TravelGlobe Aprile 2017

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Federico Klausner direttore responsabile Federica Giuliani direttore editoriale Devis Bellucci redattore Silvana Benedetti redattore Francesca Spanò redattore Paolo Renato Sacchi photo editor Isabella Conticello grafica Willy Nicolazzo grafico Paola Congia fotografa Antonio e Giuliana Corradetti fotografi Vittorio Giannella fotografo Fabiola Giuliani fotografa Monica Mietitore fotografa Graziano Perotti fotografo Emanuela Ricci fotografa Giovanni Tagini fotografo Bruno Zanzottera fotografo Progetto grafico Emanuela Ricci e Daniela Rosato Indirizzo: redazione@travelglobe.it Foto di copertina: COMO | VITTORIO GIANNELLA Tutti i testi e foto di questa pubblicazione sono di proprietà di TravelGlobe.it® Riproduzione riservata TravelGlobe è una testata giornalistica Reg. Trib. Milano 284 del 9/9/2014 2


EDITORIALE

LA RICCHEZZA FORSE FA LA FELICITÁ, MA NON LA SALUTE

Il 20 marzo è stata la Giornata Internazionale della Felicità, una ricorrenza istituita dall’ONU per riconoscere come uno scopo fondamentale dell’umanità la felicità, che permette un approccio più inclusivo, equo ed equilibrato della società verso la crescita economica e il benessere. Le classifiche a riguardo della nazione più felice del mondo si sprecano e le posizioni variano a seconda dei parametri presi in considerazione. La multinazionale Bloomberg, un colosso nel campo delle news con 315.000 abbonati nel mondo e un fatturato di 8 miliardi di US$, ha stilato una classifica su un questionario della Gallup, diffuso dal 2014 al 2016 e basato sulla Scala di Cantril, nel quale si doveva assegnare un punteggio da 0 a 10 alla soddisfazione per la propria vita, paragonata alla migliore soggettivamente possibile. In questo modo la classifica rappresenta il senso di benessere, più che lo stato d’animo al momento dell’indagine. Come è facile immaginare pare che l’indice di felicità decresca con la latitudine, raggiungendo i punteggi più elevati nei ricchi paesi nordici (Norvegia, Danimarca e Islanda sono ai primi tre posti, le regioni equatoriali agli ultimi con Tanzania, Burundi e Africa Centrale). Tuttavia alcuni Paesi come gli USA, pur ricchi, si trovano solo al 14° posto, l’Italia addirittura al 48°. Aspirazioni troppo elevate rispetto alla realtà? No: pare che il grado di felicità sia piuttosto legato a questioni sociali come uguaglianza, diritti, welfare piuttosto che al PIL. Come già l’antesignano re del Bhutan, sta3

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terello himalayano compresso tra India e Cina, aveva intuito sostituendo il PIL al FIL (Felicità Interna Lorda) come metro per misurare la soddisfazione dei sudditi per il suo governo. Personalmente penso anch’io che più che di felicità nella classifica si debba parlare di benessere e sicurezza. Come si può immaginare di provare gioia passando mesi senza quasi luce e dovendo ricorrere alle lampade UV in sostituzione del sole? Tutta questione dei parametri presi in esame. Per esempio noi italici ci lamentiamo di molte cose, ma certo non rinunceremmo tanto facilmente al sole, al mare, al clima mite, che diamo per scontato. O a un piatto di pasta. E qui prendiamo la nostra rivincita. Sempre Bloomberg certifica che non saremo i più felici, ma i più sani sì. Nel gruppo dei 158 Paesi presi in esame l’Italia vanta la miglior aspettativa di vita alla nascita (oltre 80 anni), mentre all’estremità opposta sta la Sierra Leone con un misero 52. Sopravanziamo in questa particolare classifica Paesi come USA, Canada, Inghilterra, che soffrono di un più alto indice di colesterolo e ipertensione, e sfatando miti come il Giappone e Singapore. Il segreto pare risiedere nel nostro vituperato sistema sanitario, che conta un altissimo rapporto medici/pazienti, e nella dieta mediterranea, cui l’alimentazione nel nostro Paese è legata. Frutta, verdura, pasta, olio di oliva, pesce e poca carne fanno miracoli e ci consegnano un indice di salute di 93,11/100, viatico a una vita lunga, se non proprio felice, nel senso che Bloomberg intende.


Comune di Cassina de’ Pecchi

MOSTRA FOTOGRAFICA

4° ONORA LA MADRE (TERRA) | MOSTRA A CURA DEI FOTOGRAFI DEL MAGAZINE DI VIAGGI

La Terra è malata. I combustibili fossili sono i principali responsabili dell’effetto serra, che ne innalza la temperatura. Negli oceani muoiono le barriere coralline e nei nostri mari compaiono pesci tropicali. La deforestazione impoverisce la qualità dell’aria e favorisce l’avanzamento della desertificazione, che sottrae aree coltivabili e mina l’economia di popolazioni già poverissime. A ciò si aggiungono il sovraffollamento e l’ipersfruttamento di molte zone, che rendono nel tempo le risorse naturali insufficienti alla sopravvivenza. Questa mostra, la prima collettiva dei fotografi di TravelGlobe , vuole sensibilizzare il visitatore verso la bellezza del nostro Pianeta, perché la conservi, la risparmi e ne faccia un uso consapevole e perché anche le future generazioni ne possano godere. Come già gli aborigeni australiani avevano compreso 60.000 anni fa, e dopo di loro tutte le popolazioni tribali, noi siamo solo i custodi della Terra, non i suoi proprietari.

INAUGURAZIONE

1 APRILE ORE 17:00 FINO AL

17 APRILE Ingresso libero

MUSEO

MAiO

VIALE TRIESTE 3

CASSINA DE’ PECCHI (MI)

GIORNI FERIALI

GIORNI FESTIVI

15:00 - 20:00 10:00 - 13:00 15:00 - 20:00 LUNEDÌ CHIUSO 17 APRILE APERTO

L’Amministrazione Comunale


S O M M A R I O EDITORIALE di Federico Klausner

PERÙ All’origine della specie

Foto e testi di Giovanni Tagini LONDRA Il Tamigi racconta

Foto e testi di Bruno Zanzottera CAPRI Sortilegio azzurro

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NEWS

ITALIA Quei rami sul lago di Como

Foto e testi di Vittorio Giannella QATAR O mare nero, o mare nero, o mare ner...

Foto e testi di Giovanni Tagini

Foto e testi di Graziano Perotti

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LEGENDA

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M E N T E C U O R E N AT U R A G U S TO CORPO


TATTOO

LIBRI

Titoo design crea tatuaggi temporanei per divertire le persone di tutte le età facendole tornare un po’ bambine. Tanti i disegni fra cui scegliere quello che più piace con la possibilità di creare set personalizzati su richiesta. Tra i più belli ci sono i mandala e quelli ispirati al mehindi indiano. Prezzi a partire da 3 euro. Info

Se riuscissimo ad affrontare le difficoltà con un sorriso e a superare le distanze con l’ironia, sarebbe un mondo probabilmente migliore. Basta infatti leggere Sotto il velo, della giovanissima Takoua Ben Mohamed, per capire che non solo è possibile, ma è anche molto divertente. Permette di vedere le cose da un punto di vista diverso e a scoprire che anche essere vittima di pregiudizi non impedisce di averne a propria volta, anzi. Nulla di stereotipato: gli atteggiamenti che derivano da una visione preconcetta del mondo vengono demoliti dall’autrice con una naturalezza spiazzante e contagiosa. Una lettura piacevole, che ha molto da insegnare. Lo si trova su Amazon

PASQUA

SWISS CITIES

Atmosfere pasquali in Austria, magari nei pressi della città della musica, Salisburgo, che ammalia i visitatori con le sue bellissime piazze e scorci di alti tempi. I caratteristici mercatini pasquali con i prodotti artigianali immersi in bancarelle colorate, con tanti profumi che sanno di primavera. Basta scegliere tra i 40 hotel dell’Associazione Austria per l’Italia (che raggruppa gli hotel austriaci dove si parla italiano) e partire per una vacanza all’insegna della cultura, del buon cibo e del relax. Info

Arte, design, musica e danza sono alla base deli ‘offerta turistica delle città svizzere, che vantano musei e manifestazioni di richiamo internazionale. Protagoniste di riqualificazioni urbane innovative ed ecosostenibili, alcune di esse sono diventate un punto di riferimento nel panorama dell’architettura contemporanea. Con 980 musei, Ia Svizzera vanta la più̀ alta densità̀ di musei al mondo. Ce ne sono per tutti i gusti e per ogni età̀: collezionismo, arte, scienza e addirittura finanza come lo Swiss Finance Museum di Zurigo. Inoltre, sono sempre più̀ frequenti i progetti che riguardano la riconversione di aree industriali in quartieri residenziali. Queste trasformazioni sono state occasione per realizzare nuovi spazi per I ‘arte in tutte le sue accezioni. Ispirati qui


BAGS

Summer Millennials è l’offerta targata Ibis, che si rivolge ai viaggiatori tra i 18 e i 26 anni, che potranno prenotare uno degli hotel della catena - con i suoi tre brand Ibis, Ibis Styles e Ibis Budget - in tutto il mondo a partire da 20 euro a notte e a persona. C’è tempo fino al 15 maggio per prenotare hotel per soggiorni dal 1° luglio al 31 agosto. Italia, Europa, Messico, Oman, Madagascar e India sono solo alcune delle mete interessate dall’offerta Ibis per un’esperienza di viaggio tutta da condividere. Info e prenotazioni

ID è la nuova linea di borse Moleskine disegnate per contenere gli oggetti di ogni giorno e come ufficio mobile. Sono tutte di nylon impermeabile e di tela cerata, materiali impermeabili e durevoli, mentre la base solida conferisce struttura, dando un’ulteriore protezione. La collezione, inoltre, è collegata al gioco online My Analog Cloud: seleziona una serie di oggetti che ti definiscono, la borsa che meglio ti rappresenta e divertiti a guardare e condividere il tuo profilo personale. Info

PASQUETTA

NO STRESS

Torna “S...cova l’ova”, l’attesa caccia alle uova che lo scorso anno ha richiamato oltre trecento bimbi. Una carica colorata che, in 90 minuti, dovrà trovare il maggior numero di ovetti tra le vie del borgo di Santa Maria Maggiore, Bandiera Arancione del Touring Club Italiano. Le uova in tutto sono 1000 uova tra cui lo speciale “ovo d’oro”. Un’occasione curiosa e divertente anche per chi vorrà̀ visitare e scoprire per la prima volta il centro storico della capitale vigezzina. Info

Vivosa Apulia Resort, oltre a essere il primo antistress resort italiano, è l’unica struttura nazionale a ospitare una “Antistress Academy” (organo ufficiale per combattere lo stress), che studia e realizza piani personalizzati per ogni singolo ospite in base ad una rigorosa scientifica misurazione dello Stress attraverso il metodo EASE, Emotional AntiStress Experience. Integra offerta gastronomica naturale e bilanciata ad attività fisiche mirate, sedute yoga, pilates, meditazione e trattamenti tonificanti e rilassanti. Info e prenotazioni

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ESTATE GIOVANE


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| ALL’ORIGINE DELLA SPECIE

Il Perù è un paese ricchissimo. Non solo per i suoi celebri monumenti. Ma anche per la straordinaria varietà di prodotti della terra, che contribuiscono a una cucina in grande ascesa classificata tra le migliori del mondo.

PERÙ

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Nella pagina d’apertura: due simpatici venditori di pesce al mercato di Chiclayo, la città costiera nel nord del Perù, famosa per il commercio di prodotti agricoli e ittici. Nella pagina precedente: l’antica città perduta di Machu Picchu. È il terzo sito archeologico più grande del pianeta, una delle sette meraviglie del mondo e patrimonio dell’umanità dell’UNESCO. Sopra: venditori di capi d’abbigliamento in alpaca nella piazza principale di Chincheros, una deliziosa cittadina coloniale a 3760m s.l.m. nella Valle Sacra degli Incas. A destra: un colorato banco di frutta al mercato di Chiclayo.

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Nella pagina precedente e a destra: alcuni venditori nel grande mercato coperto di Chachapoyas, capoluogo della regione Amazonas. Uno dei più belli e ricchi per varietà di frutta e verdure provenienti dalle zone calde e fertili del nord del Paese. Questo mercato è apprezzato anche per l’artigianato locale e la cucina dei numerosi ristoranti.

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A sinistra: uno dei capi d’abbigliamento che non può assolutamente mancare è il cappello. Difficile vedere uomini e donne senza il classico cilindro bianco in testa. Ogni regione ne ha uno che differisce per forma e dimensioni, ma sempre realizzato in fibra vegetale intrecciata. Quasi tutti sono confezionati a Celendìn conosciuta in tutto il Perù come la città dei cappelli.

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Sopra: lungo le strade adiacenti ai mercati coperti, si trovano numerosi contadini che scendono dalle montagne vicine per vendere i loro prodotti. Tra i più coltivati nelle varie regioni ci sono: patate, mais, carciofi e asparagi. A destra: in Perù si mangia spesso e tanto. All’interno dei mercati ci sono numerosi piccoli ristoranti che propongono, a ogni ora del giorno, piatti semplici e tradizionali, serviti caldi per pochi spiccioli. Ogni ristorantino ha le sue specialità e, a volte, le persone pranzano saltando da un banco all’altro.

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Nella pagina precedente: alcuni manufatti in terracotta ritrovati nel sito archeologico di Huaca Rajada, dove sono state riportate alla luce le tombe del Signore di Sipan e i suoi preziosissimi tesori. A sinistra sopra: alcuni polli pronti per essere venduti. Sotto: l’insegna pubblicitaria dell’Inca Kola, la bevanda nazionale, una bibita gassata dal colore giallo fluorescente e dal sapore dolcissimo: i peruviani ne vanno pazzi! Sopra: un dettaglio delle tipiche finestre con inferriate lavorate a “pizzo”, nella città coloniale di Trujillo. 23


Sotto: uno dei mezzi di trasporto pubblico più usati in Perù è sicuramente l’autobus. Una rete fittissima collega tutte le grandi città e le principali località turistiche. Solitamente sulla fiancata sono scritte le destinazioni. Nello specifico un bus rosso che collega Cusco con Abancay.

A destra: due momenti di vita quotidiana nella cittadina di Celendìn. Una nonna e il nipotino fanno merenda con una grossa Papaya Arequipena. Sotto: un uomo aspetta gli amici davanti a un manifesto che pubblicizza l’imminente corrida. In questa zona del Perù le corride sono molto amate e seguite e ogni città ha la sua arena.

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Un grosso deposito di stoccaggio banane a CelendĂŹn. In queste grandi stanze buie e ben ventilate i frutti maturano, in attesa di essere caricati e spediti in tutto il nord del paese.


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In questa pagina: alcune tipologie di mais presenti in Perù. Si stima che nel paese si coltivino 300 specie autoctone. Con la pannocchia nera si produce la chicha, una tradizionale bevanda molto consumata e di facile preparazione: dopo una lunga bollitura, le pannocchie si lasciano macerare e fermentare per qualche giorno fino a quando non diventano una bevanda scura, dolce e leggermente alcolica (ha lo stesso processo di fermentazione della birra).

Le pannocchie chiare hanno grani di vari formati e sfumature, si consumano bollite, tostate o macinate. Sono moltissimi i piatti che prevedono l’utilizzo di questo cereale. Insieme alle patate, il granoturco è tra i prodotti più amati e consumati dai peruviani. Anche il ceviche, piatto nazionale a base di pesce crudo è servito con patata e mais bollito.

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Nella pagina precedente: il lungo pontile di legno della cittadina costiera Pimental, si estende in mare per quattrocento metri. Un tempo era usato per trasportare le materie prime su grosse navi, con un trenino a cremagliera. Oggi è una attrazione turistica. Sopra: alcuni bambini si divertono a giocare sulla spiaggia di Santa Rosa, dove sono ricoverate decine e decine di barche di pescatori, per essere riparate e ricondizionate da mani esperte.

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Sotto: un banco di pesce al mercato coperto di Chiclayo. La costa nord del Perù è tra le più pescose del Paese. I peruviani consumano moltissimo pesce. Tra i piatti più famosi c’è sicuramente il ceviche, a base di pesce crudo e verdure, e il chupe de camaròn, una zuppa a base di pesce, crostacei, patate e latte.

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In queste pagine: la struttura esterna e una delle cinque sala da pranzo del ristorante La Rosa Náutica di Lima, uno dei migliori ristoranti della capitale. Nasce nel 1983 su uno storico molo della Playa Makaha, nel lussuoso distretto di Miraflores. Dalle sue ampie finestre si gode una magnifica vista della città e della costa. Il momento migliore è il tramonto.

La cucina raffinata, propone piatti rivisitati della tradizione peruviana con un’attenzione particolare per le materie prime. Si può scegliere alla carta ma è consigliato il menù degustazione, che prevede cinque portate dei loro piatti migliori, come il classico ceviche di pesce, il causa di patata gialla con tartare di tonno rosso e erba cipollina o i gamberi giganti in salsa piccante tacu tacu.

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A sinistra: in PerĂš si coltiva e si consuma molto riso, accompagnato da pesce, carne o semplici verdure bollite. Nella foto un risotto ai frutti di mare con gamberi saltati in crema di corallo. In centro: il piĂš conosciuto e famoso piatto peruviano, il ceviche di mare. Viene preparato con pesce crudo, succo di limetta (piccolo limone verde dal succo molto acido) e peperoncino. Vengono aggiunte fettine di cipolla rossa, cubetti di patata dolce o manioca e naturalmente grossi grani di mais bianco andino bollito.

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Sopra: una variante di ceviche vegetariana con mais, patata, zucca, peperone e cipolla rossa, condite con abbondante succo di limone, olio, peperoncino e coriandolo.

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In queste pagine, tre piatti serviti al Fiesta di Chiclayo, tra i migliori ristoranti del Perù. A sinistra: i Picarones, anelli di grano e zucca fritti, serviti con una salsa chancaca. In centro: la causa ripiena, probabilmente è il piatto più famoso dopo il ceviche, si prepara con le amarillas, patate gialle native andine (in Perù si coltivano più di 3000 varietà di patate) lessate e schiacciate a formare delle cialde che racchiuderanno ingredienti a base di pesce, carne o verdure; in questo caso all’interno si trovano calamari, gamberi e avocado.

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A destra: una tradizionale ceviche di cernia, viene irrorata con latte di tigre (limone, peperoncino e spezie) prima di essere servita.

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Nella pagina precedente: appezzamenti dedicati alla coltivazione di riso in una valle nella regione di Cajamarca nel nord ovest del Paese. A sinistra in alto: un cesto di haba (fave) secche. Questo legume è molto usato nella cucina peruviana, essenziale per preparare il pachamanca andino, uno stufato di carni miste con fave, patate, mais e menta fresca.

A sinistra sotto: sulle pendici andine un alpaca adulto è pronto per essere tosato. Ogni animale può fornire 4 kg di lana ogni anno. Sopra: un’anziana donna trasforma la lana grezza di alpaca in fili che successivamente verranno cotti, colorati e trasformati in capi d’abbigliamento.

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Nella pagina precedente: le antichissime saline di Maras si trovano a oltre 3000 m s.l.m. nella Valle Sacra degli Inca, a circa un’ora di auto da Cusco. Oltre 3000 piccole vasche producono, rispettando i metodi antichi di estrazione e raccolta Inca, un sale dal colore rosato e dal profumo minerale unico.

In queste pagine: il Museo Larco di Lima è un museo privato d’arte precolombiana tra i più belli e ricchi di tutto il Perù. L’edificio coloniale ospita una sala con la più vasta collezione di ceramiche a sfondo erotico e un’intera area racchiude un’esposizione dedicata ai manufatti antichi delle culture Mochica, Inca, Chincha.

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Nelle pagine 48 e 49: la sala, i piatti e i cocktail a base di pisco del ristorante El Batan Del Tayta a Chachapoyas, tra i migliori ristoranti emergenti del PerÚ. Il giovanissimo designer-chef David Santin propone una cucina tradizionale rivisitata, puntando all’utilizzo di materie prime autoctone e creando piatti unici, molto particolari per aspetto e sapore. Nella pagina precedente: alcune risaie al tramonto nel distretto di Lambayeque.

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A sinistra: alcune piante grasse nel giardino interno del Museo Larco di Lima. Sotto: sezioni di San Pedro, la pianta sacra delle cerimonie Inca. Ancora oggi viene prescritta dagli sciamani a scopo di guarigione e divinazione. Ha effetti allucinogeni e si utilizza per purificare e illuminare l’anima interiore.

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Sopra: la chiesa della Compañia de Jesus nella piazza De Armas, nel centro storico di Cusco. Situata a 3400m s.l.m. è tra le città più visitate e belle del Perù, ex capitale dell’impero Inca è stata dichiarata, nel 1983, patrimonio dell’umanità dall’UNESCO. È il punto di partenza per raggiungere Machu Picchu, le saline di Maras, Chinchero e gli altri tesori della Valle Sacra degli Inca.

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Sotto: tra le vie del centro storico di Cusco, una giovane ragazza con il tradizionale e coloratissimo costume Quechua, si mette in posa per farsi fotografare dai turisti. I Quechua sono considerati gli ultimi discendenti degli Incas, abitano in una piccola regione andina nel sud del paese e vivono prevalentemente di agricoltura e allevamento di alpaca.

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Sotto: la brigata di cucina del ristorante Chicha di Cusco. Questo elegante locale appartiene al famosissimo GastĂłn Acurio, lo chef stellato che per primo ha esportato nel mondo la cucina andina (possiede piĂš di 50 ristoranti, dislocati in ogni angolo del pianeta), diventando un eroe nazionale, al punto che una buona percentuale di peruviani lo vorrebbe presidente.

A destra in alto: un dolce tradizionale cucinato nel nord del PerĂš a base di fichi caramellati al miele, su un letto di dulce de leche. Sotto: una classica macedonia di frutta fresca condita con una salsa chancaca e impreziosita da granella di cocco.

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A Pochi chilometri da Cusco si trova Oropesa, la cittadina famosa per la preparazione del pane. Quasi il 90% della popolazione si dedica alla panificazione e il pane prodotto viene spedito in tutto il Perù. Il più famoso e prezioso è il Pan Chuta, dal sapore dolciastro, è preparato usando l’acqua sorgiva della montagna sacra Apu Pachatusan, unita a un mix segreto di farine autoctone e cotto nei forni di fango e argilla. Solitamente ha una forma circolare appiattita.


INFO UTILI Foto e testi di Giovanni Tagini QUA N DO A N DA R E Da aprile ad agosto sono i mesi migliori per visitare il paese nel suo insieme. Non occorre il visto turistico, ma un passaporto con almeno sei mesi di validità. È obbligatoria un’assicurazione per tutto il periodo del viaggio. VACCIN A ZIO N I Non occorrono vaccinazioni, ma è consigliato portare antibatterici, antibiotici intestinali, antistaminici, repellente per insetti, crema solare e medicinali vari, in Perù è molto difficile reperirli. Se si visitano le Ande si superano sicuramente i 3000 m di altezza, Può succedere che il primo giorno si avvertano nausea e giramenti di testa, che solitamente dopo qualche ora passano. Per sicurezza portatevi un medicinale a base di Acetazolamide per il mal di montagna. FU S O O R A R I 6 ore in meno rispetto all’Italia. L I N GUA Lo spagnolo è la lingua ufficiale, nelle strutture turistiche l’inglese è molto diffuso. M ON E TA La moneta peruviana è il Nue-

vo Sol (pen). 1 euro corrisponde a 3,5 pen. Le carte di credito sono accettate ovunque nelle strutture turistiche delle grandi città. ABBI GLI AM ENTO A seconda dell’altitudine e della regione visitata le temperature cambiano notevolmente, si consiglia un abbigliamento sportivo e comodo e di vestirsi a strati con capi più leggeri vicino alla costa e pesanti in montagna. I NT ERNET /T ELEF ONO Quasi tutte le strutture alberghiere offrono la connessione wi-fi senza costi aggiuntivi. Il prefisso nazionale peruviano è 0051, quello italiano 0039. ELET T RI C I TÀ Prese di tipo americano a due lamelle, portatevi un adattatore. RELI GI ONE Cattolica TOUR OPERATOR Tour2000 VOLI Tra le migliori tariffe quelle di KLM. Sito ufficiale del turismo peruviano


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| QUEI RAMI SUL LAGO DI COMO

Non sono proprio le parole scritte dal grande Alessandro Manzoni, ma raccontano la meraviglia dei giardini e delle ville affacciate sul lago di Como. Il cui paesaggio è candidato all’inserimento nel Patrimonio UNESCO.

ITALIA

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È scientificamente provato: passeggiare nel verde, tra i fiori, fa bene alla nostra salute, inibisce i pensieri negativi, il battito cardiaco diminuisce e l’umore migliora. Parola del professore statunitense Gregory Bratman della Stanford University. Dobbiamo solo ritagliarci qualche weekend, e passeggiare in questi giardini per riappropriarci di un salutare equilibrio tra corpo e anima e per ritrovare l’armonia interiore. Pagina di apertura: uno scorcio suggestivo di Varenna, posta su un promontorio e sede di Villa Monastero. Doppia pagina precedente: gli archi della Villa del Balbianello affacciati sul lago. Edificata per volontà del Cardinale Angelo Maria Durini (1725-1796) la villa sorge su un piccolo promontorio boscoso, che si può raggiungere a piedi con un comodo sentiero, o dal lago con motoscafi privati e battelli. Sopra: l’arrivo in barca a Villa del Balbianello a Lenno, con il giardino e i platani che rasentano il lago. 64


Il giardino di Villa del Balbianello, tra i più belli del Lario, costruito su terrazze strappate alla roccia in funzione del lago e della costa. I sentieri, ombreggiati da secolari platani, lecci, cipressi e magnolie, sono disseminati di antiche e splendide sculture. Per l’aspra conformazione del terreno non è stato possibile la realizzazione di un vero e proprio giardino all’italiana, né di uno all’inglese.

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Doppia pagina precedente: lo spettacolare ninfeo di Villa d’Este a Cernobbio, decorato a mosaico con ciottoli policromi, che ha la grandiosità scenografica del barocco romano. In prospettiva, in alto tra un filare di cipressi la scultura di Ercole e Lica. Dal 1873 è sede di un hotel di lusso, tra i più rinomati del mondo. Sotto: le splendide fioriture multicolori nel giardino di Villa Carlotta, dove rarità botaniche esotiche convivono, pur all’estremo nord d’Italia, con specie mediterranee, grazie al particolare microclima del lago.

A destra: l’opera scultorea, Clemenza di Tito, attorniata dalla fitta vegetazione del giardino botanico di Villa Monastero a Varenna. È stata l’ultima scultura dell’artista Giovanni Battista Comolli, prima della sua morte (1775-1830). Posta sulla sponda orientale del lago di Como, fu acquistata dalla provincia di Lecco nel 2009. È sede di un centro convegni, dove si svolgono corsi estivi della Scuola Italiana di Fisica, famoso per aver ospitato negli anni lezioni di 34 Premi Nobel, tra cui Enrico Fermi. Il giardino eclettico, ospita una ricca collezione di specie esotiche come agavi, palme africane, yucche e dracene.

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Doppia pagina precedente: la bella facciata neoclassica di Villa Olmo a Como, disegnata da Simone Cantoni nel tardo Settecento, e la bella fontana monumentale dei tre putti in lotta con un mostro marino, opera dello scultore Gerolamo Oldofredi (1840-1905). Da febbraio è interessata da leggeri lavori di riqualificazione, che dureranno tre mesi, ma che non impediranno la visita sia pure parziale di questa splendida struttura adagiata sulle rive del lago. In queste pagine: si raggiunge a piedi dallo splendido borgo di Bellagio il giardino di villa Melzi d’Eril, che fu residenza estiva Francesco Melzi d’Eril, Duca di Lodi e amico personale di Napoleone. In stile neoclassico ha una fornita collezione di aceri giapponesi abbellita da numerosi stagni ricchi di ninfee e di ponticelli in ferro battuto. Splendido poi il viale dei platani, potati a ombrello, abbellito da antiche e pregevoli statue.

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Doppia pagina precedente: Il chiosco in stile moresco di villa Melzi d’Eril, e, di fronte, il monumento a Dante e Beatrice, opera di Giovan Battista Comolli, che pare abbia ispirato la “Sonata a Dante” di Liszt. Qui sopra: i pavoni maschi con le loro piume e penne multicolori iridescenti sono i padroni incontrastati di questi giardini. Con gli scorci paesaggistici mozzafiato sono i soggetti più fotografati.

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Sotto: a Villa Carlotta, nella parte alta dello splendido giardino di oltre 70.000 mq, si può visitare una ricca collezione di bambù altamente scenografica. La costruzione del giardino all’italiana fu iniziata intorno al 1690 dal banchiere milanese Giorgio Clerici che lo abbellì con scale, balaustre e fontanelle.

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Doppia pagina precedente: per godere della bellezza grafica dei fusti elastici dei bambù bisogna sdraiarsi a terra e guardare all’insù. In questa pagina: Villa Melzi d’Eril fu terminata nel 1810 e deve il suo fascino in parte alla straordinaria varietà di piante arboree, come gli aceri giapponesi e in parte agli espedienti adottati per dilatare otticamente lo spazio, in quanto tutto il giardino è stretto tra la collina e il lago. A destra: la fontana centrale di Villa Carlotta a Tremezzo.

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Doppia pagina precedente: vista dal terrazzo di una casa di Argegno. In fondo, nella foschia, il monte San Primo. Qui si trova il punto più profondo del lago: ben 410 metri, record italiano.

In questa pagina: Villa Carlotta. Nel 1843 la Principessa Marianna di Nassau, donò a sua figlia Carlotta la villa. Si può percorrere il giardino grazie a una fitta rete di sentieri ben segnati, immersi in un’esplosione di colori e fioriture; azalee, rododendri himalaiani, orchidee, che, con gli scorci prospettici, ne fanno una meraviglia da godersi a passo lento, inebriati dal profumo mediterraneo delle zagare, lo stesso che affascinò il celebre scrittore francese Gustave Flaubert in visita nel 1845.

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Doppia pagina precedente: grazie al terreno particolarmente acido, dovuto al deposito dei ghiacciai che arrivavano fin qui milioni di anni fa, ogni primavera ci sono celeberrime fioriture di azalee e rododendri di oltre 150 varietà . La visita ai giardini sul lago di Como, ricchi di storia e cultura a pochi chilometri dalla metropoli lombarda, con le prime tiepide giornate di primavera, mostra il lato piÚ sorprendente di sÊ: un universo verde meraviglioso, per le ville nobiliari, parchi e giardini all’italiana, che tutto il mondo ci invidia.

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Come lo spettacolare giardino di villa Monastero a Varenna, che si sviluppa per due chilometri sul lago, con una collezione di glicini invidiabile e un roseto nella parte finale. Nel cuore del giardino, affacciato su uno degli scorci piĂš belli del lago, si arriva al centro convegni.


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Doppia pagina precedente: le case illuminate al tramonto di Varenna, pittoresco borgo di pescatori, risalente all’XI secolo e sovrastato dai resti di un castello. Strette viuzze che arrivano al lago sono animate da botteghe di artigiani e negozietti caratteristici.

Un luogo per passeggiate romantiche e relax, tra le più apprezzate del Lario: vari sentieri accompagnano i visitatori di Villa Carlotta tra camelie, boschi di rododendri, il giardino roccioso e le orchidee. Grazie a Giambattista Sommariva, uno dei proprietari che l’acquistò nel 1795, è possibile ammirare lo straordinario museo, che conserva opere di Canova, Hayez e Thorvaldsen. La villa oggi è proprietà dello Stato Italiano.

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Doppia pagina precedente: l’affaccio sul terrazzo di villa del Balbianello e il gioco di onde per il passaggio di un battello. Qui sotto: le sculture che abbelliscono le mura esterne di Villa Carlotta si affacciano sulla via Regina, l’antica strada che collegava Milano con il nord Europa e che costeggia la riva occidentale del lago, attraversa Paesi silenziosi e suggestivi scenari d’acque, da anni buen retiro di artisti e stranieri.

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INFO UTILI Foto e testi di Vittorio Giannella

Villa del Balbianello, Lenno. tel. 0344 56110. Apertura dall’11 marzo. Villa Carlotta, Tremezzo, tel. 0344 40405. Apertura 10 marzo. Villa Melzi d’Eril, Bellagio. tel. 335 8131417. Apertura dal 25 marzo. Per le informazioni sugli altri giardini.

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| IL TAMIGI RACCONTA

In viaggio su un’autostrada liquida, attraverso un reticolo di ponti, tra splendidi palazzi e house boat bohÊmienne ormeggiate. Il Tamigi riflette la storia di Londra, passata e recente.

LONDRA

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Apertura e doppia pagina precedente: il London Eye, la grande ruota panoramica che si trova sulla riva meridionale del Tamigi tra i ponti di Westminster e Hungerford, quasi di fronte alle Houses of Parliament. La struttura in ferro è alta 135 m e la ruota ha un diametro di 120 m. È conosciuta anche con il nome di Millennium Eye e quando fu eretta, nel 1999, si trattava della più grande ruota panoramica al mondo. Successivamente venne superata da alcune altre ruote panoramiche e oggi la più alta è la High Roller di Las Vegas (168 m). Sopra: due bimbe si godono gli ultimi raggi di sole prima dell’arrivo di un temporale. Questo tratto lungo il Tamigi è percorso da una passeggiata che attraversa l’intera città di Londra. Il tratto più frequentato si snoda tra Westminster e Tower Bridge. Si tratta di 8 km dove si concentrano molte delle principali bellezze architettoniche della città: le Cattedrali di Westimnster e St. Paul, le Houses of Parliament con il Big Ben, la Tate Modern, il London City Hall ed il Tower Bridge, solo per citare le più famose.

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Un artista di strada ha sfruttato questa microscopica spiaggia sul Tamigi, proprio nel centro di Londra, per dare libero sfogo alla sua arte, ricevendo le monete che i passanti gli lanciano dal percorso pedonale, che costeggia tutto il tratto cittadino lungo la riva meridionale del fiume.

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In un piccolo cantiere sui bordi del Tamigi, a Richmond, si continuano a costruire e riparare imbarcazioni in modo del tutto artigianale. Lungo questo tratto del fiume si incontrano spesso equipaggi di canottieri, che proseguono la lunga tradizione canoistica inglese. La sua massima espressione è nella storica competizione tra le università di Oxford e CamBridge.

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House boat ormeggiate al Chelsea Harbour Pier, uno degli imbarcaderi più gettonati dall’alta società londinese. L’antico borgo di pescatori, e culla del movimento punk oggi, si è trasformato in uno dei quartieri più alla moda di Londra, abitato da celebrità di vario genere. Anche i vecchi barconi in stile bohémien si sono trasformati in lussuose dimore galleggianti, con arcigni guardiani pronti a difendere la privacy dei loro proprietari. Doppia pagina seguente: un battello in navigazione sul Tamigi mentre passa davanti alle Houses of Parliament. Visitare Londra cavalcando la sua liquida autostrada, che attraversa 16 ponti pedonali e automobilistici oltre a 6 ferroviari, è un’esperienza che sconfina nella psichedelia. È come osservare il mondo attraverso un caleidoscopio. A seconda del ponte o della sponda da cui la si osserva, la città cambia volto, si scompone e ricompone senza soluzione di continuità.

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Una giovane podista corre sotto il ponte di Blackfrairs. Il lungo percorso pedonale che costeggia il fiume tra Greenwich a Richmond, attraversando completamente la metropoli, è diventato anche una pista di allenamento per joggers e ciclisti. Il primo ponte qui edificato fu realizzato in pietra nel 1769 e venne chiamato William Pitt Bridge, dal nome del primo ministro dell’epoca. Ma quasi immediatamente venne ribattezzato con il nome di Blackfrairs (Frati Neri) per la vicinanza a un monastero di frati domenicani, chiamati in Inghilterra frati neri per il colore del loro mantello.

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Blackfrairs Bridge, sullo sfondo la cupola della cattedrale di St. Paul. L’attuale ponte dei ‘Frati Neri’ fu realizzato nel 1869 e sostituì il precedente ponte in pietra. Al ponte odierno è legata la macabra vicenda del banchiere italiano Roberto Calvi, il cui corpo venne ritrovato impiccato proprio un arco del ponte nel 1982. Il fatto ebbe un’ampia eco su tutti i media internazionali, anche perché si tentò di farlo passare come un suicidio, mentre successivamente venne appurato che si trattò di un omicidio. Doppia pagina seguente: il Tower Bridge si riflette nelle vetrate di un ristorante thailandese sulla spianata di fronte al moderno edificio del municipio.

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Lavavetri sui grattacieli del nuovo quartiere degli affari, nella zona di Canary Wharf. Quest’area, che si incunea in una grande ansa del Tamigi nell’East End londinese, era l’ombelico del porto di Londra, con i nomi dei suoi docks (West India e East India dock), che rievocano il periodo imperiale. Canary Wharf, che prese il nome dai commerci che si svolgevano in particolare con le isole Canarie, oggi si è trasformata in una gigantesca estensione della City, frequentata da un esercito di impiegati in camicia e abito scuro.

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Due impiegati durante la pausa caffè del nuovo polo direzionale di Canary Wharf osservano un funambolo esibirsi per uno spot pubblicitario. Questa moderna estensione della City, con i suoi grattacieli, si presta particolarmente a riprese cinematografiche. Doppia pagina seguente: il Tamigi ai piedi di Richmond Hill a Richmond Upon Thames. Questo tranquillo villaggio, all’estremità occidentale della metropoli, è stato oggi inglobato dalla città metropolitana, ma continua a mantenere l’aspetto di un villaggio di epoca vittoriana, dove passare una giornata in completo relax, passeggiando tra i parchi e le antiche case. Richmond si trova al capolinea occidentale delle mini crociere lungo il Tamigi, che partono da Westminster.

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Relax nei giardini della cattedrale di Southwark, nei pressi di London Bridge. I londinesi approfittano di ogni pur pallido raggio di sole per sdraiarsi sui prati degli innumerevoli parchi cittadini.

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Pausa pranzo per gli impiegati del moderno edificio del municipio, progettato da Norman Foster, che fronteggia il Tower Bridge, una delle piÚ classiche icone della vecchia Londra. Tutta questa zona di Londra ha subito una profonda trasformazione ed i vecchi docks, dove si stoccavano le merci provenienti da ogni parte dell’Impero, hanno lasciato spazio a un quartiere di grattacieli, banche e ristoranti alla moda.

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Anche i ragazzini gioiscono alle prime giornate di sole primaverile, divertendosi tra gli spruzzi dei giochi d’acqua, creati dalle fontane di fronte alla City Hall.

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Questa antica casa, sede di una fondazione umanitaria, è tra le poche reminiscenze storiche sopravvissute alla trasformazione, in chiave moderna, del quartiere attorno al London Bridge, il padre di tutti i ponti del Regno. In corrispondenza dell’attuale ponte ne esisteva già uno in epoca romana. Un secondo ponte in pietra venne costruito nel periodo medievale e sopravvisse fino al 1960, quando venne venduto ad una società americana per 2 milioni e mezzo di dollari, e trasportato in Arizona. A Londra ne rimane il ricordo. Doppia pagina seguente: panoramica sul Tamigi da Waterloo Bridge. In primo piano il ponte dei Blackfrairs, sulla sinistra la cupola della cattedrale di St. Paul ed al centro un’altra opera dell’archistar Norman Foster: il grattacielo che i londinesi hanno denominato ‘The Gherkin’ il cetriolo.

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Un gruppo di monaci buddisti chiacchierano con una turista sul tratto pedonale lungo il Tamigi, di fronte alla Tate Modern. Il museo dedicato all’arte contemporanea è stato ricavato da una vecchia centrale termoelettrica. Chiusa nel 1981, la centrale venne riconvertita in museo ad opera della direzione della Tate Gallery, che ne affidò il restauro agli architetti svizzeri Herzog & de Meuron. La Tate Modern venne inaugurata nel 2000 e, da allora, è il museo d’arte moderna più visitato al mondo grazie anche all’ingresso gratuito (con esclusione delle principali esposizioni temporanee).

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I vecchi edifici della zona orientale dei docks, oggi restaurati e trasformati in lussuoso quartiere residenziale. Come molte zone di Londra, anche questa parte dell’East End, un tempo povera e malfamata, oggi ha subito un totale processo di gentrificazione, con lo spostamento della popolazione originaria in altre zone sempre piÚ periferiche. Doppia pagina seguente: tramonto sul Tamigi e sui grattacieli del nuovo quartiere degli affari, nella zona tra Canary Wharf e il Milwall Dock, originariamente utilizzato per il commercio di legname e granaglie.

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Il Millennium Bridge, ponte sospeso pedonale in acciaio, che attraversa il Tamigi unendo la zona di Bankside con la City, è stato realizzato per celebrare il passaggio al nuovo millennio. Inaugurato il 10 giugno 2000, con soli due giorni di ritardo sul programma, il ponte venne però immediatamente chiuso per le vibrazioni causate dall’alto numero di persone che lo percorrevano (90.000 solo il primo giorno). Le oscillazioni obbligavano i pedoni a muoversi in maniera sincronizzata come quando si attraversa un ponte tibetano. La chiusura e le successive polemiche sullo spreco di denaro pubblico, durarono un paio d’anni fino a quando il problema venne risolto con l’inserimento di smorzatori a inerzia (a contrasto delle oscillazioni verticali) e idraulici (per quelle orizzontali) per la modica cifra di 5 milioni di sterline. A destra: crepuscolo sul distretto completamente ricostruito, dove sorge il modernissimo municipio, che si intravede sullo sfondo a fianco dello storico Tower Bridge, una delle immagini più conosciute della Londra imperiale.

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Doppia pagina seguente: il moderno edificio London City Hall, realizzato dall’archistar Norman Foster nel 2002. Poco amato dal sindaco laburista Ken Livingstone che lo paragonò ad un testicolo di vetro, ricevette una maggior considerazione dal suo successore conservatore, Boris Johnson, che lo soprannominò “la cipolla”. Tower Bridge sulla sinistra, rappresenta il contraltare storico al moderno edificio. Costruito tra il 1886 ed il 1894, all’epoca era anch’esso un’opera rivoluzionaria perché dotato di moderne tecnologie che ne permettevano l’apertura in soli 90 sec., per consentire alle navi di procedere sul fiume fino al successivo London Bridge.

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A fianco: il grattacielo in costruzione progettato da Renzo Piano, con i suoi 310 m. d’altezza, è oggi l’edificio più alto della Gran Bretagna. Anche quest’opera architettonica ha ricevuto un soprannome dai londinesi: The Shard of Glass, la scheggia di vetro.

Sopra: interni della Trafalgar Tavern a Greenwich, di fronte al Tamigi. Questo borgo, alla periferia orientale della metropoli, ha mantenuto tutta la sua atmosfera da vecchia Inghilterra. Qui, dove nasce il tempo nel suo celeberrimo osservatorio astronomico, si conclude anche il percorso pedonale che affianca il Tamigi, come le crociere dei battelli provenienti da Westminster Court Pier.

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Moderne zone residenziali di fronte al Tamigi nei pressi della vecchia centrale termoelettrica di Battersea. Progettata dall’architetto Sir Giles Gilbert Scott, lo stesso ideatore delle rosse cabine telefoniche, la centrale è stata dismessa nel 1983, ma le sue bianche ciminiere sono diventate uno dei simboli principali della Londra musicale. I Pink Floyd la misero sulla copertina del loro album Animals, i Beatles la utilizzarono nelle riprese del film Help e una sua foto compare anche nella brochure dei testi dell’album degli Who Quadrophenia.

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INFO UTILI Foto e testi di Bruno Zanzottera Una crociera sul Tamigi Thames River Boat Da Hampton Court a Westminster. Partenze soggette alle maree (controllare on line). Lungo la corsa si può salire e scendere dalla barca a piacimento, in corrispondenza delle varie fermate. City Cruises e Thames Clipper collegano Westminster a Greenwich, con partenze ogni mezz’ora la prima e ogni 20 min. la seconda (anche qui potete scendere e risalire in vari punti del percorso). Soste durante la navigazione da Hampton Court a Greenwich Hampton Court Palace, East Molesey, Surrey, orari tutti i giorni dalle 10 alle 16.30. Ye Old Swan, Marble Hill House, Richmond Road, Twickenham. Per gli orari controllare on line. Richmond Park, tutti i giorni dalle 7 al tramonto. Kew Gardens, tutti i giorni dalle 7. La chiusura varia a seconda della stagione. Craven Cottage Stevenage Road, Fulham. Il tour guidato dello stadio si tiene tutti i giorni alle 11.15 e alle 13.15 tranne alla vigilia delle partite. Tate Britain, Millbank, tutti i giorni dalle 10 alle 17.50, il primo venerdì del mese fino alle 21.

Houses of Parliament. Tour guidati tutti i sabati e sei giorni la settimana in estate. Durata 75 min. Con partenza alle 9.30 e alle 16.30 Da Westminster a Greenwich London Eye, South Bank. Tutti i giorni: da aprile a giugno dalle 10 alle 21, luglio e agosto fino alle 21.30. National Theatre, South Bank. Tour guidati nel backstage si tengono tutti i giorni e durano 75 min. Oxo Tower, Barge house St. all’ottavo piano della torre un bar e una brasserie offrono spettacolari panoramiche sulla città da ammirare a pranzo e a cena. Tate Modern, Bankside. Da domenica a giovedì dalle 10 alle 18, venerdì e sabato dalle 10 alle 22. Clink Prison Museum, Clink St. Fino a giugno, dal lunedì al venerdì dalle 10 alle 18, sabato e domenica alle 19.30, luglio e agosto fino alle 21. Golden Hinde, St Mary Overie Dock. Visite guidate tutti i giorni dalle 10 alle 17.30. London City Hall, The Queen’s Walk. Si può visitare parte dell’edificio dal lunedì al giovedì dalle 8.30 alle 18, venerdì fino alle 17.30. Royal Observatory, Greenwich. Aperto tutti i giorni dalle 10 alle 17.


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| O MARE NERO, MARE NERO, MARE NER…

È quello di petrolio su cui galleggia il Qatar e cui deve la sua ricchezza. L’oro nero sta cambiando l’aspetto di un Paese brullo, senza piogge, né superfici coltivabili, che investe in modernissimi grattacieli di archistar.

QATAR

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Nella pagina d’apertura: un uomo della sicurezza controlla e piantona l’ingresso di un nuovo cantiere. In questi ultimi anni lo sviluppo urbano è in forte crescita, ci sono decine di cantieri aperti che contemplano la costruzione di numerose opere, infrastrutture e grattacieli. Nella pagina precedente: nella capitale Doha si sta avendo un boom immobiliare senza eguali e lo skyline sta radicalmente cambiando con la costruzione di nuovi uffici, grattacieli e hotel, che si affacciano al Golfo Persico.

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In queste pagine: lontano dai nuovi quartieri iper-moderni e tecnologici, nel cuore antico della vecchia Doha, il tempo sembra non essere mai passato. Qui la vita non è frenetica e le persone si rilassano nei numerosi bar bevendo un buon the alla menta o fumando la shisha (il narghilè).

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Nella pagina precedente: dal centro della cittĂ vecchia, percorrendo la Corniche, la grande strada a 8 corsie che costeggia il golfo di Doha, si arriva ai nuovi quartieri destinati agli uffici e allo shopping. A bordo mare si trova una bella strada pedonale lunga 5 chilometri dov’è ubicato il monumento simbolo della capitale, una fontana a forma di grossa conchiglia d’ostrica contenente una perla che commemora le antiche tribĂš Qatari, che pescavano le perle.

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In queste pagine: subito fuori Doha c’è il deserto. La città è circondata da dune di sabbia. Da qui partono escursioni turistiche a bordo di grossi fuoristrada, che sfrecciano sulle piste battute fino al mare. Per gli amanti della natura, si possono effettuare magnifici giri a dorso di cammello accompagnati da beduini esperti.

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Nella pagina precedente: una spettacolare vista dello skyline del quartiere West Bay, incorniciato da tre grandi finestre ad arco, che si trovano nella terrazza del museo d’Arte Islamica sul Golfo di Doha. Sopra: l’impressionante e magnifica struttura disegnata dal famoso architetto Ieoh Ming Pei, lo stesso che ha progettato la Piramide del Louvre, è la sede del Museo d’Arte Islamica di Doha. Questo museo è nato con l’intento di mostrare al mondo intero le connessioni storico-cultural e la vita intellettuale ed economica del mondo islamico.

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Sotto: secondo l’architetto Pei, la struttura da lui progettata incarna l’essenza dell’architettura islamica. La sovrapposizione cubista di grossi blocchi quadrati e ottagonali che termina con una torre centrale con due finestre che ricordano gli occhi di una donna, richiamano le antiche fortificazioni islamiche e la Moschea di Aba Ibn Tulun del Cairo.

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In queste pagine: la più grande e preziosa collezione del museo d’Arte Islamica è composta da circa 900 opere (costate cifre da capogiro) esposte su una superficie di 35.000 mq. Si sviluppa su due temi principali: il viaggio e il linguaggio nell’arte islamica. Un percorso di 1300 anni di storia con tesori provenienti da tre continenti, che spaziano dai più pregiati tappeti persiani del 17° secolo, alle antichissime ceramiche iraniane.

Un percorso da mille e una notte, tra armature medioevali, gioielli Moghul e manoscritti islamici, con copie antichissime del Corano e straordinarie illustrazioni raffiguranti scene leggendarie, ritratti e temi floreali. Visitare questo museo significa scoprire il fascino artistico-culturale islamico che in occidente è poco conosciuto e apprezzato.

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Sopra: la vista dall’alto della fontana ottagonale in porfido francese nero e inserti dorati e la grande vetrata che si affaccia direttamente sul mare. Nel museo si trova un moderno coffee shop progettato da Philippe Starck che, negli anni, è diventato un luogo di ritrovo di giovani e intellettuali della capitale. Al quinto e ultimo piano si trova il ristorante IDAM, un ambiente raffinato ed elegante (anch’esso disegnato da Starck) cono la cucina sofisticata del grande chef stellato Alain Ducasse.

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Sotto: la maschera da guerra forgiata in Iran occidentale nel 15° secolo, realizzata in acciaio con intarsi in oro. Il museo è aperto tutti i giorni della settimana eccetto il martedì e l’ingresso è gratuito. Fino al 4 novembre si può visitare la mostra “Imperial Threads” con oggetti artigianali provenienti da Turchia, Iran e India.


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Nella pagina precedente: le piscine e la spiaggia privata del lussuoso Four Seasons Hotel Doha, nel nuovo quartiere West Bay. In queste pagine: un gruppo di studentesse in visita al museo attraversa il ponte che unisce il Museo d’Arte Islamica con il MIA Park, una piccola isola verde costeggiata da palme e affacciata sul golfo di Doha, dedicata allo svago e al relax. Regolarmente vi vengono organizzati concerti serali di Jazz e ogni primo sabato del mese si tiene il piÚ importante mercato delle pulci della città .

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Nella pagina precedente: la grande scalinata che si trova nell’atrio del Museo d’Arte Islamica è il punto di partenza per la visita delle collezioni. I soffitti sono arricchiti da complessi ornamenti a cupola e da grossi e decorati lampadari sospesi. Sopra: in attesa dei mondiali di calcio che si terranno a Doha nel 2022, la città sta affrontando un boom immobiliare senza precedenti. Il programma del Paese, in occasione dei mondiali, prevede investimenti per 100 miliardi di dollari nella costruzione di nuove opere e infrastrutture. A destra: alta 200 metri la Tornado Tower è tra i grattacieli più eleganti della capitale. La sua forma si inspira a un turbine di tempesta nel deserto.

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In queste pagine: dimenticatevi il superlusso, gli altissimi grattacieli tecnologici e le strade a 8 corsie, nella zona pedonale del Souq Waqif, il cuore della città vecchia, si respira aria di tempi passati. Un dedalo di viuzze con decine di botteghe d’artigianato, venditori di spezie nel mercato centrale, bar e ristorantini che propongono specialità tipiche. Il momento migliore della giornata per visitarlo è dopo il tramonto, quando la temperatura si abbassa e la gente affolla i locali e le piazze.

Da ogni angolo del centro storico si può ammirare uno dei simboli della città, il minareto di tipo babilonese a forma di spirale del centro culturale islamico Fanar. A pochi passi dalla moschea, in un edificio storico dal colonnato a volte, si trova il museo della caccia con il falco, una grande passione degli emiri, che praticano questo sport da molti secoli.

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Nella pagina precedente: la tipica imbarcazione dhow aspetta i turisti per un’escursione nel golfo di Doha da dove ammirare la città nel suo splendore. A sinistra e in basso a destra: gli arredi sfarzosi della hall del Four Seasons Hotel. In alto a destra: la colonna degli ascensori interni dello Sheraton, visti dalla spettacolare hall del lussuoso resort, noto come la Piramide del Golfo per la sua caratteristica forma.


Sotto: un’emblematica immagine di un pozzo petrolifero nel deserto. L’oro nero ha permesso al Qatar di diventare l’emirato più ricco del mondo, ma la tendenza di questi ultimi anni lo vede puntare sulla tecnologia, sulle finanze e sul turismo. Con la compagnia di bandiera, Qatar Airways, che sta conquistando sempre più mercato, sarà presto uno dei Paesi sul golfo più visitati.

A destra: passioni sfrenate che accomunano tutti gli uomini del Qatar sono la velocità e le corse. Le supercar sono molto amate e nell’emirato ce ne sono davvero tante: sicuramente si vedono più macchine sportive che utilitarie. Nell’ambito dello sport la moto GP la fa da padrona, ma anche le corse di cavalli e dromedari sono molto seguite.

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Nella pagina precedente: le due gemelle Zig Zag Tower svettano nel complesso residenziale a nord di Doha, meta di riferimento per lo shopping e l’intrattenimento più esclusivo della capitale. A sinistra. A pochi passi dal mare immerso nel verde si trova l’edificio simbolo della città: la vecchia Clock Tower, posta all’ingresso della Grande Moschea, è famosa per la presenza dei numeri arabi sul quadrante. A destra: un gruppo di ragazze all’ingresso di un grosso centro commerciale.

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Nella pagina precedente: la particolare struttura di questo edificio ricorda la prua di una nave ed è la sede del lussuoso Mövenpick hotel. Sotto: un particolare di porta persiana del 17° secolo, realizzata in legno intarsiato, con inserti in avorio e ottone. La trovate esposta nel Museo d’Arte Islamica.

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INFO UTILI Foto e testi di Giovanni Tagini QUA N DO A N DA R E I periodi migliori per visitare il Paese sono da ottobre a maggio quando il clima non è troppo caldo. D OCU ME N TI Passaporto con validità di almeno sei mesi, il visto viene rilasciato in aeroporto. CLIMA In Qatar c’è il sole quasi tutto l’anno, in autunno e in primavera la temperatura varia da un massimo di 25° a un minimo di 10°. In estate la massima è di 45° e la minima di 20°. FU S O O R A R IO + 2 ore rispetto all’Italia. L I N GUA L’arabo è la lingua ufficiale, ma quasi tutti parlano l’inglese. VALU TA La moneta del Qatar è il rial. 1 rial corrisponde a 0,25 euro. Accettate ovunque le carte di credito. T EL EF O N O Il prefisso internazionale del Qatar è +974 AB B I G LIA ME N TO Consigliati abiti leggeri e chiari per il giorno e più pesanti

per la sera (sconsigliati vestiti scollati o pantaloncini corti), occhiali da sole, cappello, scarpe comode e crema protettiva. Portarsi un abito formale per accedere ad alcuni ristoranti. F EST I VI TÀ Il giorno di festa per i mussulmani è il venerdì. M EZZI DI T RASPORTO Il taxi è molto diffuso ed economico. M ANC E Molto gradite, se non necessarie per assicurarsi un buon servizio. AM BASC I ATA I TALI ANA A DOHA Qatar University Area, Zone Al Torfa no.68, Street no.870. tel. +974 44831 828/803/802. Cellulare per emergenza: +974 55513365, attivo nelle ore di chiusura degli uffici. E-mail NUM ERI T ELEF ONI C I Per le emergenze: 999 Pronto Soccorso: 194 Polizia: 192 TOUR OPERATOR Il Viaggio Journeys & Voyages COM PAGNI A AEREA Qatar Airways ENT E PER I L T URI SM O Visit Qatar


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| SORTILEGIO AZZURRO

Legata a una immagine glamour, di bellezza e lusso, Capri è un gioiello che vanta bellezze paesaggistiche uniche, scorci memorabili e resti storici importanti, profumati di macchia mediterranea.

CAPRI

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In apertura la creativa immagine di una barca all’interno della Grotta Azzurra dove tutto sembra fondersi in un sortilegio azzurro. Pagina precedente: una vista dall’alto del faro di Punta Carena, che come una sentinella protegge una delle più belle isole del mondo. Il faro è attivo dal 1867. La sua costruzione è iniziata nel 1862, su progetto degli ingegneri borbonici, ed è tra i maggiori fari d’Italia. Sopra: uno stupendo veliero per crociere di lusso staziona nelle acque vicino a Marina Piccola e all’arco naturale, una delle magie capresi. La località è raggiungibile esclusivamente con due lunghe passeggiate, entrambe spettacolari: una che parte dalla piazzetta di Capri, la seconda da Punta Tragara. Lungo il percorso sono visibili i I Faraglioni, la grotta di Matermania e Villa Malaparte.

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Nella doppia pagina precedente: il tratto della via Krupp, vista dai giardini di Augusto, sembra un ricamo sottratto alla roccia. Percorrerla è come fare un viaggio nei sensi; un lungo preambolo dalle forti emozioni visive, fino al mare di Marina Piccola. È una delle strade più famose dell’isola di Capri. Il magnate tedesco dell’acciaio Frederich Alfred Krupp, abitando in una suite del centrale hotel Quisisana, voleva raggiungere rapidamente il suo panfilo ormeggiato a Marina Piccola e comprò l’intera area compresa fra la Certosa di San Giacomo e il Castiglione, e vi fece costruire la via Krupp.

In questa pagina: la famosa Piazzetta di Capri, ritrovo di turisti e personaggi famosi del panorama internazionale e uno scorcio del porto.

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La vita sull’isola di Capri scorre con gli stessi ritmi da sempre: una passeggiata nelle vie del centro storico e turisti di ogni nazionalità che percorrono le sue vie - in questo caso provenienti dal Giappone - con i tipici ombrelli per ripararsi dal sole.

Sopra: l’ospitalità di altissimo livello delle suite dell’hotel Capri Palace, con piscina privata personalizzata da famosi artisti.

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La vista del porto da uno dei tanti traghetti che portano sull’isola i turisti, italiani e stranieri, che arrivano nelle prime ore del mattino e ripartono nel pomeriggio. Sono i cosiddetti pendolari del tour giornaliero di Capri: ogni anno sulle banchine si registra il transito di 4 milioni di passeggeri!

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Una vecchia stampa appesa in un locale di Capri riporta ad antiche atmosfere e ritmi capresi, quando l’isola non era ancora invasa da milioni di turisti.

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Anacapri. La casa rossa è uno edificio storico bizzarro, un vero mix di differenti stili, ubicato a ridosso della Casa Aragonese. Prende il suo nome dal colore rosso pompeiano che la caratterizza e la rende inconfondibile. Fu costruita tra il 1876 ed il 1898 dal colonnello americano J.C. MacKowen, che vi raccolse la propria collezione di reperti archeologici, provenienti da diverse culture.

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Anacapri. Nel 1895 il medico svedese Axel Munthe si innamorò delle rovine di un’antica cappella e volle acquistarla a tutti i costi. Mentre procedeva con i lavori di restauro, rinvenne, nel vigneto adiacente, i resti di un’antica villa romana. Da questi attinse per adornare la nuova villa con numerosi reperti archeologici, che tuttora si possono osservare all’interno e nello splendido giardino. Oggi è di proprietà di una fondazione svedese che l’ha trasformata in museo, dove, tra l’altro, nel periodo estivo si svolgono suggestivi concerti di musica classica.

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Anacapri. I limoni di Capri sono la felicitĂ di tanti turisti soprattutto quelli provenienti dai paesi freddi, le granite al limone, il liquore limoncello e gli spaghetti al limone sono un must della gastronomia caprese.

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Anacapri. La piccola chiesa di San Michele Arcangelo si trova nel centro storico di Anacapri, che già da solo merita un viaggio. La chiesa è meta imperdibile per il capolavoro che custodisce: il bellissimo mosaico napoletano del 1700, che fa da pavimento e che rappresenta la cacciata di Adamo ed Eva dal Paradiso Terrestre.

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Anacapri. Le boutique grandi firme di Capri sono solo un ricordo. Qui ad Anacapri sapienti artigiani creano ancora piccoli capolavori Come le infradito e i sandali fatti al momento dal signor Antonio Viva e dal figlio Antonio e le ceramiche finemente dipinte da artigiani-artisti nelle loro piccole botteghe. Può anche succedere di sentire i n lontananza una melodia: note famose provenienti da una chitarra e da una voce che intona “Luna Capreseâ€?.


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Anacapri. In queste pagine: uno scorcio del bel centro storico di Anacapri. A destra: un anziano si gode il silenzio e la frescura sulla passeggiata che porta a villa San Michele. In alto: una delle tante targhe del Parco Filosofico di Capri, istituito per volontà dell’economista svedese Gunnar Adler Karlsson e della moglie Marianne. Addentrandosi nei suoi sentieri, tracciati nella macchia mediterranea, si trovano piccole mattonelle di maiolica, che riportano citazioni di alcuni tra i maggiori filosofi. Il parco si trova nella parte finale della via Magliara e la passeggiata è tra le più belle di tutta Capri.

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A sinistra: i resti Villa Jovis, una delle 12 ville che l’imperatore Tiberio fece costruire tra il 26 e il 37 d.C. e quella da lui scelta per ritirarsi a vita privata. In basso, Villa Lysis è in stile Liberty. Fu fatta costruire nel 1904 dal conte Jacques d’Adelswärd-Fersen, che ne fece la sua dimora. Nella pagina a destra: la Grotta Azzurra. Larga 25 metri e lunga 60, con l’ingresso alto meno di un metro, è il capolavoro naturale più visitato a Capri. Conosciuta già dl tempo degli antichi romani, si presume fosse uno dei ninfei preferiti dall’imperatore Tiberio, che fece costruire Villa Damecuta proprio sopra di essa.

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Nella doppia pagina precedente: la straordinaria vista dalla villa Lysis. Qui sotto: i Faraglioni, vero e proprio emblema di Capri. Il Faraglione di Terra o Saetta è l’unico unito alla terra ed è il più elevato, con i suoi 109 metri. Il Faraglione di Mezzo, chiamato Stella è quello in cui è presente la galleria naturale che lo attraversa per intero. I Faraglioni sono anche citati da Virgilio nell’Eneide.

Pagina a destra: la vita notturna di Capri si snoda tra ristoranti, bar con affacci sul mare, l’immancabile giro in Piazzetta e lo shopping tra i vicoli del centro storico.

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A sinistra: la vetrina di una delle numerose boutique di grandi firme in via Camerelle e l’entrata dell’hotel Scalinatella, dalla facciata moresca. Posizionato lungo la splendida via Tragara, che conduce fino al belvedere con vista sui faraglioni,è un piccolo e lussuoso hotel eletto nel 2008 dalla rivista Condè Nast miglior hotel del mondo.

Nella pagina a destra: Mario Biondi nel tradizionale concerto di ferragosto che l’isola offre a tutti i villeggianti.

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Molti sostengono che la caprese debba la sua nascita a un muratore particolarmente patriottico, il quale amava farcire con i colori del nostro tricolore l’interno del suo panino: basilico, pomodoro e mozzarella arricchivano così una morbida pagnotta da gustare durante la pausa pranzo. Tuttavia esiste una prova storica antecedente a questa vicenda, che collocherebbe l’inizio della storia della Caprese intorno agli anni ‘20, quando la ricetta del piatto fece la sua comparsa nel menù dell’hotel Quisisana a Capri.

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INFO UTILI Foto e testi di Graziano Perotti CO ME A R R IVA R E A Capri ovviamente ci si arriva via mare. Gli aliscafi e i traghetti partono da Napoli e Sorrento. Nei mesi estivi ci sono corse anche da Positano, Amalfi, Salerno ed Ischia. A Napoli i collegamenti per Capri partono da molo Beverello e Calata Porta di Massa. Nella maggior parte dell’anno non è permesso lo sbarco di auto sull’isola.

DOVE DORM I RE A Capri si può alloggiare in hotel che vanno dai B&B (circa 100€/notte) a quelli di lusso estremo, famosi in tutto il mondo, che vale la pena anche solo visitare, come lo storico Quisisana (camere 320 – 1700 €/notte) e la Scalinatella Capri (camere 320 – 1050 €/notte). Ad Anacapri lo stupendo Capri Palace hotel e Spa con al suo interno una ricca collezione di opere d’arte di maestri internazionali (160 – 3550 €/notte). I NF O Per tutte le informazioni su una visita a Capri.

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