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Il ruolo dell’autista
Chi c’è dietro l’ultimo miglio?
Quando si parla di delivery cittadino non si può non parlare del ruolo dei corrieri e delle aziende
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che si occupano di questa forma di trasporto, ormai “just in time”
di Valeria di rosa
uello del trasporto è un settore che conta quasi 100mila imprese che occupano 1,5 milioni di addetti e generano 85 miliardi di euro di fatturato, pari al 9% del PIL nazionale. Secondo il Bollettino del Sistema informativo Excelsior, realizzato da Unioncamere e Anpal, le previsioni occupazionali di giugno 2022 nel settore del trasporto, logistica e magazzinaggio stimavano 37mila lavoratori in ingresso a giugno 2022 e 94.930 nel trimestre giugno-agosto 2022. In questo contesto, una crescita continua, a doppia cifra, è quella che sta investendo il settore delle consegne dell’ultimo miglio negli ultimi anni. Non si tratta però di un fenomeno recente, anzi. Il settore delle consegne ha sempre avuto un ruolo cruciale nell’economia del nostro Paese, a cambiare sono stati i comportamenti degli acquirenti che di conseguenza hanno impattato su nuove modalità di consegne. Se fino a qualche anno fa erano le aziende ad avvalersi di questo tipo di servizio, oggi i consumatori acquistano online. Generando volumi davvero impressionanti. In Italia il numero delle consegne dell’ultimo miglio è di 1,1 a persona in un anno. Tradotto in numeri vuol dire che se in una città sono residenti 1 milione di persone, mediamente si fanno 1.100mila consegne. Proiettando i dati sul territorio nazionale, in Italia vengono effettuate 55milioni di spedizioni l’anno. Un business enorme. D’altronde un colosso come Amazon è in grado di spedire circa 700 mila colli al giorno, SDA e DHL poco meno, intorno ai 300 mila. Ma cosa c’è dietro questo business? Quello dei corrieri è uno dei settori del mondo del trasporto e della logistica che ha avuto un exploit enorme ma che porta con sé parecchie luci ed ombre. COME FUNZIONA Secondo uno studio condotto da CGIL regionale, la Camera del Lavoro fiorentina e la FILT Toscana, Logistica e sfruttamento lavorativo. Un’indagine nel territorio fiorentino, in Italia, il mercato dei corrieri è dominato attualmente da grandi multinazionali italiane (Dhl express Italy, Tnt Express Italy, Sda Express Courier, Brt corriere espresso, Ups) che in termini aggregati dirigono il 55% circa del fatturato nazionale nel settore dei servizi logistici, mentre il resto del fatturato è riconducibile ad aziende e cooperative piccole o mediopiccole. Nello specifico, le consegne
Oggi le aziende di trasporto che si occupano di consegne dell’ultimo miglio assumono direttamente i loro dipendenti. Il motivo è duplice. Da un lato è sempre più difficile trovare padroncini perché questi stanno sparendo a favore di aziende con piccole o medie flotte, dall’altro sono le stesse aziende appaltatrici che vietano alle aziende fornitrici l’utilizzo di subvettori.
dell’ultimo miglio sono gestite da aziende di trasporto che prendono in appalto da società di commercio elettronico, come Amazon o Zalando, o da società di spedizioni, come DHL e SDA, la gestione di questo tipo di servizio. Se prima le aziende di trasporto “appaltate” erano solite avvalersi di padroncini, da 20 anni a questa parte la tendenza è quella di optare per assunzioni dirette. Il motivo è duplice. Da un lato è sempre più difficile trovare padroncini perché questi stanno sparendo a favore di aziende con piccole o medie flotte, dall’altro sono le stesse aziende appaltatrici che vietano alle aziende fornitrici l’utilizzo di subvettori. Dal punto di vista logistico la merce arriva a queste aziende di trasporto al mattino, viene divisa in base alla destinazione e consegnata ai diversi autisti che si occuperanno delle consegne dell’ultimo miglio. Al mattino si effettuano le consegne, al pomeriggio si eseguono i ritiri. Tornati in sede, i mezzi vengono ricaricati per i centri di smistamento, ai quali la merce ritirata verrà consegnata durante la notte. Aziende strutturate come Amazon organizzano le consegne per autista, il quale, attraverso un’applicazione proprietaria dello stesso Amazon, riesce ad ottenere anche informazioni sui percorsi attraverso la lettura del codice a barre della merce da consegnare.
IL VALORE DI UNA CONSEGNA Il valore della singola consegna dipende anche da quante consegne riesce a fare l’autista. Facciamo un esempio: se un autista deve guadagnare 250 euro per pagarsi la giornata, cioè per pagarsi stipendio, furgone, pasto, avrà riconosciuti circa 1,20 euro per ogni consegna su un totale di 100 consegne effettuate. Con la possibilità di poter avere un bonus per ogni consegna in più. Ma non è tutto oro quello che luccica. Infatti, se le consegne, per un qualsiasi motivo che può essere anche solo l’assenza del destinatario, non vengono effettuate, il corriere è costretto a riconsegnare il giorno dopo: questo secondo passaggio, però, non viene considerato una nuova consegna e quindi pesa sull’economicità del singolo autista.
L’effetto della pandemia
Uno dei fattori che hanno accelerato la crescita delle consegne dell’ultimo miglio è stato senza dubbio la pandemia. Un fenomeno che continua a crescere, anche se i dati dei primi 5 mesi del 2022 evidenziano una crescita più contenuta, in virtù delle minori restrizioni e dei consumi fuori casa da un lato, della crisi economica e dell’inflazione dall’altro. Secondo l’ultima rilevazione della Guida NielsenIQ eCommerce, a marzo 2022 i servizi di Home Delivery sono cresciuti, sia in termini di CAP coperti (+4%) sia in termini di percentuale del totale dei punti vendita in Italia (77,2%, +3,3 pp), mentre i servizi di Click&Collect, Drive e Locker restano essenzialmente invariati rispetto all’edizione di settembre 2021, una situazione in linea con la tendenza della GDO di esternalizzare il cosiddetto “last mile” attraverso partnership sempre più numerose con players specializzati nel delivery. Questo assestamento è evidente anche nei dati dei lavoratori attivi nel settore del trasporto e della logistica. Il già citato Bollettino del Sistema informativo Excelsior evidenzia come a giugno 2022 si è registrato un calo di 5.350 lavoratori (-12,6%) su giugno 2021, che diventano -17.120 lavoratori (-15,3%) nel trimestre giugno/agosto 2022 rispetto allo stesso trimestre del 2021.
Uno dei motivi per cui è sempre più diffusa la tendenza di consegnare comunque la merce, a vicini di casa, negozi limitrofi o altro, con lo scopo di segnalare la consegna come effettuata.
MEGLIO I VAN DEI CAMION La potenza del settore delle consegne dell’ultimo miglio è evidente anche in una nuova tendenza che sta prendendo piede nel mondo del trasporto. Ne avevamo parlato qualche numero fa, denunciando la carenza degli autisti di veicoli pesanti. Una carenza dovuta anche al fatto che sempre più driver preferiscono impiegarsi nel settore della delivery, sia per la sua crescita esponenziale che garantisce una certa sicurezza lavorativa, sia per i costi più contenuti. Basti pensare, su tutto, che per guidare un furgone basta la patente B, mentre chi si cimenta nel trasporto pesante dovrà conseguire la famosa patente C e poi la CQC, e magari il patentino ADR, con costi che oscillano tra i 5 o 6 mila euro. Non solo. Un contratto medio di un autista di corriere vale circa 1.700/1.800 euro mensili netti in busta, un autista di pesanti guadagna circa 2.500 euro. Si
IL FUTURO DELLA LOGISTICA DELL’ULTIMO MIGLIO È ELETTRICO?
Con i governi, le città e i fornitori di servizi che si impegnano a ridurre le emissioni di CO2 e i rifiuti, la sostenibilità ora è un imperativo per il settore della logistica. Le aziende del settore si stanno muovendo in questa direzione attraverso diverse iniziative che vanno dalla scelta di packaging sostenibili all’introduzione nelle proprie flotte di veicoli a basso impatto ambientale. DHL, ad esempio, ha dichiarato che, per le consegne espresse internazionali, prevede che la sua flotta europea dell’ultimo miglio crescerà fino a circa 20mila furgoni entro il 2030. Entro quella data e per concretizzare la sua strategia in favore della sostenibilità, l’azienda punta già ad elettrificare il 60% della sua flotta (circa 14.000 veicoli). In fondo i veicoli elettrici moderni, con un range di autonomia di circa 330 km, riescono a soddisfare le esigenze delle aziende di trasporto che si occupano di ultimo miglio, senza sottovalutare il fatto che questi veicoli garantiscono costi di manutenzione più bassi, impattando positivamente sul TCO. tratta, quindi, di poche centinaia di euro di differenza a fronte di una mole di lavoro decisamente più impegnativa. Inoltre, un autista di corriere riceve circa 18 euro di indennità di trasferta, un autista di pesanti ne prende circa 44 euro. Una differenza irrisoria se si pensa che mentre il primo avrà tra le “spese vive” fondamentalmente il pranzo, il secondo dovrà affrontare spese più consistenti, come pranzo, cena e probabile pernottamento. Gioco forza che quello del driver dell’ultimo miglio viene considerato un impiego decisamente più allettante.
MA LA FRODE È DIETRO L’ANGOLO Nel settore delle consegne dell’ultimo miglio però non è tutto rose e fiori. Lo spettro di manodopera non pagata, non in regola o sfruttata è all’ordine del giorno. Sono molti i casi in cui aziende di spedizione o corrieri sono entrate nel mirino della magistratura. A giugno 2021, ad esempio, la Guardia di Finanza, insieme all’Agenzia delle Entrate, nelle provincie di Milano, Monza-Brianza, Lodi e Pavia, ha sequestrato 20 milioni di euro a DHL per frode fiscale e mancati contributi. Il fatto è abbastanza noto. Secondo l’inchiesta, DHL Supply Chain Italy spa, società della multinazionale DHL, aveva utilizzato, dal 2016 al 2019, 23 false cooperative per esternalizzare 1.573 lavoratori, non pagare i loro contributi, abbattere il carico fiscale ed evadere l’Iva. In sostanza i rapporti di lavoro con la società committente venivano “schermati” da un consorzio che si avvaleva,
a sua volta, di 23 società cooperative, che si avvicendavano nel tempo trasferendo la manodopera dall’una all’altra, omettendo il versamento dell’Iva e, nella maggior parte dei casi, degli oneri previdenziali. Il problema è abbastanza rilevante, tanto che ad aprile 2022 la Commissione parlamentare di inchiesta sulle condizioni di lavoro in Italia, sullo sfruttamento e sulla sicurezza nei luoghi di lavoro pubblici e privati ha denunciato come “prendono forma nel comparto, fenomeni di sfruttamento del lavoro in cui irregolarità contrattuali, contributive e salariali appaiono come «normale prassi» ed inoltre si delinea una certa predisposizione ad infiltrazioni di criminalità organizzata. In questo scenario, è difficile prevedere a quale evoluzione sulle condizioni di lavoro dei corrieri, potrebbe portare la crescita (lecitamente attesa) dell’E-commerce”.
IL PROBLEMA DEI SINDACATI Questo contesto è pane per i denti dei sindacati che si mobilitano per rivendicare situazioni e contratti di lavoro più dignitosi, innestando però situazioni di tensione tra aziende e lavoratori al di fuori di ogni controllo. E dando vita a scioperi e manifestazioni spesso indette per motivi futili. A marzo 2022, ad esempio, Filt Cgil, Fit Cisl e Uiltrasporti hanno indetto il primo sciopero della filiera Amazon in Italia per “la verifica dei carichi e dei ritmi di lavoro imposti, la verifica e la contrattazione dei turni di lavoro, la riduzione dell’orario di lavoro dei driver, la clausola sociale e la continuità occupazionale per tutti in caso di cambio appalto o cambio fornitore, la stabilizzazione dei tempi determinati e dei lavoratori interinali ed il rispetto delle normative sulla salute e la sicurezza”. Episodi di questo genere hanno dato vita a una serie di fatti gravi, con feriti, risse e disordini, avvenuti negli ultimi mesi davanti a piattaforme logistiche importanti. Nel frattempo, però, il 16 febbraio 2022, il Ministero del Lavoro, ha ratificato l’accordo tra i sindacati e Assoespressi, Associazione Nazionale Corrieri Espressi Ultimo Miglio ed e-commerce, sull’orario di lavoro dei lavoratori delle società fornitrici di Amazon. Si tratta del primo accordo tra un sindacato e Amazon. Lo scopo è quello di normalizzare un settore in continua espansione. L’accordo prevede che l’orario di lavoro scenda da 44 a 42 ore settimanali ed è già valido dal 1° gennaio 2022, grazie all’intesa tra le parti raggiunta a novembre 2021. Tra le altre intese raggiunte l’aumento dell’indennità di trasporto a partire da settembre 2023 (da 18€/ giorno a 19€/giorno), il riconoscimento della retribuzione giornaliera anche in caso di rotte annullate, un premio risultato di 1.100€ lordi l’anno. Inoltre, nel caso di cambio fornitore, l’azienda entrante si impegnerà a garantire l’assunzione allo stesso inquadramento dei lavoratori assunti dall’azienda uscente. Recentissimo (luglio 2022), inoltre, l’accordo tra Assoespressi e Filt Cgil, Fit Cisl e Uilt a seguito delle proteste di giugno presso i centri logistici Amazon di Origgio, Buccinasco, Burago, Pioltello, Toffetti e Mezzate. L’accordo risponde alle rivendicazioni dei lavoratori e riconosce ai lavoratori e alle lavoratrici “un premio di risultato del 2021 e del 2022, la maggiorazione del 15% sul cambio dei giorni dei contratti part-time e un osservatorio per discutere la congruità dei provvedimenti disciplinari legati alla fase di carico”. Il settore dell’e-commerce e delle consegne dell’ultimo miglio sta sicuramente vivendo un momento di grande sviluppo, provocando nel settore del trasporto delle forti trasformazioni. Questa evoluzione continuerà sicuramente ad influire sulle modalità di lavoro di driver e aziende. Al momento però lo scenario è ancora incerto e sicuramente nebuloso. #