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Federico Klausner direttore responsabile Federica Giuliani direttore editoriale Devis Bellucci redattore Silvana Benedetti redattore Maddalena De Bernardi redattore Dario Marcucci redattore Francesca Spanò redattore Paolo Renato Sacchi photo editor Ilaria Bianchi grafica Willy Nicolazzo grafico Paola Congia fotografa Antonio e Giuliana Corradetti fotografi Vittorio Giannella fotografo Monica Mietitore fotografa Graziano Perotti fotografo Emanuela Ricci fotografa Giovanni Tagini fotografo Bruno Zanzottera fotografo Progetto grafico Emanuela Ricci e Daniela Rosato Indirizzo: redazione@travelglobe.it Foto di copertina: Giovanni Tagini - Marocco Tutti i testi e foto di questa pubblicazione sono di proprietà di TravelGlobe.it © Riproduzione riservata TravelGlobe è una testata giornalistica Reg. Trib. Milano 284 del 9/9/2014
È passato anche questo Natale. Si sono aperti i doni, chi ha potuto, e poi all’Epifania si è riposto il Presepe. L a befana ha dato una mano a sistemare nelle scatole festoni, le palle e le stelle che hanno ornato l’albero. Tranne una, che è volata lontana. Lontanissima. È atterrata in Sudafrica, a Cape Town, in cima alla Signal Hill, dove si va a fare jogging e picnic lontano dal traffico cittadino. Qui a fine novembre è stata issata Sun Star, una enorme stella a otto punte alta 24 metri, per commemorare l’ anniversario della scomparsa di Nelson Mandela, il primo presidente di colore del Sudafrica, che se ne è andato giusto un anno fa. Per la sua realizzazione l’artista Cristopher Swift, ha utilizzato l’acciaio recuperato dalla recinzione di Robben Island, l’isola-prigione dove il Padre della Patria rimase incarcerato 18 anni, fino al 1982. La stella si vede da ogni punto della città e dalla Table Mountain, la celebre montagna piatta che la sovrasta e ne è il simbolo, per ricordare a tutti la storia sofferta del Paese e della sua giovane democrazia a ogni ora del giorno. E della notte: una cella solare fornisce ai led l’energia per illuminare l’opera che brilla così nell’oscurità. Una stella che esprime un augurio per un luminoso avvenire per il Sudafrica. Ma che anche TravelGlobe ha idealmente adottato per augurarvi un 2015 sereno e fortunato, cari lettori.
TRAVELGLOBE
EDITORIALE
S O M M A R I O EDITORIALE di Federico Klausner
BRASILE Giamaica brasiliana Testi e foto di Bruno Zanzottera INDIA Siliguri Slums, West Bengal Testi e foto di Monica Mietitore
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NEWS
MAROCCO Marrakech sapori imperiali Testi e foto di Giovanni Tgini MILANO Una storia d’amore Foto di Emanuela Ricci Testi di Florisa Sciannamea
SVIZZERA
Lenzerheide, neve da vivere Testi e foto di Giovanni Tagini
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LEGENDA
03 10 66 126
M E N T E C U O R E N AT U R A G U S T O CORPO
GUSTO
EVENTI
Venchi, azienda leader nella produzione del cioccolato nata nel 1878 a Torino, diffonde l’eccellenza italiana nel mondo. Ha aperto, infatti, tre nuovi negozi in punti strategici: il terminal 3 dell’aereoporto internazionale Guarulhos di San Paolo in Brasile, uno store con un nuovissimo totem fontana di cioccolato all’aereoporto di Milano Malpensa e un corner dedicato agli amanti del cioccolato all’outlet Franciacorta. Venchi
Panagbenga Festival – Filippine. Si svolge a febbraio a Baguio il più grande evento dedicato ai fiori, creato per risollevare l’economia della zona dopo il devastante terremoto del 1990. Carri, parate, ballerini vestiti di fiori e danze rallegrano il mese di celebrazioni e festeggiamenti. L’inno del festival è stato composto dal professor Macario Fronda della Saint Louis University e accompagna ogni sfilata durante l’evento. Go Gabuio
SHOPPING Le nuove frontiere del Digital Signage arrivano nella metropolitana di New York. L’installazione delle mappe interattive hanno già rivoluzionato il modo di viaggiare di turisti e locals, ma ora i chioschi informativi si sono arricchiti degli annunci di Amazon.com per tutti gli interessati ad acquistare direttamente dai touch screen. Cento schermi digitali da 47 pollici in 13 grandi stazioni di New York, tra cui Grand Central Station, Union Square e Barclays Center di Brooklyn. L’obiettivo di abbattere i confini spazio-temporali e trasformare una stazione della metro in un vero e proprio e-commerce è stato raggiunto.
BENESSERE In cerca di una fuga romantica? L’hotel Lusnerhof di Luson propone 3 pernottamenti con pensione a ¾, escursioni guidate a tema ogni giorno, Yoga, Qi Gong, Aqua-Gym, i 5 tibetani, ginnastica per la schiena, libero accesso alla spa con percorso wellness romantico, 1 cena a lume di candela, 1 rituale dei Bagni Alpini con bagno antigravitazionale privato per due nella nostra grotta salina a 294,00 a persona. Hotel Lusnerhof
GUSTO
SOSTENIBILITÀ
Nasce a San Gennaro Vesuviano (Na) “Le cose buone di Nannina”, salumeriaosteria voluta da Pietro Parisi, lo chef contadino di Palma Campania. La selezione dei prodotti proposti ha un ruolo fondamentale: per l’80% provengono dal territorio e sono stati trasformati da piccoli artigiani, recuperando ricette. Ci saranno inoltre i prodotti provenienti da importanti progetti sociali come la Comunità di San Patrignano o il progetto Libera Terra contro le mafie. L’intento è quello di offrire merende semplici e sane, di grandissimo sapore. Via Ferrovia, 2 San Gennaro Vesuviano (NA) | t. 081 18769025
Lo Zeavola Resort di Phi Phi Island in Thailandia, ha vinto un premio internazionale come Miglior Boutique Hotel eco sostenibile del mondo. Il resort si trova sulla spiaggia di Laern Torn e prevede un sistema di riserva delle acque con impianto a osmosi inversa per ridurre al minimo il consumo. Un angolo di bellezza e lusso, che contribuisce alla salvaguardia dell’ambiente. Zeavola Resort
IN VOLO Vinci la Colombia con KLM. Fino all’8 marzo 2015 puoi tentare di aggiudicarti 2 voli in Economy Class, 7 notti tra Bogotà e Cali, pasti compresi, e un Samsung Galaxy K zoom. Compila il form che trovi a questo link “a.pgtb. me/64p9Qp” e tenta la fortuna!
MOSTRE Paul Gauguin a Basilea dall’8 febbraio al 28 giugno 2015 presso la Fondazione Beyeler. In esposizione circa cinquanta capolavori provenienti dai principali musei internazionali e da collezioni private. I dipinti innovativi di Gauguin sono diventati icone dell’arte moderna e rappresentano alcuni dei tesori culturali più significativi e preziosi del mondo. Oltre ai dipinti, la mostra comprende anche una selezione di sculture che evocano i mari del Sud. Fondazione Beyeler
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GIAMAICA BRASILIANA
A San Luis do Maranhao, rivestita di azulejos il carnevale si balla a ritmo di reggae che si spegne tra i silenzi e i giochi di dune del Parco Nazionale Len莽贸is Maranhenses, affacciato sul mare.
BRASILE.
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Le radici africane della cultura locale sono protagoniste del carnevale di Saõ Luìs de Maranhão. Giorno e notte il centro della città, con le sue case e chiese coloniali, fa da scenario alle sfilate dei blocos (gruppi) di batucada, una variante del samba in cui predominano le percussioni. I Fuzilieros di Fuzarca e i Tambor de Crioula sono tra i gruppi più famosi del carnevale di San Luìs.
Per preparare il carnevale, quattro giorni in cui lasciarsi alle spalle tutte le preoccupazioni, i brasiliani lavorano per dodici mesi – investendo una parte considerevole dei propri risparmi – nella preparazione di costose fantasias, gli sgargianti costumi delle scuole di samba. ‘La miseria interessa agli intellettuali, al popolo piace il lusso’ racconta il titolare di un laboratorio sartoriale di Madre Deus, il barrio più bohémien della città.
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I ritmi che esplodono all’unisono nei giorni di carnevale, a San Luìs sono arricchiti dal fragore dei Tambor de Crioula e dei Tambor da Mina. Ritmi mutuati dal Bumba-meu-boi, l’altra grande festa di chiara marca africana che si celebra a giugno, portata in dote dagli abitanti dei quilombos, le comunità formate dai discendenti degli schiavi fuggiti dalle piantagioni di canna da zucchero
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A differenza di Rio, dove i gruppi di samba sfilano nel sambodromo, a San Luìs tutto si svolge tra le vie del centro storico della città. Con oltre 3.500 edifici datati tra il XVII ed il XIX secolo, molti dei quali ricoperti dai caratteristici azulejos – le caratteristiche piastrelle in maiolica – è stato dichiarato Patrimonio dell’ Umanità da parte dell’UNESCO
Forse ancora più importante del carnevale, a San Luìs si svolge nel mese di giugno Bumbameu-boi. Si tratta di una commedia popolare tragico-satirica che coinvolge personaggi umani e fantastici. La festa nasce dalla storia di un bue leggendario che viene rapito e ucciso dal marito di Catirina, una schiava gravida con la voglia di cibarsi di una lingua di bue. Il marito scoperto dai vaqueros , viene però perdonato a causa del motivo del suo delitto. Il bue viene fatto tornare in vita per essere immolato al culmine della festa. In essa tutto è però simbolico: il bue è una struttura di legno decorato con stoffe dai colori vivaci e il sangue offerto in realtà vino.
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Una via di Alcântara. situata sulla sponda opposta della baia di Saõ Marcos, a un’ora di traghetto da San Luìs. La città vanta numerose dimore e chiese storiche. La promessa di una visita da parte di Dom Pedro II (1825-1891), secondo e ultimo imperatore del Brasile, scatenò la creatività degli abitanti più facoltosi, che si impegnarono a costruire sfarzosi palazzi. L’imperatore poi non venne mai e le fastose architetture rimasero ad attenderlo per secoli. Oggi ne restano soprattutto delle rovine invase dalla vegetazione oltre alle belle vie lastricate.
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La bella scalinata di un edificio di epoca coloniale nel centro storico di São Luis. La città occupa una posizione strategica che al tempo dei Conquistadores fu motivo di aspre contese. Francesi contro Olandesi, Olandesi contro Portoghesi. La spuntarono questi ultimi, come testimonia l’architettura degli innumerevoli edifici oggi tutelati che si trovano concentrati in un segmento della città conosciuto come la Zona.
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Anche a San Louìs, come negli altri Carnevali del Brasile, le sfilate delle scuole di samba cittadine offrono un’occasione unica di sfoggiare strepitosi costumi. ‘Il samba è padre del piacere/il samba è figlio del dolore/il grande potere trasformatore’ canta Caetano Veloso in Desde que o samba è samba. Le canzoni del samba sono allegre, ma raccontano di sofferenze quotidiane, amori falliti, problemi politici e sociali: la quintessenza della vita.
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Panoramica aerea del Parque Nacional dos Lençòis Maranhenses e del Rio Preguiças. La scoperta dei Lençòis Maranhenses, da parte del mondo, è recente e casuale. La si deve a un aviatore che negli anni ‘80 si trovava in volo tra Belem e Fortaleza. Improvvisamente vide la foresta trasformarsi in una distesa di ‘lenzuola’ increspate dal vento: da qui il nome del Parco Nazionale.
Nel territorio attorno alla foce del Rio Preguiças, il cui nome significa pigrizia, le dune di sabbia da bianche diventano gialle, ma il fascino rimane immutato. Si tratta dei piccoli Lençòis raggiungibili a bordo di imbarcazioni in partenza dalla cittadina di Barreirinhas.
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Oltre alle grandi dune, il territorio del Parque Nacional dos Lençòis Maranhenses è composto dal Rio Preguiças e da grandi paludi con foreste di mangrovie. Si tratta di oltre 150.000 ettari di un ecosistema unico al mondo. Il suo habitat naturale è costituito da specie vegetali che riescono a sopravvivere in un ambiente battuto dalle onde marine e traggono beneficio dalla salinità dell’acqua di mare. L’ingresso alla riserva naturale è vietato a qualsiasi tipo di veicolo a motore e con l’istituzione del parco sono cessati i progetti di sfruttamento petrolifero della regione.
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Fino ad alcune decine di anni fa gli unici a conoscere questo straordinario universo naturale, fatto di foreste, paludi e corsi d’acqua erano gli indios CaetÊ, gli ultimi eredi di una nazione chiamata Caeteis. Nel 1556 si mangiarono letteralmente Dom Pedro Sardinha, il primo vescovo del Nordeste brasiliano e per questo motivo furono sterminati e i sopravvissuti ridotti in schiavitÚ dai Conquistadores.
Le imbarcazioni dalle caratteristiche vele triangolari multicolori solcano l’Oceano di fronte a Camocin, una cittadina di pescatori dalle case color pastello, che si affacciano sull’Oceano Atlantico nei pressi della foce del fiume Coreau.
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Approssimandosi all’Oceano Atlantico il Rio Preguiças è come un gigante che si sveglia dal letargo e combatte: le acque dolci tentano di gettarsi in mare, ma ne vengono respinte con violenza formando alte onde, che si irradiano dal mare verso l’interno.
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Anche la cittadina di Camocin Ê circondata da grandi dune che vanno a morire tra le lagune di fronte all’Oceano. Qui si trovano piccoli ristoranti raggiungibili in bicicletta o motocicletta, dove poter magiare pesce fresco seduti sotto parasole di paglia con i piedi in acqua.
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Le dune di quarzo e le lagune del Parque Nacional dos Lençòis Maranhenses, che partono da Barrereinhas a poche ore di strada da San Louìs, rappresentano un territorio in continuo divenire secondo i capricci del vento e delle maree, come sanno gli indios Caeté, pescatori nomadi della regione, cui la sabbia ha divorato un intero villaggio.
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Due cavalieri solitari attraversano le dune dei piccoli Lençòis all’interno del Parque Nacional dos Lençòis Maranhenses, per raggiungere il Rio Preguiças, che scorre pigramente verso la sua foce nell’Oceano Atlantico.
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Due piccole iguana sorprese di notte nella zona del delta del Rio Parnaiba. Il fiume che sfocia nel delta de las Americas. Un pianeta da esplorare a bordo di piccole lance, per perdersi in un ricamo di anse, canali e paludi, pronti ad avvistare un coccodrillo o una colonia di scimmie.
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Alba sulle acque del delta del Rio Parnaiba. Il fiume dopo aver percorso 1700 chilometri si apre in 5 bracci, dando vita a un delta che crea oltre 80 isole fluviali e a un ricco ecosistema, che si allarga per 2700 chilometri quadrati. Fiumi che si perdono in rigagnoli e paludi, giacinti d’acqua e foreste di mangrovie rosse ripiegate su se stesse.
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INFO UTILI Testi e foto di Bruno Zanzottera
CLIMA A San Louìs e lungo la costa del Nordeste brasiliano vi è un clima tropicale, caldo e umido. Le temperature minime durante la maggior parte dell’anno oscillano tra i 21 e i 27 gradi, mentre le massime variano tra i 27 ed i 34 gradi. Le stagioni si dividono in: stagione secca da agosto a dicembre, e stagione umida con forti temporali che si alternano a schiarite e cieli tersi da gennaio a luglio. La media pluviometrica è di 2325 mm COME ARRIVARE TAM Air Lines e TAP Portugal collegano Milano a São Luís via San Paolo. In bus: da São Luís a Barreirinhas, Terminal Rodoviário. LINK Visit Brasil
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MARRAKECH SAPORI IMPERIALI
Nel dedalo della sua medina vecchia di 1000 anni si mescolano inebrianti profumi di spezie, ristorantini francesi e souq. Qui spalancano le loro porte gli incantevoli riad trasformati in dimore di charme.
MAROCCO.
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Il riad Dar Darma è un palazzo del XVIII secolo, che si trova nell’antico quartiere del Moqf nel cuore della Medina a pochi passi della celebre piazza Jemaa El-Fna, cuore pulsante della città. Il palazzo offre privacy assoluta e atmosfere di grande eleganza, solo quattro suite e due appartamenti, rendono questo riad la location perfetta per una vacanza all’insegna del relax e del comfort in stile marocchino. Il recente restauro è stato fatto salvaguardando gli elementi di pregio: volte in legno dipinte a mano, preziosi gessi e portali antichi.
I due appartamenti sono sapientemente arredati e ricercati nei decori: il Blu di 120 mq, con un grande salone centrale, camino e due stanze da letto e il Rosso di 140 mq con 2 camere da letto e un ampia sala dalle tonalitĂ rosse, con antichi portali e soffitti lignei dipinti a mano. Le restanti suite di circa 70 mq garantiscono privacy e massimo comfort. La struttura offre agli ospiti un tradizionale bagno marocchino, massaggi, trattamenti di bellezza e una terrazza con vista sui tetti della cittĂ vecchia con piscina e area solarium.
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Su richiesta, il Dar Darma mette a disposizione una guida esperta, che vi accompagnerà alla scoperta degli affollati suq dell’antica Medina, alla ricerca dell’artigianato locale: lampade marocchine, oggetti in terracotta o pelle e tessuti preziosi. Per trovare oggetti più contemporanei e vintage, bisogna visitare il quartiere del design Guéliz, con negozi più sofisticati in stile europeo.
Per gli appassionati di food, il Dar Darma organizza lezioni di cucina, seguendo le antiche ricette di Chef Maria. Si prepareranno tipiche ricette marocchine come il tradizionale cous cous speziato con abbinamenti di carni e verdure, o il gustosissimo tajine di agnello ai datteri e mandorle o nella versione mista di carne e pesce. Si potrà riscoprire l’arte della pasta sfoglia nei briouat di verdure o preparare zuppe come la harira, a base di lenticchie e ceci. Un’esperienza divertente per imparare nuove ricette della tradizione locale.
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Il melograno si dovrebbe considerare il frutto simbolo del Marocco. Numerosissime le bancarelle che lo vendono intero o sotto forma di succo; molto usato in cucina, lo troverete quasi certamente nelle insalate o in aggiunta ai piatti tipici, come il cous cous di pesce profumato alla menta o preparato in salsa per accompagnare un tajine di verdure, pollo e noci; naturalmente non può mancare nei dolci della tradizione.
A Marrakech oltre ai rinomati negozi di spezie, troverete anche le farmacie berbere (erboristerie): un insieme di colori e profumi. Decine e decine di ceste ricolme di prodotti naturali, tutti con peculiarità uniche, adatte per curare ogni sorta di malanno, suggeriti anche per trattamenti di bellezza o semplicemente usati per profumare l’ambiente. Sarà il commesso a raccontarvi ogni singolo prodotto e le sue caratteristiche, rimarrete stupiti del loro utilizzo e dei segreti dell’erboristeria marocchina.
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Tutti i pomeriggi verso le 17.00, la piazza principale di Marrakech - Jemaa El-Fna - si anima con centinaia di ristoratori ambulanti che arrivano con i loro carretti e iniziano a montare il loro stand gastronomico: strutture in ferro, sgabelli e tavoli di legno, cucine super attrezzate e vassoi pieni di prelibatezze. Ogni stand prepara le proprie specialità e la gente sceglie in funzione dei piatti proposti. C’è chi cerca le lumache, chi la testa di pecora arrosto, chi il cous cous di carne, chi una grigliata mista o un tajine di verdure di stagione, le proposte sono tantissime e a volte scegliere dove fermarsi risulta molto difficile.
Il tajine è probabilmente uno dei piatti che meglio incarnano la tradizione marocchina e ogni famiglia segue la ricetta ufficiale tramandata da madre in figlia da generazioni. Si dice che difficilmente se ne trova uno uguale a un altro; la base di partenza è più o meno simile per tutti, verdure di stagione, ceci, carne o pesce, ma quello che li differenzia sono le spezie che si decide di usare e l’aggiunta di ingredienti “segreti” che ogni donna marocchina non svelerà mai, neanche sotto tortura. Qualcuna aggiunge succo di melograno, altre cipolle candite, altre donne ancora usano l’uva passa: le variabili sono infinite come del resto lo è il sapore.
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Aperto nel mese di ottobre del 2014 il ristorante Atay cafe è già diventato uno dei più gettonati di Marrakech, basti vedere le centinaia di apprezzamenti sul web. Sicuramente molto del merito va al proprietario: un giovane e bellissimo uomo, simpatico, gentile e disponibile nel darvi consigli di qualsiasi genere. Forse il successo è dato anche dalla la posizione strategica - nel cuore della medina - con terrazza panoramica o probabilmente per la strepitosa cucina: semplice e genuina preparata dalle donne di famiglia. Da provare il fritto marocchino, gli spiedini di carne mista o il tajine di verdure e pollo con cipolla candita e uva passa, e per finire un delizioso tè alla menta ed erbe marocchine.
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Ricetta: Tajine di pollo cipolle e fichi Preparazione: tagliare il pollo a pezzi, aprire in due i fichi, mondare le cipolle e tagliare a pezzi grossi delle patate e della zucca. Mettere tutto nella tradizionale pentola di coccio con aggiunta di abbondante acqua, olio, mandorle intere, sale, cannella in polvere e pistilli di zafferano. Cuocere per circa un’ora a fuoco medio, controllando che non si asciughi troppo; nel caso aggiungere dell’acqua. A cottura terminata aggiungere abbondante pepe appena macinato.
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Il vero street food di Marrakech lo si trova ogni sera in piazza Jemaa El-Fna, sicuramente il luogo che racchiude tutta l’anima culinaria della città : sapori, odori, tradizione, colori, folla, chiasso, tutto concentrato ed amplificato in un unico posto. Sia che cerchiate un semplice tè alla menta o una sofisticata testa di pecora bollita, siete nel posto giusto, circa 100 ambulanti propongono autentiche ricette marocchine, piatti unici.
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La città rossa. Così viene soprannominata Marrakech e non è difficile capire il perché: case, vicoli e mura di cinta, tutto ha tonalità e sfumature più o meno purpuree. Verde è, invece, il giardino botanico di Majorelle, uno dei luoghi incredibili della città, considerato uno dei più belli al mondo. Creato dall’artista Jacques Majorelle a inizio secolo, comprato poi negli anni ottanta da Yves Saint Laurent che qui pare trovasse la fonte d’ispirazione per le sue creazioni. Le ninfee, i giganteschi cactus accompagnavano le sue passeggiate: era talmente innamorato di questo giardino da sceglierlo come luogo di sepoltura.
Ogni momento è buono per bersi una spremuta fresca di agrumi o un buon tè caldo alla menta. In Marocco bere del tè non significa solo dissetarsi, ma creare un momento di aggregazione sociale. Pochi e semplici ingredienti: acqua bollente, abbondante zucchero, foglie di menta e naturalmente tè verde in foglie. Si dice che un vero marocchino ne beva tre al giorno: il primo in mattinata per stimolare l’appetito, il secondo dopo pranzo per aiutare la digestione e il terzo verso sera con gli amici.
Ogni stand gastronomico ha un suo conduttore: il cuoco. Come un direttore d’orchestra gestisce la cucina, controlla i fuochi e organizza le portate, ma il quadro sarebbe incompleto senza i camerieri; con il menÚ in mano e sempre allegri cercano di attirare i clienti: sanno che se passi oltre non tornerai piÚ e quindi fanno di tutto per fermarti e convincerti. Preparatevi e armatevi di pazienza: transitare in piazza Jemaa el Fna verso l’ora di cena significa imbattersi in decine di camerieri che sono disposti a tutto pur di conquistarvi.
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Per chi ricerca una cucina raffinata locale affiancata a quella italiana, il ristorante I Limoni è l’ambiente giusto: uno chef italiano e uno marocchino garantiscono la massima qualità e tradizione di entrambe le cucine; un patio ombreggiato arredato in stile vintage con elementi moderni e una terrazza vista medina con musica in sottofondo, creano una piacevole atmosfera.
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Uno dei posti più tranquilli e rilassanti di Marrakech è sicuramente il Cafe Bousafsaf du Jardin Majorelle situato all’interno dell’omonimo giardino botanico. Ombreggiato, silenzioso ed elegante è il posto giusto per riprendersi dalla calura dopo la visita dei giardini. Aperto tutti i giorni dalle 9.00 alle 17,30 offre piatti tradizionali semplici e gustosi, come il cous cous tradizionale, il tajine berbero o con manzo e albicocche, durante la mattinata viene servita una ricca colazione con i pancakes marocchini, crostata al limone con fiori d’arancio e deliziose spremute.
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Un elemento d’arredo del ristorante i Limoni. A Marrakech è nel quartiere del design Guèliz, che si trovano boutique con oggetti più contemporanei e vintage, mentre nella la zona industriale di Sidi Ghanem si trovano gli showroom di artigiani, artisti, creativi e arredatori/designer.
Donna che trasporta il tipico pane marocchino appena sfornato, indispensabile per accompagnare i tradizionali piatti tajine.
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INFO UTILI Testi e foto di Giovanni Tagini
CLIMA La primavera e l’autunno sono i periodi migliori per visitare Marrakech, perché in quei mesi il clima è più mite. Tuttavia, la città è godibile in qualsiasi periodo dell’anno. COME ARRIVARE Marrakech è servita dai maggiori aeroporti italiani con voli di linea e low cost. DOVE DORMIRE Il Marocco è la terra dei riad, le tipiche abitazioni sviluppate intorno a un cortile interno. Eleganti, colorate e accoglienti sono forse il modo migliore per entrare in contatto con la cultura locale. Tra i tanti riad di Marrakech il Dar Darma è uno dei più belli: una dimora privata con terrazze affacciate sulla Medina, la Koutoubia e la catena montuosa dell’Atlante. Dar Darma LINK Visit Morocco
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SILIGURI SLUMS, WEST BENGAL
Siliguri sorge sulle rive del fiume Mahananda e, nel tempo, si è trasformata da piccolo e sonnacchioso paese nella città più grande e dalla crescita più rapida del Bengala Occidentale.
INDIA.
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In condizioni normali ci si arriva in un’ora di volo da Calcutta. Ma spesso, come è capitato a me, se ne impiegano ventiquattro. L’India, infatti, non smette mai di sorprendere e capita di dover cambiare mezzo di trasporto all’ultimo minuto, scegliendo un lento e pittoresco viaggio in treno per raggiungere la destinazione, invece di un veloce e confortevole volo.
“Il tilaka che gli indiani hanno disegnato sulla fronte è un segno distintivo. Può indicare che una donna è coniugata, l’appartenenza a una tradizione religiosa o può essere usato dai pellegrini in visita a un tempio. Si crede che abbia una funzione curativa e protettiva dagli spiriti maligni. Per questo la pasta viene applicata in mezzo agli occhi, punto in cui si concentrano le energie spirituali.” Dal libro Sari, Samosa e Sutra di Federica Giuliani
Gli indiani non sono mai allegri: spesso sorridono, è vero, ma sono sorrisi di dolcezza, non di allegria (P.P. Pasolini, l’Odore dell’India)
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La posizione geografica e strategica di Siliguri ha favorito negli ultimi anni una forte crescita economica, con un conseguente incremento della popolazione, della disoccupazione e della povertà. Le baraccopoli sono un mondo a sé, dove le vite si incrociano e si manifestano in sorrisi.
La vita scorre tra le capanne e le baracche composte da uniche grandi stanze, costruite con materiali di scarto come bambù e lamiera. Intrappolati nel circolo vizioso della povertà, qui vivono gli invisibili con una dignità che sorprende e commuove.
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Come diceva Tiziano Terzani, l’India assale e prende alla gola, ma non permette di restarle indifferente. Una moltitudine di persone, una umanità dolente e colorata, che spesso trae dal kharma e dal dharma la forza per sopravvivere, circonda ogni visitatore e lo enuclea dal sÊ.
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La prima cosa che l’India insegna è non avere fretta. Occorre fermarsi. Riprendere il proprio tempo e sincronizzarlo con quello degli indiani. Aspettare che qualcosa accada, che la vita scorra davanti agli occhi, come su un palcoscenico di uno sconfinato teatro. E prima o poi la magia accade.
Incessante cade fitta la pioggia (R. Tagore, Sfulingo). La pioggia trasforma in fango gli stretti vicoli tra le baracche di Siliguri. Negli slum, vivono 68 milioni di indiani, impegnati nei mestieri pi첫 disparati. Alcuni, come Dharavi, vicino a Bombay, dove vive un milione di persone, sono organizzatissimi ed economicamente indipendenti.
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Arriviamo allo slum. Mattina presto, fuori piove e fa freddo. Una controllata allo zaino prima di lasciare l’auto. Mi sento osservata. Aalzo gli occhi e dietro al finestrino si accalcano sorrisi generosi. Li ricambio e in un attimo i volti si illuminano. I loro volti e il mio così diversi, così vicini. “Benvenuta, Namastè!”
Bambini sorridenti all’entrata dello slum mi accompagneranno fino alla fine della visita. Impossibile resistere al loro sorriso, impossibile resistere alla loro esuberanza. Accorrono, chiamano, vengono vicino. Mi sfiorano, toccano la macchina fotografica, ma soprattutto vogliono essere fotografati. E allora mi lascio contagiare dalla loro gioia e tutto, per un istante, diventa un gioco.
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Lo slum fotografato sorge ai margini di Siliguri città di 510.000 persone, 36% delle quali abita in una dei 154 aree che l’amministrazione ha qualificato come slum. Sono aree di grande povertà, degrado e condizioni igieniche pessime, dove chi è più fortunato possiede o guida un risciò. E quando cammini ed uno di loro ti sfiora, non si può non ricordare Hasari Pal che “fa il cavallo umano trasportando, come in un taxi, gente nel suo risciò” (Dominique Lapierre. La Città della gioia).
Magadhi, che significa fiore, è una bambina fortunata. La mamma ha una macchina da cucire e lavora in casa, il papà lavora anche se saltuariamente al recupero rottami. Va a scuola e a differenza di molti suoi coetanei non è costretta a vivere per strada.
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Se camminando nei vicoli di Siliguri ci si imbatte in un mucchio disordinato di scarpe e di sandali, significa trovarsi davanti all’ingresso di una casa, di una scuola, di un tempio o di un luogo sacro. Lasciare le scarpe all’ingresso di un luogo significa dimostrare attenzione, cortesia e rispetto verso chi sta ospitando.
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Confine con Khalpara, il quartiere a luci rosse di Siliguri, quasi inaccessibile a me e alle macchine fotografiche. È una zona tristemente nota per essere un hub della prostituzione che sposta schiavi dalle zone rurali del Nepal e del Bengala occidentale verso i bordelli di Calcutta e Bombay, per il 70 % bambini. Da una porta aperta, una donna mi invita a entrare. Non c’è tempo per fermarsi a lungo e l’interprete non è con me. Conosco solo qualche parola di Hindi ma basta per essere accolta. Avrei potuto chiedere tanto a questa donna, ma se bene osservo, tutta la sua stanza mi parla di lei.
Un volto particolare, difficile da scordare. Il Sindur è il segno rosso portato dalle donne sposate all’attaccatura dei capelli, applicato dallo sposo durante la cerimonia nuziale, come simbolo di vita coniugale eterna e cambio di status della donna. Gesto poi ripetuto ogni mattina dalla sposa. Il Binda è invece un ornamento che può essere applicato anche dalle donne non sposate. Viene posizionato tra gli occhi perché nell’area tra le sopracciglia risiede la saggezza latente. Al binda tradizionale in polvere rossa si sono aggiunte versioni commerciali adesive, arricchite di elementi e strass.
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INFO UTILI Testi e foto di Monica Mietitore
CLIMA Siliguri ha un clima temperato che non presenta periodi particolarmente piovosi, con una temperatura media annuale di 24° C. CO ME ARRIVARE Siliguri è una suddivisione dell’India situata nei distretti di Darjeeling e Jalpaiguri. L’aeroporto internazionale più vicino è quello di Kolkata, circa a 570 chilometri, mentre a soli 14 chilometri si trova l’aeroporto di Bagdogra. LINK Siliguri Tourism Viaggiare Sicuri
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The tour though northern and central Mongolia may give you great opportunity to explore unspoiled nature, historical sites of Mongolia and experience nomadic way of life. We hope that this tour will be unforgettable memory of your life.
Tour name: Discover Northern Mongolia Highlights: 2 days horse riding at Khuvsgul & hiking Tour duration: 14 days 13 nights Destinations: Khuvsgul, Khorgo and Kharkhorum Group size: Minimum 4pax Total distance: 2400 kms Accommodations: 2 days in hotel & 11 days in GER camp Guide: English speaking (Other languages are available)
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UNA STORIA D’AMORE
Lontano dagli occhi che non sanno vedere viveva in un castello di macramé una Signora sconosciuta e affascinante.
MILANO.
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Aspettava dalla notte dei tempi l’amore che avrebbe salvato sia lei stessa sia tutto il pianeta. Nel frattempo con ago e filo‌ 97
‌ preparava fragili ricami con frammenti di cielo e bouquet di balconi fioriti che si arrampicavano verso l’alto.
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Una spumosa torta nuziale liquida come seta e un superbo banchetto per tutti gli ospiti del mondo.
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In attesa del suo principe azzurro aveva invitato musicisti da tutto il pianeta offrendo loro insoliti strumenti: fisarmoniche colorate come caleidoscopi e pianoforti verticali i cui tasti, impertinenti e giocosi simili a petali sollevati dal vento, si sparpagliavano in ordine sparso.
Con scrupolo preparò anche una grande sala giochi dove gli invitati avrebbero potuto divertirsi sotto l’occhio vigile e severo di un imparziale e altissimo arbitro duro come il cemento.
Aspettava l’affascinante Signora; aspettava con pazienza. E la sua anima sconosciuta a molti si rifletteva in liquide emozioni rincorrendo gli archi di attese infinite.
Il grande polmone del pianeta, intanto, come un palloncino forato da spine di rovi di roseto, soffiava inesorabilmente la Vita fuori dai suoi alveoli.
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In una lontana galassia un principe azzurro scrutava con il suo unico grande occhio l’intero universo alla ricerca dell’Amore.
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Aveva anche preparato la sua astronave di zucchero filato.
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All’improvviso il suo sguardo fu attratto da insolite e sensuali cavitĂ
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dove poter penetrare lievemente con la sua grande astronave.
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Aveva finalmente trovato l’Amore. Il dolce principe era felice come non lo era mai stato! Persino la lunga strada che lo stava portando da LEI si era adeguata a tanta dolcezza trasformandosi in grandi scaglie di cioccolato attraversate da nastri di liquirizia.
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Atterrò sul pianeta Terra. Le ali della sua astronave spiegate e imponenti si schiusero su sÊ stesse mostrando impunemente il Desiderio per la Signora che lo aspettava da tempo.
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“Furono baci e furono carezzeâ€? cantò allora un poeta. Una vertigine di passione, calore, visioni magiche, tremuli sospiri fece loro dimenticare tutto.
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Salirono e discesero pendii a volte oscuri a volte chiari, accarezzarono le nuvole e assaggiarono il cielo.
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Il loro Amore caldo e appassionato riuscÏ persino a dilatare e liquefare le pareti dell’astronave gonfiandola come un cuore pronto a scoppiare di felicità . 120
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La Signora indossò finalmente il suo prezioso abito nuziale: pizzo, cristallo, frammenti di cielo e stelle. 123
L’Umanità tutta festeggiò il loro Amore. Un abbraccio totale tra i due innamorati e il pianeta Terra. La Signora Milano ed Expo.
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INFO UTILI Foto di Emanuela Ricci Testi di Florisa Sciannamea
EXPO 2015 L’Esposizione Universale che ha caratteristiche inedite e innovative: non solo una rassegna espositiva, ma anche un processo partecipativo che vuole coinvolgere attivamente le persone attorno a un tema importante: Nutrire il Pianeta, Energia per la Vita. Sarà la prima Esposizione della storia a essere ricordata per il contributo al dibattito e all’educazione sull’alimentazione, sul cibo, sulle risorse a livello planetario. Expo2015 LETTURE Milano non è Milano di Aldo Nove – Edizioni Laterza. Milano è come la punta di un iceberg. Sotto, immensa, c’è la sua storia. Per conoscerla bisogna avere la pazienza di osservarla e ascoltarla. «Milano sembra spesso una di quelle botteghe di paese dove sullo scaffale delle Barbie trovi le cartucce per le stampanti del computer e i giornali di caccia e pesca (…). Diciamo che c’è una certa confusione, ma è anche il suo fascino.»
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Una finestra sul meraviglioso scenario montano dei Grigioni, dove la neve attrae anche chi non è appassionato di sci.
SVIZZERA. LENZERHEIDE, NEVE DA VIVERE
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Lo splendido paesaggio dell’alta valle di Lenzerheide, nei Grigioni svizzeri, è l’ambiente ideale per tutti gli appassionati di sport invernali: 225 km di piste battute e 56 km di piste da fondo. Per chi preferisce la montagna senza calzare gli sci, può esplorare i dintorni a piedi: 80 km di sentieri per escursioni invernali, immersi in una natura sorprendente dai paesaggi unici. Di gran fascino, Lenzerheide è poco conosciuta come meta turistica, ma risulta una delle località sciistiche più attrezzate, adatta a famiglie e a chi ricerca divertimento e svago.
Come la tradizione alpina vuole, anche a Lenzerheide vengono prodotti i tipici salumi dei Grigioni; un produttore per eccellenze, che ha vinto più volte il premio di eccellenza, è Alois del salumificio Fleischtrocknerei BioAloischofberger, che affina i suoi prodotti come si faceva a inizio secolo, stagionandoli in 3 sale differenti per temperatura e areazione. Tra i salumi più gustosi che produce c’è il Churer Beinwurst (salame di gamba di Coira), la Coppa dei Grigioni e le famose salsicce secche, un posto da veri intenditori!
Lenzerheide non è solo sport e neve, anche nel food ha i suoi punti di riferimento, come il ristorante La Riva, noto per la sua stella Michelin, i suoi 14 punti Gault Millau e premiato come miglior ristorante dei Grigioni. Un ambiente raffinato e moderno con magnifica terrazza vista lago, offre piatti rivisitati della tradizione alpina. Nel menù potete trovare ricette di carne e di pesce e fantastici dessert.
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Une delle esperienze più belle è sicuramente una passeggiata su una slitta tirata da cavalli. In valle, nella stagione invernale è consuetudine usare le slitte per muoversi, una sorta di taxi alpino per spostamenti brevi, molti cocchieri organizzano vere e proprie escursioni immersi nella natura tra le valli del Dischma e del Sertig. Ore di completo relax, accompagnati solo dal rumore dei cavalli ammirando i paesaggi innevati mozzafiato.
Il paesaggio architettonico dei Grigioni, è caratterizzato da molteplici stili, oltre ai famosi castelli e le chiese medioevali, si possono ammirare architetture contemporanee o risalenti all’epoca paleocristiana e carolingia, ma lo stile che caratterizza maggiormente il paesaggio sono le case contadine engadinesi, appartenenti al genere “architettura rurale”_dimore multifunzionali, dalle mura massicce e le piccole finestre per proteggersi dal freddo invernale. Questo tipo di abitazione è reso unico proprio dagli accessi ai vari locali attraverso la parte abitabile della casa, a pianterreno il Sulèr porta al fienile e sottoterra il Cuort porta alla stalla.
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Dopo ore passate sulle piste da sci, un bagno rilassante e rigenerante nella piscina termale dello Sportzentrum di Lenzerheide è un toccasana per il corpo e la mente. Il centro termale offre una piscina interna e una esterna adiacenti alle piste da sci, un centro fitness e un’area relax dedicata a trattamenti corpo. In valle sono molte le strutture dedicate al benessere, vere e proprie oasi di relax, meritano una citazione le terme di Vals, sotto tutela artistica, un mondo di pietre e acqua incorniciate da un magnifico paesaggio alpino.
Il comprensorio sciistico si distribuisce su i due versanti della valle, ciò significa sole tutto il giorno. Servite da 39 impianti di risalita è considerata una delle migliori stazioni sciistiche dell’intera Svizzera. Per ogni esperienza c’è una pista, sul versante orientale ci sono le discese meno impegnative, larghe e adatte ai principianti o ai bambini, mentre sul versante opposto ci sono le piste più spettacolari e impegnative, una in particolare intitolata al discesista svizzero Silvano Beltrametti, lunga più di tre km, utilizzata per le finali della Coppa del Mondo. Per i fanatici dei pali esiste un tracciato da gigante con misurazione della velocità. Per chi pratica snowboard c’è uno snowpark diviso in tre aree, mentre chi è alla ricerca del divertimento puro, una pista per slittini su rotaia, la più lunga d’Europa, regalerà momenti adrenalinici unici, meglio delle montagne russe. Se ancora non siete appagati, le attività proseguono anche di notte con la discesa al chiaro di luna piena, e per gli amanti del fondo una parte del tracciato è illuminata fino a notte fonda.
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In cima al mondo. La pista del Rothorn è probabilmente la pista con il miglior panorama di tutto il comprensorio; ci si lancia da 2865 metri d’altezza, ma prima di affrontare l’impegnativa discesa, viene naturale soffermarsi ad ammirare il paesaggio alpino a 360°, che da quassù è veramente spettacolare!
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Per gli amanti del fuori pista, il versante ovest è un vero paradiso, neve farinosa e abbondante con ampi pendii e boschi radi, lo rendono adatto per praticare questo sport senza troppi rischi.
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Lo spettacolare ristorante panoramico, con tetto in vetro, Rothorngipfel si trova a 2860 metri, sulla cima del Parpaner Rothorn, ancorato su una roccia, offre una delle viste a 360째 pi첫 straordinarie delle alpi Grigionesi: si dice che, in giornate trasparenti, si possano contare pi첫 di 1000 vette. Raggiungibile solo con la funivia, punto di partenza per discese con gli sci, ideale per fare colazione prima di cimentarsi con lo sport, o per degustare semplici e gustosi piatti per ricaricarsi dalle energie consumate sulle piste.
Numerose sono le baite/ristorante sulle piste del comprensorio di Lenzerheide, una delle piÚ caratteristiche è sicuramente Acla Grischuna, a 1740 m. spaziosa terrazza solarium e un’accogliente e ampia sala interna riscaldata con i fuochi dei vari camini; decorata rispettando i canoni di una baita di montagna, offre ottimi piatti del territorio, da provare il Capuns (involtini di carne e salsiccia con foglie di bietola) o gli Spatzli della casa (gnocchetti di farina conditi con farmaggio fuso della valle).
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Gli appassionati di fondo hanno modo di scoprire la valle di Heidsee grazie a 55 km di piste che si snodano da Parpan fino a Lantsch, attraversando prati e foreste innevate di rara bellezza. Un’alternativa è sciare nell’ovale creato sul lago ghiacciato dove risiede il centro sportivo di fondo Valbella.
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È definita la montagna formato famiglia, 12 impianti di risalita e 4 parchi-sci sono dedicati e concepiti esclusivamente per i più piccini, in aggiunta numerose piste vengono segnalate con una targa rossa che significa “dedicate ai nuclei familiari”. Nei mesi invernali, l’ente del turismo organizza il Globi Program, attività di giochi per i più piccoli, come discese in slittino e costruzione di igloo.
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Sopravvisse perché ciò che vide quella notte, quella cosa, quella straordinaria cosa venuta anch’essa dall’altra sponda del reale, quella cosa sublime e bella era la più bella e sublime immagine che mai gli fosse stato concesso di vedere in tutta la sua vita. E quell’immagine non poté mai più dimenticarla. Quella cosa così bella era lei. Dal libro “Neve” di Maxence Fermine
Il silenzio della neve, pensava l’uomo seduto dietro all’autista del pullman. Se questo fosse stato l’inizio di una poesia, avrebbe chiamato «silenzio della neve» ciò che sentiva dentro. Dal libro “Neve” di Orhan Pamuk
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Ai vetri della scuola stamattina l’inverno strofina la sua schiena nuvolosa come un vecchio gatto grigio: con la nebbia fa i giochi di prestigio, le case fa parire e ricomparire; con le zampe di neve imbianca il suolo e per coda ha un ghiacciolo...
Sì, signora maestra, mi sono un po’ distratto: ma per forza, con quel gatto, con l’inverno alla finestra che mi ruba i pensieri e se li porta in slitta per allegri sentieri. Invano io li richiamo: si saranno impigliati in qualche ramo spoglio; o per dolce imbroglio, chiotti, chiotti fingon d’esser merli e passerotti
Il Gatto Inverno - Gianni Rodari 148
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INFO UTILI Testi e foto di Giovanni Tagini
CLIMA Occupa un versante molto soleggiato con notevole copertura nevosa e senza traffico stradale di passaggio. COME ARRIVARE Lenzerheide si trova nel cuore di GraubĂźnden, alla fine della valle di Schanfigg a circa 1.800 m di altezza. Sessanta chilometri di piste preparate con cura per tutti i livelli di difficoltĂ , garantiscono forti emozioni a tutti. I freeriders hanno accesso a fantastiche piste di neve polverosa. LINK Svizzera Turismo
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Völlan • Vigiljoch • Tscherms Burgstall •Gargazon IM MERANER LAND Foiana • Monte S.Vigilio • Cermes Postal • Gargazzone A MERANO E DINTORNI
Monte San Vigilio 1.486-1.814 m Dove l’orologio pare essersi fermato Un’area dall’atmosfera romantica Per gli amanti della natura…
www.lana.info/monte-san-vigilio
mente cuore ITALIA. Un giorno in laguna
natura
AFRICA. ITALIA. I popoli della valle dell’omo (Ka- Terra di risaie ro Mursi, Erbore e Desainech)
gusto
corpo
FRANCIA. Paesi della Loira e Bretagne
SPAGNA. Siviglia
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