ZERO8 21 marzo | 20 giugno 2014 FREE
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Credits: CONCEPT TuttoQui&dintorni . PHOTO Stefano Baggio ART DIRECTION ED EVENTO Oui Darling Studio MAKEUP ARTIST Stella Tagliazucchi STYLING Oui Darling Studio e LaNicoDelleMeraviglie HAIR STYLING Fuori di Cresta
Virgom Store
Maestri dell’arrampicata e del mimetismo.
che sfrutta una magia genetica, per i primi la mimesi è tutta
Cambiano l’immagine di sè per apparire uguali all’ambiente
un’altra storia, che sa un pò di opportunismo, di arrampicata
circostante, eliminando i contorni e in qualche modo anche
sociale (e non arboricola), di ipocrisia.
l’identità. Ma nel frattempo osservano tutto, per sapere
Però la genetica non è dalla nostra parte, e questo complica di
tutto, per giudicare i pericoli e le opportunità, e muovono
molto le cose.
inaspettatamente la lunga lingua, pronti a ritrarla in un secondo.
Se gli animali vivono nell’inconsapevolezza delle mille
Niente da dire, c’è un notevole stato di evoluzione per uomini
gradazioni di colore che li adattano al mondo, noi abbiamo,
e camaleonti, protagonisti di giungle diverse e parallele. Ma se
da sempre, ampia possibilità di scelta circa la nostra identità.
per i secondi l’adattamento è una questione di sopravvivenza
continua a pag.02
ST. KEVIN AND THE BLACKBIRD
Insomma, là dove il bisogno di essere uguali a noi stessi supera
And then there was St Kevin and the blackbird.
la necessità di omologarci al gruppo, il colore che assumiamo è
The saint is kneeling, arms stretched out, inside
originale, autentico, anche coraggiosamente diverso. Quando
His cell, but the cell is narrow, so
Total Look: Nice Things . Borsa: Liebeskind
...segue dalla copertina
siamo animati dal timore, dall’insicurezza o da secondi fini, diventare uguali agli altri ci rassicura, apparentemente ci difende da cambiamenti che espongono la nostra natura al giudizio degli altri o, peggio, ci mescola per lasciarci agire indisturbati. Ma c’è un ma: sapersi modificare ha molto a che
One turned-up palm is out the window, stiff As a crossbeam, when a blackbird lands and Lays in it and settles down to nest. Kevin feels the warm eggs, the small breast, the tucked
fare con la capacità d’adattamento a qualunque condizione
Neat head and claws and, finding himself linked
o difficoltà, è una vera e propria strategia che tutti, in dosi più
Into the network of eternal life,
o meno elevate, dovremmo (in alcuni casi vorremmo) avere nel dna. C’è chi molla tutto e se ne va lontano, c’è chi perde
Is moved to pity: now he must hold his hand
il lavoro e per andare avanti riesce a reinventare una parte
Like a branch out in the sun and rain for weeks
consistente di sè, c’è chi denuncia un sopruso, chi riesce
Until the young are hatched and fledged and flown.
ad ignorare i giudizi cattivi, o chi si tiene strette le relazioni umane positive e lascia andare quelle dannose. Ci sono molti modi di essere camaleonte nel mondo, l’importante è avere
IL LUPO PERDE IL PELO MA NON IL VIZIO
* And since the whole thing’s imagined anyhow,
E noi della Fondazione Scuola di Musica Oltrepò Mantovano, che
la consapevolezza che possiamo esserlo per vivere, e non
Imagine being Kevin. Which is he?
sopravvivere. Esistono ad esempio quei momenti in cui i colori
Self-forgetful or in agony all the time
il vizio della musica non lo perdiamo mai, abbiamo organizzato
stiamo percorrendo, con una punta di follia e di sano vitale
From the neck on out down through his hurting forearms?
finali si terranno il 2, 3 e 4 maggio 2014 al teatro Auditorium di
divertimento.
Are his fingers sleeping? Does he still feel his knees?
Noi di TuttoQui&dintorni, squadra che cresce e si consolida,
Or has the shut-eyed blank of underearth
e da bravi cicaloni quali siamo, sempre pieni di grilli per la testa,
Crept up through him? Is there distance in his head?
un’edizione diversa dalle precedenti, da pelle d’oca, con una
la quarta edizione del concorso Giovani in Musica, le cui tre
che cambiamo ci rendono fieri di noi stessi e delle strade che
siamo diventati camaleonti per realizzare questo numero e lo shooting fotografico che vedete qui stampato e troverete tra le pagine del web.
Poggio Rusco. Quest’anno si è deciso di non fare le formichine, abbiamo stanziato un montepremi totale di ben 1.600 euro. Sarà suddivisione delle categorie più specifica, sia per gli strumentisti
Alone and mirrored clear in Love’s deep river, ‘To labour and not to seek reward,’ he prays,
solisti sia per la danza, con l’introduzione dell’hip-hop, del country
A prayer his body makes entirely
premio a loro dedicati.
e dei balli latini. Gli usignoli del canto avranno una sezione e un
Abbiamo per un giorno vestito nuove tonalità di noi, chi improvvisandosi modella -divertentissimo e appagante, parola
mia-
chi
immaginando
look,
stili, acconciature o trucco, chi usando l’obiettivo
della
macchina
I concorrenti, sempre rigorosamente under 30, portando in gara i
For he has forgotten self, forgotten bird
propri cavalli di battaglia, potranno prendere due piccioni con una
And on the riverbank forgotten the river’s name.
fava: si potranno esibire su un palco professionale, e vincere un
fotografica
in modo nuovo, giocando. Insomma, interpretando una parte siamo cambiati
bel gruzzoletto. Seamus Heaney
Avanti, non fate gli struzzi e sfoderate l’occhio della tigre!
The Spirit Level (1996)
Iscrivetevi al concorso entro il 31 marzo e vedrete che non rimarrete
un pò e abbiamo creato con le nostre
con un pugno di mosche in mano.
mani qualcosa di multicolore, tipico di chi
In bocca al lupo a tutti!!!
SAN KEVIN E IL MERLO
Restiamo -con umiltà e fierezza- in attesa dei vostri giudizi, sperando che i colori di
E poi c’era San Kevin e il merlo.
questo numero vi spingano un pò più ad osare e un pò meno
Il Santo è in ginocchio dentro la sua cella
a nascondervi.
a braccia tese ma la cella è stretta
Valeria Dalcore
Così deve sporgere il palmo irrigidito
PH Oui Darling Studio
PH Stefano Baggio
come una trave maestra fuori dalla finestra, quando il merlo vi si posa per deporre e preparare il nido.
di Guido Peroncini
i piccoli artigli e, scoprendosi legato
ALL’IMPROVVISO
alla rete della vita eterna,
All’ improvviso
Kevin avverte nel cavo della mano le uova tiepide, il pettuccio, la testina dal piumaggio ravviato,
la belva
è mosso a pietà: dovrà continuare a tenere la mano tesa
esce
come un ramo fuori nella pioggia e nel sole per settimane
ANIMA-LI «Non è per un vero ragionamento, ma per una folle superbia e ostinazione che ci mettiamo al di sopra degli altri animali». Michel De Montaigne, Saggi. Il regno animale per definizione comprende anche l’uomo, il
a casa. Non è una catena naturale, è un cucciolo a cui sarà strappata la vita per un inutile sfizio.
«C’è più differenza tra un uomo ed un altro uomo che tra un uomo ed un animale».
è arrivati per colpa della naturale presunzione dell’uomo. Non
L’obiettivo di ZOE è di far riaffiorare l’empatia nella sua più
potendo capire il linguaggio degli altri animali suoi fratelli e
spontanea fluessuosità. Scegliendo una quotidianità senza
consanguinei, ne ha decretato l’inferiorità intellettiva e morale
crudeltà, ci adoperiamo per il rispetto della vita, senza alcuna
nei secoli dei secoli.
distinzione di “specie”.
Ha comportamenti peggiori di qualsiasi animale,
Info e iscrizioni: concorso@scuolamusicaoltrepo.it
Comune di Ostiglia
Comune di Pieve di Coriano
Comune di Poggio Rusco
Comune di Quistello
ma se chiamato tale, si offende. La connotazione negativa che è stata data nella storia
fuori
agli animali è sicuramente frutto di una visione distorta e
*
dal cuore e
pregiudizievole verso chi è dissimile solo in parte dall’uomo.
E siccome l’intera cosa è stata comunque immaginata,
anche
immagina tu d’ essere Kevin. Come ti appare?
quando
Dimentico di se stesso o in agonia perenne
e notare che non c’è alcuna differenza con il cane o il bambino
quale però se ne sente il re. A tale visione antropocentrica si
e ruggisce
finché la nidiata non uscirà dal guscio per prendere il volo.
Fermarsi a guardare un agnello ad esempio, osservarlo giocare
con il patrocinio
coraggio, e questo ci rende felici.
L’ANGOLO DI GUIDO POETA IN ERBA
seguendo la propria passione si sporca con
GUEST:
MORIS PRADELLA ON VOICE
Osservando infatti la vita di tutti gli animali, si nota che essi non solo ci eguagliano nella costruzione della vita, di un nucleo familiare e casa, ma spesso ci superano in arte e intelletto.
non si vuole
Il processo di indifferenza e di accettazione passiva dello
dalla nuca fino agli avambracci doloranti?
graffia
sfruttamento può essere interrotto attraverso la compassione
Ha le dita indolenzite? Avverte ancora le ginocchia?
l’altrui viso.
e la comprensione.
info: Associazione Z O E associazionezoeveg@gmail.com
PH Gian Maria Pontiroli
s’ è aperto un varco dentro di lui? Vaga lontano con la mente? Solo e riflesso limpidamente nel profondo fiume dell’amore, “Lavorare e non cercare ricompensa,” questa è la sua preghiera.
MEDIA PARTNER
Oppure, il nulla ottenebrato dell’oltretomba
APERTURA SERATA:
RENATO BELLADELLI - FRANCESCO BORGHI - DAVIDE MENANI FRANCESCA RAVANI - SERGIO ROSSONI - MARCO VEZZANI
28 MARZO’14 h.21,00 |ostiglia
Una preghiera recita il suo corpo interamente poiché ha dimenticato se stesso, dimenticato il merlo
@ nuovo teatro monicelli |via ghinosi 18
e solo, sulla sponda, ha scordato il nome del fiume. Traduzione di Erminia Passannanti. Dall’antologia Gli uomini sono una beffa degli Angeli, Poesia britannica contemporanea (Ripostes, 1993), a cura di Erminia Passannanti con una prefazione di Blake Morrison
ITALIAN STREET JAZZ |
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via A. Pitentino, 24 • 46010 Curtatone (MN) Italy tel. +39 0376 290 122 • fax +39 0376 478 778
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letteraL Mente
NESSUNO NOTA LA PANTERA
SONO UNA FORMICA di Elisa Sivieri
a quel punto mi perdo. Non smetterò mai di pormi domande, non ho certezze o convinzioni. Anche gli altri animali mi guardano
L’ANIMALE CHE MI PORTO DENTRO
L’AMARA STORIA DELLA GIRAFFA MARIUS: QUAL È LA VOSTRA OPINIONE?
Per gli altri è cosa da poco, per me, invece, è davvero un opera
Qualche anno fa, quando ancora facevo l’archeologo,
Se navigate quotidianamente sul web, circa un mese fa vi sarete
Ancora non sono sicura di riuscire a descriverla davvero.
grandiosa. Ci lavoro una vita per crearmi uno spazio, combatto
mi capitò di trovare in uno scavo alcune sepolture
imbattuti in una storia amara che ha rimbalzato nel mondo,
Un frammento del passato resta confuso in quello spazio e non
per guadagnarmi un briciolo di considerazione, anche se le mie
protostoriche che non avevo mai visto prima. Erano in
facendo trasalire le coscienze e insorgere numerose proteste: è
riesce a prendere forma. Ora sono fuori e il mondo mi spaventa
dimensioni sono microscopiche. Il mio cuore minuscolo ha un
terracotta grezza e avevano una forma ellittica lunga e
la storia di Marius, una giraffa di 18 mesi uccisa con un colpo di
sempre di più. Ho trovato la mia colonia? Il dubbio rimane, anche
ritmo che si unisce al ritmo immenso della vita in una melodia
stretta ma apparivano evidenti per tutta la lunghezza
pistola alla testa, nello zoo di Copenaghen per impedire al giovane
se a fianco ho il mio Sky Walker, e riaffiora il ricordo della paura
universale, e mi fa gioire, mi strappa un sorriso, una lacrima di
anche delle scanalature. Una volta scavate e pulite
esemplare di riprodursi.
nei momenti di sconforto. Continuo a camminare ora che sono
speranza. Un ritmo musicale che unisce ed è un dono splendido
adeguatamente, divenne evidente che riproducevano un
Si è letto in numerosi siti che la motivazione era il sovraffollamento
all’aperto. Ci vuole molto coraggio ad affrontare il cammino della
che sa alleviare la sofferenza di esistere.
bozzolo.
dello zoo, una motivazione vaga che ha prodotto sconcerto,
vita, ma la direzione giusta guarda sempre verso uno spazio
Allora provo a sognare, dove le regole si infrangono senza rimorsi,
Lo stupore che ebbi allora, lo porto ancora dentro, insieme
rabbia, numerosi dibattiti e poche risposte. Quando una notizia
aperto, libero. Mi scopro intollerante verso ogni costrizione, verso
dove i confini si dilatano senza pericoli. Si sogna attraverso l’arte,
a quel rispetto per il mondo naturale che l’uomo, fin da
fa così tanto rumore, è difficile ricostruire una versione obiettiva
ogni forma di prigionia, struttura rigida o conformismo. Divento
la letteratura, la poesia e si prova a stare in ascolto. Si osserva,
tempi antichissimi, ha tentato di avere con ciò che lo
della storia, anche perché internet, e soprattutto i social network,
impulsiva, irresponsabile, irriverente, ma in fondo sono una
si annusa, si assapora, ci si abbandona al piacere dell’amore,
circondava.
ci bombardano ogni giorno di notizie flash, che per mancanza
formica, cosa potete aspettarvi da me? Molte briciole che tento di
delle grandi passioni, delle piccole, di quelle minuscole che in
Il bozzolo, infatti, rappresenta il primo stadio larvale
di tempo ci facciamo bastare, ma queste spesso mirano più a
trasportare mi cadono lungo la strada, il percorso è accidentato,
apparenza non hanno alcun peso, ma che in fondo, attraverso il
dell’evoluzione che il bruco svolge per diventare farfalla e
sconvolgere la massa che a offrire un’informazione fedele ed
trarre sostentamento. Ecco, anche l’homo “energetico” dei nostri
a volte mi sembra di non farcela proprio, a volte il viaggio è così
coraggio di aprirsi ad esse, scolpiscono la nostra anima.
simboleggia il ciclo continuo di rinascita dopo la morte.
esaustiva.
giorni ha il medesimo approccio: scava pozzi, estrae, combina
Questo ciclo continuo, questo senso di rinascita, questa
Ho letto numerosi articoli sull’argomento, non per cercare una
guai ambientali a gogo e poi via verso altri lidi, pardon pozzi...
farfalla è quello che dobbiamo recuperare oggi, quell’unione
giustificazione a difesa dei direttori dello zoo, ma per scoprire
Secondo i succitati autori quindi, seguendo
di opposti che significa equilibrio ed armonia senza
ciò che sta dietro al fatto in sè, che spesso è solo la punta
l’evoluzione
dimenticare, come scriveva il poeta RabindranathTagore
dell’iceberg, espressione di un problema molto più complesso
in seguito scoprirà l’arte del coltivare,
che “La farfalla non conta gli anni ma gli istanti: per questo
e difficile da svelare chiaramente e risolvere. È un sistema che
conservare i cibi (ovvero la fonte energetica)
il suo breve tempo le basta”.
utilizza spesso la televisione, soprattutto quando si parla di
e allevare, anche l’homo “energetico” dovrà
politica, per focalizzare l’attenzione del pubblico su un certo fatto,
salire questa scala evolutiva imparando
creare molto rumore su di esso, in modo da distrarre da tutto ciò
sempre più a “coltivare” l’energia (vedi
che sta intorno, che spesso è molto più grave.
ad esempio le biomasse) e a conservare
Insomma, ciò che mi sono chiesta è: se lo zoo di Copenaghen
l’energia (es. ricorrendo all’idrogeno o alle
avesse accettato di vendere Marius a un altro zoo, la storia sarebbe
batterie più evolute o nel ricaricare i bacini
stata a lieto fine e avremmo vissuto felici e contenti?
di impianti idroelettrici, ecc..).
Marius era nato da due parenti stretti e se si fosse riprodotto con
Quando questa evoluzione? Certo non
altre giraffe avrebbe portato a una nuova generazione più debole.
siamo all’anno zero, ma c’è ancora molto da fare se pensiamo
E anche per questo motivo non era possibile affidare l’animale
alla forte sudditanza da fonti tradizionali (gas, petrolio e carbone)
a un altro zoo. I responsabili dello zoo hanno spiegato che non
alla quale siamo ancora soggetti e che si ripercuote su intere
usano sistemi contraccettivi perché essi comportano numerosi
popolazioni vittime di questo neo colonialismo energetico.
effetti collaterali che peggiorano le condizioni di vita degli animali.
Anche la geopolitica, i rapporti di forza tra le nazioni, è fortemente
Il corpo è stato poi sezionato di fronte ai visitatori, anche bambini,
condizionata dalle risorse energetiche che in sostanza dividono il
in una macabra lezione di anatomia. Alla fine dello “spettacolo”
mondo in due aree distinte: chi le possiede e chi no.
i resti della giraffa sono stati utilizzati come cibo per leoni e altri
Non è solo un dettaglio geologico. Possedere questi beni primari
carnivori.
significa assegnare grandi poteri ai Putin della situazione, ai
La mentalità di numerosi paesi nord europei, peraltro spesso
quali possiamo solo belare qualche lamento (Ucraina, vi dice
indicati come antesignani dei valori civili, è completamente
qualcosa…?) per essere poi investiti dal loro ruggito: “Lo vuoi il
diversa da quella latina che ci appartiene.
mio gas? Lo vuoi il mio petrolio?...”
mia vita sarebbe stata così monotona e priva di avventure.
La giraffa, che tutti i bambini possiedono nel loro corredo di
E l’animale che c’è in noi diventa infine un pesce, silenzioso,
Ricordo quando ero piccolo, ma non ricordo la mia mamma,
peluche, con quei grandi occhi dolci, quelle lunghe orecchie a
molto silenzioso…
la vidi solo per pochi minuti, ci separarono troppo presto e
fiamma, quell’eleganza nell’incedere lento e meditativo su zoccoli
di lei non seppi più nulla... passarono così tanti giorni, tutti
che sembrano intarsiati da un fine artigiano, quei cornetti che
uguali, sempre chiuso in quella grande casa, non ero certo da
spuntano su un collo che svetta nel cielo, è un animale intoccabile
solo e qualche volta ho anche giocato con i miei amici.
per bambini e adulti. Hai voglia sostenere che un “brutto” facocero
Ma l’erba, la terra ed il sole non sono mai stati il mio mondo...
o una “brutta” iena hanno la stessa valenza biologica di una
li vedevo solo da quella finestra.
giraffa.
Ora non sono più piccolo, sono cresciuto ed ho una gran
La realtà è che l’immagine di certi animali (l’orso, il panda, il lupo,
forza ma continuo a stare qui, nel solito posto, passo le mie
l’elefante, il delfino) è molto più attrattiva di altre specie che
giornate a mangiare e dormire. Basta. Non faccio altro.
meriterebbero eguale interesse ma risultano, ai nostri occhi molto
Ecco, sento dei passi, è proprio lui, mi viene vicino e con il
più brutte (il facocero, il pipistrello, la iena, il ratto, il cammello), per
lungo bastone mi tocca sul fianco, mi sposto di lato e un pò
stare sui mammiferi.
perplessi, specie quelli grossi che non possono uscire dalle
Sono una formica. Ma non sono indaffarata a trasportare cibo alla
gabbie. Mi guarda anche il canarino e mi rattrista immensamente
colonia, sono sola in un angolo buio. E mi trovo in un ambiente
il senso di impotenza e di inutilità che mi pervade nel non riuscire
chiuso ma enorme. Dall’alto filtra una sottile lama di luce, ma
a liberarlo. L’elefante nel circo che continua a dondolarsi sull’orlo
non vedo colori. Sono sopra una sporgenza, in una di quelle
della pazzia per quella prigionia non meritata. La giraffa che non
ambientazioni surreali di Guerre Stellari dove si aprono porte che
ha mai conosciuto la savana per soddisfare la curiosità di altri
danno su precipizi assurdi. Un film in bianco e nero e sono una
animali che si dicono più intelligenti. Anche loro hanno paura. Che
principessa. Una principessa Leila, formica. E non c’è nessuno. E
senso ha la paura se ci è preclusa ogni possibilità di fuga, mi chiedo.
quello che mi spaventa di più non è lo strapiombo di sotto, ma
E questo è un dolore grandissimo, una domanda senza risposta,
l’altezza incredibile che mi sovrasta ed è come se tutta quest’aria
un’ombra che oscura ogni giornata, anche la più luminosa, quando
mi pesasse sulla testa, come se la forza di gravità fosse maggiore
il sole ci regala la vita al massimo del suo splendore in una natura
di quella che è nella realtà, senza regole della fisica, senza un
che urla e reclama rispetto e devozione.
senso concreto.
Sono una formica e pochi altri sono così vicini al cuore della terra;
Ho impiegato molti anni e molto coraggio a rappresentare questa
ho bisogno di scavare per formare i cunicoli del mio formicaio.
angoscia che da piccola mi opprimeva e mi destava all’improvviso.
di Anna Giraldo
Una folata di vento quasi mi strappa il foulard di dosso. Lo recupero infastidita alzando gli occhi oltre i due metri di asfalto davanti a me. Un uomo dal portamento elegante, vestito di nero, incede con ampie falcate in direzione opposta alla mia. Indossa un soprabito aperto dal bavero rialzato. Gli orli svolazzano
QUALCOSA SU CUI RIFLETTERE
interessante che mi chiedo se poi è così importante arrivare... ed
di Davide Longfils
I BUFALI DI ROSA I libri e le idee
di Patrizio Guandalini
disegnandogli un’aura d’ombre tutto attorno. Registro veloce il suo aspetto mentre il mio sguardo è attirato dall’animale che tiene al guinzaglio. Il mantello è nero e lucido. È di grossa taglia. Se fosse un cane non si muoverebbe in quel modo sinuoso. Se fosse un cane non farebbe ondeggiare le esse della coda così in alto, dietro le proprie spalle. Gli occhi di un cane non brillano al buio. Mi stanno raggiungendo. La sagoma dell’animale si fa via via più definita. La visione ha dell’incredibile. Alzo gli occhi e fisso il volto dell’uomo. All’inizio vedo solo l’ovale chiaro della pelle, i punti scuri degli occhi, la linea sottile delle labbra. Ma passo dopo passo mi è sempre più chiara l’espressione severa, indispettita. I capelli sono scuri e trasandati, li ha lasciati crescere troppo senza curarsene, li ha pettinati all’indietro forse questa mattina, ora si sono liberati dal gel e si arricciano in onde casuali scomposte dal vento. Il viso ha lineamenti puliti, ma il velo di occhiaie sotto gli occhi castani dai contorni affilati lascia immaginare che abbia già superato i quaranta. Il suo aspetto è quello di un ragazzo ribelle, un po’ sciupato, un po’ invecchiato forse, ma in fondo ancor più bello perché dannato. Dalla manica del soprabito spunta una mano dalle lunghe dita inanellate poggiate sul cappio di cuoio del guinzaglio, una breve catena prosegue fino a un collare scintillante attorno al collo possente dell’animale. Mi domando come mai, dietro e davanti a me, gli altri pedoni sul ponte non facciano caso a una coppia formata da un uomo e una pantera. Ma così è: nessuno li sta notando.
Estratto da Ogd, ovvero il lato B di ogni cosa l’ultimo romanzo di Anna Giraldo
Dicembre 1917, carcere femminile di Breslavia, Rosa Luxemburg, studiosa di origine polacca, condannata a due anni di reclusione come capofila del movimento operaio tedesco e della Lega di Spartaco, scrive una lettera alla amatissima Sonja Liebknecht, moglie del leader spartachista Karl Liebknecht, che due anni più tardi sarà assassinato con la stessa Luxemburg dai soldati dei cosiddetti Freikorps, agli ordini del governo del socialdemocratico Friedrich Ebert. La lettera sarà salvata dal poeta Karl Kraus, che la pubblicherà sulla rivista “Die Fackel” da lui diretta. Oggi è proposta ai lettori italiani dalla casa editrice Adelphi in un volumetto della Biblioteca minima intitolato “Un po’ di compassione”, a cura Marco Rispoli. Il testo ha il valore di una preziosa testimonianza e al tempo stesso di una intensa riflessione morale. Rosa non chiede consolazione, ma, al contrario, si preoccupa essa stessa di confortare l’amica, rivelandole anzitutto un sentimento di gioia interiore incomprensibile e sconosciuto, che a tratti la invade mentre giace “tra nere lenzuola di oscurità, di noia e di prigionia invernale”. Interrogandosi sul motivo segreto di tanta gioia, Rosa confessa di immaginarlo racchiuso nella vita stessa e nelle sue incantevoli manifestazioni: “[…] la profonda oscurità della notte è bella e soffice come il velluto e anche nello stridere della ghiaia umida sotto i passi lenti e pesanti della guardia risuona un canto di vita piccolo e bello, se solo ci si presta orecchio. […] Sonička, passerotto mio, vorrei donarti un po’ della mia inesauribile letizia interiore, così da poter essere serena riguardo a te, sapendo che attraversi la vita avvolta da un mantello di stelle che ti protegge da tutto ciò che è meschino, volgare e angosciante”. Ma il cuore della lettera è costituito dalla breve narrazione di un episodio accaduto pochi giorni prima nel cortile del carcere, una scena che ha lasciato una piaga profonda nell’anima di Rosa. Un carro enorme, trainato da bufali rumeni, animali abituati alla libertà che i soldati hanno catturato e domato
e trasformato in bestie da soma; un carro pieno di sacchi, accatastati a una altezza tale, che gli animali non riescono a varcare la soglia della porta carraia. Uno dei conducenti, un tipo brutale, inizia a percuotere selvaggiamente i bufali col grosso manico della frusta. La loro pelle, dura e resistente, si lacera e uno degli animali comincia a sanguinare copiosamente. Durante le operazioni di scarico, i bufali restano immobili, esausti; quello sanguinante guarda fisso davanti a sé e nel muso nero, negli occhi scuri e mansueti ha l’espressione di un bambino che sia stato duramente punito senza capire il perché. “Gli stavo davanti e l’animale mi guardava, mi scesero le lacrime – erano le sue lacrime; per il fratello più amato non si potrebbe tremare più dolorosamente di quanto non tremassi io, inerme davanti a quella muta sofferenza. Mio povero, amato fratello, ce ne stiamo qui entrambi, impotenti e torpidi, e siamo una cosa sola nel dolore, nella stanchezza e nella nostalgia della libertà”. Nell’incontro fortuito, nell’immediatezza della relazione empatica che lega la detenuta all’animale ferito leggiamo non soltanto una vicolo profondo e naturale di solidarietà tra le creature, ma anche una forma di resistenza, una risposta alla violenza e alla barbarie degli umani.
Come in quegli anni lontani e terribili, anche per noi oggi non può esserci compito più nobile e urgente che immaginare un cammino di salvezza comune per uomini e animali e per tutta l’innumerevole famiglia dei viventi.
NONOSTANTE TUTTO CI RIUSCIRÒ Deboli raggi di luce filtrano dalla finestra socchiusa. E’ quasi l’alba e una nuova giornata sta per iniziare. Ho ancora gli occhi socchiusi ma sono vigile e attento, mentre mi “stiracchio” le membra penso a tutto quello che mi troverò ad affrontare, mai e poi mai avrei pensato che la
HOMO “ENERGETICO” di Francesco Dugoni
L’animale che è in te evoca qualcosa di primitivo... Esiste un uomo primitivo dal punto di vista energetico? A leggere il libro “La società no Oil” di F. Orecchini e V. Naso si direbbe proprio di sì. Gli autori infatti sostengono che l’approccio dell’uomo nei confronti dell’energia è ancora
primitivo,
animalesco insomma. In che senso? Nel senso che l’uomo primitivo, come gli animali, non conosceva l’arte di allevare e coltivare. Così mangiava e consumava per poi trovare nuovi territori da cui
dell’uomo
primitivo,
che
05
impaurito inizio a correre, corro insieme ai miei amici verso quel grande portone, mi arrampico su per quella salita e dopo un attimo ci ritroviamo tutti stretti gli uni agli altri in una prigione di ferro... Si muove e un fragoroso rumore mi perfora la mente. Ho paura. Devo riuscire a scappare, sfondare quelle pareti di ferro e vivere correndo sull’erba. Mi piace pensare che nonostante tutto ci riuscirò.
Paolo Gavioli
http://www.ilpost.it/2014/02/10/giraffa-marius-uccisa-zoo-copenaghen/
Francesca Battisti
piazza Sordello, 43 • MANTOVA
info 0376 229 694
PH. SARA FERRARI . OUI DARLING STUDIO
PH. GIAN MARIA PONTIROLI
PH. STEFANO BAGGIO
Shooting
LOCATION: “CORTE FURIA” SERRAMAZZONI (MO)
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c/o grafico.it © printstudio
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FOTOGRAFIA
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Stefano Baggio
Giulia Galeotti
Gian Maria Pontiroli
Matteo Zani
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Fuori di Cresta
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SEI UN FOTOGRAFO ? O SEMPLICEMENTE... LA FOTOGRAFIA È LA TUA PASSIONE? SEI UNO STILISTA? UN MAKEUP ARTIST? UN HAIR STYLIST? PARTECIPA AL PROSSIMO SHOOTING TuttoQui&dintorni CONTATTA LA REDAZIONE redazione@tuttoqui.info PER ENTRARE A FAR PARTE DELLO STAFF
2014
ballo mascherato A PREMI
in
maschera
DALLE ORE 19.30
PER ORGANIZZARE EVENTI IN COLLABORAZIONE
redazione@tuttoqui.info
OUI DARLING STUDIO
Tra il “dire” e il “fare” dicono ci sia di mezzo il mare... in questa esperienza, che ho fortemente voluto costruire, ho conosciuto un mare nuovo: di creatività, di collaborazione, di idee. Un oceano di passioni forti e di volontà che si sono alzate in alto come onde, di professionalità che sono spinte da un vento nuovo, un vento originale e senza compromessi. Rigenerante, incoraggiante e illuminato da sorrisi e complicità. C’è bisogno in questa pianura di un mare burrascoso che ci smuova, che ci sospinga in luoghi della mente che abbiamo dimenticato. Grazie a tutte le persone che hanno partecipato e con la loro corrente ci hanno unito col solo scopo di creare insieme. Perché “insieme” è la chiave per accedere a questo mare che sembrava lontano, ed invece è “Tutto Qui”, nei dintorni, proprio dove non vi aspettavate di poterlo trovare. Grazie.
STELLA TAGLIAZUCCHI
Faccio la MakeUp artist, e chi s’immagina luci, specchi e piumini svolazzanti si sbaglia. Arrivare su un set è sempre una nuova esperienza: freddo assassino che ha regnato su di me, sui miei pennelli e sulle modelle. Ma se il freddo produce questi risultati, d’ora in poi vorrò sempre lavorare così. Io non ne ho visto uno fermarsi o aver paura del freddo! Ogni cinque secondi ce lo ricordavamo ma come un ottimo branco ci siamo mangiati pure il ghiaccio. In un attimo sembravamo impellicciati e appena svegliati dal letargo! Ottimo lavoro, bravi a tutti questi animali da MESSA IN SCENA!
LANICODELLEMERAVIGLIE
Non ho mai pensato a quale può essere l’animale che c’è in me, ed ora che mi ci avete fatto pensare mi son detta: LA IENA! Ma forse solo per le mie proverbiali arrabbiature perchè credo piuttosto di aver dentro un KOALA: una IENAKOALIZZATA insomma. Un mix tra tra tenero e aggressivo, calmo e agitato, riso e pianto. Una contaminazione di fattori che apparentemente insieme non sembrano starci. Come è stato trovarsi su un set fotografico con persone mai viste, diversissime, che in parte non si sono scelte e scoprire punti d’incontro inaspettati e che forse in realtà un po’ camaleonti lo siamo.
FUORIDICRESTA
Un salone nato recentemente, che punta sempre all’innovazione e alla moda ma senza dimenticarsi della salute e del benessere dei nostri capelli. Questa per me è stata la prima esperienza di shooting fotografico e devo dire che grazie a tutti i partecipanti, che mi hanno messo totalmente a mio agio, l’ho trovata un esperienza bellissima e per quanto mi riguarda, visto che ero alle prime armi, molto istruttiva. L’animale che c’è in me? Mah, forse sono diversi, ma quello in cui mi rispecchio di più forse è il lupo, selvaggio e istintivo. Ma se sai come prenderlo ti dà il cuore e giura fedeltà in eterno.
GIAN MARIA PONTIROLI
Sono un operaio dell’immagine in movimento. Amo le api. Dò fastidio se mi dai fastidio. Lavoro senza sosta e sacrifico la vita per la mia Regina. Tutto il resto è un mondo a rallentatore.
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atmosferico dell’aria sottile di montagna in realtà è piuttosto
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sopportabile. Il freddo dovuto all’eccessiva sudorazione invece si rivela alquanto fastidioso. Lentamente elimino dal mio corpo quella sgradevolissima sensazione iniziando a spogliarmi per vestirmi di nuovi indumenti. Sconosciuti, poco intimi. Diversi. Altri. Lentamente la sensazione di freddo-bagnato si discioglie come un colpo di spazzola, elimina nodi tra capelli indisciplinati. E questi miei capelli così maltrattati e poco avvezzi a coccole e carinerie chiedono davvero parecchi colpi di spazzola. Il latente tremore, guardingo, si fa vincere dalle lusinghe di un morbido e pastoso rossetto color rubino, facendosi così mollemente accarezzare la pelle del viso da tocchi rapidi e sapienti. Eppure, come la bestia selvatica che non abbandona mai il suo timore e i sensi le rimangono costantemente allertati alla fuga, così il suono dolce di quella parola così strana alle mie orecchie non
Bella risuona di note sconosciute, di vibrazioni mai prima incontrate. Provate. Eppure così sembra. Eppure l’animale libero stenta a farsi lisciare il pelo, a farsi sfiorare con gentilezza anche da mani amiche. Eppure, sebbene per un attimo si conceda, l’istante che segue è già nascosto nella penombra della sua tana, schermandosi da tanta luce che lo rende vulnerabile. Nel suo giaciglio tenta di ripetere a se stesso quella bizzarra parola: elle così molli. Così scivolose. Bella, così sembro. Così mi dicono. Non riesco a convincermene, e il riso non trova spazio scoppiando su un volto che con un grande sforzo accenna a qualche minimo, lieve sorriso. Gli angoli della bocca impercettibilmente si alzano, ma gli occhi rimangono fermi, scuri e fissi. La bestia, nel nero della sua pupilla espansa nasconde e protegge tutto il suo essere, la sua natura.
Non mi dispiace di chi dice di trovarsi meglio con gli animali. Non mi dispiace di chi dice che le vere bestie sono gli uomini quando si aggravano delle azioni più crude e malvagie di questo mondo. Non mi dispiace di chi dice che quello degli animali, è un amore vero, puro e incondizionato.
che vive defilato e attacca solo se
Ma io non posso esprimere i miei sentimenti ad un cane. Non posso andare a letto con un pellicano, una trota o un canguro. Ho bisogno di una compagna femmina umana.
azzannato. Conservo con cura la sua forza, nascosta dietro le sue esili forme. Lui che non ha paura della morte, lui che difende chi ama Lui si stende con me al sole
è vecchio e saggio è giovane e vitale è leggero e possente è fragile e fiero. È migliore di me e per questo lo custodisco nel profondo del mio cuore e non lascio che il mondo di questi umani lo possa toccare.
Accessori Sunvibes
L’animale che c’è in me
Sara Oui Darling Studio & Magazine
Avviluppato al battito della Natura.
La sala al piano superiore del Tatanka è ancora nella penombra ma tutto d’un tratto si accendono le luci. È già partita la musica e sale in un continuo crescendo, l’atmosfera si scalda... Che la festa abbia inizio! Sono le 21,00 e gli amici continuano ad arrivare accolti da un “punto nero gigante” che verifica i biglietti di ingresso, mentre lo sguardo cade sul tavolo della magia dove il cartomante mascherato ”Tavolestrette” e la sua assistente si preparano a predirci il futuro davanti alla bocca della verità. I tarocchi sono una vera attrazione di successo. L’atmosfera è coinvolgente e intrigante... Non hai una maschera? Non ha importanza, per te c’è Lisa, la deliziosa truccatrice pronta a trasformarti nel personaggio che nascondi sotto la pelle... mentre appaiono poco alla volta i costumi dei nostri invitati, così simpatici e curiosi da far invidia a quelli del carnevale di Venezia. Nel frattempo Marco Carpani e il suo gruppo “Marco Carpani Rock Quartet” si esibiscono in acustico con brani musicali raffinati RockBlues perfetti per la serata, riproponendo grandi classici di Eric
IO
L ” EGAR IL CONIGILE N T E UG ER
“G Pop Culture Expert - Song Writer - Poet Change Maker
La redazione TuttoQui&dintorni
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Berg.ART©2014
Vj Visual Performer
Arrivederci dunque al prossimo evento.
CIAL E CA
Che animali siamo, invece, quando siamo soli?
Graphic Designer - Illustrator
Clapton, Gary Moore, Santana, Sting, Jimy Hendrix e Beatles. (Marco insegna chitarra elettrica e acustica alla Scuola di Musica dell’Oltrepò Mantovano ed è presente su Facebook digitando “Marco Carpani Rock Quartet”). Ottimo padrone di casa Pich arriva sorridente con grandi vassoi stracolmi di “stuzzichini”, il barman Spumeggiante è a completa disposizione e inizia l’aperitivo. Le maschere sono il punto centrale e nevralgico della festa e vengono votate sia da tutti gli invitati che dalla giuria che decreterà i vincitori dei premi messi in palio. L’ambiente è gioioso e festaiolo, non mancano coriandoli e stelle filanti, il buffèt a base di primi piatti ricchi e gustosi è così servito. Dopo l’esibizione dancing fitness offerta dal gruppo Jezzercise, la sfilata con presentazione delle maschere e la premiazione in grande stile con i premi offerti dai nostri sponsor, ci si scatena fino a tardi al ritmo della selezione electro-disco di Dj Dambo. Stupenda serata, fantastici amici e impagabili ospiti, cosa dire di più? Grazie. Grazie di cuore a chi ha partecipato, senza tutti voi non sarebbe stata la stessa cosa!
SPE
Quanti animali sei con Lei? Quanti animali sei con Lui?
per prendere la luce Annusa le nuvole e assaggia la pioggia.
PH Matteo Zani
È QuI LA FESTA!
(Per tirare fuori l’animale che c’è in te, quando sei con lei, ecco!)
a costo della vita.
quando arriva l’estate.
PH Stefano Baggio
ne pronuncia lentamente le lettere, soffermandosi su quelle due
ra r stase ere no pe d , alme darla a ve za iacere on n ecen d ra Per p i atu pò d za vera n le un beran la tua è carneva su e a est . se tta qu zienza anche stire tu n pò di pa e g l e n vere u devi a
LA BESTIA
ST
atti me m isfatti sta co Fare fe possibili m lo a el badar icconc senza maschio br il pace rende femmina ra a zi ba la e acro ardita di ogni ce... è capa
ETTE ETTE eSTR eSTR l l o o v v &ta &ta
LA C LA C IC E OZZ “ARBALIM A TADA” La tua im magine va a nulla va cilla le interro gare la Sib Se la panz illa. a tua borb otta e con pe to vuoi sfi atare fai attenzio ne al mov o nei guai imento finirai in un mom ento.
Hai p pure rovato con co se u n un b il truc e c nm ago l parruc o non resti vuoi in del me co stie con sem r e tr p a e ti dev re una re i ras c seg ozza nare ! ma
&t avo le STR ETT &tavol E eSTRETT E
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LLE ZZ
A
Questi sono solo alcuni dei nostri TAROCCHI BESTIALI non perderti l’occasione al prossimo evento TuttoQui&dintorni per scoprire cosa ti riserva il futuro!
Quello che sente il temporale arrivare,
“Come sei bella”.
E &tavoleSTRETT
l’animale che c’è in me.
MATTEO ZANI
Ho 34 anni e vivo a Curtatone, mi sono appassionato alla fotografia perché con una foto si può fare tutto, rappresentare la realtà oppure far vedere un mondo diverso o di fantasia. In una foto si fermano, i momenti della vita, belli o brutti, comunque ricordi importanti. Fotografare mi da la sensazione di poter comandare il tempo; mi piace fotografare di tutto, dal reportage al panoramico, ai ritratti, al bianco e nero ai servizi still-life.
STEFANO BAGGIO
Un ragazzo con la folle passione per la fotografia. Tramite amicizie in comune mi è stato proposto di documentare con immagini la giornata di domenica tenuta dalle ragazze di “TuttoQui”. Location stupenda, gente simpatica e creatività che scorreva a fiumi. Mi son trovato da subito in un ambiente prolifico di idee artistiche e persone che remano tutte nella stessa direzione. Fotografare è stato quindi un gioco da ragazzi… ah, il tema della giornata era “L’animale che è in te” per cui personalmente potrei paragonarmi ad un felino, che si nasconde tra i cespugli, scruta attentamente la scena e “scatta” quando il momento è opportuno per catturare la sua preda.
ELISA BOZZOLINI
A volte mi viene in mente all’improvviso che anche noi siamo animali, la differenza con le altre specie sta nel modo in cui ci siamo evoluti. In quel pollice opponibile che ci ha trasformati nella specie in vertiginosa evoluzione che siamo diventati. Mi viene in mente che siamo animali evoluti, che usano le tecnologie, prendono aerei, curano malattie. Sconcertante, e prodigioso al tempo stesso. Se appartenessi ad un’altra specie, sarei probabilmente un delforso: è un incrocio tra orso e delfino, una combinazione di concretezza e spirito libero.
GIULIA CASONI
Circondata da una schiera di fotografi pronti a cogliere ogni minimo movimento ed espressione con i loro infallibili obiettivi, mi guardo intorno, circospetta, quasi diffidente. Non sono abituata ad avere tutti gli occhi puntati su di me, raramente mi capita di essere al centro dell’attenzione e di distinguermi dagli altri come oggi, ricoperta da una splendida e coloratissima livrea. Scatto dopo scatto, gradualmente mi calo nella parte, e me ne impossesso con lo stesso orgoglio e la stessa consapevolezza con cui un pavone incanta l’osservatore, mostrando la sua sontuosa ruota. Oggi è il mio giorno: niente grigiore, niente monotonia. Oggi vi dedico la mia ruota.
GIULIA GALEOTTI
Che animale sono? Non saprei. Potrei dirvi che animale vorrei essere. Una tartaruga marina dotata della pazienza di aspettare il tempo necessario per fare un passo dopo l’altro, e della fiducia nel proprio istinto e nella corrente del mare. Un elefante, con quelle sue rughe secolari che noi umani, se ne avessimo la possibilità, ci caveremmo con la carta vetrata. Un’ape, per nutrirmi di fiori e rugiada. Un bambino che vede il mondo per la prima volta. Un nonno che glielo mostra. Io, intanto, scatto.
Conservo con cura
riesce a vincermi, a farmi sua.
ANIMAL SUSHI O.. L’ANIMALE NEL PIATTO! In alcune culture vige la convinzione che mangiando o curandosi
un contrasto di sapori tipico della cucina asiatica, dove il dolce,
con parti di determinati animali, si possano assumere le
l’acidulo e il salato si incontrano per esaltare il gusto. Le verdure,
caratteristiche di forza, furbizia o coraggio. Queste credenze
crude o appena scottate, e talvolta il pesce, completano il
hanno contribuito alla caccia indiscriminata di alcuni animali,
bocconcino, rendendo il sushi un pasto tanto gustoso quanto
inseguendo questi falsi miti. Noi preferiamo rievocare la forma
leggero.
dell’animale, lasciando in pace specie a rischio e rivolgendoci a
Come i bambini amano quando si presenta loro il cibo sotto forma
ingredienti del territorio.
di gioco (il pomodorino e la mozzarellina che formano il funghetto,
Ci siamo quindi divertiti a sagomare dei “maki” (rotolini di sushi)
il topolino formato con la pera, le barchette di verdura), anche noi
in forma di tigre, drago e bruco. Questi maki sono quasi del tutto
“bambini grandi” ci divertiamo, soprattutto se la presentazione è
assenti in Giappone e appartengono ai cosiddetti “western style”,
elegante e divertente.
ossia “nascondono” l’alga al loro interno (uramaki o inside-
In fondo mangiare un drago è un’esperienza unica.
out). Il dragon roll in particolare è caratterizzato dalla presenza
PS. L’arte culinaria giapponese è tanto affascinante quanto
dell’anguilla cotta alla piastra, e mi piace l’idea di far incontrare
complessa; non ce ne vogliano i lettori se abbiamo lanciato
ingredienti tipici della gastronomia mantovana come il riso e
qualche riferimento qua e là, e se ci siamo azzardati a preparare
l’anguilla, con la preparazione del sushi, un’arte orientale dalle
il sushi senza aver fatto il percorso didattico decennale che
regole precise e rigorose: una bella contaminazione!
affrontano i Shokunin (maestri di sushi). Ogni tanto ci piace
Certo, sappiamo che il riso utilizzato per il sushi non è esattamente
sbirciare nelle cucine degli altri, cercando di documentarci il più
il vialone o il carnaroli, ma se amate il km zero potete comunque
possibile, anche per ampliare i nostri orizzonti (non solo culinari).
rivolgervi verso l’acquisto di un riso “originario”.
Le ricette per preparare questi roll animaleschi, le trovate su
Il gusto del sushi si deve in buona parte alla marinatura del riso;
INVIATI MOLTO SPECIALI CANE & GATTO.. A CAVALLO! SPORT
liBERO RINGRAZIAMO BATMAN PER LA SUA PERFORMANCE E ANDIAMO AVANTI CON LO SPETTACOLO,ORA È IL MOMENTO DI WOLVERINE. FORZA PUBBLICO FATEGLI UN GROSSO APPLAUSO.
“LE PERSONE STRAVAGANTI VENGONO INEVITABILMENTE CALAMITATE DA ESSERI ALTRETTANTO STRAVAGANTI”
OK! ABBIAMO ORA SUL PALCO... UN PERSONAGGIO NUOVO SI CHIAMA
IL DISEGNATORE MASCHERATO...
(Gandhi) Passeggiavo
per
il
mio
WOW! SÌ!.TRA POCO LO SPEAKER DIRÀ IL MIO NOME. SONO EMOZIONATO, NON STO PIÙ NELLA MASCHERA. DOPO QUESTA PROVA DI CORAGGIO LA MIA POPOLARITÀ USCIRÀ DALL’ANONIMATO... FORZA! FORZA!
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la giusta proporzione di aceto di riso, zucchero e sale conferisce
PUBBLICO! LASCIO A VOI GIUDICARE!
bellissimo
giardino, quello che d’inverno si macchia di merli neri e pettirossi color del mattone, e d’estate di azzurro per via dei martin
10
pescatore e delle ghiandaie... ma quel giorno, là in fondo, sotto la chioma ancora spoglia e appena verde dei noccioli c’era un uccellaccio davvero inconsueto: una pavona. Stupore, timore, ammirazione, felicità. SIETE CURIOSI DI SAPERE COME RIUSCIRÀ IL DISEGNATORE MASCHERATO A OTTENERE LA POPOLARITÀ? E VOLETE SCOPRIRE TUTTI I COSPLAYER CHE HA CONOSCIUTO?
La LIPU, al telefono, mi chiede di assicurarmi che stia bene: nessuna ala storta, in effetti, nessuna piuma arruffata, nessun sintomo di ferite. Ma quanta bellezza!
ALLORA VEDIAMOCI SU WWW.TAVOLESTRETTE.IT
per vedere se ancora avrei avuto il piacere di scorgerla, ed ogni
CUCINANDO SI IMPARA
mattina era lì.
Possiamo dire che il cibo sia il vero protagonista di questi anni: dai
scelta del prodotto più adatto ad ognuno di noi, aiutandoci a
Per oltre dieci anni.
programmi televisivi all’editoria, la cucina è entrata di prepotenza
valutare le diverse offerte disponibili sul mercato.
Col tempo mi spiegarono l’onore che avevo avuto: quella
nel quotidiano di tutti noi. A questo si è accompagnato un fiorire
I corsi sono tenuti in genere da chef come Gianfranco Allari delle
pavona, animale da colonia profondamente legato al suo
di corsi, tutorial e guide che cercano di accontentare tutti: dagli
Tamerici, Elisabetta Arcari di Peccati di Gola e, occasionalmente,
aspiranti chef a quelli che faticano a cucinarsi un uovo, ai cake-
da cuochi noti come Claudio Menconi e Simone Rugiati.
designers.
I corsi coprono tutto l’anno e l’unico impegno richiesto ai
La gastronomia però non è solo cucina, ma anche conoscenza
frequentatori è l’iscrizione gratuita sul sito www.daltoscano.com
delle materie prime, dei materiali di pentole e utensili, dei modi di
e di segnalare l’eventuale rinuncia dopo l’iscrizione, allo scopo
cottura e preparazione.
di dare ad altri la possibilità di sostituirli, essendo i posti limitati.
territorio di nascita, aveva evidentemente voluto cambiare vita e per farlo, fra tanti tetti, alberi e giardini aveva scelto il mio tetto, i miei alberi ed il mio giardino. Un giorno, tornando da quello che fu il mio vecchio mestiere, la vidi appollaiata sul vecchio divano, quello che da sempre faceva da cuccia ai cani: sembrava un’enorme gallinaccio
Casalinghi dal Toscano di Virgilio (Mn) organizza ormai da
Se volete saperne di più, visitate il sito www.daltoscano.com
abbronzato dal sole e dal tempo, con una ridicola coroncina
alcuni anni corsi di cucina gratuiti che affrontano ogni volta un
oppure il blog Acqua&Menta (www.acquaementa.com/eventi)
posticcia a ricordare a chi sorrideva che si trattava di molto
argomento diverso: strumenti, metodi di cottura, alimenti, ecc...
dove potrete trovare i resoconti di tutti gli eventi passati.
più di una semplice gallina. E ho pensato: “Ma guardala lì, la
Lo scopo è quello di creare consapevolezza nei clienti del
CALENDARIO CORSI DAL TOSCANO PRIMO SEMESTRE 2014
pavona, che dorme sul sofà!”
negozio attraverso l’esperienza diretta di minicorsi di cucina (ma
Da allora sono cambiate davvero tante cose. E anch’ io.
non solo) che danno la possibilità di toccare con mano quanto
Sabato 15/03
15:30
In cucina con Elisabetta
Anch’ io ho avuto la forza di lasciare la mia colonia d’origine,
viene presentato. L’idea di base è che la conoscenza aiuta nella
Domenica 16/03
15:30
San Martino: una buona storia
Sabato 22/03
15:30
Buono, sano e veloce
Sabato 29/03
15:30
Tescoma Deco Tour
il coraggio di staccarmi dal mio territorio di nascita, la voglia di trovare nuove energie sotto un altro tetto, guardano nuovi alberi e respirando un verde diverso. E così come quella pavona aveva scelto me per cambiare la sua vita, io, rendendole l’omaggio, ho scelto lei per reinventare la mia.
Mercoledì 02/04 17:30
In cucina con Elisabetta
Sabato 05/04
15:30
KitchenAid
Giovedì 24/04
17:30
In cucina con Elisabetta
Sabato 10/05
15:30
Funny plates: piatti divertenti
Sabato 17/05
10:30 - 15:30 Lékué 17:30
Salute e benessere con Ballarini
Clara Zani
Sabato 24/05
15:30
La cucina efficace
www.lapavona.blogspot.it
Sabato 07/06
dalle 10.30
Sfida ai fornelli
Sabato 14/06
15:30
Festa brasiliana:
aspettando i mondiali
(Gli eventi potranno subire modifiche nella data o nei contenuti.)
A CURA DI
Martedì 20/05
LINDA DAL PAN
Vi presentiamo Guus e Justine. Due persone che chiunque abbia avuto il piacere di incontrare non può che apprezzare per la loro semplicità, la loro simpatia e la loro spontaneità. Insieme gestiscono La Baizina, centro di equitazione a Ponteventuno di Curtatone. Lui Olandese, lei Inglese, si sono conosciuti in Italia dove la passione per l’equitazione li ha portati. Una passione davvero grande che sanno trasmettere agli allievi e con i quali condividono amore e rispetto per il cavallo. Qui infatti le attenzioni per il benessere animale non mancano e magistralmente Guus e Justine sanno fondere regole di rigida disciplina, fondamentale nel lavoro di preparazione di binomi sia nel salto ostacoli che nel dressage, con momenti di meritata libertà per i cavalli e di incontro e condivisione per cavalieri e amazzoni sia adulti che bambini. Cerchiamo di conoscerli meglio con qualche domanda: TuttoQui: A che età sei salito in sella la prima volta? Guus: A 12 anni, dopo tre cadute nella prima lezione non ho più smesso (di andare a cavallo e... nemmeno con le cadute!) :-) Justine: A 3 anni! T.Qui: Come e quando è diventato un lavoro? Guus: Mentre andavo a scuola (istituto agrario) ho fatto degli stage in una azienda agricola che era anche un allevamento di cavalli con maneggio. Dopo qualche mese ci sono tornato per lavorare. Justine: A 21 anni quando sono arrivata in Italia e ho trovato lavoro come groom. TuttoQui: Sappiamo che quando si è una coppia nella vita non è sempre facile andare d’accordo nella gestione di un’attività lavorativa. Voi due come vi siete divisi i ruoli? Guus: Da 23 anni viviamo e lavoriamo insieme: un lungo periodo spiega già che delle grosse difficoltà non le abbiamo trovate. Justine ha più in mano la gestione della scuderia e la cura dei cavalli e io gestisco più il lavoro di allenamento sia dei cavalli che dei cavalieri. L’importante è avere il rispetto per l’altro, lasciare la libertà di lavorare e suddividersi le responsabilità! Justine: Guus fa l’istruttore e insieme addestriamo i cavalli e li prepariamo per le gare. TuttoQui: Che cosa ami del tuo lavoro e che cosa non ti piace. Guus: Lavoro sempre con piacere perché il mio lavoro è nato dalla mia passione. Mi piace lavorare con i cavalli e con le persone. Quello che piace meno è che sono reperibile h 24 e 7 giorni su 7! Justine: Amo il mio lavoro perchè è la mia passione e sono sempre in mezzo alla natura. Però, come dice Guus, bisogna lavorare sette giorni alla settimana... TuttoQui: Qual è o qual è stato il cavallo della tua vita? Guus: I cavalli lasciano tutti un segno! Forse la più importante è stata Jahne, una cavalla Italiana con cui ho vinto due campionati Italiani di giovani cavalli e due partecipazione ai mondiali. Una cavalla che mi ha trasmesso molte emozioni per il suo carattere e la sua volontà di collaborare. Justine: Ce ne sono stati due: Domicilli, un regalo da parte di mio marito all’inizio degli anni 90, con cui facevo salto ostacoli (ho vinto tanto con lei); il secondo è stato uno stallone spagnolo di 3 anni che avevamo in addestramento. Con lui ho vinto molti trofei nel dressage.
Per aiutarci a formare la nostra cultura gastronomica, il Centro
THE GAME DOCTOR
Da quel giorno ogni mattina, appena sveglia, buttavo l’occhio
INGA, L’ASSISTENTE DI
ali vada pure dove le pare”.
PH: Daniele Frizzi - Df Photography Outfit: Sydia Handmade & Cosplay
“La tenga lì fin che può, signora”, mi disse. “La ammirerò qui da me fino a che potrò”, risposi, “lei che ha le
tempo
“The Night of the Rabbit” è una nuova avventura grafica sviluppata della prolifica Daedalic Entertainment, casa di produzione tedesca nota al grande pubblico per titoli come “A New Beginning” e che continua a regalarci successi come la trilogia di “Deponia” rilasciata poi il 13|11|2013 dalla Adventure Productions. Il gioco è disponibile sia per Pc che per Mac scaricabile da Stream e dall’AppStore o acquistabile online. Il genere è quello dell’avventura fantasy “punta e clicca” in terza persona in lingua inglese ma con sottotitoli disponibili in italiano. Il protagonista della storia è Jerry Hazelnut che sogna di diventare un mago e il suo sogno sembra diventare reale quando incontra il Marchese de Hoto, un coniglio bianco con un portamento molto regale che lo prenderà come apprendista conducendolo nel mondo di Boscoratto (Mousewood), abitato da curiosi personaggi: animali del bosco, dalle sembianze antropomorfe e abbigliati di tutto punto.
TuttoQui: L’equitazione è uno sport per tutti o sono necessarie delle doti particolari? Guus: L’equitazione è uno sport per tutti, l’importante è sapere cosa si vuole fare con il cavallo e conoscere i propri limiti perchè l’agonismo non è per tutti. Justine: Le doti fondamentali per praticare equitazione sono la grande passione e la capacità di saper comunicare con il cavallo. Cavallo e cavaliere devono formare un binomio. TuttoQui: Dai un consiglio ad un giovanissimo che si vuole avvicinare al mondo dell’equitazione. Guus: Imparare in un posto dove ti fanno soprattutto divertire con il cavallo o il pony e dove l’agonismo non è un obbligo. Justine: Per iniziare bisogna giocare molto e conoscere bene il proprio animale in modo da instaurare un buon rapporto di confidenza. TuttoQui: In una scala da uno a dieci dai un valore alla tecnica ed uno alla sensibilità necessarie per montare a cavallo ed ottenere dei risultati. Guus: Sarebbe bello avere 10 per entrambi ma sappiamo che non è possibile. Se devo proprio dare un valore direi 7/8 per la sensibilità e 6 per la tecnica. Perché la tecnica si può imparare, la sensibilità ce l’hai o no. Justine: Per la tecnica 6/7 e 7/8 per la sensibilità. Come risultati intendo il “feeling” che si ha con il cavallo, una volta conquistato quello, i risultati in gara vengono da soli. TuttoQui: A cavallo in cosa sono migliori le donne e in cosa gli uomini. Guus: L’equitazione è, come sappiamo, uno sport dove uomo e donna gareggiano a pari livello. Il grosso vantaggio della donna è di avere più sensibilità. L’uomo forse è più determinato. Justine: Dipende dalla persona stessa. Bisogna avere grinta, coraggio e sensibilità... questione di “feeling”. TuttoQui: Che differenze sostanziali noti tra il tuo paese di origine e l’Italia nel modo di vivere l’equitazione. Guus: Nel mio paese l’equitazione è quasi uno sport popolare e il cavallo, anche quello sportivo, ha più possibilità di vivere come cavallo, cioè più all’aria aperta, quasi come in natura. D’altra parte il cavallo in Olanda è diventato anche un importante soggetto (scusa la parola) di commercio. Justine: La maggior parte dei cavalli nel mio paese vive la loro vita in grandi prati con altri cavalli. Mentre parecchi maneggi qui in Italia tengono i cavalli rinchiusi in box. :-( TuttoQui: Giusto per restare in tema con questo numero di TuttoQui se doveste trasformarvi in un animale cosa preferireste e perché... Guus: Non vorrei trasformarmi in un animale perché non potrei più decidere per me stesso. Se proprio devo, scelgo il cane visto che viene chiamato il miglior amico dell’uomo. Comunque dipende sempre dal luogo dove la fortuna ti fa nascere. Justine: Se dovessi diventare un animale vorrei essere un gatto, che mangia e dorme tutto il giorno!
Jerry sembra essere predestinato a un grande compito; in cui scoprirà che la magia non è solo fantasia, ma molto reale e dovrà affrontare le sue peggiori paure per salvare se stesso e tutti quelli che conosce da una forza malvagia che sta infettando il modo reale. La Daedalic Entertainment è famosa per attenersi allo stile classico delle avventure grafiche riproponendolo con nuove storie e trame coinvolgenti. La struttura è quella classica. L’avventura si sviluppa in enigmi che come al solito si possono risolvere combinando oggetti nell’inventario o con determinate azioni. L’interfaccia risulta funzionale e pratica; si parla del solito puntatore intelligente che mostra le azioni possibili da fare sui diversi hotspot. La forza di queste avventure si sa è nella grafica degli scenari e nella storia che deve coinvolgere, e in questo sicuramente il gioco non ha pecche o mancanze, con una grafica accattivante in cui i vari oggetti sono perfettamente integrati. Lo stile è il cartoon 2D che ricorda molto un libro di fiabe. La storia è coinvolgente, ricca di enigmi che danno un bel da fare, ma che non sono per nulla forzati nè inseriti nel continuum. Un piccolo difetto sono i filmati forse troppo semplici. Nel gioco sono inoltre presenti diversi bonus ed extra che rendono l’avventura più interessante e porteranno di certo a il giocatore a tornare e nel mondo di Jerry. In sintesi un’avventura basata su solide basi classiche, ma che sicuramente si proietta in una nuova ottica. Seguite il coniglio bianco attraverso il buco e lasciatevi guidare nell’avventura!
Qualcuno ha la più vaga idea di cosa significhi percorrere a nuoto cento metri impiegandoci meno di un minuto, per l’esattezza cinquantotto secondi e rotti? Significa addomesticare l’acqua, farsela scivolare addosso inconsistente, penetrarla come una lama tiepida il burro, barattare la fatica, masticare il fiato, scandire le bracciate come un direttore d’orchestra il tempo, significa confondere il tempo e renderlo inadeguato e ridicolo. Questo fece Johnny Weissmuller il 9 luglio del 1922. E fu il primo al mondo. In seguito si concesse quasi un centinaio di altri record mondiali, medaglie olimpiche, titoli nazionali. Niente male per uno nato a Timisoara, dove l’acqua quasi non sapevano cosa fosse. A fine carriera, ma ancora nel pieno delle sue brillanti funzioni ormonali, mentre girava le Americhe firmando autografi, esibendosi spavaldamente in assolate e gremite piscine, indossando improbabili costumi da bagno, fu scoperto dalla Metro Goldwin Mayer, prelevato, lasciato in mutande, attaccato a due mani ad una liana e piazzato davanti ad una macchina da presa. Era nato il più famoso Tarzan che la storia cinematografica ricordi. Io Tarzan, tu Gein. Si legge Gein ma si scrive Jane ed è il “coup de théâtre” di un romanzo favoloso, nato dalla penna imprevedibile di Edgar Rice Burroughs, nel lontano 1912. Colpo di teatro, dicevo, perchè Tarzan delle scimmie, a quel punto del libro, quando fa la comparsa la dolce Jane Porter, era in una straordinaria condizione amniotica, a metà via tra l’idillio e l’onnipotenza: capo di una banda di scimmioni inebetiti ed obbedienti, dotati di una forza disarmante, re incontrastato di una giungla sorniona e sleale, unico depositario dell’ambiguo linguaggio dei primati, fine conoscitore di ogni più nascosto segreto del sottobosco, abile frequentatore delle più ardite altitudini e capace utilizzatore delle infide liane, performanti mezzi di trasporto dell’epoca, ma estremamente subdoli ed inaffidabili. Orfano dalla più tenera età, aveva raggiunto quella maggiore conquistandosi uno status pontificale unico al mondo: niente vizi, niente tentazioni, niente distrazioni, niente abusi, pace e serenità polari. Sì, ogni tanto qualche animale feroce e vorace a rompere la quotidianità con intromissioni extraterritoriali fuori orario ma niente di che: un’urlatina, due o tre balzi da una fune all’altra, un rotear di lame e la giungla tornava quella di prima. Finchè, un bel giorno, nello stesso posto, (poi dicono il destino) pro-
Grego Ricorso
PH Stefano Baggio
Arrivederci a sabato 21 giugno con il numero ZERO9... Il prossimo tema?! Sarà senza dubbio... folle! ;-)
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TUTTOQUI&dintorni associazione di volontariato onlus ringrazia tutti i sostenitori che vogliono credere nella creatività e nell’impegno giovanile che con coraggio, libertà e immaginazione utilizzano anche questo stumento di divulgazione per esprime le loro passioni.
Guardo Cezanne, Bacon, Giacometti, Rothko, De Dominicis, Richter e poi guardo il mondo con le sue certezze e i suoi misteri; poi mi guardo allo specchio.
Da una parte c’è l’uomo e dall’altra l’universo che lo forma e lo comprende. Successivamente guardo l’artista e la sua opera, chiedendomi a quale scopo e a quale preciso luogo è destinata la pittura in questo mondo; rispondo che occupa uno spazio come ogni altro corpo, ma solamente una cosa la differenzia: la costante meraviglia del dubbio. L’opera segna l’inizio di un costante percorso caotico ed unicamente intrapreso. L’artista onesto, già di per sé intraprende -una volta riconosciuto- il percorso che propone nell’opera e ad ogni tela rappresenterà l’ostacolo che gli ha impedito di proseguire; per questo al fruitore dell’opera è chiesto uno sforzo non indifferente: lui si trova sul ciglio di un dirupo e deve decidere se lanciarsi o più semplicemente voltarsi per andarsene. Rimanere fermi e articolare svariate sconclusionate associazioni, oggi è la pratica più diffusa. Attraverso la pittura voglio creare un passaggio che lasci intravedere uno spazio fertile, un caos che cerco di scatenare avvalendomi delle strutture della pittura. Costantemente cerco di perdere per poi recuperare la figurazione mediante una vera e propria operazione di recupero all’interno della pittura. Il concetto di “figurazione ritrovata” che Deleuze teorizza guardando l’operare di Francis Bacon, credo sia il punto di partenza della mia operazione artistica. Localizzare spazi di caos vuol dire “rinchiudere” in un campo definito (uno spazio delle fasi infinite) una porzione di infinito; il “rinchiudere” visivo crea un appiglio, un punto fermo mediante il quale introdursi più facilmente nella pittura. La pittura deve essere una nuova immagine che aiuta a dimenticare, per poi proporre una costruzione.
Federico Aprile
impaginazione: print studio grafico. quistello mn | stampa: mediaprint. san giovanni lupatoto vr
Johnny Weissmuller
HOMO HOMINI LUPUS.
prio nello stesso posto dove, ventun anni prima, erano naufragati loro, i Greystoke, rinaufragano uno scienziato sfigato, sua figlia Jane, per altro ed ovviamente, ragazza più che piacente, la loro serva che, manco a dirlo, si chiama Esmeralda e un ragazzo che, ma tu guarda, è, a sua insaputa, il cugino di Tarzan. E quando vivi da ventun anni in mezzo a dei gorilla che, quando e se va bene, hanno lo charme di uno zerbino e arriva l’affascinante eroina di turno, il fulmine inaspettato, l’angelica apparizione, beh, mi sembra logico, ma anche un tantino naturale, che tutti gli ormoni, nessuno escluso, danzino allo sfinimento balli primitivi e beneauguranti e pretendano di essere indirizzati come palle di fucile verso l’approdo sospirato. Ed è in questo momento che l’animale si sveste, dismettendo la pelle come un sommozzatore la muta umida e pesante, trasformandosi nell’essere più indifeso che la natura possa concepire. Nello splendido universo rovesciato disegnato da Burroughs, fatto di mangrovie e tempi biblici, piogge snervanti e rischiaramenti, l’uomo scimmia, il vero disuguale in un mondo di pura perfezione, è costretto a mostrare la propria natura, umile e tracotante ad un tempo: l’animale uomo. Il primo istinto è fuorilegge, perverso e cinico, teso ad eliminare chiunque si frapponga sulla strada del soddisfacimento personale. Mors tua, vita mea, se è pur vero che a tirare più di un carro di buoi è l’agognato crine. È così che Tarzan molla tutto, tutto il passato, tutto il sublime e cristallino, si straccia le vesti (poche, per il vero) e, senza sentire ragione alcuna, per inseguire l’amata Jane, si catapulta addirittura negli Stati Uniti d’America (e il salto boscaglia - Wall Street è una capriola che avrebbe spezzato le reni anche al più scafato dei Crocodile Dundee di turno). E avrà anche il tempo, tra un invito a cena e l’altro, di salvarle la vita una seconda volta (la prima era stata nella giungla dove uno scimmione dal fare sbrigativo e determinato l’aveva impunemente sequestrata), preservarla da un matrimonio di interesse, concepito con un attempato uomo d’affari e restituire a suo padre un tesoro, perduto anni prima tra le pieghe dell’Africa nera. Tutta questa dedizione e sfibrante attesa apre ad un finale scontato? No. Jane non solo non paleserà mai l’intenzione di allacciare analogie d’amorosi sensi ma nemmeno di far intravedere - almeno quel cardine prezioso per cui gli astri, i pianeti e gli infatuati tutti, muovono da sempre le loro orbite. Anzi, in barba alla più sfacciata irriconoscenza, andrà in moglie, sfidando le più ferree leggi dell’happy ending, al malcelato cugino Greystoke, naufrago silente, avveduto stratega, corvo inopinato. L’uomo, lupo per l’uomo. Ma anche la donna, non scherza.