La poesia dell'immagine - Analisi sul cinema d'animazione di Makoto Shinkai

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La poesia dell’immagine

Un’analisi sul cinema d’animazione di Makoto Shinkai

Maria Teresa Pansino corso Storia dell’arte contemporanea e linguaggi della comunicazione visiva docente Paolo Castelli a.a. 2017/18



新 海 . 誠

Makoto Shinkai Nato nel 1973 a Koumu, nella prefettura di Nagano, Makoto Shinkai studierà letteratura all’università di Chuo e, dopo la laurea, entrerà nel team della Falcom, una tra le più importanti case di produzione di videogame, dove lavora per cinque anni seguendone la parte grafica e curando anche l’aspetto web. Inizia nel 1999 a realizzare i primi corti animati: tutto da solo, produce, disegna e dirige un cortometraggio di pochi minuti Lei e il suo gatto (彼女と彼女の猫 Kanojo to Kanojo no Neko). La critica è entusiasta tanto da aggiudicarsi la vittoria alla dodicesima edizione del contest indetto dall’organizzazione Project Team DoGa, vittoria che lo metterà in contatto con lo studio CoMix Wave, con cui tuttora collabora. Da questo momento in poi Shinkai produrrà altri due corti, numerosi spot televisivi e quattro nuovi film, l’ultimo del 2016, Il tuo nome (君の名は, Kimi no na wa), acclamento a livello mondiale.


第 一 話 Capitolo Primo

I cieli di Makoto Shinkai


5 La produzione di Shinkai è estremamente varia: l’autore spazia da cortomentraggi a mediometraggi, cutscene di videogiochi e spot promozionali. Le opere di Shinkai propongono temi ricorrenti, in cui trovano posto entità astratte — distanza, attesa, incomunicabilità — ma anche elementi concreti: gatti, treni, razzi spaziali, cieli.

Shinkai ama raccontare attraverso le immagini: non si può non restare affascinati di fronte alla qualità sbalorditiva dei suoi fondali, dei disegni, dei colori, dell’uso intelligente della computer graphic. È infatti il paesaggio l’elemento che più di altri racconta le vicende ed i sentimenti dei protagonisti.

Tema centrale è il mono no aware (物の哀 れ), ovvero il sentimento di compassione che scaturisce osservando ogni cosa con la consapevolezza della sua caducità. Guardando le tavole di Shinkai raffiguranti malinconici condomini, cavi telefonici, stazioni ferroviarie o il disordine casuale di un monolocale, lo spettatore è pur sempre consapevole del fatto che stia guardando un disegno, ma è un disegno così vivido, accurato e dettagliato che colpisce più di una ripresa live action. Si sà che tutti quei dettagli sono stati accuratamente selezionati e disegnati, e non semplicemente catturati da un obbiettivo, questo ci pone in un rapporto di affinità con l’autore: ciò che diviene significativo per Shinkai, lo diviene anche per noi.


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待 L’attesa

In Makoto Shinkai, temi come tempo e spazio si intrecciano a creare una terza dimensione della distanza: l’attesa. In 5 cm al secondo, il protagonista vive nella costante tensione verso ciò che non può avere. Shinaki in questo film, opera un’autentica decostruzione del concetto di attesa.

titolo originale 秒速5センチメートル a chain of short stories about their distance (Byōsoku go senchimētoru) anno 2007 durata 63 min genere Drammatico, sentimentale regia Makoto Shinkai produzione CoMix Wave Films animatori Ryoko Majima, Takumi Tanji

In realtà i due innamorati riescono a colmare la distanza che li separa già dal primo episodio: Takaki raggiunge il paese di Akari dopo un interminabile viaggio in treno, sotto una neve tardiva, e il ricongiungimento è coronato con un pasto caldo da condividere, un bacio, una notte trascorsa insieme a chiacchierare. Ma il ragazzo si ritrova il cuore colmo di tristezza e l’epifania lo sorprende durante la notte.


7 I cieli notturni sono, nell’arte di Shinkai, uno strumento per ribaltare la realtà diurna nel suo opposto onirico. Le linee si intersecano con la luna a disegnare sogni e presagi. Lì Takaki realizza che la relazione con Akari esiste solo nella sua assenza, nella sua attesa. Da quel momento dieci anni passeranno in un battito di ciglia, al contrario dei minuti di quel viaggio in treno che si dilatavano all’infinito. Il finale è asimmetrico: Akari andrà avanti, Takaki, invece, rimarrà “con gli occhi sempre inchiodati a qualcosa di lontano” in una perenne tensione verso un sogno irrealizzabile...




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他 所 Altrove

titolo originale 言の葉の庭 (Kotonoha no niwa) anno 2013 durata 46 min genere Drammatico, sentimentale regia Makoto Shinkai produzione Noritaka Kawaguchi animatori Kenichi Tsuchiya

I cieli di Makoto Shinkai sono anche metafora di un altrove che assolve la stessa funzione dell’attesa. Spesso si identifica con lo spazio siderale — La voce delle stelle —, oppure in mondi paralleli come in Oltre le nuvole – Il luogo promessoci.

Shinkai ribalta la situazione nel mediometraggio Il giardino delle parole, dove Takao è uno studente delle superiori e Yukino una professoressa in aspettativa per motivi di salute.


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Il loro altrove è uno spazio chiuso che li isola dal mondo, una tettoia che li ripara dalla pioggia e sotto cui nasce un amore proibito. Non vorrebbero trovarsi in nessun altro luogo e i cieli restano chiusi, coperti di nuvole. Li guardano soltanto per augurarsi altri giorni di pioggia, in modo da potersi rincontrare. Anche la distanza fisica, per la prima volta, raggiunge il grado zero. Lo spazio che li divide, anche in questo caso incolmabile, risiede nella differenza d’età e condizione sociale. La storia non può che concludersi con l’ennesima separazione. Nelle ultime battute Takao medita di mettersi in viaggio e fare visita a Yukino nella città dove si è trasferita, appena terminati gli studi; nel cielo che fa da sfondo ai suoi pensieri il sole torna a farsi spazio tra le nuvole.




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通 信 不 能 L’incomunicabile

titolo originale 君の名は。 (Kimi no na wa) anno 2016 durata 107 min genere Fantastico, sentimentale, drammatico regia Makoto Shinkai produzione Noritaka Kawaguchi, Genki Kawamura

Al terzo lungometraggio, Your Name, Makoto Shinkai si allontana dallo stile introverso e in qualche modo sofferto dei primi lavori. L’ossatura è la stessa di 5 cm al secondo e l’alternarsi di punti di vista su cui si fondava Voices of a distant star è qui portato all’estremo.


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Taki e Mitsuha, colpiti da un sortilegio, si scambiano corpi e vite ogni volta che si addormentano. Conoscono l’uno i segreti dell’altra, ma non s’incontrano mai. Non possono farlo, perché la distanza che li divide, ancora una volta, si articola nel tempo e nello spazio. Nei soliti, spettacolari cieli di Makoto Shinkai il meteorite che precipita sulla terra disegna una traiettoria uguale, ma inversa, al razzo spaziale di 5 cm per secondo. Il cielo è tagliato dalle solite bisettrici, in segno di cattivo presagio, ma a differenza di 5 cm al secondo compaiono altre rette intersecanti. Svelano che Taki e Mitsuha si rincontreranno.




第 二 話 Capitolo secondo

La pioggia come elemento narrativo

video essay La lluvia como elemento narrativo en “El jardín de las palabras” autore Jorge Rodríguez soundtrack “A Rainy Morning” interpretato da Kashiwa Daisuke link https://vimeo.com/170075358


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Ne Il giardino delle parole tutti i temi caratterizzanti del cinema di Shinkai sono presenti: la solitudine, il legame, il tempo, la distanza. Presentati con straordinaria semplicità tutti questi argomenti vengono trasposti attraverso immagini di rara bellezza e silenzi straordinariamente quieti e allo stesso tempo ricchi di significato. La vicenda narrata è quanto mai particolare nella sua unicità: è il mese di giugno e la stagione delle piogge è appena iniziata, i protagonisti si incontrano, come se ci fosse un comune accordo, solamente nelle giornate di pioggia. Takao, studente delle superiori ricerca un rifugio dove passare il tempo ad esercitarsi su disegni di scarpe, la sua unica e vera passione, Yukino, invece dalla solitudine del suo piccolo appartamento e dalla sua sofferenza incompresa. Il giardino giapponese sen’en con i salici, i ciliegi, i glicini, le pietre e il ponticello, diventa il luogo ideale per far trovare la giusta serenità a due animi diversi, per spronarli ad aprirsi e a cercare un rimedio alla propria malinconia. La stagione delle piogge nutre quel giardino delle parole insieme alla bellezza poetica e travolgente, propria dei legami più improbabili e degli universi più distanti e fa nascere un dialogo profondo e complesso.


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L’uso della pioggia come mezzo narrativo per sottolineare l’intensità delle emozioni in gioco è assolutamente unico: se all’inizio le gocce sono semplici ticchettii gentili che danno il via agli eventi, sarà con il temporale finale che finalmente i due protagonisti troveranno modo di chiarirsi. Il giardino delle parole è uno dei rari casi in cui il sentimento amoroso non è trasmesso dai raggi del tramonto o da una primavera appena sbocciata, ma dall’incessante scroscio della pioggia, da quel cielo plumbeo che, invece di incutere tristezza, diventa piuttosto veicolo di speranza.

Il giardino delle parole è un film sia visivo che sonoro, dove il rumore della pioggia, dei passi, i suoni ambientali e i brevi dialoghi creano un’atmosfera di impatto e le musiche del compositore Daisuke Kashiwa mettono in risalto i colori ambientali, i paesaggi e l’armonia che i personaggi condividono con gli sfondi magistralmente resi e che restano la parte caratterizzante dell’opera.


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Vengono sapientemente combinati i silenzi, anch’essi parti integranti della narrazione come in un gioco di luci ed ombre, che man mano si trasformano in parole scambiate di sfuggita per sfociare in dialoghi dove entrambi i protagonisti imparano a conoscersi sempre di piÚ ed a diventare una presenza fonadamentale l’una per l’altra.


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Shinkai, inoltre, arricchisce la pellicola di simbolismi: la pioggia immagine di solitudine e di tristezza, diventa trasposizione di qualcosa che non può essere controllato o fermato, esattamente come l’amore, inoltre l’abilità del protagonista nel creare calzature diviene metafora (sottintesa ed esplicita) del reciproco supporto che i due protagonisti si forniscono a vicenda per camminare verso percorsi di crescita paralleli, che difficilmente, nonostante le aspettative, si intersecheranno. Né in un mattino di sole, né al caldo abbraccio del crepuscolo, né sotto un cielo nuvoloso.


Mi limito a osservare i dettagli della vita quotidiana. Il mondo ha giĂ creato ogni cosa alla perfezione.

makoto shinkai



書 誌 Bibliografia e sitografia

Il cinema d’animazione di Shinkai Makoto, tesi di Valentina Favero, a.a. 2015/16, Università Ca’ Foscari, Venezia http://www.prismomag.com/cieli-makoto-shinkai/ https://nonvedono.blogspot.it/2017/10/speciale-makotoshinkai-monografia.html http://benjaminmcevoy.com/shinkai-makoto-createssense-love-loss/ http://shinkaimakoto.jp http://nopybot.com/2013/06/04/observations-in-thegarden-of-words-an-explanation-of-shoes-rain-and-love/


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