Transfusioni #2 Luca Maria Patella / Federica Di Carlo e Marco Palladini
Transfusioni #2 aderisce a RomeArtWeek RAW
Con il patrocinio:
Con la collaborazione della Federazione Unitaria Italiana Scrittori
Archivio Menna/Binga – sede romana della Fondazione Filiberto Menna via dei Monti di Pietralata 16, 00157 Roma Lavatoio Contumaciale Associazione Culturale diretta da Tomaso Binga/Bianca Menna Piazza Perin del Vaga 4, 00196 Roma
transfusioni2016@gmail.com
Si ringrazia:
2
Transfusioni #2 Luca Maria Patella / Federica Di Carlo e Marco Palladini a cura di Anna D’Elia
Archivio Menna/Binga sede romana della Fondazione Filiberto Menna 17 ottobre – 7 novembre 2016
3
Questo catalogo è stato realizzato per Transfusioni #2
Transfusioni è un progetto ideato e curato da Anna D’Elia con il contributo di Bianca Menna, Silvia Stucky e Paola Romoli Venturi
Si ringraziano Emma Allegretti, Marco Cambon, Claudio Mapelli, Alessandro Remia, Simona Soccorsi.
Si ringraziano per le foto: AdnKronos (pagina 33, capovolgimento a cura di L.M.P.), Marco Cambon (pagine: 16, 17, 18, 19), Stefano Delìa (pagina 33), Dino Ignani (pagina 33), Luca Maria Patella (pagina 11) e Silvia Stucky
Graphic design: Silvia Stucky
Seguici su:
4
Indice
Anna D’Elia
| 70
Luca Maria Patella P.S.
| 11
Luca Maria Patella
| 12
Federica Di Carlo
| 16
Marco Palladini
| 22
Dialettica telefonica in atto
| 26
BiograďŹ e
| 33 5
6
Transfusioni #2 Luca Maria Patella / Federica Di Carlo e Marco Palladini Anna D’Elia
Transfusioni #2 ha come protagonista Luca Maria Patella (Roma, 1934), artista di ricerca noto in ambito internazionale, trasgressore totale e grande analista dei processi di comunicazione che hanno caratterizzato i decenni caldi della sperimentazione nell’arte delle Neoavanguardie, pio niere nell’utilizzo dei media fotocinematografici, sonori, digitali, scrittoriali e teorici, e grande innovatore nella perlustrazione dei molteplici rapporti che legano scienza, alchimia, psicoanalisi e linguistica all’arte. “Nella mentalità comune si pensa alle discipline scientifiche come a scienze esatte e all’arte come a qualcosa che non serve a nulla, per me – invece – sono due aspetti nella complessa dialettica dell’ideazione”, ha sostenuto Patella in una recente intervista. Queste sue parole ben introdu cono l’evento a lui dedicato, che prende spunto da una sua opera del 1976 dal titolo Tessitura solare con Arcobaleno, che appartiene all’Archivio Menna/Binga. Si tratta di un’opera fotografica che reca testimonianza della sperimentazione sulle tecniche fotocinematografiche adoperate dai pionieri di entrambi i media, quando ancora la possibilità di riprendere e fissare immagini dal mondo esterno apparteneva a una dimensione intermedia tra magico e tecnologico. Anche in altri cicli, l’artista non ha separato il momento dello scatto dall’azione cui era legato, come dimostrano le tele fotografiche dal titolo Terra Animata (196567), e l’omonimo film, in cui luogo e comportamento diventano l’oggetto di misurazioni di una nuova entità somma della dia lettica tra spazio e figura. Nell’opera esposta, l’antica tecnica del foro stenopeico si confronta con quella più moderna dell’obiettivo fisheye, che in lavori successivi Patella ha adoperato con l’intento di accorciare le distanze tra occhio umano e meccanico. Nell’inquadratura compare la mano dell’artista che, sfidando l’impermanenza del fenomeno atmosferico, sembra tracciare l’arcobaleno con un com passo. Il confronto tra mondo fisico e psichico, universo e soggetto è sempre presente nel lavoro di Patella e ritorna in quest’opera che, indagando sui rapporti tra uomo e cosmo, si può collocare nella più ampia indagine dedicata, a partire dagli anni Ottanta, al Mysterium Coniunctionis (omaggio al padre astronomo) in cui la ricostruzione modificata dell’opus microcosmico realiz zata nel 1693 da Vincenzo Coronelli per il Re Sole, viene riproposta in due cupole stellari, semi rovesciate come fossero coppe, e affiancata a due grandi tele raffiguranti gli emisferi celesti e a due vasi fisiognomici nei cui profili si scoprono quelli dello stesso artista e di Rosa Foschi, com 7
pagna nell’arte e nella vita. Nel rapporto tra macro e microcosmo, la creazione divina si fonde a quella individuale e nel rendere omaggio all’una, l’artista non omette il gesto di apporre sull’altra la sua firma. Ironia, provocazione e piacere del paradosso sono, infatti, delle costanti nell’espressione artistica di Patella. A dialogare con lui è stata invitata Federica Di Carlo (Roma, 1984) scelta per la centralità che, anche nella sua ricerca, hanno i rapporti tra arte e scienza, con particolare attenzione alle tema tiche della luce e della visione. “Mi interessano gli arcobaleni” – dice l’artista – “sia come fenomeno fisico, che come forma sim bolica. L’arcobaleno è un archetipo presente in tutte le culture con una valenza positivistica, e spesso associato alle divinità, ad esempio, nella Genesi viene utilizzato come sigillo dell’accordo tra Dio e l’uomo di non inondare più la terra. È̀ stato Cartesio a scoprire per primo il meccanismo dell’arcobaleno in quanto fenomeno fisico reale, ma instabile e non controllabile, e a comprendere come l’occhio umano giocasse un ruolo fondamentale per la definizione della sua posizione e di stanza in cielo”. Ed è proprio questa presenza aleatoria che affascina l’artista poiché consente di riflettere sull’apparente realtà in cui viviamo. “Ragionare sull’impossibilità e sui confini delle azioni umane è anche un modo per interrogare me stessa”, aggiunge l’artista, “e in questa mostra, è un’occasione per misurarmi con un grande maestro come Patella”. L’opera Misurazione diffusa, ideata per l’occasione, coinvolge il pubblico in un’azionelettura, nel corso della quale gli spettatori sono invitati a misurarsi con lo spazio per leggere le parole di luce visualizzate su una delle pareti. “È̀ un lavoro dinamico“ – dice Federica – “basato sul movimento delle persone nello spazio in rapporto alla luce presente in sala che farà da guida”. L’uso della parola come medium preferito dell’espressione artistica, caro a tutta l’arte concet tuale, è una presenza forte nel lavoro di Patella e Di Carlo ma, come è facile verificare osser vando le loro opere, si tratta di una parola alchemica, un passaggio nel ciclo delle trasformazioni. Tramite un rullo intorno al quale è avvolto un metro, Federica Di Carlo stimola il pubblico a muoversi fino all’opera di Patella Tessitura solare con Arcobaleno, collocata sulla parete opposta, per riflettere sull’atto che simula il disegnare l’arcobaleno: un gesto paradossale, poiché non è nelle umane facoltà, ma che diventa invito a riflettere sui limiti dell’uomo in rapporto alla na tura, e sui limiti della scienza che, solo riscattata dalla poesia, può dialogare con i misteri del l’universo. “L’intento, mettendo in mano alle persone questo filo”, aggiunge Federica, “è di dare a tutti la possibilità di misurarsi con l’arte, a partire dalla presa di coscienza della luce, primo confine con il quale ci rapportiamo appena nati, e con il quale conviviamo tutta la vita. Tutto quello che ve diamo nel mondo, lo vediamo grazie alle particelle di luce”. 8
Già in una installazione del 2014, della serie Ogni cosa è illuminata, l’artista aveva scritto, citando Arthur Schopenhauer: “Ognuno prende i limiti del suo campo visivo per i confini del mondo”. Il comune de nominatore che lega tutta la sua ricerca è, infatti, la volontà di favorire la consapevolezza dei processi percettivi che presiedono alla cono scenza. Se dunque, nel suo cammino iniziatico, Patella conduce attraverso l’arte in luoghi dove l’arcano si mostra, Di Carlo sceglie la percezione e i suoi fenomeni come tramite per sondare i misteri del visibile e dell’invisibile. Comune a entrambi è l’attenzione ai fenomeni scientifici e l’attitu dine performativa e interattiva che – per dirla con il Manifesto tec nico della pittura futurista – pone lo spettatore al centro del quadro. Lo spazio ricreato dall’artista, infatti, ha sempre una funzione inte rattiva, il pubblico è chiamato a partecipare attivamente alle solle citazioni che l’ambiente ricostruito gli fornisce, basti pensare a quello che accade nell’installazione di Patella Boschetto di alberi parlanti e profumati e di cespugli musicali sotto un cielo di nuvole in movimento, del 197071, riproposta nel 2015 al MACRO di Roma. Se negli ‘alberi parlanti’ la parola sotto forma di ascolto sollecitava il pubblico ad accostare l’orecchio ai tronchi per meglio udirne la voce, in questa mostra la parola sfuggente ed aleatoria acuisce la vista dei presenti e ne cattura l’attenzione sommandosi alla viva voce dell’ar tista, che si diffonde nell’etere grazie ad un collegamento telefonico. L’intervento a distanza di Dialettica telefonica in atto non è nuovo nelle pratiche performative di Patella e, questa volta, il pubblico godrà della sua presenza assente.
Luca Maria Patella Dialettica telefonica in atto con Federica Di Carlo
C’è un’altra opera in cui la parola è sovrana nella citazionetrasfor mazione del famoso orinatoio firmato “R. Mutt” e intitolato Fon tana, il readymade realizzato da Marcel Duchamp nel 1917, opera destinata a destabilizzare ogni attesa fino ad allora legata all’idea di arte. Patella, giocando con le parole con le quali già aveva gio cato Marcel Duchamp (la firma “R. Mutt” apposta sull’orinatoio al 9
ludeva alla ditta di articoli idraulici J.L. Mott), fa compiere alla parola un ulteriore passo nel suo processo di metamorfosi. L’opera Mut/Tum è presente in mostra come stampa su carta e carta specchiante, e come immagine di copertina dell’Atto Unico Filosofico per Apelle figlio di Apollo Uccelli e Pesci, scritto da Filiberto Menna intorno al 1981 e pubblicato nel 2001 in 500 esemplari numerati per i tipi di Le Impronte degli Uccelli. La parola è, dunque, protagonista non secondaria anche di questo terzo evento del ciclo Tran sfusioni, in linea con la poetica ispiratrice del progetto, che ha visto e che vede la parola declinata in varie forme: visiva, sonora, poetica, teatrale. Sulla parola scritta e interpretata si incentra l’azione che conclude la serata inaugurale della mostra. Protagonista è Marco Palladini, scrittore, drammaturgo, regista e attore, cui è affidata, insieme a Claudio Mapelli al sax tenore, l’interpretazione d’autore del testo poeticofilosofico Atto Unico Filosofico per Apelle figlio di Apollo Uccelli e Pesci, al quale Filiberto Menna consegna la sua riflessione sulla pittura e il teatro come spazi della finzione, e dunque, della costruzione linguistica. Tra i personaggi – tutti molto noti – che entrano ed escono dalla scena intrecciando pensieri ci sono Duchamp, Picasso, Magritte e molti altri, che dialogano con Parrasio e Zeusi, pittori vissuti tra la fine del V e l’inizio del IV secolo a.C., protagonisti della celebre competizione narrata da Plinio il Vecchio: “Si racconta che Parrasio venne a gara con Zeusi; mentre questi presentò dell’uva dipinta così bene che gli uccelli si misero a svolazzare sul quadro, quello espose una tenda dipinta con tanto verismo che Zeusi... chiese che tolta la tenda gli fosse final mente mostrato il quadro”. Il tema dell’atto unico è la menzogna che l’arte incarna, ma anche la caduta dei confini tra arte e vita, per cui se l’arte è l’espressione massima dell’illusione, lo è anche la vita. Arte e Vita pos sono essere davvero pareggiate, come sostenevano due grandi maestri del teatro e dell’archi tettura quali sono stati Antonin Artaud e Walter Gropius, anticipando il problema apicale dell’arte contemporanea? Qui il cerchio si chiude e si riapre, riportando lo sguardo sui due artisti invitati, Luca Maria Patella e Federica Di Carlo, che proprio su questi temi ci inducono a riflettere, e su molti altri.
10
P.S. In Lùminis oras, loca nullius ante Su spiagge di Luce, luoghi intatti Inizio, citando Lucrètius e il suo “De Rerum Natura”, cioè: il significato dell’Universo ( ops!), anche se questo grande non è uno dei miei patres.. Cara Anna D’EL, ho preferito cominciare così, con un P.S., anche se tu, e te ne ringrazio, hai un lungo rapporto con me.. a partire dalla mia lettura del bravo Pino. Pascali picchettava un campo (nel mio “filmopera” SKMP2”, 1968), riprendendo l’altro mio film “Terra Animata”, (1965) 1967, in cui Claudio e Rosa Foschi, ragazzini, definiscono un “tèmenos”, rettangolo.. sacrale, su distese di terre arate. A proposito: anche recentemente, questo secondo “filmopera” è stato definito, al MOCA di Los Angeles: “a keywork, in the history of Land Art”. Non è solo, però, Land! – Ed ecco il mio lavoro (assurdo e supernecessario) che si svolge tra “arte e scienza”, in una dialettica continua. Ed ecco i miei “librilavoro”, che chiamano in “causa” “individui” storici quali.. Eraclito Dante Diderot Linus Pauling Duchamp, e la scarsissima attualità (quasi nulla: nella ménte & nell’invenzione). Una mia “scoperta” è: Diderot “proto psicoanalista proiettivo”(!). Per tranquillizzarti, caro lettore.. ti dirò che la “cosa” è “approvata” da personalità, quali E. Bernhard, G.C. Argan, Stefano Chiodi, Andrea Cortellessa, Michel Baudson, Jac queline Risset.. Quest’ultima (nella sua generosità & intelligenza) ha detto: noi francesi, con Lacan e la Letteratura, non ci siamo accorti di “ciò”. Devi (dovremo?!) tradurre il tuo saggio in francese!.. Il lavoro prosegue, ma ora lettore a te & a tutti quanti: vanno “3 Grazie”, nonché i saluti affettuosi del vostro Luca Maria PAT. Ella
Ritratti di Luca Maria Patella e Rosa Foschi 11
| Luca Maria Patella
12
Luca Maria Patella Tessitura solare con Arcobaleno, 1976 auto foto (proto selďŹ e), stampa da negativo, 67 x 100 cm 13
Luca Maria Patella Mut/Tum, (1965)1986 opera dimostrativa paraduchampiana stampa su carta e carta specchiante, tiratura 10 esemplari
3 copie del libro Atto Unico Filosofico per Apelle figlio di Apollo Uccelli e Pesci di Filiberto Menna 14
15
| Federica Di Carlo
Federica Di Carlo Misurazione diusa, 2016 dimensioni ambientali 16
17
18
19
20
21
| Marco Palladini
Marco Palladini recita il testo di Atto Unico Filosofico per Apelle figlio di Apollo Uccelli e Pesci di Filiberto Menna, con l’interazione musicale al sax tenore di Claudio Mapelli 22
23
24
25
... D
UCH
ZAN G
ZA N
G
Dialettica telefonica in atto con Luca Maria Patella
26
UT
M
TUM
27
opening
28
29
30
31
32
Biografie
33
Luca Maria Patella È uno dei più reputati artisti di ricerca, noto in campo nazionale ed internazionale. In base alla sua formazione, sia artistica (vedi il padre – Luigi – cosmologoumanista, e “artista”) che scienti fica (Chimica Elettronica Strutturale; e Psicoanalisi, con Ernst Bernhard): da prima della metà degli anni ’60, ha promosso un suo originale Concettualismo Complesso, sostanziato di cul tura e di arte, e profondamente multidisciplinare. I rigorosi e approfonditi sconfinamenti – che ha praticato in un unicum di “arte & scienza” – vanno: dalla macchina fotografica (che ha anche costruito e didattizzato; così come ha ideato ine diti sistemi di proiezione) alla cinepresa (l’ha assunta – profes sionalmente – per primo, e in senso preconcettuale); dalla performance all’ambiente multimediale ed interattivo, al suono, la luce, il video, la parola, all’installazione di grandi “oggettitest proiettivi”, alla pittura, la grafica, la calcografia, la scrittura e il libro, sino alla costruzione digitale simulata e alla rete. Opera anche intensamente, in ambito letterario (poesia, ro manzo) e critico, ed ha pubblicato circa 70 libri, intesi come “la vori” (dall’arte visuale alla letteratura, dalla teoria alla documentazione creativa). Ha tenuto un gran numero di personali ed antologiche nel mondo; ha esposto ripetutamente presso l’Attico di Roma, e l’Apollinaire di Milano, ha realizzato tre personali presso la Fon dazione Morra di Napoli, e tre presso la galleria De Crescenzo & Viesti di Roma. Ha partecipato a innumerevoli rassegne in ternazionali, fra cui sette edizioni della Biennale delle Arti, di Venezia. La sua più vasta antologica si è svolta presso il MUHKA Museum di Antwerpen, e in due Gallerie della città. Altra antologica: Castel Sant’Elmo, Napoli 2007. Personali: RAMPieroni, Roma, 2008; AuditoriumArte, Roma, 2009; Sfere per amare & Visioni Cosmiche, Galleria Nazionale d’Arte Moderna, Roma, 20102011; Ambienti Proiettivi Animati 19641984, Macro, Roma, 2015, catalogo Quodlibet 2015. Proiezione di FilmsOpera, Tate Modern, Londra, 2016. LibroLavoro: Stazione di vita/Dichiarazioni Noètiche, Morra & Lemme, 2015 (2017). http://lucapatella.altervista.org/ 34
Federica Di Carlo (1984) Ha studiato presso le Accademia di belle arti di Roma, Bologna e Barcellona. Lavora tra Roma e Milano. L’osservazione degli equilibri del mondo è alla base della sua ricerca, dove il concetto di confine è inteso come limite ma anche connessione tra l’esistenza, l’essere umano e la natura. L’elemento della luce, presente in quasi tutte le opere – foto, video, performance e soprattutto installazioni – è “manipolata” attraverso la cono scenza e lo studio delle leggi fisiche, diventando linguaggio, atto a descrivere quelle zone d’interferenza in chiave poetica. Personali; selezione: 2016, I See I See, Asa Nisi Masa, Roma. 2015, Talk I See I See, smART Polo per l’Arte, Alberto Dam bruoso, Roma. 2015, Irradiazione, Galleria Beaarte, Roma. 2015, Videodocumentario Mind the lìmes, Muga Multimedia Gallery, Roma. 2015, Performance Mind the lìmes, Set Up Plus, Bologna. 2014, Riflessione diffusa, Galleria Cinica, Palazzo Lu carini Contemporary, Maurizio Coccia, Trevi. Collettive; selezione: 2016, “Crossover Performance” TIA, Maxxi, Roma. 2016, There is no place like home, Ponte Marconi, Roma. 2016, Transfusioni#2 Luca Maria Patella/Federica Di Carlo, Archivio MennaBinga, Roma. 2016, Palomar, Dimora Artica, Andrea Lacarpia, Milano. 2016, From the City, Galleria A plus A, Venezia. 2014, Performance Platform, Lublin festival, Polonia. 2014, Accesa!, Palazzo Parissi, Giuliana Benassi, Mon teprandone, Marche. 2014, Home Theatre, MAAM, Giorgio de Finis, Roma. 2014, Art is Real, una collezione impermanente, Palazzo Pasquino, Silvia Litardi, Roma. 2013, Bang, Video art Festival of Barcelona, Centre d’Art Santa Monica, Barcellona, Spagna. 2013, Factory, Pelanda, Costantino D’Orazio, Roma. Premi, Residenze: 2016, Studio MASS MOCA residency, North Adams, (Ma). 2016, Premio Combat, menzione speciale, Museo G. Fattori, Livorno. 2015, Premio Arte nel giardino di Irene Brin, terzo posto, in collaborazione con la GNAM di Roma. 2015, Un opera per il castello, finalista, Castel Sant’Elmo, Napoli. 2014, Off Site Art, curatore Veronica Santi, L’Aquila.
Marco Palladini È nato e vive a Roma, è scrittore e poeta, nonché dramma turgo, regista, performer e critico nell’ambito del teatro d’au tore e di ricerca. Ha scritto e allestito una quarantina di testi, spettacoli e performance teatrali e poeticomusicali. Tra i suoi ultimi lavori per la scena: Ho visto le migliori menti – Beat Poetry Machine (2011); Satyricon 2000 – Tra scuola e bor dello (2° capitolo di Satyricon – una visione contemporanea, progetto multidrammaturgico per la regia di M. Verdastro, 20102012); Fratello dei cani (Pasolini e l’odore della fine) (2012); Male detto Céline (testo di S. Lanuzza, 2012); Me Dea (2014); Tra terra e cielo (2014); Studio per “Pilade” di P. P. Pa solini (2016). Ha realizzato con la videomaker I. La Carrubba il film Fratello dei cani (Pasolini e l’odore della fine) (2013). Tra le ultime pubblicazioni: Teatro: la trilogia Destinazione Sade (Arlem, 1996, ebook nel 2009 in www.cittaelestelle.it); il dramma Serial Killer (Selle rio, 1999); il dittico La Pietra e la Croce (2010, ebook in www.mirkal.blogspot.com); Me Dea (Edizioni Progetto Cul tura, 2015). Prosa: il libro di racconti Il comunismo era un romanzo fan tastico (Zona, 2006); il memoir narrativo Non abbiamo po tuto essere gentili (Onyx, 2007); Chi ha paura dei manovratori? – Zibaldone incerto di inizio millennio 2000 2010 (Zona, 2011); Prove aperte – Materiali per uno zibal done sui teatri che ho conosciuto e attraversato, 19812015 – vol. I (Fermenti, 2015), vincitore del Premio Feronia 2016 per la saggistica. Poesia: il cd poeticomusicale Trans Kerouac Road (Zona, 2004); Iperfetazioni (Zona, 2009); Il mondo percepito (Le impronte degli uccelli, 2010); Poetry Music Machine (libro+cd, Onyx Edi trice, 2012); Attraversando le barricate (Robin Edizioni, 2013); È guasto il giorno (Edizioni Tracce, 2015).
http://www.retididedalus.it/ http://www.federicadicarlo.com/ FB Federica Di Carlo 35
Transfusioni #2 17 ottobre – 7 novembre 2016