TravelGlobe Settembre 2016

Page 1

1


Federico Klausner direttore responsabile Federica Giuliani direttore editoriale Devis Bellucci redattore Silvana Benedetti redattore Maddalena De Bernardi redattore Francesca Spanò redattore Paolo Renato Sacchi photo editor Isabella Conticello grafica Willy Nicolazzo grafico Paola Congia fotografa Antonio e Giuliana Corradetti fotografi Vittorio Giannella fotografo Fabiola Giuliani fotografa Monica Mietitore fotografa Graziano Perotti fotografo Emanuela Ricci fotografa Giovanni Tagini fotografo Bruno Zanzottera fotografo Progetto grafico Emanuela Ricci e Daniela Rosato Indirizzo: redazione@travelglobe.it Foto di copertina: Giovanni Tagini | NORVEGIA Tutti i testi e foto di questa pubblicazione sono di proprietà di TravelGlobe.it® Riproduzione riservata TravelGlobe è una testata giornalistica Reg. Trib. Milano 284 del 9/9/2014 2


EDITORIALE

TERREMOTI E TERRE FRAGILI Ė stata una scossa terribile quella che ha distrutto Amatrice, Accumuli e Arquata del Tronto, i centri più colpiti. Anzi una serie di scosse, che hanno infierito su quanto era sopravvissuto alle prime due. Poi è stata la scena triste e consueta: la macabra contabilità dei morti, che parevano 2, poi 4, alla fine quasi 300. Le televisioni e i media tutti, che si sono scatenati a riprendere ammassi di macerie, cornicioni pericolanti, case grottescamente sventrate, che mostravano resti di arredo e di vita come tante case di bambola. Poi la ricerca spasmodica di storie da raccontare dal forte impatto mediatico, magari condite da domande più che banali, dall’inconfondibile puzzo di sciacallaggio, e le inevitabili polemiche politiche di partiti gretti e arroccati a difesa del proprio giardinetto elettorale. Ci siamo scoperti un paese di esperti sismologi, che sparano sentenze e teorie sismiche, confondendo i valori delle scale Mercalli e Richter: pari a discutere di filosofia senza conoscere l’abc. Per fortuna anche questa volta si è messa in moto la macchina degli aiuti e della so3

TRAVELGLOBE

lidarietà, che non manca mai, a cui deve andare tutta la nostra riconoscenza. A tutti i volontari, che si sono spesi senza risparmio (tra di loro anche il nostro Graziano Perotti), anche correndo grossi rischi di incolumità personale dobbiamo essere profondamente grati, tanto per il loro lavoro, quanto perché ci ricordano che siamo meglio di quanto sembriamo aprendo un qualunque giornale il mattino. Ma poi dobbiamo ragionare sullo stato della nostra Italia, una terra sismica, i cui antichi borghi antichi e monumenti illustri non sono certo stati costruiti con criteri antisismici. Altri terremoti ci saranno e questa è una certezza. Si può sapere dove, ma non quando. E si possono rinviare opere faraoniche come il Ponte sullo Stretto e forse anche la TAV per privilegiare la messa in sicurezza dei 62% delle nostre abitazioni a rischio, dei nostri fiumi dai letti fragili, delle nostre strade che franano e dei monumenti che sono il nostro tesoro. Ma anche essere assolutamente intransigenti, per il futuro, sui criteri antisismici, sulle aree edificabili e non, e sulla certezza che il bene collettivo deve sempre prevalere sui diritti dei singoli.


4


S O M M A R I O

06 43 111

EDITORIALE di Federico Klausner

GUADALUPA

Quando la barca va

Foto e testi di Vittorio Giannella Spagna

I luoghi di DalĂŹ

Foto e testi di Vittorio Giannella itlaia

Caravaggio: viaggio tra luci e tenebre

NEWS

norvegia

Gli chef venuti dal freddo

Foto e testi di Giovanni Tagini USA

Filadelfia, invasione artistica

Foto e testi di Vittorio Giannella

Foto e testi di Graziano Perotti

5

LEGENDA

03 09 73 153

M E N T E C U O R E N AT U R A G U S TO CORPO


LIBRI

HOTEL

È uscito POP PALESTINE Viaggio nella cucina popolare palestinese. Non solo un ricettario, ma piuttosto un taccuino di viaggio e di cucina, che racconta anche la vita e la storia di un popolo e le emozioni di quattro amici fiorentini, in giro per la Palestina, insieme a una guida speciale: Fidaa, giovane chef e blogger palestinese esperta di cucina. Un viaggio tra strade, pentole e fornelli, dal sud al nord della Palestina, partendo da Hebron e poi Betlemme, Ramallah, Gerusalemme, fino a Gerico, Nablus e Jenin. Info

Situato nel cuore del Parco Nazionale del Gran Paradiso, nella Valle di Cogne, Eco Wellness Hotel Notre Maison è una struttura che offre ai propri ospiti un servizio di alto livello nel confortevole clima di uno chalet d’alta montagna a conduzione famigliare, circondato da un parco con piante rare. La struttura propone anche un rinomato ristorante, dove assaggiare la cucina tipica locale, solarium, piscina coperta e un centro benessere di assoluta eccellenza. Info e prenotazioni

PERÙ

SEYVILLAS

Vuela propone un Perù da comporre in base alle proprie esigenze. Meno scontato e più originale data la costante ricerca del Tour Operator di offrire esperienze esclusive. Così, agli itinerari più classici, si affiancano esperienze in luoghi meno turistici, per permettere al viaggiatore di condividere momenti a stretto contatto con le comunità locali. Con un occhio allargato anche oltre i confini, grazie alle estensioni Galapagos, con la formula Island Hopping, e Bolivia, con itinerari inediti in Amazzonia e nel Nord del Paese, proposte tematiche per gli amanti del trekking, dell’archeologia, del lusso e della tavola. Info

Alle Seychelles l’estate dura tutto l’anno e le magnifiche spiagge sono lambite dalle acque turchesi dell’Oceano Indiano. Una destinazione dove la vacanza dei sogni può anche avere costi contenuti. Oltre ai resort, infatti, esistono piccole e caratteristiche guest house, per scoprire la più autentica ospitalità e cultura locale. SeyVillas, operatore online specializzato nelle Seychelles, offre una ricchissima selezione di guest house, tra cui alcune delle più belle sono: Pension Fidele a La Digue, Villa Dorado a Mahé e Villas du Voyageur a Praslin. C’è solo l’imbarazzo della scelta. Info

6


FOOD

Il Wyoming vanta la prima e unica riserva di cavalli selvatici Mustang, la Wind River Wild Horse Sanctuary in terra Arapaho e Shoshone, ovvero nell’unica riserva di Indiani situata nello Stato dei Cowboy. La riserva si trova a 11 km da Lander e offre uno spazio naturale e un habitat sano a oltre 150 cavalli in esubero nei terreni pubblici a pascolo. Questi eco-sanctuaries offrono opportunità uniche ai visitatori di imparare la complessità dei programmi dedicati ai cavalli e agli asini allo stato brado, e provare nel contempo un’esperienza di una tradizione americana autentica. Info

A Morbegno in Valtellina, il 15 e il 16 ottobre, si svolgerà la Mostra del Bitto. L’evento coinvolgerà tutto il paese, da Piazza S.Antonio fino alle attività collaterali in stile “country” presso il Polo Fieristico sulle rive del fiume Adda, per regalarvi tante immagini di una Valtellina tutta da vivere e di una Mostra da gustare… fino all’ultimo selfie! “Bitto” deriva infatti dal celtico “bitu” - perenne -. Forse perché la lavorazione del latte permetteva alle popolazioni dell’epoca di andare oltre la pura sussistenza quotidiana, grazie alla possibilità di conservare il formaggio per lungo tempo e di utilizzarlo come scorta alimentare. Una storia antica da scoprire in Valtellina. Info

MUSEO

STREET ART

Il nuovo museo Chaplin’s World a Corsier-sur-Vevey, in Svizzera, è all’insegna dell’interattività. Qui l’artista visse con la moglie e i figli e, oggi, nella villa Manoir e nello studio cinematografico si possono scoprire la sua vita e le sue opere. Info

Il festival Memorie Urbane a Gaeta è la più celebre kermesse italiana dedicata alla street art, con opere che sono illusioni ottiche, live painting, scenari onirici e percorsi a piedi. Fino a ottobre si può approfittare per partecipare a questo evento fatto di arte e bellezza. Info

7

TRAVELGLOBE

CAVALLI IN WYOMING


8


| QUANDO LA BARCA VA

Un viaggio in catamarano intorno a Guadalupa, dipartimento francese d’oltremare. Melting pot dove si fondono la cultura e la cucina creola e francese. E dove il mare dice oui.

guaDalupa

9


Pagina precedente: la spiaggia da sogno di Anse Canot sull’isola di Marie Galante. In questa pagina: sul tavolo le carte nautiche di questo viaggio nei Caraibi targati “dolce


Francia�. Si naviga in catamarano al ritmo degli alisei, tra isole coralline e vulcaniche, sospesi in lagune cristalline a poche miglia dalla “Grande Farfalla� Guadalupa, dalla natura benevola e dai villaggi accoglienti.


12


La nostra skipper Anne sdraiata sul ponte del catamarano ormeggiato nelle le acque trasparenti di Petite Terre, isolotto a sette miglia dal porticciolo di Saint Francois. nell’arcipelago di Guadalupa.

Il piccolo molo di Terre de Haute, il villaggio piĂš abitato delle isole Les Saintes, con le tipiche case colorate in puro stile coloniale affacciate sul mare.

13


14


15


Pagina precedente: con un agevole sentiero nella foresta si arriva in cima a una collina di origine vulcanica che si affaccia sulla splendida baia di Marigot, ben protetta dai venti. Le isole Les Saintes sono una meta molto ambita dai turisti per i numerosi ristoranti e locali frequentati da giovani e artisti, dalle insegne molto fantasiose.

16


Il locale più frequentato di Terre de Haute è il bar La Crique, che accoglie i turisti appena sbarcati dall’aliscafo, che più volte al giorno arriva da Point a Pitre, capitale di Guadalupa.

17


18


Snorkeling nella tranquilla laguna dell’isola di Petite Terre. Questa scheggia corallina senza rilievi ha un unico varco (passe) che consente l’entrata nella laguna dai colori invitanti. La costa occidentale è rocciosa ricoperta da piccoli arbusti e cactus. 19


Nel punto piÚ elevato di Petite Terre sorge l’imponente faro in pietra scura, noto ai naviganti perchÊ uno dei primi ad aver illuminato le rotte dei colonizzatori del Nuovo Mondo a partire dal 1635.

20


Un sentiero ben segnalato, dapprima all’ombra di svettanti palme, permette il periplo dell’isola, e non è raro vedere sui rami di acacie, iguane che si “ricaricano” di energia solare con sfondo da cartolina.

21


Vento teso, ideale per gli amanti del windsurf, sull’isolotto di Cabrit, fittamente alberato di fronte a Terre de Haute. Le decine di scogli e isolotti che circondano Les Saintes sono abitati solo da uccelli e iguane.

22


L’ intero arcipelago di Les Saintes, nove isole e solo due abitate, è di origine vulcanica. L’orografia tormentata è ben visibile nelle loro cime aguzze. Come ogni baia che si rispetti, anche qui non manca il Pan di Zucchero, un promontorio di trachite colonnare vulcanica, ottimo ancoraggio per passare la notte.

23


24


Una strada porta in alto sulla collina per visitare quello che rimane dell’Abitation Murat, rovine di un’enorme zuccherificio che ha funzionato fino al 1600. Dall’alto si ha un’ottima veduta sul paese di Grand Bourg, variopinto sullo sfondo, il più abitato di Marie Galante.


Il catamarano entra in laguna dall’unica passe di Petite Terre, mentre l’alta marea avanza e rende il mare spumoso, come una cascata.

26


Tra i 106 mulini, che lavoravano a Marie Galnte, l’unico ben tenuto e sopravvissuto al tempo è il mulino di Bezard. Costruito nel 1814 è rimasto attivo sino al 1940. Ora è un museo che racconta l’epoca d’oro dello zucchero e del colonialismo.

27


28


Les Saintes dista solo quindici miglia da Marie Galante, e quando il mare profuma le stradine del villaggio e il forte vento blocca le barche nella baia di Terre de Haute, i turisti si riversano nelle bigiotterie con le loro luccicanti vetrine, nei negozi di vestiti dai colori sgargianti o nelle gallerie di artisti, aspettando che il vento si consumi.

29


La flora caraibica è estremamente varia e colorata e conta 8000 specie circa. Le foreste dell’arcipelago sono concentrate solo in piccoli tratti di Marie Galante e Les Saintes, il resto è stato completamente deforestato fin dai primi secoli della colonizzazione. Nelle foto, fioriture nel giardino botanico delle Antille a Fort Napoleon di Terre de Haute. 30


31


32


33


Pagina precedente: la laguna interna dell’isola di Petite Terre. Qui sotto: la lunga spiaggia di Anse Mire a Terre de Haute, a pochi metri dal villaggio dei pescatori.

A destra in alto: il porticciolo di Saint Louis a Marie Galante, una baia tranquilla e riparata, dall’aria squisitamente caraibica, con una schiera di pescatori sul molo intenti a catturare la cena. In basso: i pescatori di Terre de Haute pesano i pesci per strada con rudimentali bilance.

34


35


A due passi dal molo di Saint Louis, il ristorante Chez Henri, citato su tutte le guide, si confonde tra una fitta vegetazione e una manciata di case color pastello. Racconti e storie di viaggi fatti e da fare, animano i tavoli davanti a ottime zuppe di pesce e crostacei.

36


Molti ristorantini di Terre de Haute hanno i tavolini quasi a “pieds dans l’eau�come il Triangle, col terrazzino direttamente sulla spiaggia dove le onde arrivano a lambire i tavoli.

37


Sfogliando il menù dei ristoranti ci si accorge subito che la cucina dell’arcipelago sia frutto del colonialismo e dell’incontro di diversi popoli e molteplici culture. Le spezie d’India profumano raffinati piatti francesi e i forti ingredienti africani danno vita a piatti originali. Nella foto tartare di pesce mahi mahi e latte di cocco, accompagnato dall’immancabile birra delle Antille, Carib.

38


Appena si getta l’ancora nel porticciolo di Marie Galante si sentono nell’aria note di musica creola e odore di olio fritto, usato per cucinare gli ottimi accras, bignè ripieni di merluzzo e polpa di gamberi, sempre presenti sulle tavole isolane. Come l’immancabile rum di Guadalupa della distilleria Bielle a Grand Bourg, che organizza anche visite guidate.

39


Giornata piena di salsedine e belle visioni poi a nanna davanti a Marie Galante illuminata dall’ultima luce che il mare riflette.

40


INFO UTILI Foto e testi di Vittorio Giannella

Moneta euro Fuso orario -5 ore in inverno, -6 in estate Documenti Per gli italiani e i cittadini della comunità europea basta la carta d’identità. Se si vuole visitare altre isole caraibiche occorre il passaporto. Aeroporto internazionale a Point à Pitre, 8 ore da Parigi. Noleggio barche Agenzia Moorings tel. 00590 (0) 90 81 81 Dove mangiare Chez Henri a Saint Louis isola di Marie Galante, a due passi dal porticciolo. Si cena sotto svettanti palme e sabbia come pavimento spesso animato da piccoli complessi di musica locale. Tel. 00590 (0) 590 972 118. Le Triangle, a Terre de Haute, Les Saintes. Piatti locali a base di pesci e crostacei che si gustano praticamente con i piedi nell’acqua. Di fronte la splendida baia con le barche ormeggiate. tel. 00590 (0) 590 94 19 84. Link utili Sito del turismo francese


42


| GLI CHEF VENUTI DAL FREDDO

Nelle acque limpide, pulite e fredde di Bergen, famosa cittĂ dalle case variopinte, prosperano squisiti molluschi e crostacei. Base di una cucina del territorio, che ispira molti giovani e promettenti chef.

NORVEGIA

43


44


45


Nella pagina d’apertura: tutti i giorni da Bergen si possono effettuare escursioni tra i fiordi. Il tour più famoso è il Norway in a nutshell. Si parte alle 8 di mattina dalla stazione, un’ora di treno fino a Voss, si prosegue su un bus fino a Gudvangen, passando per il tratto di strada più ripido d’Europa, con spettacolare vista sulle cascate di Sivlefossen. A destinazione ci si imbarca per il Nærøyfjord, uno dei fiordi più emozionanti della Norvegia, inserito nell’Elenco del Patrimonio Mondiale dell’UNESCO. Dopo 3 ore di navigazione si arriva a Flam dove parte il Flam Railway, un treno in stile antico che percorre 20 km in poco più di un’ora, attraversando paesaggi unici e spettacolari. Una volta arrivati a Myrdal un treno riporta a Bergen. Nella pagina precedente: il piccolo e colorato villaggio di Undredal si affaccia lungo il Nærøyfjord. Qui vivono poco più di 100 persone e 500 capre, ed è famoso per la produzione di un formaggio marrone molto saporito.

46


A sinistra: a due passi dal mare in piazza Fisketorget, si trova il mercato del pesce di Bergen. Una dozzina di bancarelle dai tendoni color rosso acceso, tutti i giorni propongono pesce fresco e affumicato; ogni punto vendita, oltre al banco, ha una piccola cucina con qualche tavolo in cui si servono esclusivamente piatti a base di pesce e crostacei. Sotto: sul canale di Vàgen si affacciano alcune tra le più belle e storiche case della cittadina. Di fronte al porto turistico dal 2012 è stato inaugurato il Torghallen, un modernissimo edificio, che ospita al primo piano l’ufficio turistico e a pian terreno una parte del mercato del pesce con pescherie e ristoranti.

47


Sopra: il Fjellskal fisketorget è probabilmente il più fornito banco del pesce con cucina della città. Si trova nella parte coperta del mercato e prepara esclusivamente piatti a base di pesce. Tra i più consumati troviamo il salmone, servito affumicato o cucinato, seguono enormi granchi bolliti al momento, gamberi rossi appena scottati, piatti a base di merluzzo, aringhe e trote e la famosissima zuppa di pesce di Bergen. Si sceglie direttamente il pesce fresco al banco che è subito cucinato.

48


Un banco dedicato esclusivamente ai crostacei e frutti di mare. La zona di Bergen è famosa per avere acque limpide, pulite e fredde, condizioni ideali per lo sviluppo di cozze, ostriche, capesante, granchi reali, astici e i famosi gamberetti del Mare di Barent.

49


La Norvegia è tra i maggiori esportatori di pesce al mondo, si calcola che ogni giorno si consumino 37 milioni di pasti grazie al pesce proveniente dalle acque cristalline norvegesi. Sopra: piccoli sgombri norvegesi appena pescati e alcuni coloratissimi scampi.


Sopra: due tra i prodotti, simbolo della Norvegia: il merluzzo artico norvegese (stoccafisso), pescato nei mesi invernali ed essiccato all’aria aperta da febbraio a marzo, e il salmone norvegese, che può essere consumato affumicato (in queste zone si usa il legno di betulla), marinato o cotto


52


53


Nella pagina precedente: a sinistra Morten Tungesvik lo chef del Bare Vestland, propone piatti innovativi utilizzando prodotti di stagione di altissima qualità ed esclusivamente biologici. A destra: Christer Økland, giovane e promettente chef del 1877, uno dei migliori ristoranti della città, ambiente curato con cucina creativa “nordica”, ispirata ai prodotti agricoli norvegesi stagionali e materie prime freschissime e del territorio. In queste pagine: le famose cozze di Bergen, dolci e carnose dal color arancio intenso. La sala da pranzo del Fjellskal fisketorget, banco del pesce con cucina al mercato coperto. L’insegna della coltivazione di ostriche al Cornelius Seafood Restaurant.

54


55


In queste pagine dall’alto in senso orario: burro alle erbe di campo emulsionato a mano, servito su pietra, proposto dal ristorante Bare Vestland. Seguono due piatti classici del Cornelius: bottarga di merluzzo, caviale, sesamo croccante con rapanello e mela, conditi con un’emulsione 56


al rafano; granchio reale su anguria adagiata su un gazpacho con pane croccante e basilico fresco. Nasello saltato con burro scuro, condito con brodo di agrumi, topinambur e patate, un classico del ristorante Lysverket. 57


Il Cornelius Seafood Restaurant è situato su una piccolissima isola privata a 30 minuti di navigazione da Bergen. Nella prenotazione è compreso il trasporto con un veloce catamarano che ogni giorno alle 11,30 per il pranzo e alle 18,00 per la cena accompagna gli ospiti. L’ambiente è elegante e luminoso grazie a grandi vetrate, che regalano un’impagabile vista sul fiordo. Specializzato in frutti di mare e crostacei, propone menù fissi da 2 a 4 portate e un menù alla carta che varia a seconda della stagione. Sicuramente uno dei ristoranti più suggestivi nei dintorni di Bergen.

58


Il quartiere di Bryggen detto anche l’approdo tedesco, è il più antico e colorato della città. Costituito da circa 50 case di legno, si affaccia direttamente sul porto. Fu costruito intorno al 1400 da una colonia tedesca di commercianti, che si occupavano prevalentemente dell’esportazione dello stoccafisso. In pochi anni trasformarono Bergen in uno dei più importanti porti commerciali della Norvegia. Dal 1979 questo angolo di città è stato dichiarato Patrimonio dell’Umanità dall’UNESCO.

59


A sinistra: un piatto della tradizione nordica proposto nel ristorante Colonial Litteraturhuset,: patè di salmone Norvegese con verdurine di stagione e bacon croccante. A destra dall’alto: al ristorante Lysverket lo chef e il suo staff discutono e cenano prima del servizio serale. Piccoli vasetti di caviale reale nero venduti da Fisketorget. Insieme al salmone affumicato sono uno dei piĂš apprezzati e acquistati dai turisti provenienti da tutto il mondo.

60


61


La Norvegia ha un litorale molto frastagliato, composto da piÚ di mille fiordi, quasi tutti navigabili. Se non fosse per l’acqua salata e uno sbocco in mare, potrebbero sembrare grandi laghi alpini incontaminati. Per lo piÚ sono circondati da imponenti scogliere di roccia nuda, ma spesso queste pareti verticali si ammorbidiscono e la vegetazione lussureggiante lambisce le acque. Proprio in questi angoli si trovano piccoli villaggi, che vivono grazie alla pesca, all’allevamento di animali e alla coltivazione della terra.

62


La Norvegia è tra i paesi meno densamente popolati, con 14 abitanti per km² e con la più alta concentrazione di fiordi al mondo; per questi motivi il National Geographic l’ha definita “la miglior destinazione turistica incontaminata” mentre il Chicago Tribune ha inserito i fiordi norvegesi nella lista delle sette meraviglie del mondo.

63


Dall’alto in senso orario: arredamenti di legno dal design nordico al ristorante Colonial Litteraturhuset. Lo chef Christopher Haatuft del ristorante Lysverket si divide tra cucina e sala per raccontare ai clienti la filosofia dei suoi piatti. Nel cuore di Bryggen, storico quartiere di Bergen con 64


antiche case di legno colorate, si trova il Tracteursted uno dei ristoranti piĂš antichi della cittĂ . Un particolare di Havsalongen, una delle 6 sale del Cornelius Seafood Restaurant, caratterizzata da un arredamento curato e moderno e da grandi vetrate affacciate direttamente sul mare. 65


Il ristorante Lysverket è l’unico di Bergen presente nella guida Michelin e, per gli esperti del settore, è il migliore della città. Si trova all’interno del museo d’arte Kode. Ambiente elegante dal design minimalista in perfetto stile scandinavo. Aperto nel 2013 dallo chef Cristopher Haatuft, offre una cucina classica con qualche rivisitazione moderna. Stupisce la sua capacità di abbinare diversi prodotti norvegesi senza coprirne i sapori, ma esaltandoli. I suoi piatti oltre che squisiti sono anche belli.

Per Christopher la materia prima è fondamentale e ci tiene molto a spiegare la sua filosofia; è un vero showman e durante la cena passa da un tavolo all’altro raccontando la realizzazione del piatto. A destra due petit entrée serviti dal Lysterket prima della cena: mousse di sgombro affumicato su pane di segale e una whale tartar.

66


67


68


A due passi dal mercato del pesce, in pieno centro, parte la funicolare Fløibanen che in pochi minuti arriva in cima alla collina di Fløyen (350m). È una delle attrattive principali di Bergen per la spettacolare vista a 360° sulla citta e sui fiordi. Da qui partono molte escursioni e passeggiate nei boschi adiacenti alla città. 69


Nel menĂš degustazione da 7 portate del Lysverket, prima del dolce, viene servito il Rosalita, un formaggio di capra stagionato, nascosto tra sfoglie sottilissime di rabarbaro, avena e barbabietola, adagiato su una crema di peperoni. Un sapore deciso, esaltato da note dolci della barbabietola e da una punta di aciditĂ data dalla crema di peperoni neri.

70


INFO UTILI Foto e testi di Giovanni Tagini

Dove dormire Scandic Ørnen, Lars Hilles gate 18, 5008 Bergen. Tel. +47 55 37 50 00 Thon Hotel Rosenkrantz, Rosenkrantzgate 7, 5035 Bergen. Tel. +47 55 30 14 00 Clarion Collection Hotel Oleana, Oevre Ole Bulls plass 5, 5012 Bergen. Tel. +47 55 21 58 70 Radisson Blu Royal Hotel, Bryggen 5, 5835 Bergen. Tel. +47 55 54 30 00. Dove mangiare Lysverket, Rasmus Meyers Allé 9, 5015 Bergen. Tel. +4755603101 Cornelius Seafood Restaurant, Holmen v/Bjoroy, Fjell, 5174 Bergen. Tel. +4756334880 1877, Vetrlidsallmenningen 2, 5014 Bergen. Tel. +4792871877 Bare Vestland, Vaagsalmenningen 2, 5014 Bergen. Tel. +4791900456. Info utili Guida turistica ufficiale della Norvegia Guida turistica ufficiale di Bergen

71


72


| I LUOGHI DI DALÌ

I paesaggi e la luce di Portlligat, sono stati fonte d’ispirazione per l’eclettico artista surrealista. Che infatti vi costruì la sua casa.

spagna

73


74


75


Nella foto di apertura: il soffitto affrescato del museo Dalì a Figueres, il più grande oggetto surrealista al mondo, in cui la deformazione dei corpi e delle forme non ha connotazioni divine. Obiettivo del surrealismo è di spiazzare lo spettatore. Nella pagina precedente una visione dall’alto di Cadaquès dalla chiesa parrocchiale di Santa Maria. Il borgo di case bianche sul mare è il paese più orientale della Spagna continentale. I paesaggi e la sua luce sono stati fonte d’ispirazione per l’eclettico artista surrealista Salvador Dalì che a Portlligat, tre chilometri da qui, costruì il suo buen retiro. Cadaquès per l’atmosfera tranquilla delle sue baie, per le sue strette viuzze o forse per i pescatori, che rientrano col loro carico di pesci, è una meta molto frequentata.

76


77


Il portale gotico degli Apostoli nella parte sud della cattedrale di Girona. Del XIV secolo, fu abbellito con l’aggiunta di sculture, ora in restauro, nel XV secolo.

78


Seguendo a piedi le possenti mura dal centro storico si arriva in un’ampia piazza con una splendida scalinata di 90 gradini, che porta alla cattedrale di S.Maria a Girona. La facciata gotica nasconde all’interno una navata del XV secolo di 23 metri, che si fregia di essere la piÚ grande al mondo dopo quella di San Pietro a Roma.

79


L’elegante chiostro della cattedrale di Girona, in uno stile che conserva gli originali elementi architettonici romanici. I 122 capitelli sono abbelliti con figure di animali fantastici, motivi botanici e geometrici, tipici del romanico.

80


Il fiume Onyar divide in due la città di Girona: a destra la parte medievale, dall’altra la città cresciuta nel XIX e XX secolo. Il ponte in ferro rosso che le congiunge, ideato e costruito da Gustave Eiffel, viene ancora chiamato Peixateries de velles (ponte dei vecchi pescivendoli).

81


82


83


Pagina precedente: il fiume Onyar e le caratteristiche “case pendenti”. Girona è stata scelta come location per molti film, tra i più noti, Mission Impossible, il Profumo. Attenuata, ma anche qui arriva la brezza del mare della Costa Brava, che dista solo 36 chilometri. Sotto: a Figueres, città natale di Salvador Dalì, si può visitare il teatro museo fondazione Dalì, che raccoglie e ripercorre tutta la vita artistica geniale e folle pittore catalano. Per prima s’incontra questa sorta di anfiteatro che accoglie i visitatori con al centro una Cadillac nera e copertoni colonnari.

A destra: una parte dell’enorme struttura che accoglie il museo Dalì a Figueres, un’opera d’arte di per sé, abbellito con una serie di uova che simboleggiano la vita in formazione, in evoluzione. Questo ex teatro fu bombardato durante la guerra civile spagnola, quando Dalì era ancora bambino, e rimase in rovina decine di anni. In accordo per il restauro con l’allora sindaco gli proferì queste parole: “Io non darò una mia opera a Figueres, le darò il mio museo”. E così fu. Apri nel 1974.

84


85


86


Qui sulle rovine combuste del teatro municipale di Figueres, che aveva accolto i suoi primi disegni di adolescente, l’artista davanti al tramonto aveva deciso di costruirsi un esorbitante monumento che mettesse per sempre in scena le sue visioni di critica paranoia. “Voglio che il mio museo sia come un blocco unico, un labirinto, un grande oggetto surrealista. La gente che lo visiterà se ne andrà con la sensazione di aver fatto un sogno teatrale”, aveva detto l’artista all’inizio dei lavori di ristrutturazione. A sinistra: Galatea con sfere, 1952, olio su tela e a destra ritratto di Gala, sua compagna di una vita.

87


Secondo museo per numero di visitatori in Spagna, dopo il Prado, il museo Dalì di Figueres è una tappa obbligata, da non perdere. La sala Mae West è addobbata con una serie di mobili che, osservati da una certa prospettiva, sembra la faccia della provocante attrice americana, che negli Anni 40’ scandalizzò l’America. 88


Foto sopra: la seconda enorme sala del museo Dalì, dove si rimane incantati davanti alle opere di questo artista eccentrico, talmente eccentrico che venne cacciato dal movimento surrealista dal fondatore André Breton. Foto sotto l’arrivo davanti alla semplice tomba di Dalì (1904-1989). 89


Dipinto di Salvador DalÏ che ha come soggetto la bianca chiesa parrocchiale di Santa Maria a Cadaquès, suo rifugio prediletto.

90


Nelle acque del fiume Onyar si riflettono le “cases pentade”, case colorate che pendono sulle acque placide. Di origini antichissime, Girona è stata abitata da Iberi, romani, arabi ed ebrei; evidenti le loro tracce nelle vie della città antica.

91


92


93

Alta sulla collina che domina la Costa Brava, Begur è una città da visitare lentamente. I suoi vicoli, dove il vento s’incanala profumato di resine dei pini, portano tutti all’austero castello risalente al XV secolo. Sulla costa i boschi arrivano a sfiorare il mare e numerose sono le calette sabbiose protette da rocce di porfido.


94


95


96


Foto pagina precedente: i boschi di pini marittimi ricoprono i fianchi dei monti di porfido a picco sul mare di Begur. A sinistra In alto, l’asta del pesce nel porto di Palamos, nel cuore della Costa Brava. Dal punto di vista gastronomico sono giustamente famosi i gamberi di mare e in generale tutti i crostacei che, pescati al largo, vengono sistemati (in basso) in maniera alettante dalle mogli dei pescatori locali.

Qui sopra: uno scorcio del centro storico di Girona, dove le antiche case sono state ristrutturate e oggi costituiscono lo scenario per la movida in questa città mediterranea. Piccoli locali e ristoranti offrono piatti del territorio da mangiare all’aperto.

97


La colonna con la scultura del leone, che si trova sull’antica via Augusta a Girona. Secondo una tradizione locale, chiunque bacerà questo leone vedrà crescere le sue fortune e diminuire le sue preoccupazioni.

98


Dettaglio del bellissimo portale della chiesa di Santa Maria a Castellò d’Empuries.

99


100


101


Pagina precedente: il Museo della Cattedrale di Girona contiene uno dei capolavori più importanti del medioevo; l’Arazzo della Creazione, in lana cotta, che racconta varie scene della Creazione del mondo secondo il Vangelo ed è grande 4x3 metri. A sinistra: l’adorazione, un quadro di artista ignoto custodito nello splendido Museo della Cattedrale di Girona. A destra: Cadaquès è considerata città degli artisti, poiché essa ha ospitato personaggi molto importanti, come Picasso, Mirò e soprattutto lo stesso Salvador Dalì, del quale possiamo ammirare la statua scanzonata sul lungomare del paese.

102


103


Cadaquès è un’intrico di vicoletti dove è facile perdersi. Negozi di artigianato, gallerie d’arte e ristorantini la animano. Le case sul lungomare, dipinte con calce bianca per disperdere il calore, che qui, nelle lunghe giornate estive, raggiunge temperature torride.

104


105


106


Una tempesta in arrivo sul porto di Palamos. Il primo molo commerciale di Palamos fu costruito col concorso finanziario del conte di Palamos e della comunità municipale alla fine del 1500. L’installarsi di industrie nella zona, e l’affermarsi della navigazione a vapore, rese necessaria nel 1912 la costruzione di un secondo molo e di una diga foranea, per proteggere lo scalo dalle tempeste. La nascita del turismo di massa apportò nuove fonti di reddito all’economia della città, che si dotò nel corso del secolo passato di nuove attrezzature alberghiere e per l’esercizio degli sport nautici.


Dettaglio del capitello all’entrata della chiesa di Saint Pere de Galligants a Girona.

108


INFO UTILI Foto e testi di Vittorio Giannella

Dove mangiare Ristorante Boira a Girona i n Plaza Indipendencia, 17. T. +34 972 21 96 05. Ristorante Duran a Figueres, a pochi passi dal museo Dali, che qui veniva spesso a mangiare. Calle Lasauca, 5. T. +34 972 50 12 50 Dove dormire Hotel Trias a Palamos, con bella vista sul porto. Paseo de Mar, 1730. T. +34 972 90 41 81. Hotel Ciutat de Girona, in pieno centro. Calle Nord, 2. T. +34 972 48 30 38. Hotel Sol Ixent de Cadaquès, immerso nella macchia mediterranea a pochi metri dalla casa di Dalia Portlligat. Calle Sant Baldiri,10. T. +34 972 25 10 43 Link utili Per informazioni dettagliate sugli itinerari Ente del turismo spagnolo Salvador DalÏ

109


110


| Filadelfia, Invasione artistica

Più di 3.800 murales, innumerevoli musei e gallerie d’arte, collezioni tra le più importanti al mondo. È il biglietto da visita di Filadelfia, Philly per gli amici, dall’anno scorso prima città USA patrimonio UNESCO.

USA

111


112


113


Apertura: uno dei primi murales di Market street, in pieno downtown, che rappresenta un attacchino intento a incollare un manifesto dell’Independence Day con la tecnica del trompe l’oeil. Pagina precedente: alba sui grattacieli della City Hall, con la torre campanaria. Sulla sua sommità, la statua in bronzo ricorda William Penn, il quacchero che nel 1682 fondò la città e diede il nome allo Stato, Pennsylvania. Qui sopra Il bus turistico che gira per Filadelfia facendo apprezzare ai turisti le eccellenze storiche e architettoniche della città, la prima degli Stati Uniti nominata il 6 novembre 2015 patrimonio dell’Umanità Unesco (266 le città nel mondo ad aver ottenuto questo riconoscimento)

114


Molti turisti di Philly, termine amichevole con cui Filadelfia viene chiamata dai suoi abitanti, preferiscono avventurarsi tra i grattacieli avveniristici in vetro e acciaio a bordo di una storica e romantica carrozza trainata da un piĂš naturale motore: il cavallo.

115


Una tappa storica il palazzo in mattoni, all’ombra di secolari ippocastani, che ospita la Independence Hall, dove fu firmata il 4 luglio 1776 la Dichiarazione d’indipendenza degli Stati Uniti d’America. Qui 13 colonie britanniche della costa atlantica nordamericana dichiararono la propria indipendenza dall’impero britannico, esponendo le motivazioni che le avevano indotte a questo atto. Con questo trattato nacquero ufficialmente gli Stati Uniti d’America. La dichiarazione fu scritta dalla cosiddetta Commissione dei Cinque, composta da Thomas Jefferson, il principale redattore della prima bozza, quindi John Adams, Benjamin Franklin, Robert R. Livingston e Roger Sherman. All’epoca, tra la fine del XVIII e l’inizio del XIX secolo, Filadelfia, oltre che la più antica, era la città più grande del Paese. Nel 1876, in occasione dei 100 anni della Dichiarazione di Indipendenza, Filadelfia ospitò un’esposizione universale.

116


La Liberty Bell, installata nella torre dell’Independence Hall, arrivò a Filadelfia il 1°settembre 1752, e ha un grande significato storico per gli USA, essendo il simbolo più comunemente associato alla Rivoluzione americana. L’8 luglio del 1778 il suo suono radunò i cittadini di Filadelfia per la lettura della Dichiarazione d’Indipendenza. Negli Stati Uniti, la Liberty Bell è uno dei più familiari simboli di indipendenza, amore per la patria e libertà. La campana è caratterizzata da una famosa crepa, eredità di un colpo di fulmine.

117


118


L’annuale maratona, fissata ogni novembre, attraversa tutta Filadelfia, con gran parte del percorso lungo il fiume Schuylkill. I corridori superano luoghi storici, tra cui la casa di Betsy Ross e la Liberty Bell, dentro e fuori di Fairmont Park e attraverso i distretti di Manayunk e City University. A differenza di altre maratone, quella di Filadelfia “è aperta a tutti i concorrenti” e i partecipanti non devono avere un tempo di qualificazione per entrare, ma tutti devono registrarsi in anticipo. 119


PiÚ di 3.800 murales adornano le pareti di vari edifici (fabbriche, scuole, ospedali, complessi residenziali) sparsi nei diversi quartieri di Filadelfia, città che si può definire, a tutti gli effetti, la capitale mondiale della pittura murale.

120


La statua bronzea del pugile immaginario Rocky Balboa, fuori dal Philadelhia Museum of Art, scelto quotidianamente dai turisti per un autoscatto. Filadelfia ha fatto da sfondo a numerosi film statunitensi, tra cui l’intera saga di Rocky, interpretato da Sylvester Stallone.

121


Giochi d’acqua tra sculture in bronzo a Logan Square, all’ombra dei grattacieli più alti, uno dei cinque parchi pubblici nel centro di Filadelfia progettati dall’urbanista Thomas Holme.

La sala d’entrata dell’Accademia di Scienze naturali con la statua di Benjamin Franklin (Boston 1706- Filadelfia 1790), scienziato e politico. Genio poliedrico, fu uno dei Padri fondatori degli Stati Uniti.

122



Il Rodin Museum (inaugurato nel 1929). Molto piÚ piccolo del Museo di Parigi dedicato al grande artista e scultore Auguste, non vi deluderà per l’ambientazione e le opere esposte, tutte realizzate al di fuori della capitale francese.

124


Nel 2012 il museo ha riaperto dopo lunghi lavori di ristrutturazione e ammodernamento, costati 9 milioni di dollari. Nella foto una delle sculture di Rodin inserita nella facciata principale dell’edificio.

125


Sale del Philadelphia Museum of Art. Tra le attrazioni più visitate di Filadelfia con le decine di mostre che organizza annualmente. È posto al termine della Benjamin Franklin Parkway, l’arteria stradale più importante della città.

126


La facciata monumentale di ispirazione neo-greca del Philadelphia Museum of Art, opera dell’architetto statunitense Horace Trumbauer, che si raggiunge con una bella scalinata. Immensa la collezione, che conserva ben 225.000 opere d’arte, dislocate in 200 locali, che coprono 2000 anni di storia.

127


Una delle duecento sale del Philadelphia Museum of Art, senza dubbio uno dei piĂš importanti musei degli Stati Uniti.

128


Una sala della Barnes Foundation, con la sua originale disposizione dei quadri, che raccoglie la più grande collezione privata d’arte al mondo di opere post impressioniste e moderne con decine di Renoir, Monet, Cezanne, Picasso, Gauguin e tanti altri. Con soli 22 dollari si possono ammirare 2000 capolavori realizzati tra l’800 ed il ‘900.

129


130


131


In queste pagine e nelle precedenti: la Philadelphia’s Magic Gardens, un’organizzazione no profit che, negli anni ‘60, ha trasformato in galleria d’arte originale un cortile di South Street di Filadelfia, un tempo quartiere desolato e pericoloso.

132


Poco alla volta l’artista Isalah Zagar ha riempito tutti gli spazi con fantasiosi mosaici e utilizzando oggetti di uso comune. Una galleria immette direttamente all’aperto dove è bello perdersi tra bottiglie e lattine ritrasformate, che sollecitano il senso estetico.

133


134


135


136


Foto precedente: palazzi in vetro e acciaio dominano i bellissimi edifici inizi Novecento in Chestnut St. A sinistra: il luminoso e colorato Reading Terminal Market in Arch street nel cuore della City Hall, un’istituzione per Filadelfia con una ragguardevole età , dato che fu inaugurato nel lontano 1892. Vi si trova di tutto, dalle pasticcerie al pesce fresco, dai fiori alle ultime tecnologie e non solo. Si mangia in ottimi ristorantini con prezzi per tutte le tasche e si organizzano eventi culturali.

Sopra: granchi delle mangrovie in vendita nel mercato del quartiere cinese di Filadelfia, poche strade piĂš a nord del Reading Terminal Market.

137


138


Decine di murales abbelliscono Samson Street in piena City Hall. Un itinerario ben segnalato, che si può percorrere anche in bici, ne mostra una gran parte. Anche bere un caffè dominato da un faccione disegnato sul muro del bar non è poi cosi comune. 139


140


141


Pagina precedente: un murales nella centralissima e vitale Avenue of the Art, nel cuore di Filadelfia. A sinistra: uno dei più vecchi murales di Filadelfia nella centralissima Market Street. Per avere più informazioni sugli eventi e inaugurazioni di nuove opere c’è un sito apposito. A destra: un campanile si riflette sui vetri di un grattacielo a due passi dal modernissimo Visitor Center, sede di banche e uffici.

142


143


Uno dei piÚ grandi murales di Filadelfia, opera dell’artista Meg Salgman, abbellisce un parcheggio in Market Street.

144


La signora Mary di 78 anni ogni mattina esce di casa e saluta tutti i suoi animali, che ha coccolato fin dalla sua infanzia e ha fatto ritrarre sul retro di casa sua.

145


Una parete verticale in vetro e acciaio alto 297 metri costringe a guardarlo con il naso all’insù. Così appare il Comcast center, il grattacielo più alto di Filadelfia, tra i quindici più alti di tutti gli Stati Uniti. Il nome deriva dal fatto che all’interno ha sede un’importante società televisiva.

146


A parte l’entrata, ultramoderna, e qualche negozio al piano terra il Comcast center è sede di soli uffici e banche.

147


148


149


Pagina precedente: scende la sera sugli arditi grattacieli della City Hall, a guardia, la statua di William Penn, fondatore della Pennsylvania. Ben stesa dal vento la bandiera americana con le sue 13 strisce orizzontali e le 50 piccole stelle che rappresentano i 50 Stati federati (in realtĂ sarebbero 52 con Portorico e Hawaii) sventola in ogni angolo di Filadelfia, simbolo di libertĂ e diritti.

150


INFO UTILI Foto e testi di Vittorio Giannella

Dove dormire Society Hill Hotel, Chestnut Street 301, t. (001) 215 9251919. Thomas Bond House, 129 South 2nd street t. (001) 215 9238523 Mangiare Particolarmente trendy il ristorante Continental Mid-Town, 1801 Chestnut street. Molti ristoranti per tutte le tasche e tutti i gusti nel movimentato Reading Terminal Market Link Visit Pennsylvania Visit USA

151


152


| CARAVAGGIO: VIAGGIO TRA LUCI E TENEBRE

Seguendo sulla tela una traccia, tra macchie di luce e impenetrabili abissi, per riflettere sulla nostra natura fragile. In un magico equilibrio indifferente, guidati dal Caravaggio.

ITALIA

153


Renaissance Sin da ragazzo quando vedevo i dipinti di Michelangelo Merisi detto “Il Caravaggio“ rimanevo incantato dalla luce che modellava corpi, oggetti, creava atmosfere e le ombre parlavano più delle alte luci, avrei voluto fotografare sempre con quella luce, ma non sempre la natura te la dona. Renaissance è una serie di fotografie di particolari di quadri del Rinascimento e del Caravaggio in particolare, sono fotografie ricavate dai Tableaux Vivents messi magistralmente in scena in una chiesa da attori dell’associazione culturale teatrale “Teatri 35” con laboratorio a Napoli. Ho fotografato solo con una luce direzionale, quella che solitamente usano per ricreare quelle opere tanto preziose che hanno creato una nuova via imitatada molti. Io ho fotografato solo parti della scena, a volte particolari di questi Tableaux Vivants, cercando le zone con la luce più creativa, più Caravaggesca nei quadri rappresentati, cercando una luce un po mia, un emozione nelle ombre. Molti grandi fotografi che hanno fatto la storia della fotografia hanno sempre studiato i grandi del rinascimento, dai capolavori del Sodoma, forse il più fotografico dei pittori, allo studio della luce dei Caravaggeschi. Fotografare è anche dipingere con la luce, con questo lavoro, ho voluto tornare bambino e ricordare lo stupore dei miei occhi davanti a quella luce che dipingeva le mie emozioni.

154


155


156


157


158


159


160


161


162


163


164


165


166


167


168


169


Visita il portale

170


PRECEDENTI

Agosto 2016

Luglio 2016

Giugno 2016

Speciale Rossato

Maggio 2016

Aprile 2016

Marzo 2016

Acadia

Febbraio 2016

Gennaio 2016

Speciale Cambogia

Dicembre 2015

Novembre 2015

Ottobre 2015

Settembre 2015

Agosto 2015

Luglio 2015

Giugno 2015

Maggio 2015

Numeri precedenti

TRAVELGLOBE

NUMERI



cuore

Francia Lille, il supermercato delle pulci

corpo gusto

TRAVELGLOBE

NEL PROSSIMO NUMERO Repubblica Dominicana Spiagge infinite

Italia Calabria, una storia piccante

Angola Nella terra degli uomini rossi

India Gujarat, tesoro nascosto

mente natura

Leggi gli articoli del nostro portale su: www.travelglobe.it Seguici su


Turn static files into dynamic content formats.

Create a flipbook
Issuu converts static files into: digital portfolios, online yearbooks, online catalogs, digital photo albums and more. Sign up and create your flipbook.