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Anno XV n. 2 - 2014
Autorizzazione del Tribunale di Roma n.231 del 2/6/2000 - Poste Italiane spa - sped. in abb. postale - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n° 46) - Art. 1, Comma 1, DCB Roma
Bimestrale di cultura & informazione agricola di Coldiretti Lazio
Sondaggio UE sulla PAC: italiani più attenti a tracciabilità ed etichettatura di origine Corte dei conti europea: controlli inefficaci sulla PAC Vinitaly 2014: Vigneto Lazio in prima fila
EDITORIALE:
IL PRESIDENTE:
PRIMO PIANO:
Expo 2015: nutrire il pianeta con agricoltura sostenibile e di qualità
Lotta alla criminalità organizzata: Lazio in prima linea
Sondaggio UE sulla PAC: italiani più attenti a tracciabilità ed etichettatura di origine
In copertina: Sondaggio UE sulla PAC: italiani più attenti a tracciabilità ed etichettatura di origine
Editoriale di Aldo Mattia
Expo 2015: nutrire il pianeta con agricoltura sostenibile e di qualità
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Il Presidente di David Granieri
Lotta alla criminalità organizzata: Lazio in prima linea 05
Editore
Centro Assistenza Imprese Coldiretti Lazio Via R. Piria, 6 lazio@coldiretti.it www.coldirettilazio.it Direttore responsabile Aldo Mattia aldo.mattia@coldiretti.it Redazione Andrea Fugaro Maurizio Ortolani Collaboratori Simone Di Colantonio Gianluigi Terenzi
Sondaggio UE sulla PAC: italiani più attenti a tracciabilità ed etichettatura di origine SPECIALE a cura di Coldiretti Lazio
Vinitaly 2014: Vigneto Lazio in prima fila
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Notizie dal Territorio L’agricoltura in Europa a cura di Andrea Fugaro
Corte dei conti europea: controlli inefficaci sulla PAC
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L’agricoltura in politica a cura di Andrea Fugaro
In vigore le proroghe per separazione caseifici e revisione macchine agricole
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Cronache di Andrea Fugaro
Programma FRUTTA nelle SCUOLE: all’Italia 16 milioni di Euro per il 2014-2015
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Cronache di Andrea Fugaro
Meglio non seminare che rischiare perdite: pesa incertezza sul futuro della PAC
Federazione Regionale Coldiretti del Lazio o rivolgersi alle sedi della Coldiretti
Notizie dalle province
Stampa Grafiche Delfi Italia s.r.l.
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Attualità / In breve
Abbonamenti Ordinario: Eu 10,00 Onorario: Eu 20,00 Sostenitore: Eu 50,00 Tramite c/c postale n. 82689027 intestato a:
Progetto grafico e impaginazione Grafiche Delfi Italia s.r.l.
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Riflessioni di Paolo Carlotti
Giovanni XXIII e Giovanni Paolo II santi e Paolo VI beato 23 Frosinone, Latina, Roma, Viterbo
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Il Punto di Campagna Amica
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Questa rivista è inviata agli oltre 40.000 associati Coldiretti del Lazio, ai principali rappresentanti delle Istituzioni e Amministrazioni locali ed ai più qualificati opinion leaders delle filiere agroalimentari laziali. 1
MARZO APRILE
Primo Piano di Andrea Fugaro Bimestrale di cultura & informazione agricola di Coldiretti Lazio Iscrizione al Roc n° 12420
EDITORIALE di Aldo Mattia
Expo 2015: nutrire il pianeta con agricoltura sostenibile e di qualità d un anno dall’inizio dell’Esposizione universale che si terrà a Milano a partire dal maggio 2015 e che vedrà il nostro Paese al centro dell’attenzione internazionale per sei mesi su un tema così cruciale per il futuro quale è quello legato alla nutrizione del Pianeta, è evidente la necessità per Coldiretti Lazio di sottolineare l’opportunità che ciò significa per un settore, come quello agricolo, che il cibo è chiamato a produrre. Si tratta di un’opportunità che trascende la pur essenziale capacità del paese di indicare agli occhi del mondo la qualità e unicità delle sue produzioni con l’obiettivo sempre importante di trasformare tale indicazione in un’occasione di business e di crescita economica del paese sfruttando la presenza stimata di oltre 4 milioni di visitatori provenienti da tutte le parti del mondo che attraverseranno Expo. La vera opportunità, unica ed irripetibile nella storia di un Paese, è quello di mostrare al mondo una proposta culturale, economica e sociale che presenti l’Italia e le sue regioni al mondo a partire dalle eccellenze del cibo ma soprattutto dai valori di sostenibilità ambientale, economica, sociale, eticità, innovazione, storia, cultura, paesaggi che esso esprime. In sostanza si tratta di “exporre” un nuovo modello di sviluppo che oggi trova già la sua concreta possibilità di attuazione nel modello di sviluppo della nostra agricoltura e del nostro agroalimentare. Infatti siamo convinti che l’unico modello vero, per la nostra agricoltura è quello che guarda inizialmente gli interessi generali e in questi trova le condizioni per fare quelli particolari dell’impresa. Guardare agli interessi generali significa collocare in cima ai valori il paesaggio, la qualità dell’ambiente, la sostenibilità, la
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Aldo Mattia, Direttore di Coldiretti Lazio
coesione e la sicurezza sociale e alimentare. In cima sta soprattutto il ruolo dell’agricoltura come produttore di un bene comune quale è il cibo nella nostra Regione, nel nostro paese e nel mondo, senza dimenticare mai che si tratta di un sistema di imprese e, pertanto deve produrre reddito perché altrimenti muore. Il punto di partenza per sfruttare Expo 2015 è ristabilire in tutti gli attori una vera cultura del valore strategico del settore agricolo. La Regione Lazio e le Istituzioni che la rappresentano nelle varie articolazioni operative hanno messo in campo un programma di iniziative che si svolgeranno sul nostro territorio nel corso della manifestazione espositiva universale ma destinate a porre le basi anche per il futuro a favore della valorizzazione della identità laziale a partire dal cibo e integrando lo stesso con la cultura e la storia che ne accompagnano la produzione e la promozione. Per questo non possiamo non condividere i punti nei quali si articola la proposta laziale per Expo 2015 tenuto conto che i capi saldi della stessa trovano piena corrispondenza nel progetto Coldiretti per un nuovo modello di sviluppo e soprattutto sotto il profilo delle opportunità che ne possono derivare per le imprese agricole del territorio e per la crescita della Regione nel suo complesso. Mi piace citare alcuni temi proposti dalla Regione Lazio per sottolineare la collaborazione che la nostra organizzazione ha già messo in campo per sfruttare a pieno le opportunità di Expo 2015: Cibo e turismo – Roma Capitale globale, per rilanciare con una serie di eventi i prodotti locali e valorizzare allo stesso tempo le bellezze del territorio. ll cammino dell’acqua, per far conoscere un’altra risorsa del Lazio. Un percorso che spazia 3
dagli acquedotti di Roma ai Giochi d’acqua a Tivoli, Villa d’Este e Villa Gregoriana, dall’itinerario delle isole Pontine ai sistemi fluviali e alle acque termali del Lazio, come Fiuggi, Viterbo, Acque Albule e Cotilia. Città e campagna: interazioni, per valorizzare i parchi di Roma e le biodiversità del territorio puntando, ad esempio, sulle specialità, gli ortaggi e i prodotti freschi. Obiettivo di questo percorso, che prevede diversi itinerari, è anche quello di far conoscere le nuove realtà agricole del Lazio. Crescere meglio, mangiare sostenibile, per promuovere, tra le altre cose, anche la conoscenza e la diffusione di tanti prodotti sani che ci offre la nostra terra. Il genio e l’innovazione, per diffondere, ad esempio, i risultati delle varie ricerche condotte in campo agroalimentare dalle università e dagli istituti di ricerca del Lazio. L’origine e la qualità, per conoscere da vicino i prodotti alimentari, i vini e gli oli regionali della Sabina, della Tuscia e delle colline pontine. Tutte le strade portano a Roma, per far conoscere il Lazio attraverso suggestivi itinerari: dalla Tuscia all’Alta Sabina, dall’agro romano al litorale pontino, dal Parco dell’Appia Antica al Parco degli Acquedotti, dalla Ciociaria ai Castelli romani. L’area centrale dei Fori, per far conoscere l’importante area archeologia al centro di Roma valorizzando anche i luoghi del cibo. Con questo spirito ci prepariamo a essere protagonisti, come sistema delle imprese e della rappresentanza nella convinzione che l’unico modo per nutrire il pianeta sia farlo con un agricoltura di qualità e sostenibile in grado di valorizzare non solo il prodotto ma anche la storia, la cultura, i territorio e soprattutto le imprese che lo esprimono.
IL PRESIDENTE di David Granieri
Lotta alla criminalità organizzata: Lazio in prima linea Coldiretti Lazio firma un protocollo di intesa con il Tribunale di Roma i chiama “Osservatorio sulla criminalità nell’agricoltura e sul sistema agroalimentare” la nuova Fondazione voluta e costituita da Coldiretti lo scorso 19 marzo per diffondere la conoscenza e la consapevolezza del patrimonio agroalimentare italiano, con l’obiettivo di creare un sistema coordinato e capillare di controlli idonei a smascherare i comportamenti che si pongono in contrasto con la legalità. Coordinato da un magistrato del calibro di Giancarlo Caselli l’Osservatorio intende innanzitutto smascherare il luogo comune che lega nell’immaginario degli stranieri, l’Italia e le sue Regioni non solo alla pizza e alla pasta ma soprattutto alla mafia e alle mafie suscitando l’indignazione di oltre il 65% di nostri connazionali. In secondo luogo, l’Osservatorio prende atto che oggi la criminalità organizzata ha trovato soprattutto nell’agroalimentare e nell’agricoltura un terreno di affari capace di generare un flusso importante di denaro in maniera criminale. Siamo convinti che la criminalità si combatte con la trasparenza soprattutto in un settore come quello agroalimentare dove è particolarmente rilevante il flusso commerciale, con circa un terzo (33 per cento) della produzione complessiva dei prodotti agroalimentari venduti in Italia ed esportati con il marchio Made in Italy che contiene materie prime straniere all’insaputa dei consumatori e a danno delle aziende agricole. In un momento
S David Granieri, Presidente Coldiretti Roma e Lazio
difficile per l’economia dobbiamo portare sul mercato il valore aggiunto della trasparenza e dare completa attuazione alle leggi nazionale e comunitaria che prevedono l’obbligo di indicare in etichetta l’origine degli alimenti. Ma è necessario che sia anche resa trasparente l’indicazione dei flussi commerciali con l’indicazione delle aziende che importano materie prime dall’estero e venga bloccato ogni finanziamento pubblico alle aziende che non valorizzano il vero Made in Italy dal campo alla tavola. A questo tipo di battaglie devono e possono affiancarsene altre come un serio sistema di controlli e una rete di contatti che permetta di fare della legalità una condizione essenziale per il sostegno all’economia dell’intero Paese nella convinzione che la lotta ai fenomeni di criminalità organizzata presenti nel settore agroalimentare comporta effetti vantaggiosi in termini ambientali, sociali ed occupazionali. E con questo spirito e convinzione che la Coldiretti Lazio ha nel mese di aprile firmato un protocollo di intesa con il Tribunale ordinario di Roma per la gestione dei beni sequestrati e confiscati alle mafie. In particolare Coldiretti Lazio attraverso la rete delle proprie articolazioni territoriali radicate nella Regione Lazio e con il supporto del proprio sistema servizi si è impegnata non solo a partecipare al Tavolo tecnico istituzionale per la gestione dei 5
beni sequestrati e confiscati, ma soprattutto a: promuovere e diffondere le finalità del Protocollo d’intesa per la gestione dei beni sequestrati e confiscati su tutto il territorio regionale; fornire il proprio contributo per la definizione di meccanismi di intervento per una gestione dei terreni agricoli sequestrati che aiutino a salvaguardarne il valore economico e la capacità produttiva con conseguenti positivi effetti anche sull’occupazione; mettere a disposizione la sua conoscenza diretta per l’elaborazione delle migliori strategie per la migliore gestione dei terreni agricoli oggetto dei sequestri; organizzare iniziative di informazione sulla presenza dei terreni agricoli sequestrati e confiscati all’interno dei territori nonché tra i propri associati, al fine di sollecitare l’impegno dei giovani imprenditori agricoli; fornire il proprio contributo per l’individuazione dei fini sociali ed istituzionali a cui destinare i beni immobili e svolgere ogni azione utile al raggiungimento degli obiettivi del protocollo con particolare riferimento a quello di consentire la continuità delle attività delle imprese, costituite anche in forma societaria ed operanti nel territorio laziale, sottoposte a sequestro.
PRIMO PIANO a cura di Andrea Fugaro
Sondaggio UE sulla PAC: italiani più attenti a tracciabilità ed etichettatura di origine ultima indagine di Eurobarometro, l’Agenzia di sondaggi della Commissione europea, su cosa pensano i cittadini europei della Pac, evidenzia che oltre tre quarti degli europei e cioè il 77% degli intervistati, ritiene che la Politica agricola comune (PAC) sia vantaggiosa per tutti i cittadini dell’UE. Oltre il 90% di essi approva i principali orientamenti della nuova PAC, come gli aiuti distribuiti in maniera più equa e più mirata così come la creazione di un vincolo più forte tra i premi concessi agli agricoltori e il rispetto delle pratiche agricole benefiche per l’ambiente a favore del cosiddetto greening. Per il Commissario responsabile dell’Agricoltura e dello sviluppo rurale, Dacian Ciolos, si tratta di risultati che confermano non solo l’importanza che gli europei accordano al sostegno comunitario all’agricoltura e alle zone rurali ma sopratutto la stretta convergenza tra gli orientamenti della PAC appena riformata e le aspettative della società civile. Il sondaggio, realizzato nei 28 Stati membri e reso noto nel mese di marzo 2014, ha interessato un campione di 27.919 soggetti ai quali è stato sottoposto un elenco di domande riguardanti la PAC e l’agricoltura in generale. I cittadini europei intervistati attribuiscono per il 53% delle risposte date, sempre più importanza all’agricoltura, che considerano, insieme allo sviluppo delle zone rurali, come un valore “molto importante per il futuro” con un aumento di 7 punti rispetto all’analogo sondaggio del 2009. La conoscenza della situazione dell’agricoltura europea rimane comunque relativa, anche se c’è una
L’ Andrea Fugaro, Coldiretti
maggioranza, circa il 61%, che sa che i redditi agricoli sono inferiori rispetto a quelli di altri settori economici. Tuttavia, persiste la mancanza di informazione, e i malintesi come quello secondo il quale gli Stati Uniti producono più prodotti agricoli dell’Unione europea. Inoltre la stragrande maggioranza dei cittadini europei ritiene importante garantire una varietà di tipi di agricoltura e di prodotti alimentari nell’Unione europea. L’80% degli europei intervistati sostiene poi gli obiettivi fondamentali della PAC, sia che si tratti di garantire l’approvvigionamento di prodotti alimentari per tutta la popolazione, che di sviluppare le zone rurali in maniera più equilibrata o sostenere i giovani agricoltori. Questo sostegno è ancora più marcato per quanto riguarda i principali orientamenti dati dalla riforma del-
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la PAC: il 91% dei cittadini, infatti, approva il vincolo tra gli aiuti finanziari agli agricoltori e il rispetto delle pratiche agricole benefiche per l’ambiente come l’“inverdimento”; il 92% vede con favore la concessione di aiuti agli agricoltori in modo più equo e mirato. I cittadini dell’UE sono in maggioranza favorevoli al sostegno concesso agli agricoltori e alla quota che tale sostegno rappresenta nel bilancio dell’UE. Il 45% di coloro che hanno risposto considera l’importo dell’aiuto concesso agli agricoltori “adeguato”, il 26% “troppo esiguo” e il 13% “troppo elevato”. Inoltre il 91% degli europei ritiene inoltre importante sostenere le aziende agricole fragili che si trovano ad affrontare condizioni climatiche, sanitarie o economiche difficili; quasi uno su due definisce tale principio “molto importante”.
PRIMO PIANO a cura di Andrea Fugaro
Per quanto riguarda l’informazione dei consumatori, il sondaggio rivela che gli europei sono molto attenti alla qualità dei prodotti alimentari come il latte e alcuni tipi di carne e che nutrono forti aspettative in materia di tracciabilità delle produzioni. La maggior parte di essi è disposta anche a spendere un po’ di più affinché tali informazioni sull’origine dei prodotti figurino sull’etichetta. Nel sondaggio sono comprese naturalmente anche le risposte fornite dal campione italiano degli intervistati costituito da 1.019 cittadini che non sempre sono risultate in linea con la media delle risposte a livello comunitario. L’aspetto più interessante sono le risposte dei nostri connazionali in materia di etichettatura dei prodotti alimentari e soprattutto di indicazione dell’origine dei prodotti: le risposte italiane che danno grande importanza a quest’argomento, superano di parecchi punti percentuali quelle comunitarie. Il 49%
delle risposte italiane ritiene infatti, che è importante sapere se un alimento proviene dall’UE o da un paese non UE mentre a livello medio europeo hanno dato analoga risposta positiva solo il 37%. Ed ancora, il 79% degli italiani è favorevole all’indicazione in etichetta dell’origine a fronte del 75% della media europea. Ad una specifica domanda sulle informazioni dettagliate sul luogo di produzione del latte si conferma il maggior inte-
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resse che gli italiani attribuiscono a queste informazioni rispetto alla media dei cittadini europei. Arriva al 94% degli intervistati italiani rispetto all’86% di tutti i cittadini europei, la percentuale di coloro che ritengono necessario poter identificare il luogo di origine delle carni. Ma le opinioni degli italiani divergono da quelle della media europea anche per quanto riguarda il ruolo dell’agricoltura e degli agricoltori nella società. Gli Italiani affermano infatti genericamente, più degli altri europei che l’agricoltura contribuisce alla bellezza della campagna e protegge e migliora l’ambiente mentre percepiscono meno degli altri che essa contribuisce all’economia delle aree rurali. In ogni caso i tre quarti degli italiani intervistati così come quelli degli altri paesi sono d’accordo sul fatto che la Politica Agricola Comune offre benefici a tutti i cittadini europei non solo agli agricoltori.
VINITALY 2014: Vig
Ma attenzione a burocrazia, frodi e tutela d
SPECIALE
gneto neto Lazio in prima fila
della qualità
a cura di Coldiretti Lazio
nche quest’anno è arrivato puntuale l’appuntamento nazionale internazionale dedicato ai produttori di vino. Un’occasione sempre importante non solo di promozione di un settore che si mostra fra quelli più vitali e innovativi nel panorama agricolo nazionale, ma anche per fare il punto sulle criticità che lo affliggono e sulle opportunità e necessarie azioni per superarle. Il Lazio anche nell’edizione 2014 ha presentato un proprio stand per promuovere il proprio vigneto in Italia e nel mondo pur non figurando tra le regioni maggiormente vocate del nostro Paese sia in quantità che in qualità. Il Lazio è una regione composita, costituta da un mosaico di aree che pur mantenendo viva la loro identità hanno in comune la vocazione per la viticoltura di qualità. Il territorio infatti è prevalentemente collinare, con un gran numero di laghi di origine vulcanica ed uno sviluppo costiero di 300 chilometri. Tutte queste ricchezze naturali sono ampiamente dimostrate da una superficie vitata complessiva di poco superiore ai 20.000 ettari, ma anche da ben 27 Denominazioni di Origine Controllata, 6 Indicazioni Geografiche Tipiche e 3 Denominazione di Origine Controllata e Garantita (Cesanese del Piglio, Frascati Superiore e Frascati Cannellino). Le 20.000 aziende vitivinicole producono circa 115 milioni di euro, pari al 3% della quota nazionale e all’1% dei valori di export. Tuttavia, i 48 milioni di euro di vino regionale esportato nel 2013 dimostrano una crescita del 66% ottenuta rispetto al 2008: un percorso virtuoso, fatto di focalizzazione sui vini di qualità, di sforzi verso miglioramento delle tecniche ma anche di ritorno alle tradizioni regionali. Mentre la provincia di Latina, entrata in produzione solo dopo la bonifica delle paludi pontine, rappresenta una delle realtà più interessanti e dinamiche della regionale, il territorio storicamente vocato alla viticoltura è quello dei Castelli Romani come dimostrano le nove Denominazione di Origine: Frascati, Marino, Montecompatri, Colonna, Zagarolo, Cori, Velletri, Colli Lanuvini e Colli Albani. Molto tradizionale la produzione del reatino della Doc Colli Sabini, mentre tutto il territorio di Viterbo offre un habitat ideale per la produzione dei vini della Tuscia, di cui L’Est! Est! Est! di Montefiascone è un chiaro esempio. Si distingue infine la provincia di Frosinone (con ben 3 DOC) per la produzione del Cesanese, a bacca rosa, che dà vita a vini rossi sempre più apprezzati. Il successo del Lazio e la bontà del percorso virtuoso di valorizzazione del proprio vigneto è stato consacrato anche da due concorsi che hanno visto i nostri viticoltori protagonisti nel corso della manifestazione di Verona.
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SPECIALE
Infatti, il 21° Concorso Enologico Internazionale di Vinitaly, tra le competizioni più selettive e autorevoli al mondo, ha visto assegnare al Lazio 28 Gran Menzioni: 17 a Latina, 8 a Roma, 2 a Frosinone, 1 Viterbo, tra i 3000 vini iscritti. Il prestigioso riconoscimento è andato alla Cantina Villa Gianna, a Casale del Giglio, alla Cantina Sant’Andrea, all’azienda Paolo e Noemia D’Amico, a Terre dei Pallavicini, a Castel de Paolis, ad Agricola Cavalieri, a Cantine Lupo, a Casa Divina Provvidenza, a Tenuta Petra Potens, all’Agricola Giovanni Terenzi e all’Agricola Forestale La Torre Alma Vini. A tali riconoscimenti si è aggiunto il conferimento del premio Cangrande Verona 2014 all’azienda Agricola Biologica di Marco Carpineti. Il premio viene conferito seguendo le indicazioni degli assessorati regionali all’Agricoltura che segnalano quanti, con la propria attività professionale o imprenditoriale, contribuiscono al progresso qualitativo della produzione viticola della propria regione e del proprio Paese. La motivazione del premio Cangrande sta nella sfida di Marco Carpineti rivolta costantemente alla ricerca della qualità. Un percorso incentrato soprattutto sull’attenzione alla vigna e in una visione più ampia dell’ambiente. Dalla scelta di coltivare vitigni sconosciuti, all’adozione nel 1994 dei metodi di produzione biologica, fino al recente arrivo in azienda di due nuovi “collaboratori”. Due cavalli di razza italiana allevati per lavorare nei campi. Il loro utilizzo al posto del trattore è a completo beneficio del terreno e delle piante che così potranno dare un frutto di grandissima qualità. L’azienda di Cori rappresenta un esempio della grande vitalità della viticoltura del Lazio impegnata per la crescita costante della qualità e della genuinità del prodotto senza mai dimenticare la tradizione e il territorio. I risultati raggiunti dal vitigno laziale riflettono quello italiano e mostrano la vitalità di un settore che offre un’opportunità di lavoro e quindi di crescita per il Paese che in un momento di crisi come quello che stiamo vivendo non può non sorprendere e soprattutto non può non essere posto all’attenzione.
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Infatti, il fatturato del vino e degli spumanti in Italia cresce del 3 per cento e raggiunge nel 2013 il valore record di 9,3 miliardi per effetto soprattutto delle esportazioni che per la prima volta hanno superato i 5 miliardi (+7 per cento) alle quali si è aggiunto un leggero incremento delle vendite sul mercato nazionale che sono risultate pari a 4,2 miliardi (+1,5 per cento). Nel 2013 gli italiani hanno acquistato meno vino in quantità, ma a prezzi maggiori con il risultato che il fatturato realizzato sul mercato nazionale è aumentato, ma è l’export di vino a registrare uno storico record, superando per la prima volta il muro dei 5 miliardi di euro, il 7 per cento in più rispetto all’anno precedente. Vendite in aumento un po’ ovunque, dalla Gran Bretagna (+15 per cento) alla Francia (+9 un per cento), alla Germania (+6 per cento). Balzo avanti anche in Russia, con un +14 per cento, ma le bottiglie tricolori spopolano anche negli Stati Uniti con un +7 per cento mentre si inverte la tendenza e crollano invece per la prima volta le esportazioni di vino italiano in Cina con un calo del 3 per cento in valore a 74,8 milioni di euro. Una crescita complessiva che ha offerto opportunità di lavoro ad un milione e duecentocinquantamila italiani nel 2013 tra quanti sono impegnati direttamente in vigne, cantine e nella distribuzione commerciale, ma anche in attività connesse, di servizio e nell’indotto che si sono estese negli ambiti più diversi: dall’industria vetraria a quella dei tappi, dai trasporti alle assicurazioni, da quella degli accessori, come cavatappi e sciabole, dai vivai agli imballaggi, dalla ricerca e formazione alla divulgazione, dall’enoturismo alla cosmetica e al mercato del benessere, dall’editoria alla pubblicità, dai programmi software fino alle bioenergie ottenute dai residui di potatura e dai sottoprodotti della vinificazione (vinacce e raspi). Secondo uno studio della Coldiretti la raccolta di un grappolo alimenta opportunità di lavoro in ben 18 settori: 1) agricoltura, 2) industria trasformazione, 3) commercio/ristorazione, 4) vetro per bicchieri e bottiglie, 5) lavorazione del sughero per tappi, 6) tra-
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sporti, 7) assicurazioni/credito/finanza, 8) accessori come cavatappi, sciabole e etilometri, 9) vivaismo, 10) imballaggi come etichette e cartoni, 11) ricerca/formazione/divulgazione, 12) enoturismo, 13) cosmetica, 14) benessere/salute con l’enoterapia, 15) editoria, 16) pubblicità, 17) informatica, 18) bioenergie. Non è un caso che la laurea del gruppo agrario ed enologico si colloca sul podio tra quelle con i migliori esiti lavorativi occupazionali con l’82,5 per cento dei laureati che è occupato a cinque anni dalla conclusione del ciclo di studi contro il 74,2 per cento di quelli del gruppo giuridico, secondo le elaborazioni Coldiretti su dati Almalaurea. La decisa svolta verso la qualità ha messo in moto nel vino un percorso virtuoso in grado di conciliare ambiente e territorio con crescita economica e occupazionale anche attraverso l’integrazione di categorie come giovani, donne e immigrati che in questo momento hanno maggiori difficoltà nell’accesso al lavoro. La capacità del settore di generare occupazione ha stimolato l’interesse delle giovani generazioni come dimostra il fatto che all’Università di Palermo nella facoltà di agro-ingegneria al test per frequentare il corso di viticoltura ed enologia si sono presentati quasi un numero doppio rispetto ai posti a disposizione, mentre alla statale di Milano i nuovi iscritti ai corsi di laurea in scienze agrarie ed enologia hanno avuto un’impennata di oltre il 50 per cento. Ma continua il trend positivo anche negli istituti agrari. Sono circa mezzo milione i titolari di vigneti in Italia che operano su 650mila ettari di terreno dei quali ben 480mila Docg, Doc e Igt, ma si contano anche circa 200mila imprese e 35mila imbottigliatrici di una produzione che per il 30 per cento è destinata a vini da tavola, per il 30 per cento a vini Igt e per il 40 per cento a Doc e Docg. Tuttavia, ai risultati postivi del vigneto Italia, si affiancano, come per ogni prodotto di successo anche le frodi ai suoi danni. Infatti, dall’inizio della crisi sono più che raddoppiate le frodi nel settore del vino e degli alcolici con un incremento record del 107 per cento
del valore di cibi e bevande sequestrate perché adulterate, contraffate o falsificate. È quanto emerge da una analisi della Coldiretti sulla base della preziosa attività svolta dai carabinieri dei Nas dal 2007 al 2013, presentata n occasione dell’incontro “La legalità nel bicchiere, il piano d’azione”, organizzato dal Ministero delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali, dalla Coldiretti e dall’Osservatorio sulla criminalità nell’agricoltura e sul sistema agroalimentare alla presenza del Ministro dell’Interno Angelino Alfano, del Ministro delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali Maurizio Martina, del Presidente del comitato scientifico dell’Osservatorio sulla criminalità Gian Carlo Caselli e del Presidente della Coldiretti Roberto Moncalvo nei giorni del Vinitaly 2014. Sono stati sequestrati dai Nas nel 2013 vini ed alcolici per un valore di 31 milioni di Euro con 15 persone arrestate, 51 segnalate all’autorità giudiziaria e 267 all’autorità amministrativa. Consistente è stata anche l’attività del Nuclei Antifrodi Carabinieri (Nac) durante l’azione di contrasto svolta nel 2013 che ha portato al sequestro di 9.308 tonnellate di vino non conforme ai disciplinari di produzione, non tracciato e, in alcuni casi, risultato adulterato con varie sostanze non consentite come acqua ed etanolo. In particolare nel periodo natalizio grazie all’azione dei Nac sono stati ritirati dal mercato 37mila ettolitri di vino sfuso e 150mila bottiglie di vino spumante adulterato che stava per essere immesso in circolazione proprio durante le festività, peraltro insieme ad un circuito illegale di falso champagne. Gli ottimi risultati dell’attività delle forze dell’ordine confermano l’efficacia del sistema di controlli in Italia contro un crimine particolarmente odioso perché si fonda sull’inganno e colpisce soprattutto quanti dispongono di una ridotta capacità di spesa e sono costretti a rivolgersi ad alimenti a basso costo. Occorre distinguere la burocrazia buona che tutela produttori e consumatori da quella cattiva che serve solo a stampare carte dietro le quali si nascondono i troppi furbetti del bicchiere, a danno dei veri produttori. 11
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A tale proposito, tuttavia, dal vigneto alla bottiglia è necessario adempiere a più di 70 pratiche che coinvolgono 20 diversi soggetti che richiedono almeno 100 giornate di lavoro per ogni impresa vitivinicola per soddisfare le 4000 pagine di normativa che regolamentano il settore. Secondo la Coldiretti è importante procedere verso un registro unico dei controlli ma è necessario modificare radicalmente l’approccio al sistema dei controlli nel settore vitivinicolo mettendo al centro e valorizzando l’autocontrollo aziendale che già oggi viene normalmente e scrupolosamente effettuato dalle aziende mentre è necessario effettuare i controlli partendo sempre da una analisi dei rischi. Di fronte ad un carico amministrativo che causa oneri insostenibili per le imprese e ha provocato un calo della superficie vitata destinata a Doc e Docg, con una pericolosa spinta alla delocalizzazione, la Coldiretti propone un sistema dei controlli virtuoso a vantaggio dei consumatori e nel rispetto del lavoro dei produttori: • Sportello unico degli adempimenti attraverso il fascicolo aziendale, valorizzando l’autocontrollo dell’impresa; • Controlli a campione basati sull’analisi dei rischi ed estesi sul mercato al consumo; • Coordinamento del sistema sanzionatorio (Dlgs. 61; L.82; Dlgs. 260) e distinzione netta tra le irregolarità formali e sanabili (a cui estendere l’istituto della diffida) e i casi reali di frodi e sofisticazioni (con inasprimento delle sanzioni). ll fascicolo aziendale deve diventare lo “strumento unico” dell’impresa vitivinicola che raccoglie tutte le informazioni previste dalle norme (comunicazioni, dichiarazioni, altre) e i dati aggiornati e certificati che sono messi a disposizione di chi ha titolo. Viene aggiornato mediante autocertificazione o richiesta di verifica preventiva dei dati immessi ed è quindi l’interfaccia unica tra il produttore, la Pubblica Ammini-
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strazione e gli altri soggetti coinvolti. Per sostenere le esportazioni che rappresentano la maggioranza del vino commercializzato occorre creare uno sportello unico per l’export dei vini che fornisca le informazioni relative a tutti gli adempimenti e superare i vincoli che impediscono la vendita diretta di vino in ambito intracomunitario. A tutela delle Denominazioni di origine e delle Indicazioni geografiche la Coldiretti chiede inoltre: • Semplificazione degli adempimenti, garantendo la qualità e distintività del sistema produttivo nazionale e valorizzando la centralità del vigneto e del produttore nella filiera. • Unicità degli adempimenti per i produttori mediante il coordinamento fra le amministrazioni e i diversi soggetti coinvolti. • Mantenimento dell’attuale piramide qualitativa garantendo un’adeguata differenziazione tra Docg, Doc, Igt (rispetto ai requisiti e al sistema di certificazione e controllo). • Garanzia della tracciabilità e rintracciabilità delle partite di vino. • Introduzione del principio dell’autocontrollo aziendale. • Autocontrollo aziendale delle analisi chimico-fisiche e analisi organolettiche su base volontaria. • Sistema di controlli a campione basati su analisi dei rischi e loro intensificazione in caso di “non conformità”. • Individuazione ad opera del soggetto di vigilanza pubblica (Icqrf) di un campione unico nazionale degli operatori controllati. • Struttura di controllo unica (per tutte le produzioni dell’impresa) e non per denominazione. • Libera scelta da parte dell’azienda della struttura di controllo. • Nuova classificazione delle “non conformità” distinte in: lievi, gravi ma soggette a diffida, gravi soggette a sanzioni.
AT T U A L I TÀ / I N B R E V E a cura di Coldiretti Lazio
Pil: Coldiretti, aumenta solo in agricoltura (+0,3%) I valore aggiunto nel 2013 ha registrato un calo in volume in tutti i principali comparti, ad eccezione dell’agricoltura, silvicoltura e pesca che fanno segnare un, seppur debole, aumento dello 0,3 per cento. È quanto emerge da una analisi della Coldiretti sulla base dei dati Istat dalla quale si evidenzia pero’ che nel settore si è verificata una riduzione delle unità lavorative attive (Ula) dell’1,7 per cento. Il valore aggiunto dell’agricoltura a prezzi base con valori concatenati nel 2013 è stato di 26,98 miliardi di euro con 1.166 mila unità di lavoro impegnate. Il risultato dell’anno è stato peraltro fortemente condizionato dall’andamento climatico avverso che ha provocato gravi danni al settore.
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8 marzo: 1 impresa agricola su 3 guidata da donne ono 227.894 le imprese agricole guidate da donne in Italia dove ormai nelle campagne quasi
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1 azienda su 3 è rosa. Dopo quello del commercio è il settore agricolo quello in cui la presenza femminile è maggiore. L’ingresso progressivo delle donne nell’agricoltura italiana ha dato un forte impulso all’innovazione che ha caratterizzato il settore con l’ampliamento delle attività come la trasformazione dei prodotti, la nascita del settore dell’agribenessere, il recupero di antiche varietà, le fattorie didattiche, gli agriasilo, la pet-therapy e tante altre innovazioni. “Questa multifunzionalità, che è la caratteristica principale delle aziende agricole condotte da donne, genera più occupazione perche sviluppa attivita’ particolari che si affiancano a quella principale per fornire un prodotto o un servizio particolare”, afferma Lorella Ansaloni, responsabile nazionale di Donne Impresa Coldiretti. La capacità di coniugare la sfida con il mercato, il rispetto dell’ambiente e la qualità della vita a contatto con la natura sembra essere una delle principali ragioni della presenza femminile nelle campagne. 13
UE.COOP nuovo membro OMA adesione di UE.COOP all’Organizzazione mondiale degli agricoltori è stata formalizzata dal Consiglio di Amministrazione dell’OMA, riunito a Buenos Aires per l’Assemblea Nazionale con più di 100 delegazioni da oltre 80 Paesi da tutti i continenti. L’Organizzazione mondiale degli agricoltori è un’organizzazione internazionale non governativa che mira a riunire tutti i produttori nazionali e le organizzazioni cooperative agricole. “Visti e considerati gli obiettivi dell’OMA, abbiamo presentato domanda di adesione, in rappresentanza delle cooperative associate ad UE.COOP – ha sottolineato il Presidente Losapio”. “L’attenzione dell’OMA rivolta a UE.COOP è segno evidente della forte presenza e rappresentanza della nostra Organizzazione anche nel settore agricolo – ha ribadito Losapio – e, assieme all’OMA, lavoreremo per fare in modo che le cooperative e i produttori possano realizzare percorsi comuni Volti alla valorizzazione delle loro produzioni e tipicità e all’offerta di servizi”.
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AT T U A L I TÀ / I N B R E V E a cura di Coldiretti Lazio
L’Europa toglie la data di scadenza da pasta a caffe Unione Europea si appresta a rivedere le norme sulle etichette di scadenza dei prodotti alimentari per far sparire le scritte ”da consumarsi preferibilmente entro” dalle confezioni di prodotti come pasta, riso, caffè e formaggi duri. È quanto emerso dall’ordine del giorno della riunione di Consiglio agricoltura, che si svolgerà a Bruxelles a maggio, in cui i ministri affronteranno le proposte di Olanda e Svezia che intendono richiamare l’attenzione sul problema della perdite alimentari e dei rifiuti in Europa. Complice la crisi economica oggi appena il 36% degli italiani dichiara di attenersi rigorosamente alla data di scadenza dei prodotti riservandosi di valutare personalmente la qualità dei prodotti scaduti prima di buttarli. Solo il 54% degli italiani controlla quotidianamente il frigorifero e il 65% controlla almeno una volta al mese la dispensa.
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Il Termine Minimo di Conservazione riportato con la dicitura “Da consumarsi preferibilmente entro” indica la data fino alla quale il prodotto alimentare conserva le sue proprietà specifiche in adeguate condizioni di conservazione. Una finestra temporale entro la quale si conservano le caratteristiche organolettiche e gustative, o nutrizionali, di un alimento, senza con questo comportare rischi per la salute. Differisce quindi dalla data di scadenza vera e propria che è la data entro cui il prodotto deve essere consumato ed anche il termine oltre il quale un alimento non può più essere posto in commercio. Tale data di consumo non deve essere superata altrimenti ci si può esporre a rischi importanti per la salute. Riguarda prodotti preconfezionati, rapidamente deperibili da un punto di vista microbiologico ed è indicata con il termine “Da consumarsi entro” e vale indicativamente per tutti i prodotti con una durabilità non superiore a 30 giorni.
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Latte: niente multe per l’italia essuna multa per gli allevatori italiani quest’anno perché l’Italia non ha superato il proprio livello quantitativo di quota latte assegnato dall’Unione Europea. Allevatori italiani di bovine da latte non devono versare il prelievo e tanto meno gli acquirenti devono trattenerlo. È il quarto anno consecutivo che la produzione nazionale rimane sotto il tetto massimo assegnato dall’UE all’Italia. Molti Paesi grandi produttori di latte come Germania, Olanda, Danimarca, Irlanda, Austria e Polonia hanno chiesto tramite le loro Organizzazioni agricole un aumento del loro quantitativo assegnato dal momento che le loro produzioni di latte hanno superato la loro quota produttiva, con la Coldiretti che è stata l’unica Organizzazione italiana ad opporsi a questa ingiustizia nell’interesse dei propri allevatori. La proposta di Coldiretti per fronteggiare il dopo quote parte innanzitutto dall’introduzione dell’obbligatorietà dell’indicazione dell’origine del latte su tutti i prodotti caseari non solo sul latte fresco, e dalla grande battaglia all’agro pirateria sia all’interno del nostro Paese che all’estero.
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L’AGRICOLTURA IN… EUROPA a cura di Andrea Fugaro
Corte dei conti europea: controlli inefficaci sulla PAC ura reprimenda della Corte dei Conti europea sui controlli amministrativi svolti dagli organismi pagatori degli Stati membri, sugli organismi di certificazione dei conti di tali organismi pagatori e sulla stessa Commissione che non richiama le Amministrazioni nazionali a controllare e relazionare secondo le linee guida emanate. La relazione n. 18 pubblicata il 17 marzo 2014 dalla Corte dei Conti europea conclude in maniera netta senza assolvere niente e nessuno e affermando che i risultati dei controlli sulla spesa agricola svolti dagli Stati membri, poi pubblicati dalla Commissione, non sono attendibili. Infatti gli audit espletati dalla Corte, ed anche quelli espletati dalla stessa Commissione europea, mostrano che i sistemi posti in essere presso gli organismi pagatori per i controlli amministrativi e in loco erano solo parzialmente efficaci nel rilevare la spesa irregolare, nuocendo quindi gravemente all’affidabilità delle informazioni che gli Stati membri forniscono agli Uffici di Bruxelles. Ma anche i controlli di secondo grado, quelli svolti dagli organismi di certificazione, non vengono salvati e vengono coinvolti nel duro giudizio negativo. Infatti la Corte ha concluso la sua relazione affermando che il lavoro realizzato attualmente dagli organismi di certificazione non fornisce sufficienti garanzie né sull’adeguatezza dei controlli in loco né sull’attendibilità delle relazioni statistiche che vengono successivamente utilizzate dalla Commissione per valutare il livello di irregolarità rilevato nei vari Stati membri. Per il 2011 e il 2012, la verifica condotta dalla Corte dei Conti su
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180 operazioni relative alla spesa FEAGA (Fondo Europeo per l’agricoltura) ha rivelato che rispettivamente il 39 % e il 41% di tali operazioni era inficiato da errori. Una parte significativa di tali errori era conseguenza di controlli amministrativi inefficaci o di calcoli dell’aiuto non esatti operati dagli organismi pagatori. Nel corso dell’audit, gli auditor della Corte hanno visitato nove organismi pagatori in otto Stati membri . Questi nove organismi pagatori hanno gestito il 28% degli aiuti diretti FEAGA e il 41% della spesa FEASR (Fondo Europeo per lo sviluppo rurale) nel 2011. Per l’Italia la Corte dei Conti europei ha verificato l’operato dell’Organismo pagatore della Lombardia per i pagamenti diretti e dell’organismo pagatore della Toscana per le misure di sviluppo rurale. Per quanto riguarda i pagamenti diretti la
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Corte rileva il mancato aggiornamento del sistema informativo delle particelle dopo i controlli in loco oltre al fatto che le domande non contengono informazioni che permettono di determinare l’ubicazione delle parcelle agricole. Mentre per gli aiuti relativi allo sviluppo rurale sono state rilevate regole di tolleranza non previste, spese non ammissibili, e riduzioni non consentite oltre che l’assenza di elementi probatori, carenze e controlli inefficaci sulle condizioni di ammissibilità e sugli impegni da rispettare. Tra le perle rilevate e a conferma dei giudizi espressi, la relazione cita alcuni esempi. In due organismi pagatori, Lombardia in Italia e Galizia in Spagna, la Corte ha riscontrato alcuni casi in cui le parcelle erano registrate nel SIPA (Sistema informatica comunitario) come pienamente ammissibili,
L’AGRICOLTURA IN… EUROPA a cura di Andrea Fugaro
nonostante fossero coperte da fitta foresta o presentassero altre caratteristiche che le rendevano inammissibili. La Corte ha altresì constatato che il SIPA non era stato aggiornato con i risultati dei più recenti controlli in loco eseguiti dagli organismi pagatori di Spagna (Galizia), Italia (Lombardia) e Ungheria. Altro esempio riguarda la Polonia, dove le norme regolamentari richiedono che vengano svolte periodiche attività sui seminativi. Ma la Corte ha però riscontrato che venivano corrisposti aiuti relativamente a seminativi non utilizzati e sui quali non era stata svolta nessuna attività. Come esempio di controlli di qualità insufficiente la Corte cita un caso dove ha rieseguito i controlli su un progetto in Italia (Lombardia), il quale aveva come scopo la costruzione presso un’azienda agricola di un edificio a due piani comprendente un laboratorio per la trasformazione di frutta e altri prodotti agricoli, un magazzino e una terrazza per far seccare la frutta. Dopo aver
eseguito controlli amministrativi e controlli in loco, l’organismo pagatore aveva approvato l’intero importo della domanda di pagamento finale, ossia 221.205 euro. Gli auditor della Corte hanno però constatato che l’edificio aveva prevalentemente le caratteristiche di un’abitazione privata, e non di un edificio costruito a fini agricoli: i relativi costi non erano pertanto ammissibili. Il fatto che le autorità nazionali abbiano accettato l’intero importo della spesa dichiarata denota fondamentali carenze tanto nei controlli amministrativi che in quelli in loco. In base agli audit la Corte ha individuato le seguenti principali carenze che inficiano i dati contenuti nelle relazioni degli organismi pagatori e, di conseguenza, il calcolo operato dalla Commissione del tasso di errore residuo: • le procedure operanti sono insufficienti per garantire che gli aiuti diretti siano corrisposti soltanto ai beneficiari che
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soddisfano la definizione di «agricoltore» del regolamento; • vi sono carenze concernenti l’affidabilità del sistema di identificazione delle parcelle agricole (SIPA) , visto che superfici inammissibili sono state registrate come ammissibili al pagamento; • gli organismi pagatori hanno sostituito le parcelle inammissibili dichiarate dagli agricoltori con altre parcelle dopo il termine ultimo previsto dalla normativa; • gli organismi pagatori hanno calcolato gli aiuti in maniera non corretta, per lo più in riferimento a «diritti al pagamento» erronei, anch’essi stabiliti dagli organismi pagatori; • valutazione inaccurata dei terreni ammissibili all’interno delle parcelle dichiarate. La Corte conclude la sua relazione formulando alcune raccomandazioni riguardanti soprattutto i controlli amministrativi e in loco che dovrebbero essere condotti dagli organismi pagatori in modo più rigoroso e la qualità delle banche dati SIPA che dovrebbe essere migliorata. Un’altra raccomandazione riguarda le linee guida pubblicate dalla Commissione per l’attuazione di sistemi di controllo adeguati e per la compilazione delle relazioni statistiche che dovrebbero essere meglio esplicitate e la loro attuazione dovrebbe essere monitorata in modo più stringente. La relazione contiene anche la difesa della Commissione chiamata per prima in causa che si difende affermando che nella gestione dei fondi Ue, da tempo prende in considerazione altri elementi rispetto alle informazioni trasmesse dagli Stati membri, compreso il parere dei revisori dei conti della Direzione agricoltura, del Tribunale e degli organi di controllo indipendenti. E userà questa nuova metodologia per tutte le spese agricole in futuro.
L’AGRICOLTURA IN… POLITICA a cura di Andrea Fugaro
In vigore le proroghe per separazione caseifici e revisione macchine agricole l primo marzo 2014 è entrata in vigore la Legge 27 febbraio 2014, n. 15 di conversione in legge del DL 150/2013, recante proroga di termini previsti da disposizioni legislative meglio conosciuto come Decreto Milleproroghe. Divengono quindi, pienamente operative le disposizioni che riguardano il settore agricolo definendo una volta per tutte i vari emendamenti che si erano accavallati nel corso dell’iter parlamentare del Decreto legge di fine anno 2013. Il Milleproroghe conferma innanzitutto la norma riguardante gli stabilimenti di produzione della mozzarella di Bufala campana Dop e in particolare l’obbligo di separazione degli stessi. La disposizione, infatti è quella secondo cui la produzione della
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mozzarella di bufala campana Dop deve essere effettuata in stabilimenti separati da quelli in cui ha luogo la produzione di altri tipi di formaggi o preparati alimentari. L’art. 5 prevede al comma 1 di spostare dal primo gennaio 2013 al primo luglio 2014 la decorrenza della norma stessa che già negli anni passati era stata ripetutamente procrastinata non trovando l’accordo dei caseifici interessati che certamente non potrà arrivare nel giro di qualche mese visto che non vi è in vista nessun fatto nuovo e modificativo dell’attuale situazione. La proroga in questione, poteva essere sostituita dall’abrogazione della norma stessa individuando se del caso altre forme che tutelino e garantiscano il settore dalle frodi che si tenta di contrastare con questa onerosa separazione delle lavorazioni. Un’altra norma che incontra 17
difficoltà nella sua completa realizzazione è quella riguardante la revisione obbligatoria delle macchine agricole il cui parco è piuttosto vecchio. Il comma 2 dell’articolo 5 infatti rinvia al 30 giugno 2014 il termine per l’adozione del decreto del Ministero infrastrutture e del Mipaaf per garantire adeguati livelli di sicurezza nei luoghi di lavoro e nella circolazione stradale, accertando lo stato di efficienza e la permanenza dei requisiti minimi di idoneità per la sicurezza della circolazione delle macchine agricole immatricolate entro il 30 giugno 2014. In particolare la norma legislativa, la cui applicazione viene ora rinviata, stabilisce nel nuovo testo aggiornato che “Al fine di garantire adeguati livelli di sicurezza nei luoghi di lavoro e nella circolazione stradale, il Ministro delle infrastrutture e dei
L’AGRICOLTURA IN… POLITICA a cura di Andrea Fugaro
trasporti, di concerto con il Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali, con decreto da adottare entro e non oltre il 30 giugno 2014, dispone la revisione obbligatoria delle macchine agricole soggette ad immatricolazione a norma dell’articolo 110, al fine di accertarne lo stato di efficienza e la permanenza dei requisiti minimi di idoneità per la sicurezza della circolazione. Con il medesimo decreto è disposta, a far data dal 1° gennaio 2015, la revisione obbligatoria delle macchine agricole in circolazione soggette ad immatricolazione in ragione del relativo stato di vetustà e con precedenza per quelle immatricolate antecedentemente al 1° gennaio 2009, e sono stabiliti, d’intesa con la Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le regioni e le province autonome di Trento e di Bolzano, i criteri, le modalità ed i contenuti della formazione professionale per il conseguimento dell’abilitazione all’uso delle macchine agricole, in attuazione di quanto disposto
dall’articolo 73 del decreto legislativo 9 aprile 2008, n. 81. Anche questa norma aveva già subito un rinvio per le difficoltà operative e onerose per gli operatori che si frappongono ad un’immediata sua attuazione. Il comma 4 dell’articolo 2, nell’ambito della proroga di termini relativi a situazioni emergenziali, introduce modifiche al decreto-legge n. 74 del 2012, con riferimento ai territori colpiti dal sisma del 20 e del 29 maggio 2012. In particolare, la lettera a) posticipa al 31 dicembre 2014 il termine – ora previsto al 31 dicembre 2013 – entro il quale debbono entrare in esercizio gli impianti alimentati da fonti rinnovabili realizzati e quelli in fase di realizzazione nei fabbricati danneggiati dal sisma. In secondo luogo, posticipa al 31 dicembre 2014 anche il termine – ora previsto al 31 dicembre 2013 – entro il quale debbono entrare in esercizio gli impianti alimentati da fonti rinnovabili, già autorizzati alla data del 30 settembre 2012, per accedere agli incentivi vigenti alla data del 6 giugno 2012.
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Rinviata di un anno la riforma delle Capitanerie di porto in quanto il comma 8-ter dell’articolo 4 differisce al 31 dicembre 2014 il termine, già fissato al 31 dicembre 2013 dalla legge di stabilità 2013, per l’emanazione del regolamento governativo di riforma delle capitanerie di porto. Infine due disposizioni dell’art. 1 sono rivolte a prorogare al 31 dicembre 2014 le assunzioni già autorizzate di personale da parte del Corpo forestale. In particolare, il comma 4, lettera b) è finalizzato a consentire l’utilizzazione delle risorse finanziarie per diverse amministrazioni, tra le quali il Mipaaf, dedicate a fini delle assunzioni in relazione ad anni riferiti al periodo dal 2009 al 2012. Il comma 5 dispone la proroga delle autorizzazioni alle assunzioni per l’anno 2013, adottate ai sensi dell’articolo 1, comma 91, della legge di stabilità 2013 (legge n. 228 del 2012), in seguito al quale è stato emanato il decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 23 settembre 2013.
CRONACHE
Programma FRUTTA nelle SCUOLE: all’Italia16 milioni di Euro per il 2014-2015 di Andrea Fugaro
di 150 milioni di euro il plafond che l’Unione europea destinerà agli Stati per la realizzazione del programma “frutta e verdura nelle scuole” a partire dal 1° agosto 2014 e cioè per la distribuzione ai bambini di ortofrutticoli freschi, di ortofrutticoli trasformati, di banane e prodotti derivati. Con un apposito Regolamento pubblicato nella Gazzetta Ufficiale dell’Ue dell’8 marzo 2014, la Commissione ha ripartito lo stanziamento complessivo di 150 milioni di euro iscritto nel bilancio comunitario per il 2014 fra i vari Stati membri. I criteri di ripartizione erano già stati indicati in passato sin dal 2009 e in particolare era stato deciso che il numero dei bambini da 6 a 10 anni in rapporto alla popolazione complessiva di ciascun Stato sarebbe stato preso come riferimento per ponderare la ripartizione. In virtù di tali criteri l’Italia distribuirà con il programma “frutta e verdura nelle scuole” prodotti ad oltre due
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milioni e ottocentomila bambini in età scolare tra 6 e 10 anni e cioè a circa il 10% del totale dei bambini di tutti gli Stati membri che verranno coinvolti nel programma stesso e che ammontano a circa 26 milioni. Di conseguenza l’Italia potrà contare su un contributo comunitario di oltre 16 milioni di euro e cioè di oltre il 10% dell’intero plafond disponibile. La partecipazione finanziaria comunitaria non è uguale per tutti gli Stati membri e nel caso dell’Italia il tasso di cofinanziamento arriva all’80%, e risulta essere superiore a quello di Spagna, Francia, Austria, Belgio e gli altri Stati membri della vecchia Europa. I paesi dell’Europa dell’est potranno invece ricevere una contribuzione percentualmente maggiore con tassi di cofinanziamento che arrivano fino al 90%. La quota maggiore di finanziamento, nella ripartizione del complessivo stanziamento di 150 milioni di euro, è andata alla Francia con 22 milioni di euro che saranno utilizzati per la distribuzione di frutta e verdura nelle scuole ad oltre 4 milioni di scolari, seguita dalla
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Germania che potrà contare su oltre 19 milioni di euro per assistere circa 3milioni e 500mila scolari; ma entrambi i Paesi dovranno contribuire in misura maggiore rispetto all’Italia in quanto il tasso di cofinanziamento è pari al 75% delle spese sostenute. Riceverà di più dell’Italia anche il Regno Unito che nella ripartizione effettuata dalla Commissione si è vista attribuire circa 20 milioni di euro per assistere circa 3,5 milioni di bambini con un tasso di cofinanziamento del 76%. Gli obiettivi del programma sono: • incentivare il consumo di frutta e verdura tra i bambini compresi tra i sei e gli undici anni di età; • realizzare un più stretto rapporto tra il
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“produttore-fornitore” e il consumatore, indirizzando i criteri di scelta e le singole azioni affinché si affermi una conoscenza e una consapevolezza nuova tra “chi produce” e “chi consuma”; • offrire ai bambini più occasioni ripetute nel tempo per conoscere e “verificare concretamente” prodotti naturali diversi in varietà e tipologia, quali opzioni di scelta alternativa, per potersi orientare fra le continue pressioni della pubblicità e sviluppare una capacità di scelta consapevole; le informazioni “ai bambini” saranno finalizzate e rese con metodologie pertinenti e relative al loro sistema di apprendimento (es: laboratori sensoriali).
CRONACHE
Meglio non seminare che rischiare perdite: pesa incertezza sul futuro della PAC di Andrea Fugaro
e semine della campagna 2013/2014 sono state inferiori a quelle della precedente campagna in quanto gli agricoltori hanno preferito tenere a riposo una superficie maggiore rispetto a quella della precedente campagna. I dati sono stati diffusi dall’Istat nel mese di marzo 2014 con il suo annuale report sulle dichiarazioni di semina per la campagna in corso e hanno subito suscitato un coro di preoccupazioni anche se in ritardo. Venire a conoscenza solo ora che gli agricoltori in occasione dell’indagine autunnale dell’Istat hanno dichiarato di ridurre le superfici seminate, fa presagire una contrazione delle produzioni e un conseguente aumento dei prezzi e un riflesso sui mercati. La scelta dei produttori agricoli di non coltivare non vuole comunque significare un abbandono dell’attività imprenditoriale agricola in quanto le minori semine potrebbero solo significare una rinuncia ad affrontare costi di produzione che potrebbero non trovare un bilanciamento nelle rese e nei relativi prezzi di mercato. Il reddito per l’agricoltore, seppure a livelli minimi, verrà comunque dai premi PAC relativi ai titoli accoppiati alle superfici che non prevedono alcun obbligo di coltivazione. È evidente comunque che gli agricoltori sono preoccupati sia sotto il profilo generale economico che sotto quello delle prospettive che riserva loro la nuova PAC per cui preferisce non “fare” piuttosto che rischiare. In termini quantitativi il report diffuso dall’Istat il 4 marzo 2014 indica che nell’annata agraria 20132014 è previsto, rispetto a quella precedente, un ulteriore aumento del 18,7% delle superfici a riposo. L’aumento interessa tutte le regioni in misura più o meno marcata. Nel dettaglio, i terreni a riposo sono indicati in crescita del 4,6% nel Nord-ovest, del 9,7% nel Nord-est, dell’11,1% nel Centro e del 26,9% nel Sud e Isole. L’indagine campionaria sulle intenzioni di semina delle principali coltivazioni agricole è condotta annual-
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mente allo scopo di fornire stime preliminari delle superfici da investire nelle colture erbacee (seminativi) di maggiore interesse durante l’annata agraria di riferimento. La rilevazione è effettuata con intervista telefonica assistita da computer (CATI) ai conduttori di azienda agricola. Durante l’intervista vengono raccolte le informazioni sulle semine effettuate nel corso dell’annata agraria precedente e le intenzioni di semina per quella corrente. Per questa occasione d’indagine, è stato estratto un campione di circa 9.890 unità. L’insieme finale dei rispondenti, su cui sono state calcolate le stime, si compone di 5.253 unità a seguito della esclusione delle aziende agricole per le quali non è stato possibile procedere all’intervista in quanto cessate, temporaneamente inattive, irreperibili, ecc. e quelle per le quali i conduttori intervistati non sono stati in grado di
CRONACHE
formulare le intenzioni di semina. In quest’ultimo caso la mancata formulazione delle intenzioni di semina è stata, in parte, determinata dal periodo in cui è stata condotta l’indagine tra il 19 novembre 2013 e il 20 dicembre 2013, in concomitanza, cioè, con l’inizio dell’annata agraria, 1° novembre 2013 - 31 ottobre 2014. Il rapporto Istat precisa anche che con riferimento alle motivazioni che indurrebbero gli agricoltori a ritirare dalla produzione i propri terreni, occorre premettere che la quasi totalità degli agricoltori, potendo indicare più di una motivazione e cioè rotazione agronomica pluriennale, problematiche di mercato, altre motivazioni, ha dichiarato come prevalente la rotazione agronomica pari al 48,7%, mentre le problematiche di mercato e cioè incertezza sull’andamento del mercato e/o scarsa remunerazione dell’attività, costi e prezzi di alcune coltivazioni, interessano il 33,5% degli agricoltori e cioè oltre un terzo degli agricoltori. Tra gli “Altri motivi” prevalgono per il 17,5% quelli legati alle condizioni atmosferiche avverse e alla difficoltà di raggiungimento di alcuni terreni. Va sottolineato anche che il 2,7% degli agricoltori intenzionati alla messa a riposo dei propri terreni non ha indicato di avere una motivazione specifica. Tra le lavorazioni che gli agricoltori intendono effettuare sui terreni a riposo nell’annata agraria 20132014, il 17,5% dichiara che praticherà le lavorazioni pesanti come aratura, ripuntatura, erpicatura, il 55,4% le lavorazioni leggere come trinciatura, falciatura, bruciatura stoppie, paglie e residui colturali e una parte esigua (1,2%) quelle mirate all’efficienza dell’effetto drenante e cioè per proteggere il suolo dal-
l’erosione e dai dilavamenti. Nell’1,8% dei casi verranno effettuati “altri tipi di lavorazione” mirati a conservare la fertilità e il potenziale produttivo dei terreni. Infine, quasi un terzo degli agricoltori e cioè il 29,7% dichiara di non avere intenzione di effettuare alcun tipo di lavorazione. Ed è forse proprio questo ultimo dato che testimonia l’incertezza e la preoccupazione per il futuro degli agricoltori che non lasciano a riposo i terreni, e forse sarebbe più esatto dire che li lasciano incolti piuttosto che rischiare con un’ attività imprenditoriale dove le prospettive negative superano quelle positive. Per quanto riguarda le singole colture le intenzioni di semina dichiarate dai coltivatori, relative all’annata agraria 2013-2014, fanno registrare decrementi generalizzati delle superfici destinate alla coltivazione dei cereali, con l’eccezione del frumento duro (+0,1%). Le flessioni interessano frumento tenero (-2,5%), orzo (-0,3%), avena (-10%), mais da granella (-3,1), sorgo (-9,6%), riso (-4,6%) e “altri cereali” (-1,5%). I semi oleosi registrano un decremento complessivo delle superfici investite a girasole (-3%) e soia (-2,4%), e un aumento per colza e ravizzone (+3,9%). Le ortive registrano un aumento delle superfici investite a pomodoro (+1,7%) e a legumi freschi (+1%), a fronte di una diminuzione del 2,9% per le “altre ortive”. Per le leguminose da granella, si prevede una lieve diminuzione delle superfici investite a piselli (-1%) e di quelle destinate a fagioli e fave (-5,5%), contro un +0,6% di quelle investite ad “altri legumi secchi”.
SUPERFICIE DESTINATA A SEMINATIVI, PER TIPO Annata agraria 2013-2014. Variazione percentuale rispetto all’annata agraria 2012-2013 TIPI DI SEMINATIVI CEREALI Frumento tenero Frumento duro Orzo Avena
TIPI DI SEMINATIVI
VARIAZIONE PERCENTUALE
VARIAZIONE PERCENTUALE
PIANTE OLEAGINOSE -2,5 0,1 -0,3 -10,0
Colza e Ravizzone
3,9
Girasole
-3,0
Soia
-2,4
FORAGGERE TEMPORANEE
Mais da granella
-3,1
Mais da foraggio
-0,8
Sorgo
-9,6
Altre foraggere temporanee
-1,0
Riso
-4,6
ORTIVE
Altri cereali
-1,5
LEGUMI SECCHI
Pomodoro
1,7
Legumi freschi
1,0
Piselli (Proteico e da granella)
-1,0
Altre ortive
Fagioli e fave
-5,5
ALTRI SEMINATIVI
Altri legumi secchi
0,6
Patata
BARBABIETOLA DA ZUCCHERO
2,1
Fiori e piante ornamentali, piantine e sementi
TABACCO
-3,8
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Terreni a riposo
-2,9
-2,2 1,9 18,7
RIFLESSIONI di Paolo Carlotti
Giovanni XXIII e Giovanni Paolo II santi e Paolo VI beato orse non sempre ce ne accorgiamo, ma di momenti, che possiamo a ragione definire storici, la Chiesa ne sta vivendo parecchi, a partire dalla rivoluzione serena che papa Francesco ha iniziato. Il 27 aprile scorso a Roma sono stati canonizzati Giovanni XXIII (1958-1963), il ‘papa buono’, Giovanni Paolo II (1978-2005), appena dopo solo 9 anni dalla morte, e prossimamente il 19 ottobre p.v. verrà dichiarato beato Paolo VI (1963-1978). Sono i papi della nostra vita e nessun secolo moderno ha avuto tanti papi santi come quello appena passato, il XX° appunto, se poi si considera san Pio X (1903-1914). Sono papi che sono stati in mezzo a noi, li abbiamo visti e sentiti più volte alla televisione e alla radio, li abbiamo forse incontrati personalmente. Ricordiamo gli atteggiamenti e i gesti che li hanno caratterizzati, li ripensiamo punti di riferimento dei nostri pensieri e delle nostre valutazioni e forse, anche se non praticanti, ci faceva piacere sapere che c’erano e sapere che con loro qualcosa di bene e di giusto era possibile ricercarlo veramente. Non molti li hanno pensati come santi, forse per non vederli distaccati dalla vita quotidiana di ognuno; eppure, senza farsene accorgere e ciascuno col proprio temperamento e carattere, lo erano, anzi lo sono diventati, non facendo cose straordinarie, ma cercando Dio sopra ogni cosa in ogni persona incontrata, in ogni avvenimento vissuto, in ogni situazione avvicinata. Per rifarsi ad alcune espressioni di papa Francesco erano «santi di tutti i giorni», appartenenti alla «classe
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d. Paolo Carlotti, Consigliere ecclesiastico regionale
media della santità». La santità del quotidiano è oggi particolarmente stimata e ricercata nel e dal popolo di Dio, che si lascia facilmente affascinare e attrarre da chi la vive senza sfuggire alle difficoltà e alle prove più acute della vita di ogni giorno, anzi accogliendole e con pazienza trasformandole in occasioni preziose di trasparente implementazione dell’amore. Sono questi testimoni che risultano oggi particolarmente credibili e quindi affidabili, testimoni trasparenti del «Dio affidabile» (FRANCESCO, Lumen fidei, 50, 23) e del suo altrettanto «affidabile amore» (Ib., 4, 17, 51, 53). Nel ricordare questi papi, non possiamo non dimenticare il fatto che essi sono stati protagonisti della Dottrina sociale della Chiesa, a cui la Coldiretti si è sempre ispirata e intende ispirarsi ancora. Giovanni XXIII prima con la Mater et magistra (1961), ma soprattutto con la Pacem in terris (1963), scritta quasi sul letto di morte, ci lasciava come suo testamento spirituale l’impegno per la promozione della pace, insieme a tutti gli uomini di buona volontà, un impegno purtroppo attuale ancor oggi, quando l’uomo diventa talora un vero problema per se stesso. Paolo VI, con la Populorum progressio (1967) e poi con l’Octogesima adveniens (1971) ci faceva capire, con profetica lungimiranza, come lo sviluppo integrale della singola persona e di tutti i popoli è oggi la condizione irrinunciabile per la realizzazione della concordia e della pace della famiglia umana, uno sviluppo che non solo non emargini, ma ponga al centro il 23
rapporto trascendente con il Dio di Gesù Cristo. Senza Dio veramente non si va da nessuna parte: vogliamo provare ancora una volta a vedere se è vero? Ed infine, Giovanni Paolo II che con la Laborem exercens ha difeso la dignità umana e cristiana dei lavoratori, che quando lavorano debbono farlo con dignità e non possono essere costretti a dimenticarsi di essere persone, soprattutto quando il gioco delle politiche economiche e delle speculazioni finanziarie li relegano a semplici varianti secondarie di sistema. Con la Sollicitudo rei socialis (1987) Giovanni Paolo II riprende ed attualizza il tema dello sviluppo integrale, scegliendolo così come la nuova categoria centrale della Dottrina sociale della Chiesa, scelta confermata dal papa emerito Benedetto XVI con la Caritas in veritate (2009). Con la Centesimus annus, a distanza appunto di cento anni dalla prima enciclica sociale Rerum novarum (1891) di Leone XIII, Giovanni Paolo II riprende la valutazione etica dell’economia di mercato di indole capitalistica, che respinge se assoluta e che invece accetta se è un’economia sociale di mercato, cioè vincolata alle precise priorità del bene comune e della giustizia, con un’altrettanta precisa equa redistribuzione della ricchezza insieme prodotta.
NOTIZIE DALLE PROVINCE
UE.COOP NUOVO MEMBRO OMA ingresso di UE.COOP nell’Organizzazione Mondiale Agricoltori segna il punto più alto nel riconoscimento della nostra rappresentatività nel settore cooperativo, è stato il commento del vice presidente di UE.COOP Aldo Mattia. L’adesione di UE.COOP all’Organizzazione mondiale degli agricoltori è stata formalizzata dal Consiglio di Amministrazione dell’OMA, riunito a Buenos Aires per l’Assemblea Nazionale con più di 100 delegazioni da oltre 80 Paesi da tutti i continenti. L’Organizzazione mondiale degli agricoltori è un’organizzazione internazionale non governativa che mira a riunire tutti i produttori nazionali e le organizzazioni cooperative agricole.
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FAUNA SELVATICA: BENE PROPOSTA DI LEGGE DELLA REGIONE con grande soddisfazione che la Coldiretti Lazio ha accolto la presentazione da parte del Consiglio regionale di una proposta di legge in materia di danni provocati dalla fauna selvatica alle imprese agricole. “L’importanza dell’iniziativa – ha detto il presidente di Coldiretti Lazio David Granieri nel corso dell’audizione in Commissione congiunta Agricoltura e Ambiente del Consiglio regionale dell’11 marzo – risiede nel fatto che in maniera bipartisan maggioranza e opposizione hanno finalmente capito che un problema annoso come quello dei danni provocati dagli animali selvatici, che invadendo i terreni agricoli ne compromettono la redditività e spesso addirittura la sopravvivenza, doveva essere affrontato con uno strumento di programmazione serio”.
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“Far parte di un’Organizzazione mondiale è un impegno di grande responsabilità ma, al tempo stesso, costituisce un’ulteriore opportunità per veicolare ai massimi livelli il contributo italiano del “saper fare” bene in agricoltura, la professionalità e l’eccellenza della qualità Made in Italy, soprattutto in un momento storico nel quale si sta combattendo, nel mondo, una delle sfide più grandi, quella di nutrire le popolazioni del pianeta, in uno scenario di agricoltura globale, di cambiamenti climatici ed eventi estremi ”, ha detto Mattia.
Di particolare interesse l’attuazione di misure di prevenzione fondate su contributi agli agricoltori per l’acquisto e messa in opera delle opere necessarie, sul contenimento delle popolazioni selvatiche e su interventi di eradicazione tramite catture massive e relativi abbattimenti. Coldiretti Lazio ha proposto l’istituzione di Fondi di mutualità utilizzando anche i fondi provenienti dal nuovo PSR 2014-2020. 25
VITERBO: CONSULTA D’AMBITO PER IMPRENDITORI APISTICI nata negli uffici di Coldiretti Viterbo, la prima Consulta d’Ambito per gli imprenditori apistici. A darne l’annuncio il direttore di Coldiretti Viterbo Andrea Renna che ha aperto il primo tavolo di confronto alla presenza di un grande numero di apicoltori e degli esperti Giorgio Apostoli e Antonella Lapeccerella della Confederazione Nazionale Coldiretti. “L’incontro è stato un primo passo fondamentale per riportare l’attenzione su un comparto dell’agricoltura spesso dimenticato, quello apistico. È fondamentale fare rete tra chi già lavora in questo campo, per rimettere l’accento su un settore che, da solo, basterebbe al fabbisogno italiano di miele e anche più”. Si è ribadita l’importanza di stabilire in maniera chiara quali siano le diverse competenze ministeriali in questo settore, specificando la pertinenza del Ministero della Salute o di quello dell’Agricoltura.
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NOTIZIE DALLE PROVINCE
VITERBO: NUOVO UFFICIO A CASTIGLIONE IN TEVERINA 8 marzo nuovo taglio del nastro per Coldiretti Viterbo: si tratta di un nuovo ufficio presso la sede del Consorzio Agrario di Castiglione in Teverina. “È un enorme orgoglio, per noi, quello di essere riusciti ad avere un ufficio in questo paese della provincia di Viterbo, per rispondere anche qui, nella maniera puntuale, attenta e scrupolosa come è nello stile di Coldiretti, a imprese e cittadini” ha dichiarato il direttore di Coldiretti Viterbo Andrea Renna. Il nuovo ufficio sarà aperto in Viale Trieste n. 1 nei giorni di mercoledì e sabato dalle ore 9.30 alle ore 12. L’assistenza - gratuita- sarà garantita per tutti i servizi di Patronato, per il conseguimento di benefici previdenziali (pensioni e infortuni), sociali ed assistenziali. Sarà presente il servizio di CreditAgriItalia – Credito e finanza in agricoltura, con consulenza in materia finanziaria a imprese e cooperative. L’ufficio sarà anche centro raccolta documenti per l’espletamento dei servizi di: CAF, IMU, RED, ISE/ISEE, UECOOP, CAA, consulenza per PSR, UMA.
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CARLO GIORGI PRESIDENTE DEL CONSORZIO DI DIFESA DEL LAZIO oddisfazione alla Coldiretti di Viterbo per l’elezione di Carlo Giorgi (Coldiretti), imprenditore agricolo della provincia, a Presidente del
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nuovo Consorzio di difesa regionale delle produzioni agricole del Lazio. Giorgi è stato nominato all’unanimità dal Consiglio di amministrazione eletto dall’assemblea dei soci, che si è svolta a Latina in occasione della fusione del Consorzio di difesa delle produzioni intensive delle province di Viterbo e Rieti con quello della provincia di Latina. La crescente esposizione a rischi climatici, ambientali, sanitari, la variabilità dei prezzi ha destabilizzano seriamente i mercati e danneggiano l’agricoltura: fattori che rendono più difficile agli imprenditori agricoli una pianificazione a lungo termine. “Le motivazioni che hanno portato i due Enti a fondersi per creare questo nuovo Consorzio –
ha spiegato Giorgi insieme al neo direttore della struttura Luca Bacchi – si basano su ragionamenti gestionali che, soltanto con la crescita dimensionale e del fatturato, possono portare un miglioramento dell’efficienza, riducendo i costi dell’Ente e quindi generando un risparmio per le imprese associate”. Il grado di patrimonializzazione raggiunto dal nuovo Consorzio di difesa, consentirà una politica di investimenti di più ampio respiro, con una più elevata capacità competitiva e nuove opportunità di mercato in tutto il territorio del Lazio.
FROSINONE: BENE LA TUTELA DELL’ORSO MARSICANO SENZA PENALIZZARE L’AGRICOLTURA a Coldiretti di Frosinone in merito alle attività per l’individuazione dell’area del Parco dei Monti Ernici,
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dopo la delibera della Regione Lazio, sottolinea l’importanza di tutelare l’orso marsicano ma, allo stesso tempo, evidenzia altresì la necessità di individuare una forma di adeguata protezione dell’area dal punto prettamente agricolo. “La formula del parco – sottolinea Vinicio Savone, presidente della Coldiretti ciociara – rappresenta una strategia significativa e importante ma occorre un confronto e una riflessione più profonda circa l’eventuale paventata penalizzazione delle imprese agricole che operano nella porzione di territorio che verrebbe interessata nell’importante area. La crisi del settore che continua a destare preoccupazioni – sottolinea ancora Savone – non permette, infatti, l’aggiunta di ulteriori vincoli. Si potrebbe verificare la possibilità di
intraprendere con più forza e sinergia la semplificazione della burocrazia che pesa ancora troppo per gli imprenditori della zona e del resto della provincia andando a percorrere strade diverse ma allo stesso modo utili alla salvaguardia dell’orso”. “Come Coldiretti chiederemo un incontro per un sano confronto sulla questione e per poter meglio declinare la nostra posizione” ha detto il direttore della sede di Frosinone Saverio Viola. “Sono indispensabili proposte di interventi concreti utili alla protezione dell’animale giungendo ad una sintesi che al di là dei dichiarati apra capitoli nuovi in questo delicato ambito tutelando anche il reddito delle imprese agricole, delle famiglie di quanti operano nel settore che tra l’altro muove un consistente indotto” ha concluso Viola.
CRISI: COLDIRETTI, IN ITALIA È FARMERS MARKET MANIA, +67% ACQUISTI umentano del 67% gli acquisti degli italiani nei mercati degli agricoltori, i cosiddetti farmer’s market, in netta controtendenza con l’andamento negativo dei consumi alimentari, in calo del 4 per cento nel 2013 a causa della crisi. È quanto emerge dal rapporto elaborato dalla fondazione di Campagna Amica, dopo che il premier Matteo Renzi ha impegnato il Governo “ad ascoltare i mercati rionali e non solo quelli finanziari”. La vendita diretta dai produttori agricoli ha un fatturato complessivo stimato in 1,5 miliardi di euro nel 2013, attraverso oltre 1200 mercati in tutte le regioni grazie di
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Campagna Amica promossa dalla Coldiretti che ha realizzato la più vasta e capillare rete di vendita realizzata dagli agricoltori del mondo che può contare su
fattorie, botteghe e mercati che coinvolgono 28mila agricoltori con prodotti coltivati su circa 280mila ettari, in aumento del 40 per cento nel 2013.
PROGETTO DIDATTICO “EDUCAZIONE ALLA CAMPAGNA AMICA” resentazione del progetto didattico di educazione alla campagna amica, il 13 marzo, presso la Sala Conferenze della Provincia di Viterbo, in collaborazione con l’Ufficio Scolastico provinciale. Il progetto, avviato il 18 marzo, prevede il coinvolgimento di sei istituti scolastici di Viterbo, dove, i tecnici di Coldiretti e le esperte di Donne Impresa, con l’ausilio di Guardia di Finanza, Carabinieri, Corpo Forestale, Vigili del Fuoco, Nas, Asl si recheranno nelle scuole per spiegare agli alunni i concetti di una sana educazione
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Fondazione Campagna Amica Via Nazionale 89a Tel. 06/489931 campagnamica.it
alla Campagna Amica. “Crediamo molto in questo progetto che abbiamo realizzato grazie al supporto di tutte le realtà istituzionali di Viterbo, grazie al sostegno della Provincia che ci ospita per la conferenza stampa, e grazie al Comune di Viterbo, Cotral, Camera di Commercio di Viterbo e Arsial” ha dichiarato il direttore di Coldiretti Viterbo Andrea Renna. “L’educazione alla Campagna Amica è la base di molti valori Coldiretti, per questo per noi è fondamentale essere presenti nelle scuole” ha aggiunto il 28
Presidente di Coldiretti Viterbo Mauro Pacifici. Il Dirigente dell’Ufficio Scolastico Provinciale, Daniele Peroni, ha infine commentato: “L’agricoltura, la terra, i prodotti, gli animali rischiano di essere per i bambini di città solo delle realtà virtuali; ben venga pertanto questa meritoria iniziativa per accrescere, nei piccoli allievi della scuola primaria di Viterbo, la conoscenza e la consapevolezza sui temi come stagionalità dei prodotti, rintracciabilità e, conseguentemente, corretta alimentazione”.
LA CAMPAGNA AMICA DEI BAMBINI NELLE SCUOLE DI VITERBO ffrendo i frutti sani che provengono dall’agricoltura della Tuscia, Coldiretti Viterbo ha festeggiato il Giovedì Grasso con oltre 500 bambini della città, presso l’istituto scolastico Ellera. Oltre agli alunni della scuola elementare, la giornata del 27 febbraio si è aperta a tutti i piccoli e alle loro famiglie dei quartieri di Santa Barbara, Santa Lucia, Ellera. Lo staff di Coldiretti è intervenuto nella scuola per promuovere la diffusione del nuovo estrattore di frutta e verdura. L’evento è stato un momento che ha coinvolto tutta la comunità, genitori e bambini. Coldiretti Campagna Amica ha portato nella scuola arance, mele e carote a volontà, tutti prodotti forniti dall’Azienda Agricola di Danilo Capati, nella rete di Campagna Amica. Per tutti i presenti sono stati preparati succhi di frutta a km zero,
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direttamente sul posto. “Con questa partecipazione alla festa del giovedì grasso all’Ellera è continuata la nostra attenzione per le scuole di Viterbo” ha affermato il direttore di Coldiretti Viterbo Andrea Renna. “Momenti come questo sono preziosi per tutta la cittadinanza e offrire i frutti delle nostre terre è il nostro modo migliore per partecipare” ha concluso il Presidente di Coldiretti
Viterbo Mauro Pacifici. La festa di Carnevale, prende le mosse dalla tradizione della campagna, dove segnava il passaggio tra la stagione invernale e quella primaverile e l’inizio della semina nei campi che doveva essere festeggiata con dovizia. Una volta in questo periodo si usava consumare tutti i prodotti della terra, non conservabili, in vista del digiuno quaresimale.
LATINA: PROTAGONISTI I BAMBINI GRAZIE A CAMPAGNA AMICA vvicinare i piccoli studenti alla campagna, alla stagionalità e far comprendere quanto sia importante sapere e conoscere i luoghi di produzioni e i processi che portano alla realizzazione di ciò che mangiamo. Con questi obiettivi Coldiretti Latina continua nel solco del progetto di Campagna Amica nel territorio pontino. Protagonisti questa volta i bambini della scuola dell’infanzia San Marco di Latina che, con il proprio progetto “Cosa bolle in pentola”, coordinati dall’infaticabile Suor Pasqualina, hanno potuto visitare l’azienda Alan Farm di Nino Andriollo che rappresenta una delle realtà leader
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del nutrito e vario gruppo degli imprenditori che hanno scelto la vendita diretta tramite il progetto di Coldiretti della vendita diretta. “La filosofia del nostro progetto – ha detto Saverio Viola direttore di Coldiretti Latina - è quello di avvicinare i bambini al nostro mondo facendo riflettere anche i genitori sull’importanza di una sana e corretta alimentazione e circa la provenienza dei prodotti”. Tracciabilità e contrapposizione alle frodi alimentari registrano l’impegno di Coldiretti a tutti i livelli in quel solco di tranquillità e provenienza certa che i consumatori ormai pretendono sempre in percentuale maggiore”. 29
Protagonisti di questa bella e positiva esperienza 120 piccoli studenti che a bocca aperta hanno seguito le lavorazioni che conducono alla realizzazione della mozzarella di bufala e dei formaggi. Occhi spalancati nel vedere da vicino gli animali ponendo quesiti anche simpatici al divertito padrone di casa che Coldiretti Latina ha ringraziato per disponibilità e passione. “Il progetto – ha aggiunto Viola – porterà gli allievi anche nel nostro mercato di Campagna Amica prima della fine del ciclo scolastico dopo aver potuto visitare anche altre realtà come quelle della filiera degli ortaggi”.
OSTIA ANTICA: INAUGURAZIONE DI UNA BOTTEGA E DEL MERCATO ella splendida cornice densa di storia e di coltura contadina, accanto ai ruderi millenari degli Scavi Archeologici di Ostia Antica, di fronte alla Rocca Medievale di Papa Giulio II, sono stati inaugurati, domenica 27 aprile, la Bottega e il Mercato di Campagna Amica. Il Mercato si svolgerà tutte le domeniche e sicuramente diventerà uno dei fiori all’occhiello anche per le migliaia di turisti che da tutto il mondo affollano questo sito, secondo solo a Pompei. Inoltre la vicinanza con l’aeroporto di Fiumicino farà si che gli scavi siano scelti come tappa d’inizio o di fine della visita in Italia, rendendone il ricordo ancora più “gustoso” acquistando prodotti dell’eccellenza agricola laziale. Durante il resto della settimana il vero Gusto Italiano prosegue presso la Bottega di Campagna Amica gestita da un coltivatore diretto che opera nella tenuta dei Principi Aldobrandini antichissima famiglia Romana che ancora oggi persegue il miglioramento fondiario, attraverso l’adesione al progetto Campagna Amica a conferma delle scelte innovative applicate in azienda.
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TERRANOSTRA LAZIO ALLA FIERA DELL’AGRITURISMO al 28 al 30 marzo 2014 si è svolta a Roma in Via Appia Antica 42, nella Ex Cartiera Latina, la Fiera dell’Agriturismo del Lazio, promossa dalla Regione Lazio. All’inaugurazione era presente anche il Presidente Nicola Zingaretti, che nell’occasione ha presentato il nuovo regolamento per mettere fuori gioco i falsi agriturismi e premiare i veri con una scala su cinque “soli”, come le stelle per gli hotel. È stata inoltre presentata una app per guidare il turista fra gli agriturismi del Lazio, tutti da scoprire in un touch. «Diciamo basta ai falsi agriturismi, agli hotel mascherati,
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dove il cibo non proviene nemmeno dal territorio, e ai furbetti che altrimenti rischiavano di togliere credibilità al settore – ha detto il governatore –. I turisti devono potersi fidare e per questo bisogna avere regole serie». Da qui, il regolamento di attuazione della legge regionale, approvato lo scorso 17 marzo, con nuovi criteri e requisiti per aprire un agriturismo. A cominciare dal “fascicolo aziendale”, che traccia le superfici coltivate dal produttore e i tipi di coltura. Via libera agli accordi di fornitura con gli imprenditori agricoli del territorio
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per valorizzare i prodotti del Lazio. E alle attività sportive o culturali nelle strutture, purché non superino il 10% della superficie agricola totale. Ma non solo. Per promuovere le aziende ricettive del territorio è stata creata una nuova app, “Agriturismi del Lazio”, disponibile sia per Apple che per Android. Una guida pratica e semplice per cercare gli agriturismi migliori, più vicini o più adatti alle proprie necessità. Ma anche uno strumento utile alle aziende, che possono aderire gratuitamente. Sono già 170 le strutture con una propria scheda, da consultare via tablet o smartphone.
AL MERCATO DI SAN TEODORO A ROMA, IL “VINO AL MASSIMO” stata inaugurata a Roma una nuova realtà enogastronomica all’interno del Mercato del Circo Massimo: l’Enoteca di Campagna Amica “Il Vino al Massimo” di Giancarlo Signori con una selezione di etichette di vini nazionali, con particolare attenzione ai vitigni autoctoni. Tutti prodotti rigorosamente selezionati di alta qualità e provenienti da produttori delle campagne italiane. La cura per i processi produttivi e la commercializzazione del prodotto, l’eleganza delle bottiglie, la riscoperta dei vitigni antichi e in via d’estinzione, la cura per l’ambiente sono alcuni dei criteri che determinano le scelte dei vini proposti. Un accordo effettuato con Palm Spa ha permesso di pensare ad uno spazio completamente ecocompatibile e rispettoso della legalità. Il materiale usato infatti è il legno certificato dei greenpallet. Quello
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dei pallet è un comparto nel mirino delle organizzazioni malavitose: attraverso la vendita di pallet non certificati (o trafugati in mercati, supermercati e negozi) queste organizzazioni
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guadagnano centinaia di milioni di euro ogni anno, mettendo in giro materiali pericolosi. Oggi acquistando il vino dell’enoteca di Campagna Amica sostieni il gusto, l’ambiente e la legalità.