Gauguin di Fabrizio Dori

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Fabrizio Dori

l ’altro mondo

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PROSPERO’S BOOK


Nei tempi antichi, le isole di Raiatea e di Tahaa formavano un’unica vasta terra: Havaii-nui, il “Grande Spazio Invocato e Ottenuto”.

Gli dèi, indispettiti del suo comportamento inviarono Tuna-nui, la Grande Anguilla, e questa trangugiò la ragazza in sol boccone.

Gli dèi chiesero a Tarahu-nui, il Grande Sciamano, di intervenire.

I sacerdoti costruirono su quella terra una Marae, un tempio sacro. Fu deciso che nulla avrebbe dovuto turbare la sacralità del luogo, nessun gallo avrebbe potuto cantare, nessun cane avrebbe potuto abbaiare e nessun essere umano avrebbe potuto recarvisi.

Una bella fanciulla dal nome Terehe, che significa Cattiva Intenzione, infranse il divieto e giorno dopo giorno si bagnò nelle acque del fiume che scorreva in prossimità del tempio.

L’anguilla, posseduta ora dall’anima di Terehe divenne rabbiosa, in preda a una furia accecante sradicò alberi e pietre, arrivando a divorare metà dell’isola. Ingozzandosi, Tuna-nui crebbe fino a diventare un animale gigantesco.

Tarahu-nui grazie alla sua magia domò la bestia, si sedette sul suo capo e la condusse lontano, verso oriente.

Da quel momento in poi la Grande Anguilla prese il nome di Grande Trasfigurata.


La sua pinna dorsale, alta e seghettata, divenne la catena montuosa attorno alla quale crebbe l’isola di Tahiti. Una seconda pinna dorsale più piccola si dispose per essere la colonna vertebrale dell’isola di Moorea.

Poi l’immenso pesce si arrestò per la stanchezza, ma non fu cosa semplice impedirgli di muoversi ancora. Un gruppo di guerrieri si fece carico dell’impresa. Raggiunsero l’isola in piroga. Il loro proposito era di tagliare i tendini del pesce, così da impedirgli per sempre di muoversi. Tentarono con ogni mezzo, ma i loro sforzi furono vani.

Tra di essi vi era il celebre eroe Tafai. Tafai fece costruire un’enorme ascia, più robusta di qualsiasi altra mai esistita. L’ascia era però così pesante da non poter essere utilizzata.

Tafai invocò allora Tino-rua, il Signore dell’Oceano, e l’ascia divenne leggera e maneggevole.

Tafai si mise così a colpire l’isola pesce e recise tutti i suoi tendini e i suoi muscoli. Tahiti non si mosse mai più e divenne il luogo che oggi conosciamo.

Tafai e i suoi guerrieri divennero i re dell’isola. Molte generazioni dopo, i loro discendenti videro realizzarsi l’antica profezia che diceva: “Uomini verranno un giorno a bordo di una grande piroga senza bilanciere. Essi saranno vestiti dalla testa ai piedi”.

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La notte dell’8 giugno 1891, dopo sessantatré giorni di navigazione, Paul Gauguin giunge a Tahiti. L’isola, visitata da navigatori inglesi per la prima volta nel 1767, è diventata colonia francese nel 1880.

Gauguin sbarca a Papeete, città portuale fondata dal missionario britannico William Crook, nel 1818. Il nome della città in polinesiano significa “cesta d’acqua”.

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Gauguin aveva detto addio all’Europa e all’esistenza che aveva condotto sin a quel momento:

Possa venire il giorno in cui andrò a rifugiarmi nei boschi su un’isola dell’Oceano, là vivere di estasi, di calma e d’arte.

Circondato da una nuova famiglia, lontano da questa lotta tutta europea per i soldi.

Là a Tahiti potrò, nel silenzio delle belle notti tropicali, ascoltare la dolce musica che sussurra i movimenti del mio cuore in armonia amorosa con gli esseri misteriosi dell’isola.

Libero, finalmente, senza pensieri, potrò amare, cantare e morire.

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1 Manao tupapau

Lo spirito dei morti veglia


Copenaghen, marzo 1893

Che sciocchezze!

Sono dunque questi i quadri che ha fatto arrivare da Tahiti?

E ha il coraggio di chiedere, nel caso in cui riuscissi a venderne qualcuno, di mettergli da parte il denaro.

Santo cielo! Ho il cuore pieno d’amarezza nel sapere che Paul è così egoista. Non ne posso più…

Mmm… singolare…

Quello? Le sue istruzioni sono di non venderlo a meno di 1500 franchi… piuttosto di tenerlo.

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È bizzarro… e troppo caro.

A Parigi sì…

Non penso di poterlo vendere qui.

A Parigi forse. Lì vostro marito, da quanto ho capito, ha una sua piccola cerchia di estimatori.

Dopo essere partito per Tahiti con tutto il ricavato della sua ultima vendita, ora ha il coraggio di chiedermi di trovare i soldi per il suo ritorno a Parigi.

Non gli importa niente che i suoi figli debbano elemosinare il pane agli amici di sua moglie.

Non si può mai contare su di lui! Pensa solo a se stesso e al suo benessere. È così pieno di sé!

Mi dispiace Signora Gauguin, ma non posso aiutarla. Provi a Parigi.

Lui e la sua sporca pittura…

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Se almeno ci lasciasse in pace! Vorrei non dover più pensare a lui, vorrei che uscisse definitivamente dalle nostre vite, che rimanesse laggiù.


Parigi, dicembre 1893

Laggiù! Vedi quello stabile? Il mio nuovo studio è là.

Da fuori non sembra un granché questo tuo… come hai detto che lo chiamano?

Bateau-Lavoir, prima era una fabbrica di pianoforti… aspetta di vedere l’interno!

Piuttosto Maxime* sarei curioso di vedere lo studio del tuo amico Gauguin! In giro non si parla d’altro!

Si dice che abbia le pareti dipinte in giallo cromo, che sia disseminato di asce, picche e idoli maori, si dice che viva lì con un pappagallo, una scimmietta e un’amante mulatta!

Ora che è tornato da Tahiti Gauguin è diventato un vero personaggio!

Dicono si sia presentato alla sua mostra da Durand-Ruel vestito come un magiaro del seicento. Che tipo!

*

Sarebbe meglio che le persone parlassero della sua mostra piuttosto che di queste sciocchezze. La sua pittura è sorprendente.

Maxime Maufra (1861-1918 ), fu il primo, di molti pittori,

a installare il proprio studio nel Bateau-Lavoir.

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Oh! Ma ne parlano, Maxime. Si dice: “se volete far divertire i vostri figli, portateli alla mostra di Gauguin. Vi troveranno tante figure colorate, femmine di scimmia sdraiate su tappeti da biliardo, il tutto commentato in lingua locale”.

Monet e Renoir hanno definito la pittura di Gauguin “decisamente brutta”.

Già, le vendite sono state un disastro. La sera dell’inaugurazione alla chiusura Paul piangeva come un bambino. In pochi hanno capito.

Pissarro dice che quest’arte esotica è palesemente rubacchiata ai Canachi!

Monfreid mi ha confidato che Gauguin parla di ripartire per sempre… di scomparire. Avevi ragione Maxime! È un buon posto per dipingere.

Molto luminoso.

Dice di voler finire i propri giorni libero e tranquillo, senza più dover lottare con gli imbecilli.

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Bah! Gli impressionisti ormai sono la nuova accademia! Sono sorpassati.


Bretagna, novembre 1894

È deciso, in dicembre torno a Parigi e vendo tutto il poco che mi resta.

Non è più il posto che ricordavo. Ho fatto male a tornarci. Niente! Nessuna ispirazione qui!

Calmati Gauguin, non ti sei ancora del tutto ripreso.

Sì, sono stanco Seguin*, camminare nella neve mi affatica. Torniamo a casa.

Una volta intascato il denaro riparto per l’Oceania. Nulla potrà impedirmi di partire e sarà per sempre!

La pittura è una lingua, i colori sono l’alfabeto.

Il rosso è verticale, tonico, ascendente, l’azzurro è orizzontale e calmo, il giallo obliquo e perverso.

Parliamo di pittura. Parlare mi fa stare bene. Ascoltami con attenzione…

*

Armand Seguin (1865-1903 ) pittore e illustratore,

amico di Gauguin, di Émile Bernard et Serusier.

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Parigi, ottobre 1895 “Ho visto degli alberi che nessun botanico potrebbe ritrovare…”

“Un mare che potrebbe essere lava colata da un vulcano e un cielo nel quale Dio non può abitare.” Leggete più giù.

“Chi è dunque costui? È Gauguin, il selvaggio che odia una civiltà ingombrante, una sorta di Titano che, geloso del Creatore, a tempo perso fa anche lui la sua piccola creazione, è il bambino che smonta i suoi giocattoli per assemblarne altri, quello che rinnega e che sfida, preferendo vedere il cielo rosso piuttosto che blu…”

E ha utilizzato questo scritto come prefazione al catalogo dell’asta dei suoi quadri all’Hotel Drouot ?!

Gauguin aveva chiesto a Strindberg di scrivere per lui la prefazione del catalogo della mostra. Strindberg ha rifiutato con questa lettera poco lusinghiera.

Ebbene Gauguin che ha fatto? Ha fatto stampare la lettera al posto della prefazione, aggiungendovi la sua risposta. In un modo o in un altro ha avuto quindi uno scritto firmato Strindberg sul suo catalogo!

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“Il pittore del simbolismo” così lo aveva definito il povero Aurier sul Mercure de France.

Ah ah ah! Molto originale!

Senza dubbio! Così come la sua opera.

È straordinario che si possa mettere così tanto mistero in tanta vivacità di colore.

Onestamente preferisco Redon. La pittura di Gauguin è troppo… rozza. Voi che ne dite signor Mallarmé?

Trovo incredibilmente affascinante l’arte di Gauguin.

È ripartito per l’Oceania, Signor Verlaine. Ha venduto tutto ciò che ha potuto ed è partito.

E dove si trova adesso il signor Gauguin?

“Eccomi sulla spiaggia armoricana. Risplendano, nella sera, le città. La mia giornata è compiuta; lascio l’Europa. L’aria marina brucerà i miei polmoni; i climi perduti mi abbronzeranno.”*

E allora brindiamo a questo fuggiasco con i versi di un altro fuggiasco!

*

Rimbaud - Una stagione all’inferno.

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Hiva Hoa, maggio 1903. Isole Marchesi.

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Lontano…

Sempre più lontano…

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tunuĂŠ

tutta un'altra storia


« Mi sono messo in testa di diventare pittore » Lettera di Gauguin a Camille Pissaro del 1882

tunué

ISBN 978-88-6790-297-2

9 788867 902972

Euro 19,90


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