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Federico Klausner direttore responsabile Federica Giuliani direttore editoriale Devis Bellucci redattore Silvana Benedetti redattore Francesca Spanò redattore Paolo Renato Sacchi photo editor Isabella Conticello grafica Willy Nicolazzo grafico Paola Congia fotografa Antonio e Giuliana Corradetti fotografi Vittorio Giannella fotografo Fabiola Giuliani fotografa Monica Mietitore fotografa Graziano Perotti fotografo Emanuela Ricci fotografa Giovanni Tagini fotografo Bruno Zanzottera fotografo Progetto grafico Emanuela Ricci e Daniela Rosato Indirizzo: redazione@travelglobe.it Foto di copertina: SRI LANKA | GRAZIANO PEROTTI Tutti i testi e foto di questa pubblicazione sono di proprietà di TravelGlobe.it® Riproduzione riservata TravelGlobe è una testata giornalistica Reg. Trib. Milano 284 del 9/9/2014 2
EDITORIALE
Il viaggio giusto per il 2017, segno per segno Ariete: Alle prese con profondi cambiamenti, non potrai che andare in una città sempre in evoluzione, per scoprire aspetti nuovi di te stesso: Singapore. Oltre ai grattacieli offre un cuore verde e suggestivi alberi luminosi. Toro: Un anno di ricerca del benessere materiale ma anche, e soprattutto, interiore. L’India del Darjeeling è la meta per te, dove puoi farti avvolgere dall’inebriante aroma di tè mentre mediti sul tuo futuro. Gemelli: Il 2017 è l’anno giusto per assumerti le tue responsabilità senza avere paura dell’impegno. Nel reportage Nutrire il pianeta troverai ispirazione su come fare tra India, Tanzania, Piceno, Cina e Capo Verde. Cancro: A ottobre miglioreranno le tue finanze e le isole Seychelles sono il posto migliore per festeggiare. Mare azzurro, cieli limpidi e natura incontaminata ti faranno sentire in Paradiso.
TRAVELGLOBE
Leone: Il 2017 è il tuo anno fortunato, anche in amore. Così, puoi andare a cercare un po’ di classico romanticismo nella Verona di Giulietta, che soprattutto a febbraio si trasforma in un caleidoscopio d’amore. Vergine: Dovrai riflettere con attenzione sui cambiamenti da attuare nella tua vita e non c’è luogo più meditativo di Petra e della Giordania, dove natura e misticismo si fondono in un insieme di commozione. Bilancia: Il tuo oroscopo ti consiglia di essere attento, riflessivo e concreto… proprio come un investigatore. Puoi quindi andare ad esercitare le tue capacità in Svezia a Fjällbacka, dove sono ambientati i gialli della famosa scrittrice Camilla Läckberg. Scorpione: Anche se non sarà un anno sfavorevole, dovrai sudarti ogni risultato. Il Brasile, quindi, è la meta per te: qui non mancano le occasioni per sudare tra dune e montagne. Sagittario: Pare che l’amore ti farà sospirare un po’, perciò prendi un aereo e vola a Chicago dove potrai riempire il tuo cuore con l’arte e poi chissà… magari davanti al The Bean di Anish Kapoor troverai anche l’anima gemella. Capricorno: Siccome in questi ultimi anni hai imparato a contare solo sulle tue forze, puoi continuare a farlo anche nel 2017 andando nello Zanskar, in India, dove dovrai camminare a lungo e faticosamente, ma i panorami ti ripagheranno ampiamente. Acquario: Un buon anno soprattutto sul lato economico, quindi è il momento giusto per concedersi un viaggio in Polinesia. Pesci: Un anno impegnativo per te, che a un certo punto avrai bisogno di rallentare un po’ per rigenerare la mente. Cosa ne dici di andare in Irlanda sulle tracce del poeta William Butler Yeats?
Iniziamo gennaio con un divertente editoriale per aprire l’anno con un sorriso. É di nuovo ora di previsioni astrali e a come sarà il 2017 ce lo dice Oroscopo.it. Giove, il pianeta del benessere e della fortuna, a ottobre passerà in Scorpione e ne beneficeranno Bilancia, Acquario, Gemelli, Sagittario e Leone. Il temuto Saturno, invece, traslocherà in Capricorno, a cui porterà non pochi benefici. Mentre i segni che ne patiranno il passaggio saranno Cancro, Bilancia e Ariete. I più fortunati secondo l’oroscopo 2017? Leone fino a ottobre e poi, fino a fine anno, lo Scorpione. Noi, invece, vi diamo qualche consiglio sul viaggio più adatto per il vostro segno perché sia, per ognuno di voi, un 2017 all’insegna della scoperta.
Buon anno viaggiatori, che sia per tutti ricco di nuove mete. 3
Buon 2017 da TRAVELGLOBE!
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S O M M A R I O
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EDITORIALE di Federica Giuliani FINLANDIA Le bianche strade di Babbo Natale
Foto e testi di Giovanni Tagini HONDURAS Il serpente verde
Foto e testi di Vittorio Giannella SRI LANKA SAMSARA
NEWS
GERMANIA Un incanto di Barocco
Foto e testi di Giuliana e Antonio Corradetti Italia Alto Adige. Pancia mia fatti capanna. Anzi baita
Foto e testi di Giovanni Tagini
Testi di Federica Giuliani Foto di Graziano Perotti
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LEGENDA
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M E N T E C U O R E N AT U R A G U S TO CORPO
NARRATÉ
LUSSO LOW COST
Il tè che ti porta a scoprire l’anima di una città nell’arco di cinque minuti: il tempo di un’infusione di una bustina nell’acqua bollente. Le più belle città vengono raccontate dalle parole di uno scrittore, che riesce a farti immergere nella giusta atmosfera in poco tempo, proprio come richiedono i ritmi frenetici della vita moderna. Una coccola da gustare a casa propria o nel piccolo showroom milanese. Info
Iscriviti gratis a Secret Escapes per dormire negli hotel di lusso di tutto il mondo a prezzi low cost. Le offerte accuratamente selezionate sono accessibili esclusivamente ai membri registrati: non perdere l’occasione di viaggiare con stile spendendo poco!
NUOVE LINGUE
SKY SPA
Quando si impara una nuova lingua il modo migliore è immergersi nella realtà del Paese che ci interessa. Quindi perché non trovare un posto tranquillo per ripassare o imparare, direttamente nella città straniera in cui siamo? Babbel ti aiuta a scegliere il posto giusto per te. La app, infatti, ti insegna a parlare una nuova lingua da subito: una semplice piattaforma di apprendimento disponibile in 14 idiomi, 190 paesi e con 20 milioni di utenti registrati in tutto il mondo. Info
É attesa per Pasqua 2017 l’apertura del nuovo centro benessere di vetro e legno sopra i tetti di Merano, progettato per offrire maggiore comfort agli ospiti in un ambiente unico. Nella Sky Spa dell’Hotel Terme Merano, la prima situata in pieno centro, si potrà nuotare in piscina a cielo aperto, riattivare le proprie energie con un massaggio, oppure una sauna, rilassarsi al sole con lo sguardo volto sullo scenografico paesaggio altoatesino e richiedere trattamenti bellezza esclusivi. Info
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AL CALDO
Non un semplice tour, ma un’emozione infinita lungo paesaggi da Mille e una Notte tra giungla, deserto e monumenti di immensa bellezza. Royal Enfield Ride ti porterà a vivere una vera avventura, ma in tutta sicurezza, con il supporto di una guida esperta e un’adeguata assistenza meccanica. La Royal Enfield è famosa in tutto il mondo per i suoi modelli dal fascino vintage capace di condurvi indietro nel tempo. Tour organizzato dal tour operator Fuorirotta dal 4 al 18 febbraio 2017. Info
Vuoi un San Valentino... pungente? Se non ti piacciono mazzi di fiori e romanticherie, ma vuoi comunque festeggiare con l’amata/o c’è un posto che fa per te: il Garden Cactus B&B Relais Suite de Charme a Favara (Ag). Un incantato giardino di 30mila cactus fa da cornice alle quattro eleganti suite. Gli innamorati, tra un bacio e l’altro, potranno gustarsi una deliziosa prima colazione a base di ingredienti bio, camminare nella foresta di cactus americani, ammirare i puntuti esemplari mignon e lasciarsi incantare dai colori incredibili dei fiori che si fanno strada tra le spine. Info
AIR FRANCE
TRADFEST DUBLINO
Per la stagione estiva (al 26 marzo al 2 maggio e dal 7 al 27 ottobre 2017) Air France potenzia la propria offerta sulla rotta Parigi - Città del Capo. I passeggeri Air France potranno usufruire tutto l’anno di voli per Città del Capo (Sudafrica) in partenza da Paris-Charles de Gaulle. Durante la stagione estiva, la compagnia collegherà le due città grazie a 3 voli settimanali, operati con Airbus A330 e Boeing 777, il mercoledì, il venerdì e la domenica. Info
La più importante celebrazione di musica folk e tradizionale irlandese, nel 2017, festeggerà la sua dodicesima edizione e si svolgerà dal 25 al 29 gennaio, in un avvicendarsi eclettico di musicisti irlandesi e internazionali, che si esibiranno in alcune delle più straordinarie e rappresentative location di Dublino. Il TradFest si sviluppa attraverso i vicoli medievali di Temple Bar, polo creativo e culturale di Dublino, ma gli appuntamenti salienti del festival si svolgeranno in alcuni dei più importanti edifici storici della città. Info
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TRAVELGLOBE
RAJASTAN IN MOTO
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| LE BIANCHE STRADE DI BABBO NATALE
Vicino al Circolo Polare Artico, Napapiiri in finlandese, in inverno il sole dura poco. Renne, motoslitte e sciatori si spartiscono un paesaggio incantato, che circonda i camini fumanti.
finlandia
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In apertura: l’ingresso del Santa’s Salmon Place a Napapiiri di Rovaniemi, un piccolo e delizioso ristorante dove servono dell’ottimo salmone in tutte le possibili varianti. L’arredamento, la struttura e anche i piatti da portata sono rigorosamente in legno naturale. Per scaldare l’ambiente, un grosso camino è posto al centro della struttura.
Sopra: una kota, la tenda tradizionale dei Sami, usata per proteggersi dal freddo durante gli spostamenti invernali con le greggi di renne. Viene utilizzata anche come rifugio durante escursioni in motoslitta o con le slitte trainate dai cani o renne. Un modo semplice e veloce per riscaldarsi dal gelido freddo invernale.
Nella foto di sinistra: un braciere posizionato al centro della tenda kota riscalda l’ambiente interno, il fumo fuoriesce dalla piccola apertura nella sommitĂ e in pochi minuti si passa da -40° a +20°. Nella foto in alto a destra: la parete di un ristorante decorata con una pelle di renna, di lupo e vecchi sci da telemark. Nella foto in basso a destra: il totem di legno che indica le distanze con le principali capitali mondiali. Ăˆ posto proprio di fronte alla casa di Babbo Natale sul parallelo del circolo polare artico.
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Nella pagina precedente: una tipica casa finlandese. Piccoli elementi le contraddistinguono dalle classiche abitazioni europee: sono costruite quasi interamente in legno, non c’è mai il citofono, la porta d’ingresso si apre sempre verso l’esterno, e al suo interno si cammina sempre scalzi. Nella foto sopra: dettaglio di una facciata esterna addobbata per i mesi invernali, le luci sulle grondaie e alcune candele sul davanzale delle finestre illuminano le giornate più buie.
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Nella foto sotto: la hall dell’hotel Artic Snow, nei pressi di Rovaniemi. Questo hotel costruito interamente di ghiaccio apre verso il 20 dicembre e chiude a fine marzo o aprile a seconda delle temperature stagionali. Al suo interno la temperatura è costante a -5°.
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Nella foto sotto: i grandi blocchi di ghiaccio impiegati per la costruzione dell’hotel Artic Snow. Per costruirlo occorrono 4 settimane di duro lavoro, alla struttura lavorano numerosi operai e ingegneri, mentre sono gli artisti del ghiaccio provenienti da tuta la Finlandia ad occuparsi dei decori e dell’arredamento delle suite.
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Nella foto sopra: palchi di renna decorano le finestre di un’abitazione. Questi animali sono molto amati in Finlandia, non solo perchÊ trainano la slitta di Babbo Natale, ma perchÊ il loro allevamento riveste un’importanza economica e culturale.
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Nella foto sotto: la porta d’ingresso della casa di Babbo Natale decorata con una piccola aiutante che porta nella sacca le letterine indirizzate a Santa Claus.
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Nella foto sopra: a circa un’ora d’auto da Rovaniemi si trova uno dei parchi nazionali più belli della Finlandia, il Pytä-Luosto. Durante i pomeriggi di gennaio il cielo si colora con stupende striature di rosso che si riflettono nel corso di fiume non ghiacciato, gli alberi di betulla fanno da cornice a un paesaggio fiabesco.
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Nella pagina precedente: un lago ghiacciato nei mesi invernali viene usato come strada per accorciare le distanze. Ogni giorno è monitorato lo spessore per stabilire se agibile o no. In questa pagina: alcuni modi per trascorrere le giornate in Lapponia. Lo sci di fondo è lo sport nazionale, ci sono ben 330 km di piste costantemente battute e spesso anche illuminate artificialmente. Per i piÚ pigri è consigliato un giro sulla motoslitta nelle foreste innevate e per gli amanti dei motori un corso di guida su ghiaccio su bolidi 4x4 con ruote chiodate.
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Tra le destinazioni più visitate della Lapponia c’è la casa del Natale nel villaggio di Santa Claus a Rovaniemi. Una struttura a torre, unica in Finlandia, ospita al suo interno un negozio di souvenir, un ristorante-bar e alcune camere d’albergo.
È aperta tutti i giorni dell’anno dalle 8.00 alle 23.00. Al suo interno si trova il museo del Natale con tutte le usanze e storie legate a questa festa. Un’area è dedicata a Babbo Natale con la storia ufficiale.
Nelle serate limpide molti finlandesi si ritrovano intorno a un fuoco seduti su pelli di renna. Si passano ore e ore a raccontarsi storie e leggende sui Sami bevendo koskenkorva viina (vodka locale prodotta con orzo) in attesa che arrivi l’aurora boreale.
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Sono molti i finlandesi che allevano le renne, un’attività ancestrale. Da vive vengono usate per trainare le slitte nei safari turistici, mentre una volta morte si utilizza la carne come alimento primario della dieta finlandese, mentre le pelli servono per realizzare capi d’abbigliamento e coperte e i palchi come decori d’arredo.
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Nella foto sotto: cavalcare una motoslitta è il modo più semplice e divertente per apprezzare appieno la natura finlandese. Nei mesi di marzo e aprile, quando le giornate e le ore di luce si allungano sempre di più e la neve è ancora abbondante, la motoslitta vi farà gustare al meglio l’immenso spettacolo della natura lappone.
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Nella foto sopra: per provare l’esperienza unica dei nativi Sami, bisognerebbe dormire almeno una volta in un igloo. Questo è possibile nell’hotel Igloo di Rovaniemi. Il letto è di ghiaccio ma coperto da pelli di renna e da un caldo piumino. La temperatura interna è di -5° ma molto secca, una volta sotto il piumino vi sembrerà di essere incredibilmente in un letto riscaldato.
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Nella foto sotto: solo la porta d’ingresso e le pelli di renna dove sedersi non sono di ghiaccio, per il resto, sedie, tavoli e decori sono interamente scolpiti nel ghiaccio. Cenare nel ristorante di ghiaccio è molto divertente: prima di entrare s’indossano giacche termiche e cappelli di lana, una volta seduti vengono serviti piatti, solitamente caldi, che vanno consumati velocemente prima che si congelino ;)
Nella foto a destra: un’elegante poltrona che troverete nella vostra stanza igloo; è stata scolpita da un unico grosso blocco di ghiaccio da un giovane scultore finlandese che si occupa degli arredi, naturalmente sulla seduta c’è una calda e morbida pelle di renna.
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In queste pagine: il bar e la suite dell’hotel Artic Snow. Come nel film della Disney Frozen, ispirato alla fiaba “La regina delle nevi” di Hans Christian Andersen, Elsa, la protagonista, dà sfogo ai suoi poteri e costruisce un magnifico palazzo di ghiaccio.
All’igloo Village esiste una cappella di ghiaccio dove vengono celebrati matrimoni e per i più piccini c’è il miglior parco giochi del circolo polare artico, con scivoli di ghiaccio, pista per il pattinaggio e un’area dove realizzare pupazzi di neve.
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Nella foto sopra: molti sono i souvenir che potete comprare in Lapponia, ma il pupazzo di peluche a forma di renna è il piÚ gettonato e amato da tutti, grandi e bambini.
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Nei mesi da febbraio ad aprile in Lapponia è il momento migliore per praticare la pesca nei laghi ghiacciati. Si pratica un buco nel ghiaccio e si attende che un persico (pesce nazionale finlandese) o un salmone abbocchi all’esca. Per i finlandesi la pesca è un passatempo popolare, pescare nel ghiaccio è allo stesso tempo rilassante ed eccitante, fissare profondamente il foro nel ghiaccio sgombra la mente in modo rapido ed efficiente.
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Nella pagina precedente: Il Jätkänkynttilä (ponte dei boscaioli), è il simbolo architettonico di Rovaniemi e motivo d’orgoglio di tutti gli abitanti. Nella foto a sinistra: un centrotavola realizzato con rametti flessibili di betulla e arricchito con fiori essiccati tipici delle praterie lapponi. Nelle foto di destra: la casa dei regali di Babbo Natale: al suo interno centinaia e centinaia di giocattoli aspettano i più piccini. Se un bambino consegna una letterina con il regalo desiderato gli viene consegnato direttamente da un aiutante di Santa Claus.
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Nella foto sotto: la leggenda vuole che tanto tempo fa, in una giornata soleggiata invernale alcuni pupazzi di neve per non sciogliersi si diressero verso il circolo polare, arrivati a Rovaniemi decisero che era il posto giusto per fermarsi. Ecco perché in città durante l’inverno ci sono tantissimi pupazzi di neve.
Nella foto in alto a destra: una giovane ragazza finlandese all’accettazione dell’hotel Artic Snow. Nella foto in basso a destra: i finlandesi amano molto la natura e gli animali e nei mesi più freddi legano dei covoni di grano alle piante fuori casa per aiutare gli uccellini a svernare nel migliore dei modi.
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Un orso bruno scolpito nel legno è posto all’ingresso di un ristorante tipico, questi animali hanno da sempre avuto un ruolo fondamentale nel folklore finlandese. Si stima che nelle vaste foreste lapponi ci siano circa 1500 orsi bruni.
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INFO UTILI Foto e testi di Giovanni Tagini Dove mangiare Ristorante Santa’s Salmon Place, Tähtikuja 96930 Napapiiri Rovaniemi Tel. +358 45 6058443. Ristorante Nili, Valtakatu 20, Rovaniemi, Tel +358 40 0369669. Ristorante Lapland Kotahovi, Joulumaantie 13, Santa Claus Reindeer, Rovaniemi. Tel. +358 40 8340900. Ristorante Martina, Koskikatu 11, Rovaniemi. Tel. +358 16 313285. Ristorante Hemingway’s, Koskikatu 11, Rovaniemi Tel. +358 16 313277.
Dove Dormire Hotel Artic Snow, Lehtoahontie 27, 97220 Sinettä, Tel. +358 40 8453774. Hotel Lapland Bear’s Lodge, Pohtimolammentie 382, Rovaniemi, Tel. +358 16 5300400. Hotel Artic Tree house, Tarvantie 3 Arctic Circle, Rovaniemi. Hotel City, Pekankatu 9, Rovaniemi. Tel. +358 16 3300111. Santa Claus Holiday Village, Tahtikuja 2, Rovaniemi. Tel.+358 3 41089711 Link utili Sito ufficiale dell’Ente del turismo Guida della Finlandia Villaggio di Babbo Natale SAS Compagnia aere
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| UN INCANTO DI BAROCCO
La Strada Barocca dell’Alta Svevia si snoda tra il Lago di Costanza e il Danubio. Un itinerario per scoprire magnifici gioielli di arte barocca in un idilliaco paesaggio collinare.
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Apertura: sabato sera. Aria di festa a Ottobeuren. Il sole tramonta dopo una giornata di preparativi per le solenni celebrazioni dell’indomani. Tutto è pronto nella grande Abbazia benedettina che ha appena chiuso i suoi portoni in attesa del grande giorno. Vestitini gialli e boccoli ai capelli, due bimbe con il loro padre sono salite dal paese sulla collina della chiesa. Corrono e giocano sul sagrato. Il padre le richiama: “Non vorrete rovinare le vostre belle scarpette bianche della festa!”. Sopra: la celebrazione è appena terminata. Un brusio gioioso ronza nell’aria e riporta alla quiete il tumulto del cuore ancora vibrante delle ultime note di Mozart, riversate con prorompente potenza dal grande organo. Odore di cera, incenso e fiori. Luce di miele sui legni lucidi del coro, consumato da innumerevoli ore di preghiere e silenzi. A mezz’aria, sospeso tra la folla e le volte, aleggia un bagliore soffuso, si addensa una bolla di luce rarefatta in cui si perde lo sguardo e il sorriso di chi contempla in disparte.
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La supremazia della forma e dell’eccesso nel secolo del disagio realizza le sue opere fantastiche. L’incertezza dell’uomo del ‘600 trova rifugio nell’illusione e la realtà si perde nell’artificio e nel sogno. La perfetta scenografia della chiesa di Ottobeuren è fatta per i sensi più che per l’anima, appartiene alla sfera onirica, più che alla realtà. L’inquietudine è nel mondo e nelle cose e allora non resta che il sogno. “Che è la vita? Un delirio. Che è la vita? Un’illusione, un’ombra, una finzione, ed il bene più grande è piccolo; che tutta la vita è sogno ed i sogni, sogni sono.” Calderon de la Barca, anno 1635.
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Stupore e meraviglia. L’incantesimo barocco cattura le sue prede e le stordisce con un turbine di seduzione. Funziona ancora oggi con i disincantati visitatori del XXI secolo, che pure restano sbalorditi, a bocca aperta, sotto le occhiate beffarde degli angioletti, con lo sguardo rapito in beatitudine contemplativa, come statue di santi in estasi mistica.
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Riflessioni sul Barocco guardando il soffitto della chiesa di Ottobeuren. Lontano dalla sobrietà essenziale del romanico, lontano dalla purezza spirituale del gotico, lontano dalla razionale limpidezza del Rinascimento, il Barocco è altra cosa, un’arte mai vista prima, indisciplinata e libera, caotica come la vita, e, proprio perché come la vita, anche eccessiva, pomposa, ambigua, sfacciata, effimera, decadente.
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Ottobeuren: la messa solenne è finita. Fuori ha appena smesso di piovere e l’aria profuma di erba e terra bagnata. I tuoni del temporale lasciano il posto ai botti della festa. Il parcheggio è pieno di pullman venuti dai paesi vicini e sotto la collina, nelle case e nelle locande, ci si prepara al pranzo dei giorni speciali e si sfornano spätzle e kaiserschmarren. Le ultime a uscire dalla chiesa sono le suore. Attraversano il sagrato in silenzio, con uno svolazzare di vesti nere e il balenare di un sorriso.
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Una bianca folla di personaggi marmorei popola le navate e gli altari. Statue barocche pervase da una carnalità mai osata prima. La stessa Controriforma, che aveva pudicamente infilato i mutandoni ai personaggi michelangioleschi della Cappella Sistina, indica nuove strade per richiamare a sé i fedeli. L’austerità e la severa iconoclastia protestante si combattono con ciò che più era stato attaccato: lo sfarzo, la magnificenza, il fascino della bellezza. L’arte barocca diventa strumento di propaganda cattolica contro il protestantesimo. Colori sgargianti, tinte pastello e una voluttuosa sensualità delle forme inebriano i sensi. L’estasi mistica simile a un estremo piacere erotico è una fiamma che attrae, un audace cammino verso il divino, fino ad allora, mai sperimentato.
Riflessioni sul Barocco guardando il soffitto della chiesa di Bad Schüssenried. Realtà e apparenza si mescolano e si confondono nel grande gioco di illusione del Barocco. Finti marmi, finti ori, affreschi tromp l’oeil, ingannano l’occhio creando chimerici mondi immaginari. La prospettiva, grande strumento artistico del Rinascimento, non è più un mezzo per
tradurre lo spazio reale, ora viene sottomessa alla fantasia e usata per creare visioni irreali. La crisi della società del XVII secolo si riflette nell’arte barocca, che si separa dalla razionalità e non fa più distinzione tra l’essere e l’apparire.
Bad Schüssenried, Oberschwäbische Barockstrasse, Strada Barocca dell’Alta Svevia. A pronunciarlo in tedesco sembra di sentire già la complessità e la sovrabbondanza del Barocco, filo conduttore del nostro percorso. A forza di ripeterlo diventa quasi un mantra, che accompagna il delizioso procedere della strada in una terra morbida e bucolica, fiorita di gioielli d’arte. Bad Schüssenried è uno di questi. Lo scopriamo nel verde brillante dei prati, appartato e tranquillo, nonostante l’antica importanza della sua abbazia premostratense. Nella chiesa aleggia una luce preziosa che invita al raccoglimento e nell’elegantissima biblioteca ci si ubriaca di colori e forme barocche, sotto lo sguardo di pietra di strani cherubini bizzarramente abbigliati.
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Bad Schüssenried Purissimi, dorati e abbaglianti, i raggi del sole inondano la chiesa animando le forme e trasfigurando gli spazi. È il modo barocco di concepire la luce. Essa, per sua natura divina e quindi perfetta, deve risplendere direttamente, senza bisogno di essere filtrata, colorata e distorta come accadeva con le vetrate istoriate delle immense finestre gotiche. Nel regno dell’artificio, dell’illusione e dell’eccesso la luce è l’unico elemento naturale, la sola presenza autentica e innocente.
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Biberach an der Riss. Ein, zwei, drei... Prove di danza nella Marktplatz. Bisogna memorizzare tutti i passi e le figure per poter essere perfetti quando sarà il momento di eseguire gli antichi balli in costume per la Schützenfest, la grande festa di Biberach. Nata nel seicento con origini protestanti, si trasformò successivamente in festa cattolica sull’onda dell’ardente
stile barocco e resta ancora oggi un evento molto popolare e coinvolgente. La bella piazza del paese è una pozza di luce dorata e le case sembrano un fondale di teatro davanti al quale i danzatori, imitati dai bambini, intrecciano i loro incerti minuetti.
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Alla pagina precedente: Biberach an der Riss. Le due vecchie torri sulla collina Gigelberg sono solo un pretesto per salire su per sentieri e scalette e poter guardare il paese dall’alto. Il fitto fogliame preclude la vista, ma, quando all’improvviso la vegetazione si dirada, è una visione di tetti rossi e casette serrate, che sembra uscire da un quadro medioevale. Forse perché da qui non si vedono auto, negozi, persone, tutto sembra davvero sospeso nel tempo. Poi gli alberi richiudono il sipario. Forse abbiamo solo sognato. Qui sotto: qualcosa di gotico è rimasto nella bella parrocchiale di St. Maria und Martin di Biberach. La settecentesca trasformazione barocca non ha cancellato del tutto lo stile originale dell’edificio, che affiora dal passato come un relitto. Un ricco cancello di ferro battuto sembra quasi voler isolare una cappella gotica, austera e spoglia. Il disegno delicato delle nervature, le finestre ogivali e il senso di vuoto sono l’antitesi perfetta al curvilineo stile barocco che straripa al di là della grata. A distanza di qualche secolo tutto è cambiato: la visione del mondo, il sentimento religioso, la concezione della realtà. Anche il cielo sotto cui pregare non è più lo stesso.
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La luce chiara e pulita nel mattino si insinua a fatica nel tessuto a maglie strette della Biberach medioevale. I vicoli sono ancora tutti freddi e umidi e le case a graticcio dai tetti aguzzi disegnano profili seghettati che tagliano il cielo come lame ma la chiesa barocca, ripiena di meraviglie, è già un fiore roseo che si spalanca nel sole. Nella doppia pagina seguente: Steinhausen appare tra i campi di mais, luppolo e grano, con le casette bianche dai tetti rossi e il gioiello inaspettato della sua chiesa barocca, più delicata di un bocciolo di rosa. Poco più oltre, la barriera fitta dei boschi interrompe il monotono ripetersi delle coltivazioni, trasformando il paesaggio da rurale a selvatico. La strada del Barocco si snoda dolcemente nella campagna, tra paesi, chiese e abbazie. Un percorso lento in un mondo semplice che evoca profumi di fieno, mele, latte e pane nero. Il villaggio così placido e ordinato non lascia immaginare il caos vertiginoso che ci aspetta all’interno del santuario ma già un cielo barocco di cirri ricciuti fa presagire le nuvole vaporose dipinte sulle volte e l’illusione di un azzurro più trasparente che squarcia il soffitto.
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Angeli radiosi si librano nell’aria con le vesti gonfie come nuvole. Il soffitto di Steinhausen è un cammeo ovale, leggiadro di colori chiari rubati all’alba del primo giorno del paradiso terrestre. I toni sono caldi e le sfumature delicate di miele, pesca e albicocca. Il tutto sembra scorrere in un movimento lento, fluido e spiraliforme verso un centro di luce soprannaturale. Nessun cielo come quello barocco fu mai tanto movimentato, affollato e gremito di esseri celesti. Una cosmogonia quasi pagana, una specie di sacro panteismo, un ribollente brodo primordiale, che accende i sensi ed emoziona.
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Riflessioni sul Barocco guardando il soffitto della chiesa di Steinhausen. Tutto ciò che è propriamente umano e terreno viene rappresentato ed esaltato all’ennesima potenza con esasperata esuberanza per sbalordire e rapire gli animi dei fedeli. È una strada diversa, una ricerca spirituale attraverso la raffigurazione esagerata del mondo che conosciamo. Nessuna astrazione, nessun rifiuto del reale teso a un’ascesi mistica, al contrario, l’arte barocca ama l’esperienza umana. I corpi, siano essi scolpiti o dipinti, sembrano davvero di carne, guardarli è come toccarli, tanto essi sono vivi e animati di sangue e sentimenti.
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Weingarten. Se la missione dell’arte sacra era stata sempre quella di elevare l’uomo per innalzarlo verso il cielo, ora la freccia ha cambiato verso ed è il divino che scende verso l’uomo, si cala nel vivo della materia e riempie le sue chiese con il prodigio della sua magnificenza. Di tutti i sacri misteri quello che ispira e alimenta l’Arte Barocca è il più materico e rivoluzionario. Dio che si fa uomo, spirito che diventa corpo e sangue e ancora più giù: corpo che diventa pane e sangue che diventa vino. Una discesa vorticosa dall’alto verso il basso che affonda senza paura nella concretezza dell’esistenza, rende sacra e magnifica ogni cosa terrena, svelandone al contempo la vanità e la caducità.
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Riflessioni sul Barocco guardando il soffitto della chiesa di Weingarten. Coda di pavone spalancata, ventaglio aperto, giardino di mille fiori, eden di meraviglie, l’arte barocca incanta esaltando i sensi. Non più vertigini gotiche di altezze inarrivabili, vuoti misteriosi, angoli acuti, peso terreno che si smaterializza e si sublima innalzandosi verso il divino, nell’arte barocca, al contrario, trionfano la vita, il caos, la sovrabbondanza. La materia germoglia e si gonfia con una forza vitale inarrestabile, saturando tutto lo spazio con una bellezza quasi insostenibile. Pagina seguente: Zwiefalten. Le geometrie lineari e rassicuranti degli interni si perdono sotto una vegetazione dilagante di decorazioni, come ruderi di un mondo finito, inghiottiti da una foresta tropicale lussureggiante e incontrastabile. Le linee che disegnano lo spazio sono sempre curve, morbide e flessuose, più vicine al regno della natura che a quello dell’architettura. Curve complesse che si attorcigliano in spirali e intrecci, come se nulla potesse più seguire la razionalità di una retta. La struttura degli edifici sacri scompare nel rigoglio magmatico delle decorazioni, dei marmi, degli stucchi e degli ori. Le volte di pietra si dissolvono nel trompe-l’oeil di cieli luminosi in cui navigano nuvole, angeli ed esseri divini.
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Zwiefalten, particolare dell’altare maggiore. Horror vacui. Terrore del vuoto. Un groviglio inestricabile di elementi decorativi, una soffocante proliferazione quasi vegetale in cui una Madonna dalla veste rossa e un angelo bianco sembrano essere rimasti impigliati. Nel regno del barocco la frenesia di riempire ogni spazio esorcizza la paura di aver perso le radici della propria cultura. Il Seicento, a causa di tante scoperte astronomiche e geografiche, segna un radicale cambiamento nella visione del mondo. Il Rinascimento con la sua armonia e le sue certezze è tramontato. L’uomo non è più al centro del mondo. I confini dell’universo e della terra sono cambiati, la religione cattolica, messa in discussione dalla Riforma luterana, cerca di riorganizzarsi e restaurare il suo potere con la Controriforma. Nulla è più al suo posto. L’arte barocca esprime il nuovo disordine e cerca di rimettere insieme confusamente tutti i frammenti di un mondo perduto.
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Nell’atrio della chiesa di Zwiefalten la luce è uno strumento. Gli spazi si inondano di luce o di ombra a seconda dell’ora del giorno, mutando di colore e di contrasto, appiattendo o esaltando i volumi. Le statue non comunicano fissità ma un movimento morbido e voluttuoso, quasi liquido, come se fossero fatte di carne e di vento.
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Zwiefalten. Il Barocco è teatro, così come lo è la vita. El gran teatro del mundo di Calderon de la Barca era appena stato dato alla luce, perfetta metafora dello spirito dell’epoca. La guerra dei Trent’anni, la peste, la differenza tra povertà e ricchezza sempre più abissale, la lacerazione della Riforma luterana e le incertezze nate dalle nuove scoperte scientifiche costituivano il disorientante panorama su cui si muoveva la fragile società del XVII secolo. La vita va in scena ogni giorno sul palcoscenico del mondo con la sua miseria e il suo sfarzo e l’arte barocca, ipertrofica e iperbolica, si fa interprete di allegorie, drammi, farse e tragedie. Mischiando splendore e decomposizione, potere e decadenza, ricorda l’ineluttabilità della morte, e ripete il suo memento mori, intrecciando teschi, corone d’oro e ghirlande di rose.
INFO UTILI Foto e testi di
Giuliana e Antonio Corradetti
La Strada Barocca dell’Alta Svevia (Oberschwäbische Barockstrasse) è un percorso circolare che si snoda tra il Lago di Costanza e il Danubio, principalmente nel territorio del land del Baden-Württemberg e parte in Baviera. L’itinerario, lungo circa 500 km, permette di scoprire magnifici gioielli di arte barocca in un idilliaco paesaggio collinare. È possibile iniziare il tour dal punto più a sud, Friedrichshafen sul Bodensee, e poi risalire a nord fino a Ulm per poi ridiscendere. Ente nazionale germanico per il turismo Strada Barocca dell’Alta Svevia
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| IL SERPENTE VERDE
La Ruta Maya in Centro America, assomiglia alla traccia sinuosa di un serpente sulla sabbia. Segue i contorni della costa, per poi immergersi nelle fitte foreste pluviali, attraverso le città più dell’impero Maya.
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In apertura: foglia di Coccoloba uvifera, chiamata volgarmente Efedra, cresce spontaneamente lungo le spiagge, e le sue radici molto estese, consolidano le dune e non soffrono minimamente per l’alta salinità portata dalle onde marine. La lunga spiaggia di West End, sull’isola di Roatan, con l’isolotto di Palm beach ombreggiato da
alberi di casuarina. Roatan è l’isola più grande dell’Honduras, posta al largo dei Caraibi, covo, nel passato, di famosi pirati, tra cui il famigerato Henry Morgan, che in queste acque spadroneggiava con la sua flotta, derubando e affondando decine di galeoni. Roatan è una meta ambita dagli appassionati subacquei per l’estesa barriera corallina e per i piccoli villaggi animati, dove girovagare per negozi e botteghe, divertirsi e mangiare in ristoranti per tutte le tasche.
La Plaza norte del sito archeologico di Copan al confine con il Guatemala. Le prime informazioni scritte di questa antica città Maya, fondata da un guerriero di nome Yax Kuk Mo nel Periodo Classico, che si estese dal 426 al 820 d.C., si devono a un esploratore spagnolo, Diego de Palacio che, nel 1576, informò il re Felipe II di Spagna della sua scoperta. Solo nel 1834, grazie al colonnello Juan Galindo, iniziò la prima e vera esplorazione del sito con la creazione di una dettagliata mappa. Ma Copan cominciò a essere conosciuta in tutto il mondo grazie al libro di John Lloyd Stephens, “Incidents of Travel in Central America Chiapas e Yucatan” pubblicato nel 1841. Le rovine, sparse su 24 kmq, sono sito UNESCO dal 1980. Nel maggior momento di espansione la città contava fino a 21 mila abitanti ed era divisa in due aree ben definite; una, la Gran Plaza, era adibita a spazio pubblico, a eventi rituali e sociali di grande importanza, la seconda, vietata, riservata alla élite governante.
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A un’ora di sterrato dal villaggio di Copan Ruinas, tra scenari mozzafiato e montagne ammantate di foreste pluviali, si arriva alle sorgenti termali di Luna Jaguar Spa, con le acque che, alla sorgente, hanno una temperatura di 90 gradi. Grazie a pozze appositamente costruite rispettando l’ambiente naturale, il viaggiatore avrà l’opportunità di regalarsi un bagno caldo e intimo nel cuore di una foresta primigenia. Una eco-spa per un’esperienza originale, che farà certamente bene al benessere fisico e mentale, con idromassaggi, bagni di vapore e pediluvi.
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Per comprendere meglio il metodo di coltivazione del caffè honduregno, la finca Santa Isabel a pochi chilometri da Copan Ruinas, accompagna i piÚ curiosi in un itinerario silvestre dove, oltre alle piantagioni di caffè, si potranno vedere farfalle di diverse specie, frutta tropicale coltivata con metodi naturali, diverse specie di fiori, come le appariscenti Eliconie
rostrate (foto in alto a destra), piante medicinali e oltre 85 specie di uccelli che vivono nella foresta pluviale. Alla fine del percorso si può degustare il caffè appena tostato alla perfezione da mani esperte.
Disboscamento, coltivazioni su larga scala (banane, palme e ananas) sono i nemici di questo territorio con la piĂš estesa area forestata del Centro America. Nella foto fiori caduti di Erythrina crista-galli, alberi che in gran numero crescono nella Macaw Mountain, a pochi chilometri da Copan Ruinas.
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Si resta senza parole davanti all’imponente, meticolosa ricostruzione del tempio di Rosa Lila nel museo delle sculture a Copan. Secondo gli studiosi pare che il tempio volesse imitare una montagna sacra dedicata al fondatore Yak Kuk Mo e alla sua personificazione del sole. Costruito nel 571 d.C. consta di tre livelli. La facciata principale a ponente, è dedicata al mondo dei morti, quella a nord si riconosce per una grande raffigurazione del sole. In cima al tempio si trova la figura di Kinich Ahau con grandi ali e la bocca di un serpente. Si accede al tempio mediante un lungo tunnel, perchÊ la struttura era stata costruita al di sotto del livello del terreno per nasconderla ad occhi indiscreti.
L’isola di Roatan è conosciuta anche per i tanti luoghi d’immersione lungo la sua costa di 64 chilometri. Una barriera corallina in ottimo stato, con una visibilità eccezionale e in technicolor. Come nel sito più frequentato dai sub, quello di fronte a Sandy Bay, dove gorgonie e coralli rappresentano un habitat sicuro per migliaia di specie animali e vegetali. Tutto questo è garantito dall’idrodinamismo: un continuo ricambio di acqua prodotto dalle correnti sottomarine. Nella foto un branco di Pomacanthus paru.
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L’isola di Roatan fu visitata da Cristoforo Colombo nel 1502 e contesa con molte invasioni e guerre, da parte di inglesi e spagnoli. Una grossa stella marina, comune nel mare di Roatan, in mano a un bambino con in mano a Camp Bay Beach, una lunghissima spiaggia candida all’estrema punta orientale dell’isola spazzata spesso da forti venti e con correnti che sconsigliano il bagno.
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Il mondo sommerso di Roatan è un vero e proprio gioiello di biodiversità marina accessibile proprio a tutti. Soprattutto nella parte occidentale dell’isola, dove con poche bracciate si raggiunge la barriera corallina. Anche i meno esperti, con maschera e pinne possono godere, in tutta sicurezza, dello spettacolo dato da spugne giganti, coralli duri e molli di vari colori e pesci dalle forme insolite e comportamenti curiosi. Le immersioni più impegnative sono assicurate da diving ben attrezzati e a prezzi onesti. Insomma qui a Roatan ogni tuffo riserva sorprese e soddisfazioni, e per i più coraggiosi è possibile nuotare con gli squali, innocui (dicono!).
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Attorno alla cittadina di Copan Ruinas le impervie montagne sono coperte da un fitto bosco nublado, la foresta quasi sempre avvolta dalle nubi. Varie sterrate percorrono le vallate e in questo paesaggio spesso monocolore. Un albero fiorito attira l’attenzione.
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Pagina precedente: una casa rurale nei dintorni di Gracias. In questa pagina: la Caligo memnon, una grossa farfalla delle foreste honduregne caratterizzata da due grandi ocelli posti sulle ali inferiori che servono a far spaventare gli eventuali aggressori, in genere volatili. Il tucano (Ramphastos toco) uccello inconfondibile per la forma e i colori del suo enorme e originale becco. Ha abitudini arboricole e nidifica nelle cavità dei tronchi. Ama bagnarsi in pozze d’acqua stagnante e la sua alimentazione
è costituita in maggioranza da semi e bacche, ma non disdegna lucertole, ragni e insetti. Stormi di Ara macao vivacizzano la visita alle rovine millenarie di Copan. Introdotti molti anni fa, questi grossi pappagalli, sacri ai Maya, si sono ambientati benissimo. Ora accompagnano i turisti tra gli alberi e le stele antiche come schegge colorate volanti con un gran vociare. Il dinamismo e l’intraprendenza di alcuni giovani di Copan Ruinas Ha creato l’Honduras canopy tour: una rete di canopy dove volare liberamente tra gli enormi alberi della foresta pluviale sulle montagne di Guacamaya.
Una scimmia ragno (Ateles fusciceps) dalla lunga coda prensile guarda incuriosita il nostro passaggio. Questi animali, in pericolo d’estinzione, hanno una coda molto lunga che usano come un quinto arto, essendo dotato all’estremità di un cuscinetto di pelle ruvida che l’animale usa come un dito. Sono chiamate cosi per la loro straordinaria agilità e la loro grande specializzazione alla vita arboricola.
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Ragazzini di un villaggio vicino Gracias giocano all’ombra di un enorme albero della foresta per sfuggire al cocente sole dell’estate honduregna.
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Una famiglia di un villaggio sulla costa a pochi chilometri da San Pedro Sula. Sono loro, disseminati ai margini delle città o nelle foreste, gli eredi viventi degli antichi popoli Maya, grandi costruttori di templi e creatori di sofisticati calendari astronomici. Testimoni di un’identità culturale piegata ma non vinta a partire al 1526, quando arrivarono gli spagnoli che sistematicamente distrussero la loro cultura: divelte le statue, distrutti i templi, bruciati i codici.
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La strada che oggi attraversa la valle di Copan, al confine con il Guatemala, tocca numerosi villaggi, manciate di case colorate sparse nella foresta, dove sono ben visibili i segni della pratica “taglia e brucia” per poter coltivare caffè e banane. Dove c’è povertà la musica è l’unico modo per divertirsi e sorridere, come questa coppia di agricoltori, che ogni giorno sparge note musicali a confondersi con i rumori della foresta.
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A poche centinaia di metri dalla costa di West Bay, con una piccola imbarcazione, si può raggiungere il Gumbalimba Park, isolotto completamente ricoperto da foresta e mangrovie dove, con facilità, si possono osservare le iguane intente a ricaricarsi di “energia solare” davanti alle loro tane scavate ai piedi degli alberi.
Grazie alla natura montuosa (80% del territorio) e al caldo umido la ricchezza floreale dell’Honduras è notevole con fiori multicolori e dalle forme bizzarre. Pagina seguente: la barriera corallina dell’isola di Roatan è senza dubbio una delle sue bellezze, che richiama qui un gran numero di turisti.
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A sinistra: un ponte di funi attraversa il Rio Sesemil, nella comunità di Aguas Calientes, a 20 chilometri da Copan Ruinas. Qui le piene improvvise e devastanti durante la stagione delle piogge non permettono la costruzione di ponti in muratura. Sotto: un piccolo caimano spunta dalle acque infestate da piante di giacinti d’acqua. Questo piccolo coccodrillo ha la distribuzione più ampia nelle due Americhe: dal Messico meridionale, Centro America fino all’Argentina settentrionale, e supera di poco i due metri di lunghezza. Differisce dagli alligatori per l’assenza di un setto nasale osseo. Raramente attacca l’uomo.
Migliaia di turisti raggiungono ogni anno le rovine della città Maya di Copan per ammirare i grandi templi disseminati nella foresta. I Maya, sono l’unica cultura dell’America precolombiana che abbia usato una scrittura raffinata e complessa. Hanno lasciato i loro segni scolpiti su stele, altari e scalinate: una traccia grandiosa su queste opere monumentali, che mostrano il desiderio del popolo Maya di vincere la sfida contro il tempo. I segni sulle stele, per la maggior parte decodificati dagli archeologi, raccontano storie di re, guerre, congiure, ma molti restano ancora i segni da interpretare. Nella foto una stele che raffigura un governante vittima di un sacrificio, rituale per stabilire un contatto con il mondo del sopranaturale. 103
L’originale logo che segnala i servizi igienici all’entrata degli scavi di Copan, raffigurato con vesti dei Maya.
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Le acque turchesi che circondano l’isola di Roatan, impreziosite dalla seconda barriera più grande al mondo, dopo quella australiana. Si legge nel 1°capitolo di Popol Vuh, la cosiddetta Bibbia dei Maya, che in origine esisteva solo il mare. Non c’era nessun uomo, nessun animale nessuna pietra o montagna, solo le acque calme e placide del mare e i creatori: Tepeur, Gucumatz. Insieme diedero vita alle piante, agli animali e agli uomini, crearono la luce, l’alba e la notte. “Così avvenga! Che il vuoto sia colmato! Che le acque recedano e lascino spazio libero! Che la terra appaia e diventi solida: che ciò si compia”.
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Per chi non desidera camminare nel piccolo villaggio di Copan Ruinas, case addossate le une alle altre con strade in forte pendenza, l’opzione più economica sono i piccoli Ape, che qui chiamano Tuk Tuk e fungono da taxi per muoversi. “Qui è talmente piccolo che tutto è a tiro di pietra,” dicono gli abitanti che si raccolgono per incontrarsi nella piazza centrale, con tanti bar, negozietti e hotel a conduzione familiare. Siamo a 12 chilometri da El Florido, confine con il Guatemala.
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Una delle tante specie di Eliconia delle foreste dai fiori molto grandi che vengono raccolti per addobbare case e chiese. Per la loro particolare struttura resistono anche 15 giorni se messi in acqua.
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Ragazzi giocano a pallone sulla spiaggia di West End a Roatan. Il gioco della palla era considerato divinatorio dai Maya. I sacerdoti, quali intermediari con le divinità , interpretavano il futuro in base all’andamento della partita. Le regole del gioco erano diverse da quelle del calcio attuale: la palla poteva essere toccata solo con i fianchi, il ginocchio e il gomito destro. Diversissima poi la regola in caso di vittoria, che voleva immolato il capitano della squadra vincitrice, per avere il privilegio di salire al mondo divino e cosmico. Sarei curioso di vedere, all’epoca Maya, la fila degli aspiranti capitani!
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INFO UTILI Foto e testi di Vittorio Giannella L’Honduras da qualche anno sta diventando una delle mete più richieste dell’America Latina. Le sue bellezze naturali, archeologiche e il mare splendido rendono la meta attraente. Clima Per il nostro itinerario il periodo migliore va da marzo a giugno. Fuso orario 7 ore se in Italia vige l’ora legale 8. Lingua Spagnolo sul continente, a Roatan molto diffuso l’inglese.
Precauzioni sanitarie Non è necessaria alcuna vaccinazione. Portarsi repellenti contro gli insetti. Corrente elettrica 110 volt e 220, spina di tipo americano. Moneta Lempiras moneta Honduregna. 1 euro = 24,992 lempiras Links Per informazioni utili e precise CATA Agenzia di Promozione Turistica del Centroamerica Tel. 02 8366 0917 Guida ufficiale del turismo in Honduras Honduras travel Honduras. It Luna Jaguar spa
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| Alto adige. PANCIA MIA FATTI CAPANNA. ANZI BAITA
Famoso per la sua natura straordinaria in ogni stagione, l’Alto Adige è diventato anche un paradiso per gourmet con la sua cucina basata su ricercati prodotti tipici, al contempo innovativa e tradizionale.
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Nella pagina d’apertura: la spettacolare cima del Sass de Putia, una tra le più famose montagne delle Dolomiti. Si trova nel parco naturale Puez Odle tra la val Badia e la val di Funes. Nella pagina precedente: la pista di fondo Würzjoch si sviluppa tra la valle di Eores e il passo delle Erbe, 16 Km immersi in una natura vergine.
In queste pagine: la valle Aurina è considerata una delle aree più incontaminate di tutto l’Alto Adige. Grazie alle numerose montagne che la “proteggono”, ha mantenuto inalterati negli anni tradizioni, usi e costumi. Qui tutti gli anziani vestono con abiti tradizionali e le numerose passeggiate regalano scorci e paesaggi da favola.
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Sopra: usanza molto diffusa quella di essiccare le pannocchie sui ballatoi delle case contadine. Durante il lungo inverno il mais viene impiegato come alimento per gli animali o, una volta macinato, per produrre uno dei piatti tipici delle zone alpine: la polenta.
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Sotto: l’Alto Adige è famoso per la produzione di salumi tipici. Il re indiscusso è sicuramente lo speck IGP, prodotto con carne cruda di coscia di maiale disossato e lievemente affumicato a basse temperature con legno di faggio. Altri insaccati locali sono il salame di cervo, il filone cotto affumicato, la carne salada, il prosciutto cotto tirolese e i gustosi cacciatorini di cinghiale.
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Sopra: la Stube del ristorante Spanglwirt, a Campo Tures, è tra le piÚ rinomate e belle di tutta la valle Aurina. Ricavato nelle grotte delle vecchie cantine sotterranee, questo tipico ristorante, propone piatti della tradizione tirolese, utilizzando per lo piÚ ingredienti biologici, stagionali e preferibilmente regionali. Tra i piatti piÚ apprezzati potete gustare lo speck IGP con rafano e burro al ginepro, il tris di canederli e la rosticciata alla tirolese.
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Sopra a sinistra: lo chef del Spanglwirt mostra orgoglioso uno dei piatti tipici della sua cucina, lo stinco di maiale cotto al forno con rosmarino e erbe alpine, accompagnato con polenta e crauti rossi. Sopra a destra: Il tradizionale speck dell’Alto Adige IGP viene garantito e tutelato dal Consorzio che, dal 1992, si occupa di proteggere e promuovere questo prodotto garantendone la qualità e definendo i criteri e le tecniche di produzione.
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Sopra: una strada innevata in Val Pusteria, tra le valli piÚ lunghe, famose e turistiche dell’Alto Adige. Si estende da Chiusa di Rio Pusteria fino a Lienz nel Tirolo orientale. Caratterizzata da magnifiche vette dolomitiche, tra le mete piÚ famose si trovano le Tre Cime di Lavaredo e il lago di Braies. Nei mesi invernali è la neve la regina della valle; il comprensorio di Plan de Corones offre oltre cento chilometri di piste da sci.
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Sotto: il grande salone del Romantik Hotel Turm di Fiè allo Sciliar, un edificio storico del XIII secolo sapientemente arredato con un design moderno e raffinato, affiancato da una collezione privata di opere d’arte di grande rilievo. Otto Dix, De Chirico, Guttuso, Picasso e Paul Klee, sono solo alcuni dei numerosi artisti che potrete ammirare.
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Nel 2016 l’alto Adige è stata la regione italiana piÚ premiata dalla guida Michelin, con un totale di 19 ristoranti e 23 stelle. Nella foto in alto a sinistra uno dei 16 piatti degustazione preparati da Heinrich Schneider, lo chef del Terra (2 stelle Michelin), nell’hotel Auener Hof in val Sarentino. Nelle foto a seguire due piatti del ristorante gurmet Alpes (1 stella
Michelin) nell’hotel Bad Schörgau in val Sarentino, preparati dallo chef Egon Heiss, considerato tra i migliori giovani cuochi emergenti. Nell’ultima foto in basso a destra il tipico Schüttelbrot, un pane di segale duro che si conserva per tutto l’inverno.
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Nella foto di sinistra: la bella sala da pranzo dell’Osteria Posta a Piccolin di San Martino in Badia, specializzata in piatti tipici della cucina ladina e altoatesina. Tra le specialità ci sono i Tasces, ravioli ripieni di formaggio di malga e mirtilli, il Grestl, rosticciata di patate con maiale e crauti e il Cerf, medaglioni di cervo con salsa ai finferli, canederli e cavolo rosso. Nella foto di destra: lo chef Chris Oberhammer, proprietario del ristorante Tilia di Dobbiaco (una stella Michelin), mentre termina un suo piatto. La guida Michelin cita:” una cucina di grande qualità, finezza nella preparazione dei piatti, sapori distinti e materie prime eccellenti”.
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Nella foto a sinistra: un piatto a base di filetto di trota fario e verdure di stagione, un classico dello chef Oberammo del ristorante Tilia. Questo piccolo locale ha la forma di un cubo in vetro, ha solo cinque tavoli per 16 coperti e propone piatti intriganti originali e dal gusto pulito.
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In centro: la stube del ristorante Turm di Fié allo Sciliar che è stato eletto tra i cinque migliori ristoranti d’albergo d’Italia. Ha ricevuto quattordici punti nella guida Gault Millau e tre cucchiai nella guida Aral. La cucina è caratterizzata dalla genuinità, dall’alta qualità delle materie prime e dalla creatività dello chef Stephan Pramstralher.
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Nella foto di sinistra: un dolce del ristorante Terra dell’hotel Auener Hof. situato a 1662 metri sul livello del mare, è il più alto ristorante stellato d’Italia. Nella foto di destra: la chiesa di Santo Spirito è la più antica dell’intera valle Aurina e risale al quattrocento, costruita per i minatori di Predoi che estraevano il rame. Inoltre la chiesa è dedicata ai viaggiatori che varcano il passo dei Tauri per raggiungere Salisburgo.
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In tutte le case tirolesi che si rispettino, proprio sopra la stufa, è adagiata una rastrelliera che serve per asciugare e conservare lo Schüttelbrot, tipico pane di segale, ideale per accompagnare formaggi e salumi che si conserva per tutto l’inverno.
Nelle foto a destra: due dolci tipici altoatesini. Nella foto in alto i grostoli fritti, preparati nel periodo di carnevale. Nella foto in basso un piatto di Kaiserschmarrn servito al ristorante gourmet Alpes. Sono simili a spesse crêpe spaccate e cosparse di zucchero a velo. Vengono accompagnate da una confettura di frutti di bosco o miele e da un buon bicchiere di vino Gewürztraminer.
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Nella foto di sinistra: parte integrante del paesaggio altoatesino, le croci campestri (Wegkreuze) sono molto diffuse in tutto il territorio alpino; non c’è maso che non abbia un crocifisso in legno, che serve per proteggere la casa e i suoi abitanti. In molti casi nei mesi invernali si mettono delle pannocchie di mais come buon auspicio per i raccolti futuri.
Nella foto sopra: dopo un’intera giornata trascorsa sulle piste da sci, è d’obbligo una pausa di relax in compagnia di amici, un buon bicchiere di vino e un tagliere di salumi e formaggi della Valle Aurina. La cantina dell’hotel Spanglwirt di Campo Tures è una vera istituzione della convivialità.
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Nella foto di sinistra: spuntini con formaggio di capra fresco, erba cipollina e fiori di campo, serviti al Maso-ristorante Oberpalwitter di Barbian. Questa struttura è specializzata nella coltivazione di oltre cinquanta varietà di erbe di montagna biologiche. Degni di citazione la zuppa alle erbe di montagna e i canederli alle prugne. Nella foto di destra: atmosfera calda ed elegante nella stube del ristorante Patzenfeld a Sesto in alta Pusteria. La cucina ha ottenuto il premio alla cultura enogastronomica dell’Alto Adige ed è presente in numerose guide gastronomiche. Tra i classici offerti da segnalare il filetto di manzo cotto nel fieno di montagna con salsa di vino rosso e una mousse al miele e pino mugo in crosta di polline di fiore.
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Nella foto a sinistra: la cima del Sass de Putia alta 2.875 m. è famosa per la sua via ferrata, adatta anche ai principianti e per il panorama mozzafiato a 360°. Nella foto a destra: due dolci tipici della tradizione, la torta di grano saraceno e composta di prugne e lo strudel altoatesino, famoso in tutto il mondo, che prevede l’impiego di mele, uvetta, pinoli, noci e spezie, il tutto avvolto da pasta sfoglia o frolla.
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Nella foto in alto a destra: uno splendido esemplare di avelignese, la razza equina altoatesina, famosa per la resistenza su terreni impervi e dal carattere docile, qualità ideali per una passeggiata nei boschi della Valle Sarentino. Nella foto a sinistra: particolari d’arredo tipicamente tirolesi nella stube Spanglwirt di Campo Tures.
Nella foto in basso a destra: la baita del ristorante Moritzino, l’esclusivo ristorante gourmet a 2100 metri d’altezza, direttamente sulle piste di Piz La Villa in Val Badia. Lo chef Marco Spinelli propone un menù a base di piatti di pesce di mare (il pescato arriva freschissimo tutti i giorni) e un menù a base di carne del Nebraska.
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Una malga sul Monte Elmo a Sesto in alta Pusteria. Nei mesi estivi queste rustiche baite in legno sono adibite come stalla per gli animali, come bivacco per i pastori e come casera per la lavorazione del latte.
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INFO UTILI Foto e testi di Giovanni Tagini
Ristorante Moritzino, Piz La Villa, Tel. 0471 847403
Dove mangiare Ristorante Spanglwirt, via Aurina 23, Campo Tures. Tel. 0474 678144 Ristorante Terra Auener Hof, Prati 21 Val Sarentino. Tel. 0471 623055. Ristorante Alpes Bad Schörgau famiglia Wenter, Sarentino. Tel.0471 623048. Ristorante Tilia, Dolomitenstrabe, 31 Dobbiaco. Tel. 335 8127783. Ristorante Turm, piazza Chiesa 9, Fiè allo Sciliar. Tel. 0471 725014.
Dove dormire Naturhotel Miraval, Via Sompunt, 19 La Villa, Val Badia. Tel. 0471 1660154. Hotel Mirabell, via Hugo von Taufers 44, Campo Tures. Tel. 0474 678091. Auener Hof, Prati 21 Val Sarentino. Tel. 0471 623055. Bad Schörgau, Famiglia Wenter, Sarentino. Tel.0471 623048. Sito ufficiale del turismo in Alto Adige
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| SAMSARA
Un concetto di viaggio dentro se stessi, quello del samsara, in cerca della pace. Ma se ci fosse un luogo dove trovarlo giĂ in questa vita?
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In apertura: piantagioni di tè nella zona di Nuwara Eliya. Doppia pagina precedente: veduta dalla Rocca di Sigiriya. Il profumo dei fiori si fonde a quello dell’incenso, in una sinfonia di rituale bellezza. Ma nell’aria c’è anche l’aroma di tè, che rimanda all’epoca coloniale, mai davvero dimenticata. Lo Sri Lanka è un insieme di colori ed emozioni, che lo fanno ricordare come il Paese della pace e del benessere interiore.
In queste pagine: il grande Buddha del tempio di Mihintale. Oltre 1800 gradini conducono al tempio, considerato la culla del buddismo in Sri Lanka. Da qui, infatti, si diffuse in tutto il Paese dopo la conversione del re di Anuradhapura per opera dell’indiano Mahinda. Un luogo carico di energia e spiritualità, grazie a cui la fatica della salita sparisce in un attimo.
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Il tè di Ceylon è considerato tra i migliori al mondo. Dove ora ci sono le piantagioni, un tempo, c’era il caffè, che fu distrutto da una malattia. Un botanico inglese ebbe quindi l’idea di provare con la coltivazione della Camellia Sinensis, proveniente dalla Cina. Fu poi Sir Lipton a farlo conoscere al grande pubblico. Dopo la partenza degli Inglesi, i campi diventarono proprietà dello Stato, che da allora li lascia in concessione ai lavoratori cingalesi. Ogni giorno vengono selezionati i tè migliori che, dopo la fermentazione e l’essiccazione, vengono destinanti a consumi differenti. Quello tritato più finemente, il migliore, è utilizzato per le bustine. Il tè di Ceylon per eccellenza è nero, ma in alta montagna si trova anche una piccola produzione di quello bianco pregiatissimo.
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Ogni raccoglitrice raccoglie 20 chili di tè al giorno, scegliendo solo le due foglie piÚ giovani e verdi, che vengono poi portate nella factory entro due ore, per evitarne il deterioramento.
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Un uomo raccoglie un fiore di loto, sacro per il buddismo. Le piantagioni di tè in Sri Lanka sono situate a un’altitudine che va dai 600 ai 2500 metri, dove il sole e l’aria pura lo rendono speciale. É il terzo produttore e il primo esportatore al mondo e i tè prodotti vengono classificati in base all’altitudine delle piantagioni da cui provengono. 150
High grown: i tè di altitudine elevata, tra i 1200 e i 2500 metri, sono ricercati per il liquore delicato, chiaro e aromatico. Middle grown: il tè di altitudine media, dai 600 ai 1200 metri, è morbido in tazza. Low grown: il tè di bassa altitudine, circa 600 metri, è scuro e forte. 151
Le regioni specializzate nella coltura del tè sono sei, ma le più famose sono: Nuwara Eliya, la regione più elevata del Paese, dove cresce il tè considerato lo champagne dei tè di Ceylon. Dimbula, che si trova a ovest delle montagne centrali, ha un’altitudine media di 1250 metri e produce tè dall’aroma potente e Vva: zona situata a est della regione di Dimbula, che ha tè ricchi di carattere, grazie ai venti secchi che soffiano sulle piantagioni. Foto sotto: il controllo qualità del tè alla Peacock Estate.
Il tè nero, grazie alla presenza dei flavonoidi, è un potete antiossidante che aiuta anche a combattere le malattie da raffreddamento, innalzando le difese immunitarie. Inoltre, in generale, contiene teina più facilmente assimilabile. Da ricordare che ogni tè ha la sua giusta temperatura di preparazione: quello nero, in genere, necessita di 95°C e un’infusione di 3-4 minuti. A fianco: un maggiordomo offre una tazza di tè in stile inglese e, sotto, l’ultimo degli hippie in Sri Lanka che vive in una casa sull’albero.
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Le Fanciulle delle Nuvole a Sigiriya. Un’altra scalata dal sapore mistico conduce sulla sommità della Rocca di Sigiriya. Patrimonio UNESCO dal 1982 resta un mistero per i ricercatori, che ancora oggi sono impegnati a risolvere gli enigmi che avvolgono questo luogo magico, circondato dalla giungla. A metà dell’ascesa, al riparo di una grotta, si possono ammirare gli affreschi che ritraggono avvenenti fanciulle dipinte con pigmenti di terra. Pare che un tempo le donne raffigurate fossero 500, ma ne sono rimaste intatte solo poche. Nonostante ciò, vale la pena restare qualche minuto per ammirarne i lineamenti, i dettagli dei gioielli e i colori, straordinariamente vividi.
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Durante la salita la fantasia è continuamente stimolata dalle grotte, dai perimetri di quelli che furono i giardini acquatici e dall’imponenza della rocca. La fama di Sigiriya si deve soprattutto al ruolo che ricoprÏ nel V secolo d. C., quando re Kashyapa la volle come cittadella del suo regno, dopo aver assassinato il padre Dhatusena e aver usurpato il trono al fratello ed erede legittimo Moggallana. A sinistra: la salita sulla rocca.
Temendo la vendetta del fratello, Kashyapa fece realizzare un palazzo fortificato sulla rocca di Sigiriya, considerandola inespugnabile. Tuttavia, il re perse una battaglia nel 495 e la sconfitta lo spinse al suicidio. Dopo la sua morte, il fratello Moggallana donò la rocca ai monaci buddisti, che ne fecero un monastero rimasto in uso fino al XIV secolo. Sopra: la Rocca di Sigiriya vista dai giardini acquatici.
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Doppia pagina precedente: il Buddha sdraiato di Dambulla. I templi rupestri di Dambulla sono Patrimonio UNESCO e meta obbligata per la ricerca della pace interiore. Qui l’energia mistica è palpabile e l’arte buddista è espressa nella sua forma più alta. Come in un percorso spirituale, si attraversano cinque grotte per ammirare tutte le posizioni del Buddha: meditazione, insegnamento, protezione e illuminazione.
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Le grotte sono ricavate in una montagna granitica alta 160 metri e ognuna è abbellita da affreschi, offerte votive e statue, ciascuna unica per fattura e bellezza. Nel cortile antistante, sventolano le colorate bandiere con le preghiere da affidare al vento. Questo è un tempio che rappresenta la gratitudine del re verso i monaci che si presero cura di lui e quel sentimento sembra permeare ogni pietra. Nella foto sotto giovani monaci in un monastero, in attesa di dare la benedizione ai fedeli.
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Il buddismo di scuola Theravada è la religione seguita in Sri Lanka. I suoi principi sono evidenti e strettamente osservati: non uccidere, non rubare, rispettare le donne, non mentire, astenersi dal consumo di alcol. Regole di vita basate sulla compassione, che si rispecchiano nei gesti e negli occhi della gente sempre disponibile a comunicare, sempre pronta a sorridere. Nella foto sotto: bambini in un asilo gestito privatamente.
Foto a sinistra: il riposo di un monaco fuori dal tempio di Mahabodhi. Il buddismo Theravada è la più antica scuola tra quelle esistenti. In Sri Lanka c’è l’albero della Bodhi, discendente del sacro ficus sotto cui Siddhartha Gautama (Buddha) raggiunse l’illuminazione in India. Un alberello nato dall’albero della Bodhi fu portato in Sri Lanka nel III secolo a.C. dalla figlia dell’imperatore indiano Asoka e fondatrice di un ordine di monache buddhiste. Oggi è meta di ogni buon fedele.
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Viaggiare in treno in Sri Lanka è un’esperienza immersiva e coinvolgente. In particolare, da Nuwara Eliya parte un convoglio che attraversa le montagne di velluto verde, dove le raccoglitrici nei loro sari colorati stanno curve sulle piante di tè, punteggiando il panorama mai monotono. 164
I biglietti possono essere acquistati nelle stazioni ferroviarie, ma alcuni treni si prenotano anche su internet. Il biglietto va conservato fino alla stazione di arrivo, dove viene ritirato dagli addetti. In foto: treno in viaggio tra le piantagioni. 165
Sui vagoni si incontrano vite, si incrociano sguardi e si scambiano sorrisi. Non è difficile incontrare giovani coppie, che si avventurano in brevi viaggi in treno per poter trascorrere qualche ora insieme tra sferragliare e parole sussurrate.
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A ogni fermata in stazione, si aprono le quinte di un teatro di fatto di gente che corre per salire a bordo, uomini che offrono profumati cibi e bambini che attraversano i binari per raggiungere chissĂ qualche meta. Nelle foto sotto e a sinistra: in seconda classe sul treno da Nuwara Eliya verso Nanu Oya.
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Nella foto: volti per le vie di Colombo. Ci sono città che spesso vengono solo sfiorate. Si arriva in aeroporto e si va via senza aver nemmeno provato a capirne l’essenza. Credo che Colombo, normalmente, abbia questo ingrato destino ma che meriterebbe una sosta piÚ lunga, che permetta di percepirne le sfumature. 168
Colombo ha strade che brulicano di tuk-tuk e auto, ma ne anche alcune dove passeggiare non è impossibile, lasciandosi distrarre dai banchetti di street food o dalle persone che lavorano incessantemente. E fermandosi a parlare con qualcuno di quei volti curiosi. 169
Le tradizioni, in Sri Lanka, sono molto radicate. Tutti indossano ogni giorno il variopinto abito tipico, che per l’uomo è il sarong e per la donna il sari. L’astrologo scandisce la vita di ognuno: dalla scelta del nome di un bambino in base all’ora di nascita, al giorno più propizio per il matrimonio o qualsiasi altro evento rilevante. L’animismo è una credenza molto popolare ed è diffuso soprattutto in campagna, dove è legato alle cerimonie propiziatorie che riguardano la vita agricola e l’ayurveda è, come in India, la medicina più praticata, anche se qui è molto più connessa con la Terra. Tante sfaccettature, che non si potrebbero conoscere a fondo in una vita intera. Da sinistra in senso orario: scolara in divisa, donna in un villaggio rurale, giovani ragazze in abito tradizionale.
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Doppia pagina precedente: una spiaggia a Dickwella. Nei giorni di festa i cingalesi affollano le spiagge per trovare un po’ di refrigerio. In particolare quando c’è luna piena tutto si ferma: i negozi chiudono, non vengono serviti alcolici nemmeno nei villaggi turistici e l’unica attività ammessa è quella di dedicarsi a famiglia e amici. Un tuffo in mare, un picnic insieme e tante risate. Il plenilunio più importante è Vesak, quello di maggio, che celebra la nascita, l’illuminazione e il parinirvāṇa di Buddha Shakyamuni. Si tratta della festa buddhista più festeggiata in tutto il mondo. Sopra: donne e bambini in spiaggia in un giorno di festa.
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Le spiagge dello Sri Lanka sono molto apprezzate dai surfisti, che qui trovano onde lunghe da cavalcare grazie all’assenza di barriera corallina. La stagione ufficiale per il surf nella zona sud-ovest, intorno a Weligama, è dalla fine di ottobre ai primi di aprile; i venti in mare aperto creano onde pulite e sufficientemente alte. La stagione si sposta poi lungo la costa sud-est verso Arugam Bay a partire da aprile. Per i principianti Weligama è perfetto tutto l’anno per imparare a dominare le onde. Foto sotto: surfisti a Weligama.
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L’elefante dello Sri Lanka è la più grande sottospecie dell’elefante asiatico. Forti e muscolosi sono stati molto apprezzati come animali da lavoro e come componenti delle cerimonie buddiste, ma da tempo ormai non popolano liberamente le foreste. Vivono protetti nei parchi nazionali per restare al riparo dai cacciatori di frodo che ne minacciano l’estinzione. Esiste anche un orfanotrofio degli elefanti, aperto dal governo nel 1975 con quattro piccoli elefanti orfani. Oggi ospita oltre 70 elefanti ed è il più grande orfanotrofio per elefanti nel mondo.
Gli elefanti adulti mangiano circa 250 kg di foglie di palma al giorno, che aiutano a raccogliere all’interno dell’orfanotrofio. Inoltre, viene prodotta una speciale carta utilizzando gli escrementi seccati al sole e poi bolliti, un prodotto che ha ottenuto molti riconoscimenti internazionali in campo ecologico. A destra: un elefante con il suo giovane padrone.
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Kandy fu una delle capitali dello Sri Lanka grazie alla sua posizione più facilmente difendibile. Nel suo centro, a due passi dal lago, c’è il tempio che custodisce la reliquia del sacro dente di Buddha. La leggenda racconta che quando il corpo di Buddha fu cremato su una pira di legno di sandalo, il suo dente canino sinistro venne recuperato da Arahat Khema, che lo affidò al re Brahmadatte. Dopo varie dispute e lotte tra re per aggiudicarsi il dente, simbolo del diritto di governare, la reliquia fu affidata a una principessa che, nascondendolo nell’acconciatura, lo portò segretamente in Sri Lanka. Ogni giorno, all’alba e al tramonto si svolge nel tempio una suggestiva puja – cerimonia – a cui partecipano centinaia di fedeli. Foto sopra: in coda nel tempio del dente di Buddha, in attesa dell’apertura della porta.
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Vedere la reliquia non è cosa facile. La porta d’oro che lo custodisce viene aperta solo una volta per cerimonia ed è possibile solo transitare velocemente davanti, senza fermarsi, per permettere a tutti di lasciare un dono o una preghiera. Foto sotto: la nicchia che custodisce il dente sacro.
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Tra fine luglio e inizio agosto si svolge Esala Perahera, la più spettacolare e importante processione del Paese. La festa dura 10 giorni e prevede sfilate con centinaia di elefanti agghindati, ballerini buddisti e induisti provenienti da ogni parte e tante altre esibizioni. Tutti accorrono per venerare con grandi onori il sacro dente di Buddha. Ogni giorno dell’anno, comunque, il fumo dell’incenso impregna l’ambiente, mentre il suono dei tam180
buri e dei canti dei monaci attraversa l’aria, raggiungendo anche le colline circostanti. La puja del mattino normalmente è meno frequentata e forse più godibile in tranquillità, ma quella della sera ha il fascino delle feste religiose più sentite. Partecipano tutti: bambini, anziani, giovani sposi. E tutti vestiti di bianco, il colore sacro del buddismo usato in ogni cerimonia. In foto alcuni fedeli accendono bastoni di incenso come offerta. 181
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Doppia pagina precedente: pescatori a Waligama. I pescatori sui trampoli sono caratteristici dello Sri Lanka. Seduti su una barra trasversale, chiamata petta, legata a un palo verticale, restano seduti in attesa a pochi metri dalla costa: da questa posizione privilegiata hanno una visuale migliore sui pesci in transito. Nonostante possa sembrare un metodo antico, la nascita di questo tipo di pesca risale alla Seconda Guerra Mondiale, quando la scarsità di cibo spinse gli uomini a ingegnarsi. Il sistema, poi, è stato tramandato di generazione in generazione diventando una tradizione tra i pescatori che vivono lungo il tratto di costa tra le città di Unawatuna e Weligama. Foto a sinistra: giovane coppia di fidanzati in visita alla Rocca di Sigiriya. A destra: ragazza in tuk-tuk.
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Grazie al clima tropicale, alle abbondanti precipitazioni e alla sua conformazione naturale, lo Sri Lanka ha una vegetazione ricchissima e vanta un numero incredibile di specie vegetali: circa 3.000, di cui un terzo inesistenti altrove. Nell’aria aleggia spesso un profumo di fiori dall’aroma dolce, ma menzionare tutte le piante che vi crescono sarebbe impossibile.
Si trovano varie specie di orchidee, variopinti ibiscus, giacinti d’acqua, incantevoli buganvillee, gelsomini di vari tipi, alberi del paradiso con i loro meravigliosi fiori rosa-rossi, fiori di loto rossi e bianchi - usati nelle offerte a Buddha - e molte piante usate dalla medicina tradizionale ayurvedica. Araliya è il nome del profumatissimo fiore bianco che, in lingua cingalese, significa “bellezza di donna” e viene usato, secondo antiche tradizioni, per dare il benvenuto agli ospiti. Noi lo conosciamo come frangipani ed è un fiore di cui non si può scordare il profumo, che sa di accoglienza e bellezza. Nella foto a sinistra: un fiore di ibiscus all’ingresso di un hotel. A destra: fiori di loto offerti in un tempio. 187
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Doppia pagina precedente: una lavanderia che si occupa della biancheria di un ospedale.
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In questa pagina: una spiaggia a Dickwella. In Sri Lanka la difesa della natura è una cosa seria. Ovunque si trovano cartelli che invitano a difenderla: “When you refuse to reuse, is Earth you abuse”. In sostanza: quando rifiuti di riciclare, abusi della Terra. La cura del territorio e il rispetto per l’ambiente sono evidenti un po’ dovunque: si notano sia nella mancanza di immondizia per le strade, sia nelle architetture spesso ecosostenibili. Le spiagge, infine, quasi sempre selvagge e prive di attrezzature superflue, sono il luogo adatto per rilassarsi lasciandosi cullare solo dal canto dell’Oceano Indiano.
In foto: il Bravo Dickwella è un resort piccolo e a misura di relax. Gli animatori, presenti ma discreti, propongono attività anche per i bambini in modo che tutti in famiglia possano trovare la propria dimensione. Sorge a un chilometro dal villaggio Dickwella e affaccia direttamente sul mare, occupando una posizione privilegiata. Armoniosamente inserito in un colorato giardino tropicale, offre ottima cucina cingalese ma con un occhio alla gastronomia italiana, grazie allo chef residente, romano doc.
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INFO UTILI Testi di Federica Giuliani Foto di Graziano Perotti
Alpitour propone pacchetti di 7 giorni al Bravo Dickwella in trattamento all inclusive a partire da 1200 ₏ a persona (voli intercontinentali compresi). Info e prenotazioni TOUR Il tour Sri Lanka Classico, sempre proposto da Alpitour, prevede 7 notti, con un minimo di 2 partecipanti, guida locale parlante italiano con trasporti privati a partire da 1490 euro a persona. Il programma è abbinabile a un soggiorno settimanale presso il Bravo Dickwella. Il tour porta alla scoperta dei luoghi storici dell’isola e della sua straordinaria natura.
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