Otl Aicher Tribute / Monography

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Tommaso Russo

Olympischer Fackellauf1972


in copertina Otl Aicher Olympischer Fackellauf 1972 Poster 1972

Segnatura monografica Corso di Graphic Design nell’ambito della disciplina Graphic Design 3 Prof. Gianni Latino Anno Accademico 2014/15 Studente Tommaso Russo

Nessuna parte di questa segnatura può essere riprodotta o trasmessa in qualsiasi forma o con qualsiasi mezzo elettronico, meccanico o altro senza l’autorizzazione scritta dei proprietari dei diritti. Pubblicazione composta in Rotis Semigrotesk, disegnato da Otl Aicher nel 1987/88. © Copyright 2015—2017 Accademia di Belle Arti di Catania Tommaso Russo


Timeline / Indice

Nasce a Ulm 1922 Braun Identità visiva (in collaborazione) 1952/55 Lufthansa Identità visiva 1962/64

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Olimpiadi di Monaco Identità visiva 1972

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Aereoporto di Francoforte Sistema Segnaletico 1970

Aereoporto di Monaco Identità visiva 1974 Rotis Carattere tipografico 1987 Typographie Libro 1988 Muore a Rotis 1991

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Lufthansa Identità visiva 1962/64

Nel 1958 Hans G. Conrad assunse il ruolo di capo del dipartimento di visual design della Lufthansa, una delle più grandi compagnie aeree dell’epoca, pioniera delle rotte a lungo raggio in Nord e Sud America. In questa veste commissionò al suo ex docente della Hochschule für Gestaltung1 di Ulm la progettazione del sistema visivo della compagnia. Otl Aicher riteneva necessaria l’idea di rivoluzionare l’immagine aziendale per riflettere i progressi tecnologici portati avanti dall’aviazione tedesca:

concentrò la ricerca sullo studio dell’aereo, di per sé oggetto rappresentativo dello sviluppo tecnologico, al fine di renderlo uno strumento di prestazioni visive aziendali. L’intero progetto si concentra su un uso sistematico degli elementi riuscendo a produrre un’immagine univoca ed efficace, standardizzata attraverso le linee guida racchiuse nel manuale. All’interno di quest’ultimo, sono descritti: il marchio, composto da una gru in volo, stilizzata e inscritta in un cerchio; il carattere istituzionale; il sistema cromatico blu e giallo;

Marchio 1962

Griglia generatrice 1962

Logotipo 1962

Proposta di restyling del marchio 1962

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tutti gli elementi che definiscono l’immagine visiva della Lufthansa. L’identità visiva della compagnia aerea progettata da Aicher viene definita da Giovanni Anceschi come appartenente al polo hard 2, affermazione di una metodologia sistematica nella storia della coorporate identity.


Marchio e logotipo

Il marchio rappresenta perfettamente il canone razionalista della grafica tedesca del XX secolo, esempio di massima rarefazione iconica. Esso, concepito attraverso un processo di stilizzazione delle forme, è composto dal segno di una gru in volo resa evidente dalla silhouette netta ed essenziale, inscritta in un cerchio con lo scopo di evidenziarne maggiormente l’incisività. Il progettista per la costruzione utilizza una griglia modulare, in una logica di coordinamento assoluto dove la posizione e la dimensione del marchio

Concept del marchio

sono in proporzione con la dimensione del testo. Il logotipo composto in principio con un carattere serif, di tipo egiziano, ancora legato a valori tradizionali, viene rielaborato con il carattere Helvetica DemiBold. L’idea iniziale prevedeva una composizione del testo in maiuscolo successivamente riproposto attraverso un carattere in minuscolo e il capolettera in maiuscolo.

Durante la fase di progettazione Aicher presentò una proposta semplificata del marchio: attraverso un processo di sintesi formale la gru veniva rappresentata graficamente per mezzo di una semplice freccia. L’idea tanto desiderata, nonostante sia stata bocciata dall’azienda, rimane ancora oggi un esempio che esprime l’ideologia grafica del progettista in funzione della semplicità, funzionalità ed essenzialità.

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Elementi di corporate identity

Otl Aicher definisce l’immagine visiva della compagnia aerea attraverso l’applicazione degli elementi progettuali disposti secondo una griglia modulare, declinata su tutti gli artefatti comunicativi con lo scopo di creare uno stile uniforme e adeguato ai canoni dell’epoca. Il progetto si concentra sul sistema cromatico: il giallo per differenziare la Lufthansa dalla concorrenza e richiamare la velocità; il blu tradizionalmente utilizzato dalle compagnie aeree per il senso di completezza, affidabilità

Travel documents 1962/64 Route maps 1962/64

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e sicurezza. Inoltre, il grafico, introduce il concetto della standardizzazione dei formati, utilizzati fino a quel momento senza nessun criterio progettuale. I primi esempi di progettazione derivati dal pensiero razionalista sono le route maps, mappe geografiche che definiscono le destinazioni dei piani di volo rappresentati attraverso delle semplici linee geometriche. Realizza anche gli opuscoli promozionali, la segnaletica, le brochure e i dépliant per i passeggeri, adottando uno stile fotografico e utilizzando spesso

immagini a colori, che richiamano le riprese aeree con l’intenzione di cercare nuovi punti di vista. Infine progetta i documenti d’imbarco, con un formato verticale utilizzando entrambi i colori istituzionali.


Estensione della comunicazione

Otl Aicher aveva ben chiara l’idea che la comunicazione non doveva limitarsi ai supporti cartacei e pubblicitari, ma si doveva estendere a 365 gradi per conferire uno stile univoco e uniforme che includesse anche le applicazioni del marchio e dei colori istituzionali nelle divise delle hostess e dei piloti, nei mezzi aeroportuali tra cui i mezzi di trasporto per i passeggeri e quello per i bagagli. Il marchio e i colori istituzionali sono stati applicati anche sugli aerei: una riga blu per tutta la lunghezza

Manifesto Europa Jet

del mezzo con il marchio collocato sul timone direzionale di fondo blu. Il sistema visivo della Lufthansa è cambiato poco negli anni, rimanendo riconoscibile ai giorni nostri come negli anni ‘60; esso è considerato uno dei più importanti esempi riguardo il coordinamento dell’immagine visiva di un’azienda.

I manifesti destinati al settore pubblicitario sono stati progettati seguendo un criterio razionalista: disponendo gli elementi su una griglia modulare, Aicher, sintetizza al minimo il linguaggio visivo rappresentando la figura scontornata dell’aereo in primo piano su un fondo di colore oro. Il marchio, il logotipo e le uniche informazioni sono disposte nella parte inferiore del manifesto.

Aereo Lufthansa 1962/64 Manifesto Europa Jet 1962/64

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Giochi Olimpici di Monaco Identità visiva 1972

La ricerca condotta da Otl Aicher e dai suoi collaboratori, svolge un ruolo chiave nell’ambito dell’informazione e della comunicazione universalmente comprensibile al fine di colmare le barriere linguistiche su più sistemi e mezzi di comunicazione. Essa si struttura su un’accurata analisi del territorio, dei colori, delle tradizioni e delle edizioni precedenti, contribuendo a stabilire un numero di elementi progettuali che definiscono l’identità visiva. I colori, il marchio, il carattere istituzionale, i formati e la griglia

Marchio Giochi Olimpici di Monaco Otl Aicher / Coord von Mannstein, 1972 Logotipo Otl Aicher, 1967/72

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di costruzione sono declinati in tutti i supporti comunicativi al fine di ottenere un’identità visiva uniforme. Il team progettò: i bollettini con lo scopo di comunicare i progressi dei preparativi, i poster sportivi e culturali, la segnaletica, le brochures informative, il sistema iconografico, le divise dei collaboratori, i calendari, la mascotte olimpica, il piano schematico dei parcheggi e dell’arena sportiva. Il carattere tipografico doveva esprimere i concetti di modernità e funzionalità, la scelta ricadde sull’Univers progettato

da Adrian Frutiger (1928-2015) nel 1957. Inoltre la scelta dei colori si basava su un’analisi territoriale da nord a sud della Germania, con lo scopo di evocare i giovani, la freschezza e la pace. Aicher declina il sistema cromatico in specifiche aree: L’azzurro per il comitato d’organizzazione, il verde destinato ai media, l’arancione per i reparti tecnici e l’argento in rappresentanza delle funzioni pubbliche.


Il marchio

Il comitato di organizzazione dei Giochi Olimpici di Monaco incaricò Otl Aicher della progettazione di un nuovo marchio con lo scopo di evocare lo spirito bavarese, evidenziare le caratteristiche tipiche della regione e richiamare la dinamicità dello sport. La prima proposta rappresentava una ghirlanda radiante, un simbolo legato strettamente alla regione geografica e alla struttura dell’arena sportiva, in relazione alla figura del sole splendente sopra la città, ma anche un chiaro riferimento alla corona

trionfale. Il comitato di organizzazione respinse la proposta a causa del suo carattere semplice e troppo generico, e decise di indire un concorso per la realizzazione dell’immagine visiva dei Giochi Olimpici. Il comitato organizzativo non soddisfatto di nessuna delle duemila proposte ricevute prese in considerazione l’idea di rielaborare la proposta di Aicher. La collaborazione con il designer e matematico Coordt von Mannstein segna una svolta per il progetto: la ghirlanda radiante, venne rielaborata

R

tramite il sistema scientifico ideato dal matematico, configurandosi in una forma a spirale, un simbolo unico e dinamico ritenuto adeguato dal comitato di organizzazione dei Giochi Olimpici di Monaco.

R 3mm R 6mm

rª A34

15° 15°

A35

B70 A1 B36

AMI4

C71

CMI80

BMI42

A2 B37

CS80

C72

CS81

A3 B38 C73 A4 AM4

Ghirlanda radiante Otl Aicher, 1967 Costruzione del marchio Coord von Mannstein, 1967/72

A5 A6

BS43

BS42 A7

B42

BM42

C81 AB

B43

A9

A10

C80

CM80

9


Pittogrammi

I pittogrammi del sistema iconografico dei Giochi Olimpici di Monaco identificano immediatamente lo sport di riferimento, raffigurando le posture tipiche di ogni disciplina sportiva e l’indicazione diagrammatica dell’equipaggiamento. Sono caratterizzati da un’essenzialità geometrica in quanto ogni singola parte è strutturata mediante la griglia generatrice determinando delle forme chiare, uniformi e modulari. La griglia modulare di base quadrata costituisce il sistema generatore

Griglia modulare dei pittogrammi 1972 Pittogrammi sportivi 1972

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dei pittogrammi; essa definita con il termine di griglia isonometrica è composta da linee orizzontali, verticali e diagonali, permette molte variazioni formali, mantenendo intatta l’uniformità che costituisce il fondamento imprescindibile dei sistemi iconografici. Tutti gli elementi sono disposti con un angolo di 45° e 90° risultando perfettamente evidenti sui supporti segnaletici di varia natura e nelle diverse dimensioni.


Primo poster Olimpiadi di Monaco

Serie di poster sportivi

Prima della conclusione dei lavori per la costruzione dello Stadio Olimpico, Aicher progettò il primo manifesto basato sul modello realizzato dagli architetti Günter Behnisch (1922-2010) e Frei Otto (1925-2015). L’Olympiastadion è ancora oggi lo stadio olimpico di Monaco di Baviera, culto della capitale bavarese, teatro sportivo e simbolo della città.

Otl Aicher progetta una serie di 22 poster secondo una modalità grafica detta a punto posterizzazione: i manifesti sono caratterizzati da ampie fotografie degli atleti ripresi nel momento dell’azione, semplificati da tutti i dettagli superflui in modo da ridurre ogni cosa ad ampie aree cromatiche messe in contrasto tra di esse. I colori utilizzati riprendono la gamma cromatica del programma dei Giochi Olimpici di Monaco (giallo, arancione, due gradazioni di blu e di verde).

Il primo manifesto della serie 1972 Poster Giochi Olimpici di Monaco 1972

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Rotis Carattere tipografico 1987

Il Rotis è un carattere che ha svolto un ruolo di primo piano e ha aperto nuovi orizzonti nella cultura tipografica del XX secolo. Negli ultimi decenni della sua vita, Otl Aicher si trasferisce a Rotis, dove la curiosità per le forme e per le tecniche tipografiche lo spingono nello studio e alla progettazione del carattere tipografico presentato per la prima volta a Parigi nel 1987. Aicher progettò il Rotis con lo scopo di adottare un’unica famiglia di caratteri per l’intera gamma di applicazioni

un carattere ibrido, il Rotis Semigrotesk, da lui stesso considerato un successo dato che questo tipo di carattere accomuna le due famiglie di font serif e sans-serif inglobandone le caratteristiche di entrambi. Non contento del suo operato, dopo appena pochi mesi, progetta la tipologia grotesk del carattere, dai tratti lineari, geometrici e uniformi.

Univers

Rotis Antiqua

Rotis Semigrotesk

Times New Roman

Rotis Semiantiqua

Rotis Grotesk

Famiglie di caratteri tipografici Univers, Adrian Frutiger, 1957 Times New Roman, Stanley Morrison, 1931 Rotis, Otl Aicher, 1987

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per ERCO, aprendo un nuovo capitolo nell’ambito della tipografia: Esso è composto da quattro famiglie della stesso carattere, il Rotis antiqua, due intermediari, Rotis Semiantiqua e Semigrotesk, ed infine il Rotis Grotesk. Il concept di questo carattere si basa sulle caratteristiche dell’Univers disegnato da Adrian Frutiger nel 1957 e del Times New Roman disegnato da Stanley Morrison nel 1931. Oltre al tentativo di imitare la scrittura a mano disegnando il Rotis Antiqua e il Semiantiqua, Otl Aicher propone


Caratteristiche tipografiche

Otl Aicher è riuscito a realizzare un carattere che si declina dalla tipologia serif a quella sans-serif, mantenendo in tutte le verianti compattezza e stabilità visiva. Concentra il suo studio sul geometrismo e linearismo espresso dall’Univers, e inoltre analizza la capacità del Times di agevolare la lettura. Dalle loro caratteristiche progetta quattro famiglie di caratteri compresi i vari pesi tipografici, light, regular, bold ed extra bold, considerando anche le varianti in italic. Il progetto composto da 17 varianti, non comprende i pesi

46 light italic e 56 italic della famiglia Semiantiqua. Aicher era alla ricerca di un carattere stabile e compatto, secondo una sua osservazione: «bisognava garantire una sola larghezza delle lettere per tutte e quattro le famiglie»3. Tuttavia nella progettazione della tipologia serif le terminazioni delle aste richiedevano una maggiore spaziatura tra le lettere, risultando instabile quando lo spazio dell’interlinea risultava insufficiente. La forma base di ogni lettera è sempre identica, la ‘o’ del serif è alta e larga

quanto la ’o‘ del sans-serif definendo così la parentela tra le lettere. Il Rotis attirò molta attenzione nel campo della tipografia per il suo aspetto innovativo e il suo stile insolito, mutevole, adeguato alle esigenze di ogni designer.

Rotis Grotesk

Times Regular

Univers Roman

Differenze caratteri tipografici Studio dell’anatomia del Rotis in sovrapposizione con il Times New Roman e l’Univers, fonte di ispirazione per la costruzione del carattere tipografico

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Classificazione del carattere

R1 45: Rotis Grotesk, light. R2 55: Rotis Semigrotesk, regular. R4 56: Rotis Serif, italic. R3 65: Rotis Semiantiqua, bold.

La tavola di classificazione per il carattere è strutturata secondo colonne e righe prendendo in considerazione la tavola sinottica4 di Adrian Frutiger realizzata nel 1957. Le colonne definiscono le famiglie del carattere e sono identificate dalla lettera ’R‘, numerate da sinistra verso destra: R1 corrisponde alla famiglia Grotesk, R2 al Semigrotesk, R3 Semiantiqua, R4 Antiqua. Le righe invece specificano i pesi che vanno dal 45 light al 75 extra bold. Dalla loro intersezione vengono definiti i pesi tipografici del carattere.

Rotis Grotesk Sans-Serif R1

Rotis Semigrrotesk Semi-Sans R2

Rotis Semiantiqua Semi-Serif R3

Rotis Antiqua Serif R4

45 Light

ran

ran

55 Regular

ran

ran

ran

ran

65 Bold

ran

ran

ran

ran

75 Extra bold

ran

ran

46 Light italic

ran

ran

56 Italic

ran

ran

14

ran


Note

1. La scuola di Ulm, (Hochschule für Gestaltung) attiva dal 1953 al 1968 è stata una scuola di progettazione grafica e di disegno industriale che ha raccolto nel secondo dopoguerra l’eredità delle scuole tedesche (Bauhaus) e sovietiche (Vchutemas), nate negli anni venti e trenta per l’esigenza di dare un carattere scientifico e accademico alla professione di progettista o tradizionalmente definito designer. 2. Giovanni Anceschi, Cit. in Monogrammi e Figure, La casa Usher, Firenze, 1988: «Ad uno dei poli ideali della caratterizzazione dell’immagine, che chiameremo polo soft, possiamo virtualmente collocare l’immagine totalmente spontanea di un’identità che agisce liberamente in totale assenza di vincolo (...) Al polo opposto, che chiameremo polo hard, possiamo collocare l’immagine totalizzante dell’informità assoluta, nella quale l’image pianificata tende a coincidere con il mondo, e le distinzioni sono quelle interne alla gerarchia.» 3. Otl Aicher, Cit. in Typographie, Verlag Hermann Schmidt Mainz, Germania, 1988/89. 4. Sistema di classificazione dei caratteri tiprografici realizzato da Adrian Frutiger nel 1957 in occasione della presentazione del carattere Univers. Il sistema si basa su una disposizione verticale e orizzontale: in verticale vengono definiti i pesi del carattere, (35 ultra light, 45 light, 55 roman, 65 bold, 75 black, 85 extra black); in orizzontale sono disposti a sinistra le estensioni (53 roman extended, 63 bold extended, 73 black extended, 83 extra bold extended), a destra le compressioni (47 light condensed, 57 roman condensed, 67 bold condensed, ecc...); i numeri pari infine indicano i corsivi (46 light italic, 48 light condensed italic, 56 italic, 58 roman condensed italic, ecc...).

Bibliografia

Archivio aiap Markus Rathgeb (2006), Otl Aicher, Phaidon, Germania. Otl Aicher (1988/89), Typographie, Verlag Hermann Schmidt Mainz, Germania. Vanni Pasca e Dario Russo (2011), Corporate image. Un secolo d’immagine coordinata dall’AEG alla Nike, Lupetti editore, Italia. Daniele Baroni e Maurizio Vitta (2011), Storia del Design Grafico, Longanesi, Italia.

Sitografia

aicher-otl.com hfg-archiv.ulm.de olympic.org

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Conosciuto anche come Otto Aicher è nato il 13 maggio 1922 a Ulm, in Germania. È considerato uno dei più importanti graphic designer del XX secolo, noto per la realizzazione di importanti identità visive e per la creazione di sistemi di comunicazione iconografica. Con l’apertura della scuola di Ulm venne incaricato nel ruolo di professore per la sezione di comunicazione visiva, successivamente nominato direttore, dal 1962 al 1964 realizzò importanti progetti nel settore dei sistemi d’identità visiva, come le consulenze per la Brown e Lufthansa e lo studio per l’immagine dei Giochi olimpici di Monaco del 1972. Dopo la conclusione delle Olimpiadi, si trasferì a Rotis, in Germania, dedicandosi allo studio e all’analisi della tipografia riuscendo infine a progettare il carattere Rotis nel 1987 composto da 4 famiglie di font. Muore nel 1991 nella città di Rotis.


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