Graziani System RA.EL Ca5 Carpatian Devils Coop. Stile Libero Atl. Mica Tanto Bar 155 Street Ke Taglio F.C. Ambrosiana I Canarini New Runt Pupetti 05 (-1) Shopping FC Re Di Coppe Narcotek (-1)
58 57 53 52 52 48 42 39 38 37 30 18 18 15 12 3 Rit.
19 Basket Alatri: Continua la rincorsa ai play-off
Sport
Prima Veroli: Le Final Four di Coppa Italia si faranno a Novara Sarà lo Sporting Village di Novara la sede della VII edizione della Final Four di Coppa Italia di Legadue, in programma i prossimi 26 e 27 febbraio. Si tratta della prima volta nella storia della manifestazione che si giocherà in sede neutra e non sul campo di una delle quattro finaliste. La scelta di Novara e del suo nuovo palasport è stata possibile grazie al patrocinio della Regione Piemonte, della Provincia e del Comune di Novara e grazie alla stretta collaborazione con College Basket Novara-Borgomanero, che si occuperà insieme alla Legadue di tutta l'organizzazione e della logistica. Le quattro squadre, uscite dal Q-Round disputatosi il 25 e 26 settembre 2009, sono l'Umana Venezia, la Fastweb Casale Monferrato, l'Aget Imola e la Prima Veroli. Questo sarà il programma: Sabato 26 febbraio Semifinali Ore 18: Umana Venezia-Prima Veroli Ore 20.45: Fastweb Casale Monferrato-Aget Imola Domenica 27 Febbraio ore 20.45: Finalissima fra le squadre vincenti delle semifinali In più, dopo il successo ottenuto l'anno scorso, si terrà nuovamente il Trofeo Slam Dunk Contest. Vinto un anno fa dal folletto Jason Rowe della Dinamo Sassari. Il vincitore finale sarà designato da una giuria composta da un allenatore, un giocatore, un arbitro, un giornalista, un tifoso e un personaggio a sorpresa. Inoltre, come ogni anno, saranno assegnati i Trofei Mvp di Miglior Italiano e Miglior Difensore. Anche quest'anno i vincitori potranno essere espressi direttamente dal pubblico attraverso sms o votando sul sito della Legadue.
Il cambio di panchina giova alla Pallacanestro Alatri che inanella un successo dopo l'altro e ritrova lo smalto dei tempi migliori in un un girone che diventa sempre più difficile. Dopo la sofferta vittoria nel derby con Frosinone (con i due rinforzi americani, ormai una delle squadre più temibile del girone), L'Alatri sconfigge Velletri e Terracina, le formazioni più in forma del girone, e sfiora il colpaccio contro la vicecapolista Eurobasket, che vince dopo un overtime in seguito ad un fortunoso tiro da tre punti allo scadere. Peccato, infine, per il passo falso fatto contro la Virtus Praeneste nell’ultimo turno di campionato. La squadra romana, in chiara difficoltà di classifica, ha bloccato i ciclopici sul punteggio di 79 a 64, arrestando di fatto la corsa spedita dei verderosa verso quello che rimane l’obiettivo auspicato da tutti: il passaggio di categoria. Sicuri che la squadra ci coach Fiorini saprà subito riprendersi dalla giornata storta contro la squadra romana, c’è comunque bisogno di esportare le stesse prestazioni fatte tra le mura amiche anche in trasferta. E’ chiaro che giocare dinanzi al pubblico amico sia più semplice. Ma c’è bisogno che la formazione verderosa, sempre più guidata dai fratelli verolani Fiorini (Giorgietto e Marco), dal forte play "Pinto" Mauti, e dalla coppia di torri Mauti-Bragalone, convinca sempre più nell'organizzazione di gioco e nel gruppo, che deve divenire più solido e compatto in vista dei play-off, presentandosi così come una delle compagini più accreditate per il passaggio di categoria. Il recente infortunio della guardia Velocci non sembra pregiudicare le mosse di coach Fiorini che può vantare una panchina di lusso con il bombardiere Martini ed al sempre-verde Di Lucente, sempre più disponibile a far da chioccia ai giovani locali DeSantis e Sebastiani Prossimo incontro in casa Sabato 5 Marzo contro Cisterna con i verderosa che, agguerriti, vorranno vendicare la sconfitta dell'andata. Francesco Colazingari 1. 2. 3. 4. 5. 6. 7
Pallacanestro Marino 36 Eurobasket 30 Stella Azzurra Viterbo 26 Nuova Fortitudo Cisterna 24 Pallacanestro Alatri 24 Alba Monterotondo 22 Basket Terracina 20
8. 9. 10. 11. 12. 13. 14.
San Paolo Ostiense 18 Virtus Velletri 16 Pamphili World Bk 14 Virtus Praeneste 12 SMG Latina 10 Giocobasket Sabaudia 8 Virtus Frusino 4
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Moda & Cinema
Carnevale… ogni "costume" vale! La parola "Carnevale" deriva dal latino "carnem levare" (eliminare la carne), poiché anticamente indicava il banchetto che si teneva subito prima del periodo di astinenza e digiuno della Quaresima. Quest' anno il "Martedì Grasso" capita l' 8 marzo e gran-
di e piccini già si preparano alla festa, creando costumi e maschere sempre più strane e divertenti. Perché ci si maschera a Carnevale? L' usanza di mascherarsi nasce da festività molto antiche come quelle greco romane in cui si usava travestirsi in varie occasioni soprattutto in cerimonie e commedie teatrali. In Italia, i Medici, organizzavano sfilate con carri chiamati "trionfi" accompagnati da canti e balli e questa tradizione si effettua ancora oggi. Il Carnevale italiano è rappresentato da maschere tra-
R U B R I C A
dizionali come: Arlecchino, Balanzone, Pulcinella, Pierrot, Colombina etc … Il Carnevale è il giorno dell' anno in cui chiunque può indossare e diventare ciò che vuole senza p re o c c u p a r s i dei giudizi; un giorno per sfuggire alla normalità quotidiana, per ridere e divertirsi "con gli abiti di qualcun' altro". Una festa non solo per bambini ma anche per adulti, infatti sono i grandi che cercano il costume strano che in qualche modo rappresenti il personaggio "fantasti-
co" che più si desidera. Mascherarsi è anche un modo per evadere dalla realtà e far uscire il lato fanciullesco che tutto l' anno si tenta di nascondere. In questa serata di scherzi, risate, balli e mascheramenti il divertimento è assicurato! I costumi più in voga sono rappresentati dalle star e dai politici; dai personaggi dei film americani e dai cartoni animati. La prima in classifica è la pop- star Lady Gaga con il mini costume stile bandiera americana; Avatar con il
make-up blu intenso; dalla saga New Moon coppie di vampiri e licantropi. La scelta è vasta: coniglietta Play Boy, infermiera, cameriera, gatta e personaggi Disney come Minnie, pirati, personaggi politici, coppie come Batman e Robin, fantasmi e cavalieri. Per questo giorno speciale si acquista in negozi specializzati, ma c' è anche chi scegli il fai da te realizzando l' abito su misura cercando di renderlo più originale e spiritoso. Ci si sbizzarrisce con il trucco appariscente, ci si immedesima nel personaggio fantastico, ci si diverte e come dice una famosa filastrocca: "Con la maschera sulla bocca, con la maschera sugli occhi, con le toppe sui ginocchi"… a Carnevale ogni "costume" vale!
“IL CINEASTA” Film, cortometraggi, anteprime e interviste…
Tornano i Coen con Il Grinta I fratelli Coen restituiscono la selvaggia bellezza del West in questo accurato film
"I malvagi fuggono quando nessuno li insegue". Inizia così con questa citazione biblica dal Libro dei Proverbi, il racconto di Mattie Ross della storia della cattura e della punizione degli assassini del padre. La ragazzina, Mattie allora aveva 14 anni, ingaggia uno sceriffo Rooster Cogburn, non più giovane ed alcoolizzato, e il ranger texano LaBoeuf per catturare Tom Chaney, il brutale carnefice del suo genitore. Nessuno è lo stesso dopo l'incontro con Mattie Ross, 14 anni grintosa, senza paura e svelta di lingua. Non gli altri personaggi del romanzo di Charles Portis che lei domina, e non certo i fratelli Coen, Ethan e Joel che hanno scritto e diretto questo film. Mattie ha l'abitudine di trasformare le persone che le stanno intorno. I Coen hanno messo insieme delle stelle come Jeff Bridges, Matt Damon, Josh Brolin e Barry Pepper e la nuova arrivata Hailee Steinfeld per realizzare questo loro "True Grit (Il Grinta)", uno dei loro film certamente migliori. Il romanzo aspro, ma
del tutto delizioso di Portis, in cui una Mattie. Ormai donna, ricorda il West Frontier del 1870, ha affascinato e sconcertato molti sin da quando è stato pubblicato nel 1968. Il motivo fondamentale è il climax e il vigore della voce narrante irrefrenabile Mattie, che più di un critico ha paragonato favorevolmente a quella di Huckberry Finn. . La frase che dà inizio libro e film dei fratelli Coen ci introduce sia alla storia che alla narrazione: "La gente non pensava che una ragazzina di quattordici anni, potesse lasciare casa e andare fuori in inverno per vendicare il sangue di suo padre, ma non mi sembrava così strano allora, anche se mi diranno che non succede tutti i giorni. " E qui vengono subito alla mente le figure femminili forti del Far West come Calamity Jane, insieme al forte influsso religioso che ha ispirato quel periodo e quella cultura. Questo tipo di storia ha sempre attratto Hollywood, e nel 1969 il veterano Henry Hathaway diresse una versione scritta da Marguerite Roberts
che ammorbidì il finale. Vi recitavano Kim Darby nei panni di Mattie,Robert Duvall e Dennis Hopper nei ruoli dei cattivi e John Wayne in quello del monocolo Rooster Cogburn, lo sceriffo cui si rivolge Mattie per farsi aiutare a compiere la sua vendetta, un ruolo fiammeggiante sufficiente a far vincere finalmente a Wayne l'Oscar come miglior attore. I Coen, non sono diventati famosi perché abbiano ammorbidito qualcosa nelle loro storie, per cui anche questa volta hanno preferito ripristinare il finale originale cupo, conclusione elegiaca e come registi-autori hanno creato anche una versione in cui ci sono molti punti di contatto con il primo film, ma che risulta più vicina al tono del libro. D'altronde anche Clint Eastwood per "Gli spietati"si ispirò a questa stessa storia. Anche Portis aveva chiaramente uno spirito affine, i Coen condividendo il suo amore per i personaggi eccentrici dallo strano linguaggio, hanno lavorato duramente e con successo, a rendere la vivacità del romanzo, oltre a rimanere fedeli alla propria verve comica nera. E i risultati sono le 10 nomination agli Oscar dal miglior film in assoluto alla regia per Ethan Coen, dal miglior attore per Jeff Bridges a miglior attrice non protagonista per la ragazzina Hailee Steinfeld, più quelli prettamente tecnici
come sceneggiatura, fotografia e suono. Il film ha aperto la Berlinale 2011, dedicata al regista iraniano Jafar Panahi, mancato componente della giuria che non è potuto venire perché in carcere da un mese in Iran. Segnaliamo che il 28 febbraio a Roma sarà proiettato un film in suo onore alla presenza di tutto il mondo del cinema italiano. Tra i prossimi films in uscita segnaliamo come da vedere: 127 ore di Danny Boyle (The Millionaire) con James Franco, Ladri di cadaveri - Burke e Hare spassosissima commedia di John Landis, The Fighter di David O. Russell con Mark Wahlberg e Christian Bale. Al cinema ARCI saranno in programmazione: 18 e 19 febbraio Illegal; 25 e 26 febbraio In un mondo migliore; 4 e 5 marzo Tamara Drew; 11 e 12 marzo Kill me please; 18 e 19 marzo Stanno tutti bene; 25 e 26 marzo Scott Pilgrim vs The World. Alfredo Salomone
Dalla parte della...
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I 150 anni d'Italia: a quando l'unificazione economica? Tra i vari dibattiti sui 150 anni dall'Unità d'Italia, il più ridicolo è sicuramente quello relativo alla decisione sulla festività o meno del 17 marzo e rende bene lo stato di sbandamento della politica na z io na l e con la Lega contro e gli altri in ordine sparso. Nessuno, come spesso accade in Italia, si occupa delle questioni un po' più serie tipo "a che punto siamo con l'unificazione economica del Paese"? Questo mese cerchiamo di occuparcene noi partendo da due dati storicamente accertati: i piemontesi sicuramente hanno depredato l'oro e i denari degli spagnoli che governavano il Mezzogiorno dando in cambio truppe e repressione del cosiddetto brigantaggio (il cui fenomeno andrebbe meglio analizzato nella sua interezza) e poco altro.
Per contro però è altrettanto vero che il Sud ha ricevuto dal dopoguerra una montagna di denaro che non ha minimamente ridotto le enormi distanze col Centro-Nord del Paese. Infatti nell'intera Europa occidentale non esiste nessun altro paese "duale" come il nostro, anche in termini dimensionali, essendo la popolazione del Sud grande all'incirca come quella di Grecia e Portogallo insieme. Il Pil pro capite dell'intero Centro-Nord Italia (un'area che equivale a una nazione europea me-diogrande, con quasi 40 milioni di abitanti) è nettamente superiore a quello di Germania o Francia. Per contro, il Pil pro capite del Sud e delle Isole è inferiore al Portogallo. Ciò dovrebbe far riflettere anche sulle "ricette" per riformare l'Italia e rilanciarne la crescita poiché è evidente che una cosa è "curare" il Centro-Nord (ai vertici in Europa), un'altra è "curare" il Mezzogiorno (che arranca con i più deboli paesi europei mediterranei). Si pensi alla disoccupazione giovanile, oggi al centro dell'attenzione generale, che nelle regioni del Nord Ovest e nel Nord Est è di 5-10 punti più bassa che nella Londra "allargata" o in Svezia, mentre nel Sud Italia è simile o più alta che nella disastrata Spagna.
SOS CONSUMATORI Stop alle telefonate pubblicitarie: ecco come fare Quante volte ci siamo trovati a dover sopportare telefonate commerciali o per ricerche di mercato, senza che noi avessimo mai espresso la disponibilità a riceverle. Ora finalmente qualcosa possiamo fare: basta iscriversi al Registro delle Op-
posizioni per impedire che il proprio nome venga pescato dagli elenchi telefonici. La nuova legge sul telemarketing si applica a tutti i cittadini abbonati a uno di questi elenchi.
800.265.265 dal numero di telefono che volete iscrivere nel Registro e comunicate i dati personali, il codice fiscale e l'email (facoltativa). - Via posta: inviate una raccomandata con una copia di un documento di identità, codice fiscale, numero telefonico che si vuole iscrivere (specificando l'operazione richiesta. "iscrizione"), email (facoltativa). - Via fax: inviate allo 06/54224822 una copia di un documento di riconoscimento, codice fiscale, numero telefonico che si vuole iscrivere specificando l'operazione richiesta "iscrizione", email (facoltativa). - Via email: inviate il modulo (scaricabile dal sito citato sopra ed evidenziato in grassetto) compilato o i dati personali (nome e cognome, data e luogo di nascita), il codice fiscale, l'indirizzo di posta elettronica e il numero di telefono che si vuole iscrivere.
Cosa fare per iscriversi gratis al Registro: l'iscrizione è gratuita e può essere fatta da tutti i cittadini presenti negli elenchi telefonici. Il Registro (operativo dal 31 gennaio) consente di difendere la propria privacy dal telemarketing, limitando la possibilità degli operatori commerciali - che lo utilizzano per promuovere prodotti e servizi - di disturbarci. Per iscriversi sono disponibili diversi strumenti sul sito www.registrodelleopposizioni.it. - Via web: compilate il modulo elettronico con i dati personali, l'indirizzo di posta elettronica e il numero di telefono che si vuole iscrivere. - Via telefono: chiamate il numero verde
Pur essendo un importante passo avanti, la nuova legge non basta a impedire di essere disturbati da telefonate pubblicitarie. Infatti, l'iscrizione al Registro delle opposizioni non impedisce alle aziende di contattarvi nel caso in cui voi abbiate rilasciato il consenso a farlo. In questo caso, infatti, il vostro nominativo si troverebbe in un elenco diverso da quelli telefonici, che sono gli unici che vengono ora limitati dal Registro delle Opposizioni. Speriamo in un prossimo futuro che anche questo ostacolo venga rimosso, proteggendoci da queste spesso indesiderate intrusioni. Paolo Fiorenza
Considerando l'Ipe, indice di rischio povertà, emerge che il Nord Est ha il più basso Ipe in rapporto a quello dei paesi della Ue15, migliore di quello dell'Olanda, che è la nazione meno povera e a rischio di esclusione, mentre il Nord Ovest a sua volta precede la Svezia, che è la seconda nazione europea meno disagiata. Anche il Centro Italia (Lazio incluso) è in una posizione non critica, stando esattamente in mezzo a Francia e Germania, mentre il Sud e le Isole presentano gli Ipe nettamente più alti, di 11-17 punti percentuali al di sopra della Grecia, ultima in classifica. Ciò peggiora terribilmente la media italiana, che tuttavia proprio per questi divari territoriali "interni" appare assolutamente fuorviante ed è poco significativa anche ai fini dell'individuazione di politiche di intervento. Diverse regioni italiane, infatti, presentano valori molto bassi dell'Ipe, tra cui Trentino-Alto Adige e Lombardia (entrambe al 10,9%), Valle d'Aosta (13%), Emilia Romagna (13,7%), Veneto (14%), tutte con
percentuali inferiori a quelle dell'Olanda (15,1%). Mentre i valori più critici dell'Ipe nel Mezzogiorno sono quelli di Sicilia (49,3%, vale a dire che una persona su due è a rischio di povertà o esclusione), Campania (42,5%) e Calabria (41,8%). La questione di fondo è però come individuare una strategia per il Mezzogiorno che punti non soltanto a ridurre il divario in-sopportabile con il resto d'Italia ma possa rappresentare anche un'occasione per ag-giungere margini significativi al potenziale complessivo di crescita dell'intero Pae-se. È necessario un piano di rilancio straordinario delle infrastrutture (Ponte escluso), del turismo e dell'agricoltura di qualità, con una buona iniezione di innovazione e "green economy"; più competitività, energia a prezzi più bassi, meno posti di lavoro precari, meno politica e meno burocrazia, più liberalizzazioni, più meritocrazia non possono che fare del bene, anche al Centro-Nord. Di tutto ciò ne sentite mai parlare? Alessandro Arcese
L'accertato rifiuto di opportunità di lavoro può annullare l'obbligo al versamento dell'assegno di mantenimento "Il rifiuto di accettare una possibilità di impiego non può essere considerato, di per sé solo, espressione di renitenza a provvedere al proprio mantenimento, se non si dimostri che le offerte erano adeguate alla qualificazione professionale e alla dignità del coniuge, tenuto conto anche delle condizioni economiche e sociali godute prima della crisi matrimoniale": con una recente pronuncia la Cassazione pone l'accento sulla rilevanza, in sede di determinazione dell'assegno di mantenimento a favore del coniuge richiedente, della mancata attivazione di quest'ultimo onde reperire un'attività lavorativa produttrice di reddito. Ebbene, attesa la corresponsione di un assegno di mantenimento a favore del coniuge economicamente debole quale primario effetto di ordine patrimoniale scaturente dalla separazione, al fine del riconoscimento e della quantificazione dell'assegno si deve tener conto della concreta capacità lavorativa del coniuge istante, considerata in termini di esplicabilità di un'attività confacente alla qualifica, alle attitudini, alle competenze acquisite ed alla dignità della persona, ivi compresi i fattori ambientali e le possibilità effettive di occupazione offerte dal mercato del lavoro. La giurisprudenza, dunuqe, ribadisce il principio secondo il quale l'inattività lavorativa può costituire circostanza idonea ad annullare l'altrui obbligo di versare l'assegno (o incidere sull'importo, riducendolo) solo se conseguente al rifiuto accertato di concrete, non meramente ipotetiche, opportunità di lavoro. Ciò non significa che la moglie, la quale abbia esplicato, durante la convivenza, esclusivamente attività domestica, abbia l'obbligo, una volta intervenuta la separazione, di trasformare la sua attività in prestazione lavorativa professionale specie ove, in costanza di matrimonio, si fosse concordato o accettato per facta concludentia che ella non lavorasse. Sarà inesigibile, altresì, l'offerta di lavoro che imponga ad una persona laureata o con un titolo di studio di scuola media superiore di accettare una occupazione che ne comporterebbe un evidente demansionamento. L'inattività lavorativa, pertanto, non è, di per sé, indice di scarsa diligenza nella ricerca di un impiego finchè non sia provato il rifiuto di una opportunità di occupazione seria, adeguata alla capacità professionale ed alla dignità del destinatario: occorre provare, dunque, che tale rifiuto sia derivato da fatti obiettivi e non da mere tendenze conservative di rendite di posizione o da ingiustificata pigrizia. In una società quale quella attuale, in cui i soggetti hanno pari dignità e analoghe aspirazioni di carriera, si dimostra quanto meno anacronistica la previsione di pure rendite di posizione (assegni di mantenimento) collegate alla qualità di coniuge separato. Rendite che, peraltro, contrasterebbero con il principio fondamentale, cosituzionalmente riconosciuto, del diritto-dovere al lavoro. In definitiva, atteso l'onere dell'ex coniuge di realizzare diligentemente la propria capacità di reddito professionale, la idoneità ad attività lavorativa, non sfruttata per il rifiuto di adegata possibilità di impiego retribuito, costituisce elemento impeditivo del diritto al mantenimento, che va provato dal coniuge obbligato alla corresponsione dell'assegno. Avv. Angela Rossi Mediatrice familiare- studio@avv-angelarossi.it
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Almanacco
Quando il nemico è in casa… Cari lettori, in questi ultimi mesi sono rimasta particolarmente colpita da diversi fatti di cronaca (come credo la maggior parte di voi), che come al solito mi hanno fatto riflettere anche riguardo alla mia professione e alla psicologia umana in generale. Non ci si può fidare neanche dei propri cari? Ci si deve difendere dai propri familiari? Si sa che spesso si dice "parenti serpenti", ma questa battutina dovrebbe far ridere e non trovare un riscontro così forte e drammatico nella realtà. Certo a tutti noi sarà capitato di dover discutere anche pesantemente con un membro della famiglia, di trovarci in disaccordo o essere delusi da qualche parente stretto. Ci sarà capitato di subire intromissione, da parte di una o dell'altra zia; ma se nella maggior parte dei casi si risolve tutto intorno ad una bella tavolata imbandita di ogni cosa e con una pacca sulle spalle, in altri casi spesso si sfiora o si arriva alla tragedia. Penso che in queste occasioni ci si trovi in situazioni delicate, a tratti drammatiche e ci si senta smarriti perché pare che il nemico sia proprio lì nel luogo in cui dovremmo sentirci più protetti: la casa, la famiglia. Uomini che picchiano le loro mogli e i loro figli o che peggio abusano di loro,
mamme che li maltrattano… in alcuni casi si arriva al peggio (suicidio-omicidio). E' naturale e umano che in rapporti connotati tanto intensamente dal punto di vista affettivo si possano provare sentimenti ambivalenti (rabbia verso il coniuge che ci ha deluso, verso i figli che pare ci sfiniscano,etc.), ma la sottile "linea rossa" che separa uno stato d'animo difficile e sgradevole da un fatto di cronaca orribile è proprio il passaggio dalla sfera del pensiero a quella dell'azione. Per fare un esempio pratico, non tutte le mamme che hanno sofferto di depressione post partum hanno ucciso il loro bambino, c'è una rete alla quale rivolgersi, chiedere aiuto, sostegno, sfogo per i propri "pensieri pesanti". Ma come è possibile tutto ciò? Cosa scatta nella mente di qualcuno per arrivare a tanto? Sono domande che ogni volta che sentiamo una notizia di una certa rilevanza negativa si insinuano nella nostra mente e ovviamente non riusciamo a dare una risposta razionale, perché ci sembra tutto così ingiusto e assurdo. L'unica cosa che ci riesce di fare è provare rabbia e allo stesso tempo commuoverci. Quello che gli studiosi di criminologia ci insegnano è che rarissimamente si tratta dei così detti raptus di follia, un omicidio
L’OTTOVOLANTE Rubrica "sui generis" di letteratura, a cura di Franco Malandruccolo
Vittorino Andreoli "Il Denaro in Testa" Per la prima volta la psichiatria si occupa del denaro. Ed arriva al cuore e alla mente dell'uomo del nostro tempo. L'uomo a una sola dimensione. Nella follia da denaro si corre il rischio di sostituire le banconote agli affetti, che assumono un prezzo in euro. In questa situazione emerge un bisogno di felicità che non è direttamente legato a stati di ricchezza o povertà. Non si tratta di una strategia consolatoria in un momento di crisi dell'economia nazionale e mondiale, ma di un modo per ritrovare il significato della vita e delle relazioni interpersonali. Lo psichiatra è Vittorino Andreoli che come sempre sa diagnosticare i mali dell'uomo e dei gruppi sociali, e lo fa non per sviluppare teorie ma per insegnare a vivere meglio. In questo caso la sua analisi illuminante conduce il lettore attraverso un percorso che tocca, anche nella loro dimensione patologica, tutti gli aspetti del nostro comportamento. Il denaro sul "lettino" dello psichiatra: un personaggio capace di riempire la testa dell'uomo come in una possessione che cancella ogni identità e ogni norma di comportamento civile. Il denaro nell'analisi di uno psichiatra e non di un economista, dunque di chi si occupa di salute della mente e non di tecniche per garantire il benessere economico dell'individuo e dell'intera comunità. E in questa invasione di campo si scopre che il denaro è fonte di malattia. Per chi è povero ma anche per chi ha i forzieri pieni. Vite che ruotano intorno ai soldi, al desiderio di possederli, alla paura di perderli: l'ossessione, la dipendenza, l'angoscia, il lutto… si finisce per ridurre una società al denaro come misura del valore non solo delle cose, ma della stessa persona. Vi lascio con un passo del libro, molto significativo "La società del denaro non coglie la bellezza del mondo e neanche il suo affanno, riduce l'uomo a un salvadanaio che si può rompere troppo facilmente, lasciando solo dei cocci. L'uomo non merita di diventare un contenitore di monete. Questa è la follia, oggi talmente diffusa da sembrare normale. Ma non lo è."
e ancor di più un suicidio è spesso il frutto di rimugina menti e organizzazione maniacale di mesi. Per questo mi convinco sempre di più che chiunque, di fronte ai primi campanelli di allarme di situazioni eccessivamente ambigue (rapidissimi cambi di umore, comportamenti di ritiro e isolamento improvvisi, etc.), non dovrebbe assolutamente far finta di nulla, ma prendere subito in mano la situazione, innanzitutto non vivendosela in solitudine. Non può esistere complicità di alcun tipo in certe cose e anche se si è interessati in prima persona e si vuole bene a qualcuno
bisogna avere la forza e il coraggio di denunciare certi accadimenti; soltanto così anche se a rilento e un po' ammaccati si potrà riprendere a vivere con più serenità. "Una volta che accettiamo le nostre debolezze queste cessano di farci del male" (E.Cioran)
Rubrica di psicologia e benessere personale a cura della D.ssa Chiara Camperi - Psicologa chiaracamperi@libero.it
Pillole di storia
Il "sentire" religioso dei popoli preromani e le mura divine Tutto ciò che l'archeologia non sa ancora dirci con sicurezza scientifica, possiamo rilevarlo con l'ausilio storico ed antropologico. L'antropologia applicata e comparata alla storiografia antica, partendo da G.B.Vico fino agli studiosi contemporanei, ci svela che i popoli preromani e preistorici avevano come stimolo primario nell'agire la religione, dalla quale scaturivano la mentalità e i costumi. I Pelasgi, ad esempio, come tanti altri popoli della stessa stirpe, erano "figli del dio Ercole" e credevano che agire in conformità col loro dio era "cosa" che li avvicinava a lui. La religiosità molto sviluppata induceva questi popoli a domandarsi: "Come edificherebbe una città fortificata il nostro dio Ercole? Senza dubbio con immane fatica e sudore". La forza erculea che adoperavano per costruire le mura megalitiche, "sentivano" che proveniva loro dal dio stesso, figlio della Pietra e del Fuoco, e che, a lavoro terminato, essi avrebbero costruito non solo una città "terrena", ma anche e soprattutto "divina". Patrizio Minnucci, storico
Versi inVERSI Rubrica di poesia, a cura di Mariella Minnucci In questo numero vi proponiamo tre interessanti composizioni di Stefano Di Fabio di Alatri Pioggia d'oro Pioggia che cadi su di me Porti via tutti i pensieri Purifichi la mia anima che, dolce, come il sentimento, va in alto Le luci del porto Come un gabbiano Ti tuffi Nel porto
Mentre i miei sogni Si infrangono A riva L'angelo Ti ho sognata In una notte D'estate, il tuo viso era nascosto sotto un velo di polvere
Hai fatti, disservizi, iniziative, foto notizie, eventi da segnalare? Scrivi a Gente Comune: gente.comune@email.it Oppure chiama o invia un fax allo: 0775 441344
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Extras - Di tutto di più SPAZIO INPS L'INPS comunica che con recenti circolari sono state determinate le aliquote contributive per l'anno 2011 degli artigiani e degli esercenti le attività commerciali, per i lavoratori domestici e per gli iscritti alla gestione separata. Dal 1° gennaio 2011 per la presentazione dei ricorsi amministrativi si potranno percorrere due diverse modalità: 1) In via diretta dal cittadino, dotato di PIN, tramite accesso al sito internet dell'Istituto
(www.inps.it) e successivamente ai "servizi online"; 2) Tramite gli Enti di patronato e gli altri soggetti abilitati all'intermediazione con l'Istituto ai sensi dell'articolo 1 della Legge 11 gennaio 1979, n. 12, sempre attraverso i servizi telematici dell'Istituto, da loro utilizzati. E' stata predisposta la procedura Ricorsi on Line, disponibile nell'area dedicata ai servizi online sul sito www.inps.it, in cui è anche presente il relativo manuale. Al fine di informare i potenziali interessati dell'innovazione introdotta, è comunque previsto un periodo transitorio di 60 giorni durante il quale saranno garantite le consuete modalità di presentazione dei ricorsi.
Al termine del periodo transitorio, l'impiego del canale telematico diventerà esclusivo ai fini della presentazione delle istanze in oggetto. Per l'anno in corso la perequazione automatica delle pensioni sarà nella misura dell'1,6 %. Infine per le richieste di accertamento dell'invalidità civile, nonché quelli per handicap (L.104/1992) e per disabilità (L.68/99), a causa dell'allungamento dei tempi di definizione delle pratiche, è stato deciso di inserire la decorrenza dei 60 giorni per la definizione dei verbali. Trascorsi i quali, le richieste verranno definite in automatico e comunicate ai privati o ai loro Enti di assistenza.
Non tutti sanno che… Maledizione Videocon
Inauguriamo una serie di piccoli articoli su originali questioni di attualità che, seppur apparentemente normali, segnalano alcune "assurdità" del nostro vivere quotidiano. Questa volta ci rifacciamo a due episodi segnalati da un nostro lettore che, lavorando in un piccolo ente territoriale, si è trovato di fronte a due episodi di burocrazia particolarmente fastidiosi. Il primo riguarda la sorpresa di aver scoperto che anche per attaccare un banale figurino al vetro del proprio ufficio, magari anche al primo o secondo piano e non fronte strada, quasi tutti i Comuni (il quasi lo mettiamo solo perché potrebbe esserci qualche piccola eccezione) pretendono il pagamento di una tassa. Pagheremo presto anche l'aria… ma non ci stupiamo visto che, ad esempio, sul fronte trasporti esiste quella fastidiosa pratica del bollino blu per verificare gli scarichi dell'automobile, che, però, non ha nulla a che vedere con le limitazioni e i divieti di circolazione per macchine inquinanti imposti via via dai Comuni per abbattere le polveri sottili. Soluzione: soldi rubati. L'altra evidente stortura, questa più tecnica, riguarda il processo di "semplificazione" dell'amministrazione pubblica avviata dai ministri Brunetta e Calderoli, che ha impegnato tutti gli enti d'Italia dal più piccolo al più grande in mesi di lavoro febbrile per in-
combenze sulla cosiddetta Trasparenza. Non solo, grazie a invenzioni come la PEC e il Protocollo informatico, ora per scrivere una lettera da un ente ad un altro (obbligatorio a breve usare la Posta elettronica certificata) bisogna fare questi numerosi passaggi: scrivere il testo, protocollarlo elettronicamente, inviare la PEC, attendere la ricevuta elettronica di accettazione
da parte del sistema PEC e salvarla nel PC, attendere anche la conferma di consegna dell'email e salvarla nel PC, prendere i due file salvati nel Pc e allegarli al primo protocollo. Tutto questo al posto di una semplice raccomandata. Ai lettori il giudizio sulla validità di tali "riforme" estrapolate totalmente dalla pratica quotidiana effettiva. Forse prima di fare tali leggi e circolari andrebbero consultati i lavoratori che hanno a che fare tutti i giorni con le questioni oggetto dei provvedimenti. A.T.
Un altro lavoratore della Videocon di Anagni si è tolto la vita. Antonio Pizzuti, cinquantasei anni, cassaintegrato da anni, ha deciso di farla finita stringendosi una corda al collo. Prima di lui aveva compiuto il gesto disperato un operaio residente al Piglio. Due morti tragiche. Due interrogativi inquietanti. Due vite stroncate da chissà quali intime ed indicibili disperazioni. Due persone legate da un denominatore comune: la cassa integrazione. Noi non vogliamo andare a scavare nelle motivazioni profonde e inviolabili che hanno indotto l'operaio di Anagni alla decisione estrema. Ma non possiamo non soffermarci su questo triste episodio che invoca una pausa, che ci chiede con forza una riflessione collettiva. Quanto la precarietà lavorativa può minare lo stato di salute di una persona? E fino a che punto il sistema in cui viviamo è responsabile di profonde depressioni? In un articolo del marzo 2010 uno psicologo ha spiegato che perdere il posto di lavoro può portare al rischio di togliersi la vita per persone fragili, che già vivono una forte angoscia esistenziale. Licenziamento e cassa integrazioni sono, difatti, condizioni che implicano perdita, insicurezza, vergogna ed anche colpa verso la famiglia. Un articolo comparso alla fine del 2009, sul Corriere della Sera, segnalava l'intensificarsi di una forma di depressione dovuta
alla perdita del posto di lavoro e alle forti difficoltà nel trovarne uno nuovo. E sicuramente chi sta in cassa integrazione da anni vive una dimensione di precarietà allucinante! Per Antonio Pizzuti non sarà stato facile, dopo aver vissuto tanta angoscia, sentirsi punito per avere legittimamente protestato, insieme ai suoi colleghi, durante la manifestazione dell'ottobre 2009, quando i cassaintegrati della Videocon occuparono l'Autostrada del Sole mandando il traffico in tilt. E' già. Per tutta risposta 22 di quegli operai si sono visti recapitare un decreto penale di condanna, una multa di quasi 4000 mila euro. E Antonio era preoccupato, stando alle testimonianze dei suoi colleghi, temeva di esser chiamato a rispondere di quella iniziativa. Ai benpensanti, a coloro che storcono il naso di fronte a certi gesti, a chi scrolla le spalle parlando di patologie sotterranee e di " esagerazioni", vorremmo far notare l'età di Antonio Pizzuti. Perché in Italia se perdi il lavoro a 50 anni sei un uomo finito. E di cinquantenni come il nostro Antonio ce ne sono tantissimi in questo paese. Un paese in cui ormai in molte famiglie sono mogli e figli a doversi occupare delle angosce e dei sensi di colpa dei propri padri che, all'improvviso si ritrovano disoccupati o cassaintegrati: uomini troppo vecchi per trovare un nuovo impiego e troppo giovani per andare in pensione. Mariella Minnucci
“Tagliatelle alle noci” Le ricette consigliate da Gente Comune Ingredienti per 4 persone: 350 gr di tagliatelle 100 gr di gherigli di noci 2dl di panna 30gr di burro Mezza cipolla 2 cucchiai di parmigiano 1 spicchio di aglio 1 cucchiaio di olio, sale pepe e prezzemolo. Preparazione: Tritate finemente le noci (alcune lasciatele intere). Tritate la cipolla e rosolarla in padella con aglio, olio e burro. Aggiungete le noci tritate e cuocete per un minuto aggiungendo sale e pepe. Versate la panna e mescolando fatela ridurre della metà. Togliete l'aglio e versate la pasta, cotta in precedenza. Cospargere di parmigiano e unite le noci intere lasciate da parte precedentemente. E.R.
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