Susine e il dormiveglia di Bruno Enna e Clément Lefévre

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PROLOGO

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Prima di tutto...

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... diciamo subito che il Dormiveglia si suddivide in due mondi attaccati tra loro, quasi a formare un “8”. Uno è leggero come un palloncino e va verso l’alto. L’altro è pesante e trascina il primo mondo verso il basso. Il mondo leggero (quello tipo palloncino) è il Mondo di Prima. Il mondo pesante, invece, è il Mondo di Dopo. Immagino che possa essere valido anche il contrario, ma bisognerebbe rovesciare l’8 (e comunque, farebbe sempre 8). Va anche detto che, all’inizio, io conoscevo solo il Mondo di Prima e che per me era tutto il Dormiveglia possibile.

Ricordo che, a quel tempo, vivevo al 12 di Rue de Cauchemars, non avevo il cellulare e potevo giocare solo per mezzora con il DS Lite. Ricordo anche che, quando dicevo “cacca”, tutti ancora ridevano. La mia camera era una stanza-da-figlia-unica, piena di cose di cui non mi va di parlare. E comunque, a me interessavano solo i cappelli, i berretti, i tubi di plastica morbida e lo scotch! Con un buon rotolo di scotch per me era facile costruire un nuovo Coprizucca Canalizzatore.

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CAPITOLO

I

Quando c’erano le orecchie Passavo pomeriggi lunghissimi, dopo la scuola, ma neanche uno era davvero noioso. A quel tempo l’odore della nonna mi restava sui vestiti come un profumo prezioso. Dato che non seguivo il tempo pieno scolastico, stavo con lei molte ore. Di solito facevo finta di terminare i compiti, guardandola poi sferruzzare di nascosto o impastare la farina, ascoltando la radio. «Cosa pensano i fiori, quando vedono il mondo? Cosa pensano i mondi, quando guardan le stelle? Cosa dicono quelle, dopo un bel girotondo?» Lei cinguettava spesso questa canzone, con quella sua voce simile a una carezza ruvida. 9


La nonna conosceva un sacco di storie e – dato che non possedeva la televisione – non smetteva mai di raccontarle. Le raccontava così spesso che io, alla fine, le avevo imparate quasi tutte a memoria. Una sera, mentre mamma e papà tardavano – come al solito – ad arrivare, lei mi spiegò che esisteva un mondo chiamato il Dormiveglia e che questo era uno spazio affilato come un coltello, sospeso tra il buio e la luce. Era così affilato da tagliare addirittura le orecchie, perciò, nel visitarlo, bisognava stare molto attenti. A suo dire era necessario non lasciare mai aperto uno spazio tra la luce e l’ombra. In quello spazio, infatti, poteva capitare che le orecchie tendessero a nascondersi o comunque a cercare riparo.

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Il mattino in cui la maestra chiese ai miei genitori di portarmi dallo psicologo scolastico (perché non socializzavo con i miei compagni e vivevo in un mondo di fantasia; almeno, così diceva lei), non sapevo neppure che quel tizio esistesse e che si trovasse da tanti anni nella mia scuola. Gufo Baffone stava chiuso come una talpa in una tana fatta di libri e orologi antichi. «Siediti!» mi ordinò al nostro primo incontro, con un vocione pieno di fumo. «No, grazie!» risposi io, studiandogli le scarpe. «Allora, stiamo in piedi tutti e due» chiosò lui, neutro. Lo stesso tono che usava la mamma, quando cercava di farmi ripulire il piatto a fine cena.

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Un pomeriggio, sulla sua scrivania, notai alcuni cartoncini bianchi: «Quelli che cosa sono?» «Sono dei test» rispose Gufo Baffone, «li somministro agli adulti nel mio studio privato». Poi, vedendo che continuavo a fissarli, si decise: «Vuoi dargli un’occhiata?»

I cartoncini, grandi e porosi, contenevano delle chiazze (tipo enormi macchie di caffè). Mi resi subito conto che mi piaceva guardarle e sfiorare la loro superficie rugosa con i polpastrelli. Ne stavo studiando una, quando ecco la rivelazione: una di quelle macchie aveva la forma di un grande cappello col pennacchio, attaccato a un lungo tubo nero. Era la forma, chiara e semplice, di un Coprizucca Canalizzatore!

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«Il mio nome è Susine...» dissi, guardandomi attorno incredula. Mi trovavo su un pontile di legno, sistemato sulla “sabbia mobile”, al confine con quel... Mar Morbido. Attraccate al pontile c’erano imbarcazioni di ogni tipo e dimensione, con alti comignoli laccati da cui sbuffavano nuvolette paffute. Ma la cosa che stupiva di più erano le creature fantastiche che animavano quel paesaggio.

«Il Dormiveglia!» esclamai felice, senza neppure un grammo di paura, «Questo è senza dubbio il Dormiveglia!»

ISBN 978-88-6790-289-7

9 788867 902897

Euro 17,00

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