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Come si guida un van

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STELLANTIS

STELLANTIS

Al volante di un furgone elettrico

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Adesso che le vendite stanno aumentando con percentuali a doppia cifra e i modelli crescono di numero ogni giorno con una tendenza che è destinata solo a consolidarsi, diventa fondamentale assumere una guida corretta al volante di un van elettrico. Per evitare di sprecare le qualità dei nuovi eVan, Marco Mazzocco, istruttore e formatore apprezzato da tutti gli addetti ai lavori dell’autotrasporto, è la guida

Guidare un van elettrico è facile e piacevole, ma ci sono alcuni fattori da conoscere assolutamente per non farsi trovare impreparati. L’esperto Marco Mazzocco

ci guida letteralmente tra consigli da seguire e bufale da smontare

di AndreA TrApAni

giusta per entrare nel mondo dei veicoli commerciali elettrici. Non a caso con la sua società, Efficient Driving, non solo vanta quasi 30 trainer in grado di erogare corsi di formazione alla guida sicura ed efficiente ma ha creato anche una realtà come l’EV Academy.

AL VOLANTE DI UN eVAN Andiamo alla guida. Partiamo dal primo impatto: un mezzo elettrico non ha né il cambio né la frizione, e questo “Le due grandi differenze tra un veicolo a motore termico e uno elettrico”, ci illustra Mazzocco, “si trovano in primis nella modalità usata dal motore elettrico per erogare la coppia – quindi nel modo in cui si usa l’acceleratore – e poi perché dispone della cosiddetta frenata rigenerativa, che permette – quando si smette di accelerare – di generare corrente”. Entriamo nel dettaglio: “Il primo aspetto, specie alla guida di un van, deve far sì che si presti una particolare attenzione alle manovre: se sono brusco sull’acceleratore, l’erogazione immediata della coppia mi può portare a sbattere contro gli ostacoli! Poi non bisogna essere bruschi perché chiaramente più spingo più consumo corrente. Bisogna avere quindi un piede più dolce”. Anche per frenare? “Qui è necessario fare un CONOSCERE LA distinguo perché, al EV ACADEMY momento, abbiamo una filosoNata da Efficient Driving, EV Academy fia di frenata ha lo scopo di verificare le competenze di chi è al volante e fare informazione corretta circa i dispositivi più innovativi, intesi rigenerativa più diffunon solo come veicoli elettrici, ma anche sa (e più vasemplifica tut- come tecnologie di bordo all’avanguardia. ria) sulle auto, consenten- In questo contesto arrivano i servizi to rispetto ai do una guida molto rilassandell’Accademy che prevede un format unico, basato sull’interazione dei partecipanti e sulla valutazione delle mezzi commerciali pur te, con un piede loro conoscenze, con l’obiettivo essendone dosolo, il destro. Inol- di offrire una formazione tati anche loro”. tre è silenzioso, un a misura del singolo. Una volta che siagrande vantaggio per Anche per i van. mo al volante, è nel’ambiente ma anche un fat- cessario guidare al metore da tenere presente quando, per glio. “Tanto per cominciare, se esempio, si incrociano i pedoni o i cicli- facciamo quello che si chiama ‘one pedal sti in strada. Continuiamo con le basi. driving’, le guide sono molto anticipate e

Il libro

“Siamo nati per guidare?”

di Marco Mazzocco

Quella del “guidare”, come abbiamo visto, è una delle attività più complesse da gestire per l’essere umano, a causa del numero infinito di microazioni da compiere in sequenza, per arrivare al risultato. Molte di queste azioni, infatti, diventando “automatiche”, non vengono percepite come difficili, perché avvengono senza passare dal ragionamento conscio, e questo altera la percezione d’insieme di chi è al volante. Comprendere i complessi meccanismi della mente umana durante la guida, capire cosa succede quando arriva uno stimolo al cervello, in quanto tempo viene elaborato e in quali trappole mentali possiamo cadere, sono alcune delle tematiche che il libro “Siamo nati per guidare?” affronta. L’autore, con linguaggio concreto e pratico, ci porta a riflettere sugli errori che quotidianamente commettiamo alla guida. Finito di stampare nel mese di novembre 2020, il libro di 128 pagine si può ordinare su www.efficientdriving.it in versione cartacea, mentre l’e-book è disponibile nei maggiori store online.

dobbiamo trovare il giusto feeling con il veicolo per capire quando alzare l’acceleratore o quando eventualmente premerlo. Che è ancora un controsenso per consumare di meno, perché si deve un po’ accelerare quando il mezzo sta rallentando troppo. Non è uno stile di guida istintivo o convenzionale, lo si deve imparare assieme al diverso concetto di frenata”. Un fattore importante per chi guida un furgone: “Esatto, sembrerà banale ma è fondamentale ricordarsi che avere più peso significa che questo spingerà maggiormente. Sarà necessario trovare qual è il minimo di output giusto per sfruttare tutta l’inerzia per andare avanti”. BATTERIA, RICARICA E GOMME: COME GESTIRLE AL MEGLIO “Altra cosa importante”, spiega ancora Mazzocco, “è la gestione della partenza al mattino per i furgoni, in particolare per le temperature che possono essere deleterie per la batteria. Fa male il troppo freddo, ma anche il troppo caldo”. A questo punto, una domanda sulle temperature è obbligatoria. L’estate 2022 sarà ricordata come una delle più calde mai registrate, anche chi guida un van elettrico avrà abusato dell’aria condizionata. “Consuma molto meno di quanto si possa pensare”, sorride Mazzocco. “Si può usare senza problemi con le dovute precauzioni. Anzi, vorrei collegarla al discorso sulle temperature necessarie per la batteria di un van. La temperatura deve essere perfetta, non solo per il comfort interno, ma soprattutto per ottimizzare il mezzo: ormai anche su quasi tutti i furgoni possiamo impostare, ad esempio, quanti gradi vogliamo nell’ora precedente alla partenza. Il famoso pre-condizionamento è un alleato prezioso per evitare di caricare troppo i consumi del motore elettrico quando le temperature sono ai loro valori estremi”. Visto che ci siamo smontiamo anche un’altra credenza: la ricarica a bordo di danneggiare la batteria bisogna evitare di lasciare fermo per troppo tempo il mezzo con il 100% di ricarica o sotto al 20%”. Al contrario della maggior parte delle autovetture, per i furgoni la tendenza punta a raggiungere la ricarica completa. “Per i van le case costruttrici hanno previsto un maggior buffer di riserva”, spiega Mazzocco, “perché si tende a una ricarica completa date le autonomie assolute. Non è fondamentale avere però un furgone carico al 100%: un’autonomia all’80% è già ottimale e, considerati i tempi più

smartphone e tablet non condiziona minimante la durata della batteria: “Parliamo di qualche watt, non c’è da preoccuparsi!”. Nuovo capitolo: gli pneumatici, cosa scegliere? “Ora ci sono case che fanno gomme specifiche anche per i furgoni elettrici, i prodotti dedicati aiutano il van nel rotolamento perché producono meno attrito e quindi sono da consigliare”. Torniamo al tema della ricarica, tra paure e consigli: “Le prime volte l’ansia da ricarica è naturale, quando si vede il 15% si inizia a preoccuparci ma bisogna imparare a conoscere il nostro veicolo”. Anche in questo caso ci sono principi da non dimenticare: “Per evitare di lenti per completare l’ultima parte del processo di ricarica, meglio farne una in più rimanendo nel range 20/80% invece di aspettare ogni volta di arrivare a quota cento”. Un principio mutuato dai nostri smartphone di ultima generazione.

Chiudiamo con un consiglio indispensabile: “Se io avessi un’azienda e dovessi comprare dei furgoni elettrici e dovessi mettere in strada una persona alla sua prima esperienza con questi mezzi, gli proporrei di fare un bel corso di formazione sull’utilizzo pratico del veicolo”. Un’idea non solo per i costruttori, ma anche per la rete vendita. Parola di esperto. #

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