PISA UniversitĂ , boom di ingegneri e medici E le donne preferiscono la trienn e PISA - Hanno in media 25 anni e sono per lo piĂš ingegneri e medici i laureati dell'universitĂ di Pisa. Sono le principali indicazioni contenute nel rapporto statistico 2007-2009 del Progetto Stella, che monitora le performance dei laureati di io atenei italiani. Inoltre, a Pisa aumentano le donne che si iscrivono alle lauree triennali o a ciclo unico, e migliorano i dati relativi al conseguimento della laurea nei tempi previsti: il 65% degli iscritti alla triennale; si passa inoltre dal 42% del 2007 al 6o% del 2009 per coloro che ottengono la laurea specialistica senza ritardi.
TORNA LA PROTESTA
Oggi precari e studenti okkupano il rettorato Tornano le «okkupazioni» in vista del voto parlamentare di oggi, a Firenze come in altre città italiane. Ad essere preso di mira, stamattina, sarà il rettorato dell'Università di Firenze, in piazza San Marco. Nonostantei promotori dell'appuntamento sottolineino che si tratta di un gesto «simbolico» - e che dall'ateneo assicurino che non ci sarà interruzione di pubblico servizio si tratta dell'ennesima giornata nazionale di mobilitazione con manifestazioni «in difesa dell'Università e della ricerca pubbliche, contro il Ddl Gelmini, contro i tagli della Finanziaria, contro le politiche del Governo Berlusconi». Contro, insomma. E mentre a Roma manifestano gli studenti fiorentini, in città l'«okkupazione» annunciata andrà in scena a partire dalle 11,45 in piazza San Marco. L'appello di ricercatori, precari e studenti è di aderire numerosi: «Il30 novembre la controriforma Gelmini dell'Università è stata approvata alla Camera nonostante la grande mobilitazione degli atenei e delle scuo-
Il rettorato di Firenze «okkupato» a fine novembre
Intanto l'ateneo inaugura la prima aula per disabili alla facoltà di Scienze della Formazione le del Paese, con la partecipazione di tutte le componenti: studenti, professori, ricercatori, precari, dottorandi, lettori-Cel, tecnico-amministrativi. Adesso sono stati convocati i capigruppo del Senato per decidere sui tempi del-
la discussione e della votazione del Ddl. Nell'interesse dell'Università e del Paese non deve essere approvato al Senato». All'appuntamento fiorentino parteciperanno i ricercatori dell'ateneo di Firenze: «Occorre mantenere unita e compatta la nostra mobilitazione anzi farla ulteriormente crescere, sia per gestire gli aspetti più immediati (sofferenza finanziaria e strutturale della ricerca e della didattica) sia per dare il nostro contributo all'elaborazione che si sta sviluppando a livello nazionale circa le nostre proposte di riforma «vera». Intanto, sempre oggi - alle 12, alla facoltà di Scienze della formazione, in via Laura 48, al 1' piano - sarà inaugurata un'aula attrezzata con postazioni e strumentazioni ideate per gli studenti con disabilità. All'inaugurazione parteciperanno la delegata per la disabilità dell'ateneo Sandra Zecchi, la preside di Scienze della formazione Simonetta Ulivieri e la delegata per la disabilità della facoltà Tamara Zappaterra.
7/ini,1,12/N, In piazza studenti, precari, terremotati Sb di FABIO ROSSI
ROMA - Una città blindata, almeno nel centro storico, accoglierà le decine di migliaia di manifestanti da tutta Italia attesi per oggi nella Capitale. Al quali si aggiungerà un numero imprecisato di romani che scenderanno in piazza nel giorno più lungo, almeno per il 2010, della politica italiana. Saranno circa 1500 gli uomini impiegati dalla questura di Roma, in occasione della manifestazione organizzata dagli studenti, contro il ddl Gelmini e per chiedere la sfiducia al Governo. A questi si aggiungeranno centinaia di vigili urbani, chiamati a regolare una viabilità che, nel centro cittadino, si prevede molto difficile. Agli studenti, peraltro, si aggiungeranno le categorie più disparate: dai precari ai terremotati dell'Aquila, dai centri sociali al popolo viola, ai campani che protestano per l'emergenza rifiuti. L'accesso a piazza Montecitorio sarà bloccato con i blindati delle forze dell'ordine, così come altre sedi istituzionali. Si cercherà di evitare il più possibile il contatto dei manifestanti con gli agenti: per questo a sbarrare l'accesso alle zone vietate saranno le camionette della polizia. A complicare le cose c'è però l'assoluta imprevedibilità delle manifestazioni di oggi. «Metteremo in campo tutti gli uomini possibili, con in prima fila quelli del I gruppo e del gruppo intervento traffico», assicura il comandante della polizia municipale Angelo Giuliani. I concentramenti sono previsti (non c'è un orario ufficiale) a partire dalle 9. Due i luoghi principali per l'afflusso dei partecipanti ai cortei: piazzaleAldo Moro (davanti all'ingresso principale della Città universitaria) e piazza del Colosseo. Ma ce ne saranno almeno altri due: piazza della Repubblica, per chi arriva alla stazione Termini, e piazzale dei Partigiani. per chi utilizza lo scalo ferroviario Ostiense. Piramide è anche il luogo scelto per
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il raduno degli Autorganizzati di Roma. esteso agli studenti dei licei Virgilio. Visconti, Tacito, Mamiani. Talete, Lucrezio Caro, Morgagni. Manara, Kennedy, Caravillani. Cavour, Ripetta, Pinturicchio, Colonna, Albertelli, Montale, Pasteur, Anco Marzio. I diversi cortei si incontreranno in via dei Fori Imperiali, per andare in direzione di piazza Venezia e di Montecitorio. E lì si vedrà: la Questura è orientata a consentire ai manifestanti di sfilare verso corso Vittorio e il lungotevere. ma gli organizzatori annunciano di voler arrivare fino alla Camera dei deputati; le forze dell'ordine, pur non volendo creare '4zone rosse" fisse, dovranno comunque creare delle aree cuscinetto tra i cortei e i Palazzi della politica. In tutto questo, ovviamente. il traffico rappresenta un vero e proprio rebus. Anche perché è probabile che si formeranno sit-in spontanei emini-cortei, fuori dai tracciati principali, in diversi punti della città, in particolare
nel centro storico, con alto rischio per le strade laterali dei percorsi principali e per quelle prossime al Tridente. L'unica alternativa praticabile, per i romani, sarà come sempre il trasporto pubblico. Ma se le due linee metropolitane saranno chiamate a reggere un urto ancora maggiore del solito, visto anche il periodo natalizio, per bus e tram si prevede una giornata davvero difficile. La mancanza di orari epercorsi "ufficiali" dei cortei ha reso impossibile, per l'Atac, mettere a punto un piano di deviazioni e limitazioni delle linee del trasporto pubblico di superficie. Gli ispettori dell'azienda saranno in strada fin dalle prime ore del mattino, per organizzare "a vista" le modifiche necessarie alla rete dei collegamenti su gomma e su rotaia. Saranno oltre cinquanta, comunque, le linee interessate. In ogni caso, possono considerarsi a rischio tutti gli autobus che transitano nelle zone interessate dai cortei. e in particolare quelle tra Tridente, Colosseo e Termini.
Piazza Montecitorio blindata in occasione del varo della riforma universitaria. Oggi l 'intera area fra Camera e Senato sarà proclamata "zona rossa"
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OGGI IN PIAZZA SAN MARCO
Prof, precari e ricercatori occupano il rettorato I RICERCATORI dell'Ateneo di Firenze parteciperanno alla Giornata nazionale di mobilitazione indetta per oggi con manifestazioni a Roma e in tutta l'Italia in difesa dell'università e della ricerca pubbliche contro il ddl Gelmini e i tagli della Finanziaria. A Firenze è prevista l'occupazione del Rettorato dell'università, in piazza San Marco, alle 11.45., con la partecipazione di studenti, professori, ricercatori, precari, dottorandi, lettoriCel, tecnico-amministrativi. «Il 30 novembre la controriforma Gelmini dell'Università è stata approvata alla Camera nonostante la grande mobilitazione degli Atenei e delle Scuole dell'intero Paese, con la partecipazione di tutte le componenti. Il 14 dicembre sono stati convocati i capigruppo del Senato per decidere sui tempi della discussione e della votazione del Ddl. Nell'interesse dell'università e del
Paese non deve essere approvato - dice Alberto Di Cintio, rappresentante dei ricercatori nel cda dell'università di Firenze - Come ricercatori adesso, più di prima, occorre mantenere unita e compatta la nostra mobilitazione, anzi farla ulteriormente crescere, sia per gestire gli aspetti più immediati (sofferenza finanziaria e strut-
«Continuare La mobilitazione contro La riforma» Pronte nuove iniziative turale della ricerca e della didattica) sia per dare il nostro contributo all'elaborazione che si sta sviluppando a livello nazionale circa le nostre proposte di riforma "vera" a partire dal definitivo riconoscimento del nostro stato giuridico atteso ormai da 30 anni».
Cnsi Bedincioni, appello dai dipendenti
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FIRENZE - I ricercatori dell'ateneo di Firenze annunciano l'intenzione di partecipare alla Giornata nazionale di mobilitazione indetta per oggi con manifestazioni a Roma e in tutta l'Italia in difesa dell'università e della eicerca pubbliche, contro il Ddl Celmini e contro i tagli della Finanziaria. A Firenze in segno di protesta è prevista una occupazione del rettorato del'Università in piazza San Marco. All'iniziativa prenderanno parte tutte le componenti: studenti, professori, ricercatori, precari, dottorandi, lettori-Cel, tecnico-amministrativi.
Per oggi, spiegano i ricercatori, sono stati convocati i capigruppo del Senato per decidere sui tempi della discussione e della votazione del Ddl. E questo li rafforza nella volontà di far sentire la propria voce.
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dall'inviata MAURIZIO MARIA FOSSATI - ORLANDO (Usa) LEUCEMIA mieloide cronica: i nuovi farmaci stanno cambiando la storia della malattia che diventa, giorno dopo giorno, meglio curabile. Oggi la sopravvivenza dei pazienti ha raggiunto il 95 per cento a 8 anni, un successo conquistato anche grazie all'importante contributo clinico degli ematologi italiani. E la conferma arriva dal 52' Convegno annuale dell"American Society of Hematology' tenutosi a Orlando. La svolta decisiva era stata imboccata tre anni fa con la scoperta di una nuova molecola, il dasatinib, nato nei laboratori Bristol-Myers Squibb.
OGGI arriva 1"ìncoronazione ufficiale', supportata dai risultati che sono stati presentati al Congresso di Orlando a 18 mesi dal termine dello studio internazionale `Dasision', condotto su 519 pazienti di 26 Paesi, inclusa l'Italia. Oggi, infatti, l'Agenzia europea per i medicinali (Ema) ha espresso parere favorevole per l'impiego del dasatinib come `farmaco di prima scelta' nella cura della leucemia mieloide cronica. E ora l'Agenzia italiana del farmaco (Aifa) dovrà deciderne la fascia di rimborsabilità del medicinale, estremamente facile da usare: prevede infatti l'assunzione per bocca (una compressa al giorno). «La leucemia mieloide cronica - spiega Michele Baccarani (nella foto), professore all'Università di Bologna - è un tumore delle cellule del sangue e del midollo osseo a progressione lenta la cui prevalenza sta aumentando poiché i pazienti vivono più a lungo. Ogni anno in Italia si registrano
circa 1.000 nuove diagnosi. Ha un'incidenza del 15 per cento rispetto a tutte le leucemie degli adulti e di circa il 2-3 per cento rispetto a quelle dell'infanzia. Oggi, l'ampliato ventaglio farmacologico, oltre a favorire la cura migliore, abbassa anche l'ansia dei malati che si sentono più sicuri sapendo di non essere legati a un unico farmaco e al rischio di non poterlo assumere a causa di intolleranze o effetti collaterali negativi. Dobbiamo quindi rallegrarci di possedere dasatinib, una nuova, potente arma per il trattamento di prima linea della leucemia mieloide cronica Philadelphia positiva». Il progresso nella lotta a questa malattia è stato rapido, ma non privo di difficoltà. Fino a una decina d'anni fa c'erano solo chemioterapia, interferone alfa e trapianto
di cellule staaninali da midollo osseo o da sangue periferico. PIÙ RECENTEMENTE le terapie a bersaglio molecolare (in particolare gli inibitori di tirosin chinasi) sono diventati il trattamento d'elezione. Ma ben presto ci si è accorti che la molecola usata (imatinib) nel 25 per cento dei pazienti trattati creava resistenza primaria o secondaria, cioé perdita di efficacia. E alcuni malati dovevano addirittura sospendere la cura a causa degli effetti collaterali. Ecco perché oggi viene accolta con grande sollievo l'approvazione europea dell'utilizzo della nuova molecola, dasatinib, come farmaco di prima scelta per tutti i pazienti leucemici mieloide-cronici, compresi quelli che hanno manifestato resistenze o intolleranze alle terapie precedentemente utilizzate. Un farmaco che in vitro ha dimostrato di essere 325 volte più attivo del predecessore nell'inibire la proteina responsabile della progressione del male.
INDAGINE
costi dei cervelli in fuga L'Italia avrebbe ceduto quasi 4 miliardi di euro ai Paesi che hanno accolto i nostri talenti nella ricerca dal 1989 a oggi, secondo uno studio dell'1Com (istituto per la Competitività ), presentato dalla Fondazione Lilly a Roma. Lo studio ha valutato economicamente la fuga dei top scientist italiani negli ultimi 20 anni. In questi anni sono stati depositati 155 domande di brevetto di cui l'inventore principale è tra i top 20 italiani all'estero mentre 301 sono i brevetti a cui i nostri hanno contribuito come ricerca per un valore di 2 miliardi di euro, piÚ 1,7 miliardi considerando i brevetti realizzati all'estero ai quali partecipa un italiano.
OGGI QUATTRO CORTEI NELLA CAPITALE. TREMILA UOMINI DELLE FORZE DELL 'ORDINE VIGILERANNO
Gli studenti minacciano: «Violeremo la zona rossa» - ROMA -
QUATTRO cortei, oggi, per tremila uomini delle forze dell'ordine. Montecitorio, palazzo Madama, palazzo Grazioli blindati e gli studenti, insieme con precari, anti-discarica di Terzigno, gruppi dei centri sociali del Nord, Fiom e Cgil, pronti ad arrivare fino ai palazzi della politica. Gli studenti hanno lanciato la sfida: «Violeremo le zone rosse» e c'è da giurare che i tentativi non mancheranno. Gli organizzatori hanno fissato quattro cortei che partiranno da punti diversi (il maggiore dovrebbe essere quello della Sapienza con gli universitari) per riunirsi in piazza Venezia. Oltre non ci sono le autorizzazioni per andare, ma i manifestanti - che il comitato «Uniti contro la crisi» giura saranno oltre 50.000 - vogliono «assediare» Montecitorio per sfiduciare «dal basso» il governo anche, ma non solo, per la riforma Gelmini dell'università. In città c'è preoccupazione anche se i servizi segreti hanno escluso la presenza di blackblock. Se i violenti vestiti di nero mancheranno, ci
saranno invece i book-block, giovani nascosti dietro gli scudi di opere letterarie famose. Le copertine, votate attraverso Internet, saranno: «La volontà di sapere», dello storico e filosofo francese Michel Foucault; «1984» di George Orwell; «Il cavaliere inesistente» di Italo Calvino. REPARTI schierati a difesa dell'area dei palazzi della politica, ma anche dei monumenti e dei simboli di Roma: la Digos teme che i giovani, se costretti a ripiegare senza raggiungere Montecitorio, possano indirizzarsi altrove. In aggiunta ai cortei si alternerà anche la protesta del «popolo viola»: una catena umana da piazza San Marco cingerà la «zona rossa» in risposta alla «blindatura» del centro storico. Ieri i responsabili del gruppo hanno protestato con veemenza per la chiusura, temporanea, delle proprie pagine Facebook. Il servizio è stato ripristinato dopo qualche ora, ma le polemiche non sono mancate. L'atmosfera, come si vede, non è assolutamente tranquilla. S.M.
TENSIONE La manifestazione anti Gelmini del 30 novembre a Montecitorio con lanci di fumogeni e scontri (Ansa)
Cinque cortei cercheranno questa mattina di raggiungere Montecitorio e il Senato :' Non ci faremo fermare dalle zone rosse"
Studenti in piazza, blindato il centro di Roma 19 9 Il U 9f11
ROMA-La capitale a rischio paralisi. A Roma, nel giorno della fiducia al governo, oltre 50.000 studenti arriveranno da tutta Italia «per sfiduciare, dalle piazze, Berlusconi e i suoi ministri». Equesto lo slogan della protesta disti denti, ricercatori, precari, operai, terremotati aquilani che, alle 9 e30, partiranno da diversipunti della città e tenteranno di arrivare proprio sotto Montecitorio. «L'obiettivo spiegano gli universitari-è manifestare davanti a Montecitorio e al Senato. Siamo sicuri che l'accesso a piazza Montecitorio sarà vietato così come ci saranno anche altre zone off limits, ma noi sfonderemo la linea rossa». Il centro della città sarà blindatissimo. Super protetti ipalazzidelpotere: invalicabile lo sbarramento della polizia per accedere a Montecitorio. I parlamentari sono già stati avvisati tramite un sms che li invitava a raggiungere Palazzo Mada-
ma all'alba. 'Tuttavia non ci sarà nessun a zona rossa, dicono dalla questura, ma al contrario, verrà attuato un dispositivo a "semaforo". Si alterneranno chiusureermetiche di alcune strade ad aperture totali. Al grido di "Io non mi fido", gliuniversit ari provenien ti da tutta Italia partiranno alle 9.30 dalla Sapienza. Con loro sfileranno i ricercatori del tetto di piazza Borghese, le lavoratrici e i lavoratori della cultura, della comunicazione, della formazione e dello spettacolo. Alla stessa ora gli studenti di diversilicei della città simuoveranno dapiazzadellaRepubblica. Il corteo di universitari di Roma Tre si formerà alla Piramide e gli studenti autorganizzatisi daranno appuntamento a Trastevere. Dal Colosseo i quattro cortei si uniranno agli 'Uniti contro la crisi" (da Action ai terremotati aquilani, dalla Fioco agli attivisti di Chiaiano) per partire alla volta di Montecitorio. ^s RIPRODUZIONE R.13ERVATA
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ATENEO
2 5 anni l'età media di laurea per lo più ingegneri e medici PISA. Si immatricolano più giovani, si laureano mediamente a poco più di 25 anni e sono in maggioranza ingegneri e medici. È questo il profilo dei laureati dell'Università di Pisa che emerge dal rapporto statistico 2007-2009 del Progetto Stella, l'iniziativa interuniversitaria che monitora le perfor-
mance dei laureati di 10 atenei, tra cui Pisa (Università e Scuola Sant'Anna), Milano (Università degli Studi, Milano-Bicocca, Iulm e Cattolica), Pavia, Palermo, Bergamo e Brescia. I risultati sono stati presentati a Milano. In rapporto agli altri atenei - in cui si registrano significative diminuzioni - l'Università di Pisa ha registrato negli ultimi tre anni un andamento positivo e costante nel numero complessivo di laureati, che è sempre stato superiore alle 7.000 unità all'anno. Per quanto riguarda la distribuzione tra i vari corsi di studio, anche nel triennio 2007-2009 il maggior numero di laureati appartiene al gruppo di Ingegneria (4.236 unità, pari al 19%), seguito ancora una volta da quello medico (2.800 unità circa, pari al 12,5%). E significativo notare come i gruppi disciplinari che hanno fatto registrare il maggiore incremento rispetto al triennio precedente sono il politico-sociale (+ 286 unità) e il geo-biologico (+206). Analizzando la distribuzione per genere, come nel precedente rapporto, le femmine superano i maschi (11.029 contro 10.336, con uno scarto positivo di 693), con un dato
Ecco il profilo
dei dottori che escono dalla nostra università
che registra però una distribuzione disomogenea tra i tipi di laurea: la presenza femminile è infatti particolarmente forte nelle lauree triennali e nelle lauree a ciclo unico, mentre quella maschile è più evidente nei corsi specialistici. Per quanto riguarda la durata degli studi, i dati confermano un assestamento della quota dei laureati triennali che conseguono il titolo in tempi regolari pari al 65%, mentre per i laureati della specialistica la quota va sensibilmente migliorando negli anni passando dal 42% del 2007 al 60% del 2009. Inoltre è diminuita l'età media all'i- La consegna delle lauree scrizione, passando da 22 an-
ni nel 2007 a 20,7 nel 2009. Di pari passo aumentano gli iscritti con meno di 20 anni, passando dal 53% del 2007 al 68,2% del 2009. Sostanzialmente stabile è il dato che riguarda l'età alla laurea, con un'età media di conseguimento del titolo a 25,6 anni. Il rapporto Stella dà indicazioni precise anche sulla provenienza dei laureati dell'Università di Pisa con la Toscana che si conferma il bacino di utenza più grande con un totale di 14.410 sui complessivi 21 .365 (pari al 67,4%), seguita da Liguria (1.232), Sicilia ( 1.013, con un incremento del 3,9 % rispetto al triennio precedente), Puglia (878) e Calabria (656).
Ogni anno ottengono il titolo oltre settemila giovani
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I docenti bocciano la sperimentazione
L'inflazione disediecorsi DI FEDERICO FIORENTINI
tiamo lavorando per supportare le Università toscane in un necessario percorso di innovazione che inizia subito e ci porterà, insieme, all'Università 2030»: così si è espressa Stella Targetti, vicepresidente di Regione Toscana con delega proprio ai rapporti con le Università, concludendo la presentazione del rapporto Irpet sul sistema universitario in Toscana, avvenuta mercoledì 1 ° dicembre giorno successivo all'approvazione alla Camera del disegno di legge promosso dal ministro dell'Istruzione Mariastella Gelmini - presso l'auditorium fiorentino di Santa Apollonia. Per l'Irpet l'Università toscana è «ipertrofica, lenta, poco efficiente»; una sorta di «fabbrica che ancora oggi impiega troppo tempo per realizzare il proprio prodotto (i laureati), organizzata in modo inefficiente (eccessiva proliferazione dei corsi e delle sedi decentrate) e con un basso tasso di produttività (troppi gli abbandoni)». Nel dettaglio, la pubblicazione analizza dati che vanno dall'anno scolastico 2000/2001 (ultimo del «vecchio ordinamento» quadriennale) al 2007/2008, mostrando i mutamenti provocati dall'introduzione del «cosiddetto 3+2», la divisione della carriera universitaria in due tranche. Come ha
sottolineato il direttore Irpet Nicola Bellini, il rapporto intende «offrire un contributo al dibattito che attualmente sta infervorando addetti ai lavori e opinione pubblica, offrendo dati e fotografando situazioni, cercando quella "evidenza empirica" cara agli anglosassoni. Per quanto riguarda l'interpretazione di questi fatti e le loro implicazioni possiamo solo fornire dei suggerimenti, in modo da semplificare i processi decisionali delle istituzioni politiche. Abbiamo inoltre applicato a questi dati gli strumenti dell'analisi economica, consapevoli comunque che l'università non può essere trattata esclusivamente nella sua dimensione industriale». Il rapporto è stato illustrato da Nicola Sciclone (dirigente responsabile dell'Area di ricerca Irpet), il quale ha affermato che «l'università è lo specchio più fedele della situazione dell'intero paese: i suoi problemi riflettono quelli socio-economici dell'Italia, a iniziare dalla bassa produttività, l'inefficienza organizzativa, lo spreco di risorse, la scarsa innovazione e l'assenza di incentivi». Il primo dato a emergere è la leggera decrescita delle immatricolazioni nelle tre Università pubbliche toscane (Firenze, Pisa, Siena), passate dalle circa 23 mila del 2004/2005 alle 21 mila delle rivelazioni più recenti (2008/2009), a conferma della fine dell'impennata di iscrizioni che aveva caratterizzato gli anni
immediatamente successivi alla riforma. Un terzo dei nuovi studenti italiani non è residente in Toscana: le regioni più rappresentate sono Campania, Calabria e Sicilia. Gli stranieri viceversa - rappresentano solo il 4,3%, a riprova della mancanza di una dimensione internazionale nel mondo universitario italiano, sia per quanto riguarda docenti che discenti. Le ultime rilevazioni mostrano che le facoltà predilette dalle matricole sono Economia (14,3%), Lettere (13,2%) e Ingegneria (12,5%). Durante il periodo preso in esame sono incrementate le iscrizioni a facoltà scientifiche e tecniche (+ 17%) a fronte di un -16% in quelle umanistiche. Nell'arco temporale 2000/2008 un quarto degli studenti immatricolati al primo anno o si è ritirato (18%) o non ha acquisito alcun credito (cioè non ha sostenuto alcun esame, l'8%). I tassi di abbandono più bassi provengono dalle facoltà di Medicina e Architettura, a riprova dell'efficacia dell'accesso a numero chiuso in questo frangente. Dopo cinque anni dalla prima immatricolazione solo il 37% degli studenti ottiene la laurea triennale (dato poco positivo tenendo conto che viene concesso un margine di due anni) e appena il 6% quella quinquennale (poco più di un ventesimo degli iscritti, dunque, conclude il proprio curriculum universitario nei tempi preventivati). Il
risultato è un'età media di 24 anni per i laureati di primo livello, due in più del previsto. Un'articolata analisi statistica rivela che il passaggio al sistema 3+2 non ha ottenuto gli effetti sperati per quanto riguarda il numero di diplomati: la probabilità di conseguire una laurea «completa» è anzi diminuita del 5% rispetto a quando vigeva il «vecchio ordinamento». Se dal 2000 al 2008 gli iscritti sono aumentati del 10%, il numero di corsi di laurea del 231%. Una proliferazione accompagnata dalla moltiplicazione delle sedi (Follonica, Borgo San Lorenzo, Vinci, San Giovanni Valdarno...) e che riguarda soprattutto i corsi di laurea specialistica (il 40% del totale), i cui iscritti, tuttavia, sono meno di dieci nell'80% dei casi, e nel 60% non arrivano a cinque. Il rapporto Irpet sconfessa inoltre la validità della laurea «breve» come titolo di studio autonomo: il 60% dei laureati al triennio si iscrive alla specialistica, con punte dell'88% a Ingegneria e del 72% a Economia, proprio due fra le facoltà che dovrebbero avere il rapporto più diretto con il mercato del lavoro. Ultimo argomento toccato il
«rendimento» effettivo della laurea, «molto inferiore alle attese» non solo per quanto riguarda il tasso di disoccupazione (pressoché equivalente a quello dei non laureati): fino a 35 anni il salario lordo orario di un laureato è addirittura inferiore a quello di un coetaneo privo dello stesso titolo studio. Il «plusvalore» remunerativo della laurea è infatti «differito nel tempo», soprattutto per quanto riguarda medici e ingegneri. Infine il 51% dei laureati under 35 è «sotto inquadrato», ossia svolge un'attività lavorativa «inferiore alle attese». Tale percentuale tocca il 64% per le facoltà umanistiche, i cui exstudenti hanno comunque una carriera professionale inadeguata alle competenze nel 47% dei casi. Il ricercatore Scidone decide di concludere con una nota di ottimismo sulla situazione toscana, tutt'altro che esaltante ma comunque più rosea di quella nazionale: «Non solo i tassi di laurea triennale e magistrale sono fra i più alti d'Italia, ma il consistente aumento di iscritti alle facoltà scientifico-tecnico e il conseguente decremento di quelli alle umanistiche riflette una presa di coscienza delle necessità del sistema produttivo». L'incontro è proseguito con un dibattito prolungato cui hanno partecipato professori e rettori, oltre alla già citata Stella Targetti, alla quale i giornalisti presenti hanno chiesto un parere sul ddl Gelmini: «Sicuramente - ha risposto - ci sono elementi positivi, ma anche numerose incertezze, come quelle legate ai ricercatori, tenuti sostanzialmente otto anni in prova senza garanzie: un meccanismo che a prima vista sembra incrementare ulteriormente la dimensione del precariato. I più preoccupati sono evidentemente gli studenti, la cui contestazione evidenzia comunque un sentimento di disagio profondo, che non è limitato alle novità introdotte dalla riforma». Per quanto riguarda la ricerca presentata, secondo la vicepresidente della Regione, «al di là delle criticità emerse, l'Irpet fotografa una situazione regionale meno drammatica rispetto al resto del panorama italiano. Naturalmente siamo consapevoli della necessità di migliorare, e questo rapporto rappresenta infatti l'inizio di un percorso di sostegno della Regione nei cr, nfronti degli ,3tcnei toscani».
TOSCANA, alcuni segnali positivi ma anche qui non mancano le disfunzioni tipiche a cui la Regione vuoi contribuire a porre rimedio
E se la Regione collaborasse al governo degli Atenei? La categoria delle «luci» che si integrazione verso l'università del 2030»). E non contrappongono alle «ombre» è quella più ha chiuso la porta a una ipotesi - ieri fedele nel tentativo di sintetizzare il impensabile - in base a cui la Regione potrebbe corposo - e coraggioso - «rapporto 2010» avere un maggiore ruolo di governo anche curato da Irpet sul sistema universitario toscano. nell'Università («ma attenti alla nostra Presentato in un luogo-simbolo (all'epoca della autonomia», ha subito precisato un rettore). contestazione e della post contestazione A essere malata, secondo Irpet, non è tanto sessantottina, in Sant'Apollonia, c'erano diversi l'università toscana quanto l'intero sistema servizi universitari, fra cui una mensa che - come universitario nazionale; che non esce bene dalla ha ricordato con nostalgia Giuseppe Catalano, lente di ingrandimento dell'istituto per la oggi docente al Politecnico di Milano e ieri programmazione economica. Sembra quasi di studente universitario a Firenze - il venerdì avvertire un'invettiva don-milaniana (ricordate? offriva una carne «così dura» da essere La scuola come «ospedale che cura i sani» ma considerata una sorta di «oggetto contundente». «respinge i malati» e «crea differenze a volte Sui muri restano, ancora, antiche scritte di dura irrimediabili») nelle parole del comunicato contestazione ... anticapitalista. stampa irpettiano secondo cui l'Università Oggi SantApollonia - che poi era una chiesa toscana è «ipertrofica, lenta, poco efficiente»; una dove hanno pregato generazioni di benedettine sorta di «fabbrica che ancora oggi impiega troppo è una elegante sala congressuale. Qui è stato tempo per realizzare il proprio prodotto (i presentato il rapporto e la mattina non ha potuto laureati), organizzata in modo inefficiente contare sull'ospite più atteso, Alessandro (eccessiva proliferazione dei corsi e delle sedi Schiesaro: il braccio decentrate) e con destro, proprio per un basso tasso di l'università, di produttività (troppi LA FRAMMENTAZIONE DEI CORSI DI LAUREA Maria Stella gli abbandoni)». Gelmini, non è Nei tre atenei e Dal rapporto emerge la forte arrivato. nelle due scuole di frammentazione dei corsi di laurea Un rapporto di eccellenza toscani ( dal 2000 al 2008 gli iscritti sono Irpet, quello redatto «abitano» circa 116 aumentati del 10% ma i corsi del ... 231%). da Nicola Scidone e mila studenti con Con un risultato ovvio : l'8011/, dei corsi di presentato da oltre 800 corsi di laurea specialistica ha pieno di 10 studenti Nicola Bellini, che laurea (400 attivi). ( il 60% meno di 5). può legittimare E università, quella Poco appetibile la laurea triennale. commenti assai toscana, che attira Troppe le sedi distaccate. Troppi gli distanti («Ma allora molti giovani dal abbandoni (18 studenti su 100 ha proprio ragione Sud (in particolare abbandonano al primo anno ; entro il la Gelmini» titolava da Sicilia, secondo lasciano altri 25; dopo 5 anni la sezione toscana Campania e raggiungono la laurea di primo livello del giornale di Calabria). Ed è solo 37 su 100 e appena 6 quella di famiglia del università cui l'Irpet secondo livello). premier. «Siamo la tira le orecchie sotto A tre anni dalla laurea il 77% dei giovani prima regione molti punti di vista, ha una occupazione ( pia se quasi l'88(1/o italiana per numero compresa la sua appartiene all'arca «tecnica », a trovare di pubblicazioni», distribuzione subito lavoro soffrono molto - sono contrapponeva la territoriale: nei corsi appena il 54(1/o - i laureati nell'area parte toscana di un di primo livello «giuridica »). Fino a 35 anni un laureato quotidiano sono ben 19 i guadagna pieno di un diplomato. È solo ferocemente comuni sede di dopo che l'investimento in istruzione è antigovernativo. La corsi di laurea e 8 destinato a essere meglio retribuito. solita battaglia del con uno solo. La bicchiere mezzo logica è quella del vuoto o mezzo «laureato porta a pieno o delle porta» che non è visioni strumentali. Ma qui, con oltre 220 pagine molto da «industrial organization». Dove, in fitte di numeri e tabelle, forse la cosa migliore tutto il mondo, c'è vera efficienza, non esistono resta quella di leggerselo, il rapporto). simili atenei «porta a porta» ma si favorisce, al Non sarà dunque sembrato fuori luogo il contrario, la mobilità degli studenti (e dei commento di Stella Targetti, assessore toscana professori) con una «governante» in cui il mondo proprio ai rapporti con le Università e la Ricerca: economico-imprenditoriale è presente e attivo. la giovane vicepresidente, decisamente più fresca Per Alessandro Petretto, presidente Comitato di studi rispetto a tanti altri commentatori o Scientifico Irpet, il sistema universitario italiano è attori della scena politica toscana, un po' ha «in una fase di difficile transizione» e in nessun stupito con un giudizio - rilasciato ai giornalisti paese industrializzato è immaginabile attuare - assai «prudente» sulla riforma Gelmini (certo una riforma universitaria ambiziosa tagliando, sbagliata negli strumenti scelti - ha precisato contemporaneamente, i fondi. Questa l'accusa ma non nella volontà di cambiare un sistema più forte alla Gelmini. oggi profondamente malato). Ha rilanciato, In anni di «federalismo», la Regione potrebbe Stella Targetti, verso un futuro neppure troppo inviare «segnali e incentivi virtuosi» e collaborare vicino («Stiamo lavorando per supportare le nel governo degli atenei? Questa, di Petretto, la università toscane in un necessario percorso di domanda che chiude il rapporto. E apre la innovazione, che inizia subito e ci porterà, politica. insieme, a disegnare anche i possibili scenari di Stefania Moretti
DENTRO LA «FABBRICA DELLA CONOSCENZA» T utto da leggere il capitolo sull'offerta didattica, secondo cui oltre il 60% dei corsi attivi nel biennio specialistico ha meno di 5 studenti immatricolati . Come se l'Università, invece di rispondere a una domanda effettiva, fosse chiamata ad accontentare le esigenze della struttura . Dove non sta male, l'Università toscana rispetto alle altre italiane ma anche su dimensione europea, è in quello che il rapporto chiama la «fabbrica della conoscenza». Nei dati sulle pubblicazioni scientifiche siamo, fra le regioni d'Europa, al ventunesimo posto ma saliamo al diciassettesimo se raffrontiamo le pubblicazioni con il numero degli abitanti. Il nostro buon posizionamento rispecchia la presenza, in Toscana, di una infrastruttura di ricerca articolata: oltre ai 3 atenei di Firenze, Pisa e Siena - che fra ordinari, associati e ricercatori contano oltre 5.100 addetti alla ricerca - e alle scuole di formazione superiore (altri 300 ricercatori), hanno sede in Toscana una trentina fra istituti, sezioni e centri del Cnr concentrati soprattutto tra Firenze e Pisa (rispettivamente 1.100 e 550 addetti alla ricerca). Riguardo le borse di studio, in Toscana circa 6 studenti su 100 ne hanno una (5 a Firenze, 7 a Pisa, 8 a Siena): in termini assoluti si tratta di circa 10 mila studenti. Da notare che qui c'è una bella « luce»: le richieste degli studenti sono, in Toscana, soddisfatte al 100%. Ad avere le «borse» in maggioranza sono donne, diplomati alle medie superiori con una votazione media maggiore degli altri studenti, provengono più da istituti tecnici professionali che dai licei, in una quota molto elevata hanno conseguito il diploma all 'estero, si iscrivono soprattutto a «Lettere e Filosofia» e ad «Economia».
Il «plusvalore economico» della laurea è differito nel tempo, specie per facoltà come Medicina e Ingegneria. Così i trentacinquenni non laureati guadagnano in media all'ora addirittura di più rispetto ai loro coetanei con l'ambìto «pezzo di carta in mano»
Università, 13 studenti denunciati per la
manifestazione i Tredici denunce sono state decise dalla questura di Siena nei confronti di altrettanti partecipanti alla manifestazione studentesca svoltasi a Siena lo scorso trenta novembre. Una iniziativa svoltasi nel pomeriggio nelle strade adiacenti al centro storico che provocò molte difficoltà al traffico ma senza particolari tensioni. I reati ipotizzati verso i denunciati, i cui nomi ancora non si conoscono, così come i criteri con i quali sono stati scelti, sono interruzione di pubblico servizio e manifestazione non autorizzata. Intanto anche ieri mattina nel centro storico è sfilato un corteo di universitari contro la riforma universitaria. Stamani invece i sindacati Cisal, Cisl, Cisapuni, Rdb, Ugl e Rua terranno in piazza del Duomo, di fronte alla prefettura, una manifestazione per protestare contro la politica dell'attuale rettore Riccaboni sul salario accessorio. Questi sindacati temono un taglio di 120 euro al mese dallo stipendio mensile perché si devono recuperare denari erogati in più secondo quanto ha accertato la relazione sui conti dell'ateneo dell'ispettore del ministero dell'economia. Le proposte dell'amministrazione non piacciono neanche alla Flc Cgil che critica i toni duri di chi ha proposto la manifestazioni di stamani. «Riteniamo - si legge in una nota - che la questione non sia solo quella della determinazione dello speso in più e di come questo sia stato utilizzato, ma del come si inciderà sulle risorse disponibili per i prossimi anni per tutte le politiche sul personale». A.MAT.
Università, crescono i laureati. Boom di ingegneri e medici i a- - __ ` _ del Progetto Stella sull'Ateneo: aumentano gli studenti che si laureano in tempo GABRIELE MASIERO PISA toscana@unita.it
anno in media 25 anni e sono per lo più ingegneri e medici i laureati dell'università di Pisa. Sono le principali indicazioni contenute nel rapporto statistico 2007-2009 del Progetto Stella, che monitora le performance dei laureati di 10 atenei italiani. Inoltre, a Pisa aumentano le donne che si iscrivono alle lauree triennali o a ciclo unico, e migliorano i dati relativi al conseguimento della laurea nei tempi previsti: il 65% degli iscritti alla triennale, si passa inoltre dal 42% del 2007 al 60% del 2009 per coloro che ottengono la laurea specialistica senza ritardi. Rispetto alle altre università, Pisa però fa registrare anche un trend positivo sul numero dei laureati. «Negli ultimi tre anni - spiega una nota dell'ateneo - si ravvisa un andamento positivo e costante nel numero complessivo di laureati, che è sempre stato superiore alle 7 mila unità all'anno». Tra que-
sti a recitare la parte del leone sono ancora ingegneri e medici, confermando i dati del precedente triennio. I laureati che provengono dalla facoltà di Ingegneria tra il 2007 e il 2009 sono stati 4.236, pari al 19% del totale, seguiti da Medicina con circa 2.800 laureati, pari al 12.5%. Dati più residuali perle altre discipline, che potrebbero però con il tempo modificare il panorama alla luce delle altre indicazioni contenute nel rapporto del progetto Stella, visto che c'è un autentico boom di iscrizioni rispetto agli anni precedenti per l'area politico-sociale (+ 286 unità) e quella geo-biologica (+206). Infine, il rapporto delinea la geografia dei laureati pisani: in netta maggioranza sono toscani con 14.410 unità su un totale di oltre 21 mila negli anni compresi tra il 2007 e il 2009 (il 67%), seguiti da Liguria (1.232), Sicilia (1.013), Puglia (878) e Calabria (656). Infine, la radiografia dell'università di Pisa che esce dal rapporto Stella si chiude con un focus sull'età media degli iscritti che si è abbassata notevolmente: passando da 22 anni del 2007 ai poco più di 20 del 2009. Di pari passo aumentano gli iscritti con meno di 20 anni, passando dal 53% al 68,2%. ❖
na protesta degli universitari pisani
Più di mille a Roma Pronti centinaia di pullman Saranno un migliaio i pisani che oggi parteciperanno alla manifestazione contro il Governo. Il Coordinamento università bene comune ha riempito 12 pullman e almeno 600 universitari saranno nella capitale, da Pisa, per ribadire il no al ddl Gelmini, ma molti altri raggiungeranno Roma in treno e con mezzi propri. Dopo i giorni caldi delle proteste in città con blocchi stradali e le occupazioni simboliche della Torre pendente e dell'aeroporto, e culminate il 30 novembre con il corteo dei 10 mila e con il blocco della stazione ferroviaria e del casello autostradale dell'A12, gli universitari pisani saranno insieme agli altri a Roma per «bloccare questa scellerata riforma».