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Dolceterra
ITINERARI D’ARTE NEL NOVARESE
Alla scoperta di antichi Oratori Campestri....
SOMMARIO
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BARENGO: Oratorio di San Rocco . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . pag. 6-7
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BELLINZAGO NOVARESE (Cavagliano): Oratorio di San Vito . . . . 8-9
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BOGOGNO: Oratorio di San Giacomo . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 10-11
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BOGOGNO: Oratorio di Santa Maria in Valle . . . . . . . . . . . . . . . . 12-13
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BOLZANO NOVARESE: Oratorio di San Martino di Engrevo . . 14-15
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BORGOMANERO: Oratorio di San Leonardo . . . . . . . . . . . . . . . . 16-17
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BRIGA NOVARESE: Oratorio di San Tommaso . . . . . . . . . . . . . . . . 18-19
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BRIONA (Orcetto): Oratorio di Sant’Antonio . . . . . . . . . . . . . . . . . 20-21
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CALTIGNAGA: Oratorio di San Salvatore . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 22-23
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CALTIGNAGA (Sologno): Oratorio dei Santi Nazzaro e Celso . . . 24-25
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CAMERI: Oratorio di San Biagio . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 26-27
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CRESSA: Oratorio di San Giulio . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 28-29
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FARA NOVARESE: Oratorio di San Pietro . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 30-31
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GARBAGNA NOVARESE: Oratorio di Santa Maria . . . . . . . . . . . . 32-33
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GOZZANO: Oratorio di Santa Maria di Luzzara . . . . . . . . . . . . . 34-35
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LANDIONA: Oratorio di Santa Maria dei Campi . . . . . . . . . . . . . 36-37
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LESA: Oratorio di San Sebastiano . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 38-39
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MOMO: Oratorio della Santissima Trinità . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 40-41
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MOMO (Linduno): Oratorio di Santa Maria . . . . . . . . . . . . . . . . . 42-43
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NOVARA (Cascina Avogadro): Oratorio di San Gerolamo . . . . . 44-45
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NOVARA (Gionzana): Oratorio della Madonna del Latte . . . . . . 46-47
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OLEGGIO (Galnago): Oratorio di Santa Maria in Galnago . . . . 48-49
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PARUZZARO: Oratorio di San Marcello . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 50-51
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ROMAGNANO SESIA: Oratorio di San Martino di Breclema . . 52-53
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SILLAVENGO: Oratorio di Santa Maria Nova . . . . . . . . . . . . . . . . 54-55
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TERDOBBIATE: Oratorio di San Pietro . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 56-57
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TORNACO: Oratorio di Santo Stefano . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 58-59
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VICOLUNGO: Oratorio di San Martino . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 60-61
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VICOLUNGO: Oratorio di San Sebastiano . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 62-63
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BARENGO
Oratorio di San Rocco
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tore tra due angeli musicanti. Originale e coeva agli altri dipinti è l’ancona posta sopra l’altare in laterizio che appoggia alla parete dell’abside. Vi è raffigurata la Madonna con il Bambino, tra San Rocco e San Giuseppe. Sulla parete nord sono rappresentati San Rocco e San Martino che è in sella ad un imponente cavallo bianco. Sulla parete sud è dipinto un ex voto, di grande pregio, che ricorda una drammatica epidemia di peste avvenuta nel 1501 a Barengo e nelle zone vicine. Gli affreschi presenti nell’oratorio sono attribuiti alla bottega dei Cagnola.
’oratorio dedicato a San Rocco è posto in località Baraggiolo, nei pressi della strada provinciale che conduce a Cavaglietto. È ad aula unica, monoabsidata, coperto da un tetto ligneo e tavelle in cotto. La facciata dal profilo a capanna originariamente era completamente aperta con un grande arco. I due fianchi avevano due porte tanto che l’edificio rimaneva sempre aperto. Interventi successivi hanno portato l’oratorio nella situazione attuale. Le decorazioni pittoriche sono di grande pregio ed interesse. Nella conca absidale è rappresentato Cristo Pantocra-
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2 BELLINZAGO NOVARESE- Cavagliano Oratorio di San Vito
recentemente restaurati che coprono l’arco trionfale e l’abside, eseguiti tra il XV e il XVI secolo da pittori vicini alla scuola di Gaudenzio Ferrari. Da segnalare che una raffigurazione simile si trova presso la chiesa di Santa Maria delle Grazie di Varallo Sesia. Si possono altresì ammirare nella parte absidale esterna alcune formelle in cotto con decorazioni fogliari.
’oratorio dedicato alla Beata Vergine Maria e a San Vito sorge nel piccolo cimitero di Cavagliano. Probabilmente edificato in epoca romanica, ma ampliato e rimaneggiato nel XV secolo, è a navata unica con piccola abside semicircolare. Particolare è l’arco a sesto acuto che sovrasta la sezione di fondo dell’edificio. Di grande effetto scenico sono gli affreschi,
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BOGOGNO
Oratorio di San Giacomo
XV e XVI secolo. D’effetto è l’affresco raffigurante il “Matrimonio mistico di Santa Caterina con il Divin Fanciullo” seduto in braccio alla Vergine opera di un anonimo “…de Burgimainerio pixit” ovvero “Maestro di Borgomanero”. Gli affreschi più antichi sono quelli che decorano la zona absidale e le due pareti laterali della seconda campata attribuiti a Giovanni de Campo e datati 1473. Di particolare curiosità è la raffigurazione del Miracolo di Sant’Eligio. Il dipinto è ambientato nella bottega di un fabbro dove il Santo riattacca, sotto lo sguardo incredulo del padrone, una zampa a un cavallo mutilato.
’antico oratorio dedicato a San Giacomo si trova fuori dall’abitato lungo la strada che conduce a Veruno. Scarse sono le notizie documentarie della chiesa, le prime risalgono ad una visita pastorale del Vescovo Bascapè avvenuta nel 1595. Risulta che l’edificio fosse di dimensioni più modeste rispetto all’attuale. Negli anni 1624-25 venne ampliato: fu aggiunta una nuova campata e una balaustra. Nel XIX secolo venne utilizzato come lazzaretto. Di pregevole fattura sono gli affreschi che adornano il suo interno e rappresentano una testimonianza significativa delle tendenze pittoriche novaresi del
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BOGOGNO
Oratorio di Santa Maria in Valle
mulati i defunti di Agrate e Bogogno, ora rimangono solo i resti di un ossario. Il catino absidale è interamente affrescato da pitture risalenti alla fine del XV secolo e agli inizi del XVI secolo. Vengono rappresentati il Cristo in mandorla con i simboli degli Evangelisti, nella parte inferiore si possono ammirare una Madonna del Latte con Bambino in braccio e una teoria di Santi con cartiglio, sicuramente opera di artista novarese.
orge fuori dall’abitato al confine con il territorio comunale di Agrate Conturbia in località denominata “Minerva”. Il toponimo suffraga l’ipotesi che in tale luogo, in epoca romana, sorgesse un tempio pagano e proprio qui verso la fine del XIX secolo fu ritrovato un cippo votivo dedicato a Diana, ora conservato a Novara presso il Museo della Cattedrale. Attiguo all’oratorio si trovava un piccolo cimitero ove venivano tu-
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BOLZANO NOVARESE
Oratorio di San Martino di Engrevo
stra, si possono ammirare “San Martino e il povero” e un “Compianto sul Cristo”, firmati da Tommaso Cagnola, padre di Francesco. Sulla parete destra si trovano due “Crocifissioni” del 1403 e del 1482. L’abside è decorata con affreschi, raffiguranti i “Dodici Apostoli” e l’“Annunciazione”; nella mandorla è rappresentato “Cristo Pantocratore coi simboli degli Evangelisti”, (1507) attribuiti a Francesco Cagnola. ll “San Martino a cavallo” sulla facciata esterna, è anch’esso riconducibile alla mano di Francesco Cagnola.
a prima costruzione della chiesa, che sorge presso il cimitero, risale probabilmente al XII secolo. Si trattava dell’antica parrocchiale di Engrevo (primo nome dell’abitato, riportato in documenti che vanno dal X al XII secolo e che attestavano insediamenti di uomini professanti legge franca, longobarda e romana). Ha una semplice facciata a capanna e un’unica navata; costituisce un esemplare del romanico campestre. Al suo interno sono conservati splendidi affreschi del XV e XVI secolo. Sulla parete sini-
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BORGOMANERO
Oratorio di San Leonardo
facciata e nei contrafforti è formata da grosse pietre squadrate legate in corso orizzontale da malta bianca, mentre sulle pareti laterali e nell’abside compaiono ciottoli di fiume disposti in modo irregolare con qualche tratto a spina di pesce. Di grande interesse sono gli affreschi che decorano l’interno dell’edificio, forse di ispirazione romanica. Sono ancora molto studiate da critici e storici dell’arte le decorazioni che ricoprono le pareti dell’oratorio. Recentemente sono state oggetto di un buon restauro conservativo.
orgeva un tempo alla periferia nord della città ed era l’antica chiesa del borgo di San Leonardo, uno dei primi borghi franchi novaresi, che, in seguito all’unione con “Burgi Mayneri”, diede origine all’attuale città nel corso del XII secolo. L’oratorio che oggi è completamente inserito nel tessuto urbano, (via Don Minzoni) si presenta a navata unica con abside semicircolare. La facciata è a capanna e il portoncino d’ingresso è sormontato da una lunetta sopra la quale si apre una croce luminosa. La muratura che compare sulla
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BRIGA NOVARESE
Oratorio di San Tommaso
lo Nigra, con la posa di un nuovo tetto in beole. La muratura dell’intero edificio è composta da pietrame, tranne qualche piccolo motivo di mattoni. All’interno , il motivo di maggior interesse è dato dagli affreschi che decorano l’abside e l’arco trionfale e raffigurano la Vergine e gli Apostoli, la Colomba, gli Angeli e Gesù, fra i simboli degli Evangelisti. Interessante la larga fascia a motivi geometrici che racchiude il catino absidale ove il rosso scuro e il verde sono i colori dominanti. Queste pitture di rara bellezza potrebbero risalire, secondo il Nigra , alla prima metà dell’XI secolo e considerate fra le più antiche del Piemonte.
l piccolo oratorio dedicato a San Tommaso si trova a circa un chilometro dal paese isolato su di una piccola altura. Poco si conosce delle vicende storiche di questa cappella anche se l’origine del paese è molto antica. Briga è citata già nei possedimenti dei signori di Biandrate nel 1140 e ancora nel 1152 tra quelli di Guido il Grande, poi alla fine del XII secolo è compresa nella pieve di Gozzano. E’ a navata unica, con abside semicircolare, coperta da un semicatino in muratura. La facciata è a capanna con sopraelevazione, quest’ultima realizzata nel 1918 in occasione di un massiccio restauro conservativo per opera dell’architetto Car-
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8 BRIONA - Località Orcetto Oratorio di Sant’Antonio
pareti della struttura originaria. Sebbene non siano mai stati studiati in modo approfondito si desume siano di un unico autore: Tommaso Cagnola e la sua bottega. Nella conca absidale si presenta una grande mandorla ove è raffigurato il Trono della Misericordia che riunisce la Majestas Domini e la Crocifissione. I simboli dei quattro Evangelisti, San Sebastiano e San Rocco completano la rappresentazione, mentre, sull’arco trionfale è visibile una delicata Annunciazione. Lungo la parete settentrionale sono raffigurate cinque figure di Santi e una Madonna in trono con Bambino. Da notare la prima figura: Sant’Antonio abate con la lunga e caratteristica barba grigia. Sulla parete sud sono raffigurati cinque Santi e due Madonne in trono con Bambino racchiusi in una fascia decorativa.
n località Orcetto, ora San Bernardino di Briona sorge l’antico oratorio campestre dedicato a Sant’Antonio Abate. Scarsa è la documentazione reperibile e i diversi rimaneggiamenti non consentono una precisa collocazione cronologica dell’edificio religioso. Si presume che sia stato edificato tra la fine del XIV secolo e i primi decenni del XV secolo, in considerazione del fatto che il culto di Sant’Antonio abate si manifesta in modo significativo a partire dal quattrocento. L’edificio, di piccole dimensioni, è ad aula unica con abside semicircolare e facciata a capanna ed è coperto da un tetto ligneo con manto di coppi. Originariamente presentava un pianta quadrata che venne modificata ed ampliata nel 1610. Interessanti e di pregio sono gli affreschi interni che coprono quasi interamente le
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CALTIGNAGA
Oratorio di San Salvatore
ben conservati. Nella zona absidale un elegante contorno racchiude la mandorla ove è rappresentato Cristo Pantocratore, ai lati Sant’Andrea e San Pietro accompagnati da storpi, poveri e derelitti. Parzialmente leggibili sono le figure dei Santi che decorano il sottostante registro, da sinistra San Giovanni e Santa Caterina, San Dionigi, San Nazzaro, Cristo in Pietà, San Secondo, San Gerolamo e Santa Caterina. Nella parete di sinistra trova posto una gradevole Madonna in trono con Bambino tra gli angeli e i Santi Rocco e Pietro. Secondo gli esperti si rivela di periodo più tardo e di altro maestro.
’oratorio è situato nel cimitero di Caltignaga e viene citato per la prima volta nel 1074. Nelle Consignationes del 1347 si viene a conoscenza che San Salvatore aveva un preposito e due chierici beneficiari. L’edificio si presenta ad aula unica trapezoidale con abside semicircolare preceduto da un breve arco trionfale. La copertura a capriate è completata da una controsoffittatura lignea, sulla facciata a capanna si apre una piccola finestra a croce. Gli affreschi che decorano l’edificio vengono quasi totalmente attribuiti a Giovanni De Campo e alla sua bottega, sono di particolare pregio artistico e purtroppo non
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10 CALTIGNAGA - Sologno Oratorio dei Santi Nazzaro e Celso
buiti a Giovanni e Luca de Campo pittori noti in area novarese e valsesiana. Il catino absidale è suddiviso in tre registri, in quello superiore è rappresentato Cristo Pantocratore con i simboli degli Evangelisti. Ai lati sono raffigurati i Santi titolari nelle vesti di due giovani elegantemente vestiti secondo il modello gotico del tempo. Nel secondo registro sono affrescati gli Apostoli ed ognuno regge un libro su cui è scritto il proprio nome e una frase del Credo. Nel terzo registro trovano posto le opere di misericordia.
ttualmente è situato all’interno del cimitero di Sologno. Risulta da documenti risalenti al trecento che con San Salvatore, San Lupo di Caltignaga e San Lorenzo di Alzate di Momo fosse una delle cappelle dipendenti dalla pieve di Dulzago. L’edificio conserva la struttura originale, con una sola navata leggermente trapezoidale, coperta da un tetto in coppi e sostenuta da quattro incavallature lignee. La facciata è a capanna e l’abside semicircolare. All’interno le pareti sono riccamente abbellite da affreschi quattrocenteschi attri-
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CAMERI
Oratorio di San Biagio
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verse finestre rettangolari e un portoncino sul lato sud. Sulle pareti interne sono parzialmente visibili alcuni affreschi. Il più leggibile raffigura San Biagio fra due personaggi. L’antica ancona, posta sopra l’altare, raffigura la Vergine in trono con il Figlio tra San Biagio e San Giovanni Battista. Attualmente l’oratorio versa in grave stato di degrado. Interessanti e sicuramente più antichi gli affreschi parietali rimaneggiati nel corso dei secoli successivi.
ercorrendo la statale per Arona, subito dopo l’abitato di Veveri, sulla curva destra si imbocca uno stradino campestre e si giunge all’omonima cascina ove è situato il piccolo oratorio dedicato a San Biagio. È ad aula unica absidata, orientato. Il tetto in tegole poggia su un ordito di legno. La facciata è a capanna, l’abside, invece è suddivisa da lesene collegate da archetti pensili. Nel corso dei secoli subì vari rimaneggiamenti: furono aperte di-
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CRESSA
Oratorio di San Giulio
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ciente l’ingresso su cui è incisa una grande croce e due più piccole. Si suppone possa essere il coperchio di un millenario sarcofago. Manca l’antico campanile, che nella struttura originaria era a pianta quadrata. L’interno purtroppo è povero di affreschi perché gran parte del ciclo pittorico absidale è crollato anni or sono. I pochi lacerti rimasti rendono difficile l’attribuzione dell’artista ma si presume possano risalire al XV secolo. Sulla parete sud sono rappresentati una Madonna in trono con Bambino, San Giulio gli appestati e altri Santi e ancora in un altro riquadro, un San Giulio con i serpenti.
’oratorio dedicato a San Giulio si trova in campagna a circa un chilometro dall’abitato e la sua costruzione risale agli inizi dell’XI secolo. Notizie documentate sulla sua esistenza si hanno a partire dal 1025 dove risulta appartenere alla Pieve di San Genesio di Suno. È a navata unica rettangolare, suddivisa in tre campate e termina con un’abside semicircolare, tre contrafforti scandiscono il muro a sud e quattro il muro a nord. La facciata a capanna presenta, sopra il portoncino d’ingresso, una bifora con colonnina e capitello a stampella. Da notare un lastrone in pietra inserito nel terreno prospi-
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FARA NOVARESE
Oratorio di San Pietro
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circondato dai simboli dei quattro Evangelisti. Al di sotto gli Apostoli, ove però mancano due figure rimosse nel 1975 in seguito all’apertura di due monofore originali della struttura romanica. Le pitture più rare si trovano nel registro inferiore dell’abside. Sono dieci pannelli divisi l’uno dall’altro da un alberello e rappresentano “il ciclo dei mesi”. I mesi vanno da aprile a gennaio e raffigurano le attività legate al mondo contadino. Di notevole eleganza è la figura del nobile che caccia con il falco a cavallo del suo destriero.
stata l’antica chiesa parrocchiale fino al XVI secolo quando ancora il paese si estendeva sulla collina, ora attorno è rimasto il cimitero. Di origine sicuramente romanica si presenta nella struttura originale. La facciata è a capanna e sullo spigolo destro trova posto il campanile. A navata unica molto allungata, termina con un’abside semicircolare. L’interno è impreziosito da affreschi di notevole importanza sia storica che artistica risalenti al XV secolo. Nel catino absidale è rappresentato il Cristo Pantocratore in mandorla
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14 GARBAGNA NOVARESE Oratorio di Santa Maria
absidale e la parete a sinistra. Di grande effetto è “la Pietà” collocata nella parte centrale dell’abside e ascrivibile ai primi anni del XV secolo; coevi sono gli affreschi raffiguranti una Madonna con Bambino e una piccola Sant’Elena. Risalente al 1481 e firmato da Tommaso Cagnola è l’affresco raffigurante San Francesco che presenta l’offerente alla Madonna in trono con Bambino e due angeli musicanti; da notare il lungo cartiglio che presenta, in caratteri gotici, il committente, il pittore e la data di esecuzione. Di grande importanza è la raffigurazione del miracolo di Sant’Eustacchio-Uberto, riconosciuto dagli esperti come opera di grande valore “storico-religioso-estetico” per la capacità dell’autore di trasformare la scena religiosa in scena cavalleresca. Anche questo riquadro sembra sia riconducibile allo stile di Tommaso Cagnola.
onosciuto anche come “Madonna di campagna”, l’oratorio è situato a nord dell’abitato in prossimità della linea ferroviaria Novara - Mortara. Secondo gli studiosi la sua origine è riconducibile all’ultimo quarto dell’XI secolo. Già documentato una prima volta nel 1077 e successivamente nel 1181, l’oratorio si presenta ad aula unica con abside semicircolare e con copertura lignea a capanna. Vari furono nel corso dei secoli gli interventi di restauro e le manomissioni che il piccolo oratorio subì senza però compromettere in modo irreparabile la struttura originaria. La muratura è costituita per lo più da mattoni disposti in corsi orizzontali legati con malta. L’odierna facciata è un rifacimento in stile neoclassico del 1908 e successivamente modificata. L’interno è ricco di preziosi affreschi risalenti al XV secolo, che ricoprono interamente la zona
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GOZZANO
Oratorio di Santa Maria di Luzzara
rioso campanile a vela. Sia all’interno che all’esterno dell’edificio si possono ammirare parecchi affreschi risalenti al XV-XVI secolo, alcuni dei quali recentemente restaurati. Il più sugggestivo è forse quello che ricopre l’arco trionfale, una grande Crocifissione riportata alla luce dopo i recenti restauri. Sulla facciata esterna, sono parzialmente visibili un maestoso San Cristoforo e poi ancora un San Giuliano, Sant’Antonio Abate, San Rocco, un “Ecce Homo” e, nella lunetta sovrastante il portoncino d’ingresso un’Annunciazione e una Madonna in trono con Bambino.
orge a due chilometri da Gozzano, lungo la strada che conduce a San Maurizio d’Opaglio. Sconosciuta la datazione dell’edificio. Secondo gli studiosi risalgono all’XI secolo le tre absidi, mentre la rimanente costruzione potrebbe essere datata intorno al XII secolo. Si presenta ad aula unica scandita da due arconi trasversali, un ampio presbiterio e tre absidi orientate di cui una maggiore e due minori. Forse proprio per questo ultimo riferimento la chiesa anticamente veniva denominata “Santa Maria delle Cappelle”. La facciata è a capanna e sul tetto si erge un cu-
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LANDIONA
Oratorio di Santa Maria dei Campi
come luogo di culto votivo. Contiene un ciclo di affreschi cinquecenteschi attribuiti a Bartulonus da Novara. Sulla parete sud sono raffigurate scene della Passione di Cristo, mentre sulla parete nord sono visibili figure di Santi ed Eva che allatta. Sulla parete di controfacciata si può notare un San Rocco con la Madonna del latte, commissionato da tale Antonius de Barberis alla bottega dei Cagnola. Originale la cupola a forma di turbante che sovrasta il piccolo campanile.
’oratorio campestre, dedicato a Santa Maria dei Campi è situato fuori dal paese lungo la strada che conduce a Vicolungo. La costruzione originaria, probabilmente, risaliva al XII secolo e sorgeva presso un villaggio che fu abbandonato dagli abitanti per trasferirsi nel borgo fortificato che offriva maggior sicurezza. Queste vicende comportarono il conseguente declino dell’edificio religioso fino a che nel 1493 un tale Bartolomeo de Lunseratio lo fece restaurare nelle forme attuali
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LESA
Oratorio di San Sebastiano
nel primo ordine compare una stretta monofora a feritoia, nel secondo una monofora con archivolto e nel terzo una bifora con archivolto cigliato. L’abside è decorata da archetti pensili irregolari a gruppi di cinque e divisa in tre lesene con altrettante finestrelle strombate. Originale e purtroppo per ora non visibile perché nascosto fra il tetto e il soffitto sopra l’abside, si trova un dipinto coevo al campanile che raffigura il mistero pasquale. Il catino absidale è decorato da affreschi di modesta fattura purtroppo mal conservati. Va sottolineato che l’oratorio di San Sebastiano rappresenta un raro esempio di pura architettura romanica presente nel territorio novarese.
orge su un poggio panoramico sopra l’abitato di Solcio, lungo la strada che conduce a Massino Visconti. Documentazioni certe sull’esistenza dell’oratorio risalgono alla fine del XIII secolo, anche se la sua costruzione è riconducibile al 1100-1125 per la particolarità delle strutture murarie. A navata unica con abside semicircolare, la facciata è a capanna. Molto particolare la struttura del campanile inglobato nella muratura e che poggia su due pilastri di sostegno posti all’interno della chiesa in seguito a opere di ristrutturazione risalenti agli anni ‘50. Il campanile si presenta con tre ordini di specchiature decorate da archetti pensili. Le aperture sono diverse fra loro:
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MOMO
Oratorio della Santissima Trinità
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un programma decorativo da parte dei fratelli Sperindio e Francesco Cagnola. Il risultato fu una Bibbia iconografica, secondo quanto predicava San Gregorio Magno: “l’immagine è la scrittura degli analfabeti”. Il ciclo pittorico inizia nella zona absidale ove è visibile la Trinità entro la mandorla sorretta da angeli. Al di sotto le figure degli Apostoli, con alla base le Opere della Misericordia. Lungo le pareti si susseguono scene della vita di Cristo. Conclude il ciclo il Grande Giudizio Universale. All’esterno, sulla parete sud, possiamo ammirare affreschi devozionali risalenti alla fine del XV secolo: San Grato, Sant’Antonio abate, San Giulio di Orta, San Cristoforo e la Pietà.
’oratorio sorge a poca distanza da Momo, sull’antico tracciato della via Francigena e la sua origine risale al XII secolo. Reperti più antichi, venuti alla luce recentemente, testimoniano che il luogo era sacro già in epoca celtica. I rimaneggiamenti avvenuti nel corso dei secoli e soprattutto nel periodo Rinascimentale ci portano alla struttura attuale. È ad aula unica monoabsidata, la facciata è a capanna e il portico è sostenuto da due pilastrini. Prezioso e ampio è l’interno scandito da quattro campate, di cui una sopraelevata che costituisce il presbiterio. Di notevole pregio sono gli innumerevoli affreschi che decorano l’edificio religioso, nel 1520 l’interno fu coperto da
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MOMO - Linduno
Oratorio di Santa Maria
gevoli affreschi con le storie della Vergine del pittore Luca de Campo, risalenti al 1468 e commissionati dal milanese Bassiano Calco, proposito di Dulzago. Sull’arco trionfale vi è l’Annunciazione. Nel tamburo dell’abside, partendo da sinistra, sono rappresentati i quattro misteri della vita di Maria: l’Annuncio ai pastori, la Natività, l’Adorazione dei Magi e la presentazione al Tempio. Nella calotta è raffigurata l’Assunzione di Maria, circondata da Angeli musicanti, ai loro piedi gli Apostoli.
’oratorio dedicato a Santa Maria si trova in campagna, fra Bellinzago e Alzate di Momo, presso la cascina Linduno. Citato per la prima volta nel 1324 quando era di proprietà del Vescovo di Novara Uguccione Borromei, passò in seguito sotto la giurisdizione dei religiosi dell’Abbadia di Dulzago, che ne curavano i possedimenti agricoli circostanti. Restaurato in alcune parti agli inizi del novecento, l’oratorio si presenta ad aula unica con abside semicircolare. All’interno sono visibili pre-
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20 NOVARA - Cascina Avogadro Oratorio di San Gerolamo
del Santo titolare che di altri Santi cari alla comunità locale. Inusuali le scene dipinte sulla parete sud perché sfuggite al rigoroso controllo della controriforma, che raffigurano tre cavalieri al tavolo da gioco. Gli autori del ciclo sono, secondo la critica, da ricercarsi all’interno della bottega dei De Bosis, pittori vicini alla famiglia Avogadro.
uori dall’abitato di Vignale sulla sponda sud del canale Cavour si trova la Cascina Avogadro, che deve il nome all’antica famiglia novarese che ne fu proprietaria. Il complesso è formato da edifici rurali e da un oratorio devozionale risalente al XV secolo. L’oratorio dedicato a San Gerolamo è impreziosito da affreschi coevi che narrano sia la vita
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NOVARA - Gionzana
Oratorio della Madonna del Latte
tare sopra un dipinto, posto nella parete a nord, raffigurante la “Vergine fra San Giovanni Battista, San Michele Arcangelo e San Pietro” commissionato da Giovanni da Foscalina di Mosezzo. Sono inoltre interessanti e pieni di luce gli affreschi che decorano l’abside e l’arco trionfale. La maggior parte dei dipinti sono ascrivibili a Tommaso Cagnoli e Daniele De Bosis, esponenti della pittura novarese del tempo.
plendidamente affrescata al suo interno, la chiesa della Madonna del Latte (la cui denominazione originaria era quella di Santa Maria della Scaglia) è un piccolo oratorio in mezzo alla campagna nei pressi di Gionzana. Al suo interno sono presenti affreschi del XV secolo che rappresentano i Santi, la Vergine col Bambino e alcune scene della vita di Cristo. La conferma della datazione quattrocentesca si può no-
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OLEGGIO - Galnago
Oratorio di Santa Maria in Galnago
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un’Annunciazione e in basso una raffinata Madonna del Latte attribuita da Flavia Fiori a Joannes Maria de Rumo, pittore oleggese di origini polacche. Le pareti laterali sono anch’esse riccamente decorate da immagini sacre, a volte anche sovrapposte in più punti e risalenti al XV e XVI secolo. Da sottolineare inoltre che presso l’oratorio un tempo era custodita una preziosa Madonna lignea di epoca gotica ora conservata presso il Museo d’Arte Religiosa di Oleggio.
ituato a nord del centro storico lungo la via Sempione, l’antico oratorio viene già citato nel 1347 in occasione delle “Consignationes”. È un edificio orientato ad aula rettangolare con abside semicircolare. Sulla facciata a capanna sono parzialmente visibili tracce di dipinti quattrocenteschi, raffiguranti San Michele, la Fuga in Egitto e l’Annunciazione. All’interno, nel catino absidale sono dipinti Cristo Pantocratore e gli Apostoli, sulla parete che lo sovrasta troviamo
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PARUZZARO
Oratorio di San Marcello
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sono ben conservati grazie ad un sapiente restauro avvenuto da pochi anni. Posta sulla parete nord e di particolare pregio la Madonna del Latte tra San Rocco e San Grato eseguita nel 1488 da Giovanni Antonio Merli. Sono invece attribuiti a Sperindio Cagnola gli affreschi che coprono il catino absidale e l’ordine inferiore della parete sud, probabilmente eseguiti tra il 1514 e il 1524. Gli affreschi che occupano la parte superiore della parete sud e raffigurano gli avvenimenti della Passione di Cristo, risalgono alla seconda metà del ‘400 e vengono attribuiti dalla Bandiera al Maestro della Passione di Postua.
’oratorio si trova a circa un chilometro dal paese, all’interno del cimitero. È un edificio romanico, a navata semplice con facciata a capanna e abside semicircolare. Nel corso dei secoli vari sono stati gli interventi di restauro, originale è invece il campanile di pura scuola comasca (come cita il Verzone e dallo stesso viene datato tra il 1050 e 1075) e sorge accanto alla chiesa sul fianco nord. È un vero gioiello di architettura, slanciato e armonico, non vi sono ciottoli o materiale di recupero ma solo pietra sapientemente spaccata. Gli affreschi ricoprono quasi interamente le pareti, risalgono al XV e XVI secolo e
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ROMAGNANO SESIA
Oratorio di San Martino di Breclema
Si deve arrivare al seicento per avere altre notizie dell’edificio religioso in quanto venne trasformato in una sorta di lazzaretto durante le guerre e le pestilenze che infierirono a Romagnano in quell’epoca. Risulta, da atti parrocchiali, che nel 1693 è stato rinnovato il dipinto raffigurante la Vergine Maria e Sant’Ilario, posto sopra la parete dell’altare. Significativi per la conoscenza dell’antico oratorio romanico sono stati gli scavi archeologici effettuati a partire dal 1996 fino al 2001, disposti dal Comune, che hanno evidenziato i “segni” dell’antichità del luogo.
’oratorio di San Martino risale all’XI secolo e si trova non lontano dal sito del “castrum di Breclema” già documentato a partire dall’XI secolo e di cui ancora oggi sono visibili i resti della millenaria fortificazione. Dista tre chilometri dal centro di Romagnano sulla direttiva per Novara nascosto dagli insediamenti industriali. Storicamente il villaggio di Breclema venne distrutto nel XIV secolo a seguito di complesse vicende politiche tra i Conti di Biandrate e il Comune di Novara. Dalla distruzione si salvò la chiesa di San Martino e parte delle fortificazioni.
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SILLAVENGO
Oratorio Santa Maria Nova
mente visibile. L’interno è ricco di affreschi e decorazioni risalenti al XV e XVI secolo. I più importanti si possono ammirare nel catino absidale ove campeggia un’immagine del Cristo Pantocratore con i simboli degli Evangelisti. Altresì interessante la raffigurazione della Passione del Cristo posta sull’arco trionfale. Le pareti laterali sono completamente affrescate con figure di Santi purtroppo poco leggibili. Singolare e grazioso il particolare del viso di una Madonna che si trova alla destra dell’entrata.
est del paese sorge questa piccola chiesa, edificata probabilmente alla fine del XIV secolo dalla famiglia dei De’ Capitaneis che la adibì ad oratorio. Si presenta ad aula unica con abside semicircolare. Le mura esterne sono realizzate con ciottoli di fiume per la maggior parte disposti ad “opus spicatum” e intervallati da fasce di mattoni. Anticamente sulla facciata era visibile un affresco che rappresentava il Giudizio Universale, completato da fasce esterne di ornamento, purtroppo ora difficil-
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TERDOBBIATE
Oratorio di San Pietro
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prima metà del XVI secolo. Sopra questo, subito sotto lo spiovente del tetto, si trova rappresentata la Passione e Risurrezione di Cristo. Anche le pareti laterali sono arricchite da affreschi coevi che rappresentano i Santi venerati nelle nostre campagne. Inconsueta e sontuosa è la Madonna del latte che indossa un abito riccamente decorato. È solo da pochi anni che gli affreschi, grazie ad un sapiente restauro, sono ritornati alla luce.
’oratorio dedicato a San Pietro è situato tra il cimitero e la chiesa parrocchiale, lungo la strada che conduce a Tornaco. È un edificio di semplice fattura, ad aula unica, coperto da un’intelaiatura lignea sulla quale poggiano le tegole. Al suo interno, sopra l’altare, si può ammirare un prezioso affresco raffigurante la Madonna in trono con Bambino fra Sant’Antonio Abate e San Pietro e altri Santi, attribuito a Sperindio Cagnola e risalente alla
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TORNACO
Oratorio di Santo Stefano
tato (con la definizione di “prato”) nel 1006 e nel 1121 viene annotata una “fondazione di Santo Stefano”, dipendente dall’omnima abbazia presente in Vercelli. L’edificio fu conservato in ottime condizioni fino al XV secolo, infatti i monaci residenti fecero decorare riccamente il suo interno con pregevoli affreschi. Purtroppo oggi è visibile solo una raffigurazione della Vergine con il Bambino fra San Giovanni Battista e Santo Stefano. Da segnalare inoltre, presso la piccola cappella del cimitero di Vignarello, (2 Km), la presenza di un affresco raffigurante una Madonna in trono con Bambino di buona fattura.
’oratorio di Santo Stefano è situato in campagna, lungo la strada che conduce a Vignarello. L’edificio è ad aula unica con abside. La sua struttura originaria fu modificata nel settecento con un notevole innalzamento delle pareti e successivamente con la riedificazione della facciata neoromanica. Dell’antico oratorio romanico, che si presume risalga all’XI secolo, sono giunti a noi l’abside e la parte inferiore delle pareti laterali. Curiosa e inusuale è la forma dell’abside: di ampie dimensioni e piuttosto bassa, è spartita da cinque larghe lesene che si collegano con archetti pensili a coppia. Il luogo è già ci-
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VICOLUNGO
Oratorio di San Martino
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Evangelisti e i Simboli. Al di sotto i Profeti, gli Apostoli e, nell’ultimo registro, le opere di Misericordia . Ai lati dell’abside l’Arcangelo Michele e una Madonna in trono con Bambino. L’attribuzione degli affreschi non è ancora certa. Alcuni studiosi riconoscono in Giovanni e Luca De Campo gli autori delle opere che, per altro, eseguirono anche degli affreschi simili presso l’oratorio della Mora a Briona e datati 1 settembre 1463. Nel 1995 il Comune promosse una lodevole campagna di restauri per salvare i dipinti danneggiati dall’incuria e dalle intemperie.
’oratorio è posto a sud del paese nei pressi del cimitero ove un tempo sorgeva l’antico abitato di San Martino di Zuxiana. È una costruzione romanica risalente al XII secolo, ad aula unica con abside semicircolare. Originarie sono le due finestrelle centinate a feritoie e gli archetti pensili spartiti in gruppi di tre. L’apparato iconografico dell’edificio è concentrato nella zona absidale e nei suoi lati, unici sopravvissuti al parziale crollo della chiesa avvenuto nel 1895 in seguito a una nevicata. Nella volta trovano posto Cristo Pantocratore nella mandorla iridata, gli
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VICOLUNGO
Oratorio di San Sebastiano
di soffittatura. Il soffitto posto a sud ora è coperto da un’orditura lignea a vista mentre quello a nord è con volta a crociera. Ultimamente i proprietari si sono impegnati in grandi opere di restauro conservativo tanto da riportare alla luce due affreschi parietali interni raffiguranti San Giovanni Battista e, forse, San Defendente che regge un castello. Anche la facciata, a capanna, è ritornata a risplendere, una delicata Annunciazione e un San Rocco ne decorano la parte superiore. Gli affreschi presenti nell’oratorio, secondo il giudizio di alcuni critici, sono di epoca tardo quattocentesca e riconducibili allo stile di Tommaso Cagnola.
ungo la via IV novembre si trova il piccolo oratorio devozionale dedicato a San Sebastiano. Fino ad ora non si hanno notizie certe circa l’origine dell’edificio. Il primo documento risale al 1723 e più esattamente al “Catasto Teresiano” ove viene riferita la presenza della “chiesetta di San Sebastiano”. Successivamente, nel catasto Rabbini del 1869, viene classificata come “casa rurale” di proprietà dei Conti Barbavara. All’inizio del XX secolo l’edificio diventa di proprietà della famiglia Caffino che ancora oggi la conserva. La cappelletta, a pianta rettangolare, originariamente era composta da due ambienti separati da un arco e con diverso tipo
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