In Viaggio nel Novarese Percorsi turistici e curiosità
In Viaggio nel Novarese
Sommario
Redazione progetto editoriale ATL della Provincia di Novara
Presentazione 5
Grafica Full Print Srl Foto Bryan Morgan, Federica Beretta, Roberto Pegolo, Enrico Cinquini, Federico Barra, Matteo Zanetta, Archivio fotografico TAM Cureggio, Antonella Sebastiani, Mario Finotti, Archivio Museo La Manèra, Ada Parisi, Monica Bergomi, Kalatà. Illustrazioni Marina Cremonini, Gabriele Genini. Copertina Borgomanero, Oratorio di Sant’Alessandro - Walter Cerutti.
Itinerari d’arte nel Novarese Le Terre dei Monaci 6 Vivere secondo la Regola: esperienza di vita comune 7 Itinerario Antonelliano 10 Oleggio, Chiesa dei Santi Pietro e Paolo 11
In bici nel Novarese Nelle colline del Borgomanerese
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I Musei del Novarese Borgomanero, Museo della Civiltà Agricola Locale La Manera
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#ilmionovarese Le vostre foto del nostro Novarese più bello!
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Il gusto del Novarese Risotto con borragine e Gorgonzola 24 Biscotti di riso allo zafferano novarese 26
I Prossimi Eventi Fontaneto Arte Sapori 28 50° Mostra del Vino Sizzano Doc 28 Sinfonie di Sensi - Oltre i confini della musica 29 Stellare - Estate Novarese 30 Geronimo Stilton Live Experience - “Viaggio nel Tempo” 30 Salite alla Cupola di San Gaudenzio 31
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Presentazione Ecco a voi il secondo numero della nostra rivista In Viaggio nel Novarese, il magazine che racconta gli itinerari, la natura, la cultura, i sapori e, attraverso una narrazione per immagini dei nostri follower e lettori, il nostro territorio.
In questo numero trovi anche gli eventi e le iniziative in calendario per questo inizio di estate, legati alle nostre tradizioni enogastronomiche, ma anche alla musica e allo spettacolo.
Il nostro ufficio è sempre aperto da lunedì a domenica, il sito è costantemente aggiornato così come i nostri profili social, quindi…
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Buona lettura e buona estate!
La Presidente Maria Rosa Fagnoni
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Itinerari d’arte nel Novarese
Vivere secondo la Regola: esperienza di vita comune Accanto alle esperienze monastiche fiorite a partire dal IX-X secolo, esistono sulla terra fra Sesia e Ticino altre realtà che, allo stesso modo, hanno lasciato in eredità testimonianze architettoniche ed artistiche di rilievo, oppure tracce storiche significative, che non di rado hanno influenzato la stessa fisionomia del territorio. La regula, come codice condiviso di valori e di finalità, e il chiostro – ma anche il refettorio, o il dormitorio – sono fattori che accomunano realtà diverse, anche poste al di fuori del monastero inteso in senso stretto. Lo si percepisce chiaramente varcando a Novara l’androne che, all’ombra della cattedrale, immette nel silenzioso quadrato verde del chiostro della Canonica, circondato da un massiccio porticato archiacuto su pilastri ottagonali, che ne dichiara l’impianto quattrocentesco ma solo in parte rivela l’antichità della sua prima fondazione. Risale infatti al tempo dell’episcopato di Litifredo la prima impaginazione architettonica di questo spazio, destinato alla vita comune dei sacerdoti operanti presso la cattedrale, organizzati
Le Terre dei Monaci Il Novarese possiede un patrimonio culturale straordinario: ogni borgo, anche il più piccolo, conserva testimonianze architettoniche e artistiche che meritano di essere conosciute ed apprezzate. Con il progetto In viaggio nel Novarese, l’ATL della Provincia di Novara prosegue l’opera di promozione proponendo l’itinerario Terre dei Monaci nel Novarese. Attraverso i “paesaggi monastici”, con particolare attenzione all’età medievale, si accompagnerà il visitatore, dalla pianura alla collina novarese, alla scoperta di monasteri e delle loro dipendenze, di canoniche, di esperienze conventuali o di vita religiosa comunitaria, mettendoli in rapporto con il paesaggio, con le risorse economiche (terre, boschi, baragge, vigneti) e le infrastrutture (mulini, canali) che i monaci hanno saputo sapientemente sfruttare o attivare sul territorio. Scopriamo quindi il quinto e ultimo itinerario.
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Inquadra il QR Code e collegati al sito dell’ATL della Provincia di Novara per conoscere i 5 percorsi di Terre dei Monaci nel Novarese
in una canonica dal vescovo Adalgiso fin dal IX secolo. Gli spazi ieri occupati dagli appartamenti canonicali oggi fanno parte, con il palazzo episcopale, la cappella di San Siro e il battistero, del complesso monumentale della cattedrale, e ospitano uno dei più importanti poli museali del territorio, raccogliendo l’eredità dell’antico Lapidario che qui aveva trovato sede sin dal 1813. Il vicino archivio diocesano custodisce la documentazione che racconta come la Canonica abbia plasmato nei secoli il territorio intorno alla città, amministrando cascine, gestendo acque e terreni, accompagnando il progressivo trasformarsi della Bassa da terra di frumento, vigne e pascoli a comprensorio risicolo d’eccellenza. Dinamiche simili a quelle che si trovano spostandosi sui pianali morenici che da Bellinzago si estendono verso il Terdoppio, dove un elegante portale settecentesco immette nei cortili rustici della Badia di Dulzago, stretti intorno alla romanica chiesa di San Giulio.
Itinerari d’arte nel Novarese
Ancora oggi un sarcofago romano funge da abbeveratoio accanto alle vecchie scuderie, a testimoniare frequentazioni antiche verosimilmente collegate alle buone risorse disponibili in zona. Nel 1183 qui ci sono i Canonici Regolari di Sant’Agostino, ai quali è forse da riferire la costruzione del tiburio quadrangolare, impostato sulla struttura della chiesa triabsidata. La Badia attraversa i secoli passando dagli Agostiniani ai Lateranensi, la sua chiesa viene a più riprese decorata, i fabbricati circostanti ristrutturati, ma ciò che
resta costante è la sua connotazione di polo gestionale per il paesaggio agricolo limitrofo, addomesticato e modellato non solo dal punto di vista materiale. A Linduno, infatti, antica dipendenza dulzaghese, i pregevoli affreschi di Luca de Campis (1468) nell’oratorio di Santa Maria svelano l’illustre committenza del praepositus della canonica, il lombardo Bassiano Calco. Anche l’istituzione della commenda, a partire dal XV secolo, non arresta questo processo, che si riflette tanto nelle imprese pittoriche che in età moderna interessano la chiesa, quanto nella perfetta
organizzazione produttiva del complesso, dotato anche di un forno, una ghiacciaia e uno stabile per la produzione del formaggio. Ma il quadro delle grandi fondazioni canonicali novaresi non sarebbe completo se non ci spostassimo sul lago, a Orta, per raggiungere San Giulio: oggi diventata sede di un importante monastero benedettino femminile di clausura, l’isola era nel Medioevo un luogo di cruciale importanza territoriale. Già sede di potere in età longobarda, a partire dal IX secolo diventa centro del sistema pievano della zona, con la presenza di un collegio canonicale che, a poco a poco, si dota di beni sempre più estesi e dislocati.
La basilica di San Giulio ancora oggi testimonia tangibilmente lo splendore dei dieci e più secoli durante i quali l’isola, oltre ad ospitare la canonica, è stata il cuore del feudo vescovile della Riviera d’Orta, perdurato fino al 1767: le linee romaniche dell’edificio, con la sua massiccia torre campanaria, racchiudono tre navate risplendenti dei colori di numerosi affreschi del XV-XVI secolo, di tele e arredi seisettecenteschi, ma soprattutto incorniciano lo splendido ambone romanico in pietra d’Oira, fra i manufatti più significativi della scultura norditalica del XII secolo. Da qui il Capitolo di San Giulio gestiva i suoi beni più prossimi, ricevendo le decime su campi e prati, sul mosto e sulle castagne, sulla pesca nel lago e sui mulini dei villaggi della Riviera, ma riscuoteva anche ciò che gli si doveva dai possedimenti più dislocati, dagli alpeggi dell’Alta Valsesia, fino alla piana novarese e alle terre del Vercellese, passando per le colline di Cureggio e di Romagnano Sesia. A volte la presenza patrimoniale è marcata anche dalle immagini: la raffigurazione di San Giulio che scaccia i serpenti dall’isola campeggia nell’oratorio omonimo a Cressa, luogo dove i canonici possedevano beni, convivendo con un’altra interessante realtà religiosa, vale a dire l’ordine militare dei Cavalieri di Malta. Il loro simbolo, la croce rossa in campo bianco, è ancora visibile sulle pareti esterne della cappella medievale di San Giovanni de Barazia. Una fondazione di strada, una domus, vicina al guado sul torrente Lirone, che svela una presenza religiosa minuscola, ma legata alla ben più ricca e potente Commenda di San Giovanni del Pellegrino, situata alle porte di Novara, nel borgo di Sant’Agabio. Questo spunto apre uno spiraglio anche sugli ordini militari, quali appunto i Cavalieri di Malta, o i Templari, che figurano accanto alle fondazioni monastiche e alle canoniche nel variegato panorama del Novarese medievale, ma che diversamente da quelle hanno lasciato solo esili tracce materiali. Gabriele Ardizio
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Itinerari d’arte nel Novarese
Itinerario Antonelliano Alessandro Antonelli nasce a Ghemme nel 1798 e viene considerato con Guarino Guarini (1624-1683) e Filippo Juvarra (1678-1736) uno dei tre architetti che nel corso di tre secoli hanno lasciato un’impronta indelebile della propria creatività in Piemonte. È attraverso la narrazione di storie, la lettura di documenti e lettere, l’osservazione di disegni e progetti che emerge la figura di una personalità unica che sapeva unire l’estetica della perfezione classica alla sperimentazione tecnica. Geniale nelle intuizioni, dalla volontà di ferro, scrupoloso in ogni dettaglio delle sue opere, di cui seguiva personalmente l’avanzamento dei lavori, era attratto sopra ogni altra cosa dalle altezze, una tensione continua verso il cielo come ben testimonia l’opera novarese sua più famosa, la Cupola di San Gaudenzio. Proseguendo con gli Itinerari Antonelliani, ci rechiamo a Oleggio accompagnati dalle parole degli storici e studiosi locali e dai bellissimi disegni degli Urban Sketcher.
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Oleggio Chiesa dei Santi Pietro e Paolo La Chiesa dei Santi Pietro e Paolo è il risultato di vari interventi ricostruttivi e di ampliamento durati dal XVIII secolo agli anni ’60 del Novecento, con un sostanziale intervento a cura dell’architetto Alessandro Antonelli nel corso del XIX secolo. Sono poche le testimonianze che riescono a fornirci dati precisi sulla struttura architettonica della vecchia Parrocchiale ma, secondo alcune fonti, la costruzione risalirebbe al XVI secolo. Nella prima descrizione, tratta dagli Atti delle Visite Pastorali del 1568, la chiesa risultava fornita di tre altari, mentre nel 1571 ne erano descritti nove. Dalla lettura di tali documenti si può apprendere che la cappella dell’altare maggiore si trovasse all’epoca sotto la cinquecentesca cappella voltata e secondo la testimonianza del vescovo Ferdinando Taverna “[...]Pictoris Gaudentii tota ornata”. Un nuovo altare maggiore con balaustra venne costruito negli anni 1672-1679 con il contributo del Comune. Era preceduta da un porticato con 8 colonne in granito, le cui basi sono tutt’oggi conservate presso il giardino della Chiesa Parrocchiale. Alla Chiesa erano annessi a Sud gli oratori del Santissimo Sacramento e l’antico cimitero, mentre a Nord era posto l’Oratorio del Santo Rosario, sedi delle omonime confraternite.
Don Bertotti al suo ingresso nella Parrocchia di Oleggio nel 1840, trovò una fioritura di opere e una frequenza alle funzioni, che erano le migliori che si potessero desiderare ma, la Chiesa dei Santi Pietro e Paolo era piccola e non molto decorosa per la popolazione del Borgo “[…] con una capienza di 2000 persone è insufficiente per una popolazione di 8000 anime”. Considerato lo stato di decadenza della vecchia Parrocchiale, il trentenne Arciprete Bertotti, originario di Fara Novarese, cominciò a pensare ad una ricostruzione della stessa, tanto più che a Bellinzago si poteva già ammirare la nuova Parrocchiale, opera del Prof. Alessandro Antonelli, docente di architettura, disegno e ornato presso l’Accademia Albertina di Torino. Durante la visita pastorale effettuata dallo stesso Bertotti nel 1852, alla vigilia dell’inizio delle nuove opere, si trova una dettagliata descrizione dell’antica Chiesa: “La costruzione di questa chiesa risale al 1500 circa, ne havvi alcuna memoria in proposito. Venne però rinnovata, ed ampliata nel suo Coro, Presbiterio e Sacrestia con architettura di buon gusto, negli anni 1733 e ’34 in seguito ad una eredità pervenutale dal Sign. Gaspare Gola “[…] al suo interno presenta un’architettura
Itinerari d’arte nel Novarese
per la maggior parte barocca […] dalla parte di mezzodì è separata da ogni sorta di edifizi, non così dal lato settentrionale, cui va unita la casa parrocchiale […] Il corpo della chiesa in discorso è coperta di soffitta in decorosissima e che minaccia rovina”. Grazie al lascito testamentario di Rosa Rosari vedova Mazza, la Chiesa Parrocchiale di Oleggio ricevette la somma di lire 40.000 di Piemonte, somma che permise l’avvio della costruzione della nuova Chiesa. Il progetto dell’Antonelli prevedeva una rotonda del diametro di 42 metri circa e dell’altezza di 52 metri fino alla croce. Una grande calotta con lucernario avrebbe dovuto sovrastare dodici colonne addossate ad altrettanti pilastri di rinforzo dell’altezza di 16 metri. L’edificio sarebbe stato preceduto da un maestoso portico di quattro colonne, poi riprodotto nel progetto realmente eseguito. Tra le colonne dovevano essere inseriti sei altari. Coro e presbiterio non avrebbero subito modifiche, con l’altare maggiore sotto la cupola e l’abside limitata all’attuale giro del coro. Per l’intera opera era stata prevista una spesa di lire 267.459,03, porticati esclusi. Il 5 settembre 1845 la Fabbriceria con il Consiglio approvò il progetto. Seguì l’approvazione della Curia. Il 9 settembre il Sindaco di Oleggio, Avv. Giacomo Tosi, che per disposizione testamentaria della Signora Rosa Rosari doveva coadiuvare l’Arciprete nell’impiego del legato, si oppose alla realizzazione del progetto della rotonda. Motivo specifico era la spesa eccessiva dell’impresa ma, in realtà, ciò che lo turbava era la figura autoritaria e decisa di Don Bertotti. La Fabbriceria comunque non tenne conto delle rimostranze del Sindaco e proseguì nei lavori. Il Sindaco intervenne nuovamente e con un decreto emesso dal Giudice, il 15 settembre fece sospendere i lavori e la Fabbriceria fu obbligata al risarcimento dei danni causati dalle demolizioni e per le occupazioni di suoli (come il sagrato) appartenenti al Comune e ad una multa di 50 scudi. L’energia con cui Don Bertotti seguì la sua strada e la persistenza dell’opposizione del Sindaco, indussero il Vicario Generale a far sospendere i lavori in tutta la zona e adiacenze della Chiesa, precisando successivamente che la vertenza si sarebbe dovuta risolvere in Tribunale e che di qualunque trasgressione ne sarebbe stato responsabile il Parroco. Per mesi Sindaco e Arciprete continuarono ad ostacolarsi in un continuo gioco di potere, senza mai giungere a niente di concreto e ritardando sempre di più l’inizio dei lavori per la nuova Chiesa. Il Sindaco arrivò al punto di sostenere che il popolo oleggese non fosse favorevole alla costruzione della nuova parrocchiale, ma per di più obbligato dal Parroco 12
a contribuire finanziariamente con ore di lavoro gratuite alla costruzione del nuovo edificio. Per dimostrare il contrario, l’Arciprete aprì una sottoscrizione nella quale i cittadini si impegnarono a pagare una quota economica per dieci anni dopo la posa della prima pietra; con questo si volle provare in Tribunale che i fondi fossero sicuri e che la popolazione favorevole, contrariamente a quanto asserisse il Comune. Il Parroco offrì per primo 600 lire. Nel 1846 mentre l’Arciprete continuò a raccogliere sottoscrizioni a favore della Chiesa, il Sindaco Tosi per ostacolare il progetto dell’Antonelli, ne face preparare due più economici dall’Ingegner Antonio Busser e dall’Architetto Paolo Rivolta nativo di Oleggio. Questi progetti arrivarono al Parroco il 24 febbraio 1848: il primo, di gusto neoclassico, prevedeva una chiesa a croce greca per la spesa complessiva di lire 240.065; il secondo in forma di basilica con due campanili per lire 203.356. L’Arciprete sconfitto sotto il pretesto di
una spesa eccessiva ritorse l’arma contro gli avversari, corse a Torino dal Professore e gli fece preparare un nuovo progetto in forma di basilica per una spesa complessiva di lire 184.923,22. In maniera inattesa, i primi di maggio, il Sindaco Tosi si dimise dalla sua carica per problemi di salute, morendo poi il 17 giugno 1848 e lasciando campo libero all’Arciprete. Nuovo Sindaco fu l’avvocato Edoardo Mazza, uomo molto colto e così, il 14 giugno 1849 ripartirono i lavori di progettazione. Per Oleggio l’Antonelli dovette tornare allo schema basilicale che già aveva sperimentato senza grandi entusiasmi nella Chiesa di Bellinzago. Della grandiosa concezione del progetto primitivo non rimase che la dimensione. La prima pietra fu finalmente posta il 14 agosto 1853 e la nuova Chiesa, dopo tante traversie, venne benedetta ed aperta al culto il 23 dicembre 1858 e consacrata il 6 luglio 1868, attuando così il progetto dell’Antonelli che aveva previsto l’abbattimento della
Chiesa dei Santi Fabiano e Sebastiano, sede dell’omonima Confraternita, per dare più ampio respiro alla facciata della Chiesa e parte della Chiesa di San Rocco del Seminario Vescovile, già sede dell’ex Convento dei Frati Riformati di San Rocco, ora sede del Museo Civico Archeologico Etnografico “C. G. Fanchini”. Il progetto definitivo prevedeva però la costruzione di un maestoso colonnato, mai realizzato, demolendo l’intero quartiere a ridosso del Palazzo Comunale e parte della prospiciente Via Pozzolo. La Chiesa Parrocchiale dei Santi Pietro e Paolo, soprannominata nel gergo popolare oleggese “la Chiesa grande” proprio per le sue grandi dimensioni che la rendono più adatta ad una città che ad un Borgo di provincia come Oleggio, è un maestoso edificio di stile neoclassico a pianta basilicale della lunghezza di 64,20 metri e della larghezza di 38,60 metri. Internamente è suddivisa in tre navate, la maggiore larga 22,60 metri e le minori di 8 metri. Le quattro colonne del pronao sono di granito bianco di Montorfano con base in granito rosa di Baveno a grana grezza con capitelli in stile composito. Presso il locale Museo Civico sono conservati i mozzi delle ruote dei carri costruiti della Premiata Ditta Mazzonzelli di Oleggio, attiva in paese fino alla prima metà del XX secolo e che servirono per trasportare i pesanti blocchi di granito dal Porto del Ticino di Oleggio fino alla chiesa Parrocchiale. I carri costruiti appositamente, erano dotati di quattro ruote, ognuna con un’ampiezza di circa 4 metri di diametro. Il presbiterio della Chiesa è costituito da quello più antico della chiesa del XVI secolo, ampliato e modificato nel corso del XVIII secolo e a sua volta riplasmato nei progetti antonelliani. I pilastri di granito che reggono la cupola sono stati arrotondati in forma di colonne. La Chiesa avrebbe dovuto concludersi in un campanile altissimo impostato sulla volta dell’abside che equilibrava l’alto volume delle navate. Forse la spesa ritenuta eccessiva determinò la sostituzione del colossale campanile con l’attuale cella campanaria; lo stesso tema era stato proposto per la Parrocchiale di Bellinzago ma, solamente nella cupola di San Gaudenzio e nella Mole a Torino, Antonelli riuscì a realizzare questo suo progetto. La Chiesa oleggese possiede linee di semplicità decisamente neoclassiche unite a uno schema chiarissimo ed armonioso in cui colonne, pilastri e lesene, formano un insieme con le volte. Oltrepassato l’immenso portone di 45 mq. costruito in legno di noce a 4 ante, e con le ferramenta disegnate dall’Antonelli, all’interno della Chiesa si possono ammirare i dieci altari, le numerose vetrate e le ricche decorazioni. Jacopo Colombo
In bici nel Novarese Nelle colline del Borgomanerese Un percorso tra pianure e dolci colline, visitando antichi borghi e insigni testimonianze d’arte e architettura medievale a Suno, Divignano, Agrate Conturbia, Bogogno, Borgomanero, Cureggio, Fontaneto e Cressa.
Km parziali
Km progressivi
Descrizione del percorso
0
0
Partenza da Suno
0
5
Dal centro paese prendere sulla sinistra la sterrata che, passando da “Il forno” (2km) e la Cascina Vittoria (2km), raggiunge il Castello di Conturbia (pendenza media 2%)
2,5
7,5
Immettersi a sinistra sulla SP23, attraversare Conturbia e raggiungere Agrate
2,5
10
Da Agrate sulla SP23 scendere a Bogogno (pendenza media 2,5 %)
7,5
17,5
A Bogogno imboccare la SP84, salire a Novella (1,3 km con pendenza 3,6%), quindi ad Arbora (0,75 km) e passando da Santa Cristina (3 km) raggiungere Borgomanero (pendenza media 2%)
3
20,5
Attraversare Borgomanero (1,5 km) e raggiungere il Castello di Vergano dalla SP31
4,5
25
Da Vergano si ridiscende alla frazione di Santo Stefano (1,5 km); si gira a destra e si raggiunge la Cascina Tabuloni (1,5 km); attraverso la SS142, girare a destra e, percorrendo la SP21, entrare in Cureggio
5
30
A Cureggio imboccare la sterrata che dopo 1,25 km raggiunge Marzalesco, Cascina Balchi, Gerbidi e Fontaneto d’Agogna
5,5
35,5
Attraversare Fontaneto e sempre sulla SP21 raggiungere dopo 1 km Sant’Antonio. Stando sempre sulla SP21, dopo 500 m imboccare sulla sinistra la sterrata che passa dalla frazione Cacciana; attraversare la SS229 e imboccare a sinistra la SP156 per raggiungere Baraggione e Cressa
3,5
39
Da Cressa proseguendo sulla SP18 si ritorna infine a Suno
Percorso realizzato con la collaborazione di Amici della Bici – FIAB Novara. 14
Percorso di 40 km circa, di cui 10 km circa su ottime sterrate. Essendo un percorso collinare è ricco di saliscendi, la cui pendenza media è del 2,5 % circa; solo un tratto raggiunge il 3,6 %
In bici nel Novarese
Cosa vedi sul percorso Suno
Agrate
Conturbia
Chiesa Parrocchiale della Santissima Trinità Edificata alla fine del Settecento, precede l’ingresso un grande pronao sormontato da statue. Sul lato sinistro sorge lo scurolo con le spoglie del patrono.
Parrocchiale di San Vittore e Battistero di San Giovanni La parrocchiale fu costruita su una precedente chiesa di origine romanica ma più volte rimaneggiata. Il Battistero dell’XI secolo, ha pianta inferiore circolare irregolare e superiore ottagonale; è ornato da eleganti archetti pensili e colonnine in sasso.
Chiesa Parrocchiale di San Giorgio La sua costruzione è antecedente all’anno Mille ma rimaneggiata poi nel corso dei secoli.
Pieve di San Genesio Situata sull’antica Via Francisca e già menzionata nell’XI secolo, fu ampiamente rimaneggiata. All’interno si conservano l’altare maggiore, un pregevole affresco recentemente restaurato e l’antica tomba dei Della Porta.
Parco Faunistico La Torbiera Istituito come centro per la riproduzione e lo studio di specie animali in pericolo di estinzione. All’interno dell’area sono stati rinvenuti inoltre reperti archeologici.
Bogogno Golf Club Castelconturbia Il Circolo si sviluppa su 3 percorsi e 27 buche, tra alberi secolari, ruscelli, laghetti, leggere ondulazioni ed è tra i più belli e famosi d’Europa.
Castello e Parco Della Porta Di origine medievale, il suo aspetto attuale è ottocentesco; degno di nota il parco che circonda l’edificio, ricco di piante secolari.
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Oratori di Santa Maria in Valle e di San Giacomo Il primo oratorio, presenta belle pitture eseguite nel XV e XVI secolo. Anche il secondo conserva pregevoli affreschi quattrocenteschi, attribuiti al Maestro di Borgomanero e a Giovanni de Campo. Chiesa Parrocchiale di Sant’Agnese Al suo interno sono conservati affreschi dell’artista bolognese Giuseppe Guglielmetti. Circolo Golf Bogogno Il percorso si estende lungo una superficie di 200 ettari in 18 buche. È circondato da boschi e gode di una spettacolare vista sulla catena alpina del Monte Rosa.
In bici nel Novarese
Borgomanero Collegiata di San Bartolomeo Sorge in centro città, nelle sue forme barocche e neoclassiche. Al suo interno sono conservate pregevoli tele del Morazzone. Di fronte si innalza la Statua dell’Immacolata del XVIII secolo.
zona simile alla savana africana. Offre incomparabili scenari che mutano con lo scorrere delle stagioni. Molte le specie di uccelli, sia stanziali che di passaggio.
Villa Marazza Sede della Fondazione e della Biblioteca Civica, conserva un cospicuo patrimonio librario. È circondata da un vasto parco ben piantumato.
Fontaneto d’Agogna
Chiesa di San Giuseppe Costruita verso la fine del XII secolo, subì nel corso dei secoli molte modifiche. Custodisce al suo interno una preziosa tela del Nuvolone.
Oratorio di San Leonardo Costruito in semplice stile romanico, di grande interesse sono gli affreschi attribuiti al Maestro di Borgomanero.
Castello di Vergano Eretta in posizione panoramica nell’omonima frazione, la fortificazione risale agli inizi del Trecento, con elegante torre quattrocentesca. Museo Etnografico della Civiltà Agricola “La Manera” In frazione Santa Cristina, il Museo custodisce testimonianze della vita contadina della città e del territorio.
Cureggio Parrocchiale di Santa Maria Assunta e Battistero di San Giovanni La Chiesa fu eretta nel XII secolo e ampliata nel XVI. Conserva al suo interno pregevoli affreschi del XV secolo. Il Battistero del XII secolo, situato di fronte alla parrocchiale, ha pianta ottagonale e absidi.
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Parrocchiale della Beata Vergine Assunta Edificata nel XV secolo, fu poi ampliata con l’aggiunta dello Scurolo di Sant’Alessandro (1845), progettato da Antonelli. La chiesa custodisce inoltre preziose tele.
Spazio Multimediale TAM Inserito in Casa della Torre, è un centro di documentazione e didattica dedicato alla storia tra il Tardo Antico e il Medioevo.
Riserva Naturale Orientata delle Baragge È stata istituita nel 1992 per proteggere quest’area caratterizzata da una fitta brughiera di felci e brugo, alternata a vaste distese di prateria, che fa apparire questa
I Musei del Novarese
In bici nel Novarese
Cipolla Bionda di Cureggio e Fontaneto Dal 2013 è presidio Slow Food: ha colore biondo dorato con un tipico appiattimento orizzontale e può raggiungere i 400 grammi di peso. Celebre la sagra che si svolge ogni anno a settembre.
Borgomanero Cressa Oratorio di San Giulio Risalente all’XI secolo come parrocchiale, subì modifiche sostanziali nel corso del Quattrocento.
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Museo del Baco da Seta Situato nella vecchia cantina dell’ex Municipio, racconta la storia della bachicoltura e della coltivazione del gelso nei secoli passati.
Museo della Civiltà Agricola Locale La Manèra Il Museo è ospitato nell’ex Palazzo Bono, edificato nel 1605 per accogliere una congregazione di sacerdoti, diventando poi seminario. L’ingresso si trova sul piazzale della chiesa parrocchiale dedicata a Santa Cristina da Bolsena, da cui si può godere di una vista mozzafiato sul territorio circostante. In seguito alla confisca dei beni ecclesiastici imposta da Napoleone nei primi dell’Ottocento, le proprietà furono acquistate dalla famiglia Bono che nella prima metà del Novecento le cedette, in parte, al comune di Borgomanero. Istituito nel 1992, il Museo ha lo scopo di mantenere vivo il ricordo di un passato povero e laborioso con i suoi valori basati sulla conoscenza e sul rispetto per la natura, la solidarietà, la fatica del lavoro, la capacità di non sprecare, il gusto delle cose semplici. Il visitatore può ammirare ricostruzioni di ambienti contadini come la cucina, la camera da letto, e un’aula scolastica di fine Ottocento. I pannelli e le testimonianze dell’epoca raccontano la vita in campagna, dalla preparazione del terreno alle coltivazioni e al trasporto dei prodotti della terra, corredati da molte fotografie che hanno dato avvio al Museo. Sono inoltre custoditi una fedele riproduzione del vecchio mulino della frazione
San Marco, funzionante con motore elettrico e il plastico della Cascina Colombera, in scala 1:40, che rappresenta scene di vita contadina. Al piano terra si trova una cantina che funge anche da spazio polifunzionale. Si organizzano visite guidate, sia al Museo che alle Cascine Santa Cristina e Caristo, di origini molto antiche dove si trova anche un oratorio del XII secolo, impreziosito da un affresco della Beata Vergine in trono col Bambino, risalente al Seicento. Piazzale della Chiesa, 1 Fraz. Santa Cristina, Borgomanero (NO) tel. +39 0322.804258 museo@santacristinanostra.it www.santacristinanostra.it Apertura: prima Domenica del mese, dalle 14.30 alle 18.00
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Le vostre foto del nostro Novarese più bello!
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Il gusto del Novarese Ricetta a cura di Ada Parisi blog “Siciliani Creativi” - www.sicilianicreativiincucina.it
Risotto con borragine e Gorgonzola Ricetta per 4 persone Ingredienti • 320 gr di riso Carnaroli Classico • Un mazzetto di borragine • ½ Cipolla Bionda di Cureggio e Fontaneto • 100 gr di Gorgonzola dolce Dop • Parmigiano Reggiano • Sale e pepe • Olio extravergine di oliva • 40 gr di burro • Brodo vegetale • Noci
PROCEDIMENTO Sbollentare in acqua salata le foglie di borragine e poi sminuzzarle. Tritare la cipolla bionda e farla soffriggere in padella con un filo d’olio, bagnare con un mestolo di brodo e aggiungere il riso e, man mano, il brodo. A circa metà cottura inserire la borragine e proseguire la cottura fino alla fine. Togliere dal fuoco e mantecare con parmigiano e burro. Impiattare e aggiungere qualche cucchiaino di gorgonzola dolce e ultimare con i gherigli di noci.
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Il gusto del Novarese Ricetta a cura di Monica Bergomi blog “La luna sul cucchiaio” - www.lalunasulcucchiaio.it
Biscotti di riso allo zafferano novarese Ricetta per 20 biscotti circa Ingredienti • 250 gr di farina di riso bianco • 80 gr di zucchero • 60 gr di olio di semi di mais • 1 uovo medio • 1 gr di zafferano
PROCEDIMENTO In una ciotola mischiare la farina di riso con lo zucchero; unire l’uovo e l’olio in cui si sarà messo precedentemente a bagno lo zafferano. Mescolare il tutto fino ad ottenere un impasto omogeneo. Fare riposare il composto per un’ora in frigo e poi stenderlo col mattarello. Ricavare con una formina i biscotti, cospargerli di zucchero semolato in superficie e farli cuocere in forno a 180° per 13/15 minuti. Sforna i biscotti e lasciali raffreddare su una gratella per dolci.
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I prossimi Eventi
Sinfonie di Sensi Oltre i confini della musica Romagnano Sesia - Villa Caccia Dal 21 giugno al 6 luglio, cinque splendide dimore del Piemonte ospitano dieci serate con chef d’alta cucina e pianisti di fama internazionale per un’esperienza esclusiva. Una voce narrante accompagnerà le serate con racconti e poesie che si intrecciano a musica e gusto. Artisti affermati e giovani promesse si alternano nelle cinque dimore offrendo al pubblico interpretazioni inedite. Per il Novarese, la location d’eccellenza sarà Villa Caccia a Romagnano Sesia: nella meravigliosa residenza realizzata dall’Antonelli si esibiranno nelle giornate di venerdì 24 e sabato 25 gli artisti e chef senior e junior, regalandoci uno spettacolo per tutti e 5 i sensi. 24 giugno, Serata Senior: ore 18:30 visita a Villa Caccia; ore 20:00 concerto; ore 21:30 degustazione. 25 giugno Serata Junior: ore 17:30 visita a Villa Caccia; ore 19:00 concerto; ore 20:30 degustazione.
50° Mostra del Vino Sizzano Doc Dal 25 giugno al 3 luglio 2022 Sizzano - Piazza Prone
Fontaneto Arte Sapori Dal 18 giugno al 9 luglio 2022 Fontaneto d’Agogna - Piazza Unità d’Italia Torna con la sua XXI edizione la tanto attesa manifestazione principe dei mesi di giugno e luglio nel fontanetese. Confermato il format della kermesse, che vede serate di degustazione il giovedì sera con piatti cucinati da diversi chef del territorio, accostate alle serate in piazza del sabato con cucina a cura Pro Loco. Grande novità a partire da quest’anno sono le serate culturali della domenica, in Piazza Castello, e una serata interamente dedicata alle eccellenze gastronomiche della regione Marche. Prenotazione obbligatoria al numero: 351.7661203 dalle 18.00 alle 21.00 www.prolocofontaneto.it
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Ritorna con la sua cinquantesima edizione anche la Mostra del Vino Sizzano DOC con un programma dedicato a gastronomia, spettacoli e vino, ovviamente. L’inaugurazione si terrà il 25 giugno alle ore 17:00 e darà il via a 7 giorni di festeggiamenti. Il 26 giugno si potrà inoltre raggiungere la Mostra con il treno storico a vapore, con partenza da Novara. Durante tutte le serate saranno inoltre presenti lo Stand gastronomico e la cantina fornita di vini DOC di Sizzano e delle Colline Novaresi ed esposizioni artistiche nelle cantine interne al Ricetto. Per informazioni e prenotazioni: prolocosizzano@hotmail.it WhatsApp 338 1799655 www.facebook.com/ProLocoSizzano www.museoferroviariovalsesiano.it
Per informazioni e prenotazioni online: www.fondazioneteatrococcia.it/sinfonie-di-sensi.html
I prossimi Eventi
Stellare - Estate Novarese Novara - Ex Caserma Passalacqua
Salite alla Cupola di San Gaudenzio
Dal 7 al 16 luglio arrivano in città i grandi concerti dell’Estate Novarese con una programmazione stellare!
Fino all’autunno 2022 Novara
7 luglio: Samuel 9 luglio: MR. Rain 10 luglio: Follesa Pisani 14 luglio: Ermal Meta 15 luglio: Andrea Pucci 16 luglio: Roberto Vecchioni
Vivi un’esperienza emozionante alla scoperta della Cupola di San Gaudenzio, simbolo di Novara ed elemento inconfondibile del suo skyline. Attraverso camminamenti finora esclusi dai circuiti tradizionali di visita, potrai ripercorrere, con elmetto e imbrago, la storia di questo straordinario capolavoro dell’architettura dell’Ottocento
Inizio spettacoli ore 21:30. Prevendite su circuiti Ticketone e Etes. www.promoterpv.it
Geronimo Stilton Live Experience “Viaggio nel Tempo” Fino al 17 luglio 2022 Novara, Castello Visconteo-Sforzesco
e godere di punti di vista esclusivi all’interno dell’edificio. Dai grandi colonnati che abbracciano l’edificio e dalla guglia posta a 100 metri di altezza, potrai ammirare uno splendido panorama sulla città e far correre lo sguardo dall’arco alpino fino ai grattacieli di Milano. Tariffe di accesso: • percorso alla guglia (over14): € 15,00 (intero); € 13,00 (ridotto*) • percorso alla cupola (6-14 anni): € 12,00 (intero); € 10,00 (ridotto*) *Ridotto: fino ai 25 anni Gratuito: disabili, Abbonamento Musei Piemonte, giornalisti accreditati previa richiesta, guide turistiche che accompagnano il gruppo. Orari: venerdì, sabato e domenica: 9.30 - 11.30 - 14.30 - 16.30 - 18.30 Info e prenotazioni: tel. 0174.330976 - booking@kalata.it www.kalata.it
Continua il viaggio nel tempo in compagnia di Geronimo Stilton all’interno del Castello di Novara! “Geronimo Stilton Live Experience” è un’avventura immersiva di intrattenimento, divertente e educativa, dove i visitatori sono coinvolti in un avvincente viaggio nella Storia con la missione speciale di salvare Geronimo Stilton. Una mostra unica nel suo genere che vede la partecipazione dei Ranger del Tempo, guide speciali che vi accompagneranno nel percorso espositivo attraverso entusiasmanti giochi interattivi, con prove da superare ed enigmi da risolvere per imparare divertendosi. Si potranno esplorare il mondo perduto dei dinosauri, quello misterioso degli antichi Egizi e quello avventuroso dell’Isola del Tesoro, attraverso differenti tecnologie, come il Mapping, per una narrazione audio-visuale coinvolgente e immersiva; il Digital Signage per controllare i contenuti su ledwall, touchscreen o mirror display; la Realtà Aumentata per un’esperienza emozionante e unica. Orari di apertura: fino al 18 giugno solo nel weekend dalle 10.00 alle 18.00 (ingressi ogni ora), dal 18 giugno al 17 luglio apertura sempre il weekend dalle 15:00 alle 21:00 (ultimo ingresso ore 20:00); altre aperture su prenotazione (solo per scolaresche). Biglietti: Intero € 14,00 Ridotto € 12,00 Scuola (inclusa la guida) € 9,00 Famiglie (2 adulti + 2 bambini) € 45,00 Famiglie (1 adulto + 2 bambini) € 36,00 www.geronimostiltonexperience.it 30
È possibile consultare tutti gli eventi sul sito internet www.turismonovara.it e iscriversi alla newsletter per essere sempre aggiornati sulle iniziative del Novarese www.turismonovara.it/it/newsletteriscrizione
Agenzia di Accoglienza e Promozione Turistica Locale della Provincia di Novara Piazza Martiri della Libertà, 3 - interno Castello - Novara tel. +39 0321 394059 - info@turismonovara.it - www.turismonovara.it @atlnovara Progetto: In Viaggio nel Novarese