Marina Novelli
Cambio pelle
C’era qualcosa di magico in questo.
Cambio pelle Collana «Prospero’s Books» n. 24 I edizione: gennaio 2010 Soggetto, sceneggiatura e disegni: Marina Novelli Illustrazioni di copertina: Marina Novelli Colori di copertina: Chiara Cinabro Grafica di copertina, impaginazione e lettering: Tunué S.r.l. Text and illustrations Copyright © 2010 Marina Novelli/Tunué S.r.l. All rights reserved. Direzione editoriale: Massimiliano Clemente Tunué S.r.l. Via Bramante 32 – 04100 Latina – Italy tel. 0773 661760 | fax 0773 1875156 info@tunue.com | www.tunue.com ISBN-13, GS1 978-88-89613-79-5 Finito di stampare nel mese di gennaio 2010 presso: Arti Grafiche Civerchia S.r.l. Via Pantanaccio 82/B 04100 Latina – Italy Carta: Hello Silk + 300 g/m2 (copertina) Munken Print Cream 1,8 115 g/m2 (interni) Cambio pelle è stampato su carta «amica delle foreste» certificata FSC
Marina Novelli (Roma 1961), dopo essersi diplomata all’Accademia di Belle Arti di Roma, lavora diversi anni come scenografa e arredatrice per il cinema e per il teatro. In seguito, collabora come disegnatrice per numerose agenzie pubblicitarie. Come autrice, approda al fumetto da pochi anni, dopo aver frequentato la Scuola internazionale di comics di Roma. La sua prima tavola esce su Mono (Tunué). Cambio Pelle è il suo esordio nel graphic novel.
Un bacio e un ringraziamento a: Giorgio Pontrelli, per esserci stato sempre e comunque, e perché ha sempre creduto in me; Lorenzo Bartoli, senza il quale non avrei capito che le parole hanno un’anima; Maurizio Rosenzweig, per non avermi mai abbandonata e avermi ubriacata di consigli e fini saggezze professionali: Alessandro Bilotta: l’origine… la scintilla… l’incipit. E ancora: a Claudio Januario, per aver curato la realizzazione del trailer di Cambio pelle; alla mia amica Chiara Cinabro per aver colorato il «salto di gioia» in copertina; a Laura Bernaschi, e a tutti i miei cari che mi hanno aiutata e sostenuta con pazienza e affetto.
Cambio pelle
A mio padre e a tutti quelli che non ci sono pi첫
Il respiro, questo filo pesante che lega la sensazione di esserci a ogni luogo in cui siamo. GIuSePPe GeNNA
VenerdÏ 13 giugno 1981. Ricordo che gli occhi di mio padre e di mia madre faticarono a restare aperti perchÊ un vento gelido di tramontana sembrò entrare violentemente nella nostra casa, fin dentro le nostre ossa. Da allora, il tempo pare si sia dilatato e il vento gelido sia tornato a essere una brezza leggera. La vita è un soffio, aria pura quella dei bambini.
piccolo e immenso allo stesso tempo.
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terra, fango‌ il candore accecante del palmo di una piccola mano che vorrebbe frenare quella discesa frenetica e inesorabile.
il corpo del bambino si contorce e finisce la caduta incastrandosi in una strozzatura del tunnel sotterraneo‌
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una pesante corda gli cade sulla testa, poi si raggomitola disordinatamente‌
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la paura toglie il respiro, schiaccia i polmoni, o forse c’è qualcosa di duro e freddo che comprime il torace. gli occhi sono bianchissimi e profondi che a guardarli ci si perde dentro.
davanti quel candore ti senti sopraffatto dal terrore. allontani lo sguardo. osservi i tuoi piedi ben saldi in terra, come un albero dalle radici secolari circondato dalla luce del sole e dalla luminescenza della luna che tutto rende riconoscibile‌ che tutto rende rassicurante.
lamenti, urla, pianti. non voglio stare in questa stanza buia! lacrime, respiro affannoso e solitario.
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non andare via! non mi lasciare qui solo! è tardi, devo tornare… mia madre mi aspetta! tra poco…
… diventerà buio.
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in lontananza si sente un urlo strozzato e impercettibile. poi nulla piĂš. solo un vento leggero.
il mondo non è quello che vediamo all’esterno.
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era pomeriggio, e in quel bel cielo azzurro si perdevano nubi bianchissime.
il fatto era straordinario, come ogni cosa di quel giorno.
il giallo intenso della campagna scaldava le tempie dei giovani compagni di gioco.
si ritrovarono a scivolare liberi sulle colline, spinti da un vento leggero.
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bigio e libero anticipavano gli altri di qualche metro.
affondando i passi, sentivano scricchiolare rumori misteriosi ed echeggiare il frinire dei grilli.
berta si fermava ad aspettare astore‌ al centro di quella immensa distesa pianeggiante si perdevano e si univano in un giocoso alternarsi.
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