TrentinoMese settembre 2020

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trentinoamiciartisti

di Renzo Francescotti

A

rrivi in macchina o in treno in giorni di canicola e da lontano vedi delle montagne candide di “neve”. Ma come, in giorni di calura, su basse montagne appenniniche ci sono i nevai? Il fatto è che non di nevai si tratta, ma di discariche delle cave di marmo di Carrara. In questa città nel cui territorio si scava e si lavora il marmo più famoso del mondo è nato Enver Rovere. Suo padre gestiva un bar-gelateria a Marina di Carrara, ma Enver, se certamente amava i gelati non

«AMEDEO NAZZARI STAVA GIRANDO UN FILM NELLE CAVE DI MARMO...» amava altrettanto lavorare nella gelateria. Gli piaceva invece disegnare. Aveva 17 anni quando chiese di poter studiare all’Accademia di Carrara, indirizzata a formare operatori e scultori del marmo. Appoggiato da sua madre poté iscriversi, iniziando con tre anni di ritardo sugli altri. La mattina si studiavano le varie materie e un’ora di disegno; il pomeriggio si lavorava sul marmo, imparando prima di tutto a sgrossare. Enver studiò per i primi tre anni e poi passò a operare nei laboratori del marmo. Lavorava il marmo ma gli piaceva anche recitare: lo faceva in una Compagnia di Carrara, che interpretava soprattutto Pirandello. Un giorno apprese che Amedeo Nazzari, il più famoso attore italiano del tempo, stava girando un film nelle cave di marmo, a Colonnata. Enver era un grande ammiratore di Nazzari e decise di andare a trovarlo. Ma non si presentò a mani vuote: aveva con sé un regalo per l’attore, un suo ritratto ad olio su tela a cui aveva lavorato 58

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CERCANDO LA VITA NEL LEGNO (E NEL BRONZO) SUO PADRE AVEVA UNA GELATERIA, MA A 17 ANNI ENVER ROVERE AMAVA DISEGNARE, COSÌ CHIESE DI POTER STUDIARE ALL’ACCADEMIA DI CARRARA. DISSE DI NO AD AMEDEO NAZZARI E ARRIVÒ A TRENTO... per giorni. A Nazzari piacque. Si informò di lui, seppe che recitava. Gli propose di trasferirsi a Roma, di introdurlo nel mondo di Cinecittà. Ma Enver era fidanzato con Carla Giorgi: lei aveva a 17 anni, lui 20: ”Se vai a Roma non torni più!”, esclamò lei. Enver non ci andò, non diventò famoso né come artista né come attore: sposò la sua Carla (la sua attuale moglie) e, dopo il servizio militare, tornò a Carrara.

Ma non c’era lavoro. Venne a sapere che a Trento, nel laboratorio di marmi di Carlo Fozzer, fratello dell’illustre scultore Eraldo, cercavano un giovane scultore. Fu così che Enver arrivò a Trento, alle spalle del Castello del Buonconsiglio, nel laboratorio Fozzer alla Cervara. Vi lavorò per due anni ma (lavoratore implacabile com’è da oltre sessant’anni) lavorando in contemporanea al marmi-

ficio Redi ai Sòlteri, 12 ore al giorno compreso il sabato, riuscì a mettere assieme un buon gruzzolo. Si spostò da Trento a Levico Terme dove si mise in proprio e costruì, nel 1960, il laboratorio attivo tuttora, che ha passato a suo figlio Claudio. Un laboratorio che ha esattamente sessant’anni: ”Avete festeggiato i sessant’anni?”, gli chiedo: “Sì, lavorando…” Sul retro c’è il piccolo laboratorio artistico


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