GIOVEDĂŒ 18 APRILE 2019
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MARCHE
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MARCHE, BELLEZZA INFINITA
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INTERVISTA A CESARE CATÀ Una vista di Montefortino nei Sibillini
Pagine a cura di Ugo Cennamo. Hanno collaborato Lucia Gentili, Ilaria Traditi, Maria Gloria Frattagli, Gaia Gennaretti
Fate e cavalieri dei Sibillini Tra storia e mito di Lucia Gentili
DAL 6 LUGLIO UNA RASSEGNA NEI BORGHI FERITI DAL SISMA
«Luce della Rinascita» per una terra magica LE TERRE DELLA SIBILLA sono come lei, magiche. E in primavera si riempiono di colori. Dalla viola di Eugenia al genepì dell’Appennino, i fiori spontanei che nascono sui Sibillini rendono unico il paesaggio. A popolare il bosco ci sono il lupo, l’aquila reale, l’elusivo gatto selvatico, l’istrice, il cinghiale, il capriolo e, grazie a specifici progetti di reintroduzione, nel Parco sono tornati anche il cervo e il camoscio appenninico. Il chirocefalo del Marchesoni, crostaceo lungo un centimetro, vive solo nel Lago di Pilato e in nessun’altra parte del mondo. Questo immenso patrimonio naturale non può non essere raccontato per immagini. Sempre, però, nel rispetto dei suoi attuali abitanti. Come fanno i ragazzi de “L’occhio nascosto dei Sibillini”: quattro amici, uniti dall’amore per la natura e la fotografia, hanno posizionato nel bosco una fototrappola, una speciale fotocamera mimetizzata e dotata di sensori notturni a infrarossi, che scatta e registra solo quando viene rilevato un movimento. Senza rumori né flash visibili agli animali. La pagina Facebook dove vengono pubblicati i video è gestita da Stefano Ciocchetti, informatico specializzato in
PER LUI LE MARCHE sono una «top model col pigiama della nonna»: stupiscono. Diego Mecenero, giornalista, scrittore e appassionato ricercatore di leggende sui Monti Sibillini, è originario di Vicenza ma da 15 anni vive nelle Marche. Sui Sibillini ha scritto il libro per ragazzi Il segreto del mantello blu. «Tutti hanno un ponte del diavolo o una grotta delle streghe – spiega – ma nessuno con la portata europea che nel Medioevo ha avuto la grotta della Sibilla. È un’Atlantide sommersa nella ter-
fotografia dei beni culturali, appassionato di fotografia naturalistica. Lo scorso 2 gennaio, sui Sibillini, è stato protagonista di un’esperienza unica, diventata poi il racconto Dentro una nevicata, scritto con la zooantropologa Margherita Buresta: andato a fare qualche scatto sulla neve, si è trovato circondato da otto lupi. Lo hanno guardano con curiosità, senza un atteggiamento aggressivo, fiutando che davanti a loro c’era un essere umano da non temere. E PER L’ESTATE IL FOTOGRAFO insieme a un altro gruppo, Photonica 3 (formato da lui, Marco Gratani, Roberto Verolini e Sergio Paparoni), sta preparando qualcosa di importante: “Appennino Foto Festival – Luce della Rinascita” con ospiti di fama internazionale, come Marco Colombo, Wildlife Photographer of the Year 2018 o Maurizio Biancarelli, fotografo di National Geographic. Dal 6 al 21 luglio, borghi feriti dal sisma quali Belforte, Camporotondo, Cessapalombo e San Ginesio, saranno illuminati da mostre, dibattiti, serate dedicate al tema della natura e dell’Appennino, workshop, degustazioni di prodotti locali.
I SIBILLINI, O MONTI AZZURRI come amava chiamarli Giacomo Leopardi, nascondono un segreto senza tempo: la grotta della Sibilla. Per secoli, negromanti e cavalieri inviati da imperatori e regine di mezza Europa, sono stati attratti dal richiamo di questa donna magica, sapiente e al tempo stesso pericolosa, che aveva il suo regno nel grembo della montagna. Storia e mito, inferno e paradiso, si mescolano. Ma quel mondo, che racchiude anche il “lago con gli occhiali” (per la leggenda, tomba di Ponzio Pilato), è tuttora incontaminato, selvaggio e protetto dalla Natura. E porta con sé un bagaglio di storie da raccontare al mondo, secondo il filosofo, performer teatrale e storyteller Cesare Catà, il professore di Fermo noto anche per i compiti dell’estate 2015, in cui invitava gli studenti a sognare, ballare e non arrendersi mai. Filosofia del fantastico. Escursione tra i Monti Sibillini e l’Irlanda sul concetto di fantasia è il titolo di uno dei suoi libri e la sua lezione-spettacolo Fate caprine e cavalieri erranti da quest’estate sarà anche in lingua inglese. Chi è la Sibilla?
«La donna magica nascosta in questi monti. È la Sibilla Appenninica, alchemica o chimica. Non quella classica, come le profetesse di Varrone, quelle della Cappella Sistina di Michelangelo o dipinte da Raffaello. Ma è l’incarnazione di un culto antico che ha a che fare con la donna sapiente, correlata a Calipso dell’Odissea e più vicina al mondo celtico. Chi le avrebbe chiesto qualcosa sarebbe stato maledetto». Perché maledetto?
«Perché la Sibilla aveva una conoscenza superiore agli uomini e così facendo avrebbe commesso un’eresia. E’ l’idea di diventare divini attraverso la conoscenza (theosis). Non a caso questi paesaggi
E Ponzio Pilato, in balia del fato, si inabissò nel lago... ra piuttosto che nell’acqua, con a capo la regina delle fate. Alla stregua di un romanzo fantasy in stile Harry Potter, il cavaliere provenzale Antoine de La Sale scrisse Il paradiso della regina Sibilla. Era stato inviato da Agnese di Borgogna sul monte per visitarne la grotta. La principessa nella sua sala da pranzo, in Francia, aveva un arazzo con le vicende dei Sibillini. Il libro è il resoconto del viaggio». Oppure c’è Wagner: compose un’opera ispiran-
dosi alle vicende del Tannhauser, cavaliere della mitologia germanica che, intorno alla metà del XIV secolo, visitò il regno della Sibilla. Secondo Mecenero queste leggende di portata europea hanno un’origine ancestrale, quando Dio era femmina e la religione matriarcale. «Lo starter di tipo storico-religioso è pre-italico», legato ai Cimmeri e alla dea Cibele (uno dei nomi con cui si chiamava la Grande Madre).
fantastici hanno nomi sinistri. Maledizione e bellezza. Basti pensare al Lago di Pilato, l’assassino di Cristo, all’Infernaccio, al Pizzo del Diavolo. Enea Silvio Piccolomini, letterato diventato poi Papa Pio II, in una lettera al fratello le definiva “cose maledette”. Il negromante Cecco d’Ascoli venne qui a divinare i suoi testi proibiti sull’astrologia teologica. Ma qui pregò anche San Francesco: queste terre sono la cornice dei Fioretti». Più storia o leggenda?
«Difficile distinguere, si mescolano. Ci sono più fonti letterarie che storiche. Di sicuro è una storia di tipo europeo per la sua grandezza».
Cesare Catà, filosofo e storyteller
Ricchezza da scoprire Queste montagne sono una risorsa ma è nello spirito marchigiano non fare rumore. Invece andrebbero raccontate al mondo Chi sono gli altri abitanti del regno della Sibilla?
«Ci sono le ancelle alla corte della Sibilla, le “fate caprine”, con piedi e zoccoli di capra (come il dio Pan). E i folletti tipici, i “mazzamurelli”, simili agli irlandesi leprechaun, che custodiscono segreti e si annunciano con colpi contro il muro». Questi monti sono una risorsa dimenticata?
«No. E’ proprio dello spirito marchigiano non fare rumore. C’è però un deficit di storytelling: esiste un bagaglio di leggende da raccontare al mondo, anche come risorsa turistica». Di fronte al paradiso della Sibilla però, parallelo e opposto, c’è il Monte Vettore, dove i negromanti salivano per consacrare i libri di formule magiche – tanto che i gendarmi lo presidiavano giorno e notte – con il Lago di Pilato. L’unico bacino naturale nelle Marche, nella leggenda era un lago magico, abitato dai demoni. Si narra che Ponzio Pilato, prima di essere giustiziato, espresse come ultima volontà quella di essere trascinato da un carro di buoi, in balia del fato. Da Roma fino al Centro Italia e il carro si inabissò nel lago.
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SIBILLINI BIKEPACKING
Un percorso ad anello per scoprire il parco
Alcuni ciclisti in azione lungo le strade del Sibillini Bikepacking un percorso ad anello interamente studiato e tracciato da Marche Trail
Alla scoperta delle Marche Sul sito www.marcheoutdoor.it tutte le informazioni UNA NUOVA AVVENTURA. La magia dei monti, i numerosi misteri e le leggende popolari. Quello del 25 maggio, il Sibillini Bikepacking è un percorso ad anello, interamente studiato e tracciato da Marche Trail, attraverserà l’intera catena montuosa permettendo di scoprire, in un unico viaggio, i quattro versanti del Parco: Magico, Sacro, Storico e Fiorito. L’intero percorso potrà essere percorso con pieno spirito di avventura e in totale autonomia. Non è una gara, quindi nessun limite di tempo da rispettare, ognuno potrà organizzarsi come meglio crede in base alla sua esperienza, scegliendo dove e quando mangiare e dormire. La partenza è appunto sabato 25 maggio alle 8 da Visso sede del Parco e luogo simbolo del terremoto 2016. Il percorso anello (155 km 4500 d+) è una versione del Grande Anello dei Sibillini (GAS) appositamente rivisitato da Marche Trail per rendere l’esperienza ancora più avvincente ed entusiasmante. Pur essendo un percorso di montagna non presenta grandi difficoltà tecniche di tipo ciclo-enduristiche. Si potrà dormire sotto le stelle e ci saranno delle specifiche norme da rispettare per il bivacco e sulla presenza dei lupi. Il percorso sarà diviso in due parte. La prima: nonostante il terremoto fortunatamente sono diverse le strutture ricettive agibili ed accoglienti. Non sarà difficile reperire cibo ed acqua. In alcuni borghi come Amandola, Montefortino, Altino Montemonaco, Montegallo, ci saranno campeggi, agriturismi, B&B e rifugi, sulla traccia o nelle immediate vicinanze, fino ad arrivare al valico di Forca di Presta (km 105 / 3100d+). La seconda parte, al km 110, subito dopo il valico, ci sarà invece un piccolo rifugio (Belvedere). Il viaggio proseguirà poi in direzione Castelluccio dove il terremoto è stato meno clemente. In questo caso lo scenario sarà ancora più emozionale con interi tratti distrutti dalle scosse. I segni sono ancora evidenti, le ferite sempre aperte. Insomma, non sarà solamente un giro d’avventura in bici, ma una occasione per conoscere questo territorio, per i marchigiani di toccare con mano un pezzo della loro storia e capire cosa realmente è capitato con il terremoto di due anni fa, quali sono state le reali conseguenze di una devastazione che ha spopolato interi paesi.
di Maria Gloria Frattagli
L’IDEA DI RINASCITA delle Marche in sella a una bicicletta. L’era post terremoto non è solo ricostruzione ma anche frequentazione. E questo è l’obiettivo che si è posto Marche outdoor, un sistema di rete strutturato fatto sia di percorsi tematici e georeferenziati, sia di strutture di accoglienza specializzate integrata da accompagnatori e servizi dedicati agli amanti della
bicicletta, nonché di strumenti che consentono di accedere facilmente e rapidamente a tutte le informazioni e servizi. Tra questi anche una app interattiva attraverso la quale si può creare un’esperienza sempre più su misura e corrispondente ai propri interessi. È un’idea di rinascita delle Marche, che parte dalla messa in rete del territorio e dall’idea di valorizzare le strade secondarie che attraversano il paesaggio
DALLE MARCHE ATTRAVERSO SVIZZERA, FRANCIA E INGHILTERRA
Di tappa in tappa fino a conquistare Londra ZAINO IN SPALLA, attrezzatura al completo, spirito d’avventura e tanta voglia di conoscere le Marche e tutta l’Italia. C’è un percorso, una long ride, ovvero un lungo viaggio pedalato, che dal cuore delle Marche porta direttamente a Londra gli appassionati di questo sport. Quattordici tappe, per oltre 2100 chilometri in sella, attraversando l’Italia, la Svizzera, la Francia con arrivo in Inghilterra. È questa l’avventura che vivono quelli di MarcheBikeLife con lo scopo di promuovere il territorio, le esperienze di turismo locali, il cicloturismo e la cultura dei viaggi in bici. Il progetto si chiama “Marche-London” ed è ormai già alla terza edizione, dopo quella del 2016 e del 2017 con l’obiettivo di rendere operativa da subito una manifestazione con data fissa sul calendario e un percorso permanente che ciclisti di tutti i livelli potranno compiere, in autonomia o con guida, anche a tappe o frazioni. “Marche-London 2019” avrà il compito di promuovere, divulgare, incontrare, collocare il prodotto bi-
ke in tutte le sue forme (strutture ricettive, territorio, itinerari, esperienze, eventi, associazioni, prodotti enogastronomici, eccellenze) lungo il percorso che si snoderà dalle Marche a Londra, realizzando come nelle edizioni passate dei convegni a tema nelle seguenti città: Pesaro, Ferrara, Verona, Milano, Varese, Aigle, Dijon, Brighton e terminando la propria corsa nel cuore di Londra. Ognuno dei fortunati corridori sarà a tutti gli effetti un ambasciatore della qualità marchigiana all’estero. Il progetto è sostenuto dalla Regione Marche e da alcuni degli operatori pubblici e privati più importanti del territorio, in un evento promozionale itinerante al quale solo in pochi potranno unirsi. Di tappa in tappa le soste sono arricchite da incontri coi protagonisti della long-ride e proiezioni di video ispirati alle tante realtà marchigiane ferite dal terremoto. Fra questi, la pellicola Oltre il terremoto che testimonia la scorza di quei comuni e delle persone che li abitano con immagini e interviste.
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DAL 20 AL 27 APRILE
La settimana di Gabicce per ciclisti appassionati
La macchina di assistenza della Scott-Shimano guida il gruppo con un’andatura media di 25 chilometri all’ora e ogni giorno una nuova avventura
in sella a una bicicletta
per pedalare attraverso le strade e i sentieri più belli marchigiano, passando da Urbino, città ideale del Rinascimento, fino a coprire l’intera regione, con particolare attenzione alle aree interne collinari e montuose. IN QUESTO MODO sono state poste le basi per creare una nuova ciclovia tramite la quale si può vivere e riscoprire le profonde radici di un territorio, estremamente eterogeneo, e la propria
identità. Un primo appuntamento, che si aggiunge a tutti gli altri già in calendario ormai da un paio di anni, è la prima edizione del Sibillini Bikepacking, il primo evento Unsupported Bicycle Adventure nel Parco Nazionale dei Monti Sibillini. Il percorso (circa 155 chilometri) attraversa l’intera catena montuosa e rappresenta una versione appositamente rivista del “Grande Anello dei Sibillini”.
CICLOTURISTICA DI GABICCE per guardare le Marche da un altro punto di vista. La Settimana Cicloturistica Internazionale di Pasqua, dal 20 al 27 aprile, è da sempre una bella occasione per vivere entusiasmanti avventure in bicicletta. Sette giorni, tutte le mattine, alla scoperta del magnifico entroterra marchigiano e delle sue bellezze, sette le meravigliose uscite fuori porta che sono state programmate per i partecipanti: si percorreranno dagli 80 ai 120 chilometri, con soste enogastronomiche, dove sarà possibile gustare i tanti prodotti tipici dell’entroterra (piadina, ottimo prosciutto e salame tipico, dolci fatti dai paesani dei borghi e castelli e vino a volontà). Una volata sulle colline marchigiane con assaggio delle prelibatezze enogastronomiche. La Cicloturistica di Gabicce è seguita da una scorta tecnica di professionisti per garantire la massima sicurezza ed il massimo ordine, poiché, come da antica tradizione, si è soliti “passeggiare in carovana” guidati dalla macchina di assistenza della Scott-Shimano con andatura di 25 chilometri all’ora. Sono state riconfermate tutte le novità della passata edizione, compresa la spettacolare cronoscalata Gabicce Mare – Gabicce Monte. Durante la settimana verranno assegnate ricche premiazioni con in palio soggiorni week end. Durante la settimana i cicloturisti e i loro familiari possono presenziare ad incontri tecnici, proiezioni dei film dedicati al ciclismo e tante feste. I familiari in occasione dei tour possono visitare i paesi che accolgono gli sportivi e altri borghi caratteristici. Gli accompagnatori potranno iscriversi alle escursioni guidate in bus, approfittando dello sconto del 50 per cento, e potranno partecipare alle feste organizzate per la carovana dalle varie località e visitare i luoghi più suggestivi. Chi non parteciperà alle escursioni, avrà una rappresentante del team (multilingua) a disposizione per attività collaterali a scelta, ginnastica in spiaggia, passeggiate nel parco, trekking, shopping. Tutte le mattine, dopo la partenza dei cicloturisti, con un bus navetta è possibile raggiungere direttamente e attendere i ciclisti nel paese dove questi faranno tappa. Lì sarà offerta una degustazione gastronomica di prodotti tipici. Il programma prevede inoltre una visita culturale, storica e paesaggistica del luogo, che si concluderà con il ristoro, all’arrivo dei cicloturisti, verso le undici circa.
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24 aprile, da Assisi a Foligno DOPO IL RITROVO ALLE 9 e la benedizione del Pellegrino presso la Basilica di San Francesco, il viaggio può avere inizio. Qui, dal 1230 sono conservate e custodite le spoglie mortali del santo serafico. La chiesa, che fu uno dei capisaldi della diffusione del gotico in Italia veva molteplici finalità. Prima di tutto era il luogo di sepoltura del fondatore dell’Ordine, che già dopo due anni dalla sua morte veniva considerato una delle figure più significative della storia del cristianesimo. Prima sosta a Spello, conosciuta soprattutto per le magnifiche Infiorate, composizioni floreali create ogni anno in occasione del Corpus Domini. Arrivo a Foligno previsto nel pomeriggio per una visita del centro storico, piccolo ma suggestivo e ricco di tesori. Come il Duomo, dedicato a San Feliciano in stile neoclassico barocco, palazzo Trinci sede della Pinacoteca e il palazzo comunale. Pernotto al Convento di S. Anna.
Una panoramica immagine del sentiero persorso del Cammino Francescano; nella foto in basso una spettacolare immagine di Roccavarano e, a destra, la piazza di Ascoli dove è previsto l’arrivo
25 aprile, da Foligno a Colfiorito SI RIPARTE DA FOLIGNO alla volta di Sostino percorrendo circa 15 chilometri. Il paese si trova sulla strada che, deviando dalla Strada Statale 77 della Val di Ponte, si inerpica nella gola tra il monte di Pale e il monte Smontatotio, per raggiungere gli abitati di Franca e le piane di Ricciano e Colfiorito, lungo l’antica “via Plestina”. Questa valle stupefacente, oltre ad essere ideale per praticare birdwatching e gustare prodotti tipici del territorio (ad esempio le patate rosse di Colfiorito, il farro e la celebre lenticchia autoctona), è anche un ambiente privilegiato per itinerari di trekking, mountain bike e non solo. Protagonista indiscussa è la palude del Colfiorito, definita come il miglior esempio di zona umida dell’Italia centrale. Qui vivono specie animali e vegetali rari e variegati, come il pino nero, la ninfea bianca, la brasca e il millefoglio d’acqua.
26 aprile, l’arrivo a Pievebovigliana SI RIPARTE ALLE 8 da Colfiorito per raggiungere dopo circa un’ora di cammino la frazione di Serravalle di Chienti (Macerata) arrivando così nelle Marche. Prevista una visita alla “botte dei Varano” un’importante opera idraulica realizzata negli anni 1458-1464: si tratta di un complesso emissario artificiale sotterraneo di circa 200 m di lunghezza che fu fatto scavare da Giulio Cesare Varano, signore di Camerino, nel XV secolo con lo scopo di bonificare l’altopiano di Colfiorito. Pranzo al sacco all’antico Mulino di Gelagna Bassa, del 1400 e arrivo alle 18 a Pievebovigliana (oggi confluito nel comune di Valfornace), colpito dal sisma del 2016. Pernotto e ristorazione presso l’agriturismo “Sapori di campagna” ricavato in un casale di altri tempi tipico dell’architettura in arte povera, a pochi passi dai monti Sibillini.
A piedi dall’Umbria fino Dal 24 aprile il Cammino Francescano della
di Ilaria Traditi
UNA CAMMINATA SPIRITUALE, sei giorni per raggiungere a piedi Ascoli partendo da Assisi. È il Cammino Francescano della Marca che si svolgerà dal 24 aprile al 1 maggio atttraversando due regioni, sedici Comuni, di cui tredici marchigiani: Serravalle del Chienti, Muccia, Valfornace, Caldarola, Cessapalom-
bo, Fiastra, San Ginesio, Sarnano, Amandola, Comunanza, Palmiano, Venarotta e Ascoli Piceno. Un pellegrinaggio culturale e spirituale diviso in otto tappe che transita per sterrati e sentieri, toccando luoghi di grande pregio artistico e naturalistico, ripercorrendo la stessa via che San Francesco seguì nel 1215 nelle sue predicazioni verso le Marche meridionali. Un
Al via le celebrazioni per l’anno francescano La chiesa di San Giusto nel piccolo borgo di San Maroto
27 aprile, si fa tappa a Villa di Montalto LA QUARTA TAPPA prevede alle 10 una visita alla chiesa di S. Giusto a San Maroto, che domina dall’altura rocciosa su cui è insediato la media valle del Chienti. L’edificio di culto di origine medievale svetta come un faro dal fondovalle, ruolo esaltato dall’impianto circolare cupolato ritmato lungo il perimetro da quattro nicchioni. La particolare struttura della chiesa, a pianta circolare, sormontata da una cupola senza centine di sostegno, ha alimentato numerose congetture sulla sua nascita e conserva all’interno affreschi databili tra il XIV ed il XV secolo. Pranzo a Valcimarra e visita al castello di Porchia, a Montalto, di origine trecentesca. Avente funzione di torre di comando, organizzava dall’alto le difese del borgo.
SONO APPENA INIZIATE, esattamente il 10 aprile, le celebrazioni per l’anno francescano nell’Arcidiocesi di Ancona-Osimo che si protrarranno fino a ottobre tra conferenze, concerti, presentazioni di libri, proiezioni e tanto altro. A inaugurare il ricco cartellone di eventi Massimo Cacciari che ha tenuto una lezione sul tema “L’erranza di san Francesco” proprio per ricordare gli 800 anni dalla partenza del poverello di Assisi dal porto di Ancona per la Terra Santa. «Si tratta di un evento storico importante – ha sottolineato l’arcivescovo Angelo Spina – che ci ricorda come vincere la paura e vivere il dialogo, come aprirsi all’incontro e percorrere vie di pace. Nelle Marche Francesco è venuto a predicare, ha camminato e ha incontrato tante persone, tra cui fra Pacifico che ha musicato il Cantico delle Creature. Il francescanesimo ha segnato questa terra per 800 anni e lo spirito del santo è ancora vivo nella regione».
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28 aprile, l’arrivo a Sarnano LA QUINTA TAPPA PREVEDE una sosta mattutina alle gole del Fiastrone, uno degli ambienti naturali più spettacolari delle Marche e non solo. Sono chiamate “gole” poichè la valle dove scorre il fiume Fiastrone, è costituita da pareti rocciose (dei due versanti della valle) che in un particolare punto, appunto “le gole”, si avvicinano talmente tanto che arrivano a toccarsi. Tutto questo in un ambiente intatto, selvaggio, dove non arrivano strade e dove non si vedono segni dell’uomo ma solo della natura. Pranzo al sacco all’Abbazia San Salvatore di Monastero e alle 18 arrivo a Sarnano, bandiera arancione del Touring Club, famosa per la chiesa di S. Maria di Piazza, il palazzo del Popolo, il palazzo del Podestà, il palazzo dei Priori, le terme di San Giacomo e gli impianti sciistici. La sera alle 21.30 è revisto presso l’hotel Terme uno speciale concerto per i pellegrini.
29 aprile, si fa tappa a Comunanza UNA BELLA CAMMINATA per circa 10 chilometri porterà i pellegrini da Sarnano ad Amandola, in provincia di Fermo, dove potranno riposarsi per la pausa pranzo. Questo piccolo centro medievale è situato sul versante orientale del Parco Nazionale dei Monti Sibillini e sulla sinistra orografica del fiume Tenna. Il paese deve il suo nome alla pianta del mandorlo che un tempo doveva primeggiare nella zona. Il centro storico, adagiato su tre colli, si compone di architetture civili e religiose, di imponenti e sontuosi palazzi, di nascosti e graziosi vicoli. Il cammino può proseguire alla volta di Comunanza con la cena a cura della pro loco e il pernotto presso il Palasport. Siamo dunque arrivati nella provincia di Ascoli, pronti a intraprendere la parte conclusiva del viaggio.
30 aprile, Venarotta in festa
al cuore delle Marche
Marca, in pellegrinaggio da Assisi ad Ascoli tragitto che unisce idealmente il santuario del poverello d’Assisi con il sepolcro del protettore dai terremoti Sant’Emidio d’Ascoli. In soli 166 chilometri di sviluppo, da attraversare il maniera slow godendo delle bellezze del paesaggio circostante, il Cammino Francescano della Marca offre una varietà unica e straordinaria di bellezze naturalistiche, di tesori ar-
chitettonici e spirituali. Il Cammino tocca quattro parchi: quello del Monte Subasio, quello dell’Altolina, quello di Colfiorito e il Parco Nazionale dei Sibillini. L’edizione di quest’anno ha un valore aggiuntivo perché il pellegrinaggio toccherà i luoghi colpiti dal sisma e d’accordo con alcune amministrazioni comunali i partecipanti saranno ospiti nei container e nelle tende destinati agli sfollati.
DA COMUNANZA, borgo che fu abitato già in epoca romana con la presenza di stabilimenti termali, si parte per Palmiano, un piccolo centro collinare a ridosso dell’Appennino tra le valli dei torrenti Chiaro e Fluvione, affluenti di sinistra del fiume Tronto. Il castello di Palmiano fu fondato nel XV secolo o sul finire del XIV secolo da una comunità di monaci appartenenti all’ordine benedettino dell’abbazia di Farfa. Da visitare è la Chiesa parrocchiale di San Michele Arcangelo, ricavata all’interno di una torre del paese e sede della locale parrocchia. Alle 16 arrivo a Venarotta dove meritano una visita la Chiesa dei SS. Cosma e Damiano, la Chiesa della Santa Maria delle Grazie, il Santuario dell’Addolorata nella frazione di Gimignano e la Chiesa di San Giorgio Martire nella frazione di Vallorano. Dopo la cena, alle 21 si terrà la Festa del Pellegrino.
L’Antica Via Lauretana, un itinerario da Grand Tour SONO MILIONI I PELLEGRINI che nei secoli hanno raggiunto a piedi Loreto, attratti dalla preziosa reliquia della Santa Casa di Maria. L’Antica Via Lauretana, storico percorso che fin dal ‘300 collegava Roma alla città marchigiana, è una delle principali vie di fede italiane ed europee, con la Via Francigena e la Via Romea e tra ‘700 ed ‘800 era parte del Grand Tour, una dimensione internazionale che si intende riportare in vita con la candidatura ad Itinerario Culturale Europeo. Attualmente risulta percorribile il percorso che congiunge Assisi a Loreto, attraverso sette tappe, di cui cinque nelle Marche (Colfiorito, Muccia, Belforte del Chienti, Tolentino, Macerata) giungendo infine a Loreto dopo aver toccato anche Camerino, Muccia, Abbadia di Fiastra e Pollenza, Montecassiano, Montelupone, Recanati. La Regione Marche sta credendo molto in questo progetto quale strumento di rivitalizzazione e riqualificazione delle aree interne.
Primo maggio ad Ascoli Piceno ED ECCOCI GIUNTI ALLA FINE DEL VIAGGIO con l’ottava e ultima tappa. Direzione Ascoli Piceno, il cui arrivo è previsto nel pomeriggio alle 17.30 lungo un itinerario incantevole, immerso tra i calanchi e le gole del Rio Chiaro dopo aver toccato gli antichi borghi di Venapiccola, Tirabotte e Gimigliano. Ad Ascoli è prevista una visita alla chiesa di San Francesco e il centro storico, tra i più monumentali d’Italia. Magnifica Piazza del Popolo, su cui si affacciano alcuni dei luoghi più importanti tra i quali Palazzo dei Capitani del Popolo (sec. XIII), lo storico Caffè Meletti, la chiesa di San Francesco (sec. XIII-XVI) e la Loggia dei Mercanti. I pellegrini saranno infine accolti nella Cattedrale, nella cripta di Sant’Emidio. Nel suggestivo spazio sotterraneo del presbiterio del Duomo, il Vescovo consegnerà loro l‘Emidiana, ovvero l’attestato di avvenuto pellegrinaggio.
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DAL 27 APRILE AL 5 MAGGIO
Appuntamento goloso per il miglior Fritto Misto
QUINDICI ANNI di Fritto Misto. Dal 27 aprile al 5 maggio torna il Festival nazionale dedicato alla frittura. Con un claim nuovo di zecca, «È tutto un altro fritto!» l’evento che si tiene ogni anno ad Ascoli Piceno si presenta in una veste completamente rinnovata pronto ad accogliere golosi da tutta Italia dal 27 aprile al 5 maggio, nella centralissima piazza Arringo con un ricchissimo programma, pensato per soddisfare un pubblico di tutte le età. Partner storico di Fritto Misto è la Regione Marche che sarà presente all’evento con uno spazio interamente dedicato alle opportunità offerte dal Piano di Sviluppo Rurale in tema di agricoltura. L’area centrale dell’evento sarà ancora una volta il Palafritto, un luogo magico che permette nella
cucina di 250 metri quadrati l’incontro delle più diverse culture culinarie italiane e straniere. Fianco a fianco, abili ed esperti friggitori. Tra questi, il cuoppo misto napoletano del maestro Luigi De Rosa, gli arancini e i cannoli dell’azienda artigianale Cerere Fattore Siculo della provincia di Catania, lo gnocco fritto modenese di Riccardo “Pippo” Forapani, le specialità sudamericane de El Tambo di Torino, la frittura di pesce dell’Osteria Caserma Guelfa di San Benedetto del Tronto. Protagoniste assolute la frittura tipica di casa, le olive ascolane dop del Piceno, realizzate dal laboratorio Fritto Misto Lab. Fritto Misto pensa anche all’utenza affetta da celiachia con uno stand interamente dedicato al gluten free, realizzato in collaborazione con l’Aic Marche.
La splendida Piazza del Popolo ad Ascoli Piceno
Ascoli Piceno si prepara a Oltre alle celebrazioni legate alla Settimana Santa di Maria Gloria Frattagli
SETTIMANA SANTA MA ANCHE DI ARTE, cultura, panorami e bellezze inesplorate. Si comincia da uno degli eventi folkloristici di forte richiamo storico per il comune piceno di Ripantransone: ‘Il Cavallo di fuoco’. La rievocazione storica risale al lontano 1682, quando, in onore della Madonna di San Giovanni, un artificiere di Atri attraversò più volte la piazza con un cavallo, sprigionando fuochi d’artificio in tutte le direzioni. Il Cavallo di Fuoco, manifestazione unica in Italia nel suo genere si è affermata nella storia come il simbolo di un’antica tradizione che è rimasta invariata nei secoli. Ripatransone, il Belvedere del Piceno, a 12 km dall’Adriatico, Bandiera Arancione, vanta un’ineguagliabile vista panoramica che spazia dal
Gran Sasso ai Monti Sibillini, dal Conero al Gargano, fino alla costa dalmata. Il Venerdì Santo, la Passione di Cristo rivive anche a Montalto delle Marche, dove numerosi figuranti ne mettono in scena i momenti salienti nella caratteristica processione che si avvia per la salita della Passeggiata del Monte. Il Comune di Montalto delle Marche si trova nella fascia collinare che va dalla costa Adriatica alla Catena dei Sibillini, ad una distanza percorribile in venti minuti, sia dal mare che dalla montagna. Ogni anno, sin dal 1500, migliaia di fedeli assistono con devozione alla storica Processione del Cristo Morto a Monteprandone, con oltre 300 personaggi. Alle 21 una maestosa bara dorata, con stoffe e frange d’oro e d’argento, del peso di oltre 400 chili, viene portata
Bellezze artistiche, golosità e appuntamenti da non perdere Il travertino
Il Caffè Meletti
Ascoli è edificata sul travertino, un marmo che si trova nel territorio. Si ammira in Piazza del Popolo, una della più belle d’Italia. Incorniciata da un loggiato con 59 archi e palazzetti rinascimentali con portici e merlature.
Il Caffè Meletti, un salotto in stile Liberty che, dai primi anni del ‘900, offre il caffè con l’aggiunta dell’Anisetta e ‘mosca’ (un chicco di caffè) fa un effetto strano se si pensa che, per anni, fu sede del “Senato”, sodalizio dei notabili della città.
Le torri
Palazzo dei Capitani
L’oliva ripiena
Da visitare la Torre degli Ercolani o del Palazzetto Longobardo, Viaggio nella storia seguendo l’itinerario di via delle torri dove sarà possibile ammirare anche le Torri gemelle, per sfociare in piazza Ventidio Basso.
Suggestivo e imponente il Palazzo dei Capitani del Popolo. All’interno la Sala degli Stemmi, un vero e proprio scrigno, e da qui ammirare la chiesa di San Francesco, i palazzi, i portici e le logge.
Ripiena di carne e fritta, costituisce l’elemento principale del “fritto misto all’ascolana”. La preparazione è lunga e laboriosa, perché bisogna saper scegliere l’oliva e saperla snocciolare a elica.
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FINO AL 3 MAGGIO
L’arte di Tullio Pericoli e il paesaggio mutante
una settimana da ricordare in calendario una serie di rievocazioni storiche a spalla da 4 giovani vestiti di nero che si danno il cambio con le altre squadre lungo il percorso. La secolare Processione del Cristo Morto a Monsampolo del Tronto, a partire dalle 20.30 del Venerdì Santo, dalla chiesa di Maria Santissima Assunta, vede la partecipazione di cinque Confraternite, con personaggi che indossano tuniche con i colori che li contraddistinguono. Il tragitto è suggestivamente illuminato da fiaccole e lampioncini di legno coperti ai lati con carta sulla quale sono disegnati i simboli della Passione di Cristo. DURANTE LA SETTIMANA SANTA si susseguono sagre, spettacoli, concerti, ed appuntamenti religiosi, ma anche mercati, e messe di mezzanotte
per celebrare il mistero Pasquale a Ascoli Piceno. Un esempio è proprio il Mercato della Rocca ad Acquaviva Picena che si tiene nel centro cittadino (nei week end di ogni seconda settimana del mese). Degna di essere menzionata anche ‘Le Madonne a Acquasanta Terme’. Nel borgo medievale di Quintodecimo, all’imbrunire, prende vita ‘Le Madonnelle’, quadri viventi della Passione di Cristo. La Processione del Venerdì Santo è anche a Monterubbiano. Qui il rito paraliturgico delle ‘tre ore di agonia’ e della processione del Cristo Morto, rinomata in tutto il circondario. Processione anche a Montalto delle Marche nel cuore delle ‘Terre Sistine’. Nelle vie del centro storico prende il via questa storica processione che si avventura per la salita della ‘Passeggiata del Monte’.
LA VIVACITÀ intellettuale di Ascoli Piceno nella mostra di Tullio Pericoli. Una selezione di 165 opere danno vita all’esposizione ‘Forme del paesaggio 1970-2018’ curata da Claudio Cerritelli, visitabile fino al 3 maggio 2020. Un viaggio nelle mutazioni che l’immagine della natura ha assunto nel corso del tempo nell’opera dell’artista. E proprio a partire dalla frattura, fisica e sentimentale, rappresentata dal recente evento sismico, Tullio Pericoli ha scelto di costruire un percorso a ritroso nel tempo, che dal presente risale attraverso l’evoluzione della sua arte, dalle attuali frammentazioni visionarie alle originarie esplorazioni geologiche. La mostra è realizzata grazie al sostegno della Fondazione Cassa di Risparmio di Ascoli Piceno che da sempre è attenta all’arte e alla cultura, in particolare alle opere di Tullio Pericoli. La sala che apre il percorso
della mostra è dedicata alle opere che traggono origine dagli sconvolgimenti paesaggistici dovuti agli eventi sismici: forme dissestate, movimenti tellurici del segno come del colore, immagini restituite in tutta la loro drammatica fragilità. Il percorso continua con l’esplorazione di nuove morfologie paesaggistiche, evidente nelle opere del periodo 1998-2009 che, dopo aver rappresentato lo scenario dei colli marchigiani, vanno progressivamente esplorando i dettagli della natura, i segni e i solchi delle terre. Sempre seguendo l’allestimento, l’esposizione continua con la fase 1976-1983, che pone in evidenza un diverso trattamento del tema paesaggistico attraverso vedute luminose e la delicatezza degli acquerelli, chine e matite su carta, spazi aerei che l’artista concepisce come orizzonti immaginari, memorie di alfabeti, tracce di antiche scritture.
Piazza Arringo
La ceramica
I dintorni
Piazza Arringo è la più antica piazza monumentale della città, abbellita da importanti palazzi tra cui. E’ possibile ammirare anche la Pinacoteca civica e scoprire la “Carrozza del tempo” che permette visione e ascolto della storia della città.
Ascoli è anche la città della Ceramica, con una forte tradizione tramandata e conservata oggi dalle 15 botteghe artigiane disseminate nel centro storico. Si può visitare il Museo della Ceramica, nella chiesa di San Tommaso.
Intorno alla città si possono ammirare i calanchi, acute creste nude e franose. C’è poi il Dito del Diavolo (foto), tra Piagge e Colle San Marco. Ultima tappa è la Montagna dei Fiori, divisa dalla montagna di Campli da un profondo canyon.
Il Ponte Romano
La Quintana
Passeggiare sul Ponte Romano Agusteo, risalente al I secolo a. C., sarà possibile, visto che Ascoli è una città tra due fiumi, ma passare dentro allo stesso sarà un’esperienza di certo ancora più suggestiva.
Oggi ne esistono due: la più antica, in edizione diurna, si tiene la prima domenica di agosto; la più spettacolare, in notturna, secondo sabato del mese di luglio. Inutile dire che La rivalità tra i sestieri è molto accesa.
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La storia
Il debutto La web serie “Non voglio mica la luna” è pronta a debuttare il prossimo 11 maggio, al teatro Serpente Aureo di Offida
I protagonisti Offida è il suggestivo borgo che sono iniziate le avventure dei protagonisti Rebecca Liberati (Sibilla) e Federico Calistri (Tom)
Sei episodi La fiction è divisa in sei episodi ricchi di colpi di scena e stravolgimenti, con protagonisti i due giovani promessi sposi
A Petritoli tutti dicono «I love you»
Wedding in Sibillini
«SÌ LO VOGLIO… A PETRITOLI»: questo piccolo borgo del Fermano è diventato un vero e proprio caso sul fronte del wedding, visto che da almeno 5 anni attira coppie da tutto il mondo che arrivano qui per convolare a nozze, generando una grande economia in tutto il paese. La cittadina, che conta circa 2.500 abitanti offre location esclusive come la Torre Civica, una delle più richieste, ma anche Palazzo Mannocchi, struttura privata è organizzata per ospitare fino a 70 invitati, il Teatro dell’Iride, piazza della Rocca, l’Orto dell’Asilo, oltre ovviamente alla sala consiliare. Ma come è nato tutto? Sembra per puro caso dopo che alcuni operatori turistici del nord Europa, residenti a Petritoli, hanno assistito al matrimonio di una coppia di giovani tedeschi pubblicizzando poi l’evento nel proprio Paese di origine. Da lì il boom, che ha portato anche alla nascita di nuove attività come agriturismi, ristoranti, un pub, tre bar e altre professionalità come estetista, barbiere, fotografo, negozio di scarpe e vestiti. I petritolesi insomma hanno capito bene che la valorizzazione della loro città significa valorizzazione della destinazione turistica della regione Marche e, di conseguenza, opportunità di business: molti, tra invitati e sposi stessi, tornano a distanza di anni a rivivere la magia di quel momento.
I SUGGESTIVI Monti Sibillini possono essere una location ideale per i matrimoni, ospitati nei borghi, nelle ville, nei centri storici del Piceno ma anche su un prato fiorito o sotto una limpida cascata di montagna. Proprio per questo nel 2017 è nato “Wedding in Sibillini”, un progetto di promozione turistica del territorio delle basse Marche ferito dal terremoto, promosso dalle associazioni turistiche locali MarcheLiving e La Terra delle Meraviglie. Secondo gli organizzatori, quello dei matrimoni è un business promettente, dove si rileva sempre di più il desiderio da parte delle coppie di sposarsi in location speciali e uniche. Nel 2015 inoltre sono state circa 7mila le coppie straniere che hanno scelto l’Italia per celebrare il proprio matrimonio, con un business di 380 milioni di euro. «Ripartire dagli asset del territorio è fondamentale – ha dichiarato in merito al progetto Piero Celani, consigliere regionale – abbiamo un gap da superare nell’offerta turistica ma anche un grande vantaggio: luoghi da svelare poco battuti dal turismo di massa».
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Oltre il set
Il progetto La Regione Marche ha finanziato il film prodotto dal centro “Piceni Art For Job” di San Benedetto e diretto da Andrea Giancarli
L’obiettivo La finalità del progetto è promuovere il tema del matrimonio come nuova fonte di valorizzazione del territorio
Le città coinvolte Oltre Offida, le riprese hanno riguardato Ascoli Piceno, Riviera delle Palme, Sibillini, Montefalcone Appennino, Castelfidardo e Urbino
Rebecca e Federico, sposi sul set nei Sibillini Debutta una web serie che diverte e promuove queste terre come ideali per il fatidico sì i parenti inglesi e amici dello sposo, amanti della cultura italiana e intenti a scoprire le bellezze della regione che li ospita. «Ma non tutto è come sembra e i piani dei due sposi dovranno cambiare totalmente – spiega il regista Andrea Giancarli – abbiamo usato tecniche di regia all’avanguardia e il ruolo degli attori è fondamentale per rappresentare al meglio il territorio nella sua particolarità».
di Ilaria Traditi
DOPO NOVE MESI di riprese, la web serie tutta marchigiana “Non voglio mica la luna” è pronta a fare il suo debutto il prossimo 11 maggio, al teatro Serpente Aureo di Offida. È proprio in questo suggestivo borgo che sono iniziate le “avventure” dei protagonisti Rebecca Liberati (Sibilla) e Federico Calistri (Tom) e delle loro rispettive famiglie. Ma facciamo un passo indietro: per promuovere il tema del matrimonio come nuova fonte di valorizzazione del territorio, soprattutto dopo il sisma che ha colpito la regione nel 2016, la Regione Marche ha finanziato un innovativo prodotto audiovisivo, prodotto dal centro “Piceni Art For Job” di San Benedetto diretto da Sandro Angelini, destinato ad un’ampia diffusione sul web. E così è nata “Non voglio mica la luna”, fiction divisa in sei episodi ricchi di colpi di scena e stravolgimenti, con protagonisti Sibilla e Tom, due giovani promessi sposi. In breve la trama: a soli cinque giorni dalle nozze, a Offida, paese natale di lei, sono già arrivati
LA SERIE WEB SARÀ VISIBILE e diffusa online in particolar modo su YouTube, sulla web tv Piceni.tv, sul portale di promozione turistica YouPiceno.it e nei portali regionali. Il trailer ufficiale è stato presentato in anteprima lo scorso febbraio alla Bit (Borsa internazionale del Turismo) di Milano e ha già registrato un boom di visualizzazioni. Il cast tecnico è composto dal regista Andrea Giancarli, dall’organizzatore generale e direttore esecutivo Francesco Appoggetti, dagli sceneggiatori Matteo Petrucci e Alberto De Angelis, quest’ultimo anche direttore di
Tra moglie e marito... così si dice in vernacolo COME IN MOLTE ALTRE REGIONI, anche nelle Marche il matrimonio vanta una tradizione millenaria, che affonda le radici nella civiltà contadina. Particolarmente spassosi sono i proverbi sulle nozze, come questo: «Se maritu tu voli pigljà, lu corredu d’accja non te devi fà!», ovvero «Se marito vuoi pigliare, il corredo di canapa non ti devi fare». E ancora: «Lì femmène e lu foche vo essè stezzecate nu poche» («Le donne e il fuoco vogliono essere stuzzicati un po’»), «La bot è pina e la
moi è imbrieca» («La botte piena e la moglie ubriaca») «l’amicizia tra socera e nora, dura quantu la vruscina marzarola» («L’amicizia tra suocera e nuora dura quanto il freddo marzolino»). Uno dei più divertenti è senz’altro questo: «Farrà la fine de la vella de Rascija che tutti la vogljeno e gnisiunu se la piglja» che tradotto suona così: «Farà la fine della bella di Rasiglia che tutti la vogliono e che nessuno se la piglia», dedicato alle donne in cerca di marito.
produzione, dalla Xentek per le riprese, da Marzia Ascani per la scenografia, Gina Galieni in qualità di attrezzista e Nazzareno Menzietti segretario di produzione. Si tratta di una produzione “made in Piceno” con la presenza-record nella scena finale di oltre 80 attori. «Crediamo particolarmente nel tema del wedding internazionale come risorsa per il turismo marchigiano – ha sottolineato Angelini – ecco perché siamo arrivati all’idea di realizzare una produzione cinematografica. Lo scopo è comunicare a tutto il mondo tramite video le nostre bellezze». LE LOCATION SCELTE per le varie puntate sono, oltre alla già citata Offida, Ascoli Piceno, Riviera delle Palme, Sibillini, Montefalcone Appennino, Castelfidardo e Urbino. La villa del matrimonio di Sibilla e Tom, ambientazione principale, è invece il Borgo Storico Seghetti Panichi a Castel Di Lama. Tutte le info su www.nonvogliomicalaluna.it
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Prima tappa nel borgo di Mogliano DA MOGLIANO, una città colpita dal terremoto del 2016, può partire il tour alla scoperta di Lorenzo Lotto. Qui, nella chiesa di Santa Maria in Piazza, viene custodita la “Madonna con Bambino e i santi Giovanni Battista, Antonio da Padova, Maria Maddalena e Giuseppe”. Mogliano è un incantevole borgo non lontano da Macerata ed è noto in tutta Italia per la lavorazione del vimini. Di particolare interesse, oltre alla chiesa di Santa Maria, sono il bellissimo teatro Apollo, le chiese di San Gregorio Magno, Santa Maria in Piazza, dei santi Grisogono e Benedetto e il monastero di San Giuseppe. C’è il cinquecentesco Palazzo Forti, sede del Municipio e della Pinacoteca, la Rocca Medievale, e il moderno Autopalace, un complesso in stile liberty adibito a spazio espositivo. Per gli amanti della storia si consiglia “Mogliano 1744” nel mese di luglio, una rievocazione dedicata al passaggio, nel 1744, delle truppe di Maria Teresa d’Austria.
Monte San Giusto, città del sorriso NEL BEL MEZZO DEL TERRITORIO dell’industria calzaturiera, Monte San Giusto è anche la Città del Sorriso. Qui, nella chiesa di Santa Maria in Telusiano, si può ammirare la meravigliosa “Crocifissione”, “la più bella rappresentazione del Golgota del Rinascimento”, secondo un’affermazione del Berenson. Degni di una visita sono anche Palazzo Bonafede che attualmente ospita una mostra con le opere terremotate salvate dal Monastero di Santa Chiara di Camerino, nonché una collezione di disegni di famosi artisti quali Raffaello, Giorgio Vasari, Cavalier d’Arpino, Guercino, Domenichino e Giovanni Battista Salvi. Da visitare sono anche la Chiesa Collegiata, in stile neoclassico, che conserva un organo Callido del Settecento e la Chiesa di Santa Maria delle Panette, suburbana e in stile vanvitelliano. Da non perdere anche Palazzo dei Priori, il Torrione, le Porte e Casina Bonafede. Monte San Giusto si anima particolarmente nel mese di settembre con la Fiera del patrono e il famosissimo Clown & Clown Festival.
A Recanati non solo Leopardi DA MONTE SAN GIUSTO il circuito prosegue fino a Recanati dove i visitatori potranno lasciarsi incantare dal “San Vincenzo Ferrer in gloria”, un affresco (l’unico nelle Marche del Lotto) adattato a pala d’altare per la chiesa gotica di San Domenico. Questa è la città che rende le Marche famose in tutto il mondo. La sua fama è dovuta a Giacomo Leopardi e il passaggio qui porta a vivere emozioni e atmosfere uniche. Svetta sul mare della Riviera del Conero e scopre anche i Monti Sibillini. L’edificio più visitato è sicuramente la casa di Leopardi insieme alla Piazza del sabato del villaggio e al Colle dell’Infinito che hanno ispirato due delle poesie più famose del poeta marchigiano. Da vedere anche il Museo Colloredo Mels e il Museo Beniamino Gigli, la cattedrale di San Flaviano e le chiese di San Domenico e Sant’Agostino.
Nella Santa Casa a Loreto È LA CULLA della spiritualità marchigiana e meta di pellegrinaggi ma è un gioiello tutto da scoprire. Prima di raggiungere il centro, una piccola sosta è consigliata alla chiesa della Banderuola, la prima a ospitare la Casa di Nazareth. Per vivere un momento spirituale intenso, è consigliata la Scala Santa, 330 gradini che i pellegrini affrontano per purificare la loro anima. In cima svetta la Porta Marina. La basilica è contornata da massicce fortificazioni al cui interno, particolarmente suggestivi, ci sono i camminamenti di ronda per una passeggiata fra le mura e ammirare lo splendido paesaggio. Non hanno bisogno di essere introdotte, invece, la Santa Casa di Nazareth e la Basilica di Loreto. Per ammirare le opere del Lotto si visiti il Museo Antico tesoro Santa Casa dove ne sono custodite ben sei: “L’adorazione dei Magi”, il “Battesimo di Cristo”, “Il Sacrifico di Melchisedec”, “San Cristoforo, San Rocco e San Sebastiano”, “Cristo e l’adultera” e, infine, la “Presentazione al Tempio”, ultima opera rimasta incompiuta dal Lotto prima della sua morte.
Alla scoperta dei capolavori Un viaggio in sette tappe per ammirare
di Gaia Gennaretti
«NON C’È ARTISTA che ci sia più vicino di Lorenzo Lotto. Addirittura più di Giacomo Leopardi». Parola di Vittorio Sgarbi. Il 2018 è stato l’anno di Lorenzo Lotto a livello internazionale. Ma questo maestro veneziano è stato grande protagonista anche nelle Marche, terra che è stata essenziale nella sua vita e nella sua formazione come pittore. Nato nella laguna più bella al mondo,
le Marche sono state per lui la seconda patria e qui, precisamente a Loreto, è morto nel 1556. Non c’è regione italiana, dunque, che abbia eguali per quantità e qualità di opere di questo affascinante artista cinquecentesco. Dopo la chiusura della mostra monografica allestita a Macerata fino allo scorso 10 febbraio, “Lorenzo Lotto. Il richiamo delle Marche” (a cura di Enrico Maria del Pozzolo), resta un circuito molto interessante fra le province
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Ad Ancona in San Francesco alle Scale È L’UNICA CITTÀ italiana da cui ammirare sia l’alba che il tramonto sul mare. E se si desidera farlo da un punto privilegiato, allora il Duomo di San Ciriaco farà sicuramente al vostro caso. Si tratta di bellissima cattedrale romanicobizantina a picco sul mare. Scendendo verso il porto si incontra Piazza del Plebiscito (anche detta Piazza del Papa), il parco del Passetto, un’oasi verde affacciata sul mare, la Chiesa di Santa Maria della Piazza (che è la chiesa più importante della città la cui presenza si registra fin dall’epoca paleocristiana e al cui interno si possono ammirare splendidi mosaici) per poi giungere all’Arco di Traiano che fu fatto costruire sul mare dal Senato di Roma nel 100 a.C. in onore di Traiano, e alla Mole Vanvitelliana, luogo di eventi e manifestazioni culturali. L’unica opera lottesca che si trova nella città di Ancona è l’ “Assunta” situata all’interno di San Francesco alle Scale, una chiesa dal notevole effetto scenografico, in cima ad una gradinata, costruita nel 1323.
A Jesi tappa obbligata in Pinacoteca DA ANCONA SI RITORNA all’interno e Jesi rappresenta una delle tappe più importanti, scrigno di storia e arte e patria del Verdicchio dei Castelli di Jesi e della scherma. La sua cinta muraria è fra le meglio conservate della Regione e una passeggiata alla scoperta delle antiche mura è un must per i visitatori. All’interno c’è la celebre piazza dove nacque Federico II di Svevia. Il tour prosegue con Piazza Colocci e il Palazzo della Signoria nonché la Casa Museo Colocci-Vespucci, Palazzo Bisaccioni e il Museo dello Studio per le Arti della Stampa. Volete perdervi il tempio della lirica italiana? Non si può non visitare il teatro Pergolesi celebre per la sua acustica perfetta e per le meravigliose decorazioni. Per ammirare l’arte di Lorenzo Lotto, bisogna far visita alla Pinacoteca Civica dove ci sono cinque opere del maestro veneziano: la “Deposizione nel Sepolcro” e l’ “Annunciazione”, la “Visitazione”, la “Pala di Santa Lucia” e la “Madonna delle rose”. In ultimo, non va dimenticato che maggio è il mese del Palio di San Floriano.
firmati da Lorenzo Lotto le opere del maestro in terra marchigiana di Macerata, Urbino e Ancona, che permette di scoprire ben 25 opere. Le tappe attraverso le città lottesche sono sette, due delle quali all’interno dell’area interessata dal terremoto del 2016. Visitarle avrà dunque una doppia valenza, quella artistica ma anche quella di vicinanza ad un territorio martoriato dove la ricostruzione, spesso, stenta a partire. Cingoli, Mogliano, Monte San Giusto, Recanati, Loreto,
Jesi e Ancona, un tour suggestivo che va dall’entroterra alla costa dove il Lotto opera negli anni fra il 1533 e il 1539. Dopo un breve ritorno a Venezia, decide di tornare nel 1549 e le sue ultime opere sono conservate nel Museo della Santa Casa di Loreto. Per poter ammirare tutte e 25 le opere del maestro veneziano è possibile acquistare un biglietto unico a 10 euro (prezzo ridotto 7 euro).
Nella Sala degli Stemmi a Cingoli È IL “BALCONE DELLE MARCHE” e uno dei borghi più belli d’Italia con magnifici monumenti civili e religiosi. A partire dalla Cattedrale di Santa Maria Assunta del ‘600, passando per quella di San Domenico del ‘300, fino al capolavoro architettonico della duecentesca chiesa di San Filippo Neri. Un esempio barocco è invece il santuario di Santa Sperandia. Fra le bellezze del borgo la Fontana del Maltempo, la Fonte di Sant’Esuperanzio e la Fonte Giulia. Nel Palazzo Comunale ha sede il Museo Archeologico statale e in centro si trovano anche la Pinacoteca e Palazzo Castiglioni, una residenza museo al cui interno sono conservate opere preziosissime. Per gli amanti della natura e della pesca, io Lago di Castreccioni, il lago più grande delle Marche. Cercate l’opera di Lorenzo Lotto a Cingoli? L’opera, “Madonna del Rosario”, è attualmente custodita presso la Sala degli Stemmi del Polo Museale allestito presso il Palazzo Comunale.
Macerata e una mostra da ricordare
Alcune immagini dei capolavori di Lorenzo Lotto: in alto una foto scattata a Macerata durante i giorni della mostra dedicata all’artista; da sinistra, la pala dell’altare che si può ammirare a Mogliano e due particolari da opere visibili a Recanati e ad Ancona; a destra, il capolavoro a Cingoli e un particolare della Deposizione nella pinacoteca di Jesi
QUI È STATA ALLESTITA la mostra conclusasi il 10 febbraio “Lorenzo Lotto, il richiamo delle Marche”. Palazzo Buonaccorsi ha ospitato una esposizione temporale monografica ineguagliabile per importanza. Le opere sono arrivate da collezioni del British Museum di Londra, il Louvre di Parigi, dal Museo Nazionale Brukenthal di Sibiu, il Prado di Madrid o il Muse e des Beaux Arts di Strasburgo, dal Museo Poldi Pezzoli di Milano, dal Museo Correr di Venezia e dalle Collezioni del Quirinale. Per la prima volta in Italia sono stati esposti il “San Cristoforo” e il “San Sebastiano” provenienti dalla Gema ldegalerie di Berlino e il “Cristo conduce gli apostoli al Monte Tabor” proveniente dall’Ermitage di San Pietroburgo. Una tappa nel capoluogo è sempre consigliata per visitare lo Sferisterio, Palazzo Ricci, i musei civici di Palazzo Buonaccorsi, il Duomo, la chiesa di San Filippo e la Basilica della Misericordia progettata da Vanvittelli, il teatro Lauro Rossi.
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MARCHE, BELLEZZA INFINITA Piazza del Popolo a San Severino e, in basso, la pinacoteca; nella pagina a destra Camerino e un particolare della pala d’altare del Tiepolo
San Severino, città d’arte fiera e tenace
Per gli antichi romani era Septempeda, dai sette colli che circondano la vallata Oltre il sipario del teatro Feronia IL TEATRO FERONIA campeggia sulla Piazza del Popolo. È stato costruito nel 1827 su progettoù di Ireneo Aleandri sulle rovine di un teatro ligneo del ‘700. Di stampo neoclassico, l’interno incanta anche il visitatore più esigente coi suoi affreschi e il sipario raffigurante il rito della liberazione degli schiavi davanti al tempio della dea Feronia .
In Pinacoteca anche Pinturicchio LA PINACOTECA civica è stata aperta nel 1974 e contiene quadri di scuola per lo più locale confiscati alla chiesa dopo l’Unità d’Italia o prestati dalla diocesi. C’è la ricostruzione della cappellina con gli affreschi raffiguranti le Storie di san Giovanni Evangelista dei fratelli Salimbeni e, di notevole importanza, la “Madonna della Pace” del Pinturicchio.
SI È SVILUPPATA FRA IL COLLE Montenero e il fiume Potenza. A fondarla, i Piceni in epoca preistorica e poi i romani la denominarono Septempeda, che è l’unione delle parole “septem” e “peda”, sette colli, quelli che circondano la vallata in cui sorge la città. Oggi rimangono tutte le tracce dello sviluppo di San Severino sia del periodo romano che di quello medievale e rinascimentale, poiché avvenuto in tre zone differenti: il primo, sotto al colle di Pitino, il secondo sul Montenero e il terzo a valle, lungo il Potenza in corrispondenza di quello che oggi è il centro storico. San Severino è città d’arte e paese natale di tantissimi personaggi che hanno fatto la storia dell’arte, della letteratura e della scienza. Fiera e tenace, il sisma del 2016 ha inferto un duro colpo ma il cuore della città non ha smesso di battere e San Severino ha ancora tutte le sue bellezze da mostrare, a partire dalla Piazza del Popolo, considerata una delle più belle d’Italia e di certo unica per la sua forma ovale. È circondata da un porticato sotto al quale è possibile passeggiare, fare un po’ di shopping negli storici negozietti, e bere qualcosa di fresco in uno dei bar che si affacciano in questa splendida cornice. Una tappa obbligata, come lo è il teatro Feronia, opera dell’architetto settempedano Ireneo Aleandri, restaurato 33 anni fa e rimasto intatto dopo le scosse di terremoto. A dominare la piazza un
altro “must-see”: la Torre dell’Orologio e, sotto, la Fonte della Misericordia, anch’esse progettate dall’Aleandri. Il tour del centro storico prosegue con una visita alla Pinacoteca civica e alla basilica di San Lorenzo in Doliolo, la chiesa più antica di San Severino, entrambe in via Salimbeni. Nella pinacoteca sono custodite opere di artisti locali quali i fratelli Salimbeni o Vittore Crivelli ma anche la preziosa “Madonna della Pace” del Pinturicchio , un polittico trecentesco di Paolo Veneziano , e quadri del pittore umbro Bernardino di Mariotto . Da San Lorenzo, un vicolo conduce direttamente in cima al Castello al monte, simbolo della città, con la torre civica e quella del Duomo antico. Oltre a godere di un panorama mozzafiato, si può visitare il museo archeologico, allestito nel chiostro della chiesa. Scendendo, prima di lasciare il centro e visitare alcune frazioni come Elcito e Pitino, si suggerisce un salto al Borgo Conce per ammirare un perfetto esempio di borgo protoindustriale e il museo dell’elettricità, della manifattura e del territorio. C’è ancora una storica azienda, con tanto di ciminiera tipica dei primi del ‘900, prima in tutto il centro Italia a praticare l’elettrolisi, al cui interno è ancora presente l’antica centrale idroelettrica di proprietà dell’azienda. Gaia Gennaretti
Salumi, carni, olio passando per i vini ALLA FATTORIA Fucili, in località Agello, si può trovare ogni sorta di insaccato tipico e carne, mentre l’Azienda Agricola Anibaldi Cinzia (lungo la provinciale 121) offre olio e legumi. Per il vino, c’è la doc più piccola d’Italia prodotta dalla Fattoria Colmone della Marca (Colmone) oppure la tradizione della vernaccia non solo come vino dolce frizzante ma anche come vino da tavola, prodotta da Dante Duri (Colleluce).
A Palazzo Gentili una sosta d’autore SE SI DESIDERA vivere una esperienza davvero unica non si può non tenere in considerazione La Villa, frazione di Cesolo, risalente al ‘700. Ha mantenuto la sua anima nonostante il passaggio di epoche, storie e famiglie: oggi è una meravigliosa residenza di charme. In pieno centro, in Piazza del Popolo, Palazzo Gentili che ha già ospitato tanti grandi nomi dello spettacolo.
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INIZIATIVE DA PASQUA IN POI
Così Camerino apre le porte e non si arrende di Gaia Gennaretti
DURAMENTE COLPITA DAL SISMA e un centro storico completamente inagibile, Camerino non si arrende e cerca di rialzare la testa offrendo ai visitatori le bellezze rimaste fruibili. Tutte le sue bellezze naturali, insieme ai monumenti, alle tradizioni culturali e culinarie e ad una delle università più prestigiose d’Italia, Unicam, ne hanno fatto, dal 2009, Bandiera Arancione del Touring Club Italiano. Sebbene vi siano tracce di epoca preistorica, la storia di Camerino ha inizio con i camerti, tribù umbra, e i romani che strinsero un trattato di alleanza. Poi il cristianesimo, i barbari, i Longobardi fino ad arrivare alle Signorie, con i Borgia e i Varano. È in quest’ultimo periodo che la città raggiunge il suo massimo splendore. Divisa in tre “terzieri” (Sossanta, Di Mezzo e Muralto), ancora oggi se ne ricordano i fasti con la rievocazione storica della Corsa alla Spada. Intorno alla metà del ‘500 la città passa sotto il dominio pontificio e inizia un lento declino ma nonostante ciò, durante il risorgimento e nelle epoche successive Camerino riesce sempre a mantenere un alto profilo culturale grazie all’antico ateneo. Solo nel ‘900 vengono aperti il museo e la pinacoteca civica (1903) e poi il museo diocesano (1968). Dopo il terremoto del 1997 dal quale Camerino si era ampiamente risollevata, quello del 2016 ha inferto un duro colpo: il centro storico è stato interamente dichiarato zona rossa, è presidiato dall’Esercito, le attività commerciali che hanno resistito sono state delocalizzate in apposite strutture, i musei e le raccolte d’arte sono tutti inagibili, le opere sono conservate in diversi depositi e si sta studiando il modo di renderle comunque fruibili al pubblico, e la quasi totalità delle chiese sono crollate o hanno riportato seri danni. Nell’ottobre 2017 è stata riaperta al pubblico un’unica chiesa, quella del Seminario Arcivescovile, dove sono state esposte le quattro opere più rappresentative della produzione figurativa camerte: l’icona bizantineggiante del ‘200 proveniente dalla chiesa di Santa Maria in Via, la statua lignea della Madonna della Misericordia, la pala del Tiepolo del 1740 nonché l’Annunciazione di Giovanni Angelo d’Antonio. Oltre alla chiesa del seminario è ancora visitabile la Rocca Borgesca, l’Orto Botanico Carmela Cortini, il Monastero di Santa Chiara, la sezione Archivio di Stato di Camerino e, fuori città, il convento di Renacavata. Tantissime le iniziative in calendario da Pasqua in poi e, per chi volesse approfittare della visita a Camerino per acquistare prodotti locali, al Sottocorte Village o al ValliCenter o dagli imprenditori agricoli che fanno vendita diretta qualsiasi palato potrà essere accontentato. TORRONE, MANDORLE nazionali pelate, miele millefiori, zucchero, aromi naturali e albume d’uovo. Con questi ingredienti mescolati e manipolati a regola d’arte il Torrone di Camerino delizia i palati fin dalla fine del secolo scorso. Ogni 6 gennaio a Camerino con la “Festa del Torrone” si rinnova l’occasione per gustare questa specialità entrata nel 2007 nel Guinness World Records nel 2007 con i suoi 408,61 metri e nel 2009
Dalla chiesa del seminario alle piante dell’orto botanico
Antiche ricette e sapori perduti tra fiere, festival e rievocazioni
IL TOUR A CAMERINO può partire dalla Chiesa del Seminario Arcivescovile, per ammirare quattro fra le opere più identificative della città. È visitabile su prenotazione allo 0737630400. Da non perdere è la Rocca Borgesca, un’oasi verde che fu eretta nel 1503 da Cesare Borgia per controllare la città sul versante sud-ovest. Con i torrioni cilindrici e il mastio, sono un perfetto esempio di architettura militare rinascimentale. Nell’Orto Botanico si possono ammirare numerose specie erbacee e arbustive, con un vasto settore dedicato alle piante medicinali e alla flora di alta quota. Il Monastero di Santa Chiara, nella sua nuova struttura antisismica, accoglie chiunque voglia conoscere la vita e le opere di Camilla Battista Varano, mentre alla sezione Archivio di Stato è conservato e valorizzato il patrimonio pergamenaceo e cartaceo dal 1207 al XX secolo. Fuori città il convento e la chiesa di Renacavata, fondati nel 1530, che presentano diverse opere interessanti.
PER UNA PASQUA all’insegna della tradizione si segnala la colazione del lunedì di Pasquetta al Sottocorte Village mentre per gustare antiche ricette e sapori perduti, e soprattutto per calarsi nell’epoca dei Varano, si consiglia la rievocazione della Corsa alla Spada e palio (dal 10 al 20 maggio). I tre terzieri propongono nelle loro osterie le ricette di quella che fu l’epoca d’oro di Camerino. Maggio è anche il mese della fiera di San Venanzio mentre a giugno la musica animerà la città con Musicamdo Jazz and Blues. Dopo Il Ducato in un Bicchiere, per luglio si propongono la Granfondo Terre dei Varano, la Cena in Bianco, Sapori da Ricordare e Cine,Cinema sotto le stelle. La musica tornerà in agosto con Camerino Music Festival mentre a settembre l’estate si chiude col Festival del Pleinair. Ottobre è il mese della giornata Bandiere Arancioni, della fiera di Santa Camilla, di Varietà nel Ducato e del premio Ugo Betti per la drammaturgia.
Torrone, miele e formaggi: vendita diretta e ValliCenter superando il suo record con 576,80 metri. Ma per chi volesse assaggiare e acquistare i prodotti tipici del luogo si può scegliere fra le attività commerciali delocalizzate al ValliCenter, nel quartiere Vallicelle, e quelle del Sottocorte Village, nel quartiere San Paolo, dove sono raggruppati gli storici negozi del centro storico che propongono prodotti tipici
locali di produzione propria. Un centro commerciale all’avanguardia che coniuga l’innovazione architettonica alla tradizionale piccola bottega. Ovviamente non finisce qui perché l’alto maceratese si contraddistingue anche per i tanti imprenditori agricoli che hanno avviato, nelle loro aziende, la vendita diretta dei loro prodotti. A segnalarli è Coldiretti Macerata.
La società agricola La Rinascita di Barbara Bonifazi era l’azienda agricola di famiglia che ha avuto danni a causa del terremoto. Un allevamento che la giovanissima imprenditrice ha rilevato e che oggi vanta anche un laboratorio dove vende carne, salumi e miele. Da non perdere è la Mela di Camerino di Rapp Traude, in località Sellano, e l’azienda Le Basi, aperta poco prima del terremoto e che, dove vengono prodotte basi bio per pizza. Per un ottimo formaggio pecorino c’è invece Fortunato Ossoli.
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MARCHE, BELLEZZA INFINITA
Il parco archeologico di Urbisaglia PIÙ DI 40 ETTARI di Parco archeologico, tra storia e natura. È il Parco archeologico di Urbs Salvia, a Urbisaglia appunto, ed è il più spettacolare delle Marche. Si snoda in gradevoli sentieri, scendendo attraverso un comodo tracciato di circa un chilometro, e consente di cogliere nella sua interezza la struttura di una tipica città romana. Nel punto più alto è collocato il serbatoio dell’acquedotto, più in basso il teatro, uno dei più grandi d’Italia e l’unico che conservi consistenti tracce di intonaco dipinto. L’anfiteatro, che secondo la tradizione un tempo era scenario di spettacoli tra gladiatori e venationes, oggi d’estate ospita tragedie classiche e moderne commedie.
Sul colle le Terme di Santa Lucia LE TERME DI SANTA LUCIA si trovano a 3 chilometri da Tolentino, su di un colle all’altezza di 450 metri sul livello del mare, a ridosso di un fitto bosco secolare. Lo stabilimento termale, funzionante fin dal 1937, è immerso in un parco dotato di zone riposo e aree gioco attrezzate per i bambini. Sono convenzionate con il Servizio sanitario nazionale per tanti tipi di cure, a partire da quelle inalatorie e balneoterapiche. Sono conosciute anche quali Terme del benessere, come insegnarono i Romani, convinti assertori dei loro effetti benefici. Tanti gli ambulatori specialistici all’interno, tra cui un centro estetico. La stagione termale, già iniziata, durerà fino a dicembre.
La Riserva naturale Abbadia di Fiastra
Tolentino, città del sorriso
Qui ha sede il museo dell’umorismo nell’arte e al di Lucia Gentili
È LA CITTÀ DEL SORRISO immersa tra verdi colline, Tolentino. In centro storico si erge il Miumor, Museo internazionale dell’umorismo nell’arte, unico in Italia, che custodisce disegni, caricature e sculture. E ogni estate si colora con un festival sulla filosofia dell’umorismo organizzato da Popsophia. Ma è anche la città di San Nicola, protettore delle anime del purgatorio. È la patria della Compagnia della «ORA ET LABORA», “Cruce et aratro”. Queste sono le regole fondamentali di vita che, da sempre, hanno ispirato e guidato il lavoro dei cistercensi. La Riserva naturale Abbadia di Fiastra nasce per proteggere le terre appartenute ai monaci e da loro plasmate nel corso dei secoli e dove è ancora possibile godere di un ambiente accogliente, espressione di un rapporto equilibrato tra uomo e natura. Si estende per circa 1.800 ettari nel territorio dei Comuni di Tolentino e Urbisaglia. La sua selva è un’area floristica protetta. Intorno, è stata allestita un’ampia area di sosta camper per gli amanti dell’en plein air.
Il Politeama, la casa delle arti TOLENTINO OSPITA LA CASA delle arti: il Politeama. L’elegante edificio liberty, nato per la prima volta nel 1927, ora ospita una sala polivalente attrezzata per la danza di 200 metri quadri con parquet tecnico, tre laboratori per prove di musica e teatro, una sala audiovisivi per 35 persone, una sala spettacolo da 170 posti (168 e due per disabili) e un foyer con un’apertura sul cielo. E una romantica caffetteria, che ospita degustazioni, presentazioni di libri e microeventi. L’archistar Michele De Lucchi due anni fa ha firmato il restyling, grazie al mecenate Franco Moschini (presidente di Poltrona Frau) e da allora “ogni giorno è uno spettacolo”.
Rancia, che prende il nome dal maniero fuori dal paese, ma anche il regno dell’intelligenza delle mani, abitato da artigiani pellettieri. Design, cultura, bellezza e benessere, ovvero Poltrona Frau Museum, Castello della Rancia, Miumor, Politeama, teatro Vaccaj, Abbadia di Fiastra e Terme Santa Lucia sono legati fra loro in un unico polo museale. Ma, sopra tutti, in piazza della Libertà, c’è la Torre degli Orologi. E intorno, stradine e vicoli,
A Belforte del Chienti il polittico più alto d’Europa IL BORGO MEDIEVALE di Belforte del Chienti ospita una chicca: il polittico più alto d’Europa, targato Giovanni Boccati. Conservato nella chiesa di Sant’Eustachio, è alto 4,83 metri e largo 3,25. L’opera, risalente al 1468, è composta da 12 pannelli (racchiusi da una preziosa cornice in legno dorato) per un totale di 35 dipinti. Al centro domina l’eterea immagine di Maria con le mani giunte verso Gesù Bambino. Sotto una tenda damascata, aleggia il misticismo spirituale del momento: un coro di angeli musicanti sottolinea simbolicamente le future sofferenze per redimere l’umanità. Ciò è rappresentato dall’offerta del cardellino da parte di un angelo, dalla coroncina di corallo e dal cardo raffigurato sul manto della Madonna. In alto, la Crocifissione è resa con tutta la sofferenza di Maria e Giovanni nonché degli angeli colti nell’atto di raccogliere il sangue eucaristico. La Vergine in trono è contornata dai santi. Un’arte simbolica, fatta di dettagli, nella terra dei polittici. A pochi chilometri, a Serrapetrona, c’è la chiesa di San Francesco, custode di capolavori come lo splendido polittico di Lorenzo d’Alessandro.
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la Torre degli Orologi a Tolentino
A Serrapetrona ha riaperto i battenti la Chiesa di Santa Maria di Piazza e i visitatori da sabato possono ammirare “Il Bello…della ricostruzione”: si tratta ù di 26 tesori di notevole valenza storico-artistica tutte provenienti dalle chiese inagibili del territorio comunale
SERRAPETRONA
Nella città della vernaccia tra capolavori e dinosauri UN PAESE DI NEANCHE MILLE ANIME, in cui la Vernaccia è regina, è il primo Comune del cratere maceratese ad allestire un deposito attrezzato per le opere d’arte salvate dalle macerie. A Serrapetrona, dallo scorso 17 novembre, ha riaperto i battenti la Chiesa di Santa Maria di Piazza e i visitatori da sabato possono ammirare “Il Bello…della ricostruzione”. Si tratta di 26 tesori di notevole valenza storico-artistica provenienti dalle chiese inagibili del territorio comunale. Il progetto, portato avanti dall’ente con il coordinamento scientifico della Soprintendenza delle Marche, è divenuto realtà. Il sindaco Silvia Pinzi ha voluto fortemente che i tesori messi in salvo
che sbeffeggiò Lucifero
centro storico si accede dal Ponte del Diavolo con angoli segreti tutti da scoprire, fino alla Porta del Ponte (uno degli antichi accessi alla città), che conserva quasi intatta la sua cinta muraria, e al Ponte del diavolo. Narra un’antica leggenda che, tanto tempo fa, l’architetto Benevegna, in difficoltà per la costruzione di un ponte distrutto dal fiume Chienti, stipulò un patto con il diavolo. Questi assicurò la realizzazione dell’opera in una sola notte, in cambio
dell’anima del primo essere vivente che lo avesse attraversato. L’uomo, pentitosi dell’accordo, si rivolse disperato a San Nicola. Il fraticello escogitò uno stratagemma: a lavoro ultimato benedisse il ponte, attese che si avvicinasse un cane e fece rotolare una forma di formaggio dall’altra parte, costringendo l’animale ad attraversare. Lucifero, accecato d’ira, tentò invano di distruggere il ponte con una cornata, ancora visibile.
Piccola Broadway al teatro Vaccaj
Nella casa delle farfalle
Novemila polaroid per il Cappellone
E’ TORNATO a risplendere il teatro Nicola Vaccaj, dopo dieci dall’incendio che lo aveva distrutto nel luglio 2008. Non a caso Tolentino è riconosciuta a livello nazionale e non solo come la “piccola Broadway”, essendo la patria della Compagnia della Rancia. Il palcoscenico ha ospitato allestimenti e debutti di tante sue produzioni teatrali, tra cui A Chorus Line, La piccola bottega degli orrori, Cabaret, West Side Story, Grease, Sette Spose per Sette Fratelli, Cantando sotto la pioggia, Bulli e Pupe, Pinocchio, in scena poi nelle principali città italiane e all’estero.
C’È UN POSTO MAGICO nel cuore dei Sibillini nato con lo scopo di far conoscere il ciclo vitale che le farfalle compiono per diventare tali, osservandole mentre volano di fiore in fiore in assoluta libertà. Uno spazio impreziosito anche da laboratori e buona cucina. È il Giardino delle Farfalle, a Montalto di Cessapalombo. Dopo il terremoto, è tornato a volare sulle ali della solidarietà, grazie al sostegno e alla vicinanza di centinaia di persone (fino al Canada). Si può osservare il ciclo vitale di farfalle e falene; ci sono anche una sala polifunzionale, un museo didattico esperienziale, un centro di educazione ambientale e agroalimentare.
LA BASILICA di San Nicola è il simbolo di Tolentino, meta di migliaia di fedeli e visitatori. Ha conquistato anche il grande fotografo Maurizio Galimberti: utilizzando la sua personalissima tecnica, ha scattato oltre 9mila polaroid per raccontare in un mosaico assolutamente unico lo splendoredel Cappellone e del complesso monumentale. Ad affiancare Galimberti, il regista Luca Giustozzi, che ha curato il docufilm San Nicola reMade insieme a Massimiliano Sbrolla. Questo progetto ha trasformato gli affreschi del Cappellone, capolavoro di scuola giottesca, in più di trenta “mosaici”.
Un’immagine da una cantina dove viene prodotta la famosa vernaccia e lo scheletro del dinosauro di oltre 75 milioni di anni fa
dai carabinieri del nucleo tutela beni culturali, dalla Soprintendenza e dai vigili del fuoco, restassero a “casa” per poter essere ammirati di nuovo. «Conservate fino ad ora in un piccolo deposito comunale – spiega l’amministrazione - le opere rischiavano di rimanere per anni imballate e lontane dallo sguardo di cittadini e amanti dell’arte. La ricollocazione si inserisce in un altro importante recupero: la chiesa di Santa Maria di Piazza. Interessata da restauro a seguito del sisma del 1997, attualmente non officiata, è ritornata a vivere come importante contenitore culturale pronto ad accogliere il pubblico». E il visitatore può stare di nuovo a tu per tu con opere come La Crocifissione con la Madonna, San Giovanni Evangelista e la Maddalena di Giovanni Angelo d’Antonio (fondatore della scuola camerte) del 1452. Nel centro storico di Serrapetrona inoltre, a Palazzo Claudi, si può ammirare la mostra paleontologica, archeologica e numismatica La Conquista del Cielo, che racconta l’evoluzione della vita e gli antichi miti seguendo il tema del volo. Il pezzo forte, all’ingresso, è lo scheletro di un dinosauro di oltre 75 milioni di anni fa.
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MARCHE, BELLEZZA INFINITA Tra le nove città italiane creative elette dall’Unesco
Al centro, una veduta di Fabriano; la fontana di Sturinalto e, a destra, la facciata della cattedrale
SONO NOVE FINO AD OGGI le località italiane che fanno parte del prestigioso network delle Città Creative promosso da Unesco e fondato nel 2004, che ha come obiettivo la creazione di un legame in grado di sostenere e di fare della creatività culturale un elemento essenziale per lo sviluppo economico, offrendo una piattaforma internazionale con l’obiettivo di promuovere l’industria della cultura a livello globale. Attraverso questa rete, divisa in sette aree corrispondenti ad altrettanti settori culturali (Musica, Letteratura, Arti-
gianato e Arti e Tradizioni Popolari, Design, Media Arts, Gastronomia, Cinema), le Città possono condividere le proprie esperienze e sostenersi reciprocamente, valorizzando le proprie capacità ed incrementando la presenza dei propri prodotti culturali sui mercati nazionali ed internazionali. In Italia abbiamo oltre a Fabriano, Torino, Roma, Bologna, Parma, Milano, Pesaro, Carrara e Alba. Attualmente il Network comprende complessivamente ben 180 città, molte delle quali capitali di stato, metropoli o grossi centri.
Dal mondo a Fabriano per Dal 10 al 15 giugno la città ospita la tredicesima di Ilaria Traditi
SI SVOLGERÀ PROPRIO QUI a Fabriano, dal 10 al 15 giugno, la tredicesima conferenza annuale delle Città Creative Unesco, un network mondiale di cui fa parte insieme ad altre 8 località italiane. Sono attesi i delegati di 180 città di tutto il mondo, provenienti da 72 Paesi per fare il punto e confrontarsi su missione, obiettivi e strategie future dell’Unesco, consolidare la rete ed avviare nuovi progetti di cooperazione. La città marchigiana accoglierà quindi il Segretariato e circa 400 ospiti tra delegati, istituzioni e personalità provenienti da tutti i continenti. Fabriano si trasformerà in un grande laboratorio a cielo aperto sulla creatività: l’evento sarà inoltre una grande occasione di visibilità e marketing territoriale, di riqualificazione, di sviluppo turistico, di innovazione, di condivisione, di avvio di nuove relazioni internazionali.
(nominata proprio quest’anno come Città Creativa della Musica), Ancona, Ascoli Piceno, Fermo, Macerata, Recanati, Senigallia, Urbino. Il tema conduttore dell’Annual Conference 2019 sarà “la Città
Ideale”, declinata secondo i principi di sostenibilità, antifragilità, resilienza, innovazione, cultura e partecipazione, concepita come città che rinasce dopo aver subìto i cataclismi della natura
L’ANNUAL CONFERENCE coinvolgerà anche altre città delle Marche, come Pesaro
Bellezze artistiche, golosità e appuntamenti da non perdere Pianoforte e suono
Farmacia e museo
Ben 18 pianoforti storici sono qui esposti, datati da fine ‘700 ai primi del ‘900. Un incontro ravvicinato con Bach, Mozart, Beethoven e Chopin e con gli strumenti originali su cui hanno composto ed eseguito i loro brani più famosi.
Arredi lignei in stile neogotico incantano i visitatori della farmacia Mazzolini-Giuseppucci, ancora in attività, fondata nel 1896 luogo di ritrovo degli intellettuali del tempo. Si trova a stretto ridosso della Piazza del Comune.
Museo della carta
Al lavoro pedalando
Pinacoteca Molajoli
Nel Museo si percorre il viaggio della carta sporcandosi le mani nelle materie prime proprio come facevano i mastri cartai fabrianesi già nel 1200, quando inventarono la tecnica della filigranatura.
Si potrà tornare indietro nel tempo nella tradizione contadina del dopoguerra con l’arrotino, il barbiere o il lattaio fino al parroco o al calzolaio. I “Mestieri in bicicletta”, 87 cicli rigorosamente originali.
Qui è possibile visitare la collezione storica che raccoglie opere di arte sacra dal 1200 al 1700, e quella di arte moderna con opere di artisti del Novecento italiano da Burri a De Chirico, da Fontana a Manzù.
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Professione Ambassador. Per scoprire fotografando CONOSCONO IL TERRITORIO e soprattutto amano raccontarlo: sono gli “Ambassador” nominati dal Social Media Team della Fondazione Marche Cultura, blogger e influencer che attraverso i loro canali social e utilizzando l’hashtag #DestinazioneMarche condividono con passione le bellezze della regione. Promuovono il territorio e creano intorno a sé una rete di utenti che seguendo le loro attività possono scoprire in maniera sempre nuova e originale gli scorci più belli che il territorio ha da offrire. Il loro maggiore contributo si è
registrato durante i Photowalk, delle passeggiate fotografiche in digitale aperte a tutti, con lo scopo di condividere e premiare gli scatti più belli. Uno di quelli più partecipati è stato proprio il Photowalk di Fabriano, sponsorizzato da Faber Spa, anche partner del progetto RisorgiMarche per la rinascita delle comunità colpite dal sisma. Per ricoprire il ruolo di Ambassador è necessario avere un blog, un canale social o un portale dedicati alla promozione del territorio attraverso immagini, video e testi.
parlare della città ideale
edizione della conferenza promossa dall’Unesco o le violenze dell’uomo. Saranno allestiti Sette Padiglioni della Creatività, ognuno rappresentativo di una categoria del Network allestito in un luogo simbolico per lo sviluppo creativo di Fabriano. Ci sarà il padiglione del Design
presso il Complesso delle Conce, quello della Gastronomia tra le mura del Mercato Coperto di piazza Garibaldi, quello della Musica al Giardino del Poio, quello del Cinema ospitato nel cinema Montini, quello
dell’Artigianato presso il Museo della Carta e della Filigrana e quello della Letteratura che troverà la sua sede nella Biblioteca Romualdo Sassi. Le piazze della città verranno trasformate in un grande padiglione all’aperto che rappresenterà le città delle Media Arts. L’INGRESSO DI FABRIANO in questo ambizioso network si deve principalmente a Francesca Merloni, ambasciatrice Unesco per le Città Creative, che in una recente intervista ha ricordato come Fabriano sia passata dall’essere epicentro economico e politico della regione a polo della creatività, proprio grazie all’alleanza con l’Unesco. “Vorrei riconsegnare alla mia terra ciò che ho ricevuto - le parole di Merloni, nipote di Aristide, capitano d’industria che fondò nel 1930 l’omonima azienda poi divenuta leader mondiale nella produzione di elettrodomestici- in un percorso virtuoso che può portare del bene alla comunità. Vorrei far percepire a livello internazionale le Marche come una regione-città, nella loro splendida interezza».
Teatro Gentile
Il miele in barrique
Grotte di Frasassi
Inaugurato nel 1692, quello che oggi è il Teatro Gentile venne raso al suolo nel 1863 per poi risorgere nel 1884 con la rappresentazione dell’Aida. E’ considerato uno dei teatri più belli ed eleganti delle Marche.
L’invenzione è di un apicoltore, Giorgio Poeta, che oggi esporta il suo miele in barrique in tutto il mondo. Il “carato” è il nome di questa prelibatezza a base di miele di acacia che per 9 mesi riposa in botti di rovere francese.
Inserite nel contesto del Parco Naturale Regionale della Gola della Rossa. Gli antri più famosi sono l’Abisso Ancona, che al suo interno potrebbe contenere il Duomo di Milano, la Sala delle Candeline e la Grande Grotta del Vento.
La biblioteca
Salame di prosciutto
Sarà ospitato proprio qui il Padiglione della Letteratura in occasione dell’ Annual Meeting Unesco. In posizione centralissima, la Biblioteca è oggi uno spazio interattivo per condividere e promuovere idee e progetti.
Molto amato perfino da Garibaldi, è un salume molto ricercato perché antico, nobile e pregiato preparato con la carne di prosciutto. Prodotto da settembre a maggio, deve stagionare almeno due mesi.
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Pecorino dei Monti Sibillini PRESIDIO Slow Food dalla pasta compatta, lievemente grassa e dal sapore deciso, piccante e molto persistente. Tra questi allevatori si segnala Giovanni Angeli, dell’Azienda agricola Angeli di Pievetorina (Mc). La lavorazione del Pecorino dei Monti Sibillini, prevede una stagionatura in ambiente fresco e umido in cui, ogni due o tre giorni, le forme devono essere capovolte per permettere la formazione della crosta.
Una varietà infinita di legumi SEMPRE IN QUESTE ZONE vengono prodotti legumi molto particolari, tra cui pregiate lenticchie di Castelluccio, dalla buccia molto fine, che non richiedono ammollo prima di essere cotte, o la roveja, una varietà di pisello chiamata dai botanici pisum arvense. Veniva coltivata già in epoca preistorica e, insieme a lenticchia, orzo e farro, costituiva la base dell’alimentazione umana nel Neolitico. L’Azienda agricola Leonardi, nel piccolo comune di Montemonaco (Ap), produce diversi legumi.
Ciauscolo, il salame da spalmare PRODOTTO dalla lavorazione di carni grasse e magre di maiale, che alcuni norcini continuano a realizzare in base alle tradizionali ricette, tramandate da generazione in generazione. Proprio in virtù di queste caratteristiche che lo rendono assolutamente unico ha rappresentato la sopravvivenza di molti produttori. Degno di nota Vissana Salumi che per allagare il numero degli estimatori ha sviluppato anche la vendita online della sua produzione.
Le trote allevate nel torrente L’ALLEVAMENTO delle trote è caratteristico della zona dei Sibillini. La Troticoltura Cherubini è tra le aziende storiche. Nasce nel 1950 a Visso, ad opera di Domenico Cherubini con un piccolo allevamento sul torrente Ussita. Proseguì poi il figlio Remo che nel 1965 aprì uno stabilimento più grande ai bordi del fiume Nera. La produzione si sviluppa su un centinaio di vasche dove crescono avannotti, trotelle e via via trote di varia pezzatura con punte che toccano i 12-13 chilogrammi.
DAL 25 AL 28 APRILE IL PRIMO FESTIVAL DI TURISMO RESPONSABILE
La battaglia per resistere inizia dai Monti Sibillini IL TURISMO RESPONSABILE è un turismo anche solidale e per la sua prima edizione toccherà la zona dei Monti Sibillini. Si chiama ‘Restanza’, la prima edizione di una formula nuova che induce a ‘sfruttare’ il turismo per consentire a città depresse di rinforzarsi economicamente. IL PRIMO FESTIVAL nazionale di Turismo Responsabile parlerà di cambiamenti, di trasformazioni, di valorizzazione e tutela della memoria, di superamento delle difficoltà esistenti, di disastri naturali dai quali ripartire per ricominciare con un nuovo senso dell’abitare i propri luoghi. ED È PROPRIO LA STORIA dei Monti Sibillini tappa di partenza di questa prossima edizione, che dal 25 al 28 aprile merita di tagliare il nastro d’inizio del festival nazionale. Proprio quei luoghi, duramente colpiti e messi in ginocchio dai terremoti del 2016, diventano emblema della restanza, terra che trova il suo senso in chi ha scelto di restare e impegnarsi in un percorso complesso e faticoso che sta permettendo una risalita ed una ricostruzione attraverso progetti d’innovazione tecnologica, di turismo, di riqualificazione e valorizzazione del territorio come chiavi di riscatto.
Un movimento di vite per creare e costruire nuove comunità, appellandosi al diritto di poter restare e sopravvivere con dignità nel proprio territorio nativo. Discorso che è al centro del confronto considerando che i paesi più toccati dalle devastazioni della natura sono anche popolati da persone molto anziane. ALTRETTANTO FUNZIONALE a questo scopo è #RipartiDaiSibillini primo progetto strutturato che non molla da ormai dai tempi del terremoto. Seguitissimo, è un social tour organizzato a ottobre 2016 e poi a marzo 2017, e anche a ottobre 2018 con influencer (blogger e instagrammer) che hanno visitato borghi, musei e luoghi di culto, partecipato a degustazioni e lezioni di cucina, preso parte a trekking in quota e recensito b&b, agriturismi e country house, tutto nel territorio dei monti delle Marche. IL PROGETTO, ideato dal blogger maceratese Luca Tombesi, è stato sostenuto da Instagramers Italia, dall’Associazione Italiana Travel Blogger, da Confcommercio e Federalberghi Marche. Tutti hanno partecipato gratuitamente e gli Igers Marche hanno anche lanciato una raccolta fondi per aggiungere un ulteriore sostegno.
MARCHE, BELLEZZA INFINITA IN UN’UNICA AREA COMMERCIALIZZANO I LORO PRODOTTI
«Riprendere continuando» Così i maestri artigiani di Visso hanno fatto squadra di Maria Gloria Frattagli
IL NUOVO INIZIO ricomincia esattamente dal corso interrotto dalla natura ma anche dalle mani, dal senso pratico, dalla creazione delle cose senza l’utilizzo di strumentazioni avanzate. La Compagnia dei Maestri Artigiani di Visso, dopo solo un anno dalle devastazioni del terremoto, ha iniziato a incarnare la forza della reazione e il desiderio di proteggere arti, mestieri e artigianato locale, mettendo a disposizione ciò che serve per riprendere la produzione dei prodotti alimentari e farne mercato. Nasce dalla volontà di cinque ragazzi che hanno permesso che tradizioni e attività di famiglia non scomparissero dando la possibilità alla propria terra di non essere dimenticata e continuare a fornire le materie prime, che dai Monti Sibillini, caratterizzano i prodotti degli artigiani in maniera unica. L’ambizioso progetto si articola attraversando tutte quelle sfide connaturate ai momenti di Rinascita. Coinvolgendo professionisti a sostegno degli artigiani, in una cornice a carattere familiare, è possibile associarsi all’iniziativa acquistando quote che consentono di farne parte. C’è un luogo, un’area di 10mila metri quadrati, dove si produce e si commercializ-
za il risultato concreto di questo progetto. In questa architettura modernissima efficiente ed ecocompatibile si realizza il sogno di «Riprendere Continuando». Fa parte della Compagnia l’Azienda Agricola Scolastici che si estende sull’Altipiano di Macereto a 1000 metri di altitudine nel Parco Nazionale dei Monti Sibillini. Da cinque generazioni si dedica alla
cura e all’allevamento di pecore Sopravvissane, razza autoctona della zona oramai in via di estinzione. L’azienda segue direttamente l’intera filiera. Da segnalare è l’azienda Agricola Troiani, condotta da Fabio Massimo affiancato dai figli (nella foto al centro). Nasce a Visso nel cuore dei Monti Sibillini all’interno del Parco Nazionale, dove pascola-
no tra i 1500 e i 1800 metri di altitudine i capi presenti in azienda. Si tratta di un allevamento semibrado dove abbondano bovini di razza Marchigiana e cavalli TPR da carne. Poi Calbrò Carni nata nel 1936 da Sante e Lucia Calabrò che hanno dato vita alla loro attività comprando una piccola bottega nel centro di Visso lavorando e vendendo carni, dove tutto il macinato viene preparato manualmente. La Filanda è invece una delle più antiche attività di Visso e appartiene alla famiglia Cappa dai primi del novecento. Nel 1983 Romano impone una svolta per coltivare la sua grande passione: la cucina, mantenendo nome e marchio. Antonio, figlio di Romano e Mara, perfeziona ricette tipiche, anche a base di selvaggina e pesce di fiume. Nel 2005 nasce un laboratorio interno per la produzione di pasta all’uovo che garantisce genuinità e freschezza. A Visso c’era una delle più belle piazze d’Italia, con l’antico Caffè Sibilla e i suoi prodotti di fine pasticceria. Oggi, la piazza è distrutta, ma ci sono le persone che riporteranno il Caffè Sibilla al suo splendore. Il Caffè Sibilla nasce nel 1967 con Gaetano Flammini. Poi i figli trasformarono l’offerta alla clientela: pasticceria, gelateria e cioccolateria, tutte completamente artigianali.
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L’ortolano, dal mercato al negozio L’ORTOLANO dei Sibillini è una impresa locale a carattere familiare. Il fondatore dell’attività fu Pietro Sabatiniche che iniziò la propria attività da ambulante nel 1962 e nel 1966 decise poi di aprire il negozio a Visso. All’interno è possibile trovare anche una vasta scelta e selezione di frutta e verdura vendita fiori, semi e piante da orto confezionamento cesti e piante di fiori fornitura per ristoranti/pizzerie, hotel, bar e alimentari.
Venticinque tipologie di pane NON È SEMPLICE sviluppare un format da 25 tipologie di pane. Ci riesce il pastificio Fronzi che si trova nel Parco Nazionale dei Monti Sibillini, nel Comune di Pieve Torina. Alta qualità dei propri prodotti, cura degli ingredienti e pluridecennale esperienza nel settore. Infatti la produzione dolciaria della migliore tradizione marchigiana e quella di oltre 25 tipi di pane avvengono grazie all’approvvigionamento della quasi totalità degli ingredienti di produzione locale.
Una norcineria da leccarsi i baffi NEL CENTRO STORICO di Castelsantangelo sul Nera, in provincia di Macerata, è tornata la Norcineria Alto Nera. Qui troverete carni di qualità, salumi di pregio che profumano di boschi e di quercia, insaporiti con essenze montane, formaggi locali ed altri prodotti genuini. Salami, capocolli, salsicce, prosciutti, guanciali e lonzini, la “cardosella”, il salame aromatizzato al ginepro, e il principe degli insaccati: il ciauscolo.
Dove nasce la birra ai fiori di ibisco SI TROVA A CACCAMO di Serrapetrona ed è stata una di quelle attività segnalate tra le degne da salvare. Si deve a questo birrificio la Fleur Sophoronia, la birra rosa ai fiori di ibisco. Producono birre vive, non filtrate e non pastorizzate, con quattro ingredienti: acqua, malto d’orzo, luppolo e lievito. Altre ne caratterizzano con ingredienti naturali tipici del territorio e le spezie. È stato anche segnalato tra i migliori birrifici emergenti d’Italia.
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MARCHE, BELLEZZA INFINITA
Alla Mole Vanvitelliana di Ancona le fotografie di Robert Capa DOPO QUELLE DI STEVE MCCURRY, Henri Cartier Bresson e Sebastiao Salgado, la Mole Vanvitelliana di Ancona ospita una nuova mostra su un grande maestro della fotografia: Robert Capa. Visitabile fino al 2 giugno, la rassegna intitolata Retrospective, presenta più di 100 immagini in bianco e nero che documentano i maggiori conflitti del Novecento, di cui il fotoreporter è stato testimone oculare, dal 1936 al 1954. Eliminando le barriere tra fotografo e soggetto gli scatti di Capa ritraggono la sofferenza, la miseria, il caos e la crudeltà delle guerre. Alcuni sono ormai diventati delle icone: basti pensare alla morte del miliziano nella guerra civile spagnola nel 1937 e alle fotografie dello sbarco delle truppe americane in Normandia, nel giugno del 1944. La mostra è articolata in 13 sezioni e apre dal martedì alla domenica dalle 10 alle 19.
Recanati è in festa per i
Il capolavoro di Giacomo Leopardi celebrato di Ilaria Traditi
IL CAPOLAVORO senza tempo “L’Infinito” di Giacomo Leopardi compie 200 anni e per celebrarlo a dovere la città natale del poeta, Recanati, ha dato il via lo scorso dicembre a un ricco calendario di eventi in programma fino a novembre. Mostre, spettacoli, conferenze, pubblicazioni, anche rivolte alle nuove generazioni, per sollecitare la necessità di tornare al “pensiero leopardiano”: ce n’è per tutti i gusti ma il cuore del progetto è rappresentato dall’esposizione straordinaria, a Villa Colloredo Mels, dell’originale manoscritto vissano del celebre componimento, tornato a Recanati dopo 120 anni. «Un’occasione imperdi-
L’arte ferita dal sisma nel centro di restauro di Amandola NON SOLO OPERE in mostra ma anche prove tecniche di restauro “a porte aperte”. Il primo Deposito e Centro di Restauro del patrimonio ferito della città di Amandola (autorizzato dal Mibact) custodisce una ricca collezione di opere pittoriche e scultoree di pregevole fattura ed è stato realizzato grazie alla collaborazione tra il Comune e le università marchigiane di Urbino (per la conservazione e il restauro dei beni culturali) e Camerino (per la diagnostica dei beni culturali). L’allestimento è ospitato presso “Il Depostio Ex Collegiata” e le opere, datate tra il XII e il XIX secolo appartenenti a pittori tra i quali Ippolito Scarsella, detto lo Scarsellino e Giuseppe Puglia, detto il Bastaro, sono state recuperate dagli edifici pubblici e religiosi della città in seguito al sisma del 2016. L’annesso laboratorio di restauro, finanziato dal Comune, è visitabile ed è attivo grazie anche alle donazioni tramite Art Bonus. Aperture dalle ore 10.00 alle ore 12.00 e dalle 16.00 alle 18.00, previa prenotazione all’ufficio turistico (0736 840731).
bile quella di ammirare l’elegante e ferma calligrafia di Giacomo Leopardi che hanno reso immortali e sempre vivi questi versi» il commento del sindaco Francesco Fiordomo. In corso anche i lavori di consolidamento del Colle dell’Infinito, che ispirò il poeta. “Infinito Leopardi” è un progetto promosso dal Comitato Nazionale per le celebrazioni del bicentenario, istituito dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali con la partecipazione di Regione Marche, Comune di Recanati, Centro Nazionale Studi Leopardiani, Casa Leopardi, Centro Mondiale della Poesia e della Cultura e Università degli Studi di Macerata. Un evento lungo un anno che tra mo-
A Monte San Giusto vita e morte di Santa Camilla
Da Firenze ritorna a casa il ritratto del Duca di Tiziano
IL COMUNE DI MONTE SAN GIUSTO, in collaborazione con la Soprintendenza delle Marche ha da poco inaugurato la mostra, aperta fino al 16 giugno, dedicata a Santa Camilla Battista dal titolo “Devozione ducale” presso il Museo di Palazzo Bonafede. Un particolare del bel dipinto di Orazio Orazi che descrive la morte della santa è stato scelto per illustrare questa mostra: i familiari di Camilla Battista, vestiti con i loro abiti più sfarzosi, raccolti intorno al suo corpo, raffigurato con l’umile tonaca ed i piedi scalzi in contrasto con la ricchezza esibita dai familiari. Fra le opere provenienti dal monastero figura anche una tela che ritrae San Francesco, opera che rappresenta una notevole aggiunta al catalogo del Guercino. La mostra è aperta sabato, domenica e festivi dalle 10 alle 19 con orario continuato.
SONO PASSATI QUASI 400 ANNI da quando la tela raffigurante Francesco Maria I Della Rovere, duca di Urbino, ritratto da Tiziano venne spostata a Firenze. Ora l’opera torna a casa grazie alla mostra allestita a Urbania, e visitabile fino al 14 luglio, su “I Della Rovere a Casteldurante”. L’esposizione, allestita nel palazzo ducale arriva a coronare le ricerche e gli studi compiuti a partire dal 1990 sulle collezioni, sul patrimonio e sull’eredità culturale dei Della Rovere nell’antico ducato di Urbino. Altre opere, insieme al prezioso quadro, racconteranno ai visitatori alcuni aspetti del collezionismo che animavano la dinastia roveresca contestualizzando la stessa nell’ambito degli importanti avvenimenti storici che coinvolgevano, anche in prima persona, Francesco Maria I Della Rovere sia come Duca di Urbino sia come Capitano Generale della Serenissima Repubblica di Venezia.
MARCHE, BELLEZZA INFINITA
Nel cuore di Recanati la piazza dedicata al poeta con al centro la statua che lo raffigura; in basso l’originale manoscritto del celebre componimento; tornato a Recanati dopo 120 anni si può ammirare a Villa Colloredo Mels; risalta la bella e armonica calligrafia di Giacomo Leopardi
duecento anni dell’Infinito attraverso mostre, spettacoli, conferenze e incontri stre, spettacoli, conferenze, pubblicazioni, possa sollecitare la necessità di tornare a pensare all’infinito e alle infinite espressioni dell’uomo nella natura, tema portante e modernissimo del pensiero leopardiano. La prima parte delle celebrazioni, che andranno avanti fino al 19 maggio, vedrà la realizzazione di due sezioni espositive. La prima, a cura di Laura Melosi, direttrice della Cattedra Leopardiana presso l’Università degli Studi di Macerata, dal titolo “Infinità / Immensità. Il manoscritto”, vedrà la riscoperta del patrimonio leopardiano dei manoscritti di proprietà del Comune di Visso, attraverso la rilettura attenta di essi e la
loro esposizione straordinaria a Villa Colloredo Mels insieme all’autografo de L’Infinito, cuore simbolico del progetto. La seconda, con “Mario Giacomelli. Giacomo Leopardi, L’Infinito, A Silvia”, a cura di Alessandro Giampaoli e Marco Andreani, si porta in mostra la sequenza fotografica al centro di uno dei capitoli più affascinanti della storia della fotografia italiana del dopoguerra e dei rapporti tra letteratura e fotografia. Saranno esposte “A Silvia”, il celebre foto-racconto ispirato all’omonima lirica, nella sua versione originale del ’64, di cui fino ad oggi si erano perse le tracce e in quella del 1988, insieme con la serie de “L’Infinito” per dare
modo al pubblico di fare un confronto e avere uno spaccato della straordinaria evoluzione stilistica di Giacomelli nel corso degli anni. Le celebrazioni continuano dal 30 giugno al 3 novembre (inaugurazione prevista il 29 giugno, giorno in cui cade il compleanno del poeta), con due mostre che ruotano intorno all’espressione dell’infinito nell’arte: “Infiniti” a cura di Emanuela Angiuli e “Finito, Non Finito, Infinito” a cura di Marcello Smarrelli, per un percorso sensazionale dall’epoca romantica a oggi. Orari di apertura: dal martedì alla domenica 10-13/15-18. Chiuso lunedì, 25 dicembre e 1 gennaio.
Treni speciali per le Marche da luglio a settembre
Una mostra a Urbino per celebrare il «divin pittore»
OGNI WEEKEND a partire dal 5 Luglio e fino al primo di settembre sarà possibile raggiungere da Piacenza, Parma, Reggio Emilia, Modena, Bologna e Rimini il mare delle Marche e godere dell’ospitalità delle località balneari fino a S. Benedetto del Tronto. Sono allo studio le integrazioni con i servizi bus disponibili dalle stazioni FFSS per favorire anche la visita delle località non direttamente raggiungibili con il treno dell’entroterra. Sono in corso accordi con Trenitalia per definire orari e fermate e con le associazioni degli albergatori per valorizzare l’offerta turistica estiva con pacchetti e formule weekend. Regione Marche e Trenitalia stano inoltre studiando la possibilità di incentivare i flussi turistici dall’Emilia Romagna anche in «utunno per partecipare alle Feste del Gusto e del Tartufo e per il Natale vista l’offerta dei mercatini natalizi in città d’arte e nei borghi delle Marche.
DAL PROSSIMO 17 MAGGIO fino al 13 ottobre il Palazzo Ducale di Urbino ospita la mostra “Da Raffaello. Raffaellino del Colle” a cura di Vittorio Sgarbi. Così Urbino anticipa il tema delle celebrazioni raffaellesche e il curatore racconterà l’esposizione monografica dedicata a uno dei più fedeli e intelligenti seguaci del “divin pittore”. La mostra: “Da Raffaello. Raffaellino del Colle” sarà l’evento di apertura del nuovo ciclo di mostre diffuse a Urbino, Fano e Pesaro in programma tra primavera ed estate, nell’ambito delle celebrazioni promosse dal Mibac per i 500 anni dalla morte di Leonardo da Vinci nel 2019 e di Raffaello Sanzio nel 2020. Seguiranno a luglio le esposizioni a Fano, che celebra Leonardo riscoprendo il legame con Vitruvio al Museo Archeologico e Pinacoteca del Palazzo Malatestiano, Sala Morganti, e a Pesaro dove l’artista Agostino Iacurci sperimenterà una visione contemporanea del “De Architectura” di Vitruvio.
GIOVEDÌ 18 APRILE 2019
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Nell’incanto del borgo di Mondolfo affreschi e frammenti da salvare È MONDOLFO, uno dei borghi più belli d’Italia, a ospitare fino al 6 ottobre la mostra al Complesso Monumentale di Sant’Agostino con gli affreschi e i frammenti che testimoniano i gravissimi danni causati dal terremoto del 2016. “Un segno per la rinascita” il nome dell’esposizione che al contempo racconta la preziosa attività di recupero e di messa in sicurezza che tanti organi istituzionali hanno svolto insieme, cooperando e unendo forze e mezzi: Soprintendenza, Carabinieri, Vigili del Fuoco, Protezione Civile unitamente a tanti volontari. Ad ingresso gratuito. Con l’occasione si potrà visitare il complesso monumentale e la chiesa di Santa Maria del Soccorso che si presenta in una veste tardo cinquecentesca con rimaneggiamenti interni del Settecento. A fianco della chiesa, il convento degli agostiniani con il chiostro affrescato nel Seicento e il pozzo dello stesso periodo.
A Osimo il genio della street art Immagini su carta di Bansky CHI NON HA VISTO almeno una volta l’immagine della bambina con il palloncino rosso a forma di cuore che le vola via dalle mani? E’ forse l’opera più famosa di Bansky, artista e writer inglese considerato uno dei maggiori esponenti della street art, la cui vera identità rimane ancora sconosciuta. Osimo lo celebra in questi mesi con una mostra che resterà aperta fino al 7 luglio a Palazzo Campana dal titolo «From the street to the museum Works of the artist known as Banksy». Esposta una selezione di 30 immagini su carta pubblicate tra il 2002 e il 2009 che hanno decretato il successo planetario di un artista tra i più complessi e intuitivi del nostro tempo. L’arte di Banksy, infatti, trova espressione nella dimensione stradale e pubblica dello spazio urbano, realizzando pezzi che documentano la povertà della condizione umana. L’esposizione è arricchita da un’infografica sulla cronologia dell’artista, ampie schede storiche sulle opere con documentazione fotografica, testi a muro con sue citazioni da libri, poster originali di sue mostre, banconote contraffatte, palloncini e alcuni video. La mostra è aperta dal martedì al venerdì: 10-13, 16-19. Prefestivi e festivi: 10-13, 15-20. Chiusura Lunedì.
CON IL CONTRIBUTO DI