ZERO12 Tu chiamale se vuoi…Ossessioni

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illustrazione di Federico Bassi

OSSESSIONI

Era il 1966 quando Stephen King iniziò a scrivere sotto

pseudonimo “Ossessione”. Fu il primo romanzo che firmò come Richard Bachman, edito solo undici anni dopo. Faceva parte di una collana - The Bachman Books - ma decise di bloccarne la stampa, scrivendo lui stesso “è un bene che sia fuori catalogo”. La sua trama è involontariamente e inquietantemente connessa a fatti di cronaca ai quali il mondo non avrebbe mai voluto assistere: dal massacro della Columbine High School (1999), all’uccisione di due studenti e di un professore di algebra a Moses Lake, Washington (1996) o ancora alla morte di tre giovani nel Kentucky (1997) per mano di Micheal Carneal, studente, che aveva una copia di “Ossessione” nell’armadietto. L’autore di Shining e Carrie, che amava navigare i mari oscuri dell’horror intriso di fantascienza, divenne in quegli anni vittima della sua stessa “Ossessione” e decise di porre fine alla stampa di parole che vedeva macchiate di sangue, per il timore che quella storia portasse ad altre tragiche ed incontrollate emulazioni. Ma verba manent, le copie vendute erano ormai dei loro possessori e delle menti che potevano decidere se lasciarsi avvolgere dalla finzione letteraria trasformandola in realtà oppure, magari, trattarla per ciò che era, una storia frutto di fantasia. Nella stessa vita, Stephen King è stato, per l’enorme successo popolare e la straordinaria capacità di raccontare l'infanzia, paragonato a Charles Dickens. Scavando allora nella profondità dell’animo umano, ignoto a noi che cerchiamo di imparare ad interpretarci giorno dopo giorno, mi chiedo davvero come si possa passare dalla paura alla delicatezza, dall’orrore alla sensibilità, nel pieno controllo del proprio genio letterario ed espressivo. Evidentemente, è possibile. Non sto parlando di ossessioni compulsive, e nemmeno di individui bipolari - lascio l’arduo lavoro a chi ne sa molto più di me - ma cerco di leggere tra le righe di comportamenti normali, che eppure custodiscono tutte le contraddizioni del mondo. Perchè se ci pensate, siamo continuamente in bilico tra lo sdegno e la commozione, tra l’orrore e la tenerezza. Questo continuo convulso passaggio ci fa provare una miriade di emozioni che spaventano e confondono.

continua a pag. 02

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