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Federico Klausner direttore responsabile Federica Giuliani direttore editoriale Devis Bellucci redattore Silvana Benedetti redattore Maddalena De Bernardi redattore Francesca Spanò redattore Paolo Renato Sacchi photo editor Isabella Conticello grafica Willy Nicolazzo grafico Paola Congia fotografa Antonio e Giuliana Corradetti fotografi Vittorio Giannella fotografo Fabiola Giuliani fotografa Monica Mietitore fotografa Graziano Perotti fotografo Emanuela Ricci fotografa Giovanni Tagini fotografo Bruno Zanzottera fotografo Progetto grafico Emanuela Ricci e Daniela Rosato Indirizzo: redazione@travelglobe.it Foto di copertina: Bruno Zanzottera | TANZANIA Tutti i testi e foto di questa pubblicazione sono di proprietà di TravelGlobe.it® Riproduzione riservata TravelGlobe è una testata giornalistica Reg. Trib. Milano 284 del 9/9/2014 2
EDITORIALE
TERRORISMO E TERRORISMO È di qualche giorno fa la notizia lanciata dal Bild, il più letto tabloid tedesco che, citando un rapporto dei nostri servizi segreti e di quelli tedeschi del BND, afferma che cui il nuovo obiettivo del terrorismo dell’Is (il sedicente stato islamico) sono le coste del Mediterraneo, dove gli islamisti potrebbero colpire vestiti da ambulanti. Il titolo di apertura, sparato a tutta pagina suona precisamente così: “Terrorismo pianificato sulle nostre spiagge!”. Secondo il quadro dipinto dal giornale, gli islamisti sarebbero pronti a farsi esplodere sul bagnasciuga travestiti da venditori ambulanti di gelati o magliette. Non saremmo gli unici nel mirino, ma condivideremmo questo privilegio con Spagna e Francia del sud. La notizia è stata immediatamente smentita e dichiarata destituita da ogni fondamento dai nostri 007, che affermano, inoltre, di non avere mai inviato alcun rapporto. Sempre secondo il Bild, il piano di attacco dei terroristi prevederebbe spari sulla folla dei bagnanti con attacchi suicidi ed esplosivi nascosti sotto la sabbia. In realtà il quotidiano tedesco non compie un grande sforzo di fantasia, essendo le spiagge obiettivi relativamente difficili da proteggere, come purtroppo insegnano le vicende di Sousse, (Tunisia) costato la vita a 38 turisti, e le più recenti in Burkina Faso e Costa d’Avorio. La minaccia partirebbe nientemeno dalla Nigeria, dove agiscono i miliziani di Boko Haram, alleati dell’autoproclamato Stato 3
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Islamico. Non è chiaro da dove Il Bild abbia attinto queste notizie, ma stando ai nostri servizi segreti non esiste uno specifico pericolo Italia. Non siamo nel mirino, insomma, o almeno non più di altri. Perché proprio questo è il punto. Fatta la debita eccezione per i luoghi in cui sono in corso guerre civili e rivolte, è illusoria l’idea che dopo la comparsa dell’Is esistano luoghi assolutamente sicuri. Neppure, come sì è visto, le grandi città europee Parigi, Madrid, Bruxelles. E allora? Dobbiamo rassegnarci a cambiare modo di vivere? A non viaggiare più? Per poi magari essere vittime di incidenti strada li, che hanno probabilità di accadere molto maggiori? No, per molti motivi: perché ci priveremmo di uno dei massimi piaceri della nostra vita, perché sarebbe il primo di una serie di ricatti, perché il progresso è integrazione, accettazione e convivenza pacifica. Certo la situazione va affrontata e risolta. Ma mio parere le armi più efficaci e risolutive non sono le bombe. Consistono piuttosto nell’investire per creare condizioni di vita soddisfacenti nei luoghi del califfato e diffondervi cultura. E poi, maliziosamente, aggiungo che il Bild potrebbe essere stato ispirato da interessi economici di operatori ben felici di trattenere all’interno della Germania quanti più concittadini possibile che, altrimenti, spenderebbero i loro soldi nel Belpaese. Non sarebbe la prima volta che questo tipo di operazioni ha luogo. E non sarà certo l’ultima.
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S O M M A R I O
06 47 95 148
EDITORIALE di Federico Klausner CANADA
Montreal, la capitale del circo
Foto e testi di Giovanni Tagini ORTO
In viaggio con la maga ortensia
Foto e testi di Paola Congia TANZANIA
Un vulcano a colori
Foto e testi di Bruno Zanzottera
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NEWS GRECIA
Folegandros. Parva sed apta mihi
Foto e testi di Giovanni Tagini SPAGNA Minorca. Ăˆ qui la festa?
Foto e testi di Graziano Perotti il photo editor del mese Paolo Renato Sacchi LEGENDA
03 09 69 121
M E N T E C U O R E N AT U R A G U S TO CORPO
GUIDE
IN VOLO
ViaggiAutori è una nuova collana di guide tascabili realizzata da un gruppo di viaggiatori. Propongono itinerari di due settimane, con consigli anche per chi ha un po’ di tempo in più, accompagnando il lettore giorno per giorno alla scoperta del Paese. Non mancano foto e consigli per viaggiare in maniera etica e sostenibile, oltre ad alcune ricette tipiche del luogo. Le piccole dimensioni, comode e utili a chi si muove in autonomia, vanno un po’ a discapito degli approfondimenti storici. Per ora è disponibile la guida sulla Thailandia, ma sono in arrivo altre destinazioni tra cui Giappone, California, Bretagna e Portogallo. Info
Air Transat, eletta da Skytrax miglior vettore nordamericano nel 2015, ha lanciato il terzo servizio su Vancouver da Roma Fiumicino, dopo i precedenti collegamenti su Montreal e Toronto. Nella nuova stagione il vettore promette un aumento del 5% nell’offerta aerea dall’Italia, con tariffe a partire da 420 euro, e un collegamento no stop verso Vancouver dal 18 giugno con la tariffa di lancio di 570 euro. Dal 7 maggio riprenderanno i 4 voli no stop da Venezia. Da non dimenticare la proposta food completamente rinnovata con il nuovo menu “euro bistro” sui voli per il Canada offerta ai passeggeri di classe economica. Info
RELAIS
BENESSERE
Un giardino botanico che diventa Relais. Accade in Sicilia, in provincia di Agrigento dove, in mezzo a trentamila cactus, è nato un B&B curato in ogni dettaglio. La location è perfetta per chi cerca la tranquillità, con un occhio alla bellezza. Si trova, infatti, in campagna, ma a soli quattro chilometri dalla Valle dei Templi e a tre dal mare. Il Garden Cactus B&B Relais Suite de Charme è aperto tutto l’anno e offre tariffe per il soggiorno a partire da 90 euro al giorno per camera da due persone. Info e prenotazioni
Lo Sport & Kurhotel Bad Moos****S di Sesto – Moso (BZ) propone un pacchetto ad hoc per vivere il risveglio della natura nell’incontaminata Val Fiscalina. Il pacchetto “Acqua & Aria” permette di provare l’introduzione interattiva KNEIPP “L’acqua e la sua azione calmante”. Se invece si preferisce la meditazione, l’Escursione nei quattro elementi permette di fare il pieno di energia vitale. Infine, si può trovare il proprio equilibrio sul lago di Braies. Info
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RISTORANTI
Ogni persona dorme in media 200 mila ore nel corso della propria vita, l’equivalente di 22 anni. Decisamente troppo perché il sonno non sia preso seriamente. Ooloom propone una simpatica collezione di mascherine per dormire, in arrivo dall’Estonia, che permettono di trasformarsi in unicorni, gattini, giraffe e procioni. Sono prodotte a mano, in feltro di lana lettone e sono perfette per chi ama i luoghi freddi come il Nord Europa. La collezione completa si trova sullo shop on line.
Manna Ristorante si trova in Piazzale Governo Provvisorio, una zona caratteristica della vecchia Milano, nella periferia est nei pressi di viale Monza e propone cucina italiana contemporanea. La proposta gastronomica si fonda sul rispetto per le materie prime e sull’originalità. Alcune ricette ricordano i quadri di Pollock, in quanto a colore e bellezza, e non deludono il palato. I piatti, che si rinnovano con le stagioni e in base ai prodotti sul mercato, sono allegri anche nel nome. Ottimo il baccalà mantecato con chips di polenta taragna. Costo per 3 piatti: 40 euro al netto del vino.
TROLLEY
ERRATA CORRIGE
Parti per un week end? Fatti accompagnare da Manie Bag, che propone praticissime valige in ABS accoppiato con policarbonato in grado di offrire tutta la robustezza necessaria senza rinunciare a leggerezza e bellezza. Per distinguerti puoi scegliere tra le numerose personalizzazioni ad altissima definizione e lunga durata: si va dai cuccioli alle stampe dai toni delicati e raffinati di Parigi e Londra, o ancora, il coloratissimo skyline di New York. A partire da 99 euro. Info
Nello scorso numero abbiamo pubblicato una recensione su una linea di borse da viaggio che è stata erroneamente chiamata Save Your Bag. Il nome corretto del brand è SAVE MY BAG, trovate l’intera linea sullo Store on line e in molti negozi in tutta Italia e nel mondo.
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IN VIAGGIO
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| MONTREAL, LA CAPITALE DEL CIRCO
Ospita le scuole circensi più importanti al mondo e il quartier generale del celebre Cirque du Soleil. In un’atmosfera di allegria e di colori tutto l’anno.
CANADA
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In questa pagina e nelle due precedenti: affermati artisti, provenienti da tutto il mondo, si esibiscono al Théatre Olympia durante il Montréal Complètement Cirque, che quest’anno si svolgerà dal 7 al 17 luglio. Giorni di eventi in cui la città diventa un sorprendente catalizzatore di attività culturali e artistiche di livello internazionale. La vitalità si percepisce soprattutto in due punti nevralgici: il quartiere dello spettacolo e la vecchia Montréal, vicino al porto.
Il quartiere dello spettacolo si sviluppa nel centro della città, lungo le arterie di rue Sainte Catherine e Jacques Cartier, un brulicante corteo di pubblico si sposta alla ricerca di numeri da strada e di spettacoli messi in scena nei numerosi teatri della zona. L’aria che si respira è frizzante e contagiosa, garantita dalla situazione festosa e dalla tipica efficienza canadese.
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In questa pagina e nella precedente: nella vecchia Montréal, vicino al porto si allestiscono spettacoli più complessi, un’intera banchina ospita il famoso tendone giallo e blu del Cirque du Soleil. Nell’immensa tensostruttura, a rotazione, vanno in scena tutti gli spettacoli della compagnia ed è qui che per tradizione si tiene da sempre la prima di ogni loro nuovo show. In tutta l’area portuale si possono ammirare numerosi spettacoli circensi con trapezisti, giocolieri ed equilibristi impegnati in esibizioni impegnative e affascinanti.
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In questa pagina e nella precedente: per l’occasione, la centralissima Sainte Catherine si trasforma da strada trafficata a circuito pedonale, è qui che nei giorni del festival dal primo pomeriggio a sera tardi si esibiscono gruppi e giovani artisti desiderosi di farsi notare e stupire il numeroso pubblico. Acrobati, giocolieri, maghi e clown trasformano l’asfalto in un palcoscenico a cielo aperto davvero unico, dove lo spettacolo è sempre garantito.
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Nei 3 km di strada dedicata all’evento, si esibiscono, nei giorni di festival, più di cento artisti provenienti da tutto il mondo; nei quattordici teatri circostanti vanno in scena spettacoli di compagnie circensi internazionali. Tutta la città si trasforma nella capitale mondiale del circo. Quest’anno andrà in scena la settima edizione e si prevedono circa 250.000 visitatori.
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In questa pagina e nella successiva: durante la scorsa edizione l’esibizione che ha avuto il miglior riscontro di pubblico è stata quella dei Minutes, un numeroso gruppo di giovani artisti, che per quattro sere consecutive in place Pasteur, ha portato in scena lo spettacolo “La Minute Grand Jeu”, una performance insolita, che vedeva gli artisti giocare con l’arredo urbano: un’ora di spettacolo che ha ipnotizzato proprio tutti, adulti e bambini.
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Quando li vedi esibirsi in numeri strabilianti ti chiedi: ma come fanno? Una giovane ragazza volteggia in aria a testa in giÚ suonando un violino, un esile corpo si piega come una scatoletta di cartone e il trapezista che si avvita a 15 metri d’altezza con un triplo carpiato come se fosse la cosa piÚ naturale del mondo. La risposta è una sola: allenamento continuo.
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Montreal non è la capitale mondiale delle arti circensi solo nei giorni di festival: lo è tutto l’anno. Questa città canadese ospita le scuole più importanti al mondo nonché il quartier generale del Cirque du Soleil, che dal 1984, anno di fondazione, ha trasformato il circo nel più grande spettacolo di intrattenimento dal vivo del mondo.
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Per capire il perchÊ di tanto successo, bisogna andare in 2nd Avenue, sede e quartier generale del Cirque du Soleil. Il complesso si sviluppa su una superfice di ben 75 mila metri quadrati, un’industria al pari degli studios cinematografici hollywoodiani. Un indicatore che da solo spiega la grande differenza che esiste con i tradizionali spettacolini di altri paesi. Se non si producessero spettacoli, sembrerebbe di entrare in un atelier di alta sartoria o in una fabbrica di auto di lusso.
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Ogni oggetto di scena e ogni dettaglio dei costumi sono prodotti in questa sede. Basti pensare che per la realizzazione dei copricapi e delle parrucche viene creato un calco della testa di ogni singolo artista usando una stampante tridimensionale specificatamente progettata. E non si parla di 20-30 soggetti, bensĂŹ di 1300 persone. Immaginatevi la dimensione della stanza che li contiene e stiamo parlando solo di calchi per i copricapo.
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L’ideazione e realizzazione dei costumi viene eseguita da un team esperto e specializzato, gli abiti di scena vengono realizzati usando un particolare tessuto molto resistente ed elastico, facile da lavare e asciugare, rigorosamente dipinto a mano. In caso di usura o danneggiamento, si ricostruisce attingendo all’unico abito campione, conservato in un gigantesco guardaroba bunker. Così anche a distanza di anni verrà sempre riprodotta la copia esatta dell’originale: geniale.
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Pagina precedente: un tessuto appena disegnato a mano, viene steso ad asciugare prima di essere tagliato e trasformato in costume di scena. A sinistra: nelle sale del trucco, gli artisti imparano a truccarsi da soli. Per realizzare alcune maschere complesse possono volerci oltre due ore e piÚ di 200 step. L’artista per non sbagliare segue un manuale con tutti i passaggi cosÏ da rendere il trucco sempre uguale. A destra: nelle giornate estive di sole si pranza e ci si rilassa nell’area esterna, gli artisti e i dipendenti possono anche cimentarsi in grigliate.
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Nella pagina precedente: alcuni scatti riprendono le maschere più rappresentative dei vari show. Creatività artigianale e rigore industriale sono le intuizioni geniali di Guy Laliberté, il fondatore di questo impero. Nulla è lasciato al caso, ogni dettaglio fa parte di una procedura ottimizzata per funzionare alla perfezione. Solo nel quartier generale a Montreal lavorano duemila persone, con oltre cento mansioni diverse, in totale tutto il circuito impiega cinquemila addetti. Un loro spettacolo è progettato per durare almeno dieci anni e ogni elemento deve poter essere ricreato in modo preciso e in qualsiasi momento.
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Il distretto del circo è un crocevia fondamentale per tutti coloro che desiderano intraprendere una carriera in questo campo. A poca distanza dal complesso del Cirque du Soleil, si trovano, infatti, anche La Tohu e l’Ecole Nationale de Cirque, importanti centri d’arte circense. La Tohu, nata nel 2004, è un’organizzazione no-profit, nonché luogo di sperimentazione e creazione.
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Nella sede principale, visitabile tutti i pomeriggi gratuitamente, vengono ospitate mostre temporanee, spettacoli circensi e attività all’aria aperta. Con un po’ di fortuna si può assistere alle prove degli artisti e vedere alcune fasi di costruzione d’oggetti di scena. La Tohu è la convergenza tra cultura circense, ambiente e impegno della comunità. Un riferimento allo sviluppo sostenibile attraverso la cultura.
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Sempre nel distretto del circo si trova l’Ecole Nationale de Cirque, una delle scuole più prestigiose al mondo. Provenienti da oltre cinquanta paesi, giovani ragazzi studiano le tecniche acrobatiche che li trasformeranno in veri artisti del circo. L’edificio dispone di strutture e attrezzature di ultima generazione adeguate a ogni disciplina: un ambiente d’apprendimento unico al mondo.
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Le lezioni si svolgono in enormi stanze simili a hangar, perchĂŠ devono poter simulare gli spazi dei teatri piĂš grandi. Ogni giorno decine di artisti vengono formati per integrare, sostituire o dar vita a nuovi spettacoli. Molti di questi studenti sono ex atleti di ginnastica artistica e ritmica, alcuni provengono da corpi di ballo, altri da discipline sportive, tutti desiderosi di intraprendere una nuova carriera circense.
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L’allenamento è tra le cose più importanti per un artista circense. Tutti i giorni si dedicano due ore all’esercizio fisico, dopodiché ogni individuo si esercita nelle sue specialità. Una vita fatta di sacrifici e duro lavoro. Intere giornate e mesi passati a provare all’infinito ogni singolo movimento, ogni singolo passaggio, per uno spettacolo magari di soli pochi minuti. Ma ogni artista di circo vi dirà che il suo lavoro è il più bello del mondo.
INFO UTILI Foto e testi di Giovanni Tagini
Come arrivare Per le combinazioni consultare i siti di Air Canada o Alitalia. Fuso orario E VISTO Rispetto all’Italia ci sono 5 ore in meno. Non occorre nessun visto turistico. Dove dormire Fairmont The Queen Elizabeth 900 Rene Levesque Blvd. West, Montréal, t. (+514) 861 3511 Loews Hotel Vogue 1425 rue de la Montagne, Montreal, t. (+514) 285 5555 Le Petit Hotel 168 rue St-Paul Ouest, Montreal, t. (+514) 612 4240 Dove mangiare Boris Bistro 465 McGill Street, Montréal, t. (+514) 514 848 9575 Le Comptoir Charcuteries et Vins 4807 Saint-Laurent Blvd., Montréal, t. (+514) 844 8467 Le Local 740 William Street, Montréal, t.l (+514) 397 7737 Info Tourisme Québec Programmazione Montréal Complètement Cirque La Tohu
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| FOLEGANDROS. PARVA SED APTA MIHI
L’incisione sulla casa di Ariosto si adatta perfettamente a questa piccola isola delle Cicladi. Una strada, tre centri, chilometri di muretti a secco, profumo di mare. E due colori: il bianco e l’azzurro.
GRECIA
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Pagina d’apertura: un particolare dell’architettura cicladica, caratterizzata da strutture semplici con linee armoniose, rigorosamente dipinte di bianco per disperdere il calore nei mesi estivi. Pagina precedente: una piccola chiesa dedicata alla Panagia (Madonna) arroccata su una collina a strapiombo sul mare. Folegandros è tra le isole meno abitate e meno costruite delle Cicladi, con un territorio per lo piÚ roccioso e montuoso caratterizzato dai numerosi muretti a secco che delimitano gli appezzamenti agricoli.
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Un’unica strada asfaltata unisce il porto di Karovastsi con il villaggio di Ano Meria passando per la Chora. Il mezzo più comodo per spostarsi tra un paese e l’altro è l’autobus di linea, che ogni ora percorre l’intera strada. Nei mesi estivi, a ogni fermata del bus, vecchi contadini aspettano i turisti per accompagnarli, in groppa ai loro asini, nelle spiagge più belle. Le più suggestive e spettacolari, richiedono almeno un’ora di trekking su ripidi sentieri rocciosi. Per chi non è abituato o non vuole faticare, montare in groppa all’asinello rimane l’unica valida alternativa.
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Il pope della chiesa Agios Ioanis di Ano Meria mentre si riposa all’ombra di un grade albero. Questo piccolo e autentico villaggio agricolo si trova nel cuore dell’isola. È composto per lo più da piccole unità abitative, con una parte destinata all’uomo e un’altra adibita all’allevamento di animali o allo stoccaggio di prodotti agricoli. La conservazione delle tradizioni e il modo semplice di vivere, rendono Ano Meria uno dei villaggi più autentici di tutte le Cicladi.
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Folegandros viene soprannominata l’isola degli asini. Questi animali, il mezzo di trasporto preferito dagli isolani, sono gli unici che possono muoversi su terreni impervi e rocciosi, impraticabili da qualsiasi mezzo meccanico. I contadini usano i loro asini per trasportare oggetti pesanti, per raggiungere i terreni coltivabili sulle ripide e distanti colline e nei mesi estivi per portare i turisti in escursioni difficili.
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Nella pagina precedente: l’insegna lignea dipinta a mano, posta all’ingresso del piccolo negozio di souvenir Fetix nel centro della Chora. Sopra: a Folegandros il tempo sembra essersi fermato. Nella piazza della chiesa da sempre i bambini giocano indisturbati e le donne stendono i panni al sole. Considerata una delle isole piÚ tranquille, è il luogo ideale per chi cerca una vacanza senza eccessi, con i ritmi calmi imposti dagli abitanti del posto. Lasciate alle spalle le giornate frenetiche a cui siamo abituati, ci si immerge in un modo di vivere autentico che sembra lontano anni luce dal nostro modello di vita.
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Alcuni anziani trascorrono il tempo seduti ai tavolini del Kastro cafè. La Chora, il capoluogo dell’isola, anticamente era una fortezza racchiusa da alte mura di cinta. Oggi è il centro turistico dove trovare numerose taverne, negozi di artigianato locale e qualche bar notturno. Caratterizzata da strette viuzze, dove ci si muove solo a piedi, si sviluppa intorno all’antica fortezza medievale del Kastro, dove sorgono antiche case con balconi di legno.
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Nelle strette viuzze della Chora non c’è casa che non abbia fiori. Ogni angolo, ogni balcone o davanzale sfoggia buganvillea e gerani coloratissimi e profumati, come in una sorta di gara tra le donne del paese, a chi ha i fiori piÚ colorati, rigogliosi e profumati. Nelle giornate ventose si sentono i profumi dei fiori anche a distanza di chilometri.
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Ci sono due modi per raggiungere alcune tra le più belle spiagge dell’isola, il primo è di utilizzare il servizio di piccole imbarcazioni, che a orari ben precisi accompagnano i turisti. L’altro è camminare per circa 30 minuti seguendo ripidi e difficili sentieri. Per chi sceglie il trekking la parte più difficile è sicuramente la risalita a fine giornata. Lo sanno bene i contadini che verso le 18 scendono alle spiagge con i loro asini offrendo un passaggio per pochi euro, cui è difficile rinunciare.
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Durante il giorno i tavoli del Restaurant Chic della Chora sono affollati di vecchi signori che chiacchierano e osservano divertiti i turisti, sorseggiando un buon caffè ellenico all’ombra di grandi platani. Al calar del sole tutto si trasforma, le luci calde della piazza principale, che ospita questa tipica taverna, scaldano l’atmosfera e al posto di simpatici vecchietti il ristorante si riempie di turisti desiderosi di assaggiare un’autentica cucina tradizionale greca.
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Non si può immaginare le isole greche senza gatti: anche a Folegandros ne vive una numerosa comunità, ben nutrita e desiderosa di coccole. Folegandros è un’isola raffinata e silenziosa, sempre più amata e apprezzata da turisti che cercano la semplicità e la genuinità di un posto “vero”, dove vivere all’aperto, in spiaggia, lungo un sentiero di montagna, seduti a un tavolino di una taverna o semplicemente su un gradino.
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La signora Euphemia vive ad Ano Meria da sempre, la sua casa si affaccia sulla strada principale e quando passa un turista è orgogliosa di mostrare il suo orto e i suoi frutti. Ci racconta che suo marito è pescatore e che lei si occupa della casa e dell’orto. I due figli si sono trasferiti da anni ad Atene perché sull’isola non c’è lavoro. Sorridendo dice che probabilmente ci sono più asini che giovani. Nei mesi invernali sull’isola risiedono solo 600 persone che vivono esclusivamente con quello che la terra e il mare offrono.
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La taverna Irini, oltre che un semplicissimo ristoro è l’unico negozio di generi alimentari di Ano Meria. È gestito da una simpatica e vivace donna che inoltre cucina piatti semplici e deliziosi. Non c’è il menù, come da tradizione, la cucina è a vista e sul banco ci sono teglie e pentole con i piatti del giorno. Si ordina quello che ispira di più. Per molti è il ristorante con la miglior cucina dell’isola, per i locali che lo frequentano tutto l’anno non ci sono dubbi, Irini cucina i piatti della tradizione meglio di tutti. Assolutamente da provare!
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Pagina precedente: una suggestiva vista della Chora. Sullo sfondo, arroccata sulla cima della collina, si trova il monastero Panagia Kimissis. Ci si arriva zigzagando lungo un sentiero, che costeggia il costone a strapiombo sul mare. Il posto migliore dove scattare foto al tramonto e ammirare uno dei panorami piÚ suggestivi dell’intera isola. Sotto: le acque calme e cristalline della baia di Karavostasis, il porto principale dell’isola, da dove partono le gite in barca.
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INFO UTILI Foto e testi di Giovanni Tagini
Dove dormire Vrahos Boutique Hotel, Karavostasi Bay, t. +30 22860 41304. info@hotel-vrahos.gr. Blue Sand Hotel, Agali Bay, t.+30 22860 41042 info@bluesand.gr. Fata Morgana Studios, Chora Folegandros, t. +30 22860 41237 frontdesk@fatamorgana.gr Dove mangiare Pounda, Chora, t: +30 22860 41063. Irini, Ano Meria, t +30 22860 41436. Mimis, Ano Meria, t. +30 22860 41377. Papalagi Taverna, Spiaggia di Agios Nikolaos. Come arrivare 25 traghetti settimanali collegano il Pireo a Folegandros. Tempo di navigazione da 3 ore 45 minuti a 6 ore 45 minuti. Info
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| IN VIAGGIO CON LA MAGA ORTENSIA
La fiaba di un viaggio fantastico sognato nell’orto di casa. Un racconto tenero accompagnato da immagini degne di Alice nel Paese delle Meraviglie.
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La maga Ortensia ci ha invitati ad uscire dalla frenesia della città per un viaggio speciale nel suo orto. Il viaggio sarà lungo ma non ci occorreranno mappe; non ci preoccuperemo di coincidenze aeree, o del mare mosso se ci sarà da navigare. Non porteremo con noi lo smartphone e non avremo bisogno dell’wi-fi. Viaggeremo a un ritmo che abbiamo dimenticato, quello della natura, che sa bene quando è tempo di partire e quando invece è tempo di aspettare. Chiuderemo gli occhi e sapremo distinguere le erbe dal loro profumo. Impareremo dalla maga Ortensia la saggezza della terra e le alchimie che trasformano un seme in una gemma, la gemma in un fiore i fiori in miriadi di frutti colorati.
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Ortensia non è bella ma è molto saggia. Ci accompagna all’uscita e ci illustra tutti i nomi delle meraviglie che incontriamo nel nostro percorso. La passiflora ci sorprende con la complessità del suo fiore e con i frutti che si aprono al nostro passaggio.
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Minuscoli fiori, preziosi frutti e un avvolgente profumo. Da questi sapremo produrre liquori inebrianti e insaporire le nostre pietanze.
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Un fuoco d’artificio delicatissimo ci stupisce all’alba. Si è appena aperto e non durerà che poche ore … “capperi!” …: il sole caldo del giorno lo costringerà a ritirarsi. Rimarranno i piccoli frutti piccanti, che domattina si apriranno uno a uno per meravigliarci ancora.
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Ci avviamo per un viale di strani alberi dal grosso tronco e dalla folta chioma. Chissà dove ci porterà , ma non abbiamo paura dell’ignoto.
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La maga Ortensia ci dà l’autorizzazione per il primo raccolto: frutti bianchi e dorati, preludio di pianto ma anche di sapore.
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Un clandestino cerca invano di mimetizzarsi tra i suoi parenti lontani.
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Nel nostro canestro raccogliamo quanto possiamo ma, avidi come siamo, lo vorremmo sempre piÚ pieno ‌ e qualcosa resta esclusa.
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Durante il viaggio scopriamo che sotto le spine si possono nascondere dolcezze insospettate.
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Gli ortaggi, come gli umani, hanno bisogno di contatti e di relazioni. Qualcuno si mostra intraprendente...
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Abbiamo seminato e abbiamo raccolto: il rosso vivo dei nostri cespi ci ricompensa della fatica e dell’impazienza di vederlo crescere.
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Ăˆ carnevale anche nell’orto: un tripudio di colori luccicanti ci abbaglia e ci rallegra.
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Ăˆ maggio: la timida fragola dal fiore delicato si nasconde tra le foglie. Andiamo a stanarla.
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Giganti fiori gialli si esibiscono, prepotenti e vistosi, di primo mattino. Si chiuderanno molto presto: se vogliamo godere del loro splendore dorato e del loro sapore delicato dovremo coglierli subito. Ăˆ giĂ estate..
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Velluto per le nostre dita: piacere sublime per il tatto e il gusto.
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L’orto non è solo fatica manuale e attesa. Ăˆ anche musica per lo spirito. Ascoltiamo questo concerto in chiave di fagiolino, per orchestra e pomodoro solista.
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Il melograno dai fiori vermigli ha compiuto la sua magia. Ci regala frutti complicati e delicati. Ma a ottobre possono perdere qualche dente ‌
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Un po’ di refrigerio con i colori della nostra bandiera non ci farà male e non ci appesantirà nella ripresa del viaggio.
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Siamo alla frutta: il nostro viaggio è terminato. Giochiamo un po’ con ciò che l’orto ci ha regalato, ne facciamo una bandierina nazionale per rendere omaggio al nostro dolcissimo clima.
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| MINORCA. È qui la festa?
Ogni anno nella isola di Minorca si tiene la celebre festa di San Joan, una delle più antiche di Spagna. Dove cavalli e cavalieri si affrontano per dimostrare la propria abilità.
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In apertura espadrillas e avarcas, tipici prodotti dell’artigianato locale, esposte al Museo della Calzatura. In questa pagina. Sopra: la splendida cala di santa Galdana vista dall’alto. Si trova nella costa sud di Minorca ed è meta ambita anche dai diportisti per le sue acque trasparenti e la natura che la circonda. A fianco: la discoteca più bella e famosa di Minorca si trova vicino ad Alaior ed è la Cova D’en Xoroi un posto unico per bellezza, ricavata all’interno di una grotta a strapiombo sul mare, fa anche da discobar e all’ora dell’aperitivo si anima di romantici avventori che aspettano il rito del tramonto.
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Pagina precedente a sinistra in alto: la baia di Mahon, capitale dell’isola di Minorca, è la più lunga al mondo dopo quella di Pearl Harbour alle Hawaii. Una gita con i battelli turistici è consigliata. Ai lati della baia si possono ammirare edifici storici di diverse epoche e contemplare splendidi scorci sulla città. A sinistra in basso: Fornells è un vero gioiellino, un borgo di pescatori tranquillo e non artefatto dal movimento turistico dell’isola. Qui ci si può ancora fermare a scambiare quattro chiacchiere con i pescatori locali e ascoltare le loro storie sospese nel tempo. È l’ultimo borgo sul mare dove si può vedere la Minorca di un tempo. Pagina precedente a destra: Uno dei tanti edifici storici affacciato sulla baia della capitale Mahon.
Qui a sinistra: Mahon. L’hotel boutique Jardì De Ses Bruixes è un gioiello della capitale che si può visitare. Il suo splendido giardino interno con alberi di aranci è stato ricavato da un’antica abitazione. Qui sopra: Ciutadella, su un balcone in centro storico si attende l’arrivo dei cavalieri alla festa di San Joan.
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Nella pagina precedente: l’arrivo tra la folla di tutti i cavalieri che parteciperanno ai giochi della festa di San Joan de la Ciutadella avviene in un tripudio generale, questo è il clou della festa, che dura due giorni e ha antichissime origini medievali, una delle feste più antiche dell’intera Spagna. Qui sopra: la tradizione della festa di San Joan vuole che i cavalieri dimostrino la loro abilità facendo avanzare i cavalli tra la folla solo sulle zampe posteriori. Quando vi riescono a lungo scatta il fragoroso applauso delle migliaia di partecipanti.
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Le autorità religiose di Minorca e il pifferaio attendono i cavalieri all’eremo di Sant Joan De Missa, dove si celebrerà una messa in loro onore.
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La festa di San Joan de la Ciutadella vede una grande partecipazione di locali e ultimamente anche turisti, che attendono i cavalieri nei luoghi più significativi, come l’eremo di San Joan de Missa, dove è nata la festa che quest’anno si terrà il 23 e 24 giugno.
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Alla festa di San Joan de la Ciutadella l’adrenalina non manca mai. La tradizione vuole che i cavalieri più abili ogni tanto avanzino tra la folla festante con il cavallo impennato sulle zampe posteriori. È un mulinare di zoccoli, che i partecipanti più coraggiosi sfidano per toccare i cavalli. Un rito propiziatorio beneaugurante, che racchiude in sé tanto pericolo: non è raro il doloroso contatto con i loro zoccoli.
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La tradizione vuole che il Fabioler arrivi a dorso di mulo suonando il flauto e chieda alle autoritĂ cittadine il permesso di dare inizio alla festa. Il gruppo di cavalieri si reca poi alla Placa Des Born dove ha inizio il momento piĂš importante della festa.
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In Placa De Born un bambino innalzato dalla folla festante, posiziona l’anello che i cavalieri lanciati al galoppo dovranno infilare. Solo i piÚ abili ci riusciranno.
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Nella pagina precedente e in questa un cavaliere viene immortalato nell’attimo più importante dei due giorni di festa: quando ha infilato l’anello sulla sua lunga lancia. Solo tre dei numerosi partecipanti a questa edizione ci riusciranno. Sono attimi pieni di pathos: la folla presente alla festa non è trattenuta da transenne ma si apre a ventaglio all’ultimo momento, permettendo il passaggio dei cavalieri lanciati al galoppo. Un’altra prova di audacia che in edizioni passate ha avuto anche gravi conseguenze, soprattutto su turisti sprovveduti e non abbastanza pronti. A destra: Il tipico foulard della festa di San Joan che tutti portano annodato al collo.
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L’imperdibile tramonto sul mare, visto dal disco bar Cova D’en Xoroi, è uno dei momenti più belli di una vacanza a Minorca. Il disco bar è all’interno una grotta naturale a strapiombo sul mare.
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I ragazzi, durante le ore notturne della festa che dura due giorni e due notti, in giro per il centro storico offrono la “Pomada”, bevanda ufficiale della festa di San Joan che scorre a fiumi (e non si fa per dire). È offerta ripetutamente a tutti. Spesso si è invitati dai locali nelle loro case per condividerla. La bevanda alcolica è composta dal tradizionale Gin locale Xoriguer per 1/3 e per 2/3 di limonata.
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Lo splendido teatro nella capitale Mahon è il più antico di Spagna. Fu costruito nel 1829 e la sua realizzazione fu affidata all’architetto italiano Giovanni Palagi.
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Una suggestiva vista del Mercado del pescado nella capitale Mahon. I tavolini davanti all’entrata sono ambito ritrovo notturno di molti turisti e intellettuali.
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Il Gin Xoriguer è nato a Minorca. Fu creato agli inizi del XX secolo da Miquel Pons Justo ed è prodotto ancora oggi, come vuole la tradizione, in un’antica fabbrica a Mahon a partire da vino aromatizzato con bacche di Ginepro.
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INFO UTILI Foto e testi di Graziano Perotti La festa di San Joan a la Ciutadella nel 2016 si svolgerà dal 23 al 25 giugno. Per tutte le informazioni di un viaggio in Spagna andate nel sito nel sito dell’ente del turismo. Moneta La moneta ufficiale è l’euro, come nel resto del territorio spagnolo. Se la quantità di denaro che portate in Spagna o a casa al ritorno supera i 6.011 euro, dovete dichiararla alla frontiera. Energia elettrica La corrente elettrica è come in Italia, di 220 volt. Portatevi degli adattatori perché molte prese, soprattutto in case e alberghi più vecchi, hanno solo due fori poiché non prevedono la messa a terra. Benzina A Minorca, come in tutta la Spagna, si usa la benzina Normale (92 ottani), Super (95 ottani), Senza piombo (95 e 98 ottani) e il gasolio. Fortunatamente la benzina costa quasi il 30% in meno rispetto all’Italia.
Emergenze In caso di emergenza esiste un numero unico, il 112, che coordina polizia, ambulanze e vigili del fuoco. Il costo della vita Rispetto al resto della Spagna, che rappresenta ancora una delle nazioni europee più economiche, i prezzi a Minorca sono più cari, specialmente in’alta stagione (tra giugno e agosto), che è anche il periodo delle spiagge super affollate. Il consiglio che diamo è quello di muoversi per tempo e prenotare in anticipo in modo da cogliere le occasioni più convenienti. Uffici informazioni turistiche a Minorca Maó: Stazione Autobus. 07703 Maó. E-mail: infomenorcamao@cime.es. Ciutadella indirizzo: Plaza de la Catedral, 5. 07760 Ciutadella. t + 34 97138269 E-mail. Aeroporto Minorca, aperto solo durante la stagione turistica t: + 34 971157115 E-mail. Info Tutte le informazioni per un viaggio in Spagna sul sito. 119
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| UN VULCANO A COLORI
L’Ol Doinyo Lengai, la Montagna di Dio dei Masai, è un vulcano a colori. Erutta una lava nera che sbianca a contatto con la pioggia e che la notte emette una luce arancione.
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Apertura e pagina precedente: l’Ol Doinyo Lengai è un vulcano unico nel suo genere. Estremamente affascinante, è situato nella Great Rift Valley a circa 120 chilometri da Arusha, Tanzania settentrionale. Si tratta del solo vulcano al mondo che erutta carbonatite, una lava altamente fluida molto fredda: 510° contro i 1100° che generalmente raggiungono le lave basaltiche. La lava di carbonatite emette una luce arancione durante la notte, ma non è incandescente durante il giorno. La maggior parte dei flussi assomigliano a olio nero molto fluido, che raffreddandosi si trasforma in una sorta catrame, per sbiancarsi velocemente al contatto con la pioggia. In questa pagina: i pastori Masai lo venerano come un luogo sacro, nella loro lingua il suo nome significa ‘La Montagna di Dio’. In occasioni speciali si arrampicano sulle impervie pendici per lanciare offerte tra le fenditure della caldera e propiziarsi i favori della divinità che abita nelle sue viscere.
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Un giovane Masai di un villaggio nei pressi del lago Natron con il volto dipinto con il caolino, dopo la circoncisione. L’intera vita dei Masai è segnata dalle cerimonie che sottolineano i passaggi d’età e il loro avanzamento sociale. Quando un giovane viene ritenuto idoneo a seguire le mandrie sui pascoli, esce dallo stadio infantile per avviarsi alla circoncisione, che lo inserirà in un nuovo gruppo di età. Il passaggio successivo sarà quello di diventare un morani (guerriero).
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Un Masai cammina sulla cenere all’interno della caldera del vulcano per gettare offerte nelle sue viscere. L’Ol Doinyo Lengai è il solo vulcano attivo tra i molti che si trovano nella fascia della Great Rift Valley. Di tutti è anche il più giovane, con soli 370.000 anni di vita. Le mini eruzioni che regolarmente si verificano dal cratere principale, creano una serie di minuscoli torrenti grigio-neri simili a colate di petrolio. La carbonatite di sodio, di colore nero subito dopo la fuoriuscita, diventa velocemente bianca per reazione chimica al contatto con l’acqua piovana e si trasforma in una polvere soffice particolarmente brillante, creando l’immagine di un cratere ricoperto di neve.
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Pagina precedente: un gruppo di Masai si sta recando ad una riunione di anziani in un villaggio nei pressi del lago Natron. Un ragazzo Masai con la piuma di struzzo che sancisce il suo passaggio a giovane morani (guerriero). Un vero Masai non venderĂ mai una vacca, perchĂŠ queste sono state create da Dio per appartenere al suo popolo. Secondo questa logica i Masai, come tutti gli altri popoli di pastori della regione, dai Samburu, ai Pokot, si dedicano al furto reciproco di bestiame come a una vera e propria missione. Si stima che ogni anno svariate decine di migliaia di capi di bestiame cambino proprietario senza compravendita.
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Due giovani morani (guerrieri) Masai armati di lance e spade nelle praterie lungo la pista che conduce al lago Natron. La classe dei guerrieri è senza ombra di dubbio quella più conosciuta e appariscente della società Masai. I giovani vi accedono attraverso varie cerimonie abbastanza complesse. La più importante di queste prende il nome di eunoto e sancisce il passaggio da giovani guerrieri a guerrieri anziani. In questo periodo tutti i morani svolgono il ruolo di difensori della tribù. Il matrimonio avverrà solo al termine di questa fase, quando il guerriero otterrà lo status di anziano.
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Il lago Natron si presenta come una gigantesca distesa di soda - 56 km di lunghezza per 24 di larghezza - con colori che variano dal bianco al rosa e al marrone a seconda dei periodi dell’anno. Le sue acque hanno un altissimo grado di salinità , dovuto a una serie di sorgenti
sotterranee provenienti dal vulcano Ol Doinyo Lengai. Il resto dell’acqua presente viene dalle scarse piogge, che non raggiungono i 400 mm annui, e sono insufficienti a compensare l’alta evaporazione dovuta al calore.
I Masai di un villaggio nei pressi del lago Natron danzano dopo aver operato un salasso a una vacca con un’incisione alla giugulare. Questa è un’operazione molto comune tra i Masai, che in occasione di cerimonie, o per arricchire la propria dieta, bevono il sangue di una vacca. Durante la danza i Masai si dispongono in circolo battendo il ritmo con le mani. Di volta in volta, un giovane guerriero entra all’interno del cerchio ed esegue una serie di salti sul posto che ne esaltano l’eleganza e il portamento. Le coperte purpuree, che nell’immaginario Europeo sono diventate il simbolo di un abbigliamento tradizionale, sono in realtà made in China, mentre i sandali sono ricavati dai copertoni di auto usati.
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Il copricapo di perline di una ragazza Masai, mentre osserva la danza dei giovani guerrieri. Anche le acconciature con le perline in realtà hanno ben poco di tradizionale. Un tempo i Masai utilizzavano i semi di varie piante per realizzare i loro monili. Ma quando i mercanti europei iniziarono a importare perline di vetro dai colori sfavillanti, queste ebbero un immediato successo in tutta l’Africa. Oggi le perline arrivano specialmente dalla Cina, ma un tempo Venezia era la principale produttrice di perle di vetro che vennero utilizzate per secoli come preziosa merce di scambio con le popolazioni africane.
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L’Ol Doinyo Lengai, a causa del suo frequente dinamismo a bassa intensità, ha ricevuto il soprannome di ‘vulcano giocattolo’, perché eruzioni, fiumi e laghi di lava si creano spesso in formato miniaturizzato e possono essere osservati da vicino, senza incorrere in rischi enormi. Ma non è sempre così. Tra il settembre 2007 e la fine di febbraio del 2008, si è verificata un’intensa attività sismica avvertita sino a grandi distanze. Il tutto culminò il 5 marzo 2008 con un’eruzione di ceneri che raggiunse un’altezza di oltre 1.000 m sopra la sua cima e rimodellò completamente la caldera del vulcano.
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Un giovane pastore Masai porta le sue mandrie sui pascoli ricchi di sale che si creano quando le acque del lago Natron si ritirano durante la stagione secca.
Sullo sfondo il cono perfetto dell’Ol Doinyo Lengai, che si innalza fino a 2890 m sopra la piatta superficie del lago.
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La mancanza di un immissario comporta una grande variazione delle dimensioni del lago Natron nell’arco dell’anno, le cui acque si ritirano abbondantemente durante la stagione scoprendo grandi superfici di terreno ricoperte da una spessa crosta salina. L’eccessiva salinità del lago comporta l’impossibilità di vita per buona parte delle specie animali a eccezione dei fenicotteri rosa minori (lesser flamingo) che, al contrario, trovano qui il loro habitat ideale per la massiccia presenza dell’alga spirulina (un’alga verde-blu con pigmenti rossi) di cui si nutrono e che gli conferisce il caratteristico colore.
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Ogni anno, nei mesi tra agosto e ottobre, circa 2,5 milioni di fenicotteri vengono a nidificare in questo luogo selvaggio e inospitale per qualsiasi predatore, impossibilitato a raggiungere i loro nidi sulle distese di sale e fango che raggiungono i 50째.
“I fenicotteri sono esseri remoti che abitano un mondo in cui solo loro possono vivere con gioia” scriveva Leslie Brown, il naturalista che scoprì sul lago Natron il luogo di nidificazione di tutti i fenicotteri dell’Africa Orientale.
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Cascate nelle gole di Engaro Sero sulla scarpata della Great Rift Valley, nei pressi delle rive meridionali del lago Natron. Le gole e i grandi spazi di questa gigantesca ferita sulla superficie del nostro pianeta, che corrisponde alla Great Rift Valley, rammentano al mondo che ci troviamo in una zona dove la crosta terrestre è tra le più sottili del pianeta e un giorno, tra qualche milione di anni, questa parte d’Africa si staccherà dal resto del continente per trasformarsi in un’isola. Come successe al Madagascar e all’India, prima che cozzasse contro l’Asia provocando l’innalzamento dell’Himalaya.
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Un gruppo di Masai appartenenti alla classe degli anziani si reca in un villaggio sulle sponde del lago Natron per risolvere una disputa susseguente a un furto di bestiame. Dopo il matrimonio un Masai entra di diritto nella categoria di anziano con diritto di parola nelle decisioni che riguardano il proprio clan. Anche tra i Masai molte tradizioni stanno cambiando e i giovani che si spostano verso le città non seguono più lo stile di vita ancestrale. Ma nei villaggi, l’autorità degli anziani nell’organizzare la vita sociale della comunità è ancora molto importante.
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INFO UTILI Foto e testi di Bruno Zanzottera L’Ol Doinyo Lengai è affascinante anche visto dalle sue pendici con il cono solitario che si innalza a 2890 m sopra la piatta superficie ricoperta di soda del lago Natron. Ma se volete veramente avere un’esperienza emozionante dovrete sottoporvi alla scalata dei circa 2.000 m di dislivello che separano il punto di partenza dalla vetta. L’ascensione può essere organizzata dal Lake Natron Camp l’unico lodge presente nei dintorni del lago Natron. La salita richiede da un minimo di 4 ore in su a seconda del vostro grado di allenamento ed è abbastanza impegnativa nel tratto finale, quando la pendenza vi costringerà a camminare quasi carponi. La partenza avviene in genere diverse ore prima dell’alba per evitare il caldo particolarmente forte durante i mesi da novembre a marzo. Una volta raggiunta la vetta varrà inoltre la pena di passare almeno una notte accampati nel cratere per avere maggiori probabilità di assistere ad un’eruzione e godere delle immagini notturne di lava incandescente. Fuso Orario Due ore in più rispetto all’Italia. Una quando da noi è in vigore l’ora legale.
In Valigia Clima caldo e piuttosto secco per cui portatevi indumenti pratici e leggeri. Sulla cima del vulcano, se decidete di passarvi alcune notti, può essere freddo; occorre un maglione o un pile oltre a una giacca a vento leggera nel caso incappaste in qualche acquazzone. Scarpe da trekking. Norme sanitarie Arrivando dall’Europa non è richiesta nessuna vaccinazione, mentre è obbligatoria la vaccinazione contro la febbre gialla, attestata sul libretto sanitario, arrivando via terra da un altro paese africano. Consigliata la profilassi antimalarica e le vaccinazioni antitifica e antitetanica. Documenti e Formalità Passaporto con sei mesi di validità, e visto ottenibile all’ambasciata della Tanzania, via Cortina d’Ampezzo 185, 00135 Roma, tel. 06.33485801, web: al consolato, Via Foro Buonaparte 55 - 20121 Milano tel. 02 58307534, web o direttamente agli aeroporti di Arusha o Dar es Salaam (costo 50 Euro). Prefissi Il prefisso internazionale della Tanzania è 00255; per chiamare l’Italia 00039.
UN Photo editor AL MESE
In questo numero vi presentiamo Paolo Renato Sacchi Lavoro principalmente in Italia ma direi che non ho confini dal punto di vista professionale, penso di aver messo diverse bandierine sulla cartina del mondo. Qual è il lavoro dei tuoi sogni? Non ho dubbi sicuramente il mio lavoro è ciò che ho sempre sognato di fare e continuo a sognare di farlo. Come vedi il tuo futuro? Penso sia incerto il futuro per questa professione ma sono pronto per ogni evenienza …non mollo!!! Che attrezzatura utilizzi?
Come hai iniziato questo lavoro?
In che ambito preferisci lavorare?
Ho iniziato per amore della fotografia e sopratutto per essere indipendente nel lavoro e nella vita.
Amo le sfide quindi non esiste un ambito preciso.
Quattro aggettivi che ti descrivono come persona e come creativo?
L’ ispirazione la prendo di notte…riflettendo e non dormendo.
Preciso, puntuale, instancabile, rompiscatole.
Dove lavori e dove ti piace più lavorare?
Da dove prendi ispirazione?
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Principalmente utilizzo per il formato tradizionale Canon poi, secondo le esigenze, Phase One per il medio formato e Sinar per il grande formato. Cosa ti piacerebbe fotografare? Amo particolarmente il ritratto e ci sono infinite persone soprattutto nel campo musicale che mi piacerebbe fotografare.
Preferisci il colore o il B/N? Assolutamente il bianco e nero, lo trovo pieno di fascino. Se poi è stampato professionalmente lo amo sopra ogni cosa. Anche toccare la carta la trovo una sensazione molto speciale. Hobby? Vivere con i miei levrieri ogni istante della mia vita. Una nota curiosa è che non amo fotografare se non per lavoro.
“Milano da bere”. Ho studiato tutt’altro e ho cominciato a fare il affiancando i gradi della fotografia da Tommaso Lepera a Paolo Roversi. Continuo ad amare il mio lavoro e attualmente mi dedico soprattutto alla fotografia commerciale, soprattutto nel campo del lusso. Collaboro inoltre come photoeditor per un web magazine di viaggi, sapori, benessere e fotografia: TravelGlobe!
Indubbiamente ho la fortuna di ammirare le immagini di grandi professionisti e di confrontarmi direttamente con loro e con le loro idee. Adoro ascoltare e confrontarmi. Ritengo sia un modo di “vedere” la fotografia da svariati punti di vista. Ovviamente anche una certa responsabilità la percepisco quando devo fare delle scelte tra una immagine e un’altra. Nota biografica Sono nato a Milano nel 1968 e cresciuto professionalmente nel periodo della
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