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Anno XV n. 3 - 2014
Bimestrale di cultura & informazione agricola di Coldiretti Lazio
Autorizzazione del Tribunale di Roma n.231 del 2/6/2000 - Poste Italiane spa - sped. in abb. postale - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n° 46) - Art. 1, Comma 1, DCB Roma
UE: sconfitta lobby aranciata senza arance Osservatorio UE per il mercato del latte dopo la fine delle quote Con #campolibero passo in avanti per superare la crisi
EDITORIALE:
IL PRESIDENTE:
PRIMO PIANO:
Giovani imprenditori agricoli: blocco pagamenti mette a rischio il loro futuro
Coldiretti Lazio: un’organizzazione a “servizio” degli imprenditori agricoli
Presto pubblica la lista degli importatori agroalimentari
In copertina: EXPO 2015 - Nutrire il Pianeta, Energia per la Vita
Editoriale di Aldo Mattia
Giovani imprenditori agricoli: blocco pagamenti mette a rischio il loro futuro
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Il Presidente di David Granieri
Bimestrale di cultura & informazione agricola di Coldiretti Lazio Iscrizione al Roc n° 12420 Editore
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Primo Piano di Andrea Fugaro
Presto pubblica la lista degli importatori agroalimentari 06 SPECIALE a cura di Coldiretti Lazio
EXPO 2015 - Nutrire il Pianeta, Energia per la Vita
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Attualità / In breve Centro Assistenza Imprese Coldiretti Lazio Via R. Piria, 6 lazio@coldiretti.it www.coldirettilazio.it Direttore responsabile Aldo Mattia aldo.mattia@coldiretti.it Redazione Andrea Fugaro Maurizio Ortolani Collaboratori Simone Di Colantonio Gianluigi Terenzi Abbonamenti Ordinario: Eu 10,00 Onorario: Eu 20,00 Sostenitore: Eu 50,00 Tramite c/c postale n. 82689027 intestato a: Federazione Regionale Coldiretti del Lazio o rivolgersi alle sedi della Coldiretti Progetto grafico e impaginazione Grafiche Delfi Italia s.r.l. Stampa Grafiche Delfi Italia s.r.l.
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Notizie dal Territorio L’agricoltura in Europa a cura di Andrea Fugaro
Osservatorio UE per il mercato del latte dopo la fine delle quote
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L’agricoltura in politica a cura di Andrea Fugaro
Con #campolibero passo in avanti per superare la crisi
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Cronache di Andrea Fugaro
L’UE vuol rivedere il termine di conservazione degli alimenti
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EPACA di Gianluigi Terenzi
Firmato l’accordo quadro Epaca con Ue.coop per i servizi ai soci delle cooperative Contribuzione previdenziale
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Riflessioni di Paolo Carlotti
Ancora la preghiera, ancora per la pace
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Notizie dalle province
Frosinone, Latina, Rieti, Viterbo
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Il Punto di Campagna Amica
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Questa rivista è inviata agli oltre 40.000 associati Coldiretti del Lazio, ai principali rappresentanti delle Istituzioni e Amministrazioni locali ed ai più qualificati opinion leaders delle filiere agroalimentari laziali. 1
MAGGIO GIUGNO
Coldiretti Lazio: un’organizzazione a “servizio” degli imprenditori agricoli
EDITORIALE di Aldo Mattia
Giovani imprenditori agricoli: blocco pagamenti mette a rischio il loro futuro a misura 112 del Psr 2007-2013 prevede la corresponsione di un premio per un massimo di 40.000 Euro con l’obiettivo di agevolare i giovani imprenditori agricoli ad avviare la conduzione delle imprese agricole favorendone l’insediamento in agricoltura. La politica di sviluppo rurale in favore dei giovani imprenditori è stata una priorità trasversale del Piano di Sviluppo Rurale 20072013 ancora in attuazione, riscontrando un successo importante grazie all’introduzione del cosiddetto “Pacchetto Giovani” attraverso il quale, con un approccio integrato che unisce il premio di insediamento agli aiuti agli investimenti previsti da altre misure di intervento, è stato possibile per la Regione insediare più di 1.500 giovani agricoltori. Il successo di un una misura che anche nel prossimo PSR 20142020 rappresenterà una priorità strategica di intervento rischia di essere vanificato da due questioni, entrambe portatrici di un blocco di pagamenti, per le quali Coldiretti Lazio ha messo in campo tutta la sua forza sindacale e di rappresentanza per garantire che il futuro di centinaia di imprese agricole giovani non sia messo in discussione da prassi burocratiche che poco hanno a che fare con il lavoro di aziende innovative e vitali. Per questo in un Assemblea/ Convegno, svoltosi presso i locali della stessa Regione, alla Presenza dell’Assessore all’agricoltura Sonia Ricci, la Coldiretti Lazio ha portato oltre 200 giovani a discutere del loro futuro e a cercare risposte presso le istituzioni deputate alla risoluzione del problema. La prima questione nasce dal contenzioso apertosi con la Commissione Europea in merito all’applicazione della cosiddetta
L Aldo Mattia, Direttore di Coldiretti Lazio
regola dei “18 mesi” in base alla quale la singola decisione di concedere il sostegno deve essere adottata dalla Regione entro 18 mesi dall’insediamento. Contenzioso che ha costretto la Regione a sospendere i pagamenti della misura 112 a favore di quelle pratiche di “pacchetto giovani” ritenute ammissibili e finanziabili e quindi già destinatarie di un provvedimento di concessione. Si tratta di circa 170 giovani imprenditori per i quali la Regione ha assicurato la copertura dei pagamenti con risorse regionali per un importo di poco superiore ai 6 milioni di Euro. La vigilanza che continuiamo a mantenere è alta affinché le promesse si trasformino in realtà perché è in gioco il futuro agricolo di questa regione. Infatti molti giovani che avevano fatto affidamento sull’erogazione del premio di primo insediamento quale volano finanziario per la realizzazione degli investimenti sono “tentati di rinunciare” tenuto conto anche dei costi della fideiussione che hanno dovuto e continuano a sostenere oltre il fatto che, non ricevendo il pagamento dovuto, molti stanno vedendosi rivolti le domande di escussione delle stesse. Non meno grave è il fatto che tardando anche i pagamenti relativi alla misura 121 inserita nel “Pacchetto” molti giovani si trovano di fronte alla richieste di rientro da parte delle banche che hanno finanziato la parte privata dell’investimento. La seconda questione nasce dalla notizia del nuovi bandi pubblicati relativamente alla misura 112 “Insediamento giovani agricoltori” e alla misura 121 “investimenti nelle aziende agricole”. È evidente che il problema non è la pubblicazione dei nuovi bandi, che comunque rappresentano per 3
le imprese agricole una interessante opportunità, ma il fatto che questa pubblicazione sembra dia per scontato la definitiva non finanziabilità delle 293 domande di aiuto ritenute ammissibili ma non finanziabili per carenze di fondi relative all’ultimo stop and go della stessa misura 112 in pacchetto giovani. Si tratta di una serie di imprese agricole che hanno proceduto all’insediamento dei giovani, al pagamento di parcelle a professionisti per la presentazione della domanda di finanziamento, al pagamento dei contributi INPS per poi non avere alcun corrispettivo se non quello di risultare in un elenco. È evidente che non può essere contestato il comportamento della Regione, coerente e trasparente, ma appare una scelta, soprattutto rispetto alla situazione economica contingente che stiamo attraversando, non opportuna da un punto di vista “politico”, nel senso di scelta economica nell’interesse dell’intero sistema agricolo regionale. La Coldiretti Lazio ha richiamato l’attenzione della Regione per trovare una soluzione che permetta di scorrere le graduatorie esistenti per evitare che profili di incostituzionalità legati al principio di uguaglianza nonchè alla tutela della libera concorrenza conducano i giovani agricoltori delusi ad avviare azioni legali in grado di bloccare l’attività della Regione. I giovani sono una priorità di questa regione e dall’insediamento di aziende innovative e di qualità dipende il futuro dell’agricoltura dei nostri territori.
IL PRESIDENTE di David Granieri
Coldiretti Lazio: un’organizzazione a “servizio” degli imprenditori agricoli a Coldiretti del Lazio, in linea con quanto deciso a livello Confederale intende imprimere nuova forza all’azione sindacale tesa a fornire ai nostri soci servizi sempre più innovativi e di qualità oltre che migliorare i rapporti con la Pubblica Amministrazione la cui burocrazia continua a rubare troppo tempo al vero lavoro d’impresa con più di 100 giorni l’anno sottratti all’attività dei campi. Su quest’ultimo fronte è noto che Coldiretti ha attribuito alla semplificazione amministrativa per le imprese agricole un’importanza fondante sia sul versante politico che su quello organizzativo. Per questo motivo è stata intrapresa un’azione regionale con l’obiettivo di assegnare un nuovo e più incisivo ruolo ai CAA che prescinda da una concezione “ministerocentrica” della gestione della cosa pubblica in agricoltura. Per questo motivo anche nella Regione Lazio è stata approvata un’ampia e articolata rete di disposizioni a carattere sia legislativo che amministrativo per rafforzare e disciplinare le nuove e innovative incombenze di quello che abbiamo definito “SuperCAA”. Un processo di trasformazione dei rapporti con la Pubblica Amministrazione che si è sviluppato e portato a compimento solo e grazie all’iniziativa ed il coraggio della Coldiretti. Il tema della semplificazione amministrativa e dei procedimenti amministrativi connessi all’esercizio dell’attività agricola assume un’enorme importanza per il buon operare dell’agricoltura divenendo fattore competitivo per le aziende agricole del territorio. Crediamo, infatti, che la riforma dei procedimenti amministrativi fondata su una effettiva
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David Granieri, Presidente Coldiretti Roma e Lazio
semplificazione burocratica in un’ottica di sussidiarietà sia tra gli obiettivi fondamentali cui deve tendere la Regione con rapidità ed efficacia. Le norme in questione si muovono su tre fronti importantissimi e di grande semplificazione reale dei rapporti agricoltori/PA: • L’individuazione di una serie di procedimenti amministrativi relativi all’esercizio dell’attività agricola per i quali è ammessa la presentazione di istanze per il tramite dei Centri di Assistenza Agricola (CAA); • La descrizione degli adempimenti ai cui sono tenuti i CAA nell’attività istruttoria relativa ciascun procedimento; • L’indicazione dei termini per l’adozione del provvedimento finale di ciascun procedimento decorso il quale lo stesso si intende adottato (silenzioassenso). In termini di servizi all’impresa Coldiretti Lazio attribuisce poi una grandissima rilevanza all’attivazione da parte della Regione della misura relativa alla fornitura di servizi di consulenza avanzata alle imprese agricole prevista dal prossimo PSR 2014-2020. In tal senso le risorse a disposizione dovranno consentire alle strutture Coldiretti di fornire un servizio di consulenza di qualità elevata e altamente innovativo, funzionale alla realizzazione del nostro Progetto. Nella fase di negoziazione attualmente in corso sul nuovo PSR, Coldiretti Lazio ha ottenuto il raddoppio delle risorse disponibili per questa importante misura rispetto alla passata programmazione passando dagli attuali 6.000.000 di Euro ridotti poi a 2 milioni per le cattive performance registrate a circa 5
12 milioni di Euro stanziati in previsione per il prossimo periodo di programmazione. L’obiettivo è quello di fornire un servizio di consulenza a misura di ciascun impresa che abbracci tutta l’attività della stessa. Una consulenza che non sia solo tecnica ma anche strategica e capace di favorire i processi di crescita e competitività del settore e delle imprese che vi operano. Una sfida che Coldiretti intende cogliere per confermarsi nel ruolo di una rappresentanza sempre al servizio dei soci e delle loro esigenze. Si tratta di utilizzare la Consulenza per la diffusione della cultura d’impresa in agricoltura attraverso azioni di miglioramento del capitale umano che abbiano ad oggetti i seguenti campi di applicazione: • Cultura di Impresa • Gestione manageriale delle diverse tipologie di imprese agricole con particolare riferimento all’impresa diversificata • Analisi delle dinamiche dei mercati agricoli • Nuovi stili di vita e modelli di acquisto e consumo • Commercializzazione dei prodotti agricoli ed agroalimentari con particolare riferimento alle forme di filiera corta • Penetrazione dei mercati internazionali per i prodotti delle filiere agricole ed agroalimentari italiani • Finanza aziendale con particolare riferimento alle imprese agricole ed agroalimentari • Nuove tecnologie per la gestione dei nuovi modelli di impresa agricola ed agroalimentare con particolare riferimento alle qualità distintive territoriali.
PRIMO PIANO a cura di Andrea Fugaro
Presto pubblica la lista degli importatori agroalimentari Coldiretti vince la sua battaglia per origine e lotta alle truffe arà presto di domino pubblico l’elenco degli importatori di prodotti agroalimentari e sopratutto di operatori del settore che utilizzano e trasformano tali prodotti per “naturalizzarli” come italiani. Molti prodotti agroalimentari che vengono commercializzati in Italia e all’estero con l’indicazione “made in Italy” non sempre sono ottenuti con l’impiego di materie prime di origine italiana, ma il più delle volte sono ottenuti con l’impiego di materie prime non italiane provenienti da paesi comunitari ed extracomunitari. È ormai da tempo che si svolge la battaglia tra coloro che ritengono che il made in Italy debba essere completamente italiano e coloro che invece ritengono che talune materie prime non possono che essere di origine estera. Tra tutti vi è il classico caso della pasta di grano duro che viene prodotta in Italia e consumata in tutto il mondo, con l’impiego di semole costituite da miscele di grani duri italiani ed esteri riferibili sopratutto all’origine canadese e americana di tali grani. Secondo Coldiretti, convinta del valore dell’origine dei prodotti, non deve essere possibile indicare come pasta made in Italy quella ottenuta con l’impiego di miscele di semole di grano duro di origine italiana e addirittura extracomunitaria. Per questo suscita critiche la notizia che un pizzaiolo italiano ha deciso di aprire negli Usa e in particolare a New York una pizzeria che sforna pizze impastate, stese, e cotte secondo la più classica ricetta partenopea, in quanto non viene data la garanzia che farina, mozzarella, pomodoro, basilico e quanto altro siano di squisita origine italiana.
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Andrea Fugaro, Coldiretti
Questi e altri casi che sono considerati vere e proprie aggressioni al made in Italy potranno presto cessare almeno per quello che riguarda tutte le produzioni alimentari ottenute in Italia e commercializzate ovunque con il marchio di origine italiano che copre anche l’impiego di materie prime non italiane. Infatti, il ministro della Salute, On. Beatrice Lorenzin ha annunciato che saranno finalmente resi pubblici i flussi commerciali delle materie prime provenienti dall’estero per la produzione alimentare, senza che per sapere ciò si debba ricorrere solo alle proteste degli agricoltori come è accaduto di recente sul Brennero e alle molteplici iniziative di mobilitazione messe in campo da Coldiretti. Il ministro della Salute, On. Beatrice Lorenzin ha infatti accolto la richiesta presentata dal presidente di Coldiretti, Roberto Moncalvo di togliere il “segreto di Stato” sui dati inerenti agli scambi per sostenere la ripresa economica in una situazione in cui, come sostiene la Coldiretti, circa un terzo della produzione complessiva dei prodotti agroalimentari venduti in Italia ed esportati con il marchio Made in
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Italy, contiene materie prime straniere all’insaputa dei consumatori e a danno delle aziende agricole. A tal fine, il ministro della Salute ha disposto l’immediata costituzione di un comitato presso il Ministero composto da esperti della materia, incaricato di definire, in tempi brevi, le modalità attraverso cui saranno rese disponibili le informazioni relative alla provenienza dei prodotti agro-alimentari a soggetti che dimostrino un legittimo interesse all’utilizzo di tali dati. Il lavoro più difficile del Comitato ministeriale non sarà tanto quello di definire le modalità per diffondere i dati sulle importazioni dei prodotti a rischio ma piuttosto quello di individuare e definire i soggetti e sopratutto i legittimi interessi che giustificano la richiesta di conoscenza e utilizzo dei dati sull’import agroalimentare italiano. Attualmente i dati sulle importazioni sono utilizzati sia dalla stessa Agenzia delle Dogane per controlli doganali di routine e per indagini speciali e mirate, e sia da altri organismi di controllo come il caso dell’Ispettorato centrale per la repressione frodi che ha accesso in tempo reale a tutte le dichiarazioni doganali presentate nelle varie dogane italiane relativamente a una lista di prodotti considerati a rischio come ortofrutta, concentrato di pomodoro, latte e altro. L’Icqrf ha così la possibilità di programmare controlli sull’intera filiera e sopratutto sul corretto utilizzo delle produzioni importate dal momento della loro dichiarazione di importazione e stoccaggio negli spazi doganali riservati fino alla definitiva immissione in consumo tal quale o previa trasformazione. Questo tipo di controlli e la stessa
PRIMO PIANO a cura di Andrea Fugaro
richiesta della Coldiretti accolta dal ministro per la Salute ha però un limite costituito dagli scambi intracomunitari che ovviamente non soggiacciono allo stesso regime dei controlli doganali. Le materie prime che vanno spesso a costituire il falso made in Italy sono sempre più di origine comunitaria sia perché prodotte direttamente in altri Stati membri e sia perché oggetto di triangolazioni – Paesi terzi, Stati membri, Italia – per aggirare i sistemi di controllo doganale italiano. Sono quindi le operazioni intracomunitarie ad essere a maggior rischio anche nei piani di lavoro degli organismi di controllo, sopratutto perché la loro entità e gli operatori che le hanno effettuate vengono conosciuti dalla stessa Agenzia delle Dogane in tempi successivi e quando, magari, il falso made in Italy è già stato commercializzato. Secondo la richiesta della Coldiretti ora accolta dal ministro della Salute siamo in presenza di una
complessa normativa doganale che ha impedito l’accessibilità dei dati senza significative ragioni legate alla tutela della riservatezza – come testimoniato dallo scandalo della carne di cavallo – provocando gravi turbative sul mercato ed ansia e preoccupazione dei consumatori, a fronte dell’impossibilità di fare trasparenza sulla provenienza degli alimenti. Una mancanza di trasparenza che ha favorito anche il verificarsi di inganni a danno di prodotti simbolo del made in Italy, con il concentrato di pomodoro proveniente dalla Cina, l’olio di oliva proveniente dalla Spagna o i prosciutti provenienti dalla Germania “spacciati” per made in Italy. L’eliminazione del “segreto di Stato”, sulle informazioni che attengono alla salute ed alla sicurezza di tutti i cittadini realizza, dunque, una condizione di piena legalità diretta a consentire lo sviluppo di filiere agricole tutte italiane che sono ostacolate dalla concorrenza sleale di imprese straniere e, soprattutto,
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nazionali, che attraverso marchi, segni distintivi e pubblicità, si appropriano illegittimamente dell’identità italiana dei prodotti agroalimentari. Le importazioni agroalimentari in Italia, secondo un’analisi Coldiretti, hanno raggiunto la cifra record di 40 miliardi di euro nel 2013, con un aumento del 20 per cento rispetto all’inizio della crisi nel 2007. Il flusso ininterrotto di prodotti agricoli che ogni giorno dall’estero attraversano le frontiere serve a riempire barattoli, scatole e bottiglie da vendere sul mercato come made in Italy. Gli inganni del finto made in Italy sugli scaffali riguardano due prosciutti su tre venduti come italiani, ma provenienti da maiali allevati all’estero, ma anche tre cartoni di latte a lunga conservazione su quattro che sono stranieri senza indicazione in etichetta, oltre un terzo della pasta ottenuta da grano non coltivato in Italia, e la metà delle mozzarelle, fatte con latte se non con cagliate straniere.
EXPO 2015 - Nutrire il P
Agricoltura protagonista con qualitĂ e innov
SPECIALE
Pianeta, Energia per la Vita
vazione
a cura di Coldiretti Lazio
al 1° maggio al 31 ottobre 2015 Milano ospiterà l’Esposizione Universale con il tema: Nutrire il Pianeta, Energia per la Vita, la sfida è quella di assicurare a tutta l’umanità un’alimentazione buona, sana, sufficiente e sostenibile. Questo significa aprire un dialogo e una cooperazione tra nazioni, organizzazioni e aziende per arrivare a strategie comuni per migliorare la qualità della vita e sostenere l’ambiente. Si tratta di un evento di dimensioni planetarie che torna in Italia per la prima volta dopo l’edizione di Milano del 1906. L’alimentazione è l’energia vitale del Pianeta necessaria per uno sviluppo sostenibile basato su un corretto e costante nutrimento del corpo, sul rispetto delle pratiche fondamentali di vita di ogni essere umano, sulla salute, ed è per questo che il tema centrale dell’evento è il diritto ad una alimentazione sana, sicura e sufficiente per tutto il pianeta. L’Esposizione Universale, dedicata alla sicurezza e alla qualità alimentare, darà visibilità alla tradizione, alla creatività e all’innovazione nel settore dell’alimentazione e potrà rappresentare un volano per l’economia del territorio e presentare al meglio le eccellenze nel settore dell’alimentazione italiana. Tre gli assi sui quali muovere la trasmissione dei messaggi verso l’esterno: • la creatività: la capacità di racconto (attraverso le arti, la cultura e le nuove tecnologie) degli infiniti significati del cibo in tutti gli angoli della Terra; • il dialogo: l’apertura ad accogliere le esperienze, i costumi e le ambizioni dei diversi popoli del pianeta in un clima di confronto e di dialogo a nutrire un nuovo clima di pace e di concordia; • l’innovazione: la ricerca di nuove sintesi e nuove formule di vita che riguardano l’equa ripartizione del benessere tra gli uomini nel terzo millennio. Nonostante i problemi legati alla realizzazione delle opere di cui molto si è letto e detto la progettazione del sito espositivo mette subito in evidenza il legame con la produzione primaria del tema e l’importanza dell’ambiente rurale e del paesaggio. Infatti in molte città moderne è ancora evidente la struttura a forma di croce, eredità del castrum, l’accampamento romano che si distingueva per la pianta ortogonale e le strade tra di loro perpendicolari chiamate Cardo e Decumano. È proprio a questa struttura che si ispira il disegno del Sito Espositivo di Expo Milano 2015. Semplice e intuitivo, il progetto gestisce in modo inedito la partecipazione dei Paesi e aiuta il visitatore a orientarsi all’interno dell’area tra
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SPECIALE
esperienze, racconti, eventi e mostre da cui partire per assaporare i gusti delle tradizioni enogastronomiche del Pianeta. La via principale su cui si sviluppa la struttura, il Decumano, attraversa l’intero sito da est a ovest per un chilometro e mezzo e ospita su entrambi i lati i padiglioni nazionali dei Paesi Partecipanti: degli oltre 130 Paesi Partecipanti, circa 60 svilupperanno uno spazio self-built, mentre i rimanenti saranno presenti all’interno di un cluster. Simbolicamente l’asse unisce il luogo del consumo di cibo (la città) a quello della sua produzione (la campagna). L’asse del Decumano si incrocia con l’asse del Cardo, lungo 350 metri, che mette in relazione il nord e il sud del Sito Espositivo e accoglie la proposta espositiva del Paese ospitante, l’Italia. Negli spazi di Palazzo Italia la cultura, le tradizioni legate all’alimentazione e i prodotti tipici italiani descrivono le nostre migliori pratiche alimentari. Sul lato dell’ambiente è interessante il progetto denominato “Expo green”. Oltre 200.000 metri quadrati all’interno del cantiere più grande d’Europa, che si estende a Rho Pero per 1,1 milioni di metri quadrati, saranno dedicati ad opere paesaggistiche. Dodicimila alberi, alcuni dei quali raggiungono altezze di 10-12 metri, 85.300 arbusti, 107.600 piante acquatiche e 151.700 erbacee sono alcuni dei numeri di questo intervento. L’idea è quella di un grande “polmone verde” che contribuirà al miglioramento del microclima, valorizzerà il paesaggio, accrescerà la biodiversità contribuendo a rendere la visita all’Esposizione Universale un’esperienza indimenticabile per il pubblico. L’obiettivo di questo grande progetto è quello di raccontare i diversi paesaggi che connotano il territorio naturale e agricolo italiano costituendo un filtro verde tra l’area espositiva e l’esterno. C’è l’anello verde esterno (su una superficie di 80.000 metri quadrati) costituito da una fascia boschiva che definirà il perimetro del sito; all’interno dell’isola espositiva altre tipologie di verde rappresenteranno in tre modi diversi la declinazione di carattere più urbano delle rappresentazioni paesaggistiche, quali gli Hortus (8 giardini – dotati di pergole e sedute – per il relax 10
dei visitatori in un’area complessiva di 27.000 metri quadrati), le Piazze maggiori (3 grandi spazi aperti – denominati accesso Ovest dove verrà realizzato un Giardino delle farfalle, Porta delle via d’acqua, Piazza del lago – situati nei punti strategici d’ingresso al sito), le Piazze minori (sono 25 di varia forma, situate nei pressi delle aree di servizio e di ristoro, ciascuna denominata dalla specie arborea che le caratterizza come, ad esempio, piazza dei peri, dei tigli, dei gelsi, delle querce, dei platani, dei pioppi bianchi); la Collina mediterranea invece presenta percorsi e terrazzamenti caratterizzati da uliveti, agrumi, querceto misto, vite maritata. Il 90% circa delle alberature sarà coltivato e trasportato in air pot, un vaso speciale di plastica riciclabile e riutilizzabile, che accresce in modo attivo la qualità dei sistemi radicali delle piante eliminando la spiralizzazione delle radici: si riducono così i tempi di crescita in vivaio ottimizzando la fase di trapianto sul sito e la salute dei vegetali.
Coldiretti e “anticipando EXPO”: puliti dentro e fuori Nel corso del maxi raduno organizzato da Coldiretti a Milano e al quale hanno partecipato oltre 10.000 agricoltori, l’Organizzazione per bocca del suo Presidente Roberto Moncalvo ha voluto sottolineare il ruolo dell’agricoltura di qualità e innovativa che può contribuire a dare contenuti ad EXPO liberandolo dalle discussioni che per ora hanno solo riguardato il contenitore e l’involucro esterno della grande manifestazione. Parlando ai suoi agricoltori il Presidente Moncalvo ha affermato con chiarezza: “Con il vostro lavoro abbiamo costruito un’agricoltura di straordinaria qualità`, con caratteri distintivi unici, con una varietà e un’articolazione che non ha uguali al mondo …non siamo i soli ma – ha sottolineato Moncalvo – siamo i primi”. “Ebbene – ha continuato Moncalvo – questa è l’agricoltura che va raccontata ad Expo, questo è il contenuto di Expo per noi italiani ma anche in termini di contributo al pianeta. Parlo di ‘contenuti’ perché` finora si e` parlato (forse giustamente visti i guai di percorso) dell’involucro di Expo, dell’infrastruttura che lo conterrà e non a caso ci sono stati guai… perché quell’infrastruttura ha a che fare con cemento, territorio, a ben vedere rendite. E quindi – ha concluso Moncalvo – se desideriamo il massimo della pulizia per quell’infrastruttura dobbiamo avere il massimo di pulizia per il contenuto che ci mettiamo dentro: solo la grande agricoltura distintiva, solo l’industria alimentare pulita e trasparente, solo il vero made in Italy con i suoi prodotti e con i vostri volti. L’innovazione made in Italy anticrisi punta sui cibi della salute. Dalla bibita energetica di mais nero al frullato di aloe nei campi si moltiplicano le innovazioni nell’ambito dei prodotti alimentari legati al benessere psicofisico e che rappresentano il segmento più dinamico del mercato alimentare con un aumento in volume degli acquisti del 17,3 per cento, in netta controtendenza rispetto al calo generalizza-
to dei consumi dovuto alla crisi. È quanto emerge da una analisi della Coldiretti all’Open space “Anticipando EXPO” presentata da Coldiretti secondo le rilevazioni Nielsen su marzo 2014 rispetto all’anno precedente. Il settore degli alimenti legati alla salute e al benessere è in continua espansione tanto che, secondo una ricerca Gfk Eurisko, 7 italiani su 10 li hanno usati almeno una volta nell’ultimo anno. E se con un fatturato di un miliardo e 964 milioni di euro, aumentato di oltre il 3 per cento rispetto al 2013, le industrie puntano su integratori che concentrano vitamine e sali minerali in scatole di pillole, il mondo agricolo punta invece sui prodotti della terra che hanno naturali proprietà energetiche o che sono adatti per gli intolleranti al lattosio o al glutine. Dai chicchi dell’antico mais Corvino le cui proprietà erano già conosciute dagli Inca e dai Maya si ricava una bibita energetica e dissetante, mentre una particolare varietà di pomodori non Ogm permette di avere salsa e succo di pomodoro con concentrazioni di licopene, ottimo antiossidante, superiore a quella di altri prodotti. Dal latte delle montagne alpine si ricava una bevanda a base di siero che è un reintegratore naturale conosciuto fin dall’antichità, ricco di sali minerali e vitamine. E visto che sta aumentando l’incidenza delle intolleranze alimentari, ecco i formaggi senza lattosio e salumi e altri prodotti senza glutine adatti per chi soffre di celiachia, problema che in Italia riguarda una popolazione potenziale di mezzo milione di persone. Mentre contro lo stress della vita moderna c’è chi produce frullati energizzanti con le piante di aloe che coltiva in azienda, chi prepara mix di erbe officinali per tisane depurative oppure confeziona light snack della salute con mele e fragole dei propri frutteti. L’attenzione alla salute diventa sempre più uno dei criteri di scelta da parte dei consumatori e non solo
come prevenzione di malattie o gestione di fattori di rischio, ma anche e soprattutto come ricerca di un più generale benessere psicofisico, tanto che 1 italiano su 3 fa uso di integratori, probiotici e alimenti funzionali le cui proprietà si trovano già naturalmente nel cibo made in Italy.
LE IDEE INNOVATIVE DI “ANTICIPANDO EXPO” Bibita di mais nero energetica Il suo nome è “Morena”. È un nettare di mais, ricavato dai chicchi neri e dentati del mais corvino, una delle più antiche varietà di mais, originaria del Sud America, già nota a Incas e Maya. La bevanda si ottiene mettendo in infusione con acqua e limone i chicchi di mais. Si aggiungono mela, chiodi di garofano, cannella, stevia. Il nettare di mais ha proprietà antiossidanti grazie alla presenza di antociani e flavoni ed è energetico. Succo e salsa di pomodoro al licopene concentrato Nascono dalla lavorazione di una varietà selezionata di pomodoro assolutamente non Ogm che rispetto alle altre tipologie ha un contenuto maggiore di licopene, sostanza naturalmente antiossidante. Bevanda dissetante energetica al siero di latte Fatta con il siero del latte di montagna, è un reintegratore naturale conosciuto fin dai tempi degli antichi egizi, il medico Ippocrate lo considerava ideale per una giusta alimentazione, è ricco di calcio, fosforo, magnesio, potassio e vitamine, rafforza le ossa e i denti, accresce la flora intestinale e stimola il metabolismo.
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SPECIALE
SPECIALE
Formaggi senza lattosio per intolleranti al latte
Tisane da piante officinali
Formaggio privo di lattosio, ad alta digeribilità, nato da un progetto con l’università di Edolo è prodotto solo con latte vaccino intero, stagionato fino a 40 giorni, ha un sapore deciso ed è adatto a tutti quelli che sono intolleranti al lattosio.
Tisane e sali alimentari di Achillea, Melissa, Bardana, Camomilla, Menta, Issopo, Timo, Maggiorana, Piantaggine, Salvia, Rosmarino, Enagra, Calendula, Malva, Ribes rosso, Ribes nero e lamponi con funzioni digestive, drenanti, rasserenanti e depurative.
Agriturismo fra prodotti a zero glutine e zafferano puro
Frutta pocket per le merende della salute
Zafferano purissimo e prodotti per celiaci. Ormai anche gli agriturismi si stanno attrezzando per le esigenze di tutti i visitatori. Piatti e ricette senza glutine, dall’antipasto al dolce, garantendo la massima attenzione su mestoli, pentole e scolapasta dedicati per evitare contaminazioni, oltre che spianatoia, forno e tagliere separati per la preparazione di pasta, pizza, pane e dolci.
Frutta e verdura disidratata. Snack sani e leggeri, prodotti con frutta a km zero, come mele e fragole, fonte naturale di folati, potassio e fibra, ricchi di vitamina C e di flavonoidi ad azione antiossidante e anti infiammatoria.
Salumi senza glutine e senza lattosio contro le intolleranze Sono salumi prodotti da allevamenti di suini italiani e sono privi di glutine e lattosio in modo da poter essere gustati e apprezzati anche da tutte le persone celiache o intolleranti. Frullati all’aloe per la salute del corpo Frullati e composti di Aloe arborescens per dare energia e benessere al corpo. L’Aloe arborescens contiene sostanze nutritive di vario tipo, tra le quali vitamine, sali minerali e aminoacidi. Tra le vitamine idrosolubili, si distinguono quelle del gruppo B (B1, B2, B3, B6, B12), e la vitamina C; tra quelle liposolubili la A, la D e la E. Contiene sette degli otto aminoacidi essenziali e sali minerali. 12
Dalle nocciole il benessere per il corpo L’olio di nocciole è una preziosa miscela che contiene Vitamina A ed E con l’85% di acidi grassi insaturi. È utile nel trattamento delle irritazioni delle pelli sensibili, alle quali apporta flessibilità ed elasticità, penetra rapidamente e in profondità agendo sulle rughe come sulle smagliature o le cicatrici nutrendo e prevenendo la disidratazione. Con questo prodotto dell’agricoltura italiana si fanno anche creme antirughe, saponi naturali, creme per le mani e lucida labbra. Cardo mariano contro gli stravizi Arriva dalla campagna un aiuto per le malattie epatiche. Il cardo mariano è alla base di una tisana consigliata per disintossicare e proteggere le funzioni epatiche affaticate dagli stravizi alimentari o da qualche patologia. Le agritisane di cardo mariano sono utili anche contro la fatica e le allergie alimentari.
AT T U A L I TÀ / I N B R E V E a cura di Coldiretti Lazio
UE: da stop oliere truccate più lavoro nei campi mportante lo stop alle oliere truccate nei ristoranti che potranno servire l’evo solo in bottiglie con tappo antirabbocco.“Nel rispetto della normativa comunitaria l’Italia non ha rinunciato questa volta a svolgere il ruolo di leader nella tutela della qualità e della s i c ure z z a alimentare in Europa” ha affermato il presidente della Coldiretti. Un deciso stop alle truffe e agli inganni.
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Agricoltura: bene sblocco fondi UE o sblocco dei finanziamenti dovuti agli agricoltori rappresenta una risposta adeguata alle nostre continue sollecitazioni nei ripetuti incontri con il ministro delle Politiche Agricole Maurizio Martina al quale va un sincero ringraziamento”. È quanto afferma il presidente della Coldiretti Roberto Moncalvo nel commentare l’annuncio del completamento delle attività di controllo sulle domande grazie al quale Agea ha disposto il pagamento agli agricoltori di 81.5 milioni di euro di fondi della Politica agricola comune, dei quali 65milioni andranno a 6.000 aziende per il pagamento della Domanda Unica 2013 e 16,5milioni a 2.550 aziende che hanno presentato domanda per lo sviluppo rurale.
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UE: sconfitta lobby aranciata senza arance stata sconfitta la lobby delle aranciate senza arance grazie all’azione del Governo vicino ad imprese agricole e consumatori. Soddisfatto il presidente della Coldiretti Roberto Moncalvo per il voto dell’aula della Camera alla legge Comunitaria che alza il contenuto minimo di succo di frutta nelle bibite gassate dal 12 al 20 per cento. Finalmente ci sono le condizioni per cambiare una norma che permette di vendere l’acqua come fosse succo. Quando la legge sarà approvata 200 milioni di chili di arance all’anno in più saranno “bevute” dai 23 milioni di italiani che consumano bibite gassate. Inoltre non va dimenticato l’impatto economico sulle imprese agricole poichè l’aumento della percentuale di frutta nelle bibite potrebbe salvare oltre 10mila ettari di agrumeti italiani soprattutto in regioni come la Sicilia e la Calabria.
È
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“Pacchetto giovani”: via ai pagamenti del premio di insediamento assessore all’Agricoltura della Regione Lazio, Sonia Ricci, ha assicurato la copertura dei pagamenti promessi nell’ambito del “pacchetto giovani”, misura 112, a favore di quelle pratiche ritenute ammissibili e finanziabili e quindi già destinatarie di un provvedimento di concessione, relative all’avviamento di nuove imprese. Un sostegno economico di circa 6 milioni di euro rivolto a 170 giovani agricoltori. Un impegno che l’assessore Ricci ha assunto di fronte ad oltre 300 ragazzi in occasione del ConvegnoAssemblea organizzato da Coldiretti Lazio che si è svolto presso la Sala Tevere della Regione Lazio, lo scorso 18 giugno. Rimane tuttavia ancora non completamente risolta una seconda
L’
questione che nasce dalla pubblicazione di un nuovo bando del PSR relativo all’insediamento dei giovani agricoltori con uno stanziamento di 10 milioni di euro. “Appare quantomeno inopportuno – ha affermato il direttore di Coldiretti Lazio, Aldo Mattia – disattendere le legittime aspettative di quasi 300 giovani imprenditori situati in una graduatoria come soggetti ammissibili ma non finanziati per mancanza di fondi, emanare un nuovo bando per l’insediamento di giovani agricoltori”.
AT T U A L I TÀ / I N B R E V E a cura di Coldiretti Lazio
Dopo promesse subito azioni della regione sul nuovo prezzo del latte a scadenza dei contratti di conferimento del latte vaccino alla stalla in scadenza il 30 giugno rende urgente accelerare il percorso concordato con la Regione Lazio nell’ultimo tavolo di filiera per arrivare ad un accordo sul prezzo del latte che permetta di favorire un quadro di concorrenza che tuteli la competitività delle imprese laziali”. Così il presidente ed il direttore di Coldiretti Lazio, David Granieri e Aldo Mattia, in una lettera inviata al governatore del Lazio Nicola Zingaretti e all’assessore all’agricoltura Sonia Ricci per sollecitare la Regione ad agire in tempi brevi. Nel Lazio, dal 2008 al 2012, il numero delle aziende è calato del 36,8% e quello delle vacche è diminuito del 25%. L’unico dato con il segno più davanti, purtroppo è quello relativo ai costi di produzione che ammontano in media a circa 48 /100Kg di latte, con un incremento del 17,5%. Del resto il mercato del latte vaccino alla stalla si muove in un contesto di concorrenza mondiale all’interno del quale giocano diversi fattori legati ai meccanismi della
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domanda e dell’offerta nonché alla destinazione (latte alimentare, formaggi, burro, ecc.) del latte stesso. “Pertanto – ha concluso Mattia – attraverso questa lettera alla Regione Lazio vogliamo ribadire l’urgenza che l’Assessorato all’Agricoltura giochi il ruolo di impulso e media-
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zione che le è proprio e che riunisca con la massima sollecitudine i rappresentanti della filiera del latte vaccino. In mancanza delle risposte adeguate questa Organizzazione sarà costretta ad assumere le dovute conseguenti azioni a tutela dei propri associati”.
L’AGRICOLTURA IN… EUROPA a cura di Andrea Fugaro
Osservatorio UE per il mercato del latte dopo la fine delle quote rmai manca meno di un anno alla fine del regime delle quote latte per cui è necessario tenere sotto controllo il mercato attraverso un costante e attento monitoraggio. La cessazione delle quote latte avverrà il 31 marzo 2015 dopo trent’anni dalla loro istituzione, e proprio a distanza di circa un anno e cioè a maggio 2014 è stato inaugurato a Bruxelles l’Osservatorio europeo per il mercato del latte e prodotti caseari, in modo da prevenire squilibri e crisi di mercato che potrebbero conseguire con la fine del regime delle quote latte. Sono stati così sufficienti nove mesi alla Commissione Europea per raccogliere la sfida, lanciata a fine settembre 2013 dal commissario europeo all’agricoltura Dacian Ciolos, di creare una struttura trasparente, in quanto accessibile a tutti, in grado di fornire in tempi brevi e con grande precisione il numero maggiore di dati per aiutare il settore ad adattarsi alla liberalizzazione del mercato. Ma il vero valore aggiunto dell’Osservatorio risiederà nell’esame costruttivo delle diverse analisi di mercato, per aiutare la Commissione e gli Stati membri a prendere le decisioni più adeguate. La nuova sfida sarà quindi di lavorare congiuntamente – operatori del settore, Governi e Commissione Europea – per raccogliere dati statistici che vanno dalla produzione lattiero casearia, all’equilibrio tra offerta e domanda di prodotti, dai costi di produzione alle prospettive commerciali. Sarà poi Bruxelles a riunire il materiale per metterlo on-line, completandolo con analisi di mercato, rapporti sulle previsioni a breve e medio termine, e riunioni che si terranno a intervalli regolari di un specifico comitato economi-
O
co. Anche la relazione finale di ogni riunione sarà resa pubblica e l’osservatorio sarà accessibile digitando http://ec.europa.eu/agriculture/milk-market-observatory/ind ex_en.htm. L’obiettivo è quello di aumentare la trasparenza del settore e fornire dati di mercato più accurati, in modo che i protagonisti della filiera del latte possano prendere decisioni sulla base di informazioni affidabili e precise. Sempre in vista della fine del regime delle quote e in concomitanza con la nascita dell’Osservatorio la Commissione Europea ha prodotto anche un rapporto sull’evoluzione del mercato lattiero caseario e sul funzionamento del cosiddetto Pacchetto Latte, quell’insieme di norme che regolano il settore da quasi due anni.
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Il rapporto racconta di un mercato del latte nell’Unione Europea attualmente favorevole e con prospettive a medio termine positive anche se caratterizzate da una maggiore volatilità dei prezzi. Le disposizioni del Pacchetto Latte, continua il rapporto, sono state recepite da tutti gli Stati membri anche se solo 12 hanno introdotto gli importantissimi contratti obbligatori tra agricoltori e trasformatori e solo in due Stati sono stati concordati tra organizzazioni di produttori e industriali codici di buone pratiche ispirate al Pacchetto Latte. Se è vero che tutti gli Stati membri hanno adottato criteri nazionali per il riconoscimento delle organizzazioni di produttori ne rimane ancora basso il numero di soggetti riconosciuti che ammonta nei 28 Stati dell’Unione a 228. Infatti la
L’AGRICOLTURA IN… EUROPA a cura di Andrea Fugaro
creazione di nuove OP richiede tempo oltre che una spinta dinamica degli agricoltori che le recenti favorevoli evoluzioni di mercato e le altrettanto buone prospettive di medio termine non hanno incoraggiato. C’è da sperare che tale spinta possa trovare nuova linfa negli incentivi che il nuovo Sviluppo Rurale offrirà per la costituzione di OP nel prossimo periodo di programmazione. Ciò che maggiormente colpisce è il fatto, tuttavia, che solo in quattro Stati membri, le OP riconosciute hanno condotto trattative collettive per la determinazione del prezzo del latte sfruttando la maggiore delle opportunità offerte dal Pacchetto Latte. La regolazione dell’offerta di formaggio DOP/IGP, prevista dal Pacchetto Latte, è stata introdotta solo in due Stati membri. Al contempo, informa il rapporto, è difficile valutare gli effetti delle norme nelle
zone svantaggiate dove le differenze produttive e la diffusione di OP è eccessivamente eterogenea. Le conclusioni del rapporto evidenziano la preoccupazione sulla capacità del quadro normativo europeo di far fronte a episodi caratterizzati da un’estrema volatilità del mercato o ad una situazione di crisi dopo la fine delle quote, tale da garantire uno sviluppo equilibrato della produzione di latte in tutta l’unione Europea evitando una concentrazione eccessiva nelle aree più produttive. È proprio la creazione dell’Osservatorio sul mercato del latte che dovrebbe aiutare la Commissione Europea a sorvegliare meglio sull’evoluzione del mercato e ad utilizzare con efficacia e in modo proattivo la “rete di sicurezza” (acquisto all’intervento per il burro e latte scremato in polvere, aiuto all’ammasso privato per il burro, lo
stesso latte in polvere e i formaggi DOP E IGP, restituzioni alle esportazioni, deroghe alle regole di concorrenza). Sono, tuttavia in corso di discussione possibili soluzioni per dotare l’Unione Europea di ulteriori mezzi atti a mantenere la produzione lattiero-casearia efficiente anche in situazioni di crisi e per gestire meglio le conseguenze negative per la produzione di latte nelle zone svantaggiate oltre che reagire ai picchi di produzione che potrebbero seriamente compromettere la stabilità del mercato a lungo termine. La prossima relazione sull’attuazione del Pacchetto Latte è attesa per il 2018 e sarà veramente interessante capire le evoluzioni del mercato post quote e verificare l’efficacia degli strumenti messi a disposizione dell’Unione in un mercato che viene realmente liberalizzato dopo trent’anni.
Evoluzione dei Prezzi del latte vaccino (fino a gennaio 2014) 50 48 46 44 42 40 38 36 34 32 30 28 26 Weighted EU Average (real fat content)
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EU Milk Equivalent Price (based on EU SMP and Butter prices)
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Source: MS’ communications under reg. 562/2005 & 479/2010
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L’AGRICOLTURA IN… POLITICA a cura di Andrea Fugaro
Con #campolibero passo in avanti per superare la crisi approvazione del pacchetto #campolibero a favore dell’agricoltura rappresenta un significativo passo in avanti per lo sviluppo del settore che deve essere accompagnato da un maggiore impegno sul piano della semplificazione a sostegno delle imprese come ad esempio con il registro unico dei controlli. Il Decreto legge 24 giugno 2014 n. 91 che concretizza in specifiche norme il contenuto dell’iniziativa #campolibero accoglie molte delle proposte formulate dalla Coldiretti, la più grande Organizzazione italiana ed europea di rappresentanza degli imprenditori agricoli. In termini generali vanno sottolineate le misure a favore dei giovani che rappresentano una risposta concreta alla domanda di agricoltura di un numero crescente di giovani che desidera fare esperienza di lavoro in campagna o trovare una occupazione lontano dalla città. Positivo è anche l’impegno per la tutela della tipicità e della distintività delle produzioni agricole con l’introduzione di sanzioni per chi coltiva Ogm in Italia e il rafforzamento degli strumenti per assicurare l’effettività del divieto sul territorio nazionale. Entrando nel particolare del provvedimento si osserva che le
L’
norme concernenti strettamente il settore agricolo sono contenute nel Capo I del Titolo I del decreto. L’articolo 1 contiene disposizioni urgenti in materia di controlli sulle imprese agricole. In particolare si stabilisce che l’esigenza di esercizio unitario dell’attività ispettiva nei confronti delle imprese agricole e l’uniformità di comportamenti degli organi di vigilanza impone un piano integrato dei controlli e una modalità di azione coordinata con l’obiettivo di evitare duplicazioni e sovrapposizioni. A tal fine verrà istituito presso il MIPAAF il Registro unico dei Controlli ispettivi sulle imprese agricole. Lo stesso articolo poi rafforza l’istituto della Diffida nel caso in cui l’organo di controllo accerti l’esistenza di violazioni sanabili. L’articolo 3 reca interventi per il sostegno del Made in Italy 21
agroalimentare. In particolare i commi da 1 a 6 introducono crediti di imposta del 40% per le imprese che investono cifre non superiori a 50.000 Euro in infrastrutture informatiche finalizzate al potenziamento del commercio elettronico. Ugualmente un credito di imposta del 40% è concesso per nuovi investimenti, processi e tecnologie legate alla creazione di nuove reti di imprese per un importo non superiore a 400.000 Euro. Le somme a disposizione per le due misure di credito d’imposta sono rispettivamente di 2,5 milioni di Euro e di e 22,5 milioni di Euro spalmati sulle annualità 20142016. Lo stesso articolo 3 ai commi dal 7 al 9 modifica la legge sulla etichettatura di origine (legge 4/2011) prevedendo da una parte
L’AGRICOLTURA IN… POLITICA a cura di Andrea Fugaro
la consultazione pubblica tra i consumatori sulla percezione dell’indicazione di origine sui prodotti agricoli e la realizzazione di studi sul legame tra origine e qualità, e dall’altra, disponendo che i decreti interministeriali che ancora sono nel cassetto sull’attuazione della legge 4/2011, siano emanati entro la fine dell’anno 2014. Particolarmente importante sono gli articoli 5, 6 e 7 del decreto legge che dettano disposizioni per incentivare l’assunzione di giovani lavoratori agricoli e per ridurre il costo del lavoro in agricoltura. La prima norma riguarda l’istituzione di un Fondo per gli incentivi all’assunzione di giovani lavoratori agricoli (18-35 anni) con una dotazione di 32 milioni di Euro tra il 2015 e il 2018. Le condizioni per accedere al fondo sono sintetizzate nel requisito soggettivo dell’essere imprenditore agricolo ai sensi dell’articolo 2135 del codice civile nonché nell’ assumere a tempo indeterminato o determinato per
almeno tre anni e 102 giornate/anno tra il 1° luglio 2014 e il 30 giugno 2015 un giovane disoccupato da almeno 6 mesi e senza titolo di scuola secondaria di secondo grado. L’incentivo è pari ad un terzo della retribuzione lorda imponibile per un periodo di 18 mesi. La seconda norma prevede l’istituzione presso l’INPS della Rete del lavoro agricolo di qualità alla quale possono partecipare tutte le imprese agricole che non hanno riportato condanne penali o procedimenti penali per violazioni della normativa sul lavoro e sulla legislazione sociale nonché in materia di imposte sui redditi e sul valore aggiunto e che soprattutto siano in regola con il versamento dei contributi previdenziali. Particolare rilevanza assume l’articolo 7 del decreto legge nel momento in cui concede ai coltivatori diretti e agli imprenditori agricoli giovani di età inferiore ai 35 anni una detrazione del 19% delle spese sostenute per i canoni di affitto di terreni
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agricoli entro un limite di 80 Euro per ciascun ettaro e fino ad un massimo di 1.200 Euro l’anno. Il comma 4 dello stesso articolo stabilisce, a decorrere dal periodo di imposta 2016 la rivalutazione dei redditi agrari e dominicali rispettivamente del 30% e 15% per i periodi 2013-2014 e 2015 e del 7% dal 2016. Alcune norme con effetti sul settore agricolo si trovano poi nel Capo II dedicato alla materia ambientale. In particolare l’articolo 10 reca misure per accelerare l’utilizzo delle risorse e l’esecuzione degli interventi urgenti e prioritari per la mitigazione del rischio idrogeologico nel territorio nazionale e per lo svolgimento di indagini sui terreni della regione Campania, cosiddetta Terra dei Fuochi, destinati all’agricoltura. Alcune disposizioni poi riguardano le tariffe incentivanti per gli impianti fotovoltaici e una semplificazione amministrativa per interventi di efficienza energetica e impianti da fonti rinnovabili.
CRONACHE
L’UE vuol rivedere il termine di conservazione degli alimenti di Andrea Fugaro
ruxelles si accinge ad infrangere uno dei miti da lei stessa costruiti per garantire la sicurezza alimentare e si tratta del termine di conservazione riportato sulle etichette di quasi tutti i prodotti alimentari. Il termine di conservazione, genericamente e comunemente indicato come termine di scadenza, è stato ed è tuttora la bandiera che ha spinto milioni di consumatori a disfarsi di prodotti alimentari ritenuti scaduti nel timore che il loro consumo potesse essere causa di intossicazioni anche lievi. Il Consiglio dei Ministri agricoli del 19 maggio 2014 ha preso in esame una proposta della Commissione su richiesta di Olanda e Svezia con il sostegno “esterno” di Austria, Germania, Danimarca e Lussemburgo per rivedere le norme sulle etichette riguardo alla scadenza dei prodotti alimentari in modo da far sparire le scritte ”da consumarsi preferibilmente entro”. La proposta non riguarderà tutti i prodotti ma per ora solo alcune categorie come pasta, riso, caffè e formaggi duri. Il termine di scadenza è previsto dalla legislazione comunitaria e da quella nazionale di recepimento come il termine temporale entro il quale il prodotto conserva tutte le caratteristiche organolettiche e qualitative originarie senza però dar luogo a nessun processo di degrado merceologico.
B
Infatti la menzione utilizzata specifica che non si tratta di un termine perentorio ma solo di un termine entro il quale “è preferibile” consumare il prodotto per apprezzarne in pieno tutte le caratteristiche qualitative. La regolamentazione comunitaria precisa che si deve parlare di termine di conservazione allorquando si riporta la menzione “da consumarsi preferibilmente entro il” mentre si deve parlare di termine di scadenza allorquando si utilizza la menzione “perentoria” del tipo “ da consumarsi entro il..” I consumatori hanno però attribuito molto spesso uguale valore alle due indicazioni provvedendo a buttare i prodotti non appena scoccato il termine di conservazione riportato in etichetta senza porre 23
particolare attenzione a distinguere i due termini con il risultato che ogni consumatore butta 76 chili di alimenti scaduti all’anno nella spazzatura. La differenza sostanziale tra Termine Minimo di Conservazione e Termine di scadenza viene poi confermata dal fatto che i prodotti scaduti non possono essere più venduti in quanto si tratta di alimenti che hanno subito, dopo la scadenza del termine una sostanziale variazione microbiologica e un conseguente degrado, mentre i prodotti semplicemente scaduti possono essere ancora commercializzati in quanto si tratta solo di prodotti “vecchi” ma non pericolosi sotto il profilo della sicurezza agroalimentare. Il Regolamento 1196/2011 conferma tutto ciò affermando che nel caso di alimenti molto deperibili dal punto di vista microbiologico che potrebbero pertanto costituire, dopo un breve periodo, un pericolo immediato per la salute umana, il termine minimo di conservazione è sostituito dalla data di scadenza. Successivamente alla data di scadenza un alimento è con-
CRONACHE
siderato a rischio a norma dell’articolo 14, paragrafi da 2 a 5, del regolamento (CE) n. 178/2002 sulla sicurezza agroalimentare. Complice la crisi economica oggi appena il 36% degli italiani dichiara di attenersi rigorosamente alla data di scadenza dei prodotti riservandosi di valutare personalmente la qualità dei prodotti scaduti prima di buttarli, secondo le elaborazioni Coldiretti su dati Gfk Eurisko dalle quali si evidenza peraltro che solo il 54% degli italiani controlla quotidianamente il frigorifero e il 65% controlla almeno una volta al mese la dispensa. Con la crisi si registra peraltro una storica inversione di tendenza e con quasi tre italiani su quattro (73 per cento) che hanno tagliato gli sprechi a tavola nel 2013 anche per effetto della necessità di risparmiare e di ottimizzare la spesa dallo scaffale alla tavola. La Coldiretti avverte però che la tentazione di mangiare cibi scaduti per non sprecare non deve andare a scapito della qualità dell’alimentazione in una situazione in cui molti cittadini sono costretti a risparmiare sulla spesa privandosi di alimenti essenziali per la salute o rivolgendosi a prodotti low cost che non sempre offrono le stesse garanzie qualitative. Attualmente solo pochi alimenti hanno una scadenza prestabilita dalla legge come il latte fresco (7 giorni) e le uova (28 giorni). Per tutti gli altri prodotti la durata viene stabilita autonomamente dagli stessi produttori, in base ad una serie di fattori che vanno dal trattamento tecnologico alla qualità delle materie prime, dal tipo di lavorazione e di conservazione per finire con l’imballaggio. Per questo, non è difficile, durante un controllo commerciale, vedere due prodotti simili, ma di marchio differente con data di scadenza diversa. È infatti compito di ogni singola azienda effettuare prove di laboratorio sui propri prodotti, per misurare la crescita microbica e valutare dopo quanti giorni i valori orga24
nolettici e nutrizionali cominciano a modificarsi in modo sostanziale. Il risultato è ad esempio che per l’olio d’oliva extra vergine alcune aziende consigliano il consumo entro 12 mesi, altre entro i 18, fissati dalla legislazione in vigore. La proposta della Commissione di “sdoganare” alcuni prodotti dall’obbligo di indicazione del termine di conservazione verrà ulteriormente discussa e valutata per arrivare alla decisione finale, ma costituisce sin d’ora un preciso punto di riferimento per ridimensionare un principio nato e cresciuto nell’era del consumismo e che ora, nella situazione di crisi dei consumi, ha meno ragioni per continuare a sussistere. Il Regolamento 1169/2011 prevede comunque un elenco di prodotti per i quali non è necessario indicare il termine di conservazione e meno che mai il termine di scadenza. In particolare l’indicazione del termine minimo di conservazione non è richiesta nei casi: • degli ortofrutticoli freschi, comprese le patate, che non sono stati sbucciati o tagliati o che non hanno subito trattamenti analoghi; questa deroga non si applica ai semi germinali e prodotti analoghi quali i germogli di leguminose, • dei vini, vini liquorosi, vini spumanti, vini aromatizzati e prodotti simili ottenuti a base di frutta diversa dall’uva, nonché delle bevande del codice NC 2206 00 ottenute da uva o mosto di uva, • delle bevande con un contenuto di alcol pari o superiore al 10 % in volume, • dei prodotti della panetteria e della pasticceria che, per loro natura, sono normalmente consumati entro le ventiquattro ore successive alla fabbricazione, • degli aceti, • del sale da cucina, • degli zuccheri allo stato solido, • dei prodotti di confetteria consistenti quasi unicamente in zuccheri aromatizzati e/o colorati, • delle gomme da masticare e prodotti analoghi.
E PAC A di Gianluigi Terenzi
Firmato l’accordo quadro Epaca con Ue.coop per i servizi ai soci delle cooperative ealizzare una sinergia di esperienze, porre la persona al centro, garantire attenzione ai bisogni, affermazione dei diritti, promozione e accoglienza: questi i reciproci intenti che hanno portato a concludere e firmare un importante accordo valido su tutto il territorio nazionale tra il Patronato Epaca e Ue.coop. Obiettivo del documento è stato quello di formalizzare l’impegno di Ue.coop di avviare una specifica convenzione con l’Epaca, patronato presente da oltre 60 anni in tutte le province del territorio nazionale, per offrire gratuitamente ai soci delle cooperative aderenti e alle loro famiglie una migliore e più qualificata assistenza e consulenza in campo previdenziale e socioassistenziale, garantendo agli stessi anche la tutela e l’assistenza
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necessaria in caso di contenziosi amministrativi, giudiziari e medicolegali. La preziosa collaborazione fra Ue.coop ed Epaca potrà sicuramente contribuire a consolidare un fruttuoso scambio di idee, oltre a portare molteplici benefici per i soci Ue.coop che potranno così accedere più facilmente ai numerosi servizi offerti gratuitamente da Epaca, primo Patronato in Italia nel mondo del lavoro autonomo e per l’assistenza Inail. Ecco in sintesi i principali servizi offerti da Epaca: Pratiche pensionistiche del settore pubblico e privato; Invalidità civile; Pratiche di disoccupazione e di maternità; Trattamenti di famiglia; Prosecuzione volontaria; Riscatti, ricongiunzione, cumulo e totalizzazione; Apertura posizione assicurativa;
Rilascio e verifica estratto contributivo; Avviamento al lavoro domestico; Rilascio e rinnovo permessi di soggiorno e ricongiungimenti familiari. Fornisce, inoltre, tutta l’assistenza necessaria nel far valere i diritti nei casi in cui il lavoratore abbia subito un danno alla salute a seguito di infortunio sul lavoro e/o di una malattia professionale, avvalendosi di un servizio di consulenza medico legale qualificata. L’Epaca nel Lazio garantisce questi servizi grazie ad una rete di 43 uffici, 20 avvocati e 18 medici convenzionati. Per conoscere l’ufficio Epaca più vicino è possibile consultare il sito http://www.epaca.it/ o contattare il numero verde 800667711.
Contribuzione previdenziale nuovi importi che dovranno pagare i coltivatori diretti e gli imprenditori agricoli professionali per l’anno 2014. Nella tabella sono riportati i nuovi importi dovuti per l’intero anno 2014 ai fini pensionistici, per la tutela della maternità e per quella infortunistica, tenuto conto che
I
quest’ultima è riferita ai soli CD/CM non pensionati in quanto sono gli unici che per legge hanno diritto al risarcimento degli eventuali danni derivanti da infortunio sul lavoro. La riscossione avverrà, tramite l’invio agli interessati di comunicazione dell’importo da versare in
quattro rate tramite modello F24 per la cui compilazione e stampa si raccomanda di recarsi presso gli uffici provinciali e zonali della Coldiretti. I termini di scadenza per i versamenti sono il 16 luglio, il 16 settembre, il 17 novembre 2014 e il 17 gennaio 2015.
Importo contributi anno 2014 per CD/CM/IAP compresa addiz. Inail danno biologico ZONE NORMALI Fascia
Maggiori anni 21
ZONE SVANTAGGIATE
Minori anni 21
Pens. oltre 65 anni
Maggiori anni 21
Minori anni 21
Pens. oltre 65 anni
CD/CM
IAP
CD/CM
IAP
CD/CM
IAP
CD/CM
IAP
CD/CM
IAP
CD/CM
IAP
1°
2.788,64
2.020,14
2.669,28
1.900,78
1.782,31
1.013,81
2.390,34
1.858,16
2.177,20
1.645,02
1.465,00
932,82
2°
3.425,20
2.656,70
3.266,06
2.497,56
2.100,60
1.332,10
2.972,91
2.440,73
2.688,73
2.156,55
1.756,29
1.224,11
3°
4.061,77
3.293,27
3.862,84
3.094,34
2.418,88
1.650,38
3.555,48
3.023,30
3.200,25
2.668,07
2.047,57
1.515,39
4°
4.698,33
3.929,83
4.459,62
3.691,12
2.737,16
1.968,66
4.138,04
3.605,86
3.711,77
3.179,59
2.338,86
1.806,68
Gli importi comunicati potranno subire una riduzione relativamente alla quota Inail per effetto della bassa incidenza degli infortuni.
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RIFLESSIONI di Paolo Carlotti
Ancora la preghiera, ancora per la pace opo il recente viaggio apostolico in Terra Santa di papa Francesco, su suo semplice ma esplicito invito, di fronte alle perduranti inimicizie e violenze che si ripetono tra israeliani e palestinesi, si è realizzato l’8 giugno scorso in Vaticano, un incontro di preghiera tra papa Francesco, il presidente israeliano Shimon Peres, quello palestinese Abu Mazen e il patriarca ortodosso di Costantinopoli Bartolomeo I. È stato un incontro di preghiera tra i rappresentanti delle tre religioni monoteistiche, quelle religioni che credono nell’esistenza di un solo Dio quali appunto l’ebraica, la cristiana e la mussulmana, per citarle in ordine genetico. Pregare e pregare per la pace, sembra l’unica cosa rimasta per promuovere veramente la pace in Medio Oriente, che, non dimentichiamolo, vede la quotidiana recrudescenza del conflitto civile siriano in cui si moltiplicano le vittime di una violenza assurda. Pregare è diventato un optional strano nella ‘normalità’ della vita, un optional inutile a cui si dedicano spiriti deboli e bisognosi di consolazioni a buon mercato di fronte alle difficoltà e alla prove della vita. L’uomo forte non prega, forse qualcosa di più fanno le donne. Eppure per chi ha una fede la preghiera è porsi davanti a Dio e davanti alle radici del senso della propria esistenza e del proprio esserci e del proprio operare. Evidentemente, quando la violenza e la guerra diventano abituali, vuol dire che qualcosa di Dio e quindi di sé è andato perso e occorre recuperarlo al più presto. Le ragioni di opportunità
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d. Paolo Carlotti, Consigliere ecclesiastico regionale
istituzionale, politica ed economica non bastano più, gli stessi accordi, più volte stipulati, sono stati reinterpretati o sono rimasti inapplicati, la pressione internazionale dura per un frangente ed è soggetta ai rapporti di forza e di potere. Nel frattempo atroci violenze da ambo le parti continuano con una silenziosa ‘strage degli innocenti’ e andare avanti così diventa impossibile, una sopravvivenza esposta quotidianamente ad ogni possibile rischio di vita. Pregare diventa allora l’inizio per un cambio di mentalità di cui sentiamo il bisogno e che tuttavia da soli non riusciamo a garantirci. L’aiuto chiesto a Dio con la preghiera non assicura un cambio magico o miracoloso della realtà, però permette di essere in modo nuovo negli stessi problemi. Il modo nuovo consiste nel fatto che l’uomo ammette nella soluzione delle questioni che lo riguardano la presenza di un altro e di un Altro che è Dio. Tutti problemi, soprattutto quelli della pace, non si risolvono da soli, in solitudine, in regime autoreferenziale e autarchico. Non è possibile riferirci a Dio, anche quello della nostra fede, senza ammettere la presenza dell’altro, anche dell’altro che ci ha aggredito e violato. Di fronte a Dio non è possibile escludere nessuno e colui che ci ha escluso è riammesso alla comunione col perdono. Dio dimostra la sua onnipotenza soprattutto con la grazia del perdono. Avvicinandoci a Dio la logica, cioè è il modo con cui Dio pensa, e la dinamica, cioè il modo con cui Dio agisce, diventano familiari ai nostri pensieri e alle 26
nostre azioni e diventiamo così, a poco a poco, capaci di ciò che a prima vista e in un primo momento ci sembrerebbe appunto utopico ed impossibile. È stato bello anche vedere la testimonianza di buona volontà che i due Capi di Stato hanno dimostrato, al di là delle molte ragioni contrarie. Questo fa ben sperare, fa ricordare una cosa che non dovremmo mai dimenticare, che cioè nel cuore di ogni persona è presente Dio stesso. Noi veniamo da Dio e a Dio siamo diretti: non c’è scampo. A noi la saggezza di saper riconoscere questo e di saperlo ricordare nei momenti della nostra vita e della nostra storia. Questo invito alla preghiera e alla preghiera per la pace è anche per noi. L’ispirazione cristiana dell’impresa agricola, qualunque essa sia, non può essere episodica, occasionale e furtiva, ha bisogno dei suoi tempi e dei suoi spazi. Saperci accompagnati da Dio fa la differenza e le nostre azioni ne risentono direttamente, ne risente il nostro stile di vita, il nostro modo di essere persone, la nostra credibilità e affidabilità, la nostra trasparenza prima della trasparenza dei nostri prodotti. Anche la nostra vita cristiana ha una sua tracciabilità, ha una sua tipica ricostruzione, che vede nei momenti della preghiera dei passaggi irrinunciabili, non come doveri stantii da compiere, ma come ‘primavere dello spirito’ in cui tutto rinasce e si rinnova.
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FROSINONE/LATINA: A FIRENZE L’AGRICOLTURA DI CHI AMA L’ITALIA i è svolta i primi di maggio, al Mandela Forum di Firenze, l’assemblea territoriale CentroItalia intitolata “L’agricoltura di chi ama l’Italia” promossa da Coldiretti alla presenza di migliaia di agricoltori, del presidente nazionale Coldiretti Roberto Moncalvo, del ministro delle Politiche agricole Maurizio Martina, del ministro dell’Ambiente Gian Luca Galletti, e dei governatori e degli assessori di diverse regioni come quello all’agricoltura del Lazio Sonia Ricci. Presenti sul palco anche il procuratore Giancarlo Caselli, presidente del comitato scientifico dell’Osservatorio sulla criminalità nell’agroalimentare ed il presidente di Federconsumatori Rosario Trefiletti. Al centro dell’appuntamento: la lotta alle frodi alimentari, la tutela dell’ambiente e la green
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economy. A guidare la delegazione delle province di Frosinone e Latina, composta da 13 pullman, i presidenti Vinicio Savone e Carlo Crocetti con il direttore Saverio Viola. Tra i dati presentati, hanno spiccato quelli relativi al milione di consumatori che nel Lazio, nel 2013, hanno fatto la spesa dal contadino nelle fattorie o presso i mercati degli agricoltori, con un aumento del 23% rispetto al 2012, e quello sul fatturato regionale della spesa a KM0 stimato in circa 400 milioni di euro. Inoltre, durante l’evento, è stato proiettato un filmato realizzato dalla Coldiretti che ho mostrato, tra le strutture protagoniste, il Consorzio C.O.P.L.A. di Fondi
(Lt), nato grazie alla fusione di tre Cooperative ortofrutticole e che ha dato vita ad uno dei progetti più importanti ed apprezzati dai consumatori come quello della “filiera corta” applicato con successo dal Consorzio, tra i primi ad aderire a Campagna Amica. È stata proiettata anche l’intervista al presidente dell’importante struttura pontina, Quintino Velocci. “Si tratta di un giusto riconoscimento – ha detto Viola – ad una delle realtà più importanti che abbiamo nella nostra provincia con oltre 250 imprese iscritte. Quella di Velocci è la voce di uno spaccato importante della nostra agricoltura”. Il C.O.P.L.A. che ha anche aderito a UeCoop Latina, la centrale delle cooperative targata Coldiretti.
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LATINA: IL MINISTRO DELL’AGRICOLTURA DEL CILE IN VISITA AL COPLA l ministro dell’Agricoltura del Cile, Carlos Furche, ha fatto visita alla struttura del C.O.P.L.A. di Fondi. La visita è stata possibile grazie alla sinergia con l’Avv. Marco Marzano De Mariniis, direttore generale del WFO (World Farmers’ Organisation) Organizzazione Mondiale Agricoltura. “È stata scelta la struttura di Fondi – ha detto il direttore provinciale di Coldiretti Latina, Saverio Viola – perché il Ministro aveva espresso il desiderio di confrontarsi con la dirigenza di un’azienda che rappresenta al meglio la filiera dell’ortofrutta e che meglio declina il progetto di Coldiretti di Campagna Amica”. Insieme a Viola erano presenti il presidente del C.O.P.L.A. Quintino Velocci e quello della Coldiretti pontina Carlo Crocetti. Il ministro, che ha annullato altri impegni in agenda nella Capitale per poter dialogare con i dirigenti del C.o.p.l.a. e con quelli della Coldiretti, è rimasto entusiasta dell’attività e delle modalità di trasformazione che ha potuto seguire direttamente nella struttura. Proprio il tema della commercializzazione ha catalizzato l’attenzione. Una degustazione a base di prodotti tipici pontini tra i quali hanno brillato le mozzarelle del Prolab, l’organizzazione dei produttori di latte bufalino del Lazio
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recentemente costituita dalla Coldiretti, i vini doc pontini e l’olio delle olive dop itrane e delle colline pontine, ha concluso la giornata giudicata interessantissima e dalla quale si auspica possano nascere anche occasioni di sviluppo per rapporti tra il Cile e la realtà agricola pontina in generale e del C.O.P.L.A. in particolare.
CASSINO: SINERGIA CON “LIBERA” PER LEGALITÀ IN AGRICOLTURA uesto è il nostro posto. Siamo qui perché la Coldiretti, da sempre, sta dalla parte della legalità “. È uno dei passaggi dell’intervento di Saverio Viola, direttore Coldiretti di Frosinone e Latina, alla cerimonia di inaugurazione del “Civico Sociale”, il ristorante aperto a Cassino dall’Associazione antimafia “Libera” in collaborazione con alcune Cooperative sociali. “Ringrazio lo Stato e le Forze di Polizia – ha proseguito Viola – accanto alle quali la Coldiretti è impegnata nella battaglia per la legalità in agricoltura, attraverso l’Osservatorio sulla criminalità nell’agricoltura e sul sistema agroalimentare”. “Coldiretti fa la sua parte nella battaglia quotidiana – ha detto ancora Viola – contro le truffe che, in nome di un falso Made in Italy, vengono perpetrate ai danni dei cittadini, degli imprenditori seri e onesti e a danno dell’economia
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legale. E dato il contesto – ha aggiunto Viola – non posso esimermi dall’auspicio per cui il Mof di Fondi la smetta di essere una zavorra per l’agricoltura regionale e diventi piuttosto il primo volano della rinascita del settore”. “La criminalità organizzata – ha concluso Viola – si combatte con la trasparenza soprattutto in un settore come quello agroalimentare dove è particolarmente rilevante il flusso commerciale, con circa un terzo (33 per cento) della produzione complessiva dei prodotti agroalimentari venduti in Italia ed esportati con il marchio Made in Italy che contiene materie prime straniere all’insaputa dei consumatori e a danno delle aziende agricole”.
RIETI: COMBUSTIONE DELLE POTATURE. FINALMENTE LA LEGGE el salutare con molta soddisfazione la nuova disposizione, che riconosce la sostanziale differenza tra le attività di gestione dei rifiuti e le consuetudinarie pratiche agricole di gestione sul luogo di produzione di piccoli quantitativi di scarti vegetali, appare indispensabile ed urgente che i Comuni elaborino le ordinanze per disciplinare a livello locale le corrette modalità di gestione di tali attività”. Grande soddisfazione da parte di Enzo Nesta presidente di Coldiretti Rieti, che ha dichiarato: “la norma sulla combustione controllata del materiale agricolo e forestale, fortemente voluta da Coldiretti è fondamentale per le aziende agricole del territorio reatino, in quanto la maggior parte di esse insiste su un territorio svantaggiato e a volte anche difficile da raggiungere. Un sentito ringraziamento va all’onorevole
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Oreste Pastorelli, da sempre vicino al mondo agricolo reatino, che da subito si è interessato alla problematica portando la discussione in sede parlamentare”. Infatti, è finalmente legge la norma fortemente sollecitata da Coldiretti e portata avanti in sede parlamentare dall’onorevole Oreste Pastorelli membro dell’ VIII commissione (ambiente, territorio e lavori pubblici) sulla combustione controllata in loco del materiale agricolo e forestale derivante da sfalci, potature o ripuliture in loco. L’articolo 14, comma 8, lettera b) del decreto legge 24 giugno 2014, n. 91 inserisce una precisa disposizione nel codice ambientale (articolo 256 bis, comma 6 del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152) per precisare che non si applicano le sanzioni connesse alla gestione dei rifiuti, né quelle previste per la combustione illecita di rifiuti abbandonati introdotti dal decreto legge sulla Terra dei fuochi, alla combustione in loco di materiale agricolo e forestale derivante da sfalci, potature o ripuliture. La norma precisa che di tale materiale è consentita la combustione in piccoli cumuli ed in quantità giornaliere non superiore a tre metri steri per ettaro nelle aree, periodi ed orari individuati con apposita ordinanza del Sindaco competente per territorio. Nei periodi di massimo rischio per gli incendi boschivi, dichiarati dalle Regioni, la combustione di residui vegetali agricoli e forestali è sempre vietata.
RIETI: CASTAGNO, CONTINUA LA LOTTA AL CINIPIDE i è tenuta al Ministero delle Politiche agricole la riunione del tavolo di filiera della frutta in guscio, sezione Castagno. Nel
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corso dell’incontro sono stati divulgati i dati relativi alla lotta biologica al cinipide (Dryocosmus kuriphilus), attivata attraverso il progetto “Bioinfocast”: sono stati realizzati 1.010 lanci del parassitoide (Torymus sinensis) antagonista del cinipide, 187 individui per unità di lancio, pari a 188.870 individui forniti sul territorio nazionale. “A fronte dei 116 lanci effettuati nel Lazio, 18 di questi sono stati effettuati a cura della Regione Lazio nella VI Comunità Montana del Velino – ha detto Gabriel Battistelli, direttore della Coldiretti provinciale di Rieti – la zona più vocata per la castanicoltura della provincia. A questi lanci se ne sono affiancati altri di privati e in particolare, grazie al coordinamento e alla determinazione della Cooperativa Velinia e all’intervento di alcuni comuni e della comunità montana è stato possibile effettuare altri lanci nelle zone di Accumoli, Amatrice, Borbora, Cittareale, Posta, Antrodoco, Borgovelino, Castel Sant’Angelo, Micigliano, Petrella, Salto, Cittaducale. “Gli interventi e l’opera della Cooperativa Velinia – ha sottolineato Battistelli – attraverso il suo presidente Aurelio Saulli e i suoi collaboratori, interessano anche comuni fuori del comprensorio in cui opera la cooperativa. Un attaccamento al territorio e ai suoi prodotti che rappresentano lo spirito e i valori con cui deve operare la sana cooperazione con la quale Coldiretti intrattiene stretti rapporti attraverso UECOOP”. Un intervento importante che dovrebbe consentire di ridurre progressivamente le popolazioni di cinipide e riportare la produzione nazionale di castagne a livelli importanti, dopo i danni economici subiti dai produttori negli ultimi anni. Coldiretti ha evidenziato come sia necessario rimuovere il divieto di rilascio del parassitoide nelle aree parco e nelle zone protette, divieto che crea un grave
pregiudizio dell’attività economica delle imprese che si trovano ad operare in quelle aree.
VITERBO: PROTOCOLLO PER PESCIA MIGLIORE RISPOSTA DELL’ARSIAL PER AZIENDE E TERRITORIO l protocollo d’intesa sottoscritto tra Comune di Montalto di Castro, Arsial e Regione Lazio per la cessione dei beni Arsial e del patrimonio archeologico al territorio di Montalto di Castro, rappresenta la migliore risposta che territorio ed aziende possono avere dall’Arsial e dalla Regione Lazio”. Così il direttore di Coldiretti Viterbo Andrea Renna, che è stato presente all’iniziativa svoltasi il 20 giugno a Pescia Romana, commenta la notizia di questo accordo definito epocale dal sindaco della città Sergio Caci. “Le parole del commissario Arsial Antonio Rosati e le conclusioni del presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti, rappresentano il punto di partenza per le attività che Arsial può e deve fare a favore di Enti pubblici e soprattutto imprese agricole nel viterbese” ha aggiunto Renna che ha così concluso: “la crescita e lo sviluppo del territorio passano anche mediante sinergie come questa”.
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VITERBO: IL FORMAGGIO PIÙ BUONO D’ITALIA APPARTIENE ALLA TUSCIA oldiretti Viterbo saluta con soddisfazione il premio della propria azienda associata Monte
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Jugo di Viterbo. L’impresa si è aggiudicata il premio quale miglior formaggio caprino d’Italia nel campo del noto ed ambito concorso denominato “Premio Roma”, giunto alla sua 11° edizione. Anche nell’ambito della sezione Lazio, l’impresa Monte Jugo di Ferdinando Ciambella, si è aggiudicata il primo posto nella tipologia formaggi caprini stagionati. “Alleviamo cinquecento capre di valore genetico altissimo alimentate unicamente con foraggi e cereali di nostra produzione” spiega Ferdinando Ciambella, titolare dell’azienda nata alla fine dell’800, figlio di tre generazioni di imprenditori. “Abbiamo adottato un rigoroso sistema di controllo e tutela del benessere animale e della qualità dei prodotti – ha aggiunto Ciambella – attraverso collaborazioni costanti con centri di ricerca e sperimentazione. Allevamento, alimentazione, mungitura, lavorazione, stagionatura, e confezionamento”. “Tutto – sottolinea Ciambella – con un obiettivo: un perfetto e autentico sistema di filiera”. “Una delle nostre aziende migliori è stata premiata- ha detto Andrea Renna, direttore di Coldiretti Viterbo- e con essa la qualità del nostro territorio e un sistema di filiera che coinvolge tutte le fasi dell’attività agricola: dalla produzione alla vendita. Rappresenta un sistema su cui investire puntando, ancor più con decisione con il prossimo programma di sviluppo rurale, sulla trasformazione, aspetto fondamentale delle politiche di filiera sul nostro territorio”. “Come Coldiretti non possiamo che essere onorati dal premio che riconosce la qualità e il lavoro eccellente svolto dal nostro associato” ha infine aggiunto il Presidente di Coldiretti Viterbo Mauro Pacifici, che ha incontrato direttamente il produttore.
LA CORRETTEZZA IN “TOUR” CON CAMPAGNA AMICA PER UNA CULTURA DELLA LEGALITÀ partito il 20 marzo e sta toccando via via tutte le regioni d’Italia, dal Trentino alla Sicilia, il “Tour di Campagna Amica”, un percorso nazionale attraverso il quale la Fondazione Campagna Amica sta incontrando tutto il Sistema organizzativo di Coldiretti, gli operatori e i referenti delle imprese agricole che hanno reso possibile questo progetto. Un’occasione per illustrare i risultati e i successi della maggiore rete europea di vendita diretta, ma anche per ricordare i principi e le regole sulle quali si basa questa iniziativa. Il Tour ha toccato anche il Lazio, dove è stato organizzato un incontro regionale il giorno 9 maggio presso la sede dell’Organizzazione di Via Raffaele Piria, 6, a Roma, al quale hanno preso parte i vertici della Coldiretti Lazio, il presidente David Granieri, il direttore Aldo Mattia, il direttore generale di Campagna Amica Toni De Amicis, il responsabile Area fiscale e tributaria di Coldiretti Domenico Buono ed esperti nazionali della Sicurezza Alimentare. Protagonisti di questo progetto sono i produttori di Campagna Amica che credono e investono sul proprio territorio, in un’epoca in cui la globalizzazione dell’economia porta a delocalizzare le produzioni e il “dumping” ambientale, sanitario e sociale spesso sono la regola per tenere bassi i consumi. Un grande esempio virtuoso da parte
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di chi utilizza antiche pratiche agronomiche compatibili con la tutela dell’ambiente e della biodiversità, ostinandosi a rifiutare di seminare Ogm, impegnandosi a “fare” qualità a prezzi giusti, rappresentando un grande e importante patrimonio materiale ed immateriale per il nostro Paese. Sono gli imprenditori agricoli che hanno permesso di raggiungere 10.000 punti vendita di Campagna Amica, 1500 mercati e quasi 200 Botteghe in tutta Italia insieme a tutti i collaboratori sparsi sul territorio. Il valore del “brand” Campagna Amica, deve dunque essere salvaguardato attraverso la formazione, l’informazione e la sensibilizzazione per far crescere la cultura della prevenzione, della correttezza, della legalità, della responsabilità ed aumentare la consapevolezza del valore del marchio di cui si è utilizzatori. Il Tour rappresenta anche l’occasione per un confronto trasparente e operativo al fine di rilanciare il progetto e raccogliere spunti, idee e motivazioni da chi, ogni giorno, lavora allo sviluppo di Campagna Amica. “Campagna Amica – ha sottolineato tra l’altro Toni De Amicis – rappresenta un vero progetto di valorizzazione del Made in Italy agroalimentare, coniugando gli interessi di produttori, consumatori e società. Un patrimonio da tutelare, con un proprio “brand” che dal 2009 si sta sempre più caratterizzando 31
quale espressione di una “filiera corta” che si pone l’obiettivo di ridurre sprechi e diseconomie di quelle lunghe. Anche nel Lazio il circuito di Campagna Amica Coldiretti, può contare su punti vendita aziendali, mercati, Botteghe, Agriturismi e Ristoranti di Campagna Amica nel Piatto”. Campagna Amica si può sicuramente definire una Rete di imprese (che hanno scommesso sulla vendita diretta) perché ha stesse regole ovunque nel Paese, un codice di comportamento condiviso, un unico marchio e un sistema di controlli terzi, che la rende credibile sia agli occhi delle imprese che a quelli dei consumatori. Ma è anche un canale distributivo importante, che – tramite la capillare rete dei punti Campagna Amica sparsi in ogni angolo del Paese – commercializza prodotti e cibi di sicura origine agricola. Ma è anche una bellissima comunità dove produttori agricoli convinti e consumatori consapevoli, insieme, vogliono far affermare un nuovo modello di produzione e di
consumo più sostenibile, più trasparente e più equo per tutti. Ma la Rete di Campagna Amica si può a buon diritto definire anche un “mercato senza mercanti” per la visione di correttezza che è stata in grado di esprimere, a garanzia dei valori e degli investimenti di tutti coloro che ci hanno creduto. Ed allora, una tale comunità di imprenditori, deve avere sia l’interesse a tutelare se stessa – il suo patrimonio materiale (la Rete) e quello immateriale (il “Brand”) – che l’ambizione di tracciare una
nuova e migliore modalità di produzione e commercializzazione. È quindi assolutamente necessario darsi una modalità comportamentale in cui l’immagine di tutti i punti
Campagna Amica sia comune, coerente e conseguente. È assolutamente necessario che i produttori scommettano ancora di più su Campagna Amica con la consapevolezza di parteciparvi non a titolo personale, ma come una squadra, dove il proprio successo è anche il frutto di una scelta collettiva, dove il concorso di tutti è fondamentale per il successo di tutti. E che ciascun produttore assicuri la propria correttezza in modo tracciabile, certificato e solidale.
COMPLETATO IL PROGETTO “EDUCAZIONE ALLA CAMPAGNA AMICA” DI VITERBO i è concluso il primo progetto sperimentale di “Educazione alla Campagna Amica” portato avanti nei mesi scorsi da Coldiretti Viterbo. Insieme al direttore di Coldiretti Viterbo Andrea Renna hanno presenziato l’iniziativa e consegnato i riconoscimenti il sindaco Leonardo Michelini, l’assessore provinciale Franco Vita in rappresentanza del Presidente Meroi, il Presidente della Camera di Commercio Ferindo Palombella, il Dirigente dell’Ufficio Scolastico di Viterbo Daniele Peroni, il consigliere di amministrazione Cotral Paolo Toppi. “Proprio Cotral – ha ricordato il direttore Renna – ha creduto insieme alla Camera di Commercio, all’Arsial e al Comune di Viterbo nella sinergia del progetto abbracciando alla fine dello scorso anno l’idea di realizzare insieme una pubblicazione sulla sana e corretta alimentazione. Da allora ad oggi il progetto, seppur sperimentale, è stato un successo di coinvolgimento di bambini e istituzioni. Anche Nas, Guardia di Finanza, Carabinieri e Corpo Forestale hanno aderito
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all’iniziativa relazionando nelle scuole elementari di Viterbo”. “Da parte di Cotral – ha replicato Toppi- è importante credere in episodi di sensibilizzazione come questo, tanto che il nostro progetto scuola conta proprio sull’educazione civica come valore da insegnare alle generazioni più giovani, concetto che, dopo il successo realizzato a Viterbo, siamo in procinto di allargare con Coldiretti Lazio in una città come Roma e in altri comuni delle Regione, anche in connessione alle nostre attività in essere contro l’evasione legata ai biglietti dei mezzi di trasporto”. Sono stati esposti nelle sale di Via Ascenzi, a Viterbo, i lavori preparati dagli alunni delle classi V
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degli Istituti “Merlini”, “Egidi”, “Ellera”, “Del Carmine”. La conclusione del progetto è culminata in una premiazione, che ha visto anche la presenza degli assessori Valeri, Saraconi, Barelli e Delli Iaconi, insieme a bambini e insegnanti che hanno espresso la propria soddisfazione per aver preso parte ad una tale iniziativa. Nel mese di settembre saranno premiate le classi IV degli altri istituti che hanno partecipato alle uscite didattiche e la loro premiazione avverrà insieme alla categoria dei coltivatori Pensionati per sottolineare la sinergia tra nonni e nipoti, tra vecchie e nuove generazioni in concomitanza con il 60° anno di attività del patronato Epaca di Coldiretti.