Walker Evans Let - Us Evans Now Praise Common Things

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Walker— Evans Let Us Now Praise Common Things



corso Storia dell’arte contemporanea e linguaggi della comunicazione visiva docente Sergio Giusti a.a. 2017/18

Maria Teresa Pansino


L’artista è un collezionista di immagi raccoglie le cose con gli occhi. Il seg fotografia è che la macchina assume e la personalità di chi la tiene in man La mente lavora attraverso la macch


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Walker Evans

ini che greto della e il carattere no. hina.

1903—1975

Walker Evans è uno dei più importanti nomi della fotografia del XX secolo; grazie al suo operato contribuisce a nobilitare il genere della fotografia di documentazione, sperimenta i rapporti tra immagine e scrittura, fino ad influenzare la Pop Art. Grazie all’incarico della Farm Security Administration, ente governativo che intende documentare lo stato degli USA negli anni della Grande Depressione, reinventa la fotografia documentaria e realizza alcuni degli scatti più iconici di sempre. Ma la ricerca di Evans va oltre la dimensione sociale. Nei suoi scatti dominano le architetture, gli oggetti, la quotidianità che, paradossalmente, rappresenta in maniera puntuali il più realistico e irrealistico dei miti: l’America. Un intellettuale che mise la fotografia al servizio di un progetto culturale lungo quanto la sua vita stessa, che ebbe per obbiettivo la scoperta, l’analisi, la raccolta e la conservazione di un aspetto fondamentale della cultura visuale americana. Quell’universo di oggetti, visioni e funzioni sociali che va sotto il nome di vernacolare.


Signs, New York, 1928-29, 28.3 x 19.1 cm Broadway, New York, 1930, 26.9 x 23.3 cm

Gli inizi

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L’incidente fotografico Truck and Sign, New York, 1928-30, 13.7 x 23.3 cm Man and Movie Poster, New Orleans, 1936, 15.6 x 17.1 cm

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Nella semplicità compositiva la fotografia produce ciò che Evans descive come un “fenomeno inconscio” che scaturisce in un incredibile “incidente compositivo”: la gigantesca insegna luminosa— simbolo del mondo moderno, del consumo e del rinnovamento costante—va a scontrarsi col significato riportato dalle lettere: DEMAGED, danneggiato, a presagire il declino verso cui la società americana andrà presto in contro.


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Lo scatto, realizzato probabilmente con una camera a mirino ad angolo retto, che Evans utilizza di modo che il soggetto rimanga inconsapevole dello scatto, diviene specchio di una societĂ divisa fra la miseria, rappresentata dall’uomo di colore, il cui volto è segnato dalla preoccupazione, ed il benessere, alle sue spalle infatti trinfano i sorrisi sgargianti riportati su un manifesto cinematografico.


Tin False Front Building, Alabama, 1936, 24.1 x 33 cm Roadside Store with Advertisements on Faรงade, Alabama, 1936, 20 x 25.4 cm Cherokee Parts Store Garage, Atlanta, 1936 Gas Station, Reedsville, 1935 19 x 24.3 cm Star Pressing Club,Vicksburg, Mississippi, 1936, Posters covering a building near Lynchburg, Tennessee, 1936, 19 x 19 cm

Let Us Now Praise Famous Men

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Quello fra il 1935 e il 1936, è uno dei momenti più produttivi della carriera di Walker Evans; crea infatti molti fra i suoi scatti più iconici ad esempio quelli realizzati nella contea di Hale, in Alabama, durante l’estate del 1936, in compagnia dello scrittore James Agee, per il loro libro, Let Us Now Praise Famous Men. Lo sguardo del fotografo percorre i paesi sperduti dell’Alabama soffermandosi su particolari mai prima ritenuti interessanti: le vetrine dei modesti empori, le loro insegne minimaliste, i cartelli pubblicitari, gli oggetti in vendita, ma anche panchine, attrezzi inutilizzati, nonché carcasse di auto e persino spazzatura abbandonata; tutte cose a suo modo di vedere caratterizzano la provincia americana. Perché, nella sua visione, il paese andava raccontato non attraverso l’ingannevole apparenza delle grandi metropoli, bensì mostrando la realtà marginale, lontana dalla modernità esibita dai grattacieli; una realtà fatta spesso di strade polverose, di edifici di legno, di dimesse main street di cittadine periferiche, di architetture minime, di fattorie in mezzo al nulla, di paesaggi rurali e contesti popolari. È la scelta del linguaggio vernacolare.


Front Street, New York, 1963, 30.3 x 18.3cm Roadside Gas Sign, 1929, 10 x 16.5 cm

Il vernacolare

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Gli ultimi anni

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Nel 1973, all’età di 70 anni, Evans iniziò ad usare una fotocamera Polaroid SX-70. Nei due anni precedenti alla sua morte, nel 1975, aveva realizzato oltre 2.600 foto istantanee a colori ed altre in bianco e nero. L’inquadratura di molte di queste Polaroid è vicina, intima, astratta e tuttavia stranamente banale; attraverso la SX-70, lasciando da parte tutte le complicazioni della tecnica fotografia, Evans porta la sua fotografia all’ estremo essenziale: l’osservazione e la scelta del soggetto. Gli scatti realizzati rinnovano l’attenzione sugli oggetti comuni scomposti e colti, con immediatezza, nelle loro linee essenziali: immagini di lettere, poster, cartoline... immagini di immagini.

Non cercavo niente; le cose mi cerc o almeno così mi sembrava; mi chia


cavano, amavano.


www.metmuseum.org www.moma.org www.metmuseum.org www.mutualart.com www.fotografiaeuropea.it smargiassi-michele.blogautore.repubblica.it

Lo stile documentario in fotografia: da August Sander a Walker Evans 1920—1945, Olivier Lugon, Electa editore, Milano 2008

Bibliografia e sitografia


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