numero
ZERO2 21 settembre | 20 dicembre 2012 PERIODICO
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Color Nessuno: il colore-non colore
per passione
il colore della
Tutto Qui e dintorni
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tuttoquiedintorni
“E il tuo colore preferito?” Chi non si è mai trovato di fronte a simile domanda? Ci siamo inciampati tutti, magari nei giochi da bambino o nei quiz di qualche rivista, nel tentativo di conoscere meglio la persona amata o di fronte agli assurdi test durante colloqui di lavoro. Domanda facile, comune, normale. Sciocca domanda che induce al sorriso e fa muovere le sinapsi in un misterioso gioco di incastri e rimandi. Sì, il colore è movimento dei ricordi, delle suggestioni, delle affinità, delle emozioni, dei gesti, dei sapori, dei suoni: di ogni senso. E ciò che prevale in questo processo di selezione e scelta inconscia è quello che, forse in maniera troppo facile - non a caso e non senza profonde ragioni sono stati scritti numerosi saggi sulla relazione tra mente e colore - viene definito colore preferito. Eppure, trovo questa apparentemente semplice scelta del colore preferito, difficile e inafferrabile: non riesco a decidere, non posso scegliere. Nei miei ricordi scorrono colori sciolti e sfusi come secchiate di vernice fresca, toni e sfumature che si legano intimamente a momenti lontani e vicini, ma nessuno prevale e vince sull’altro. Talvolta emerge una tinta, ma la sua forza presto viene superata da una gradazione opposta. Credo che il tutto nasca da un profondo amore, da un sentimento di pienezza e appagamento che dorme serenamente in me. L’amore per i colori, per le sfumature e le combinazioni, non mi permette di decidere per un solo colore. Ogni colore è perfettamente adatto per rendere un oggetto della nostra realtà sensibile, per esprimere un determinato sentimento: quella sfumatura, esattamente quella gradazione e non quella tinta, in questo PANTONE® ha fatto scuola! Penso al colore dell’Oceano o al tramonto in una giornata estiva, alla roccia delle Dolomiti o ai boschi. Non è possibile racchiudere l’infinità di toni in un unico blu, giallo, grigio o verde. Così facendo se ne perderebbe non solo potere espressivo, ma soprattutto la vera natura di ogni manifestazione visibile. Le rocce delle Dolomiti non sono grigie, ma perla, panna, antracite, beige, albicocca, salmone, e i boschi non sono semplicemente verdi, ma si sfumano in una miriade di cromie: da quella più vicina all’erba fino ad arrivare al blu dei mari più profondi, quasi sfiorando il rosso delle ciliegie mature. Inoltre la relazione tra la luce e il nostro occhio complica il tutto! La luce altera le tinte rendendole più chiare o scure, più luminose o opache, esaltandole verso il bianco o addirittura annullandole verso il nero, i nostri occhi a parità di sfumature percepiscono tinte differenti. Non siamo daltonici: siamo diversi, ciascuno con i propri ricordi, le proprie esperienze ed emozioni che scattano nell'istante in cui un colore si manifesta. Il tramonto che per me è simile all’oro sfumato con l’ocra, per te è più vicino ad un arancio bruno. Ma alla fine com’è questo tramonto? Esattamente dorato e aranciato. Non è possibile dare una risposta univoca, proprio perché non si può dare un valore universale ai nostri pensieri: questi sono validi e dominanti nell’intimo di ciascuno di noi, solo lì. L’amore per i colori mi impedisce di scegliere, mi impedisce di definire univocamente una preferenza: non posso. Impossibile definire amore, paura, tristezza con una sola parola, impossibile racchiudere in una tinta l’infinito delle gamme possibili. Amore può essere affetto, simpatia, gioia, comunione, passione, travolgimento, amicizia, maternità, stima... Il colore nero non può essere semplicemente nero. Gentili signore, pensate alla fatica di far combaciare due capi d’abbigliamento neri, trovare una giacca dello stesso punto di nero del pantalone. Ardua missione: entrambi i capi sono neri, ma non uguali. Uno più lucido e l’altro opaco, il sopra più chiaro e il sotto quasi tendente al blu: insomma due neri. Non uno!
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di Margherita Faroni
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ph: Max Laurenzi
“E il tuo colore preferito?” Tutti! Nessuno! Centomila! (Citando Pirandello). Ma se proprio dovessi scegliere azzarderei il color nessuno. Quel colore-non colore, tenue, leggero, discreto, e umile: trasparente. Quella tinta che lascia spazio a tutte le altre, rendendole più vibranti, irripetibili e uniche nell’infinità di sfumature possibili.
Colore ideale fulvo carbonato, colore reale verde speranza... che non cambi mai!
Sport
- Bene, ma se venisse un po' a piovere sarebbe meglio! - A chi lo dici, oggi la terra proprio non ne voleva sapere di venir zappata. - Eh vabbè, vuoi un po' di polenta? Mia moglie ne ha preparata
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tanta e poi ho aperto una bottiglia del vino di quest'anno, non vorrai che la beva da solo! - Primo, Primo… a un bicchiere di vino non si dice mai di no! Italia . 1948 - una sera qualunque in un qualunque paese Un tempo, quando la televisione era un lusso che si poteva
“Milano sbiadisce”. Fare Arte in una città ricca di stimoli - ma in decadenza - può essere un vantaggio ma Sergio Scalet e Nadia Squarci, il duo artistico Hackatao, hanno scelto di ritirarsi a vivere sulle montagne Carniche per sottoporsi ad una profonda catartica pulizia dei sensi. Lassù, con i cervi che ti bussano alla porta, il gufo che bubola la notte, gli scoiattoli che ti rubano le noci, hanno trovato l’ambiente ideale per generare le loro armonie pittoriche.
permettere il dottore del paese, il bar e pochi fortunati, le giornate erano scandite dal sole. La sera, dopo cena, la gente usciva di casa. Le vecchie si mettevano sulla soglia a fare la treccia, a ricamare e spettegolare. I bambini giocavano a palla, nascondino e altri giochi
Attraverso un’esplosione visiva si libera il loro immaginario ricco di numerosi riferimenti ad altri ambiti, culture ed espressioni popolari. Riflessioni sottili sul potere, sul mondo alla deriva, sulla natura bistrattata. E così l’opera “Blu Mama”, che simboleggia la solidarietà con le sorti del mondo marino sofferente e minacciato dall’uomo ma allo stesso tempo incarna una maternità perennemente prolifica.
ormai dimenticati. Gli uomini si trovavano a giocare a carte e a stramaledire "le donne, il tempo e il governo" (cit. de Andrè) godendosi il fresco e aspettando che sonno
In tutte le loro opere, minuziose figure s’affastellano su ogni superficie in un flusso di parole disegnato con grafite come nelle più raffinate calligrafie orientaleggianti. Queste sono incroci tra immagini manga, rappresentazioni mitologiche e creazioni di pura fantasia.
e stanchezza prevalessero. Una realtà che le mamme e i papà ricordano bene, essendo loro i bambini che giocavano, e che i nonni ricordano ancora meglio. Oggi, più di 50 anni dopo, questo scenario non lo vede solo
“Penso che il centro del mondo sia dentro di noi, ce lo portiamo dentro e non lo sappiamo. Lavoriamo ai margini geografici dell’Italia ma al centro della nostra vita, in una libertà di cui molti hanno perso il sapore, che anzi non sanno neppure esista più”. Invece è possibile, e il loro lavoro sarà in mostra alla personale “Deformography” curata da Julie Kogler, dal 29 Settembre al 24 Novembre a Brescia presso la Galleria Allegrini Arte Contemporanea.
Un tuffo all’indietro nell’arancio
qualche appassionato di Fellini, ma chiunque. Basta passeggiare per le vie del proprio paese per vedere gruppi di bambini che giocano insieme: parlo di bambini
Hackatao www.hackatao.com | www.facebook.com/Hackatao
italiani, non dei bambini stranieri che sembrano non avere mai dimenticato il piacere del giocare all'aperto in compagnia. Intere famiglie attorno alla tavola messa in giardino, fino a tardi a parlare -la televisione è nella casa che deve ancora essere messa in sicurezza-, fuori -senti che arietta che tira, si sta proprio bene, qualche zanzara, ma vabbè non ci si fa neanche caso-, tutti insieme -quel locale ha delle crepe così,
La passione per il Centro Casalinghi Dal Toscano è verde Pantone 15-0538.
quindi tra un po' viene a trovarmi la mia amica, mamma-. E un sacco di gente che passeggia, con o senza cane, con o senza figli -stanno giocando con i loro amici a calcio nel campo vicino alla nostra tenda-. E non servono 973 amici online… ne basta uno vero col quale ci si scambia in porta. Disagi, certo. Disperazione, ovvio. Rabbia, tanta -ma verso chi?-. L'assoluta impotenza di fronte a madre natura che si è stiracchiata e ha messo in ginocchio quattro e più province. Una prova difficile, molto difficile, com’è
È una passione verde e fresca, frizzante ed energica con un occhio attento al design e all'ecosostenibilità.
Arancio plastica, arancio formica, arancio ceramica, arancio stoffa, arancio vernice. È il colore di un’epoca, simbolo di un cambiamento, gli anni ‘60. Prima di allora la produzione di mobili e complementi d’arredo in Italia e nella gran parte dell’Europa era quasi totalmente artigianale. Lo sviluppo dell’industria, supportato dal crescente benessere economico e dal clima vivace del dopoguerra, ha ribaltato i ruoli, relegando l’artigianato ad una nicchia di mercato. Nasce così la produzione seriale di oggetti d’uso e il termine INDUSTRIAL DESIGN. Nuovi materiali danno infinte possibilità di ottenere forme e colori; gli oggetti sono allegri come lo erano quegli anni e segnano un distacco senza precedenti col passato che si vuole dimenticare. Sono cose innovative, senza mai perdere il contatto con le necessità quotidiane, a buon mercato, di grande diffusione e alla portata di chiunque. DESIGN PER TUTTI è lo slogan dell’epoca. Il motivo per cui il modernariato tanto ci affascina e ci appassiona è racchiuso in quest’ultima frase. Ogni pezzo trovato e poi restaurato o semplicemente “adottato” ci fa respirare ancora questa semplicità e vivacità d’ingegno. Molti oggetti sono così freschi e nuovi anche dopo cinquant’anni da essere ineguagliati ancora oggi nella loro perfezione formale e funzionale. Viverli nelle proprie case, capirli, usarli è il modo migliore per tenere viva la fiamma di un periodo, in cui si guardava al futuro con fiducia, senza però perdere il contatto con il gesto e la pratica.
difficile la vita. Una prova che ci rende -o dovrebbe renderci- più forti, più tolleranti
backflip. Ilaria Saccani | Tomaso Cavalli | www.backflipping.wordpress.com | facebook: backflip
Il Giallo è la capacità di concentrazione, il colore del pensiero astratto, rispecchia il genere delle avventure grafiche come Monkey Island e Broken Sword. Online si trovano versioni semplificate come i “Scappa dalla stanza" o Hidden Chronicles su Facebook. Il Rosso è il colore della passione per eccellenza, ma esprime anche uno slancio verso l'azione, lo sport, la lotta, la competizione e l'eroismo. Quindi se amate il genere azione e i giochi legati allo sport siete rossi. Il genere azione è il più diffuso e spesso si ibrida con altri generi, tra i titoli più significativi: Tomb Raider, Devil May Cry, Tekken e Assassin’s Creed. Per gli amanti dello sport ci sono FIFA e PES. Il Nero è il colore della paura. Mi ricorda il genere Survival Horror, ovvero scappasopravvivienelmentremuoridipaura. I nomi più illustri del genere: Alone in the Dark, Resident Evil e Silent Hill. Chi sceglie il Verde desidera far valere le proprie opinioni e vorrebbe essere un dio. Se siete verdi, o siete Hulk, o amate i giochi di simulazione come The Sims oppure i giochi gestionali che spopolano nella rete nei generi più disparati, per citarne alcuni: Farmville (e tutti i "Variville" associati), Farmerama, Idle Workship e via dicendo. Il Marrone è il colore della tenacia, della pazienza e della sicurezza, caratteristiche che si possono ritrovare nei videogiochi di strategia dove preservi, pianifichi, conquisti e distruggi i nemici. Un famoso browsergame di questo tipo è Travian, su Facebook trovate anche Castleville, e per il pc invece Rome: Total War. Il Viola è il colore dell'incantesimo, il sogno realizzato, uno stato magico nel quale i desideri sono soddisfatti; direi che i Massive Multiplayer Online Role-Playing Game) e gli RPG (Role Playing Game) rispondono a queste caratteristiche. In questi giochi di ruolo si ha la possibilità di immedesimarsi in personaggi irreali o paralleli ed interagire con gli altri utenti della rete. Tra i più famosi del genere ci sono War of Warcraf e Never Winter Nights.
di Linda Dal Pan
- Buonasera Primo, com’è andata oggi?
illustrazione di Giulia Casoni | Tavole Strette
di Luca Gallini
“Il cane ambia ambia ambia!” Questa è l’ultima cosa che ricordo dell' Esposizione Internazionale Canina di Firenze prima di capitolare sotto i colpi di Messer Giudice Plenipotenziario. Di fatto il mio cane stava semplicemente camminando storto ma il messaggio in codice che mi lanciava era evidente: se avesse avuto un guinzaglio decente ne avrebbe fatto in men che non si dica un nodo scorsoio e ci si sarebbe impiccata. Fortunatamente è femmina, altrimenti non oso pensare cosa avrebbe potuto fare con la bottiglia d’acqua, decisamente più a portata di zampa, con un movimento lesto di tafazziana memoria. Si perché credo che ci siano cani portati per questo genere di cose, e altri decisamente no! Certo l’addestramento conta: quante mamme “addestrano” le figlie a diventare Miss Italia al di là di ogni ragionevole evidenza. Per i cani è la stessa cosa. Prendete ad esempio i levrieri: pure il nome è evocativo! A me fa venire in mente qualcosa di nobile come un principe su un cavallo bianco. E il carlino mi direte voi? Già il carlino. Ci sono cani che nascono “star” e altri che nascono semplicemente… cani! Io decisamente preferisco i secondi. Anche perché un cane “star” ha bisogno di un certo tipo di entourage, deve riposare, mangiare, allenarsi, camminare, pipì, pupù, trucco e parrucco e chi più ne ha più ne metta. E allora io preferisco la mia cagnolona da 60 kg che se le tiri il bastone non lo va a prendere, ma se le fai vedere un biscotto fa il record dei cento piani, ma solo una volta, perchè poi è stanca e si mette a pancia in su con le zampe aperte in attesa di qualche spiffero d’aria refrigerante nell’emisfero meridionale! E chissenefrega se ambia! Ho scoperto che il mondo delle esposizioni è più competitivo del mondo della Formula Uno. Quando le prime volte portavo la mia belva alle esposizioni venivo avvicinato da uno stuolo di “agenti in borghese” che cercavano di carpire ogni tipo di informazione possibile. Questo movimento migratorio di stampo spionistico terminava regolarmente nell’esatto momento in cui la mia bestiona scaricava la cena del giorno precedente sul tappeto di gara, chiarendo subito di non rappresentare alcuna minaccia per gli altri concorrenti! Credo comunque che il mondo delle esposizioni, e l’addestramento che necessariamente ne consegue, sia un modo incredibile per entrare ancora più in sintonia con il proprio animale, oltre all’importante lavoro di socializzazione che in queste occasioni lui compie, venendo a contatto con altri suoi simili. È importante però da parte del proprietario non eccedere nella competitività ricordandosi che chi vince o perde è il cane e non il padrone!
Inga, l'assistente di GAME doctor
libero
di Marco Brioni
Quattro mesi dopo...
tempo
verso tante altre futili cose. E se fosse un'opportunità?
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Accadeva quattro mesi fa. Oggi noto che le poche
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persone che ancora trascorrono le serate seduti in strada, in compagnia dei vicini a chiacchierare… indovinate? Sono proprio gli anziani che già lo facevano anni fa. Loro si sono ricordati di quel piacere… Gli altri, purtroppo, hanno dimenticato un po' troppo velocemente. Nella categoria "altri", non sono inclusi tutti quelli che hanno perso lavoro, casa, affetti… Loro non dimenticheranno.
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La mia passione ha i colori del Brasile!
poter suonare. In questo momento siamo impegnati nella realizzazione del nostro primo cd. Cinzia: Il nome “Palmares” da cosa deriva? Davide: Quando il Brasile era una colonia portoghese, molti schiavi, provenienti dall’Africa, hanno iniziato a ribellarsi a questa condizione creando comunità indipendenti chiamate Quilombos. Palmares è stata la più grande e la più conosciuta e rappresentava per tutti gli schiavi africani una speranza di libertà, ed è proprio nei Quilombos che nasce la cultura e la musica afro brasiliana. Il nome Palmares è stato scelto per incarnare il messaggio di libertà, di speranza e di integrazione che queste comunità rappresentavano. Cinzia: Come nascono i vostri pezzi? Davide: I testi li compongo io, in italiano e portoghese mentre
Eppure lentamente si fa strada un’immagine, sopra tutte le altre, una specie di piccola visione ed è questo quello che sento, è qui il mio colore della passione, bianco... di lenzuola stese al sole ad asciugare... si gonfiano e indicano una direzione, un approdo, c’è vento a favore... e mentre le attraverso è una carezza continua... più in alto sono uccelli in volo concentrico, stormi in migrazione forse. E mentre contemplo tutto questo, mentre mi lascio lentamente avvolgere dal profumo di bucato c’è un brano che mi accompagna ...“love me love me say you do... let me fly away with you... for my love is like the wind… and wild is the wind…” ... in fondo, siamo creature del vento.
le musiche vengono composte sia da me sia da Andrea Negrini che è la base ritmica e armonica del gruppo; per quanto riguarda gli arrangiamenti invece, vengono elaborati da tutti i componenti del gruppo, perché è qui che ognuno Davide Giuradei, cantante del gruppo
mette del proprio. Mi piace definire la nostra musica spiritual
Palmares, racconta in quest’intervista
in quanto riesce a smuovere la nostra interiorità emanando,
come la passione per il Brasile e la sua
attraverso messaggi spirituali universali, energie e vibrazioni
cultura hanno dato vita al suo gruppo
positive che fanno sentire le persone libere.
musicale che oltre a proporre suoni e danze brasiliane, lancia anche un
Cinzia Buzzi
di Anna Giraldo
A tutti i felini della mia vita Mattina presto, nebbia. Cammino in linea retta accanto alla strada di asfalto, quatta quatta nell’erba alta, nessuno mi può vedere. Se ho fame posso cacciare, sono veloce io, la più veloce… e non ho paura di niente. Me ne sto qui, da sola, fa freddo, ma posso correre e saltare. E sono nera. Come la pece, come il carbone, come la morte, come la peste… Sì, nera come la peste nera! Incavolata nera. E guai a chi mi guarda! Mattina presto, nebbia. Sull’argine di Quistello l’erba sul ciglio della strada mi bagna con le goccioline di rugiada, crede di ripulirmi dalla fuliggine. Ma io rimango nera. Rimango nera fino al calare del buio così nessuno potrà più vedermi. Camminerò indisturbata per le vie del paese e troverò un posto riparato dove passare la notte. Rimango nera fino a domani per soffiare contro quel cane che mi abbaia e cacciarlo via. Rimango nera per sempre, se ci riesco, così tutti si fanno da parte quando mi avvento sulla preda. - Nera! – è una voce umana che mi chiama. È qui, in piedi davanti a me. Soffio e tiro fuori le unghie mentre la sua mano mi raccoglie, ma in fondo voglio provare. Voglio sentire quello che si prova accanto a un cuore pulsante. Continuo a soffiare e a graffiare mentre mi porta via con sé. Mi chiama nera e mi dice altre cose che non capisco. Poi una cosa la capisco, perché è mattino presto e là fuori c’è la nebbia, ma io sono al caldo e c’è una ciotola di latte e zucchero per me. Rimango nera, comunque.
messaggio di uguaglianza e libertà.
Tom Waits in sottofondo, mentre trascrivo l'intervista a Stefano Boccafoglia, autore e voce e piano e ancora altro della Scraps Orchestra.
che ci rende orgogliosi di appartenere a questa terra. Io e Andrea Negrini siamo i fondatori del gruppo; l’idea è di unire in un unico progetto musicisti che provengono da realtà culturali e musicali diverse, per creare pezzi nostri e riproporre cover riarrangiate da noi. Rock, blues, funky, raggae, jazz, samba rock, bossa nova e l’influenza della musica brasiliana rappresentano la nostra musica. Cinzia: Come è composto il gruppo? Davide: Siamo in otto musicisti. Andrea Negrini alle chitarre, ha un’impronta rock, Manuele Bulgarelli alla batteria, proviene dal raggae, Paolo Tartaglia al flauto arriva invece da uno studio più classico, mentre il pianista , Stefano Ghiotti, ha una matrice jazz; inoltre abbiamo alle percussioni un ragazzo brasiliano e al basso un ragazzo africano Isac Adu. Attraverso le nostre differenze culturali, generazionali e musicali, vorremmo far capire che la diversità è una fonte di ricchezza. Cinzia: Come si svolgono i vostri live? Davide: Oltre alla classica strumentazione, durante i nostri live suoniamo anche percussioni afro brasiliane tradizionali, come il pandeiro, il berimbau e il reco reco. Inoltre, uniamo musica e danza grazie all’intervento della danzatrice brasiliana Jaqueline che ci accompagna con danze che rappresentano il suo paese, e ad un gruppo di capoeira proveniente da Brescia. Purtroppo il nostro gruppo, a causa di una proposta musicale diversa, incontra difficoltà nel trovare luoghi in cui
* La Cooperativa C.H.V. di Suzzara opera dal 1986 nel campo della sensibilizzazione ai temi dell’integrazione scolastica, sociale e lavorativa di portatori di handicap e diversamente abili. Gestisce servizi di assistenza, formazione e integrazione sociale per persone con handicap e disagio sociale a rischio di marginalità ed opera in collaborazione con gli Enti Locali e con Asso-
Sarebbe diventato un bravissimo calciatore -a detta sua- se suo padre, appassionato di lirica da sempre, non l'avesse trascinato al conservatorio in IV elementare. Oppure un pompiere, se non soffrisse di acrofobia (paura delle altezze e dei luoghi elevati ndr). Nel 1992 Stefano, Giorgio Signoretti e Aroldo Balleri, decidono di raccogliere rottami -scraps- sonori ispirandosi a Tom Waits e di fare buona musica. All'inizio Stefano scrive in inglese, ciò che sente di dover dire è troppo pesante perchè venga subito compreso. Paura infondata. Tuttora i testi, in italiano, sono molto ermetici, non proprio di immediata fruizione... Non è lui che decide cosa scrivere, le parole gli vengono incontro, sono le parole delle cose che non si dicono, ma che vanno dette, che devono essere dette. Le note poi, permettono una mediazione che rende il compito più semplice rispetto ad uno scrittore o un poeta, sostiene Stefano; la musica aiuta e smorza gli spigoli anche delle frasi più dure, rende orecchiabili anche testi densi di dolore, allegri testi tristi. Stefano è chirurgico nell'uso delle parole. Gli propongo il gioco delle parole e rimango travolta dall'immediata e lucida complessità delle risposte. Disagio: "Nel posto giusto al momento sbagliato. Frequentando, anche se solo come spettatore attento, il disagio, quello conclamato, i ragazzi della cooperativa CHV*, il Cayo e i suoi collaboratori ho potuto rendermi conto di quanto e quale sia il loro sforzo per far combaciare questi due fattori. Perchè è solo mettendo in riga questi addendi che la somma torna. È solo rendendo loro pari sincerità, qualità e misura che si può tentare di imbastire un linguaggio simile, vedere le cose sotto una luce comune, tracciare percorsi sovrapponibili. Nel contempo è facile, ahimè, accorgersi di quanto tutti gli sforzi possano anche essere distanti dal raggiungimento di un successo finale, forse anche solo dal conseguimento di una piccola vittoria di tappa. Nel posto giusto nel momento più opportuno. Come se fosse facile. Ognuno di noi, inoltre, arriva prima o poi a confrontarsi con il proprio disagio, quello non conclamato, deve affondare il coltello nelle proprie piaghe, affrontarlo." Circo: "Ci siamo dentro! Quella del circo è una bella dimensione, la realtà è rovesciata, un immaginario immaginifico dove il nano è il protagonista e guarda tutti dall'alto al basso, dove ridi invece di piangere." Social: "Il rapporto sociale, i modi diversi di interloquire oggi, il tempo che non ci concediamo più per una comunicazione di qualità. Abbiamo perso la percezione della quantità di tempo necessaria per ottenere e coltivare rapporti sociali di qualità." Il colore della Passione: "Il rosso per tanti motivi, ma anche il nero, che sta su tutto. La passione può avere colore? Ci sarebbe da chiedersi cos'è la passione? Per me la passione è una vertigine. È quella sensazione che provi sull'orlo di un precipizio, quella forza che purtroppo e per fortuna ti ferma prima che sia tardi, perchè tu vorresti andare oltre. C'è un modo di dire -il diavolo di mezzogiorno (secondo disco della Scraps ndr)- quando ti viene il diavolo di mezzogiono, ti viene un'irrefrenabile voglia di fare, di avere tutto subito, di farsi governare dall'irrazionale." Duemilatredici: "La prima cosa che mi viene in mente di fronte ad un nuovo anno è "cazzo, si ricomincia"... questa "precarietà" latente e diffusa però fa si che ricominciare non sia poi così scontato nè, forse, così noioso. Per la musica non credo di aspettarmi grandi, particolari, entusiastici accadimenti. Da qualche anno il moto che conduce la Scraps, come il sottoscritto, è quello ondoso, soggetto a venti indecifrabili, a volte complici, più spesso contrari. In cuor suo un musicista si aspetta sempre il meglio, il nuovo, il singolare, l'unico. Staremo, sospettosi, a vedere." Sconfinart: "Inevitabile non rimandarmi a Cayo, ai suoi collaboratori, ai ragazzi che stanno con loro, al presidente, Tino Volta, al grande, profondo lavoro che svolgono quotidianamente, a quanto io possa essere distante dal possedere tutto quel sapere necessario per affrontare, anche solo in minima parte, un'esperienza del genere, a Suzzara, ai giardini Gina Bianchi, e a Pegognaga, alle mamme cuoche, ai piatti prelibati, che sono andati nel tempo costruendosi nella loro pienezza, alle mille facce che ho visto dalla sua nascita, al primo suono che abbiamo emesso su quel palco, alle sensibilità alte che abbiamo incontrato nel tempo, con le quali abbiamo messo in comune la nostra voglia di fare musica. È inevitabile che non possa che rimandarmi ad oltre un decennio in cui ho, abbiamo tentato di riempire le nostre tasche di sassi, per non azzardare voli sconsiderati, e generi di conforto, per poterci permettere una sosta, di tanto in tanto, per poter pensare, senza fretta." Coesione: "Un accordo finale, mal riuscito ma condotto al suo termine con una solidarietà d'altri tempi." Genio: "Qui devo prendere a prestito le parole di Ennio Flaiano: "il peggio che può capitare ad un genio è di essere compreso". Per cui, confido sul fatto di non esserlo mai stato ma, nell'eventualità, sono sicuro di essere stato, perlomeno, male interpretato."
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Gioco io. Emozione magica: quella cosa per cui il petto è troppo piccolo per contenere il cuore gonfio di gioia e malinconia, quella cosa che mi capita ogni volta che ascolto la Scraps dal vivo! Cordialmente ringrazio, Serena.
Qui vi racconto della voracità. È qualcosa che fagocita ogni aspetto della vita e colui che più si adatta a sperimentare la voracità è il Bicio. Se il Bicio ha fame, ingolla quantità spropositate di cibo, in maniera vorticosa, senza dar tregua alla mano e al cucchiaio. Se il Bicio è incazzato, la sua rabbia è vorace. Se t’incontra casualmente per strada, potrebbe sputarti e darti uno schiaffo col fare di una carezza. Se il Bicio si scaccola, lo fa esplorando le proprie narici con ogni dito che possiede di ogni singola mano. Se fosse possibile userebbe anche quelle dei piedi. Dal pollice al mignolo, come fosse un tecnico del buco che misura e sperimenta le possibili combinazioni. E quando trova la pepita, la guarda, la annusa, la osserva, ne prova l’aderenza. Valuta voracemente se è più adatta ad essere attaccata ad un tavolo oppure gustata come prelibatezza. Se il Bicio ha voglia, voracemente si tromberebbe il mondo intero. Come quella volta che ha amato intensamente solo pensandola la Sara. Lo ha fatto scendendo dal motorino mentre si accendeva una stizza. Se il Bicio perde qualcosa, la sua perdita è vorace come un buco nero che tutto ingloba, come le chiavi del motorino, aspirate dalla propria vorace paura che gli fa perdere la ragione. Se il Bicio ha un bisogno, anche se fugace, tale bisogno deve essere voracemente saziato. L’hai mai sentito implorarti all’orecchio di allungargli cinquanta euro per un privè al night, oppure due euro per un gelato? Il Bicio è l’uomo più vorace che io conosca, e lui conosce ogni vincitore di SanRemo, le formazioni del Milan, i trofei che ha vinto, le date di nascita delle persone che ha conosciuto o di cui gli hanno raccontato. Se il Bicio ti bacia, lo fa molte volte, dicendoti che sei un bell’uomo.
la psicologa sessuologa di TuttoQui
Andes di Virgilio, patria del famoso poeta,
d.ssa ì Patrizia Degola
il colore della Vertigine | chiacchierando con Stefano Boccafoglia | www.scrapsorchestra.it
con l'amore
Davide: Palmares nasce nel 2007 ad
PATTY chiari
Cinzia: Come nasce il gruppo Palmares?
da leggere con voracità, grazie
Roberto Pavani www.zerobeat.it www.facebook.com/roberto.pavani
di Andrea Rossi Dotti
Pochi secondi e visualizzo molte immagini: il nero del caffè della mattina o delle quinte di un teatro della bassa o ancora delle note sullo spartito, il rosso di un buon sangiovese e il viola del grappolo d’uva, il verde-blu del mare quando sta per cambiare il tempo o l’argento delle foglie dei pioppi quando si girano che tira vento ma... sono questi i miei colori della passione? Certo, sono tante le passioni, tante le vite che viviamo e si intrecciano come la trama di un tappeto su un vecchio telaio.
Nera
LA TRASPARENZA
di Davide Longfils
IL BICIO
BIANCO LENZUOLA
PASSIONE per lanicodellemeraviglie IL ROSSO del fuoco, della libertà, delle labbra e del cuore L'INTENSITÀ dei sentimenti L'IMPEGNO INSTANCABILE con cui insegui il tuo sogno PASION POR LA VIDA come questa serie di headband dedicati a Frida Kahlo
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La prima cosa che mi passa per la mente sono i capelli rossi di una donna, con le labbra scarlatte. Un mazzo di rose profumatissime, dai petali delicati. Il fuoco della fiaccola olimpica. La sabbia bruciante del deserto. Il sole che si tuffa nel mare al tramonto. Le sfumature meravigliose delle foglie d’autunno. Le ciliegie, le fragole, la mela di Biancaneve e quella di Eva. Il sangue di una nuova nascita. Il Natale. Il double-decker londinese. Il corno portafortuna. Le guance piene di vergogna. La passione d’amore è la più rossa di tutte… per me e per molti di Voi probabilmente è così, ma penso sarebbe bello che ogni persona colorasse la propria passione del colore che sente fucsia blu verde giallo ogni passione è del colore che ognuno di noi desidera! Trovo sia molto limitante pensare che la passione sia solamente passione d'amore. C’è la passione per la musica, l’arte, lo sport, il proprio lavoro… Ma per voi, qual è il colore della passione? Scriveteci! redazione@tutoqui.info
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più passione, più colori:
Porto e Siviglia
impressioni Il sol d'estate scaldava il vecchio faggio anche se eravam alle idi di maggio l'alberi però d'un tratto sembrò diedero di matto scossi da un impetuoso vento rami e foglie fecero sentir il loro lamento i campi d'avena sembravan scossi e dal vento percossi le bandiere al vento ululavan mentre gli augelli nel cielo volavan m'anche gli augelli stanchi di contro il vento lottare aprono le ali e si lascian trasportare il vento però oltre la sua frescura portò voci di gente e profumo di natura. di Guido Peroncini
di Elisa Sivieri
Dicono che l’Africa è nera perché le persone che la popolano hanno la pelle nera. Se io dovessi dare un colore al paese africano che ho visitato, sceglierne uno sarebbe difficile, ma so per certo che il nero sarebbe proprio l’ultimo. Il nero è buio e gli africani sono pieni di luce! Poi non è solo una questione di colore che si percepisce con la vista. I colori dell’Africa sono in 3D, hanno uno spessore, un odore ed un sapore fortissimo. Faccio un esempio: se dovessi dipingere un paesaggio delle nostre campagne userei gli acquarelli. Così come se dovessi rappresentare una qualsiasi città europea, una scogliera irlandese o una cima innevata delle Alpi userei tanta acqua ed intingerei il pennello con leggerezza e i colori apparirebbero in velature delicate. Anche questa è luce, ma quella africana è tutta un’altra storia. È una luce molto più calda, è una luce fatta di fuoco, fatta di tanto colore puro, senza nemmeno un goccio d’acqua. Se dovessi dipingere il Kenya dovrei scegliere colori ad olio e stenderli in uno spesso strato, e strato dopo strato creerei uno spessore dove le pennellate si sovrappongono formando densi solchi, dove gli strati si impongono prepotenti sulla tela a trama grossa e la texture è densa tanto da sprigionare il desiderio di toccarla, di annusarla. Così è il mio Kenya: color terra in tutte le sue sfumature dal giallo all’arancio, al rosso al marrone, dove anche i verdi e i blu sono caldi e densi. Dove il colore lo puoi toccare, ti sporca, ti avvolge, ti entra nel cuore come un vento caldo e persistente ti stordisce. I colori degli animali della savana sono così tanti e così mutevoli, veloci come lo scorrere delle nuvole di un cielo immenso, intensi come il terriccio che polveroso ti entra negli occhi sempre spalancati dallo stupore di tanta magia che ti mette soggezione, abbaglianti come un sole che ti sembra sempre troppo grande. Alla fine non puoi che sorridere. Come tutte le persone e i bambini che avrai incontrato, che ti avranno accolto con sorrisi pieni di luce in quella terra dove si vive con poco e basta poco per avere un sorriso da regalare.
HI!!!
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la Boutique del Latte www. boutiquedellatte.blogspot.it il Pensatoio | www.sfogliapensatoio.blogspot.it
nome? mio? Laura Gandolfi età? 29 quasi 30 grado di parentela? sorella minore! a chi è venuta prima l'idea? mmmmhh... a tutte e due? Non mi ricordo. Mi sa che il nome l'ha tirato fuori lei, il libro col formaggio temo io, i tavolini e le tegole di formaggio lei se fossi un libro saresti? oddio è difficilissssssimo!!!!! "L'isola del tesoro", dai, Stevenson, però pari pari con "Hyperion" di Dan Simmons e "Menzogna e sortilegio" della Morante e Sandra? "L'uomo che amava i bambini" di Christina Stead un aneddoto su un cliente? beh, c'è quello che non ci distingue me e mia sorella e ogni volta che viene mi racconta cosa ha detto l'ultima volta a mia sorella, che ero sempre io, e considerato che il cliente ha più o meno la mia età, la trovo una cosa sempre piuttosto spassosa! lo fai solo per soldi, vero? per i soldi e per il potere, punto alla Presidenza della Repubblica. Oh, mica scherzo. la tua maggior soddisfazione? aprire i cartoni dei libri nuovi arrivati, è sempre come se fosse Natale ti arrabbi per? per quelli che sbattono i libri in giro, o li aprono troppo (quelli della libreria, ovviamente, poi quando lo comprano possono farci quello che vogliono...) la Boutique del Latte, il Pensatoio... non c'è due senza tre? sì, il tre sarà l'ospizio, mi sa... già ci hanno fatto una spedizione una volta a "Il Pensionato di Gandolfi Laura e C." ... ci hanno dato un'idea! il tema dello 02 è il colore della passione: di che colore è la passione per te? se dico nero, si può? ok, nero. fatti una domanda e datti una risposta odddio.... Quanto fa due + due? Cinque. (citazione letteraria, eh.) qual è la sorella migliore del mondo? eh eh eh ... la Sandra Gandolfi??? I-( suggeriscimi una domanda da fare alla formaggiaia dove si trova lo scaffale dei libri in lingua originale? TuttoQui: mi viene in mente un'altra domanda... rispondi tu per tutte e due? Cos'è la noia per voi? Per me, Laura, la ripetizione di quello che già so, non aver niente da imparare. Per la Sandra... con i mille lavori che fa, mi sa che la noia le è abbastanza estranea... la annoia abbastanza la ragioneria, di questo sono abbastanza sicura, ecco, la noia per la Sandra è il bilancio!
POETA IN ERBA
nome? sandra età? 38 anni grado di parentela? sorelle, anche se non si direbbe a chi è venuta prima l'idea? se dico insieme?... diciamo libraia se fossi un formaggio saresti? una Délice de Bourgogne e Laura? Laura IL BITTO, un formaggio pilastro un aneddoto su un cliente? ossignur... ne ho mille... i clienti hanno confessato dopo un paio d'anni che non riuscivano a distinguerci, anche se frequentavano il Pensatoio regolarmente. Non riuscivano mai a capire chi era Laura e chi era Sandra! Poi mi chiedono Parmigiano Reggiano delle vacche rosa, vacche russe, vacche mosse, vorrei del SIAGO, in tanti dicono vorrei del GONGORZOLA lo fai solo per soldi, vero? se ti insulto ti offendi?! Se lo facessi per soldi farei la dipendente, con tutto il rispetto per i dipendenti! la tua maggior soddisfazione? I miei clienti che quando tornano dalle vacanze mi dicono che all'estero hanno mangiato formaggi che avevano già conosciuto a Suzzara grazie a me. Comunque la maggior soddisfazione è che sono la formaggiaia più brava del mondo!! ti arrabbi per? per la maleducazione la Boutique del Latte, il Pensatoio... non c'è due senza tre? chissà, però scusa ...il B&B casa Pascolone non vale già come terzo? il tema dello 02 è il colore della passione: di che colore è la passione per te? i colori del pensatoio: rosso e nero fatti una domanda e datti una risposta difficilissimo... non mi viene in mente niente, ah ecco: Domanda: TUTTO QUI? Risposta: SI! suggeriscimi una domanda da fare alla libraia qual è la sorella migliore del mondo? TuttoQui: ...la risposta della Libraia, la Formaggiaia la scoprirà solo leggendola Qui!
Viaggiare ti porta a scoprire. La curiosità si esalta in tutte le sue forme. I sensi vengono stimolati: le orecchie dritte per sentire come parla chi ti sta intorno, il naso teso per i profumi e gli odori che ti circondano, la bocca pronta per assaporare gusti nuovi ed esotici, le mani aperte per toccare quello che hai vicino, a volte quasi per capire se sei veramente lì o lo stai solo sognando, e gli occhi aperti per catturare tutto, centimetro per centimetro. Gli occhi sicuramente sono al centro della scena, non sanno dove guardare e sono iperstimolati. Vengono catturati dalle forme e dai colori. I colori di un posto ti rimangono nel cuore. Se un colore prevale su altri quel posto lo ricollegherai a quel colore. Ma se ci sono tanti colori, a me rimangono tutti impressi nella mente, ma in modo diverso. Penso al mio ultimo viaggio e ai posti che mi hanno toccato di più. Porto è stato una sequenza di colori. Il rosso scuro e brillante del Porto e il marron scuro del legno delle sue botti. Le case gialle luminose e rosse di Ribeira sul Douro. Il blu quasi elettrico delle decorazioni degli azulejos, le piastrelle tipiche che trovi su chiese, case e pavimentazioni. I tetti rossastri terra con il bordo piatto che richiama tetti cinesi o giapponesi. Il verde bosco delle persiane alle finestre, un po' malandate, un po' decadenti. La cosa bella è che ogni momento aveva il suo colore e ora ugualmente ogni ricordo ha un colore, al massimo due, perchè si ricollega ad un momento. Non c'è mescolanza. Siviglia invece è mescolanza. È tutti i colori dei ventagli venduti ai negozi e alle bancarelle, e dico veramente tutti!. È i colori dei vestiti tipici che le donne si comprano per prepararsi alla feria, tutti colori molto decisi: fucsia, verde, rosso, nero, che ti incanti a guardare mentre loro ballano la Sevillana; non importa che abbiano due o ottant'anni, pesino quaranta o centoventi chili, il vestito è sgargiante, esalta le forme e ogni donna se lo mette. È il colore degli edifici che in base al momento della giornata assumono diverse sfumature, passando dal grigio al marrone chiaro. È la mescolanza di colori nelle mille e una chiese, dove prevale l'oro ma si mescolano l'azzurro e il marrone. È il colore del flamenco, visto tante volte e mai uguale, così come i colori dei vestiti, giallo oro, rosso e nero, verde, marron, blu. È il colore della festa che è in tutti gli angoli delle strade, e nelle piazze: una chitarra marrone, un gruppo di persone di colore diverso, il verde delle palme, una chiesa in pietra grigia sullo sfondo. Forse vedere tanti colori è una strategia per non annoiarsi mai, vederli anche in modo diverso tra un posto e l'altro credo sia fantasia e anche esperienze diverse vissute in quel luogo. E allora ci si ricollega alla passione: in base a come vivi un posto ti rimangono in modo diverso i suoi colori. Porto è stato una visita, Siviglia un mese di passione vissuta a 360 gradi. Bisognerebbe riuscire a vedere colori differenti, o per lo meno variegate sfumature, anche in quello che vediamo tutti i giorni, mettendo passione in ciò che facciamo meccanicamente e che sembra scontato. Mi viene in mente la bellissima frase di Proust: il vero viaggio di scoperta non consiste nel cercare nuove terre ma nell'avere nuovi occhi. Certamente scoprire nuove terre aiuta ad avere nuovi occhi nelle terre “vecchie”.
COLOR KENYA
la formaggiaia & la libraia
L’angolo di guido
di Chiara Salmin
Quistello, via Semeghini • INFO 0376 625583 . 3492100690
Sono un’insegnate precaria e nel mio peregrinare tra le
Spesso noi italiani ci dimentichiamo dell’importanza che
scuole della Provincia di Mantova, sono giunta al Centro
ricopre la motivazione nel processo di apprendimento. È
Territoriale Permanente per l’Educazione e la formazione in
la molla che fa scattare tutto. È il fine che spinge l’uomo ad
età adulta (CTP-EDA) dell’Istituto Comprensivo di Quistello.
impegnarsi per soddisfare i propri bisogni.
Il Centro è stato istituito nel 1998 come luogo di lettura
Le persone che incontro in classe hanno voglia di imparare
dei bisogni formativi, di progettazione, concertazione,
l’italiano perché devono trovare un lavoro, perché vogliono
attivazione e governo di iniziative di istruzione e formazione
aiutare i propri figli nel fare i compiti, perché vogliono
in età adulta. L’affermazione degli universali diritti di
scambiare qualche parola con il proprio vicino di casa
cittadinanza, dignità, partecipazione attiva alla vita sociale
oppure per riuscire ad andare a far la spesa senza aver
è una delle principali finalità del CTP.
vergogna di sbagliare. L’altra sera ad esempio ho invitato
BIANCO, NERO, ORO
Esso opera per orientare al successo ogni iniziativa tesa al
la mia classe ad immaginare di essere in un mercato.
progresso della condizione culturale, professionale, sociale
L’obiettivo era quello di spingere le persone a creare un
di Isabella Montorio
della popolazione adulta. Cerca infatti di rispondere ai
dialogo per acquistare della frutta e della verdura. Sono
bisogni di un’utenza diversificata sia per provenienza socio-
uscite frasi molto divertenti, sembrava quasi di essere in un
economica che per formazione culturale e professionale.
suk marocchino o in un animato mercato indiano! Alla fine
NEVE _ “La neve è una poesia. Una poesia che cade dalle nuvole in fiocchi bianchi e leggeri...” Questo libro è BIANCO e riposante come la neve e l’Asia che lo ispirano. Il bianco della neve pura e delicata come i versi di Yuko, giovane poeta giapponese che compone haiku perfetti ma che sanno parlare solo di neve, privi di sfumature e colori. Neve, candida e leggera come i passi di una funambola che, per amore della sua passione per la vertigine, diverrà per sempre solo una meravigliosa immagine imprigionata nei ghiacci, che la renderanno però splendida e immortale.
IL VIOLINO NERO _ ”Un semplice alito basta a farlo vibrare, ma la musica che ne scaturisce è talmente strana da poter cambiare la vita di chi lo suoni.” Questo libro è NERO e angosciante come la musica di un violino, a tratti oscura ma attraente e meravigliosa. È la storia di un giovane che ha l’ambizione di mutare in musica la propria vita. Una donna misteriosa che esprime in un canto divino la profonda innocenza della sua anima e un liutaio che ha costruito uno splendido violino, nero come gli occhi e la chioma di quella donna...
L’APICOLTORE _ “Io sono un sogno. E vengo da un sogno. Un sogno di cui non possiedo più la chiave” Questo libro ha il colore dell’ORO e del sole come il folle sogno di un apicoltore dove l’Africa, il deserto, il miele e il sole rendono pazzi di gioia coloro che osano toccarli. È la storia di un giovane che cerca in ogni cosa l’oro della vita, ossia la bellezza, la magia, il colore caldo del sole ed è incantato dalle api che “possono morire d’amore per un fiore”! Tre storie appassionanti, tre colori che sconfinano nella favola e che sanno di poesia.
le persone mi hanno ringraziato per aver insegnato a dire Dopo l' esperienza con bambini, sono passata ad insegnare
“che cosa desidera” o “quanto costa in tutto”. Cose semplici
la lingua italiana ad adulti e giovani adulti provenienti da
ma utili.
assai difficile, sia per gli orari - noi lavoriamo di sera dalle
Mi occupo di alfabetizzazione per stranieri. Lavoro alla
18 alle 21:30, dal lunedì al venerdì, essendo i nostri studenti
sera con gli adulti e alla mattina con i ragazzi stranieri che
anche dei lavoratori - sia per il target dell’utenza, adulti
frequentano le scuole superiori e che hanno bisogno di
come me. In realtà si è rivelata con il passare del tempo
un supporto nello studio della lingua italiana. Per il CTP,
un’esperienza molto significativa e arricchente.
lavorano una decina di insegnati che quotidianamente ghanesi,
si impegnano, con passione e determinazione, per far
senegalesi, brasiliani, pakistani, cinesi, filippini, bengalesi,
funzionare e migliorare un centro dalla ricca offerta
ucraini, moldavi, ecc.) sono molto diversi tra loro: per il livello
formativa. Fondamentale è anche il percorso attivato per
di conoscenza dell'italiano, per il modo di approcciarsi alla
ottenere la licenza media, grazie al quale molte persone
scuola, per la loro lingua madre, e hanno atteggiamenti
italiane e straniere riescono ad ottenere un riconoscimento
diversi in classe ma tutti sono accumunati dalla
del proprio percorso di studi fatto.
Gli
studenti
(indiani,
marocchini,
algerini,
motivazione ad apprendere.
Per informazioni su scuola e orari dei corsi, o per dare suggerimenti su nuovi corsi da attivare www.icgorni.it oppure eda.quistello@libero.it o telefonare allo 0376/618 926
ATTENZIONE è in arrivo la Passione! « Adesso il mondo è stabile. La gente è felice, ottiene quello che vuole e non vuole mai ciò che non può ottenere. Sta bene, è al sicuro, non è mai malata, non ha paura della morte, è serenamente ignorante della passione e della vecchiaia. Non è ingombrata né da padri né da madri, non ha spose, figli o amanti che procurino loro emozioni violente. È condizionata in tal modo che praticamente non può fare a meno di condursi come si deve» - Il Mondo nuovo, A. Huxley Arancione. Questo è il colore della Millenaria 2012. È anche il colore del semaforo quando vuole dirci: ATTENZIONE L’arancione è il colore della passione al fine di metterci in guardia. La passione è una specie di forza di volontà che entra in atto quando stiamo facendo qualcosa che ci piace immensamente e per la quale, quindi, non è necessario sforzarsi. La forza di volontà è una
LONGHI tutte le migliori marche
forza, molto potente, che ci permette di compiere grandi imprese; quando amiamo ciò che stiamo facendo una forza non è necessaria, in quanto tutto sorge spontaneo. È possibile lavorare senza sosta, quasi divertendosi, la noia e la stanchezza se ne vanno. Grandi e piccoli uomini hanno compiuto grandi imprese, talvolta catastrofiche; e sono sicuro che ci abbiano messo impegno e passione. Ecco perché attenzione. Lo sappiamo tutti come la via per l’inferno sia lastricata di buone intenzioni. Forse non è da condannare l’errore in buona fede ma le conseguenze di quell’errore ci saranno comunque. Il problema principale è che mettendoci passione, ogni nostro gesto ingigantisce la sua portata, ogni errore la sua pericolosità. Qualcosa di ben fatto è frutto di intelligenza, pazienza, precisione, passione e magari bravura, ma serve soprattutto consapevolezza. La passione può compensare mancanze in tutte le altre doti, tranne che nella consapevolezza. Sarebbe necessario poter capire qual è il fine della passione in atto in quel preciso istante. È come la foga agonistica di un atleta, è un momento durante il quale la mente segue
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di Anna Giraldo
Quando penso ad Azzurra Ponti penso: nome da fatina e cuor di leone! Un paio di anni fa un'amica di un'amica me la presenta come aspirante grafica di Quistello in cerca... d'autore. Ci incontriamo per definire il lavoro a grandi linee: qualsiasi cosa io chieda, lei risponde: - Non c'è problema, si può fare. Mi piace questa tipa! E scopro che non sa solo impaginare. Azzurra disegna da dio ed è una grande lettrice (nel blog http://azurestrawberry. altervista.org/ trovate i suoi articoli le sue recensioni). Mi diverto a lodarla in pubblico, anche se so di metterla in imbarazzo, perché è brava sul serio e mette passione in tutto quello che fa.
ogni parte del mondo. All’inizio mi sembrava un’impresa
new opening
“NEVE”, “IL VIOLINO NERO”, “L’APICOLTORE” sono tre libri di Maxence Fermine. Tre libri che parlano di tre colori non-colori, un viaggio nella passione, nelle emozioni umane dove la poesia delle pagine arriva a toccare l’anima attraverso il bianco della neve, il nero del violino e l’oro del miele.
illustrazione di Azzurra Ponti
0386/43202
Quistello, via Semeghini • INFO 0376 625583 . 3492100690
A.G. Azzurra, ne hai letti di tutti i colori. Quale libro ci consigli? Ma, soprattutto, di che colore è? Non ho libri preferiti, a parte i primissimi che ho letto. Ho iniziato a leggere a quattordici anni, ma leggevo autori per adulti, come Anne Rice, Dean Koontz e Wilbur Smith. Di quest’ultimo consiglierei “Uccelli da preda”, magari a ragazzi un po’ cresciuti. È una storia di pirati ed è BLU e ORO, perché è ambientata in parte nel mare e in parte nel deserto africano. Ora leggo anche molti romance: mi è piaciuto “Corinna” di Katleen McGregor (che in realtà è un’autrice italiana sotto pseudonimo), anche questo romanzo parla di pirateria ed è ambientato nel Centro-America. È decisamente BLU! A.G. Sei una illustratrice con i fiocchi... anche se quando te lo dico fai finta di non sentire. Se ti commissionassero la cover molto importante, di quale autore sarebbe? E di che colore la faresti? Non utilizzerei un solo colore, ma tanti colori saturi. Immagino una foresta tropicale con i verdi accesi della vegetazione, gli arancioni, i gialli, i fucsia dei pappagalli e dei fiori. Ma cover così sarebbe perfetta per un libro di Katleen McGregor. Ma in generale mi capita di disegnare personaggi o scene di molti dei libri che leggo. Un’autrice che mi ispira illustrazioni oscure, per esempio, è J.R. Ward con la sua saga “La Confraternita del Pugnale Nero”. A.G. Se ti chiedessi di raccontare una storia partiresti dalle parole o dalle immagini? E quale storia ci racconteresti? Dalle immagini!! E questo è un problema perché avrei tante storie da raccontare, ma di quasi tutte mi faccio un’immagine mentale dell’inizio e spesso non riesco a pensare a come farle terminare. Non so quale storia racconterei perché sempre, quando leggo, mi vengono tante idee. Per ora il mio modo di metterle su carta è disegnarle: non ho ancora la costanza di cercare le parole. l’istinto e quegli stimoli radicati nel profondo. L’uomo da animale quale era conserva ancora la sete per il potere, la conservazione della specie; l'istinto di sopravvivenza. «Il potere non è un mezzo, è un fine. Non si stabilisce una dittatura nell'intento di salvaguardare una rivoluzione; ma si fa una rivoluzione nell'intento di stabilire una dittatura. Il fine della persecuzione è la persecuzione. Il fine della tortura è la tortura. Il fine del potere è il potere.» - 1984, G. Orwell Nulla di strano, è dentro noi. Nel tempo, l’istinto di sopravvivenza si è trasformato in sete di potere. Conservare la specie -oggi la famiglia o l’Io nei casi più disperati- si è tramutato in assicurarsi la conservazione del potere acquisito e magari in un suo continuo aumento. Per questo, lavorando con passione e rispondendo ai nostri istinti in preda all’euforia non ci accorgiamo dello sbandamento che prende la nostra strada, dei fini egoistici che prendono le nostre scelte. Non facciamo che ripeterci che il destino della Terra
Sei uno scrittore? Sei un illustratore, un fotografo, un grafico?
dipende da noi, che le sue condizioni si aggravano ma sembriamo solo capaci di parlare. Più passa il tempo, meno sento di riuscire a riporre speranza nelle azioni dell’uomo. Azioni provienienti da pensieri che non mi convincono, mi spaventano, pensieri potenti capaci di esplodere da un momento all’altro. Inutile iniziare discorsi per me difficili da sostenere. La passione è comunque bellissima. Ci sono tante persone lavorano ogni giorno per rendere il mondo un posto migliore. La passione ci spinge a riuscire in quello che non saremmo in grado di fare, donando al nostro lavoro il fattore C. Un lavoro svolto con passione non ha paragoni: nel bene o nel male. Con semaforo Arancione puoi superare l’incrocio, con attenzione; tutto qua, niente di catastrofico. Arancione è il colore dell’autunno, la mia stagione preferita. Andrea Mambrini
Da piccola ero l'8 verde in un'aula gialla. Così era facile identificare i proprietari di asciugamani e spazzolini per denti in crescita in un asilo affollato. Forse per quell'8 ricamato sulla bustina portatutto, o forse perchè la mente di un bambino crea spontanee associazioni di idee, fatto sta che da sempre per me ogni numero ha un colore. L'uno è blu, il due è rosso, il tre è verde, il quattro è giallo, il cinque è rosa. Lo so. Mi state leggendo da poche righe e già vi chiedete se questa tizia che firma il pezzo sia anche caduta dal seggiolone, in quegli anni. Ma io non voglio convincervi di qualche infantile teoria onirica, piuttosto vi chiedo di che colore è il 2012 per voi: la somma dei colori di ogni cifra – facendo due conti secondo il mio immaginario una specie di violetto, ma siete liberi di fare la vostra combinazione – o un anno fatto di un colore solo? Nessun giorno della nostra vita è monocolore, ma il risultato di molte sensazioni dalle mille sfumature: quindi, da gennaio a dicembre attraversiamo il blu della tristezza secondo il mood inglese, il rosso della passione, il giallo dell'esuberanza, il viola che odiano gli artisti scaramantici e che ora la moda elegge nell'Olimpo dello stile. Ma tornando a dicembre, quanti di voi fermano il pensiero al giorno 21? Quanti si chiedono se a Natale riusciranno a tirare un sospiro di sollievo? Se quel giorno avesse un colore, forse richiamerebbe le sfumature dei grandi templi Maya immersi nel verde oppure il grigio delle cose indefinibili, o delle giornate di pioggia. Comunque sia, ad ogni colore siamo abituati a far corrispondere un'emozione. Quella delle leggende è la paura, una calamita che l'essere umano ha per il mistero, l'ignoto, l'impossibile che diventa possibile solo quando lo vediamo con gli occhi, e non lo sentiamo solo raccontare o predire. Telmo Pievani, filosofo della scienza, dice che “la parola “catastrofe” nella tragedia greca indica quel momento in cui tutto si svela, succede ciò che deve accadere per riportare le cose ad un nuovo equilibrio”. Ma dice anche che “i calcoli Maya non si fermano al 21/12/2012: quando tutti già urlavano al disastro imminente, è stato trovato un nuovo calcolo del ciclo del mondo che parte proprio dal 21 dicembre”. Improvvisamente, il grigio/violetto diventa un caldo giallo come la luce del sole? O forse bianco, come la verità, che è poi quella che disegniamo ogni giorno, senza il dubbio che il giorno dopo saranno di nuovo altri colori. Valeria Dalcore
Prorompente ed irrazionale, il giallo è pura vitalità. Grazie alla sua forte luminosità, favorisce la capacità di concentrazione e il pensiero astratto. Il rosso è definito per eccellenza il colore della passione, ma troppo rosso può stimolare l’aggressività! Vitale, vivace ed irrequieto il rosso è energia se è chiaro, tendente al giallo. Il rosso medio è profondo, il rosso scuro è meditativo, aiuta a prendere decisioni. Il blu è il colore del cielo. Il blu è il colore che per
2013
Mente
di Stefania Pincella
EDIZIONE
letteraL
Azzurra Ponti... ne faccio di tutti i colori.
Per chi ha voglia di IMPARARE
eccellenza rilassa e facilita la comunicazione. Quando è intenso suggerisce quiete, quando tende al nero è drammatico. L'azzurro è magia! La gamma dei verdi è una delle più ricche, ma semplici, perche è già in natura ne esistono tantissimi tipi. Simbolo di ecologia, di natura, di vita. è energico e giocoso se vicino al giallo. Mescolato al grigio si ottiene il
info 340 9487677 • quistelloautori@gmail.com con il patrocinio dal Comune e dalla Biblioteca di Quistello ANTOLOGIA DIGITALE DI AUTORI MANTOVANI
raccolta adesioni dal 01.01.12 al 31.12.12
salvia, delicato e rilassante; con il blu è pensieroso, ma attivo. Il viola è instabile, perché può essere caldo o freddo se componi in modo diverso i due colori primari: rosso e blu. Tenue e raffinato nei toni del malva, violetto, fucsia, cremisi o lilla infonde stabilità ed equilibrio, ma se accostato ad un giallo o ad un arancione diventa energia. Il grigio è il colore dell’eleganza, indica quiete, come il verde. Avorio, panna, crema sono varianti che esprimo raffinatezza.
Dai voce al tuo inconscio riflessioni durante una pedicure
Davvero pensi che quando hai voglia di cambiare sia colpa del tempo o della luna? Se ti svegli una mattina e decidi che è ora di dare una svolta alla tua immagine pensi a un nuovo colore di capelli o a un nuovo taglio, magari corto e sbarazzino? Così telefoni al parrucchiere, e come per incanto ti rinnovi! Ebbene sappi che dietro a questa trasformazione c'e' molto di più! Ogni colore che scegli, è un messaggio del tuo inconscio. Nulla è a caso! Dietro a un cambiamento esterno si nasconde il desiderio di cambiamento che giunge dall'interno. Se opti per un BIONDO acceso, è la tristezza che ti invade: è un momento in cui ti senti sola magari pur avendo un partner. Forse non ti senti abbastanza considerata? Vorresti un pò di libertà? Quando invece ci si fa MORE o addirittura NERO/ BLU, è la paura che ti ostacola. Paura di non farcela in un impegno, in un traguardo, o di non essere all'altezza! Stai andando avanti con la sola volontà senza il piacere di fare ciò che fai, magari per non voler ammettere che sei semplicemente stanca. Se invece vai su un ROSSO, un mogano allora sei proprio arrabbiata! Avresti voglia di ribellarti e la situazione che vivi ti sta scomoda. Quando invece sono MECHES sei in un bel conflitto! Sei preoccupata e ti manca la serenità. Vorresti prendere delle decisioni, ma è troppa la confusione che hai dentro. Se la riga dei capelli la porti a destra sei in una fase più aggressiva, ma per difenderti. Se invece la porti a sinistra, allora sei più disponibile, più aperta. Quando senti il desiderio di scoprire la fronte sei pronta ad affrontare la vita senza più nasconderti. Ma se hai voglia di raccoglierli in una coda è perchè il carro lo tiri avanti tu e solo tu! Se invece è tempo di frangia allora è una fase introversa e sei chiusa a ciò che ti circonda. Così come quando non hai voglia di curarteli affatto i capelli: allora è proprio una fase nera! Manca il gusto di piacere all'altro e sopratutto di piacere a te stessa! Non è forse che chi ti sta vicino non ti interessa più? E ti senti un pò depressa? ...La prossima volta che chiami il parrucchiere dì la verità, non a lui, ma almeno a te stessa!
www.lapavona.it | facebook: la pavona sul sofà
Fatti un amico fungo . 2° puntata
di Karin EasyKa Krispino
Eccoci alla seconda puntata cari lettori! So già che mi amate e che siete in tanti a seguirmi! Nello scorso numero vi ho raccontato che sono un funghetto di tutto rispetto che ama lo zucchero e che nuota nel thé verde, questa volta, invece, vi racconto la ragione per cui faccio tanto scalpore al vostro corpo. Innanzitutto vi voglio confessare che non profumo proprio di rose, chi ama l’agrodolce mi saprà capire, profumo infatti di aceto, ma vi dico che quando mi assaggerete la vostra diffidenza sparirà, le vostre papille si apriranno al fantastico gusto di moscato d’Asti invecchiato! Non vi sto prendendo in giro, ho proprio un meraviglioso gusto dolce e frizzante, beh che dire, l’abito non fa il monaco! Oltre a questo ho un potente effetto depurativo, grazie all’acido glucuronico che contribuisce all’eliminazione delle tossine attraverso il vostro sistema linfatico. L’acido lattico vi aiuterà a eliminare i dolori muscolari dovuti a sforzi, la vitamina B vi tonificherà il sistema nervoso e la vitamina C rafforzerà il vostro sistema immunitario difendendolo da qualsiasi infezione! Potete deliziarvi il palato in qualsiasi momento dell’anno, anche 365 giorni interi, vi renderò sempre belli in forma! Per non farla troppo difficile vi dico per quali patologie comuni utilizzarmi: vi posso tanto aiutare nel riequilibrare il vostro intestino sia se vedete tante volte il caro bagno, che no! Infatti, calmo e rallento i movimenti intestinali, o li stimolo a seconda dei casi, ma quanto sono bravo?! Se poi la stagione vi condiziona ad uno stato di “etciù!” continuo, vengo in soccorso con la vitamina C che vi rimetterà in forze in poco tempo! Se ne volete sapere di più, sono anche molto bravo a tonificare e migliorare l’energia che avete, favorendo il sonno e rendendovi più forti durante il giorno! Per coloro che hanno, invece, problemini di colesterolo posso essere di ottimo sostegno al metabolismo aiutandolo a smaltire il grosso e pesante carico di grassi che avete! Vi ho convinto?! Avete una voglia matta di saperne di più?! Allora aspettate la prossima e ultima puntata in cui vi dirò dove trovarmi, come prepararmi, e quanto bermi!! Vi aspetto zuccherini!
la nostra visione trasparente della vita di Elisa Motta e Federico Aprile Vogliamo dare voce alle nostre emozioni. Lo spazio a disposizione è poco, ma ci proviamo, anche per spronare giovani come noi a fare lo stesso! Esiste un'energia vitale che noi chiamiamo essenza, ne esistono svariate forme, nascoste, celate da un velo opaco tessuto dall'insieme delle superficialità e da una falsa evoluzione umana. Noi vogliamo parlare della trasparenza, perchè è elemento indispensabile per riuscire ad osservare i colori puri, che dietro a questa, compongono l'essenza. Quest'ultima è il nucleo che si nasconde, ma che inevitabilmente fornisce vita ad ogni forma primaria di pensiero, di comportamento. Cos'è l'essenza? Una nozione aristotelica? L'irraggiungibile grado platonico? Possiamo definirla come "ciò per cui una cosa è ciò che è", la sua natura; l'essenza si contrappone all'accidente, indicando quel che appartiene necessariamente a un ente. Esempio: indicare l'uomo come un animale ragionevole è definire una delle sue essenze, ovvero, una delle essenze che lo spingono a vivere. Da sempre in filosofia, due modi differenti di concepire l'essenza continuano a scontrarsi, in un duello che coinvolge i credenti in una differenza tra l'essenza e l'esistenza e chi crede contrariamente che questa differenza sia solo mentale. Ciò di cui non si può fare a meno, però, ricorre universalmente senza tempo: il bisogno d'amore, di arte, di comunicare, l'istinto di sopravvivenza, l'amicizia ecc.. Sono le essenze della nostra esistenza, bisogni slegati, che fatalmente non possono esistere in questa dimensione escludendosi a vicenda. Sono "bisogni" innati con i quali la natura dell'uomo è formata, con loro l'uomo è nato, cresciuto, è riuscito nella sua evoluzione, fino ad oggi. Proprio ora, nella contemporaneità, avviene qualcosa d'insolito; l'evoluzione che noi crediamo tale sta ingannando l'uomo stesso, oscura e appanna la trasparenza che da sempre ha legato l'uomo alle vere essenze, ai veri colori puri, quelli che riescono a rappresentare la nostra natura più profonda, le sensazioni come l'amore, l'arte, l'amicizia ecc... Dobbiamo ordinare, pulire il nostro pensiero per capire l'essenza umana, per la quale l'uomo è così eccezionale. Per farlo è necessario partire dalle nostre origini primitive. I bisogni primari di un uomo, quelli sentiti ed incondizionati sono l'istinto di sopravvivenza e il bisogno di comunicare. Per sopravvivere, l'uomo cominciò a cacciare e per essere più efficiente, capì l'importanza di cooperare con altri esseri della sua specie. Nacquero così le prime forme di aggregazione, le quali, evolvendosi grazie al pensiero umano e
all'esperienza acquisita quotidianamente, dettero vita alla disciplina che noi comunemente chiamiamo Politica, intesa come insieme di principi, direttive e norme che regolano l'espressione massima di socializzazione a cui ha dato vita l'UOMO. Quante cose nella nostra Politica attuale, muovono in senso centrifugo rispetto al principio che primitivamente la creò? Stiamo assistendo ad una fortissima separazione tra l’uomo e le sue essenze, la trasparenza si sta annullando e tutto diviene grigio. Solo le discipline legate alle espressioni e alla comunicazione artistica possono contrastare questa tendenza, possono aprire gli occhi delle persone, ricordando la necessità delle emozioni e delle tradizioni. Sono capaci di ricollegare il pensiero alla verità e all'essenza dell'origine. Ma anche queste uniche salvezze stanno mutando, ci si sta allontanando sempre più dal motivo che da sempre ha donato loro ragione e necessità d'esistere. A questo punto, vogliamo chiarire qual è l'essenza dell'Arte. L'Arte, come il pensiero, è un frutto dell'uomo e parla di colui che la realizza, parla dell'esistenza e questo grazie a forme, colori, spazi e suoni. È un linguaggio che rappresenta la vita e che attinge dall'essenza visiva d'ogni momento esistenziale. Guardando artisti come Mark Rothko o Edward Hopper, notiamo quanto la loro opera parli del quotidiano, quanto metta in gioco ognuno di noi in modo così coinvolgente e toccante... la loro arte non fa sognare, riesce a far toccar con mano l'essenza. Con la loro grande riflessione, riescono a riproporre universalmente una loro trasparenza sul mondo. Non facciamoci ingannare dalla velocità del mondo contemporaneo, dalla disinformazione, dall'evoluzione tecnologica continua. Sono cose importanti ma accidentali, che si allontanano sempre più dalle essenze senza nemmeno attingerne. La grande magia di nostra madre-terra è immobile, intatta da sempre e per sempre; solo la fantasia, le nostre intuizioni, possono donarci l'immagine di una nuova forma di vita. Questa è vera evoluzione umana. Noi utilizziamo la pittura e la scrittura per parlare e per rappresentare l'Arte come la sentiamo attraverso i nostri sensi. L'Arte, figlia del pensiero primordiale, è la volontà di rappresentare l'esistenza dell'uomo, quella più ordinaria e quotidiana, anche semplicemente le stelle. Attraverso forme, suoni, parole, spazi, immagini, l'uomo rappresenta ciò che è, la propria esperienza e la propria essenza. A tutti i giovani come noi, diciamo di cercar sempre in basso, di guardare a terra pur osservando il cielo; scrutiamo sotto i nostri piedi, proprio qui l'essenza può essere espressa in un'infinità di colori, luci e forme.
La nostra vita, la nostra terra, nel profondo custodisce milioni di colori, che possiamo osservare solo se pensiamo a tutto ciò che copre questi, solo come una leggera e superficiale trasparenza.
il rosa
Clara Zani
Tutto parte dalla passione, o meglio, dalle passioni: cucina, architettura, fotografia. La voglia di combinare elementi diversi, sperimentare, comporre - prima ancora che sapori – forme, luce e colori in un prodotto gradevole, meglio se anche utile, ci ha sempre stimolato. A questo si deve aggiungere il gusto per la buona compagnia, che per noi significa serate tra amici e cucinare per loro, il che porta a confrontarsi con intolleranze alimentari diverse o regimi alimentari particolari. Questa gavetta ha negli anni permesso di costruire un ricettario con ingredienti alternativi e piatti reinventati o adattati per essere gustati da tutti, godendosi ogni tanto un po’ vanitosamente le facce stupite dei commensali quando sveliamo che le lasagne non contengono un filo di formaggio, o il gelato una goccia di latte vaccino. Era naturale quindi che prima o poi ci sarebbe venuta voglia di condividere il nostro ricettario e trasformarlo in blog ci è sembrata la scelta più ovvia. L’idea di contribuire a far godere della buona tavola chi è costretto ad alcune rinunce ci ha da subito coinvolti e i primi risultati ci hanno fatto capire che la scelta è stata apprezzata anche dal pubblico. Il blog “Cucinatollerante. Rinunce? No, grazie!” ha visto la luce il 28/02/2012 e al momento è seguito regolarmente da più di un centinaio di utenti al giorno, in costante crescita, che si stanno affezionando e cominciano anche ad interagire con noi. Il gusto per le forme pulite e le atmosfere minimaliste orientano la presentazione dei piatti ma spesso emergono anche i legami con i nostri territori di origine cui noi aggiungiamo un tocco personale. La nostra cucina spazia da piatti semplici a rivisitazioni esotiche, ispirandoci anche a eventi internazionali per la scelta dei menù. Come filosofia abbiamo scelto di non sprecare nulla, quindi il cibo fotografato non presenta nessun artificio per renderlo più bello a scapito della commestibilità: quello che fotografiamo poi lo mangiamo. Edward Hopper
Lo sapevi che il nostro organismo, per poter accogliere e correttamente assimilare gli alimenti che acquisisce durante un pasto, ha bisogno che i nostri occhi registrino la più vasta gamma di colori possibile presenti sulla tavola? Pensa che sofisticatezza: la nostra quotidiana forma fisica e la nostra serenità saranno tanto più equilibrate quante più sfumature cromatiche saranno presenti al nostro desco. Ed ecco che si parte con una vera e propria caccia al particolare: non può allora mancare il rosso delle cipolle di Tropea o delle rape, il bianco dell'asparago di Bassano o della crema di latte, il giallo dei fiori di zucca o dell'uva di Moscato, il verde della salsa alla menta o dei pistacchi di Bronte, l'arancio dei pistilli di zafferano o dei cachi, l'indaco della lavanda o dei petali di lino, il viola del cavolo nero o dei mirtilli, il nero dei semi di papavero o del sale delle Hawaii... Una naturale Ratatouille di colori ed emozioni per sentirci bene e per farci godere pienamente del buon cibo sano, il più atavico piacere della vita, uno dei pochi autentici gesti d'amore che ancora possiamo regalarci ogni giorno.
Colore "Ratatouille"
Rinunce? No, grazie!
Cucinatollerante www.cucinatollerante. altervista.org facebook: Cucinatollerante
Mark Rothko
illustrazione di Margherita Faroni
Cucinatollerante.
Rosa è una passione delicata dalle molteplici sfumature che diventa pallida vicino al bianco e si accende vicino al rosso. Rosa come un fiore di cui prendersi cura per sempre nel giardino della vita. Rosa è il colore del matrimonio secondo Manto Weddings.
www.mantoweddings.com
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L’ANGOLO
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21 | 09 | 2012 Esce lo ZERO2, e di per sè è già un evento!
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23 | 09 | 2012 TuttoQUi&dintorni associazione di volontariato partecipa alla Giornata delle Idee 2012 sulle rive del Lago Superiore (zona Zanzara), l'annuale evento dedicato alle realtà giovanili del nostro territorio, che quest'anno darà grande risalto all'impatto del terremoto sui giovani mantovani.
nutri| il
Simposio mente stuzzicante
DICEMBRE 2012 lunedì
ATTENZIONE!!! Ultimamente la vita sorride anche al nostro misterioso Cinico: è rimasto senza parole! Colpa di tutta la passione di TuttoQUi?! In attesa che la sua esistenza torni a tingersi di un elegante grigio, plumbeo preferibilmente, abbiamo chiesto un contributo alla sua segretaria personale, che, ovviamente, vuole rimanere nell'anonimato. Ci scusiamo con i nostri gentili lettori per lo spiacevole disguido! Quelle di TuttoQUi
Non demordete! Continuate a scrivere al cinico: cinico@tuttoqui.info
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Illustration by Giulia Casoni TAVOLESTRETTE
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27 | 10 | 2012 TuttoQUi&dintorni in collaborazione con il Centro Casalinghi DAL TOSCANO organizza NUTRIMENTE, una serata di degustazioni extrasensoriali dove tutto può accadere!
la segretaria del Cinico
Appena in tempo, prima della fine, il numero ZERO3 di TuttoQui&dintorni uscirà, forse. Ma se anche questa volta i nostri eroi riusciranno nell’epica impresa, se avranno ancora una volta l’entusiasmo di inventarsi un tema interessante, raccogliere materiale appassionante, visionarlo con stupore, rivisitarlo con attenzione, impaginarlo con eleganza ed un briciolo di follia, e ancora supplicare sponsor reticenti a sostenere le onerose spese di stampa, vorrà dire che allora c’è una speranza e il nostro mondo continuerà ad andare avanti... nonostante tutto, con Passione. la Segretaria
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per tutti gli appuntamenti... rimanete connessi!
arrivederci&grazie media partners
al prossimo numero: uscita prevista 21 dicembre 2012, forse.
in copertina: Federica Aiello Pini - Nata nel 1980 a Parma, vive e lavora a Mantova. Diplomata con lode in pittura all’Accademia di Belle Arti di Bologna e in illustrazione presso l’accademia di arti visive Scuola Internazionale di Comics di Firenze. Nel 2008 vince il concorso nazionale Artefatta patrocinato dal Comune di Riccione e in seguito espone in una personale nel Castello degli Agolanti. Partecipa a collettive promosse dalle istituzioni culturali del Comune e della Provincia di Mantova, esponendo le proprie opere all’interno della mostra Arte a Mantova, 2000-2010 Persistenze Verifiche e Nuove Presenze alla Casa del Mantegna (2011) e alla rassegna Tracce d’Arte, l'arte giovane a Mantova a Palazzo della Ragione (2012), ed è stata ammessa tra i 10 finalisti nella categoria pittura della seconda edizione (2011) del ‘Premio Ricoh’ per giovani artisti contemporanei, patrocinata dalla Provincia di Milano. Selezionata per partecipare alla Master Class in Arti Visive e Design Segni d’acqua, riflessioni di manualità sulla carta tra oriente e occidente alla Biennale di Venezia. Attualmente espone in personali e collettive in Italia e all’estero, porta avanti la propria ricerca pittorica, si esibisce in performance di Live Painting su musica, realizza illustrazioni e conduce laboratori artistici per bambini e adulti, interessandosi anche al campo dell’arteterapia. È possibile farle visita nel suo studio in centro a Mantova, in via Trento 38, previo appuntamento.
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