Orizzonte Impresa Marzo 2012

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Anno XIII n. 2 - 2012

Autorizzazione del Tribunale di Roma n.231 del 2/6/2000 - Poste Italiane spa - sped. in abb. postale - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n° 46) - Art. 1, Comma 1, DCB Roma

Bimestrale di cultura & informazione agricola di Coldiretti Lazio

TRACCIABILITÀ E KM ZERO: a nuova frontiera dell’agricoltura Laziale

VINCE LA COLDIRETTI: niente più soldi pubblici al falso pecorino.

CAMPAGNA AMICA: nasce ad Acquapendente la prima bottega del Lazio



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Sommario

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Anno XIII n. 2 - 2012

Autorizzazione del Tribunale di Roma n.231 del 2/6/2000 - Poste Italiane spa - sped. in abb. postale - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n° 46) - Art. 1, Comma 1, DCB Roma

Bimestrale di cultura & informazione agricola di Coldiretti Lazio

TRACCIABILITÀ E KM ZERO: a nuova frontiera dell’agricoltura Laziale

VINCE LA COLDIRETTI: niente più soldi pubblici al falso pecorino.

CAMPAGNA AMICA: nasce ad Acquapendente la prima bottega del Lazio

Il Presidente Masimo Gargano, il Direttore Aldo Mattia ed il personale tutto di Coldiretti Lazio augurano ai lettori di Orizzonte Impresa BUONA PASQUA L’Approfondimento

Bimestrale di cultura & informazione agricola di Coldiretti Lazio Iscrizione al Roc n° 12420

Editore

VINO, OLIO, SICCITÀ: COLDIRETTI ATTACCA LE BUROCRAZIE di Massimo Gargano

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L’Opinione Tracciabilità e Km zero: la nuova frontiera dell’agricoltura Laziale di Aldo Mattia

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Primo Piano Vince la Coldiretti: niente più soldi pubblici al falso pecorino Centro Assistenza Imprese Coldiretti Lazio

Via R. Piria, 6 00156 Roma tel: 06.40.73.090 fax: 06.40.73.783 e-mail: lazio@coldiretti.it www.coldirettilazio.it

Direttore responsabile

Aldo Mattia

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Buone Nuove I giovani imprenditori Coldiretti rivendicano il ruolo da protagonisti a Firenze nell’assemblea dell’Italia centrale pag. 9

Buone Nuove UNA LEGGE PER DIFENDERE L’OLIO MADE IN ITALY

aldo.mattia@coldiretti.it Redazione Andrea Fugaro Giuseppe Napoletano Maurizio Ortolani Roberto Santopietro Roberto Vinci

È Utile Sapere

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Buon Cibo fa Buon Sangue

Buone Nuove di Pier Luigi Lagi AERLAGI srl

Opinioni a Confronto IL SENSO MORALE E CIVILE DELLA LOTTA PER LA TRASPARENZA di Paolo Carlotti

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È Utile Sapere ABBACCHIO ROMANO IGP: un’eccellenza del Lazio pag.

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Federazione Regionale Coltivatori Diretti del Lazio o rivolgendosi alle sedi della Coldiretti

È Utile Sapere

Progetto grafico e impaginazione DigitaliaLab srl - Roma

APPROVATA LA LEGGE SULLA TRACCIABILITÀ DEI PRODOTTI AGRICOLI NELLA REGIONE LAZIO pag.

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Stampa Grafica Giorgetti srl - Roma

Buone Nuove COLDIRETTI LAZIO AL VINITALY, una proposta contro la burocrazia e l’appello ad una maggiore visibilità per il vino laziale pag. 18

Notizie delle provincie Questa rivista è inviata agli oltre 40.000 associati Coldiretti del Lazio ai principali rappresentanti delle Istituzioni e Amministrazioni locali ed ai più qualificati opinion leaders delle filiere agroalimentari laziali

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Il Punto di Campagna Amica a cura di Toni De amicis


Stampa Offset

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Struttura La Grafica Giorgetti, ancora oggi, è una società a base familiare, che ha sempre saputo progredire al passo con l’evoluzione della tecnologia, dei prodotti e dei mercati. Il nostro gruppo presenta una struttura articolata su specifici business strategici: Codice etico La nostra società ha da sempre scelto di operare in modo responsabile e affidabile nel campo degli affari e dei rapporti economici e contrattuali. Così si rendono solide e durature le basi sulle quali l’Azienda stessa si fonda. Risorse umane Nell’ottica del miglioramento continuo l’obiettivo primario è il rispetto e la valorizzazione delle risorse umane. E’ un principio che trae radici ed alimento dalla nostra storia, dalla sua tradizione e dalle esperienze accumulate, dal saper affrontare con umiltà i problemi quotidiani, dal sapersi porre regole precise, anche se non scritte per arrivare all’obiettivo finale: la soddifazione del cliente. Qualità Essa si costruisce con un lavoro quotidiano, costante, organizzato, determinato e...appassionato. La qualità è fatta di tanti fattori con un comune denominatore: la credibilità che è fatta di servizio, affidabilità, qualità costanti nel tempo.

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L’approfondimento

VINO, OLIO, SICCITÀ: a cura di Massimo Gargano

COLDIRETTI ATTACCA LE BUROCRAZIE

mila bottiglie di vino DOC non prodotte ogni giorno per l’impossibilità di far fronte ad adempimenti troppo spesso inutili e che sottraggono 100 giornate l’anno al tempo da passare in vigna o cantina. Dall’uva nel campo alla bottiglia in cantina ben 70 adempimenti burocratici con 20 soggetti diversi in una palude di norme e difficili da comprendere e da rispettare ed in più costose per l’imprenditore. Ma la cosa più grave è che spesso queste norme, altro non sono se non una sorta di welfare per organismi che in siffatto modo sopravvivono sulle spalle delle imprese. Nasce qui il “piano salvavino” che Coldiretti Nazionale ha presentato al Vinitaly e Coldiretti Lazio ha immediatamente rilanciato dimostrando come abbattere gli adempimenti da 70 a 50 e ridurre del 50% il tempo perso per compilare i relativi moduli, tutto ciò innalzando la trasparenza dei comportamenti e sicuramente il reddito delle imprese e la competitività del nostro vino. Per ciò che riguarda l’olio, la storia non cambia: assistiamo al fenomeno della prevalenza di olio ottenuto da olive straniere nella maggior parte delle bottiglie confezionate in Italia, e tutto ciò senza che il consumatore ne sia informato; assistiamo al fenomeno che, affiancato ad un primato di qualità conquistato dai nostri produttori troviamo il primato di frodi e sofisticazioni certificato dai continui sequestri di prodotto fatto dalle Forze dell’Ordine a ciò preposte. Anche nell’olio Coldiretti, Unaprol e Symbola hanno sentito il dovere, visto Presentata una proposta di legge da Coldiretti, UNAPROL e Symbola che che i decisori politici non prevede, tra le altre cose, un’etichetta delle bottiglie dell’olio extra lo hanno fatto, di assuvergine d’oliva, che sia più leggibile e quindi scritte più grandi, per mersi la responsabilità di consentire al consumatore un acquisto più consapevole. presentare una proposta

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di legge che prevede scritte in etichetta più grandi e leggibili, lo stop ai marchi ingannevoli, il valore probatorio ai panel test, l’abbassamento a 30 mg/kg degli alchil esteri e una profonda revisione del TPA – traffico di perfezionamento attivo – una diavoleria sgradevole che consente, a società di comodo in Paesi Comunitari e non, di essere sede di attività di importexport che troppo spesso “magicamente” fanno divenire olio extravergine Italiano un olio proveniente dai Paesi del bacino mediterraneo, magari lampante e quindi deodorato. Anche qui l’obiettivo è difendere un patrimonio di oltre 250 milioni di piante che garantiscono manodopera per 50 milioni di giornate lavorative annue ed un fatturato annuo di oltre 2 miliardi di euro. Infine la siccità, molto molto bene e da seguire tutti l’invito dell’arcivescovo di Firenze, Giuseppe Bertoni di pregare per il “dono della pioggia” la cui mancanza sta mettendo a rischio quell’84% del made in Italy agroalimentare. Si pensi al solo settore dei cereali, ma chissà, forse sarebbe anche il caso di prestare maggiore attenzione al Piano bacini per la raccolta e la non dispersione delle acque piovane, sarebbe il caso di ridurre una edificazione selvaggia in tutto il Paese, con queste acque costrette a correre verso il mare, tramite i canali gestiti dai Consorzi di bonifica ed infine sarebbe il caso di porre maggiore attenzione alla disponibilità idrica in termini di risorsa capace di orientare lo sviluppo o la regressione dell’economia e della qualità della vita di un Paese. Diamo concretezza a queste cose, potremmo aiutarci nel realizzare quanto necessario ai bisogni delle nostre attività, all’economia intera del Paese e della nostra Regione Lazio, anche qui ci si è assunti le responsabilità, quel piano degli invasi proviene dagli uomini dell’agricoltura anche se un po’ in ritardo a tutti i lettori di “Orizzonti impresa” Buona Pasqua. 3



L’Opinione

Tracciabilità e Km zero: la nuova frontiera dell’agricoltura Laziale di Aldo Mattia

ossiamo dire che l’ultima “fatica” della Regione Lazio, l’emanazione della tanto sospirata legge sulla tracciabilità, è una creatura di Coldiretti Lazio, che con caparbietà, costanza e fatti alla mano, a dispetto delle beghe politiche, è riuscita a far in modo che fosse emanata questa legge. Ma Coldiretti non si ferma, perchè c’è ancora in ballo l’approvazione di una legge gemella, quella sui “prodotti a Km zero”, e Coldiretti, con gli stessi metodi: confronto, proposte, fatti concreti porterà a casa anche questa legge.

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Finalmente, il Consiglio Regionale del Lazio ha partorito la legge regionale sulla tracciabilità dei prodotti agricoli del Lazio, con il sostegno di un’adeguata copertura finanziaria, affinché la stessa possa scaricare a terra i benefici per le imprese e non rimanga il solito faldone di carta stampata senza nessun valore. Ma quanta fatica! Un anno fa la giunta regionale aveva esitato positivamente la legge in questione e il Consiglio Regionale, tra beghe e contro beghe, - anche all’interno delle stesse coalizioni di partito in particolar modo all’interno della maggioranza- ci ha messo un anno per decidere di approvare questa importante legge per gli imprenditori agricoli e i cittadini consumatori laziali. Un consiglio regionale, forse coperto dai fasti che la bella struttura della Pisana offre, non vede più le esigenze del territorio, non vede più come le imprese stanno lottando, coltello tra i denti, contro questa terribile crisi, un consiglio regionale che si diverte a far mancare il numero legale in aula, che si diverte a sfornare emendamenti e contro emendamenti, incurante del

malessere che lo circonda. Comunque “non e’ mai troppo tardi”, come recitava un titolo di una famosa trasmissione educativa della RAI negli anni sessanta, la legge ora c’e’, la palla torna all’assessore ed alla giunta regionale per emanare il regolamento applicativo. Ora, sia l’assessore che la giunta, sappiano dimostrare di essere più responsabili del consiglio regionale. Un Consiglio Regionale che insieme alla Commissione Agricoltura ha ripreso a giocare sulla pelle degli imprenditori, perché a distanza di un anno e mezzo ancora non ha posto in discussione la proposta di legge su i prodotti agricoli a km zero, che è il giusto compendio alla legge sulla tracciabilità. I prodotti a km zero sono oggi una realtà lanciata dalla Coldiretti, nel Lazio ormai abbiamo superato i 30 mercati di Campagna Amica, abbiamo raggiunto oltre 350 punti vendita i Campagna Amica, dove si registra l’esaltazione dei prodotti del territorio Laziale, il cosiddetto prodotto a Km zero, e ancora non esiste la legge regionale che sostiene e tutela questo grande progetto che con immenso entusiasmo è stato accolto dal cittadino consumatore, sia perché mangia buono, fresco e tracciato, sia perché spende il 30% in meno e la Commissione Agricoltura che fa? E il Consiglio Regionale che fa ? La Coldiretti di sicuro sa cosa fare, protesta, e intima al Consiglio Regionale ed alla Commissione di lavorare di più e più velocemente, il popolo della Coldiretti, vuole e dico vuole anche la legge regionale per i prodotti agricoli a Km zero perché la tracciabilità ed il Km zero sono e saranno la nuova frontiera dell’agricoltura Laziale e Italiana.

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Primo Piano

Vince la Coldiretti: niente più soldi pubblici al falso pecorino a Simest, finanziaria partecipata dal Ministero dello Sviluppo economico, cede le quote di partecipazione in Lactitalia, la società che produce in Romania con latte rumeno pecorini e caciotte che fanno concorrenza alle aziende del vero made in Italy. L’annuncio è giunto al termine della manifestazione promossa a Roma dalla Coldiretti e dall’alleanza per il made in Italy, formata dalle associazioni dei consumatori e degli ambientalisti, e dai di 2215 i comuni, 12 regioni, 26 province, 41 Camere di Commercio e 119 tra Comunità Montane, Consorzi di Tutela e altri enti come Unioncamere, che hanno adottato delibere con le quali si denunciava che le operazioni di sostegno dell’Italian sounding, da parte della Simest, determinano danni gravi in quanto bloccano ogni potenzialità di crescita delle imprese italiane a causa della “saturazione” del mercato con prodotti che richiamano qualità italiane senza essere di origine nazionale. “È un grande risultato della nostra mobilitazione, finalmente ha vinto il buonsenso - ha sottolineato il presidente della Coldiretti, Sergio Marini - Una vicenda incredibile si è chiusa positivamente ma ci chiediamo in quali altre occasioni ci sia stata una cattiva utilizzazione delle risorse pubbliche come questa senza che nessuno se ne occupasse o intervenisse. Per questo ora l’impegno del Governo e del Parlamento eve essere rivolto a vietare per legge il finanziamento pubblico di prodotti realizzati all’estero

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che imitano il vero Made in Italy. Occorre - ha concluso Marini - avere la forza di distinguere la vera internazionalizzazione da quelle forme di delocalizzazione aggravate dall’uso improprio del “marchio Italia” che danneggiano il Paese facendo perdere occupazione e svilendo il valore del Made in Italy, costruito con sacrifici da generazioni di imprenditori”. Dopo la denuncia di Coldiretti a scendere in campo è stato lo stesso ministro dello Sviluppo economico Corrado Passera che, in una direttiva inviata il 9 marzo alla controllata Simest, ribadiva “l’assoluta necessità di contrastare e evitare la pratica dell’italian sounding (il falso made in Italy) da parte di imprese che, per le proprie iniziative di internazionalizzazione, usufruiscono di un supporto pubblico”. Ma il finanziamento da parte dello Stato al finto made in Italy rappresenta solo uno dei troppi casi di disattenzione e sottovalutazione nei confronti di una delle poche leve competitive di cui il Paese dispone per ricominciare a crescere. Lo dimostrano le ultime dichiarazioni del Ministro dell’Ambiente Corrado Clini a favore degli Ogm che non tiene conto della crescente opposizione della maggioranza dei cittadini agli organismi geneticamente modificati in agricoltura perchè non pongono solo seri problemi di sicurezza ambientale e alimentare, ma perseguono un modello di sviluppo che è il grande alleato dell’omologazione e il grande nemico della tipicità, della distintività e del Made in Italy.

“È UN GRANDE RISULTATO DELLA NOSTRA MOBILITAZIONE, FINALMENTE HA VINTO IL BUONSENSO”


Primo Piano “A distanza di oltre un anno dell’ultima legge nazionale per rendere obbligatoria l’etichettatura di origine degli alimenti nessuno si è preso la responsabilità di applicarla per fare sapere agli italiani quello che mangiano - aggiunge presidente Marini -. Ma la sottovalutazione del patrimonio economico, sociale, ambientale, paesaggistico e culturale rappresentato dall’agricoltura e dal cibo italiano è evidente anche nell’introduzione dell’Imu, che chi con la terra ci lavora e ci vive si è visto aumentare in maniera maggiore di chi la terra la usa per divertirsi o speculare. Una

premesso che:

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L’agroalimentare è un grande patrimonio per il Paese. Lo dimostrano i suoi primati nel mondo in termini di: valore aggiunto e intensità di lavoro per ettaro; livello di sicurezza e sistema dei controlli degli alimenti; produzione biologica e riconoscimento di denominazioni geografiche e protette.

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L’export misura il successo del nostro Paese attraverso una rilevante presenza sul mercato internazionale dei prodotti che accreditano l’immagine del marchio “Italia” tanto riscuotendo il consenso dei consuma¬tori quanto diventando occasione di imitazioni e pirateria commerciale.

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L’agroalimentare è la leva strategica perché il nostro Paese possa compete¬re guardando alla produzione di beni e servizi con alto valore aggiunto, arricchito da fattori come ambiente, cultura e storia che distinguono il marchio “Italia” e che non sono imitabili.

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L’agricoltura italiana si rileva doppiamente strategica in quanto anche natu¬rale “custode” del contesto ambientale, sociale e paesaggistico in cui opera, quindi “premessa” della sostenibilità delle attività economiche. Il tema della contraffazione evidenzia come nonostante gli sforzi fatti man-cano ancora adeguate norme di trasparenza e siano tollerate diffuse forme di “illegalità”. L’agricoltura e l’agroalimentare sono patrimonio di tutti gli italiani, ma è fin troppo evidente che la politica, a differenza della società civile, non è in grado di valorizzarne il ruolo strategico per il Paese.

sperequazione che contrasta completamente con gli obiettivi di equità e crescita e mette a rischio la produzione agricola Made in Italy con un costo per le imprese stimato in oltre un miliardo di euro fra terreni agricoli e fabbricati rurali, dalle stalle ai fienili fino alle cascine e ai capannoni necessari per proteggere trattori e attrezzi”. Non va poi dimenticato che l’agricoltura non è stata neanche invitata al tavolo del lavoro tra Governo e forze sociali nonostante occupi 1,2 milioni di lavoratori dipendenti oltre agli autonomi.

si chiede alla nostra politica un forte impegno per: Valorizzare le distintività dell’agricoltura italiana che contribuisce in modo rilevante alla crescita economica e sociale del Paese sul mercato interno e internazionale, quale risorsa strategica per il Paese. Contrastare le posizioni di rendita e i fenomeni illeciti che usurpano il valore del marchio “Italia” contro il rischio di delocalizzazione produttiva, la perdita di posti di lavoro e l’impoverimento dei territori. Sostenere la vera internazionalizzazione delle imprese affermando condizioni di competitività basate sulla qualità e la sicurezza dei prodotti alimentari, l’equità sociale e il rispetto dei diritti dei lavoratori, la correttezza e la trasparenza delle informazioni. Condividere il ruolo di salvaguardia dell’agricoltura alla tutela dell’ambiente, della biodiversità e del paesaggio, rafforzando la cultura della manutenzione per preservare i territori dai fenomeni di progressiva usura delle risorse. Promuovere la qualità e la dimensione del lavoro in agricoltura contrastando forme di impiego irregolare e di sfruttamento della manodopera, anche dando piena attuazione all’avviso comune sulla riforma del mercato del lavoro e sulla previdenza agricola sottoscritto dalla filiera. Riportare in Europa la centralità degli interessi nazionali di tutela dell’identità del patrimonio agroalimentare contro le manipolazioni genetiche, dell’origine geografica degli alimenti e della professionalità del lavoro. Riconoscere il ruolo dell’agricoltura per la coesione sociale e il presidio dei territori, valorizzando anche le diverse forme di filiera corta che creano nuove economie e occupazione con la piena soddisfazione delle aspettative dei cittadini consumatori. Rimuovere le inefficienze della pubblica amministrazione che si traducono in ritardi per le imprese agricole ed avviare sostanziali azioni di semplificazione degli adempimenti amministrativi, contro vecchie e nuove forme di rendita. Determinare condizioni di equità e sostenibilità nell’applicazione della fiscalità riconoscendo le funzioni di interesse generale che svolge l’agricoltura a partire dalla produzione di beni comuni nell’interesse dei cittadini. Premiare gli investimenti in innovazione e tecnologie sostenibili. Garantire un futuro ai giovani, sostenendo le opportunità che l’agricoltura offre in termini di creatività imprenditoriale e di dialogo con la società e sopprimendo le logiche di rendita.

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Buone Nuove I GIOVANI IMPRENDITORI COLDIRETTI RIVENDICANO IL RUOLO DA PROTAGONISTI A FIRENZE NELL’ASSEMBLEA DELL’ITALIA CENTRALE l centro dei lavori, la tutela del Made in Italy, elemento indispensabile per garantire un futuro ai giovani imprenditori.

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Oltre 100 giovani imprenditori agricoli provenienti dalle province laziali hanno preso parte all’ Assemblea di Coldiretti Giovani Impresa Centro Italia.“La faccia giovane del Paese” tenutasi a Firenze, presso il Salone dei Cinquecento di Palazzo Vecchio. Al centro dei lavori, la tutela del Made in Italy, elemento indispensabile per garantire un futuro ai giovani imprenditori. Il Delegato Nazionale, Vittorio Sangiorgio ha sottolineato che il progetto della filiera agricola tutta italiana guarda ai giovani come protagonisti, non soltanto del futuro ma anche del presente; “un protagonismo imprenditoriale che riteniamo di assumerci per contribuire positivamente alla nuova fase che deve vivere il nostro Paese”. Coldiretti anche nella Regione della Capitale guarda ai giovani come protagonisti, che non si lasciano intimorire dagli ostacoli che si frappongono al fare impresa – ha rimarcato il delegato regionale Giuseppe Stocchi a capo della numerosa delegazione proveniente dalla nostra Regione. Un momento, quello dell’Assemblea che, secondo Tulio Marcelli, Presidente Coldiretti Toscana, rappresenta “il seme del futuro del nostro paese dell’Italia che non delocalizza e che reagisce alla crisi, difende il futuro. Questo è il Paese che investe e sa guardare avanti: sono le fondamenta del domani”. Ed è un ruolo centrale, quello che i giovani hanno invocato da Firenze. Un ruolo da protagonisti. “In questo difficile momento economico - ha affermato Ilse De Matteis Delegata Coldiretti Giovani Impresa Abruzzo - in cui tante scelte stanno riscrivendo il futuro dei giovani del nostro Paese, non può sfuggire il vuoto rappresentativo negli ambiti decisionali, che proprio i giovani debbono “scontare”. Come Giovani Impresa - ha aggiunto - vogliamo affermare la necessità di una voce forte e gio-

vane nella rappresentanza, che consenta un reale cambio di passo nel Paese. Alcune criticità comuni ai giovani imprenditori agricoli delle regioni del Centro Italia - ha spiegato De Matteis - che impediscono alle vere imprese di esprimere il loro potenziale, sono un sistema creditizio ancora “poco accessibile”, una burocrazia lenta e un alto costo dei terreni. Occorre sfruttare al meglio ciò che accomuna i territori dell’Italia centrale, ovvero la ricchezza di produzioni agroalimentari Made in Italy riconosciute a livello comunitario (107 tra Dop e Igp su un totale di 291 a livello nazionale, pari al 36%), l’importanza di un’economia agricola perno del turismo, così come la possibilità data dalla vendita di terreni statali, che per le nostre 7 regioni potrebbe favorire la nascita di oltre 10.000 giovani imprese”. Ai lavori dell’Assemblea, coordinata dal Segretario nazionale Coldiretti Giovani Impresa Carmelo Troccoli, hanno apportato un prezioso contributo gli interventi del Vice Sindaco di Firenze Dario Nardella, di Gianni Salvadori, Assessore all’agricoltura della Regione Toscana, di Paolo Petrini Vice presidente della Giunta Regionale delle Marche.

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Buone Nuove

UNA LEGGE PER DIFENDERE L’OLIO MADE IN ITALY critte in etichetta più grandi, stop ai marchi ingannevoli e al segreto sui nomi delle aziende che importano olio dall’estero, ma anche test della verità probatorio per la classificazione delle caratteristiche qualitative.

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Sono alcune delle novità contenute nella proposta di legge salva-olio made in Italy depositata in Commissione Agricoltura del Senato e presentata a Roma nel corso di un’iniziativa promossa da Coldiretti, Fondazione Symbola e unaprol. un sistema di norme a tutela dei consumatori e della reale concorrenza tra le imprese, in grado di preservare l’autenticità del prodotto, la veridicità della provenienza territoriale e la trasparenza delle informazioni. Per assicurare le caratteristiche qualitative dell’olio è attribuito valore probatorio al panel test che potrà così smascherare gli oli difettosi in commercio. non potranno essere registrati come marchi d’impresa i segni idonei a ingannare il pubblico sulla provenienza geografica delle materie prime degli oli di oliva vergini e allo stesso modo sarà vietato anche omettere indicazioni rilevanti circa la zona di origine degli oli di oliva vergini per far credere che le olive utilizzate siano di provenienza diversa da quella effettiva. Ai fini di favorire la trasparenza verso il consumatore, cade il segreto delle importazioni agroalimentari, con gli uffici di sanità marittima, aerea e di frontiera che metteranno a disposizione di tutti le informazioni a propria disposizione sull’origine l’origine degli oli di oliva vergini e delle olive che entrano in Italia. la proposta di legge prevede, altresì, norme più restrittive in tema di traffico di Si punta a risolvere il problema della scarsa leggibilità delle etichette, che impedisce ai consumatori di conoscere la reale provenienza di quanto portano in tavola. Le lettere della scritta riportante l’origine dell’olio dovranno avere un’altezza minima ed essere ben visibili rispetto al colore del fondo. nel caso di miscele di oli di oliva estratti in un altro Stato membro o Paese terzo, la dicitura va preceduta dal termine «miscela», stampato anch’esso in maniera ben evidente rispetto alle altre indicazioni.

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perfezionamento attivo, e cioè l’importazione e la lavorazione di oli stranieri nel nostro paese che poi vengono riesportati, anche per committenti stabiliti in Paesi non comunitari. Per evitare il rischio frodi è stato individuato anche un preciso parametro che dovrebbe assicurare la qualità dell’olio etichettato come italiano o comunque con denominazioni che evocano il belpaese. tali prodotti dovranno presentare “un contenuto in metil esteri degli acidi grassi + etili esteri degli acidi grassi minore o uguale a 30 mg/Kg”, accertato sulla base di appositi controlli. la presenza di metil esteri nell’olio di oliva, infatti, è legata all’azione di un enzima nell’ambito del normale processo di lavorazione delle olive e non costituisce un indizio di cattiva qualità dell’olio. Diversamente, la presenza di un valore elevato di etil esteri è indice di fermentazione e di cattiva conservazione delle olive. Anche le analisi effettuate saranno pubblicate ed aggiornate mensilmente su un’apposita sezione del portale internet del Ministero delle Politiche agricole. la responsabilità penale di eventuali comportamenti illeciti da parte di soggetti verrà estesa all’ente che rappresentano. Per garantire la qualità dell’olio d’oliva servito sulle tavole dei ristoranti è stato previsto anche un apposito tappo anti-rabbocco, per evitare il rischio che la bottiglia di extravergine possa essere “allungata” o addirittura riempita ex novo con prodotti che non hanno nulla a che vedere con quello originario. Ma la proposta di legge prevede una stretta anche sui test per verificare le caratteristiche organolettiche degli oli. oltre all’inserimento in un apposito elenco nazionale, gli assaggiatori dovranno seguire un rigido codice di comportamento, che va dall’astensione dal fumo e dal cibo prima del test fino al divieto di usare profumi e cosmetici il cui odore potrebbe confondere l’analisi del prodotto. Si introduce, infine, una tariffa di incentivazione della produzione di energia elettrica attraverso l’impiego di oli non idonei al consumo umano. la tariffa viene fissata ad un livello tale da garantire il ritorno di investimento per la realizzazione di un impianto, introducendo un prezzo di acquisto dell’olio che sia competitivo rispetto ai valori medi di mercato.


E’ utile sapere

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Buon n b uon n sangu ue buon sangue un per percorso corso di alime alimentazione entazione per se stessi e per gli g altri

UN BICCHIER DI VINO? SALUTE! Il punto di vista del donatore l detto popolare “Il vino fa buon sangue” è una frase ricorrente nei momenti di convivialità tra donatori, quasi a giustificarne il consumo. Ad essa va associata un’altra famosa frase latina: “in medio stat virtus”. A dosi moderate, infatti, il vino apporta nutrienti utili all’organismo, tra cui il ferro, minerale prezioso per la sintesi dell’emoglobina: un bicchiere di vino rosso al giorno può aiutare a rigenerare i globuli rossi persi con la donazione. È invece sconsigliato assumere bevande alcoliche subito dopo la donazione, nell’illusione che ciò acceleri il recupero delle forze. L’alcool rallenta la digestione e riduce i meccanismi fisiologici di compenso dell’ipovolemia, determinando svenimenti e malesseri. Anche il consumo eccessivo di vino è dannoso, sia per le conseguenze negative a carico del fegato, sia perché l’abuso di alcool riduce in maniera significativa l’assorbimento dei nutrienti necessari per la sintesi dei globuli rossi (ferro, vitamina B12, folati) e in definitiva impedisce la donazione periodica del sangue.

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Il punto di vista nutrizionale e proprietà nutrizionali del vino sono complesse e, per alcuni aspetti, ancora controverse. Negli individui in buona salute e che non assumono farmaci, un consumo moderato di vino ha effetti benefici sull’apparato cardiovascolare, riducendo i fenomeni aterosclerotici e l’insorgenza di cardiopatie. Inoltre il vino aumenta la quota di lipoproteine HDL (il cosiddetto “colesterolo buono”) e riduce l’aggregazione piastrinica, fenomeno alla base della formazione di trombi arteriosi (ischemia cardiaca, ictus cerebrale). Le proprietà benefiche del vino sono legati alla presenza di sostanze antiossidanti, tra cui le vitamine A, C ed E e i polifenoli (in particolare flavonoidi e l’ormai celebre resveratrolo): le molecole antiossidanti contrastano la formazione di radicali liberi, sostanze prodotte dal metabolismo cellulare che causano profonde alterazioni dei tessuti, compreso l’invecchiamento e la degenerazione tumorale. Il contenuto di polifenoli è decisamente inferiore nei vini bianchi (30100 mg/litro) rispetto ai vini rossi (300-3.000 mg/litro): la variabilità dipende anche dalla tecnica di vinificazione. Assunto durante i pasti e in quantità moderate, il vino facilita la digestione aumentando la produzione di saliva e di succhi gastrici. Ha inoltre un blando effetto diuretico legato all’inibizione della vasopressina, un ormone che determina il riassorbimento di liquidi e

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sali minerali a livello renale. Non va dimenticato l’effetto del vino a livello del sistema nervoso centrale: come noto, a dosi modeste il vino ha un’azione euforizzante e facilità le relazioni sociali, mentre un consumo eccessivo deprime le funzioni cerebrali, riduce l’attenzione e le capacità di reazione fino a compromettere lo stato di coscienza.

I 5 consigli per un consumo corretto di vino ◗ Moderare il consumo, anche in occasioni di feste o convivialità ◗ Preferire l’assunzione di vino ai pasti o comunque a stomaco pieno ◗ Consultare il proprio medico se si assumono farmaci o si è affetti da patologie croniche ◗ Astenersi completamente dal consumo di alcool se si guida o si affrontano lavori pesanti ◗ Considerare l’apporto calorico del vino se si segue una specifica dieta Il potere calorico del vino è elevato. L’etanolo è infatti tra gli elementi che apportano il maggior numero di calorie (circa 7 per grammo, quasi il doppio rispetto ai carboidrati e alle proteine e poco meno rispetto ai grassi). Un grado alcolico corrisponde a circa 8 grammi di alcool: per stimare il potere calorico di un litro di vino si deve quindi moltiplicare il grado alcolico per 56. Le calorie fornite dall’alcool non vengono efficientemente utilizzate dall’organismo (cioè non vengono bruciate nel lavoro muscolare), ma il metabolismo basale le sfrutta a scapito di quelle contenute negli zuccheri e nei grassi: questo risparmio energetico spiega perché il vino, bevuto in gran quantità, faccia ingrassare.

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Buone Nuove

ILLUMINAZIONE A LED di Pier Luigi Lagi AERLAGI srl

egli ultimi articoli pubblicati abbiamo parlato sostanzialmente di sistemi e tecnologie per lo sfruttamento delle energie prodotte da fonti rinnovabili, quindi impianti fotovoltaici,eolici,biomasse,pompe geotermiche ed altri .Soluzioni e sistemi atti alla produzione di energia elettrica piuttosto che termica che oltre ad aiutare l’ambiente contribuiscono efficacemente al bilancio Aziendale Ma oltre ad utilizzare le fonti rinnovabili ,molte altre soluzioni tecnologiche ormai largamente disponibili, consentono di utilizzare l’energia in modo razionale ed economico e spesso hanno bisogno di azioni semplici da compiere, come ad esempio sostituire le fonti luminose. In questo articolo introdurremo alla vostra attenzione un sistema di illuminazione che si stà sempre piu’ diffondendo ; l’illuminazione a led. Il LED è un diodo ad emissione luminosa , noto da moltissimi anni in usi elettronici ,viene utilizzato da qualche anno anche per usi civili e/o domestici come per i lampioni stradali , sulle auto e stà giungendo anche nelle case . È di fatto una “lampadina “ formata da tante piccole lampadine ed al suo interno racchiude in sè una serie di importanti peculiarità che

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rendono , questo sistema di illuminazione, molto conveniente . Ecco alcune caratteristiche dei sistemi di illuminazione a led : Basso consumo elettrico Lunga durata Grande affidabilità Il sistema di illuminazione a LED si basa sulla capacità di ottenere elevata luminosità (quattro volte maggiore di quella delle lampade a filamento di tungsteno), un basso prezzo, elevata efficienza ed affidabilità (la durata di un LED è il triplo di quella delle classiche sorgenti luminose). I LED sono sempre più utilizzati in ambito illuminotecnico in sostituzione di alcune sorgenti di luce tradizionali. Il loro utilizzo nell’illuminazione domestica, quindi in sostituzione delle lampadine ad incandescenza o a quelle “ a risparmio energetico “ (che come molti avranno notato generano una luce “fredda” e necessitano di alcuni secondi prima di raggiungere il pieno funzionamento ) , stà gradualmente riscontrando sempre maggior interesse . Per altro le classiche lampadine ad incandescenza sono state bandite dalla Comunità Europea e nell’arco di sette anni a partire dal 1^ Settembre 2009 , gradualmente ed in base alla potenza , scat-

terà il divieto di commercializzazione a partire dal 1. settembre 2009, il divieto di vendita in tutti i paesi della Comunità, graduandone annualmente il divieto in base alla potenza in watt. Quindi un modo alternativo di illuminare con una tecnologia consolidata che consente, come detto, una durata di funzionamento molto lunga (i LED ad alta emissione arrivano a circa 50.000 ore) e poi assenza di costi di manutenzione ,un elevato rendimento (se paragonato a lampade ad incandescenza e alogene) , una luce pulita perché priva di componenti IR e UV, ed ancora un funzionamento in sicurezza perché a bassissima tensione (normalmente tra i 3 e i 24 Vdc), accensione a freddo (fino a -40 °C) senza problemi,insensibilità a umidità e vibrazioni ed infine , cosa assai importante una durata non influenzata dal numero di accensioni/spegnimenti. In commercio esistono oramai una grande quantità di soluzioni adatte , praticamente, ad ogni esigenza ed a costi contenuti. Adottare questo tipo di illuminazione e auspicabile per tutte le Aziende e le abitazioni . Piccoli passi che contribuiscono al rispetto dell’ambiente ed al risparmio energetico 13



Opinioni a confronto IL SENSO MORALE E CIVILE DELLA LOTTA PER LA TRASPARENZA d. Paolo Carlotti, Consigliere ecclesiastico Coldiretti Lazio difficile che in Italia il binomio ‘tracciabilità e trasparenza’ non sia associato alla Coldiretti: è un vero onore, è uno degli apporti specifici della Federazione alla qualità della Società civile italiana. La tracciabilità del prodotto permette al prodotto di essere trasparente, cioè di presentarsi e di essere valutato, senza trucchi e infingimenti, senza dilazioni o sofisticazioni, per quello che è. Mettere l’altro in condizione di verificare la correttezza del nostro operare per lui fin dall’inizio, è un gesto di impegno verso il consumatore, è volerlo presente fin dall’inizio nella nostra produzione, che proprio per questo può essere percepita da lui come fatta per lui. É un gesto di solidarietà, non è una captatio benevolentiae, un modo cioè con cui si vuole accattivarsi strumentalmente la simpatia altrui, è invece un modo solidale e finanche fraterno di produrre. Un’altra significativa espressione è quella per cui l’impresario Coldiretti ‘mette la sua faccia’ sul prodotto che vende. È una frase ben indovinata, che fa vedere come si intende anche coltivare un rapporto personale, e non solo anonimo e burocratico, col fruitore dei nostri prodotti. Se qualcosa dovesse andare storto è facile individuare il titolare, che non intende sfuggire, ma all’opposto intende assumersi le responsabilità di ciò che fa, perché sa che è ben fatto e non ha di che temere e, se poi c’è qualcosa da migliorare, è disposto a farlo: questo è vivere da uomini e in questo modo è anche un piacere vivere, fa soddisfazione vivere - come direbbe mio padre, ormai deceduto, ma socio Coldiretti da sempre! È bello vedere che molte battaglie Coldiretti hanno alle spalle degli ideali, dei modi di intendere la vita, senza i quali non sarebbe possibile spiegarle interamente. Certo i valori morali hanno la loro convenienza ed alcuni li possono apprezzare solo per

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questo. Ma in fondo non c’è nessuno che trattato con rispetto, apprezzi solo il risvolto utile e conveniente e non percepisca il benessere che ne deriva dal vivere una relazione interpersonale, quale è anche quella tra produttore, venditore e consumatore, così come dovrebbe essere secondo l’umanità che tutti ci accomuna. Così operando, il consumatore porta a casa un plusvalore che non paga, né vogliamo che lo paghi, perché è il nostro contributo libero, gratuito e solidale alla qualificazione della società italiana. Lasciateci la possibilità di fare qualcosa gratis: questo ci fa bene… anche alla salute! Può darsi che qualcuno ci guardi con sufficienza e ci veda come l’utile stupido: ma ha proprio ragione? Il tempo - si dice - è galantuomo e aggiusta molte cose, lasciandole vedere nel senso giusto. Indicato il senso civile della lotta per la tracciabilità e la trasparenza vorrei spendere una parola per dire che questa battaglia comporta una fatto molto più rilevante, comporta cioè il fatto che riteniamo importante e decisivo per la nostra società l’impegno per l’onestà e per relazioni umane sane e sincere. Difatti, che senso avrebbe consegnare al consumatore prodotti rintracciabili e trasparenti, se nelle nostre reti relazionali, temendo continuamente il raggiro, tendiamo più che a incontrare l’altro a difenderci da lui? Facilmente anche questa lotta potrebbe essere fraintesa e ricondotta nella serie dei molti modi con cui si tenta, a nostra insaputa, la nostra strumentalizzazione. Invece il progetto è più ampio e soprattutto di segno positivo, perché si radica nella promozione della qualità delle nostre relazioni interpersonali, qualità che è detta pronunciando semplicemente la parola onestà. Senza il chiaro supporto morale, tutte le nostre battaglie hanno durata limitata se non effimera. Lottare per una convenienza, per una opportunità può essere comprensibile e giusto, ma solo un ideale morale può giustificare e motivare tanto impegno e sacrificio, e solo un ideale morale ci rende credibili e quindi affidabili di fronte agli altri. Non c’è chi non veda come l’impegno per l’onestà sia un valore non solo morale ma anche cristiano: nel promuoverlo vi è implicita anche una testimonianza di fede. Siamo in Quaresima, il periodo che ci prepara alla Pasqua. L’impegno per l’onestà e la giustizia è una di quelle opere con cui possiamo testimoniare la nostra fede, senza bisogno di grandi discorsi o di lunghe predicazioni, ma semplicemente e silenziosamente, come mi sembra sia lo stile Coldiretti. In attesa di aver la gioia di augurarvi una buona Pasqua, vi auguro per ora una buona Quaresima. 15


E’ utile sapere

ABBACCHIO ROMANO IGP: un’eccellenza del Lazio icuramente il Lazio è una regione dove possiamo trovare numerose eccellenze per l’agroalimentare, e la sua conformazione geografica, che va dalla montagna alla collina, dalla pianura alla vicinznza con il mare, consente di avere prodotti dei più disparati. Clima e tradizioni agricole ne fanno una regione ricca di prodotti che possono essere annoverati tra i migliori d’Italia. Una delle eccellenze sia per produzione che per tradizione secolare è l’Abbacchio Romano. Un’eccellenza che ha consentito di avere il riconoscimento del marchio IGP dall’Unione Europea, un marchio che conferisce pregio ad un prodotto vanto della nostra regione. Ma per un’impresa agricola che ha come obiettivo quello di fare reddito, un riconoscimento simbolico ha scarso valore, anche se importante, quello che conta è come attraverso questo marchio si possa riuscire ad avere maggiori vantaggi su un mercato che oggi, con la globalizzazione è sempre più difficile da penetrare. Il marchio è ancora giovane, nasce nel 2009, ma l’incremento delle adesioni e la sua presenza sul mercato vanno sempre crescendo, anche in considerazione dell’aumentato interesse del cittadino consumatore verso produzioni che possano garantire genuinità, trasparenza e tracciabilità. Per garantire produttori e consumatori sulla trasparenza di tutta la filiera, si adotta un disciplinare al quale tutti gli allevatori aderenti devono attenersi perchè il prodotto possa essere idoneo al marchio ed un Consorzio di Tutela vigila affinchè tutte le regole vengano rispettate.

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CHE COS’E’ L’ABBACCHIO ROMANO IGP L’Abbacchio Romano è l’agnello nato, allevato e macellato nel teritorio della Regione Lazio, alimentato esclusivamente a latte materno e macellato ad una età tra i 28 e 40 giorni e ad un peso massimo di 8 Kg riferito alla carcassa. Per l’alimentazione delle pecore matricine sono proibiti alimenti contenenti OGM e sostanze di sintesi (ormoni) e forzature alimentari. Va da se che l’animale per l’età il suo apparato digerente non è in grado di digerire altro che latte materno, garantito nella sua purezza dai vincoli dell’alimentazione. CHE COS’E’ IL CONSORZIO DI TUTELA ABBACCHIO ROMANO IGP Il Consorzio è l’organismo riconosciuto dal Ministero delle Politiche Agricole nel Luglio 2010, quale organismo di gestione del marchio IGP Abbacchio Romano, con l’attività prevalente 16

di valorizzazione e promozione del prodotto certificato. A tale scopo il Consorzio segnala al Ministero l’organismo di controllo di cui si vuol servire per verificare la conformità del prodotto al disciplinare di produzione, che è stato approvato dalla Commissione Europea nel Giugno 2009, e come segnalato viene autorizzata la Camera di Commercio di Roma quale APC (Autorità Publica di Controllo). L’attività dell’organismo di controllo si esplica dalla nascita alla macellazione dell’abbacchio, dopo è compito del Consorzio l’attività di sorveglianza fino all’utilizzo finale. A questo scopo il Consorzio ha segnalato al Ministero i nomi di due ispettori per essere autorizzati per l’esercizio di questo compito, (quindi come publici ufficiali). QUANTE AZIENDE ADERISCONO ALLA CERTIFICAZIONE DAL 2009 AD OGGI Nel 2009 le aziende erano 20, per un totale di capi macellati certificati di 9000 capi. Nel 2010 le aziende erano 145, per un totale di capi macellati certificati di 45.000 Nel 2011 le aziende sono 400, per un totale di capi macellati e certificati di 80.000. QUALI I VANTAGGI AD ADERIRE L’adesione comporta sicuramente un incremento del reddito aziendale attraverso iniziative che si vanno sempre più affinando riferite soprattutto alla promozione del prodotto ed alla stipula di contratti con mense publiche ed esrcizi commerciali, anche con eventi di test degustativi, per far conoscere il sapore e l’eccezionalità del prodotto. Non trascuriamo l’aiuto che ci viene dal contributo dell’Art. 68 della PAC, che prevede un contributo massimo di €15 a capo certificato.

La crescità considerevole delle aziende e dei capi certificati e l’interesse crescente dimostrato dagli allevatori e dal mercato, ci fa sperare di raggiungere un quantitativo di prodotto necessario a sostenere le eventuali richieste del mercato, con già segnali di interesse anche dalla grande distribuzione.


E’ utile sapere APPROVATA LA LEGGE SULLA TRACCIABILITÀ DEI PRODOTTI AGRICOLI NELLA REGIONE LAZIO l Consiglio Regionale ha finalmente approvato, dopo oltre un anno dalla sua presentazione la legge regionale tesa a definire l’importanza e la necessità di un sistema di tracciabilità delle produzioni agricole laziali con l’obiettivo di tutelarne origine, qualità, legame con il territorio e competitività sui mercati nazionali ed internazionali. Punti chiave della normativa sono - l’istituzione di un marchio regionale collettivo di qualità; - i controlli sull’uso del marchio regionale collettivo di qualità e sul rispetto dei disciplinari di produzione di prodotti di qualità; - gli interventi di educazione alimentare e di attività di promozione. È prevista inoltre la concessione di contributi per la costituzione e l’avviamento dei comitati promotori e delle associazioni di controllo dei prodotti agricoli ed agroalimentari certificati, compresi i consorzi di tutela; Non mancano norme per lo sviluppo di prodotti agricoli di qualità attraverso il miglioramento dei processi di produzione, anche mediante l’applicazione dei sistemi di autocontrollo e di gestione aziendale nonché l’introduzione di sistemi di tracciabilità aziendale e di filiera. La legge risponde all’esigenza di sostenere il reddito delle imprese agricole avviando un’azione forte e costante di promozione e identificazione territoriale della produzione laziale. In tal senso l’impianto normativo mira anche a facilitare ed incentivare l’accesso dei prodotti certificati del Lazio nei principali canali della distribuzione moderna, quali Grande Distribuzione Organizzata (Gdo)

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e HO.RE.CA (Hotel-Restaurant-Catering) offrendo ai consumatori prodotti di eccellenza, freschi e tracciabili. Il provvedimento, infine, rappresenta anche uno strumento di contrasto del grave fenomeno della contraffazione, in considerazione dei danni provocati dalle frodi alimentari alla salute dei consumatori e all’economia. Il Lazio è una regione a forte vocazione agricola ed agroalimentare, con un paniere d’eccellenza che vanta 14 prodotti DOP, 9 IGP, 374 prodotti Agroalimentari Tradizionali. Il tema della territorialità e della promozione e valorizzazione dei prodotti locali di eccellenza hanno un ruolo imprescindibile per lo sviluppo del settore agricolo e dei settori ad esso collegati. La Regione Lazio attraverso l’approvazione di questa legge e l’istituzione del marchio di filiera, mira in qualche modo sollecitare un intervento a livello nazionale sull’etichettatura obbligatoria, oramai giudicato necessario da tutti i soggetti operanti nel mondo agricolo. La Legge, infatti, introduce una sorta di etichettatura volontaria dei prodotti regionali d’eccellenza, in grado di garantire i consumatori sulla qualità e sull’origine dei prodotti del Lazio e tutelare le aziende che producono rispettando i disciplinari di produzione.

ULTIMORA Cambia l'Imu, rispettati gli impegni presi al tavolo fiscale Coldiretti esprime soddisfazione per l'approvazione degli emendamenti al Decreto Legge fiscale n. 16/2012 all’esame del Senato in cui, per quanto riguarda l’Imu, è stato confermato il percorso stabilito al tavolo fiscale, avviato dopo l’approvazione della manovra di dicembre, ovvero che il gettito in agricoltura non debba superare per l'anno in corso un contributo aggiuntivo di 135 milioni di euro per i fabbricati rurali ad uso strumentale e di 89 milioni di euro per i terreni. “Si convalidano così le tesi più volte sostenute al tavolo con il Governo circa l'eccesso del carico Imu richiesto al settore agricolo e vanno in direzione dell’equità fiscale”. Per i dettagli si può consultare l'articolo completo su internet http://www.ilpuntocoldiretti.it 17


Buone nuove

COLDIRETTI LAZIO AL VINITALY una proposta contro la burocrazia e l’appello ad una maggiore visibilità per il vino laziale el Lazio insistono 1.078 ettari di vite per uva da tavola, 27.064 ettari di vite per uva da vino; il dato ISTAT sulla produzione DOC/DOCG supera i 900mila ettolitri, il totale della produzione vitivinicola e’ stata di 1.8 milioni di ettolitri. Le DOC laziali hanno una resa per ettaro media di 112 quintali. Il Lazio rappresenta circa il 4% della superficie e il 4.4% della produzione di vino italiana.

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“Le sfide del vino nel tempo della crisi” Questo il tema del Convegno organizzato da Coldiretti Lazio presso lo stand della Regione Lazio al Vinitaly di Verona. Ne hanno discusso, alla presenza di numerosi viticoltori ed addetti al settore, il presidente regionale di Coldiretti Lazio, Massimo Gargano, l’enologo di fama internazionale, Riccardo Cotarella, il direttore dell’azienda romana mercati, Carlo Hausmann e l’assessore reVINITAL VIN NIT TA AL LY Verona e gionale alle attività produttive Di Paolo. Ad introdurre il tema e moderare i lavori, il direttore regionale di Coldiretti Lazio, Aldo Mattia che ha commentato “Abbiamo voluto proporre un momento di riflessione dedicato alle dinamiche del vino laziale con l’obiettivo di dare un indirizzo da seguire per migliorare il settore”. Coldiretti dimostra idee chiare: primo ostacolo da superare la burocrazia. “A causa di quest’ultima scompaiono migliaia di bottiglie al giorno e le aziende sono costrette a rinunciare a produrre vini a denominazione d’origine per l’impossibilità di far fronte ad adempimenti spesso inutili che sottraggono ben 100 giornate di lavoro all’anno al tempo passato in vigna e in cantina – ha sottolineato Massimo Gargano – ribadendo che si deve seguire la via della semplificazione in vigna per limitare la riduzione dei terreni destinati a produrre vini a Docg e Doc oggi pari al 10%. Dalla produzione di uva, fino all’imbottigliamento e vendita, le imprese devono assolvere a oltre 70 attività burocratiche e relazionarsi con ben 20 diversi soggetti. Coldiretti propone una legge con 4 passaggi dei quali uno in autocertificazione. Da tutto ciò nasce il piano “salva Le sfide f del vino nel tempo della Crisi Crisi

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Convegno

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vino” presentato da Coldiretti che prevede una serie di misure per semplificare il carico burocratico senza ridurre l’efficacia delle attività di controllo. Cotarella, invece, ha suggerito di mirare ad un programma di comunicazione che permetta una maggior sinergia tra Istituzioni ed organizzazioni al fine di una capillare presenza dei vini laziali nella nostra regione. “Oggi è difficile trovare chi propone nel proprio ristorante i vini laziali – ha detto l’enologo considerato un “guru” del settore - Tutto ciò non è possibile - ha aggiunto - si deve voltare pagina e farlo in fretta innalzando i parametri di una visibilità che stenta a decollare scongiurando di far perdere oltre i produttori lo stesso territorio. Di Paolo, per conto della Regione, ha garantito impegno e supporto mentre Hausmann ha incentrato il proprio intervento sulle dinamiche di promozione.

277 Mar Marzo zo 2012 Padiglione Lazio P aadigglione Regione Regione e a ore 10.00

A causa della burocrazia scompaiono ogni giorno 200mila bottiglie di vino Doc, con le aziende costrette a rinunciare a produrre vini a denominazione d’origine per l’impossibilità di far fronte ad adempimenti spesso inutili che sottraggono ben 100 giornate di lavoro all’anno al tempo passato in vigna e in cantina. 18

L'azienda vitivinicola Cervelli di Frosinone presente al Vinitaly con il Direttore Regionale Mattia ed il Direttore di Frosinone De Cesare

IL PESO DELLA BUROCRAZIA DEL VINO • sottrae ben 100 giornate di lavoro all’anno al tempo passato in vigna e in cantina;. • costringe ad adempiere ad oltre 70 attività burocratiche • obbliga a relazionarsi con ben 20 diversi soggetti • favorisce l’abbandono delle produzioni doc con un taglio di 200mila bottiglie al giorno Fonte: Elaborazioni Coldiretti

IL PIANO SALVA VINO DALLA BUROCRAZIA DELLA COLDIRETTI • sistema informatico unico di gestione capace di garantire un coordinamento tra gli enti coinvolti nella gestione del vino • controlli a campione basati su analisi dei rischi e garanzia della tracciabilità e rintracciabilità delle partite di vino. • far diventare il fascicolo aziendale lo“strumento unico dell’impresa viti-vinicola” attraverso il quale adempiere agli obblighi e acquisire automaticamente le autorizzazioni per cui non è necessaria una valutazione discrezionale, sostituendo l’attuale sistema di autorizzazioni con l’invio di semplici comunicazioni.


Notizie dalla provincia di Frosinone

FABBRICATI RURALI: A FROSINONE ATTIVATO UNO SPORTELLO PER LE VERIFICHE l “decreto sviluppo” (DL 70/2011) stabilisce che i fabbricati che rispettano i requisiti di ruralità (e che quindi godono di tutta una serie di agevolazioni fiscali) se iscritti a categorie diverse da A/6 per i locali abitativi e D/10 per i locali strumentali alla attività (stalle, magazzini agricoli, ecc) dovranno essere dichiarati al catasto entro la fine di giugno presentando una autocertificazione all’Agenzia del Territorio che attesti che il fabbricato rispetti da almeno cinque anni i requisiti oggettivi e soggettivi stabiliti dalla normativa sui fabbricati rurali risalente al 1993. La Coldiretti di Frosinone in tutti gli uffici presenti presso i i centri della provincia, ha istituito uno sportello informativo utile a fornire informazioni e redigere le richieste. L’attribuzione delle categorie A/6 e D/10 infatti spiega Coldiretti - è effettuata a seguito della presentazione all’Agenzia del Territorio

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di una domanda di variazione della categoria catastale a cui deve essere allegata un’autocertificazione nella quale il richiedente dichiara che l’immobile possiede i suddetti requisiti di ruralità. Si tratta di una grande opportunità da non sottovalutare - precisa Coldiretti - in grado di contribuire, tra l’altro, alla chiusura definitiva dei “contenziosi” aperti, o che potrebbero aprirsi, nei confronti dei Comuni per il pagamento delle imposte locali quali l’ICI. Quindi i proprietari di fabbricati rurali iscritti nel catasto fabbricati in categorie diverse hanno interesse a presentare alla Agenzia del territorio la richiesta di modifica. “Due gli aspetti da tenere presente circa l’opportunità di presentare questa richiesta – ha detto il direttore De Cesare – il primo legato alla possibilità di non subire accertamenti in materia di imposta comuna-

le e, il secondo, legato al futuro ossia al fine di poter utilizzare senza contestazioni l’aliquota ridotta del 2 per mille relativamente ai fabbricati strumentali”. Per questo l’Organizzazione agricola invita tutti gli interessati a rivolgersi quanto prima presso gli uffici zona Coldiretti, per verificare la propria posizione.

Un esempio imprenditoriale da seguire: L’azienda agrituristica “Valle reale” ncora successi per l’azienda agrituristica “Valle Reale” di Arpino che ha saputo farsi apprezzare, oltre che nella nostra provincia, anche nel panorama nazionale. Infatti l’impresa agrituristica è stata selezionata ed inserita nel circuito delle fattorie didattiche che verranno visitate dalle scuole elementari delle provincie di Frosinone e Latina grazie al progetto dalla Cooperativa Alimos di Cesena. Inoltre la titolare, Cristina Scappaticci, è stata prescelta come insegnante e per questo è stata presente nelle scuole che hanno aderito al progetto. In aula la dinamica imprenditrice arpinate ha illustrato ai piccoli studenti l’importanza dell’agricoltura, il ruolo di oggi delle imprenditrici agricole proponendo degli apprezzati laboratori, proponendo la semina in classe e delineando i vari cicli produttivi. Cristina Scap-

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Cristina Scappaticci titolare dell’azienda Agrituristica Valle reale

paticci è componente del consiglio provinciale di Coldiretti in qualità di responsabile di Donne Impresa Frosinone e nelle ultime settimane è stata presente più volte alla nota trasmissione Geo&Geo proponendo delle particolari ricette del nostro territorio come ad esempio la crostata con la cicoria e varie elaborazioni con le uova nel confezionamento di tante portate riscuotendo innumerevoli consensi. Tornando al progetto le classi elementari coinvolte sono 47 per un totale di 731 studenti. A più riprese nelle prossime settimane, dopo la lezione avvenuta in aula, gli studenti visiteranno l’azienda “Valle Reale”, ad Arpino, per potersi cimentare nel percorso di fattoria didattica predisposto da Cristina Scappaticci per completare così un percorso educativo davvero particolare, gradito e ben congegnato. 19



Notizie dalla provincia di Latina

CREDITO: BENE LA MORATORIA ANCHE PER IL SETTORE AGRICOLO razie all’accordo tra Governo, ABI (Associazione Bancaria Italiana) Coldiretti e le altre maggiori organizzazioni di categoria, ormai è diventato ufficiale il terzo atto della moratoria per le imprese. Infatti, per effetto della recente sottoscrizione del nuovo accordo, sono state introdotte specifiche misure in materia di credito alle imprese che riguardano anche il settore agricolo. ”Oggi – aggiunge Viola – questo è possibile con questa “boccata di ossigeno” per le realtà aziendali che presentano una situazione di indebitamento nei confronti del sistema bancario, per riuscire a recuperare, almeno in parte, la liquidità necessaria per gestire l’ordinario processo produttivo. Un’opportunità da valutare caso per caso, con estrema attenzione, nella consapevolezza che le misure introdotte, da sole, non potranno consentire di risolvere la problematica della “stretta creditizia”, ma potrebbero permettere di usufruire di un significativo sollievo. In merito i punti qualificanti dell’intesa riguardano la sospensione, per un massimo di 12 mesi, del pagamento della quota capitale delle rate relative ai finanziamenti in essere a medio e lungo termine (oltre che dei canoni di leasing immobiliare e di sei mesi per quello mobiliare), l’allungamento della durata dei mutui e, fino ad un massimo di 120 giorni, dei prestiti di conduzione concessi alle imprese agricole (ovvero delle scadenze del credito agrario a breve termine, perfezionato con o senza cambiali).Possono usufruire della sospensiva solo le posizioni già in essere alla data del 28 febbraio 2012 e che, in passato, non abbiano beneficiato di simili interventi. Al momento della domanda (da presentare alla banca finanziatrice), inoltre, le rate devono risultare “in bonis”, ovvero non possono accedere le imprese che eventualmente presentano sofferenze, incagli o posizioni scadute/sconfinanti da più di 90 giorni. La scadenza per aderire è stata fissata al 31 dicembre 2012 e le modalità, in linea generale, prevedono la necessità di presentare una specifica richiesta alla banca interessata (sempre che quest’ultima abbia deciso di aderire all’accordo), la quale potrà anche non esprimere un effettivo parere, essendo ammesso il principio del silenzio assenso (il rifiuto, viceversa, deve essere necessariamente comunicato entro il termine massi-

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mo di 30 giorni lavorativi dalla presentazione della domanda). Importante è l’aspetto che prevede che in presenza di interventi di sospensione del pagamento della quota capitale delle rate ed allungamento delle tempistiche di rimborso, non possano essere addebitate all’impresa richiedente spese ed oneri aggiuntivi, né modificato il tasso di interesse applicato al contratto originario. L’obiettivo che ci auguriamo e che, comunque, rappresenta il dichiarato dell’accordo è quello, in una situazione come quella attuale, in cui continuano a registrarsi forti tensioni e criticità in ambito finanziario, di rilanciare ed invertire la tendenza del ciclo economico fornendo un set di strumenti che permettano di ottenere un reale supporto. Oggi questo è possibile con questa “boccata di osSaverio Viola, Direttore sigeno” per le realtà aziendali che Coldiretti Latina presentano una situazione di indebitamento nei confronti del sistema bancario, per riuscire a recuperare, almeno in parte, la liquidità necessaria per gestire l’ordinario processo produttivo.

Per maggiori informazioni, per effettuare un’analisi in merito all’opportunità di aderire alle suddette misure e valutarne l’effettivo impatto sull’assetto aziendale, è possibile contattare la segreteria provinciale di CreditAgri Italia s.c.p.a. presente nella sede Coldiretti di Latina.

PMI Italiane “in bonis”

Sospensione delle rate

L’allungamento delle scadenze

Possono beneficiare delle misure introdotte le piccole e medie imprese italiane di tutti i settori, che al momento della domanda non presentano, nei confronti della banca, sofferenze, incagli, rate scadute o sconfinamenti da oltre 90 giorni. Preclusa, inoltre, la possibilità di accesso alle aziende che abbiano già utilizzato, nel recente passato, i medesimi benefici.

Possibile sospendere, fino ad un massimo di 12 mesi, la quota capitale delle rate dei mutui a medio e lungo termine in essere alla data del 28 febbraio 2012. Gli interessi, viceversa, dovranno essere regolarmente pagati alle scadenze inizialmente previste. Per i contratti di leasing mobiliare la sospensione non può superare i 6 mesi (12 mesi per il leasing immobilire).

La durata del periodo di ammortamento dei finanziamenti in essere, può essere allungata fino ad un massimo del 100% della durata residua, ovvero di due anni per i mutui chirografari e di tre anni per quelli ipotecari. Le anticipazioni su crediti possono essere prorogate fino a 270 giorni e 120 giorni è il periodo di allungamento concesso per il credito agrario di conduzione. 21



Notizie dalla provincia di Rieti

Fabbricati rurali ed IMU: Interessante Convegno a Rieti oldiretti Rieti ha realizzato un interessante Convegno su un tema di grande attualità, quale i Fabbricati rurali ed IMU, che tanto interessa e tanto preoccupa gli imprenditori Agricoli. A relazionare sul delicato e complicato problema il Dott. Luigi Cenicola della Coldiretti Nazionale che insieme al delegato alla direzione Ivano Capannini hanno fornito un ampio ed esauriente quadro sulle nuove normative in materia. A fare gli onori di casa il Presidente Provinciale Enzo Nesta che ha immediatamente evidenziato, soprattutto in qualità di imprenditore agricolo, come le nuove disposizioni colpiranno duramente la categoria già martoriata da un’infinità di problemi. Da parte sua, Capannini ha fatto presente che Coldiretti Rieti ha già cominciato la sua azione sindacale incontrando i sindaci dei vari comuni e che si è riscontrata una dichiarata disponibilità a far si che, bilanci permettendo, la tassa incida il meno possibile sulle Imprese Agricole. Il Dott. Cenicola non ha nascosto la complessità e delicatezza dell’argomento che, tra l’altro non è ancora definita e che suscita ancora molte perplessità e dubbi (entrata in vigore dallo scorso 1 gennaio, fino al 2014 viene applicata in via sperimentale, e va a sostituire Irpef, addizionali provinciali e regionali, e l’Ici). “Dal primo gennaio i fabbricati rurali non sono più esenti da imposte – spiega Cenicola – in quanto come presupposti di imposta si considerano il possesso di fabbricati, terreni agricoli ed aree edificabili. Si tratta di presupposti che prendono ispirazione dalla vecchia Ici, e riprese anche nella nuova imposta municipale”. Altro argomento centrale della discussione, la base imponibile. “Il valore di un immobile, determinato dai decreti legislativi 504/92 e 201/11 – spiega l’esperto – prendendo la rendita catastale e moltiplicarla per il 5% nel caso dei fabbricati e per il 25% nel caso di terreni agricoli”. A questi, inoltre, vanno aggiunti dei coefficienti stabiliti a seconda della categoria di appartenenza dei

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possedimenti (non applicabile agli atti di trasferimento degli immobili soggetti a imposte di registro, di successione e di donazioni). Capitolo aliquota base. “È dello 0,76% - fa sapere Cenicola – con i Comuni che possono aumentarla e aggiungerla di 0,3 punti percentuali”. Ci sono anche aliquote speciali: 0,4% per le abitazioni principali (con i Comuni che possono lavorare in aumento e diminuzione di uno 0,2%); e lo 0,2% per i fabbricati rurali. “Sono previste anche delle esenzioni” fa sapere il dottor Cenicola che poi fa alcuni esempi. “Parliamo di fabbricati con superfici inferiori ad otto metri quadrati, piccole serre, le vasche per l’acquacoltura, tettoie, pollai (con altezza inferiore al’1,80 metri e con una volumetria che non superi i 150 metri cubici, ndr) e le strutture non fisse”. La questione, dunque, passa ai Comuni che hanno l’opportunità di ridurre l’Imu in alcuni casi: 0,1% dei fabbricati strumentali e dello 0,4% degli immobili non produttivi, in possesso da soggetti passivi e locati. “L’imposta andrà pagata – conclude l’esperto di Coldiretti nazionale – entro il 16 giugno in un’unica soluzione, oppure in due rate: la prima scadenza coincide proprio con il 16 giugno, mentre il saldo non dovrà essere effettuato entro e non oltre il 16 dicembre”. La discussione era partita con un breve excursus sulla storia del catasto che è servito per inquadrare meglio l’argomento nel suo contesto più generale. “Fin dalla nascita del catasto nel 1882 – ha esordito

Cenicola – d’era stata la distinzione netta tra tutto ciò che ricadeva nell’urbano e i terreni. In quest’ultima categoria rientravano i fabbricati rurali che non dovevano sottostare a nessun regime d’imposta”. Una situazione che non è cambiata nemmeno con la riforma dei catasti avvenuta nel 1993. La svolta avviene, dopo oltre cento anni, invece nel 2009 “con una sentenza della Corte di Cassazione a sezioni unite che ha sancito che i fabbricati rurali non dovevano solo essere inquadrati a livello fiscale ma anche catastale”, spiega ancora l’esperto di Coldiretti che definisce “la sentenza discutibile, almeno per l’attribuzione che la Cassazione si è data su una materia di non stretta competenza”. Una sentenza che alla fine si è trasformata in legge con il decreto 70/2011 nella forma di “una velata sanatoria - come l’ha definita Cenicola - portando con sé la necessità per i fabbricati rurali di presentare la domanda di variazione della categoria catastale alle agenzie di territorio”. “Questo – prosegue l’esperto di Coldiretti – per mettere gli agricoltori al riparo dalle pretese che potrebbero avanzare i Comuni. Inizialmente la scadenza dei termini di presentazione della domanda era stata fissata al 30 settembre 2011, poi prorogata una prima volta al 31 marzo prossimo, e infine al 30 giugno”. Due gli allegati da inserire nella domanda, che altro non sono che due autocertificazioni, una riguarda gli abitati rurali (categoria A6) e una i fabbricati rurali (D10).

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Notizie dalla provincia di Roma

IV EDIZIONE DEL CONCORSO “ CAVALIERI DELL’AGRICOLTURA” Un riconoscimento pubblico al lavoro, all’intelligenza e alla determinazione degli agricoltori in un momento di crisi economica.

CAVALIERI dell'Agricoltura

SONO INTERVENUTI

Vitangelo Tizzano Direttore Coldiretti Roma

David Granieri Presidente Coldiretti Roma

Massimo Gargano Presidente Coldiretti Lazio

Aldo Mattia Direttore Coldiretti Lazio

torie di esempi imprenditoriali ai quali conferire un riconoscimento ambizioso. Torna, per la quarta edizione, il premio “Cavalieri dell’Agricoltura”, organizzato da Coldiretti Roma, in collaborazione con la Camera di Commercio. Un premio ed un riconoscimento che dopo quattro anni trova la sua collocazione tra i riconoscimenti più ambiti dagli imprenditori agricoli della provincia di Roma. “È un premio, come ha detto il Direttore di Coldiretti Roma Vitangelo Tizzano, che vuole premiare coloro che con il loro impegno, dedizione ed innovazione hanno reso e rendono l’agricoltura un settore in piena crescita, nonostante la crisi che il Paese sta attraversando. Un premio che quest’anno ha visti protagonisti giovani imprenditori che hanno saputo portare innovazione nella propria azienda per essere al passo con i tempi e per potersi confrontare con un mercato ormai globalizzato e di grande concorrenza”. Particolare ringraziamento alla Camera di Commercio di Roma che rende pos-

S

sibile attraverso il proprio contributo, questo evento, dimostrando grande interesse e sensibilità nei riguardi della Categoria. Il Presidente di Coldiretti Roma David Granieri, oltre che rinnovare il proprio ringraziamento alla Camera di Commercio, ha voluto ringraziare il Presidente della Provincia di roma Zingaretti per l’attività che la sua amministrazione sta portando avanti nel settore agricolo e che ha visto la Provincia di Roma sostenere fortemente il progetto di Coldiretti della “Filiera Agricola tutta Italiana” con un concreto supporto nell’organizzazione dei “Mercati di Campagna Amica” sia nelle piazze romane che concedendo in locazione una struttura coperta su Via Tiburtina. Sono intervenuti, inoltre, il Presidente di Coldiretti Lazio Massimo Gargano, il Direttore di Coldiretti Lazio Aldo Mattia che hanno evidenziato come questo premio, oltre ad essere un concreto riconoscimento alle Imprese Agricole, vuole rappresentare quanto e quale contributo può dare il settore al-

Giancarlo Cremonesi Presidente CCIAA Roma

La sala della Camera di Commercio di Roma durante la cerimonia di premiazione


Notizie dalla provincia di Roma

lo sviluppo dell’intera economia. L’impegno concreto come forza sociale si evidenzia nel progetto di Campagna Amica che, con i propri mercati, ormai diffusi in tutto il territorio provinciale, è vicino alle esigenze del cittadino, sia in termini di fornitura di prodotti locali sani e genuini, anche rispetto ai prezzi

praticati, che in questo momento di crisi è particolarmente apprezzato. Il Presidente della Caera di Commercio Giancarlo Cremonesi, concludendo, ha ringraziato Coldiretti, che con la sua attività si colloca tra i settori più produttivi della Provincia dando esempi di imprenditoria sana

e con prospettive di sviluppo. Bisognerà, ha aggiunto il Presidente rafforzare la nostra organizzazione per essere più presenti all’estero, dove il Made in Italy, quello vero, è molto apprezzato e ricercato, come ho avuto modo di verificare personalmente nell’ambito di attività istituzionale dell’Ente.

I PREMIATI PODERI IN ROSA Per le imprenditrici agricole che, conciliando tempi di lavoro e di vita, hanno saputo mettere la propria creatività ed originalità a servizio dell’agricoltura romana ed alla base del proprio successo imprenditoriale.

Palma Piera Velletri

Franceschini Rita Roma

Basili Annamaria Castel Madama

AZIENDE IN ERBA Per gli imprenditori agricoli di età inferiore a 40 anni che hanno iniziato l’attività agricola o continuato l’attività di famiglia cogliendo le opportunità di sviluppo dell’agricoltura derivanti dalla valorizzazione dell’origine dei prodotti agricoli e dei territori della campagna romana che li esprimono.

Ferri Alessandro Fiumicino

Cola Ennio Capena

Pontesilli Antonio Roma

Giammatteo Renato Velletri

BENEMERITI PER L’AGRICOLTURA Per quanti, pur non appartenendo direttamente al mondo imprenditoriale agricolo, hanno contribuito con il loro lavoro ed impegno alla promozione ed allo sviluppo dell’agricoltura romana.

Francellini Simone Capena

FATTORIE DEL FUTURO Per gli imprenditori agricoli che si sono distinti per scelte imprenditoriali innovative volte a valorizzare le potenzialità multifunzionali delle proprie aziende. Il premio vuole essere il riconoscimento per quelle imprese che con il loro impegno ed i loro progetti innovativi costituiscono un esempio ed uno stimolo per altri imprenditori e per lo sviluppo locale del territorio in cui operano.

F.lli Capretti Ponzano

FEDELI NEI SECOLI Per gli imprenditori agricoli che vantano almeno trenta anni di attività ininterrotta in agricoltura. Il premio vuole essere il riconoscimento all’ impegno, alla professionalità, all’abnegazione ed al sostegno ai valori fondanti che hanno contribuito alla crescita economica e culturale dell’agricoltura romana.

Picca Matteo Lariano

Lauteri Claudio Fiumicino

Nicola Zingaretti Pres. Prov. Roma

Stefano Masini Coldiretti Nazionale

Davide Desario Messaggero Roma

Giancarlo Cremonesi Pres. CCIAA Roma

Aldo Mattia Dir. Coldiretti Lazio

Stefano Petrucci Cons. Sabina DOP 25


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Notizie dalla provincia di Viterbo

Campagna Amica: nasce ad Acquapendente la prima bottega del Lazio irettamente dal produttore al consumatore, con la garanzia della qualità dei prodotti, e il vantaggio di prezzi giusti.

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Il taglio del nastro all’inaugurazione della “Bottega di Campagna Amica”

Approda anche a Viterbo l’esperienza della “Bottega di Campagna Amica”, la prima catena di vendita diretta di prodotti agricoli a filiera tutta italiana organizzata da Coldiretti. Il punto vendita, realizzato e gestito dall’azienda agricola di Luca Caioli, si trova ad Acquapendente lungo la Cassia ed è stata inaugurata, con il taglio del nastro alla presenza del Sindaco Bambini, del Presidente Nazionale del Consorzio dei Produttori di Campagna Amica, Claudio Filipuzzi, del Direttore Nazionale della Fondazione Campagna Amica, Tony De Amicis dei vertici della Coldiretti provinciale, della Camera di Commercio e delle istituzioni locali. La La Bottega di Campagna Amica offrirà la possibilità ai consumatori di trovare su banchi e scaffali sempre e soltanto prodotti di origine locale e italiana di alta qualità, la cui tracciabilità è garantita dal Consorzio Produttori Campagna Amica, consorzio che segue il pro-

dotto dall’azienda agricola di produzione fino alla tavola del consumatore con un solo passaggio attraverso la Bottega. Dal campo alla tavola dunque frutta, ortaggi di stagione, confetture, pane, prodotti lattiero caseari, conserve, pasta, farine, cereali, latte, succhi di frutta, miele, olio, salumi, vino e tutti gli altri prodotti dell’agricoltura che completeranno la gamma offerta in ogni bottega. “Contro la crisi che morde anche i consumi - ha spiegato Gabriel Battistelli, direttore della Coldiretti di Viterbo - il mondo agricolo propone la qualità a un prezzo ragionevole che è ben diverso dall’avere un prezzo basso con prodotti di scarsa qualità come avviene in alcuni casi o di qualità a prezzo troppo alto come avviene in altri. La filiera corta va in questa direzione, e si propone come strumento vantaggioso per le imprese agricole in termini di reddito e di valore delle produzioni tipiche territoriali, identificate con un preciso marchio, a garanzia della genuinità, distintività e sicurezza alimentare verso i

consumatori. Un marchio, quello di Campagna Amica – conclude Battistelli – teso a stimolare e sviluppare stili alimentari virtuosi e una cultura del cibo centrata su territorio, italianità, tipicità e trasparenza. Dentro l’agroalimentare e il settore agricolo c’è un pezzo importante del futuro del nostro Paese”.

La Bottega di Campagna Amica di Acquapendente

a “Bottega di Campagna Amica” rappresenta un nuovo canale commerciale che si affianca alla grande distribuzione e che va ad integrare la rete già attiva dei Punti vendita aziendali e dei Mercati di Campagna Amica. Si tratta di un vantaggio per i produttori, ma anche per i consumatori che in ogni Bottega di Campagna Amica possono acquistare l’intera gamma di prodotti della filiera tutta Agricola e tutta Italiana, realizzati e trasformati direttamente dagli agricoltori.

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