TravelGlobe Novembre 2016

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Federico Klausner direttore responsabile Federica Giuliani direttore editoriale Devis Bellucci redattore Silvana Benedetti redattore Maddalena De Bernardi redattore Francesca Spanò redattore Paolo Renato Sacchi photo editor Isabella Conticello grafica Willy Nicolazzo grafico Paola Congia fotografa Antonio e Giuliana Corradetti fotografi Vittorio Giannella fotografo Fabiola Giuliani fotografa Monica Mietitore fotografa Graziano Perotti fotografo Emanuela Ricci fotografa Giovanni Tagini fotografo Bruno Zanzottera fotografo Progetto grafico Emanuela Ricci e Daniela Rosato Indirizzo: redazione@travelglobe.it Foto di copertina: GIOVANNI TAGINI | CAPOVERDE Tutti i testi e foto di questa pubblicazione sono di proprietà di TravelGlobe.it® Riproduzione riservata TravelGlobe è una testata giornalistica Reg. Trib. Milano 284 del 9/9/2014 2


EDITORIALE Esistono argomenti in Italia capaci di scatenare il Paese e spaccarlo a metà come la TAV. Ora è tornato inaspettatamente alla ribalta il tema della costruzione del Ponte sullo Stretto di Messina, Evitando ogni giudizio sulla querelle politica, vorremmo fornire utili strumenti ai nostri lettori per valutare l’opportunità di una opera destinata ad avere un grande impatto ambientale ed economico. Perché SÌ Le ragioni del SÌ sono essenzialmente di tipo economico: • La realizzazione della infrastruttura porterebbe alla creazione di 100.000 posti di lavoro e toglierebbe la Calabria e la Sicilia dal loro isolamento. • Viste le frequenti rotture dell’acquedotto di Messina ad esse si ovvierebbe convogliando l’acqua dall’Aspromonte con tubazioni attraverso il ponte, anziché ricorrere alle autocisterne. • Miglioramento del traffico telefonico, con la posa di nuovi cavi, automobilistico e ferroviario. Senza Ponte non ci sarà l’Alta velocità in Sicilia • Sviluppo del settore turistico grazie ai migliori collegamenti. Capitale Messina, un’associazione politica fondata a Messina nel 2015, con lo scopo di valorizzare la città, ha una posizione più articolata: sì al Ponte, purché sia inquadrato all’interno di un progetto complessivo di ammodernamento delle infrastrutture del Mezzogiorno, magari cofinanziato dalla UE, come parte del corridoio Berlino-Palermo. Perché NO Sul fronte del No sono schierati una pluralità di soggetti tra cui FAI, WWF e Legambiente in prima linea. Le loro argomentazioni sono simili e riguardano l’aspetto tecnico, paesaggistico e di sostenibilità economica: • Costo ingiustificato di € 8,5 mld più del doppio di quello con cui Eurolink,

(Impregilo), ha vinto la gara (3,9 mld). Il finanziamento sarebbe per il 41% a carico dello Stato e il resto garantito agli investitori privati. • Non si ripaga con il traffico stimato. Le previsioni degli stessi progettisti valutano, a regime, un utilizzo del ponte intorno a 11,6 mio di auto l’anno, a fronte di una capacità complessiva teorica di 105 mio. • È un azzardo dal punto di vista tecnico: si costruirebbe, in un’area ad altissimo rischio sismico, un ponte sospeso a unica campata di 3,3 km di lunghezza, sorretto da torri di 400 m di altezza. Attualmente il ponte simile più lungo al mondo è in Giappone, ma misura solo 1,1 km. • L’area interessata è super vincolata per gli straordinari valori paesaggistici e tutelata dalla UE. L’opera ricadrebbe in 2 aree di protezione speciale e interferirebbe con ben 11 siti di interesse comunitario distribuiti tra Calabria e Sicilia. • Il progetto definitivo presenta gravi carenze tecniche rilevate già dalla Commissione per la Valutazione Impatto Ambientale (con ben 223 richieste di integrazione).

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IL PONTE DEI SOSPIRI

Cosa ne pensiamo noi: Non intendiamo svalutare i possibili vantaggi di una opera avveniristica, ma la domanda è: il gioco vale la candela? È costosissima (sia nel presente che nel futuro), rischiosa e con un pesante impatto ambientale. Ci domandiamo se i fondi non potrebbero essere più utilmente impiegati per mettere in sicurezza il nostro devastato territorio contro gli eventi sismici e le inondazioni, per esempio, oppure per sistemare le infrastrutture: dagli acquedotti che perdono il 70% della loro portata, alle ferrovie non elettrificate su binario unico. A noi pare che lo stesso investimento previsto per il ponte sarebbe un buon viatico per incominciare a uscire dalla cultura dell’emergenza, prerogativa prettamente italica.


Happy Halloween! 4


S O M M A R I O EDITORIALE di Federico Klausner

ITALIA

Quattro passi per Roma

Foto e testi di Graziano Perotti ITALIA

Milano dentro la pioggia

Foto e testi di Emanuela Ricci Namibia

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NEWS India

Darjeeling, con te in paradiso

Foto e testi di Bruno Zanzottera capoverde

Segreta bellezza

Foto e testi di Giovanni Tagini

La bella addormentata

Foto e testi di Monica Mietitore

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LEGENDA

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M E N T E C U O R E N AT U R A G U S TO CORPO


IN VOLO

GUSTO

Prosegue la promozione Business Class (Royal Silk Class) di Thai Airways, che prolunga la validità delle offerte speciali lanciate a maggio scorso. Le tariffe sono ora valide per i biglietti prenotati ed emessi entro il prossimo 31 dicembre 2016, per i voli effettuati fino al 31 marzo 2017, sia da Roma Fiumicino, che da Milano Malpensa. Elenco completo delle promozioni

La Biennale Enogastronomica di Firenze, dal 10 al 28 novembre, renderà il capoluogo toscano la capitale del gusto e del buon vivere. Per offrire al pubblico la possibilità di riappropriarsi di luoghi cittadini inediti, la manifestazione avrà il suo cuore nell’ex centro per l’arte contemporanea di Firenze EX3 (Viale Giannotti 81/83/85). Un suggestivo spazio urbano recuperato, dove il comune di Firenze, nel 2017, allestirà il “Museo della Memoria”. Arte, letteratura, convegni, appuntamenti tematici animeranno l’evento, che si preannuncia come una sorta di stati generali dell’enogastronomia. Info

GERUSALEMME

FIRENZE

Dal 1 novembre al 31 marzo 2017, grazie al pacchetto short break Cogli l’attimo, vivi Gerusalemme ora!, la città è ancora più vicina. Potrai vivere l’esperienza a partire da 399 € a persona, 3 pernottamenti e volo a/r El Al Israel Airlines incluso. Un pacchetto low cost, prenotabile nelle agenzie di viaggio, che regalerà emozioni uniche a un prezzo accessibile. Gerusalemme e i suoi 5000 anni di storia ti aspettano.

Conclusa la prima mondiale di “Inferno”, il film di Ron Howard tratto dal romanzo di Dan Brown, e girato in gran parte a Firenze, cresce l’attesa della proiezione nelle sale, fissata per il 13 ottobre. Tra i tanti luoghi di interesse del capoluogo toscano, citati all’interno del best seller, spicca Hotel Brunelleschi, che ha creato un pacchetto studiato ad hoc per i suoi ospiti: l’offerta Dan Brown a Firenze, per scoprire un nuovo aspetto della città.

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NATALE

Monthea, realtà altoatesina creata da Axel Brunoni e Simon Raffeiner, propone una linea di tè e infusi biologici facendosi messaggera dello spirito dell’Alto Adige. Dietro all’estetica moderna, si cela la capacità di coniugare passato e futuro. Caldo e corposo, profumato e variopinto, il tè è fonte di ispirazione, vizia i sensi e si fa espressione di un certo stile di vita. Il tutto si traduce in una gamma dal packaging accattivante in vendita online.

Le vacanze di Natale si avvicinano ed è ora di decidere la prossima meta. Tuttaltromo(n) do vi suggerisce l’idea giusta, catapultandovi nelle meravigliose atmosfere del subcontinente sudamericano. Che si tratti di Los Roques, della Colombia o della Patagonia sarà comunque un viaggio straordinario. Info e quotazioni

CODE SHARING

APP

Finnair e Qatar Airways hanno stipulato un accordo di code sharing, consentendo nuovi collegamenti tra i network delle due compagnie aeree e offrendo nuove opportunità di viaggio per i clienti. A partire dall’11 ottobre il codice di volo AY di Finnair sarà aggiunto ai voli Qatar Airways fra Helsinki e Doha, nonché ai voli tra Doha e Muscat, Bahrain, Seychelles e Maldive. Allo stesso tempo, il codice QR di Qatar sarà aggiunto ai voli Finnair tra Helsinki e Stoccolma Bromma, Billund, Goteborg, Riga, Tallinn e Tartu.

Tante le app per chi viaggia, ma poche sono davvero utili. Ecco una piccola selezione. Tourlina mette in contatto donne che viaggiano in solitaria in tutto il mondo. WiFi Finder ti aiuta a trovare il wi-fi pubblico più vicino per rimanere sempre connesso. Stai per partire ma non conosci la lingua del Paese che visiterai? Waygo ti aiuta. Basta posizionare lo schermo del cellulare su un testo in cinese, giapponese o coreano e voilà! Il testo verrà tradotto, anche offline.

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TÉ E INFUSI


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| quattro passi per roma

Il racconto di una Roma diversa. Immersa in una dimensione personale e privata. Un racconto essenziale che prescinde dal colore, per mostrare cosa c’è oltre la sua Grande Bellezza.

Italia

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In apertura: particolare di una delle statue che abbelliscono il ponte Vittorio Emanuele II sul fiume Tevere. A sinistra: una veduta del vecchio e glorioso ponte Milvio, vecchio perché è stato costruito dai Romani nel 109 a.C. e glorioso perché aveva il compito di sbarrare il passo agli invasori.

In questa pagina: una suggestiva vista sulle antiche pietre dell’impero romano. Sullo sfondo il Vittoriale.

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Nella pagina precedente: una serie di statue abbellisce la sommità del colonnato in piazza san Pietro. La piazza, progettata da Gian Lorenzo Bernini e iniziata nel 1656, è considerata il più bell’esempio di barocco italiano. Le statue dei santi, che sembrano vigilare sulla maestosa e solenne piazza, sono state pensate come mediazione tra la massa del portico e il vuoto del cielo. Qui sopra: l’arrivo in via della conciliazione di un bus City Tour di turisti, davanti ai loro occhi si apre, come una quinta teatrale, l’imponenza e la bellezza della basilica di San Pietro.

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Sulla sommità di Trinità dei Monti, alcune suore sono in visita alla città, mentre un odierno centurione sbarca il lunario offrendosi ai turisti per l’immancabile foto ricordo. Tutto si mischia, in una città dalle atmosfere uniche.

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Girando per Roma si aprono scenari di una bellezza unica. Il fiume Tevere scorre ancora come ai tempi degli antichi Romani, nonostante gli attacchi dell’uomo nell’epoca moderna, e la sua vista è impreziosita sullo sfondo da due gioielli: Ponte Sant’Angelo e Castel Sant’Angelo. 16


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Una delle splendide statue a tema sacro che abbelliscono ponte Sant’Angelo.

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A sinistra: il riposo di un turista seduto su uno scalino, come stordito da troppa bellezza, a confronto della passeggiata di un romano nella sua città. Qui sopra: un altro dei simboli di Roma - Piazza della Rotonda, da tutti conosciuta come Piazza del Pantheon, monumento giunto a noi intatto dall’antica Roma. A far compagnia al Pantheon, c’è la bella fontana rinascimentale progettata nel 1575 da Giacomo Della Porta e uno dei tredici antichi obelischi che impreziosiscono la città.

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Piazza Navona. Il particolare di una statua nella fontana dei quattro fiumi. Ai suoi piedi una figura piĂš piccola, dal volto spaventato, leva la mano come per difendersi dai un possibile crollo della 22


vicina chiesa di S. Agnese. Questo gesto ha acceso nel passato leggende popolari e l’immaginario collettivo lo interpretava come una diatriba tra due grandi. Il Bernini e il Borromini. 23


Chiesa di San Luigi dei Francesi. Cappella Contarelli. Un particolare dell’opera di Michelangelo Merisi da Caravaggio “Vocazione di San Matteo” La chiesa pur contenendo altre opere di alto livello artistico, vede nel Caravaggio e nel suo ciclo pittorico su San Matteo il momento di più alta suggestione. Davanti alla famosa luce dei dipinti del Caravaggio, si rimane senza fiato ed è meta di appassionati d’arte provenienti da tutto il mondo.

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In via della Conciliazione, una donna parla al cellulare con spalle una gigantografia della seduta inaugurale del Parlamento italiano nel 1946.

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Campo dei Fiori. Ăˆ uno dei cuori pulsanti di Roma, deve il suo nome a margherite, papaveri e nontiscordardime, che un tempo circondavano il luogo. La piazza è chiusa da un lato da palazzetti appartenenti alla famiglia Orsini e dall’altro degradante verso il Tevere. Alla sua entrata si è avvolti dal vociare di mille lingue diverse dei turisti che, mischiandosi, affollano la bella piazza, girovagando tra bancarelle e trattorie tipiche.

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Roma è anche il cinema Italiano, da Anna Magnani, a Marcello Mastroianni, Sofia Loren e tante altre star, che lo hanno reso famoso, specialmente durante il periodo del neorealismo e la CinecittĂ di quei tempi, in un manifesto all’entrata di un cinema nel centro.

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Ponte Sant’Angelo. Una statua raffigurante un angelo sembra vigilare sui passi di una suora proveniente da Piazza San Pietro.

Piazza Navona. La Fontana del Moro è stata scolpita su disegni del Bernini da un suo allievo, Antonio Mari. I tritoni che vediamo oggi non sono gli originali, che furono spostati e si trovano nel giardino del lago di Villa Borghese.

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Via dei Coronari. Uno specchio in via dei Coronari riflette uno degli artigiani che la rendono famosa.

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Turisti a Castel Sant’Angelo, detto anche mausoleo di Adriano Imperatore perché ospitò i resti dell’Imperatore e di sua moglie Vibia Sabina. Il nome attuale è del 590, quando Roma era afflitta da una grave pestilenza e fu organizzata una processione, cui partecipò Papa Gregorio I, al quale apparve l’arcangelo Michele.

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Nella pagina precedente: una suggestiva immagine notturna dell’arco di Tito all’entrata del foro romano. L’arco fu eretto dal fratello Domiziano per celebrarne i successi militari in Giudea. In questa pagina: l’arco di Costantino è da sempre diatriba tra i vari ricercatori che lo attribuiscono chi ad Adriano, chi a Domiziano. Nei secoli è stato più volte manipolato nelle sue decorazioni, resta a noi la bellezza della sua imponenza.

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INFO UTILI Foto e testi di Graziano Perotti

Il sito web ufficiale turistico di Roma Capitale, offre tutte le informazioni turistiche della città, aggiornato e controllato dal Dipartimento Turismo Roma Capitale.

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| Darjeeling, con Te in paradiso

Incuneato nella Himalaya il Darjeeling è la patria del tè nero. Ogni mattina le donne, i cesti legati alla testa, raccolgono a mano le foglie più tenere, che, lavorate, sprigioneranno il più intenso dei profumi.

India

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In apertura: raccolta del tè alla Happy Valley Tea Estate, una delle numerose piantagioni della regione di Darjeeling dove si produce uno dei tè piĂš pregiati al mondo. Verso la fine del XVIII sec. gli inglesi colonizzarono l’India. Con i militari di alto rango e i burocrati, iniziarono ad arrivare anche le loro mogli dal volto pallido, strette in castigati abiti vittoriani, che mal si adattavano al clima tropicale. E non bastavano certo i vezzosi cappellini, vistosamente ostentati


dalle signore, a difenderle dal caldo torrido di città tentacolari come Kolkata (Calcutta), Delhi o Mumbai (Bombay). Così gli inglesi si misero alla ricerca di luoghi dove ricreare angoli dell’amata “Vecchia Inghilterra”. Darjeeling, situata a 2.134 m. d’altezza, sopra un crinale di colline che si allungano verso l’Himalaya, corrispondeva perfettamente a questa necessità, oltre a essere un punto strategico per il controllo delle piste verso il Tibet lungo l’antica Via della Seta.


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Agli inizi del XIX sec. Darjeeling era un semplice villaggio di capanne all’interno del regno del Sikkim. Ma la disastrosa guerra, che oppose questo piccolo regno ai temibili guerrieri Gurkha nepalesi, con l’intervento di mediazione inglese, portò la regione sotto il controllo britannico. Era il 1835, e sopra le colline ricoperte di boschi del “Luogo del Fulmine”, Dorje Ling in lingua tibetana, (in Sanscrito invece il termine “Durjay Ling” significa “Shiva che con invincibile prodezza governa l’Himalaya”) sorsero velocemente romantici cottages in legno, chiese in pietra dal volto austero, imponenti college di oxfordiana memoria e giardini botanici con grandi serre per la coltivazione delle orchidee. Tutto in perfetto stile inglese. Ma una volta disboscati ettari di foresta, per aprirsi un varco ed ammirare il panorama della maestosa catena himalayana, cosa fare delle colline circostanti liberate dalla giungla? Molto semplice: coltivare il tè.

Per iniziare la coltivazione, si contrabbandarono delle piante dalla Cina, la Camelia sinensis. Il terreno ai piedi dell’Himalaya eun clima particolarmente favorevole, con un alto tasso di umidità e parecchie ore di sole, fecero il resto. Oltre 19.000 ettari di pendii montuosi si trasformarono in un enorme giardino di pianticelle, sistemate in modo da creare un gigantesco tappeto verde di varie tonalità, intersecato da minuscoli sentieri percorsi dalle raccoglitrici, con grandi cesti sulle spalle, legati tradizionalmente alla testa.

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Successivamente alla nascita della città, i nuovi coloni si accorsero che la strada che saliva faticosamente fino a Darjeeling era scomoda, polverosa e insufficiente a trasportare villeggianti e carichi di tè. Per questo i genieri di Sua Maestà intrapresero il progetto di una ferrovia miniaturizzata, che riuscisse ad arrampicarsi sul crinale della montagna, per raggiungere la città. Furono necessari anni di lavoro con opere di alta ingegneria, culminate in 3 curve a spirale, 6 tracciati a zig-zag, 100 gallerie e 864 ponti per superare 2.000 m di dislivello in soli 88 km, ma alla fine, il 4 luglio 1881, una baby locomotiva, seguita da 3 carrozze entrò sferragliando in un tripudio di fumo e vapore nella piccola stazione di Darjeeling.

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Da allora il Toy Train (treno giocattolo, come viene affettuosamente chiamato) della Darjeeling Himalayan Railway non ha mai smesso di far sentire il proprio lento sbuffare, con i passeggeri che a volte si permettono di scendere dal treno in corsa per risalirvi dopo un paio di curve. Negli ultimi anni i locomotori diesel sono entrati in servizio nel tratto inferiore da Siliguri a Kurseong, ma l’iscrizione da parte dell’UNESCO nel 1999, della storica ferrovia tra i Patrimoni Mondiali dell’Umanità, ha garantito un futuro alle 12 macchine a vapore superstiti, che vengono trattate con grande cura dagli orgogliosi ferrovieri.

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Con la partenza degli inglesi e un’importante crescita demografica, il caotico ed effervescente mondo asiatico ha in buona parte inghiottito quello irrigidito e un po’ stantio dei vecchi colonizzatori. Lungo le strade di Darjeeling, che si alternano a reticoli di ripide scale sconnesse, è un insieme di auto che si fanno largo tra la folla a colpi di clacson, motociclette e animali che si destreggiano fra le buche, portatori di carichi a spalla e giovani monaci buddisti. Un mondo che si sovrappone e compenetra la vecchia e tranquilla atmosfera inglese.



Con l’inizio della coltivazione del tè, il nome di Darjeeling divenne sinonimo di questa antichissima bevanda, le cui origini si perdono nelle leggende delle mitologie orientali. Gli inglesi la adottarono, trasformandola in uno dei simboli dell’impero, ma vi aggiunsero un velo di latte freddo, si vocifera per evitare la rottura delle tazze scaldate troppo violentemente dall’infuso bollente. La regione di Darjeeling si identificò a tal punto con la bevanda che, per chi non sia mai stato in India, il suo nome non designa una realtà geografica, ma solo un tipo di tè. In città vi sono innumerevoli negozi come il Tea Emporium (nella foto) dove poter degustare e acquistare svariati tipi di tè.

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Sebbene sia quantitativamente poco importante - solo il 3% della produzione indiana - il delicato tè nero di Darjeeling si è però guadagnato l’appellativo di champagne dei tè. Nella regione sono attivi 86 garden che producono tè dai gusti differenti. Le qualità più raffinate di tè Darjeeling vengono vendute a prezzi incredibilmente alti. Nel 2014 il tè prodotto dal Makaibari Tea Estate è stato venduto alla cifra record di 1.850 USD al chilo. Quest’anno per la prima volta in assoluto i più pregiati tè Darjeeling saranno venduti in un’asta pubblica on line.

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Durante l’anno si effettuano 4 raccolti di tè. Il primo avviene in primavera (First Flush) e produce un tè giovane di colore chiaro e dal gusto fresco e pungente. Con le foglie del raccolto estivo (Second Flush) si ottiene un infuso ambrato dal caratteristico gusto moscato tipico del Darjeeling maturo, che si accompagna bene con la pasticceria. Al termine dell’estate si procede ad un terzo raccolto chiamato in between, mentre in autunno avviene il quarto ed ultimo raccolto con foglie più larghe e infusi più delicati dei precedenti.

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La maggior parte delle foglie del tè coltivato a Darjeeling vengono ossidate diventando tè nero. In questi ultimi anni è però in aumento la produzione di tè semiossidati – denominati oolong - e tè verdi. Molti tè di Darjeeling, poi, si presentano come un mix di foglie trattate a diversi stadi di ossidazione (verde, oolong, nero).

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Con la coltivazione del tè si trasferirono a Darjeeling anche molti lavoratori nepalesi e tibetani.


Alle chiese anglicane costruite dai missionari scozzesi, si affiancarono templi induisti e monasteri buddisti, dando alla città un’atmosfera piacevolmente cosmopolita.


Un monaco buddista della confraternita Gelukpa, la stessa a cui appartiene il Dalai Lama, che è conosciuta con il nome di “Berretti Gialli”, prende un libro di preghiera all’interno del monastero Yiga Choling, che sorge nel villaggio di Ghoom, a 7 km da Darjeeling.

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Nonostante l’atmosfera coloniale sia ormai un pallido ricordo nella Darjeeling odierna, camerieri in divisa immacolata continuano a servire il tè pomeridiano nel giardino del New Elgin Hotel. La stessa cosa avviene anche in alcuni altri hotel storici della cittĂ .

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Passeggiando tra le vie della cittĂ , soprattutto in prossimitĂ della caotica zona commerciale del lower market, si possono fare incontri bizzarri e interessanti, come questa umana incarnazione di una divinitĂ induista, con il corpo dipinto di blu e campanelli alle caviglie.

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Il monastero Yiga Choling, che sorge nei pressi di Darjeeling, è il piĂš antico centro di preghiera buddista della regione. Venne eretto nel 1850 dal monaco e astrologo mongolo Sokpo Sherab Gytaso. Dopo l’occupazione cinese del Tibet nel 1959, molti tibetani si rifugiarono in India. Tra di essi vi erano anche parecchi monaci di alto rango e alcuni di loro vennero accolti nel monastero.

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Oggi l’atmosfera coloniale sopravvive esclusivamente negli edifici costruiti attorno alla passeggiata panoramica sulla cima della collina, dove panchine e pensiline in legno intarsiate offrono ai turisti nostalgici ed ai giovani innamorati spettacolari viste sulla catena himalayana. Oppure all’interno di club storici che hanno vissuto giorni migliori.

In questi luoghi consumati dal tempo, qualche signore della borghesia indiana si ritrova a leggere giornali e riviste nella biblioteca in legno del Gymkhana Club, mentre le signore chiacchierano scaldandosi accanto al caminetto del Planter’s Club, un tempo aperto esclusivamente a un pubblico maschile e di origine europea.

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La grande statua di Maitreya - il Buddha del Futuro - che si trova nella sala di preghiera del monastero buddista Yiga Choling. Dal 1959, anno dell’invasione cinese del Tibet, a Darjeeling è presente una nutrita comunità tibetana. Nonostante vivano in India da diversi decenni, e molti giovani tibetani siano nati qui, tutti i membri della comunità continuano a mantenere lo status di rifugiati, nella vaga speranza di potere un giorno rientrare nel proprio Paese, libero dall’occupazione cinese.

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INFO UTILI Foto e testi di Bruno Zanzottera Come Arrivare L’aeroporto più vicino a Darjeeling è quello di Bagdogra a circa 90 km di distanza. Occorrono poi circa 3 ore di auto per raggiungere la città. Air India offre collegamenti giornalieri dall’Italia a Bagdogra, via Delhi, con tariffe a partire da 580 € a/r. Quando andare Primavera e autunno sono le stagioni migliori per un viaggio a Darjeeling. L’inverno può essere freddo e in estate vi sono i monsoni con piogge e molte giornate nuvolose. Documenti Per entrare in India occorre possedere il passaporto con validità residua di almeno sei mesi, al momento dell’arrivo, e il visto d’ingresso rilasciato esclusivamente dagli uffici diplomatico/consolari del Paese presenti in Italia. Il modulo di richiesta per il visto deve essere precedentemente com-

pilato online sul sito e poi consegnato manualmente negli uffici preposti. Valuta La rupia indiana (INR). Al cambio attuale 1 Euro equivale a circa 74 Rupie. Fuso orario 4,30 ore rispetto all’Italia, + 3,30 quando in Italia è in vigore l’ora legale. Cartografia e bibliografia • India del Nord, Guide Lonely Planet, 10a edizione, • 2014. India del Nord, Guide Routard • Mondo, Il Viaggiatore - Touring Editore, 2004. Indirizzi utili Ufficio Nazionale del Turismo Indiano, via Albricci 9, Milano, tel. 02.804952 Prefissi Dall’Italia in India comporre il prefisso 0091, seguito dal numero locale senza lo zero. Dall’India in Italia lo 0039.

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| MILANO DENTRO LA PIOGGIA

La pioggia distilla la cittĂ che, come un caleidoscopio, si scompone e si ricompone mutando forma per rimanere sempre se stessa.

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Goccia dopo goccia / voglio prenderti, / contenerti tutta. Ti scompagini veloce / una lacrima insieme all’altra. (E.R.)

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Ti ricomponi sempre diversa / ma è un inganno. Ti nascondi, / stai giocando. Aspetto il sole per trovarti. (E.R.)

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Io e te siamo sempre qui. / Navighiamo la vita, / incontriamo scogli e secche / ma sempre / riprendiamo il mare. / A volte c’è tempesta / altre bonaccia, / ma alla fine / arriviamo in rada. / Dove riponiamo le vele / e apparecchiamo una sera/ per noi. / Come stasera. (F.K.)

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Anch’io possiedo / finalmente / un ombrellino cinese / per muovermi / in questi scrosci / tropicali. // Ne vorrei anche un altro / per difendermi / da questa provocante / impudica bellezza. (F.K.)

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Dammi la mano. / Entra con me / in questo attimo / sfilato / allo scorrere vile / del tempo. // Stai. // Abita con me / questa strana casa / costruita con cura / alta sopra le nuvole. / Nascosta / agli occhi degli uomini. //

Le pareti cristalli / di emozioni intense, / per tetto, per luce / solo stelle discrete. // Non ci sarĂ pioggia / a inzupparci / piĂš di quanto / imbevuti / saremo di sogni. (F.K.)

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Immagini riflesse / che si credono vere / inseguono / il mio tempo in fuga. // Resto aggrappato / a una giostra / che la realtĂ intorno / stinge e scolora / di un indefinito azzurro. // Dove non esistono ombre / a segnare presenze. / NĂŠ assenze da ricordare. (F.K.)

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Non tutto è immobile. Non quello / che non si vede / ma scorre e grida / e alterna silenzi / a ventate improvvise. Finestre spalancate / vetri rotti / un pugno di foto / sparse per terra. Sarebbe piÚ facile / chiudere gli occhi / e aspettare. (F.K.)

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Aspetto nascosto / tra gli ultimi giorni / di quest’anno / che mi si attaccano / addosso. // Tra il grigio e il nero, / e i battiti. / A strappare un silenzio / trasparente e sottile /che avvolge / anche le ombre. Aspetto nascosto / tra gli ultimi giorni / di quest’anno / che mi si attaccano / addosso. // Tra il grigio e il nero, / e i battiti. / A strappare un silenzio / trasparente e sottile /che avvolge / anche le ombre. (F.K.)


Per incrociare i tuoi occhi / scruto ogni sera / questo schermo latteo. // Per rubare un sorriso / che illumini di luce calda / una storia triste. / E di quello che mai c’è stato / quello che mai ci sarà. // Dici tu. //

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Per me è diverso. / A me basta / schiudere le ali / in uno spazio angusto, / per sentire l’aria potente / sollevarmi dal suolo. // Regalarmi a un mondo / libero da sbarre / e paure. / Da indossare / come un vestito nuovo / ogni giorno diverso, / profumato di sogni. (F.K.)

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Mi chiedi se fuggo: / non mi sento fuggire. / Abbandono zavorre. / Semino / brandelli di pelle, / e legami. / Scandaglio veritĂ . //

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Mi inzuppo / di luoghi e di gente. / Ma non spengo / la sete. (F.K.)

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Cercavo solo / una goccia di rosso, / per sfumare le mie / giornate pallide. // Che segnasse cerchi / nell’acqua immobile, / nei miei occhi liquidi. // E lasciasse / traccia lieve / del suo / scorrere / doloroso. // Una goccia di rosso / che non fosse sangue. (F.K.)

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INFO UTILI Foto di Emanuela Ricci Testi di Emanuela Ricci, Federico Klausner

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| Segreta bellezza

Terre aspre battute dal mare dal vento e seccate dal sole. Questo lembo di Africa perso nell’oceano Atlantico, da poco scoperto dal turismo internazionale, conserva paesaggi intatti e unici.

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Nella pagina d’apertura: a Ponta Pedra, la spiaggia piÚ meridionale dell’isola di Sal, nei giorni particolarmente ventosi, si possono ammirare magnifiche onde che si infrangono sulla spiaggia. Nella pagina precedente: una barca di pescatori arenata sulle dune di sabbia di Praia de Joao Barrosa a Boa Vista.


Lady Compassion Chapel è la chiesa cattolica di Pedra de Lume di Sal, un piccolo villaggio che ha vissuto giorni gloriosi quando si lavorava ed esportava il sale. Oggi ha un aspetto spettrale e ci vivono solo una decina di persone.


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Una vista generale delle antiche saline di Pedra de Lume. Si trovano all’interno di un cratere vulcanico estinto e collassato, dove, in modo del tutto naturale, filtra acqua di mare creando un grande lago salato, che l’ingegno dell’uomo ha trasformato in produttive saline.


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Nella pagina precedente: una delle grandi vasche dove affluisce l’acqua dal mare; qui inizia il suo processo d’evaporazione e, passando in vasche sempre più piccole e poco profonde, deposita il sale. Sopra: la presenza di diversi minerali contenuti nel sottosuolo conferisce all’acqua colori che variano dal rosa tenue al rosso intenso, creando un effetto ottico spettacolare e unico.

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Le saline di Pedra de Lume negli anni d’oro producevano ed esportavano grandi quantità di sale, dando lavoro a molti isolani. Oggi la produzione è limitata al solo uso locale, ma le saline hanno riscoperto una nuova vita, diventando una spa a cielo aperto. Per pochi euro si possono fare bagni in acqua tiepida 35 volte più salata di quella del mare o effettuare fanghi e massaggi rigeneranti. Nella pagina seguente: l’ultima vasca nel processo di produzione, dove la completa evaporazione dell’acqua lascia solo uno strato compatto di sale.

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Alcune piccole e colorate abitazioni nella periferia di Sal Rei, capoluogo di Boa Vista, probabilmente uno dei paesi più autentici dell’isola. Ricco di storia e fascino coloniale, possiede un bel lungomare, dove acquistare oggetti d’artigianato locale e prendere un aperitivo all’ora del tramonto. Sull’isolotto di fronte si possono ammirare i resti di un antico fortino.

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Una leggenda locale vuole Boa Vista come un angolo del deserto del Sahara staccato e spostato nell’oceano. In realtà sono i venti oceanici che trasportano la sabbia dal deserto fino alla costa del nord, creando il deserto di Viana, 5 km di larghezza e 1 km di profondità. Pur essendo molto contenuto è a tutti gli effetti simile al deserto del Sahara con alte dune dalla superfice disegnata dal vento.

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Una vista aerea della lunga spiaggia di Boa Esperanca, il punto piÚ a nord di Boavista. 7 km di dune di sabbia dorata che si riversano in mare. Uno dei luoghi incontaminati dell’intero arcipelago. Nei mesi estivi, da luglio a settembre, sulle spiagge di Boa Vista centinaia di Caretta Caretta tornano per deporre le uova.


Un grande lago salato completamente asciutto nei pressi di Curral Velho a Boa Vista, un antico villaggio che viveva grazie alla raccolta del sale. Oggi è un luogo abbandonato e spettrale, perfetto come location di un thriller. Una passeggiata tra le case di pietra che si affacciano sul lago è un’esperienza da provare.

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Il posto sanitàrio nel villaggio di pescatori di Palmeira è tra i luoghi più pittoreschi dell’isola di Sal. Qui si trova il porto principale e tutte le mattine, al rientro dei pescatori, si trasforma in un suggestivo mercato a cielo aperto, centinaia di persone si accalcano per accaparrarsi il pesce migliore e i pescatori riparano e sistemano le reti in riva al mare.

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Nei pressi delle saline di Pedra de Lume era stato costruito un porto protetto, dove grosse navi ormeggiavano per essere caricate di sale destinato al commercio internazionale. Oggi, che il mercato del sale è terminato, questo porto viene usato come rimessa delle piccole e colorate imbarcazioni dei pescatori.

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Quello che rimane di un vecchio impianto di raffinazione a Pedra de Lume. Una volta raccolto il sale nel cratere, grazie a un sistema di carrelli sospesi, l’oro bianco era trasportato fino al villaggio, dove veniva lavorato, pulito e immagazzinato in grossi sacchi di tela prima di partire per il nord Africa e l’Europa.

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La capitale Santa Maria di Sal sorge su una lunga ansa protetta. Qui si trova una splendida spiaggia di sabbia fine, sicuramente la piĂš frequentata e amata dai turisti. Lungo la battigia ci sono le principali scuole di kitesurf e nei pressi della cittadina numerose aree attrezzate con ombrelloni e lettini e zone dedicate agli sport acquatici.

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Allontanandosi da Santa Maria, e camminando sulla battigia per circa 20/30 minuti, si arriva fino al punto più estremo e meridionale dell’isola di Sal, Ponta do Sinò. L’incontro di diverse correnti marine genera spettacolari onde lunghe, molto apprezzate da chi pratica windsurf e kitesurf. Da qui si possono ammirare tramonti spettacolari con il sole che si nasconde nell’oceano infinito.

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Nella capitale Sal Rei di Boa Vista un gruppo di italiani, guidati dalla dott.ssa psicologa Daniela Muzzi, nel 2005 ha attivato un’associazione sociale e culturale no profit, che si occupa dell’istruzione scolare, con attività di gruppo e sportive, per i bambini che vivono nelle baraccopoli dell’isola. Nel 2013 è stato aperto un asilo che a oggi ospita 90 bambini. Per maggiori informazioni o per donazioni, consultare il sito.

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Giovani ragazzi si divertono con una tavola da skimboard. Le grosse onde e i lunghi periodi con forte vento rendono Sal il luogo perfetto per gli amanti di kitesurf. Non a caso a Santa Maria ci sono le scuole più importanti per chi vuole iniziare a praticare questo spor. Una di queste è gestita dal giovane campione mondiale Airton Cozzolino, che quando non è impegnato in gare internazionali, si può ammirare durante l’allenamento quotidiano.

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Un magnifico tramonto visto da The Turtle Shack, un popolare bar - ristorante direttamente sulla spiaggia di Santa Maria. Locale perfetto per l’aperitivo serale, a base di grogue, un distillato di canna da zucchero, che è la bevanda nazionale.


Il mercato dell’artigianato a Santa Maria è tra i più belli e forniti dell’isola. Decine di bancarelle propongono a buon prezzo gioielli realizzati con il cocco, quadretti colorati e manufatti in legno di teak ed ebano. Tutto quello che cercate, qui lo troverete.

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INFO UTILI Foto e testi di Giovanni Tagini Clima Tropicale e secco tutto l’anno, più ventoso nei mesi invernali (dicembre marzo). Temperature medie da 22° serali a 30° diurni, la temperatura dell’acqua è di 24°/27°. Vaccinazioni Nessuna vaccinazione richiesta. Abbigliamento Consigliato un abbigliamento comodo e leggero durante il giorno, scarpe da trekking per la visita alle saline, un cappello per proteggersi dal sole e un pullover per la sera, nei mesi invernali e ventosi portatevi una giacca a vento. Fuso orario -3 ore in inverno, -2 in estate Elettricità Prese e voltaggio come in Italia.

Valuta La moneta locale è l’Escudo Capo Verdiano CVE. Al cambio 1 euro corrisponde a circa 110 Escudo. Visti Passaporto in corso di validità, è necessario un visto turistico d’ingresso da ottenere entro 7 giorni prima della partenza, costo 25€. Lingua Il portoghese e il creolo sono le lingue ufficiali, molto usato l’italiano e il francese. Telefono 00 238 è il prefisso internazionale di Capo Verde. link utili Tutto Capo Verde Parallelo sul Tour Operator Sito di informazioni su Capo Verde Escursioni naturalistiche Voli diretti

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| LA BELLA ADDORMENTATA

Un paese vuoto, con solo 2,5 abitanti per kmq, ma melting pot di almeno 11 importanti etnie. La Namibia è giovane e fiera della sua cultura e della sua natura spettacolare, dominata dal deserto del Namib, che le dà il nome.

namibia


Foto di apertura: la strada che segue la Skeleton Coast dritta verso l’infinito. Le piste corrugate vanno percorse a una velocità precisa. Non troppo lenta per impedire alle sospensioni di raggiungere l’avvallamento tra due dossi, e conseguentemente eccessivi scuotimenti, ma non troppo veloce per il rischio che il veicolo perda aderenza.


Etosha National Park. L’Etosha pan, la grande depressione all’interno del parco Etosha, brilla sotto il sole. La fine polvere bianca che lo ricopre durante le stagioni secche abbaglia, tra miraggi e vortici di polvere.


Namib-Naukluft National Park. Deadvlei, la Bella Addormentata: “Undici fate avevano già formulato il loro augurio quando improvvisamente giunse la tredicesima. voleva vendicarsi di non essere stata invitata e, senza salutare né guardar nessuno, disse ad alta voce: «A quindici anni la principessa si pungerà con un fuso e cadrà a terra morta». E, senza aggiungere altro, volse le spalle e lasciò la sala. Fra la gente atterrita si fece avanti la dodicesima, che doveva ancora formulare il suo voto: annullare il crudele decreto non poteva, ma poteva mitigarlo e disse: «La principessa, non morirà ma cadrà in un profondo sonno, che durerà cent’anni».” (Rosaspina, da Le fiabe del focolare – fratelli Grimm). Così Deadvlei attende ancora di essere risvegliata dal suo sonno profondo. 118


Namib-Naukluft National Park, letteralmente palude morta. DeadVlei o Dead Vlei, era un tempo una lussureggiante oasi di acacie. Quando, a causa dei cambiamenti climatici e del lento movimento delle dune, il fiume che la bagnava cambiò il suo percorso, il letto si fece arido e le centinaia di alberi morirono.

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In queste pagine e pagina precedente: lo Skeleton Coast National Park. A circa 50 km dall’ingresso nord del parco, un cartello suggerisce una deviazione. Lasciata la strada asfaltata ci si incammina lungo una pista immaginaria verso qualcosa all’orizzonte che assomiglia a un miraggio. Le orme di un leone del deserto dicono che ha avuto la stessa idea.


Silenzio, sabbia e sibilo del vento tra le lamiere arrugginite della Toscanini, una miniera di diamanti abbandonata alla fine degli anni settanta. Dal 1870, la maggior parte dei migliori diamanti (almeno 50 carati) di tutto il mondo sono stati estratti in Africa. Il primo prezioso sassolino fu estratto in Namibia nel 1908. Oggi, nella classifica dei produttori mondiali, la Namibia si trova al sesto posto dopo Russia, Botswana, Canada, Angola, Sud Africa e Congo.


Il silenzio assordante del Darmaland, regione montuosa della Namibia centro-settentrionale. Con una popolazione media di meno di 2,5 persone per chilometro quadrato la Namibia è, dopo la Mongolia, il secondo paese con la piĂš bassa densitĂ di popolazione del pianeta e uno tra i meno abitati dell’Africa.

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Damarland, lungo la C35 una immagine surreale. Un distributore di benzina in mezzo al nulla richiama il capolavoro “Gas� del pittore statunitense Edward Hopper.

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Alta velocità, strade solitarie, centinaia di chilometri di piste di ghiaia e sale mettono a dura prova ogni genere di autovettura. Non è raro trovare rottami abbandonati lungo il percorso. Ricordi di viaggi sfortunati. Scheletri di viaggi interrotti.

C39, direzione Torra Bay. Davanti all’auto montagne desertiche e strada sterrata si uniscono senza soluzione di continuità. Springbokwasser, l’ingresso nord del parco è alle nostre spalle. Lo abbiamo superato da un paio di ore e da un momento all’altro ci aspettiamo di scorgere la costa. L’aria è cambiata, la nebbia si è dissolta e il profumo dell’oceano si mescola alla terra che si solleva pesante.

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Proverbi africani: Mongo, ntomba: il gallo non canta su due tetti (la necessità di scegliere) Bandibu, Burundi: anche il gallo che ora canta viene da un uovo (Superbi e modesti) Jabo: quando un gallo arriva al villaggio comincia a cantare (Ricchi e poveri)

Damarland. Piccoli insediamenti nella terra dei Damara, i più antichi abitanti della Namibia insieme ai Nama e ai San (detti anche Boscimani). Tradizionalmente cacciatori, pastori di capre e agricoltori, sono organizzati in comunità chiamate Haoiti. Tra i Damara più conosciuti ricordiamo l’attuale presidente della Namibia Hage Gottfried Geingob e Theo-Ben Gurirab, ex primo ministro.

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Come la Bella Addormentata, anche questo piccolo villaggio Herero sembra essersi addormentato sotto un cielo color cobalto.

Villaggio Herero, lungo la C35. Gli Herero sono un popolo di origine bantu dedito tradizionalmente all’allevamento del bestiame. Il gruppo etnico degli herero comprende diversi sottogruppi, tra cui i più famosi sono gli Himba. Parlano la stessa lingua, ma vestono in maniera totalmente differente. Le donne Herero sono facilmente identificabili dall’abito di stile vittoriano che comprende un’ampia e lunga gonna con sottogonna e crinolina e dall’originale copricapo rigido a forma di corna.

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Terra che Dio fece nell’ira come la chiamarono i Boscimani o as areisa do inferno - le sabbie dell’inferno come venne chiamata dai primi navigatori portoghesi, la Costa degli Scheletri è un tratto di litorale compreso tra il fiume Kunene a nord e il fiume Ubag a sud. Dichiarato Parco Nazionale nel 1971, copre un’area di 1.6 milioni di ettari di coste, dune, canyon e pianure.

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Skeleton coast, Road C34. La strada si allontana dall’oceano, ma l’eco del passato risuona nel vento, che entra forte attraverso i vetri aperti del fuoristrada. Lungo questa costa si arenò il 29 novembre 1942 il cargo Dunedin Star proveniente da Liverpool. La storia del naufragio e della lunga coraggiosa e complessa operazione di salvataggio sono raccontate dallo scrittore Joh Henry Marsh nel libro “Skeleton Coast”, pubblicato nel 1944.

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La Namibia è stato il primo Paese del mondo a inserire nella propria costituzione la protezione dell’ambiente. Questo immenso tesoro, che comprende parchi nazionali e riserve, foreste comunitarie e riserve naturali private, copre ad oggi oltre il 43% della sua superficie. Pianure pol-


verose, immensi deserti, dune monumentali, coste selvagge dove il freddo l’oceano incontra il torrido deserto, la namibia è un paradiso di colori, di visioni, di profumi e di emozioni. Un orizzonte senza fine spiazzante, dove occorre trovarsi per capirlo a fondo.


Skeleton coast, Road C34. Dall’omonimo libro di John H. Marsh, Capitolo 1. La Costa della Solitudine: “ I marinai la chiamano Skeleton Coast e ne hanno terrore. I cercatori di tesori la conoscono come La Costa dei diamanti e della morte”. Nelle mappe è indicata semplicemente come il Kaokoveld che, letteralmente, significa Costa della solitudine.

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INFO UTILI Foto e testi di Monica Mietitore DOCUMENTI E VISTO Passaporto: necessario, con validità residua di almeno 6 mesi a partire dalla data del rientro. Visto d’ingresso: non necessario per turismo fino ad un massimo di 90 giorni di permanenza nel Paese. NORME SANITARIE Non è richiesta alcuna vaccinazione. Se si proviene da un paese a rischio febbre gialla è obbligatorio il vaccino. FUSO ORARIO +1h rispetto all’Italia, -1h rispetto all’Italia, quando in loco si adotta l’ora legale. LINGUA La lingua ufficiale è l’Inglese, ma il tedesco e l’afrikaans sono ampiamente parlati e compresi. La Namibia consta di 15 gruppi etnici, 27 sono le lingue e i dialetti parlati, che si riuniscono in 2 gruppi principali: Bantu e Khoisan.

ELETTRICITà La corrente elettrica è a 220/240 Volt. È necessario un adattatore universale. CLIMA In Namibia il clima è semi desertico, con piogge concentrate tra dicembre e gennaio. La stagione più secca va da maggio a settembre, con una notevole escursione termica tra il giorno e la notte. Da ottobre ad aprile la temperatura va dai 18°C ai 35°C e da maggio a settembre dallo 0°C ai 25°C. La costa, specie al mattino, può essere nebbiosa COME ARRIVARE AIR France ha inaugurato un nuovo collegamento, con prezzo molto vantaggioso, da Milano a Widhoek con scalo ad Amsterdam a partire da 799 € tasse e supplementi inclusi. Link Utili Ambasciata d’Italia Pretoria Consolato Onorario di Namibia in Italia Viaggiare sicuri sito della Farnesina Air France

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