Cusano Magazine 1

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TERNANA IERI TERNANA OGGI Il campionato è lungo dall’essere concluso. Ma ci sono delle evidenti e delle sottili distanze tra quanto i sostenitori e i simpatizzanti della Ternana hanno vissuto nel recente trascorso e le vicende rossoverdi odierne. Intanto il primo divario è emerso, da subito, nella fase d’impostazione: Stefano Bandecchi ha voluto prendere in mano, di persona, le vicende societarie, primo fattore. E quando ci mette le mani lui di persona, parlano i risultati, come può testimoniare chi ha visto la struttura che per 13 anni ha rappresentato l’Università Niccolò Cusano, e la parte nuova, con tanto di cupola di vetro sopra le nostre teste, mentre sorseggi un poi di british tea, un ginseng, un succo di frutta o un caffè. Neanche fossimo al Museo del Louvre, in Francia. Ma chi, nel paesaggio dell’ateneo di Roma Nord, o nelle sue idee concretizzate, ha avuto l’opportunità di verificare il suo pensiero, la sua lungimiranza, dal sogno al progetto alla concretizzazione di ogni singolo adattamento, dagli e dagli, come si dice a Roma, ha avuto a disposizione la misura e il metronomo, per comprendere la differenza tra una pura utopia e una cosa materialmente palpabile. Seconda annotazione e in questo abbiamo trovato d’accordo, conversando su Radio Cusano Campus, colleghi di lunga opera professionale quali Riccardo Marcelli (la sua rivista Dajemò è un cult, per Terni e per l’Umbria intera, e adesso ha preso piede con internet anche a distanze siderali, dalla città dei due Campioni del Mondo a due ruote e motore, unica, in tutto il globo terrestre!) e Augusto Austeri del quotidiano “La Nazione” la rosa è stata costruita come la Pallacanestro Olimpia Milano detta anche EA7. Nossignori, la Ternana non deve giocare in Coppa dei Campioni come il club cestistico meneghino e in contemporanea in campionato. La squadra affidata al livornese Cristiano Lucarelli, concittadino del massimo dirigente, è stata messa in piedi pensando alla lunghezza temporale del torneo di Serie C e alle eventuali, imponderabili situazioni del Covid19 con il rischio che la manifestazione sportiva potesse essere allunga nel tempo. Ciò significa che l’abituale calendario, in sede di preparazione della compagine ternana, andava pensato più ampio del solito, nel tempo. Il che avrebbe richiesto nei mesi una maggiore disponibilità fisica muscolare del collettivo . Ma soprattutto l’idea di costruire un gruppo in cui non spiccavano i canonici 11, 12, 13 titolari e al massimo altri 2 rincalzi di quel livello è la cosa che ha lasciato di stucco piazze attrezzate, storicamente, quali Bari, Avellino - che ha rinunciato pure alla Pallacanestro, per concentrare gli sforzi economici sul Calcio a 11 maschile – Palermo e Catanzaro. Con i rosanero siciliani che hanno saputo mantenere la calma,

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rispetto a un inizio “a handicap”, fatto di pareggi e sconfitte che in altre piazze avrebbero portato a facili e inesperte isterie collettive e individuali. La Ternana, al contrario, ha costruito una rosa fatta di tanti possibili titolari, e in tanti di qualità. E questo i mesi prossimi sapranno raccontarlo perché la gestione è di fisiologico anche di fronte a eventuali acciacchi muscolari, che possono capitare, nell’arco di una stagione intera, e per carità ci può stare. Ma è anche di sana ricerca psicologica, atletica e motivazionale, e in questo Lucarelli sta tentando di mettere a frutto, con lo staff a disposizione, quanto ha imparato, assorbito, metabolizzato da calciatore, con i diversi allenatori-maestri di Calcio che ha avuto. Terza considerazione, indissolubile dalla seconda: il fatto di avere compagni di sana disciplina e duttilità tattiche, e di buon livello tecnico, da Falletti a Mammarella, da Defendi a Palumbo, fino alla maggiore sicurezza rappresentata da Iannarilli, GIOCATORI, insomma, responsabilizza e stimola ogni singolo esponente della Ternana. Consapevoli, i calciatori, che non si possa abbassare la concentrazione e non possano scemare le motivazioni in nessun momento del cammino. Per questo possiamo affermare che il vento è cambiato e il marinaio buono non è colui il quale va bene, alla grande, con il mare piatto, con l’acqua calma. E’ quello che si prende le responsabilità prima che arrivi la burrasca, fatta di incertezze, di timori, di paure, e durante la tempesta. Sennò diventerebbe tutto troppo semplice. E non sarebbe una, a vincere, per via diretta, potendo parlare di un linguaggio e una categoria differenti. E’ cambiato, il rapporto con Eolo, nel momento in cui è scattata la molla per trasformare quanto accaduto nella sede accademica sul piano sportivo. E, credeteci sulla parola, siamo soltanto a un quinto del percorso. Poi ce lo sapremo tornare a dire. Pensate soltanto alla rivoluzione copernicana connessa alle vicende televisive, quando, in maniera impopolare, affermavamo via radio che non si potesse parlare di modernità, guardando una partita di Calcio con almeno 1’45” di ritardo e dover correre appresso ai telefonini, per avere il reale e veritiero aggiornamento. Solo chi le ha vissute in diretta e ha avuto il coraggio anzi il CORAGGIO, di dirle, queste cose, oggi può provare tutta una serie di soddisfazioni, a parlare di REALE, EVENTO SPORTIVO IN DIRETTA. Con la consueta chiarezza, non c’è tempo né spazio, per chi manca di carattere o, come dice una mia affascinante amica di Napoli, di cazzimma. Max Cannalire




































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