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Federico Klausner direttore responsabile Federica Giuliani direttore editoriale Devis Bellucci redattore Silvana Benedetti redattore Maddalena De Bernardi redattore Dario Marcucci redattore Francesca Spanò redattore Paolo Renato Sacchi photo editor Ilaria Bianchi grafica Willy Nicolazzo grafico Paola Congia fotografa Antonio e Giuliana Corradetti fotografi Vittorio Giannella fotografo Monica Mietitore fotografa Graziano Perotti fotografo Emanuela Ricci fotografa Giovanni Tagini fotografo Bruno Zanzottera fotografo Progetto grafico Emanuela Ricci e Daniela Rosato Indirizzo: redazione@travelglobe.it Foto di copertina: Graziano Perotti Tutti i testi e foto di questa pubblicazione sono di proprietà di TravelGlobe.it © Riproduzione riservata TravelGlobe è una testata giornalistica Reg. Trib. Milano 284 del 9/9/2014
Viaggiare lentamente è un’arte, ma anche un lusso. Per esplorare uno o più Paesi con la calma e la dedizione che meritano, è necessario molto tempo che sempre meno si ha a disposizione. E allora si corre anche in viaggio, nella speranza di vedere tutto il necessario nel minor tempo possibile. Questa, in realtà, non è la filosofia di TravelGlobe: ci piace scovare storie, lasciarci andare all’esperienza per fonderci con ciò che ci circonda. Quando però il tempo è tiranno ma si vuole coronare un sogno, la velocità può tornare utile. La nuova tratta della Transiberiana, infatti, prevede di avvicinare Mosca e Pechino: settemila chilometri e sei fusi orari in sole 48 ore. Al momento i cinesi posseggono la rete dell’Alta Velocità più estesa al mondo, garantendo costi di viaggio davvero irrisori. La realizzazione richiederà molti anni di lavoro e, comunque, i romantici potranno continuare a usufruire dell’antica tratta voluta dagli zar, utilizzata da letterati e nobili. Per percorrerla nell’interezza del suo itinerario, da Mosca a Vladivostok, ci vogliono sette giorni, attraversando pianure deserte, gole sconcertanti e le coste strepitose del lago Bajkal. Il fascino indiscutibile di un viaggio lento guardando scorrere volti e panorami non verrà mai battuto dalla fretta, ma la modernità riuscirà a sconfiggere le emozioni?
TRAVELGLOBE
EDITORIALE
S O M M A R I O EDITORIALE di Federica Giuliani ITALIA Terra di risaie Testo e foto di Graziano Perotti
FRANCIA La terra dai sapori decisi Testo e foto di Giovanni Tagini
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NEWS
ETIOPIA, Valle dell’Omo Africa primitiva Testo e foto di Monica Mietitore
SIVIGLIA La città dorata Testo e foto di Graziano Perotti
SARDEGNA
Un volo in laguna Testo e foto di Paola Congia
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LEGENDA
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M E N T E C U O R E N AT U R A G U S T O CORPO
HOTEL
IN TRENO
Necessiti di un detox completo, che includa anche la tecnologia? Puoi trovarlo al B&B il Richiamo del Bosco, nei Boschi di Carrega. A pochi chilometri da Parma potrete farvi cullare dall’ondeggiare delle fronde e dal canto degli uccelli. Qui ci si disintossica dalle onde elettromagnetiche dei cellulari e si disattiva il wifi per sintonizzarsi con il regno della Natura. Per una volta dimenticate email e telefonate. Prezzi a partire da 80 euro a camera, colazione inclusa. Info www.ilrichiamodelbosco.it
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STRUMENTI Cocoon® realizza sacchi lenzuolo, cuscini e abbigliamento da notte con materiali, naturali e tecnici, adatti ai viaggiatori. Quando si viaggia in autonomia è sempre bene portare con sé questi complementi, indispensabili per sentirsi a proprio agio in ogni situazione... anche in quelle più avventurose. Estremamente leggeri, hanno un ingombro molto ridotto in modo da non appesantire il bagaglio. Info: Coccon www.cocoon.at
WEB
BENESSERE
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Quale destinazione migliore del Cuore Verde d’Italia per una vacanza benessere? Il Consorzio Umbria Benessere - Club Vitae propone tante idee, che si ispirano proprio alla filosofia del well being: paesaggio naturale che si intreccia all’offerta culturale e artistica del territorio, gusto che ben emerge dalle tipicità locali e, naturalmente, trattamenti wellness. Sapone nero, sali del Mar Morto e olio extravergine di oliva sono solo alcune delle tante proposte. Per scoprire tutte le offerte visita il sito Umbria Benessere e prenota del tempo per te stesso.
TELEFONO Vai in Francia e hai paura di spendere troppo di cellulare? Orange ha la soluzione: compra online, prima di partire, una SIM francese e usufruisci di una vantaggiosa offerta all inclusive che ti permetterà di telefonare e navigare per due settimane a soli 42 euro. Info: Orange Holiday store .orange.com/it/
LIBRI Il Giappone appare così lontano da noi, eppure la sua cultura millenaria fatta di rituali e abitudini, a volte strane, non può che coinvolgere. Per conoscere meglio gli aspetti più o meno noti del Paese del Sol Levante, leggete Orizzonte Giappone: Viaggio fra cultura, cucina e natura di un paese all’apparenza incomprensibile. L’autore, Patrick Colgan, vi accompagnerà per le strade cittadine ad assaggiare un ramen, a vedere le vecchie case di Gion e per itinerari meno noti a gustare piatti che, da soli, non avreste osato ordinare. La scrittura piacevole e delicata di Patrick bene si adatta all’eleganza del suo amato Giappone. Ebook: Orizzonte Giappone www.amazon.it
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TERRA DI RISAIE
Viaggio nelle terre riflesse, dove nascono quei chicchi che sono in grado di unire anime e culture.
ITALIA.
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In Terra di risaie nella sezione dedicata alla memoria un tributo alle mondine e alla loro fatica. Nella foto la sala delle mondine presso la Tenuta Colombara di Livorno Ferraris (VC). Qui il dott. Piero Rondolino ha mantenuto la sala come ai vecchi tempi per tramandare ai giorni nostri tutte le sue suggestioni.
Il mulino di Mora Bassa e all’interno un piccolo suggestivo museo dedicato al genio di Leonardo.
Il mulino di Mora Alta nei pressi di Vigevano.
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Il mulino di Mora Alta. Leonardo Da Vinci in un suo codice cita i “ Mulini di Vigevano�.
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Vecchie fotografie raccontano il mondo antico delle mondine.
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Gran parte del territorio pavese dopo la semina del riso diventa una enorme distesa d’acqua, è necessario per mantenere una temperatura costante.
Un volo di Garzette sul riso alla Cascina Alberona a Mortara.
Vecchie fotografie nella sala mondine della Tenuta Colombara.
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L’ecosistema delle risaie è arricchito da una grande presenza di uccelli: aironi bianchi, grigi e garzette. Recentemente anche gli Ibis sacri provenienti dall’Egitto hanno trovato il loro habitat ideale.
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Come un gesto propiziatorio, il riso appena raccolto tra le mani viene lasciato cadere a pioggia in segno di abbondanza.“ Nutrire il Pianeta “ è il messaggio che vuole veicolare Milano EXPO 2015 e questa fotografia vuole essere un tributo della terra di Lomellina e le sue risaie.
Il riso maturo, pronto per essere raccolto.
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Quando il fotografo ci accompagna nella sua dimensione a colori è la dimensione estetica a dominare e colpiscono gli accostamenti audaci e piacevolissimi. Roberto Mutti
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La risaia diventa un mondo fantastico dove la realtĂ assume sfumature oniriche. Roberto Mutti
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La tipica casa del Campè alla tenuta Colombara di Livorno Ferraris.
Olevano Lomellina, presso il museo contadino, tutti gli anni si rinnova la tradizione della trebbiatura, come ai vecchi tempi, con macchine dei primi del Novecento unite alla manualità dell’uomo.
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L’elegante volo di un airone bianco sulle terre della Lomellina.
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INFO UTILI Testi e foto di Graziano Perotti
MOSTRA Le foto del reportage fanno parte di una mostra personale di Graziano Perotti che si svolgerà dal 14 febbraio al 29 marzo 2015 al Castello Sforzesco di Vigevano. L’intervento critico sulla fotografia è curato da Roberto Mutti. Il libro “Terra di risaie”, realizzato a mano in tiratura di 100 copie, è curato dallo stesso fotografo Graziano Perotti ed è edito da Edizioni Massimo Fiameni design. L’ingresso sarà gratuito. La mostra sarà visitabile da martedì a venerdì, dalle 14.00 alle 17.30, sabato, domenica e festivi dalle 11.00 alle 13.00 e dalle 15.00 alle 18.30.
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valle dell ’ omo . AFRICA PRIMITIVA
Viaggio nel profondo Sud, dove la vita è legata a tradizioni ancestrali e misteriose usanze.
ETIOPIA.
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Patrimonio dell’umanità dell’Unesco dal 1980, la Valle dell’Omo prende il nome dall’omonimo fiume che ne solca gli altopiani meridionali fino a divenire affluente del lago Turkana. Siamo nel Parco Nazionale di Mago, a circa 800 km dalla capitale Addis Abeba, uno dei territori più belli e spettacolari dal grande Sud. Prevalentemente coperto da una fitta e selvaggia savana e da una zona desertica nella parte meridionale, occupa una superficie di 2.160 km².
In questa vasta area selvaggia e primordiale vivono bufali, zebre, giraffe antilopi e la timida scimmia Colubus. Il parco non è tuttavia visitato tanto per la fauna che lo popola quanto per essere abitato dai Mursi, una tra le tribù più note e riconoscibili della Valle dell’Omo. Appena giunti al villaggio, lo spettacolo che si apre davanti agli occhi è magnifico e stupefacente. La vegetazione appare fitta e impenetrabile e l’orizzonte sterminato.
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I Mursi sono una tribÚ di allevatori seminomadi dal carattere fiero e a volte poco socievole. Si prestano con riluttanza a farsi fotografare e chiedono 2 birr (9 centesimi di euro) per ogni scatto. Inutile mettere la macchina in modalità silenziosa, il loro udito allenato scopre immediatamente l’inganno.
Le donne, bellissime, usano portare grandi piattelli in argilla inseriti nelle labbra e nei lobi delle orecchie. Considerati un elemento di bellezza, vengono inseriti fin dall’adolescenza e sostituiti con gli anni con piattelli di dimensioni sempre piÚ grandi fino a deturpare labbra e lobi in maniera irreparabile. In molti 39 casi, per fare spazio al piattello, è addirittura necessario rimuovere i denti posteriori.
Nella foresta, quando i rami litigano, le radici si abbracciano. (Proverbio africano)
La pista ci porta sempre piÚ a sud, verso il confine con il Kenya. Andiamo verso Turmi attraverso le terre dei Banna e degli Hamer per incontare i Karo. La fitta e rigogliosa savana ha lasciato il posto a sconfinati paesaggi semi desertici. La pista è secca e dura: al nostro passaggio alziamo solo una leggerissima fitta polvere rossastra.
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I giovani Mursi sono decisamente i piÚ socievoli del villaggio. Appena scesa dall’auto e imbracciata la macchina fotografica sono proprio loro i primi ad arrivare e proporsi per una foto di gruppo. Gli adulti si avvicinano poco dopo armati dei loro bastoni e dei loro sgangherati kalashnikov. So già il prezzo, il problema è ricordare quanti bambini ho fotografato e quanti bir devo dare. Ho birr in tutte le tasche possibili, piegati a due a due e sembra che i Mursi lo abbiano capito benissimo...
I Karo sono un piccolo gruppo etnico di ceppo nilotico in via di estinzione. Decimati da carestie ed epidemie - e dalla puntura della mosca tse-tse - vivono in poveri villaggi di capanne a forma circolare. Le donne usano trafiggere il mento con un bastoncino di legno o un chiodo. Questa donna non lo porta, e non porta neppure la tradizionale acconciatura di capelli corti e arricciati a formare piccole palline impastate d’argilla. Forse è malata o forse è solo anziana. Difficile stabilire l’età.
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Siamo nel villaggio di Korcho. Posizionato su un altopiano, offre una vista spettacolare dell’Omo sottostante e delle sue anse. Come i Mursi, anche i Karo hanno il culto della bellezza. Alti slanciati ed eleganti fanno un uso molto creativo di tutto ciò che la natura offre loro: piume, conchiglie, foglie, perline, polveri vegetali e minerali come ocra, calce bianca, cenere di carbone e di legno. Tutto è sapientemente mescolato e usato per ornare viso e corpo.
Il borkota è un oggetto in legno a duplice funzione. Poggiatesta per dormire e sgabello per sedersi. Tutti gli uomini di tutte le etnie della valle dell’Omo ne possiedono uno e difficilmente se ne separano. Questo uomo di etnia Karo non rinuncia a farsi fotografare insieme al suo inseparabile amico.
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Due persone che si amano, possono abitare insieme sopra un abisso. (proverbio Etiope) Questo è forse stato l’incontro più dolce ed emozionante di tutto il viaggio attraverso questo incredibilmente paese. Di questa Madre Terra che è la grande Africa.
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Dopo più di un’ora di navigazione da Omorate arriviamo al primo villaggio. Ad accoglierci per primi sono come sempre i bambini. Urlanti e increduli si avvicinano e scappano per poi tornare a osservarci da più vicino. I Dassanech (popolo del delta) o Galeb, appartengono allo stesso ceppo delle etnie keniote settentrionali e sono gli abitanti delle regioni più a sud delle Valle dell’Omo.
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Il fiume Omo nasce nell’altopiano etiopico e sfocia dopo 760 km nel lago Turkana. Il notevole dislivello e la presenza di dighe, rende il suo flusso piuttosto impetuoso. Per questo motivo è navigabile solo nel suo corso finale. Una curiosità. Il suo secondo nome è Bottego, in onore all’esploratore italiano Vittorio Bottego che, alla fine del 1800, perse la vita durante una spedizione per tracciarne il completo e complesso percorso.
Omorate, ultima cittadina prima del confine con il Kenya. Siamo sul tratto finale del fiume Omo prima che si divida e raggiunga il Lago Turkana. Da qua inizia la navigazione verso gli sperduti villaggi dei Dassanech. Una curiosità: la canoa più antica dell’Africa e la terza più antica del mondo è la Dufuna della Nigeria ed è vecchia 8000 anni.
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Diceva lo scrittore Amadou Hampate Ba che “In Africa ogni volta che un anziano muore è come se bruciasse una biblioteca”. Questa donna Dassanech è vecchia e cieca. Siede davanti alla sua capanna e dietro di lei un deposito di viveri e di foraggio, sapientemente accantonati sopra rudimentali palafitte. Lei stessa sembra essere lì da sempre a guardia di questo tesoro.
Descritti come “popolo di guerrieri” e dallo “spirito bellicoso” i Dassanech appaiono piuttosto come una popolazione dolce e mite. Provati da un clima torrido, dalla siccità che spesso li costringe e cercare nuovi pascoli, colpiti dalla malaria e da altre numerose malattie abitano in semplici capanne circolari fatte di paglia canne rami bastoni e talvolta lamiere.
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Di tradizione nomade, i Dassanech vivono di caccia e di pesca. Abili nel costruire canoe resistenti alle correnti e agli attacchi dei coccodrilli, pescano usando un particolare tipo di rete a maglie larghe. Allevano capre e bovini, che danno loro latte, carni e pelle e hanno un sistema agricolo arcaico e rudimentale che consente loro di coltivare sorgo, mais, zucche e fagioli. Le donne fanno parecchi chilometri ogni giorno per raggiungere i mercati. Questa è la sola occasione per barattare merci e per mantenere i rapporti sociali con le altre tribÚ.
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Così come all’arrivo, anche alla partenza sono i bambini a correrci dietro. Prima di tornare alla barca che ci riporterà a Omorate lasciamo loro una piccola palla…. Ci sono molti modi per chiamare questa etnia: Daasanach, Dasenach, Dassanech, Merille e Galeb, ma c’è solo un modo al mondo per chiamare quel gioco dove un gruppo di ragazzi si raduna per correre dietro a un pallone e prenderlo a calci.
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Non mi porre domande, adesso. Numerosi sono i misteri di questo mondo. Tutto ciò che vedi davanti ai tuoi occhi è una benedizione. CosÏ scriveva Efua Theodora Sutherland, drammaturga regista autrice per bambini e poetessa orinigaria del Ghana. E aveva ragione.
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INFO UTILI Testi e foto di Monica Mietitore
CLIMA L’Etiopia si estende nella parte orientale del continente africano (Corno d’Africa), tra l’Equatore e il Tropico del Cancro. Nella Valle dell’Omo l’altitudine più bassa e la latitudine più meridionale fanno sì che le temperature siano più elevate.Il periodo più indicato per il viaggio va da luglio a marzo: le zone montuose della Rift Valley presentano un clima mite e fresco; scendendo verso sud invece diventa caldo e secco. COME ARRIVARE Per l’ingresso in Etiopia è necessario essere in possesso del passaporto con validità minima di sei mesi dalla data di partenza. È inoltre richiesto un visto turistico che può essere rilasciato dalle competenti autorità oppure direttamente all’arrivo. Per il rilascio del visto non è richiesto il certificato di vaccinazione contro la febbre gialla a meno che si sia stati in Paesi considerati a rischio negli ultimi sei mesi. LINK Informazioni turistiche Ministero della Cultura
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LA TERRA DAI SAPORI DECISI
Da Le Mans a GuÊrande, un insolito itinerario tra natura, arte e gastronomia, una Francia che non ti aspetti: un omaggio all’Italia, un artista fra giganti e un diamante che nasce dal mare.
FRANCIA.
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In rue des Trois Sonnettes a Le Mans, nel cuore della città vecchia, tra case a graticcio e viuzze strette in lastricato, si trovano i ristoranti e i locali più pittoreschi e rinomati. Alcuni semplici bistrò specializzati nella gastronomia tradizionale della regione, altri più sofisticati e moderni, come lo stellato Michelin Le Beaulieu, gestito da Olivier Boussard soprannominato l’enfant prodige della cucina francese.
Attraversata dal fiume Mayenne, Laval è una vivace cittadina medioevale sorta intorno alle mura del castello della famiglia Guy. Da sempre considerata uno strategico nodo commerciale, tessile e culturale, la cittadina è una meta importante del classico tour dei castelli della Loira. Questo fiorente crocevia, grazie alla sua posizione privilegiata, conserva un ricco patrimonio architettonico e culturale che nel 1993 gli è valso l’etichetta ufficiale di “città d’arte e storia”.
Da chissà quanto tempo, il centro storico di Laval ospita uno dei mercati ortofrutticoli più rinomati della regione, decine e decine sono i produttori che arrivano da molto lontano con i prodotti che la campagna francese sa produrre: solo frutta e verdure di stagione rigorosamente biologica. Sono piccoli banchi, gestiti dagli stessi contadini, a volte con un solo prodotto o poco più, ma di grande qualità e gusto; la garanzia che offre un unico passaggio, dal produttore al consumatore, provare per credere!
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Se si cita Le Mans viene subito in mente la prestigiosa e mitica corsa automobilistica, la “24 ore” che nel mese di giugno porta 200.000 appassionati sportivi da tutto il mondo. Ma Le Mans non è solo gare automobilistiche, anzi, è molto di più: è il centro cittadino più visitato di tutti i paesi della Loira. Di origine romana, è uno dei più antichi e meglio conservati centri storici di tutta Europa. Da visitare sono i resti delle mura con le sue torri, la cattedrale gotica di San Giuliano, il guardiano della città, la fonte dei giacobini e il conservatorio di musica, ma in realtà ogni viuzza e ogni casa a graticcio raccontano la storia della città e meritano di essere visti.
Un’esperienza davvero unica è soggiornare in un’antica dimora di campagna, in una “maison de charme” dove trovare lo stereotipo dell’ospitalità francese dell’art de vivre. Non fa eccezione la Villa des Arts appena fuori Le Mans a Savigné-l’Évêque. Questa splendida dimora, da poco restaurata, è uno di quei casi che fa sorridere e riempie d’orgoglio noi italiani. Nella Francia più nazionalista questa villa omaggia lo splendore dell’Italia: il soggiorno rievoca i fasti pompeiani, le camere da letto richiamano “La primavera” del Botticelli e i giardini sono assolutamente all’italiana come pure la cucina… una bella soddisfazione!
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A Cossé-le-Vivien, lontano dai fasti di Parigi, nel bel mezzo del nulla della campagna della Mayenne, si trova uno dei più bizzarri e particolari musei di Francia: un mondo immaginifico fatto di pietra, opere d’arte, draghi e un santuario indù. È un’opera visionaria dell’eccentrico artista/operaio Robert Tatin che dedicò gli ultimi vent’anni della sua vita a erigere quello che lui definì il suo capolavoro; e se qualcuno gli chiedeva perché l’avesse fatto, lui rispondeva semplicemente: “Se è il paradiso che cerchi, l’unico modo per trovarlo è costruirtelo da solo”.
Quattro ingressi: la porta della Luna, del Sole, del Drago e dei Giganti si affacciano sui 4 punti cardinali. Tutti conducono al centro della sua visionaria opera, dove si trova la sua piccola casa che fu dimora per gli ultimi anni della sua vita e dove decise di farsi seppellire. Entrando dalla Porta dei Giganti, si percorre una maestosa via scandita da sculture raffiguranti i grandi artisti che hanno influenzato la carriera artistica filosofica: Goya, Van Gogh, Leonardo e Rembrandt, per citarne alcuni. Mentre la Porta del Sole inizia con le raffigurazioni di Adamo ed Eva e prosegue con totem mitologici e della storia dell’umanità .
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La Grande Brière è un’area paludosa tra le più estese di Francia, 40.000 ettari di canali, dighe e isolotti rendono questo parco naturale (protetto dal 1970) un vero paradiso per gli amanti della natura e del birdwatching. Numerosi sono i sentieri percorribili a piedi o in bicicletta, ma il modo migliore per visitarla è, senza alcun dubbio, a bordo della Chaland: una chiatta tradizionale a fondo piatto che oggi viene spinta da un piccolo e silenzioso motore elettrico, nel rispetto dell’ambiente.
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Il drago con le fauci spalancate è probabilmente l‘opera più spettacolare ed emblematica di tutto il museo Tatin, forse per le dimensioni mastodontiche o per il suo aspetto terrificante, o ancor di più per il suo mistico significato: il drago rappresenta l’uomo nell’istante in cui “addenta” il mistero dell’esistenza portando sulle sue spalle l’intera famiglia. Quello che per molti potrebbe sembrare un giardino zen, per altri un mondo di fantasia o più semplicemente un santuario indù, è in realtà un’opera dal significato molto più complesso. Si chiama Notre-Dame-de-Tous-le-Monde ed è dedicata a tutte le madri e i padri del mondo: bassorilievi che raffigurano divinità, personaggi mitologici, serpenti, animali immaginari, danzano per celebrare l’unione dell’uomo con la natura. Queste le parole di Tatin che descrivono perfettamente il lavoro di tutta la sua vita: “Mi inquietano la religione, la morte, la malattia e la miseria. Mi inquieta, soprattutto il destino. Ho dovuto raccontare tutto il caos del mondo per riuscire ad avere un corpo sano, uno spirito libero e un cuore umano.”
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Più ci si avvicina al mare e più la cucina si trasforma, si lasciano alle spalle i piatti sofisticati ed elaborati a base di carne e si iniziano a gustare ricette di pesce e crostacei. Siamo a Guérande, la patria del sale, dei molluschi e dei crostacei. I mesi che vanno da maggio ad agosto sono il periodo migliore per gustare le coquilles Saint-Jacques (capasante), mentre una fantastica saten di vongole o un freschissimo pesce dell’atlantico in crosta di sale si possono ordinare e assaporare tutto l’anno.
Merita una citazione la créperie La Salorge a Guérande, che, a detta dei più esperti, serve le crêpe più buone di Francia. In questa regione, infatti, le créperie stanno come le pizzerie a Napoli: ai trovano a ogni angolo e quasi sempre offrono un prodotto di altissima qualità. Le crêpes de La Salorge sono tanto buone da avere estimatori in ogni parte del Paese: lo stesso Sarkozy viene qui da Parigi per gustarle. Vengono servite con un’infinità di farciture, salate o dolci accompagnate dalla bevanda regionale più famosa: il sidro. Da provare.
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L’architettura è quella delle tipiche abitazioni dei pescatori. Si affacciano sulla spiaggia tra Piriac-sur-Mer e Turballe. Semplici ed eleganti oggi sono molto ricercate dai vacanzieri parigini che nei mesi estivi cercano in quest’angolo di Bretagna l’atmosfera e l’ambiente ideale per trascorrere vacanze rilassanti.
La storia insegna quanto il sale abbia influenzato l’economia del mondo. Sono infiniti gli usi di questo straordinario minerale, da quello alimentare a quello industriale o come conservante, si dice che si possano contare più di 10000 utilizzi diversi. Per gli abitanti di Guérande il “loro” sale è una religione, il migliore, il più buono; non lo pensano sola da queste parti, infatti, in tutta la Francia è l’unico sale utilizzato per la preparazione del foie gras, per affinare i formaggi più prestigiosi o semplicemente per insaporire il burro. Si dice che anche i più prestigiosi pasticceri lo usino per esaltare il sapore della tarte-tatin.
Il sale di Guérande è l’unico che si fregia del Label Rouge, l’equivalente dell’Appellation Contôlée che si usa per i migliori vini Francesi. Diverso da tutti gli altri sali, si è meritato i nomignoli di “diamante del mare” o “caviale bianco”. Il suo colore grigio chiaro è determinato dal terreno argilloso ricco di elementi organici trasportati nei secoli dalla Loira. Questi elementi saturi di batteri, conferiscono al fleur du sel, il sale più costoso e pregiato della produzione: gusto delicato dal profumo intenso di violetta. La sua raccolta, la prima della stagione, è riservata solo alle donne.
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A Herbignac nel cuore del Parc Naturel régional de Brière, viene mantenuto lo stile architettonico delle tipiche case rurali di campagna francesi, abitazioni di pietra con il tetto molto spiovente ricoperto di paglia, con piccole e colorate finestre. Molte sono abitazioni private, altre sono trasformate in piccoli alberghi o deliziosi ristoranti. È il caso del famoso ristorante La Chaumière des Marais, che offre una cucina raffinata dedicando molta attenzione ai prodotti del territorio. Specializzato in piatti di pesce è membro dell’associazione della Cusinerie Gourmande. Molti sono i menù degustazione, ma nel periodo primaverile è consigliato il menù a base di capesante, diverse portate una più buona dell’altra: capesante con foie gras, cotte a bassa temperatura o nel burro salato, marinate con agrumi o incredibilmente accoppiate a una zuppa di castagne, il posto ideale per gli amanti della buona cucina.
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Nel cuore della città medioevale di Guérande, la città del sale, si trova il delizioso petit hotel La Guérandière. La proprietaria, la signora Valérie da qualche anno ha aperto agli ospiti la casa di famiglia, una residenza d’inizio secolo recentemente restaurata. Le poche camere, arredate con gusto e ricercatezza, hanno per tema un colore, mentre la sala della biblioteca è lo spazio adibito per la prima colazione, per rilassarsi o leggere un libro; nei mesi caldi una veranda colma di fiori si affaccia sul bel giardino.
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Questa scultura stilizzata di un pescatore, fa parte di un monumento composto con più figure e dedicato agli antichi mestieri della regione, si trova nella piazza centrale di Guérande. È risaputo quanto siano bravi i francesi a promuovere il proprio territorio, non fa eccezione il bellissimo museo del sale. Si trova appena fuori le mura di questa antica città celtica, in prossimità delle saline di Batz-sur-Mer. Pannelli, foto, antichi strumenti, raccontano le saline fin dalla loro nascita. Una storia interessante che nasce nel’8oo da alcuni monaci che decidono di trasformare un’area di paludi salate in saline e arriva fino ai giorni nostri senza quasi nessun cambiamento.
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Dettaglio di un bassorilievo che si trova nella Porta del Sole nel museo di Robert Tatin.
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INFO UTILI Testi e foto di Giovanni Tagini
CO ME ARRIVARE La regione della Loira non è molto distante da Parigi. Orleans è infatti a soli 130 km dalla capitale ed è facilmente raggiungibile con un’auto a noleggio. Esiste anche un ottimo collegamento ferroviario tra Parigi e la Valle della Loira. Grazie al treno ad alta velocità (TGV), il tragitto da ParigiMontparnasse a Tours è infatti coperto in poco più di un’ora. DA NON PERDERE 21 i castelli della Loira, che fanno parte del Patrimonio Unesco insieme all’omonima valle. Visitarli sarà come attraversare la storia dell’intera Francia. Info: castelli-loira.it LINK Valle della Loira
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Bat Tour Mongolia arranges adventure tours across M to a nomadic culture that has barely changed for hun encounter rare animals in the Mongolian wilderness. Adventures: Trekking in Khuvsgul & Altai Mountain biking Fishing Mountaineering in the west Horse, camel riding Classical and Cultural: Southern, Northern Mongolia Buddhist Eagle festival Winter festival Naadam festival Other tour service Air and train ticketing Car rental Hotel booking Logistics Guide service
Tours and Expeditions
Mongolia`s unspoiled landscape. Be introduced ndreds of years, learn about their history as you .
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The tour though northern and central Mongolia may give you great opportunity to explore unspoiled nature, historical sites of Mongolia and experience nomadic way of life. We hope that this tour will be unforgettable memory of your life.
Tour name: Discover Northern Mongolia Highlights: 2 days horse riding at Khuvsgul & hiking Tour duration: 14 days 13 nights Destinations: Khuvsgul, Khorgo and Kharkhorum Group size: Minimum 4pax Total distance: 2400 kms Accommodations: 2 days in hotel & 11 days in GER camp Guide: English speaking (Other languages are available)
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LA CITTÀ DORATA
Vibrante, colorata e luminosa. Città esotica ed elegante, che include in sé tutta l’anima della Spagna.
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Al mattino si prepara accuratamente il terreno all’Arena della Real Maestranza, la plaza de toros piÚ famosa di Spagna.
Al suono delle trombe entrano i toreri per la presentazione della corrida.
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“ Eran le cinco en punto de la tarde “ per citare Garcia Lorca, il grande scrittore che certamente di corride se ne intendeva. E i toreri entrati dalla “ Porta del Principe” salutano la folla.
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Non sempre con l’aiuto di sedativi picadores e banderilleros riescono a ridurre la spaventosa potenza di un toro di 600 kg e la bravura del torero spesso è messa a dura prova. Alla Real Maestranza scendono solo i migliori toreri del mondo.
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Non sempre il torero ha la meglio sul toro e numerose sono le ferite subite anche dai piĂš famosi e abili.
Una turista a Plaza de EspaĂąa.
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La scuola di flamenco di Siviglia ha l’impronta della grande artista Cristina Hoyos che aprì con un memorabile spettacolo le olimpiadi di Barcellona nel 2007.
Nel cuore di Siviglia in Calle Manuel Rojias Marcos c’è l’imperdibile Museo e Scuola di Flamenco dove si può assistere a coinvolgenti spettacoli da parte di grandi performer.
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Al centro del parco di Maria Luisa la famosa e spettacolare Plaza de España. La piazza fu costruita in occasione dell’Esposizione Iberoamericana che si tenne a Siviglia nel 1929. Rappresentativa dell’architettura regionalista, é fatta di mattoni con applicazioni in ceramica policroma. È di forma ovale con un diametro di circa 200 metri, circondata da una magnifica costruzione con grandi torri su ogni lato.
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La visita sotto la luce del tramonto che riscalda i mattoni rossi degli edifici dona alla Plaza de Espa単a una suggestione particolare.
Un passaggio in centro storico. Sullo sfondo si scorge la famosa torre de la Giralda, il campanile della 107 cattedrale cittadina, esempio di architettura Almohade. Dal 1987 fa parte del Patrimonio UNESCO.
Il passeggio in una delle eleganti vie nel centro storico a Siviglia.
Sposi a Siviglia. Lo sposo indossa l’uniforme della “ Guardia Civil “.
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Particolare dei raffinati soffitti dell’Alcazar Reale. In origine il palazzo era un forte dei Mori, ma nel tempo subÏ numerose modifiche e trasformazioni. Carlo V fu l’ultimo a mettervi mano, facendo aggiungere dettagli gotici in contrasto con lo stile islamico originale.
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All’alba risplende nelle mille tonalità del rosso e del giallo la cattedrale che ospita la spoglie di Cristoforo Colombo ed è il più grande impianto barocco-gotico del mondo. La Torre della Giralda è il simbolo di Siviglia: costruita da Herman Ruiz nel 1568 domina la città. Una leggenda narra che i cavalieri arabi riuscissero a salire a cavallo la scala interna sino alla sommità.
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La città è attraversata dal fiume Guadalquivir. Sulle sue rive una miriade di ristorantini e locali tipici dove mangiare cibi tradizionali e bere qualcosa in compagnia.
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Il ponte in ferro di Triana porta all’omonimo antico quartiere di Siviglia. Il nome deriva da una colonia romana fondata da Traiano. Il quartiere, un tempo vissuto da operai e marinai, è diventato famoso successivamente per ospitare ballerini di flamenco e toreri.
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Nel quartiere di Triana si può ben vivere la movida sevillana. Ai tanti tavolini affacciati sul fiume vengono serviti golosi spuntini a base di prosciutto Pata Negra e bicchieri di manzanilla: tipico vino bianco adatto all’aperitivo.
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INFO UTILI Testi e foto di Graziano Perotti
VISITARE LA CITTÀ Gli orari in Spagna sono un po’ diversi rispetto ai nostri. Di solito la colazione è facoltativa e non esiste un vero e proprio orario in cui consumarla. Per quanto riguarda invece il pranzo, non si entra nei ristoranti prima delle 14.30, mentre per la cena è impensabile mangiare prima delle 21.30. La sera è sempre utile prenotare, soprattutto nel week end. CLIMA Le estati andaluse sono famose per essere torride, mentre gli inverni sono brevi. La città di Siviglia ha un clima mediterraneo, con una temperatura media di 26ºC durante la maggior parte dell’anno e con leggere brezze che soffiano in primavera e in estate. Anche gli inverni sono miti e gli autunni poco piovosi, mentre nei mesi di luglio e agosto le temperature sono molto elevate. LINK Visita Siviglia
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UN VOLO IN LAGUNA
Nessuna malinconia, solo i colori degli uccelli che disegnano liberi su una tela dai toni tenui.
SARDEGNA.
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“Passavamo sulla terra leggeri come acqua, come acqua che scorre, salta, giĂš dalla conca piena della fonte, scivola e serpeggia fra muschi e felci, fino alle radici delle sughere e dei mandorli o scende scivolando sulle pietre, per i monti e i colli fino al piano, dai torrenti al fiume, a farsi lenta verso le paludi e il mare, chiamata in vapore dal sole a diventare nube dominata dai venti e pioggia benedetta.â€? Sergio Atzeni
L’airone cenerino sosta in attesa di spiccare il volo. La laguna è silenziosa ma non dorme mai. I suoi abitanti la percorrono in punta di piedi, rispettosi, dalle albe nebbiose invernali fino ai tramonti dorati delle stagioni più calde.
Le barche che rientrano alle prime luci dell’alba col loro pescato quotidiano non disturbano i volatili presenti in laguna: questi sono abituati a convivere con il passaggio degli umani.
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Non è raro incontrare vecchi natanti abbandonati. Forse dormono, forse sognano le avventure trascorse.
La garzetta sta a lungo immobile nella sua postazione, finchĂŠ decide di iniziare la sua danza.
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A seconda delle giornate le luci cambiano come mutano il vento e le nuvole. Da mattine nebbiose e calme si passa a giornate limpide di maestrale. A volte invece i colori diventano suggestivi: il verde del fondale si contrappone alle sfumature rosate delle nuvole e i pescatori sembrano muoversi in un’atmosfera surreale.
Le reti leggere formano quinte teatrali da cui spiccano il volo i gabbiani per le loro coreografie.
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Il gabbiano reale e la garzetta sembrano vecchi amici: stanno a lungo nella stessa postazione e poi si salutano. Ognuno per la sua pesca quotidiana.
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Tra cielo e acqua, in una giornata limpida senza vento.
Lo spettacolo dei fenicotteri rosa - in sardo “genti arrubiaâ€?- gente rossa - è unico. I loro assembramenti ricordano scolari indisciplinati o comari pettegole.
I loro voli sono caratteristici: partono a pelo d’acqua e poi volano in formazione, con il collo proteso in avanti e le zampe diritte indietro, spiegando le ali dal colore rosso intenso.
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A fine giornata tutto si colora di rosa e oro. Bagliori di luce arancio e qualche fenicottero che si attarda prima di tornare a casa. Tra poco sarĂ notte e torneranno nuovamente il silenzio e il riposo di voli.
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INFO UTILI Testi e foto di Paola Congia
COME ARRIVARE Lo stagno di S. Giusta è posizionato nella porzione centrosettentrionale dell’entroterra del Golfo di Oristano (costa occidentale sarda), poco a sud dell’omonima città. Il centro abitato di S. Giusta si sviluppa in prossimità del limite nord-orientale dello stagno e rappresenta il nucleo urbano più vicino. Le aree verdi del compendio del Molentargius, gestite dall’Ente Parco, sono aperte al pubblico e accessibili liberamente, dall’alba al tramonto, gratuitamente. LIBRI Baroni in laguna – Giuseppe Dessì-Ilisso Le zone umide della Sardegna. Stagni, lagune, laghi, paludi di Mocci Demartis A. MassoliNovelli R. Passavamo sulla terra leggeri di Sergio Atzeni-Ilisso LINK Stagno Santa Giusta Parco Molentargius
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Völlan • Vigiljoch • Tscherms Burgstall •Gargazon IM MERANER LAND Foiana • Monte S.Vigilio • Cermes Postal • Gargazzone A MERANO E DINTORNI
Monte San Vigilio 1.486-1.814 m Dove l’orologio pare essersi fermato Un’area dall’atmosfera romantica Per gli amanti della natura…
www.lana.info/monte-san-vigilio
mente cuore IL VIAGGIO
GERMANIA La cattedrale di Colonia
natura POLINESIA Isole meno conosciute.
gusto
corpo
ITALIA Culatelli e Co.
SOUTHERN SUDAN Cattle Camp
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