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Anno XV n. 1 - 2014
Bimestrale di cultura & informazione agricola di Coldiretti Lazio
Autorizzazione del Tribunale di Roma n.231 del 2/6/2000 - Poste Italiane spa - sped. in abb. postale - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n° 46) - Art. 1, Comma 1, DCB Roma
Piano di Sviluppo Rurale ai nastri di partenza Coldiretti, cambia la struttura organizzativa UeCoop Lazio, contro la crisi ci vuole etica
EDITORIALE:
IL PRESIDENTE:
PRIMO PIANO:
Clima: il territorio va tutelato
La terra ai giovani!
Via libera all’e-commerce diretto degli agricoltori
In copertina: Piano di Sviluppo Rurale ai nastri di partenza
Editoriale di Aldo Mattia
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Il Presidente di David Granieri
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La terra ai giovani! Primo Piano di Andrea Fugaro Bimestrale di cultura & informazione agricola di Coldiretti Lazio Iscrizione al Roc n° 12420 Editore
Via libera all’e-commerce diretto degli agricoltori SPECIALE a cura di Coldiretti Lazio
Piano di Sviluppo Rurale ai nastri di partenza
Direttore responsabile Aldo Mattia aldo.mattia@coldiretti.it Redazione Andrea Fugaro Maurizio Ortolani Roberto Santopietro Collaboratori Simone Di Colantonio Pierluigi Lagi Gianluigi Terenzi Abbonamenti Ordinario: Eu 10,00 Onorario: Eu 20,00 Sostenitore: Eu 50,00 Tramite c/c postale n. 82689027 intestato a: Federazione Regionale Coldiretti del Lazio o rivolgersi alle sedi della Coldiretti Progetto grafico e impaginazione Grafiche Delfi Italia s.r.l. Stampa Grafiche Delfi Italia s.r.l.
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Attualità / In breve
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Notizie dal Territorio Centro Assistenza Imprese Coldiretti Lazio Via R. Piria, 6 lazio@coldiretti.it www.coldirettilazio.it
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L’agricoltura in Europa a cura di Andrea Fugaro
Parlamento europeo: lotta alle frodi alimentari
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L’agricoltura in politica a cura di Andrea Fugaro
Collegato agricolo alla Legge di stabilità
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Cronache di Alessandra Cori
Coldiretti Lazio e la vendita sul web
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Cronache di Alessandra Cori
UeCoop Lazio, contro la crisi ci vuole etica
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Riflessioni di Paolo Carlotti
La famiglia tra crisi e rinascita
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EPACA di Gianluigi Terenzi
I 60 anni di EPACA-Coldiretti
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Notizie dalle province
Frosinone, Latina, Roma, Viterbo
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Il Punto di Campagna Amica
Consumi: nel 2013 crollo del pesce in tavola
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Questa rivista è inviata agli oltre 40.000 associati Coldiretti del Lazio, ai principali rappresentanti delle Istituzioni e Amministrazioni locali ed ai più qualificati opinion leaders delle filiere agroalimentari laziali. 1
GENNAIO FEBBRAIO
Clima: il territorio va tutelato
EDITORIALE di Aldo Mattia
Clima: il territorio va tutelato li eventi atmosferici estremi di gennaio e febbraio che non hanno risparmiato il Lazio e Roma con “bombe d’acqua” cadute in poche ore in misura pari alla pioggia registrata in un anno, richiamano con forza il tema della tutela del territorio, della sua messa in sicurezza e soprattutto il ruolo dell’impresa agricola e dell’agricoltura nel suo complesso. Infatti il settore agricolo e le imprese che operano sul territorio laziale sono per loro stessa natura i principali danneggiati dagli eventi atmosferici estremi con conseguenze catastrofiche sui redditi. Non può essere altrimenti quando, come abbiamo visto, migliaia di ettari di seminativi vengono allagati causando l’asfissia radicale delle piante, magari già in fiore per le temperature miti dell’autunno, con la conseguente perdita di un intero raccolto. Ma l’agricoltura e gli agricoltori sono anche i principali tutori del territorio e il primo presidio dello stesso per prevenire le conseguenze di eventi calamitosi i cui effetti si amplificano a causa di un’attività antropica dissennata, pronta a chiudere la stalla quando i buoi sono già scappati. Non è pensabile che negli ultimi vent’anni per ogni miliardo stanziato in prevenzione ne siano stati spesi oltre 2,5 per riparare i danni. Il Ministero dell’Ambiente ha quantificato infatti in circa 8,4 mld di euro i finanziamenti statali dati a politiche di prevenzione, mentre nello stesso periodo si sono spesi 22 mld di euro per riparare i danni causati da frane ed alluvioni. Il bilancio è ancora più grave se si considerano le vittime. Investire nella
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Aldo Mattia, Direttore di Coldiretti Lazio
prevenzione è sempre più urgente in un Paese dove più di 5 milioni di cittadini italiani ogni giorno vivono e lavorano in aree considerate ad alto rischio idrogeologico e dove 6.633 Comuni hanno all’interno del territorio aree ad elevato rischio di frana o alluvione. L’aver inserito il Piano irriguo nazionale in una delle quattro linee di intervento delle risorse del Fondo europeo di Sviluppo Rurale riconosce la necessità di intervenire prioritariamente nella stabilità idrogeologica del territorio nazionale anche perché gli studi evidenziano che le “bombe d’acqua” causano i danni più gravi nei pressi degli argini, dove purtroppo si continua a costruire. A questa situazione di fragilità territoriale si aggiunge il fatto che l’Italia ha perso negli ultimi venti anni 2,15 ml di ettari di terra coltivata per effetto della cementificazione e dell’abbandono che ha tagliato del 15% le campagne colpite da un modello di sviluppo sbagliato che ha costretto a chiudere 1,2 ml di aziende agricole nello stesso arco di tempo. Ogni giorno viene sottratta terra agricola per un equivalente di circa 400 campi da calcio (288 ha). È evidente che per proteggere il territorio e i cittadini che vivono in Italia bisogna difendere il patrimonio agricolo e la disponibilità di terra fertile dalla cementificazione e dall’abbandono con un adeguato riconoscimento del ruolo economico, ambientale e sociale dell’attività agricola. È in gioco un nuovo modello di sviluppo che metta al centro il buon governo del territorio. La 3
Coldiretti Lazio sintetizza così le proprie proposte che ogni giorno mette in campo nella sua attività di rapporto con le istituzioni: arrestare il consumo indiscriminato di suolo (il Lazio, negli ultimi 10 anni, ha visto diminuire la propria campagna coltivata di 127.000 ha, pari al territorio dell’intero comune di Roma); riconoscere il ruolo multifunzionale dell’agricoltura e dell’impresa agricola (la qualità dei paesaggi laziali passa per la promozione e valorizzazione della multifunzionalità delle aree rurali e delle imprese agricole che con la loro attività forniscono beni e servizi a vantaggio dell’intera comunità); riconoscere il ruolo dell’agricoltura nelle aree protette concorrendo alla qualità e alla valorizzazione delle aree protette del Lazio, per cui è necessario rafforzare la funzione di presidio e manutenzione del paesaggio; proteggere la biodiversità (la frammentazione del territorio, il consumo di suolo, la pressione delle attività antropiche, comprese quelle agricole intensive, stanno erodendo il patrimonio regionale di habitat, comunità e specie viventi); tutelare la salute dell’ambiente e dei cittadini che passa anche dal buon governo del territorio tutelando dall’inquinamento acqua, suolo e aria; condividere la governance del territorio visto che purtroppo gli strumenti di pianificazione territoriale vigenti e/o in corso formazione affrontano non sempre in maniera incisiva le priorità.
IL PRESIDENTE di David Granieri
La terra ai giovani! opo una lunga gestazione e una forte pressione da parte di Coldiretti hanno preso finalmente il via le operazioni sia a livello regionale che a livello di Roma Capitale per la cessione delle terre demaniali abbandonate ai giovani imprenditori agricoli desiderosi di intraprendere l’attività agricola, tutelare il proprio territorio e offrire il proprio contributo alla realizzazione di un modello di sviluppo sostenibile ed integrato in grado di dare risposte ai cittadini consumatori in termini di qualità e sicurezza del cibo oltre che di tutela e mantenimento del nostro patrimonio paesaggistico e storico. Per quanto concerne la Regione, quest’ultima ha affidato ad un Arsial – Agenzia regionale per l’innovazione e lo sviluppo nel Lazio, rinnovata nelle funzioni e nella gestione, il compito di redigere il bando. Gli ingredienti del bando possono essere sintetizzati così: 300 ha di terreno di proprietà pubblica messi a disposizione dei giovani, 150 mila euro come primo stanziamento per l’avvio del credito di conduzione e ulteriori 500 mila euro per l’attivazione di un fondo di garanzia, concordato con il sistema bancario attraverso il sistema dei Confidi, destinato a fungere da moltiplicatore per gli investimenti. Il primo bando riguarderà terreni delle province di Roma e Viterbo e sarà mirato all’affitto degli stessi in concessione amministrativa per la durata di 15 anni rinnovabili per ulteriori 15. Il canone di locazione sarà stabilito sulla base delle valutazioni correnti di mercato. Ma l’elemento, a mio parere, di maggior rilievo è dato dal fatto che la stipula del contratto di locazione sarà subordinato al piano di valorizzazione e di investimenti che dovrà essere presentato insieme alla richiesta di concessione. Ciò con l’obiettivo non soltanto di valorizzare e realmente rendere fruibile dal punto di vista agricolo le aree del patrimonio pubblico interessato ma anche per assicurare a vere imprese e veri imprenditori agricoli tale compito garantendo la loro permanenza attiva nel settore agricolo. Se poi questi piani di valorizzazione
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David Granieri, Presidente Coldiretti Roma e Lazio
troveranno il supporto del prossimo PSR 2014-2020, il cerchio si chiuderà e la priorità giovani troverà una sua concreta attuazione. Il bando in questione prevede non solo la priorità assoluta per i giovani ma il vincolo che si tratti di imprenditori agricoli in tutte le forme previste dalla legge. A questa importante iniziativa regionale si affianca l’approvazione da parte di Roma Capitale lo scorso 29 gennaio della delibera riguardante “Indirizzi per la realizzazione di interventi rivolti alla utilizzazione di quota parte del patrimonio di terreni di proprietà di Roma Capitale per promuovere lo sviluppo di nuove aziende agricole multifunzionali. Progetto ‘Roma, Città da Coltivare’”, che costituisce la prima attuazione da parte di un Ente Locale, su scala nazionale, delle disposizioni contenute nell’art. 66 del DL n. 1 del 2012, con il quale sono stati definiti gli indirizzi per l’assegnazione a giovani imprenditori agricoli, di età inferiore a 40 anni, dei terreni pubblici a vocazione agricola attualmente dismessi. Si tratta di una delibera quadro che stabilisce i criteri di assegnazione
delle ‘terre pubbliche’, a cui seguirà l’emanazione di diversi bandi, via via che si renderanno disponibili le aree da assegnare. Le prime aree sono state già individuate e faranno parte del primo bando, che sarà emanato a breve. Roma Capitale si propone così come modello di riferimento per le iniziative locali rivolte ad invertire il processo di consumo e abbandono del terreno coltivabile e per la promozione, in una nuova dimensione, dell’agricoltura urbana. Il provvedimento prevede che sia conferito al Dipartimento Patrimonio Sviluppo e Valorizzazione, d’intesa con il Dipartimento Tutela Ambientale, il mandato di individuare, nella disponibilità patrimoniale di Roma Capitale “aree ed edifici rurali da destinare al recupero produttivo agricolo e paesaggistico dell’Agro Romano”. La selezione degli immobili da destinare a questo scopo avverrà in primo luogo nell’ambito delle aree pervenute da cessioni e compensazioni urbanistiche e dei beni recentemente attribuiti dal Demanio dello Stato con la procedura di “federalismo demaniale”.
La delibera conferisce il mandato agli stessi Dipartimenti di Roma Capitale di procedere all’assegnazione delle aree e degli immobili rurali selezionati con bandi pubblici che dovranno rispondere alle seguenti direttive: a) prevedere la partecipazione, quali soggetti ammessi a concorrere, di imprenditori agricoli professionali, destinando a vantaggio dei giovani di età inferiore a 40 anni che intendano avviare l’attività imprenditoriale una quota superiore alla metà dei beni medesimi; b) la possibilità per i soggetti imprenditoriali al primo insediamento di avvalersi, a supporto della propria candidatura, di un accordo di partenariato con soggetti professionali già operanti in campo agricolo; c) l’aggiudicazione sulla base della migliore offerta tecnica, valutata sulla base del piano di sviluppo aziendale e del relativo programma di investimenti, nonché in base alla sussistenza nel piano stesso di attività agricole multifunzionali, del metodo di coltivazione biologico, di orientamenti colturali rivolti alla promozione della biodiversità, di attività rivolte allo sviluppo delle energie rinnovabili e al risparmio energetico, dell’entità di nuovi occupati previsti, anche in relazione all’impegno di persone socialmente svantaggiate; d) l’affitto degli immobili con contratto agrario, ai sensi della legge 3 maggio 1982, n. 203; e) interventi rivolti a promuovere le attività di filiera corta, facilitando il contatto diretto fra gli imprenditori assegnatari e i consumatori romani. La delibera costituisce la prima attuazione del progetto strategico di Roma Capitale denominato “Roma, Città da Coltivare”, che sarà implementato con successivi interventi dell’Amministrazione e sarà rivolto al recupero produttivo e ambientale dell’Agro Romano e alla diffusione della cultura e delle pratiche agricole nella cittadinanza.
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PRIMO PIANO di Andrea Fugaro
Via libera all’e-commerce diretto degli agricoltori l commercio elettronico dei prodotti agricoli e agroalimentari, il cd e-commerce, effettuato dagli agricoltori può avvenire senza alcun condizionamento di carattere amministrativo come è invece prescritto per tutti coloro che sono invece considerati dalla normativa vigente commercianti al dettaglio. Il principio è stato riconfermato da una risoluzione del Ministero dello Sviluppo Economico in risposta ad alcune richieste di chiarimento in materia di vendita via web. La risoluzione in questione conferma che la commercializzazione diretta dei prodotti agricoli e agroalimentari da parte degli stessi produttori agricoli può avvenire, in maniera facilitata, anche via web e non solo nei mercati locali e nelle forme tradizionali oggi previste. Infatti, tra le nuove forme d’impresa che si sono aperte nel settore agricolo, non mancano quelle che producono e commercializzano buona parte della loro produzione attraverso l’e-commerce che viene ora quindi strettamente equiparato alla vendita diretta distinguendola nettamente dalla vendita al dettaglio effettuata dai commercianti.
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Andrea Fugaro, Coldiretti
Il quesito che ha dato luogo alla risoluzione era stato posto da una cantina che produceva vino e intendeva venderlo tramite il Web e chiedeva quali procedure doveva seguire per poter esercitare tale forma di commercio. La risoluzione del Ministero dello Sviluppo Economico afferma e chiarisce che se l’azienda che intende vendere i vini che produce è un’impresa agricola regolarmente iscritta al registro delle imprese, l’attività di vendita è disciplinata dal decreto legislativo 18 maggio 2001 n. 228 (Legge di orientamento in agricoltura), il cui articolo 4 comma 4-bis dispone senza possibilità di inter-
cui si intende effettuarla ivi compreso il commercio elettronico. È evidente dunque che l’’agricoltore che effettua già la vendita diretta nei mercati, e che intende avviare anche la vendita tramite web dovrà solamente integrare la comunicazione precedente indicando la nuova modalità di vendita e l’elenco dei prodotti cui si riferisce. Ciò sta a significare che l’imprenditore agricolo, che effettua la vendita diretta tramite web, non essendo equiparata ad un’impresa artigiana o commerciale che effettua vendite al dettaglio, non è tenuto a sottostare a nessun
pretazione che “la vendita diretta mediante il commercio elettronico può essere iniziata contestualmente all’invio della comunicazione al comune del luogo ove ha sede l’azienda di produzione”. In tal caso l’azienda in questione e tenuta esclusivamente ad inviare una comunicazione che ai sensi del comma 3 del medesimo articolo 4, oltre alle indicazioni delle generalità del richiedente, dell’iscrizione nel registro delle imprese e degli estremi di ubicazione dell’azienda, deve contenere la specificazione dei prodotti di cui s’intende praticare la vendita e delle modalità con
adempimento specifico già previsto per tali imprese. Infatti le imprese artigiane sono tenute alla presentazione della Scia, la segnalazione certificata di inizio attività, allo Sportello Unico per le attività produttive del Comune nel quale si intende avviare l’attività di commercio via web. Nella dichiarazione, l’imprenditore deve anche dichiarare di possedere almeno uno dei seguenti requisiti che ovviamente non sono assolutamente previsti per l’imprenditore agricolo e cioè: a) avere frequentato con esito positivo un corso professionale per il
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PRIMO PIANO di Andrea Fugaro
commercio, la preparazione o la somministrazione degli alimenti, istituito o riconosciuto dalle regioni o dalle province autonome di Trento e Bolzano; b) avere, per almeno due anni, anche non continuativi, nel quinquennio precedente, esercitato in proprio attività d’impresa nel settore alimentare o nel settore della somministrazione di alimenti e bevande o aver prestato la propria
opera presso tali imprese, in qualità di dipendente qualificato, addetto alla vendita o all’amministrazione o alla preparazione degli alimenti o in qualità di socio lavoratore, o in altre posizioni equivalenti o, se trattasi di coniuge, parente o affine, entro il terzo grado, dell’imprenditore, in qualità di coadiutore familiare, comprovata dall’iscrizione all’istituto nazionale per la previdenza sociale;
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c) essere in possesso di un diploma di scuola secondaria superiore o di laurea anche triennale, o di altra scuola ad indirizzo professionale, almeno triennale, purché nel corso degli studi siano previste materie attinenti al commercio, alla preparazione o alla somministrazione degli alimenti. La risoluzione ministeriale ribadisce infine che quanto sopra richiamato, quindi, concerne le forme speciali di vendita al dettaglio si applica unicamente agli operatori che svolgono l’attività di acquisto per la rivendita ai consumatori finali. Di conseguenza tali disposizioni non trovano integralmente applicazione ad una serie di soggetti che pur potendo vendere ai consumatori finali non sono pero dettaglianti ovvero tutti quei soggetti che non rientrano nella definizione di commercio al dettaglio indicata dall’articolo 4 comma 1 lettera b) del decreto legislativo n. 114 del 1998, tra i quali anche e soprattutto gli imprenditori agricoli.
Piano di Sviluppo Rur
SPECIALE
rale ai nastri di partenza Individuare i fabbisogni di intervento oggi per misure incisive domani: l’importanza di un partenariato efficace a cura di Coldiretti Lazio
l percorso di redazione del nuovo Piano di Sviluppo Rurale della Regione Lazio valido per il periodo 2014-2020 ha preso avvio con l’apertura ufficiale del partenariato, cioè di quella fase di consultazione con gli attori e le parti sociali ed economiche del territorio interessate alla sua attuazione. Due delibere regionali hanno fissato tempi e modi per effettuare tale consultazione affinché la stessa non sia solo il passaggio formale voluto dalle normative comunitarie ma una vera partecipazione al processo decisionale da parte di tutti coloro che in futuro saranno beneficiari o comunque parti in causa della nuova programmazione dello Sviluppo Rurale. Il punto di partenza di questa fase di consultazione è stata la pubblicazione del regolamento comunitario 1305/2013 il quale, letto congiuntamente al regolamento CE n. 1305/2013, offre l’intero quadro disciplinare necessario alla redazione del nuovo Piano di Sviluppo Rurale.
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Le priorità dello Sviluppo Rurale dell’Unione Europea I Programmi di Sviluppo Rurale sostenuti dal FEASR dovranno perseguire le 6 priorità dell’Unione in materia di sviluppo rurale. Esse, peraltro, contribuiscono al raggiungimento degli undici obiettivi tematici che compongono il quadro di riferimento strategico della programmazione dei fondi comunitari per il periodo 2014-2020. Ciascuna priorità dell’Unione si articola poi, in più “focus area” come segue: N. PRIORITÀ
PAROLE CHIAVE (focus areas)
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Trasferimento conoscenze in agricoltura, forestazione e aree rurali
Capitale umano, cooperazione, reti tra agricoltura alimentare-foreste, innovazione, ricerca, formazione life-long
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Competitività tutti i tipi di agricoltura e vitalità imprese, promozione innovazione
Modernizzazione, nuove tecnologie, orientamento al mercato, diversificazione, ricambio competenze e generazionale
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a. Organizzazione catene alimentari Competitività, integrazione filiere, aggregazione, più valore alle produzioni e benessere animale agricole, promozione qualità, catene corte b. Gestione del rischio Prevenzione e gestione del rischio
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Preservare e migliorare ecosistemi Biodiversità, paesaggio, acqua, erosione suoli collegati all’agricoltura Aree con particolari vincoli, fertilizzanti
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Transizione verso una “low carbon Uso di acqua energia rifiuti, emissioneconservazione-sequestro CO2 economy”
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Sviluppo potenziale occupazionale e Diversificazione, creazione-sviluppo lavoro e piccole imprese, inclusione sviluppo rurale sociale, povertà, sviluppo locale
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SPECIALE
Le novità della programmazione dello Sviluppo Rurale Sono abbastanza evidenti alcune novità di fondo, che dovranno essere assimilate dagli stakeholders. In termini generali, quelle che appaiono più rilevanti sono le seguenti: • l’intero processo di programmazione pone al centro dei lavori, più che in passato, il “Quadro logico” su cui fondare le strategie di intervento e costruirne gli strumenti operativi. In sostanza, è richiesta una sorta di consequenzialità logica tra gli elementi della diagnosi, l’identificazione dei fabbisogni, la definizione delle priorità d’intervento, l’individuazione delle misure e la relativa allocazione finanziaria; • le attività di monitoraggio e valutazione vengono rafforzate e meglio finalizzate: Il ruolo del monitoraggio e della valutazione è determinante nella definizio-
ne del quadro strategico e nella successiva valutazione dei risultati dei Programmi; • oltre all’approccio Leader, la proposta di regolamento Feasr consente la possibilità di articolare, all’interno dei PSR, specifici sottoprogrammi tematici. In passato, ed anche nell’attuale programmazione 2007-2013, in molti PSR sono state previste forme di progettazione integrata (territoriale o di filiera). Si è sempre trattato, tuttavia, di schemi attuativi non previsti dai regolamenti e, pertanto, hanno conosciuto difficoltà nell’attuazione operativa. Stavolta, invece, la previsione di una base giuridica ben precisa ne dovrebbe favorire l’attuazione; • la Commissione esige una maggiore semplificazione, che va tradotta sia in sede di elaborazione dei Programmi (e delle schede di misura), sia in relazione alla necessità di diminuire il gravame amministrativo e burocratico per i beneficiari.
Le misure del nuovo PSR MISURA
BENEFICIARI
PAGAMENTI E MASSIMALI
Servizi di consulenza, sostituzione e di assistenza gestione aziende agricole, giovani
Fornitori di assistenza tecnica e servizi formativi
1500 per assistenza; 200.000 per 3 anni per training ai gestori del servizio
– Investimenti nelle aziende agricole – Investimenti trasformazione e commercializzazione
Agricoltori o gruppi di agricoltori, giovani, nuove installazioni
50% nelle reg. meno sviluppate, 40% nelle altre. + 20% per giovani o progetti integrati e collettivi o aree con vincoli naturali o operazioni sostenute dall’EIP
Sviluppo delle aziende agricole e delle imprese
Giovani agric, agric o membri di famiglie agricole, micro- e piccole imprese, no agric. nelle aree rurali (solo active farmer)
70.000 per giovane, 70.000 azienda agricola, 15.000 per piccola impresa
Cooperazione
almeno due attori dell’agricoltura, filiere alimentari lunghe/corte, forestazione, altri attori rurali (Leader)
Prog.pilota, nuovi prod., piattaf. logistiche, forme di integr.orizz/vert, promoz.
Trasferimento di conoscenze e azioni di informazione, visite aziende agricole e forestali
Impegnati in agric., agro-alimentare e foreste, gestori fondiari e altri attori operanti nelle aree rurali
70% costi eleggibili
Investimenti silvicoltura e trasformazione e commercializzazione prodotti foreste
65% regioni meno sviluppate; 40% nelle altre
Regimi di qualità prodotti agricoli e alimentari
Tutti i produttori
3000 per azienda per anno
Indennità zone soggette a vincoli naturali o altri vincoli specifici
Agricoltori nelle aree montane e altre aree condizionate da vincoli naturali o altri specifici (solo active farmer)
25 Min per ha/anno, 250 Max per ha/anno, 450 Max per ha/anno nelle aree montane
Ristrutturaz. potenziale agricolo danneggiato da disastri naturali, avversità clima e azioni di prevenzione
Agricoltori o gruppi di agricoltori
80%, 100% se operazioni collettive o disastri naturali
Gruppi di produttori con impresa di micro- piccola- o media dimensione
Pag.flat 10%-10%- 8%- 6%- 4% digressivo dal primo al quinto anno, max 100.000
Prevenzione e ripristino delle foreste danneggiate da incendi, calamità naturali ed eventi catastrofici Costituzione di gruppi e organizzazioni di produttori Benessere degli animali
Agricoltori (solo active farmer)
500 per unità di bestiame, annuale
Assicurazione del raccolto, degli animali e delle piante
agricoltori, fondi mutualistici (solo active farmer)
75% del premio assicurativo, per perdite >30%
Fondi di mutualizzazione per le epizoozie e le fitopatie e per le emergenze ambientali
agricoltori, fondi mutualistici (solo active farmer)
65% dei costi ammissibili
Strumento di stabilizzazione del reddito
agricoltori, fondi mutualistici (solo active farmer)
per perdite >30%, copertura <70% della perdita
Servizi di base e rinnovamento dei villaggi nelle zone rurali
Infrastrutture di piccola scala
Infrastrutture di piccola scala
Gruppi di azione locale LEADER
Gruppi di azione locale (istituzioni pubbliche <50% dei voti, nessun singolo privato può avere > 49% dei voti)
Strategie di sviluppo locale (rispondere ai bisogni e potenziale di uno specifico territorio sub-regionale con soluzioni innovative per il contesto locale)
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MISURA
BENEFICIARI
PAGAMENTI E MASSIMALI
Forestazione e imboschimento Allestimento di sistemi agroforestali
80%/100%
Pagamenti agro-climatico-ambientali (misura obbligatoria)
Agricoltori, gruppi di agricoltori e altri 600 €/ha/anno x colture annuali, gestori forestali (premio se gruppi) 900 €/ha/anno x poliennali, 450 €/ha/anno altri usi, (escluso double funding) 200 €/anno/un bestiame per 5-7 anni
Agricoltura biologica
Agricoltori, gruppi di agricoltori (solo active farmer) (escluso double funding)
600 €/ha/anno per annuali, 900 €/ha/anno per poliennali, 450 €/ha/anno altri usi, x 5-7 anni
Indennità Natura 2000 e direttiva quadro sulle acque
Agricoltori, prop. privati di foreste e assoc proprietari forestali (escluso double funding)
500 €/ha/anno iniziale e fino a 5 anni, 200 €/ha/anno proprietari, 50 €/ha/anno min x direttiva acque 200 €/ha/anno, per 5-7 anni
Servizi silvo-climatico-ambientali e salvaguardia della foresta
Alla luce di questo quadro normativo la costruzione del PSR è cominciato attraverso il seguente schema sul quale il partenariato viene chiamato a confrontarsi per verificare che siano stati individuati tutti i fabbisogni di intervento rilevanti e fornire una prima indicazione sulla gerarchia dei fabbisogni individuati. A. La descrizione del contesto territoriale regionale articolata in base agli indicatori comuni di contesto previsti dalla Commissione a livello europeo e ad eventuali indicatori specifici di programma che
possono aiutare a verificare nel corso del tempo elementi di contesto sui quali il programma andrà ad incidere; B. L’analisi SWOT (realizzata per ogni focus area), che individua i punti di forza e debolezza le opportunità e le minacce che il PSR dovrà tenere in considerazione per articolare la strategia; C. L’identificazione dei fabbisogni di intervento sui quali il PSR potrà incidere. Al momento sono stati identificati 43 fabbisogni.
N.
FABBISOGNI DI INTERVENTO
1 2 3 4 5 6 7 8 8 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20 21 22 23 24 25 26 27 28 29 30 31 32 33 34 35 36 37 38 39 40 41 42 43
Sostenere un sistema dell’offerta formativa regionale basato sulle vocazioni dei territori di riferimento e delle caratteristiche aziendali Promuovere nuove forme di conoscenza e sostenere l’interazione e la cooperazione tra le aziende Favorire l’adozione e la diffusione dell’innovazione per migliorare la sostenibilità ambientale aziendale Aumentare la coerenza delle attività di ricerca con le esigenze del mondo agricolo e rurale Garantire l’accrescimento delle competenze in tutte le fasi del ciclo vitale dell’impresa agricola e forestale Accrescere le competenze dei giovani nel settore agricolo e forestale Sostenere i processi di riconversione verso produzioni orientate al mercato Incentivare i processi di ricomposizione fondiaria Incentivare gli investimenti a supporto della competitività e innovazione Stimolare la diversificazione delle attività agricole e non agricole nelle aree rurali Promuovere la partecipazione a regimi di qualità comunitari e regimi di certificazione nelle aziende agricole Migliorare l accesso al credito e le tecniche di gestione del credito Favorire i processi di ricambio generazionale interno alle aziende Agevolare l accesso al capitale fondiario da parte di giovani agricoltori Promozione delle produzioni a marchio di qualità e marchi regionali Favorire lo sviluppo dei canali di commercializzazione legati alla vendita diretta e alla filiera corta Sostenere la cooperazione tra i produttori locali Miglioramento dell’integrazione e dell’efficienza di filiera Miglioramento delle tecniche di Risk Management Promuovere l’utilizzo dei sistemi assicurativi agricoli Mantenere e ripristinare le formazioni erbose e gli elementi del paesaggio agro-pastorale della tradizione Consolidare ed estendere ordinamenti e metodi di produzione con caratteristiche di maggiore sostenibilità ambientale Migliorare e favorire la gestione sostenibile delle foreste anche in chiave multifunzionale Tutelare e valorizzare della diversità genetica agricola e forestale Ridurre l’impatto delle specie vegetali e animali invasive e problematiche e ripristinare gli ecosistemi Sostenere le misure di conservazione per le aree tutelate e le specie minacciate Riqualificare, in chiave multifunzionale, i paesaggi rurali compromessi Gestione e manutenzione del reticolo idrografico e delle reti di drenaggio Favorire la diffusione di pratiche agricole per la riduzione del rischio di erosione e l’incremento del contenuto di sostanza organica nei suoli Razionalizzazione dell’uso delle risorse idriche e promuovere lo stoccaggio a livello intra e inter aziendale Promuovere l’ulteriore diffusione di sistemi irrigui ad alta efficienza Promuovere l’adozione di tecniche e processi ad elevata efficienza energetica nelle aziende agricole e nell’agro-industria Promuovere il recupero e la valorizzazione dei sottoprodotti e degli scarti dell’agricoltura, della selvicoltura e dell’industria alimentare Sviluppare le bioenergie con l’adozione di sistemi a basse emissioni di sostanze inquinanti e limitando la sottrazione di suolo agricolo Incentivare la filiera bosco-legno-energia e le relative infrastrutture a supporto su scala locale Ridurre i livelli di emissione di gas ad effetto serra da input agricoli (fertilizzanti azotati) e da deiezioni zootecniche Salvaguardare e migliorare il patrimonio forestale e la provvigione dei boschi in relazione alla capacità di sequestro del carbonio Massimizzare la funzione di sequestro e stoccaggio del carbonio nei prodotti legnosi Favorire la realizzazione di azioni innovative di sistema nella erogazione di servizi essenziali alle popolazioni rurali Migliorare la capacità progettuale degli attori locali Organizzare e valorizzare il patrimonio storico, culturale, architettonico e ambientale delle aree rurali Migliorare la qualità e l’accessibilità delle ICT nelle aree rurali Stimolare l’utilizzo delle ICT nelle aree rurali
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SPECIALE
AT T U A L I TÀ / I N B R E V E a cura di Coldiretti Lazio
Latte, disinteresse della Regione I vertici di Coldiretti Lazio hanno espresso un grave disappunto nel prendere atto che il 16 gennaio sono stati sottoscritti i contratti relativi al prezzo del latte vaccino tra le principali cooperative di produzione laziale e la Centrale del Latte di Roma senza che la Regione abbia promosso con la dovuta determinazione, nonostante le reiterate richieste della Coldiretti, un accordo generale tra le parti, tradizionalmente punto di base per la sottoscrizione dei singoli contratti di conferimento. Stride la differenza con la Regione Lombardia che ha favorito l’accordo sul prezzo del latte tra le organizzazioni agricole professionali regionali e l‘Italatte per le consegne dal primo febbraio al 30 giugno 2014 mostrando di tenere in conto i segnali arrivati sia dal mercato nazionale che da quello internazionale segnalato anche dal continuo progresso del latte spot in Italia e all’estero. Fatto tanto più grave in quanto nelle ultime riunioni del tavolo sulla filiera zootecnica convocato dalla Regione Lazio, l’assessorato aveva più volte sottolineato la necessità di discutere il futuro della filiera e le future politiche del settore alla luce della nuova PAC.
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Coldiretti Lazio ha sempre sostenuto, e l’accordo della Lombardia lo dimostra, che il presupposto per poter decidere ed attuare le politiche non possa non passare per un impegno della Regione per agevolare la determinazione di un prezzo indicativo equo della materia prima da cui dipende la stessa sopravvivenza delle stalle laziali oltre che il mantenimento dei parametri di qualità necessari a valorizzare il latte locale e chi lo produce sul territorio laziale. Il richiesto intervento della Regione in un accordo sul prezzo del latte, sul modello lombardo non avrebbe avuto nessun intento dirigistico, ma soltanto un ruolo propulsore a stimolare una reciproca collaborazione tra le parti per una giusta programmazione delle attività agricole, con l’obiettivo di fornire un quadro chiaro, anche alla Regione stessa, per la messa a punto delle necessarie politiche a favore del comparto.
UeCoop: Aldo Mattia vicepresidente l direttore di Coldiretti Lazio, Aldo Mattia, in qualità di vicepresidente di CreditAgri, è stato nominato ieri, dall’Assemblea nazionale, vice presidente di UeCoop, l’Unione Europea delle Cooperative che rappresenta oltre 4.000 Cooperative che operano in tutti i settori cooperativi (agricoltura, pesca, produzione lavoro, sociale, abitazione, cultura, turismo, sport, ecc), alla quale fanno capo oltre mezzo milione di soci presenti in tutte le regioni. Aldo Mattia è alla direzione di Coldiretti Lazio dal 2009, un’organizzazione arrivata oggi a contare su numeri importanti: circa 40.000 imprese agricole socie e circa 500 cooperative che aderi-
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scono a UeCoop Lazio (la compagine regionale più numerosa) che operano in diversi settori, ed è vicepresidente di CreditAgri da circa due anni . “Mi è stato conferito un incarico di responsabilità nel quale metterò senz’altro tutto l’impegno possibile dal momento che quello di UeCoop è un nuovo percorso – ha detto Mattia – che dà la possibilità alle cooperative di portare avanti le proprie idee, i propri progetti ed il proprio contributo per valorizzare il Made in Italy”. “Le altre centrali cooperative – ha proseguito Mattia – ci guardano con interesse anche per il rapporto che siamo riusciti a costruire con le Istituzioni e per il Codice Etico di autoregolamentazione che ci siamo dati, ispirato al rigoroso rispetto dei principi costituzionali e normativi alla base della mutualità, la barra cui ancorare l’azione di UeCoop, come ha ricordato il neo presidente di UeCoop Giampietro Losapio, al quale formulo, naturalmente, i migliori auguri di buon lavoro”.
UeCoop, Losapio presidente ianpietro Losapio di 43 anni impegnato professionalmente da oltre 15 anni nel mondo della cooperazione sociale è stato eletto dall’Assemblea nazionale presidente di UeCoop. “Rivoluzionare una rappresentanza fatta tutta di quantità, numeri, crescita a tutti i costi, con l’ansia di occupare e coprire spazi per l’auto mantenimento che ha spesso dimenticato i principi alla base della mutualità e della cooperazione”. È questo uno degli obiettivi del neo presidente di UeCoop Gianpietro Losapio enunciati al momento dell’elezione nell’annunciare la promozione di un Codice Etico di autoregolamentazione.
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AT T U A L I TÀ / I N B R E V E a cura di Coldiretti Lazio
Coldiretti, cambia la struttura organizzativa ovità nella struttura organizzativa della Coldiretti nazionale. Dopo l’elezione a Presidente, Roberto Moncalvo ha ratificato la nomina a Segretario Generale di Vincenzo Gesmundo che avrà competenze di assistenza agli Organi confederali nella definizione e nell’attuazione delle linee di politica sindacale e generale della Confederazione. Il suo ruolo prevede la programmazione, la direzione e il coordinamento dell’attività delle Aree e l’esercizio del potere di indirizzo e vigilanza sulle strutture territoriali, per l’attuazione delle deliberazioni degli Organi Confederali, rispondendone al Presidente. Inoltre i vertici dell’Area Organizzazione e Servizi e dell’Area Economica sono stati affidati rispettivamente a Bruno Rivarossa e Gianluca Lelli. Rivarossa, già direttore delle Federazioni del Piemonte e di Cuneo, curerà l’impianto organizzativo territoriale compreso il sistema di servizi alle imprese agricole nonché le iniziative di carattere sindacale. Gianluca Lelli, che lascia la direzione della Coldiretti Emilia Romagna e di Bologna, guiderà, invece l’Area Economica, occupandosi della valorizzazione delle produzioni agricole e delle politiche comunitarie e interfacciandosi con le Società promosse da Coldiretti per rafforzare la presenza degli imprenditori agricoli sul mercato.
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sta da rappresentanti provenienti da tutte le Province e Regioni italiane, in rappresentanza di oltre 40mila giovani. La neodelegata, che ha ricevuto le congratulazioni “in diretta” dal nuovo ministro delle Politiche agricole alimentari e forestali, Maurizio Martina, presente all’Assemblea, guiderà un esecutivo nazionale composto per il 50% da donne e per il 50% da uomini. Un esempio dei tanti ragazzi che hanno scelto la professione di agricoltori portando nel lavoro quel contributo di innovazione che rappresenta oggi la chiave del successo imprenditoriale. All’inizio ha provato a coltivare ortaggi per l’industria, poi la svolta arrivata poco dopo, grazie a un’autentica folgorazione per la “Policoltura ma-pi”, dal nome di Mario Pianesi, l’uomo che ha portato il macrobiotico in Italia. Ha iniziato così a coltivare cavoli, insalata, carote, finocchi coi quali oggi rifornisce i punti macrobiotici della provincia di Ancona. Nel frattempo si è laureata in Scienze e tecnologie agrarie all’Università Politecnica delle Marche, con una tesi sullo spopolamento degli alveari.
Maria Letizia Gardoni leader giovani Maria Letizia Gardoni, 25 anni di Osimo (Ancona), il nuovo leader dei giovani agricoltori italiani. È stata eletta dall’Assemblea di Coldiretti Giovani Impresa, compo-
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Luzi nuovo presidente di Epaca iannalberto Luzi è il nuovo presidente dell’Epaca, il patronato della Coldiretti per i servizi alla persona. Primo Patronato in Italia nel mondo del lavoro autonomo e per l’assistenza Inail, Epaca è una realtà che conta oltre tre milioni di contatti annui. Garantisce informazioni, consulenze e servizi in materia di previdenza e assistenza, diritto di famiglia e successione, mercato del lavoro, assistenza sanitaria, prestazioni sociali legate al reddito. Sposato con un figlio, laureato in lettere classiche, Giannalberto Luzi da sempre attento alle problematiche sociali dal 2001 è presidente regionale di Coldiretti Marche, un periodo durante il quale ha vissuto da protagonista il progetto di rigenerazione che ha cambiato profondamente il volto dell’agricoltura marchigiana. Ma Luzi è stato anche membro del Consiglio di Presidenza del Cnel e presidente nazionale del Consorzio 5R per la valorizzazione delle carni bovine e delle razze bianche pregiate e, dal 1988 al 2002, della Bovinmarche, con la quale ha avviato il primo sistema elettronico di tracciabilità delle carni “dalla stalla alla tavola”.
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L’AGRICOLTURA IN… EUROPA a cura di Andrea Fugaro
Parlamento europeo: lotta alle frodi alimentari
el mese di gennaio 2014 il Parlamento Europeo ha approvato una Risoluzione non legislativa ma dal contenuto e valore di forte indirizzo per l’agire delle Istituzioni comunitarie e degli Stati membri, provenendo dall’unico organo democratico dell’Unione Europea, relativamente al tema della crisi alimentare, delle frodi nella catena agroalimentare e dei relativi controlli. Il testo della risoluzione parlamentare evidenzia con chiarezza gli effetti negativi degli inganni alimentari sulla fiducia dei consumatori, sulla sicurezza alimentare, sul funzionamento della catena alimentare europea e sulla stessa stabilità dei prezzi agricoli. Gli europarlamentari si rammaricano del fatto che la lotta alla frode alimentare sia considerato un punto nuovo nell’agenda europea e che in
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passato non sia stata mai considerata una priorità sul piano dell’elaborazione e dell’applicazione delle leggi a livello europeo e nazionale. A tale distrazione dell’Unione Europea ha contribuito, secondo l’Europarlamento, la mancanza di una definizione univoca di frode alimentare lasciando agli Stati membri tale onere in maniera disomogenea. Per questo è fondamentale ed essenziale, la risoluzione di una definizione uniforme che permetta di sviluppare un approccio europeo alla lotta alla frode alimentare. La risoluzione continua constatando che i recenti casi di frode alimentare hanno messo in luce l’esistenza di diverse tipologie di inganno, come la sostituzione di ingredienti, l’indicazione scorretta delle specie animali utilizzate o del peso, l’uso ingiustificato di loghi di qualità riguardanti l’origine. Non a caso tra gli alimenti maggiormente soggetti a frode figurano, l’olio d’oliva, il pesce, i prodotti biologici, i cereali, la carne, il latte, il miele e il vino. Questa tendenza crescente alle frodi, sostiene l’istituzione di Strasburgo, riflette una debolezza strutturale della filiera alimentare aumentata dal carattere nazionale dei controlli e delle sanzioni. Tale costatazione conduce il PE a chiedere con forza alla Commissione Europea e agli Stati membri una raccolta sistematica dei dati e delle migliori pratiche di contrasto oltre che l’istituzione di un laboratorio di riferimento UE 14
per l’autenticità dei prodotti. Tale richiesta si inserisce nell’ambito del passaggio della risoluzione dove il PE sottolinea l’importanza dell’origine in etichetta ritenendo che la stessa possa contribuire a una migliore tracciabilità lungo la filiera oltre che creare rapporti più stabili tra fornitori e imprese di trasformazione e una maggiore affidabilità delle informazioni per i consumatori aumentandone la fiducia. Un forte accento la risoluzione lo pone sulla necessità di un rafforzamento del sistema dei controlli e delle relative sanzioni. Per quanto riguarda i controlli il PE richiama la responsabilità delle imprese a completamento del sistema ufficiale con l’invito a sviluppare iniziative anti frode del settore privato come autocontrolli, analisi, piani di tracciabilità, audit e certificazioni. Sul piano delle sanzioni gli eurodeputati invitano gli Stati membri a fissarne di tali che corrispondano almeno ad un importo doppio a quello del vantaggio economico conseguito con l’attività fraudolenta, aggiungendo come ulteriore deterrente anche sanzioni penali quando la frode mette chiaramente a repentaglio la salute pubblica. Infine, merita di essere ricordato l’invito del PE direttamente alla Commissione Europea di avanzare proposte legislative per “un’etichetta relativa alla commercializzazione locale e alla vendita diretta” al fine di promuovere i mercati interessati e aiutare gli agricoltori ad aggiungere valore ai loro prodotti.
L’AGRICOLTURA IN… POLITICA a cura di Andrea Fugaro
Collegato agricolo alla Legge di stabilità: minestrone senza sapore l ddl approvato dal Consiglio dei Ministri sulle Disposizioni in materia di semplificazione, razionalizzazione e competitività del settore agricolo, agroalimentare e della pesca sarà ricordato come il Collegato alla legge di stabilità per il 2014. Il provvedimento è stato presentato dall’ormai ex Presidente del Consiglio Enrico Letta nella sua prima uscita anche come ex ministro per le Politiche agricole ad interim dopo le dimissioni di Nunzia De Gerolamo travolta dall’“Irpinia-gate” e costituisce una vera novità in materia di legislazione agroalimentare. Negli ultimi anni, infatti, si erano visti solo provvedimenti settoriali come quello famoso sull’olio di oliva o misure altrettanto marginali inserite e approvate come emendamenti di altre leggi “carrozzoni”. Il ddl in questione, strategico per il settore agricolo e agroalimentare, in realtà non è altro che una legge delega che da’ mandato al Governo di
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emanare, mediamente entro dodici mesi e magari anche oltre, i relativi provvedimenti applicativi sotto forma di decreti legislativi o decreti regolamentari. Si tratta quindi di una serie di dichiarazioni d’intenti che riguardano vari argomenti e che già in sede di approvazione parlamentare del ddl potrebbero incontrare non poche difficoltà. Sarà infatti difficile ottenere il consenso della maggioranza su un provvedimento che sfiora numerosi argomenti dove le posizioni delle parti politiche e sociali possono non essere convergenti. La lettura dello schema di ddl approvato dal Consiglio dei Ministri appare piuttosto come una sommatoria di vari provvedimenti rimasti nel cassetto per cui viene da pensare che si voglia far passare come un importante provvedimento quello che in realtà non è altro che uno svuota cassetti dell’ufficio legislativo del Mipaaf. E la conferma di questa ipotesi viene anche dalla constatazione che lo 15
schema del ddl approvato dal Consiglio dei Ministri e diffuso alla stampa, riporta una numerazione degli articoli ripetuta, a seconda degli argomenti trattati, a conferma del taglia e cuci senza collazionatura. La materia legislativa risulta suddivisa in 4 titoli in modo da dare un minimo di classificazione e assimilazione alle varie disposizioni. Il primo titolo concerne le semplificazioni che dovranno riguardare il sistema dei controlli nel settore agroalimentare, attraverso la costituzione di una banca dati dei verbali dei controlli, compresi quelli positivi, per evitare, comunque, la duplicazione dei controlli stessi. Le banche dati si arricchiranno di un nuovo sistema informativo riguardante il settore biologico, affidato, come altre banche dati, al Sian, il sistema informatico agricolo nazionale. Tra le altre norme rilevanti di questo titolo vi è anche il riordino normativo del settore della pesca e semplificazioni per i contratti
L’AGRICOLTURA IN… POLITICA a cura di Andrea Fugaro
agrari e i Centri di assistenza agricola. Il titolo secondo si riferisce alle norme in materia di contenimento della spesa pubblica che riguarda gli enti vigilati dal Ministero e cioè Agea, Agecontrol, Inea e Ismea per i quali si propongono cure drastiche ma non nuove. Viene riproposta ancora una volta, come era accaduto ripetutamente in passato, la soppressione dell’Agecontrol, dell’Inea che verrebbe assorbita dal Cra e, dulcis in fundo, dell’Agea le cui funzioni dovrebbero (ri)passare al Mipaaf e cioè da dove erano state trasferite qualche decennio addietro. L’unico Ente che aumenta le proprie funzioni è l’Ismea al quale vengono trasferite le funzioni dell’Isa in modo da razionalizzare tutto il sistema creditizio. Nel titolo terzo si trovano le misure per la competitività e lo sviluppo delle imprese agricole alle quali vengono estesi i benefici dei contratti di rete. Ma il punto più qualificante può essere considerata la norma che consente alle imprese agricole che investono in nuove tecnologie di fruire di un credito d’imposta fino al 40% degli investimenti effettuati per gli anni 2014 e 2015 stanziando a tal fine 5 ml di euro per ciascuno degli
anni fiscali interessati e 2,5 ml per l’anno 2016. Le altre norme riguardanti l’istituzione di un marchio Made in Italy e la priorità per le mense scolastiche di fare acquisti di prodotti a KM 0 e proveniente da aziende che fanno agricoltura sociale, sono destinate ad essere realizzate in tempi lunghi in quanto per ora vengono solo definiti i principi generali. Il quarto ed ultimo titolo riguarda specifici prodotti che si
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restringono esclusivamente al pomodoro e al riso. Per questi due comparti viene riscritta l’intera normativa che va dalla definizione di ciascun prodotto alla descrizione dei requisiti tecnici e merceologici che devono avere e alle modalità di commercializzazione. Pomodoro e riso sono infatti due prodotti sensibili e a rischio frodi proprio per la carenza dell’attuale legislazione per cui si ritiene di intervenire per regolamentare meglio e più razionalmente l’intera materia. La diversità degli argomenti trattati da questo disegno di legge e il loro notevole approfondimento richiesto in sede di approvazione aumenta il rischio di disomogeneità del provvedimento stesso e di difficoltà cui potrebbe andare incontro nel corso del suo iter parlamentare. Il rischio più grosso che tutte queste norme dopo che erano finite dimenticate nei cassetti ministeriali finiscano dimenticate nei cassetti parlamentari e in particolare in quelli di qualche Commissione parlamentare senza mai arrivare in Aula.
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Coldiretti Lazio e la vendita sul web Sperimentata la prima Bottega Italiana e-commerce con un “progetto pilota” di vendita diretta online dell’agroalimentare di alta qualità
di Alessandra Cori
iù di 30 milioni di italiani oggi possiedono uno smartphone e ben 22 milioni di questi lo usano per navigare. Secondo alcune indagini condotte da Coldiretti, oltre il 10% degli acquisti è fatto da uno smartphone o un tablet, cifra più che raddoppiata rispetto al 2012. Numeri importanti che spingono a guardare con interesse alle nuove tecnologie anche settori tradizionalmente legati a vecchi sistemi, come quello della vendita di prodotti alimentari, dove ancora conta molto il contatto visivo e fisico con l’oggetto da acquistare ed il contatto umano con il venditore. Non risulta presente, oggi, in Italia, a parte piccole realtà, nessuna piattaforma alimentare per vendita diretta online che abbia una forza aggregativa abbastanza importante per competere con i colossi della grande distribuzione e dell’industria. Ecco allora che Coldiretti Lazio ha voluto sperimentare, prima tra le Federazioni dell’Organizzazione, la Bottega Italiana e-commerce, ovvero una vendita diretta online di prodotti agroalimentari, attraverso un “progetto pilota” avviato durante le feste di Natale 2013.
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Pasta, legumi, olio, vino, formaggi, salumi, biologico, sono tra i principali prodotti selezionati per confezionare 16 tipologie diverse di confezioni natalizie che sono state aggregate per fasce di prezzo: fino a 30e, fra i 30 e i 50e, oltre i 50e. Risultato: in 3 settimane di sperimentazione sono stati venduti oltre 200 cesti alimentari e quasi 1000 prodotti. Il progetto si è avvalso del supporto di una quarantina di aziende agricole, di Roma e Lazio, aderenti alla Rete di Campagna Amica e presenti al Mercato del Circo Massimo, di Via San Teodoro 74 a Roma, che hanno messo a disposizione i prodotti alimentari di propria produzione, ed è stato sponsorizzato da Agriventure e Gruppo Intesa Sanpaolo. “I dati in nostro possesso, presentati durante una conferenza stampa il 25 gennaio scorso, relativi alla 17
prima fase sperimentale – ha detto il direttore di Coldiretti Lazio, Aldo Mattia – ci spingono ad ampliare i nostri orizzonti e ad utilizzare anche questo nuovo sistema di vendita diretta online per dare ad un pubblico sempre più ampio, la possibilità di acquistare prodotti alimentari di alta qualità, garantiti dal nome Coldiretti e controllati lungo l’intera filiera, la migliore espressione del Made in Italy. Un acquisto sicuro che spero faccia la differenza anche nel mercato italiano di internet, che un numero sempre maggiore di utenti, nel nostro Paese, sta dimostrando di apprezzare molto per altre categorie merceologiche”. PERCHÉ FARE E-COMMERCE DEI PRODOTTI ALIMENTARI? In Francia, Germania, Inghilterra, Olanda e Austria l’e-commerce Alimentare è molto sviluppato. Da gennaio 2010 in tutta Europa l’inflazione del costo del cibo è stato un trend costante:gli italiani si stanno affidando sempre di più al web per i loro acquisti, dove il risparmio combatte l’aumento di costo dell’inflazione, replicando il modello comportamentale degli altri cittadini dell’Unione Europea. Spesso il cliente dell’e-commerce «alimentare» non bada ai limiti di spesa, essendo un acquirente episodico.
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L’E-COMMERCE ALIMENTARE IN ITALIA NEL 2013 OBIETTIVI DELLA FASE SPERIMENTALE • Verificare i tempi di risposta e la capacità produttiva delle aziende più piccole • Analizzare le fasce orarie più “calde”per acquisto e disponibilità di consegna • Testare le performance della logistica e distribuzione su Roma • Verifica di congruenza del target ipotizzato per il futuro e-commerce regionale
E, infatti, i primi risultati sembrano incoraggiare ad andare avanti in questa direzione: in meno di 21 giorni di fase sperimentale, il numero dei visitatori del sito http://www.agri-commerce.it, è stato di 7000 pagine visitate, con il risultato di 1 cesto venduto ogni 4 visitatori, in netta controtendenza al trend dell’e-commerce italiano del 2013, che vede in media 1 vendita ogni 20 visite. Coldiretti Lazio mira, attraverso l’e-commerce della Bottega Italiana online, ad implementare un acquisto facile e sicuro dei prodotti, ad una scelta di risparmio legato all’etica di un acquisto ecosostenibile, puntando sulla genuinità e tracciabilità di un buon Made in Italy a KM 0. Un altro dato che emerge da questa prima fase di sperimentazione è il profilo dell’utente medio: è un acquirente episodico, di fascia alta (i cesti di Natale più venduti sono risultati quelli più costosi, di prezzo superiore ai 50e ciascuno), per il 60% ha tra i 18 e i 34 anni, è appassionato di sport, per il 54% è un uomo giovane e single, ed è interessato alle ricette e ai prodotti alimentari ad essi connessi. IL MERCATO AGROALIMENTARE IN ITALIA Il settore agroalimentare in Italia è in sofferenza e gli ultimi dati Coldiretti mostrano un trend in contrazione: • Natale: spesa a tavola -8%. Gli italiani non rinunciano all’appuntamento più tradizionale dell’anno per il quale si è speso però molto meno rispetto allo scorso anno. • Commercio: giù anche GDO, crescono solo discount (+1,5%). I dati Istat relativi al commercio al dettaglio di ottobre evidenziano il calo delle vendite in tutte le tipologie distributive per l’alimentare, dal -2,8% dei piccoli negozi al -1,2% dei supermercati, ma anche -0,3% per gli ipermercati. Aumentano solo le vendite di cibo low cost nei discount alimentari con un incremento del 2,4% ad ottobre e dell’1,5% nei primi nove mesi del 2013.
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I dati di mercato mettono in evidenza che in Italia solo il 9% degli utenti che fanno acquisti su internet comprano in ambito alimentare, con un peso sul fatturato complessivo e-commerce intorno all’1,2% (il dato più basso in EU), contro il dato UK che sia attesta al 5,5% (il dato più alto in EU). Su un fatturato complessivo e-commerce in Italia pari a circa 11 miliardi di euro la quota dell’1,2% relativa al settore alimentare si attesta intorno ai 132 milioni di euro all’anno (il 90% del quale è ottenuto da un unico operatore GDO). La vendita direttamente dal produttore, da cui si acquistano prodotti di nicchia (vini, formaggi, olio) o ortaggi locali, per contribuire il meno possibile alla carbon footprint è alla base di piccole realtà che sfruttano la logica dei gruppi d’acquisto o tecniche di marketing avanzato come la gamification (l’orto in affido che ti costruisci sul sito e poi ricevi i prodotti freschi a casa). Nelle realtà più interessanti troviamo piccole società che contano su alcune aziende agricole partner e migliaia di iscritti che hanno superato la diffidenza del consumatore che deve acquistare a scatola chiusa prodotti freschi raccontando l’azienda da dove provengono, e utilizzando i social network per condividere l’esperienza d’acquisto. Sui siti di queste aziende è importante anche la componente di servizio: ordino in pochi minuti e ottengo ortaggi freschi, con la filiera più corta possibile, a casa e all’ora preferita. Il consumatore tipo è donna, sui quarant’anni, di cultura e reddito medio-alto. È attenta alla qualità e alla genuinità del prodotto e consapevole della sua stagionalità. IL MERCATO AGROALIMENTARE MADE IN ITALY NEL MONDO Secondo dati Istat relativi al commercio estero, nel 2013 si è raggiunto un record storico per il valore delle esportazioni di prodotti agroalimentari italiani che ha raggiunto il massimo di sempre, arrivando a quota 33 miliardi di euro. La maggior parte delle esportazioni interessa i Paesi dell’Unione Europea per un valore stimato di 22,5 miliardi (+5%), ma il Made in Italy cresce anche negli Stati Uniti con 2,9 miliardi (+6%), nei mercati asiatici (+8%, 2,8 mld) e su quelli africani dove si è avuto un incremento del 12%, arrivando a quota 1,1 miliardi. Il miglior risultato è però quello che viene dall’Oceania, con un +13%. Tra i principali settori del Made in Italy, il prodotto più esportato si conferma il vino, con 5,1 miliardi (+8%) davanti all’ortofrutta fresca (4,5 mld), che cresce del 6%, mentre l’olio fa segnare un +10% che porta il valore complessivo a 1,3 miliardi di euro. Aumenta pure la pasta che rappresenta una voce importante del Made in Italy sulle tavole straniere con 2,2 miliardi (+4%).
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UeCoop Lazio, contro la crisi ci vuole etica Prima Assemblea regionale presso la Camera di Commercio di Roma alla presenza del presidente nazionale di Coldiretti, Roberto Moncalvo
di Alessandra Cori
a creazione di una nuova centrale cooperativa di imprese promossa da Coldiretti unite in una rete per realizzare progetti comuni, nuove opportunità di accesso al credito, agevolazione della fiscalità con valorizzazione della “vera” impresa cooperativa, sostegno alla creazione di occupazione, miglioramento della burocrazia, aumento di imprenditori competitivi e solidali, rilancio della crescita attraverso un modello di sviluppo sostenibile per uscire da un profondo e grave stato di crisi. Sono questi alcuni dei punti principali emersi durante la prima Assemblea regionale di UeCoop Lazio (dopo la presentazione del 12 giugno scorso sempre a Roma a Palazzo Rospigliosi, sede nazionale di Coldiretti), che si è svolta il 31 gennaio presso la Camera di Commercio di Roma, alla presenza del Presidente nazionale di Coldiretti Roberto Moncalvo, del Coordinatore organizzativo nazionale di UeCoop Vincenzo Sette, del Direttore di Coldiretti Lazio Aldo Mattia e del Segretario generale della Camera di Commercio di Roma Pietro Abate. L’Associazione Unione Europea delle Cooperative denominata (UeCoop) è stata riconosciuta e autorizzata quale Associazione nazionale di rappresentanza, assistenza e tutela del movimento cooperativo ai sensi dell’articolo 3 del decreto legislativo 2 agosto 2002, n. 220 con decreto del Ministero dello Sviluppo Economico. “Quella del Lazio è una realtà importante che, a pochi mesi dalla sua nascita, già conta su oltre 500 realtà cooperative che operano in diversi settori, qui rappresentate in gran numero” ha detto nel suo intervento il direttore della Coldiretti Lazio Aldo Mattia. “Un nuovo percorso – ha proseguito Mattia – che dà la possibilità alle cooperative di portare avanti le proprie idee, i propri progetti ed il proprio contributo per valorizzare il Made in Italy. Queste 500 imprese, che hanno deciso di scendere in campo con il nostro brend, hanno trovato in Coldiretti trasparenza, linearità, spirito di cooperazione ed una coerenza nel rispettare quei valori nei quali ha dichiarato di crede-
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re sin dal principio”. “Le altre centrali cooperative – ha quindi concluso Mattia – ci guardano con interesse anche per il rapporto che siamo riusciti a costruire con le Istituzioni. Il presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti, ha condiviso l’alto spessore morale ed etico del progetto ed ha espresso il suo impegno a sostenere il lavoro di UeCoop Lazio. Anche se l’assessore alle Attività Produttive della Regione ancora pone degli ostacoli che però sono sicuro potremo superare con la nostra rappresentatività riconosciuta ed autorevole presso i tavoli tecnici di settore”. Le cooperative laziali aderenti a UeCoop sono giunte numerose all’appuntamento presso la Camera di Commercio di Roma che così hanno potuto confrontarsi dibattendo le problematiche legate alla contingenza attuale. Da tutte le province del Lazio, i rappresentanti hanno colto l’occasione per dare il proprio contributo al fine di plasmare la nuova centrale secondo le vere esigenze di una cooperazione che pone al centro l’uomo, la solidarietà e la condivisione. Gli interventi hanno messo in luce la necessità di una cooperazione sana e vivace, nella prospettiva di realizzare una rete che metta insieme le eccellenze settoriali di ognuna a favore delle altre.
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Inoltre è stato ricordato come questo grande progetto, con un Codice Etico che obblighi le cooperative a non spostarsi dai valori di partenza, costituisca una risposta alternativa per uscire dalla crisi attraverso un modello di crescita e sviluppo che veda insieme, imprese e cittadini che operano e vivono nello stesso territorio. Un progetto che mette al centro delle proprie azioni persona e territori, capitale umano e sociale, ricchezze naturali e culturali. Nelle intenzioni dei fondatori, UeCoop nasce come modello di un nuovo paradigma di sviluppo sostenibile che alimenti una moderna forma della rappresentanza profondamente rivoluzionata rispetto a quella conosciuta “fatta di quantità, numeri, crescita a tutti i costi, con l’ansia di occupare e coprire spazi per l’auto mantenimento che ha spesso dimenticato i principi alla base della mutualità e della cooperazione”, come ha spiegato il giovane neo presidente di UeCoop, Giampietro Losapio al momento dell’elezione da parte dell’Assemblea nazionale il 19 febbraio, parlando dei suoi obiettivi. Una barra dritta come risposta alla crisi etica, oltre che economica, nella cooperazione italiana, una cooperazione minata, come dimostrato dai continui fatti di cronaca legati allo spreco dei finanziamenti pubblici alla vendita dei marchi storici del Made in
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Italy, dal mancato rispetto dei diritti di soci e lavoratori fino ai guai giudiziari di amministratori e rappresentanti che rimangono al proprio posto nell’amministrare anche risorse pubbliche. Una situazione preoccupante che ha portato la nuova centrale cooperativa ad adottare il primo Codice Etico di autoregolamentazione per guidare tutti i comportamenti delle associate e di quanti sono chiamati a svolgere funzioni dirigenziali nel rispetto dei principi fondatori della cooperazione. Tanti i casi di mancato rispetto dei valori della cooperazione che, insieme ad altri fattori, contribuiranno a far sì che anche nel 2014, il 20% delle cooperative taglieranno posti di lavoro, solo il 10% li aumenterà ed il 70% li manterrà, secondo la prima analisi congiunturale dell’Alleanza delle Cooperative (Agci-Confcooperative-Legacoop) sugli ultimi quattro mesi 2013 e il primo quadrimestre di quest’anno. Con l’adozione del Codice Etico si prevede, tra l’altro, che ogni soggetto aderente a UeCoop si impegni a conformare la propria condotta al rispetto dei diritti fondamentali degli individui in conformità con la Dichiarazione Universale dei Diritti Umani dell’ONU, dei lavoratori e dei consumatori, astenendosi dal compiere azioni che possano minare la credibilità, l’etica e l’immagine del movimento cooperativo.
RIFLESSIONI di Paolo Carlotti
La famiglia tra crisi e rinascita l prossimo Sinodo dei Vescovi, previsto per ottobre, si occuperà della famiglia e soprattutto delle problematiche che continuano ad interessarla. Un’occasione per qualche riflessione che, come sono solito, desidererei fare insieme a voi. Papa Francesco, parlando ai cardinali riuniti per discutere proprio il tema della famiglia, ha detto: «La famiglia oggi è disprezzata, è maltrattata, e quello che ci è chiesto è di riconoscere quanto è bello, vero e buono formare una famiglia, essere famiglia oggi; quanto è indispensabile questo per la vita del mondo, per il futuro dell’umanità. Ci viene chiesto di mettere in evidenza il luminoso piano di Dio sulla famiglia e aiutare i coniugi a viverlo con gioia nella loro esistenza, accompagnandoli in tante difficoltà, con una pastorale intelligente, coraggiosa e piena d’amore». Ecco prima di tutto una parola di simpatia per la famiglia, per ogni famiglia, anche quella che non dovesse corrispondere alle nostre idee. Ancor prima di giudicare, una parola di amicizia e di solidarietà per tutte le famiglie. Siamo coinvolti tutti, tutti hanno una famiglia, perché tutti sono figli. Non c’è nessun uomo che sia venuto al mondo che non sia figlio! Quante volte ci dimentichiamo di valorizzare e diamo per scontati i fondamentali della nostra vita! Quante volte ci dimentichiamo delle persone che ci stanno accanto, talora da una vita. La famiglia monogamica, nata da un matrimonio indissolubile, la famiglia modello cristiano, è oggi uno dei modelli, forse neanche il prevalente, se si pensa che in
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d. Paolo Carlotti, Consigliere ecclesiastico regionale
alcune regioni italiane i matrimoni civili superano quelli religiosi. È un dato di fatto che molte famiglie sono finite, pur dando luogo talora a ‘famiglie allargate’. Non sempre poi la famiglia nasce da un matrimonio, civile o religioso che sia, anzi le convivenze prematrimoniali si moltiplicano fino a diventare la norma. La stessa concezione della coniugalità è soggetta a forti sfide, come quella che si interroga che sia per essa necessaria la differenza sessuale o se invece non sia possibile una coniugalità senza questa differenza. Anche il relativo costume sessuale ha subito una forte evoluzione, talora secondo un ideale libertario, secondo il quale è giusto che ognuno si scelga e si formi la vita che vuole, con l’unico vincolo a non ledere la dignità e la libertà altrui. Espletare una cura educativa diventa difficile e sono sempre più numerosi i genitori, che si trovano senza parole di fronte alle scelte dei loro figli. D’altra parte i vissuti familiari tendono a logorarsi e a diventare meramente funzionali e talora strumentali. La gioia dello stare insieme, del condividere la vita, dell’affrontare insieme anche i momenti duri, diventa sempre più occasionale. Eppure la famiglia è realtà di comunione, in cui la condivisione della vita di ogni giorno permette di vivere insieme la nostra vita e non da soli: Non è bene che l’uomo sia solo, ricorda la parola di Dio all’inizio della creazione. Gli altri non sono quindi i nemici da cui difenderci, sono invece gli alleati della nostra vita, della nostra crescita umana, della nostra felicità. La famiglia crea legami da cui non possiamo prescindere e per questo ci impedisce di vivere in solitudine. 21
Penso che l’atteggiamento, che papa Francesco non si stanca di raccomandare in tante occasioni, sia quanto mai calzante di fronte a tante situazioni che rischiano di farci andare in confusione e di disorientarci. È l’atteggiamento dell’accoglienza previa e incondizionata, che non vuol dire consenso e adesione ad ogni stile di vita familiare, ma vuol dire la valorizzazione delle persone in quanto tali, che pur con i loro difetti e i loro sbagli, se ce ne sono, sono sempre destinatarie dell’amore di Dio. Del resto la verità senza amore, senza considerazione e senza accoglienza dell’altro uccide soltanto e non costruisce. D’altra parte Gesù è venuto nel mondo non per condannarlo ma per salvarlo e questo è il genuino approccio del cristiano. È poi importante promuovere positivamente i valori della famiglia cristiana, anche con un’azione sociale e culturale, che includa il sostegno fattivo di politiche familiari adeguate e tempestive, rispetto ai problemi emergenti. Anche su questo fronte Coldiretti ha qualcosa da continuare a fare. Del resto molte delle nostre imprese non sono ancora oggi a conduzione familiare? Senza la famiglia, l’agricoltura e la Coldiretti non sarebbero più le stesse. Pensiamo in modo globale tendendo conto delle ricadute, degli influssi e dei ritorni di una realtà sull’altra.
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I 60 anni di EPACA-Coldiretti Da patronato dei Coltivatori diretti a personal trainer previdenziale di tutti i cittadini
abato 29 marzo nell’area eventi del Mercato di Campagna Amica del Circo Massimo si svolgerà un incontro, alla presenza dei media, per celebrare l’importante anniversario con testimonial qualificati che racconteranno la loro esperienza vissuta accanto al loro consulente EPACA.
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dell’Epaca già presenti capillarmente su tutto il territorio, operano le migliori professionalità per avviare le pratiche di tutela.
LE ORIGINI Nel lontano 1954 la Confederazione Nazionale dei Coltivatori diretti, guidata ormai da un decennio con lungimiranza politica e sensibilità sociale da Paolo Bonomi costituisce l’EPACA, Ente di Patrocinio e Assistenza per i Coltivatori Agricoli finalizzata al progresso sociale dei territori rurali dove, specialmente nel Lazio, le condizioni sanitarie e di lavoro sono particolarmente dure se si pensa soltanto alle vaste aree dell’agro pontino e dell’agro romano strappati al mare dalla bonifica effettuata proprio con le braccia di coloro i quali divennero prima assegnatari e poi finalmente proprietari, di quei terreni su cui oggi si sviluppa la migliore imprenditorialità agricola della Regione. Evidentemente nell’ambito dell’EPACA viene concepita e strutturata la prima conquista, per una categoria fino ad allora sconosciuta alla legislazione sociale del Paese: la pensione di invalidità, vecchiaia e superstiti ai coltivatori diretti, riconosciuta nel 1957. Parimenti, la tutela nei confronti degli infortuni sul lavoro istituita per i lavoratori in agricoltura fin dal 1917 rappresenta la tradizione per l’EPACA, in quanto patrimonio delle casse cattoliche di assistenza; pertanto quando nel 1965 viene varato definitivamente il Testo Unico sugli infortuni e le malattie professionali, negli uffici
enti di patronato che in fondo sembrerebbero duplicare ciò che istituzionalmente dovrebbero fare gli Istituti Previdenziali preposti quanto a informazione, consulenza ed istruttoria delle pratiche assistenziali e previdenziali. Intuitus politico del legislatore costituzionale e salda conoscenza della frammentata legislazione sociale da parte della Corte Costituzionale hanno sancito la garanzia per il cittadino, anche attraverso l’opera dei patronati, al diritto a riconoscimenti che altrimenti sarebbero rimasti inaccessibili ai più.
COLDIRETTI FORZA SOCIALE
LA FUNZIONE DEL PATRONATO La Corte Costituzionale con la sentenza n. 42 del 2000 dichiara inammissibile la richiesta di referendum popolare per l’abrogazione del decreto legislativo del Capo provvisorio dello Stato n. 804 del 1947 riguardante il riconoscimento giuridico degli Istituti di Patronato e di assistenza sociale, sul presupposto che è la Costituzione ad esigere “che vi sia una specifica organizzazione per le prestazioni previdenziali – sostanziali e strumentali – cioè gli “organi ed istituti predisposti o integrati dallo Stato” di cui all’art. 38 e che le prestazioni offerte da tali strutture non siano oggetto di attività lucrativa e siano disponibili alla generalità dei lavoratori”. Con questa sentenza si mette definitivamente a tacere il sistematico e periodico refrain sulla utilità degli 22
Il processo di “rigenerazione” della Coldiretti viene avviato con il Patto con il Consumatore con il quale l’organizzazione promotrice di EPACA apre la strategia sindacale a 360° nei confronti della società civile mettendo in campo la Fondazione Campagna Amica con la creazione degli innumerevoli mercati per la vendita diretta, la promozione della “filiera corta”, la difesa del prodotto alimentare Made in Italy, la lotta alla contraffazione alimentare. Coldiretti esce dalla logica del corporativismo per partecipare in modo propositivo al rilancio dell’Italia. Anche l’EPACA si trasforma in Ente di Patrocinio e Assistenza per i Cittadini e l’Agricoltura, restando coerente ai principi della dottrina sociale della Chiesa, fondante dello Statuto della Coldiretti, ma imprimendo una decisa apertura verso i bisogni di tutta la cittadinanza. in ciò spinto anche dall’esigenza normativamente imposta dalla legge n. 152 del 2001 di superare la staticità della originaria legge istitutiva dei Patronati, proiettando gli
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stessi verso il più dinamico mondo della “sussidiarietà istituzionale” al pari delle onlus. In questa moderna veste l’EPACA nel Lazio si muove in partnership con l’istituzione Regione ma anche con le realtà provinciali e comunali per promuovere e gestire Sportelli di Orientamento sociale, favorire la socialità nelle realtà rurali attraverso l’orientamento delle aziende agricole alla multifunzionalità nel sociale (agriasili, fattorie didattiche, inserimento dei disabili al lavoro, integrazione dei lavoratori extracomunitari).
L’EPACA OGGI Fedele alla sua mission e forte del suo radicamento territoriale ha raggiunto il primato nelle realtà rurali (e non soltanto) nell’ambito dell’intero territorio del Lazio, in termini di diffusione di punti di consulenza, di professionalità degli operatori, di strumentazione informatica idonea al colloquio telematico con la cosiddetta “Grande INPS”, erogatrice oramai esclusiva della quasi totalità delle prestazioni sia previdenziali che assistenziali. Se nel passato il principale ostacolo per il conseguimento delle pre-
stazioni previdenziali ed assistenziali poteva essere rappresentato dalla frammentazione normativa anche in ragione della diversità delle categorie in cui erano inquadrabili le tipologie di lavoro: pubblico (e tra questo statale e non, militare e non), privato (subordinato, parasubordinato o autonomo), professionale (con autonome Casse e non) cui corrispondevano altrettanti Istituti previdenziali (INPDAP, INPDAI, CIPDEL, IPSEMA, ecc.), oggi la cosiddetta spending review nel tentativo di accorpare, livellare, omogeneizzare, in taluni casi ha creato incongruenze difficilmente gestibili sia dal punto di vista normativo che organizzativo, seppure con l’ausilio oramai imprescindibile dell’informatica. Ecco che il patronato Epaca diventa un pool di personal trainers che accompagna i cittadini nel tortuoso percorso del riconoscimento dei propri diritti previdenziali, assistenziali e sociali. Nei 50 uffici esistenti su tutto il territorio del Lazio si sono concentrate solo nel 2013 circa 50.000 nuove domande relative alle prestazioni più disparate promosse da tutte le categorie di lavoratori afferenti la totalità delle tipologie di impiego. 23
Per fare un esempio pratico di quel che può essere utile ad un cittadino per conseguire il trattamento pensionistico e che oggi solo un patronato strutturato come EPACA può offrire in termini di consulenza e snellimento procedurale, in maniera “sussidiaria” rispetto all’INPS, si evidenzia la seguente sequenza: riscatto laurea, riscatto servizio militare, ricongiunzione di periodi assicurativi esistenti su vari enti, versamento volontario di contributi, valorizzazione dei periodi di maternità anche al di fuori del rapporto di lavoro, valorizzazione della contribuzione versata in qualità di invalido. Tutto accompagnato da una consulenza mirata a valutare la convenienza o meno ad utilizzare taluni strumenti, pure offerti dalla normativa ma che in abbinamento con altri potrebbero dare un risultato negativo in termini di convenienza economica o di scelta sui tempi di richiesta della prestazione. Esempi di complessità di percorsi burocratico amministrativi, dove l’avvalersi della consulenza di EPACA risulta premiante in termini di rapidità ed efficienza, non mancano neppure nei confronti dell’INAIL: dagli interventi formativi e informativi in materia di salute e sicurezza nei luoghi di lavoro alla istruttoria e richiesta di presta-
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zioni conseguenti ad infortuni e malattie professionali, dove essenziale è l’intervento qualificato della rete di consulenti medici e legali convenzionati.
UFFICI EPACA - COLDIRETTI PROVINCIA DI FROSINONE Ufficio Zona EPACA - COLDIRETTI ALATRI Via A. De Gasperi, 53 - 03011 ALATRI - 0775/440225 Ufficio Zona EPACA - COLDIRETTI ANAGNI Via Giminiani s.n.c. - 03012 ANAGNI - 0775/726542 Ufficio Zona EPACA - COLDIRETTI ATINA Corso Munazio Planco, 357 - 03042 ATINA 0776/691009 Ufficio Zona EPACA - COLDIRETTI CASSINO Via De Nicola, 174 - 03043 CASSINO - 0776/23235 Ufficio Zona EPACA - COLDIRETTI CECCANO Via Madonna della Pace, 108 - 03023 CECCANO 0775/604245 Ufficio Zona EPACA - COLDIRETTI FROSINONE Via Madonna della Neve, 1 - 03100 FROSINONE 0775/8768313 Ufficio Zona EPACA - COLDIRETTI PONTECORVO Via Lungo Liri, 5 - 03037 PONTECORVO 0776/742949 Ufficio Zona EPACA - COLDIRETTI SORA Via XX Settembre, 61/D - 03043 SORA - 0776/832118
UFFICI EPACA - COLDIRETTI PROVINCIA DI LATINA Ufficio Zona EPACA - COLDIRETTI APRILIA Via Ponchielli angolo Via Ugo La Malfa s.n.c. 04011 APRILIA - 06/9275935 Ufficio Zona EPACA - COLDIRETTI BORGO HERMADA Piazza IV Novembre, 1 - 04010 BORGO HERMADA 0773/598032 Ufficio Zona EPACA - COLDIRETTI CISTERNA DI LATINA Via Oberdan, 25 - 04012 CISTERNA DI LATINA 06/9681080 Ufficio Zona EPACA - COLDIRETTI FONDI Viale Piemonte c/o MOF- 04022 FONDI - 0771/511895 Ufficio Zona EPACA - COLDIRETTI FORMIA Via Olivastro Spaventola snc - 04023 FORMIA 0771/267290
Il moderno e consolidato rapporto telematico con gli Istituti di riferimento fanno della Rete EPACA una eccellenza nelle prestazioni di diritto soprattutto in materia di so-
Ufficio Zona EPACA - COLDIRETTI LATINA Via Don Minzoni, 1 - 04100 LATINA - 0773/663559 Ufficio Zona EPACA - COLDIRETTI MONTE SAN BIAGIO Via Provinciale S. Magno, 10 04020 MONTE SAN BIAGIO - 0771/511895 Ufficio Zona EPACA - COLDIRETTI PONTINIA Via Napoli, 46 - 04014 PONTINIA - 0773/867758 Ufficio Zona EPACA - COLDIRETTI PRIVERNO Via della Stazione, 5 - 04015 PRIVERNO 0773/902122 Ufficio Zona EPACA - COLDIRETTI SABAUDIA Via Zara, 23 - 04016 SABAUDIA - 0773/510545 Ufficio Zona EPACA - COLDIRETTI SEZZE Piazzale della Repubblica s.n.c. - 04018 SEZZE 0773/887568 Ufficio Zona EPACA - COLDIRETTI TERRACINA Viale Europa, 67 - 04019 TERRACINA - 0773/732034
UFFICI EPACA - COLDIRETTI PROVINCIA DI RIETI Ufficio Zona EPACA - COLDIRETTI AMATRICE Corso Umberto I, 34 - 02012 AMATRICE - 0746/85036 Ufficio Zona EPACA - COLDIRETTI MAGLIANO SABINA Via E. Pulifici, 23 - 02046 MAGLIANO SABINA 0744/91654 Ufficio Zona EPACA - COLDIRETTI PASSO CORESE Via XXIV Maggio, 83 Fara Sabina 02036 PASSO CORESE - 0765/486325 Ufficio Zona EPACA - COLDIRETTI POGGIO MIRTETO Via G. Matteotti, 5 - 02047 POGGIO MIRTETO 0765/24492 Ufficio Zona EPACA - COLDIRETTI RIETI Viale Morroni, 40 - 02100 RIETI - 0746/203662
UFFICI EPACA - COLDIRETTI PROVINCIA DI ROMA Ufficio Zona EPACA - COLDIRETTI AGRO ROMANO Via della Storta, 8 - 00100 AGRO ROMANO 06/61908251
Per conoscere i giorni e gli orari in cui il tuo personal trainer previdenziale è a disposizione consulta il sito www.epaca.it
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stegno al reddito: invalidità civile, disoccupazione agricola, ASPI, MINIASPI, indennità di maternità, assegni familiari.
Ufficio Zona EPACA - COLDIRETTI CERVETERI Via Aurelia Km. 42,700 - 00052 CERVETERI - 06/9905390 Ufficio Zona EPACA - COLDIRETTI PALESTRINA Via Don Minzoni, 3 - 00036 PALESTRINA - 06/9537391 Ufficio Zona EPACA - COLDIRETTI PALOMBARA SABINA Via della Libertà, 56 00018 PALOMBARA SABINA - 0774/65137 Ufficio Zona EPACA - COLDIRETTI ROMA Via XXIV Maggio, 43 - 00187 ROMA - 06/4682360 Ufficio Zona EPACA - COLDIRETTI ROMA Via R. Piria, 6 - 00156 ROMA - 06/4081891 Ufficio Zona EPACA - COLDIRETTI TIVOLI Viale Picchioni, 15 - 00019 TIVOLI - 0774/317188 Ufficio Zona EPACA - COLDIRETTI VELLETRI Via dei Volsci, 55 (Ingresso via Mammuccari 32) 00049 VELLETRI - Tel. 06/9621469
UFFICI EPACA - COLDIRETTI PROVINCIA DI VITERBO Ufficio Zona EPACA - COLDIRETTI ACQUAPENDENTE Via Campo Boario, 53 - 01021 ACQUAPENDENTE 0763/733222 Ufficio Zona EPACA - COLDIRETTI CAPRAROLA Via F. Nicolai, 1 - 01032 CAPRAROLA - 0761/645164 Ufficio Zona EPACA - COLDIRETTI CIVITA CASTELLANA Via Garibaldi, 35 - 01033 CIVITA CASTELLANA 0761/517108 Ufficio Zona EPACA - COLDIRETTI MONTEFIASCONE Via Grilli, 2 - 01027 MONTEFIASCONE - 0761/826233 Ufficio Zona EPACA - COLDIRETTI TARQUINIA Viale Rosa, 16 - 01016 TARQUINIA - 0766/850044 Ufficio Zona EPACA - COLDIRETTI TUSCANIA Via Turriozzi, 33 - 01017 TUSCANIA - 0761/436273 Ufficio Zona EPACA - COLDIRETTI VETRALLA Via Cassia, 109 - 01019 VETRALLA - 0761/478049 Ufficio Zona EPACA - COLDIRETTI VIGNANELLO Piazza Proietti, 7 - 01039 VIGNANELLO - 0761/754829 Ufficio Zona EPACA - COLDIRETTI VITERBO Via F. Baracca, 81 - 01100 VITERBO - 0761/2522
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non è certamente estraneo il fatto che un modello di sviluppo sbagliato ha tagliato del 15% le campagne e fatto perdere negli ultimi venti anni centinaia di ettari di terra coltivata. Ogni giorno viene sottratta terra agricola in Italia per un equivalente di circa 400 campi da calcio (288 ettari) che vengono abbandonati o occupati dal cemento”.
AZIENDA ROMANA MERCATI CAMPI ALLAGATI, SI CONTANO I DANNI ampagne sott’acqua con centinaia di aziende con i terreni allagati dalla violente precipitazioni che hanno provocato anche esondazioni di numerosi corsi d’acqua. È quanto emerge da un primo monitoraggio della Coldiretti ciociara che chiede di avviare le procedure per verificare se esistono le condizioni per la dichiarazione dello stato di calamità. “L’ondata di maltempo ha colpito a macchia di leopardo praticamente tutto il territorio”, spiega Saverio Viola, direttore della Coldiretti di Frosinone. “Sono stati allagati ettari di terreni già seminati a grano che con molta probabilità non andranno in produzione perché l’acqua provoca l’asfissia radicale con una sorta di “soffocamento” e la conseguente perdita del prossimo raccolto”. Allagamenti si registrano un po’ in tutte le aree interessate dalle perturbazioni che hanno colpito anche attrezzature, serre e macchine agricole. “A preoccupare – sottolinea ancora Viola – sono anche le varie frane e gli smottamenti su alcune strade secondarie. La Coldiretti è impegnata nel monitoraggio e nella stima dei danni la cui conta è destinata a salire quando sarà più chiaro il futuro ed il destino dei raccolti”. “Siamo di fronte – dice il presidente della Coldiretti di Frosinone, Vinicio Savone – ai drammatici effetti dei cambiamenti climatici che si stanno manifestando con il moltiplicarsi di eventi estremi. A questa situazione
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mportante conferma per due ciociari ai vertici delle aziende camerali dell’ente Camerale più importante a livello nazionale. Infatti, Mattia e Venditti, sono stati rispettivamente confermati dalla Giunta della Camera di Commercio di Roma, ai vertici di Azienda Romana Mercati e Asset Camera. La Ciociaria, vede così, in due ruoli importanti e strategici, la conferma del direttore regionale di Coldiretti Lazio, Aldo Mattia e del presidente di Lega Coop Lazio, Stefano Venditti. L’ARM (Azienda Romana Mercati) è l’Azienda Speciale della Camera di Commercio di Roma che si occupa dello sviluppo e della promozione del sistema agroalimentare e la gestione della Borsa Merci. Asset Camera è, invece, l’Azienda Speciale della C.C.I.A.A., costituita nel 2008, con il compito di organizzare e gestire servizi per favorire l’innovazione e lo sviluppo del sistema imprenditoriale e la semplificazione del rapporto tra imprese e Pubblica Amministrazione.
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NUOVE NORME DEL SETTORE DELL’OLIO bbligo di tenere un registro online per chi produce più di 200 chili d’olio. È la nuova norma in vigore da quest’anno. Per rispondere alle necessità dei produttori Coldiretti Frosinone si è adoperata per organizzare un servizio adeguato alle attese. A tal proposito si è tenuta una riunione operativa, alla presenza oltre di Saverio Viola, direttore della sede ciociara di Coldiretti, che ha aperto i lavori, e fatto gli onori di casa, anche di Nicola Di Noia, della sede nazionale della Coldiretti . “Le nuove norme – spiega Saverio Viola – includono l’obbligo di tenere registri telematici di entrata e di uscita per ogni categoria di olio. La disposizione si rivolge non solo ai frantoiani (che, in realtà, erano già sottoposti a questo tipo di obbligo), ma anche a tutte le altre persone fisiche e giuridiche che producono olio a fini commerciali. Anche il contadino titolare di una piccola azienda agricola, dunque, dovrà registrarsi ed inserire i dati relativi all’olio commercializzato. È il Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali, infatti, a specificare che «l’obbligo della tenuta del registro di carico e scarico riguarderà anche gli olivicoltori che detengono olio sfuso a fini commerciali, anche se proveniente dalle proprie olive». E la norma vale anche per gli imbottigliatori. Sono esclusi dall’obbligo, invece, i detentori di oli non destinati all’alimentazione, di quelli destinati all’autoconsumo e di quelli preconfezionati ed etichettati. Le registrazioni dovranno essere inserite mensilmente entro il 10 del mese successivo a quello di produzione dell’olio.
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COLDIRETTI LATINA ALL’ASSEMBLEA DI UECOOP nche Coldiretti Latina ha partecipato con una folta rappresentanza alla prima Assemblea regionale di UeCoop Lazio che si è svolta presso
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la Camera di Commercio di Roma, il 30 gennaio. Presenti il presidente Carlo Crocetti ed il direttore Saverio Viola, e un congruo numero di presidenti delle cooperative del territorio pontino. “UeCoop – hanno detto Viola e Crocetti – rappresenta una rete di cooperative che intende tutelare quanti operano nei vari settori della cooperazione che oggi più che mai hanno bisogno di concrete risposte e non più di promesse o atteggiamenti di difesa di interessi di pochi eletti”. “Lavoriamo sul territorio a stretto contatto con gli imprenditori – hanno aggiunto i massimi dirigenti di Coldiretti Latina – e crediamo molto nel lavoro che stiamo portando avanti come Coldiretti Latina e come UeCoop perché si tratta di sostenere il lavoro di cooperative vere e non fantasma”. “Il progetto UeCoop ha un Codice Etico che obbliga le cooperative a non spostarsi dai valori di partenza che mettono al centro delle proprie azioni persona e territori – hanno infine concluso Viola e Crocetti –. Nelle prossime settimane nel territorio continueranno assemblee e incontri per illustrare il programma della nuova centrale di cooperative di Coldiretti”.
agricoltura organizzato da Giovani Impresa di Coldiretti Latina. A relazionare sull’argomento è stato il responsabile regionale di CreditAgri Simone Dicolantonio, ed erano presenti il Comitato Provinciale di Giovani Impresa con il suo delegato Denis Carnello, il Direttore di Coldiretti Latina Saverio Viola ed altri responsabili e dirigenti di Coldiretti. Denis Carnello: “La politica del fare è una caratteristica che ci deve contraddistinguere. È per questo che stiamo organizzando seminari di studio ed approfondimento che possano dare alle giovani imprese strumenti concreti per la propria attività. Abbiamo cominciato con il credito perché riteniamo che questo sia l’argomento principe in un momento di grande crisi sia del settore che dell’intero Paese”. La relazione del dott. Dicolantonio, ha evidenziato le principali difficoltà che si incontrano nel comparto agricolo che, in netta controtendenza con i dati sull’occupazione in genere, offre oggi le maggiori opportunità di lavoro. Sono state presentate linee di prodotto dedicate ai giovani ed allo start-up; alle misure del PSR 20142020 ed al primo accesso al credito. Ha concluso i lavori il Direttore Viola che ha evidenziato come CreditAgri, fortemente voluto da Coldiretti, rappresenti oggi una risposta unica ed innovativa per l’accesso al credito. Il prossimo appuntamento con il seminario sul nuovo PSR a Latina il 10 Marzo.
NUOVO DELEGATO “GIOVANI IMPRESA” enis Carnello, giovane imprenditore agricolo di B.go Montenero San Felice Circeo, ha assunto l’incarico di delegato Provinciale di Giovani Impresa di Latina. Conduce dal 2008 un’azienda orticola a San Felice Circeo. Pratica tecniche colturali innovative come la lotta integrata con l’utilizzo di funghi e batteri antagonisti, ha caratterizzato le proprie produzioni prediligendo quelle destinate al consumo di etnie asiatiche presenti in Italia. Nell’ambito di Coldiretti
D GIOVANI: ATTENZIONI E CREDITO na sala, quella della sede Coldiretti di Borgo Hermada, stracolma di giovani di tutta la provincia pontina, per il seminario di approfondimento sul credito in
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è componente del Consiglio di Terracina/San Felice, con un impegno costante di presenza e proposta.
La sua nomina rientra in un progetto complessivo che Coldiretti Latina si sta dando in un’ottica di crescita e di sviluppo delle proprie strutture sia di carattere tecnico che di rappresentanza. Al centro delle politiche del neo delegato, l’importanza della rappresentanza in ogni fase di confronto con le Istituzioni soprattutto nei momenti di concertazione e rappresentazione delle istanze del mondo imprenditoriale agricolo. Una delle sue prime azioni sarà un programma di incontri territoriali che vada ad allargare la base associata a Giovani Impresa per un confronto ed un dibattito che rappresenti realmente le esigenze delle imprese in tutta la provincia. È già nei progetti del Comitato creare occasioni di incontro e di studio sul nuovo PSR, sul Credito e sulla Formazione. Afferma Carnello, “sarà mio impegno primario quello di veicolare le istanze Provinciali ai diversi livelli di rappresentanza territoriale di Giovani Impresa, come quelli Regionali e Nazionali”.
VELLETRI, INCONTRO SU AGRICOLTURA i è discusso di riforma comunitaria e di sicurezza sui luoghi di lavoro, presso la Cantina Sperimentale di Velletri, durante l’incontro, il 6 febbraio, organizzato dalla Coldiretti per illustrare quelle che saranno le novità inerenti la nuova riforma comunitaria e i contributi ai quali potranno accedere le imprese agricole nei prossimi cinque anni. Tra gli interventi, quello del responsabile Provinciale di Coldiretti Roma
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del settore tecnico Marco Cerboni, che ha affrontato un argomento molto complesso come quello del nuovo PSR 2014-2020 sul quale ci saranno molte novità rispetto al precedente, soprattutto per quanto riguarda gli incentivi per l’imprenditoria giovanile e femminile, con la speranza di una reale semplificazione delle misure interessate dai contributi, a favore di un più rapido iter burocratico. Al centro dell’incontro, tutte le novità inerenti il campo tributario, fiscale e previdenziale, che interessano le aziende agricole. Inoltre si è parlato della sicurezza sul lavoro. Grande la soddisfazione del direttore Coldiretti Roma-Rieti Gabriel Battistelli, e di tutti i responsabili dei servizi della Federazione di Roma, per il successo dell’evento, introdotto da Stefano Rosu, responsabile di comprensorio e reso possibile grazie alla collaborazione del consiglio di sezione Velletri-Lariano, primo fra tutti del suo presidente Emanuele Di Tullio coadiuvato da molti presidenti di sezione e consiglieri della provincia romana e dei Castelli Romani, e che ha visto la partecipazione di oltre 160 imprese e la presenza istituzionale dell’assessore all’agricoltura di Velletri, Rolando Pocci. Emanuele Tosti ha spiegato tutte le regole della legge 81 e gli adempimenti ai quali anche le imprese agricole devono ottemperare. Spiegazioni sulla nuova PAC, sono state fornite da Damiano Granati, responsabile provinciale Caa Coldiretti, che ha delineato i nuovi contributi, che partiranno dal 2015, anche a favore di coloro i quali fino ad oggi, non rientravano nei famosi titoli storici. Vigneti, oliveti, fondamentali per questo territorio, e che si vedranno appunto, con la nuova riforma, attribuiti dei titoli ad integrazione al reddito. Coldiretti, nell’ambito di una premialità all’agricoltura “ecologica” ha fortemente voluto questo punto che inizialmente prevedeva contributi solo per pascoli permanenti, considerato il fatto che coltivazioni del genere sono di per sè, patrimonio verde e salvaguardia del territorio, un caposaldo della nuova riforma. Le conclusioni sono state del direttore provinciale Gabriel Battistelli che, dopo aver ringraziato il
Consiglio di sezione e il personale per aver saputo coinvolgere così tante imprese, ha fatto un riepilogo sull’attività svolta dalla Coldiretti in merito alle trattative sulla nuova PAC e sul PSR che rappresentano in qualche modo la “finanziaria” del sistema agricolo. Il direttore ha anche rimarcato le difficoltà in cui versano le imprese del territorio dopo la vicenda Coprovi ribadendo la necessità di trovare quanto prima soluzioni alternative ed efficaci per non disperdere il patrimonio viticolo veliterno. «Quello di Velletri – ha affermato Battistelli – è stato uno degli incontri che Coldiretti sta facendo su tutto il territorio della provincia per confrontarsi con la base associativa in vista della definizione delle norme nazionali che daranno attuazione alle politiche agricole comunitarie. Credo che sia fondamentale conoscere i bisogni del territorio per trasformarli poi in misure strutturali al servizio delle imprese cercando di snellire quanto più possibile la burocrazia e di accorciare i tempi di erogazione favorendo con strutture come CreditAgri Italia l’accesso al credito».
PAC: AL VIA LE DOMANDE li uffici Coldiretti di Viterbo, presenti su tutto il territorio provinciale, sono pronti e disponibili per quanti devono, come consuetudine, confermare le proprie domande in relazione ai premi previsti per la PAC. “Le nostre strutture sono già al lavoro – spiega il direttore Andrea Renna – e grazie a quanto realizzato dagli uffici del settore decentrato dell’agricoltura di Viterbo, diretto da Giovanni Carlo Lattanzi, in relazione alle domande da sistemare a livello tecnico-burocratico, si è trovata un’intesa importante in termini di risposte ed attenzione per i nostri soci e più in generale per gli imprenditori agricoli”. “La sede del settore decentrato – ha aggiunto il presidente Mauro Pacifici – si dimostra sempre all’altezza. I vari funzionari sono a disposizione per fornire dettagli ed informazioni utili e
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notizie certe sulle varie richieste di contributo. Una sinergia importante che Coldiretti ritiene utile sottolineare alla vigilia anche della ormai prossima uscita dei nuovi PSR. La nostra sede ha attivato con i propri tecnici una cabina di regia per fornire assistenza e consigli”. “I fondi Europei rappresentano – aggiunge Renna – uno strumento indispensabile per rilanciare il lavoro e lo sviluppo della nostra agricoltura. La prima condizione è dare un ruolo attivo a una grande macchina amministrativa come quella del settore decentrato e, dai primi mesi, questo si riscontra e si registra e va portato alla ribalta con l’auspicio che possa essere ulteriormente rafforzato nell’unico interesse delle nostre imprese”.
IMPORTANTE E URGENTE LA TUTELA DEL TERRITORIO revenire e monitorare, mettendo a punto un sistema snello ed efficiente per tenere puliti i fossi tutto l’anno. Questo l’obiettivo del direttore di Coldiretti Viterbo Andrea Renna. Frutto dell’esperienza, gli agricoltori di Coldiretti Viterbo lavorano ogni giorno coinvolgendo sempre di più le imprese agricole nella manutenzione e nel monitoraggio del territorio e stimolando di interventi di famiglie e imprese. Occorre rendere sistematici e coordinati i ‘piccoli’ interventi. “Comuni e consorzi di bonifica potrebbero approfittare in modo più concreto dell’economicità dell’intervento competente e affidabile dei mezzi delle imprese agricole (trattori e altri macchinari)”, continua Renna. “È necessario mettere a punto un regolamento unico per tutti i comuni del comprensorio della Tuscia, per l’affidamento degli interventi di manutenzione ordinaria alle aziende che operano nella zona”. La costituzione di un’azienda agricola in altura è garanzia di controllo e manutenzione del territorio. “Non di rado, però, la ristrutturazione, anche di un casolare fatiscente, è ostacolato da norme di tutela ambientale sulla carta ineccepibili, che nei fatti sono solo un vincolo che frena lo
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sviluppo. E il territorio ne risente!” conclude Renna. “Bisogna tutelare l’ambiente ma non occorre concepire la tutela come mera conservazione dell’esistente con decine e decine di norme, affidate al controllo della pubblica autorità, che non ce la fa” – spiega Mauro Pacifici, presidente di Coldiretti Viterbo, che aggiunge: “Occorre dare spazio a individui ed imprese che capillarmente abitano il territorio e ne conoscono i mutamenti”.
UN NUMERO VERDE GRATUITO PER TUTTI. CHIUNQUE VOGLIA INFORMAZIONI HA UNO STRUMENTO IN PIÙ a Coldiretti di Viterbo ha istituito un proprio numero verde. Componendo il numero 800 950 730 da rete fissa sarà possibile avere informazioni, chiedere notizie e fissare appuntamenti per tutte le pratiche inerenti gli imprenditori agricoli ma anche i cittadini. Infatti il numero permetterà di programmare, ad esempio, consulenze mirate con il patronato Epaca, oltre che per le prossime scadenze fiscali la compilazione del modello 730 o per tutte le altre necessità nel settore fiscale e non solo. “Abbiamo ritenuto giusto e doveroso – spiega Mauro Pacifici presidente della Coldiretti viterbese – istituire questo nuovo numero per raccogliere informazioni e segnalazioni e soprattutto per garantire la possibilità di fissare appuntamenti a imprenditori e cittadini. “In un momento in cui di tempo a disposizione per le proprie necessità sembra ce ne sia sempre meno – ha detto il direttore Andrea Renna – garantire servizi adeguati e al passo con i tempi, resta la nostra priorità per rispondere alle esigenze dei soci, degli imprenditori e di tutti i cittadini di Viterbo e provincia”. Anche per questo il numero verde intende rappresentare uno strumento nuovo per la Coldiretti di Viterbo. Sarà senza dubbio apprezzato e in grado di fornire un’ulteriore risposta in termini di celerità ed economicità. “L’istituzione del nostro numero
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verde – ha concluso Renna – è messo a disposizione per garantire la possibilità di un contatto telefonico semplificato, senza che il costo della chiamata gravi sul chiamante e intende dare una risposta anche in termini di cortesia e di semplificazione e concentrazione dei flussi telefonici”.
ORTI URBANI A CIVITA CASTELLANA: DOPO LA PUBBLICAZIONE DEL BANDO L’INCONTRO CON IL ROTARY oldiretti Viterbo e Civita Castellana stanno lavorando da mesi alla realizzazione degli orti urbani, progetto che ha visto, di recente, la pubblicazione del bando da parte del comune stesso. Per questo si è svolto, nei giorni scorsi, l’appuntamento del Rotary International Distretto 2080, e più precisamente del Club Flaminia Romana. Nella stupenda cornice del ristorante le Scuderie di Civita Castellana, è stato ampiamente illustrato il progetto che si realizzerà proprio grazie al Rotary Flaminia e in collaborazione con il Comune di Civita Castellana. “Il progetto – spiega Mauro Pacifici presidente di Coldiretti Viterbo – nasce dalle nostre iniziative che rientrano nel circuito di Campagna Amica. Potrà essere duplicato anche in altri centri della provincia di Viterbo e magari nello stesso capoluogo”. All’incontro insieme al direttore provinciale Andrea Renna, ha partecipato il responsabile del comprensorio Gianni Olivieri e il sindaco di Civita Castellana. “Ringraziamo come Coldiretti il presidente del Rotary Flaminia, Gianni Argante Venturi ed il segretario Mauro Barlozzini per l’invito, l’accoglienza e le parole spese a favore della nostra progettualità – ha detto Andrea Renna – e auspichiamo che anche in futuro e su altri temi si possa ulteriormente rafforzare l’intesa con il prestigioso distretto del Rotary. Siamo a disposizione anche delle altre amministrazioni comunali che intendessero replicare l’intervento che con lungimiranza,
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intelligenza e pragmatismo ha sapientemente portato avanti l’amministrazione comunale di Civita Castellana”.
TERRANOSTRA VITERBO: INCENTIVI SULLE RINNOVABILI l termico come settore nuovo su cui puntare. Questo il tema del seminario, promosso da Terranostra Viterbo e moderato dal direttore di Coldiretti Viterbo Andrea Renna, che si terrà giovedì 6 marzo presso la sala del Consorzio Agrario di viale Francesco Baracca 26. “Con questo seminario – ha affermato Stefano Augugliaro, Presidente di Terranostra Viterbo – parte un ciclo di iniziative con cui intendiamo coinvolgere tutte le imprese che operano nella nostra Provincia”. “Si tratta di un’occasione per presentare i nuovi servizi di consulenza che, come Coldiretti Viterbo, intendiamo garantire tramite Terranostra, che si occupa di agriturisimi nella Tuscia, in tutto il Lazio e in Italia” ha aggiunto Renna. Il seminario inizierà alle 16 con la registrazione dei partecipanti, welcome coffee e il saluto delle Autorità presenti. Si inizierà con gli interventi alle 16.30, quando a prendere la parola per primo sarà l’ing. Zaccaria, dell’Università di Perugia, che affronterà l’argomento “Pompe di calore ad alta efficienza, la nuova tecnologia”. Dopo di lui il dottor Masala, Product Manager Semar Srl, parlerà di “Soluzioni tecniche per il risparmio energetico”. A seguire l’amministratore unico Comitea Srl, Pietro Barbaranelli, prenderà la parola su “I nuovi incentivi 2013/2015 Conto Termico GSE e Ecobonus”. Alle ore 18 spazio a domande ed approfondimenti per poi lasciare le conclusioni al Presidente di Coldiretti Viterbo Mauro Pacifici il quale che ha ricordato come “l’attività degli agriturismi può rappresentare un’integrazione al reddito agricolo già esistente e si è trasformata da fenomeno di moda a concreta alternativa alla vacanza tradizionale oltre che degustazione dei prodotti tipici e a km zero”.
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CONSUMI: COLDIRETTI, NEL 2013 CROLLA PESCE IN TAVOLA: -20% er valorizzare il pesce pescato e allevato nel nostro Paese mediante la creazione di una filiera ittica tutta italiana che tuteli la qualità e l’identità nazionale del prodotto Coldiretti Impresa-Pesca ha avviato iniziative pilota per la vendita diretta del pesce presso la rete di Campagna Amica. Infatti, nel 2013,si è registrato un crollo dei consumi di pesce fresco che hanno fatto segnare un calo del 20% in valore, con riduzioni a due cifre per alici (-20%), spigole (-19%), calamari (-17%), cozze (-15%) e naselli (-12%). È quanto è emerso da un’analisi di Coldiretti Impresa-Pesca sugli effetti della crisi sui consumi di pesce degli italiani sulla base dei dati Ismea relativi al periodo gennaio-novembre. Un trend che, oltre al pesce fresco, coinvolge anche quello surgelato, con una diminuzione in valore dell’8%, mentre gli unici dati positivi vengono da due prodotti singoli: la trota e il baccalà, entrambi in aumento del 16%. La crisi, sempre secondo lo studio di Coldiretti Impresa-Pesca, fa scendere i consumi di pesce degli italiani al di sotto dei limiti di guardia su valori stimati sotto i 20 chili a testa all’anno, nettamente inferiori a quelli degli altri partner comunitari con sbocchi sul mare come il Portogallo (oltre 60 chili di consumo pro capite annuo), la Spagna (49 chili a persona all’anno) e la Francia (oltre 33 chili a persona all’anno). Un crollo che ha messo a dura prova la flotta italiana di pescherecci
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Fondazione Campagna Amica Via Nazionale 89a Tel. 06/489931 campagnamica.it
che negli ultimi 30 anni ha già perso il 35% delle imbarcazioni e 18.000 posti di lavoro.
IL VERO EXTRAVERGINE ITALIANO ALLA RISCOSSA Come risposta ai fumetti apparsi sul New York Times in cui si deridono gli inganni del falso Made in Italy che stanno provocando il “suicidio” della prodotto simbolo della dieta mediterranea, la Coldiretti ha pensato di organizzare la riscossa del vero extravergine italiano attraverso i cooking show per far conoscere ad italiani e stranieri l’autentica produzione italiana al 100%. I cooking show sono stati inseriti all’interno di progetti per la promozione e la valorizzazione dell’olio extravergine di oliva 29
italiano promossi da Coldiretti, FederDOP e AIFO, iniziati a Roma nel Mercato del Circo Massimo, via San Teodoro, 74 sabato 1 febbraio e domenica 2 febbario e proseguiti a Milano al Mercato di Campagna Amica in via Ripamonti, 35 il 7 e l’8 febbraio e conclusi al mercato di Campagna Amica di Pescara in via R. Paolucci 1, il 21 e 22 febbraio. La realizzazione dei cooking show, negli spazi appositamente allestiti negli agrimercato, è stata affidata al Pepe Verde, la Scuola di Alta Cucina che dal 1988 rappresenta un punto di riferimento nel panorama nazionale per chiunque si avvicini al mondo della cucina per apprendere o approfondire la propria cultura in materia. I consumatori presenti al mercato hanno potuto assistere alla preparazione di piatti caldi e freddi con l’impiego dell’olio extravergine di oliva italiano. Sono state realizzate sei ricette della tradizione mediterranea al fine di dimostrare i possibili usi in cucina del’olio e consigliare i migliori abbinamenti. Il road show itinerante dei cooking show ha l’obiettivo di promuovere l’olio extravergine di oliva italiano di qualità e a Denominazione di Origine Protetta. Essi sono stati realizzati con il contributo del Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali in attuazione del Piano olivicolo-oleario che promuove la filiera olivicola italiana.
SAN VALENTINO AL CIRCO MASSIMO
Sabato 8 e domenica 9 febbraio il Mercato di Campagna Amica del Circo Massimo, in Via di San Teodoro, 74 a Roma ha ospitato l’evento “A.A.A. SAN VALENTINO 2014 - Amore, Agricoltura ed Autenticità per festeggiare un San Valentino speciale”. L’iniziativa, promossa da Coldiretti Lazio e dalla Fondazione Campagna Amica, ha offerto servizi integrativi, accanto alla normale attività del mercato, dedicati a fornire indicazioni e suggerimenti per festeggiare un San Valentino a km zero, nell’ottica di sensibilizzazione e promozione dell’economia locale e del territorio quale valore aggiunto, in termini di produttività, di circolazione di capitali e persone, di valore etico e sociale che ispira l’attività di Coldiretti ed aiuta, contemporaneamente, a far persistere metodi di produrre materie prime, reddito e prodotti
finiti che sono patrimonio sociale, storico, culturale ed ambientale identitario dei territori di riferimento. I clienti del mercato hanno potuto consultare e vedersi inviato via mail un ricettario studiato ad hoc con i prodotti dei banchi per la realizzazione di un menù di San Valentino a km zero; sono stati proposti allestimenti tavola accompagnati da una selezione di menù della chef a domicilio
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Antonella Laterza ed è stato offerto loro un servizio di consultazione guide e passeggiate culturali, artistiche ed archeologiche di Roma alla scoperta di percorsi poco conosciuti ma fantastici – primo tra tutti quello di San Teodoro. Infine non sono mancati momenti di intrattenimento per bambini con la presentazione della disciplina di Aikido ed attività di disegno.
MERCATO DI CAMPAGNA AMICA A VITERBO comprare direttamente nel centro della propria città i prodotti a km 0, coltivati dagli imprenditori agricoli del Viterbese. “I mercati di Campagna Amica sono punti vendita diretta in cui – aggiunge il Presidente di Coldiretti Viterbo Mauro Pacifici – c’è assoluta garanzia della provenienza e della genuinità di tutti i prodotti esposti al pubblico”. Il mercato di Campagna Amica in Piazza Verdi torna ogni sabato mattina in viale F. Baracca 81, come appuntamento fisso per tutti i cittadini e consumatori della città.
Bilancio positivo per il mercato di Campagna Amica dentro le mura di Viterbo nei fine settimana delle feste natalizie. Anche nel primo fine settimana del nuovo anno, 4 e 5 gennaio, in piazza Verdi, per il pomeriggio di sabato e l’intera giornata della domenica, il mercato ha fatto registrare un grande interesse dei cittadini-consumatori verso i produttori. Mauro Pacifici, presidente di Coldiretti Viterbo, auspica, dunque, anche per il nuovo anno, la stessa richiesta di acquistare e degustare il meglio dei prodotti della Tuscia in uno degli angoli più belli e suggestivi di Viterbo. Campagna Amica, quindi, anche dentro le mura di Viterbo, per visitatori e cittadini che possono gustare e acquistare, nella piazza del teatro, nocciole, cioccolata, pasta, pane, ortaggi, formaggi, farine, vino, olio, birra artigianale, miele, confetture, latte, uova e funghi. Presenti una ventina di stand tra cui scegliere di assaggiare e 31
SUCCESSO DEL MERCATO DI CAMPAGNA AMICA DI LATINA: APERTO ANCHE IL MARTEDÌ
“Abbiamo voluto rispondere alla crescente richiesta dei cittadini consumatori – dice il presidente di Coldiretti Latina Carlo Crocetti – per dare la possibilità di trovare anche il martedì i nostri prodotti con i nostri imprenditori pronti e disponibili”. “Si tratta – precisa il direttore Coldiretti Latina Saverio Viola – di un esperimento che sino a metà marzo permetterà oltre all’abituale giornata del mercoledì di trovare il mercato aperto anche il martedì mattina”. “Per ridurre al minimo gli sprechi alimentari non basta moderare la quantità di quello che si compra, ma e necessario riutilizzare ciò che si ha a disposizione e conoscere le regole per una corretta conservazione. Esistono delle regole amiche del nostro portafoglio – dice Carlo Crocetti – come comprare solo il necessario, rispettare la propria lista della spesa, acquistare prodotti di stagione e rifornirsi nei farmers’ market proprio come il nostro Mercato di Campagna Amica di Latina di via Don Minzoni 1, tanto
apprezzato e frequentato da clienti/consumatori molto attenti”. “La cucina salva avanzi, ad esempio – spiega Saverio Viola – permette di recuperare con gusto il cibo non consumato nei giorni precedenti. Con i piatti antispreco si possono portare in tavola menù completi. Per risparmiare e limitare gli scarti si possono utilizzare parti di frutta e verdura che generalmente vengono buttate. Ad esempio, le bucce di patata possono essere fritte e diventare delle chips da servire calde, le foglie esterne della lattuga possono essere usate per involtini con ripieno di uova, formaggio grattugiato e patata lessa. La buccia liscia e sottile della zucca se cotta e ridotta a passata diventa l’ingrediente base per una torta”. Tra i consigli di Coldiretti Latina, per conservare al meglio il cibo e farlo durare di più, c’e la buona norma di recarsi subito a casa dopo aver fatto la spesa, evitare l’effetto cumulo in frigorifero, rifornirsi almeno due o tre volte alla settimana controllando le scadenze.
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LE CINQUE REGOLE D’ORO AMICHE DEL PORTAFOGLIO: 1. Comprare il necessario. I prodotti sottocosto e le promozioni speciali ci spingono a comprare cibo in eccesso, destinato a finire in pattumiera. 2. Fare la lista. Controllare la dispensa e annotare su un foglio ciò che manca fa risparmiare tempo, soldi e ci aiuta a comprare solo ciò di cui abbiamo bisogno. 3. Seguire il calendario. Frutta e verdura di stagione hanno più sapore, contengono più sostanze nutritive e costano meno rispetto ai prodotti fuori periodo. 4. Preferire la filiera corta. Comprare direttamente dal produttore: ogni martedì e mercoledì mattina al mercato di Campagna Amica in via Don Minzoni 1 i coltivatori offrono consigli e prodotti per la spesa migliore. 5. Limitare il tragitto. Dopo aver fatto la spesa è bene recarsi subito a casa: si evita così di lasciare i prodotti deperibili troppo tempo in ambienti caldi che ne possono accelerare il deterioramento.