Maestri del fumetto

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Indice

3

INTRODUZIONE

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MAESTRI STATUNITENSI E BRITANNICI

15 21 27

I II III

33 39 45 51 57 63

L’uomo che visse due volte – Will Eisner Dalla giungla africana alla giungla mediatica – Joe Kubert «A Furshlugginer Genius!» – Harvey Kurtzman e Will Elder IV La generazione sotterranea – Robert Crumb V Il delirio quotidiano – Gilbert Shelton VI Nel mistero del nero e del colore – Mike Mignola VII Un mondo oscuro al di qua del bene e del male Frank Miller VIII La nascosta complessità delle favole – Bryan Talbot IX La misteriosa porta verso l’interiorità – Neil Gaiman e Dave McKean

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MAESTRI FRANCESI E BELGI

71 75

X XI

81 87 93

Più veloce della sua ombra! – Morris e René Goscinny Nel West, non lontano da Mœbius – Jean-Michel Charlier e Jean Giraud XII Il mito di un creatore di miti – Mœbius XIII Dentro il fascino della decadenza – Enki Bilal XIV Avventure tra i pescicani – Jean Van Hamme e Philippe Francq


97

XV

Psicomagie di un feuilleton western Alejandro Jodorowsky e François Boucq

103

MAESTRI ARGENTINI E SPAGNOLI

105

XVI

111

XVII

117

XVIII

123

XIX

129

XX

135

XXI

141

MAESTRI ITALIANI

143 149 155 159

XXII XXIII XXIV XXV

165 171 177 183 189 195

XXVI XXVII XXVIII XXIX XXX XXXI

201

XXXII

207

XXXIII

Il grande vecchio della sperimentazione visiva Alberto Breccia Un Nuovo Mondo di sogni e sangue Enrique Breccia e Carlos Trillo Nel giardino del grottesco – Jordi Bernet ed Enrique Sánchez Abulí Leggende di italiani d’America – Robin Wood e Domingo Mandrafina Amarezza e spettacolo in un futuro negativo Juan Giménez Io, povero peccatore – José Muñoz e Carlos Sampayo

La storia di un viaggiatore incontentabile – Hugo Pratt La realtà e la leggenda – Dino Battaglia Ridere con angoscia – Bonvi Le ambiguità e contraddizioni della Storia Max Bunker e Paolo Piffarerio Grottesco, feroce e sarcastico – Magnus e Max Bunker Il gioco spietato del mondo – Guido Buzzelli L’avventura e l’affettività – Attilio Micheluzzi Il profumo dell’epica e del mito – Sergio Toppi Il teatro sulla pagina – Gianni De Luca Tra eros e conturbante, alle spalle della normalità Guido Crepax Ladri, gentiluomini e geniali – Alfredo Castelli e Ferdinando Tacconi Quando il poliziesco diventa leggero – Claudio Nizzi e Rodolfo Torti


211 217 223 227 233 239 243 249

255

XXXIV

L’essenza della parodia – Tiziano Sclavi e Giorgio Cavazzano XXXV Ken Parker, o della psicologia e del cinema Giancarlo Berardi e Ivo Milazzo XXXVI Non è elementare, Watson! – Giancarlo Berardi e Giorgio Trevisan XXXVII Una macchina narrativa fascinosa e inquietante Vittorio Giardino XXXVIII Il tenero delirio della carota mannara Massimo Mattioli XXXIX Lungo le rive del perturbante – Carlo Ambrosini XL Raccontare l’indicibile – Lorenzo Mattotti XLI Pazienza? Pratikamente una rockstar Andrea Pazienza SUGGERIMENTI DI LETTURA


Introduzione

Non prendete questo libro per una Storia del fumetto. Non c’è una Storia qui, ma tante diverse storie quanti sono i capitoli che seguono. Certo, queste storie si intersecano e spesso si intrecciano a tal punto che non è difficile ricavarne ancora altre. E qualcuno a cui mancasse il quadro complessivo potrebbe certamente sentirsi tentato di ricostruirlo a partire da quello che può leggere qui. Ma i testi che seguono non sono stati scritti per questo. Gli interventi che compongono questo libro sono nati come altrettante introduzioni a una serie di volumi intitolati I Maestri del Fumetto, usciti settimanalmente in edicola nel 2009 e curati dall’editrice Magic Press per conto del quotidiano Il Sole-24 Ore e del settimanale Panorama. Non ho quindi deciso io gli autori di cui parlare e anche le scelte dei curatori della collana, com’è normale che succeda, sono state il frutto di un compromesso tra quello che si desidera e quello che si trova disponibile. Proprio per questo sono presenti in questo volume anche due saggi mai pubblicati in quella serie, quello su Guido Crepax e quello su Dave McKean e Neil Gaiman, i cui volumi sembrava dovessero uscire e per i quali, invece, qualcosa è andato storto all’ultimo. Poiché quelle introduzioni presentavano non solo gli autori ma anche delle specifiche storie a fumetti, che non possono essere ricordate qui visivamente se non attraverso qualche immagine, ne ho citato i titoli all’inizio di ogni saggio, in modo da ricostruire un poco il quadro della situazione originale.1 1 I saggi che costituiscono questo volume non sono identici a quelli originali. Diverse correzioni sono state operate qua e là, per correggere qualche imperfezione, per evitare riferimenti al contesto originale di pubblicazione (che qui è ovviamente diverso, e che avrebbero perciò potuto procurare perplessità al lettore), per armonizzare un poco il fatto di trovarsi ora tutti nello stesso volume.


MAESTRI STATUNITENSI E BRITANNICI


Will Eisner, The Spirit. Š Will Eisner Studios Inc.


I. L’uomo che visse due volte WILL EISNER The Spirit

Molti lettori non abituali di fumetti conoscono Will Eisner (New York, 1917-2005) per un volume intitolato Il Complotto. La storia segreta dei Protocolli dei Savi di Sion (2004). Si tratta di un romanzo a fumetti – l’ultimo realizzato da Eisner prima del 3 gennaio 2005, giorno della sua scomparsa – che contiene una minuziosa e avvincente ricostruzione dell’origine e della fortuna di uno dei più clamorosi falsi della Storia, un documento nato in Russia a fine Ottocento per screditare gli ebrei, che finì per diventare un’arma politica in mano ai nazisti per giustificarne lo sterminio. Quello che probabilmente molti di questi lettori occasionali di fumetti non sanno è che non solo tale graphic novel è soltanto l’ultimo di una lunga serie di capolavori realizzati da Eisner, ma che anche lo stesso termine graphic novel, benché non introdotto per la prima volta da lui, fu da Eisner adoperato a partire dal 1978 come un’inconsueta etichetta editoriale approvata dalla sua casa editrice di allora, la Baronet Books di New York, per la pubblicazione di una sua raccolta di racconti riuniti direttamente in volume col titolo A Contract with God, and Other Tenement Stories (‘Un contratto con Dio e altre storie di condominio’). Una definizione che nei suoi intenti aveva lo scopo – perfettamente riuscito, si può ormai dire – di far capire al pubblico che quel libro non andava interpretato come un fumetto tradizionale, analogo agli albetti indirizzati allora, negli USA, solo o prevalentemente ai ragazzi, ma come un’opera più matura dagli intenti, respiro ed esiti molto più vicini a quelli del romanzo. È il 1978 quando appare sul mercato di lingua inglese A Contract with God. In un paese in cui le forme di diffusione del fumetto sono il comic-book, ovvero l’albo mensile, e la comic-strip, la striscia per i quotidiani, l’idea che il fumetto possa meritarsi la pubblicazione in veri


MAESTRI FRANCESI E BELGI


Jean-Michel Charlier, Jean Giraud, Blueberry, «La tribù fantasma». © Blueberry


XI. Nel West, non lontano da Mœbius JEAN-MICHEL CHARLIER E JEAN GIRAUD Blueberry: «Naso rotto», «La lunga marcia», «La tribù fantasma», «La giovinezza di Blueberry»

Nel 1963, Jean-Michel Charlier (Liegi 1924 – Parigi 1989) scrittura il venticinquenne Jean Giraud (n. Nogent-sur-Marne, 1938) per disegnare un’avventura western, intitolata Fort Navajo, da pubblicarsi sul settimanale Pilote. Pilote esiste ormai da quattro anni e tra i fondatori c’è lo stesso Charlier, insieme – tra gli altri – a René Goscinny e Albert Uderzo, che vi pubblicano fin dal primo numero il loro Astérix le Galois. Charlier è in questo momento già uno sceneggiatore affermato, di origine belga, e pure Goscinny, francese, si è fatto conoscere sinora sul campo belga. Il fumetto francese sta uscendo da un lungo periodo di latenza e sono oltre venticinque anni che il timone della produzione in lingua francese si è spostato e saldamente arroccato a Bruxelles, attorno alle due grandi riviste Tintin e Spirou. A peggiorare una situazione già poco florida è pure intervenuta, nel 1949, una severa legge di censura per il fumetto, votata concordemente dalle destre e dalle sinistre dell’epoca. Anche per questo la nascita di Pilote, nel 1959, è un evento così importante. Dopo un primo anno di incertezze, l’editore Dargaud decide di accollarsi la rivista e si spiana in questo modo la strada verso la supremazia nel settore, finalmente alla pari e anche oltre il tradizionale concorrente belga Dupuis. Ci troviamo dunque all’inizio del decennio in cui si apre la grande stagione del fumetto francese. Nel 1960 è apparso nelle edicole il mensile Hara-Kiri, futura palestra politico-intellettuale dei giovani autori. Nel 1962 fa scandalo Barbarella, di Jean-Claude Forest, dove qualche accenno di nudo, ma soprattutto la disinvoltura sessuale della protagonista, sconvolgono per sempre in Francia la tradizionale considerazione del fu-


MAESTRI ARGENTINI E SPAGNOLI


Alberto Breccia, L’uomo e la bestia. © Eredi Breccia


XVI. Il grande vecchio della sperimentazione visiva ALBERTO BRECCIA L’ultima visita del gentiluomo malato, L’anziano terribile, L’uomo e la bestia, I miti di Cthulhu, Il cuore rivelatore, Antiperiplea, Dracula: un cuore tenero Non si finirà mai di sottolineare l’importanza del lavoro di Alberto Breccia per l’evoluzione del fumetto d’autore degli ultimi quaranta e più anni. Era il 1969 quando Breccia sperimentava con Héctor Germán Oesterheld una nuova versione del grande romanzo di fantascienza a fumetti L’Eternauta, che sarebbe poi uscita in Italia, sulla rivista Linus, nel corso del 1972. La riproposta di Breccia del grande classico del fumetto argentino era molto differente da quella inaugurata dodici anni prima da Francisco Solano López. La trama era sostanzialmente la stessa, anche se Oesterheld ne aveva approfittato per enfatizzare assai più della prima volta certi aspetti politici, ma la versione di Breccia era molto più cupa e decisamente espressionista. In Italia non si era mai visto niente di simile e persino lo sperimentalismo di un Dino Battaglia, che proprio su Linus pubblicava da qualche anno le sue innovative versioni a fumetti di Poe e Hoffmann, appariva, al confronto, troppo stilizzato ed elegante, quasi fuori del tempo; invece il disegno di Breccia era puro dramma, un concentrato di angosce visive ottenuto attraverso un mix di tecniche, dal tradizionale pennino al pennello a secco, alla biacca, alla macchia nera grattata con la lametta, al collage… Ho citato Battaglia non solo per la coincidenza dello spazio di pubblicazione e per una certa vicinanza di stile con Breccia, ma anche perché appartiene al gruppo di quei fumettisti che per un certo periodo della propria carriera intrattengono rapporti stretti con Buenos Aires. Il più importante di questi autori italiani è Hugo Pratt, che passa in Argentina tredici anni, dal 1949 al ‘62. Breccia, classe 1919, nato a Montevideo (Uruguay), è di poco più anziano di tutti loro, e poiché quello che accade di importante nel mondo del fumetto argentino, in quegli anni, ruota attorno a Oesterheld, è evidente che si conoscevano e si frequentavano.


MAESTRI ITALIANI


Guido Crepax, Valentina, «Baba Yaga». © Guido Crepax


XXXI. Tra eros e conturbante, alle spalle della normalità GUIDO CREPAX Valentina: «La curva di Lesmo», «I sotterranei», «Vita intrepida», «Baba Yaga»

Guido Crepax, che si sappia, è il primo autore italiano a pensare al fumetto come qualcosa che non debba necessariamente rivolgersi a bambini o adolescenti, disegnando storie in cui i temi più tradizionalmente fantastici o avventurosi si accompagnano ai riferimenti culturali, all’erotismo raffinato, all’esplorazione delle pulsioni dell’inconscio. La curva di Lesmo, primo episodio di quella che non è ancora la saga di Valentina, appare sul secondo numero di Linus, nel maggio del 1965. Il milanese Crepax (1933-2003) è il primo autore italiano ad apparire sulla nuova rivista di Giovanni Gandini. Tutto è nuovo, in quel momento. E potrà apparire strano – oggi che Linus si avvicina ai cinquant’anni di storia e magari appare a molti come un’istituzione assestata e un po’ frusta – ma al momento si trattava davvero di un esperimento, di un’operazione arrischiata. Certo che il successo dei fumetti neri, alla Diabolik, aveva inaugurato in Italia una stagione di fumetto dedicato a un pubblico più adulto; ma questi fumetti si rivolgevano comunque a un target popolare, mentre Linus era dichiaratamente una rivista per intellettuali; basti pensare a quella conversazione in apertura del primo numero tra Oreste Del Buono, Elio Vittorini e Umberto Eco. E poi questo presentare nelle pagine che seguono, e con un approccio palesemente storico-critico, grandi classici americani come Peanuts, Popeye, Krazy Kat, Li’l Abner… È anche significativo che tra gli articoli presenti sul primo numero di Linus ci sia una recensione dell’edizione italiana della Barbarella (1962) di Jean-Claude Forest. Barbarella è in quel momento la vera novità del fumetto europeo, per non dire mondiale: un fumetto fantasticofantascientifico, di spessore culturale, con protagonista femminile e forti risvolti erotici. Si tratta di una ricetta destinata a dare numerosi frutti in breve tempo, specialmente in Francia.



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