Gente Comune Ottobre 2010

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Periodico di informazione politico-sociale e culturale Chiuso in tipografia il 25/10/2010 di Alatri e della provincia di Frosinone Anno XVII n° 9 - Ottobre 2010 Distribuzione gratuita - Tiratura 15.000 copie

APERTURA SPECIALE SANITA’ Il Piano di riordino sviscerato Ospedale per Ospedale, problema per problema Alle pagine 2, 3 e 4

AMBIENTE

VARIE

Ecco il continente di plastica che ha invaso il Pacifico. Buone notizie sulla messa al bando dei sacchetti in plastica

pag. 5

ALATRI Finalmente la città ha il suo Souvenir firmato Gitò pag. 13 STORIE E PERSONAGGI "Le rondini". Toccante reportage sui caduti di Montecassino pag. 16

Non c’è più ... TEMPO La storica redazione del quotidiano Il Tempo chiude i battenti a Frosinone dopo decenni di onorata attività. Una voce in meno è sempre un brutto segno per la democrazia e sintomo di mancata emancipazione della provincia dalla Capitale. Anche per questo Gente Comune continua il suo impegno nell’informazione libera e indipendente. Editoriale a pag. 2


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Speciale Sanità

L’editoriale

ECCO COME CAMBIERÀ LA SANITÀ IN PROVINCIA DI FROSINONE, OSPEDALE PER OSPEDALE, CENTRO PER CENTRO

La Nota Ogni volta che una “voce” viene esclusa ingiustamente dal coro, l’armonia generale ne risente. Se poi la voce in questione è quella di un corista anziano, viene inevitabilmente a mancare un pezzetto prezioso di esperienza e di saggezza. Ed è un male per tutti. Così come è un male per tutti che la redazione provinciale de Il Tempo abbia chiuso i battenti, da un giorno all’altro, dopo più di quarant’anni di attività onesta e puntuale. Un colpo per la democrazia, per la pluralità delle opinioni. Un colpo per tanti lettori che con quelle pagine avevano instaurato un rapporto di affettuosa complicità, ogni mattina presto, in una sorta di appuntamento quotidiano. Un colpo per i giornalisti che vi lavoravano e che non possono contare sullo stato di crisi internazionale. Per loro niente cassa integrazione in deroga, né mobilità, perché i cronisti locali godono senza dubbio di fama e di gloria, non certo di diritti! Ma le scelte aziendali sono quelle che sono! Rulli compressori che badano poco ai “danni” prodotti dalla necessità economica dei tagli e dei ridimensionamenti. Pertanto a noi non resta altro che ricordare quel quarantennio di informazione che della nostra provincia non ha tralasciato nulla: cronaca, cultura, sport, politica. Di tutto ciò venivamo a sapere grazie a due pagine storiche: Il Tempo e Il Messaggero che, in leale rivalità, divulgavano i fatti nostrani a livello nazionale. E la tiratura di quelle pagine ha continuato a risultare positiva, fronteggiando, senza grossi sforzi, la fioritura dei quotidiani esclusivamente locali cominciati a spuntare durante gli anni novanta e molto spesso orientati politicamente. Mentre si profilava un diverso modo di fare informazione, grazie alla disponibilità di maggiori spazi per le notizie locali, le pagine provinciali de Il Tempo, infatti, hanno continuato ad avere i suoi affezionati lettori. Perché di pagine “serie” sicuramente si trattava. Basti pensare, a tal proposito ai nomi dei corrispondenti che vi hanno lavorato. Per noi di Alatri un nome, tra tutti, balza in primo piano: quello dell’indimenticato Giuseppe Fiorletta che insieme ad Alberto Minnucci hanno rappresentato, per tanti anni, i “maestri” di quanti, in città, hanno voluto intraprendere questo difficile, seppur affascinante mestiere. Un mestiere dove conta tanto la “passione”, la cosiddetta vocazione alla ricerca dei “fatti”. Un mestiere che, a livello locale, implica molto spesso un’esposizione personale non facile da gestire, specialmente per il corrispondente: quello che “da casa”, con il proprio lavoro a contatto strettissimo con la gente ed il territorio, dà voce ad un’intera città. Dalle pagine provinciali de Il Tempo, i corrispondenti locali sicuramente ci hanno dato una mano, hanno raccontato, denunciato, chiarito, rilevato. Ed è a loro che la redazione di Gente Comune oggi intende rivolgere un particolare e sentito ringraziamento. La Redazione e l’Editore

Speciale a cura di Pietro Antonucci e Andrea Tagliaferri

Alcuni punti critici farebbero sospettare "influenze" esterne nell'assegnazione dei posti letto a favore di strutture "private" convenzionate

Un riordino poco "ordinato" La presentazione del Piano sanitario regionale ha scatenato le reazioni negative di amministratori e cittadini che temono di doversi spostare di chilometri anche per le emergenze

Un piano, quello di riordino dell'offerta ospedaliera e sanitaria in provincia di Frosinone e nel resto della regione Lazio, doveroso ma poco "aderente" alle necessità del territorio, stando almeno alla miriade di reazioni contrarie nate dalla presentazione pubblica fatta dalla governatrice Polverini e che ha visto protagonisti non solo i semplici cittadini, ma anche il personale sanitario e gli amministratori locali. La chiusura di molti ospedali (Arpino, Atina, Isola del Liri, Ceprano) e il declassamento di altri (Anagni, Ferentino, Pontecorvo, Ceccano), si è abbattuta come un ciclone sul nostro territorio, spaventando popolazione e operatori che, all'improvviso, si troveranno senza punti di riferimento. Il fil rouge di questo piano è quello dell'accorpamento di servizi e reparti in macrostrut-

IN

ture (Frosinone, Cassino, Sora) e il mantenimento di presidi di prossimità su tutto il territorio. L'idea, poi, di accorpare Frosinone e la sua provincia alla Macroarea 1, assieme al Policlinico Umberto I° di Roma, ha fatto si che molti servizi primari e d'eccellenza venissero "fagocitati" dalle strutture capitoline, un esempio su tutte il DEA di Secondo livello, per ora previsto solo al Policlinico, appunto. A queste legittime ma spesso non molto razionali proteste, si aggiungono, poi, considerazioni soprattutto a livello mass mediatico di esperti o di politici che vanno giù duro in alcune scelte di merito, lanciando sospetti che vengono raccolti, ove più, ove meno, e aggiunti alle motivazioni già presenti contro il Piano. Una su tutte, la verifica che nel cosidetto Piano di riordino, a fronte di tagli dei posti letto

BREVE

Ecco gli Ospedali che andranno a morire Il piano di riordino del sistema ospedaliero laziale presentato dal commissario Polverini prevede la riconversione di 24 piccoli ospedali che da centri per malati acuti si trasformeranno in strutture per pazienti cronici, poliambulatori e hospice. Le strutture coinvolte sono quelle di Monterotondo, Palombara Sabina, Subiaco, Zagarolo, Anagni, Ceccano, Pontecorvo, Ceprano, Ferentino, Arpino, Isola Liri, Atina, Rocca Priora, Ariccia, Anzio, Sezze, Gaeta, Minturno, Bracciano, Acquapendente, Montefiascone, Ronciglione, Magliano Sabino, Amatrice.

Confindustria lancia l'allarme: "Con il piano Polverini settemila disoccupati" In termini di Pil il Lazio perderà quasi 300 milioni. Il PD: "Nell'indotto i tagli decisi porteranno ad un vero terremoto sociale, per cui a pagare saranno ancora i cittadini" "Settemila disoccupati, più del doppio di quelli prodotti dalla crisi Alitalia". È il risultato indiretto del piano sanitario firmato Polverini secondo Esterino Montino, capogruppo del Partito Democratico in Regione. I dati - e questo è ciò che ha fatto letteralRenata Polverini mente imbestialire la Governatrice dicono fonti a lei vicine - sono di Confindustria Lazio. Sono 3.600, secondo Riccardo Fatarella che presiede la Consulta Sanità degli industriali laziali, i lavoratori della regione destinati ad essere licenziati dalle aziende private in conseguenza del taglio di 2.074 posti letto previsto dal piano entro il 31 dicembre prossimo nel settore lungodegenza e riabilitazione in particolare. Considerando anche l'indotto (altrettanti posti di lavoro) la perdita per l'economia regionale sarebbe additirrura di quasi 300 milioni, lo 0,21% del Prodotto interno lordo.

in quasi tutti gli Ospedali provinciali, a favore di Roma, sono assegnati anche moltissimi posti a centri come il Campus Biomedico di Trigoria, fiore all'occhiello dell'Opus Dei, che potrà aumentare di 22 i posti letto ma soprattutto è stato autorizzato ad aprire il Pronto Soccorso e il Policlinico Casilino, che vedrà aumentare le degenze di 80 posti in una struttura quantomeno atipica: la proprietà è privata (Sen. Ciarrapico) ma il personale è pubblico, quindi pagato dalla Regione. La Governatrice avrà certamente modo nei prossimi mesi di chiarire questi e altri aspetti, nel frattempo, però, il Piano sarà andato avanti inesorabilmente. Tutto questo, sia chiaro, sempre nella convinzione che la Santià regionale non poteva continuare così, non a caso è una di quelle che ha il maggiore debito in Italia.


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Speciale Sanità

Il territorio punta ad ottenere un DEA di Secondo livello come "risarcimento" per la chiusura di molte strutture sanitarie periferiche

FROSINONE, nuova struttura pronta, vecchi servizi accentrati, pochi investimenti L'inaugurazione del nuovo nosocomio coinciderà con un accorpamento di molti reparti che, dagli ospedali minori, verranno riuniti allo Spaziani come il Servizio Psichiatrico FROSINONE - Non si può negare che l'apertura del nuovo ospedale Spaziani in via Fabi rappresenti per l'intera provincia un fatto storico. Coincidenza ha voluto, però, che tale rilancio dell'ospedale del capoluogo cadesse proprio all'interno di un Piano Regionale di riordino dell'offerta sa-

nitaria che, atteso da decenni, farà piangere lacrime amare all'intero territorio "guastando" la festa per questo evento. Stando ai numeri l'ospedale di Frosinone passerà dai vecchi 296 posti letto ai futuri 416, con un balzo in positivo di ben 120 unità. I reparti che godranno di questa operazione sono in particolare Chirurgia Generale, Ortopedia, Urologia, Neurochirurgia, Ostetricia, Medicina Generale, Neonatologia, Riabilitazione e Lungodegenza. Discorso a parte per Psichiatria che vedrà spostato il centro SPDC di Ceccano con tutti i suoi 15 posti letto nel nosocomio frusinate, così come avverrà per Pontecorvo che si sposterà a Sora. In questo caso non si sono valutati molto attentamente i problemi anche gravi che i pazienti psi-

chiatrici subiranno viste le particolari condizioni personali dei

di I°livello, con netta insoddisfazione generale della comunità

Il nuovo ospedale di Frosinone

malati e delle famiglie. A perdere posti letto saranno soprattutto Malattie infettive e Pediatria. Nel Piano sanitario, per quanto concerne la rete di emergenza, Frosinone è stato valutato DEA

L'ospedale senza la Terapia Intensiva potrebbe dover cessare ogni intervento chirurgico importante

medica, degli amministratori locali e della popolazione che si aspettava quantomeno questo risultato visto che la governatrice Polverini a più riprese ha sempre dichiarato che ogni provincia doveva avere un DEA di II° livello. In questo caso c'è stata un pò di confusione con la storia delle Macroaree e, visto che la Macroarea 1 possiede già il DEA di Se-

condo livello al Policlinico Umberto I° di Roma, lo Spaziani è fuori. Per il momento. L'incontro di pochi giorni fa tra la Presidente Polverini e i rappresentanti delle istituzioni locali ciociare, Antonello Iannarilli e Michele Marini, infatti, ha sortito pochi effetti, ma forse ha centrato l'obiettivo del DEA di secondo livello. Staremo a vedere. Quello che per ora è certo è che la Regione invierà una Commissione ad hoc in provincia di Frosinone per valutare assieme a medici e amministratori i singoli casi. I risultati di questa analisi, però,al massimo porteranno ad uno spostamento dei posti letto da uno all'altro ospedale. Niente incrementi rispetto al totale previsto dal Piano. Un contentino. Ultime notizie sulla sanità ciociara: la conferma di Carlo Mirabella al vertice della Azienda Provinciale sanitaria (ASL) spiana la strada all'apertura entro Natale del nuovo ospedale con l'avvio del trasloco.

ALATRI, salvo il San Benedetto, ANAGNI, ospedale ma c'è il rischio di stallo declassato a °

ALATRI - A prima vista, dopo aver letto il Piano Sanitario presentato dalla Governatrice Polverini, appare evidente come il nosocomio cittadino non abbia subito tagli radicali. Da qui i toni entusiastici dei politici PDL che parlano di Ospedale "salvo". Se non fosse, però, per un dato apparentemente in-

L’ingresso del Pronto Soccorso dell’ospedale San Benedetto

significante che, in realtà, potrebbe segnare il destino del S. Benedetto: il taglio, oltre ai due posti in Pediatria, degli unici due posti letto di Terapia Intensiva segnalato per primo dall'ex Sindaco Patrizio Cittadini. Scorrendo le tabelle del Piano di riorganizzazione della rete sanitaria, infatti, si arriva all' Allegato D, nel quale è riportato il taglio di 2 posti letto (gli unici nel nosocomio) del reparto di Rianimazione. Sebbene tutto il resto rimanga sostanzialmente invariato, confermando Alatri come Ospedale per Acuti con 100 posti letto, la cessazione di fatto della Terapia Intensiva ridur-

rebbe notevolmente la capacità del S. Benedetto di garantire interventi chirurgici di quasi tutte le specialità. L'episodio della donna partoriente dirottata prima verso Frosinone poi addirittura verso Viterbo per un parto a rischio giorni addietro è allarmante. La garanzia assicurata dalla presenza della Rianimazione, infatti, rischierebbe di venir meno e ci sarebbe un declassamento "di fatto" della struttura. La conferma di questo dato sarebbe nel fatto che tutti gli altri Ospedali salvati dal piano sono tutti dotati del reparto di rianimazione a dimostrazione della assoluta necessità di questo reparto. L'ospedale S. Benedetto di Alatri, va ricordato, è un centro con dotazione di 110 posti letto distribuiti su 6 specialità: Chirurgia generale, Medicina Generale, Ortopedia e traumatologia, Ostetricia e Ginecologia, Pediatria e, appunto, Terapia Intensiva e che, nel giro di pochi mesi, vedrà completata l'imponente opera di ristrutturazione totale dell'edificio e degli impianti che si aggiunge al completamento dell'eliporto anche notturno già funzionante. Dall'analisi dei dati di attività 2009 del pronto Soccorso si evidenzia che gli accessi d'emergenza registrati ad Alatri sono stati 24.912, poche decine meno dei 25.000 accessi, soglia considerata limite nel Piano di riorganizzazione oltre la quale un Pronto Soccorso viene considerato di tipologia "maggiore". Proprio per questo si è deciso di non declassare un centro sanitario che serve non solo la terza città della provincia, con i suoi 30 mila abitanti, ma anche un bacino di utenza che arriva, con i centri limitrofi, a quasi 100 mila abitanti. A questo punto si spera in una improbabile revisione dei tagli.

struttura di livello II

81 posti letto su 81 persi. Resteranno ambulatori di molte discipline e, forse, una struttura Hospice

ANAGNI - il Piano regionale a firma Polverini prevede per il nosocomio della città dei Papi una riconversione del presidio in Ospedale Distrettuale di Ii Livello (Tipo B): "una struttura - si legge nel testoche garantisca, oltre alle funzioni core, un punto di primo intervento con postazione del "118" , degenza infermieristica di 10 - 15 posti letto e l'arricchimento dell'offerta di specialistica ambulatoriale. L'eterno scontro con i cugini alatrensi sembra, dunque, perso; ma nessuno gioisce, nemmeno ad Alatri, visto che una chiusura così drastica riduce i vantaggi per tutto il territorio a nord della provincia. La tragedia dell'Ospedale anagnino non è cominciata oggi, ma bensì 8-9 anni fa, quando ci fu il primo trasferimento del primario di Urologia, seguito da quello di Medicina, la chiusura del DH Oncologico, il trasferimento del primario di ORL, con semichiusura del reparto prima e, da circa un anno, la chiusura totale. L'ospedale, in parole povere, dal Piano Regionale esce distrutto. 81 posti letto in meno su 81. Per quanto riguarda l'offerta di cardiologia e di UTIC il piano di rimodulazione dell'offerta dell'assistenza cardiologica prevede lo spostamento a Colleferro. Sarà quello il nuovo punto di riferimento per moltissimi cittadini residenti a nord di Frosinone. Gli spazi che andranno a liberarsi si legge ancora nel documento ufficiale - dovranno essere utilizzati per attività sociali a valenza sanitaria (Alloggi protetti, Centro Diurno, Attività Fisica adattata) o per altre finalità sociali in base alle specifiche esigenze dei cittadini di quel territorio". Inutile dire che gli amministratori e i residenti daranno ancora battaglia, in particolare una voce su tutte si farà sentire in Regione, quella di Franco Fiorito.

Pagina a cura di: Andrea Tagliaferri


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Speciale Sanità

Ceccano, una chiusura annunciata da tempo Pontecorvo, una riconversione CECCANO - Il destino dell'ospedale civile di Ceccano, il "Santa Maria della Pietà", era segnato da tempo. Già il 1° aprile 2009 (presidente della Regione era Piero Marrazzo), l'ospedale aveva cessa-

to gran parte delle attività mediche ed era iniziata l'opera di smantellamento, a cominciare dalle insegne. Quindi, partì una riconversione della struttura in "presidio territoriale di prossimità", tra le proteste dell'Amministrazione comunale e della popolazione, che si erano visti cancellare un impianto con alle spalle 500 anni di storia. L'ultimo colpo di scure è giunto con il piano di riqualificazione della Polverini, che ha identificato, a partire dalle indicazioni contenute nel Dca 48/2010, i presidi - tra cui figura quello di Cec-

cano - che hanno presentato nel 2009 un volume di attività di Pronto Soccorso inferiore ai 25mila accessi annui, oltre ad un volume di attività di ricovero per acuti o in post-acuzie medica o riabilitativa ridotta o residuale. In virtù del trasferimento dell'attività per acuti ad altro presidio dell'Asl stabilito sempre con il Dca 48/2010, in considerazione della necessaria rimodulazione dell'offerta sanitaria dell'Asl in previsione dell'imminente apertura del nuovo ospedale di Frosinone, constatata peraltro la prossimità di Ceccano con tale presidio (10 km circa per 15 minuti di viaggio), è stata disposta la disattivazione di tutta l'attività di ricovero della struttura e la contemporanea attivazione di un'offerta sanitaria equivalente, nel nosocomio del capoluogo di provincia in particolare per quanto attiene i posti letto di Psichiatria. È stato disposto inoltre di mantenere l'attività di specialistica ambulatoriale orientandone l'offerta a garanzia di percorsi assistenziali in favore di pazienti portatori di malattie cronico-degenerative e di problematiche assistenziali complesse. Gli spazi liberati - hanno detto dalla Regione - "Dovranno essere utilizzati per attività sociali a valenza sanitaria (alloggi protetti, centro diurno, attività fisica adattata) o per altre finalità sociali in base alle specifiche esigenze dei cittadini di quel territorio".

Ferentino, finisce la storia del "Giorgio Pompeo" FERENTINO - Nella Macro Area 1 sono molti gli ospedali oggetto di riconversione e/o riqualificazione. Nella lunga lista stilata dai dirigenti sanitari e politici figura anche il presidio sanitario "Giorgio Pompeo" di Ferentino, del quale si parlava in altri termini di sviluppo soltanto pochi anni fa. La struttura ferentinate, al contrario, è stata selezionata tra quelle da riconvertire sulla base di specifiche considerazioni quali i ridotto volumi di attività per acuti o attività residuali di post-acuzie medica o riabilitativa. Presso il "Pompeo" erano ancora attivi 12 posti letto di riabilitazione. Nei documenti regionali è scritto che "Considerata la rimodulazione dell'offerta ospedaliera nell'Asl di Frosinone, che vede la necessità di attivare presso l'ospedale del capoluogo di provincia un reparto di riabilitazione a supporto delle attività per acuti in esso garantite", è stata disposta la disattivazione di tutta l'attività di ricovero della struttura e la contemporanea attivazione di un'offerta sanitaria equivalente presso altre strutture dell'Asl di Frosinone. È stato disposto inoltre di mantenere l'attività di specialistica ambulatoriale orientandone l'offerta a garanzia di percorsi assistenziali in favore di pazienti portatori di malattie cronico-degenerative e di problematiche assistenziali complesse. Gli spazi liberati - hanno detto dalla Regione - "Dovranno essere utilizzati per attività sociali a valenza sanitaria (alloggi protetti, centro diurno, attività fisica adattata) o per altre finalità sociali in base alle specifiche esigenze dei cittadini di quel territorio". La chiusura del presidio sanitario di Ferentino è stata salutata con una grandissima delusione dall'Amministrazione comunale, guidata da un arrabbiato Piergianni Fiorletta, dell'utenza e dalla popolazione in generale: le avvisaglie di una dismissione completa dell'impianto sono risultate chiare e certe, rendendo concrete le tante voci che c'erano già in giro, quando il servizio postacuzie, inizialmente sospeso fino al 15 settembre, non ha riaperto per la fine del mese stesso.

tra le forti proteste

PONTECORVO - Cortei in strada, capannelli sotto i palazzi pubblici, l'occupazione del tratto autostradale locale: Pontecorvo è stata la città che ha reagito con maggior veemenza nei confronti del piano sanitario che ha riconvertito il "Pasquale Del Prete", fino a poche settimane fa sede di Pronto Soccorso, con circa 120 posti letto e 8 specialità (Chirurgia generale, Geriatria, Medicina Generale, Oculistica in regime diurno, Otorinolaringoiatria, Psichiatria, Gastroenterologia e Pneumologia). I dati diffusi dalla Regione dicono che negli ultimi 5 anni sono stati registrati meno di 25mila accessi al Ps (nel 2009 sono stati 16.234, di cui il 19,9% ha richiesto ricovero in reparto di degenza); la percentuale di ricoveri suggeriti dal Ps e rifiutati dal paziente è pari al 20,9% ("Ciò significa che 1 paziente su 5 non mostra fiducia nel ricovero ospedaliero di Pontecorvo"); il rapporto tra accessi in Ps con ricovero e totale delle dimissioni acuti è pari al 70% e la percentuale dei ricoveri provenienti da Ps a rischio di inappropriatezza è pari al 29,7% ("Questi due parametri rappresentano un'insufficiente performance nella capacità di filtro al ricovero del Ps"); bassi valori degli indici di contenimento per Oculistica (24%) e Chirurgia Generale (55%): "La prima mostra indici di fuga verso altre Asl del Lazio e verso altre Regioni, rispettivamente del 31% e del 33%; la seconda mostra indici di fuga verso altre strutture dell'azienda, altre aziende del Lazio e verso altre Regioni a valori rispettivamente del 12%, 14% e 18%"; si registrano inoltre indici di fuga elevavti verso altre Asl per Pneumologia (28%) e Otorinolaringoiatria (20%): quest'ultima presenta anche una fuga verso altre Regioni moderatamente elevata (13%). In ragione di ciò, il "Pasquale Del Prete" è stato riconvertito in ospedale distrettuale di II livello (tipo B): una struttura che garantisca, oltre alle funzioni core, un punto di primo intervento con postazione del 118, degenza infermieristica di 10-15 posti letto e l'arricchimento dell'offerta di specialistica ambulatoriale.

Centri minori, solo ospedali di prossimità ISOLA DEL LIRI - La provincia di Frosinone è la realtà che ha sofferto maggiormente se si scorre la lista degli ospedali trasformati. Tutte struttura, ha spiegato la Polverini, che conterebbero affluenze talmente basse da essere stati di fatto, secondo il governatore regionale, chiusi già dai cittadini. Segnata quindi la sorte dei quattro micro-nosocomi ciociari. Ad Isola del Liri erano ancora attivi 18 posti letto di lungodegenza. Considerata la rimodulazione dell'offerta ospedaliera nell'Asl di Frosinone, che può vedere l'attivazione di lungodegenza post-acuzie presso altri presidi dell'azienda, è stata disposta la completa dismissione dei posti letto e, in virtù del fabbisogno aziendale e dello stato di avanzamento dei lavori (finanziati con fondi ex art. 20), la riconversione del presidio isolano "In memoria dei caduti" in un Hospice di 18 posti letto. Passiamo al "Santa Croce" di Arpino, dove erano attivi 20 posti di lungodegenza sotto-utilizzati e 20 posti letto di Rsa di fatto occupati solo parzialmente. Considerata la rimodulazione dell'offerta ospedaliera nell'Asl di Frosinone, che può vedere l'attivazione di lungodegenza postacuzie presso altri presidi dell'azienda e considerata la non attivazione dei posti letto in Rsa, è stata disposta la disattivazione di tutta l'attività sanitaria. Gli spazi liberati dovrebbero essere utilizzati per attività sociali a valenza sanitaria (alloggi protetti, centro diurno, attività fisica adattata) o, in alternativa, potrebbe essere valutata la riconversione della struttura in una Rsa e servizi sociali aggiuntivi. Ad Atina vi era l'ospedale "Della Croce", dove erano attivi 15 posti letto di lungodegenza sotto-utilizzati. Anche qui, considerata la rimodulazione dell'offerta ospedaliera nell'Asl di Frosinone, è stata disposta la disattivazione di tutta l'attività sanitaria. Gli spazi liberati dovrebbero essere utilizzati per attività sociali a valenza sanitaria (alloggi protetti, centro diurno, attività fisica adattata). Stessa sorte per l'ospedale "Ferrari" di Ceprano, dove erano attivi 12 posti letto di riabilitazione: è stata disposta la disattivazione di tutta l'attività sanitaria. Gli spazi liberati dovrebbero essere utilizzati per attività sociali a valenza sanitaria (alloggi protetti, centro diurno, attività fisica adattata).

Servizio a cura di: Pietro Antonucci


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Ambiente

Da dicembre al bando i sacchetti in plastica L'esempio di Frosinone: un modello da seguire per tutelare l'ambiente Lo chiamano "Inquinamento bianco" ed è il fenomeno dovuto alla dispersione nell'ambiente di innumerevoli sacchetti di plastica. Sì, perché quella busta (comoda e pratica, va detto) che usiamo per trasportare la spesa o liberarci dell'immondizia è deleteria per l'ambiente: pochi immaginano, infatti, che le sporte in polietilene hanno vita breve (spesso non supera il tempo del tragitto dal negozio all'abitazione) ma la loro vita postuma è molto lunga, poiché rimangono per anni impigliati nei rami, lungo le sponde dei corsi d'acqua, si trovano sepolte tra le foglie nei boschi, in frammenti nel terreno agricolo, si degradano dopo centinaia di anni. E per iniziare a limitare i danni il Comune di Frosinone, con in te-

sta l'assessore all'ambiente Francesco Raffa, farà scattare dal prossimo 1° dicembre il divieto per i commercianti del capoluogo di distribuire ai propri clienti bu-

ste di plastica, a titolo oneroso o gratuito. Manca ancora più di un mese: tempo fornito agli esercenti per smaltire le eventuali rimanenze.

I sacchetti in plastica dovranno essere sostituiti con sacchetti biodegradabili o con borse riutilizzabili in stoffa e per chi trasgredisce sono previste sanzioni dai 25 ai 500 euro. Il provvedimento per impedire la distribuzione e la commercializzazione di sacchetti di plastica era contenuto già nella Finanziaria 2007 ma il termine iniziale del 2010 è stato poi prorogato al gennaio 2011 da una decisione del governo: Frosinone ha voluto anticipare i tempi, mettendosi sulla scia delle scelte compiute già da altre 160 amministrazioni comunali, dal Nord al Sud dell'Italia, lanciando una campagna di informazione e sensibilizzazione verso la popolazione, specie per quelle fasce che faticano maggiormente a cambiare le pro-

prie abitudini. L'amministrazione comunale frusinate sta insistendo su questo aspetto nella consapevolezza che, allo stato attuale, la scelta sull'utilizzo o meno delle borse in plastica è prerogativa della coscienza ecologica delle grandi catene di negozi alimentari: alcune si sono già organizzate in via autonoma per offrire ai consumatori soluzioni alternative (i sacchetti in tela), ma, senza una precisa, intenzionale e condivisa volontà della clientela, è una strada corta. "Al contrario - ha detto l'assessore Raffa - noi vogliamo dire subito stop all'inquinamento bianco. Proviamoci, la natura e i nostri figli e nipoti ci ringrazieranno". Un modello di comportamento da prendere come esempio.

Una storia sporca: il CONTINENTE DI PLASTICA!

Immaginate il mare, un grande mare. Un oceano, grande come il Pacifico. Anzi, proprio il Pacifico. Una distesa immensa di acqua, grandi e affascinanti abissi, una flora colorata e infinitamente variegata, una quantità indefinita di pesci, crostacei ed esseri viventi. Un'oasi di colori e sensazioni. Ecco, adesso immaginate un'isola, nel bel mezzo dell'oceano, anzi, un gigantesco, grande continente: sabbia dorata,

fiori, palme e noci di cocco? No, niente di tutto questo, ma un'isola nel bel mezzo del Pacifico c'è davvero e si chiama Pacific Trash Vortex. Letteralmente? Il vortice di pattume dell'oceano Pacifico. A partire dagli anni cinquanta, in seguito all'esistenza di una lenta corrente oceanica che si muove a spirale in senso orario, prodotta da un sistema di correnti ad alta pressione, si è andato delineando una specie di deserto oceanico, un'area di convergenza in cui la spinta del-le correnti ha fatto sì che si concentrasse gran parte della spazzatura di plastica presente nell'oceano. Da dove viene tutta questa immondizia? Un quinto della spazzatura

viene da navi e pozzi petroliferi, ma il resto viene dalle coste del Nord America e dell'Estremo Oriente. Ovvero? Dai nostri rifiuti. Le dimensioni di questa "simpatica" isoletta non sono note, ma sembra che abbia un'estensione pari a tre o quattro volte quella dell'Italia. È stato stimato che la grandezza può andare dai 700.000 km² a più di 15 milioni di km²: ovverosia dallo 0,41% all'8,1% della dimensione dell'intero oceano Pacifico. Più di sei tonnellate di detriti. Il primo a scoprire questa grande discarica marina è stato, quasi per caso, l'oceanografo e velista americano Charles Moore nel 1997 ed è curioso che, pur essendo passato già così tanto tempo, nessuno si sia ancora occupato concretamen-

te di risolvere il problema. Un caso complicato, senza dubbio, ma la difficoltà è che il "settimo continente" si trova in acque internazionali. La conclusione? Nessuno naviga in quelle acque, non fa parte delle vie commerciali principali e non è in nessuna giurisdizione. E la gente? In ben pochi sanno della sua esistenza! E mentre ce ne stiamo qui, seduti davanti a un giornale a gustare un caffè, affetti da inerzia compulsiva, voglia di non fare, di non vedere, non sentire e non capire, ancora una volta noi, piccoli e silenziosi demolitori, buttiamo nel secchio della noncuranza la vita marina, la catena alimentare e l'intero ecosistema.

Tra "coscienza verde" e insensibilità: qui si ricicla così Raccolta differenziata: i casi di Alatri, Fumone e Fiuggi Raccolta differenziata: quali risultati? Siamo andati a guardare nelle case e nelle abitudini di tre centri della nostra provincia - da una grossa realtà come Alatri (terzo centro del frusinate per numero di abitanti, quasi 30mila) per passare ad una media qual è Fiuggi fino ad un borgo più piccolo come Fumone. Ecco quanto abbiamo scoperto. Ad Alatri funziona in maniera eccellente l'isola ecologica di Vallecarchera, aperta da un anno e della quale si sono serviti 3500 utenti (il 10% della popolazione) ed un

ALATRI - Via Tel. 0775 407680

terzo delle famiglie del posto. Fin qui sono stati raccolti 5.870 kg di cartone, 15.000 kg di plastica, 44.480 kg di vetro, 17.780 kg di carta, 2.480 kg di metallo, 46.460 kg di materiali ingombranti e circa 23mila kg di elettrodomestici usati. Grandi numeri che hanno indotto il Comune ad allargare le attività dell'isola (a proposito, ne nascerà una seconda in contrada Cavariccio) alla raccolta di rifiuti verdi e vegetali nonché ai rifiuti speciali (pneumatici, batterie usate) che spesso vengono smaltiti in modo scorretto: attraverso roghi o discariche nei luoghi più isolati del territorio. Ottimi i risultati ottenuti a Fumone (appena 2mila abitanti) che, nella classifica provinciale Basciano, 44 per la raccolta - Fax 0775 403021 differenziata, si colloca al primo

posto. A confermarlo è la Regione Lazio la quale, con delibera 376 del 7/8/2010, ha reso noti gli elenchi riepilogativi delle percentuali raggiunte da ogni comune nel 2008. Fumone con il suo 41,4% balza in testa alla graduatoria seguita, nel Frusinate, da Torre Cajetani. L'amministrazione ha espresso soddisfazione per il primato conquistato e sottolineato che il successo va condiviso sia con la ditta che nel 2008 era incaricata della raccolta - la TAC Ecologica Srl di Pastena - sia con i cittadini, che hanno separato i rifiuti in maniera appropriata, rispettando il calendario di svolgimento del servizio. Meno soddisfacenti, invece, gli esiti della differenziata in un centro di media grandezza come Fiuggi (8mila residenti), dove la percentuale si attesta su un irrilevante 3,6%, la più bassa della provincia. Gli abitanti della città termale non possono neanche usufruire della raccolta "porta

a porta", in quanto la ditta che gestisce la raccolta e lo smaltimento dei rifiuti, la società Gaia, ritiene troppo alti i costi del servizio in ragione delle difficoltà logistiche legate alla particolare conformazione di alcune aree, come il centro storico ad esempio. Unica nota positiva: è da poco attivo il servizio di raccolta dell'acciaio, con il materiale che può essere depositato negli stessi contenitori del vetro.

Servizio a cura di: Pietro Antonucci e Miriam Minnucci Collaborazione di: Stefania Del Monte e Andrea Tagliaferri



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News dal capoluogo

Approvato il piano urbano del traffico Primo grande risultato di Maurizio Ciotoli, insediatosi da pochi mesi all'assessorato ai Trasporti e Polizia Municipale Nella seduta di Consiglio comunale del 20 ottobre è stato approvato il nuovo

Piano Urbano del Traffico che prevede: l'istituzione nel Centro Storico di ZTL; l'istituzione di "Zone 30km/h"; il Progetto di Cofinanziamento approvato tra Ministero Ambiente e Comune di Fro-

sinone per la realizzazione del progetto di bike-sharing nella parte bassa della

città che prevede la allocazione di ciclostazioni con biciclette e l'impianto meccanizzato di collegamento tra parte bassa (via Aldo Moro) e parte alta della città (Piazzale Vittorio Veneto.

Fondi per manutenzione delle strade, quasi 2 milioni di euro in più alla Provincia di Frosinone a seguito al ricorso al TAR A seguito dell'annullamento della deliberazione del Consiglio regionale nominata "Contributi alle Province per la manutenzione delle strade classificate provinciali" dopo il ricorso al Tar effettuato dalla Provincia di Frosinone, la situazione dei finanziamenti è stata debitamente riequilibrata.La differenza tra quanto spettava secondo la delibera con i criteri "romani" e quella dopo il ricorso al Tar è di circa 1 milione 700 mila euro. A seguito del ricorso al Tar, arriveranno alla pro-vincia di Frosinone 4.245.824 euro per il biennio 2009-2010 a fronte dei 2.605.282 previsti dalla delibera con i criteri per abitante.

i punti salienti del Piano Generale del Traffico Urbano: Istituzione nel Centro Storico di ZTL; Zona Centro Storico delimitata da viale Mazzini, corso della Repubblica, via delle Fosse Ardeatine, via Paleario, via Garibaldi, via Minghetti, Colle S.Pietro, via Ciamarra, via Firenze, viale Marconi; Interventi per la mobilità privata: interventi per la sicurezza - Zone30 (Zona Centro Storico e Colle S.Pietro); Istituzione di "Zone 30" (moderazione del traffico, in cui la velocità è limitata appunto a 30 km/h); diminuzione del rumore (fino a 4-5 dB(A) in meno - delle emissioni inquinanti (diminuzione del 1030%, a seconda degli agenti inquinanti). Riduzione di incidenti con pedoni coinvolti; Zona Valle Fioretta delimitata da: via Valle Fioretta, via Monteverdi (tratto compreso tra viale Don Minzioni e via Mascagni), via Mascagni (tratto compreso tra via Monteverdi e via Monti Lepini), via Monti Lepini (tratto compreso tra via Mascagni e viale Europa), via Marittima (tratto compreso tra viale Europa e viale Don Minzioni). Interventi per la mobilità privata: interventi per la sicurezza - Zone 30 (Zona Valle Fioretta); Zona via Adige delimitata da: via Arno, viale Tevere (tratto compreso tra via Arno e via Po), via Po (tratto compreso tra viale Tevere e via Tommaso Landolfi), via Tommaso Landolfi (tratto compreso tra via Po e via Mastroianni), via Mastroianni (tratto compreso tra via Landolfi e via del Casone), via del Casone (tratto compreso tra via Mastroianni e via Landolfi), via Landolfi (tratto compreso tra via del Casone e via Aldo Moro), via Aldo Moro (tratto compreso tra via Tommaso Landolfi e via Arno).

Speed control come dissuasori delle infrazioni Installate le colonnine con il sistema sperimentale "Speed Check" su via Armando Fabi. Dai primi dati, velocità sempre oltre il consentito "Lo vedi, rallenti, vai sicuro", questo lo slogan dei dissuasori di velocità che l'amministrazione comunale di Frosinone ha installato in via Armando Fabi. Secondo le rilevazioni della società Sipa srl di Brescia che gestisce il servizio, nei primi dieci giorni sul tratto di strada che va dalla Monti Lepini all'ex MCTC sono transitate 87 mila vetture di cui ben l'85% hanno superato il limite di velocità di 50 chilometri orari. Segno evidente della necessità di rimedi, tra cui, appunto, gli Speed Control. La sperimentazione dell'innovativo sistema di riduzione della velocità denominato "Speed check", sistema già introdotto in altre Province italiane, prevede infatti un monitoraggio costante delle velocità di transito, oltre che, in futuro, prevedere istallazione a sorpresa di veri e propri autovelox al loro interno. L'idea si basa sull'installazione a margine della strada di una serie di colonnine vistosamente colorate ed estremamente visibili agli automobilisti (soprattutto di notte perché illuminate). Su di esse è ricordato il limite di velocità e la possibile presenza di un controllo elettronico. Per ora le colonnine sono vuote e funzionano da semplice dissuasore ma in un prossimo futuro potrebbero trasformarsi in veri e propri autovelox come detto. L'effetto deterrente è però notevole anche adesso perché l'utente di passaggio, per non rischiare una possibile sanzione, preferisce rispettare diligentemente i limiti di velocità.

130 milioni di euro dalla Provincia per rilanciare la sicurezza nelle scuole I complimenti alla giunta e al Presidente Iannarilli del dirigente regionale della Giovane Italia Francesco Boezi "La Giunta provinciale di Frosinone ha dato il via al Piano triennale delle opere pubbliche, stanziando quasi 130 milioni di euro in tre anni da impiegare principalmente per la messa in sicurezza delle scuole. Non ci stancheremo mai di ribadire quanto efficace sia stata l'azione del centrode-

stra e della Giunta Iannarilli in merito a questa questione rispetto al lassismo che aveva invece caratterizzato quella del centrosinistra. Durante la campagna elettorale segnalammo pubblicamente, dopo la stesura di un dossier, alcuni specifici casi per i quali denunciammo una situazio-

ne di forte rischio nei confronti della sicurezza degli studenti, dei professori e del personale scolastico tutto, è con estrema soddisfazione che oggi plaudiamo alla progettazione di interventi risolutivi nei confronti di queste situazioni che segnalammo come pericolose: 250.000 mila euro per

l'adeguamento alle norme di legge del Liceo scientifico di Frosinone, 100.000 euro per il ripristino e la messa in sicurezza delle facciate del Liceo Classico di Sora, 2.000.000 di euro per la manutenzione straordinaria e la messa in sicurezza del Convitto Tulliano di Arpino , 330.000 euro

PD e PDL alla resa dei conti I Democratici si riuniranno entro il 5 dicembre nel Congresso provinciale per l'elezione del Segretario Tra gli "azzurri", invece, resa dei conti e rimpasto in vista in amministrazione provinciale La situazione dei due maggiori partiti a livello nazionale e provinciale, PD e PDL, segna un momento di crisi o, quantomeno, di rivoluzione e riassetto interno. Nel Popolo della Libertà si sta procedendo, infatti, alle "prove tecniche di dialogo" con incontri sempre più frequenti tra le diverse anime del partito, da una parte il presidente della Provincia e Deputato Antonello Iannarilli, dall'altro il Presidente del Consiglio Regionale Mario Abbruzzese, e poi il consigliere regionale D'Aguanno, Fiorito, Roma, Pallone e chi più ne ha più

ne metta! Si parla di un possibile anzi probabile rimpasto di Giunta a Palazzo Gramsci. Sul fronte dei Democratici, invece, scossi anche dalla crisi comunale, si profila uno scontro nel prossimo Congresso provinciale che si riunirà entro il 5 dicembre per eleggere il Segretario provinciale. Nel mese che precede l'evento si terranno riunioni e incontri tra le varie anime del partito che dovranno raccogliere più consensi possibili. E come sempre sarà in voga il Toto-nomi dal quale ci dissociamo.

per l'ITG di Sora, 324.000 euro per l'Istituto Alberghiero di Fiuggi, 1.400.000 euro per il completamento della palestra dell'ITC di Alatri, 290.000 euro per l'adeguamento alle norme di sicurezza del Liceo Classico di Alatri, 450.000 euro per il Liceo Scientifico di Veroli, questi sono solo alcuni dei casi su cui interverrà con forza l'azione della giunta provinciale e sui quali noi ci battemmo un anno fa. Un esempio di ottima amministrazione e di messa in luce del degrado dei nostri istituti che molti precedentemente hanno provato a smentire dal Pd e simili". Francesco Boezi dirigente regionale Giovane Italia

Pagina a cura di:

Andrea Tagliaferri


Provincia 8 La Croce Rossa locale vicina Un'“Ottobrata” all'insegna dell'arte e della cultura al sociale e alla scuola FERENTINO - Istituito nel 2003, il gruppo della Croce Rossa di Ferentino, non si è mai fermato. Protagonista di una crescita continua in termini sia di personale che di attività. Inizialmente, formato da ben 10 volontari, oggi come oggi, al proprio interno ne ha un centinaio, più precisamente, si parla di circa 80 in veste di volontari del soccorso e, dal giugno di quest'anno, ben 20 pionieri, cioè, giovani dai 14 ai 25 anni di età, che, dopo un corso di reclutamento di primo soccorso, seguito dal superamento di un esame finale con tirocinio trimestrale, possono partecipare a tutte le attività di Croce Rossa, dando particolare rilievo a quelle rivolte ai più giovani. Alla primaria attività di prestare primo soccorso, se ne aggiungono molte altre rivolte non solo alle persone bisognose ma più in generale alla comunità. Oltre ad offrire la loro azione di monitoraggio, svolgendo corsi di primo soccorso alla popolazione, sono state avviate importanti collaborazioni con istituzioni pubbliche, prima fra tutte, la

scuola: ogni anno, i volontarimonitori, mettono al servizio delle scuole il loro tempo, occupandosi della diffusione delle nozioni di pronto soccorso, di protezione civile e prevenzione

alcuni dei volontari del gruppo, infatti, hanno partecipato direttamente alle varie operazioni di salvataggio e assistenza delle vittime del recente terremoto dell'Aquila.

Un esercitazione della Croce Rossa Italiana

tra i giovani. La Responsabile del gruppo ferentinate, la Sig.ra Fiorenza Signore, si dice soddisfatta dei risultati raggiunti in questi anni, anche se con molta fatica, dato che, non è facile gestire un gruppo così ampio, soprattutto quando c'è da far fronte ad emergenze di carattere nazionale:

Nei progetti futuri del gruppo c'è l'intensificarsi dei rapporti con gli organi che, nel comune, si occupano di assistenza sociosanitaria e, soprattutto, l'attesa per una nuova sede che possa permettere al gruppo di avere un'operatività più efficiente. Daniela Caliciotti

FERENTINO - Si è svolta quest'anno la V edizione della manifestazione denominata <Otto'brata d'Autore> e dedicata alla promozione delle arti, in ogni sua forma. Ideata a partire dal 2006 dall'associazione "il Cartello", guidata dal Presidente Gian Carlo Canepa, quest'anno, ha visto la compartecipazione di associazioni diverse proprio per garantire un diversificato panorama culturale ed artistico, con particolare risalto ad artisti nostrani e con la collaborazione, del vicino comune ernico di Morolo. Una delle sedi ospitanti le opere è stata "Il Minuto 122", in Via Consolare, dove si è tenuta dall'8 al 15 ottobre la mostra di ben quattro pittrici che, chi per passione, chi per lavoro, ma tutte con la voglia di trasmettere qualcosa, ha attratto non pochi visitatori. Una delle artiste, già conosciuta in paese per la partecipazione ad altri eventi artistici è la pittrice Valentina Frisardi, che ha presentato i suoi caratteristici quadri, che esprimono il suo stato d'animo nel momento in cui l'opeQuadro di Valentina Frisardi ra prende forma. Non meno interessante è stata la giornata del 3 ottobre, in cui si è svolto il Concorso Nazionale di Poesia e Narrativa con uno scambio di opere tra autori e appassionati della letteratura riferita al territorio ernico, Sabato 10 ottobre si è tenuta la giornata dedicata alla fotografia, con la composizione fotografica chiamata Poligorama, presentata dall'Associazione Fotografica Pentaprisma. Nelle domeniche successive, protagonista è stato il teatro, con la partecipazione della Compagnia D'arte Drammatica Diluvtheatre con la rappresentazione di due commedie di Cechov. Grande soddisfazione, non solo tra i promotori della manifestazione, ma anche tra il pubblico che ha preso parte ai diversi eventi artistici e culturali presentati. Da. Ca.


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Provincia

Accordo fatto tra Sangemini e amministrazione comunale Siglato il documento le vie giudiziarie saranno evitate. L'appuntamento con il bilancio consuntivo di fine anno non fa più paura FIUGGI - La Sangemini e il comune dopo estenuanti trattative durate circa due mesi hanno finalmente raggiunto un accordo. La Sangemini verserà nelle casse dell'ente 16 milioni di euro, di cui 12 milioni entro il 2011. Il piano che prevede una completa rivisitazione degli attuali contratti tra le parti, sarà illustrato nel dettaglio nel corso di un consiglio comunale ad hoc. I vertici della società umbra e l'amministrazione comunale si sono incontrate venerdì 22 ottobre e dopo aver appianato le divergenze iniziali, soprattutto di carattere economico finanziario, hanno trovato un punto di incontro che di fatto cestina definitivamente il piano Pinto 2, approvato dall'amministrazione guidata dal sindaco Virginio Bonanni in chiusura di mandato. Piano questo, che il primo cittadino Martini, ha più volte definitivo "non risolutivo per i problemi della città". Vengono così scongiurate le ipotesi di dissesto finanziario dell'ente e quelle di fallimento della controllata ATF. La salvaguardia degli equilibri di bilancio era stata infatti approvata contabilizzando, perché effetto di un'obbligazione esistente, il canone San-

sindaco Fabrizio Martini, fin dal suo insediamento, conducevano infatti inevitabilmente verso le aule giudiziarie. Tutti ricordano che il primo atto ufficiale della maggioranza, è stato quello di far recapitare a Sangemini una lettera di messa in mora con la quale il comune chiedeva alla società

gemini pari a 2 milioni e 600 mila euro. Tuttavia a dicembre l'amministrazione sarà chiamata ad approvare il bilancio consuntivo. A questo punto però l'appuntamento non fa più "paura" perché i soldi in cassa ci saranno. Fino ad alcuni giorni fa invece, si ipotizzava che le parti sarebbero tornate ad incontrarsi solo il 28 ottobre, davanti al giudice del Tribunale di Frosinone, che avrebbe dovuto decidere se accogliere o meno il ricorso cautelare ex art 700 c.p.c con il quale l'amministrazione aveva chiesto la risoluzione dei contratti vigenti, affitto del ramo di azienda e licenza di marchio, per "grave inadempimento" oltre al risarcimento del danno. I passi scanditi dall'amministrazione guidata dal

che gestisce l'imbottigliamento, il pagamento dei canoni affittuari arretrati. A breve distanza è seguita la diffida ad adempiere, sulla quale era stato fondato il ricorso, è successivamente in data 14 settembre 2010, il tribunale di terni per conto di ATF, società in liquidazione interamente par-

tecipata dall'ente, notificava alla Sangemini un decreto ingiuntivo per 16 milioni. Tuttavia, venendo meno le ragioni del contendere, l'amministrazione presumibilmente ritirerà gli atti giudiziari, dando vita ad un nuovo capitolo di rapporto con Sangemini. Francesca Ludovici

Zappalà e le prospettive turistiche per la città termale FIUGGI - Fiuggi è stato il comune "capofila" nelle consultazioni avviate dalla XV commissione regionale sul turismo, presieduta da Giancarlo Miele, per dar vita al piano triennale sul turismo che l'ente andrà ad approvare quanto prima in aula consiliare. Nel corso dell'audizione è stato innanzitutto chiarito come sarà il nuovo turismo del Lazio: "Con chiari confini: gli imprenditori investono, la Regione coordina, organizza, stimola e promuove", l'assessore al turismo Stefano Zappalà ha così sintetizzato la strategia dell'amministrazione Polverini per i prossimi cinque anni. All'importante appuntamento erano presenti i presidenti delle associazioni di categoria il sindaco Fabrizio Martini e il presidente del convention bureau Ugo Moro. "Fiuggi è il secondo polo turistico del Lazio - ha sottolineato Zappalà - per noi sta al turismo regionale come Roma sta al resto della Regione, per il turismo ci sono cinque province più Roma e Fiuggi. Il modello che ci piace è quello che stanno attuando gli attuali gestori delle terme: hanno investito risorse proprie e ci chiedono non sostegni economici ma una forte promozione, e questo noi faremo". E ancora: "A Fiuggi non può non esservi un centro congressi - ha concluso Zappala - è necessario ma ci dovete dire chi lo deve fare, se i privati, che poi lo gestiranno, o gli operatori pubblici. Sappiate però che se si realizzerà con risorse pubbliche la gestione verrà affidata attraverso una gara internazionale". Fra. Lud.

pronta ad accogliere Il Municipio è tornato nella sua vecchia sede La città ° Gli uffici comunali trasferiti nel Palazzo Speranza, in pieno centro storico

TREVI NEL LAZIO - Una nuova sede per il Municipio e degli ambienti liberati e pronti per ospitare altri servizi ed attività. In un sol colpo l'Amministrazione comunale

trebana, guidata da Pierfilippo Schina, ha raggiunto nello scorso mese di settembre un duplice scopo: riportare nel centro storico gli uffici comunali e ripensare l'uso dei locali di Via delle Fornaci, che fin qui hanno accolto amministratori ed impiegati. Partiamo dal primo punto: l'Amministrazione Schina ha dato seguito ed impulso ad un progetto già avviato, ossia quello di trasferire nel Palazzo Speranza, nel borgo vecchio di Trevi nel Lazio, il Municipio. In precedenza, circa 25 anni fa gli uffici erano stati spostati nella sede di Via delle Fornaci dal sindaco Paolo D'Ottavi. Schina ha definito "infelice" quella scelta, perché l'esser usciti fuori dal centro storico ha avuto come risultato l'abbandono dello stesso

da parte dei residenti, che si sono allontanati da una zona priva di servizi. "Adesso - ha affermato il primo cittadino abbiamo riportato il Comune in centro, con l'augurio di farlo rivivere e ripopolare". Il rientro è stato possibile dopo una lunga serie di lavori che hanno permesso il recupero di un edificio storico di Trevi nel Lazio: le attese si sono prolungate anche per il completamento dell'intervento e l'inaugurazione della nuova-vecchia sede per questo è stata salutata - alla presenza di molte autorità civili, politiche religiose e militari con autentica soddisfazione. Contemporaneamente, come si diceva, si sono resi disponibili gli spazi dell'ormai ex sede comunale di Via delle Fornaci: il sindaco intende metterli a disposizione della Protezione civile e finanche dell'Asl per fare un poliambulatorio, utile per le esigenze della popolazione, specie quella più anziana. Un progetto ambizioso e complesso, quest'ultimo, che dovrà fare inevitabilmente i conti con il piano di riordino della Sanità regionale. Ad ogni modo, l'intenzione dell'Amministrazione trebana è di non lasciare a se stessi quei locali per non ripetere l'errore che, anni fa, venne compiuto con Palazzo Speranza. Pietro Antonucci

la 6 tappa del giro d’Italia

Anteprima del giro presentato Sabato 23 a Torino in diretta televisiva FIUGGI – A distanza di parecchi anni, Giovedì 12 Maggio 2011, il giro d’Italia, corsa ciclistica più famosa del nostro paese farà ritorno a Fiuggi. La cerimonia ufficiale della presentazione è avvenuta a Torino sabato 23 ottobre per celebrare i 150 anni dell’unità d’Italia e dove, alla presenza delle autorità sportive del Coni, della Federazione Ciclistica e di numerosi atleti, ha visto la luce il 94° giro ciclistico d’Italia. Riportare a Fiuggi il Giro d’Italia è un avvenimento importante - ha ricordato il presidente del Comitato di tappa locale - portando soddisfazione per tutti gli sportivi delle due ruote e per tutta la città nel suo complesso. Come noto, Fiuggi è la città delle biciclette, con una pista ciclabile di oltre 22 km e due dei suoi concittadini sono parte integrante della carovana; parliamo dei bravissimi Valerio Agnoli della Liquigas e di Stefano Pirazzi della Colnago Csf INOX, che si sono distinti nella stagione appena conclusa. La tappa del 12 Maggio prossimo vedrà impegnati i corridori da Orvieto a Fiuggi di 195 km senza difficoltà altimetriche e sarà la prova per i velocisti puri. Il giro a Fiuggi è un evento importante per l’intero territorio provinciale, sarà una giornata di promozione del nostro territorio con il centro storico tinto di Rosa e una vetrina importante per valorizzare la nostra terra con le sue bellezze e i nostri prodotti tipici. Bruno Sbaraglia



Provincia

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Il viaggio in bicicletta alla ricerca di se stessi

Inaugurata l'area faunistica dell'orso "Abele" Comune e Pnalm insieme per un progetto finalizzato al rilancio del turismo

CAMPOLI APPENNINO - Il turismo campolese riparte dalla lettera "A" di Abele. Questo, infatti, è il nome dell'orso bruno che, da qualche settimana, vive nell'area faunistica creata appositamente per lui all'interno del "tomolo", la dolina carsica che costituisce una delle attrattive naturali di Campoli Appennino. Il progetto di dar vita a questa area è nato anni fa ed è stato portato a compimento dal Comune in collaborazione con il Parco Nazionale d'Abruzzo, Lazio e Molise e con l'indispensabile sostegno economico della Regione Lazio: Abele, un esemplare di orso bruno marsicano, è stato così inserito in una sorta di recinto di 16-17 ettari, che arriva a lambire le ultime case del paese e che è dotato della vegetazione utile alla sua sopravvivenza con rovi, siepi, querce, piante da frutto, l'habitat naturale dell'animale insomma. Chiaro l'intento di attirare nuove forme di turismo grazie al plantigrado, che desterà sicuramente curiosità in grandi e piccoli: "Siamo in presenza dell'area faunistica più bella d'Europa", hanno affermato con soddisfazione alcuni esponenti dell'Amministrazione comunale. Di certo, siamo di fronte alla più singolare: quanti altri paesi possono vantare in effetti un'area del genere a ridosso o quasi delle abitazioni? Due ultime informazioni: presto dovrebbe giungere nell'area anche un secondo esemplare di orso, in modo da dare compagnia ad Abele; la gestione dell'area sarà congiunta tra Comune di Campoli Appenino e Pnalm, con il personale del parco che monitorerà continuamente la situazione. Pie. Ant.

Tutti a gustare l'oro di Campoli Appennino Sabato 20 e domenica 21 novembre la 26ª edizione della festa del tartufo CAMPOLI APPENNINO - Si può scegliere tra quello nero, molto profumato, e quello bianco, raffinato e raro. C'è chi lo preferisce con la pasta fresca, chi con un ottimo risotto e chi accompagnato con la carne. De gustibus... si sa, ma su una cosa si può convenire: per i veri gourmet il tartufo è un'irrinunciabile prelibatezza. Per questo suggeriamo agli intenditori, ma anche ai semplici curiosi, di approfittare della XXVI edizione della Festa del tartufo che si terrà a Campoli Appennino il 20 ed il 21 novembre: l'occasione per fare scorta del prezioso tubero. Campoli Appennino è la "capitale" del tartufo ciociaro, un prodotto che non ha nulla da invidiare ai più rinomati tartufi di altre parti d'Italia e che sta conoscendo, da qualche anno a questa parte, una nuova stagione di successo grazie alla propria, straordinaria qualità. Passando alla manifestazione vera e propria, questa verrà inaugurata nel pomeriggio di sabato 20 alla presenza delle autorità politiche, civili e militari; subito dopo ci sarà l'apertura degli stand espositivi e delle vecchie botteghe, seguita da un convegno sulle tematiche inerenti il tartufo ed una degustazio-

ne di piatti tipici. Domenica 21, alle ore 9, l'apertura degli stand, quindi la gara di cani da tartufo; a pranzo ancora una degustazione di piatti tipici e, nel pomeriggio, spettacoli di arte varia.

Molti si domanderanno: e i prezzi per acquistare dei tartufi? Dipendono da molti fattori (la quantità a disposizione, la grandezza del pezzo...), comunque l'anno scorso ci si è attestati attorno ai 25-30 euro per un etto di quello nero e ai 180-200 per un etto di quello bianco. Qualche consiglio, infine, sui ristoranti. Suggeriamo: il "Miramonti" di Rocco D'Eramo, vera istituzione del panorama culinario campolese, il piccolo ma delizioso "Le Grotte della locanda", il "Primavera" e "La Torre". Siete pronti a leccarvi i baffi? Pietro Antonucci

VEROLI - Passione, fede e tanta fatica premiate dall'emozione dell'arrivo alla meta. Ed in 2 anni l'onorevole Augusto Pigliacelli, ex consigliere regionale, più volte ha inforcato la sua bicicletta, scelto la via da percorrere e poi aiutato da una spiritualità molto forte ha intrapreso l'avventura, sempre accompagnato dall'amico e compagno di viaggio Danilo Mastrantoni. Una sfida alla ricerca di una sensazione di benessere fisico e spirituale che solo la realizzazione piena di un progetto, a lungo pensato e poi portato a compimento, sa dare. E nel percorrere quei chilometri, senza lasciarsi scoraggiare, c'è la stessa passione che Pigliacelli ha messo nella carriera politica. Una passione, quella per la bici, ed una ricerca, quella più intima e spirituale, che hanno portato Pigliacelli, proprio poche settimane fa a concludere il suo secondo viaggio a Santiago de Compostela in Spagna. Proprio l'arrivo in questo santuario e a Lourdes hanno lasciato in lui un segno importante. L'ultima fatica, da poco conclusa, lo ha portato a percorrere 926 chilometri per 10.907 metri di dislivello attraverso territori stupendi quali: la Navarra, i Paesi Baschi, la Cantabria, le Asturie fino ad arrivare in Galizia a vedere le guglie della cattedrale dove riposano le spoglie di San Giacomo e che dall'anno Mille è meta di grandi pellegrinaggi da parte del mondo cristiano. Oltre ai due famosi santuari, Augusto Pigliacelli ha sfidato la Terra del Fuoco (ben 2 volte), l'Egitto, l'intero arco alpino e Fatima. Quali sono stati i momenti che le sono rimasti più impressi? La visita ai due santuari. Ricordo con grande emozione l'aver scalato nella stessa giornata quattro colli pirenaici mitici per il tour: Aubisque, Sourer, Tourmalet, Aspin. Le vette più impegnative dei Pirenei si trovano ad Andorra. Un altro momento indimenticabile è il percorso lungo la costa atlantica del Cammino di Santiago. Le re-

gioni che ho attraversato hanno storia, cultura e una natura intatta, in special modo nei Paesi Baschi, nella Cantabria e nelle Asturie. Un percorso che ti tiene continuamente sospeso tra cielo e terra, scenari che mozzano il fiato e che difficilmente abbandoneranno la mia mente e il mio cuore. Cosa ha provato mentre percorreva i chilometri del viaggio al Cammino di Santiago e soprattutto quali le sensazioni dell'arrivo?

Augusto Pigliacelli al Tourmalet

Quello era un cammino di fede e la meta era Santiago. Da una parte non si vedeva l'ora di arrivare ma dall'altro si faceva di tutto per ritardare l'arrivo perché il giungere alla fine avrebbe generato anche tanta malinconia. Quando termina un viaggio, in particolare un gran bel viaggio, è come se una parte di noi andasse via. Tantissimi i pellegrini incontrati lungo il percorso, ma in particolare nella cattedrale e sono una parte indispensabile del viaggio. Commovente l'incontro con l'apostolo e il rito del batafumeno. Insomma, tante esperienze uniche, irripetibili. Bruno Sbaraglia

Hai fatti, disservizi, iniziative, foto notizie, eventi da segnalare? Scrivi a Gente Comune: gente.comune@email.it Oppure chiama o invia un fax allo: 0775 441344


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Vita alatrense

ALATRI: un progetto per la città E' indiscutibile che la crisi della politica che ha colpito l'Italia - con il conseguente crollo della credibilità delle varie istituzioni - interessi anche Alatri. E' negli occhi di tutti la situazione di tensione all'interno delle forze politiche e tra di loro, che porta spesso - se non sempre - a guardare più agli interessi di parte che non a quelli della comunità. Questo vale sia per chi in questo momento governa - con la tendenza ad esaltare ogni più minima realizzazione sia da parte dell'opposizione che tende sistematicamente a sminuire ogni realizzazione di chi amministra. Quanto descritto accade per due motivi fondamentali: non c'è più il ruolo predominante dei partiti nella vita sociale (anche se paradossalmente gli stessi tendano ad occupare sempre più spazio) e non esiste più la capacità di guardare - oltre i propri confini di parte - verso un orizzonte più ampio che pur non annullando le differenze, le faccia convergere verso un futuro condiviso almeno nei grandi temi. Applicando ad Alatri quanto detto, si amministra, si fa opposizione, si loda o si critica guardando al contingente, da una parte a fare le cose bene (quando accade) per farsi lodare e non perché è giusto, dall'altra a criticare l'operato dell'amministrazione per avere riconoscibilità: ma in tutto ciò dov'è il futuro di Alatri, dove sono una politica organica per lo sviluppo, l'occupazione, il turismo, il tempo libero che non siano episodici ma sappiano abbracciare

tutto in uno sguardo d'insieme per un progetto a breve e lungo termine, che sappia dare risposte non immediate e di breve vita ma durature e lungimiranti? Perché la politica non fa un passo indietro - scendendo dal piedistallo - e si decide a coinvolgere nella realizzazione di questo progetto (non in maniera episodica - come avvenuto fino ad ora - ma organica e per-

manente) tutte le forze vitali della società alatrense (associazioni di categoria, sportive, culturali, religiose ecc.) che hanno dimostrato spesso vitalità e passione e che potrebbero dare - ognuna nel suo campo un contributo determinante per il futuro della Città? Lanciamo questa proposta confidando nella buona volontà di tutti quelli che amano veramente la nostra Città

e impegnandoci a portare avanti il discorso ascoltando anche il contributo di tutti quelli chiamati in causa, sia politici che associazioni. Il tutto senza voler annullare differenze e competenze, ma cercando un pò più spesso di guardare non agli interessi che ci dividono ma ai traguardi che possono unirci. Paolo Fiorenza

Due giorni a discutere di archeologia Il 30 ed il 31 ottobre si svolgerà, presso il Palazzo Conti Gentili, il V Seminario Internazionale di Studi sulle Mura Poligonali. Fin da subito, appare importante sottolineare come, in questa edizione, notevole sia l'adesione di archeologi italiani - impegnati nella ricerca relativa alle mura poligonali nel Lazio - e dei funzionari archeologi della Soprintendenza del Lazio, occupati attualmente nello studio di particolari inediti afferenti il complesso argomento. La prima giornata sarà dedicata alla memoria di Lidio Gasperini, noto epigrafista. Dopo i saluti iniziali, interverranno G.B. Mantovani, Anna Pasqualini, Stephan Steingraber, Daniele Federico Maras, Salva-tore Ciccone, Annapaola Mosca, Simona Rafanelli, Silvia Aglietti, Massimiliano Valenti e Salvatore Ciccone. In programma anche le relazioni di Giulio Magli su "L'archeologia e le acropoli del Lazio meridionale: ricerca e valorizzazione" e Gianni Boezi su "Nel segno di un raggio di sole... Don Giuseppe Capone. Ricordo di attualità delle teorie di Don Giuseppe", per chiudere infine con l'intervento di Paola Spaziani. Nella seconda giornata interverranno (nella sessione mattutina) Eugenio Polito, seguito da Sandra Gatti, Dario Pietrafesa e Adriana Valchera che parleranno dell'Aletrium al tempo di Betilieno Varo, per proseguire con le relazioni di Marisa De Spagnolis, Alessandro Betori, Zaccaria Mari, Italo Biddittu, Filippo Demma, Diana Raiano, Giovanna Battaglini, Francesca Diosono e Federica Colaiacomo; nella sessione pomeridiana si discuterà di "Novità sulle mura poligonali" con F. Benedettucci, D. Scarpati, Elisa Cella e Vincenzo Baiocco. Il convegno è proLe mura ciclopiche di Alatri mosso dall'assessorato alla cultura del Comune di Alatri, patrocinato dalla Soprintendenza per i Beni Archeologici per il Lazio, dall'assessorato alla cultura della Regione Lazio e curato dal Direttore del Museo Civico di Alatri, Luca Attenni. Del comitato tecnico-organizzativo fanno parte, oltre al coordinatore del convegno Luca Attenni, l'architetto Daniele Baldassarre e il responsabile della Biblioteca Comunale di Alatri "Luigi Ceci" Antonio Agostini. Pietro Antonucci

ALATRI DA (RI)SCOPRIRE La Società Operaia negli anni '50: chi riconoscete?

Partiamo dalla foto pubblicata nell'ultimo numero: era quella del matrimonio in Via Luigi Ceci. Gli sposi erano Armida Cerica e Sisto Di Fabio: era il 28 ottobre 1934. Tra gli invitati: i bimbi Rita Petricca, Francesco Cerica, Giuseppe Cerica, Pietro Di Fabio (don Pietrino) e la sorella Adriana; tra gli adulti Carlo Bellincampi, Elena Cerica, Anna Maria Perinelli, Velia Rossi, Umberto Petricca, Pietrino Cerica, Rosina Perinelli, Carolina e Amalia Fanfarillo, Rosina Cerica, Antonino Cerica e Gisto Lollobrigida. Questo mese, grazie all'apporto di Marilinda Figliozzi e Gianni Minnucci, pubblichiamo uno scatto del 1950 in cui sono stati immortalati, davanti al monumento ai caduti, gli appartenenti alla Società Operaia: chi riconoscete? Se volete ricevere la foto via e-mail per ingrandirla e vederla meglio sul vostro computer, potete contattare la redazione di "Gente Comune" (0775-442588, e-mail: gente.comune@email.it) oppure guardatela sul nostro profilo Facebook. Pie. Ant.

Lo sviluppo socio-economico tra centro storico e periferia Prima ancora che per le opere d'arte che racchiude, Alatri merita di essere vista e ammirata in se stessa, come esempio, raro e prezioso ormai, di centro storico serbatoci pressoché integro nel suo insieme. Su questo conviene soffermarci per illustrare brevemente quelle che sono le potenzialità di sviluppo sociale ed economico di un territorio pressoché sprovvisto di grandi industrie. La struttura urbana è rimasta sostanzialmente quella romano-medievale, al cui interno l'addensamento delle costruzioni ha creato un complesso intreccio di vicoli, di stradette ritorte, di corti che si congiungono l'una all'altra attraverso anditi e volte, di piazzette irregolari ed asimmetriche. Sospendendo per un attimo il nostro excursus storico-architettonico, rileviamo che la vita sociale ed economica in tali situazioni territoriali ha sempre trovato terreno fertile e fecondo quando in questi siti sono nate attività artigianali, vere strutture portanti dell'economia locale. La sostanziale stabilità della struttura urbana non significa però che la città si sia fermata a un certo periodo ormai remoto della sua storia. Tutt'altro. Se si escludono le chiese maggiori, si può dire che ben pochi siano gli edifici e gli ambienti che nel corso dei secoli non siano stati più o meno profondamente rimaneggiati. La città anzi non ha mai cessato di rinnovarsi, adeguandosi via via alle nuove esigenze ed al variare del gusto. Questa evoluzione non ha sempre avuto come felice riscontro un parallelo sviluppo economico, portando a

volte con sé tensioni di carattere sociale. Spostandoci in periferia, l'agricoltura e la pastorizia hanno avuto, e per certi aspetti hanno ancora, molto peso nel bilancio delle famiglie. Queste due attività congiunte lasciano ben sperare per l'avvenire. La situazione economica e sociale pare in netto miglioramento, grazie ai collegamenti che una serie di artigiani ed imprenditori hanno saputo realizzare. Le tensioni che si vivono sono pressoché dimezzate rispetto a quelle del centro. Alla fine degli anni Settanta c'è stato uno spopolamento della città storica in favore delle periferie che davano più possibilità di lavoro, grazie ad una, se pur ridotta, nascita della piccola e media impresa. Ad oggi, data la crisi mondiale, ci è impossibile prevedere persino un futuro prossimo; ma le tensioni possono attenuarsi e l'economia riprendersi, se gli alatrensi sapranno sfruttare le bellezze naturali e storico-artistiche che pullulano non solo nel centro cittadino ma anche nelle periferie. Soprattutto a Tecchiena che vanta "Il Castello-grancìa", ma anche Fontana scurano le cui strade portano alla celebre "Badia di San Sebastiano". La rivalutazione e valorizzazione delle millenarie Mura poligonali, infine, potrebbero azzerare o perlomeno ridurre di molto la disoccupazione e rilanciare Alatri verso un benessere che per troppo tempo è apparso utopico. Viste ed approvate queste premesse l'ambito socio-economico alatrense otterrebbe una svolta positiva "epocale". Patrizio Minnucci


Vita alatrense

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Presto l'area mercatale sarà Finalmente la città ha un suo "souvenir" ufficiale fruibile per operatori e utenti L'appello di Gente Comune all'amministrazione affinchè tuteli e sviluppi quest'idea incentivandone la diffusione in ogni occasione e con tutti i canali a disposizione

Abitando ad Alatri, chi non ha mai sentito parlare dei Ciclopi? Gli esseri dotati di un solo occhio e dalla statura imponente che nacquero dal-

Eugenio il ciclopetto

la ricca mitologia greca. Credo sia noto a tutti, ormai, che le origini della nostra amata cittadina affondano le radici nel mito e nella leggenda. Alatri, infatti, è nota come la "Città dei Ciclopi" proprio perché si pensava che i discendenti di un'antica razza di giganti con un solo occhio al centro della fronte, avessero costruito le imponenti mura megalitiche che circondano la nostra

Acropoli, formate da blocchi di pietra così grandi da non esser credute frutto di attività umana. Ed ecco che oggi, agli inizi del XXI secolo, un piccolo esserino monocolo torna a fare visita alla cittadina d'origine. Si tratta di "Eugenio il ciclopetto", l'ultima invenzione di Gitò, alias Giorgio Tolomei. L'artista nostrano ha sfruttato il proprio genio creativo riportando alla memoria dei concittadini un mito dimenticato, contribuendo a creare quello che (ciocette a parte) può definirsi il primo vero gadget alatrense. Il buffo personaggio, fatto di polvere di porcellana e realizzato a mano, rappresenta una forma originale per attirare i curiosi e, soprattutto, i turisti: quei pochi visitatori che annualmente percorrono le strade della nostra cittadina e che, spesso, se ne vanno a mani vuote. Eugenio, infatti, è una creazione unica, ma poliedrica allo stesso tempo: lo troviamo in veste di fruttivendolo, infermiere, imbianchino ed è persino un ottimo, anacronistico… batterista! Giorgio Tolomei, autore alatrense dell'originale iniziativa, ha condotto i propri studi nella scuola di falegnameria: è qui che ha appreso l'arte di intagliare il legno per poterne ricavare vere e proprie opere. La creazione di Eugenio, infatti, è nata proprio grazie a questa abilità:

dal legno lavorato è stato ricavato un calco in gomma, una sorta di stampino per l'unico, originale e personalizzabile ciclopetto. La popolarità è stata immediata: Eugenio, come una vera star, ha raggiunto la meritata celebrità sia in patria che tra i turisti. L'obiettivo di Gitò, infatti, in collaborazione con gli "Artisti di Vicolo Vezzacchi" e il "Centro Commerciale Naturale", è proprio quello di rilanciare il turismo alatrense attraverso l'arte, la risata e un ricordo originale, affinché vengano valorizzate le bellezze locali. Ma,

Giorgio Tolomei

soprattutto, Tolomei vuole regalare ai visitatori di Alatri un ricordo che si imprima vivido nella memoria. Miriam Minnucci

Hanno preso il via da qualche settimana i lavori all'area mercatale di Chiappitto, intervento fortemente caldeggiato dal sindaco Costantino Magliocca che fa seguito agli impegni presi in campagna elettorale e che tante polemiche gli hanno attirato contro negli ultimi anni. A seguire i lavori l'assessore ai lavori pubblici Roberto Addesse e il collega del commercio Sandro Vinci con gli uffici tecnici di riferimento. L'impresa aggiudicataria dell'intervento è la Lanzi Costruzioni Srl; un lavoro atteso dagli operatori e che comporterà novità con benefici tanto per gli stessi esercenti quanto per gli utenti. Verrà messa in sicurezza l'area, si realizzeranno parcheggi interni ed esterni, accessi pedonali e veicolari, nuova pavimentazione per il settore alimentare, installazione di illuminazione, servizi igienici alle due estremità dell'area mercatale e realizzazione di fontane. Il primo intervento è stato diviso per evitare minori disagi agli operatori, e prevede la costruzione di un muro di protezione, con annessa scala di accesso pedonale, parallelo alla tangenziale con nascita a seguire di parcheggi lungo la arteria. Poi si proseguirà come da cronigramma. A breve poi prenderanno il via i lavori di ultimazione dell'area esterna ed interna dell'adiacente Stadio dell'Atletica. Non mancheranno disagi, ma entro pochi mesi l'area sarà completamente rinnovata e ammodernata. A.T.


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Vita alatrense

Prove tecniche di accoglienza La città invasa dalle confraternite ha tenuto. Ma non basta Molto si è parlato del IX cammino regionale di fraternità delle confraternite del Lazio. Si sono messi in luce, giustamente, gli aspetti di fede, associativi, anche spettacolari della manifestazione. A circa un mese di distanza da quel grande avvenimento, vogliamo qui affrontarlo da un punto di vista particolare - quello organizzativo - per trarne poi alcune considerazioni utili per valutare la capacità di accoglienza di Alatri. Ed è appunto il grado di difficoltà organizzativa che l'avvenimento presentava ed il modo nel quale è stato affrontato e - secondo noi - risolto, che è balzato agli occhi ed all'attenzione di tutti. Non è la prima volta che Alatri affronta problemi del genere: ogni anno i giorni del Venerdì Santo, di San Sisto, di alcune grandi manifestazioni estive, mettono a dura prova la capacità di acco-

glienza della nostra Città. Qui si è trattato di qualcosa di nuovo: l'affluenza di migliaia di persone è stata regolata (con chiusura di molte strade di accesso ad Ala-

vo, quello cioè di far trovare a tutti dei posti a sedere sull'Acropoli, posizionare schermi giganti nei viali laterali, installare un'amplificazione finalmente al-

Raduno Confraternite 2009 - Civitavecchia

tri), coordinata, incanalata, fino al momento forse più impegnati-

l'altezza delle esigenze e delle aspettative. Nei momenti annuali

già citati si presentano solo alcuni di questi aspetti: ad esempio la chiusura del traffico è più limitata, l'afflusso di gente non è coordinato, alcuni servizi non sono ben gestiti (a San Sisto l'amplificazione ha lasciato molto a desiderare), per cui il raduno delle confraternite presenta novità che messe insieme portano a importanti considerazioni. La prima: coordinando le forze (in questo caso Amministrazione Comunale, Confraternita di San Sisto, Protezione Civile ed altre ancora) si è riusciti in uno sforzo organizzativo lodevole e ben riuscito; La seconda: con i parcheggi in corso di realizzazione (Porta San Francesco) e quello di Via della Sanità (da poco attrezzato) e con il potenziamento di un servizio navetta efficiente (da dosare durante l'anno a seconda delle esigenze) che renderebbe utilizzabi-

li tutti gli ampi spazi a ridosso del Centro Storico (Stazione e zona Chiappitto in primis), si otterrebbe un notevole alleggerimento del traffico nel centro storico rendendo possibili chiusure alla viabilità oggi troppo difficili da sostenere. La terza: rimane il nodo dolente della ricettività (alleggerito comunque dalla vicinanza di Fiuggi) che può essere migliorato con la valorizzazione dell'ostello delle Fraschette, il potenziamento degli esperimenti di bed & breakfast, e con la realizzazione di un secondo ostello più adatto alle famiglie. Per la parte ristorazione penso che la quantità e qualità di offerta sia più che sufficiente per un territorio come quello di Alatri. Proseguiremo ed allargheremo queste riflessioni nei prossimi incontri, auspicando in merito anche i contributi dei lettori. Paolo Fiorenza

Fraschette: un monumento per ricordare Conosciamo la chiesa di San Giuseppe a Castagneto

Il silenzio. È quanto rimane attorno all'ex campo di internamento de Le Fraschette. I luoghi della memoria giacciono ancora in stato di abbandono totale. Ricordi, strade

L’ostello delle Fraschette

della reminescenza riportate alla luce ultimamente da importanti pubblicazioni e ricerche. L'Associazione Nazionale Partigiani Cristiani di Frosinone, infatti, sta lavorando duro per non far cadere nell'oblio ciò che resta della storia di Alatri (e del mondo) durante e dopo la seconda guerra mondiale. È per questo che l'A.N.P.C. ha recentemente pubblicato un nuovo bando, finanziato dalla Regione Lazio, per la "realizzazione di una stele o di un monumento a ricordo degli internati e delle vittime del campo di concentramento Le Fraschette". La memoria di chi ha vissuto quei luoghi dovrà essere rappresentata da una creazione artistica: il bando è rivolto prevalentemente ai giovani, agli studenti dei Licei artistici, degli Istituti d'arte e delle Accademie delle Belle Arti, agli iscritti alle facoltà di Architettura e di Ingegneria del Lazio e delle nazioni i cui cittadini furono internati nel Campo "Le Fraschette" di Alatri nel periodo dal 1942 al 1944. Ma possono partecipare al concorso anche coloro che, pur non avendo la residenza in Italia, hanno vissuto nel campo e i parenti

deglii internati dello stesso periodo storico. I partecipanti dovranno provvedere alla elaborazione grafica di un bozzetto di una stele o monumento con qualsiasi tecnica artistica e su ogni supporto grafico dele dimensioni massime di cm. 50 x cm. 50. La giuria selezionerà le idee migliori e consegnerà i rispettivi premi: 1200 euro andranno al primo classificato, euro 500,00 al secondo e euro 300,00 all'eventuale terzo. Gli elaborati dovranno pervenire alla sede provinciale operativa dell'Associazione Nazionale Partigiani Cristiani di Alatri, sita in via Repubblica 70, entro e non oltre il 30 novembre 2010. Per maggior informazioni, per consultare il

S'innalza lì, nella piccola contrada di Castagneto ad Alatri, incastonata tra Fumone e da Trivigliano, la piccola chiesa di San Giuseppe. Tra rami di castagno sporgenti e ulivi arroccati su speroni di roccia la chiesa custodisce un punto di ritrovo e raccoglimento, concentrato soprattutto la domenica. La costruzione è molto recente, la facciata rosa antico taglia la campagna circostante, e la rende partecipe d'una architettura paesaggistica molto suggestiva. Tempi remoti videro la chiesa protagonista di pomeriggi all'insegna del divertimento per ragazzi e adolescenti, che passavano le intere ora pomeridiane all'insegna del ridere e dello stare insieme nel campetto retrostante. Molto coinvolgente, come una pennellata ametista su una tela color seppia, la processione di San Giuseppe, che si svolge appunto a Marzo (il 19, o qualche giorno successivo, a seconda dell'organizzazione del comitato). Il falò costituisce nucleo fondamentale, perla di saggezza e tradizione che s'incontra e rievoca pagine di storia ingiallite, quelle appunto di San Giuseppe patrono dei poveri e degli indigenti. Il successivo rinfresco che raccoglie fedeli e curiosi da tutte le zone limitrofe festeggia il Santo e l'inizio della primavera che appunto è tra il 19 e 20 marzo. L'interno semplice e snello testimonia la radicata fede dei residenti, panche e copertura in legno mischiano gli stili architettonici e rendono veramente interessante questo gioiello ciociaro poco conosciuto. G.Gatta

GENTE COMUNE INTERROGA!!! Perchè le proposte di Mimmo Lattanzi rimangono sempre senza risposta? Campo profughi Fraschette

bando è possibile visitare il sito internet dell'Associazione Nazionale Partigiani Cristiani all'indirizzo www.partigianicristiani.fr.it. Miriam Minnucci

Risposta: questione di censura preventiva e pregiudizi...


Arte e Cultura

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Libri, giornali e bandi: ecco la storia Segnali di Fvmo(ne), arriva d'Italia raccontata dalla carta il giornalino di Foedus Ars Si è chiusa da poco un'interessante manifestazione dal titolo "Il Fiore del sapere" FIUGGI - La storia e la cultura italiana degli ultimi due secoli sono stati presenti all'Officina della memoria e dell'immagine di Fiuggi, nell'ambito dei progetti culturali avviati dal centro commerciale naturale. I tre progetti: La Letteratura italiana del '900, Giornali, che passione (17951943), 150 anni di storia italiana, duecento anni di storia italiana attraverso Bandi e Decreti sono stati uniti in un'unica manifestazione denominata "Il Fiore del Sapere". Le tre iniziative culturali sono state curate dal dot-

tor Luca Fusco e da Fabiana Piemonte della Libreria antiquaria "Il Libro Ritrovato". Per la prima volta nella storia della cittadina termale è stata allestita una mostra culturale che ha raccolto documenti storici originali e opere della letteratura

italiana che, per la loro fragilità e rarità, difficilmente sono fruibili direttamente. La manifestazione ha riunito le tre sezioni letteraria, storica, archivistica appositamente composte per festeggiare l'anniversario dell'Unità d'Italia. La sezione letteraria era composta da 80 volumi in prima impressione riguardanti i maggiori esponenti della Letteratura italiana del '900. I libri in edizione originale e completi in ogni loro parte hanno costituito un ideale viaggio attraverso la poesia e la narrativa. Gli autori presentati, erano espressione delle varie correnti letterarie provenienti da tutte le regioni italiane, alcuni conosciuti come poeti dialettali. La seconda sezione era formata da oltre 60 giornali originali completi e in perfette condizioni la maggior parte ottocenteschi e provenienti da tutta Italia. Sono stati presentati al pubblico, singolarmente incorniciati e disposti secondo un itinerario storico che testimonia la frammen-

tazione della penisola italiana dell'epoca, in diversi Regni, Ducati, Principati e Stati.

Il Messaggero del 4 giugno 1911

La terza ed ultima sezione era invece formata da oltre 50 bandi, decreti regi, editti napoleonici ed altri documenti originali relativi all'amministrazione pubblica di Regni, Ducati e Principati della penisola italiana, tra cui Regno delle Due Sicilie, Stato Pontificio, dominio di Napoleone I in Italia, Repubblica partenopea del 1799, Granducato di Toscana, Repubblica Cisalpina, Regno Lombardo-Veneto, Regno di Sardegna. Francesca Ludovici

Nuova pubblicazione sul Cristo nel Labirinto L'ultima rivelazione dell'archeologo Gianfranco Manchìa: è il Bafometto ALATRI - L'ex direttore del museo civico, il dottor Gianfranco Manchìa, in collaborazione con il dottor Giovanni Veloci, ha dato alle stampe all'inizio del mese una nuova pubblicazione sull'enigmatico dipinto denominato "Il Cristo nel labirinto", situato nel Chiostro di San Francesco. "L'Apocalisse di Cristo nel Labirinto" è il titolo del volume che contiene tesi pronte ad animare il dibattito tra gli studiosi. Manchìa parla infatti di "Mistero dell'affresco del Cristo nel labirinto in Alatri rivelato". Datato al radiocarbonio (è stato realizzato tra il 1300 ed il 1420, ndc), "Il dipinto è l'unica raffigurazione del Bafometto dei Templari mai rinvenuta". Ma non solo. "Le complesse simbologie - continua Manchìa - svelano il segreto della Creazione dell'Universo e i graffiti in alfabeto ebraico invocano Giovanni Battista, oltre a testimoniare il viaggio nell'altra parte del misterioso Padia". Manchìa e Veloci presentano la traduzione dei graffiti in alfabeto ebraico corsivo finora identificati sulla superficie dipinta: "Disponiamo di confronti sufficienti a identificare le complesse simbologie affrescate in una rappresentazione totalizzante del Cosmo. L'affresco è stato dipinto e ricoperto immediatamente con un doppio scialbo. Non prima di aver commentato con graffiti in italiano, ebraico, greco e forse arabo. L'Arca della Conoscenza è stata affidata al futuro, in attesa di una nuova Era. "Chi la fa la apre" è uno dei graffiti. Ora che abbiamo la forza della consapevolezza offriamo il risultato delle nostre ricerche. La strada è aperta, il sentiero è tracciato". Il dibattito è ricominciato. Pietro Antonucci

Si è concretizzata l'idea, dopo un lungo sperimentare si è arrivati finalmente. La creatura è nata: SEGNALI DI FVMO, giornalino di cultura, eventi, storia e curiosità, programmato e realizzato a Fumone. Il Primo numero - anno 0, numero 0 - uscito ad Agosto in formato cartaceo e online, ha focalizzato e introdotto una breve storia del borgo e ha cercato di tracciare delle linee fondamentali su cui poi svilupperà i molteplici aspetti della sua carriera. Punto fondamentale per promuovere le iniziative dei molteplici artisti locali e non, per trasmettere un qualcosa di veramente unico. Come una pennellata nera su una tela colo champagne, pone l'obiettivo di rendere pubblici e noti gli eventi, le manifestazioni e le news di maggior rilevanza nella cittadina medievale. L'Iniziativa della Foedus Ars di Fumone, ha come direttrice Stefania del Monte, e membri della redazione sono anche Elisa Potenziani, Katia Padovano, Francesco Caponera, Francesca Magnanimi e Virginia Sgarabottolo, con la collaborazione di Giuseppe Gatta e Silvio Caponera. Attendiamo il prossimo numero con ansia, Segnali di Fumo vi aspetta in formato cartaceo e online ogni due mesi su www.foedusars.it. G.Gatta

Il successo della manifestazione artistica OTTO ARTE FUMONE - "Otto Arte", il work in progress di arte interattiva e multimediale curato dall'associazione "Il Cartello per la promozione e diffusione delle Arti", ha fatto tappa sabato 23 ottobre a Fumone nella location del centro polivalente presso la scuola elementare "Pozzi. L'evento, patrocinato dagli assessorati alla cultura e spettacolo della Regione Lazio, Provincia di Frosinone, Comune di Ferentino, Comune di Fumone e Comune di Anagni, è giunto quest'anno alla 13^ edizione e ha aperto con il workshop di spettacolo "Homo Faber" dedicato a Fabrizio De Andrè. Lo spettacolo "Homo Faber" ha continuato la positiva esperienza avuta con "Anime in...smisurata preghiera", omaggio al poeta e cantautore Fabrizio De Andrè, andato in scena con successo nei suggestivi siti L e danzatrici Chiara Bultrini e Francesca de "Le Grotte di Collepardo" Bobbio in performance e "Antiche Fornaci Giorgi" a Ferentino. La graffiante poetica di De Andrè, venata da profondi sentimenti per gli ultimi ed il suo straordinario canzoniere ha dato modo di costruire spunti di riflessione per coloro che hanno assistito a "Homo Faber" che, presentato dall'esperto Oreste Datti, era articolato in due parti, con l'importante contributo artistico delle danzatrici della scuola "Kriss Dance" diretta dall'insegnante/coreografa Cristina Celardi.

"Sembra impossibile", un romanzo dalle tinte gialloblu In libreria arriva un interessante opera a firma di Alessandro Vigliani FROSINONE - Calcio e letteratura, fede sportiva e narrativa: è il binomio che sta alla base dell'ultima fatica letteraria di Alessandro Vigliani che, per le edizioni "Pulp", ha scritto il primo romanzo sui tifosi del Frosinone calcio, giunto in libreria proprio in questi giorni. Un libro che parte dalla nascita del tifo organizzato attorno alla squadra canarina: le prime trasferte

organizzate negli anni '80, il gemellaggio con la Paganese nel 1984, il famoso derby con il Latina che sancì la prima promozione in C1 nel 1987 ed altre storie. Storie positive, belle, ma anche negative, infelici: Vigliani non risparmia nulla, neanche le critiche (durissime) per la mancata costruzione del nuovo stadio. Per i più "vecchi" è l'opportunità di rivivere momenti del

passato che hanno segnato la storia del Frosinone, per i più giovani la possibilità di capire da dove arrivano la passione che anima la Curva Nord durante le gare interne: è anche uno spaccato sociale che rac-

conta la Frosinone di un tempo, la Frosinone di oggi, la Frosinone che dovrebbe esserci (ma che non c'è). La prefazione al libro (presentato nella prima ufficiale presso il "Coffee House" in Corso Della Repubblica 74 a Frosinone, prezzo al pubblico 12 euro) è stata firmata dal giornalista Roberto Monforte, che da anni riporta per radio le gesta dei giocatori canarini. E, nelle sue parole, c'è una sorta di risposta al titolo del romanzo: sembra impossibile, ma è tutto vero. Come il Frosinone che da 5 anni disputa la serie B. Pie. Ant.


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Storie e personaggi

SPECIALE

Un toccante viaggio sulle tracce della storia effettuato dalla nostra collaboratrice Serena Sperduti nel sud della provincia

Memorie di guerra: "Le rondini di Montecassino" Ottime recensioni da tutto il mondo per il libro di Helena Janeczek, autrice polacca residente in Italia, sullle "altre verità" della guerra nel cassinate

Helena Janeczek Dopo lo sfondamento della linea Gustav mentre a Montecassino ancora si combatteva, i Goumiers (truppe di soldati marocchini), calarono come un branco di bestie selvagge in Ciociaria. Una barbarie senza precedenti si abbatté su donne, bambini e perfino sacerdoti ma nessuno fu mai condannato per quei crimini. Le donne, vittime o testimoni di quello scempio, conservano ancora oggi nella mente l'orrore e la paura. Difficile far loro domande, si imbarazzano, non trovano le parole e cambiano argomento. Erano bambine all'epoca e quello a cui hanno assistito le ha ferite profondamente. In Ciociaria ci si ricorda solo di loro, i Marocchini, eppure tra gli Alleati c'erano anche altre etnie (canadesi, indiani, nepalesi, brasiliani, senegalesi) venute a combattere con varie e valide motivazioni. Helena Janeczek ne "Le rondini di Montecassino" racconta le 4 battaglie del posto attraverso protagonisti Texani, Maori e Polacchi. Sono storie che vogliono rompere il silenzio ipocrita con cui, per opportunismo o per vergogna, si è cercato di nascondere la verità sull'abbattimento dell'Abbazia, sulle Marocchinate, sui massacri di soldati polacchi nei gulag. Helena è nata nel 1964 a Monaco

di Baviera ma risiede in Italia dal 1983. I suoi genitori, polacchi, furono deportati ad Auschwitz. Sopravvissuti al lager si stabilirono nel sud della Germania. Janeczek è un falso cognome assunto dal padre per nascondere quello vero, ebreo. Cerco sul web notizie su di lei: ogni giorno arrivano nuove recensioni ed interviste, c'è un vertiginoso crescente interesse verso il suo libro. La contatto sul suo profilo di Face Book e le chiedo se vuole leggere l'articolo prima della pubblicazione. Lei mi risponde testualmente: "Naah, mi lascio sorprendere volentieri". Simpaticissima. Il protagonista della prima battaglia (12 gennaio/12 febbraio 1944) è Jacko Wilkins, un ragazzo texano che si arruola perché il piccolo ranch della sua numerosa famiglia è insufficiente a sfamare tutti. Jacko, insieme ad altri 1680 soldati, viene massacrato nel tentativo di superare il fiume Rapido. La seconda e terza battaglia (15 febbraio/24 marzo) vedono protagonista un soldato del contingente maori e il suo giovane nipote Rapata Sullivan che dalla Nuova Zelanda si reca a Cassino per partecipare alle celebrazioni del 60° Anniversario della battaglia di Montecassino. I Maori vennero a combattere una guerra che non li riguardava a fianco degli odiati inglesi per avere in cambio la cittadinanza neozelandese, cioè per essere considerati abitanti di una terra che era stata loro usurpata.

Raggiungeranno l'obiettivo con la sepoltura comune al cimitero del Commonwealth di Cassino, maori e inglesi insieme, finalmente cittadini alla pari. Il 15 febbraio Montecassino fu rasa al suolo dall'aviazione alleata perché si riteneva, a torto, che fosse occupata dai tedeschi i quali, invece, stavano rispettando l'accordo di inviolabilità stipulato con le autorità ecclesiastiche. Il giorno dopo paracadutisti

cancelli del cimitero polacco. Due studenti di oggi, Anand Gupta, indiano, e Edoardo Bielinski, polacco, fanno volantinaggio sui clandestini polacchi scomparsi per mano della malavita nelle campagne del sud italiano. La loro storia si intreccia continuamente con quella dei profughi polacchi Irka, i fratelli Szer e Milek Steinwurzel, ricostruita da Helena attraverso le testimonianze di parenti e amici di famiglia.

La tomba del Generale Wladislaw Anders

tedeschi si impossessarono delle rovine trovando in esse il riparo ideale per una lunga resistenza. La distruzione dell'abbazia si rivelò un grave errore di tattica militare. Alla quarta battaglia (11/18 maggio) prese parte il II Corpo d'Armata polacco. Saranno loro ad arrivare per primi sulle rovine dell'abbazia fra lo stupore dei tedeschi, la Storia a volte si prende delle belle rivincite. La narrazione inizia davanti ai

E' il silenzio del padre che vuole proteggerla dall'orrore della guerra a far scaturire in Helena il desiderio di ricostruire e ripercorrere il calvario verso l'indipendenza del suo popolo, straziato tra lager tedeschi e gulag sovietici. I polacchi non raccontano mai della fame perché la fame è stato il minore dei mali subiti. Il loro tributo di sangue alle forze alleate sarà vano perché a Yalta la Polonia verrà consegnata al controllo della Russia.

Fra tutti i protagonisti spicca la bella figura del Generale Wladislaw Anders, comandante del II Corpo d'Armata polacco, che ha speso la sua vita per l'indipendenza della Polonia. Dopo la guerra diventò membro del Governo polacco in esilio a Londra dove morì nel 1970. Per sua espressa volontà è stato sepolto a Montecassino, a fianco dei suoi uomini. All'ingresso del sacrario una lapide recita: "Noi soldati polacchi per la nostra e la vostra libertà abbiamo dato le nostre anime a Dio, i nostri corpi al suolo italiano e i nostri cuori alla Polonia" Ho sentito il bisogno di ripercorrere i luoghi con il libro in mano, discendo anch'io da quella guerra. Girando nei cimiteri polacco e inglese ho scoperto particolari che le precedenti visite non mi avevano rivelato. Ho guardato con nuova consapevolezza i pellegrini stranieri in visita sulla scia di aneddoti familiari, riconoscenti e orgogliosi di quei giovani soldatini. A Castro dei Volsci c'è una lapide con incise le ultime lettere di alcuni civili fucilati per rappresaglia dai tedeschi. Andate a leggerle se vi capita, nelle loro parole c'è amore per la patria e la famiglia, scaldano il cuore, oggi ce n'è molto bisogno. Noi ciociari non conosciamo e non amiamo la nostra storia, ci siamo dimenticati troppo facilmente del sangue versato per noi. E' vero che il silenzio copre l'orrore, ma la memoria restituisce identità. Serena Sperduti


17 Campi aperti e campi chiusi nella ciociaria medievale

Gens Ciociara

Il ricordo del Generale di Divisione Ennio Piero Fiorletta

ALATRI - In questo numero vogliamo ricordare, a 5 anni dalla scomparsa, il nostro concittadino Ennio Fiorletta nato ad Alatri il 6 marzo 1920, figlio di Luigi (già sindaco della città) e dalla signora Pasqua Di Rocco, nonché fratello del compianto Flavio. Ennio frequenta le scuole cittadine e, dopo il diploma maturato presso il Liceo Conti Gentili, intraprende da subito la carriera militare arruolandosi come allievo ufficiale di complemento nell'Arma Fanteria di Salerno nel giugno

1941, ottenendo l'anno successivo il grado di sottotenente. Il 2 ottobre del 1942 transita nell'Arma dei Carabinieri e inizia la scalata militare che lo vede ricoprire prestigiosi incarichi: il Comando Gruppo Carabinieri Reali di Caltanissetta e Palermo, comando legione Allievi di Roma, comando Tenenza di Colleferro, Alessandria, Frosinone, Chiusi, Bracciano. Promosso Capitano, comanda la Compagnia di Viterbo, Civitavecchia e infine il reparto Carabinieri per lo Stato Maggiore della Marina a Roma. Ennio Fiorletta ha una visione moderna del suo ruolo: "Un buon comandante - amava ripetere - deve essere anche un buon manager". Infatti il Comando dei Carabinieri è simile ad un'azienda che produce sicurezza e dunque l'efficienza è più che mai un obbligo. Dal settembre 1968 al settembre 1973 ricopre prima il Comando del Gruppo Carabinieri di Napoli per poi passare alla 3ª Divisione "Ogaden" e infine il Comando della Legione dove si fa

apprezzare per le sue alte qualità, come ci ricorda oggi il Generale di Divisione Saverio Cotticelli comandante della Regione Lazio, all'epoca suo subalterno. Dal gennaio 1976 al marzo 1982 comanda prima la Legione Car. Roma, dopo l'11ª Brigata ed infine la 2ª Divisione " Podgora" sempre di Roma. Nel corso degli anni è stato insignito di oltre 15 encomi solenni, Croce di Ufficiale al merito e Commendatore dell'Ordine Reale della spada per finire il 2 giugno 1982, su proposta del Consiglio dei Ministri, Ufficiale dell'Ordine "Al Merito della Repubblica Italiana". Un personaggio di grande spessore che sicuramente è entrato a far parte di quella schiera di uomini che hanno fatto grande l'Arma dei Carabinieri e ha contribuito a mostrare al paese e al mondo un'immagine propositiva delle nostre istituzioni (si ringrazia per la collaborazione: l'Ufficio Stampa Comando Generale Arma Carabinieri e il signor Filippo Petricca). Bruno Sbaraglia

Gaetano Mammone ed il brigantaggio in Ciociaria Sacchetti-Sassetti ricorda nel suo "Storia di Alatri" anche quel brigante, al secolo Gaetano Coletta, nato a Sora il 27 marzo 1756 dal padre mugnaio, originario di Alatri. "Gli insorgenti alatrini, data la vicinanza si recavano spesso a Sora a riferire le loro gesta o a chiedere istruzioni al famigerato Gaetano Mammone che, di mugnaio, che era, improvvisatosi comandante di masse a nome del re di Napoli a suo talento pronunziava o revocava condanne, ordinava il saccheggio di questo o di quell'individuo, vero o presunto giacobino, e poi divideva il bottino co'suoi satelliti. La sua ferocia giunse a tale ch'ei soleva bere il sangue delle sue vittime ed avere, ogni giorno, a tavola il capo mozzo d'una di esse…". Ora a prescindere dalla verità o meno di tali sue abitudini antropofaghe, certo è che Gaetano Mammone, a capo di una rivolta nella città di Sora e Isola contro l'occupazione francese, nel gennaio 1799, diede l'ordine di fucilare l'abate di Montecassino nonché oltre 400 cittadini di Sora. Si racconta che, inizialmente, alle proprie vittime era riservato il suo colpo di grazia, ma, con il passare del tempo, preferisse farle morire lentamente: alcuni furono costretti a soggiornare in grotte piene di sterco in modo che il fetore le asfissiasse. Nel luglio del 1799 il generale Rodio tentò di arrestarlo ma grazie all'intervento del vescovo di Sora Colaianni riuscì a fuggire. Scovato fu, dapprima, condotto a Castel Nuovo e poi ad Ischia: da qui evase finché, definitivamente catturato, nel settembre 1801, fu condotto a Gaeta. Nel carcere napoletano della Vicaria, in attesa del processo attuava lo sciopero della fame e della sete ma, condannato a morte, la sentenza venne eseguita nel gennaio 1802 Avv. Fabio Padovani

In Ciociaria nell'agricoltura medievale prevalevano di solito forme di coltivazione collettiva, imposte dal calendario agricolo e dall'organizzazione stessa del territorio. Prima del processo di appoderamento (riorganizzazione agraria da parte di proprietari terrieri) caratteristico degli ultimi secoli del Medioevo, i nostri contadini abitavano di solito in villaggi, piuttosto che in fattorie isolate in mezzo ai campi; le terre coltivate da ciascuno non erano accorpate, in quanto intorno al villaggio certe zone, ad esempio quelle più vicine all'acqua, erano più adatte al prato, altre alla cerealicoltura, altre ancora alla viticoltura, e ciascun contadino cercava di disporre di una varietà di appezzamenti. Non sarebbe stato produttivo, dunque, recintare ciascun singolo appezzamento, spesso di dimensioni assai ridotte, e coltivarlo individualmente; i lavori agricoli erano invece, in larga misura, condotti collettivamente, tanto più che ogni comunità disponeva di solito anche di terre comuni, sfruttate ad esempio per il pascolo. Proprio la scarsità di foraggio faceva sì che dopo il raccolto il bestiame fosse mandato a pascolare sulle stoppie, ottenendo il vantaggio aggiuntivo di concimare i campi; anche questa abitudine sconsigliava di recintare i singoli appezzamenti, e obbligava i contadini a condurre tutti insieme la mietitura. Il regime agricolo prevalente, insomma, era quello dei campi aperti, cui si accompagnavano un'agricoltura largamente collettiva e una forte coscienza comunitaria fra i rustici. A questo regime si contrappone quello dei campi chiusi; diffusa, in origine, solo dove il terreno, montagnoso anziché pianeggiante, impediva la coltivazione collettiva su larga scala, l'abitudine di recintare le proprietà individuali guadagnò terreno nel corso del Basso Medioevo e dell'Età Moderna, di pari passo col processo di appoderamento, la diffusione dell'insediamento sparso o intercalare, cioè delle fattorie isolate in mezzo alla campagna, e col successo di nuovi contratti agrari come la mezzadria. Ciò avvenne soprattutto ad opera di proprietari agiati che intendevano sottrarsi alle costrizioni collettive e che, non di rado, riuscivano a privatizzare anche le terre comuni; in qualche caso questo movimento di recinzioni provocò violenti contrasti, e nell'intera Ciociaria dell'epoca contribuì a scalzare le fondamenta dell'antica comunità contadina. Patrizio Minnucci, storico

Periodico di informazione politico-sociale e culturale

Direttore Responsabile Riccardo Strambi Editore Filippo Strambi Stampa Tipolitografia ACROPOLI ALATRI - Via Mediana Chiappitto, 5 - Tel. 0775 442588 Segretaria redazione Elisabetta Ciancone Responsabile di redazione Andrea Tagliaferri Impaginazione e grafica Elisabetta Ciancone Redazione: Pietro Antonucci, Carlo Capone, Mariella Minnucci, Paolo Fiorenza, Bruno Sbaraglia, Andrea Tagliaferri, Riccardo Strambi, Daniela Calicciotti, Serena Sperduti, Patrizio Minnucci, Miriam Minnucci, Angela Rossi, Chiara Camperi, Giuseppe Gatta, Alessandro Arcese, Fabio Padovani, Erika Rossi, Davide Strambi, Franco Malandruccolo, Stefania Del Monte, Alfredo Salomone, Francesca Ludovici Numero chiuso in tipografia il 25/10/2010 Autorizzazione Tribunale Frosinone n°232 del 4/10/1994


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Sport

ESCLUSIVA

Mangiapelo strega il "Marassi" all'esordio con il suo Grosseto

I fischi del "Marassi" al suo ingresso in campo, hanno fatto già capire che Mangiapelo, nei suoi anni passati nelle giovanili a Genova sponda Samp, ha in qualche modo lasciato il segno, altrimenti i cugini rossoblù non lo a-

Mangiapelo nella partita Grosseto-Livorno

vrebbero accolto con tale "calore" nella partita di Coppa Italia tra il Genoa e il Grosseto. Quando il numero uno del Grosseto Narciso si fa male, mister Moriero chiama Mangiapelo al debutto in quello che un tempo si pensava divenisse il suo stadio. Strani destini. Entrare a freddo, al Marassi, e opporsi per ben due volte al signor Luca Toni, un protagonista indiscusso dei mondiali del 2006. Doppia parata sul bomber modenese e tutti ad applaudire (ex cugini compresi). Per infrangere la sua porta ci sono voluti i tempi supplementari (la partita è finita 2 a 1 per il Genoa) ma l'esordio è stato davvero molto positivo.

Allora Michele, innanzitutto complimenti. Sensazioni dopo l'esordio in coppa e il successivo impiego in campionato? "Sensazioni bellissime, sono molto contento. Ho fatto bene sia a Genova che nel derby con il Livorno dove abbiamo pareggiato zero a zero e quindi meglio di così proprio non si poteva". Prendere gol non è mai bello per un portiere. Certo però che se a realizzare è un certo Luca Toni, specie dopo che avevi fatto un paio di "miracoli" su di lui ci può stare. "Certo un campione del mondo fa effetto. Però avevo fatto bene tanto da te raccogliere complimenti un pò da tutti e questo chiaramente mi ha fatto un piacere enorme. Anche con il Livorno in campionato me la sono cavata e quindi come ripeto sono pienamente soddisfatto. Spero di continuare così". Certo se dovessi continuare così per Narciso poi sarà dura riconquistare un posto da titolare... "No il titolare è lui, è molto bravo e spero recuperi bene. Chiaramente sono felice per me, ma io penso solo a farmi trovare pronto quando verrò chiamato in causa. Sino al suo rientro proverò a fare ancora del mio meglio anche perché avverto una fiducia importante da parte di tutti, dalla società passando per squadra e tifosi e quindi voglio ripagarli in pieno".

Cristiano Schietroma: "Sarà un campionato difficile, ma faremo bene" Dopo il passaggio del turno in Coppa Lazio (a proposito sono usciti i calendari per i prossimi impegni per l'Alatri che si dovrà scontrare con la Pro Tivoli e il Sermoneta) e le quattro gare disputate nel campionato di Prima Categoria, è tempo di primi resoconti per i verderosa che, con due vittorie e due pareggi, sono collocati al terzo posto con nove punti in classifica dietro Techna Calcio e Real Piedimonte. A fare il punto della situazione ci ha pensato Cristiano Schietroma, nella doppia veste di giocatore e preparatore atletico dei ciclopici, nonché punto di forza assoluto della squadra guidata dal tecnico Fabio Ceci. Dopo circa tre mesi di lavoro è possibile un primo resoconto. Che idea ti sei fatto di questa squadra? "Non è stato sicuramente semplice inizialmente riunire giocatori provenienti da diverse categorie, in primis perché non si conoscevano e poi per i diversi approcci dei ragazzi sia alle gare sia agli allenamenti. A livello atletico comunque sono soddisfatto perché col tempo tutti i giocatori stanno raggiungendo la stessa tenuta". L'Alatri, almeno sulla carta, palesa un organico importante per la categoria. Quali pensi possano essere le insidie maggiori per raggiungere la vittoria del campionato? "Le insidie più grandi sono rappresentate dalla presenza di almeno due o tre squadre del nostro livello. Poi molti campi in terra ostici e il fatto che tutte le squadre vorranno far bella figura con noi sono altre motivazioni che debbono far

tenere alta l'attenzione in ogni gara". L'Alatri ha ottenuto già due pareggi con Torrice e Aquino a reti bianche. Pensi che, a livello di caratt e r i s t i c h e, manchi un giocatore di peso in grado di essere un'alternativa in attacco a Laviola e Settanni? "Sicuramente Laviola e Settanni sono formidabili ma non hanno determinate caratteristiche. Un giocatore di peso da inCristiano Schietroma serire a partita in corso sarebbe sicuramente utile perché le squadre contro di noi si chiuderanno sempre e quindi se non si sblocca la partita poi è difficile. Non dimentichiamoci però che, specie con l'Aquino, abbiamo costruito moltissime palle gol e penso che quella sia stata una giornata davvero sfortunata e rimango dunque molto fiducioso per il resto del campionato".

Pagina a cura di: Riccardo Strambi

EURONICS CUP Gaetano Da Ponte

SQUADRA Carpatian Devils RA.EL Ca5 Ledifer Graziani System Ke Taglio Bar 155 Street Eurogold Happy Hour/SIAL Costruzioni DCM Pupetti 05 F.C. Ambrosiana New Runt Shopping FC Narcotek I Canarini Coop. Stile Libero Impregicos Re Di Coppe

PUNTI 9 9 9 7 6 6 4 4 4 4 4 3 3 2 1 1 0 0


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Sport

Prima Veroli: partenza da incubo Alatri Basket punta ad un campionato di vertice VEROLI - E' dunque arrivata un'altra sconfitta per la Prima Veroli, la terza nelle prime quattro giornate, a conferma di un momento non certo positivo per gli uomini di Demis Cavina. Una sconfitta però, quella maturata contro la Sigma Barcellona, che va interpretata in maniera ben diversa rispetto a quanto accaduto nella sfida contro la Snaidero Udine. In quel caso, infatti, sul parquet scese una Prima svogliata, senza mordente. Sul parquet del PalAlberti, si è vista una Prima cattiva, vogliosa, che ha ceduto soltanto nel finale contro una squadra che in questo inizio di campionato sta dimostrando di avere tutte le carte in regola per navigare con continuità nei piani alti del campionato di Legadue. Certo, non ci sono da dormire sonni tranquilli, ma sicuramente è positivo l'atteggiamento in campo visto contro la Sigma Barcellona, come confermato anche da coach Demis Cavina: "Abbiamo giocato una bella partita di squadra, nella quale si è vista una buona carica agonistica da parte dei ragazzi. Peccato per il risultato, ma direi che in generale abbiamo giocato una prova importante. Antanas Kavaliauskas Non siamo riusciti ad ammazzare la partita quando sarebbe stato possibile, sbagliando dei tiri aperti, e per questo c'è molto rammarico, ma guardiamo comunque al futuro con grande fiducia". Cavina sottolinea gli aspetti positivi e quelli negativi della prestazione dei suoi: "Al di la di qualche prestazione non in linea con le attese da parte di qualche mio giocatore, devo dire però che in attacco abbiamo spesso giocato la palla come volevamo, mentre dobbiamo ancora migliorare molto in difesa. Dal punto di vista difensivo non siamo riusciti a tenere sempre lo stesso atteggiamento, lasciando troppi spazi dentro l'area quando ci siamo concentrati su Crispin. Ancora una volta non eccezionali le prestazioni dei due elementi più discussi negli ultimi giorni, Scottie Reynolds ed Antanas Kavaliauskas: "Sullo stato psicofisico di Reynolds si è detto fin troppo, e non mi sembra il caso di aggiungere altro. Su Kavaliauskas, invece, il fatto che non abbia giocato nella seconda parte del match è stata una mia scelta tecnica. Barcellona, infatti, abbassava spesso il quintetto e in quel frangente Antanas commetteva spesso falli in atScottie Reynolds tacco, dimostrando di non aver ancora imparato a giocare nella categoria. In generale però, la partita di Kavaliauskas non mi è sembrata da dimenticare". Un Cavina dunque che analizza in maniera concreta l'andamento del match, senza pensare ai soli due punti in classifica messi in cassaforte fino a questo momento e guardando avanti con fiducia: "Se guardiamo indietro non riusciremo mai a tirarci fuori da questa situazione. L'unico vero passo falso fino a questo momento è stato quello contro Udine, mentre nelle altre due occasioni abbiamo perso contro due grandissime squadre. Sappiamo di essere una buona squadra, e prima o poi arriveranno anche i risultati. In questo momento è inutile guardare la classifica". Carlo Capone

Ottimo avvio per i colori verderosa per quanto riguarda il campionato di C2 regionale di pallacanestro, confermando per il terzo anno consecutivo la propria partecipazione al torneo, si è presentata ai nastri di partenza con tre vittorie (contro il Villa Pamphili Roma, nel derby con la Virtus Frusino e contro la Virtus Velletri) ed una sconfitta in trasferta all'overtime con l'Eurobasket Roma. Ottimi sono quindi gli auspici per un campionato al vertice. Il roster verderosa ha trovato dei validi rinforzi con il play Giovanni "Pinto" Mauti, protagonista di ottimi campionati in serie B con Anagni, con i rientri di Marco Fiorini e Gabriele Velocci (dopo le recenti la parentesi con Campobasso in C1 e Pozzuoli in B2) e del forte Piero Maiuri, ala-centro di categoria risultato spesso decisivo negli scorsi campionati con il Frosinone. Una squadra quindi dalle grande potenzialità, con degli ottimi giovani frutto del vivaio alatrense attivamente inseriti nel

gruppo dei "senior". Le partite interne si disputeranno di sabato al palazzetto Olympia di via Madonna della

Sanità, alle ore 18.00 con ingresso gratuito. Francesco Colazingari

L’organico dell’Alatri Basket Emiliano Bragalone

2,01 Ala-Centro il Capitano Diego De Santis 1,98 Ala Piero Maiuri 2,01 Centro Daniele Di Lucente 1,99Centro Giorgio Fiorini 1,85 Play Guardia Gabriele Velocci 1,97 Play Guardia Marco Fiorini 1,96 Guardia-Ala Jacopo Martini 1,94 Guardia Giovanni "Pinto" Mauti 1,92 Play Francesco Sebastiani 1,85 Play Alessandro Sebastiani 1,85 Play Gianmarco Galuppi 1,89 Guardia-Ala Gabriele Cortina 1,88 Guardia Massimo Pantano Massimiliano Trione

Allenatore Vice-Allenatore

Dirigenti: Francesco Colazingari, Marco Boezi, Maurizio Boezi

Motor Sila - Mad Race 2010 - l'estremo si scatena Una nuova avventura fuoriporta per l'ormai affiatato team composto da Giorgio Igliozzi e Marco Fanella impegnati in gare fuoristradistiche a livello nazionale e internazionale. Questa volta si è trattato del Motor Sila Mad Race edizione 2010 una competizione offroad nel cuore della Sila, considerato il prologo di un campionato che si svolgerà il prossimo anno. Lo scenario è quello di un luogo mozzafiato presso il Villaggio Baffa, punto di riferimento per comodità recettiva e logistica, un paesaggio quasi nordico che ha offerto la possibilità di prove speciali su roccia, terra, fango, guadi, alternate a lunghi tratti di velocità; insomma una gara in gergo detta "di estremo" solo dove in pochi riescono a cimentarsi. La manifestazione che si è svolta nei giorni 17-19 settembre prevedeva il superamento di dieci prove aperte tutte contemporaneamente, da ripetersi ad oltran-

za, dove alla fine fare il risultato era un connubio tra abilità, bravura e tattica di gara. Arrivo del team ciociaro al Villaggio il 17 settembre, giornata dedicata alla ricezione ed iscrizione degli equipaggi, nonché verifiche tecniche dei veicoli e studio delle prove da svolgere il giorno dopo. Il 18 mattina di buon ora, accesi i motori ed i teams si sono dati battaglia fino al pomeriggio del 19 con unica pausa la serata tutti insieme a cena intorno ad una tavolata lunghissima per assaggiare prodotti tipici calabresi e poi a cercare di dormire pensando alla tattica da adottare per il giorno dopo. Dopo tre giorni di gara intensi i nostri piloti sono riusciti a portare in Ciociaria il 2° posto in classifica, sfiorando di pochi punti il gradino più alto del podio per un capriccio del Defender 90 che per la rottura di un tubo dell'idroguida ha fatto perdere ai piloti 3 ore di gara. Come sempre il team vuole ringraziare l'amico Gabriele Dell'Uomo per la preparazione del defender, Tecnoavan, Tabaccheria Baldassarre, Concessionaria

Promutico Angelo, Fiorini Gomme, Fiorenza HiFi e l'ormai insostituibile Sistino Scincia che accompagna e sostiene il team ovunque. A.T.


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Moda & Cinema

"Attenzione alle taglie!" La moda, come le più grandi opere pittoriche, rappresenta il corpo femminile e dal 1200 ad oggi è considerata anch' essa una "forma" d arte. Tra queste due arti però rileviamo differenza di rilievo: la taglia. Botticelli, con la Venere raffigura la bellezza femminile in tutte le sue generose curve; Leonardo Da Vinci con il dipinto la Gioconda rappresenta oltre l'espressione misteriosa del volto una donna in carne e sicura di sé; le Bagnanti di Renoir sono un intreccio di corpi nudi e rotondi; Peter Paul Rubens dipinge Andromeda la figura femminile considerata la più sensuale fra quelle note; Fernando Botero, estremista dell'abbondanza femminile, ritrae la donna ideale "attorniata dalla ciccia". Il canone della bellezza femminile, con gli anni è del tutto cambiato ed oggi, si preferiscono donne magre come grissini, ma… come è possibile distruggere secoli di rotondità e scambiarli in pochi anni in "bellezza quattro ossa"? Oramai il nudo femminile è diventato abituale però, come si ripete da secoli: "all'uomo piacciono le magre ma tocca le formose" la carne è sempre preferibile alle ossa! La moda cosa fa a riguardo? Spesso le donne un pò più in carne si trovano in difficoltà nell'acquistare e nel

trovare abiti con le taglie grandi; difficili da trovare nei vari negozi di abbigliamento e difficoltoso anche il modello che spesso e volentieri è costituito da materiale scadente e a forma di casacca. La moda ha stabilito di classificare le donne per taglia, così la 44 diventa la prima misura che definisce la differenza tra magra e grassa, quindi, chi ha una 46, secondo questi canoni, è una donna "obesa"! Il 2010 per due stilisti d'eccezione: Jean Paul Gaultier e Elena Mirò, l’argomento "taglie grandi" è stato motivo di orgoglio, ma anche di controversie. A Milano al "Fashion Week", le taglie forti sono state vietate (ricordiamo che la taglia grande è anche la 44) ed Elena Mirò che lotta da anni contro l'anoressia, con la nuova sfilata taglia Over 44-46, si è vista esclusa e snobbata. La Mirò sostiene: "la moda deve essere per tutte le donne, non solo per le magre" (Elena Mirò è l'unico marchio di abbigliamento femminile per taglie morbide che sfila a Milano Moda Donna). Mentre in Italia si fa sempre più pubblicità alle donne stecchino delle passerelle, la Francia invia un messaggio positivo a tutte le ragazzine che aspirano a diventare pelle e ossa… Jean Paul Gaultier fa sfilare su un

R U B R I C A

tappeto rosso Beth Ditto regina della sfilata dal peso di 100 chili! Ogni donna magra o grassa che sia, ama vestirsi con bei vestiti e sentirsi a proprio agio con essi; per questo la moda dovrebbe pensare anche a quel 35% di donne italiane "definite abbondanti"! Quando si dice che la bellezza è soggettiva… Con la frase: "non è bello ciò che è bello ma è bello ciò che piace" non si sbaglia. Ci sono donne che anche superando la taglia 44 sono belle e sensuali tanto da poter conquistare un uomo! Solve Sundsbo, famoso fotografo per riviste di moda, pubblica su "V Magazine" fotografie di modelle taglie forti, alcune anche senza veli. Ma attenzione… parlare e discriminare l'anoressia e le donne magrissime non significa acconsentire all'obesità: in tutte le cose deve esserci equilibrio soprattutto a-

limentare. L'obesità fa male tanto quanto l' anoressia e rappresenta un rischio sia per la salute che per la bellezza; un detto afferma: "Moglie grassa, marito allegro; moglie magra, marito addolorato"… ma, mi raccomando… con le misure giuste! Erika Rossi

“IL CINEASTA” Film, cortometraggi, anteprime e interviste…

Un altro cinema c’è. Tornano i film d'Essai all'ARCI di Frosinone

Sono ormai trascorsi molti anni da quando il Comune di Frosinone decise di far riaprire il vecchio cinema del DLF (Dopolavoro Ferroviario) di Frosinone, trasformandolo in un centro di attività culturali per tutto il Quartiere Scalo del capoluogo. Immediatamente l'ARCI Provinciale condivise quel progetto e cominciò a far funzionare il cinema aprendo una programmazione di film altrimenti … invisibili. La validità di quella proposta è riaffermata ancora oggi che da venerdì 15 ottobre è cominciata la 9^ edizione del Cine d'Essai nella formula suddivisa in due serie di 15 + 15, con la prima parte che

va dal 15 ottobre al 22 gennaio 2010 per continuare fino al prossimo maggio. Gli spettacoli ci saranno il venerdì ed il sabato alle ore 18 - 20,15 - 22,30. In questa prima parte si è dedicata grande attenzione alla produzione italiana che figura con ben sette pellicole a testimonianza del fatto che, nonostante i tagli imposti al settore da parte dello Stato, la produzione italiana è ben viva ed è ben accolta nelle principali manifestazioni internazionali come Cannes e Venezia. Non è stato tralasciato un altro importante Festival di cinema indipendente come il Sundance, diretto da Robert Redford,

è l'attenzione dedicata nella programmazione ad un genere, a volte poco considerato nel cinema d'autore, come la commedia, non quella presente nei cinepanettoni che tra poco affolleranno gli schermi commerciali, ma quella che propone una comicità rivolta alla testa più che alla pancia. Un altro tema ben presente in questa programmazione è il problema della convivenza tra culture diverse che a volte sfocia negli atti estremi del terrorismo come l'attentato di Nassirya di "Venti

VIA PIERLUIGI DA PALESTRINA 16 C/O DOPOLAVORO FERROVIARIO FROSINONE

Tel. 0775201765 frosinone@arci.it

Programmazione ottobre novembre 2010 DRAQUILA di e con Sabina Guzzanti URLO di Rob Epstein con James Franco DEPARTURES di Yojiro Takita Oscar 2009 LONDON RIVER di Rachid Bouchareb DICIOTT'ANNI DOPO di Edoardo Leo BURIED - SEPOLTO di Rodrigo Cortés

22-23/10/10 29-30/10/10 5-6/11/10 12-13/11/10 19-20/11/10 26-27/11/10

che è diventato negli anni il posto dove scoprire nuovi talenti e nuove idee ed infatti da lì viene uno dei casi cinematografici dell'anno: Buried - Sepolto. In questa programmazione ritornano i film orientali con il giapponese Departures (5 e 6 novembre) Oscar come miglior film straniero e l'iraniano About Elly ( 7 e 8 gennaio) Orso d'oro a Berlino 2009. Altro aspetto interessante

sigarette" o quelli di Londra del 2005 in "London River" (12 e 13 novembre) oppure ad uno dei primi casi di fondamentalismo religioso vale a dire il rapimento di alcuni monaci francesi nel 1996 ad opera di esponenti del fronte islamico algerino di cui parla "Gli uomini di Dio" (14 e 15 gennaio). Ancora una volta il lavoro preparatorio è stato ben svolto, l'offerta cinematografica è varia ed allora motore acceso e buio in sala. Buona visione. Alfredo Salomone


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Dalla parte della...

Di chi è la casa quando il figlio lavora lontano? Il diritto di abitazione della casa familiare del coniuge assegnatario non cessa se il figlio maggiorenne lavora fuori città

"Il figlio maggiorenne, anche se lavora in un'altra città, non perde il diritto ad abitare nella casa coniugale assegnata alla madre": con una recente pronuncia (sent. n. 6861/2010), la Cassazione torna ad occuparsi dell'assegnazione della casa familiare qualora, in caso di separazione dei coniugi, il figlio maggiorenne, non ancora autosufficiente economicamente, conviva con il genitore non proprietario dell'immobile adibito a residenza familiare. Ebbene, atteso che, il godimento della casa ha come fine quello di tutelare prioritariamente gli interessi dei figli, minorenni o maggiorenni purchè conviventi con il co-

niuge assegnatario, la Corte nega che il diritto del coniuge separato ad abitare la casa familiare possa venir meno per la semplice circostanza che il figlio maggiore di età abbia trovato un impiego precario fuori città, quando risulti provato che questi, compatibilmente con gli impegni lavorativi, faccia ritorno nella casa coniugale. L'espressione "casa familiare" va intesa come il centro di aggregazione ed unificazione della famiglia durante la convivenza, per cui, dopo la separazione e il divorzio, rappresenta l'ambiente fisico in cui persiste, nonostante la disgregazione del nucleo familiare, l'insieme dei beni che ha costituito l'habitat domestico, connotato non solo dalla condivisione dello stesso "tetto", ma anche e soprattutto dalla comunanza degli affetti e degli interessi per-

SOS CONSUMATORI

MULTE: COSA FARE Dopo aver parlato la volta scorsa delle nuove regole sull'autovelox, in questa vogliamo fornire dei consigli sul comportamento da tenere in caso si ritiene di essere stati ingiustamente multati. C'è da sapere che le contravvenzioni per violazione del codice della strada sono sanzioni amministrative (nei casi più gravi possono essere applicate anche delle sanzioni accessorie come la sospensione della patente di guida). Il cittadino può fare ricorso per motivi di merito (per esempio nel tratto di strada in cui ha parcheggiato non c'erano divieti di sosta) o di forma (per esempio sono sbagliati i dati anagrafici del cittadino multato). Si può richiedere l'annullamento della multa presentando ricorso ai sensi del codice della strada o ricorrendo al prefetto (ricorso in via amministrativa) o al giudice di pace (ricorso all'autorità giurisdizionale). Il ricorso deve essere inoltrato entro 60 giorni dal giorno della consegna o della notifica del verbale di contravvenzione, ossia dal giorno del recapito del verbale di contravvenzione presso l'abitazione della persona multata. Prefetto: il ricorso può essere presentato a mano o a mezzo raccomandata con avviso di ricevimento (A/R) all'ufficio o al comando dell'organo accertatore (per esempio polizia municipale) o direttamente all'ufficio del prefetto della provincia in cui si trova il luogo in cui è stata accertata l'infrazione. Va presentato in carta libera (ossia senza bolli), allegando una fotocopia del verbale di accertamento, oltre alla documentazione che si ritiene utile all'accoglimento del ricorso (per esempio: atto di vendita dell'automobile indicata nel verbale, assenza di segnali di divieto nella via indicata nella contravvenzione). Inoltre, se si vuole essere sen-

titi al momento della discussione del ricorso per esporre oralmente le proprie argomentazioni, bisogna farne esplicita richiesta all'interno del ricorso stesso. E' opportuno conservare il verbale di accertamento, una copia del ricorso e, se il ricorso è stato inoltrato a mezzo posta, l'avviso di ricevimento della raccomandata. Giudice di pace: il ricorso deve essere presentato al giudice di pace del luogo

in cui è stata accertata la violazione al codice della strada. Gli uffici del giudice di pace sono presenti in tutte le città capoluogo di provincia e in molti altri Comuni (non in tutti). Generalmente sono situati presso il tribunale o presso gli uffici del Comune. Il ricorso può essere presentato personalmente dal ricorrente o a mezzo posta. Il ricorso costa 38 euro di contributo unificato. Si devono allegare: la fotocopia del verbale di contravvenzione e la documentazione che si ritiene utile all'accoglimento del ricorso (come indicato per il ricorso al prefetto). Presso alcune cancellerie è richiesto che il ricorso sia presentato in più copie, con differenze tra i vari uffici; al momento del deposito del ricorso farsene restituire una copia con il timbro dell'ufficio e la data dell'avvenuto deposito. Il giorno fissato per l'udienza il ricorrente deve comparire personalmente dinnanzi al giudice di pace. Paolo Fiorenza

sonali e patrimoniali. Il diritto di abitazione della casa coniugale del genitore che conviva con i figli è volto, pertanto, alla tutela degli stessi, onde evitare loro un cambiamento delle abitudini di vita che potrebbe essere foriero di traumi ulteriori rispetto a quello provocato dalla separazione. Deve, dunque, esistere un collegamento stabile con la casa familiare che, in caso di prole maggiorenne impegnata fuori città per motivi di studio o di lavoro, si realizza allorquando, quest'ultima, compatibilmente con i propri impegni, vi faccia ritorno ed il cui accertamento rappresenta un elemento sufficiente per ritenere non interrotto il rapporto che lega il figlio alla casa. Già in precedenza la giurisprudenza aveva sostenuto che la dimora del figlio maggiorenne, non economicamente autosufficiente, in una sede universitaria per

motivi di studio, non determina la cessazione della convivenza con la madre, la quale "rimane onerata dal mantenere un certo grado di organizzazione domestica idonea a fare fronte alle esigenze del figlio, sia pure articolata sulle modalità della frequenza universitaria". In definitiva, la Cassazione non si è limitata ad indicare un mero criterio matematico che si fondi sul freddo conteggio dei rientri a casa, quanto si è preoccupata di esigere una attenta valutazione del caso concreto, ossia una valutazione che tenga conto della persistenza di una comunanza di vita tra il genitore ed il figlio e tra quest'ultimo e la casa familiare. Avv. Angela Rossi Mediatrice familiare studio@avv-angelarossi.it

Come lasciare in eredità password e account web ai posteri Siti come MySpace, Twitter, Facebook, Youtube, Flickr sono lo specchio della vita reale per milioni di utenti. Ma che fare in caso di morte del titolare del profilo? Certo ognuno dei lettori in questo momento starà facendo i dovuti scongiuri, ma bisogna essere previdenti, per cui… pensiamo anche a cosa succederà ai nostri Account dei social Network, alle password delle nostre caselle email etc una volta "trapassati". Due ragazze svedesi, Elin Tybring e Lisa Granberg, hanno ideato un modo per stabilire che fare di account, profili e pagine personali sul web in caso di morte. Il sito MyWebWill.com è una piattaforma web sulla quale lasciare in eredità le password di accesso ai nostri profili. Si può decidere a chi inviarle in caso di morte, oppure si può impostare una mail di addio da inviare a tutti i propri contatti, si può offrire ad altri la possibilità di scrivere ancora sul proprio blog: una sorta di immortalità virtuale. Il sito offre anche servizi più pratici, come la chiusura del conto, cancellazione delle carte di credito e tanto altro che ne fanno un vero e proprio servizio personale virtuale a 360°. Il modello MyWebWill's 'freemium': disattiva tutti gli account gratis; il modello a pagamento, invece, offre la conservazione delle password, gli aggiornamenti dei post, i tweets da mandare ed altro ancora. B.S.

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Almanacco

La fatica di crescere "L'adolescenza è quel tratto dell'età evolutiva caratterizzato dalla transizione dallo stato infantile a quello adulto dell'individuo; si è poi soliti distinguere anche tra prima adolescenza, corrispondente al periodo tra i 13 e i 15 anni, e seconda adolescenza, cioè dai 16 anni verso la fine della pubertà, verso i 18-20 anni. Quando si parla di adolescenza, è molto importante ricordarsi che essa è un tema di carattere prettamente psicologico, e darle limiti fissi è un'impresa molto ardua. Bisogna considerare che: - Lo sviluppo psicologico-emozionale non procede sempre di pari passo con lo sviluppo fisico; - Le società occidentalizzate stanno provocando un ritardo sempre maggiore dello sviluppo psicologico mentre in altre zone del mondo pare verificarsi l'opposto; - I limiti di età sono diversi tra persone di sesso diverso; Al di là delle definizioni ufficiali, è sempre molto difficile parlare di adolescenza senza rischiare di cadere in luoghi comuni, soprattutto in quello che debba per forza essere un periodo negativo; di cer-

to è un momento molto delicato del nostro ciclo di vita. Può diventare anche il momento nel quale i genitori dell'adolescente si trovano a dover affrontare questioni che fino a qualche anno prima ap-

parivano lontanissime. - problemi di studio - conflitti nella socializzazione - uso di sostanze (sigarette, alcol, droghe) - sviluppo della sessualità - progetto di vita - svincolo dalla casa di nascita

L'Odio all'adolescenza "Odio gli adolescenti quando si svegliano alle 3 del pomeriggio guardando nel vuoto.

Per questo motivo le figure educative che hanno a che fare con questa fascia d'età possono aver bisogno di un supporto professionale che li guidi nel difficile compito di "guidare"; una consulenza psicologica, a volte, può chiarire la necessità o meno di un intervento più o meno duraturo o, addirittura, ridimensionare il problema. Pensando ai vissuti di rabbia che spesso suscita il contatto con alcuni atteggiamenti di molti adolescenti mi è sembrato molto calzante un brano di Beppe Grillo, che in realtà suona come un mea culpa e può essere utile per porsi in una posizione costruttivamente critica

Odio la loro puzza di piedi dentro le Nike marce e i pantaloni sotto l'ombelico che strisciano sotto la suola delle scarpe, con le mutande in vista. Odio i loro "cioè", "tipo" o "cosa?".

Attendiamo vostre domande e richieste per approfondire una tematica tanto vasta, che può avere aspetti problematici ma anche grande potenziale e risorse per il futuro di noi tutti.

Odio il gruppo, gli amici, il branco, che conta più di qualsiasi genitore.

Rubrica di psicologia e benessere

Odio l'adolescenza che non passa, e a volte dura tutta la vita.

personale a cura della D.ssa Chiara Camperi - Psicologa chiaracamperi@libero.it

Odio il loro happy hour, gli spinelli e le 5 birre con la pizza. Odio "questo libro è una m...a, la scuola è uno schifo". Odio il motorino distrutto appena comprato, con sotto il sellino un mondo di cose appiccicaticce (bollo, assicurazione, lattine, olio motore e maglietta sudata). Odio il casco appena appoggiato in testa. Odio le facce dei professori quando dicono "è intelligente ma non si applica".

Odio i loro modelli, MTV e tutto quello che c'è dentro. Odio "e allora vado via di casa".

Ma odio soprattutto la mia generazione che gli ha tolto la speranza, la fiducia e i valori nei quali credere e per i quali è giusto crescere."

Galli VS Romani

Un confronto macroeconomico tra Nord e Centro Italia vede "sfatate" tutte le tesi Padane contro Roma regioni a Statuto speciale e un Centro-Sud (escluso il La- C o n f r o n zio) che dà più di quanto prende. A fare i conti sul "resi- tando inveduo fiscale" - la differenza fra le tasse versate dai cittadi- ce la dinani e le spese che le amministrazioni locali e centrali copro- mica del Pil no su quel territorio più i trasferimenti - è uno studio della pro-capite, fatta 100 la media nazionale considerando solo le due reCgia di Mestre su dati 2007 (gli ultimi disponibili). In particolare, il Lazio dà al resto d'Italia ben 8,7 miliar- gioni più ricche d'Italia (Lombardia e Lazio), il rapporto di di Euro in più di quanto riceve mentre Piemonte, Lom- tra i loro indici (134,4 rispetto a 117,6) nel 1995 attribuibardia e Veneto producono un saldo positivo di oltre 50 va alla Lombardia un vantaggio del 14%, cioè a quell'epomiliardi (rispettivamente 1,2 miliardi il Piemonte, oltre 42 ca il prodotto interno lordo per abitante della Lombardia la Lombardia e quasi 7 il veneto). Ma a garantire la "soli- era superiore a quello del Lazio di oltre il 14%. Nel 2007 darietà" sono anche l'Emilia Romagna (per 5,5 miliardi) e il vantaggio dei lombardi è sceso al 10%. Dopo la crisi, il Lazio (per 8,7): queste cifre, messe assieme, portano il nel 2011, esso si stima si ridurrà ulteriormente al 6,2%, saldo totale a circa 60 miliardi. Sfatato quindi il mito le- questo perché il Lazio in questi anni è cresciuto di più ghista della "Roma ladrona" che succhia risorse dando po- della Lombardia in termini di Pil percentuale e addirittuco o niente (è proprio vero il contrario infatti). Va in crisi ra è sceso meno lo scorso anno quando il Pil del Nordanche la generalizzazione di un Nord sempre pronto ad Ovest è arretrato del 6,1% mentre quello del Centro Italia, aprire il portafoglio. E' vero che terre d'impresa come il meno legato all'industria e più al terziario è sceso del Piemonte, il Veneto e soprat- 3,9%. (Fonte: Banca d'Italia). Infine, la Confcommercio tutto la Lombardia versano in stima infine che il Centro acquisirà un peso crescente tasse più di quanto ricevono dell'1% nell'economia italiana del dopo crisi proprio a in servizi e trasferimenti, ma danno del Nord-Ovest. se si guarda alle regioni a Più in generale, visto che Tangentopoli è esplosa come Statuto speciale la proporzio- noto a Milano e ha riguardato soprattutto politici e imprenditori lombardi (per non parlare del fallimento ad ogne si inverte. Tutti con il segno meno i bi- gi dell'Expo 2015 di Milano), lezioni di moralità, efficienlanci delle regioni del Meri- za e rettitudine non le dobbiamo prendere da nessuno, dione e di buona parte del men che meno dai lombardi. Alessandro Arcese centro: il saldo negativo più Paragonare le opere storiografiche di don Giuseppe Capone con la storia Ab Urbe con- forte va alla Sicilia dida di Tito Livio non è certo una forzatura. Sulle origini di Alatri lo storico Capone ha (in "deficit" per quala stessa importanza di Livio per quel che concerne le origini di Roma. È presto detto. si 21 miliardi) o in Per chi si accinge allo studio della storia romana è imprescindibile una attenta lettura Campania (meno 17 di Tito Livio così come chi inizia lo studio della storia di Alatri non può non leggere le miliardi), ma anche opere di don Giuseppe. Chi dice storia del più antico stato romano, dice specialmente la Toscana va in rosso, pur se per 776 Livio; chi dice storia del più antico stato alatrense dice Capone. milioni. E' evidente a Dal nostro storico sappiamo, che non soltanto per la storia più antica di Alatri è spesquesto punto che il so difficile distinguere la verità dalla leggenda e dalle invenzioni, ma anche la storia federalismo fiscale www.riccadomus.com più recente presenta punti oscuri e lacune. deve essere temuto Quindi non v'è studioso assennato di Alatri antica, per il quale i libri di Capone non rap- praticamente da tutResponsabile di zona presentino la più veneranda reliquia dell'antichità alatrense. Con nessun altro autore, te le regioni italiane neppure forse con Sacchetti Sassetti, noi dobbiamo avere così continua consuetudine escluse le 5 citate, Alatri - Via Aldo Moro, 19 come con don Giuseppe Capone: è il nostro pane quotidiano, l'eletto dal destino a tra- le uniche ad avere mandare nei secoli le gesta dei padri antichi. un saldo positivo Tel. 0775 447213 - Cell. 3896974038 e 3387019043 Patrizio Minnucci, storico sulle 20 totali.

Prendiamo spunto dalle più o meno recenti polemiche leghiste verso Roma e il resto d'Italia, per approfondire meglio la situazione reale attraverso i principali dati macro-economici. Anticipiamo subito che gran parte delle tesi sostenute dalla lega contro Roma (e il Lazio) sono del tutto prive di fondamento, in quanto il Lazio è da sempre la seconda regione più sviluppata d'Italia dopo solo la Lombardia (che ha però il doppio di residenti) e prima di Veneto, Piemonte ed Emilia Romagna. Secondo uno studio della Cgia di Mestre (Venezia) su dati 2007 (gli ultimi disponibili), a dare più allo Stato di quanto ricevono sono solo cinque regioni italiane. Tutte le altre (Nord compreso) ottengono in servizi e trasferimenti più di quanto versino sotto forma di tasse e contributi dei cittadini. La virtù in bilancio arriva soprattutto dal Lazio e dalle tre grandi regioni del Nord (Lombardo-Veneto e Piemonte), ma non bisogna generalizzare: c'è un'ampia fetta del Settentrione che vive sui trasferimenti statali (le

Pillole di storia

Storia di Alatri dalla sua fondazione Giuseppe Capone come Tito Livio

Progetto Salute e Prevenzione

Lucia Saviano


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Extras - Di tutto di più

I (primi) 100 anni dell'Alfa Romeo Pochi costruttori al mondo possono vantare il prestigio e la tradizione che da sempre contraddistinguono l'Alfa Romeo (ricorderete la famosa frase di Henry Ford: "quando vedo passare

un'Alfa Romeo mi tolgo il cappello") e quest'anno sono cento le candeline da spegnere per l'Alfa Romeo: l'atto di nascita della storica Casa è, infatti, datato Milano, 24 giugno 1910. In quell'anno alcuni imprenditori e uomini d'affari rilevano l'attività della Società italiana automobili Darracq, filiale

della Casa francese con officine al Portello, e fondano l'Anonima lombarda fabbrica automobili. La sfida della nuova azienda iniziò con la 24 Hp che si fece apprezzare per caratteristiche che diventeranno il Dna del marchio: prestazioni e il piacere di guida. Nel corso della Prima Guerra Mondiale, il 2 dicembre 1915, l'Alfa fu rilevata dall'ingegnere napoletano Nicola Romeo. Lo stabili-

Bovet Auto Classica 2010 nell'Alta Ciociaria Quando si parla di auto d'epoca e di concorsi d'eleganza il primo marchio che viene in mente è sempre quello della Alfa Romeo. Le splendide vetture della casa costruttrice milanese sono state protagoniste infatti anche della manifestazione Bovet Italia Classica 2010, che si è svolta dal 20 al 25 settembre nel Lazio e a Roma. Bovet Italia Classica è la più esclusiva manifestazione dinamica di auto storiche di alta collezione . I 47 equipaggi accreditati provengono da tutto il mondo: oltre all'Italia e all'Europa, vi sono collezionisti dalla Cina, da Singapore, dagli Stati Uniti. La provincia di Frosinone è stata interessata da una delle 5 tappe previste (una per provincia) che da Valmontone ha attraversato Subiaco, gli Altipiani di Arcinazzo, Guarcino, Paliano, per risalire poi verso Olevano Romano. L'evento si è concluso presso i giardini del Quirinale con il tradizionale Concorso d'Eleganza. L'occasione è stata particolarmente ricca e significativa per le celebrazioni insieme dei 100 anni di Alfa Romeo e gli 80 anni della storica Pininfarina, che disegna le Alfa Romeo (Spider), le Maserati e le Ferrari che vediamo sfrecciare e ammirare sulle strade di tutto il mondo grazie al design unico che solo Pininfarina sa dare ai suoi modelli. L'evento si è svolto per la prima volta nella storia sotto l'Alto Patrocinio del Capo dello Stato, oltre che della rivista Autocar Italia e dell'Aci di Roma.

Alatri e Veroli, quella curiosa affinità nelle tele... Domande e dubbi su un quesito posto da Lucio Lucchetti

Lucio Lucchetti, attivissimo socio della Pro Loco, ci ha fornito lo spunto per una riflessione (e uno studio) di carattere storico e pittorico. Nella Cattedrale di Sant'Andrea a Veroli è presente un quadro nella navata destra raffigurante Santa Salome con i Santi Biagio e Demetrio, risalente al 1604: l'opera è di Federico Buccatti, pittore alatrense di cui si sa poco o nulla. Nella Chiesa di

Santo Stefano ad Alatri è presente, sull'altare maggiore, una tela rappresentante

Santa Salome San Biagio e Demetrio - Veroli

I Santi Stefano, Benedetto e Scolastica - Alatri

Santo Stefano con Benedetto e Scolastica, una pittura seicentesca di autore ignoto. Lucchetti ha rilevato una notevole somiglianza tra il Santo Demetrio di Veroli e il Santo che figura dietro il Santo Stefano di Alatri: che sia la stessa mano? Chi può risolvere l'arcano?

mento del Portello, fu ampliato per adeguarsi alle commesse militari. Finito il conflitto l'impianto fu riconvertito e nel 1920 debuttò la Torpedo 20-30 Hp. Era la prima automobile con il nome "Alfa Romeo". Le vetture erano apprezzate per le linee, disegnate dai grandi carrozzieri. Esempi da sogno sono certamente la 6C 2500 SS Touring del 1929 e la 6C 2300 Pescara del 1934. Nel dopoguerra è molto apprezzata la berlina 1900, poi declinata anche in versione coupè (1900 Sprint), carrozzata Touring e il nome Sprint, da allora in poi, caratterizzato i modelli più sportivi. Nel 1954, l'Alfa lancia la Giulietta Sprint che precede di un anno esatto l'uscita della versione Berlina. In seguito comparvero la Sprint Veloce e la Super Sprint. Con i Coupé 2000 e 2600 l'Alfa Romeo ritorna nel segmento alto del granturismo, dando un impulso importante allo stile dei coupé degli anni Sessanta. Con la Giulia 1600 Sprint Gt prima (1963) e con le numerose

varianti realizzate poi (Gta), l'Alfa si garantisce una lunga egemonia nel segmento dei coupé di fascia media. Forse fra tutti gli altri modelli, è proprio la Giulia Gt a diventare l'emblema dell'essere alfista, che in questi anni vuol dire essere alla moda. Sono molti i personaggi noti che si fanno sedurre dalla sua sportività. Nel 1995, poi, con la Gtv (e Spider) di Pininfarina (che a sua volta compie 80 anni) l'Alfa torna nel mercato delle sportive. Cento anni dopo, Alfa Romeo è ancora oggi un simbolo di esclusiva sportività e di eccellenza tecnica. La gamma attuale, composta da Mito, 159, da Brera/Spider (disegnate da Giugiaro/Pininfarina) e dalla nuova Giulietta, continua ad attirare numerosi fan del marchio e non solo, visto che sempre più spesso si manifestano le avances del Gruppo Volkswagen, che vorrebbe acquisire Alfa Romeo "per farla tornare ancora agli antichi splendori". Vedremo come proseguirà a storia. Alessandro Arcese

L’OTTOVOLANTE Rubrica "sui generis" di letteratura, a cura di Franco Malandruccolo

Josef Conrad "La linea d'ombra" La "linea d'ombra" che dà il titolo all'ultimo capolavoro di Joseph Conrad, datato 1917, è quel limite - tanto indefinibile e inafferrabile quanto inquietante e doloroso - che per tutti, a un certo punto della vita, si profila comunque, a segnare in modo irrevocabile la fine della giovinezza. Per il protagonista di questo intensissimo racconto lungo, il manifestarsi del confine coincide con un'esperienza eccezionale e drammatica: ufficiale di marina mercantile al suo primo comando, incappa con la sua nave a vela in una interminabile bonaccia nel clima malsano dei mari del Sud-est asiatico, mentre il suo equipaggio viene falcidiato da una violenta epidemia di febbre tropicale. Alla sempre più minacciosa e sinistra immobilità della nave fa da contrap-

punto il crescere, negli uomini che dovrebbero governarla, di un'angoscia e di una paura che da striscianti si fanno via via spasmodiche, lasciando il comandante nella desolata solitudine della sua responsabilità e della sua impotenza. Nei venti giorni di calma piatta, metafora estrema di un tempo e di uno spazio terribilmente intrecciati, egli parrà attraversare tutte le fasi di un'intera esistenza, scoprendo la meraviglia nel terrore, o l'ansia immedicabile nei soprassalti di gioia, o il senso di sottile sconfitta che si annida in un evento liberatorio. E quando ne uscirà, recherà comunque la traccia indelebile di una ferita dell'anima, in fondo alla quale troverà con smarrimento e con coraggio la consapevolezza definitiva della condizione umana."

L'integrazione salariale per i lavoratori in cassa integrazione L'INPS ha diffuso il 4/10/2010 la Circolare 130 che chiarisce un argomento estremamente importante: "Integrazioni salariali. Compatibilità con l'attività di lavoro autonomo o subordinato e cumulabilità del relativo reddito." Il caso in cui il lavoratore in cassa integrazione svolga altra attività di lavoro sia essa subordinata od autonoma, durante il periodo di sospensione del lavoro con diritto all'integrazione salariale, questo comporta non la perdita del diritto all'integrazione per l'intero periodo predetto ma solo una riduzione dell'integrazione medesima in proporzione ai proventi di quell'altra attività lavorativa.

Ai fini dell'applicazione di tale principio - mentre in caso di attività lavorativa subordinata può presumersi l'equivalenza della retribuzione alla corrispondente quota d'integrazione salariale - in ipotesi, invece, di attività lavorativa autonoma grava sul lavoratore (al fine del riconoscimento del suo diritto a mantenere l'integrazione salariale per la differenza) l'onere di dimostrare che il compenso percepito per la detta attività è inferiore all'integrazione salariale stessa" (Cass. n. 12487 del 23 novemre 1992). Resta comunque necessaria la comunicazione preventiva resa dal lavoratore alla sede provinciale dell'Istituto al fi-

ne di evitare la decadenza dal diritto alle prestazioni per tutto il periodo della concessione. Nel caso in cui il lavoratore beneficiario dell'integrazione salariale inizi un nuovo rapporto di lavoro subordinato a tempo pieno ed indeterminato, questo comporta la risoluzione del rapporto precedente e, quindi la perdita del diritto al trattamento di integrazione salariale per cessazione del rapporto di lavoro che ne costituiva il fondamento". Inoltre la suddetta Circolare chiarisce la compatibilità della CIG con altre tipologie di lavoro e le modalità di accredito contributivo. Alfredo Salomone



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