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DAVANTI AL COMPUTER
1 Leggi attentamente, poi barra con una X quello che credi sia l’obiettivo principale del testo.
1. Mantieni la schiena ben dritta.
Serve per non affaticare la colonna vertebrale.
2. Rilassa le spalle e non incurvare il collo.
Tieni la testa alta, le spalle rilassate e gli occhi in linea con lo schermo del PC.
3. Appoggia i piedi a terra.
Le gambe dovrebbero formare un angolo di 90 gradi.
4. Scegli la sedia giusta e regolala a dovere.
Una sedia troppo alta non permette di appoggiare i piedi a terra, mentre una sedia troppo bassa ti obbligherà a contorsioni e movimenti innaturali.
5. Non dimenticare i polsi!
I gomiti devono formare un angolo di 90-100 gradi ed essere allineati con i polsi. Inoltre, quando si utilizza a lungo il mouse, è bene sgranchire la mano, ogni tanto.
6. Mantieni la giusta distanza fra occhi e schermo. Sia per la salute della vista, sia per non sforzare il collo e la parte superiore del corpo.
7. Fai delle pause.
È bene fare una pausa ogni due ore circa di attività: distogliere gli occhi dallo schermo, sgranchire le membra, fare due passi.
(Adatt. da coperni.co)
Spiegare perché è utile avere un PC davanti a sé.
Spiegare quanto tempo è bene passare davanti al PC.
Spiegare qual è la giusta postura davanti al PC.
2 Tu hai un PC a casa? Se sì, in quale stanza lo tieni? Per che cosa lo usi? Per quanto tempo al giorno? Rispondi sul tuo quaderno.
Alfabeto E Parole
L’alfabeto della nostra lingua è formato da 21 lettere: 5 vocali e 16 consonanti, a cui si aggiungono 5 lettere straniere.
a b c d e f g h i j k l m n o p q r s t u v w x y z
Nel riordinare due parole che iniziano con la stessa lettera devi guardare la lettera che viene dopo, se anche queste sono uguali considera la terza lettera, e così via. Es.: cane, cespuglio, oppure: zaino, zattera.
I SUONI C - G
Le consonanti C e G hanno il suono duro se sono seguite da A, O, U, H o da un’altra consonante.
CA - CO - CU - CHE - CHI casa coda cucina amiche chiave
GA - GO - GU - GHE - GHI gatto gonna gufo streghe ghiro
C + CONSONANTE G + CONSONANTE crostata classe grazie glassa
C e G hanno il suono dolce se sono seguite da E, I.
CE - CI - CIA - CIO - CIU cestino bicicletta pancia bacio ciuccio
GE - GI - GIA - GIO - GIU vigile generale giacca giostra giullare
Le parole che terminano in CIA o GIA al plurale si scrivono:
• con la I (CIE o GIE) se prima della C o della G c’è una vocale: camicia camicie; valigia valigie
• senza la I (CE o GE) se prima della C o della G c’è una consonante: arancia - arance; spiaggia - spiagge
I SUONI GN - NI
GNA - GNE - GNO - GNU non vogliono la I.
cigno cicogna agnello gnu
GN è seguito dalla I solo nella parola compagnia e in alcuni verbi alla prima persona plurale del modo indicativo presente: noi disegniamo, noi sogniamo ecc.
Ricorda:
• dopo GN di solito trovi una sola vocale: gnomo lavagna pigne
• dopo N ci sono due vocali: niente giardiniere Antonio
Il Suono Gl
paglia tovaglia giglio foglie gladiatore inglese glucosio globo
Alcune parole, tra cui molti nomi propri, non vogliono GLI, ma LI: olio, oliera, candeliere, ciliegia, milione, cavaliere, Italia, Sicilia, Giulio, biliardo Cecilia, Emilio, Amelia, ecc.
SCE - SCI
vascello sceriffo scivolare scimmia
Il gruppo SCE di solito non vuole la I.
Fanno eccezione: scienza e coscienza e le parole da esse derivate (scienziatoscientifico - scientificamente; coscienzioso - incosciente, ecc.), usciere e scie.
QU - CU
QU si usa se dopo la U c’è una vocale.
aquila liquirizia aquilone squalo culla cucciolo curva scusa
CU si usa se dopo la U c’è una consonante.
Le Parole Capricciose
Alcune parole non rispettano la regola precedente e si scrivono con la C anche se dopo la U c’è una vocale: sono le parole capricciose (cuore, scuola, cuoco, circuito, cuoio, scuotere, percuotere, riscuotere, cuocere, innocuo, taccuino).
Ricorda: l’unica parola che si scrive con due q è soqquadro, che vuol dire “disordine”.
Cqu
Vogliono CQU:
• le parole della famiglia acqua (acquazzone, acquario, subacqueo, acquedotto, acquolina, ecc.)
• alcuni verbi, come acquistare, acquisire e le parole da essi derivate: acquirente, acquisto, acquisizione, ecc.
MB - MP
Prima di B e P c’è sempre M e mai N: tromba, ombrello, timpano, campana, ecc.
La Divisione In Sillabe
Quando devi andare “a capo”, ricorda:
• ogni sillaba deve avere almeno una vocale: ca/sa
• se una parola inizia per vocale, seguita da una sola consonante, la prima sillaba è la vocale stessa: a/mi/ci/zia e/li/ca o/vat/ta
• le consonanti doppie e quelle del gruppo CQU si separano: cap/pel/lo ac/qua/rio
• le consonanti L, M, N, R si separano dalla consonante che viene dopo: pol/tro/na om/brel/lo ten/da
• i gruppi GN, GL, SC, CH, GH e i suoni complessi FR, GR, BR, PR, DR, TR,
BL, CL, ecc. non si dividono mai: gno/mo gli/ci/ne li/bro cro/sti/no spre/mu/ta gra/no dra/go
• la lettera S va sempre a capo. Se è seguita da una o più consonanti non si separa: fi/ne/stra Co/stan/za i/stri/ce
L’ACCENTO
L’accento è quel segnetto che indica la sillaba su cui la voce si ferma con maggiore intensità. È obbligatorio metterlo quando cade sull’ultima lettera.
Sara - sarà papa - papà pure - purè
• Molti monosillabi (parole con una sola sillaba) non vogliono l’accento: su, fa, sa, do, va, fu, sto, qui, qua, re, ecc.
• Altri monosillabi, invece, hanno l’accento: più, può, giù, già, ciò.
• Alcuni monosillabi cambiano significato in base alla presenza o no dell’accento: da - dà, di - dì, la - là, li - lì, ne - né, se - sé, si - sì, te - tè. Es.: Elisa dà gli ordini da un’ora!
L’APOSTROFO
Davanti alle parole che iniziano per vocale si deve mettere l’apostrofo:
• con LA, LO, UNA: l’arancia, l’elicottero, un’auto
• con le preposizioni articolate DALLA/O, DELLA/O, SULLA/O, NELLA/O: dall’alto, dell’animale, sull’altalena, nell’acqua
• con BELLO/A, QUELLO/A: bell’uomo, quell’onda
• con la particella CI: c’è, c’era, c’erano
• con SANTA/O: sant’Anna, sant’Ivo
I Nomi
I nomi indicano persone, animali, cose. Possono essere:
• comuni (nonno, gatto, fiume)
• propri: si scrivono con l’iniziale maiuscola (Antonio, Silvestro, Tevere)
• di genere maschile (bambino) o femminile (bambina)
• di numero singolare (casa) o plurale (case)
Si classificano in:
• concreti: indicano ciò che si può percepire con i sensi (acqua, profumo, spaghetti)
• astratti: indicano ciò che non si può percepire con i sensi (felicità, amicizia, odio, tristezza)
• primitivi: non derivano da nessun altro nome (posta, pesce, carta)
• derivati: hanno origine da un nome primitivo (postino, pescivendolo, cartoleria)
• alterati: indicano un’alterazione in senso diminutivo (casina), vezzeggiativo (casuccia), accrescitivo (casona), dispregiativo (casaccia) bottone non è una grande botte tacchino non è un piccolo tacco
Attenzione: alcuni nomi sembrano alterati ma non lo sono, si chiamano quindi falsi alterati.
• collettivi: sono nomi al singolare che indicano un insieme di elementi, es.: orchestra (un insieme di musicisti), branco (un insieme di lupi)
• composti: sono formati dall’unione di: un nome + un nome (motoscafo) un nome + un aggettivo (cassaforte) un verbo + un nome (schiaccianoci) un verbo + un verbo (saliscendi) un aggettivo + un aggettivo (pianoforte)
Gli Articoli
Gli articoli si trovano prima del nome e ci fanno capire se il nome che segue maschile o femminile, singolare o plurale. Possono essere: • articoli determinativi, quando accompagnano nomi definiti, ben precisati:
MASCHILI FEMMINILI
SINGOLARI il - lo -l’ la - l’
PLURALI i - gli le
LO e LA vogliono l’apostrofo quando incontrano una parola che comincia per una vocale.
Es.: LO elicottero l’elicottero; LA altalena l’altalena
• articoli indeterminativi, quando accompagnano nomi indicati in modo generico, non preciso:
MASCHILI FEMMINILI
SINGOLARI un - uno una - un’
L’articolo UNA si scrive con l’apostrofo davanti ai nomi femminili che iniziano per vocale. Es.: una astronave un’astronave
L’articolo UNO si usa davanti ai nomi che iniziano per PN, PS, GN, X, Z e S seguiti da una consonante. Es.: uno gnomo, uno zoccolo
Gli Aggettivi Qualificativi
Gli aggettivi sono parole che esprimono qualità; ci fanno capire com’è una persona, un animale o una cosa.
Il pirata coraggioso La torta saporita Gli animali indaffarati
I Verbi
I verbi indicano un’azione o un modo di essere di una persona, di un animale o di una cosa.
Il medico cura Il cane corre in giardino La rosa è profumata Ogni verbo indica in quale tempo l’azione avviene.
I tre tempi fondamentali sono:
- passato (l’azione è già avvenuta), es.: mangiai
- presente (l’azione avviene adesso), es.: mangio
- futuro (l’azione deve ancora avvenire), es.: mangerò
Il Modo Indicativo
Il modo indicativo ha otto tempi: quattro semplici e quattro composti.
TEMPI SEMPLICI
Presente (Io gioco)
Imperfetto (Io giocavo)
Passato remoto (Io giocai)
Futuro semplice (Io giocherò)
TEMPI COMPOSTI
Passato prossimo (Io ho giocato)
Trapassato prossimo (Io avevo giocato)
Trapassato remoto (Io ebbi giocato)
Futuro anteriore (Io avrò giocato)
Il Verbo Essere
Il verbo essere ha un significato proprio quando significa essere, stare, appartenere.
- Il castoro Milù è un costruttore di dighe.
- Il Vesuvio è a Napoli.
- Questa bambola è tua?
Il Verbo Avere
l verbo avere ha un significato proprio quando significa possedere, sentire, provare.
- Hai un libro nuovo!
- Ho sonno.
- Ha paura.
I verbi essere e avere hanno funzione di ausiliare (da ausilio = aiuto), cioè di aiutante, quando accompagnano gli altri verbi nella loro coniugazione.
- È atterrato
- Sono partito
- Sei nato
- Siete entrati
- Hanno giocato
- Ho dormito
- Hai visto
- Avete parlato
La Frase Minima E La Frase Ricca
La frase minima è formata solo dal:
- Soggetto (colui di cui si parla)
- Predicato (dice cos’è, com’è o cosa fa il soggetto)
Il papà ha lavorato
La frase è ricca quando sono presenti le espansioni che aggiungono ulteriori informazioni.
Ieri il papà ha lavorato nel suo ufficio
Le Espansioni
Le espansioni (o complementi) arricchiscono la frase minima, fornendo ulteriori informazioni.
Maria mangia una pizza con i funghi soggetto pred. verbale CHE COSA? CON CHE COSA?