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Federico Klausner direttore responsabile Federica Giuliani direttore editoriale Devis Bellucci redattore Silvana Benedetti redattore Maddalena De Bernardi redattore Francesca Spanò redattore Paolo Renato Sacchi photo editor Ilaria Bianchi grafica Willy Nicolazzo grafico Paola Congia fotografa Antonio e Giuliana Corradetti fotografi Vittorio Giannella fotografo Monica Mietitore fotografa Graziano Perotti fotografo Emanuela Ricci fotografa Giovanni Tagini fotografo Bruno Zanzottera fotografo Progetto grafico Emanuela Ricci e Daniela Rosato Indirizzo: redazione@travelglobe.it Foto di copertina: Graziano Perotti - Giordania Tutti i testi e foto di questa pubblicazione sono di proprietà di TravelGlobe.it ® Riproduzione riservata TravelGlobe è una testata giornalistica Reg. Trib. Milano 284 del 9/9/2014
EDITORIALE Il controverso tema degli OGM, spacca l’opinione pubblica in due posizioni contrapposte, sostenute da autorevoli e popolari esponenti del mondo scientifico, perché parlare di OGM sì - OGM no significa affrontare grandi temi che coinvolgono la salute e la sopravvivenza stessa dell’uomo sulla Terra. Chi si schiera a favore, come il celebre oncologo Umberto Veronesi, sottolinea come l’utilizzo degli OGM abbia avuto effetti benefici , come il caso dell’insulina transgenica, fatta produrre a un batterio modificato in grandi quantità e bassi costi, oppure come l’inserimento della vitamina A nel riso transgenico, il Golden Rice, la cui carenza provoca la diffusa cecità tra i bambini orientali. Su posizione opposte sta la scienziata indiana Vandana Shiva, fondatrice del movimento Navdanya, che ha fatto della lotta contro gli OGM la sua missione e che evidenzia come la coltivazione degli OGM comporti l’utilizzo di concimi neurotossici e costringa i contadini ad acquistare a caro prezzo i semi transgenici dalle grandi multinazionali, a rischio di indebitarsi e diventarne ostaggio. La sua è una opposizione di principio: “L’idea che il diritto su un seme sia proprietà
privata, è inaccettabile. Non si deve poter brevettare e privatizzare una pianta (o addirittura generazioni di piante) così come non si deve poterlo fare con la vita umana”. La nostra opinione è che l’utilizzo degli OGM dovrebbe essere limitato a pochi selezionati utilizzi, per così dire “medicinali”. La ricerca andrebbe invece indirizzata a migliorare la coltivazione e il rendimento delle qualità esistenti. Perché la modifica genetica conduce a una sorta di omologazione delle specie, minando la biodiversità che è la ricchezza e la specificità dei territori e dei prodotti locali. Inquietante è anche l’idea di un mondo ricattabile dalle multinazionali, il cui scopo è il profitto e non il benessere delle popolazioni, e che non si possa affermare con certezza l’innocuità degli OGM a distanza di tempo. Ma soprattutto condividiamo le parole di Vandana Shiva contro l’esproprio della cosiddetta Sovranità Alimentare, patrimonio di ogni popolo: “le multinazionali sperano di poter sfruttare gli strumenti dell’ingegneria genetica per controllare i semi, che sono la storia dell’agricoltura. Una storia che fa bene alla terra e con forza dico che la vita non nasce a Wall Street”.
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OGM minaccia od opportunità?
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S O M M A R I O EDITORIALE di Federico Klausner
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NEWS
GIORDANIA Il deserto che vive Testo di Francesca Spanò e foto di Graziano Perotti
MESSICO Le scale celesti dei Maya Testo e foto di Graziano Perotti
SALENTO Peccato di gola Testo e foto di Vittorio Giannella
CILE L’incanto del Norte Grande Testo e foto di Vittorio Giannella
ISRAELE Mare d’amare e d’amore Testo e foto di Bruno Zanzottera
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ll nostro fotografo del mese Graziano Perotti LEGENDA
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M E N T E C U O R E N AT U R A G U S T O CORPO
LIBRI
BIO PICNIC
Cinzia Bassani nel diario di cinque viaggi racconta un ritratto intimo della metropoli indiana ripercorrendone il passato coloniale per arrivare al presente. Attraverso un mosaico di ricordi, storie colte on the road e spaccati di semplice quotidianità, osserva e si muove tra una moltitudine di persone anonime che si intrecciano con la sua vita di viaggiatrice errante, solitaria, sentimentale. Un viaggio fisico e interiore vissuto con occhio fotografico fatto di stacchi veloci, panoramiche e colpi di flash. Calcutta dentro | De Ferrari – Genova | 14,00 euro
Voglia di pranzare o fare merenda all’aperto, ma non di cucinare? Un’idea comoda, veloce l’ha avuta l’eco gastronomia naturale di Parma Mangia la Foglia Bio, che propone piatti vegetariani, vegani e a base di ingredienti prodotti nel pieno rispetto della natura. Ordinando telefonicamente (t 0521.282249) o via mail all’indirizzo info@mangialafogliabio. com il cestino da picnic entro le 10.30 del mattino, il pranzo verrà recapitato direttamente in uno dei parchi di Parma. Basta scegliere dal menu, indicare il luogo di consegna e il picnic è fatto. Info: Mangia la Foglia Bio
GREEN HOTEL
L’ULTIMA CENA
Klima Hotel Milano Fiere è il nuovissimo albergo quattro*S all’avanguardia in campo di risparmio energetico ed ecosostenibilità. Costruito secondo le più innovative e avanzate tecniche nel settore edilizio e le più recenti tecnologie antisismiche, la struttura rispecchia tutti i parametri ecologici di riferimento ambientale, vantando la classe energetica A e l’etichetta di green hotel. Centro congressi, area benessere e ristorante completano l’offerta. Info: Klima Hotel Milano Fiere
Un libro che indaga uno degli avvenimenti chiave per la cultura occidentale e per tutta l’umanità: l’Ultima Cena, evento presumibilmente accaduto all’inizio del I secolo d. C., nell’allora Giudea. Tra gli “ingredienti” trattati ritroviamo: la Palestina, Gerusalemme, l’Impero Romano, il popolo eletto, le Sacre Scritture, tra i tanti. L’indagine è stata condotta da Generoso Urciuoli e Marta Berogno, archeologi ed esperti di cibo antico. Gerusalemme: l’Ultima cena | Ananke Editore | 16,50 euro
WINE LOVERS
FUGA IN VELIERO
Cinque illustratrici raccontano il vino dell’azienda agricola Quota 101 in una mappa per degustatori romantici. La tovaglia a quadretti per il picnic di Ilaria Falorsi, l’omino in bicletta di Ilaria Faccioli, gli amici seduti sul divano di Giulia Sagramola, la forchetta nel bicchiere di Irene Moresco, i grappoli e le bottiglie rosse di Stefania Tonello. Sono questi i disegni che raccontano il vino secondo l’interpretazione dell’azienda di Torreglia (Pd), da godere durante un picnic o abbinato a un piatto di street food. Mappa
Una romantica fuga a bordo dello Star Flyer, veliero 4 alberi appartenente alla flotta Star Clippers, per raggiungere le isole dell’eterna primavera: le Baleari. Tra luglio e agosto itinerari di 7 notti alla scoperta di questi piccoli angoli di paradiso a partire da 1755 euro a persona con trattamento di pensione completa. Info: Star Clippers
RISTORANTI
INGLESE PER VIAGGIARE
Antoine’s – ristorante storico di new orleans - ha resistito alla guerra civile, a due guerre mondiali, alla grande depressione e al proibizionismo. Nel 2015 celebra il suo 175° anniversario vantando la ristorazione a gestione famigliare più longeva d’America, rappresentando il perfetto esempio d’eccelsa gastronomia creola a New Orleans. Info: Antoine’s
Englishtown , la prima scuola di inglese online affiliata al gruppo EF, segue gli studenti ovunque essi si trovino: con videochiamata skype, insegnanti madrelingua altamente qualificati preparano gli iscritti in lezioni one-to-one o di gruppo. Sul sito è anche possibile scaricare una utile guida con le frasi e le parole più utilizzate durante un viaggio. Info: Englishtown
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IL DESERTO CHE VIVE
Accanto ai gioielli del deserto, come la magica Petra o il Wadi Rum, protetti dall’UNESCO, la vita fiorisce nelle oasi, nella brulicante Amman e sulle sponde del Mar Rosso e del Mar Morto.
GIORDANIA.
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Petra. Tra le testimonianze più imponenti di questo sito UNESCO, c’è il Teatro di ispirazione classica, del I secolo. Risale al periodo precedente la conquista romana del regno nabateo, quando i legami tra le due civiltà erano forti. L’impianto base della struttura, che poteva accogliere fino a 8500 persone, è di derivazione ellenistica. Poco distante si trovano le Tombe Reali ricche di decorazioni a intarsio, in totale armonia con un contesto senza tempo. Circoscritte alla parte di Jebel al Khutba, sono raggiungibili seguendo un sentiero impervio e una scalinata fino alla dimora principale, la Tomba dell’Urna. 13
Non si puテイ parlare di Giordania, senza nominare la regina Rania. Nata in Kuwait nel 1970 e di origine palestinese, ティ la moglie del re 窶連bd Allah da cui ha avuto quattro figli: una donna indipendente e impegnata a migliorare la condizione femminile nel Paese. La sua unione con il re ティ vista come simbolo di un Paese in equilibrio perfetto tra le tradizioni del mondo mediorientale e occidentale.
Alcuni preziosi intarsi naturali delle arenarie di una grotta di Petra sembrano richiamare i colori dei capelli color rame della Regina. Nella pagina successiva Il Monastero, con una facciata alta cinquanta metri domina lo splendido paesaggio sottostante. Stupefacenti sono le Gole che, come gigantesche onde, creano sfumature e geometrie perfette.
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Ogni angolo di Petra è come un libro con tanta Storia da raccontare. Un’escursione caratteristica, anche se invisa agli animalisti, è la salita al Monastero a dorso d’asino. Sono molti i turisti che, contrattando con i giovani giordani di una antica tribù zingara, dagli occhi scuri e dallo sguardo esotico, montano sui loro asini per evitare la fatica degli scalini e provare un’alternativa alla lunga gradinata, come si faceva secoli fa.
Proseguendo nella salita, si incontrano le tombe dei Nabatei, mirabile fusione di ingegno umano e bellezza della natura con le loro infinite cavità sapientemente adattate alla permanenza umana.
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Petra, per la sua bellezza, attrae visitatori di ogni etnia e culto. Nell’immagine, gli occhi sorridenti di una famiglia araba sbucano dal niqab, mentre si incammina in una stretta gola. Il vento, il tempo e la mano dell’uomo hanno creato un mix unico. A poca distanza incontreranno la cosiddetta Tomba del Soldato romano, nell’area di Wadi Farasa, o Valle delle Farfalle, le cui due facciate erano parte di un unico complesso circondato da colonne e da un cortile, di cui ormai non resta più nulla.
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Di recentissima apertura il Jordan Museum di Amman diventa il contenitore del patrimonio culturale della Giordania, riflettendo passato, presente e futuro del Paese. Si estende su 10.000 mq e abbraccia 1,5 milioni di anni dal Paleolitico ai giorni nostri. Tre le gallerie principali: Archeologia e Storia, Usi e Costumi tradizionali, la Moderna Giordania, che raccontano in ordine cronologico e tematico la storia del Paese attraverso 2000 manufatti.
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I nove temi principali trattati sono l’ambiente, la produzione alimentare e di trasformazione, le arti visive e l’architettura, lo scambio culturale e commerciale, la vita politica e militare, la comunicazione e la scrittura, l’industria, la religione e la vita domestica quotidiana in Giordania nel corso dei secoli. Oltre alle sale dedicate alle mostre permanenti, il museo dispone di aree espositive esterne, che saranno adibite a eventi speciali e a mostre temporanee.
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Un fascino particolare in Giordania continuano ad averlo i beduini. Qualcuno vive ancora nelle classiche tende, ma quasi tutti sono ben integrati nella società . Questo popolo indigeno del deserto e il suo stile di vita nomade incuriosisce sempre, anche per la fama romantica che lo circonda grazie ai molti libri e film. Lo chèche con cui si avvolgono il capo ha una duplice funzione di protezione dal freddo e dai raggi solari.
Pastori di etnia Dinka rientrano nel loro accampamento al tramonto. Le razzie di bestiame tra le varie popolazioni sono all’ordine del giorno e all’origine di molti conflitti tribali, che a volte si trasformano anche in forti tensioni politiche. Oggi in Sud Sudan è in corso una nuova guerra civile che vede contrapporsi l’etnia Dinka del presidente Salva Kiir ai Nuer di cui fa parte il vicepresidente Riek Machar.
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Un beduino a Jerash passeggia sul cardo massimo, la strada colonnata che rappresenta la via principale, lunga 800 metri e dalla pavimentazione originale. Osservandola bene si possono ancora scorgere i solchi lasciati dai carri. Non lontano da lui, alcune ragazze si scattano dei selfie, sfruttando lo sfondo suggestivo della città romana. L’antica Gerasa è una meta obbligatoria di ogni viaggio nella Giordania settentrionale. Il sito è molto vasto e non è difficile spendervi una intera giornata tra la Piazza Ovale, il cardo, la Via Sacra e l’ippodromo, tanto per citare le zone più note. Per ricreare l’atmosfera e divertire i turisti, durante la giornata vengono proposti piccoli spettacoli musicali in abiti tipici nell’anfiteatro romano.
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Batum publis; hossessum erors sa in vem sermistrudes virtum demquam perei porum oma, contere, C. Is ereo, sinpracio Cat Catifec esignat iesimul todienium quam omnitandem cat, quam sentique dicaudam pulicum inamqua int? Immo vere contra? Ad me pra L. Iviri se, omnemque inverfit et quam. Ad patiam intrae fica vissimulem se tessidic mo menihili perum mur liquo vivis audemurnum publin norditem hos stio unti, nihilist vis et fur iaes se mantem et; et? Ibus hem audes convocu ltodit, Ti. Octesedium ta, vivit. Immo vere contra? Ad me pra L. Iviri se, omnemque inverfit et quam. Ad patiam intrae intrae.
La strada principale dell’antica Gerasa è fiancheggiata dalle colonne originali, restaurate negli anni ‘60. Le altezze diverse hanno una precisa spiegazione, in quanto dovevano adattarsi alle varie dimensioni dei palazzi che originariamente sostenevano.
Osservandolo dall’alto, l’anfiteatro romano di Gerasa splende nella sua solennità e simmetria. La luce del sole, che crea giochi di ombre e sfumature e il suo perfetto stato di conservazione lo rendono ancora più suggestivo.
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Il paesaggio giordano è in gran parte desertico, scolpito tra rocce scure. Visitando il Paese ci si imbatte in territori aspri, dovei pastori lasciano pascolare le loro pecore, senza all’apparenza scorgervi un filo d’erba. La vista si perde all’orizzonte in un contesto di pace assoluta.
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Il deserto del Wadi Rum, detto anche Valle della Luna, è il più vasto wadi giordano. È uno spettacolo straordinario e imperdibile che strega i visitatori. In molti scelgono di trascorrervi la notte in tenda per respirare la leggenda di Lawrence d’Arabia. I colori si incendiano al tramonto, quando il sole cala sulle rocce di arenaria che abbracciano il mare di sabbia e le infuoca di un violento arancione.
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Il Mar Morto lambisce sia la Giordania che Israele. Le sue acque, ricchissime di sale, sono molto ricercate per i loro effetti benefici alla pelle, specie per infezioni e allergie, tanto che è attivo un mercato fiorente di creme e prodotti di bellezza. Nella stessa zona, si trova la cascata termale di Ma’in, dove già i Romani usavano bagnarsi. Le sorgenti sgorgano non lontano da Madaba e costituiscono una escursione molto amata.
Il Mar Morto è un bacino endoreico, noto per l’alta concentrazione in sale delle sue acque, che aumenta con la profondità, fino a raggiungere 300 g per litro. Una salinità tanto elevata impedisce la vita dei pesci – sopravvivono solo alghe e batteri - e rende impossibile il nuoto: si galleggia come tappi attenti a non fare penetrare l’acqua in bocca e negli occhi, pena bruciori intensi.
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Città moderna Amman, divisa tra palazzi nuovissimi e costruzioni piÚ datate, che vale sempre la pena visitare anche se resta una destinazione di passaggio piuttosto trascurata. Alle sue principali attrazioni, la Cittadella, il Museo Archeologico Nazionale e il Quartiere delle Cupole, si può dedicare una giornata.
L’incenso ha un valore particolare nella cultura araba e viene usato spesso, oltre che per profumare, anche in segno di purificazione e rinascita. Si ricava dalla cristallizzazione della resina di alcuni arbusti, il principale dei quali è la Boswellia sacra, che rilascia un intenso profumo durante la combustione. Conosciuto e apprezzato fino dall’antichità per scopi medicinali e devozionali, era un bene ricercato e prezioso, oggetto di ricchi commerci. Nell’immagine il momento in cui viene lasciato diffondere all’interno di una tenda beduina.
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Il mercato delle spezie di Amman è un must per chi vuole acquistare prodotti locali tipici e freschi. Tutti i sensi sono sollecitati: l’olfatto dal profumo delle spezie sospeso nell’aria, soprattutto curry, cardamomo e zafferano, la vista dalla coloratissima frutta, l’udito conquistato dai cd di musica araba. In un suggestivo angolo alla macchina da cucire lavorano abilissimi sarti in grado di sistemare un abito in pochi minuti o realizzarlo in poche ore.
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Fumare il narghilè (o sciscia) è una tradizione amata e consolidata in tutto il mondo arabo. Ăˆ una sorta di pipa gigante in cui il fumo del tabacco aromatizzato alla melassa o alla frutta, che brucia sotto pezzettini di brace, viene fatto passare attraverso un contenitore di acqua, che lo raffredda e che deposita parte delle sostanze nocive, e successivamente aspirato mediante un lungo tubo flessibile colorato. Si utilizza nei bar e nei luoghi di ritrovo. Ha anche una funzione sociale molto importante e il suo uso è considerato appropriato anche per le donne.
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INFO UTILI Testo di Francesca Spanò e foto di Graziano Perotti
QUANDO ANDARE I periodi migliori per visitare la Giordania sono le mezze stagioni, in particolare i mesi di aprile, maggio (a volte già molto caldo) settembre e ottobre. Le temperature più miti valgono le poche gocce di pioggia che raramente cadono. Per il Mar Rosso i mesi migliori sono aprile e da metà ottobre a metà novembre: l’estate è torrida. LA CUCINA GIORDANA Il piatto nazionale della Giordania è il mansaf: agnello o pollo insaporito con erbe e spezie, cotto nello yogurt secco e servito con riso, cosparso di mandorle e pinoli. I meze - gli antipasti – sono una gioia del palato e degli occhi: hummus di ceci, foul di fave, mutabbal, crema di melanzane condita con yogurt e spezie, tabouleh, insalata di grano spezzato, falafel, piccole e croccanti polpettine di ceci sono tra le tante prelibatezze. LINK Ente del Turismo Giordano Royal Jordanian Airlines Jordan Museum Amman 49
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LE SCALE CELESTI DEI MAYA
Sono quelle ripidissime che portano alla sommitĂ dei templi e palazzi. Che continuano a emergere dal verde intenso della giungla.
MESSICO.
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Tulum.
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Tulum è una parola maya che significa “difesa”. La città serviva a questo scopo, oltre che per guidare le imbarcazioni sulla giusta rotta, data dalla luce che attraversava le finestre del castello.
Becan. Becan è la capitale della regione e i suoi templi rappresentano la più alta espressione in stile Rio Bec, nome che deriva dal fiume che la attraversa.
Alla pagina seguente Uxmal. Giochi di luce sui particolari della pietra calcarea rosa che contraddistingue le piramidi di Uxmal. Il nome significa “ costruita tre volte “ e si riferisce alla famosa piramide dell’indovino in apertura del servizio.
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ChichÊn Itzå, patrimonio UNESCO. Il tempio dei Guerrieri è una larga piramide a gradoni, con file di colonne intagliate raffiguranti guerrieri nella parte antistante e sui lati. Ai suoi piedi il gruppo delle Mille Colonne, che deve il suo nome ai molti pilastri di forme differenti che sorreggevano le volte di lunghe sale di riunione.
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Batum publis; hossessum erors sa in vem sermistrudes virtum demquam perei porum oma, contere, C. Is ereo, sinpracio Cat Catifec esignat iesimul todienium quam omnitandem cat, quam sentique dicaudam pulicum inamqua int? Immo vere contra? Ad me pra L. Iviri se, omnemque inverfit et quam. Ad patiam intrae fica vissimulem se tessidic mo menihili perum mur liquo vivis audemurnum publin norditem hos stio unti, nihilist vis et fur iaes se mantem et; et? Ibus hem audes convocu ltodit, Ti. Octesedium ta, vivit. Immo vere contra? Ad me pra L. Iviri se, omnemque inverfit et quam. Ad patiam intrae intrae. Batum publis; hossessum erors sa in vem sermistrudes virtum demquam perei porum oma, contere, C. Is ereo, sinpracio Cat Catifec esignat iesimul todienium quam omnitandem cat, quam sentique dicaudam pulicum inamqua int? Immo vere contra? Ad me pra L. Iviri se, omnemque inverfit et quam. Ad patiam intrae fica vissimulem se tessidic mo menihili perum mur liquo vivis audemurnum publin norditem hos stio unti, nihilist vis et fur iaes se mantem et; et? Ibus hem audes convocu ltodit, Ti. Octesedium ta, vivit. Immo vere contra? Ad me pra L. Iviri se, omnemque inverfit et quam. Ad patiam intrae intrae.
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Il gelato, quello buono e artigianale, a San Salvario si trova da Mara dei Boschi: una fucina di idee golose, dove l’ingrediente di qualità è protagonista. Nessun addensante chimico o altro prodotto che rischierebbe di falsare il reale sapore del prodotto finale: un gelato buono e giusto. Un gusto da assaggiare assolutamente? Lo zenzero: un’esplosione di freschezza e benessere.
Chichén Itzá. La piramide di Kukulcan (nome maya di Quetzalcóatl), nota anche come el Castillo, consacrata al dio serpente piumato ed eretta tra l’XI e il XIII secolo.
A sinistra le ripide scalinate di un tempio a Calakmul, una delle più potenti città maya dello Yucatan, scoperta nella giungla nei pressi della frontiera con il Guatemala, capitale del Regno del Serpente, così chiamato dal suo emblema. Arrivò a contare 50.000 abitanti.
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Becan. Si cammina su sentieri in terra battuta nella giungla per scoprire veri tesori ancora poco conosciuti,come la famosa maschera policroma di Kinich Ahau, signore del sole e della cittĂ di Becan.
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ChicannĂĄ, 2 km a ovest di Becan. Particolare della casa del serpente con simboli fallici e stucchi policromi. Le costruzioni variano in tre stili, RĂo Bec, Chenes, e Puuc. Non ci sono piramidi ma solo piccoli edifici che fanno presumere una sua funzione residenziale.
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Tulum. Il sito è diventato un simbolo della riviera Maya per le sue acque turchesi e la sua sabbia bianchissima. La città è ricca anche di resti archeologici oltre al famoso El Castillo affacciato sul mare, che fu il primo insediamento avvistato dagli spagnoli.
Una bambina in un villaggio nei pressi di Uxmal con il costume tipico e simboli di provenienza maya. Le prime città Maya si svilupparono intorno al 750 a.C. e del 500 a.C. mentre l’ultima città maya capitolò nel 1697 di fronte agli spagnoli.
Natura e archeologia si fondono nella giungla di Calakmul, il secondo più grande polmone naturale del continente.
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Chichén Itzá. Il tempio dei guerrieri conserva sulla sommità una statua del dio Chac Mool, cui venivano offerti sacrifici umani.
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ChichĂŠn ItzĂĄ. Il particolare ed unico muro di teschi chiamato Tzompantli, con centinaia di crani in bassorilievo. Riproduce antiche strutture in legno atzeche, che gli inorriditi spagnoli scoprirono nella loro capitale di Tenochtitlan, dove i teschi erano veri.
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Chichén Itzá. Il Chac Mool. Il vero nome maya è sconosciuto. Il nome Chac Mool viene attribuito all’archeologo dilettante Augustus Le Plongeon che scopri le statue a Chichen itzà nel 1875.
Chichén Itzá. L’anello sacro nel campo per il gioco della palla Maya. Non se ne conoscono le regole, ma si ipotizza che una palla di gomma pesante fino a 4kg venisse fatta passare nell’anello.
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Chicannå. Facciata della casa del serpente con simboli fallici. Il sito è stato scoperto dagli archeologi solo nel 1966.
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INFO UTILI Testi e foto di Graziano Perotti
QUANDO ANDARE Gli stati dello Yucatan e del Quintana Roo (Riviera Maya) hanno un clima di tipo subtropicale con un periodo abbastanza secco da dicembre ad aprile e uno delle piogge, comunque di breve durata, da maggio a ottobre. Da novembre a gennaio temperature gradevoli di giorno, ma relativamente basse durante la notte. La piovosità è modesta. Il periodo migliore è tra febbraio e maggio quando le temperature sono ideali sia di giorno che di sera e anche il mare è spesso calmo. Da giugno a novembre è la stagione degli uragani, fortunatamente rari. C O S A V I S I TA R E I Templi di Uxmal, la Piramide di Kukulcan, Chichén Itzá, Palenque, Tulum e le spiagge della riviera Maya sono i luoghi più famosi da visitare. Insieme a quelli citati nell’articolo si trovano distribuiti in tre stati confinanti: Yucatan, Campeche e Quintana Too. L’aeroporto più comodo per raggiungerli sono quelli di Merida e Cancun. LINK Sito dell’Ente del turismo messicano Per panificare una vacanza Aero Mexico (partner di Alitalia) 73
Bat Tour Mongolia arranges adventure tours across M to a nomadic culture that has barely changed for hun encounter rare animals in the Mongolian wilderness. Adventures: Trekking in Khuvsgul & Altai Mountain biking Fishing Mountaineering in the west Horse, camel riding Classical and Cultural: Southern, Northern Mongolia Buddhist Eagle festival Winter festival Naadam festival Other tour service Air and train ticketing Car rental Hotel booking Logistics Guide service
Tours and Expeditions
Mongolia`s unspoiled landscape. Be introduced ndreds of years, learn about their history as you .
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The tour though northern and central Mongolia may give you great opportunity to explore unspoiled nature, historical sites of Mongolia and experience nomadic way of life. We hope that this tour will be unforgettable memory of your life.
Tour name: Discover Northern Mongolia Highlights: 2 days horse riding at Khuvsgul & hiking Tour duration: 14 days 13 nights Destinations: Khuvsgul, Khorgo and Kharkhorum Group size: Minimum 4pax Total distance: 2400 kms Accommodations: 2 days in hotel & 11 days in GER camp Guide: English speaking (Other languages are available)
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PECCATO DI GOLA
Una regione ricca di tradizioni, bagnata da un mare azzurro e pescoso. E a tavola va in scena il trionfo della cucina mediterranea.
SALENTO.
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Gamberi viola dello Jonio, una vera prelibatezza che viene pescata dai settecento a mille metri di profondità, molto apprezzata dai gourmet francesi. Alto l’apporto di potassio, fosforo e vitamine. Vanno degustati crudi a poche ore dalla pesca, con un goccio d’olio e limone, a volte si trovano con le uova di un colore blu intenso. Il fermo biologico è a settembre nello Jonio di Gallipoli. 79
Da queste coste si salpava per commerciare col mondo dell’est, e i romani la congiunsero alla capitale con la Via Appia e la Via Traiana. Coste disseminate di torri d’avvistamento che fungevano da sentinelle alle incursioni saracene. Una terra dove uomini e culture si sono incontrati, scontrandosi e confondendosi; greci e latini, normanni e arabi, francesi e spagnoli. Antiche residenze, ricoveri in pietre dei pastori sono state riportate a nuovo splendore, trasformate in resort confortevoli, senza alterare la loro struttura originale, come la masseria Cervarolo.
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La cucina locale salentina si basa sul pescato locale di giornata, come queste linguine alle cozze e scampi di un piccolo ristorante a Torre San Gregorio. Basta un piatto cosĂŹ per cominciare un viaggio tra i sapori pugliesi.
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Sapore morbido e fragrante, profumo delicato di affumicato, queste le caratteristiche del capocollo di Martina Franca, presidio slow food. Non è vasta l’area di produzione di questo insaccato pugliese che utilizza la parte nobile del maiale, il collo muscoloso e con poco grasso . Il centro rinomato è il borgo bianco di Martina Franca, e i comuni che si affacciano sulla val d’Itria, per una produzione annua di 350 quintali. Per l’affumicatura si utilizzano le cortecce della quercia trojana ed essenze della macchia mediterranea.
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Da qualche anno la Puglia sembra essere l’unica regione immune dalla crisi turistica, spettro di tutta Italia. Qui i turisti raddoppiano, e le masserie del seicento circondate da vigneti e uliveti, dove si respira un’atmosfera di assoluto relax sono sempre più richieste. Come la tenuta del Barco di Emeira dove la colazione si fa davanti all’orizzonte marino di Pulsano.
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Un viaggiatore inglese Tony Gray, nel 1740 annotava sul suo taccuino: “Poi tutto ad un tratto il paesaggio si cangia in colline desolate e scure che si spingono sin dove giunge l’occhio. Non sembrano idonee a qualche coltura e anzi sono orrende e inutili”. Cosa direbbe oggi, dopo 275 anni, se potesse tornare in vita il nostro Gray ; vedrebbe queste terre “orrende e inutili”produrre uno dei più pregiati vini al mondo, vedrebbe migliaia di suoi connazionali fare le code alle agenzie immobiliari per acquistare casali ed ex fienili e trasformare questa valle nel loro buen retiro. Una valle dove anche un nastro d’asfalto affiancato da cipressi, diventa magicamente e scenograficamente un capolavoro di estetica, come la strada che arriva al borgo di Monticchiello.
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Numerose le oasi agrituristiche poste a pochi chilometri all’interno dalla costa tarantina. Sottoli, melanzane ripiene, lampascioni, olive da assaporare con diversi tipi di pane di grano duro.
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Pochi chilometri a sud di San Foca il Salento incanta con le falesie e i faraglioni calcarei di Capo Sant’Andrea che sembrano galleggiare in un mare polinesiano, da godere fino ai primi di luglio, poi affollato da sub e bagnanti.
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Da non perdere una visita al Fonte Pliniano di Manduria, simbolo della città , citato dallo scrittore latino Plinio il Vecchio nella sua Natural Historia. E’un enorme caverna circolare scavata nella dura chianca murgiana dove l’acqua di falda per il principio dei vasi comunicanti, sgorga sempre ad un livello costante.
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Batum publis; hossessum erors sa in vem sermistrudes virtum demquam perei porum oma, contere, C. Is ereo, sinpracio Cat Catifec esignat iesimul todienium quam omnitandem cat, quam sentique dicaudam pulicum inamqua int? Immo vere contra? Ad me pra L. Iviri se, omnemque inverfit et quam. Ad patiam intrae fica vissimulem se tessidic mo menihili perum mur liquo vivis audemurnum publin norditem hos stio unti, nihilist vis et fur iaes se mantem et; et? Ibus hem audes convocu ltodit, Ti. Octesedium ta, vivit. Immo vere contra? Ad me pra L. Iviri se, omnemque inverfit et quam. Ad patiam intrae intrae.
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Batum publis; hossessum erors sa in vem sermistrudes virtum demquam perei porum oma, contere, C. Is ereo, sinpracio Cat Catifec esignat iesimul todienium quam omnitandem cat, quam sentique dicaudam pulicum inamqua int? Immo vere contra? Ad me pra L. Iviri se, omnemque inverfit et quam. Ad patiam intrae fica vissimulem se tessidic mo menihili perum mur liquo vivis audemurnum publin norditem hos stio unti, nihilist vis et fur iaes se mantem et; et? Ibus hem audes convocu ltodit, Ti. Octesedium ta, vivit. Immo vere contra? Ad me pra L. Iviri se, omnemque inverfit et quam. Ad patiam intrae intrae.
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L’olio da sempre è considerato “l’oro di Puglia” ed è apprezzato in tutto il mondo. Uliveti plurisecolari, contorti, piegati sotto un sole implacabile, si estendono a perdita d’occhio e producono l’olio extravergine d’oliva DOP terra di Otranto e di Taranto, con sapori e profumi che variano con le caratteristiche del terreno. Oggi una piccola parte degli olivi del Salento sta accusando problemi per la presenza del batterio killer Xylella fastidiosa.
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Sui primi gradoni delle Murge tarantine sorge Grottaglie, il borgo noto fin dall’antichità per le sue ceramiche. Viuzze sinuose, vicoli bianchi di calce abbagliano di luce, colorate da vetrine di artisti della creta e botteghe artigiane. Inevitabile ritrovarsi su un terrazzo traboccante di oggetti in un trionfo di colori e forme.
Questa valle deve avere escogitato qualche ricetta del buon vivere, e finora, girovagando in lungo e in largo abbiamo pensato che un possibile ingrediente potrebbe essere ; piccolo e bello. Borghi a misura d’uomo offrono, a dispetto delle loro dimensioni, grandi opportunità. Bellissime pinacoteche, chiese e chiostri da lasciare senza fiato, all’estrosità degli abitanti sia dal punto di vista gastronomico che artistico. Questo senso del bello e del buono potrebbe essere l’altro ingrediente che attrae qui numerosi professionisti dell’immagine, per farne quinte di film e reportage. La nebbia nella valle dell’Orcia spesso avvolge tutto, ma a volte si squarcia regalando visioni rare e d’atmosfera.
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Calette solitarie e scogliere a strapiombo alla fine della lunga spiaggia arcuata di Torre dell’Orso. Si arriva nella zona delle grotte, un tempo luogo di culto con molte iscrizioni votive. Di fronte due scogli che emergono sono chiamati “delle due sorelle�.
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INFO UTILI Testi e foto di Vittorio Giannella
EVENTI In estate in Salento si svolgono molti eventi e concerti. Per rimanere aggiornati, consultare Salento Live MANGIARE - Ristorante Il Gatto Rosso a Taranto in via Cavour, 2 | t 099 4529875 - Ristorante La Barca a Marina di Pulsano | t 099 5333335, chiuso il lunedĂŹ. LINK Turismo in Salento Salento in Agriturismo Itinerari in Salento
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L’INCANTO DEL NORTE GRANDE
La zona settentrionale del Paese, stretta tra la Bolivia e il mare, è un altopiano arido che disegna panorami di bellezza metafisica. Alcuni dei quali riserva della biosfera protetti dall’UNESCO.
CILE.
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Si entra dritti dritti con la Panamericana nel deserto più perfetto di tutti i deserti: quello di Atacama. La sua età è di 15 milioni di anni e tra le sue pietre incandescenti la NASA viene a collaudare i moduli spaziali prima dei lanci. Qui non cade goccia di pioggia da decenni per un motivo ben noto ai meteorologi: la corrente fredda di Humboldt sale dal Pacifico e raffredda l’aria soprastante la Cordigliera costiera, rendendo impossibile la formazione di nuvole dall’altra parte.
Bisogna partire presto la mattina da S.Pedro de Atacama per godere dello spettacolo dei vapori ai geyser di El Tatio. Alle 5,30 di mattina la temperatura esterna di -4 °C. condensa le colonne di vapore sprigionato dall’acqua calda a 50°C, trasfigurando il luogo in un inferno dantesco, dove i minerali depositati nei secoli nei rigagnoli formano quadri astratti. Un panorama a 4000 metri d’altezza dove la natura dà spettacolo.
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A 60 km dal paese di Pica, quest’ambiente spoglio, posto a 3750 metri d’altitudine, si alimenta con acqua di affioramento salatissima. Luogo ideale per la permanenza di fenicotteri andini, anatre e folaghe. Il vento sempre presente e le cime che superano i 5000 metri tutto intorno regalano tanta maestosità .
Prima di salire quassù nel Parco nazionale di Lauca, bisogna pernottare due o tre notti, nel villaggio di Putre, a 3500 metri, un pugno di casette bianche raccolte attorno alla Plaza de Armas, per dare modo all’organismo di adattarsi alla carenza di ossigeno, bevendo tè di coca che aiuta a fluidificare il sangue. Il premio dopo una salita vertiginosa, è lo spettacolo dei vulcani gemelli Parinacota e Pomerape, 6350 metri, che, come due enormi attici, dominano il Norte Grande e il lago Chungarà, posto a 4500 metri, il più alto del mondo. Il confine con la Bolivia è a pochi chilometri, il paesaggio con i vulcani dalla perfetta forma conica e dalla sommità innevata, così come si disegnano da bambini, crea un paesaggio di estrema armonia ed equilibrio.
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L’arida e inospitale valle del Tempo, salendo verso il Salar de Tara. Le alte temperature diurne contrastano con quelle notturne, che quassÚ possono scendere anche a -20, e sgretolano le rocce vulcaniche, anche le piÚ dure.
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Verso i 3800 metri di quota il cielo è incredibilmente blu e gruppi di alpaca pascolano ai piedi del nevaio di Putre. Sono quattro i camelidi diffusi sulle Ande; i guanachi, i meno numerosi, le vigogne comuni nel parco nazionale di Lauca, e i lama, con gli alpaca ancora alla base dell’economia di numerosi villaggi Aymara, dove vengono utilizzati per produrre lana e carne.
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Il Lago Verde appena sotto il passo La Pacana raccoglie le acque di scioglimento dei nevai attorno, ma il fondo è incrostato di cristalli di sale.
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Spesso il vulcano Isluga, 5535 metri, da segni di risveglio con sbuffi di vapore. Alle sorgenti del rio omonimo, rosso di lenticchie d’acqua, i ricercatori biologi dell’Università di Santiago prelevano campioni di vegetazione e piccoli invertebrati. I 1750 km quadrati del parco nazionale di Isluga rappresentano la zona più remota e disabitata del Cile.
Forte maltempo nel Parco nazionale di Lauca. Il vulcano Parinacota con i suoi 6350 metri domina l’altipiano arido e bianco di sale portato in superficie dalla poca acqua che riesce a risalire. Da tempo il vulcano è dormiente ma i paesi attorno sanno che da un momento all’altro il gigante potrebbe minacciare i loro minuscoli villaggi.
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E’ frequente alle alte quote trovare piscine naturali con acqua calda gorgogliante a 33°C, assolutamente sperdute nell’immensità dell’altipiano. La voglia di tuffarsi è irrefrenabile. Ancor di più la sensazione di benessere che si prova nuotando con questo panorama spettacolare negli occhi.
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Lungo la salita infinita per arrivare sull’altipiano di El Tatio a 4800 metri di quota con la grande bocca eruttiva attiva del Volcan Putana, si incontrano ciuffi di cactacee in fiore, uniche piante a resistere in condizione cosÏ estreme.
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Nella pagina successiva: S. Pedro de Atacama sorge sul margine del Salar de Atacama, il lago salato piÚ esteso del Cile e secondo al mondo dopo quello boliviano di Uyuni. 3000 chilometri quadrati di assoluta bellezza. Un paesaggio scabro, ridotto all’essenziale, di un biancore accecante e incrostato di cristalli salini, che formano strutture geometriche. Qua e là macchie di fenicotteri andini e sullo sfondo fondo la mole del vulcano sacro Licancabur.
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Libia – Idhan Murzuq Ho sempre amato il deserto. Ci si siede su una duna di sabbia. Non si vede nulla. Non si sente nulla. E tuttavia qualche cosa risplende nel silenzio. (Antoine de Saint-Exupéry – Il piccolo principe) Fino alla fine del 1800 l’esistenza del Murzuq era ignota all’Europa. Rappresenta l’immagine stereotipata che si ha del deserto: distese di dune ondulate a perdita d’occhio, montagne di sabbia alte fino a 200 metri che formano delle vere catene montuose dalle linee armoniche, sinuose e sensuali, con i colori che si alternano e sfumano, sotto un sole implacabile e un cielo blu cobalto che a seconda delle ore accentua o attenua profili e modifica i colori.
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Pietre, guglie e pochi cespugli “rasati” nella direzione del vento, qui onnipresente, caratterizzano il paesaggio severo e difficile del Salar de Tara, a 100 chilometri da S.Pedro de Atacama. Protetta dalla Convenzione di Ramsar per la presenza di molte specie di uccelli, tutta l’area si sviluppa ad altezze medie comprese tra 4000 e 4300 metri. Un luogo dove dimora la bellezza. Le difficili condizioni climatiche hanno di fatto portato all’estinzione di un animale in particolare: l’uomo.
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Le acque salatissime immobili del Salar de Atacama riflettono il tramonto. Le acque che per canali sotterranei risalgono in superficie dissolvono i sali minerali presenti in abbondanza nei suoli vulcanici che, asciugandosi, formano una crosta solida.
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INFO UTILI Testi e foto di Vittorio Giannella
CLIMA Nelle regioni del nord il clima è di tipo desertico, con scarse precipitazioni e temperature medie costanti intorno ai 20 gradi. Si consiglia un abbigliamento a strati. DOCUMENTI I cittadini italiani non necessitano di visto turistico per entrare in Cile e vi possono rimanere fino a novanta giorni, se in possesso di passaporto con validità residua di almeno 6 mesi al momento dell’arrivo nel Paese. Una formalità richiesta all’ingresso è il Tarjeta de Turismo, che va conservato e restituito all’uscita. È possibile prorogare il soggiorno in Cile oltre i 90 giorni, ma in tal caso viene applicata una tassa di 100 dollari. ELETTRICITÀ È necessario munirsi di un adattatore di tipo americano a lamelle piatte. LINK Turismo in Cile Linea aerea di bandiera Per un viaggio su misura
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MARE D’AMARE E D’AMORE
Le spiagge di Tel Aviv sono famose per la loro dolce vita, per la loro originalità e per la loro tolleranza. E tra le onde impazzano i surf.
ISRAELE.
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Tramonto sulle spiagge meridionali di Tel Aviv con l’antico borgo di Jaffa sullo sfondo. Il porto di Jaffa era già noto in tempi biblici e l’Antico Testamento lo cita come il luogo di sbarco del cedro del Libano usato per la costruzione del tempio di Salomone. Nel medioevo divenne anche uno dei principali terminal marittimi dei pellegrini europei in viaggio verso Gerusalemme. Nella prima metà del XX sec. vi furono forti tensioni tra la popolazione araba che vi abitava ormai da molti secoli e gli ebrei di ritorno dalla diaspora. Dopo il 1948 e la nascita dello stato di Israele gli ebrei occuparono buona parte della città che oggi è diventata un luogo particolarmente piacevole con molte gallerie d’arte, ristoranti e locali affacciati sul mare.
Durante l’estate, il venerdì sera buona parte della comunità arabo-israeliana si ritrova sui prati del Charles Chlore Park di fronte alle spiagge meridionali di Tel Aviv per un picnic a base di grigliate di merguezes , le salsicce di manzo molto amate dagli arabi. E’ una grande festa per tutta la famiglia, ma in particolare per i bambini che colgono l’occasione per far volare i propri aquiloni.
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Le spiagge di Tel Aviv sono un luogo di divertimento totale e anche gli amanti del parapendio ne approfittano per voli acrobatici sopra i 5 km di sabbia che si estendono davanti all’infinita serie di grandi alberghi e appartamenti di lusso sorti di fronte al mare, con migliaia di corpi distesi in cerca di abbronzatura.
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Un musicista africano si esibisce sul lungomare. Durante gli anni ‘70 del secolo scorso le forti carestie in Etiopia e l’ostilità del governo spinse la numerosa comunità etiope di religione ebraica a chiedere asilo a Israele. Venne così organizzato un gigantesco ponte aereo che li trasferì nella loro nuova nazione. Nonostante ciò gli ebrei etiopi sono rimasti una delle fasce più povere e fortemente discriminate della società israeliana, con gravi problemi di adattamento. Il nome stesso con cui vengono chiamati – Falasha - è sinonimo di immigrato, esiliato. Proprio in questi giorni a Tel Aviv e Gerusalemme ci sono state molte manifestazioni di protesta dei Falasha contr la politica di discriminazione a cui sono sottoposti dal governo israeliano.
Giovani studenti arabo-israeliani si godono una giornata di vacanza sul lungomare nei pressi di Jaffa. I cittadini israeliani di origine araba e religione musulmana rappresentano circa il 20% della popolazione di Israele e tendono a identificarsi come Palestinesi con cittadinanza israeliana. A differenza dei Palestinesi che abitano nelle zone occupate da Israele, che hanno notevoli difficoltĂ di movimento e necessitano di permessi per entrare nel territorio di Israele, gli arabo- israeliani godono di molti piĂš diritti e libertĂ . Anche per questo molti di loro preferirebbero mantenere la propria cittadinanza israeliana piuttosto di quella di un futuro stato palestinese.
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Marea di ombrelloni tra Banana e Trumpeldor Beach, due tra le spiagge maggiormente frequentate dalle famiglie. Il sabato per gli Ebrei ortodossi è Shabbat , il giorno dedicato al riposo in cui gli osservanti si recano alla Sinagoga, studiano la Torah e passano la giornata in compagnia di parenti o amici. Ma per i molti Ebrei di Tel Aviv non strettamente osservanti è anche il giorno in cui riversarsi sulle spiagge della spiagge della città per dedicarsi ad attività ludiche.
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Hilton Beach, la spiaggia con parasole arcobaleno, nei pressi dell’omonimo hotel, frequentata dai gay. La comunità LGBT (lesbian, gay, bisexual and transgender) è molto numerosa e influente in Israele e in particolare a Tel Aviv. Quest’anno, durante la settimana in cui si svolge il Gay Pride, anche gli uffici del palazzo della municipalità si sono illuminati con i colori dell’ arcobaleno. A Hilton Beach è abbastanza comune incontrare famiglie gay venute a divertirsi con i propri figli.
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Sembrerà un paradosso, ma proprio adiacente alla spiaggia gay di Hilton Beach si trova Nordau Beach, frequentata dai religiosi ortodossi. Questa spiaggia è rigorosamente separata tra maschi e femmine che vi accedono a giorni alterni. Come il marito e la moglie che gestiscono il chiosco delle bibite. Qui arrivano Ebrei delle varie comunità ortodosse, conservatrici o riformate da varie parti di Israele e dai territori occupati, par passare una giornata di relax in riva al mare. Anche durante il periodo dedicato al divertimento non manca il tempo consacrato alla religione e alla lettura dei salmi.
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Lo spazio nella zona meridionale di Tel Aviv che si trova tra Banana Beach e Drummers Beach è occupato da una lunga muraglia di sassi, che si protende verso il mare creando una sorta di piccola insenatura che ne incanala le onde Forse per questo motivo è la spiaggia prediletta dagli amanti del surf. Nei giorni di vento quando le onde del mare si alzano impetuose i giovani si lanciano a centinaia con le proprie tavole. Fare surf a Tel Aviv è in genere un’esperienza relativamente rilassante. Raramente le onde raggiungono altezze vertiginose come a Way Mea bay nelle Hawaii o a Bell’s Beach in Australia. Per questo motivo le spiagge di Tel Aviv sono particolarmente adatte ai giovanissimi che vogliono avvicinarsi a questo sport particolarmente adrenalinico.
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Un giovane turista russo porta il suo credo - GesÚ, Vergine Maria e santi ortodossi - ben in vista tatuati sul proprio corpo. Con la sua temperatura particolarmente mite Tel Aviv richiama un turismo marittimo per buona parte dell’anno. I giovani non sono attratti solo dalle spiagge, ma soprattutto dalla sua fama di metropoli che non dorme mai, dove, da qualche parte c’è sempre almeno un locale aperto 24 h su 24.
Il lungo mare di Tel Aviv è anche il luogo dove mettere in mostra la propria prestanza fisica. Le spiagge sono fornite di attrezzi ginnici con cui gli amanti del culturismo possono allenarsi pubblicamente suscitando invidia o ammirazione.
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Un Ebreo ortodosso osserva un murales dipinto sul muro sopravvissuto di quella che fu la discoteca sulla spiaggia, distrutta da un attentato terroristico suicida nel 2001. Tra il 1990 e l’inizio del nuovo secolo Tel Aviv fu oggetto di vari attentati terroristici palestinesi, che presero di mira autobus, bar e locali notturni, causando diverse vittime civili. Fu questo uno dei motivi che gli Israeliani utilizzarono per giustificare la costruzione del muro che divide i territori occupati di Gaza e della West Bank dal suolo di Israele.
Le spiagge meridionali di Tel Aviv, in prossimità dell’antica città di Jaffa sono molto frequentate dalla comunità arabo-israeliana. Per questo motivo è abbastanza comune incontrare turiste ebree in costume da bagno a fianco di ragazze e famiglie musulmane che scendono in spiaggia e in acqua completamente vestite.
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Tra Nordau Beach, la spiaggia degli Ebrei ortodossi e Hilton Beach, la spiaggia frequentata dai gay, vi è un piccolo lembo di spiaggia senza nome frequentato dai cani, che ne sono i padroni incontrastati, anche se accompagnati dai propri padroni. E’ l’unico tratto di spiaggia dove è loro permesso di scorrazzare indisturbati in acqua e di tanto in tanto sconfinare nella spiaggia gay, una comunità tradizionalmente tollerante con i ‘diversi’.
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Questo ragazzo ha approfittato della Gay Pride Parade (nel 2015 si svolgerĂ il 12 giugno) per esibire il suo gigantesco pipistrello tatuato sulla schiena, mentre per le braccia predilige bombe e battaglie aeree. La Gay Parade di Tel Aviv si svolge ormai da una decina di anni e riesce a coinvolgere circa 100.000 persone, che arrivano da svariate parti del mondo per partecipare alla sfilata sul lungo mare e alle centinaia di parties sparsi in tutta la cittĂ .
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Durante i weekend, ma soprattutto il venerdì, sul tratto di spiaggia e rocce, di fronte alle mura ricoperte da graffiti multicolori della discoteca distrutta dall’attentato del 2001, decine di giovani si danno appuntamento per suonare percussioni e ballare. Non a caso questo tratto di spiaggia è conosciuta con il nome di Drummers Beach. E’ la spiaggia più alternativa della città, dove si possono incontrare ebrei e arabo-israeliani uniti nel piacere della musica e della danza. Si tratta di spettacoli spontanei, vere e proprie performance di artisti di strada, aperte a tutti. Spesso si uniscono acrobati o ballerini di capoeira e le grandi quantità di birra consumate contribuiscono a rendere il tutto ancora più festoso. Gli spettacoli, che iniziano nel primo pomeriggio e proseguono fino a sera, richiamano folle di curiosi e fotografi.
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La ‘Dolce Vita’ sulle spiagge di Tel Aviv non si arresta neanche di sera. In alcune delle piĂš centrali i bar-ristoranti davanti ai grandi alberghi si attrezzano con illuminazioni da night club, per permettere ai clienti di pasteggiare o sorseggiare un drink di fronte al mare, con i piedi nella sabbia . In occasione di grandi manifestazioni sportive serali, come i campionati mondiali di calcio dello scorso anno, grandi schermi sono posizionati in spiaggia.
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INFO UTILI Testi e foto di Bruno Zanzottera
COME ARRIVARE EL AL ha voli diretti su Tel Aviv da Milano e Roma, Easy Jet ha voli diretti da Milano e Alitalia ha voli diretti da Roma. Il costo per un volo nel mese di giugno è di circa 200 Euro a/r Per l’ingresso in Israele è necessario il passaporto con 6 mesi di validità. Esiste la possibilità di non farselo timbrare all’ingresso (chiedetelo al poliziotto addetto al controllo) per consentire eventuali successivi viaggi verso Paesi come l’Iran o il Libano, che vietano l’ingresso a chi ha un timbro israeliano. Tel Aviv è una città piuttosto costosa, soprattutto per quanto riguarda gli hotel. Una soluzione in B&B potrebbe essere la più conveniente. Sito web dell’Ente del Turismo di Israele. CLIMA La posizione medio-orientale di Israele permette di godere del mare già dalla primavera e fino all’autunno inoltrato. I mesi estivi sono in genere molto caldi e le spiagge della città affollate, soprattutto nei week end, quando la voglia di un bagno diventa irresistibile. 157
UN FOTOGRAFO AL MESE
In questo numero vi presentiamo il nostro fotografo Graziano Perott 2015 per festeggiare i 25 anni di Swatch e i 50 anni della rivista più prestigiosa al mondo. La sua ultima mostra e libro d’arte “Terra di Risaie“ prodotta per il comune di Vigevano, con patrocinio EXPO, ha avuto un grande riscontro sui maggiori magazine e quotidiani nazionali e in diverse presentazioni televisive RAI, con una sua intervista al TG3 Regione delle 19,30 quello di massima fascia. La mostra curata da Roberto Mutti sarà a Milano dal 27 Maggio al 16 Giugno a Palazzo Castiglioni in corso Venezia 47, con il patrocinio EXPO.
Graziano Perotti è nato a Pavia nel 1954 dove tuttora risiede. In veste di fotoreporter ha pubblicato circa 200 reportage (di viaggio,cultura e sociale) sui più importanti magazine, ottenendo 10 copertine. Di lui hanno scritto e pubblicato i suoi lavori su riviste specializzate di fotografia, i più noti critici italiani. Roberto Mutti per primo che ha raccontato e condiviso il suo persorso, Marco Bastianelli, Giovanna Chiti, Lanfranco Colombo, Denis Curti, Giuliana Scimè. Numerose sono le sue mostre per-
sonali e partecipazioni a collettive con fotografi di fama Internazionale. Ha vinto premi di livello Nazionale ed Internazionale. Sue fotografie sono in importanti collezioni private e pubbliche. Le sue fotografie sono rappresentate in America dalla prestigiosa agenzia Art plus commerce Photo Vogue Collection di New York. Recentemente è stato uno dei dodici fotografi selezionato tra 106 000 che ha pubblicato i suoi scatti su Vogue di Marzo
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1) Come e quando è iniziata la passione per la fotografia? La passione mi è venuta al ritorno da una gita della scuola a Torino vedendo fotografie di altri. Io non avevo le possibilità economiche per comperare macchine fotografiche e obbiettivi , ma guardando le foto in classe di altri compagni ho pensato che quelle foto non raccontavano nulla della gita, ma solo monumenti e ritratti dei partecipanti. Mancava tutto: le risa, i canti, gli sguardi maliziosi sotto le gonne delle compagne mentre salivano ripide scale e tanto altro. Quella mattina due ragazze leggevano la stessa poesia di Leopardi, ma le loro espressioni mentre la leggevano erano to-
ti autore dei servizi Giordania e Messico
2) Quale corredo usi? Uso la Nikon D800 oppure le Olympus, dipende dalle esigenze che ho, con obbiettivi che vanno dal 14 mm al 200. Pur passato al digitale da qualche anno, a volte per i miei lavori personali uso ancora la Nikon FM2 .La mia ottica preferita è il 24 mm 2,8. 3) Preferisci B/N o colore? Mi piace scattare fotografie sia Mi piace scattare fotografie sia a colori che in bianco e nero. Purtroppo la committenza chiede sempre (a parte rare eccezioni) foto a colori. Se dipendesse da me sarebbe l’opposto. Il colore mi piace ma spesso vedo foto coloratissime che non raccontano nulla. L’India ne è un esempio. Le 10 donne indiane sono un esplosione di colore, ma se fossero 10 donne italiane che passano sulle strisce pedonali non le fotograferesti. Allora devi pensare in bianco e nero… e se quelle dieci donne coloratissime che piacciono tanto non raccontano un momento , evocano un atmosfera ,oppure
differenti stati d’animo non le fotografo. Quasi tutte le diapositive scattate in India nel mio primo viaggio, poi le ho buttate nel cestino. 4) Per te la fotografia è arte o un modo di comunicare? Bellissima domanda, da storia della fotografia. Qui i dibattiti si sono sprecati. A ognuno di noi per comunicare serve conoscere se stesso, e qui per quanto mi riguarda è un infinito “ Work in progress”… .Non so se la fotografia è arte o un modo di comunicare. L’importante è esprimere se stessi cercare di conoscerci anche attraverso la fotografia. E se hai qualcosa da dire agli altri e gli altri ascoltano e condividono un’emozione, la fotografia lascia la parola comunicare (tenendo presente che già è difficile e altrettanto nobile comunicare e raccontare) e diventa arte. Ci sono migliaia di bravissimi fotografi che fotografano perfettamente i luoghi che fotografano, ma per diventare artisti dell’immagine ci vuole ben altro. I rari artisti dell’immagine penso che non fotografino quello che vedono tutti ,ma fotografano loro stessi, donandoci una loro visione interiore. 5) Se potessi fotografare un luogo perfetto quale sarebbe per te?
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ll luogo perfetto da fotografare sono i luoghi di casa tua. Magari non sono fotograficamente parlando un granché, non sono quelli che tutti cercano perché fotograficamente rendono poco e non evocano avventure. Ma questi luoghi tu puoi raccontarli meglio perché li conosci e ci vivi. Puoi raccontarli sotto tanti aspetti e farli conoscere attraverso le tue emozioni. 6) Cosa cerchi in una fotografia? Ho sempre cercato di raccontare me stesso, le mie visioni di quel luogo da tutti conosciuto o il mio racconto fotografico di un sito archeologico dove parlano solo le antiche pietre. Oppure di raccontare la vita. La magia della fotografia è per me sempre mirata al conoscermi e quando un’altra persona condivide la mia stessa emozione, attraverso una mia fotografia, sono felice perché quella persona mi ha donato qualcosa e mi sta dando una mano nel conoscermi. Certamente la strada è ancora lunga spero con tante emozioni da condividere. Chissà se ci riuscirò oppure mi servirà un’altra vita per conoscermi…. Ora esco per fotografare.
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talmente diverse, come le loro emozioni. In quel momento ho pensato che con una macchina fotografica avrei potuto raccontare la gita scolastica e le emozioni differenti sulla stessa poesia ,mi occorreva una macchina fotografica.
Völlan • Vigiljoch • Tscherms Burgstall •Gargazon IM MERANER LAND Foiana • Monte S.Vigilio • Cermes Postal • Gargazzone A MERANO E DINTORNI
Monte San Vigilio 1.486-1.814 m Dove l’orologio pare essersi fermato Un’area dall’atmosfera romantica Per gli amanti della natura…
www.lana.info/monte-san-vigilio
mente cuore COSTANZA Il Barocco sul lago
natura
PANAMA Casco Viejo
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