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Federico Klausner direttore responsabile Federica Giuliani direttore editoriale Devis Bellucci redattore Silvana Benedetti redattore Maddalena De Bernardi redattore Francesca Spanò redattore Paolo Renato Sacchi photo editor Ilaria Bianchi grafica Willy Nicolazzo grafico Paola Congia fotografa Antonio e Giuliana Corradetti fotografi Vittorio Giannella fotografo Monica Mietitore fotografa Graziano Perotti fotografo Emanuela Ricci fotografa Giovanni Tagini fotografo Bruno Zanzottera fotografo Progetto grafico Emanuela Ricci e Daniela Rosato Indirizzo: redazione@travelglobe.it Foto di copertina: Antonio e Giuliana Corradetti Tutti i testi e foto di questa pubblicazione sono di proprietà di TravelGlobe.it ® Riproduzione riservata TravelGlobe è una testata giornalistica Reg. Trib. Milano 284 del 9/9/2014
Il nostro Mediterraneo brucia. Un tempo spazio di fiorenti traffici mercantili e scambi di culture è ora un inferno, uno Stige che separa l’Europa dall’Africa. Al posto di Ibn Hamdis e dei poeti arabi giunti in Sicilia 1000 anni fa, cantati mirabilmente da Etta Scollo ne “Il fiore splendente”, sulla costa dell’Africa si concentrano i neri tagliagole dell’Is, lo stato islamico che minaccia di conquistare Roma. Nel braccio di mare che ci separa non si pesca quasi più pesce, ma i cadaveri di tanti sventurati che, per sfuggire a guerre e a condizioni di vita disumane, hanno affrontato le onde su improbabili carrette e con esse sono affondati. Sotto lo sguardo egoista e impassibile di una ricca Europa, che ha convertito la missione di soccorso Mare Nostrum, in quella di controllo Triton, per risparmiare qualche milione di euro, proprio quando in Libia è in corso una guerra tra bande. Come se ciò non bastasse, a gettare benzina sul fuoco le vignette satiriche su Maometto. E qui vogliamo dire la nostra. E cioè che, lungi dal volere giustificare in alcun modo atti violenti e barbari, la libertà di espressione può per noi europei essere un bene supremo, ciò che per altri è la religione. Siamo convinti che disegnare Maometto con il corpo di cane, animale impuro secondo l’islam, non sia spiritoso, né intelligente e neppure satirico. È un insulto e una bestemmia che, in persone che vivono la propria religione con particolare devozione, provoca collera. E che da noi, fino a non molto tempo fa, faceva perdere il lavoro. TravelGlobe si spende per la pace e la tolleranza, che passano per la conoscenza. E viaggiare aiuta
TRAVELGLOBE
EDITORIALE
S O M M A R I O EDITORIALE di Federico Klausner
06 34 92 134
SUDAN L’amore, la vita, le vacche Testo e foto di Bruno Zanzottera
ITALIA Re culatello Testo e foto di Vittorio Giannella
POLINESIA FRANCESE
Sospesi tra verde e blu Testo e foto di Vittorio Giannella
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NEWS
COLONIA Benvenuti in Köllefornia Testo e foto di Antonio e Giuliana Corradetti VIAGGIO Immagini [im]mobili Testo e foto di Paola Congia
l nostri fotografi del mese Giulia e Antonio Corradetti LEGENDA
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M E N T E C U O R E N AT U R A G U S T O CORPO
ARTGIANATO
HOTEL
Gallo Rosso è l’associazione che promuove e favorisce lo sviluppo di oltre 1600 agriturismi in Alto Adige. Durante l’inverno i contadini realizzano manufatti, che poi mettono in vendita. Tutti questi preziosi esemplari unici dell’Alto Adige, che rispettano severissimi criteri qualitativi, fanno parte di un catalogo che può essere richiesto gratuitamente inviando una email a info@gallorosso.it Gallo Rosso
Lo storico hotel The Knickerbocker, situato a Times Square, all’angolo tra la 42esima e Broadway tornerà ad accogliere, dopo quasi un secolo, i propri ospiti in un edificio completamente ristrutturato ed entrato a pieno titolo nella collezione The Leading Hotels of the World. Le 330 eleganti camere sono state affidate, per l’arredamento, allo studio Gabellini Sheppard, mentre per la ristorazione è stato chiamato uno degli chef americani più celebri, Charlie Palmer, famoso per le sue sofisticate preparazioni. The Leading Hotels of the World
BIO HOTEL La Pampa Relais & Taste è un progetto integrato di accoglienza e agricoltura sostenibile. Si trova a Melizzano, in provincia di Benevento, e nasce dal recupero di un vecchio casale. È stata progettata per essere in armonia col paesaggio circostante, arredata con materiali naturali e di recupero come i coppi d’argilla. Sette camere, tutte diverse, per rilassarsi nella natura. Inoltre, dagli orti sinergici ogni giorno arriva l’approvvigionamento per la cucina. La Pampa Relais & Taste
BENESSERE l’Antico Casale di Montegualandro e Spa di Tuoro sul Trasimeno propone un rilassante Beauty Day per un percorso alla ricerca di equilibrio, energia e naturalmente bellezza. Ginnastica, doccia rivitalizzante, sauna, idromassaggio, cromoterapia e pranzo. Tutto il pacchetto a 160 euro a persona. Beauty Farm Day
PASQUA
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Al Lido Palace, tempio del gusto a Riva del Garda, lo chef Giuseppe Sestito preparerà il pranzo di Pasqua. Domenica 5 aprile 2015 verrete sorpresi da un menu a cui non potrete resistere al costo di 60 euro. Mentre per il brunch di Pasquetta un goloso buffet allieterà la giornata per 45 euro. Dedicatevi una mattinata gourmet con famiglia e amici in un ambiente rilassato ed elegante. Lido Palace
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LIBRI Questo libro non è una novità appena uscita, ma può essere utile a ogni viaggiatore. Travel Therapy è una guida ironica per non sbagliare il prossimo viaggio. Ci sono luoghi che cambiano, se non la vita, almeno l’umore. Ma quale meta per ricomporre un cuore spezzato? E con un nuovo fidanzato? Dove si va per festeggiare le dimissioni? Federica Brunini, l’autrice, dice: “Il viaggio ci guarisce se sappiamo quale medicina andiamo a prendere.” Insomma, bisogna scegliere la meta giusta per stare bene. Una lettura utile e divertente, frutto dell’esperienza di una grande viaggiatrice. Travel Therapy | Federica Brunini | Morellini Editore
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L’AMORE, LA VITA, LE VACCHE
Storia di nomadi e di condivisione del proprio habitat con le vacche, che tuttora è parte fondamentale dello stile di vita di molti abitanti.
SUDAN.
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Un giovane di etnia Mundari suona uno strumento ricavato dal corno di una vacca in un cattle camp lungo il Nilo nei pressi del villaggio di Tarakeka I Mundari sono una piccola trib첫 di allevatori che vive nelle pianure alluvionali del Nilo a nord di Juba, oggi capitale del nuovo stato del Sud Sudan, nato dal referendum del 2011 dopo una guerra di secessione durata molti anni. 13
Un giovane di etnia Mundari spalma le corna delle sue vacche con un impasto di cenere e fango. Per le popolazioni di pastori nomadi di origine nilotica, che abitano la parte meridionale del Sudan, le vacche rappresentano l’equivalente di un portafogli a quattro zampe, oltre a essere un fattore di grande prestigio. Proprio per questo ogni pastore dedica svariate ore della giornata per rendere le sue vacche piÚ belle di tutte le altre.
Un pastore di etnia Mundari si dirige verso tre ragazzini che giocano sopra un termitaio lungo il Nilo.
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Una ragazza Mundari con il corpo cosparso di ocra e cenere. La cenere mette in evidenza le scarificazioni rituali che distinguono le varie etnie. La scarificazione dei Mundari, che viene praticata con una lama in giovane età , è composta da due serie di tre o quattro linee parallele, che scendono in diagonale verso il centro della fronte.
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Una ragazza Mundari si spalma il viso ed il corpo di ocra e cenere. Questa pratica ĂŠ utilizzata con il doppio scopo: difendersi dalle zanzare che portano la malaria in primo luogo, ma ha anche funzioni estetiche.
Verso il tramonto i giovani di etnia Mundari, che vivono nei cattle camps lungo il Nilo spalmano di cenere le vacche per proteggerle dall’arrivo delle zanzare. Questi pastori hanno per le vacche una sorta di venerazione. Ogni bambino alla sua nascita riceve il suo vitello, da cui prende il nome e con cui crescerà . In altri casi al bimbo appena nato viene dato il nome della vacca preferita dal padre.
Tramonto in un cattle camp di etnia Dinka. I Dinka sono circa due milioni di persone e rappresentano il 25% dell’intera popolazione del Sud Sudan. Sono suddivisi in una decina di sottogruppi e abitano un territorio molto vasto, bagnato dai fiumi Bahr el-Ghazal, Nilo Bianco e Bahr el-Jebel. Sono in parte cristianizzati, ma mantengono forti riferimenti alla religiosità tradizionale.
Un giovane di etnia Mundari dimostra la propria forza sollevando un vitello. Come i Dinka, anche i Mundari sono in parte cristianizzati e proprio le loro diversitĂ dalle popolazioni del nord del Sudan arabe e musulmane hanno portato alla guerra civile conclusasi con la scissione del Paese in due stati.
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Ragazzi di etnia Mundari si riposano sopra un’impalcatura che utilizzano come letto per la notte. I cattle camps si animano solo passato il tramonto, quando i pastori rientrano con le mandrie dopo averle portate in cerca di pascoli durante il giorno.
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Giovani di etnia Mundari si divertono mimando un incontro di lotta. La lotta tradizionale è lo sport maggiormente praticato dalle poplazioni di pastori, in particolare durante le cerimonie di iniziazione che sanciscono i passaggi di età .
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Ragazze di etnia Mundari alimentano il fuoco per preparare la cena. L’alimentazione di tutte le etnie di pastori della regione Ê composta principalmente da latte, miglio e sorgo, che coltivano in piccoli appezzamenti di terreno intorno alle capanne. La carne viene consumata eccezionalmente e in genere solo in occasioni di cerimonie in cui vengono sacrificati alcuni animali. A differenza di molti altre popolazioni di pastori, i Mundari praticano anche la pesca nelle paludi attorno al Nilo.
Pastori di etnia Dinka si spostano con le mandrie nel territorio del Bahr el-Ghazal. I Dinka sono stati tra i principali artefici della guerra per l’indipendenza del Sud Sudan. Dinka era John Garang, lo storico capo del SPLA (Sudan’s People Liberation Army), morto in un incidente aereo nel 2005. Dinka é anche l’attuale presidente Salva Kiir.
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Pastori di etnia Dinka rientrano nel loro accampamento al tramonto. Le razzie di bestiame tra le varie popolazioni sono all’ordine del giorno e all’origine di molti conflitti tribali, che a volte si trasformano anche in forti tensioni politiche. Oggi in Sud Sudan è in corso una nuova guerra civile che vede contrapporsi l’etnia Dinka del presidente Salva Kiir ai Nuer di cui fa parte il vicepresidente Riek Machar.
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Ragazze di etnia Mundari danzano con il corpo cosparso di ocra e cenere. I matrimoni sono organizzati dalle famiglie e i maschi offrono alla sposa una dote di svariati capi di bestiame. Anche se in parte cristiani i Mundari, come quasi tutte le popolazioni nilotihe praticano la poligamia e un maschio può prendere tante spose quante ne riesce a mantenere.
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Un bimbo di etnia Dinka sulle spalle del padre mentre si spostano con la mandria durante la transumanza nel territorio del Bahr el Ghazal (il Fiume delle Gazzelle).
Una ragazza di etnia Mundari tiene in mano l’impasto di cenere, fango e ocra con cui i pastori si spalmano per proteggersi dalle zanzare numerosissime negli accampamenti lungo le pianure alluvionali del Nilo.
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Giovani di etnia Mundari si lavano nelle acque del Nilo nel villaggio di Tarakeka. In primo piano le radici aeree di un grande ficus strangolatore.
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INFO UTILI Testi e foto di Bruno Zanzottera
IL PAESE Il Sud Sudan è una nazione indipendente dal luglio 2011. È la più recente nazione africana e l’unica nata dopo la decolonizzazione. Ha una popolazione di circa 9 milioni di abitanti appartenenti a oltre 200 gruppi etnici tra cui esiste un problema di tribalismo. Le tensioni per il controllo dei pozzi petroliferi e delle terre più fertili sono da sempre motivo di scontro sanguinosi. LIBRI LETTERE DAL SUDAN di Anita Bressan | Ed. Kappa Vu, 2005 Tre mesi in Sudan. Internet come unico mezzo di comunicazione con il cosiddetto primo mondo. Una testimonianza diretta, febbrile, di un viaggio negli inferi del continente nero. Il rapporto fra occidente e oriente, islam e cristianesimo, colonizzatori e colonizzati, primo, secondo e terzo mondo. Un’avventura in cui il tempo e lo spazio si capovolgono, si dilatano, si distorcono.
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BENVENUTI IN KÖLLEFORNIA
I suoi abitanti la chiamano Kölle. Il suo simbolo e logo è il Duomo. La sua vocazione è il gusto di vivere e l’accoglienza.
COLONIA.
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Il ponte Hohenzollern col suo razionale intrico di travi, incombe come un drago verde che bisogna affrontare per raggiungere, sull’altra riva del Reno, la mole nera e acuminata del Duomo e impallidire davanti alla sua terrificante imponenza. Questo il primo impatto con la città. Una moderna fiaba gotica, un rebus da decifrare. Gli aggettivi che suscita sono: teutonica, metallica, dura, enigmatica. Ma è solo una prima impressione. Colonia è una città da scalare per arrivare al suo cuore e scoprire che la sua vera natura è calda, folle e gioiosa. Qualcuno l’ha definita la città più mediterranea a nord delle Alpi.
Durante la seconda guerra mondiale, Colonia venne distrutta al 90%. Oltre ad attacchi aerei sistematici, divenne “discarica” delle bombe in eccesso dei bombardieri inglesi. Il risultato finale fu una città sbriciolata, una popolazione e un patrimonio artistico e storico annientati. Il coraggio e l’energia con cui Colonia seppe rialzarsi e rinascere furono assolutamente prodigiosi. Con ottimismo, rapidità e lungimiranza, il centro venne ridisegnato ex novo, eliminando totalmente la circolazione automobilistica e trasformando l’intera area in zona pedonale.
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Oggi Colonia è una metropoli moderna e solida, risorta e reinventata attorno al Duomo, suo simbolo indistruttibile. Un tessuto urbano ricreato da zero, in cui le basiliche e le chiese, amorevolmente restaurate, sono incastonate come gioielli preziosi, segrete porte di accesso alla storia, sparse ai quattro venti. Per raggiungerle occorre percorrere grandi arterie e viali dal traffico ordinato, tra ali di austeri palazzi ed edifici moderni. L’effetto è spiazzante, gli accostamenti stridenti, ma l’atmosfera che ne deriva è di grande vitalità.
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Vertigine e stupore davanti alla Cattedrale Sotto le torri di 157 m. irte di guglie, come rocce aguzze, il nostro mondo di formiche, con lo sguardo incantato e il cuore stordito dalla bellezza di un’opera che non sembra neanche umana. Ispirata alle Cattedrali francesi di Amiens e Beauvais, fu concepita per essere la più grande chiesa del mondo. I lavori per l’enorme progetto si protrassero fino al 1880, senza potersi mai dichiarare definitivamente conclusi.
Il Duomo di Colonia è tra le più grandi chiese gotiche mai costruite, patrimonio Unesco che l’ha definita “opera geniale di creatività umana”. Una visione da capogiro che da secoli emoziona pellegrini e visitatori da tutto il mondo. Nel 1164 Federico Barbarossa fece trasportare da Milano a Colonia le reliquie dei Re Magi. Per dar loro degna dimora, nel 1248, venne posata la prima pietra dell’edificio.
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Per amare Colonia bisogna conoscere la sua storia. Fu colonia romana. Fu città santa, meta di pellegrinaggi nel Medioevo, pari a Gerusalemme, Roma e Costantinopoli. Fu la libera città imperiale nel XV secolo. Fu la città mercantile della borghesia, centro di arte e prosperità. Fu la città rasa al suolo dalla seconda guerra mondiale. Fu la città che risorse dalle macerie. Antico e nuovo sono due elementi base del suo paesaggio urbano. Qui siamo nella moderna piazza del Duomo, davanti al Römish Germanisches Museum che custodisce testimonianze preziose dell’epoca in cui Colonia era capitale della provincia romana della Germania inferiore.
Spesso la grande piazza del Duomo è un formicaio brulicante di persone. Fin dall’epoca dei grandi pellegrinaggi medioevali Colonia era ben attrezzata per ricevere i suoi visitatori e, attorno alla Cattedrale, prosperavano taverne e locande di ogni tipo.
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Köln, Cologne, Colonia, ma per i suoi socievoli e affabili abitanti, familiarmente Kölle. Tutto speciale qui, anche la lingua che perde le asprezze taglienti del tedesco e, come la sabbia e l’acqua del Reno, va ad impastarsi con molte influenze dalla vicina Francia, in un dialetto particolare, il Kölsch. Tutto ciò che riguarda Colonia è Kölsch, anche la sua birra si chiama così. Per entrare in questo mondo speciale niente di meglio che sedersi a un tavolino di un biergarten, ordinare un Kölsch Stange (il bicchiere particolare da 0,2 cl. in cui viene servita la birra) Bockwurst e pane di segale e poi semplicemente abbandonarsi al flusso delle vie del centro, camminando senza meta tra la gente.
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Un flacone inconfondibile con un numero 4711 e tre parole: Echt Kölnisch Wasser. Questa è la vera Acqua di Colonia, evoluzione dell’antica “Aqua mirabile” spacciata come elisir curativo già nel XVI sec. Un italiano, Giovanni Maria Farina ne avviò la produzione e la commercializzazione nel XVIII sec. e nella Glockengasse sorse la prima distilleria. Durante l’occupazione francese il divieto di usare l’acqua di Colonia come rimedio medico portò alla decisione di proporre il prodotto come profumo. In quel periodo venne introdotta la numerazione delle vie e delle case e alla distilleria della Glockengasse fu attribuito il numero 4711, da allora marchio di fabbrica della più famosa Eau de toilette.
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Ci vuole tempo per scoprire Colonia. Bisogna capire da dove viene, quello che ha perso e quello che ha creato, andare a scovare i suoi tesori uno a uno. Ma a guardarla dalla riva destra del Reno, ti viene addosso tutta intera, in un colpo solo, e l’impatto è fulminante. Il vecchio fiume scorre, severo e possente, vera arteria di vita e anima della città, col suo traffico incessante di chiatte e navi, con le sue sponde giardino, dove le persone camminano a piedi nudi sull’erba e si fermano a godere la fine del giorno.
Sul ponte Hohenzollern i treni vanno e vengono, come sempre e i lovelocks, i lucchetti dell’amore, luccicano colorati. Zingare sorridenti vendono rose agli innamorati. Donne turche dai fazzoletti variopinti guardano il Reno e sognano il Bosforo. Sulla riva del fiume si apparecchiano pic nic e si brinda al tramonto, i turisti scattano foto e gli amici si incontrano. Dal quartiere Deutz arrivano giovani immigrati anatolici con pizze, birre e kebab e le loro musiche esotiche, per tirare tardi fin quasi all’alba, davanti allo spettacolo di Colonia distesa, invitante, tra fiume e cielo. Le guglie del Duomo sono frecce dentate che trafiggono le nuvole e ne fanno grondare oro e miele. Colonia, anzi, KÜlle, risplende piena di energia e di speranze. Benvenuti in KÜllefornia!
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Il Rheingarten è il giardino sulla riva del Reno su cui si affacciano le case del centro storico. Con i suoi spazi alberati, i prati e le fontane è un luogo molto popolare dove le persone vengono a rilassarsi alla fine della giornata e nei week end. Un ottimo punto di partenza per scoprire l’innata vocazione all’accoglienza calorosa e la natura effervescente di questa città, tanto squadrata e austera, quanto dotata di senso dell’umorismo, tanto pragmatica e operosa, quanto assetata di bellezza, romanticismo e gioia di vivere.
Il profilo a dente di sega delle vecchie case del Martinsviertel morde le nuvole. I prati del Rheingarten (I giardini del Reno) sono spazi da vivere, città da godere, oasi per gli innamorati. Colonia, pratica e spontanea, informale ed esuberante, ha anche un aspetto molto romantico, senza però mai apparire stucchevole.
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Hohenzollernbrücke. Con la frequenza di un treno ogni due minuti, è il ponte ferroviario più trafficato del mondo, ma è anche un luogo animatissimo, dove i turisti si affollano e gli innamorati vanno a suggellare le loro promesse d’amore con un lucchetto. Colonia è fatta per i giovani. Grazie anche alla sua università, tra le più prestigiose di Germania, la metropoli renana è caratterizzata da una forte presenza giovanile. Una linfa vitale che porta entusiasmo ed energia e fa di questa città un centro all’avanguardia per attività, arte, musica, divertimenti e iniziative.
L’Innenstadt, comprendente la Città Vecchia e la Città Nuova, si adagia sulla riva sinistra del Reno. La Riva Giusta, così la definiscono i Kölsche, gli orgogliosi abitanti di Colonia, a dispetto di Deutz, il quartiere nato alla fine del XIX sec. sulla riva destra, attorno al Parco del Reno e al centro fieristico.
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Colonia è una città di fiume. Nata sulla riva sinistra del grande padre Reno, nutrita dalle sue acque e dal suo spirito. Aperta a raggiera, come un ventaglio spalancato sul bordo della corrente. Dal Severin Brücke si può ammirare la Città Vecchia con le sue torri, i campanili e la sagoma del Duomo incisa nel cielo come un marchio nero.
Il primo porto di Colonia sorgeva nell’area della chiesa Gross Sankt Martin. Con l’aumentare delle necessità e del traffico fluviale esso fu spostato in una zona a sud del centro, che dal 1892 assunse il nome di Rheinhaufen. Oggi è un quartiere attraente e prestigioso, ricco di vita culturale. Le Krahnhäuser, le case gru, così chiamate per la loro forma a L rovesciata che ricorda le antiche gru portuali, caratterizzano il moderno skyline della città.
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All’interno del Duomo si fluttua dentro spazi infiniti, ci si smarrisce per 5 navate, tra una selva di pilastri enormi, si resta sbalorditi sotto le volte aleggianti ad altezze irreali e si perde il conto delle cappelle e dei tesori. Camminando sui complicati mosaici del deambulatorio del coro, come su tappeti di pietra, si arriva al Dreikönigenschrein, preziosa arca medioevale che custodisce le presunte reliquie dei Re Magi. Un simbolo di fede che fece di Colonia una delle mete spirituali più importanti d’Europa.
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Oggi il flusso dei pellegrini è sicuramente superato da quello dei turisti. Ogni anno, circa sei milioni di visitatori, provenienti da ogni parte del mondo, varcano la soglia della Cattedrale. Nonostante il continuo afflusso di persone, l’atmosfera che si respira all’interno, avvolti nella luce soffusa che piove dalle grandi vetrate istoriate, resta profondamente mistica e solenne.
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“Con un brivido di timore superstizioso salì i gradini che portavano al coro. Si fermò e guardò la confusione di fasci di luce colorata e a poco a poco comprese che aveva già veduto qualcosa di simile.... ma solo con l’immaginazione. Era la chiesa che aveva sempre sognato di costruire con le finestre immense e le volte slanciate, una struttura di luce e d’aria che sembrava sostenuta da un incantesimo.” Ken Follett _ I pilastri della terra
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INFO UTILI Testi e foto di Antonio e Giuliana Corradetti
CLIMA Colonia gode di un clima temperato tutto l’anno. La temperatura media estiva è intorno ai 20°. Il mese più freddo è gennaio. Piogge frequenti in ogni stagione. COME ARRIVARE Per chi volesse raggiungere Colonia in aereo, l’aeroporto (Flughafen Köln/Bonn) si trova a circa 15 km a sud della città. Per raggiungere il centro prendere il bus della linea 161, oppure la linea ferroviaria S13. LINK Cologne Tourism
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RE CULATELLO
Anni di sacrifici a coltivare una terra fertile, allevando maiali, polli, anatre e, d’inverno, occupati a preparare i salumi come si facevano una volta.
ITALIA.
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“I restauri dopo quasi vent’anni sono finiti! È stata dura. Sembrava impossibile, ma ci siamo riusciti!”. All’entrata del relais Antica Corte Pallavicina, a Polesine Parmense (PR) posta nella golena del grande fiume, il Po, ci accoglie questa targa. Tutto nacque quando il bisnonno di Massimo Spigaroli, lasciò il podere del maestro Giuseppe Verdi, sotto la sua cura, per mettersi in proprio e venire qui. Per ottenere la mariola, tipico salume del parmense e piacentino, si utilizzano le parti magre del maiale, come le spalle e lo stinco. La carne va pesata e insaccata in un budello naturale molto resistente. Ci sono due tipi di mariola; cruda e da cuocere, quest’ultima più utilizzata accompagnata da lenticchie, Quella cruda, invece, abbisogna dai tre ai sei mesi di stagionatura ed è poco comune.
Da secoli gli anolini hanno sfamato la plebe, ma hanno rappresentato anche un piatto d’elite presente sui tavoli di duchi e duchesse. Sono fatti con pasta all’uovo tirata a mano, ripieni di stracotto di manzo, profumati di esotico con un pizzico di noce moscata e galleggianti in un brodo caldo spolverato di parmigiano reggiano. Nelle foto anolini del ristorante Antichi sapori a Gaione, paesino alle porte di Parma, riscaldato da un caminetto sempre acceso.
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Batum publis; hossessum erors sa in vem sermistrudes virtum demquam perei porum oma, contere, C. Is ereo, sinpracio Cat Catifec esignat iesimul todienium quam omnitandem cat, quam sentique dicaudam pulicum inamqua int? Immo vere contra? Ad me pra L. Iviri se, omnemque inverfit et quam. Ad patiam intrae fica vissimulem se tessidic mo menihili perum mur liquo vivis audemurnum publin norditem hos stio unti, nihilist vis et fur iaes se mantem et; et? Ibus hem audes convocu ltodit, Ti. Octesedium ta, vivit. Immo vere contra? Ad me pra L. Iviri se, omnemque inverfit et quam. Ad patiam intrae intrae. Batum publis; hossessum erors sa in vem sermistrudes virtum demquam perei porum oma, contere, C. Is ereo, sinpracio Cat Catifec esignat iesimul todienium quam omnitandem cat, quam sentique dicaudam pulicum inamqua int? Immo vere contra? Ad me pra L. Iviri se, omnemque inverfit et quam. Ad patiam intrae fica vissimulem se tessidic mo menihili perum mur liquo vivis audemurnum publin norditem hos stio unti, nihilist vis et fur iaes se mantem et; et? Ibus hem audes convocu ltodit, Ti. Octesedium ta, vivit. Immo vere contra? Ad me pra L. Iviri se, omnemque inverfit et quam. Ad patiam intrae intrae.
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Cartello turistico delle strade del vino e dei sapori. Questi segnali disseminati su tutto il territorio guidano i turisti più golosi e curiosi, a conoscere castelli, pievi, musei, parchi che abbelliscono questi luoghi a un’ora d’auto dalla metropoli lombarda.
Il culatello “matura” in diversi mesi e ogni tanto bisogna annusarlo per capire l’evolvere della stagionatura. Qui nella bassa parmense, le nebbie frequenti e l’aria del Po umida e fredda, sono una panacea per le muffe che avvolgono i salumi, indispensabili alla buona conservazione della carne priva di grasso.
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Una delle eccellenze DOP del piacentino, l’insaccato a denominazione di origine protetta, la coppa piacentina, deve stagionare almeno sei mesi e, altra peculiarità , deve essere poco salata e contenere la giusta miscela di spezie. Ancora oggi si usa massaggiare a mano la coppa per facilitare l’assorbimento del sale e delle spezie: chiodi di garofano, pepe nero e bianco, cannella e alloro. La carne viene avvolta con intestino naturale, che protegge l’insaccato durante la delicata fase della stagionatura, e legato con manovre vecchie di secoli per appenderlo. Ecco come viene servito al ristorante la Contesse di Gazzola (PC).
La Bottega Re di Coppe posta all’interno del piccolo borgo fortificato del castello di Rivalta, dominato dalla torre dell’Opizzone, che ha svolto egregiamente la funzione di difesa dal 1048. Da quassù la vista spazia sull’ampio greto del fiume Trebbia con le basse colline e i monti che sfumano all’orizzonte. Al suo interno la bottega, mette in bella mostra i prodotti tipici del territorio, in maggioranza salumi d’eccellenza.
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Seguendo la valle naturale del fiume Parma verso l’Appennino, il castello di Torrechiara appare in tutta la sua imponenza a Langhirano. ”Le due cinta di mura, le cortine piantate sopra un esatto quadrato, e le quattro torri disegnano insieme come una piramide ciclopica graditissima all’occhio, di fatto, elegantissima”. Così descrisse nel 1894 la fortezza Corrado Ricci, noto storico dell’arte. Dal 1448 il castello, in posizione strategica, controllava la valle del fiume Parma sottostante, via naturale di scambi importanti con la Toscana e la Liguria. Fu fatta costruire da Pier Maria Rossi, condottiero al soldo dei Visconti, intorno un paesaggio dolce con molti boschi e vigneti. Un posto che amalgama alla gastronomia prestigiosa di Langhirano, l’arte del buon vino.
Di fronte al castello di Montechiarugolo, piccolo borgo di viuzze strette, ci si può fermare a gustare questo piatto a base di culatello nel ristorante del castello.
E lungo le strade del vino e dei sapori è facile imbattersi in piccoli borghi ricchi di atmosfera e disseminati di osterie, un universo di gusti e profumi che attende chi viaggia in questa parte di Emilia, che regala soddisfazioni per l’anima e il corpo, ideale per un turista attento, curioso e‌ affamato.
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D’obbligo una tappa a Busseto, in pieno centro storico, ad assaporare i salumi locali; prosciutto crudo, culatello di Zibello, salame felino, strolghino, mariola. Ogni piccolo angolo, ogni vicolo, ogni porticato invita alla sosta, incuriosisce, rilassa, magari seduti a sorseggiare uno spumeggiante Gutturnio.
Quando la primavera in arrivo tira a lucido la pianura e la sempre presente bruma scolora i borghi con le loro rocche difensive segnati dalla storia di famiglie potenti, ci si può ritrovare a Fontanellato, con la sua possente fortezza circondata da un fossato colmo d’acqua e, all’interno, cappelle con affreschi di pittori illustri, come il Parmigianino che abbellì la cappella di San Vitale.
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A pochi chilometri da Parma la reggia di Colorno fa rivivere al turista i fasti del Seicento. Passeggiando nel suo giardino all’italiana e alla francese si viene rapiti dai grandiosi giochi d’acqua. Insomma una sorta di Versailles in scala ridotta ma non meno splendida e sontuosa. Fu il Duca Francesco Farnese tra il 1690 e il 1719 a volere le imponenti fontane in marmo con i putti, progettati da Giuliano Mozzani.
Lo strolghino, un salume pregiato e poco conosciuto simile a una salsiccia, viene consumato giovane ed è prodotto con le rifilature del culatello e prosciutto crudo, con le mariole di maiali neri parmensi, rappresentano il tipico antipasto tradizionale che si può gustare al ristorante Antica Corte Pallavicina nella bassa parmense.
Giulio Parenti davanti alla sua boutique del culatello, il pi첫 nobile salume della tradizione italiana, a Zibello, un borgo dove il silenzio impregna i muri, ovattato per le nebbie che qui sono frequenti, dove la quiete, la visita alle tante botteghe artigiane rilassano la mente e lo spirito.
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La facciata della reggia di Colorno che ospita ALMA, la prestigiosa scuola internazionale di cucina con docenti del calibro di Gualtiero Marchesi, ora rettore, e decine di altri chef stellati.
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INFO UTILI Testi e foto di Vittorio Giannella
CO ME ARRIVARE In auto, dall’autostrada A1 (Milano – Bologna) prendere l’uscita Fidenza e proseguire in direzione Soragna – Zibello – Polesine Parmense. Dall’autostrada A1 (Milano – Bologna) uscire a Fiorenzuola in direzione: Cortemaggiore – Busseto – Polesine Parmense. MANGIARE Al Cavallino Bianco, Via Sbrisi, 2 43010 Polesine Parmense oppure alla Trattoria Cattivelli, Via Chiesa di Isola Serafini, 2 29010 Monticelli d’Ongina (PC) tel: 0039 0523829418. LINK Strada del Culatello
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Bat Tour Mongolia arranges adventure tours across M to a nomadic culture that has barely changed for hun encounter rare animals in the Mongolian wilderness. Adventures: Trekking in Khuvsgul & Altai Mountain biking Fishing Mountaineering in the west Horse, camel riding Classical and Cultural: Southern, Northern Mongolia Buddhist Eagle festival Winter festival Naadam festival Other tour service Air and train ticketing Car rental Hotel booking Logistics Guide service
Tours and Expeditions
Mongolia`s unspoiled landscape. Be introduced ndreds of years, learn about their history as you .
Special offers!
The tour though northern and central Mongolia may give you great opportunity to explore unspoiled nature, historical sites of Mongolia and experience nomadic way of life. We hope that this tour will be unforgettable memory of your life.
Tour name: Discover Northern Mongolia Highlights: 2 days horse riding at Khuvsgul & hiking Tour duration: 14 days 13 nights Destinations: Khuvsgul, Khorgo and Kharkhorum Group size: Minimum 4pax Total distance: 2400 kms Accommodations: 2 days in hotel & 11 days in GER camp Guide: English speaking (Other languages are available)
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IMMAGINI [IM]MOBILI
Partire per una destinazione sconosciuta fantasticando su luoghi e mondi sognati.
VIAGGIO.
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Apriamo le porte chiudiamo le porte passiamo le porte e alla mèta dell’unico viaggio né città né porto. 95
(N. Hikmet)
Viaggiare senza incontrare l’altro è solo spostarsi.
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Vorrei sempre essere altrove, dove non sono, nel luogo dal quale sono or ora fuggito. Solo nel tragitto tra il luogo che ho appena lasciato e quello dove sto andando io sono felice. (Thomas Bernhard)
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Non c’è ritorno, pensavo, questo viaggio manca di simmetria, è solo andata. (E. de Luca)
Quando aspetti o ricordi non sei né triste né felice. Sembri triste, ma è solo che stai aspettando, o ricordando. Non è triste la gente che aspetta, e nemmeno quella che ricorda. Semplicemente è lontana. (A. Baricco)
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Desidero partire: non verso le Indie impossibili o verso le grandi isole a Sud di tutto, ma verso un luogo qualsiasi, villaggio o eremo, che possegga la virt첫 di non essere questo luogo. Non voglio pi첫 vedere questi volti, queste abitudini e questi giorni. (Fernando Pessoa)
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I sentieri si costruiscono viaggiando. (F. Kafka)
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La vera casa dell’uomo non è una casa, è la strada. La vita stessa è un viaggio da fare a piedi. (Bruce Chatwin)
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I viaggiatori possono prolungarsi in memoria, in ricordo, in narrazione. Quando il viaggiatore si è seduto sulla sabbia e ha detto “Non c’è altro da vedere”, sapeva che non era vero. (J.Saramago)
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Arrivando a ogni nuova città il viaggiatore ritrova un suo passato che non sapeva più d’avere: l’estraneità di ciò che non sei più o non possiedi più t’aspetta al varco nei luoghi estranei e non posseduti. (Italo Calvino)
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Durante tutto il viaggio la nostalgia non si è separata da me e del viaggio non mi resta nulla se non quella nostalgia. (N. Hiikmet)
La maggior parte di noi si porta dentro, da sempre, un viaggio, che non è una semplice visita o una vacanza, ma un sogno. (Maruja Torres)
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Nel grande viaggio si fanno dei viaggi, sono i nostri piccoli percorsi insignificanti sulla crosta di questo pianeta che a sua volta viaggia, ma verso dove? (Antonio Tabucchi)
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L’unico vero viaggio verso la scoperta non consiste nella ricerca di nuovi paesaggi, ma nell’avere nuovi occhi. (M. Proust)
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Esistono cammini senza viaggiatori. Ma vi sono ancor pi첫 viaggiatori che non hanno i loro sentieri. (G. Flaubert)
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Sulla fine di novembre, verso le nove del mattino, il treno di Varsavia arrivava a tutto vapore a Pietroburgo e trovava un tempo umido e freddo. La nebbia era cosĂŹ fitta che il sole dell’alba faceva luce a stento: a destra e a sinistra, guardando fuori dai finestrini del vagone, era difficile distinguere qualcosa. (FĂŤdor MichajloviÄ? Dostoevskij)
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INFO UTILI Testi e foto di Paola Congia
LIBRI Le mappe dei miei sogni di Reif Larsen | Mondadori L’atlante delle emozioni di Giuliana Bruno | Bruno Mondadori Il Viaggio immaginario di Hugo Pratt | Lizard Filosofia del viaggo di Michel Onfray | Ponte alle Grazie
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SOSPESI TRA VERDE E BLU
Un viaggio nell’angolo di paradiso che ha stregato scrittori e artisti. E che continua a incantare chiunque lo esplori.
POLINESIA FRANCESE.
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Il Bora Bora Aman, primo resort di lusso su palafitte della Polinesia francese. Sono 54 i bungalow piantati nelle placide acque della laguna, in fondo il monte Otemanu che, con i suoi 727 metri domina l’atollo e cattura le nuvole che scorazzano nel cielo blu cobalto. Tutto intorno cresce la foresta pluviale, che rende molto difficoltosa la salita a questa montagna aguzza e dalle rocce friabili.
La bassa marea mette in risalto la spiaggia abbagliante del motu Tiapaa, nella piccola isola di Maupiti. Una pianta di pandanus ben ancorata con le radici nella sabbia corallina resiste ai venti forti, che qui spazzano spesso questi luoghi.
Due chiacchiere al mercato coperto di Maupiti con i caratteristici cappelli “fioriti�, intrecciati da sapienti mani e con abbinamenti cromatici impeccabili.
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Se avete un po’ di tempo a Papeete, capitale della Polinesia francese, non perdetevi il negozio Mahoi dove vendono parei di alta classe e fattura, realizzati a mano e dai colori sgargianti. A due passi da qui sorge il centro Vaima, una struttura dall’architettura moderna, con gallerie d’arte e gioiellerie, e, in bella vista, le preziose e rare perle nere di Tahiti.
Da sogno il St.Regis resort Bora Bora, su un motu circondato da un mare che varia dal color smeraldo allo zaffiro, ombreggiato da palme svettanti, che lambiscono spiagge accecanti di sabbia finissima. Non da meno il ristorante Lagoon, tra i migliori di tutto l’arcipelago, sospeso sulla laguna che sembra un acquario. Tanto bello che anche l’attrice australiana Nicole Kidman lo scelse per la sua luna di miele col marito Keith Urban.
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In principio c’era solo acqua e cielo, all’improvviso dai fondali marini cominciò a emergere un vulcano che, eruttando lava per millenni, formò l’atollo di Maupiti, ancora poco conosciuta dai turisti. I resti di quel vulcano sono circondati da motu che si raggiungono con barche guidate da esperti skipper, essenziali per girovagare in tutta sicurezza nella laguna.
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E il nostro skipper Uki, di grande esperienza, sfruttando un’onda enorme entra senza difficoltà nella laguna di Tahaa, attraverso l’unica pass dell’isola. Navigando con questo paesaggio negli occhi e il rumore dello sciabordio dell’acqua ci sembrava di vedere vagare gli spiriti dei tanti scrittori, artisti e navigatori che qui avevano imparato l’arte di essere felici.
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Tra cielo e acqua, in una giornata limpida senza vento.
Massaggi all’ombra di una palma. Qui nel 1768, appena sbarcato, l’ammiraglio Louis Antoine Boungaville estasiato scrisse: “L’unico angolo del mondo dove abitano uomini senza pregiudizi, senza bisogni, senza dissensi”. Scrisse ancora il barone:”Quando venimmo accolti, malgrado tutte le precauzioni che potevamo prendere, salì a bordo una ragazza che lasciò cadere negligentemente una stoffa che la copriva e apparve agli occhi di tutti nello stesso modo in cui Venere al pastore Frisio; ne aveva la celeste forma”.
Una foglia galleggia sull’acqua sospinta dalla corrente nella laguna di Maupiti.
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L’atollo di Bora Bora come si vede in fase di atterraggio: da togliere il fiato. E in questa laguna solcava il mare nel 1926 il grande navigatore Alain Gerbault che, sedotto da queste isole, disse: “È una delle rare volte in cui ho avuto il forte desiderio di possedere della terra, mi piacerebbe vivere qui se non avessi scelto di vivere in mare”. E qui la sua vita si infrangerà sulla barriera corallina a 48 anni.
“Il paesaggio con i suoi colori accesi, fiammeggianti, mi abbagliava, mi accecava�
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INFO UTILI Testi e foto di Vittorio Giannella
COME ARRIVARE Sei compagnie aeree assicurano i collegamenti tra l’Europa e l’aeroporto di TahitiFaaa-Papeete (PPT). Le più convenienti sono: Air France con 6 collegamenti settimanali Parigi- Los Angeles-Tahiti (21 ore) e Air Tahiti Nui con 2-3 voli alla settimana su Parigi e altrettanti su Los Angeles. CLIMA Tropicale e gradevole nell’arco dell’anno, rinfrescato dagli alisei del Pacifico. La temperatura media, varia tra i 25 e i 30°. Da novembre a marzo, il clima è caldo e umido con piogge brevi e intense nei mesi di novembre e dicembre. La stagione più secca e fresca (mai sotto i 22°) va da aprile a ottobre. Da dicembre ad aprile la Polinesia è esposta al rischio di cicloni. LINK Sito ufficiale del turismo di Tahiti Sito ufficiale del turismo francese
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UN FOTOGRAFO AL MESE Da questo numero vogliamo presentarvi i nostri bravissimi fotografi Iniziamo da Giuliana e Antonio Corradetti, autori del servizio a pag
1 - Quando e come è iniziata la tua passione per la fotografia? Tutto è iniziato con i nostri “Diari della motocicletta” . Nella nostra giovinezza sfavillante di energia e curiosità abbiamo girovagato per l’Europa in lungo e in largo a cavallo di una moto, col desiderio imperioso di catturare non tanto la realtà, quanto le emozioni che nascevano dal nostro personale modo di vedere i luoghi che visitavamo e di vivere il viaggio. Allora non esisteva ancora il digitale e spendevamo tantissimi soldi per seguire questa passione , ma l’idea di cercare di racchiudere in un’immagine lo spirito di un posto, la poesia di un momento, aveva una forza formidabile che ci dava già allora un entusiasmo e una gioia che non avevano prezzo. Il primo insieme di foto che poteva somigliare a un reportage e che accese la nostra infiammabile miccia fu fatto
in Romania nel 1989. Da allora non abbiamo più smesso. Piano piano, fotografare è diventata la nostra ricerca, la nostra scuola di vita, il nostro modo di esplorare e guardare le cose. Un lavoro interno continuo, un allenamento mentale costante. Non è diventato mai un lavoro, lo facciamo solo per pura passione e non possiamo farne a meno. A volte non vediamo neanche tutte le foto che facciamo, ma non importa. Quello che conta è essere pronti a catturare le foto di domani. 2 - Quale corredo usi? Nikon D800 - D7100 -D700 obiettivi : Nikkor 14-24 f2,8 / 2470 f2,8 / 70-200 f2,8 / 24-120 f4 Le moderne fotocamere digitali sono esageratamente ricche di funzioni per i nostri gusti. Ne sfruttiamo la minima parte, come se fossero ancora apparecchi analogici. Lavoriamo sempre in Raw e con impostazione manuale, perchè vogliamo essere noi a scegliere su quale luce regolare lo scatto. Dunque quello che ci interessa è solo tempi, apertura, e iso tutto il resto è come inesistente. Da considerare che tutto il corredo è moltiplicato per due. Ognuno col suo zaino e la sua attrezzatura. Da aggiungere un computer 134
per uno, con grande schermo Dell semiprofessionale per i lavori di Postproduzione. 3 - Preferisci le foto in bianco e nero o colore? Amiamo molto il colore e questo resta il nostro modo preferito di fotografare. Quando si coglie la giusta luce che accende i colori, è cromoterapia per gli occhi e per lo spirito. Da pochi anni, comunque, abbiamo scoperto anche il gusto di realizzare street photo in bianco-nero. Sembra quasi che alcune immagini nascano già black and white al momento dello scatto. Del bianco nero ammiriamo l’eleganza e l’essenzialità. 4 - Per te la fotografia è arte o un modo di comunicare? Guardando le foto dei grandi maestri , che, sono stati la nostra unica scuola di fotografia, possiamo dire con assoluta certezza che si tratta di Arte. Per quanto riguarda noi, invece, si tratta sicuramente di artigianato. In ogni caso comunque è una magnifica e variegata forma di espressione e di comunicazione. 5 - Se potessi fotografare un luogo per te perfetto, quale sarebbe? Ci piace riprendere un luogo per come esso viene vissuto
autori dei reportage di
GLOBE
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6 - Cosa cerchi in una fotografia? - La semplicità, ossia la cosa più complessa e difficile da raggiungere perché significa sfrondare tutto ciò che è superfluo e arrivare all’essenza. - La bellezza e la poesia che si nascondono in ogni luogo e situazione. - La visione di un qualcosa di straordinario che ti fa fermare dove tutti gli altri tirano dritti e indifferenti perché non ci vedono nulla di speciale. - L’emozione immediata, quasi viscerale. Quando una foto funziona, è inspiegabile, parla direttamente al cuore. 7 - Svela un trucco della magia delle tue foto Siamo pescatori di immagini e come veri pescatori che lanciano l’esca e poi aspettano, anche noi , spesso ci prefiguriamo un’immagine, visualizziamo una composizione e poi ci appostiamo e siamo capaci di aspettare anche parecchio tempo fino a che la scena non si realizza e la foto è lì pronta per essere scattata come la
vogliamo. Dunque il trucco è non scattare a caso, ma avere pazienza, saper prevedere e attendere il momento giusto: che un passante si trovi in un determinato punto, che la donna che prega nella chiesa assuma una certa espressione, che l’auto di passaggio non disturbi l’immagine. Insomma la realtà è caotica e mutevole, sta a noi scegliere cosa mettere e come comporre gli elementi dentro quel piccolo rettangolo che ne ritagliamo e per farlo ci vuole impegno e dedizione, esso non cade dal cielo già incorniciato. Qualche nota biografica Spesso ci chiedono come mai non firmiamo le nostre foto singolarmente, ma come Antonio&Giuliana. A noi sembra del tutto normale. Siamo abituati a dividere tutto e ad essere uniti in tutto e non abbiamo il concetto di “mio” e “tuo”. Il nostro è un lavoro comune, molto più che uno più uno. E’ come avere una terra in cui ognuno coltiva i propri fiori secondo la sua sensibilità. Le api impollinano i fiori e ne nascono di nuovi e mai visti. Il risultato è un solo unico giardino. Poco da raccontare su di noi. Come già detto, fotografiamo per passione, per bisogno personale, senza ambizioni di successo. Siamo dei 135
perfetti outsider. Da quando ci siamo conosciuti, abbiamo sempre perseguito i nostri sogni e lavorato per realizzarli. Per iniziare subito a vivere insieme, lasciammo l’università e andammo a lavorare in fabbrica. Trenta anni di duro lavoro nella stessa ditta, poi la fortuna e il coraggio di mollare tutto e iniziare una nuova vita. Grandi sterzate, improvvisi cambiamenti di rotta, con in mente una meta, è questa la nostra costante. Ora che siamo dove volevamo arrivare, è come una rinascita, un nuovo punto di partenza. Adesso possiamo dedicarci completamente a ciò che amiamo. Un caro amico ci ha definiti i Rom della fotografia e non poteva darci definizione migliore. Facciamo lunghi viaggi in camper perché questo ci fa sentire liberi. Non ci piace prendere un aereo e essere subito sul posto, adoriamo proprio l’idea del viaggio in sé: la strada, la meta lontana, le distanze, i km, la fatica.... Quando viaggiamo fotografiamo di continuo. Quando siamo a casa (ad Ascoli Piceno) lavoriamo sulla postproduzione. Una vita semplice. Un giardino straripante di fiori. Tutto qui.
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dalla gente. Sarebbe bello trovarci in situazioni in cui le persone continuano a fare quello che stanno facendo, senza badare alla nostra presenza, senza perdere spontaneità.
Völlan • Vigiljoch • Tscherms Burgstall •Gargazon IM MERANER LAND Foiana • Monte S.Vigilio • Cermes Postal • Gargazzone A MERANO E DINTORNI
Monte San Vigilio 1.486-1.814 m Dove l’orologio pare essersi fermato Un’area dall’atmosfera romantica Per gli amanti della natura…
www.lana.info/monte-san-vigilio
mente cuore ITALIA Val d’orcia La terra racconta
HONG KONG Food, Feng shui, futuro
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